Anno XVII - n° 3-2012 IL GIORNALE DELLA · 2019-05-07 · SOMMARIO 2 IL GIORNALE DELLA Previdenza...

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www.enpam.it ENPAM Fondato da Eolo Parodi Anno XVII - n° 3-2012 Copia singola euro 0,38 IL GIORNALE DELLA dei Medici e degli Odontoiatri Previdenza Poste Italiane SpA Spedizione in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, comma 1 CNS/AC-Roma periodico Omologato 3 RIFORMA DELLE PENSIONI Destinando il 5 per mille alla Fondazione Enpam, i medici e gli odontoiatri possono aiutare i colleghi non autosufficienti, un contributo che non costa nulla e può migliorare le prestazioni assistenziali purtroppo sempre più richieste (maggiori informazioni a pagina 45) Approvate le modifiche ai Regolamenti dei Fondi che garantiscono una sostenibilità del nostro sistema previdenziale a oltre 50 anni. Il Consiglio nazionale straordinario dell’Enpam si è tenuto il 24 marzo

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www.enpam.it ENPAMFondato da Eolo ParodiAnno XVII - n° 3-2012Copia singola euro 0,38

IL GIORNALE DELLA

dei Medici e degli OdontoiatriPrevidenza

Poste Italiane SpASpedizione in Abb. Post.

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004n. 46) art. 1, comma 1

CNS/AC-Roma

periodico

Omologato

3 RIFORMA DELLE PENSIONI

Destinando il 5 per mille alla Fondazione Enpam, i medici e gli odontoiatri possono aiutare i colleghi non autosufficienti, un contributo che non costa nulla e può migliorare le prestazioni assistenziali purtroppo sempre più richieste (maggiori informazioni a pagina 45)

Approvate le modifiche ai Regolamenti dei Fondi che garantisconouna sostenibilità del nostro sistema previdenziale a oltre 50 anni.Il Consiglio nazionale straordinario dell’Enpam si è tenuto il 24 marzo

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voglia di ben essere

Ho bevuto il tè nel deserto sotto le grandi tende dei tuareg blu. Ho gustato i migliori frutti di mare nelle locande dei pescatori di Thong Krut.Ho salutato la primavera alla Festa delle Lanterne nelle pagode di Xian.Ho riposato nella yaranga con gli allevatori di renne artiche nello Stretto di Bering.Non posso fare a meno di cercare luoghi dove lasciare un po’ di me stessa.Ma c’è solo un posto dove ritorno sempre per ricaricare la mia sete di avventura:nella mia casa alle pendici del Monte Bianco.

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SOMMARIO

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IL GIORNALE DELLA

dei Medici e degli OdontoiatriPrevidenza

Poste Italiane SpASpedizione in Abb. Post.

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004n. 46) art. 1, comma 1

CNS/AC-Roma

periodico

Omologato

3 RIFORMA DELLE PENSIONI

Destinando il 5 per mille alla Fondazione Enpam, i medici e gli odontoiatri possono aiutare i colleghi non autosufficienti, un contributo che non costa nulla e può migliorare le prestazioni assistenziali purtroppo sempre più richieste (maggiori informazioni a pagina 45)

Approvate le modifiche ai Regolamenti dei Fondi che garantisconouna sostenibilità del nostro sistema previdenziale a oltre 50 anni.Il Consiglio nazionale straordinario dell’Enpam si è tenuto il 24 marzo

w w w . e n p a m . i t

3-5 Approvata la riforma pensioni Enpam 6 Pensioni e riscatti

8-36 Il CN straordinario approva la riforma 38-39 Sempre onerosa la ricongiunzione all’Inps

40 Fnomceo, Amedeo Bianco confermato presidente 41 Federspev

42-43 L’Ordine di Roma punta sui giovani 45 Qualche domanda sul 5 X mille

48-49 Alzheimer: diagnosi precoce 50-51 Microchirurgia della tiroide52-53 “Occhio all’allergia” 54-56 Congressi, convegni, corsi 58-59 Quarant’anni alla radio, la vita di Ruggero Po

60 Sanità, un sistema che ha perso l’anima 62-65 Recensioni libri 66-67 Viaggio a Dubai

68 Società, il futuro è nell’algoritmo 70 Il proiettore 72 L’enigma Bruckner 73 Musica74 Mostre 76 L’avvocato

78-79 Notizie flash Enpam

ULTIM’ORA

La relazione sul Consiglio nazionale straordinario ci ha costretti a sospende-re alcune delle rubriche che riprenderanno regolarmente nel prossimo nume-ro. Ce ne scusiamo con i lettori.

in questo numero

Il comunicato diramato dall’Enpam dopo la notizia dell’inchiesta promossa dallaProcura della Repubblica di Roma

“EOLO PARODI INDAGATO PER TRUFFA AGGRAVATA”Il Prof. Eolo Parodi, Presidente dell’Enpam, l’Ente di previdenza ed assistenza dei medicie degli odontoiatri italiani, ha avuto una reazione di incredulità profonda alla lettura del-la notizia diramata da varie agenzie di stampa.“Con questi chiari di luna non posso dire di essere tranquillo nell’apprendere di essere sta-to accusato per un reato così infamante.Naturalmente - lo dichiaro con profonda sincerità – sono più che disponibile a fornire no-tizie, delucidazioni e anche un po’ di storia dell’Ente che presiedo con orgoglio.Non accetto che sulla mia persona vi sia anche l’ombra di un dubbio. Prima di metterepiede all’Enpam, allora sconvolto da uno scandalo, avevo presieduto, eletto con votazio-ni quasi plebiscitarie, la Federazione degli Ordini.Per anni sono stato il capo dei medici e degli odontoiatri italiani. È per quel passato chesono stato poi eletto all’Enpam. Oggi vengo chiamato in causa ed indagato. Le porte delmio ufficio come quelle di casa mia sono sempre aperte. Non ho nulla da nascondere,nulla di cui vergognarmi. I medici italiani si tranquillizzino: non ho mai pensato di sot-trarre denaro all’Enpam, come non penso che questa iniziativa legale abbia lo scopo dicolpire me per togliere alla Fondazione l’autonomia di cui finora ha goduto”.

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PREVIDENZA

Approvata la riforma delle pensioni Enpam

La Fondazione Enpam ha varato la riforma delle pensioni che garantisce una sostenibilità a oltre 50 anni del suo sistema previdenziale.

La Cassa dei medici e degli odontoiatri è il primo ente privatizzato a mettersi in regola con i nuovi requisiti introdotti dal decreto Salva Italia. Per entrare in vigore la riforma deve essere ratificata dai ministeri vigilanti

“Siamo orgogliosi del senso di responsabilità del-la nostra categoria, che ha concluso in auto-nomia questo percorso di riforma per rispet-

tare i nuovi requisiti di sostenibilità di lungo periodo –ha dichiarato il vicepresidente vicario della FondazioneEnpam Alberto Oliveti –. La riforma garantisce ade-guatezza delle prestazioni e l’equità nei confronti dellegenerazioni che verranno. Ci proponiamo adesso ai mi-nisteri, convinti che sapranno riconoscere la bontà dellavoro fatto. Grazie a tutti coloro che hanno contribui-to a questo risultato”.

Questi i criteri seguiti negli interventi di riordino ap-provati:

• il rispetto del pro rata: la parte di pensione maturatafino al 31/12/2012 verrà calcolata con i vecchi crite-ri; non verrà toccato quanto assegnato prima del 2013(contributi ordinari, aliquota modulare, riscatti dellalaurea, allineamento etc);

• la valutazione della tenuta del sistema su un unico bi-lancio tecnico della Fondazione. Si è tenuto conto delsaldo corrente (che include anche i proventi del pa-trimonio).

Per i fondi maggiori il metodo di calcolo della pensio-ne resta il contributivo indiretto Enpam; un sistema checonsidera “un periodo di riferimento per il computo delreddito pensionabile pari all’intera vita lavorativa, sem-pre nella previsione di aliquote di rendimento che ga-rantiscano l’equità attuariale e la sostenibilità finanzia-ria del sistema” (cit. Elsa Fornero). Un secondo van-taggio è che la rivalutazione è agganciata all’inflazione(che notoriamente è sempre in crescita) invece che alPIL, che può avere anche un andamento prossimo allozero (come accaduto nel 2011) o addirittura negativo(come previsto per il 2012).

La riforma è anche caratterizzata da un percorso diomogeneizzazione del regime previdenziale delle ge-stioni.

MODIFICHE COMUNI A TUTTE LE GESTIONI

PENSIONE DI VECCHIAIAInnalzamento graduale dell’età per la pensione di vec-chiaia dagli attuali 65 anni fino a 68 anni (dal 2018)

Fino al 2013 2014 2015 2016 2017 Dal 201831.12.2012 in poi

65 anni 65 anni 66 anni 66 anni 67anni 67anni 68e 6 mesi e 6 mesi e 6 mesi

PENSIONE ANTICIPATAResta possibile andare in pensione anticipata, anche se,come richiesto dal ministro Fornero, l’età minima au-menterà fino a 62 anni (dal 2018).

Fino al 2013 2014 2015 2016 2017 Dal 201831.12.2012 in poi

58 anni con 59 anni 60 anni 60 anni 61 anni 61 anni 62 anniapplicazione e 6 mesi e 6 mesi e 6 mesifinestre

Chi sceglierà il pensionamento anticipato avrà una ri-duzione rispetto alla pensione ordinaria perché perce-pirà l’assegno per un numero maggiore di anni.

Oltre che il requisito dell’età minima sarà necessariomaturare un’anzianità contributiva di 35 anni e un’an-zianità di laurea di 30 anni; oppure, senza il requisitodell’età minima, si potrà andare in pensione anticipatacon un’anzianità contributiva di 42 anni e un’anziani-tà di laurea di 30 anni.

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CONTRIBUTI

L’aliquota contributiva resta per tutti la stessa fino al2014. Si prevede un aumento graduale dal 2015, quan-do cioè verranno sbloccate le convenzioni.(Valido per i fondi che rimangono al contributivo indi-retto)

PREMIO PER CHI RIMANE

Chi resterà a lavoro più a lungo continuerà ad esserepremiato: i contributi versati dopo il compimento del-l’età per la pensione di vecchiaia varranno il 20% inpiù.(Valido per i fondi che rimangono al contributivo indi-retto)

MISURE A FAVORE DEI GIOVANI

Per le giovani generazioni sono previste misure miglio-rative. Gli iscritti con età inferiore ai 50 anni potrannocontare, a partire dal 1° gennaio 2013, su un tasso dirivalutazione dei contributi versati al 100% dell’infla-zione, per tutti gli altri invece il tasso è pari al 75%.

La flessibilità del sistema Enpam consentirà anche lapossibilità di aumentare l’aliquota di prestazione (o ali-quota di rendimento) sulla base dell’avanzo economi-co che risulterà dai prossimi bilanci tecnici. L’incre-mento dell’aliquota farà crescere l’importo della rendi-ta mensile della pensione.(Valido per i fondi che rimangono al contributivo indi-retto)

CONTRIBUTIVO INDIRETTO A VALORIZZAZIONE IMMEDIATA

L’Enpam finora aveva definito il suo sistema come re-tributivo reddituale; nella realtà si tratta di un vero eproprio metodo contributivo perché le pensioni sonolegate ai contributi versati lungo l’arco dell’intera vitalavorativa, con l’uso di un’aliquota di prestazione (o ali-quota di rendimento) che la Fondazione stabilisce inmodo da garantire l’equità attuariale e la sostenibilitàfinanziaria del sistema.

Il metodo Enpam viene definito contributivo indirettoperché, ai fini del calcolo, la prestazione viene deter-minata in base ai compensi rivalutati (comunque sem-pre ricostruiti a partire dalla contribuzione versata).

È un meccanismo a valorizzazione immediata perché

consente di assegnare subito ai contributi pagati un va-lore certo, che sarà riscosso al momento del pensiona-mento.

Questo metodo rimane per i fondi della Medicina ge-nerale, degli Specialisti ambulatoriali e della Libera pro-fessione che in totale rappresentano oltre l’80% delleentrate contributive dell’Enpam.

MODIFICHE SPECIFICHE

FONDO DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE(68.670 iscritti attivi; 53% delle entrate contributiveEnpam)

L’aliquota contributiva rimane al 16,5%, per i medicidi medicina generale, e al 15%, per i pediatri, fino al31 dicembre 2014. Nel 2015 l’aliquota passerà al 17%per i medici e al 16% per i pediatri. Dal 2016 è previ-sto un aumento graduale dell’1% all’anno fino a un mas-simo del 26% (nel 2024; per i pediatri nel 2025). I con-tributi versati dal 1° gennaio 2013 verranno trasformatiin rendita mensile con un’aliquota di prestazione (o direndimento) dell’1,4%. Per i pediatri quest’aliquota ver-rà calcolata in proporzione all’aliquota di contribuzio-ne fino a raggiungere l’1,4% dal 2025 in poi.

Resta in vigore il metodo di calcolo dell’Enpam, il con-tributivo indiretto.

FONDO DEGLI SPECIALISTI AMBULATORIALI (17.720 iscritti attivi; 14% delle entrate contributiveEnpam)

Dal 1° gennaio 2013 anche per gli Specialisti ambula-toriali sarà più semplice calcolare la pensione. La par-te di prestazione maturata a partire da questa data, in-fatti, verrà determinata con lo stesso metodo (contri-butivo indiretto) già impiegato per il fondo della medi-cina generale.

L’aliquota contributiva resterà al 24% fino al 2014. Apartire dal 1° gennaio 2015 ci sarà un aumento gradualedi un punto percentuale all’anno fino ad allinearsi al-l’aliquota media dei dipendenti che è del 32,65% (nel2023). L’aliquota di prestazione (o rendimento) rima-ne il 2,25% all’anno (per gli iscritti con contratto di di-pendenza sarà del 2,30%).

Dal 1° gennaio 2013 gli iscritti che hanno scelto il contrat-to di dipendenza potranno andare in pensione con gli stes-si requisiti che sono validi per gli iscritti convenzionati.

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LIBERI PROFESSIONISTI (QUOTA B DEL FONDO GENERALE) (151.948 iscritti attivi; 15% delle entrate contributiveEnpam)

L’aliquota contributiva resta il 12,5% fino al 2014. Dal1° gennaio 2015 ci sarà un aumento graduale dell’1%all’anno fino a un massimo del 19,5% (nel 2021). I con-tributi versati dal 1° gennaio 2013 verranno trasformatiin rendita mensile con un’aliquota di prestazione (o ren-dimento) dell’1,25%. È previsto anche un aumento deltetto di reddito entro il quale si pagano i contributi or-dinari: nel 2013 sarà di 70.000 euro, nel 2014 sarà di85.000 euro, fino ad agganciarsi, dal 2015 in poi, almassimale stabilito dalla legge per l’Inps.

Il metodo di calcolo della pensione resta il contributi-vo indiretto Enpam.

SPECIALISTI ESTERNI(6.629 iscritti attivi; 0,8% delle entrate contributiveEnpam)

La pensione verrà calcolata in base al contributivo de-finito dalla legge 335/95.

La parte di pensione maturata fino al 31 dicembre 2012dagli specialisti convenzionati in forma individuale ver-rà calcolata con il contributivo indiretto.

FONDO GENERALE – QUOTA A(Vi contribuiscono obbligatoriamente tutti i 348.846medici e odontoiatri iscritti all’Ordi-ne; 17% delle entrate contributive En-pam)

La Quota A passa al metodo di cal-colo contributivo definito dalla legge335/95.

Per la Quota A continua a non essereprevista la pensione anticipata. Tut-tavia, su richiesta dei sindacati dei di-pendenti, è stata mantenuta la possi-bilità di andare in pensione a 65 anniper chi sceglierà il contributivo (leg-ge 335/95) su tutta l’anzianità matu-rata, in analogia a quanto previsto dalministro Fornero per il pensionamen-to anticipato delle donne nel sistemaprevidenziale pubblico.

Le quote da versare restano sostan-zialmente invariate, cambia solo ilmeccanismo d’indicizzazione: dal 1°gennaio 2013 i contributi saranno in-

PREVIDENZA

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dicizzati nella misura del 75% del tasso di inflazione(previsto pari al 2%) maggiorato di un punto e mezzopercentuale.

CHE COS’ÈLa Quota A è il fondo pensionistico obbligatorio pertutti i medici e gli odontoiatri iscritti all’Albo profes-sionale. Dà diritto a tutte le prestazioni della previden-za obbligatoria, garantisce:- una pensione di base (attualmente di circa 200 euro

al mese);- una pensione di circa 15 mila euro (minimo) nei casi

di invalidità o di decesso dell’iscritto in attività (si ap-plica anche ai giovani medici o dentisti indipendente-mente da quanti contributi hanno versato);

- l’indennità di maternità anche se l’iscritta non ha red-diti professionali;

- prestazioni assistenziali (es: calamità naturali, indi-genza, assistenza domiciliare).

La riforma è stata approvata dal Consiglio di ammini-strazione della Fondazione Enpam il 16 marzo 2012e, limitatamente alla determinazione della contribu-zione della Quota A, dal Consiglio nazionale del 24marzo 2012.

Le riforma entrerà in vigore solo dopo il nulla osta daparte dei ministeri vigilanti. •

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PREVIDENZA

La riforma delle pen-sioni Enpam ha man-tenuto intatto il valo-

re dei riscatti già pagati oin corso. Il riscatto è unostrumento che permette almedico e all’odontoiatra dievitare uno svantaggio pre-videnziale e una potenzia-le disparità di trattamentorispetto ad altri lavorato-ri. Per esempio, riscattan-do gli studi universitari oil periodo di leva l’iscrittoriuscirà a maturare la pen-sione alle stesse condizio-ni di chi è entrato nel mon-do del lavoro subito dopoil diploma o senza fare ilmilitare o il servizio civile.Il riscatto di allineamentoinoltre permette di avereun adeguato trattamentopensionistico anche per iperiodi in cui si è guada-gnato o versato meno.Il rispetto del pro-rata va-le anche per i riscatti. Icontributi versati dagliiscritti, cioè, manterrannolo stesso rendimento pro-messo dall’Enpam al mo-mento in cui ha inviato lalettera di proposta del ri-scatto. Con il riscatto l’iscritto ha“acquistato” una quota dimaggior pensione che ver-rà riscossa al momento delsuo ritiro dal lavoro. Ilmeccanismo quindi non ècambiato. Sono invece mutate, pertutti, le regole generali delsistema. L’età del pensio-

namento ordinario dal2013 verrà aumentata gra-dualmente di 6 mesi al-l’anno fino a raggiungere i68 anni nel 2018. Anche l’età minima per lapensione anticipata - comemediazione con il ministroFornero che voleva abolir-la - sarà aumentata di seimesi all’anno fino ad arri-vare a 62 anni nel 2018.Chi sceglierà il pensiona-

mento anticipato avrà unariduzione dell’assegno per-ché percepirà l’assegno perun numero maggiore di an-ni. Il beneficio totale ri-mane invariato sia che sivada in pensione all’etàgiusta sia che ci si ritiri dallavoro in anticipo (si vedal’esempio).L’innalzamento dei requi-siti anagrafici deriva daicambiamenti demograficiche hanno interessato lapopolazione italiana e inparticolare la categoria deimedici e degli odontoiatri.Il vantaggio economico dei

riscatti già pagati o attual-mente in corso comunqueresterà immutato ed ele-vatissimo. Questo perchéfinora il costo dei riscatti èstato calcolato secondo pa-rametri generosi, definitidiversi anni fa quando lasperanza di vita era piùcorta di un quinquennio.Oggi si calcola invece cheall’età di 68 anni un iscrit-to avrà mediamente davanti

a sé ancora quasi 17 annidi vita mentre si stima chela sua consorte gli soprav-viverà mediamente per ul-teriori 5 anni, incassandocosì una pensione di rever-sibilità.Esempio reale:Medico di medicina gene-rale nato nel 1956; nel2004 ha chiesto il riscattodi 6 anni di studi universi-tari pagando poco meno di60.000 euro; ritirandosi al-l’età prevista per la pensio-ne ordinaria di vecchiaia(che, andando in pensionenel 2018, sarà di 68 anni)

beneficerà di un incremen-to di pensione di 6125 eu-ro all’anno. Ciò significache in meno di dieci annil’iscritto avrà indietro tuttociò che ha versato.Considerando però la suaaspettativa di vita e quelladi sua moglie, è possibilecalcolare che, grazie al ri-scatto della laurea, l’iscrit-to otterrà un supplementodi pensione totale di quasi125.000 euro (103.500 eu-ro per sé e 21.262 euro perla pensione di reversibilitàalla sua vedova).Se l’iscritto, invece di inve-stire nel suo riscatto, aves-se deciso di mettere i suoi ri-sparmi sotto un materasso,attualmente avrebbe circa35.000 euro (cioè 60.000euro meno l’IRPEF versataallo Stato).L’iscritto potrebbe comun-que decidere di andare inpensione anticipata a 62anni: in questo caso, purcon l’applicazione di coef-ficienti di adeguamento al-la maggiore aspettativa divita, otterrebbe dal riscattoun beneficio totale identi-co (125.000 euro).Lo stesso vale nel caso in cuil’iscritto andasse in pensio-ne a 60 anni (ancora possi-bile in caso di 42 anni di an-zianità contributiva) il be-neficio totale sarebbe sem-pre di circa 125.000 euro. •

Nota: per facilitare i con-fronti, gli importi citati nel-l'esempio sono riportati alvalore storico del 2004. Nel-la realtà il beneficio totaleper l'iscritto sarà addirittu-ra superiore a 125.000 eu-ro per effetto dell'adegua-mento all'inflazione. •

Riforma delle pensioni e riscatti

63 - 2012

Con il riscatto l’iscritto ha “acquistato” una quota

di maggior pensione che verrà riscossa

al momento del ritiro dal lavoro

Il vantaggio economico dei riscatti già pagati

o attualmente in corso comunque resterà immutato

ed elevatissimo

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8

Paolo Crenca, che interverrà dopo il vice presidente vi-cario Alberto Oliveti. Il Consiglio nazionale straordinario s’è rivelato un’as-sise di grande importanza per l’avvenire dell’Enpam. Ipresidenti degli Ordini dei medici e degli odontoiatripresenti provenivano tutti dal Consiglio nazionale del-la Fnomceo e, come dimostrato dagli interventi nella di-scussione della riforma, hanno dimostrato una profon-da preparazione sull’argomento. La Fondazione Enpamè la prima a mettersi in regola con il decreto “Salva Ita-lia”. Ora bisognerà attendere, fiduciosi, il via libera delgoverno.Il presidente, dopo la breve parentesi di presentazione,ha comunicato ai presenti che avrebbe preso la parolaalla fine del dibattito. •

Pensioni Enpam, approvata la riforma

CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

DAL CONSIGLIO NAZIONALE STRAORDINARIO DEL 24 MARZO 2012

Il presidente apre i la-vori salutando i pre-senti e sottolineando

l’importanza di questoConsiglio straordinarioche deve approvare undocumento di ecceziona-le importanza. Dopo lanomina del segretario, ildottor Ezio Montevidonidell’Ordine di Fermo, ilprof. Parodi ha ringra-ziato il presidente delConsiglio nazionale de-gli attuari, dottor Gian

Garantisce una sostenibilità a oltre 50 anni del sistema previdenziale. La nostra Fondazione è la prima a mettersi in regola con il decreto Salva Italia. Dopo il saluto di Eolo Parodi la particolareggiata presentazione del documento da parte di Alberto Oliveti. Numerosi

e documentati gli interventi dei presidenti dei vari Ordini. Lo storico documento è stato approvato con 99 voti favorevoli e quattro contrari, su 103 votanti

Il tavolo della presidenza al Consiglio nazionale dell'Enpam. Da sin: Ezio Montevidoni dell'Ordine di Fermo, segretario dell'assemblea; Alberto Volponi, direttore generale; Giampiero Malagnino, vice presidente; Eolo Parodi, presidente;

Alberto Oliveti, vice presidente vicario; Ugo Venanzio Gaspari, presidente del Collegio sindacale

3 - 2012

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• CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

ALBERTO OLIVETIvice presidente vicario

Le regole del percorso diriforma: cosa dice lo Sta-tuto dell’EnpamIn questi mesi abbiamo la-vorato alla riforma dei Fon-di rispettando quanto sta-bilisce il nostro Statuto. IlConsiglio nazionale del-l’Enpam, in accordo con

quello della Fnomceo - che ieri ha già deliberato - ha ilcompito di approvare le modifiche dei contributi del Fon-do generale-Quota A. Il Consiglio di amministrazione,invece, decide sui regolamenti, le integrazioni e le modi-fiche del regime previdenziale dei Fondi. A questo sco-po sono istituite le Consulte, il cui parere ha un effettovincolante sulla riforma.

Le ragioni politiche di un percorso tempestivoA cosa è dovuta la tempestività del percorso intrapre-so? Io credo che si debba rifare a un discorso politico.Il Ministro Fornero ha riconosciuto la nostra peculiari-tà e sulla base di questa ci ha già assegnato una valuta-zione specifica. Le abbiamo spiegato, per esempio, chei due terzi delle entrate della Fondazione nascono da unrapporto di lavoro col Servizio Sanitario Nazionale eche, a differenza di altre Casse di liberi professionisti,non possiamo trasferire sul cliente il costo del riequili-brio richiesto ai fondi, per esempio con una contribu-zione integrativa. Saremmo costretti a chiederlo a quelServizio Sanitario Nazionale che di fatto ha bloccato irinnovi convenzionali fino a tutto il 2014: interveniresul versante delle entrate non porterebbe all’equilibriorichiesto, sarebbe un esercizio del tutto inutile. Altracaratteristica importante è la nostra modalità di calco-lo della prestazione: un metodo retributivo reddituale,che tiene conto di tutta la carriera professionale, a dif-ferenza dell’accezione comune del metodo retributivo,in base alla quale non c’è corrispettività tra quanto si èversato in contributi e quanto si prenderà di pensione.Una persona versa per tutta la vita lavorativa come te-nente, il mese prima di andare in pensione diventa ca-pitano e per tutta la vita prenderà la pensione di un ca-pitano. Per noi non è così.Inoltre definiamo il valore della prestazione al momentodell’incasso dei contributi, avvalendoci di tecniche at-tuariali rigorose. Riteniamo, da questo punto di vista,

di poterci definire un contributivo ancora più equo diquello sostenuto dalla Fornero. Questo significa che lasanzione che dovremmo subire se non rispettassimol’art. 24, comma 24 del Decreto Salva Italia è di fattouna sanzione di portata inferiore, dal punto di vista qua-litativo, al metodo che abbiamo di definizione della pre-stazione. La valutazione specifica che ci è stata attri-buita, dunque, è un valore che dobbiamo sostenere egiustifica la tempestività del nostro percorso di riforma. Ci viene chiesto di accorpare le nostre gestioni, così co-me è stato fatto con il Super Inps. Tuttavia ci sono di-verse gestioni non perfettamente coordinate sia all’in-terno dell’Inps che dell’Inpdap. Noi ci chiamiamo “Fon-dazione Enpam”, presenteremo un unico Bilancio Tec-nico Attuariale, che in un’unica Fondazione, con ununico patrimonio e con un’unica riserva legale, è in gra-do di dimostrare la validità della propria sostenibilità.Questo è quello che ad oggi ci viene richiesto nel con-fronto con l’attuale ministro. Lo sottolineo perché, quan-do cambia una controparte, bisogna ricominciare dac-capo. Ci è già successo: a novembre, quando si è inse-diato il Governo tecnico abbiamo dovuto praticamen-te ripartire da zero con un percorso di confronto co-stante sia politico che tecnico.

Le ragioni istituzionali della tempestivitàAbbiamo voluto dare una risposta puntuale e concretaalle incertezze e alle preoccupazioni dei nostri colle-ghi. Ricevo costantemente telefonate di iscritti ango-sciati - forse anche in misura eccessiva, però ognuno hala propria sensibilità - che mi chiedono: “Cosa devo fa-re?”; “Me ne devo andare via prima?”, “Ma se vado viaentro dicembre 2012?”; “Ho il riscatto in corso: smet-to di pagarlo?”; “Ho fatto la domanda di allineamento,mi è arrivata la proposta: cosa faccio?”, “Ho l’aliquotamodulare, l’ho chiesta alla mia ASL, vado e chiedo dirimangiarsela, perché non ha senso più di pagare?”;“Smetto, senza dir niente, di pagare i contributi ag-giuntivi, che in vario titolo sto pagando?”. Sono tuttescelte dettate dall’emotività e dovute all’incertezza. Ab-biamo il dovere di tenerne conto.

Il rigore del nostro percorsoLa Finanziaria 2007 ha stabilito che siamo fuori rego-la, ma di fatto lo siamo perché ha cambiato le regole.Gli interventi necessari dovevano essere pianificati sul-la base del Bilancio Tecnico al dato consolidato al31/12/2009, disponibile solo dopo l’approvazione delBilancio Consuntivo 2009, e cioè a fine giugno 2010.

DIFENDIAMOCI DAGLI ATTENTATI ALLA NOSTRA AUTONOMIA

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CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

A quel punto abbiamo consegnato i dati agli Attuari. Anovembre 2010 avevamo le proiezioni sul Bilancio Tec-nico Attuariale al 31/12/2009 (tabella 1).

È iniziato così il nostro percorso di riforma. Sono tra-scorsi ormai quindici mesi. Nel periodo pre-estivo del2011 ci siamo confrontati più volte con la contropartepubblica. Abbiamo convocato quattro volte le Consul-te, rispettivamente per ogni Fondo. Abbiamo attivatoun percorso di confronto, con la Fnomceo e con i Sin-dacati più importanti, partecipando a vari congressi eillustrando gli interventi di modifica sui Fondi. Abbia-mo organizzato a Roma il convegno sul cambiamentoa cui è intervenuto anche il Prof. Monti, poco prima chefosse nominato Primo Ministro. Successivamente, conl’insediamento del Governo tecnico, abbiamo dovutocominciare a rinegoziare non più col Ministro Sacconi,ma col Ministro Fornero e con i suoi tecnici, ovviamente.E poi i vari percorsi coi Comitati Consultivi, le delibe-razioni all’interno del Consiglio di Amministrazione,cui spetta decidere, ai sensi dell’art. 17 del nostro Sta-tuto.Siamo alla fase conclusiva di questa manovra, che vor-remo presentare entro il 31 marzo per dare ai colleghiun messaggio rassicurante sul loro futuro. Oggi non pos-siamo ancora utilizzare lo strumento della busta aran-cione, perché non abbiamo le regole. Abbiamo dettopiù volte che nella governance del patrimonio voglia-mo mettere al centro la previdenza e che sulle passivi-tà prevedibili vogliamo agganciare le attività dell’inve-stimento. Ma non abbiamo la proiezione delle passivi-tà, perché non abbiamo i regolamenti: come possiamodunque fare un’asset allocation strategica definitiva? Èchiaro che è possibile solo pianificare una strategia prov-visoria. Siamo bloccati. Ed è il motivo per il quale cre-

diamo che questo percorso intrapreso, non frettolosoma tempestivo, debba raggiungere al più presto un com-pimento. Consegneremo la nostra riforma ai Ministeri,che a quel punto avranno trenta giorni di tempo perdarci una risposta. Se facessero osservazioni, noi avrem-mo tre mesi di tempo per controdedurre alle loro ecce-zioni. Questi sono i tempi, queste le regole assegnate algioco.

La lettera del Ministro ForneroIn una lettera indirizzata alla Commissione Lavoro ilMinistro Fornero esprime le proprie legittime perples-sità sul Decreto Legislativo 509/94, il decreto di pri-vatizzazione delle Casse, la nostra fonte istitutiva. Lodefinisce “un principio dirompente”; poi ne parla comeun’anomalia, perché scrive: “Esiste un decreto in cui gliassociati e i fondatori, cioè le Associazioni e le Fonda-zioni, sono di carattere privato. Essendo un contrattoprivato, ricevono contributi di tipo obbligatorio”. E ag-giunge: “Non si è mai visto un obbligo contributivo inun ente privato”. I suoi dubbi, secondo me, trovano con-traltare nella posizione dei Ministeri, che mal vedonola nostra autonomia. Ma – e lo sottolineo – quel decre-to contiene uno scambio: autonomia in cambio dellaperdita del ricorso alla fiscalità generale in caso di fal-limento. Detto questo, cosa sostiene il Ministro? Affer-ma che il compito del Ministero del Lavoro debba esse-re quello di controllare le gestioni; si tratta – sottolineala Fornero – di una gestione privatistica, in cui i futurisubiranno le scelte degli attuali amministratori e quindiil Ministero ha il dovere di garantire i futuri, in terminidi sostenibilità, adeguatezza ed equità tra generazioni.Prende poi in esame i tre meccanismi di gestione: 1) lacontribuzione proporzionale, e dice sostanzialmente:“pagano poco”; 2) a proposito della gestione finanziariaafferma che il metodo a ripartizione può presentare de-gli squilibri, se non ha un patrimonio sempre positivo;di qui la necessità, secondo la Fornero, di non toccare ilpatrimonio perché riserva di ultima istanza per i giova-ni; 3) quanto al metodo di calcolo della prestazione e inparticolare sul retributivo, precisa che si tratta di un me-todo che può dare adito a grosse sperequazioni tra ge-nerazioni. Enuncia quindi i suoi sei principi. Il primoprincipio: “contributivo per tutti”. Se ragiona sulla spe-cificità di una Cassa, però, la prospettiva cambia. Ed in-fatti la Fornero include come alternativa valida l’ado-zione di una regola retributiva, che consideri un periododi riferimento, per il computo del reddito pensionabile,pari all’intera vita lavorativa. Di fatto il nostro metodo.Sostanzialmente, il Ministro ha recepito l’opzione di man-tenere il nostro criterio di calcolo, purché attuarialmen-te ben determinato. Inizialmente non era così, nei suoi

Saldo corrente di tutti i fondi Enpambilancio tecnico al 31.12.2009 - parametri specifici

5.000.000

3.000.000

1.000.000

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lavori ha sempre parlato solo di contributivo. Per noi si-gnifica che possiamo mantenere quello che abbiamo giàassegnato ai nostri iscritti in termini di contribuzione or-dinaria, di riscatto, di allineamento, di aliquota modula-re e di ricongiunzione.Il secondo punto: il patrimonio non si tocca, perché ri-serva di ultima istanza per i giovani. Ma il patrimonio al-tro non è – come volle il legislatore con il d.lgs. 509 – checontributi stratificati, messi lì per i momenti di vacchemagre. La scelta ideale è di non intaccarlo, questo nonsignifica per noi che sia intangibile. Perché se il patri-monio dovesse rimanere intangibile per sempre, sarebbecome un BTP a scadenza illimitata, di cui liquidiamo lacedola alla fiscalità generale. Ogni anno sul nostro pa-trimonio paghiamo ben settantotto milioni di euro intasse. Insomma se non si può toccare, allora il patrimo-nio sta lì solo per essere tassato, certamente non a van-taggio dei giovani.Terzo punto: innalzamento delle aliquote contributivee su questo la Fornero è tassativa. Per noi è un passag-gio vincolante. Tuttavia non escludiamo la possibilità –e posso prendermene l’impegno - scollinato questo con-trollo, di venire incontro ai colleghi che non hanno nel-l’Enpam la Cassa primaria e che considerano la contri-buzione obbligatoria al Fondo Generale-Quota A ecces-sivamente onerosa, una volta passati i quarant’anni. Iocredo in realtà che siano soldi molto ben pagati e ve lodimostrerò.Quarto punto: separazione tra previdenza e assistenza.Se decidessimo di fare della Quota A un fondo solo as-sistenziale, distorceremmo il nostro sistema: la Quota Aè il presupposto giuridico dell’Enpam ed è un fondo pen-sionistico a tutti gli effetti, perché garantisce una coe-renza di prestazione in rapporto all’entità dei contributiversati. Tra le garanzie della Quota A non dobbiamo di-menticare l’integrazione al minimo – che attualmente èdi quindicimila euro indicizzati al cento per cento – a tut-ti quelli che diventano inabili totali permanenti all’eser-cizio, o che muoiono in attività e quindi ai superstiti. Difatto un giovane che si iscrive oggi all’Ordine, è iscrittoall’Enpam e, in caso di un evento devastante, ha la ga-ranzia di avere per sé o per i suoi superstiti un tratta-mento minimo anche senza aver versato contributi. Èuna garanzia che altri contribuenti non hanno, è l’espres-sione della grande solidarietà della categoria medica, eproprio in quanto tale è per noi un diritto previdenziale,non assistenziale. Nel punto cinque la Fornero parla di accorpamento, mafinché si tratta di riunire le gestioni è una questione sul-la quale si può ragionare, quanto alla possibilità di ac-corpare le Casse, invece, mi sembra che le valutazionidebbano essere diverse. Il sesto punto considera la que-

stione della relativa autonomia. Ebbene, quando il Mi-nistro parla di controllo sulle Casse, intende sui risulta-ti oppure sui singoli atti? Perché l’autonomia non c’è sesi vigila sulle singole operazioni. Noi vorremmo inveceche il controllo fosse solo sui risultati, che si esercitassepiuttosto una funzione di regolazione, come avviene, peresempio, nelle agenzie pubbliche statunitensi. Il nostrosospetto è che il d.lgs. 509 stia stretto a qualcuno.

Il Decreto legislativo 509/94Veniamo ai principi base della nostra fonte istitutiva, cheriassumo in tre numeri: cinque, quindici, tre. A ogni Bi-lancio Consuntivo ci deve essere una riserva di cinqueanni e cioè cinque volte tanto il volume delle pensionipagate ogni anno, e non un ciclo vitale o un’intera car-riera lavorativa. In quest’ultimo caso il legislatore avreb-be richiesto una riserva di trentacinque, quarant’anni.Se, invece, la legge ha stabilito che siano cinque anni perogni anno di pensioni pagate, vuol dire che per legge nondeve esserci un patrimonio che copra completamente ildebito latente. Se dunque si sostiene che tanto è il debi-to latente, tanto deve essere il patrimonio, non solo si di-ce qualcosa che il legislatore non ha previsto, ma si so-stiene anche ciò che non avviene per gli Stati. Gli Statiinfatti non hanno riserve auree pari alla moneta fatta cir-colare, le banche non hanno nei forzieri il contante pariall’attività finanziaria che svolgono in un dato momen-to, e così anche le assicurazioni. Con la privatizzazione,ci siamo fatti carico del debito latente, abbiamo rispet-tato le regole, abbiamo triplicato il patrimonio; il Go-verno, dal canto suo, ha cambiato le regole alzando i pa-rametri. Sulla questione dell’intangibilità del patrimonio non ab-biamo dubbi: vogliamo continuare a usare il nostro pa-trimonio come è stabilito dal legislatore, per poter ga-rantire prestazioni più alte per tutti.Grazie all’effetto leva del patrimonio, un giovane medi-co, per esempio, potrà contare su una pensione più ric-ca nel nostro sistema, rispetto a quella che avrà nel pub-blico. Questa è la sostanza della nostra garanzia. Se unmedico o un dentista giovane va in banca e chiede unprestito, al massimo riceve un prestito in onore della sualaurea. Se, invece, va in banca portandosi un patrimonioa garanzia, riceve un prestito maggiore, ferma restandoperò la necessità di agire con coerenza e commisurare ildebito alla capacità di ammortizzarlo.Torniamo dunque ai principi del decreto 509: riserva dicinque anni, proiezione temporale usando le tecniche del-la matematica attuariale per quindici anni, scansione dicontrollo ogni tre anni, una logica “prova e correzione”propria del metodo empirico. Ora è evidente che, se tut-t’a un tratto i quindici anni diventano trenta e poi cin-

• CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

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CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

quanta, come nel Decreto Salva Italia, salta l’equilibriodel sistema. Se i nostri conti sono “in rosso”, dunque,non è perché non abbiamo gestito, ma perché non ri-spondiamo a una regola che ha stravolto completamentei parametri del decreto 509. La stabilità delle gestioni si definisce sulla base del Bi-lancio Tecnico Attuariale, la nostra Stella Polare (ta-bella 2). Il Bilancio Tecnico Attuariale tiene conto deicontributi, delle prestazioni, dei proventi da patrimo-nio, dei costi e del patrimonio stesso. Stabilire, pertan-to, che il patrimonio non si debba toccare, mi sembrache tecnicamente non sia il massimo della correttezza.

Come funzionano i Fondi Enpam?Ogni contribuente riceve una valorizzazione immedia-ta dei suoi contributi nel momento stesso in cui li ver-sa. La contribuzione è proporzionale al reddito. La pen-sione è calcolata sulla media dei redditi (tabella 3).

La gestione dei fondi è a ripartizione pluriennale, in unrapporto che con il d.lgs. 509 era cinque, quindici e con-trollo di scansione, ora, invece, è cinque, cinquanta econtrollo di scansione. Il nostro è un sistema di solidarie-tà tra generazioni subentranti, per cui chi lavora mantienechi ha lavorato, grazie anche al patrimonio, costituito a ga-ranzia minima della riserva legale, sapendo però che, quan-do toccherà a lui, avrà eguale trattamento. Questo signifi-ca che il patto generazionale va salvato e che, in questa sa-la, sono presenti i contribuenti attivi e i pensionati, ma man-ca la terza figura, quella del futuro contribuente che noi,però, abbiamo l’obbligo di tenere presente. Perché se il fu-turo contribuente non ha convenienza a far parte del-l’Enpam, salta l’albero di trasmissione del sistema.I contributi incassati, infatti, servono a pagare le pensioni

(è la componente ripartitiva pura) e ad accumulare il pa-trimonio in una misura minima stabilita, perché dai pro-venti di quel patrimonio si contribuirà a pagare le pensio-ni. È questa la differenza tra pubblico e privato (tabella4): il pubblico non ha un patrimonio, può solo ricorrere al-la fiscalità generale; il privato con il decreto 509 ha un pa-

trimonio costituito, ma non può valersi della fiscalità ge-nerale. Anzi, al contrario, con la doppia tassazione siamonoi che contribuiamo alla fiscalità generale.Il metodo di calcolo della prestazione è un contributivo in-diretto – perché ricostruiamo la retribuzione media di tut-ta la vita lavorativa attraverso i contributi giacenti, annodopo anno, rivalutati – a valorizzazione immediata, perchéassegniamo un valore ai soldi versati dall’iscritto al mo-mento del loro incasso. Questo significa migliore adegua-tezza delle pensioni, quindi pensioni più alte. Nel contri-butivo puro, invece, chi versa saprà quanto valgono i suoisoldi solo al momento della pensione. Si tratta di un me-todo rigoroso che non ingenera debito previdenziale, hacioè un’auto sostenibilità permanente. Le pensioni però so-no basse. È un sistema che funziona per le gestioni pub-bliche, che non prevedono patrimonio, va bene anche perquelle privatizzate che sono in crisi, perché non hanno iltempo di accumulare un capitale di copertura, oppure per-ché non possono intervenire su tutti i parametri necessari.È il problema del nostro Fondo Generale Quota A. Ci èstato chiesto da una componente importante della catego-ria degli iscritti di non aumentare i contributi e noi abbia-mo rispettato la richiesta. Oggi infatti votiamo per la revi-sione della rivalutazione Istat dei contributi e non per unloro eventuale incremento. Non potendo però intervenire sulle entrate del Fondo nonpossiamo dargli un progetto di tenuta; per questa ragioneadotteremo un metodo contributivo puro che non generadebito previdenziale. Invece il contributivo a valorizzazio-ne immediata, indiretto, impiegato negli altri Fondi Enpam,consente un debito controllato che, se attuarialmente bendefinito, è solvibile e assicura prestazioni più adeguate. Edinfatti ogni 1000 euro versati all’Enpam danno 90 euro nelFondo delle medicina generale e ben 120 euro nel Fondogenerale Quota A. Di contro, 1000 euro versati al Fondodella dipendenza (SuperInps) rendono 54 euro, con gli at-tuali coefficienti di trasformazione. E di questi 54 euro lagestione ex Cassa pensioni sanitarie ha una coperturadell’85%. Significa che il restante 15% è dato dalla fisca-lità generale, quindi da noi contribuenti. Se guardiamo al-

Pubblico: ricorso alla tassazione senza patrimonio

Privato: patrimonio senza soccorso della tassazione

La differenza pubblico/privato4

Ogni Fondo ha la valorizzazione immediata dei contributi in rapporto alle prestazioni.

a) Contribuzione proporzionale al redditob) Gestione a ripartizione pluriannualec) Pensione su tutti i redditi

Come funzionano i Fondi Enpam 3

Il bilancio tecnico attuariale è la “stella polare” per definire la stabilità di una gestione previdenziale. È dato da:• il saldo previdenziale annuo(contributi – pensioni)• il saldo corrente (+ interessi da patrimonio – spese) • il patrimonio

Bilancio tecnico attuariale2

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l’Inps la parte a carico della fiscalità generale sale a un ter-zo. Con la riforma che abbiamo approvato non potremo piùgarantire i 90 euro o i 120 di prima, ma di certo garanti-remo, in totale autonomia, pensioni molto più alte di quel-le che avremmo se passassimo al contributivo Inps.

I nostri Bilanci ConsuntiviAbbiamo un patrimonio di undici miliardi e mezzo, nelprossimo anno arriveremo a dodici e mezzo. La compo-nente non previdenziale è di cinquantuno milioni di euro.La redditività del patrimonio è quattrocentotrentacinquemilioni, tenendo presente che – la norma ce lo consente –qualcosa non è portata a Bilancio. I diciassette milioni deiFondi Immobiliari restano dove sono, non li abbiamo por-tati alla Cassa perché in questo modo non ci paghiamo tas-se. Il patrimonio immobiliare non è riportato al valore at-tualizzato, per evitare di pagarci la doppia tassazione. Datempo chiediamo – e l’abbiamo riproposto alla Fornero ea Balduzzi – che le risorse ricavate dalla doppia tassazionesiano reinvestite a favore della categoria che le produce. Intutta risposta la politica cambia le regole, arriva lo stresstest, Decreto Salva Italia, art. 24, comma 24. Il sospetto,come ho già detto, è che la politica voglia cambiare il de-creto 509. Se è così, si prenda la responsabilità di farlo, unavolta per tutte, senza cercare il pretesto nel mancato ri-spetto di una regola sempre più insostenibile. In un mo-mento di grave crisi economica, in cui l’Italia è al 120%del rapporto debito pubblico-PIL, è possibile chiedere al-la categoria professionale, ai liberi professionisti del Paeseun raddoppio degli orizzonti temporali di tenuta? C’è dav-vero mercato per farlo? Due terzi delle nostre entrate na-scono dalle convenzioni, bloccate, un terzo nasce dalla li-bera professione, e non mi pare che sia particolarmente flo-rida, di questi tempi, ovviamente (tabella 5).

Nonostante ciò siamo riusciti a portare una manovra cheavrà cinquant’anni di saldi correnti sempre attivi, non in-taccherà mai il patrimonio che sarà sempre superiore al-la riserva legale (tabella 6-7). Rispondiamo allo stress-test e siamo fuori dall’applica-zione delle sanzioni, e cioè adozione obbligata del con-

• CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

• mentre si vive sempre di più in un mondo in recessione economica

• con il rimpiazzo forse insufficientedel grosso esodo dei prossimi anni

• in uno scenario professionale mutevole che potrebbenon garantire flussi contributivi adeguati

Ci impongono maggiore SOSTENIBILITÀ

5

Entrate contributive ripartite tra i Fondi(dati bilancio consuntivo 2010)

Fondo Generale“Quota A”

Fondo della LiberaProfessione

Fondo dei Medici diMedicina Generale

Fondo deglispecialistiAmbulatoriali

Fondo deglispecialisti Esterni

Saldo corrente di tutti i Fondi Enpampost-riforma

5.000.000

3.000.000

1.000.000

-1.000.000

-3.000.000

-5.000.000

-7.000.000

2010

2012

2014

2016

2018

2020

2022

2024

2026

2028

2030

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2038

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2042

2044

2046

2048

2050

2052

2054

2056

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6

Patrimonio e riserva legale di tutti i Fondi Enpam post-riforma

120.000.000

100.000.000

80.000.000

60.000.000

40.000.000

20.000.000

0

2010

2013

2016

2019

2022

2025

2028

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2037

2040

2043

2046

2049

2052

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2058

Patrimonio Riserva legale

7

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CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

tributivo pro-rata e tassazione dell’1% sui redditi deipensionati per il 2012 e 2013 (un vero dito in un oc-chio, altro non è, perché non ha un effetto strutturale,è solo per dire: “Caro pensionato, non sei sicuro dellatua pensione”).Negli interventi di riordino (tabella 8) abbiamo seguitoquattro principi: 1) mantenere il nostro metodo di calcolo (CIVI, contri-butivo indiretto a valorizzazione immediata) per i fondimaggiori;2) non toccare le pensioni in essere;3) rispettare il principio del pro-rata (quanto cioè si è giàmaturato anche grazie ai riscatti, aliquota modulare etc.);4) garantire la flessibilità in uscita, prevedendo un in-nalzamento graduale dell’età pensionabile e mantenen-do la possibilità della pensione anticipata.

La riforma del Fondo Generale, al quale siamo chiama-ti oggi a rispondere, riguarda sostanzialmente quattropunti: l’aumento progressivo dell’età per la pensione fi-no a sessantotto anni; la rivalutazione del contributo mi-nimo dal 1° gennaio 2013 non più al cento per cento del-l’Istat, ma al 75% più una quota fissa di un punto e mez-zo; l’introduzione del metodo contributivo pro-rata dal1° gennaio 2013, proprio perché, per non aumentare icontributi, dobbiamo necessariamente intervenire solosul versante “uscite” e il ricorso al metodo contributivo cimette al riparo dal debito previdenziale; in ultimo, su ba-se volontaria, in presenza di un’anzianità contributiva pa-ri ad almeno vent’anni, l’opzione di andare in pensione asessantacinque anni, ma con il calcolo della prestazionecon il contributivo retrospettivo a tutta la vita lavorativa (equindi adozione anche della rivalutazione, sulla base dellavariazione quinquennale del PIL nominale).Concludo ricordando che stiamo lavorando alla riformadello Statuto della Fondazione. Abbiamo istituito unaCommissione Paritetica Fnomceo-Enpam, che ha sotto-posto ai Sindacati un questionario sui punti salienti daesaminare: la funzione istituzionale dell’Enpam, la suastruttura previdenziale e quella organizzativa. Stiamo ri-vedendo i criteri di rappresentatività. A questo proposi-to condivido totalmente l’impostazione di Amedeo Bian-co sulla necessità di puntare a una migliore rappresen-tatività con meno rappresentanti.

Scelte operate nel rispetto del vigentequadro normativo di riferimento

1. Interventi parametrici sull’attualesistema retributivo

2. Non toccare le pensioni in essere3. Rispettare il principio del pro-rata4. Garantire la flessibilità per la data

del pensionamento

Riordino dei Fondi8

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GIAN PAOLO CRENCApresidente del Consiglio nazionale degli attuari

Porto i saluti degli “Attua-ri”, la mia categoria chesvolge un lavoro piuttostodelicato in vari ambiti, tipoquello assicurativo, banca-rio e finanziario. Quando abbiamo letto an-che noi l’art. 24, comma24, ci siamo trovati davan-ti a un testo che era total-mente in contraddizionecon il nostro modo di pro-

cedere, di lavorare, ma soprattutto con i principi at-tuariali, tecnici ed economici e, se mi consentite, anchecol buonsenso, perché venivano meno tutti quegli ele-menti che costituiscono, come è stato ben ricordato dauna bellissima slide presentata dal dott. Oliveti: lavo-rare è il punto di riferimento, la via maestra, la stradaprincipale attraverso la quale, da sempre, noi predi-sponiamo, calcoliamo il Bilancio tecnico attuariale.E, naturalmente, davanti a questa impostazione, ci sia-mo sentiti in dovere di intervenire scrivendo al Presi-dente del consiglio e al ministro Fornero, ribadendo co-se che già facciamo. Esiste un prospetto che indica con precisione il per-corso che va dal patrimonio ai contributi, alle presta-zioni, alle stesse spese e agli interessi che lo stesso pa-trimonio produce nel tempo.Abbiamo perciò ricordato questi principi, dicendo chenon è sufficiente quello che è stato scritto, anche dalpunto di vista tecnico. È corretto invece il principio di voler valutare nel tem-po, e possibilmente con una certa frequenza, lo stato disalute delle Casse; come è corretto che, di norma, pri-ma si faccia una valutazione con tutti i crismi tecnici edeconomici in funzione del risultato, dopo si farannoeventuali interventi.Ci ha fatto rizzare i capelli la constatazione che la sen-tenza fosse già stata scritta e che, addirittura, si fossepassati già tutti al contributivo. Passando dal retributivo improvvisamente al contribu-tivo, si risolverebbe un problema, ma se ne aprirebbeun altro, e le risorse disponibili poi non sarebbero suf-ficienti nemmeno a risolvere i problemi del debito la-tente. Si crea un problema di altra natura. La questio-ne non sta in piedi.Abbiamo scritto anche alla Commissione bicamerale,che si occupa delle Casse di previdenza: ci hanno ri-sposto positivamente, ringraziando per il contributo da-

to e, dalle ultime informazioni sarebbe possibile essereascoltati in quella sede parlamentare per portare le no-stre istanze.Sia chiaro che riteniamo che questo incontro non siasufficiente, anche perché entrerebbe palesemente in con-traddizione con quelle che sono le nostre indicazioni dicarattere professionale.Vorrei fare un’altra considerazione. Il punto su cui si può discutere è sicuramente quello diinserire, soprattutto nei sistemi retributivi o parzial-mente retributivi, quello che in altri settori viene chia-mato “accantonamento per la solvibilità”.Sappiamo che le banche arriveranno a breve – se ci arri-veranno, perché anche lì si sta discutendo – a “Basilea 3”,ma hanno fatto già “Basilea 1” e “Basilea 2”: le assicura-zioni hanno “Solvency 1” e arriveranno nel 2014, se tut-to va bene, alla “Solvency 2”, qui c’è la riserva legale, co-m’è stata ricordata. C’è un provvedimento al ministerodell’economia in discussione sull’introduzione anche diuna specie di “Solvency 1”, sembrerebbe solo per i Fon-di preesistenti, insomma, c’è una discussione in corso, inEuropa, sulla solvibilità dei Fondi Pensione, in generale.Il concetto non è sbagliato. Dove c’è una garanzia, unimpegno di lungo periodo, si può provvedere ad ac-cantonare qualcosa come ha ricordato bene Alberto Oli-veti? Condivido: non è che, se io sono impegnato permille, accantono mille. Diversamente fallirebbe tutto ilmondo. Nelle assicurazioni e nelle banche gli impegnisono a mille, ma non si accantonano mille.Il modo di “accantonare” è variegato in base al settorein cui si opera, però è una visione abbastanza probabi-listica. Mi spiego: io devo valutare probabilisticamentequanto potrebbe essere un mio default e, in base a que-sto, stabilire quanto devo accantonare, probabilmentenon sono neanche i cinque anni, perché quei cinque giàmi suonano molto forfettari.Potrebbero essere meno, potrebbe essere più.L’unica idea che dovrebbe secondo me avere un sensonel pensiero della Fornero, sarebbe quella di poter di-re: va bene, un pezzetto del patrimonio potrei anchemetterlo da parte perché potrebbe aiutarmi nei momentidi “vacche magre”. Ma non tutto! E quindi l’idea che il patrimonio non pos-sa essere considerato ai fini del Bilancio Tecnico non staassolutamente in piedi.Com’è stato ricordato, attraverso il concetto di stratifi-cazione, che mi piace molto, dico con un’espressioneun po’ colorita: il patrimonio non viene dallo SpiritoSanto, è stato costruito nel tempo con i contributi de-gli iscritti alle Casse e con gli investimenti. È utile, ser-ve. È indispensabile essendo una parte fondamentaleper la vita di una Cassa come l’Enpam.

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Quindi secondo me questo punto deve essere assoluta-mente risolto e speriamo che lo sia, visto che abbiamocomunque un po’ di tempo, fino a questo famigerato30 settembre.Un’altra questione che volevo rilevare, ma qui sicura-mente sfondo una porta aperta, è che è vero che il Bi-lancio Tecnico Attuariale è la Stella Polare e la via mae-stra: ricordiamoci però sempre che l’importante è mo-nitorare il tempo.Il Bilancio Tecnico va assolutamente rivisto nel tempo,per garantire a chi amministra la possibilità di un mo-nitoraggio continuo e di avere sempre la percezione diquello che accadrà.Seconda considerazione, che spiego in modo sempliceperché è abbastanza tecnica e un po’ complicata: per gliAttuari la cosa forse più importante di tutte è formula-re ipotesi future, perché si è parlato di trenta e di cin-quanta anni.Gran parte delle nostre attività son tutte simulate, nonsolo in questo settore, anche in altri, e anche nella miaattività personale difficilmente faccio proiezioni a me-no di dieci anni, anche in altri settori.E quindi voi capite bene che dire quanto sarà una cer-ta cosa a quindici, vent’anni, venticinque anni, per poiattualizzarla oggi, non è certo semplice.Tutti noi guardiamo a quello che è avvenuto negli ulti-mi dieci anni; ma negli ultimi quindici no? Con tutta laserie di informazioni valide? Bisogna sempre stare mol-to attenti.Se oggi piove, non è detto che pioverà fra vent’anni…Non facciamoci condizionare. La capacità, ma anche la difficoltà, è quella di formu-lare ipotesi che in media, ragionevolmente, tengano peril lungo periodo.Io continuo a fare dei Bilanci Tecnici. Continuiamo atenere un’inflazione al due per cento da diversi anni,eppure l’inflazione non è stata sempre al due, è scesapure sotto il due, adesso è risalita sopra il due: se mi fa-cessi condizionare da quella del 2011, dovrei metteresempre 2,8 per altri cinquant’anni, ma non lo faccio,perché l’informazione storica e altre considerazioni ra-gionevoli mi portano a dire che in media quel 2% mireggerà, fermo restando che, se l’anno dopo o due an-ni dopo o tre anni dopo, queste mie convinzioni, tecni-che o non tecniche, dovessero saltare, la cambio.Ed è qui il monitoraggio, di cui parlavo prima.Al Governo abbiamo chiesto di essere presenti al ta-volo degli esperti del comma 28, che dovrebbe occu-parsi della previdenza, in genere. È un problema checi preoccupa. L’idea di fare un contributivo di base eun contributivo nella complementare è un’idea che,molto probabilmente risolve il problema della soste-

nibilità; quando si va in rendita, il problema della so-stenibilità si riapre perché, se io nel contributivo nondivido il montante che ho realizzato per un “nume-rello” attuariale – un numero che calcoliamo noi – chestia in piedi per la vita residua dei nostri pensionati,non tiene ugualmente, quindi il problema della soste-nibilità non va visto solo nel momento della costitu-zione, diciamo, del montante pensionistico, ma deveesser visto anche dopo.Questo è il primo argomento.Il secondo è che ci vuole anche l’adeguatezza: un si-stema previdenziale deve stare in piedi sotto il profilodella sostenibilità e dell’adeguatezza, non una voltauna e una volta l’altro, ma nello stesso tempo. È questo il problema, cioè deve essere l’uno e l’altroinsieme, ché altrimenti fallisce i propri obiettivi. Allora noi siamo convinti – e lo dimostreremo anchecon dei numeri, evidentemente – che la somma dei duecontributivi – parlo così, in modo esemplificativo – og-gi, se magari realizza in parte la sostenibilità, non rea-lizza affatto l’adeguatezza, e non la realizza per tutti,perché non è che puoi realizzare l’adeguatezza perqualche categoria, per i giovani, per i vecchi, per glianziani, devi pensarla, in prospettiva, per tutti. Quindi la nostra proposta è – formulata anche pub-blicamente – di andare su un tasso di sostituzione me-dio, che stia in piedi per tutti, per identificare e “co-struire” le due sezioni in modo tale da arrivare in qual-che modo ad un risultato.Questa è la proposta che noi vogliamo portare avanticome concetto. È una proposta complessa, non irrealizzabile che pas-sa per interventi sulla previdenza di base che a sua vol-ta non ha risolto i problemi con la manovra Monti esoprattutto sulla previdenza complementare, che in-vece di problemi ne ha molti di più, soprattutto sullosviluppo dove invece bisognerebbe intervenire in mo-do forte.Non entro nel merito della vostra riforma, ovviamen-te, anche perché non sono entrato nelle valutazioni inmodo – diciamo così – stringente, ho avuto però mo-do di capire e grazie alle slide ne ho approfondito i con-tenuti. Mi sembra che la linea maestra sia stata rispettata, cheil Bilancio Tecnico abbia fatto da Stella Polare.Vedo anche che vi siete messi in un atteggiamento diprudenza legislativa, se posso usare questo termine, nelsenso che avete detto: “Il patrimonio mi fa da garanzia.Intanto sto in piedi senza”, e la curva che prima è sta-ta illustrata, mi sembra ne sia la rappresentazione evi-dente.

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E siete andati sul saldo corrente, considerando anchegli interessi e le spese e, per quanto mi concerne, avetefatto bene, perché non posso che condividere, dopo tut-to quello che ho detto.Quindi non posso che augurarmi che questa riformavada in porto: aggiungo che, se veramente fosse ac-cettata anche in breve termine, risulterebbe un prece-dente, cioè un punto di forza notevole anche per tuttigli argomenti che stavo dicendo, perché qui quanto-meno gli interessi e le spese sarebbero sicuramenteconsiderate.Vi ringrazio e vi auguro ogni bene per il vostro futuro.

GIAMPIERO MALAGNINOvice presidente Enpam

Ringrazio Giampaolo Cren-ca, presidente del Consiglionazionale degli Attuari, peruna serie di motivi. Lo rin-grazio anzitutto per l’atti-vità che il suo Consiglio na-zionale sta svolgendo per ladivulgazione della scienzae della professione attua-riale.Noi, come Enpam, ma an-che come Adepp, sosterre-mo la presenza degli attua-

ri in tutti i tavoli dove si discutono vari problemi, pre-videnza in primis. L’Enpam, già da cinque anni, ha promosso il Fondo Sa-nità, che è un Fondo di previdenza complementare, sulquale contiamo molto, nel senso che l’adeguatezza del-le prestazioni è un punto di riferimento importante pernoi, infatti sollecitiamo una riforma della previdenzacomplementare, anche se non ci compete. Ripeto: gli attuari, fino a qualche tempo fa, erano sol-tanto uno strumento misconosciuto e forse neanche tan-to amato, perché spesso mettevano dei vincoli.Ai giorni nostri gli Attuari ci stanno riportando all’im-portanza anche scientifica della loro attività.Ciò che ci ha detto Crenca è la risposta del ministro. Al-tra iniziativa, per cui lo ringrazio, la lettera che il Con-siglio nazionale degli Attuari ha mandato al ministro eal presidente Monti, in qualche modo è stata la primamanifestazione di critica sostanziale che tutti noi ab-biamo espresso anche su basi scientifiche sostenendoche le cose non andavano.Ringrazio molto Crenca per la sua presenza chieden-dogli di continuare a portarci il suo contributo.

ERNESTO DEL SORDOvice direttore generale e direttore Dipartimento della previdenza Enpam

Siamo in un momento de-cisivo perché queste rifor-me sono ormai indifferibi-li. Sottolineo, però, che noiabbiamo rispettato i tempi,siamo sempre stati in rego-la con quelle che erano leprescrizioni legislative. Alberto Oliveti ha fatto lacronistoria di questo per-corso. Con i Bilanci Tecni-ci del 2003 avevamo anco-

ra i quindici anni di equilibrio che ci venivano richiestidalla legge; abbiamo poi acquisito i Bilanci Tecnici al2006, che, sull’equilibrio a quindici anni, davano con-to di qualche criticità, ma di lieve entità; quindi già daquel momento è sorta l’esigenza di intervenire.Ma perché non si è intervenuti nel 2007 ? Perché i Bi-lanci Tecnici vengono acquisiti solo dopo che c’è la chiu-sura del bilancio consuntivo dell’anno, e perché, nelfrattempo, la Legge Finanziaria del 2007 ha di colpoelevato da quindici a trent’anni l’equilibrio prescritto. Abbiamo cominciato subito a lavorare per mettere ma-no alle riforme. I tempi erano maturi per una serie dimotivi.Il sistema previdenziale pubblico già nel ’92 fu interes-sato dalle riforme. Negli anni ’90, infatti, emersero cri-ticità enormi, perché tutte le gestioni previdenziali, na-te negli anni ’50-’60, non avevano regole calcolate attua-rialmente, erano regole che prescindevano da una qual-siasi proiezione futura, infatti il numero degli iscritti eraelevato, c’era stato il boom economico, quindi molti atti-vi e contribuenti, pochi pensionati: nessun problema perl’erogazione delle pensioni.Negli anni ’70/’80 la situazione è cambiata e sono subitoemerse gravi criticità nel sistema pubblico. Nel nostro no.L’Enpam nel tempo ha accumulato un significativo pa-trimonio ed il proprio regime previdenziale era ed è ca-ratterizzato da un sistema retributivo virtuoso che, in ef-fetti, non è un retributivo puro ma un sistema che pos-siamo definire “contributivo indiretto”.Quindi noi non abbiamo avuto la necessità, a differenzadi quanto ha dovuto fare il legislatore per il sistema ge-nerale, di partire già vent’anni fa per fare le riforme.Abbiamo sempre pagato e paghiamo le pensioni. Gli al-larmismi non hanno senso perché l’Enpam, col propriopatrimonio, potrebbe continuare a pagarle tranquilla-mente, senza altre entrate, per dieci-quindici anni. Quin-

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di io credo che soprattutto bisogna avere consapevo-lezza che l’Ente, da un punto di vista previdenziale, èun Ente sano. Però anche per l’Enpam, certe situazioni si sono concre-tizzate. Il rapporto tra iscritti attivi e pensionati, ovviamente, manmano è andato deteriorandosi. L’allungamento dell’aspet-tativa di vita ha interessato anche la classe medica. Quin-di queste due situazioni hanno determinato, in tempi piùrecenti, l’esigenza di intervenire sul sistema.Ma sul sistema Enpam interventi significativi negli ultimitempi non ce ne sono stati, perché non ce n’era necessità.Quando sono emerse lievi criticità nel garantire i quindicianni di equilibrio, sono stati adottati correttivi nel 2004,ma si è trattato di una semplice attività di manutenzione,per rispettare puntualmente le prescrizioni legislative.Successivamente, come detto, sono state radicalmente cam-biate le regole di sistema. Siamo passati, con la Finanzia-ria del 2007 a dover dar conto di trent’anni di equilibrio,con proiezioni fino a cinquant’anni.Ci siamo messi subito all’opera non appena abbiamo avu-to i dati dei Bilanci Tecnici al 31 dicembre 2009 perché,per espressa indicazione ministeriale, era su questi dati cheandava valutato l’equilibrio delle gestioni.E quindi, con le dovute riflessioni, abbiamo preparato leriforme, ritenendo di dover sostanzialmente mantenere ilnostro peculiare sistema retributivo e, quindi, operare coninterventi parametrici. Ciò al fine di mantenere piena l’au-tonomia dell’Ente per poi, superate le gobbe previdenzia-li nei vari fondi, poter rivedere e le aliquote di contribu-zione ed i coefficienti di rendimento, nell’ottica di dare infuturo alla pensione dei medici e degli odontoiatri il mas-simo consentito sostenibile.

E questo è, secondo me, un aspetto molto importante, chedistingue la previdenza Enpam dalla previdenza pubblicadel sistema generale, dove praticamente i conti si fanno sol-tanto sull’esigenza di contenere la spesa previdenziale e nonci sono margini per poter dare pensioni che siano le piùadeguate e sostenibili dal sistema.Si è quindi deciso preliminarmente di non passare al con-tributivo.Ma perché non passare al contributivo per tutti i Fondi?Per un altro motivo: perché passare al contributivo signi-fica stabilizzare le gestioni nel futuro, senza risolvere il pro-blema del debito previdenziale pregresso.Lo ha fatto il sistema pubblico, ma il sistema pubblico nonaveva il problema del debito previdenziale pregresso, inquanto può attingere alla fiscalità.Noi non lo possiamo fare e quindi non saremmo stati ingrado di garantire gli equilibri prospettici e l’equità inter-generazionale per i prossimi decenni.Oggi però la “Manovra Monti” ci ha posto un ulteriore pro-blema. Ha stabilito delle sanzioni: un contributo di solida-rietà sulle pensioni, ed il passaggio al contributivo. Non so-no queste sanzioni che destano preoccupazione bensì laconsiderazione che, se non adottiamo riforme, misure distabilizzazione delle gestioni, così come ci è prescritto ol-tre a scattare le sanzioni, non siamo immuni da ulterioriinterventi ministeriali.Secondo me, no, non siamo immuni perché se non ga-rantiamo l’equilibrio prescritto, scattano le sanzioni, mapoi i Ministeri, sulla base del comma 763, potrebbero di-re: “Non avete equilibrio perché il debito pregresso non ècoperto e allora interveniamo noi”. Interveniamo noi conil commissariamento? Interveniamo con il passaggio del-l’Enpam all’Inps? Se i Ministeri vigilanti decidessero di intervenire verrebbemeno l’autonomia dell’Ente e credo che confluendo nel cal-derone pubblico, come è successo per l’Inpdai, non sta-remmo a parlare di quanto si riducono le pensioni con leriforme ma penso che ci troveremmo in una situazione mol-to più delicata e grave.E allora ecco che c’è la necessità di agire, di attuare le ri-forme, ed ottenere, da parte dei Ministeri, l’approvazioneper continuare a gestire in autonomia la previdenza dei me-dici.Sulle prescrizioni della finanziaria 2007 erano già state ab-bozzate le riforme.Nel convegno tenutosi nello scorso novembre furono illu-strate le linee di riordino.All’epoca, le riforme dei Fondi si basavano su accordi chenel frattempo erano stati presi con i Ministeri e cioè sul-l’utilizzo del saldo corrente, perché la legge non dicevaespressamente quale saldo era da prendere a riferimentoper la verifica dell’equilibrio prescritto. Abbiamo allora

Saldo corrente di tutti i fondi Enpambilancio tecnico al 31.12.2009 - parametri specifici

prima della riforma5.000.000

3.000.000

1.000.000

-1.000.000

-3.000.000

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trattato coi Ministeri. che hanno tenuto una conferenza deiservizi convenendo che il saldo corrente fosse il saldo di ri-ferimento. Avevamo anzi ottenuto anche qualcosa in più,perché avendo rappresentato di possedere anche un patri-monio, un patrimonio importante, ci era stato detto che ilsaldo corrente doveva essere tendenzialmente positivo, cioèpraticamente avremmo avuto anche la possibilità, per bre-vi periodi, di andare “sotto” con la curva di saldo corren-te, purché il patrimonio, in quegli anni nei quali soccorre-va la spesa pensionistica, mantenesse sempre il marginedella riserva legale, cioè cinque volte la spesa pensionisti-ca dell’anno.Avevamo appena messo a punto le riforme, riforme im-portanti, interessando ovviamente le Consulte che con mol-to senso di responsabilità, hanno esercitato le competenzeloro attribuite da Statuto e Regolamenti.Sul piano tecnico abbiamo cercato di individuare quelli cheerano gli elementi, i parametri, sui quali impostare il rior-dino, tenendo presente alcuni punti fermi: non toccare lepensioni in essere, rispettare l’impegno preso dall’Enpame quindi agire nel rispetto del pro-rata. Sulla base di que-sti principi, sono state individuate le soluzioni tecniche, c’èstato il dibattito presso i competenti organi e ed è stato pre-disposto il piano delle riforme.Ma subito dopo è arrivata la legge Monti.La legge Monti ci ha ovviamente destabilizzati. Abbiamoalzato le braccia, perché testualmente parla di cinquan-t’anni di equilibrio tra entrate contributive e uscite per pre-stazioni. Una lettura tecnica fa subito capire che la legge non parladi saldo corrente, ma parla di saldo previdenziale, e quin-di questo complicava le cose.Le curve di saldo corrente che venivano fuori dalla rifor-ma già predisposta, che – tra l’altro – in alcune situazioniavevano qualche anno di deficit, non rispettavano i nuoviparametri e allora per capire è stato necessario riprenderei contatti, in sede ministeriale. A questo punto molto importante si è rivelato l’interventodegli attuari, che hanno in pratica spiegato che, da un pun-to di vista tecnico, siccome gli equilibri delle gestioni delleCasse privatizzate vanno monitorati con i Bilanci Tecnici,non si può fare un Bilancio Tecnico che non tenga contodel patrimonio e dei relativi rendimenti.Anche grazie a due ordini del giorno molto recenti, c’è sta-to un impegno del Governo a riconoscere che se non il pa-trimonio, almeno i rendimenti da patrimonio potevano es-sere calcolati.Noi abbiamo però anche sostenuto che occorreva unamodifica della norma, giovandoci, prima della presenta-zione di questi ordini del giorno, anche di rassicurazio-ni in via informale.Al Ministero del Lavoro, con Alberto Oliveti, in un in-

contro informale con il Capo di Gabinetto, ci è stato det-to: “State tranquilli perché comunque noi i rendimentidel patrimonio li considereremo e comunque troveremoun sistema, se non legislativo, ma in via interpretativa,perché questo diventi e sia un dato di fatto certo”.Su queste premesse abbiamo ripreso e rivisto un po’ leriforme che avevamo già preparato a novembre, sulla ba-se del comma 763: siamo dovuti andare ad incidere ul-teriormente, perché l’obiettivo da raggiungere era quel-lo di avere un saldo corrente sempre positivo per cin-quant’anni.Il passaggio da trenta a cinquant’anni non ci ha creatoproblemi, perché il problema nostro era quello di sca-vallare le gobbe nelle varie gestioni. Fermarci ad una va-lutazione a trent’anni o a cinquant’anni non ci creavaproblemi, ed in effetti non ce li ha creati.Ed ecco quindi che siamo arrivati alle riforme che, pur ba-sate su interventi parametrici dell’attuale sistema retribu-tivo reddituale, rispettano quelle che sono le prescrizionilegislative.A tal fine è importante la recente lettera che il ministro For-nero ha inviato al Presidente della commissione lavoro del-la Camera. In un passaggio, sembra che avvalori il nostrooperato: non passiamo al contributivo perché il nostro re-gime è addirittura più virtuoso. La stabilizzazione di unagestione dipende da come si determinano le aliquote con-tributive ed i rendimenti, ovvero, nel sistema contributivo,da come si rivaluta annualmente il montante e dai coeffi-cienti di trasformazione che si applicano in sede di tra-sformazione del montante in rendita.Quindi sono due sistemi che si equivalgono. Devono sem-plicemente essere gestiti bene.

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Fondo di Previdenza Generale – Quota BSaldo corrente (post-riforma)

5.000.000

3.000.000

1.000.000

-1.000.000

-3.000.000

-5.000.000

-7.000.000migliaia di euro

2010

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2014

2016

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Il Saldo corrente è positivo per tutto il periodo di proiezione

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CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

È una riforma importante questa, che per l’Enpam signifi-ca forse più di quello che per il sistema pubblico ha rap-presentato l’insieme della Riforma Dini del ’95 e della Ma-novra Monti, perché con questa riforma abbiamo cin-quant’anni di equilibrio delle gestioni. Ma non solo. Un patrimonio che diventa un patrimonioenorme. Perciò vorrei lanciare un segnale positivo: oggidobbiamo fare questa riforma, perché è questa che ci con-sente di avere l’approvazione ministeriale, di conservare lanostra autonomia e di poter continuare a parlare nell’am-bito delle categorie mediche di previdenza. Però le curve dei saldi che vengono fuori dai grafici ci dan-no anche un senso di ottimismo, nel senso che con le pros-sime scansioni, forse non sarà quella del 2012 ma potrà es-sere quella del 2015, i risultati dei bilanci tecnici sarannotali che potremo anche pensare, una volta che ci togliamoquesta spada di Damocle dei Ministeri che non ci appro-vano nulla perché non abbiamo l’equilibrio, quando final-mente sarà accertato e affermato con un’approvazione cheabbiamo l’equilibrio prescritto, potremo anche ragionareun po’più serenamente su certi istituti e andare incontroad aggiustamenti della normativa che tengano conto delleesigenze che man mano si potranno concretizzare nel-l’ambito della categoria. Questo è infatti importante: ave-re autonomia nell’ambito della gestione previdenziale.A differenza del pubblico, dove quasi ogni giorno esce unanorma di legge. Fatta questa premessa qualcuno potrebbe obiettare: “Co-me mai la Finanziaria è del 2007 e siete arrivati solo oggi?”. Abbiamo lavorato con una tempistica molto stretta perchéci sono stati nel tempo passaggi importanti, dai quali di-pendevano quelle che erano le scelte da adottare.

Passerei ora a quelli che sono gli interventi di riordino, nel-lo specifico.Una richiesta forte che è stata fatta dal ministro Fornero èstata quella di passare al contributivo. Passare al contributivo è il dogma. Lo scopo dell’ art. 24della Manovra Monti, in sostanza, era questo.Su questo tema, come ho spiegato prima, siamo riusciti unpo’ a modificare quella che era la precisa volontà del mi-nistro. Oltre al contributivo un’esigenza molto forte eraquella di accorpamento dei Fondi, di omogeneizzazione.Però per l’accorpamento occorre che ci siano anche modi-fiche importanti, sia a livello statutario che a livello rego-lamentare.L’omogeneizzazione dei Fondi, invece, potevamo perse-guirla da subito, anche perché condivisibile. Cioè alcuniistituti possono essere uguali per tutti.Trovo che nella “casa comune” non sia logico che il medi-co di medicina generale vada in pensione a sessantacinqueo a sessantotto anni e il collega ambulatoriale vada a un’etàdiversa. Quindi, con queste riforme, siamo passati a omogeneizza-re il più possibile il sistema, e infatti lo abbiamo omoge-neizzato per ciò che riguarda l’età pensionabile di vecchiaia.L’età pensionabile di vecchiaia: l’innalzamento è stato re-so necessario da due motivi. Intanto perché ce lo chiede-vano, per allinearci al sistema pubblico, che ha alzato l’etàpensionabile, ma anche perché dovevamo trovare risorseper garantire gli equilibri. Quindi questo era un passaggioimportante per avere delle entrate che fossero finalizzatepoi a raggiungere l’equilibrio finale, insieme alle altre mi-sure.Abbiamo sempre cercato, proprio perché abbiamo auto-nomia, di non passare ad aumenti immediati, cioè di adot-tare misure che avessero sempre la caratteristica della gra-dualità.Quindi dal 2013 l’incremento di sei mesi, per arrivare asessantotto anni nel 2018. Pensione anticipata. Adesso si chiama “anticipata”, primaera di anzianità.Quando abbiamo parlato della volontà di introdurre que-sto istituto nella Quota B, che non aveva la pensione di an-zianità, i Ministeri hanno storto un po’ la bocca.Abbiamo quindi spiegato che lo facevamo per omogeneiz-zare il sistema con gli altri Fondi, perché la pensione di an-zianità gli altri Fondi ce l’hanno e quindi ci sembrava chefosse equo, proprio per un discorso di omogeneizzazione,introdurla anche per la gestione Quota B.I cinquantotto anni non ce li passavano, erano considera-ti un’età molto bassa per andare in pensione di anzianità.La scelta è stata quella di arrivare, anche qui, a un’eleva-zione graduale; queste riforme prevedono l’incremento deirequisiti per la pensione di anzianità con una progressione

Fondo dei Medici di Medicina GeneraleSaldo corrente (post-riforma)

5.000.000

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-1.000.000

-3.000.000

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Il Saldo corrente è positivo per tutto il periodo di proiezione

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• CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

213 - 2012

di sei mesi all’anno, a partire dal 2013, per arrivare, sem-pre nel 2018, a sessantadue anni. Tenete conto che nel 2013 il requisito sarà cinquantanoveanni e sei mesi. Oggi, però, non è cinquantotto, perché og-gi si applicano le finestre, finestre che invece dal 1° gen-naio 2013, in analogia con quella che è la riforma delle pen-sioni per il sistema pubblico, non applicheremo più nean-che noi.Un intervento importante, che però non poteva essere omo-geneo e uguale per tutti i Fondi, è quello di agire sull’ali-quota contributiva e sui coefficienti di rendimento. Que-sto è, ovviamente, un po’ il fulcro delle riforme, perché èsulla determinazione di questi elementi che si fonda poil’equilibrio delle gestioni.Non sono parametri che potevano essere definiti uguali pertutti, perché c’erano delle specificità, non ultima quella diavere delle gestioni col terzo pagante e gestioni senza ter-zo pagante. Per quanto riguarda questo aspetto, poi nel-l’illustrazione delle riforme dei vari Fondi, andremo ad espli-citare quelle che sono state le scelte.Nel definire i requisiti per l’età dell’anzianità e dell’età delpensionamento ordinario implicava anche che, per chi vain pensione ad un’età anteriore a quello che è il “punto ze-ro” vigente nell’anno, come succede anche per il sistemapubblico, si applicassero dei coefficienti, che non chiame-remo di riduzione, ma coefficienti – che oggi ci sono im-posti – che tengano conto di quella che è l’aspettativa di vi-ta alla data del pensionamento.Abbiamo perciò fatto predisporre dall’attuario questi co-efficienti, da utilizzare per chi va in pensione prima delpunto zero. Ovviamente, questi coefficienti, sempre peresigenza di omogeneizzazione, sono uguali per tutti ifondi.Un altro elemento sul quale abbiamo potuto e dovuto agi-re è stato quello, caratteristico delle nostre gestioni, che –come si sa – riconosce un incremento, un aumento del ren-dimento a chi va in pensione dopo l’età pensionabile, fis-sato nella misura del cento per cento. Questa disposizione propria dell’Enpam non ha ugualiin altre realtà previdenziali perché, quando si va in pen-sione, i rendimenti vengono calcolati in base agli annidi contribuzione e non vengono aumentati o raddop-piati, come facevamo noi, se si resta in pensione dopol’età pensionabile.Nel pubblico voi sapete che chi raggiunge i quarant’anni epoi dovesse continuare a versare, non ha nessun ricono-scimento sugli ulteriori anni che versa.Quindi, da parte dei Ministeri, c’era stata proprio una ri-chiesta di abolire questa peculiare disposizione.Abbiamo cercato di difenderla, l’abbiamo difesa, siamo riu-sciti a far accettare che potevamo riconoscere, solo un in-cremento più modesto. La maggiorazione è stata perciò in-

serita per tutte le gestioni e porta non più al raddoppio delrendimento, ma solo ad un aumento del 20% del rendi-mento per chi va in pensione dopo l’età pensionabile. Abbiamo parlato delle regole comuni introdotte con le ri-forme in tutti i Fondi. Per quanto riguarda invece le sin-gole gestioni, per la Quota A, si è deciso di passare al si-stema di calcolo contributivo perché un aumento dei con-tributi non era accettato dalla categoria e anche perché, co-munque, con interventi parametrici non si riusciva a rag-giungere nel tempo l’equilibrio prescritto. Per questa ge-stione, però, come pure per quella degli specialisti esterni,si è deciso di passare al contributivo.Passare al contributivo per le gestioni con minor peso si-gnifica anche avere da parte dei Ministeri una migliore pre-disposizione per l’accettazione di quella che è la riformaEnpam nel suo complesso. Quindi per la Quota A, passaggio al sistema di calcolo con-tributivo, nel rispetto del pro-rata. La linea di saldo corrente resta negativa, ma tale negativi-tà non pregiudica la positività della curva di saldo corren-te dell’intera Fondazione.Per quanto riguarda invece la Quota B, fermi restando gliinterventi comuni già illustrati, per tutte le gestioni, tra cuiquelli riferiti alla pensione di vecchiaia ed alla pensione dianzianità, si è scelto un incremento dell’aliquota contribu-tiva, dal 12,5 al 19,5%, a partire dal 2015. Gli aumentidelle aliquote contributive, infatti, decorreranno tutti dal2015 tenendo conto che per i convenzionati fino al 2014le convenzioni sono bloccate. Con un aumento di un punto percentuale l’anno, per laQuota B si arriverà al 19,5% nell’anno 2021.Il rendimento corrispondente, calcolato per avere i cin-quant’anni di saldo corrente positivo, e qui c’era poco da

Fondo degli Specialisti AmbulatorialiSaldo corrente (post-riforma)

5.000.000

3.000.000

1.000.000

-1.000.000

-3.000.000

-5.000.000

-7.000.000migliaia di euro

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2012

2014

2016

2018

2020

2022

2024

2026

2028

2030

2032

2034

2036

2038

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Il Saldo corrente è positivo per tutto il periodo di proiezione

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fare, è stato l’attuario a fare i conti: con questa aliquotacontributiva quanto si può dare di rendimento?La quadratura è stata trovata, con il 19,5, nell’1,5 di ren-dimento annuo.Per la Quota B, altri interventi hanno riguardato l’au-mento del tetto reddituale, sul quale si calcola il con-

tributo che prima era fissato a circa cinquantamila eu-ro. La scelta è stata quella di aumentarlo e di elevarlofino a quello in vigore per il sistema generale, che è pa-ri a circa centomila euro. Su richiesta della categoriaperò si è introdotto anche qui un meccanismo di gra-dualità, per cui il tetto reddituale passa nel 2013, quin-di sui redditi del 2012, a settantamila euro, per i reddi-ti del 2013 a ottantacinque e, infine, per i redditi del2014 sarà pari a quello nell’anno vigente per il sistemagenerale.È stata prevista la maggiorazione del 20% per chi va inpensione dopo il compimento dell’età pensionabile edè stato introdotto, come pure per gli altri Fondi, un ele-mento che cerca di favorire un po’ più i giovani, in con-fronto a chi ha già un’anzianità contributiva importan-te, dal momento che dall’abbassamento dei rendimen-ti avrà comunque una diminuzione della prestazionemolto contenuta, mentre la nuova aliquota di rendi-mento definita con le riforme, per i più giovani deter-mina una pensione più bassa.Quindi nel rivalutare annualmente i contributi, anche pergli altri Fondi, mentre li rivalutiamo per chi ha più dicinquant’anni al 75%, invece per i giovani li rivalutia-mo al 100%, per creare un elemento di equilibrio e diequità tra generazioni. È stata individuata nell’età dicinquant’anni il limite per operare un tipo di rivaluta-zione piuttosto che un’altra.Con questi interventi sulla Quota B la linea di saldo cor-rente, prima della riforma negativa dall’anno 2027, postriforma resta sempre positiva per tutto il periodo dei cin-quant’anni. Sarà sempre garantita anche la riserva lega-le dei cinque anni.Medicina generale: andando direttamente sugli elemen-ti significativi di questa riforma parametrica, aliquotacontributiva e rendimento, per la medicina generale sipassa ad un aumento dell’aliquota contributiva, a de-correre – anche qui – dal 2015 – dal 16,50 di oggi al 17%per poi successivamente arrivare, con l’incremento di unpunto percentuale l’anno fino al 2024, al 26%. È im-portante, è una manovra importante quella sull’aliquotacontributiva, perché passa dal 16,50 al 26%, in pro-spettiva. Spero che i Ministeri, si rendano conto dell’importanzadelle manovre che stiamo facendo: loro ci hanno chiestosempre, nelle note di risposta ad alcune nostre delibere,di aumentare i contributi e di diminuire i rendimenti; cre-do che di più non si poteva fare.Ovviamente, anche per i pediatri c’è la stessa dinamicadi incremento dell’aliquota contributiva. Partono da unpo’ meno del 16,50, partono dal 15, però c’è una pro-gressione che li porterà poi, solo un anno dopo della me-dicina generale, ad arrivare ugualmente al 26%.

3 - 2012

CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

Saldo corrente di tutti i Fondi Enpampost-riforma

5.000.000

3.000.000

1.000.000

-1.000.000

-3.000.000

-5.000.000

-7.000.000

2010

2012

2014

2016

2018

2020

2022

2024

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Anche per il fondo della medicina generale è stato inse-rito quel sistema che premia un po’ di più chi è giovane,e quindi chi ha meno di cinquant’anni.Altro elemento importante: il rendimento, che oggi perla medicina generale è dell’1,5 e dal 1° gennaio 2013dell’1,4.Noi speriamo che su questi rendimenti, in prosieguo ditempo con le curve dei saldi che poi migliorano, ci pos-siamo mettere le mani in senso positivo e favorevole.L’altra cosa importante, che è stata inserita nella rifor-ma, riguarda i transitati alla dipendenza. Lo dico adessoper il Fondo di Medicina Generale, vale anche per il Fon-do Ambulatoriali.I transitati hanno una contribuzione, un’aliquota di con-tribuzione, che è fissata dalla legge (è quella della di-pendenza). Avevano conservato, per scelta dell’Ente, i requisiti perl’accesso alle prestazioni, propri del settore pubblico,mentre il calcolo della prestazione veniva fatto con le re-gole Enpam.Su richiesta della categoria, visto che i requisiti per l’usci-ta per il pensionamento col sistema pubblico sono sta-ti inaspriti dalla manovra Monti, sono stati previsti glistessi requisiti di uscita propri dei colleghi convenzio-nati. La legge ci consentiva di fare questo e, quindi, in auto-nomia l’Ente con la riforma ha introdotto anche per itransitati la possibilità di utilizzare quelle che sono leregole di uscita proprie della gestione.Anche qui la curva del saldo corrente della gestione pri-ma e dopo la cura: andava sotto e risaliva solo dopo pa-recchi anni; adesso è sempre positiva. Abbiamo i cin-quant’anni, rispettiamo sempre la riserva legale: ad uncerto punto è talmente alta che ci consente di speraredi potere agire successivamente, con le scansioni dei Bi-lanci Tecnici, di poter agire in positivo sulle aliquote direndimento.Ambulatoriali: incremento dell’aliquota contributiva, equi lo sforzo credo che sia stato massimo, perché arri-viamo al 32,65; praticamente è l’aliquota vigente per ladipendenza. A fronte di questo aumento dell’aliquota contributiva gra-duata, anche qui nel tempo, l’aliquota di rendimento, si èpotuta conservare pari al 2,25 annuo, cioè quella che è l’ali-quota vigente perché, facendo i calcoli attuariali, siamo riu-sciti, anche per questa gestione con il 2,25 ad avere l’equi-librio cinquantennale.Le altre regole sono uguali: sono quelle che ho detto pri-ma, per quanto riguarda lo 0,20 della maggiorazione do-po l’età pensionabile, nonché la diversa rivalutazione deicompensi per chi ha più o meno di cinquant’anni, per fa-vorire i giovani.

Per i transitati lo stesso discorso, cioè si applicano, ovvia-mente, i requisiti vigenti nel Fondo per i colleghi conven-zionati.Una cosa importante, molto importante, che è stata –secondo me – una manifestazione di grosso senso diresponsabilità da parte della Consulta, è stata quelladi abbandonare il peculiare sistema di calcolo vigentepresso il Fondo, per adeguarlo a quello vigente pressoil Fondo della Medicina Generale.Questo è un passaggio molto importante, perché pro-babilmente, in sede di esame ministeriale delle nostreriforme, le peculiarità vigenti per il sistema di calcolonel fondo ambulatoriali avrebbero potuto far crollareil castello del nostro “contributivo indiretto”.Quindi è importante, che sia stata fatta questa scelta,è importante che ci sia stata questa grossa manifesta-zione di senso di responsabilità da parte della Consultadegli Ambulatoriali.È importante perché credo che in questo modo tuttala riforma diventa presentabile. Con queste manovre sul Fondo ambulatoriali vediamoanche qui i saldi: la curva del saldo corrente era pri-ma negativa dal 2024; adesso, con le riforme, è positi-va per cinquant’anni e rispetta la riserva legale pre-scritta delle cinque annualità di pensione.Il Fondo Specialisti Esterni: è un fondo che ha pro-blemi, speriamo di risollevarlo con la massiccia attivi-tà ispettiva che è stata posta in essere nei confronti del-le Società del 2%. La situazione comunque è tale chenon si poteva non passare al contributivo, anche perfar sì che i Ministeri, con questa scelta, dessero un’oc-chiata un po’ più bonaria all’insieme delle nostre ri-forme.Quindi per questo fondo, oltre ad aver previsto le ma-novre necessarie, relative all’aumento dell’età dellapensione di vecchiaia e della pensione di anzianità, lascelta è stata del passaggio al contributivo rispettandoil pro-rata. A decorrere dal 1° gennaio del 2013.Non parliamo della curva del saldo del fondo: è sem-pre negativa. Quello che ci consola, però, è che la ne-gatività, rappresentata dal saldo corrente di tutti i Fon-di della Fondazione, che con le regole attuali, è abba-stanza accentuata dal 2022 in poi, considerate dal 2022,cioè noi per dieci anni potevamo pagare le pensioni.Il sistema pubblico è già da vent’anni che non le po-teva pagare.Con le riforme la curva del saldo corrente migliora no-tevolmente e diventa positiva per tutto il periodo pre-scritto, per cinquant’anni. Aggiungo che dal 2050 inpoi è posizionata molto in alto.Credo di avervi detto tutto. Vi ringrazio per l’atten-zione.

3 - 2012

• CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

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243 - 2012

FRANCESCO BUONINCONTIConsigliere Enpam e Consulta degli specialisti ambulatoriali

Se ho chiesto di poter parlareè perché credo doveroso, co-me membro della Consulta de-gli specialisti ambulatoriali,che mi hanno delegato a rap-presentarli nel Consiglio diAmministrazione, illustrarvi ilgrande lavoro svolto. Sapevamo da tempo che lanostra categoria aveva dellecriticità, che alcuni degli isti-

tuti erano ormai anacronistici, difficili da giustificaresia per le condizioni politiche e sociali attuali sia per ilmodificato rapporto fra lavoratori e pensionati. La Consulta ha fatto proposte che tentavano di salva-re il salvabile delle nostre condizioni di pensionabilità.La presidente, la collega Carmela Strusi di Chieti, haraccolto le proposte, le ha analizzate e sottoposte al di-rettore della previdenza Ernesto Del Sordo, il quale hasempre detto no. La delusione nei membri della Con-sulta diventava palpabile, tali erano le rinunce che sirendevano indispensabili. Comunque gli specialisti, all’unanimità, hanno appro-vato le modifiche non senza sofferenza, non senza po-lemiche. Perché abbiamo ritenuto opportuno accettare? Perchéabbiamo fiducia nell’Enpam: siamo convinti che le spe-ranze di un futuro pensionistico dignitoso riposino tut-te nella nostra Fondazione. Abbiamo rispetto, stima eammirazione per il lavoro passato, presente e futuro delnostro presidente ed abbiamo stima e speranza nel la-voro che fanno i vice presidenti.

Devo dire che Alberto Oliveti ci ha promesso che se riu-sciamo a scollinare questo momento molto delicato, co-me Ernesto Del Sordo ha lasciato intravvedere, ci po-tranno essere delle possibilità di miglioramento. Ma so-lo se resteremo nell’Enpam, solo se salvaguarderemo quel-l’autonomia di cui hanno già parlato gli altri prima di me. Altri due sono gli argomenti che voglio trattare. Il pri-mo: ho letto che noi medici non siamo idonei ad am-ministrare. Ebbene, credo che tutti noi abbiamo con-seguito il livello massimo di cultura di base possibile inquesto Paese. Sono un ginecologo e se ho saputo ca-varmela con asse ipotalamo-ipofisario, ovaio, eccetera,studiando posso anche imparare che cos’è un CDO eche cos’è un private equity. Non diventerò forse un am-ministratore professionista, ma chi controllerebbe l’am-ministratore professionista? Il secondo argomento. Sono il segretario regionale delSumai della Campania: se due anni fa avessi nominatol’Enpam durante una riunione avrei ricevuto uragani diapplausi; recentemente ho riunito la Segreteria regio-nale e ho ascoltato tanti mugugni. Alcune chiacchierehanno pregiudicato moltissimo la nostra immagine pres-so i colleghi; hanno reso difficile tante iniziative, comeil 5 per mille che abbiamo chiesto di destinare alla Fon-dazione Enpam per migliorare le prestazioni assisten-ziali: è un progetto che i colleghi vivono male perchésentono dire che l’Enpam non è amministrato bene,quando noi sappiamo perfettamente che così non è. Quando Eolo Parodi ci ricorda che siamo i peggio pa-gati di Europa, sappiamo che tra i motivi c’è il nostrosport principale: darci addosso gli uni con gli altri, unacategoria contro l’altra. È una questione di stile, ma forse dello stile si può di-re quello che Alessandro Manzoni diceva del coraggiodi Don Abbondio: “Quando uno non ce l’ha, non se lopuò dare”.

CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

I N T E R V E N T II N T E R V E N T I

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• CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE • CONSIGLIO NAZIONALE

253 - 2012

GIANCARLO PIZZAOrdine di Bologna

Esco particolarmente confor-tato da due elementi: da quel-lo che ha detto il dottor Erne-sto Del Sordo, relativo alla re-visione delle aliquote – era ciòche mi aspettavo – e poi anco-ra da quello che ha detto l’at-tuario, cose sacrosante che inparte conoscevo. Il calcolo at-tuariale è l’attualità estrema-mente labile, variabile, funzio-

ne delle premesse, dei punti di riferimento, c’è variabilitàenorme e l’ha detto, l’ha spiegato, non si può fare per esem-pio un giochetto ogni tre anni perché le cose possono cam-biare in fretta. Allora perché io sono contrario a questa ri-forma? Perché la ritengo insufficiente e il mio no vi servada stimolo perché una volta che il dottor Ugo Venanzio Ga-spari mi ha ricordato di guardare con ogni mezzo le cose chevengono fatte, non ho più smesso di farlo e scusatemi se so-no pedante in questo. Perché considero questa riforma in-sufficiente? Perché per me è anelastica, non è duttile. Comeil ministo Fornero ha detto – e io signori, lasciatemelo dire,sono d’accordo con lei – ci vuole la sicurezza a 50 anni, per-ché nel momento in cui chiediamo soldi per 40 anni alme-no li garantiamo per 10 anni a qualcuno: era ovvio che larendita di patrimonio dovesse entrare nei calcoli. Non il pa-trimonio perché se ci mangiamo quello non sappiamo piùdove andiamo a finire. Se il patrimonio rende di più, pos-siamo chiedere di meno perché nel flusso di cassa in uscitapossiamo conteggiare anche la rendita di patrimonio.Qui apprezzo quello che ha detto il dottor Del Sordo. Lo ap-prezzo molto perché credo che voglia dire questo: nel mo-mento in cui ci rendiamo conto che guadagniamo di più conil capitale che abbiamo, allora possiamo anche chiedere dimeno. Chi vi parla è un neopensionato Enpam, “super Inps”ospedaliero da agosto dell’anno prossimo. Quindi chi vi par-la ormai è un pensionato da un lato e pensionando dall’altro.Nell’Enpam io credo fermamente e non accetto lezioni sul-la mia capacità di critica perché la mia è sempre costruttiva.La perizia della Rinascente è secretata, ma questi dati me lifate vedere? Può darsi che possiamo darvi un contributo.Avete capito che Bologna ha un po’ di gente che ci aiuta enon sono solo quelli che conoscete, ce ne sono altri, ci aiutae quindi chiediamo e perché no? Io sono pronto a rivederela mia posizione una volta che determinate situazioni sonostate confermate perché, lasciatemi fare il San Tommaso, iola fiducia sui soldi degli altri non la do. Grazie per avermi concesso questo intervento.

SALVIO AUGUSTO SIGISMONDIOrdine di Cuneo

Ho chiesto la parola perché,come la maggior parte di voi,vengo dal Consiglio Naziona-le particolarmente turbolentoche ieri si è tenuto presso laFnomceo, nel quale la maggiorparte del tempo della discus-sione è stato riservato al-l’esposizione legittima dei sog-getti contrari a queste riforme.Ora, credo di avere legittimi-

tà di esporre la mia opinione che invece è favorevole. Questa riforma viene imposta dalla politica, una politi-ca che se vogliamo è anche miope. Una politica che, peresempio, nel 2012 prevede qualcosa come 23 miliardidi euro per le spese militari e impone a noi una riformache porta l’asticella della sostenibilità a 50 anni, quan-do all’Inps non hanno neanche l’asticella che regge si-no a domani mattina. Io non ho sicuramente la visione generale della catego-ria medica, ma ho quella della mia Provincia, Cuneo,che rappresento. Sicuramente questa riforma si sarebbe potuta fare me-glio, con più attenzione, ma siamo convinti che sia ine-ludibile e che risponda pienamente ai nostri interessi,agli interessi della categoria nelle classi di età 51 ed an-teriori, che non vengono enormemente penalizzate per-ché se optano per procedere fino a 68 anni ricevono poiuna diminuzione dei contributi di circa un 3% annuo,che alla luce dei tempi che corrono è tanto ed anche lenuove generazioni avranno l’interesse e la convenienzaa rimanere nell’Enpam.

AUGUSTO PAGANIOrdine di Piacenza

Oggi torno a casa più tran-quillo, più sereno, più con-vinto. Ho apprezzato la rela-zione di Alberto Oliveti e lealtre che si sono succedute.Tutti devono avere la possi-bilità di esprimere fino in fon-do le proprie idee senza es-sere in qualche modo esclu-si, visti come degli antagoni-sti. Mi dispiace perché credo

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che l’onestà intellettuale non debba mai essere messain discussione e quindi quando le idee coincidono, be-ne. Se non coincidono, cerchiamo di capire, affinché sipossa trovare una strada utile per tutti. Un’ultima considerazione. Mi è piaciuta molto nella re-lazione di Oliveti l’attenzione per i giovani, che è un ar-gomento che mi preoccupa e che sento di dovere rap-presentare. A questo proposito, proprio perché le riu-nioni come quella di oggi informano, aiutano a capire,bisognerebbe cercare di avere una scuola per i quadri,una scuola di formazione dell’Enpam, in modo tale chequando ci sono temi di questo tipo ci sia qualcuno chepossa fare da ripetitore e comunicare ciò che è utile, ciòche i medici, anche giovani, devono sapere e discutere.

ANGELO ROSSIOrdine di Avellino

Il Consiglio Nazionale di oggi,uno dei più importanti nellastoria dell’Ente, sarà ricorda-to a lungo negli annali Enpamcome un momento di granderesponsabilità, in cui si sonoprese decisioni coraggiose edifficili. Nell’articolo 24, com-ma 24 del decreto “Salva Ita-lia” il Governo troppo fretto-losamente ha alzato l’asticella

della sostenibilità dell’Ente da 30 a 50 anni con adegua-mento delle correzioni entro il 30 settembre prossimo: diquesto passo tra qualche anno la sostenibilità passerà a100 anni. Le giustificazioni del Governo possono appari-re addirittura encomiabili essendo state portate come unadifesa delle generazioni future, argutamente celando le ve-re motivazioni. Dovendo quel principio salvaguardare i diritti acquisiti dichi è andato in pensione, la sola manovra possibile, checredo mai nessuno di noi avrebbe voluto votare, è stataquella di intervenire con una riduzione sulle aliquote direndimento dei contributi incassati, sulla riduzione su chiva in pensione anticipatamente spostando anche in avan-ti l’età del pensionamento ordinario e aumentando l’ali-quota contributiva secondo una calendarizzazione stabi-lita per la prima volta dall’Enpam e non dai contratti delSistema Sanitario Nazionale. In poche parole, si è dato unarisposta tecnica a un provvedimento tecnico, ma non equain quanto pone il tutto a carico dei pensionandi e delle ge-nerazioni future che in pochi anni vedranno quasi rad-doppiate le aliquote contributive. Tutto questo indipen-

dentemente dai contratti nazionali che, come ben sappia-mo, difficilmente si rinnovano alla scadenza e difficilmentevanno oltre l’inflazione programmata. Credo che ognuno di noi voglia emendare qualche com-ma, qualche articolo, ma in un momento estremamentedifficile per l’Ente, in cui la spada di Damocle del Gover-no cerca il cavillo tecnico per non approvare la manovra,è necessario che con coscienza e responsabilità si dia pie-no appoggio al testo già discusso dalle Consulte e dal Con-siglio di Amministrazione. Voterò a favore della modificadella Quota A come è previsto e ritengo giusta la modifi-ca dei Regolamenti anche per mandato del Consiglio del-l’Ordine di Avellino. Quando il Governo sarà meno tecnico, è giusto che vi pos-sa essere un impegno da parte della dirigenza a voler pren-dere in considerazione almeno due possibili modifiche afavore delle categorie più tartassate. La prima è quella diestendere gli anni dei ratei del riscatto in modo che sianoalmeno doppi rispetto agli anni riscattati, tali da renderela rata più bassa, che man mano sta diventando semprepiù alta e insostenibile. La seconda: la possibilità di concessione di mutui a tassoagevolato sia per l’acquisto di immobili ad uso professio-nale, o anche familiare, sia per l’acquisto di strumenta-zione professionale, con un rendimento che sicuramenteè maggiore dei rendimenti immobiliari. Naturalmente tut-to questo con le dovute garanzie. Auspico che i 42 anni dicontribuzione possono bastare per poter ottenere una me-ritata pensione ordinaria di vecchiaia. Credo che questemisure eque siano solo alcune che l’Ente deve necessaria-mente approvare per dare un sostegno alle generazionimediche del Terzo millennio.

BRUNO RAVERAOrdine di Salerno

Siamo stati convocati il 6 mar-zo per discutere la modifica delRegolamento del Fondo di Pre-videnza Generale Quota A aisensi dell’articolo 13, comma1, lettera e) dello Statuto dellaFondazione. Il Consiglio diAmministrazione lo ha delibe-rato il 16 marzo, gli allegati so-no stati mandati il 17, io li hoavuti il 19 e alcuni Ordini, io

tra questi, hanno chiesto di rinviare la votazione per con-sentire un approfondimento del problema. Qualche collega distratto ha creduto che la discussione al-

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la Fnomceo fosse con chi era contrario ai provvedimenti:no, non era contrario, ne faceva un problema di metodo.Noi a Salerno abbiamo riunito il consiglio dell’Ordine conalcuni sindacati, abbiamo avuto la fortuna di avere il Se-gretario provinciale della FIMMG che fa parte del Consi-glio, un uomo intelligente che ci ha spiegato abbastanzaapprofonditamente quello di cui stiamo discutendo. Ci so-no state delle osservazioni, delle obiezioni, delle difficoltà,l’esigenza di approfondire. Qualcuno ci ha detto, vatici-nando devastanti conseguenze se non avessimo deliberatosubito, che Annibale era alle porte. Allora si dovrebbe spie-gare anche perché dal 6 marzo gli elaborati sono arrivatisoltanto il 19. Farò altre due considerazioni. Io ho preoccupazione quan-do vedo una notevole arrendevolezza della nostra catego-ria. In politica i rapporti di amicizia valgono molto, maquelli che valgono di più sono i rapporti di forza. La leggesulla liberalizzazione che è stata approvata ha visto dei con-trasti molto duri: gli avvocati, i farmacisti hanno ottenutodelle notevoli modifiche del testo originario. Attenti alloraad una eccessiva arrendevolezza perché i problemi riguar-dano anche le future generazioni. Consentitemi una seconda considerazione. Alla Fnomceoho partecipato ascoltando tutti gli interventi, nessuno esclu-so. Ho apprezzato la pacatezza dell’intervento di Autilia,di Falcinelli, colleghi che io stimo, uno di questi lo voteròtra poco, hanno svolto le loro argomentazioni, ma, atten-ti, nessuno di noi, e io per primo, ha messo in discussionel’onestà dei loro intendimenti e di quelli di altri colleghi chehanno sostenuto le tesi di cui erano portatori. Come si faa pensare che chi è di opinioni diverse abbia un retropen-siero o che voglia introdurre nella discussione elementi didivisione artificiosa? Una riflessione. La terza considerazione. Che cosa deve fare un Presidentedi Ordine quando trova scritto da parte del Collegio deiSindaci che con ogni mezzo deve vigilare sul bilancio del-l’amministrazione rinunziando, egli controllore, a un com-pito che demanda a chi in fondo dovrebbe essere tran-quillizzato dalla sua azione? Che cosa deve fare un Presi-dente di Ordine per ottenere delle risposte? Valga per loStatuto di cui parliamo da due anni e di cui non si sa nul-la, valga per l’acquisto della Rinascente. Bisogna leggere ilSole 24 Ore non soltanto quando fa comodo, ma bisognaleggerlo sempre. Bene, posso citare l’Ecclesiaste?: “Per gui-dare il popolo dammi, o Signore, non l’astuzia, ma la sag-gezza” e allora per ricercare la verità e nel nostro caso ilconsenso, bisogna rispettare le regole e le regole formal-mente le avete rispettate, ma anche rispettando le regole sipuò non ricercare la verità, cioè il consenso. A fronte di questa mia considerazione per non votare con-tro non partecipo al voto.

PASQUALE PRACELLAConsigliere Enpam

Ancora una volta mi vedo co-stretto a prendere la parola, an-che se dopo tanti dotti inter-venti è veramente difficile. Qualè, secondo me, l’equivoco difondo? Questo è un ente eco-nomico e non è un ente politi-co, è un ente nel quale ci siaspetta che ognuno di noi,ognuno dei componenti del-l’assise, porti un contributo, un

contributo che sia legato al ruolo e al cuore dell’azione diquesto ente: fare previdenza. Con tutto il rispetto, ripeto, per le dotte esposizioni e per leposizioni che ritengo più politiche che tecnico-economiche,è evidente che oggi bisogna votare su quattro righe di mo-difiche, quattro righe: questo Consiglio Nazionale deve di-re sì o no a quattro righe e non ho sentito un intervento chesia entrato nel merito della modifica del Fondo della Quo-ta A e di questo mi dolgo, mi dolgo perché questa assise,che dovrebbe chiamarsi assemblea, assemblea degli azioni-sti o dei rappresentanti degli azionisti, e che impropriamentesi chiama Consiglio Nazionale, deve dare contributi di ideetecnico-economiche e non politiche, non lezioni di politica,non lezioni di letteratura, ma contributi di ordine tecnico-economico. Non ne abbiamo le capacità? Benissimo, stu-diamo.Si è parlato delle sofferenze espresse dai membri della Con-sulta del Fondo della Libera Professione, soprattutto sul-l’argomento sul quale abbiamo rischiato di spaccarci e cioèla contribuzione al 2%. Ma dove è la contribuzione al 2%?Non esiste, ma l’abbiamo rispettata perché c’era una ri-chiesta di una categoria e abbiamo fatto di tutto perché fos-se rispettata da chi non voleva assolutamente farlo, perchéuna contribuzione al 2% non esiste. Gli stessi pensionatidel Fondo sono costretti a pagare il 6,25 rispetto al 12,50degli attivi per legge. Poi si dice che i problemi della Quota A si risolvono pas-sando al contributivo perché non si può toccare la con-tribuzione: benissimo, per concessione a una catego-ria, quella dei dipendenti. Hanno fatto una riunione, hanno incontrato l’Enpame hanno posto delle condizioni per la loro permanen-za all’interno dell’Ente? Noi vogliamo che rimanganoall’interno, per l’aspetto politico che ci interessa dellaquestione: perché tutti i medici devono essere uniti.Però sul piano squisitamente economico non si puòpensare di voler contribuire sempre meno, se è possi-

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bile non metterci neanche un euro in questo Enpam,e poi pretendere di governare meglio. C’è un equivoco di fondo: ho chiesto già scusa ai Pre-sidenti dipendenti che siedono in questo Consiglio Na-zionale perché loro rappresentano la professione, noni professionisti, e quindi in qualche maniera hanno tut-ta la legittimazione, ma non è concepibile che i sinda-cati della dipendenza ci vengano a chiedere di pagaredi meno e di governare di più; che ci chiedano addi-rittura la Consulta della Quota A, ovviamente com-missariando il Consiglio Nazionale, perché nel mo-mento in cui si fa la Consulta della Quota A siete tut-ti commissariati. Così non avete neanche il problemadi approvare queste quattro righe. Mi piacerebbe sentire una critica costruttiva, una pro-posta alternativa alle quattro righe e basta con le mi-nacce, con il “non accetto lezioni”, nessuno vuole da-re lezioni a nessuno; certo non si potrà più accettareche l’Enpam diventi o rimanga un terreno di scontropolitico, che fa precipitare l’Ente di previdenza in unasituazione di grande difficoltà di immagine che poi siripercuote su tutte quelle che sono le attività, tipo l’as-sistenza. Anche sulla possibilità di dare i mutui, non si può piùaccettare lo scontro politico, non si possono più ac-cettare i personalismi, non si possono più accettare ledenunce lanciate nel vuoto. Accettiamo gli atteggiamenti costruttivi, accettiamo leproposte che devono arricchire di linfa, in modo de-mocratico, questo Ente. Qua nessuno vuole esercitare il potere, non si tratta diesercitare il potere, si tratta di pagare le pensioni e difare assistenza a tanti colleghi che, purtroppo, sonoveramente bisognosi. Questa è la missione di questoEnte e su questo vorrei richiamare l’attenzione di que-sto Consiglio Nazionale.

ARISTIDE PACIOrdine di Terni

Mi rifaccio all’intervento diRavera, non solo perché è unintervento dotto, ma ancheper il suo equilibrio e perchéha detto delle cose a mio pa-rere condivisibili.Nessuno, e certamente nonio, ha messo in dubbio l’one-stà con cui l’Ente è stato ge-stito in questo periodo. Nes-suno ha messo in dubbio la

necessità di rivedere i Regolamenti. Sono due punti fis-si importanti, perché noi non siamo in posizione ostile.Un Presidente di Ordine dimentica l’appartenenza sin-dacale e di categoria, è il Presidente di tutti. Di questonessuno può dubitare.Potrei portare mille esempi, e Parodi lo sa, del mio com-portamento. Quando nella mia Associazione alcuni sipermisero di fare ricorso contro l’obbligatorietà dellacontribuzione dei sanitari dipendenti, io mi opposi e lisottoposi al Consiglio di Disciplina del mio sindacato.Questa è la verità, questi sono fatti e non parole. Quin-di che nessuno dubiti della onestà mia o degli altri e diquanti hanno gestito l’Enpam e gli Ordini in questo pe-riodo. Si voleva solo fare una riflessione, e quello di ieri sera al-la Fnomceo non è stato un Consiglio turbolento, noi vec-chi ne abbiamo visti di turbolenti. Volevamo solo affer-mare che il metodo non ci piace, a me non piace e nonsolo in questo ultimo periodo. L’ho ribadito tante volte,ho scritto tante lettere a Parodi, molte rimaste inevase,per dire che vogliamo partecipare ed essere informati dipiù; quando siamo chiamati al Consiglio Nazionale vo-gliamo poter esprimere un parere consapevole, informa-to; vogliamo poter sottoporre al Consiglio dell’Ordine leinformazioni giuste. Colleghi, anche se il Presidente rap-presenta l’Ordine, credo che su importanti decisioni co-me questa si debba esprimere il Consiglio dell’Ordinenella sua interezza. È quello che è avvenuto giovedì serapresso il mio Ordine e quello che ha fatto anche Ravera. Questa era la questione. Capisco che di fronte alla ri-chiesta pressante del Ministro del Lavoro che dice “vor-rei che approvaste il Regolamento prima possibile per-ché forse c’è qualche spiraglio di tenervi fuori da un di-scorso globale degli appartenenti alla 509, riconoscen-do le vostre specificità”, sia necessario accogliere le mo-difiche, ma facciamolo con prudenza. Di fronte, lo hadetto qui qualcuno, ad una contestazione strisciante an-

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cora non manifesta, a delle perplessità, alla necessità diuna riflessione, pur ribadendo la necessità di farlo, noncapisco come una proposta così banale e semplice abbiacreato questa diversificazione profonda, queste critiche. Abbiamo detto: “Accogliamo le modifiche, dobbiamo farpresto, ma aggiorniamo la data del Consiglio Nazionale”.Non è una sottile distinzione: non rinviamo, ma aggior-niamo il Consiglio Nazionale della Fnomceo e quello del-l’Enpam a data da destinarsi, ma entro il mese di Aprile,per formulare la decisione definitiva. Nel frattempo al-l’interno degli Ordini si poteva aprire un dibattito più ap-profondito, ognuno di noi sarebbe venuto qui con una co-noscenza dei problemi superiore rispetto a quella attualee nel contempo si sarebbe potuta fare opera di persua-sione, per attenuare tutte quelle iniziative che forse ci sa-ranno, anche se mi auguro di no, e che possono portaredanno al futuro dell’Ente. Era un modo per tener conto delle esigenze del Ministrodel Lavoro e delle esigenze che ravviso all’interno dellacategoria. Non mi sembrava di dover aprire un dibattitosu chi è favorevole e su chi è contrario. Voglio dire che non condivido il modo di rapportarsi del-l’Enpam con gli Ordini Provinciali, a prescindere dall’ar-gomento che stiamo trattando. Un esempio è lo Statuto:è vero che ci rappresenta la Fnom, ci mancherebbe altro,chi non lo riconosce, ma aprire un dibattito all’interno delConsiglio Nazionale, per vedere quali sono le modifichesostanziali che vanno apportate, in cui ognuno prelimi-narmente esprime il proprio punto di vista, è strettamen-te necessario. A me non convince assolutamente il fatto che si convo-chino i sindacati, eppure ho sostenuto nella lettera che homandato che devono essere convocati. Non mettiamo Or-dini contro sindacati, per carità, ritorneremmo a trenta,quaranta anni fa; mi auguro che questo discorso sia am-piamente superato, in modo da poter fare le cose insie-me. Tutto qui, non c’è nessun altro problema. Se avessivoluto polemizzare, Eolo, sarei venuto qui a chiedervi:qual è il rapporto con l’Adepp? L’Enpam è ancora den-tro l’Adepp? Che ci state a fare? È una domanda legitti-ma, perché quando si accoglie l’appello della Fornero, ioravvedo una diversificazione. Su questo argomento, ri-spetto agli altri Enti dell’Adepp, questa è la mia posizio-ne: ben venga una possibilità di autonomia anche da quelbaraccone, ma queste cose dobbiamo chiarirle. Vogliamo chiarire il problema interno, la gestione, il nu-mero dei dipendenti, le qualifiche? Vogliamo discuteredel contratto di lavoro? Avrei cento elementi per pole-mizzare, non lo faccio, non mi interessa, non lo voglio enon lo farò mai e mai farò una cosa all’esterno che possaandare a intaccare, anche se in maniera superficiale e mi-

nima, l’immagine dell’Ente, tant’è vero che porto un esem-pio concreto. Ho letto la stesura dell’atto deliberativo, miva bene, ma se avessi voluto polemizzare avrei osservatosubito che nell’atto bisognerebbe inserire chi ha votatocontro e chi non ha votato. Io non parteciperò alla vota-zione, ma vorrei che questa mia posizione rimanesse unatto interno della Fondazione, proprio per non offrire ilfianco a quanti, e ci sono, vogliono fare danno all’Ente.Per il futuro o cambiamo metodo, oppure io non verròpiù al Consiglio Nazionale, manderò un mio delegato e ildiscorso naturalmente si risolverà. Cerchiamo di prendere spunto da questo momento diffi-cile, delicato, importante, fondamentale per cambiare unpo’ i rapporti tra la gestione dell’Enpam e gli Ordini Pro-vinciali. Altrimenti potrei proporre – anche se non è il miopensiero - di modificare lo Statuto e abolire tutte le Con-sulte, fare il Consiglio di Amministrazione di tre membrie risparmiare. Invece dico: “Diamo fiducia a questo Con-siglio di Amministrazione e ci rivediamo alla tornata suc-cessiva”.Cogliamo questa occasione per cominciare a ragionare intermini diversi, e guai se le cose venissero portate al-l’esterno, facendolo chi ha l’interesse ad andare in dire-zione opposta avrà un sicuro punto di appoggio.

FRANCESCO NOCEOrdine di Rovigo

Vorrei riportare il discorso alcompito che i presidenti degliOrdini e i delegati hanno edappellarmi al loro senso di re-sponsabilità. Oggi, cari colleghi, oltre ad es-sere qui per approvare la ri-forma del Fondo generale, ab-biamo avuto l’occasione, e perquesto ringrazio l’Enpam del-la ampia panoramica, di co-

noscere le modifiche apportate ai Fondi speciali, metten-doci nella condizione di poter fornire ai nostri iscritti leinformazioni che richiedono. Ci sono però delle questio-ni ormai acclarate.Primo. La riforma andava fatta comunque, è stato dettomille volte. Era necessario perché i fondi non erano inequilibrio ed è inutile che io vi spieghi il perché; farei tor-to alla vostra intelligenza citando l’aumento della vita me-dia, della pletora dei pensionati e dei superstiti. Secondo. Nell’ultimo periodo sono state introdotte nuo-ve leggi, Alberto Oliveti lo ha spiegato esaurientemente:

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prima l’equilibrio a 15 anni, poi a 30 e poi a 50. Si è quin-di cominciato a lavorare, a ragionare per poter rispettarela legislazione vigente. Voglio sottolineare che l’Enpamha un servizio di previdenza che ci è invidiato. Abbiamola professionalità di Ernesto Del Sordo, già dirigente delMinistero del Lavoro, che è considerato uno dei maggioriesperti di previdenza in Italia. Abbiamo, ripeto, un ser-vizio di previdenza eccezionale che ha studiato la rifor-ma tenendo conto dei calcoli attuariali. E poi la regia diAlberto Oliveti, lo devo elogiare pubblicamente, che se-condo me è stata veramente efficace. Ha preso con i Mi-nisteri tutti gli accordi necessari perché le decisioni fos-sero il più concordate possibile e nonostante questo, co-me vedete, ci sono ancora delle difficoltà. L’Enpam ha rispettato i tempi che erano stati concordaticon i Ministeri. Certo, ci sono stati dei tempi tecnici darispettare, come i passaggi alle Consulte, le quali hannoapprovato le riforme recentemente, il passaggio in Con-siglio di Amministrazione, che ha approvato la settima-na scorsa le modifiche regolamentari. Poi la convoca-zione del Consiglio Nazionale in modo da poter presen-tare la riforma al Ministro entro la fine di marzo, comeoriginariamente la legge prevedeva. Allora, qual è il nostro compito? È quello di “fare le pul-ci” al lavoro dei maggiori esperti previdenziali e degli at-tuari? Siamo tanto esperti di riforme previdenziali chevogliamo discuterne dieci giorni in più, venti giorni inpiù, un mese in più con i nostri Consigli Provinciali? Po-tremmo discuterne anche dieci anni, ma saremo sempreallo stesso punto e sempre dagli esperti dell’Enpam do-vremo tornare per fare i regolamenti previdenziali se-condo le norme legislative. Prendiamo atto di questo. Ilnostro compito di Presidenti di Ordine è di prendere vi-sione di quello che si sta facendo, di condividerne i prin-cipi, eventualmente di dettare i principi ispiratori, con-siderando però che esistono delle leggi a cui dobbiamocomunque sottostare e che non ci lasciano molti spazi dimanovra. Nostro compito è quello previsto dallo Statu-to, se volete di dare indirizzo al Consiglio di Ammini-strazione e valutare se è stato rispettato, ma mi sembrache i principi della Riforma che stiamo approvando sia-no stati più che sufficientemente condivisi sia in prece-denza da questo Consiglio Nazionale, sia nel ConvegnoNazionale organizzato dall’Enpam nello scorso mese dinovembre. L’Ente, le leggi le deve rispettare, non può far-ne a meno. Questo mi pare debba essere chiaro a tutti:l’Enpam non è un sindacato, non può scendere in piaz-za a manifestare. Abbiamo quindi il dovere di farci spie-gare bene i regolamenti attuativi di una Riforma già con-cordata e condivisa. I dirigenti dell’Enpam, a comincia-re dal Vice Presidente Alberto Oliveti, sono tutti dispo-

sti a recarsi presso gli Ordini che li chiamano. I nostriColleghi vogliono conoscere gli effetti della Riforma, vo-gliono sapere quando potranno andare in pensione, quan-to spetterà loro, su quale assistenza potranno contare.Questi i nostri compiti, tutto il resto sa di poesia. Per que-sti motivi credo che sia importante approvare oggi, sen-za altri indugi, la Riforma del Fondo Generale per la sal-vaguardia dell’autonomia del nostro Ente Previdenziale.

MALEK MEDIATIConsigliere Enpam

Dovevo parlarvi di solidarietà,ma questo è un argomento cheoggi è un po’ difficile da af-frontare. A dire il vero avevorinunciato in partenza ad in-tervenire, ma poi sono state ti-rate fuori alcune parole chiaveche mi obbligano a risponde-re. Qualcuno ha detto: “Non ab-biamo dubbi sull’onestà di que-

sto Ente”. Ma allora la domanda è: perché siamo alla Pro-cura della Repubblica? Qualcuno dice che siamo forti. Maquando mai siamo forti? La prima regola è che dobbiamoessere uniti. Vi ricordate mai, almeno un momento, da tren-ta anni a questa parte, in cui davvero abbiamo sentito l’or-goglio di essere uniti? Ci sono sempre stati degli interessidi parrocchia che ci hanno divisi. Allora dico: questa cate-goria potrebbe diventare forte un domani? Sì, certamentee lo merita. Quando? Quando almeno sugli interessi ge-nerali troviamo la quadra. L’interesse generale non può cheessere la solidarietà: quando tutti facciamo del nostro me-glio per evitare che un collega venga privato della sua di-gnità per motivi di disgrazia, allora sì che abbiamo la spe-ranza, un domani, di diventare forti. I dati, però, ci diconoche non ci interessiamo di queste cose. Solo 3 mila medi-ci (n.d.r. numero dei contribuenti che hanno destinato il 5per mille all’Enpam) su 400 mila pensano al più debole. Egli altri? Gli altri, come ha detto l’amico Buoninconti, si ar-rabbiano quando si parla di solidarietà perché tutti, guar-da caso, abbiamo costruito all’interno gli anticorpi controquesto Ente. Noi siamo forti ragazzi, ma dobbiamo pensare a noi stes-si, cercare di volerci bene, perché ognuno di noi potrebbeandare incontro a una disgrazia. Spero che non succeda,ma dovesse succedere almeno che si possa avere un Enteche si prende cura dei colleghi più sfortunati, che si pren-da cura delle loro famiglie, per salvare la dignità.

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ROBERTO CARLO ROSSIOrdine di Milano

Per quanto riguarda le riformeche sono state fatte - oggi ci oc-cupiamo della Quota A perché,naturalmente, sulle altre nonpossiamo dire nulla - vedo chedanno un equilibrio, ma pros-simo allo zero sostanzialmen-te. Il Fondo di Medicina Gene-rale ha invece una curva moltoalta. Questa cosa francamentemi trova contrario. Credo sia

più giusto dare un maggiore equilibrio fra i vari interventiche devono essere fatti. La seconda cosa che volevo dire è che francamente io nonho un modo per decidere, perché non ho visto le tabelleattuariali. Mi dicono che ci sono delle valutazioni di en-trata nella professione, per esempio nella Quota A, di co-orti rilevanti di medici - del che francamente dubito - emi dicono invece che sono previsti dei movimenti con-trari per quanto riguarda gli specialisti. Tutto questo milascia perplesso, anche se magari è giusto così, avrei vo-luto avere la possibilità di approfondirlo maggiormente,cosa che invece, ovviamente, non avendo le tabelle at-tuariali, non riesco a fare. Se da un lato mi si dice che de-vo essere tecnico nell’analizzare le questioni, allora date-mi gli strumenti. Se da un lato mi si dice che devo espri-mermi, allora dopo non mi si dica che è inutile fare criti-che ed entrare nel merito. Un’ultima cosa mi ha dato fastidio. Qualcuno ha parlatodi lezione di stile, del fatto che chi critica manca di stile;in un altro consesso avrei risposto in maniera più colori-ta, qui ritengo che quel commento sia veramente di bas-sa lega e non voglio rispondere per non scivolare ancheio in maniera altrettanto brutta.

SALVATORE AMATOOrdine di Palermo

Ho deciso di prendere la pa-rola dopo aver ascoltato gli in-terventi degli altri colleghi Pre-sidenti. Innanzitutto io voterò a favo-re. Lo dico per un motivo par-ticolare che riguarda Palermo:la presenza e la fortuna per medi avere Luigi Galvano in Con-siglio di Amministrazione hapermesso ai Consiglieri del-

l’Ordine di Palermo di poter valutare, anche se in tempirapidi, le proposte di variazione. Il Consiglio, informato,ha approvato le modifiche. Ma il mio intervento non sibasa sul voto favorevole che ho voluto preannunciare. Desidero fare una riflessione sul bisogno di dovere vota-re avendo tempi brevi. Sulle variazioni, sulla necessità sene è discusso, prima in un Consiglio Nazionale poi in unconvegno. Quindi non è un argomento nuovo. C’è la variazione del Fondo A che è intervenuta e per que-sto il Consiglio di Palermo ne ha discusso. Dico “discus-so” con qualche difficoltà che mi potrebbe portare in fu-turo ad essere più riflessivo. Ho ascoltato anche Ravera,ancora oggi si parla tra colleghi, ma come se ci fossero icolleghi cattivi e i colleghi meno cattivi. Questa è una co-sa che mi infastidisce.Ne sa qualcosa Alberto Oliveti: qualche giorno fa l’hochiamato per informarlo di alcune situazioni che mi met-tono in difficoltà. Sapete pure che ho cercato in qual-che modo di, non dico sanare, ma di portare al dialogoi colleghi, ma vedo che questo colloquio è ancora diffi-cile, da tutte e due le parti. Allora un invito che facciopressante: chi si è rivolto alla Magistratura lo ha fattoin un momento particolare, perché ha ritenuto di do-verlo fare. Continuare a farlo pesare, questo dispiace. Icolleghi Presidenti hanno manifestato una loro posi-zione e non è opportuno in Consiglio metterli alla ber-lina. Ciascuno ha il diritto di esprimere la propria po-sizione in maniera più o meno vivace. Questa è una sol-lecitazione che faccio a tutti i colleghi: sapere parlarein maniera opportuna e cercare il dialogo fino alla fine,perché è quello che può portare avanti situazioni diffi-cili e questo è un momento difficile.

ANTONIO D’AVANZOConsigliere Enpam

Non era mia intenzione inter-venire anche perché portare ilvoto favorevole è stato giàcompito del delegato dellaProvincia di Avellino, maquanto detto dall’amico Pra-cella non può passare sotto si-lenzio. Lascio poi ad AlbertoOliveti il compito di correg-gere un poco quanto detto, pe-rò a Pasquale Pracella, che io

stimo tantissimo sul piano personale, devo dire che il suointervento è stato, con quei riferimenti all’area della di-pendenza, assolutamente fuori luogo e inopportuno.

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Le proposte, le modifiche di cui si sta parlando in questigiorni sono il frutto di una serie di discussioni, di con-fronti, di riflessioni che poi hanno portato a quello che ciha illustrato Alberto Oliveti. Ogni componente della pro-fessione ha espresso i propri desiderata, le proprie esi-genze e in qualche modo la dirigenza dell’Enpam ha te-nuto conto delle osservazioni e le ha fatte proprie. È ve-nuta fuori, diciamo, una proposta che tiene conto di tut-te le esigenze.Vedi, Pracella, l’area della dipendenza è un’area im-portante e fondamentale della professione e la Fonda-zione Enpam è casa comune della professione, per cuila dipendenza ha tutto il diritto di esercitare il proprioruolo, di dire quello che pensa, di fare le proprie ri-chieste. Nessuno di noi ha preso parola sulla Quota Aperché quella, così come viene proposta, è stata una ri-chiesta legittima della dipendenza che la FondazioneEnpam giustamente ha accolto. Alberto Oliveti ci hadetto già stamattina che ha altre richieste, ma che nonè stato possibile accettarle. È un fatto di normale dia-lettica all’interno di una Fondazione, in particolare l’En-pam, che ogni componente della professione esprima ilproprio punto di vista e faccia le proprie richieste. La dipendenza ha 120 mila colleghi e non dimentichia-mo che la Fondazione Enpam non è solo previdenza,ma è anche assistenza. L’Ente in questo momento è ilcollante di tutta la professione. Non giochiamo a farcimale perché non giova a nessuno e se io debbo rim-proverare qualcosa agli amici della dipendenza è quel-la di trascurare i meccanismi di rappresentanza all’in-terno della Quota B del Fondo Generale. Questa forseè una cosa sulla quale la dipendenza deve un po’ riflet-tere perché disimpegnarsi su passaggi importanti, fon-damentali della Fondazione è sbagliato.

SILVESTRO SCOTTIOrdine di Napoli

Salve a tutti, sono SilvestroScotti, delegato dell’Ordinedei Medici di Napoli. È la pri-ma volta che faccio parte diquesto consesso, quindi salu-to i presenti. Mi sento comeuna sorta di osservatore ester-no, anche se discretamente in-formato. Vorrei riallacciarmi alla rela-zione dell’amico Buoninconti,

ovvero la relazione su quello che secondo me dovremmoandare a votare oggi rispetto a quanto già è stato defini-

to all’interno delle Consulte. Non credo, e penso che nes-suno dei presenti creda, se si spoglia dell’abito ordini-stico e si mette l’abito professionale-contrattuale dalquale deriva, che all’interno di questa riforma ci sianole rose. È chiaro che è una risposta ad una situazionecontingente che riguarda il sistema previdenziale pro-fessionale, lo riguarda nelle specificità dei singoli am-biti contrattuali e oggi lo riguarda in un ambito che se-condo me, mi permetto di contraddire qualche relazio-ne precedente, è relativamente tecnico e molto politico.La risposta di questo Consiglio oggi deve, a mio avvi-so, e continuo il ragionamento fatto dal collega D’Avan-zo, essere una risposta all’unità della professione, per-ché la Quota A rappresenta la professione. Non rap-presenta il convenzionato, il dipendente, lo specialistaambulatoriale, il medico di famiglia; rappresenta tuttie credo che questo sia un compito di governo che i Pre-sidenti degli Ordini hanno, non tanto in riferimento alloro Consiglio che li elegge e li delega, ma per tutti quel-li che li hanno votati e li hanno portati a ricoprire quelruolo. Un ruolo che, secondo me, è sempre connesso alla re-sponsabilità, che oggi ogni Presidente dell’Ordine, ognidelegato, ha nel prendere una decisione politica, e nontecnica, quindi non entrando nel merito delle valoriz-zazioni economiche che, se permettete, credo questoconsesso abbia delegato a chi ha votato come rappre-sentante all’interno del Consiglio di Amministrazione. Oggi secondo me si ha la responsabilità politica di an-dare a definire, rispetto alla politica, la forza che que-sta professione deve rappresentare, la responsabilità didare un voto unitario, non di fare distinguo sul meto-do, distinguo sui grafici.La matematica è una mia vecchia passione: la differen-za sulle curve è legata al fatto che sulla colonna delleordinate è sempre uguale il riferimento, se cambiamo iriferimenti ovviamente, essendo la quota della medici-na generale quella che rappresenta il 55-56, ed è chia-ro questo quando vedete il grafico medio del Fondo cheassume esattamente lo stesso rilievo, se cambiate i va-lori sulle ordinate per i singoli ambiti, probabilmentevedrete delle curve molto più simili, ma se metto 1.000,3.000 e 5.000 su tutti, ovviamente in base alla percen-tuale del Fondo le linee sembrano più dritte. Per concludere, ritengo, prescindendo dalle ascisse, dal-le ordinate e quant’altro, che il discorso di fondo è inquesto momento la lettura politica che si dà del riman-dare, dell’astenersi e del votare contrario. Ognuno hale sue giuste e buone motivazioni, ma se ne dovrà as-sumere la responsabilità davanti a tutti i medici, non ri-spetto alla casacca che porta sotto quella del Presiden-te dell’Ordine.

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ALBERTO OLIVETI RISPONDE

Cosa devo rispondere? Lo dico francamente oggi, al dilà dell’approvazione del passaggio specifico, l’ho dettoin tutte le riunioni che ho fatto in Italia: vi daremo piùtardi un po’ di meno per garantire la sostenibilità. Nes-suno vuole far passare qualcosa che non è. La profes-sione sta cambiando, mutano gli scenari demografici,l’economia, la finanza. È chiaro che il problema è co-me tenere insieme, in assetto di volo, la nostra Fonda-zione nel rispetto dei giovani che verranno e in una pro-fonda considerazione di tutti. Significa appunto dire co-me possiamo essere più equi possibile nel darvi un po’di meno un po’ più tardi. Quando allunghiamo un ela-stico che ha due colori, lavoro e fase post lavorativa, en-trambi i colori si allungano, si sfumano. Ma prima ditutto voglio mettermi in discussione e chiedere scusa inanticipo, se sono stato arrogante nel mio intervento. So-prattutto perché l’ho fatto davvero senza volerlo e sen-za essermene accorto. La passione c’è sicuramente, cre-do che lo sappiate perché non sosterrei la vita che fac-cio se non avessi passione. Devo dire che ho piena e to-tale fiducia nell’onestà intellettuale di tutti coloro chesono qui presenti, non dubito di nessuno. Credo che ciaccomuni la passione e anche certa irruenza sia da leg-gere soprattutto in quest’ottica. Percepisco però tuttal’ansia anticipatoria, il disorientamento dei colleghi. Lasospensione, non il rinvio, di un Consiglio Nazionale inun tema così cruciale – su questo non vi è dubbio, al dilà di quello che si deve votare – sarebbe sicuramenteletto con maggior allarme dai colleghi.

Il Fondo Generale Quota A è il fondo di tutti i medicie gli odontoiatri italiani di cui – è banale ma è vero –mi onoro di appartenere, e non ci sto quando veniamoattaccati in maniera ingiusta. Io ci metto la faccia, in te-levisione, fuori; ce l’ho messa anche per le questioni del-l’Enpam, non è facile sottoporsi a un’intervista dove saiche verrai tagliato e che il collage ti farà dire cose chenon hai detto, ti farà apparire arrogante. Quando mi so-no rivisto in televisione mi sono messo le mani nei ca-pelli, e ho pensato ma non era questo il taglio che ave-vo dato ai miei argomenti. Però questa è comunicazio-ne. È necessario essere presenti, partecipare e sono sod-disfatto di averlo fatto. Ho voluto la riunione con i sin-dacati della dipendenza, si è tenuta qui in Enpam, ave-te ascoltato tutti le loro istanze. È chiaro, qualcosa si può fare, qualcos’altro no. Dico,per esempio, che mi hanno colpito ieri le valutazioni diMorfino (presidente dell’Ordine dei medici di Trapaniintervenuto in occasione del CN della Fnomceo, n.d.r.),perché sono pertinenti, e quindi sono un contributo im-portante per un confronto produttivo. Qual è la questione? Modifichiamo il Fondo GeneraleQuota A, alziamo l’età pensionabile, però lasciamo lapossibilità per chi voglia andare a 65 anni e abbia al-meno 20 anni di contributi di farlo, pagando il pegnodi calcolarsi retrospettivamente con il contributivo tut-to quello che ha versato. Credo però che sia giusto ri-prendere alcuni argomenti, andare agli adattamenti fi-ni solo dopo aver scollinato questo stress test, che pre-sentato così è un po’ malevolo – secondo me – na-sconde la volontà di abolire il decreto legislativo

509/94, di minare la nostra fonteistitutiva.Se al prossimo bilancio tecnico avre-mo – e sono convinto che sarà così,vista la nostra prudenza nel portarei conti – una piattaforma più ricca sucui proiettare i calcoli attuariali, ci sa-rà più materia per intervenire, un te-soretto, che ci consentirà di fare in-terventi di modifica, di adattamentofine, ribadendo quel diritto che ci hadato il decreto 509 del “prova e cor-rezione”. Sarà necessario fare comunicazionee spiegare che la Quota A non è unatassa, ma è un differimento previ-denziale obbligatorio anche per chinon fa la libera professione, e in piùdà la nobiltà dell’assistenza. Garan-tisce il trattamento minimo e in ognicaso remunera. Tuttavia se i colleghi

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della dipendenza ci hanno chiesto di non aumentare icontributi, ebbene credo che fosse più che giusto ri-spettare le loro esigenze, ma altrettanto giusto tecnica-mente adottare un contributivo puro. Se il Ministro Fornero dice di aumentare i contributi al-trimenti le riforme non superano l’esame, io credo chein questa fase non scolliniamo se portiamo la possibili-tà di una contribuzione ridotta. Ma sono altrettanto con-vinto che, una volta adottato il contributivo che non in-genera debito, al controllo della prossima scansione po-tremo anche decidere di ripristinare la contribuzioneminima per chi non fa la libera professione. E altret-tanto dico che nel Fondo Generale Quota B non è piùtempo per una contribuzione al 2% del collega dipen-dente che fa libera professione, se i pensionati per leg-ge sono chiamati a pagare la metà del contributo ordi-nario.È giustissimo, per esempio, che per i giovani la contri-buzione al Fondo Generale Quota A valga come anzia-nità in qualsiasi ramo professionale e quindi previden-ziale dovessero poi andare a trovare la consistenza deipropri guadagni. E su questo la Fondazione si prendeun impegno preciso. È corretto che si ragioni sui mutui; abbiamo istituitouna Commissione Mutui per vedere di risolvere l’an-noso problema del sostegno creditizio alla professioneo anche alla prima casa. Stiamo quindi valutando di am-pliare l’assistenza, però è evidente che, se abbiamo pro-blemi di immagine, veri o non veri, se intanto la perce-zione è quella che l’Ente è una sabbia mobile, dopo nonci lamentiamo se il collega non destina il 5 x 1000 allaFondazione o se non solo non fa il riscatto ma addirit-tura lo vuole tirare indietro. Chi ci controlla non è molto favorevole alla nostra uni-tà. Ribadisco, penso che questa sia una partita di auto-nomia. Ho concluso la presentazione di oggi dicendo“50 anni di sostenibilità sulle regole in autonomia”; cre-do che sull’autonomia dobbiamo batterci fino in fondoe superare quest’ostacolo significa soprattutto sostene-re la nostra autonomia, conferitaci dalla 509 ma so-prattutto data dalla dignità della nostra professione con-tinuamente attentata. So che, a fronte di uno stress test,vi ho proposto un altro stress test di andare a fare scel-te non perfettamente chiare, forse anche non pienamentecondivisibili. Rossi per esempio solleva il problema delFondo della medicina generale; c’è del vero, la medici-na generale si piglia un bel carico anche se dilazionatonel tempo, se però le successive scansioni di controlloche potremo adottare in autonomia ci mostreranno chepossiamo fare di meno, accidenti se faremo la battagliaper ridurre. Se restiamo autonomi non ci passa per latesta di portare il patrimonio 10 volte tanto il dovuto,

specie se è un patrimonio una garanzia di ultima istan-za. Perché il differimento previdenziale del proprio red-dito deve essere finalizzato all’adeguatezza e anche alsacrificio chiesto al contribuente. Non abbiamo alcunaintenzione di costruirci un iper-patrimonio per dimo-strare che siamo belli e bravi; lo faremo solo finalizza-ti alle regole di sistema. In questo senso è fondamenta-le aver riportato all’interno della Fondazione la possi-bilità di scegliere e quindi di declinare, di adattare fi-nemente la regolazione. Se oggi vi chiediamo una ri-sposta non significa andare contro le osservazioni le-gittime di tutti coloro che le hanno fatte, lo facciamoper sottrarci a un clima che riteniamo, a torto o a ra-gione, non favorevole alla nostra autonomia. In ultimo, Giancarlo Pizza parla della Rinascente, io tiho risposto per quello che è il mio angolo visuale l’an-no scorso in una lettera sul perché ritenevo l’investi-mento Rinascente corretto. Tu tecnicamente vai avantie dici che vuoi la perizia. La Rinascente è stata acqui-stata dal Fondo Ippocrate di cui noi abbiamo le quote.Il Fondo Ippocrate è un gestito da una Società di ge-stione del risparmio vigilata dalla Banca d’Italia. La pe-rizia che il gestore ha commissionato è stata fatta da pe-riti scelti da un elenco legittimato e validato sempre dal-la Banca d’Italia. L’Enpam ha dato tutto quello che poteva dare in colla-borazione con i nostri Uffici tecnici. Abbiamo risposto.Se però manca la perizia fatta fare dalla Sgr, è perchéla società che ha lavorato per conto della Sgr ritiene –e io stesso l’ho letto – che portarla all’analisi fine sia unmodo di svelare, e quindi tutto sommato di infrangere,la propria professionalità. Credo quindi che la questio-ne riguardi l’autonomia societaria di quella società, l’En-pam ha un suo ruolo e ha rispettato pienamente gli im-pegni e gli obblighi assunti. Credo che da questo pun-to di vista sia necessario un parere legale, io non mi sot-traggo al confronto, giro tutta Italia, voglio però con-cludere dicendo che l’unico convegno a cui non ho par-tecipato è stato a Bologna, Giancarlo, ma te l’ho anchespiegato, e ti ringrazio per l’invito. Ho ritenuto di nonpartecipare –fra l’altro avevo Bari, Anelli lo può con-fermare –perché purtroppo sul tavolo degli invitati aparlare di Enpam c‘era una persona che mi ha querela-to personalmente nel penale, chiedendomi un risarci-mento civilistico di 100 milioni di euro. Fino a che dun-que ho un contenzioso giudiziario con lui, evidente-mente non posso venire a dibattere con lui di questamateria. Non è nascondersi perché chi mi conosce sache non lo faccio mai, non ho problemi a portare le mieragioni, da questo punto di vista; tuttavia i miei avvo-cati mi hanno detto che non potevo andare finché c’èun contenzioso personale aperto.

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INTERVENTO DEL PRESIDENTE EOLO PARODI

Vorrei ritornare ad essere per voi il Parodi di una vol-ta. Oggi, dico la verità, intendo affrontare un argomentoche considero pregiudiziale, sul quale richiamo la vo-stra massima attenzione, affinché queste mie parole ab-biano un’eco anche fuori dall’Enpam. Chiedo che nonsi registrino più odiose situazioni e valutazioni nei con-fronti di Consigli di Amministrazione che si sono suc-ceduti nel tempo ed hanno governato bene per anni eanni. Consigli, insisto, che hanno fatto veramente cre-scere il nostro Ente. Mai ci siamo dimenticati delle cen-tinaia di colleghi che hanno chiesto il nostro aiuto. Nonc’è nessuno che possa dire di aver posto un problemache non abbiamo cercato di risolvere anche se, a volte,abbiamo urtato contro muri troppo resistenti… Vorrei a titolo di cronaca informarvi come passo le miegiornate all’Enpam: arrivo alle 8,20 ogni mattina. Par-tiamo dal lunedì che è la giornata delle cattive notizie,tutta la mattina per sbrigare la posta che contiene spes-so lamentele e richieste d’interventi. Nei giorni che se-guono ci sono quintali… di fango sull’Enpam, su di me,su tutti, ma anche su di voi che rappresentate ufficial-mente gli Ordini provinciali. Preparatevi perché il di-scorso diventa incontrollabile. Io attualmente, lo dicoquasi con un senso di imbarazzo, ho qualche volta dif-ficoltà a trovarmi di fronte un medico. Questo medico,questo collega, ti guarda con una faccia che sembra di-re che tu dell’Enpam stai perdendo la sua fiducia. Perfarla finita chiediamo che sia nominata una commis-sione d’inchiesta. Venga qui ad indagare, controlli co-me ci comportiamo, quali sono i problemi che stiamotrattando e con quali sacrifici li affrontiamo per risol-verli. Siamo di fronte ad una realtà che cambia in con-tinuazione forse più grande e complicata per l’attivitàche dobbiamo svolgere. Ci vorrà tanto tempo per to-gliere il fango che buttano addosso all’Enpam. Ci vor-ranno tantissime mani di “volontari” per toglierne al-meno un po’. Sono veramente preoccupato. Vogliamo capire che cistiamo distruggendo? C’è uno stato di allerta, ecco per-ché invito a “guardare nella propria bisaccia” prima diispezionare quella degli altri. Vi ringrazio di avermi obbligato a parlare. Per un pe-riodo abbastanza lungo sono stato in silenzio, però que-sta sfiducia gratuita nei confronti della nostra Fonda-zione non mi sembra lecita. Oggi essendo io rappresentante legale dell’Ente sonosubissato dalle accuse. Le assicurazioni non voglionoassicurarci, la polizza sanitaria sulla quale tutti mugu-gnate non ce la vogliono sottoscrivere: non si fidano piùdi noi, questa è la verità. Se qualcuno vuole venire lo

accompagno presso gli esperti di assicurazione così ca-pirà. Un appello: voi dovete pensare al futuro; ho amato eamo, come spero la stragrande maggioranza di voi, que-sta professione e allora cerchiamo di darci da fare. Hoapprezzato Alberto Oliveti per i contenuti della sua re-lazione. Evidentemente abbiamo tutti il desiderio di ca-pire che cosa è avvenuto per essere ingiustamente coin-volti in questo clima di sfiducia. Forse la verità deriva dalla situazione difficile, allar-mante, pericolosa, in cui versa la nostra professione. Aquesto punto, mettendo in prima fila la nostra Fnom-ceo dovremo farci promotori di un movimento di pro-testa nazionale per difendere le nostre libertà.

L’intervento del Presidente Parodi è stato seguito da unlungo e caloroso applauso.

Il vice presidente Malagnino dà ora lettura del testo del-la delibera portata all’approvazione del Consiglio na-zionale.

Il Consiglio Nazionale, visto il Regolamento del Fondodi Previdenza Generale in vigore dal 1 gennaio 98 e suc-cessive modificazioni e integrazioni; visto l’articolo 3,comma 12 della legge 8 agosto 1995 n. 335 in base alquale la gestione economica-finanziaria dei fondi deveassicurare l’equilibrio di bilancio da ricondursi ad unarco temporale non inferiore a 15 anni; tenuto contoche l’articolo 1, comma 763 della legge 27 dicembre2006 n. 296 ha disposto che la stabilità economica del-

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la gestione è da ricondursi ad un arco temporale noninferiore a 30 anni; visto l’articolo 24, comma 24 dellalegge 22 dicembre 2011 n. 214 che dispone per gli En-ti previdenziali privati l’adozione nell’esercizio della lo-ro autonomia gestionale di misure volte ad assicurarel’equilibrio tra entrate contributive e spesa per presta-zioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti adun arco temporale di 50 anni; preso atto altresì degliOrdini del Giorno n. 9/04829-A/033 primo firmatarioOnorevole Marinello e n. 9/04940-A/004 primo fir-matario Onorevole Cazzola, presentati rispettivamentealla Camera il 16 dicembre 2011 e il 13 marzo 2012che impegnano l’Esecutivo ricercare soluzioni idoneevolte a consentire alle Casse dei liberi professionisti ditener conto dei rendimenti patrimoniali nella definizio-ne dei bilanci attuariali cinquantennali raccolti dal Go-verno; valutate le risultanze dei bilanci tecnici del Fon-do al 31/12/2009; considerata l’esigenza di assicurarel’equilibrio di medio-lungo termine alla gestione nel ri-spetto della normativa vigente; constatata la necessitàdi apportare modifiche al regime contributivo del Fon-do come disciplinato dall’articolo 3 del citato regola-mento; visto l’articolo 21 del Decreto Legislativo delCapo Provvisorio dello Stato 13 dicembre 46 n. 233,ratificato con legge 17 aprile 56 n. 561; su proposta del

Consiglio di Amministrazione di cui alla delibera n. 25del 2012; visto l’articolo 13, comma 1, lettera e) delloStatuto della Fondazione ed acquisito il parere favore-vole del Consiglio Nazionale della FNOMCeO tenuto-si il 23 marzo 2012; delibera di approvare le modifiche all’articolo 3, com-ma 3, primo e secondo periodo e comma 8 secondo pe-riodo del Regolamento del Fondo di Previdenza Gene-rale così come riportate nell’allegato testo a fronte delRegolamento che costituisce parte integrante della pre-sente delibera che viene inviata ai sensi dell’articolo 3,comma 2 del Decreto Legislativo 94 n. 509 ai Ministe-ri vigilanti.

(Con questa disposizione gli importi della contribuzio-ne relativa alla Quota A rimangono invariati, ma vienemodificata la rivalutazione annuale del contributo. ndr)

IL VOTOParodi: mettiamo in votazione. Chi approva alzi la ma-no. Chi è contrario? Chi si astiene? Sono contrari Mi-lano, Bologna, Potenza e Trapani. Astenuti nessuno. Il risultato della votazione è il seguente: 103 votanti, 4voti contrari e 99 voti favorevoli. La delibera è accolta.

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3 - 2012

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PREVIDENZA

di Claudio Testuzza

L’articolo 12 della leggen. 122/2010 ha intro-dotto nuove disposi-

zioni in materia di ricon-giunzione dei periodi assi-curativi ed è intervenuta an-che nella costituzione delleposizioni assicurative nelFondo pensioni lavoratoridipendenti dell’assicura-zione generale obbligatoria(FPLD). La ricongiunzione può es-sere esercitata se il dipen-dente può far valere :– un periodo di iscrizione

nel FPLD ed un periododi iscrizione in una ge-stione “alternativa”;

– due periodi di iscrizionein due diverse gestioni“alternative” ;

– un periodo di iscrizionenel FPLD ed un periododi iscrizione in una dellegestioni speciali per lavo-ratori autonomi;

– un periodo di iscrizionein una gestione “alterna-tiva” e un periodo di iscri-zione in una delle gestio-ni speciali per lavoratori

autonomi ed a condizio-ne che tali periodi non ab-biano dato luogo alla li-quidazione di una pen-sione diretta.

Per effettuare la ricongiun-zione nel FPLD ai sensi del-l’articolo 1 della legge n.29/1979 non è, quindi, ri-chiesta l’iscrizione in attoalla data della relativa do-manda, né è previsto un re-quisito contributivo mini-mo ma è comunque condi-zione necessaria che il la-voratore sia titolare di con-tribuzione in almeno duegestioni pensionistiche di-verse.Anteriormente al 1° luglio2010 (ex legge n. 29/79) laricongiunzione nel FPLDdei periodi contributivi ma-turati in ordinamenti pen-sionistici diversi dell’Assi-curazione generale obbliga-toria (es. Inpdap) avvenivasenza oneri per il richie-dente, esisteva solo l’obbli-go a carico delle predettegestioni di trasferire nelFPLD la contribuzione re-lativa ai periodi ricongiun-ti, maggiorata di interessi al

tasso annuo del 4,50 percento.Con la legge n. 122/2010si ha che: “A decorrere dal1° luglio 2010 alle ricon-giunzioni di cui all’artico-lo 1, primo comma, dellalegge 7 febbraio 1979, n.29, si applicano le disposi-zioni di cui all’articolo 2,commi terzo, quarto e quin-to della medesima Legge.L’onere da porre a caricodei richiedenti è determi-nato in base ai criteri fissatidall’articolo 2, commi da 3a 5, del decreto legislativo30 aprile 1997, n. 184”. Consegue che, con effettosulle istanze presentate dal-la predetta decorrenza, laricongiunzione nel FPLDavverrà sempre a titolo one-roso, qualunque sia la ge-stione di provenienza deiperiodi interessati ed a pre-scindere dalla natura del-l’attività (subordinata o au-tonoma) alla quale si riferi-scono i relativi contributi.Pertanto, coloro che a de-correre dal 1° luglio 2010si avvalgono della facoltà dicui all’articolo 1 della legge

n. 29/1979 sono tenuti alversamento di una sommapari al cinquanta per centodella differenza fra l’impor-to dell’onere di ricongiun-zione e l’ammontare deicontributi e degli interessi

Ricongiunzione all’Inps sempre onerosa

Particolare allarme ha creato un articolo del Corriere della Sera in merito al costo della ricongiunzione dei contributi previdenziali già maturati daidipendenti pubblici presso l’Inpdap che passino ad un rapporto privato con iscrizione all’Inps. Passaggio che prima della legge n. 122/2010 era

gratuito e che invece dalla fine del 2010 è diventato particolarmente oneroso. L’allarme è nato, soprattutto, perché alcuni hanno pensato ad un obbligo,

fortunatamente inesistente, di ricongiunzione dei contributi versati all’Inpdapal nuovo ente unico “SuperInps”, previsto dal decreto Monti

di fine 2011. Vediamo di chiarirne le vere condizioni

383 - 2012

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trasferiti dagli ordinamentiinteressati. Nello specifico, l’onere diricongiunzione deve esseredeterminato in relazione al-la collocazione temporaledei periodi ricongiunti ed

alla loro valutazione ai finipensionistici. In altri termi-ni, i periodi che rientreran-no nel calcolo retributivodella futura pensione dan-no luogo ad un onere quan-tificato in termini di riservamatematica, determinatasulla quota di pensione cor-rispondente al periodo ri-congiunto.Le nuove disposizioni si ap-plicano alle domande pre-sentate dal 1° luglio 2010in poi. Le ricongiunzioni aisensi dell’articolo 1 dellalegge n. 29/1979, richiestein data precedente, sono in-vece definite sulla base del-le previgenti disposizioni.Considerata l’onerosità del-la ricongiunzione, il trasfe-rimento dalle gestioni “al-ternative” resta subordina-to all’accettazione del rela-tivo onere da parte dell’in-teressato. Pertanto, torna-no ad essere sempre distin-te la fase di segnalazionedei periodi contributivi daquella di trasferimento deirelativi importi anche perle ricongiunzioni relative aperiodi provenienti dall’In-pdap, in relazione ai qualiera, fino ad ora, prevista lacontestualità delle due fasinell’ipotesi di operazioninon riguardanti periodi dilavoro autonomo.L’articolo 12 della legge n.122/2010 è intervenuto an-che ad abrogare le normeche disciplinavano le ope-razioni di trasferimento del-la contribuzione maturatain vari ordinamenti pensio-nistici, con conseguente co-stituzione delle posizioni as-sicurative nel FPLD del-l’AGO.Poiché il comma 12unde-

cies dell’articolo 12 dellanuova disposizione si è li-mitato ad abrogare l’istitu-to della costituzione dellaposizione assicurativa pres-so l’Inps, null’altro preve-dendo in merito, i destina-tari delle disposizioni abro-gate - qualora intendanotrasferire al FPLD i perio-di contributivi maturati neirispettivi ordinamenti pre-videnziali - potranno avva-lersi esclusivamente dellafacoltà di ricongiunzione dicui all’articolo 1 della leg-ge n. 29/979, come modi-ficato dall’articolo 12, com-ma 12septies, della legge n.122/2010, sempre che ri-corrano, alla data della re-lativa domanda, tutte lecondizioni richieste perl’esercizio di detta facoltà.Le disposizioni che, nei va-ri ordinamenti pensionisti-ci “alternativi” all’Assicu-razione generale obbligato-ria, hanno regolato la co-stituzione della posizioneassicurativa presso l’Inpsnel caso di cessazione dalservizio del dipendente sen-za diritto a pensione, pre-vedevano che tale opera-zione avvenisse d’ufficio oa domanda e senza oneriper gli interessati, secondole specifiche norme di rife-rimento. In particolare, neicasi di costituzione dellaposizione assicurativa re-golata dall’articolo 40 del-la legge n. 1646/1962, taleoperazione era subordina-ta alla presentazione diesplicita istanza, in osse-quio a quanto espressa-mente previsto dall’artico-lo 38, ultimo capoverso,della legge n. 1646.Per effetto di quanto dispo-

sto dall’articolo 12, comma12undecies, della legge n.122/2010, che ha abrogatol’istituto della costituzionedella posizione assicurativapresso l’Inps, non sarà piùpossibile trasferire la con-tribuzione nel FPLD in fa-vore di soggetti: – cessati dal servizio dopo

il 30 luglio 2010, nel-l’ipotesi in cui il trasferi-mento dei periodi assi-curativi dovesse avveni-re d’ufficio;

– tenuti a presentare laprescritta domanda, qua-lora non vi abbiano prov-veduto entro il 30 luglio2010, ancorché la cessa-zione dal servizio sia av-venuta anteriormente atale data.

Restano invece esclusi econtinuano ad avere titoloal trasferimento della con-tribuzione senza oneri a lo-ro carico i soggetti in favo-re dei quali opera d’ufficiola costituzione della posi-zione assicurativa, cessatidal servizio senza diritto apensione entro il 30 luglio2010 e coloro che, tenuti apresentare specifica istan-za, abbiano chiesto all’In-pdap la costituzione dellaposizione assicurativa pri-ma dell’entrata in vigoredella legge n. 122/2010. Laverifica delle condizioniche, sulla base delle dispo-sizioni oggetto di abroga-zione, consentono ancorala costituzione della posi-zione assicurativa pressol’Inps rientra nell’esclusivacompetenza dell’Ente cheha in carico la relativa con-tribuzione. •

PREVIDENZA

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FEDERAZIONE

di Orfeo Notaristefano

Conclusa la tornata elet-torale che ha portatoal rinnovo delle cari-

che negli Ordini dei medicichirurghi e odontoiatri del-le 106 province italiane, il23-24-25 marzo si sono te-nute a Roma le elezioni peril nuovo Comitato centraledella Fnomceo, che resteràin carica fino al 2014.Scontata la conferma diAmedeo Bianco alla presi-denza della Federazione. Mail successo è andato oltreogni previsione, al punto chelo stesso Bianco, al terminedegli scrutini, ha affermato:“Registro con grande soddi-sfazione una elevatissima af-fluenza al voto e, soprattut-to, una vastissima conver-genza delle preferenze sullesquadre che si sono candi-date. È questo uno straordi-nario segnale di fiducia checi dà forza e autorevolezzanel proseguire sul camminogià avviato di modernizza-zione dei nostri Ordini e dirafforzamento del loro ruo-lo di garanzia verso i profes-sionisti, i cittadini e le istitu-zioni sanitarie”.

Oltre a Bianco, gli altri com-ponenti del Comitato Cen-trale sono: Maurizio Benato,Giuseppe Augello, HusseinAwad, Sergio Bovenga, Lui-gi Conte, Nicolino D’Autilia,Raimondo Ibba, AntoninoMaglia, Guido Marinoni,Gianluigi Spata, RobertoStella, Bruno Zuccarelli. Perla Commissione Albo Odon-toiatri sono risultati inveceeletti Giuseppe Renzo, Ales-sandro Zovi, Raffaele Ian-dolo, Sandro Sanvenero, cheentreranno a far parte del Co-mitato Centrale, e Giacinto

Valerio Brucoli. Revisori deiConti saranno Ezio Casale,Salvatore Onorati e France-sco Alberti, supplente Anto-nino Avolio.Venerdì 30 marzo c’è statala prima riunione del nuo-vo Comitato centrale che,oltre a confermare Biancoalla Presidenza, ha decisoanche le altre cariche: Mau-rizio Benato è vicepresi-dente, Luigi Conte segreta-rio, Raffaele Iandolo teso-riere. Alla presidenza dellaCommissione Albo Odon-toiatri è stato confermatoGiuseppe Renzo, a quelladel Collegio Revisori deiconti Salvatore Onorati. “Il

nuovo assetto degli organidirettivi si è strutturato suuna base di larghissimoconsenso, che costituisceper tutti noi un impegno digrande responsabilità e au-torevolezza”, ha dichiaratoAmedeo Bianco. “Questopatrimonio verrà del tuttoinvestito nella costruzionedi una professione moder-na, di qualità, intrisa di pro-fondi valori etici e civili”. Riparte così il cammino del-la Federazione anche nellainterlocuzione con le istitu-zioni e in ruolo rafforzato a

tutela della deontologia edella professionalità dei me-dici e odontoiatri italiani. E inquest’ottica, si rafforza ancheil rapporto tra Federazione emondo dei media, grazie allanuova iniziativa editoriale online media. fnomceo.it che èstata voluta da Simona Dai-notto, capo-ufficio stampaFnomceo. Spiega CosimoNume: “Nasce MedIa. E nona caso nasce oggi (2 aprile2012), a distanza di pochigiorni dall’insediamento di unnuovo Comitato Centraleeletto con larghissimo con-senso, e dalla conferma diAmedeo Bianco per un altro,decisivo triennio.

MedIa sarà il nuovo stru-mento di questa stagione dirinnovamento, sarà un’altracampata del ponte che vo-gliamo costruire fra generi,generazioni e attori della no-stra professione, e fra questie i cittadini e gli operatoridell’informazione. MedIanon sostituisce il Portale del-la Federazione, che rimaneil sito istituzionale di riferi-mento. In qualche modo locompleta e ne estende la pla-tea, in linea con la politicache la Federazione da annipersegue di abbandono del-l’autoreferenzalità, di aper-tura al pubblico di contenu-ti e metodi dell’agire medi-co, per dare e ricevere sape-re ed etica professionale”. Dal canto suo, Simona Dai-notto afferma: “Sui temi cheriguardano la salute dei cit-tadini, c’è bisogno di unnuovo tipo di comunicazio-ne, che veda come prota-gonisti non solo le istitu-zioni ma anche i giornalisti.Ed è importante che un pro-fessionista dell’informazio-ne che affronta tematichetanto specifiche e delicateabbia un profilo di compe-tenze mirato. Così come èimprescindibile che i medi-ci imparino a comunicare dipiù e meglio, non solo coni loro pazienti ma con la so-cietà nella sua interezza”.Al presidente Bianco le fe-licitazioni e gli auguri dibuon lavoro da Il Giornaledella Previdenza. •

Amedeo Bianco confermato presidente della Fnomceo

403 - 2012

Necessità per i medici di comunicare di più e meglio

non solo con i pazienti ma con la società

nella sua interezza

Il presidente Amedeo Bianco

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FEDERSPEV

sparmia queste prestazioniche, invece, dovrebbero es-sere esenti dato lo scopo so-lidaristico.Come in una famiglia pre-mia anche i figli dei suoiiscritti, orfani del genitoremeritevoli nello studio conriconoscimenti economiciper le migliori tesi di laureain vari settori.Premi letterari o di pitturavogliono riconoscere le atti-vità dei suoi iscritti, di que-sti giovani di tarda età: ilproblema della longevitànon deve essere visto in ter-mini esclusivamente quanti-tativi, ma nel modo di vita,in forma perfetta, nella pie-na possibilità di svolgere an-cora in modo efficiente qual-che attività, di rendersi chia-ramente conto del mondocircostante, di un inseri-mento nel contesto della vi-ta di tutti i giorni.L’età “matura” è tutt’altroche uno stato passivo e difatto il sentirsi anziano nondeve coincidere con il supe-ramento di una soglia ana-grafica: la vecchiaia può es-sere una seconda proficuagiovinezza, in cui i VIP deicosiddetti grandi vecchi deb-bono essere la minoranzaperchè la maggioranza pos-siamo essere noi. Questo è dunque la Fe-der.S.P.eV., Federazione deisanitari pensionati e delle lo-ro vedove, ma più che unafederazione direi che è unagrande famiglia. Venite connoi. Vi aspettiamo! •

Federspevtel. 06-3221087 fax 06-3224383 [email protected] www.federspev.it

413 - 2012

dell'età, quasi emarginan-dolo, gli si vuole impedire divivere ancora una vita so-ciale, togliendogli uno sco-po di vita, uccidendolo psi-cologicamente.Nessuno lo dice, ma è chia-ro quello che viene scrittodietro le quinte: è scomodo,inutile, costoso e chi più neha ne metta... e nessuno ri-corda quello che ha fatto oi sacrifici e ne vengono di-menticati i diritti conse-guenziali ai doveri ottem-perati.Nel logo della Feder.S.P.eV.due mani che si protendonol’una verso l’altra a testimo-niare la fratellanza che hacome primo scopo toglierlodall’isolamento e dall’ab-bandono, dando dignità aquesto anziano che si devesentire ancora giovane dimente e di aspetto, maestrodi esperienze vissute che nondebbono andare perse, com-

di Marco Perelli Ercolini

Il motto della Feder.S.P.eV.è “Non soli, ma solidali”ed esprime il nocciolo di

questa associazione nel mo-mento delicato della fragili-tà di vita e della debolezzaemotiva legata al procederelento, ma inesorabile del-l’età, quando la solitudineavvinghia l’anziano e ne di-viene isolamento ed emargi-nazione.Purtroppo nel nostro siste-ma sociale la parola vecchiograva sempre più con unacerta insistenza, con una cer-ta ghettizzazione di personaormai inutile e pesante allasocietà, intristendola nellosbattergli in faccia una si-tuazione molto avvilentespecialmente per chi è con-sapevole di aver dato al Pae-se, ai famigliari parte dellasua vita nel sacrificio delproprio dovere; col bollo

Non soli, ma solidali battendo una politica socia-le nichilista e quasi ostile ver-so questa categoria.Troppo spesso questa cate-goria, molto altruista, sem-pre pronta negli anni dellaprofessione a dare, quandodovrebbe ricevere viene sco-tomizzata. La Feder.S.P.eV. però ricor-da i suoi aderenti, i suoi so-ci, i suoi iscritti: una telefo-nata, una visita e nel biso-gno economico anche qual-che spicciolo immediato, sìperché nel suo bilancio pre-vede anche un Fondo di so-lidarietà atto a venire incon-tro a situazioni di vero e ur-gente bisogno: operante dal2000 eroga un contributo -una tantum - per far frontea situazioni contingenti. Leprestazioni sinora erogatesono state 324 (senza alcu-na sovvenzione esterna!) dicui 29 nell’ultimo anno.Purtroppo il fisco non ri-

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MEDICI A ROMA

di Roberto Lala (*)

“P rima di tutto me-dici”. La squadrache rappresento

e che oggi compone il Con-siglio dell’Omceo di Romasi è presentata con questomotto alle elezioni delloscorso dicembre. Ora quin-di il nostro impegno deveessere trasformare questeparole in realtà, in fatti con-creti.E sono certo che nel farlopotremo contare anche sulsostegno delle nostre istitu-zioni professionali a livellonazionale, tanto più sapen-do che anche per questotriennio saranno guidate daAmedeo Bianco e dalla suasquadra, che si è sempremossa con la stessa impo-stazione che è risultata vin-cente a Roma: l’unità dellaprofessione.

Costruire la mappa del mondo medico a RomaPrestare ascolto e attenzio-ne a tutto il variegato mon-do medico che l’Ordine diRoma, il più numeroso inItalia e in Europa, deve rap-presentare. È questo l’im-pegno che la lista “Prima ditutto medici” ha messo al

primo posto e proprio perquesto anche la squadra cheoggi compone il Consiglio ècomposta, non a caso, inmodo di rappresentare tut-te le aree della medicina:pubblico e privato, ospeda-le e territorio, dipendenti,convenzionati e libero pro-fessionisti. Ma per conoscere davverola realtà, il modo migliorecredo sia uscire dagli ufficie andare fisicamente nei luo-ghi in cui i nostri colleghi la-vorano. Per questo ho av-viato una serie di incontrinelle diverse strutture di Ro-ma e provincia, che hannoanche coinciso, purtroppo,con una fase particolar-mente critica, nella quale iriflettori dei mass media era-no puntati sui Pronto Soc-corso di Roma. Sono statoall’ospedale Sandro Pertini,al San Camillo, al Policlini-co Umberto I, al PoliclinicoTor Vergata. I problemi, leesigenze, le carenze che icolleghi mi hanno espostosono quelle che possiamotutti immaginare: carenze diorganico, difficoltà organiz-zative, problemi di bilancio.Una condizione di frustra-zione e di disagio per tantimedici, nella quale si ga-

rantisce il servizio spesso so-lo grazie alla buona volon-tà. E che a volte non basta,come dimostrano proprio icasi balzati sulle prime pa-gine dei giornali. Noi lo sap-piamo, ma dovremmo riu-scire a comunicarlo ancheai cittadini: un Pronto Soc-corso affollato oltre il limi-te di sopportazione, con gliorganici insufficienti mettein gravissima difficoltà i pa-zienti, ma mette anche indifficoltà i medici che nonriescono più a fare il loro la-voro dignitosamente. E chediventano anche capri espia-tori, sacrificati alla rabbiapopolare e ai mass media.Credo che l’Ordine possadare un contributo impor-tante per affrontare questesituazioni, innanzitutto ren-dendo visibile il disagio edialogando poi con le istitu-zioni per cercare soluzionipraticabili ai problemi dellasanità, nel rispetto di quelliche sono i problemi econo-mici, di cui non possiamonon tener conto, ma che nonci devono impedire di cer-care le soluzioni reali.Occuparsi della condizionedi lavoro dei medici, dellasicurezza negli ambienti dilavoro vuol dire rendere

davvero possibile l’eserciziodella deontologia medica. Eallo stesso modo interveni-re rapidamente in tutte le si-tuazioni di esercizio abusi-vo della professione vuol di-re applicare in concreto ilprincipio etico di tutela del-la salute dei cittadini, in gra-zia del quale l’Ordine è “or-gano ausiliario dello Stato”.

Dare servizi ai giovani medici e ai precariSostenere i giovani medicinell’ingresso alla professio-ne è un compito nobile, cheguarda al futuro. Costruirequesta mappa della profes-sione a Roma può anche ri-velarsi uno strumento utileper fornire indicazioni econsigli ai giovani mediciche, usciti dall’Università,devono imparare una mate-ria che negli Atenei non siinsegna: fare il medico. Mipiacerebbe, ad esempio,stampare un manuale daconsegnare ai neo laureatiinsieme al tradizionale Giu-ramento di Ippocrate. Unmanuale pratico, che spie-ghi cosa vuol dire fare uncertificato, quali sono i pro-blemi per aprire uno studiomedico o per entrare in unambulatorio con altri colle-

L’Ordine si rinnova: sportelli per giovani, precari e pensioni

423 - 2012

Roberto Lala, consigliere Enpam, eletto lo scorso dicembre presidentedell’Ordine di Roma, presenta, con questo articolo, il programma che

si è prefisso di affrontare. Tratta il problema dei medici alle primearmi, sempre più attuale specie nei momenti di crisi economica,

e a seguire, non certo per minore importanza, quello della previdenza

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ghi, indicazioni per capirequali sono le reali possibili-tà lavorative, informazionisu come funziona il nostrosistema previdenziale.Attraverso il nostro gruppogiovani, inoltre, vogliamocreare occasioni di incontroe anche preparare uno spor-tello interattivo, che potràessere telefonico o via email.Servizi che si rivolgano aigiovani, ma anche a quellafascia di età intermedia, par-te della quale oggi manife-sta il maggiore stato di sof-ferenza: un medico di 45-50anni, che lotta ancora conproblemi di precariato, viveuna difficoltà anche mag-giore rispetto ad un 30enne,perché fatalmente ha menosmalto. Se si riesce a cono-scere profondamente la re-altà locale, l’Ordine può in-dirizzarlo verso le scelte piùvantaggiose, verso le areepiù richieste.Occorre poi rafforzare i ser-vizi verso coloro che si stan-no avvicinando al momen-to della pensione.

Lo sportello pensioniLa previdenza è oggi un ter-reno particolarmente sensi-bile, poiché con il panora-ma previdenziale che cam-bia continuamente si sta re-gistrando una vera fuga dallavoro: tutti coloro che han-no raggiunto i requisiti pen-sano di “mettersi in salvo”,preoccupati che le cose pos-sano cambiare in peggio. Sitratta spesso di scelte irra-zionali, dettate dall’ansia,che mettono a rischio nonsolo la vita professionale deisingoli, ma anche la tenutadel sistema che perde tutteinsieme tante professionali-

tà e esperienze, interrom-pendo il naturale processodi avvicendamento. Alla ba-se di tutto c’è spesso unacattiva informazione. Fac-cio un solo esempio: i colle-ghi devono sapere che, sep-pure venisse introdotto ilmetodo di calcolo retributi-vo come chiede la ministraFornero, questo varrebbesolo per il futuro e non perquanto è già stato consoli-dato. Oltretutto, sono con-vinto che l’approvazionedella riforma dell’Enpam ela corretta spiegazione delnostro metodo di calcolodelle pensioni (il “contribu-tivo indiretto Enpam”) ab-biano dato ragioni di rassi-curazione alla ministra e chequindi la riforma possa pas-sare al vaglio dei ministericompetenti senza ulteriorimodifiche.Ma su tutto questo occorrepoter dare ai colleghi, spes-so confusi dalle notizie ap-prese sui giornali, un’infor-mazione chiara che li aiuti acompiere scelte più consa-pevoli e lungimiranti. L’En-pam merita di essere difeso,perché ha mostrato di esse-re tanto solido, da poterportare in una prospettivadi 50 anni il bilancio tecni-co, come richiesto dalla ma-novra economica di fine an-no. Le polemiche veicolatesui giornali in questi mesimi sembrano sciocche e pe-ricolose. Bisogna piuttostoimparare a confrontarsi conpiù franchezza al nostro in-terno, e sono certo che uncanale aperto tra l’Ordine ei propri iscritti su questi te-mi possa rappresentare unostrumento utile anche inquesto senso.

Usare le risorse al serviziodegli iscrittiTra i servizi che l’Ordinepuò e deve sviluppare c’èsenz’altro anche quello del-la mediazione civile. A Ro-ma si era avviato un espe-rimento in questo sensocon Accordia, che però nonha dato i risultati che ci siattendeva, registrando ne-gli anni sempre meno ri-chieste. Oggi la situazioneè profondamente cambiataperché la mediazione non èpiù un atto volontaristico,ma un preciso istituto giu-ridico. Credo che l’Ordinepossa muoversi in questoambito su due fronti. Dauna parte promuovendo undialogo con i cittadini chesmascheri gli interessi di chispecula sul contenzioso le-gale: le percentuali estre-mamente esigue delle cau-se che si risolvono con il ri-conoscimento di una colpada parte medica mostranochiaramente che spesso ledenuncie sono infondate ein molti casi sollecitate dainteressi non trasparenti.L’altro strumento che l’Or-dine può approntare è lacreazione di un gruppo diesperti di grande spessorenelle diverse branche dellamedicina, che possa vigila-re sulle procedure di me-diazione, offrendo alla giu-stizia un contributo quali-ficato, a tutela dei medicima anche dei cittadini.Infine occorrerà svilupparel’offerta di corsi Ecm, chel’Ordine di Roma, in quan-to provider accreditato, giàorganizzava e che sta con-tinuando a realizzare anchein questi mesi di passaggio.Credo che le dimensioni del

nostro Ordine e le diverseesigenze delle varie areemediche consiglino di raf-forzare soprattutto corsi inmodalità Fad o blended,ovvero misti tra Fad e resi-denziali. L’obiettivo è crea-re un vero polo Ecm, conuna piattaforma dedicata eun’offerta crescente.Qualcuno si starà doman-dando se non siano troppele iniziative che abbiamomesso nella nostra Agendae che richiederanno certa-mente un forte impegnoanche di tipo economico.Ho ripetuto spesso in cam-pagna elettorale che l’Or-dine di Roma ha una quo-ta d’iscrizione tra le più al-te d’Italia, ancor più inconsiderazione del grandenumero di iscritti. Credoche sia arrivato il momen-to di usare il bilancio si-gnificativo che ne deriva inmodo più razionale e quin-di aumentando il numerodi servizi a disposizione de-gli iscritti. Un piccolo esem-pio: mi sono già attivatocon i grandi gestori per ac-quisire caselle di Posta elet-tronica certificata per tut-ti gli iscritti. Non una con-venzione, come era già sta-to fatto, ma proprio l’ac-quisizione da parte del-l’Ordine di una casella diPec personale per ciascunmedico romano, valida pertutti i percorsi. Spero diconcludere in tempi brevile trattative e di poter pre-sto offrire a tutti questo se-gnale tangibile di un nuo-vo corso. •(*)Presidente Ordine medici

e odontoiatri di Roma, Consigliere Enpam

MEDICI A ROMA

433 - 2012

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453 - 2012

Risponde Malek Mediati, componente della Com-missione Assistenza dellaFondazione Enpam

a cura della redazione

Quando si parla del 5per mille a che cosaci si riferisce?

Con il termine 5 per milleviene definito il meccanismoin virtù del quale il cittadi-no contribuente può devol-vere parte delle sue tasseversate ad Enti e Associa-zioni che svolgono attivitàsocialmente rilevanti.È stato introdotto, a titoloiniziale e sperimentale, nel-la Finanziaria 2006 e poiconfermato negli anni con al-cune modifiche. Prevede lapossibilità per il contribuen-te di vincolare il 5 per milledella propria Irpef a sostegnodi uno dei 51 mila Enti e Co-muni facenti parte di una del-le seguenti categorie di be-neficiari: volontariato e altreorganizzazioni non lucrativedi utilità sociale, ricerca scien-tifica e universitaria, ricercasanitaria, attività a tutela deibeni culturali paesaggistici,attività sociali svolte dal co-

mune di residenza, associa-zioni sportive dilettantistichericonosciute ai fini sportividal Coni.Il 5 per mille, a differenzadelle donazioni, non com-porta maggiori oneri e il fat-to di esprimere una “scelta”,non comporta una maggio-razione delle tasse come nonesprimere la propria prefe-renza non fa risparmiare.Che cosa farà la Fondazio-ne Enpam con i soldi del 5per mille?La nostra Fondazione svolgeun ruolo importante di soste-gno attraverso l’erogazione divarie prestazioni assistenzialiche variano dall’ospitalità incase di riposo, all’assistenzadomiciliare nei confronti dicolleghi non autosufficienti eportatori di handicap. In que-sto ambito possono esserecomprese prestazioni assi-stenziali straordinarie in casodi spese per interventi chirur-gici o cure sanitarie e fisiote-rapiche non a carico del SSNe in caso di calamità naturali(terremoto, alluvione...).

Chi sono i beneficiari delleprestazioni?Le prestazioni assistenzialisono erogate agli iscritti at-tivi e ai pensionati del fon-do di previdenza generale edai loro superstiti che non ab-biano un reddito comples-sivo del nucleo familiare su-periore a 6 volte il minimoInps (36 mila euro circa)aumentato di 1\6 per ognicomponente del nucleo e-scluso il richiedente (que-sto limite non è previsto incaso di calamità naturale).Nel 2011 le prestazioni as-sistenziali sono state 1892per un impegno economicodella Fondazione di oltre ot-to milioni di euro.Qualche obiettivo? Certamente, quello di mi-gliorare le prestazioni attua-li e di puntare nel futuro adampliare le prestazioni of-ferte ed il numero dei bene-ficiari (alzando il tetto delreddito minimo).Quanti colleghi hanno ade-rito a tutt’oggi?In tabella sono riportati i da-

ti riferiti al 2008 e al 2009.Siamo in attesa di quelli del2010. Le cifre ci dicono cheabbiamo una “potenzialità”di 400 mila contribuenti maal momento attuale il nu-mero dei Colleghi che han-no destinato il loro 5 permille alla nostra Fondazio-ne è inferiore al 0,9%, cioè3206 colleghi (vedi grafico).Che cosa pensate di fareper aumentare il numerodei contribuenti?Le strategie per il futuroprevedono una forte colla-borazione tra la Fondazio-ne e gli Ordini provincialiintorno ad un progetto dicomunicazione costantevolto all‘informazione ca-pillare e alla sensibilizza-zione dei colleghi su questoargomento.Qualcosa da aggiungere?Due cose, la prima è che il5 per mille non sostituiscel’8 per mille destinato alloStato e alle Confessioni Re-ligiose, si tratta di due di-verse possibilità utilizzabi-li per destinare una partedelle proprie imposte a fi-nalità differenti.La seconda è che destinareil 5 per mille delle proprietasse, oltre a non costarenulla, è anche molto facile:i modelli per la dichiara-zione dei redditi (Cud, mo-dello 730 e Unico) conten-gono uno spazio dedicatoal 5 per mille in cui bisognaapporre la propria firma in-dicando il codice fiscale del-la Fondazione Enpam C.F.80015110580 nello spaziodedicato (il 1° in alto a sxsotto la decitura “Sostegnodel volontariato e delle al-tre organizzazioni non lu-crative di utilità sociale”). •

QUALCHE DOMANDA SUL 5 PER MILLE

2008 2009 POTENZIALICONTRIBUENTI 1010 3206 400.000IMPORTO € 113.938 € 295.673 € 31.356.528

CONTRIBUENTI

400.000

300.000

200.000

100.000

02008 2009 POTENZIALI

0,3% 0,8%

ASSISTENZA

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483 - 2012

L’INTERVISTA/1

di Carlo Ciocci

P rofessor Caltagirone,da quando si occupadel morbo di Alzhei-

mer? Dall’esame di Neurologiaall’università: l’ultima do-manda del mio professore,che decretò la lode, fu pro-prio relativa a questa pato-logia. Negli ultimi quaran-ta anni l’atteggiamento deimedici nei confronti dellemalattie neuro-degenerati-ve è molto cambiato: men-tre un tempo veniva rite-nuta una malattia rara, unacuriosità scientifica condi-visa da pochi, attualmentel’Alzheimer viene conside-rato in modo prioritario trale malattie degli anziani peril fatto che si è decisamen-te allungata la speranza di

vita e perché la salute vie-ne maggiormente curata.

Si è modificata l’informa-zione relativa a questa ma-lattia? Intanto ci sono stati im-portanti studi, tra questiquello del Consiglio na-zionale delle ricerche, chehanno affrontato il tema“invecchiamento” e chiari-to come le malattie neuro-degenerative, tra cui la de-menza e le sue varie forme,è molto più frequente diquanto si sospettava. Og-gi in Italia, infatti, le per-sone con problemi alla sfe-ra cognitiva sono circa unmilione, un alto numero dipazienti che coinvolgonodecisamente i loro familia-ri. Una problematica conla quale il malato e le fa-

miglie possono trovarsi afare i conti per una decinadi anni.

Si è modificato anche l’ap-proccio degli specialisti al-la patologia? I neurologi oggi hanno fo-calizzato l’attenzione sulladiagnosi precoce o precli-nica. Attualmente da subi-to si presta il massimo del-l’attenzione alla patologiaquando si presentano pro-blemi alle funzioni cogniti-ve, e non solo la memoria,sottoponendo la personaad un trattamento diagno-stico. Con l’MCI (MildCognitive Impairment), adesempio, si individuanoquei soggetti con formeiniziali che hanno una pro-babilità di ammalare dimalattie neuro-degenerati-

ve di circa sette-otto voltesuperiore alla popolazionegenerale. Un gruppo di la-voro da me fondato, asso-ciato alla Società italianadi neurologia, la Societàitaliana neurologia per ledemenze (Sindem), si oc-cupa specificatamente diquesto settore e si è recen-temente riunita in un con-vegno a valenza nazionalecon l’obiettivo di ricercarei criteri per riconoscere nelmodo più dettagliato pos-sibile coloro che divente-ranno dementi. Il concetto è che la malat-tia di Alzheimer non ne-cessita della demenza perfare la diagnosi, ma iniziamolti anni prima e se neconoscono alcuni elemen-ti di fisio-patologia. Comein molte malattie neurolo-giche, l’alterazione risiedenella produzione anomalae deposito della proteinabeta-amiloide a livello ce-rebrale e questo induce,successivamente, una seriedi fenomeni neuro-dege-nerativi quali lo spopola-mento neuronale, la dege-nerazione neuro-fibrillare,le placche senili. Tutti que-sti elementi hanno a chefare con la neuro patologiadella malattia, ma il pro-cesso è iniziato molto pri-ma che si sveli con il de-clino cognitivo. La conoscenza della fisio-patologia e la diffusione delprogetto Cronos, che haesordito più di dieci anni facon il trattamento con i far-maci inibitori dell’acetilco-linesterasi nei pazienti condemenza da Alzheimer, hapermesso la creazione diuna serie di strutture del

Alzheimer, oggi si punta sulla diagnosi precoce

Il professor Carlo Caltagirone consegue negli anni Settanta ildiploma di specializzazione in Neurologia ed in Psichiatria.Nel 1983 viene chiamato dal CdF dell'Università di Roma“Tor Vergata” nel ruolo di Professore Associato per ladisciplina Neuropsicologia Clinica. Negli anni successiviavvia presso la Clinica Neurologica dell'Università di Roma“Tor Vergata” il Laboratorio di Neuropsicologia e NeurologiaCom portamentale. Nel 1994 vince il concorso a Professore diI Fascia per il raggruppamento disciplinare Neu rologia e nelnovembre di quell’anno è chiamato dal CdF della Facoltà

Medica dell'Università di Roma “Tor Vergata” a ricoprire il ruolo di titolare dell’in -segnamento di Neurologia per il corso di laurea in Odontoiatria. Dal gennaio 1997al dicembre 1999 è nominato direttore scientifico della Fondazione Santa Lucia.Dal ’99 è titolare dell'insegnamento di Neurologia presso la Facoltà di Medicinadell'Università di Roma “Tor Vergata” strutturato per le funzioni assistenzialipresso la divisione di Neurologia e Riabilitazione Neurologica della FondazioneSanta Lucia. Dal gennaio 2002 è nuovamente direttore scientifico del Santa Lucia.Dal gennaio 2003 è presidente della Società italiana di Neurogeriatria

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lo sulla presenza di un de-clino, ma anche sulla pos-sibilità di una o un’altra ca-tegoria diagnostica.

Che cosa mi può dire aproposito del rapporto coni familiari del paziente? I familiari hanno bisogno diessere informati di quelleche sono le conseguenzedella malattia, anche per-ché i primi sintomi posso-no essere anche comporta-mentali e quindi si verificaun cambiamento nel carat-tere della persona, che spes-so viene vissuto dai fami-liari in modo conflittuale.Nel senso che si tollera lasmemoratezza del propriocaro, ma non si riesce a tol-lerare che una persona siamaggiormente aggressiva emeno presente dal lato af-fettivo. Nella nostra strut-tura presso la FondazioneSanta Lucia teniamo mol-to presente anche questeproblematiche tese ad aiu-tare i familiari nel gestirecomportamenti non gradi-ti del paziente e che porta-no a considerazioni del ti-po “…me lo fa apposta”,“…sembra che non possafare niente, ma quandovuole è più attivo”, “…maiun po’ di gratitudine con

tutto quello che facciamoper lui”. È evidente che leforme più gravi inficiano lecapacità cognitive, con ul-teriore sovraccarico dellefamiglie le quali, con i rit-mi di vita di oggi, spessonon ce la fanno da sole agestire il problema. A talproposito, va detto che il fe-nomeno delle badanti è tut-to italiano: il più delle vol-te si tratta di persone pocopreparate ad affrontare ilproblema. Ad esempio, sa-rebbe molto importante sti-molare il paziente di fron-te alle piccole o grandi ne-cessità quotidiane, invecesi tende a fare in modo diimpedire al malato qualun-que attività. In molti paesieuropei, invece, ci sonostrutture anche pubblicheche accolgono questo ge-nere di paziente: qui per-sonale esperto si prende cu-ra della persona in modoopportuno. Da noi lo Sta-to, salvo alcune eccezioni,sembra preferire pagarel’indennità di accompagno,che spesso serve per la re-tribuzione della badante,piuttosto che investire instrutture davvero utili o nel-l’assistenza domiciliare. An-che sotto questo aspetto c’èmolto da fare. •

L’INTERVISTA/1

Perché, dopo una certa età, si faticaa ricordare i nomi delle persone?

“In alcuni casi fa parte del normale invecchiamen-to legato all'età in altri (quando il disturbo è perva-sivo e tende a peggiorare in tempi rapidi) può esse-re un sintomo di una patologia degenerativa (de-menza fronto temporale o sintomo di una patologiacerebro vascolare incipiente) e quindi merita un ap-profondimento (visita neurologica, valutazione neu-rocognitiva, eventualmene studio con Neuroimma-gini: tac o risonanza cerebrale)”.

Servizio sanitario naziona-le, le Uva (Unità valutativaAlzheimer), che permetto-no di offrire un servizio aipazienti ed ai loro familiarirelativamente alla prescri-zione dei farmaci ed a livel-lo diagnostico ora orienta-to alla diagnosi precoce.

Quali sono gli obiettiviche voi neurologi vi pro-ponete? Fare diagnosi quanto prima

possibile, ridurre i fattori dirischio, attribuire il declinocognitivo ad una possibiledelle cause ad oggi cono-sciute, seguire nel tempo ilpaziente perché, attualmen-te, sta cambiando il “lessi-co” della malattia. Infatti cisono a disposizione deimarker sia biologici che dineuro-immagine che per-mettono, insieme ai dati cli-nici e neuro-cognitivi, diavere un’opinione non so-

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L’INTERVISTA/2

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di Claudia Furlanetto

“Nonostante la ti-roidectomia siauna pratica or-

mai ben consolidata e anchesicura, non è completamen-te esente dal rischio di com-plicanze, come quelle lega-te alla lesione del nervo la-ringeo e delle paratiroidi”,spiega il professor AndreaOrtensi. “Il trattamento chirurgicodella tiroide – continua ilprofessore – può avvalersioggi di novità tecniche co-me la chirurgia mininvasivae la microchirurgia. La pri-ma si impiega principal-mente per neoplasie di di-mensioni più limitate e ma-lattie circoscritte e copre cir-ca il 18/20 per cento dellepatologie benigne e malignedella ghiandola. La seconda,

che affianca la tecnica tradi-zionale e può essere impie-gata nel restante 80 per cen-to delle patologie, consenteuna maggiore radicalità del-l’intervento: è una tecnicamolto utile per prevenire lecomplicanze della chirurgiatradizionale soprattutto ne-gli interventi per recidiva,nelle tiroiditi, nel cancro enelle linfectomie del collo.L’impiego della microchi-rurgia è poi particolarmen-te utile nel caso della rico-struzione del nervo laringeoche ha un diametro di circa0,4/0,6 mm”.

Un tipo di tecnica chirurgi-ca accessibile a tutti?Si è soliti pensare che il chi-

rurgo preparato possa faretutto anche ad occhio nudo,questo è vero in parte, main realtà la tecnologia ga-rantisce dei miglioramentinel risultato finale. Per uti-lizzare l’ingrandimento ot-tico è però necessario un ad-destramento. È un errorepensare che un chirurgo tra-dizionale possa indossare edutilizzare immediatamentegli occhiali ingrandenti. Èper questo che lo scorso No-vembre abbiamo organiz-zato presso la nostra strut-tura il primo Corso nazio-nale di microchirurgia inchirurgia della tiroide, du-rante il quale sono stati ese-guiti e commentati inter-venti in diretta.

È una tecnica che si acqui-sisce nel tempo e, in questosenso, è meglio ovviamenteiniziare in giovane età.

I vantaggi?Gli occhiali ingranditoriconsentono un aumento del-la visione ottica di 4,5 volte,mentre la daylight, una lucefredda che illumina bene ilcampo operatorio, posizio-nata sulla fronte del chirur-go rende ben visibile la par-te di interesse anche nelle ca-vità più profonde. La mi-crochirurgia permette quin-di di ampliare le possibilitàdi intervento anche su strut-ture al di sotto dei 2 mm edè applicabile in ogni tipo dichirurgia. Inoltre lo stru-mentario microchirurgico èpiù sofisticato e meno trau-matico rispetto alla stru-mentazione tradizionale.

Parliamo del rischio di in-tervento chirurgico alla ti-roide.Il rischio maggiore è la le-sione iatrogenica bilateraledei nervi ricorrenti che ar-rivano alle corde vocali pas-sando per i due lobi dellatiroide e che sono respons-abili della funzione vocale erespiratoria. L’intervento ditiroidectomia totale, cherappresenta oggi il tratta-mento di scelta, può au-mentare questo rischio. Inprecedenza si tendeva ad es-sere meno radicali nella de-molizione del tessuto so-prattutto nelle zone vicineal nervo ricorrente o alle al-tre strutture nobili. In alcu-ni casi, però, si è verificatala recrudescenza della ma-lattia sulle parti di tessutonon asportate, per questo

Microchirurgia in chirurgia della tiroide

Andrea Ortensi dal 1990 è stato Docente di “Microchi-rurgia” presso la I° Scuola di Chirurgia Vascolare della “Sa-pienza” a Roma. Nella stessa Università dal 1997 ha inse-gnato Endocrinochirurgia, Chirurgia d’Urgenza e Micro-chirurgia presso il corso di Laurea in Medicina e Chirurgia(III° Canale). Past President della Società Italiana di Mi-crochirurgia e dal 2002 Founder e General Coordinator del-la European Microsurgical Research Association (EMRA).Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Microchirur-gia Generale presso la Casa di Cura Accreditata “Fabia Ma-ter”, è dal 2005 Coordinatore del gruppo di studio Mi-crochirurgia della SIA, Società Italiana di Andrologia

Ricorrere alla microchirurgia e all’uso dei mezzi ottici d’ingrandimentocome supporto alla chirurgia tradizionale può rappresentare un validoausilio nel prevenire complicanze specie negli interventi per recidiva,

nelle tiroiditi, nel cancro e nelle linfectomie del collo

Il rischio maggiore è la lesione iatrogenica bilaterale

dei nervi ricorrenti

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chiamato ricorrente perchécirconda l’arco aortico e l’ar-teria succlavia: origina dalnervo vago e si dirige in al-to fino alla parte posterioredella laringe dove si separanei rami terminali. L’aiuto chirurgo sposta il lo-bo tiroideo verso di sé al-lontanandolo dall’operato-re. Una volta identificato ilnervo laringeo, sia con la pal-pazione, sia riconoscendol’arteria tiroidea inferiore chelo incrocia, il chirurgo lo se-gue verso l’alto fino ad arri-vare all’interno del lobo. Ilnervo deve essere seguito al-l’interno delle ramificazionidei vasi sanguigni, che sonodi circa 0,2-0,4 mm di dia-metro e che devono esseresottoposti a legatura. Le le-gature in tecnica microchi-rurgica sono fondamentaliper garantire un elevato li-vello di emostasi, ed evitarele emorragie che si possonoverificare durante la tiroi-dectomia totale ed anche nel-le prime 24-48 ore post-ope-ratorie, e che spesso riguar-dano il sanguinamento daipiccoli vasi arteriosi che sitrovano in prossimità del-l’ingresso dei rami del nervoricorrente in laringe.Una volta arrivati alla finedella preparazione del ner-vo ci troviamo di fronte acirca 10-15 legature per la-to, destro e sinistro. Il ner-vo a questo punto è isolatoe il lobo tiroideo è alzato edistaccato, pronto per esse-re asportato.

Come si procede alla rico-struzione del nervo ricor-rente?Le tecniche di ricostruzionemicrochirurgiche, che im-

piegano il microscopio a 40ingrandimenti, oggi per-mettono di riparare le lesio-ni: è possibile eseguire unaneurorrafia termino-termi-nale, fascicolare, o utilizza-re un innesto intervenendoimmediatamente, durantel’intervento chirurgico stes-so, o in un momento suc-cessivo. Alternativamente sipuò eseguire un’anastomo-si tra il nervo laringeo infe-riore e l’ansa dell’ipoglosso,in particolare la branca ter-minale diretta al muscolosterno-tiroideo. Queste tec-niche non sono però in gra-do di ristabilire la normalemotilità della corda vocale,ma migliorano sia il tono siail trofismo muscolare. Inquesto modo è possibile ri-stabilire una buona funzio-ne vocale e ventilatoria.

E nella fase postoperatoria?La fisioterapia riabilitativagioca un ruolo fondamenta-le: durante l’intervento il pa-ziente è costretto a stare conil collo iperesteso per per-mettere al chirurgo una vi-sione ottimale della zona in-teressata; nei giorni seguen-ti la medicazione lo costrin-ge invece a stare con il men-to rivolto verso il basso.Questa posizione oltre acreare un problema alle ver-tebre cervicali, può ancheinficiare il meccanismo del-la voce, quest’ultimo, inte-ressato anche per il coin-volgimento chirurgico deimuscoli del collo: con unafisioterapia postoperatoriaprecoce si possono ottenererisultati entusiasmanti siaper quanto riguarda la vo-ce, sia per quanto riguardal’irrigidimento del collo. •

oggi si preferisce la resezio-ne totale. Il rischio di lesione derivadalla mancata identificazio-ne del nervo, dalle anoma-lie anatomiche che rendonodifficile la sua identificazio-ne e il suo isolamento e dal-la coagulazione dei vasi san-guigni vicini al nervo stesso.L’emostasi dei rami delle ar-terie tiroidee, che può esse-re assicurata con legaturetradizionali, più moderna-mente con l’Ultracision –strumento che brucia e ta-glia in contemporanea – ocon coagulatore bipolare,può provocare danni al ner-vo ricorrente quando vieneeffettuata a distanza tropporavvicinata. Anche la tiroidite, quandoprovoca una grave infiam-mazione della ghiandola,può rendere più difficilel’identificazione del nervo.Senza considerare che in pre-senza di neoplasia ci può es-sere un interessamento deilinfonodi laterocervicali chepuò obbligare il chirurgo aduna linfoadenectomia conconseguente aumento del ri-schio di lesione del ricorren-te: anche in questi casi l’uti-

lizzo dell’ingrandimento ot-tico può essere importante. Ricapitolando, per migliora-re il risultato nel lungo pe-riodo l’intervento chirurgicopersegue tre obiettivi princi-pali: eliminazione di tutto iltessuto tiroideo, conserva-zione del nervo laringeo econservazione delle parati-roidi, le ghiandole deputatealla secrezione del parator-mone che controlla la quan-tità del calcio nel sangue.

Quali sono le indicazioniper l’impiego della micro-chirurgia?Il gozzo multinodulare, ilgozzo retrosternale, iperfun-zionante, il carcinoma diffe-renziato della tiroide e il can-cro midollare della tiroide.

In che percentuale si veri-fica la lesione del nervo ri-corrente?La paralisi transitoria delnervo laringeo inferiore si at-testa intorno al 3,5 per cen-to mentre quella permanen-te intorno all’1 per cento.

Come si procede all’isola-mento del nervo?Il nervo laringeo inferiore è

Nella foto gli occhiali ingranditori e la daylight

L’INTERVISTA/2

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IL PUNTO SU…

di Andrea Sermonti

Prende il via nel mesedi maggio una cam-pagna educazionale

che interesserà gli studi of-talmologici per sensibiliz-zare ed educare sui sinto-mi a livello oculare dell’al-lergia. Il coinvolgimentodell’oculista nasce dallaforte incidenza che i sinto-mi dell’allergia hanno sul-l’apparato visivo: “La con-giuntivite è fra i sintomiprincipali della rinite al-lergica, eppure normal-mente i soggetti che ne sof-frono non riportano al pro-prio medico il problemadell’occhio rosso – sottoli-nea il professor GiorgioWalter Canonica, diretto-re della Clinica di malattiedell’apparato respiratorioe allergologia dell’Univer-sità di Genova – nono-stante il 95% circa dei pa-zienti con rinite allergicaabbia anche un interessa-mento oculare, la con-giuntivite è abbondante-mente sottovalutata nel selfreporting dei pazienti”. L’interessamento della con-giuntiva è particolarmentefrequente soprattutto neipazienti che presentano

una polisensibilizzazione,che sono cioè sensibili siaagli allergeni perenni comegli acari, sia agli allergenistagionali, vale a dire i pol-lini. Ecco perché a pro-muovere l’iniziativa è l’As-sociazione Italiana di Ae-robiologia (AIA), uno deicui meriti principali è quel-lo di effettuare il monito-raggio delle particelle pre-senti nell’aria (pollini, spo-re fungine). È grazie a questo impegnocostante che vengono co-struiti i bollettini settima-nali dei pollini per ogniarea geografica e che ven-gono realizzati i calendaripollinici. “La campagnaeducazionale “Occhio al-l’allergia” si inserisce nel-l’ambito della mission diAIA di divulgare il mes-saggio sull’importanza del-l’aerobiologia anche aglispecialisti oculisti – spiegala professoressa GiannaLuisa Moscato, presidenteAIA e allergologa presso laFondazione SalvatoreMaugeri IRCCS di Pavia –Nella loro pratica clinicagli oculisti sono spesso inpresenza di pazienti conpatologie come la con-giuntivite la cui gravità può

dipendere in larga misuradalle concentrazioni deipollini nell’atmosfera e chequindi possono trarre be-neficio dal conoscerle permodulare la terapia. Congli stessi scopi la campa-gna si rivolge anche ai pa-zienti con sintomi oculari,che per i motivi più sopraesposti potranno variare iloro comportamenti anchein base alle conoscenze suidati di monitoraggio am-bientale”.Non è solo l’elevata fre-

quenza del disturbo a giu-stificare la scelta di pro-muovere la campagna: isintomi oculari infatti so-no fra quelli che più inci-dono negativamente sullaqualità di vita. “Uno stu-dio osservazionale che ab-biamo effettuato in quat-tro nazioni europee fra cuil’Italia ha permesso di di-mostrare che la presenzadi sintomi oculari non so-lo riduce la qualità di vita,ma diminuisce la produtti-vità lavorativa e aumental’utilizzo di risorse – ag-giunge Canonica. Più inparticolare, è emerso comela presenza dei sintomioculari si correlasse con unmaggior numero di ore dilavoro perse e con unacompromissione della per-formance lavorativa. È an-che emerso che i pazientiche presentavano sia i sin-tomi oculari, sia quelli na-sali avevano fatto mezzagiornata di assenza in più

“Occhio all’allergia”, al via campagna informativa

Parte un progetto di sensibilizzazione sui sintomi oculari delle allergie,responsabili di conseguenze non trascurabili su qualità di vita eproduttività lavorativa. Il progetto, promosso dall’Associazione

italiana di aerobiologia, coinvolgerà gli studi degli oculisti. Materialeinformativo sul sito www.meteopolline.it

523 - 2012

COME FA IL PAZIENTE A SAPEREQUANDO C’È IL PICCO DI POLLINAZIONE

Una delle regole per contrastare l’allergia è quella diconoscere in anticipo il picco di pollinazione. E’ fon-damentale pertanto, una volta individuato il pollineresponsabile, documentarsi sulla pianta, dove vive,quando fiorisce, e così via. Queste informazioni èpossibile ottenerle facilmente, grazie al lavoro del-l’Associazione Italiana di Aerobiologia (AIA), sul si-to www.meteopolline.it, che offre a tutti gli allergiciche lo desiderano un servizio settimanale di previ-sione delle concentrazioni dei pollini suddivisi per ti-pologia di pianta. Il servizio è fruibile dal 1 aprile al30 settembre sul sito, attraverso una newsletter o viasms: per ricevere il servizio tramite newsletter o smsè necessario compilare il veloce format pubblicatoonline indicando i propri contatti, l’area di interessee la famiglia di piante cui si è allergici.

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a causa della rinite allergi-ca nei tre mesi precedenti.Dato l’impatto che la pre-senza dei sintomi ocularipuò avere sulla qualità divita e in considerazioneche spesso il sintomo nonviene riferito al medicopuò accadere che per con-trollare il prurito e il bru-ciore agli occhi il paziente

debba fare ricorso a unpreparato sintomatico diautomedicazione. La logi-ca in questi casi suggeriscel’impiego di un collirio an-tistaminico, meglio se dasolo come la formulazionedi levocabastina, caratte-rizzata da una rapida in-sorgenza dell’effetto e daun buon profilo di tollera-

bilità. Bisogna tenere an-che presente che molti col-liri antistaminici da bancosono in realtà associati aun decongestionante. Que-st’ultimo è da utilizzarecon cautela e comunqueper tempi brevi – conclu-de Canonica – per il rischiodi una congestione di rim-balzo, che alla sospensio-ne del farmaco possa cioèricomparire un’infiamma-zione addirittura più in-tensa di quella per cui siera ricorsi al collirio”. I sin-tomi della congiuntivite al-lergica, in particolare ilprurito oculare, la lacri-mazione e l’arrossamentopossono essere estrema-mente disturbanti per il pa-ziente che cerca quindi unrapido sollievo. Non biso-gna infatti dimenticare cheesistono diverse forme al-lergiche e che accanto aquelle più semplici da cu-rare, meno sintomatichepossono esservi delle for-me più gravi. “Abbiamo di-

versi farmaci a disposizio-ne per poter fronteggiarequesti segni e sintomi –spiega il professor StefanoBonini, docente di Oftal-mologia e di malattie del-l’apparato visivo della Fa-coltà di Medicina e Chi-rurgia e direttore dellaScuola di specializzazionein Oftalmologia del Cam-pus Biomedico di Roma.Molti di questi però, puressendo efficaci, hanno ef-fetti collaterali. È peresempio il caso degli ste-roidi il cui impiego a lun-go termine può determi-nare un aumento dellapressione oculare. Lo sco-po è quello di cercare diutilizzare colliri che, senzaalcun rischio, riducano lasensazione di prurito: pre-parati antistaminici, comela levocabastina, sicuri edefficaci e che possono es-sere impiegati liberamentecon ottimi risultati”. •

IL PUNTO SU…

533 - 2012

OGNI ZONA DEL TERRITORIO NAZIONALEHA LA SUA CONCENTRAZIONE DI POLLINI

L’Italia è stata suddivisa in dieci macro-aree: Alpi (arco al-pino), la Pianura Padana (parte del Piemonte, quasi tuttala Lombardia, le province settentrionali dell’Emilia Ro-magna, il sud del Trentino, parte del Veneto e del Friuliesclusa la fascia costiera), il Nord Adriatico (fascia costie-ra da Trieste fino a sud di Ancona), il Centro Adriatico(parte del Molise e dell’Abruzzo) e la Puglia. Sull’altro ver-sante, il Nord Tirreno (Liguria e Toscana), il Sud Tirreno(parte meridionale della Toscana, Lazio e Campania), laCalabria, la Sicilia e la Sardegna. Una valutazione delleconcentrazione dei pollini presenti nell’atmosfera e unaprevisione del loro comportamento nella settimana suc-cessiva viene effettuata per ciascuna di queste aree così dapermettere all’allergico di monitorare l’andamento dei pol-lini e provvedere per tempo alle difese.

UN SITO DEDICATO A NOTIZIE E INFORMAZIONI SULLE ALLERGIE

Il sito www.meteopolline.it offre informazioni sul te-ma dell’allergia a 360° tra le quali:

• Un vademecum sull’allergia e su come affrontarlain modo corretto

• Un test per valutare se è il caso di approfondire unapossibile allergia con il medico e il farmacista

• Un focus sul problema dei sintomi a livello ocula-re, protagonista della campagna educazionale 2012dell’Associazione Italiana di Aerobiologia.

• Una sezione FAQ nella quale trovare risposte adalcune delle domande più comuni.

QUANDO IL SINTOMO OCULAREÈ PIÙ FASTIDIOSO DELLA RINITE

Uno studio condotto alcuni anni fa per verificarela prevalenza e la severità dei diversi sintomi ma-nifestati dai pazienti con rinite allergica ha docu-mentato come i sintomi oculari fossero presenti dasoli (nell’8% dei casi) o insieme a quelli nasali(nell’85,3% dei casi) addirittura più spesso dei sin-tomi nasali senza congiuntivite (6,7%). Inoltre dalla stessa indagine emergeva come nel70% dei casi la severità dei sintomi oculari fosseanaloga se non superiore a quella delle manifesta-zioni rinitiche. Una conferma della frequenza delcoinvolgimento oculare nella rinite allergica vieneda uno studio italiano che ha documentato comeuna congiuntivite fosse presente nel 95% dei pa-zienti con rinite.

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TEMPI E MODI PER LA PUBBLICAZIONELe notizie inerenti congressi, convegni, corsi e manifestazioni scientifiche devono essere rese note alla redazione

del giornale dell’Enpam - oltre tre mesi prima dell’evento - tramite posta all’indirizzo Via Torino, 3800184 Roma; via e-mail all’indirizzo [email protected]; via fax ai numeri 06/48294260 - 06/48294793.

Le notizie dovranno riguardare eventi accreditati ECM o organizzati in ambito universitario e non comportare costi di partecipazione per i medici (o comunque costi molto ridotti).

Per esigenze tipografiche e di spazio si invita a trasmettere testi sintetizzati in circa dieci righe. La pubblicazione degli avvisi avverrà, come sempre, gratuitamente.

Medici in AfricaGenova, 16-19 maggio, Auditorium del Galata Museo del Mare, Darsena Porto AnticoDestinatari: rivolto a medici e infermieri che intendano operare nei P.V.S.Da dieci anni Medici in Africa organizza corsi di base per medici che desiderano svolgere azione di volontariato nei paesiafricani o di altre zone emergenti. I corsi intendono fornire informazioni sulla situazione sanitaria in africa, cenni di auto-protezione dalle più frequenti malattie endemiche, cenni di diagnosi e terapia di malattie tropicali di frequente riscontro.Informazioni: Segreteria Organizzativa tel. 010 3537621, e-mail: [email protected], sito web: www.mediciinafrica.itEcm: accreditato per medici e infermieri

Giovani e salute mentaleBrescia, 24-26 maggio, Centro Congressi ProbrixiaPresidenti: prof. Angelo Cocchi, dott. Giovanni de GirolamoArgomenti: Il congresso si propone di esaminare i disturbi mentali che possono insorgere durante l’adolescenza e l’età giovanile, in relazione anche ai servizi di salute mentaleInformazioni: Segreteria Scientifica dott. Giovanni de Girolamo, Direttore Scientifico, IRCCS Fatebenefratelli, Via Pilastroni 4, 25125 Brescia, tel. 030 3501590, e-mail: [email protected] Organizzativa: Key Congress and Communication, Via Makallé 75, 35138 Padova, tel. 049 8729511, fax 049 8729512Ecm: richiesti crediti ecm

Università degli Studi di Roma Tor Vergata - Facoltà di Medicina e ChirurgiaDiagnosi e terapia dello stress con la medicina integrataRoma, 8 giugno, Aula BovetObiettivi: il tema di questo XI° Convegno si inserisce nel contesto dell’integrazione e del confronto dell’agopuntura e delle altre metodiche complementari nell’ambito della clinica dei diversi apparati umani. I lavori congressuali testimoniano le diverse opportunità e l’efficacia con l’obiettivo di offrire al medico risorse da affiancare ai propri strumenti terapeuticiInformazioni: Segreteria Scientifica tel. 06 5816501, e-mail: [email protected]: richiesti crediti ecm

CONGRESSI, CONVEGNI, CORSI

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CONGRESSI, CONVEGNI, CORSI

Psicoanalisi e luoghi della riabilitazioneLecce, 12 maggioObiettivi: utilizzare la psicoanalisi come strumento di interpretazione delle dinamiche istituzionali dei servizi e delle comunità che si occupano di riabilitazione psichiatrica, affinché tali dinamiche non entrino in contraddizionecon il progetto terapeutico individualizzato per ciascun paziente. Il dott. Giuseppe Riefolo terrà un gruppoesperenziale con gli operatoriDestinatari: medici, psicologi e operatori della riabilitazione psichiatricaSegreteria Organizzativa: Frenis Zero, tel. 338 6129995, e-mail [email protected], sito web: www.identitacongress.ikEcm: richiesti 8 crediti ecm per medici e psicologi

Chirurgia mini-invasiva nelle urgenze toraco-addominaliPotenza, 25 maggio, Auditorium A. O. “S. Carlo”Presidente: dott. Pio Rocco TramutoliPresidente Onorario: prof. Francesco CorcioneCoordinatore Scientifico: dott. Paolo CaiazzoArgomenti: il Convegno, rivolto a medici specialisti nelle diverse branche chirurgiche ed agli infermieri operanti in campo chirurgico, tratterà dello stato dell’arte del trattamento mini-invasivo delle patologie toraciche e addominaliurgenti di più comune riscontroInformazioni: e-mail: [email protected]: richiesti crediti

Ricerca e riabilitazione: dalla metodologia ai risultati cliniciCagliari, 11 – 12 maggio, Hotel Mediterraneo, Lungomare Cristoforo Colombo 46Presidente: dott. Mauro PiriaArgomenti: il Corso, indirizzato a tutti gli operatori della riabilitazione, discuterà le criticità del trasferimento della ricerca alla pratica clinica e la capacità di scegliere un orientamento etico per la ricerca, esaminerà le problematiche cliniche di prevalente interesse in fisiatria, conterrà un approfondimento ed una verifica su alcunimezzi fisici più tradizionali o innovativi, e includerà alcuni workshop transdisciplinari in seduta plenaria che esporranno le nuove opportunità consentite dalle tecnologieInformazioni: Segreteria Scientifica Giuseppe Berti, Giovanna Cao, Carlo Casula, Miriana Fresu, Giancarlo Musso,Pierluigi Zolesio Segreteria Organizzativa: Medik, tel. 049 8170700, fax 06 89280089, e-mail: [email protected]

Medicina della riproduzione e diagnosi prenataleBologna, 18 maggio, Royal Hotel Carlton, Via Montebello 8Presidenti: dott. M. Filicori, dott. G. PiluArgomenti: il Convegno consta di 4 sessioni: procreazione medicalmente assistita, apparato riproduttivo femminile,tecniche invasive e nuove metodiche diagnostiche, evoluzione delle indagini ecograficheInformazioni: Segreteria Scientifica d.ssa Fanny Infante, d.ssa Cristina Tabarelli, dott. Enzo Troilo; Gynepro Medical,Via Tranquillo Cremona 8, Bologna 40137, tel. 051 442094, fax 051 441135, e-mail: [email protected], sito web: www.gynepro.itSegreteria Organizzativa: Gynepro Educational, Via delle Lame 44, 40122 Bologna, tel. 051 223260, fax 051 222101, e-mail: [email protected]: in corso di accreditamento ecm

Ecografia in gastroenterologiaPiacenza, 24-25 maggio, Centro Congressi Park HotelDirettore: dott. Fabio FornariArgomenti: il Corso di aggiornamento consta di 4 sessioni: novità 2011-2012 dalla letteratura; ecografia con mezzo di contrasto (Ceus): stato attuale, pancreas; ecografia nella diagnosi e terapia dell’epatocarcinoma; elastosonografia,ecografia operativa, vie biliariInformazioni: Progetto Meeting, Via De’ Mattuiani 4, 40124 Bologna, tel. 051 585792, fax 051 3396122, e-mail: [email protected]: riconosciuti 10 crediti formativi ecm per medici

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CONGRESSI, CONVEGNI, CORSI

563 - 2012

Nuova adolescenza. Problematiche ginecologiche, endocrine, comportamentali Grottammare, 9 giugno, Palazzo Kursaal, Lungomare Nord, Viale Cristoforo Colombo 1Presidente: prof. Edoardo BartolottaAlcuni argomenti: pubertà: aspetti diagnostici e terapeutici; nutrizione e suoi disturbi in adolescenza: epidemiologia,quadri clinici, terapia; adolescenti e sessualità: la prima visita, la sessualità, la contraccezione e i suoi ostacoli, aspettimedico legaliScadenza iscrizione: 25 maggioInformazioni: Segreteria Scientifica d.ssa Diana GiobbiSegreteria Organizzativa: Dolphin Organization, Via Vizzani 33, 40138 Bologna, tel. 392 2491593, fax 051 3764106, e-mail: [email protected], sito web: www.dolphinorganization.comEcm: crediti formativi richiesti

Nuova scuola medica salernitana

Giornate proctologicheSalerno, 25-26 maggio, Palazzo della ProvinciaPresidenti: dott. A. Aiello, dott. G. IontaOrganizzatore: dott. A. Sebastiano Destinatari: medici, farmacisti, medici di base e del territorioArgomenti: i progressi della proctologia. Lectio magistralis dott. Antonio LongoInformazioni: Agenzia All Services, e-mail: [email protected], tel. 089 3867213, cell. 328 3155800Ecm: accreditato ecm

Cure Primarie: tra chronic care model e medicina di iniziativaEmpoli, 14-15-16 giugno, Palazzo delle EsposizioniComitato Scientifico: dott. Benvenuti, dott. Leto, dott. Maciocco, dott. Massai, dott. SalvadoriArgomenti: chronic care model; sarà presente Ed Wagner, ideatore del ccm, Kate Lorig, esperta Usa di self-managemented esperti europei italiani e regionali sulle cure primarieDestinatari: medici, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, biologi, farmacisti, infermieri, ostetriche,assistenti sanitari, fisioterapisti, assistenti sociali, educatori, operatori socio-sanitari, e tutti i professionisti che, a vario titolo, operano nell’ambito delle cure primarieInformazioni: Segreteria Organizzativa Agenzia per la formazione AUSL 11, Empoli, tel. 0571 704320, fax 0571704339, e-mail: [email protected]: richiesti crediti formativi alla Regione Toscana

Focus sulla sindrome di Sjogren: inquadramento, rimedi e terapieBrescia, 16 giugno, Facoltà di Medicina e ChirurgiaDestinatari: medici chirurghi, biologi, infermieri, tecnici di laboratorio biomedicoAlcuni argomenti: patogenesi e quadri anatomo patologici, definizione clinica e classificazione, caratterizzazionesierologica: gli autoanticorpi, manifestazioni cliniche extraghiandolariInformazioni: Segreteria Scientifica d.ssa Angela Tincani, dott. Paolo Airò, dott. Franco Franceschini, dott. Roberto GorlaSegreteria Organizzativa: Sparks di Clementina Rizzetti, Via Daniele Piccinini 2, 24122 Bergamo, tel. 035 237666, fax 035 4137429, e-mail: [email protected]: richiesti crediti ecm

Chirurgia oncologica e terapie integrateTorino, 14-16 giugno, International Training CenterPresidente: prof. Sergio SandrucciPresidente Onorario: prof. Antonio MussaAlcuni argomenti: terapia neoadiuvante nel carcinoma localmente avanzato della mammella non metastatico,carcinoma gastrico localmente avanzato, carcinoma ovarico: trattamento della recidiva peritoneale dopo chirurgia e chemioterapia di prima lineaInformazioni: Segreteria Organizzativa Kassiopea Group srl, Via Mameli 65, 09124 Cagliari,tel. 070 651242, fax 070 656263, e.mail: [email protected], sito web: www.sicoonline.orgEcm: accreditato ecm

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IL PERSONAGGIO

di Paola Stefanucci

Dal 2010 Ruggero Poè la voce di “RadioAnch’Io”, il longevo

(trentaquattro anni) pro-gramma mattutino in ondasu Rai Radio1. Il giornali-sta, preceduto nella con-duzione del talk show, tragli altri, da Gianni Bisiach(seguace sia di Marconi siadi Ippocrate, come i nostrilettori ben sanno), AndreaVianello, Stefano Mensu-rati e Giorgio Zanchini, rie-sce a calamitare l’attenzio-ne di un milione e più di ra-dioascoltatori. Un recordin irrefrenabile (e sorpren-dente) ascesa per un me-dium che s’immaginerebbeappassito nell’era digitale.Puntuale, ogni settimanadal martedì al venerdì, al-le 9.03 Ruggero Po tieneacceso per cinquantasei mi-nuti il dibattito su temi dibruciante attualità coin-volgendo in diretta esper-ti, protagonisti e pubblicoradiofonico inchiodato (oh!scusate, sintonizzato) sul-la frequenza di “Radio An-ch’io”. Lo abbiamo visto al-l’opera. Veloce, penetrante,imparziale, autorevole. Co-me fa? Vero è che il radio-cronista carpigiano pilotauna squadra alla sua altez-za: la regista Anna Posil-lipo, i redattori Alberto

Agnello, Alessandro Boni-catti, Francesca Mechelli eValentina Galli che, infati-cabili, raccolgono (e sele-zionano) storie, testimo-nianze, dubbi, quesiti, sug-gerimenti di coloro (tanti)che chiamano il numero ver-de 800050001 o mandanoun sms al 3356992949, ouna e-mail a [email protected]. Il tutto si consumadurante la trasmissione.Ma non mancano simpa-tizzanti armati di carta epenna che scrivono e spe-

discono lettere alla reda-zione a Saxa Rubra, men-tre, armati di mouse, bastaun click per entrare a farparte del club degli ascol-tatori “doc” e conoscere inanticipo, il tema della pros-sima puntata. Non solo radio: RuggeroPo a ventiquattro anni erail giovane padre di Agne-se, oggi a sessanta è il gio-vane nonno di Valentinonato pochi mesi fa. Pater-nità e nonnitudine: l’altrafaccia (esistenziale), quel-

la tenera, che il grintosoconduttore di “Radio An-ch’io” non nasconde affat-to, bensì mostra nel suo ir-resistibile blog “un vecchioe un bambino”.

Debutto a soli diciassetteanni in un’emittente este-ra, Radio Capodistria.Ruggero Po lei è nato conil microfono?Sì, perché avevo comin-ciato molto prima. Più omeno a dieci, undici annisfruttando un piccolo re-gistratore e le mie cono-scenze sull’elettricità (miopadre lavorava nell’am-biente) avevo costruito, aCarpi, una radio nel miocondominio in via CosmèTura. Avevo praticamenteinstallato a casa dei mieivicini degli altoparlanti col-legati con dei fili, registra-vo dei mini programmi eglieli facevo sentire. Ebbe-ne sì sono nato con il mi-crofono. Appena un po’più grande ho cominciatoa fare radio soprattutto nelsettore musicale e poi…sono ancora qui.

Da quarant’anni.Quarantadue, anzi qua-rantatre a giugno.

Da Capodistria a “Radio-due 3131”, da “La Nottedei Misteri”, primo pro-gramma notturno di Radio1a “Baobab”, senza dimenti-care la mitica emittente li-bera Radio Bruno, dal GR1a “Radio Anch’io”, dal suoesordio nel 1969 fino ad oraRuggero Po non ha maispento il microfono. È mu-tato il modo di comunicarevia etere?

Quarant’anni alla radioRuggero Po, conduttore di “Radio Anch’io”,

longevo e famoso programma di attualità in onda su Rai Radio1,ci racconta la sua vita professionale e familiare.

La storia di un giornalista “perennemente” al microfono

58

La qualità di qualsiasi giornalista di raccontare le cose, le cose vere, sulla carta stampata, in televisione,

sul web non cambia

3 - 2012

Ruggero Po

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Quando ho iniziato io laradio era completamenteregistrata, mentre oggi èpraticamente solo in diret-ta: un grandissimo cam-biamento che ci dà la pos-sibilità di vivere il polso delPaese in presa diretta. Ra-dio Bruno, in particolare, èstata per me un’esperienzaimportantissima, non è sta-ta la prima ma è stata quel-la formativa. Una strutturainformativa che ho contri-buito a mettere in piedi ne-gli anni bui del terrorismo,del rapimento di Aldo Mo-ro, è stata per me una verapalestra. Erano anni in cuialla radio, soprattutto inquella libera, si facevanolunghissime dirette. Io giàallora conducevo un pro-gramma che era grosso mo-do come Radio anch’io og-gi, stavo al microfono perore parlando con gli ascol-tatori di quello che stavasuccedendo.

Ritiene che il mestiere digiornalista nel nostropresente invaso da In-ternet, che ha azze-rato tempo e distan-ze, sia cambiato?La qualità di qual-siasi giornalista diraccontare le co-se, le cose vere,sulla carta stam-pata, in televisio-ne, sul web noncambia. Alla ra-dio, forse, devi

avere una capaci-tà ancora maggio-

re perché in più deviutilizzare la voce

per far passarele informa-

zioni che

dai, ti devi far ascoltare,devi catturare l’ascolto.

La sua dizione è perfetta.Fa degli esercizi?Feci qualche corso all’An-toniano nella Bologna diquarant’anni fa. Il resto ètutto orecchio.

Identikit dei suoi ascolta-tori, anche anagrafico.Sono ascoltatori maturi,spesso anche per età. In-formati, seguono la politi-ca, hanno una buona cul-tura di base, sanno che at-traverso “Radio Anch’io”possono far sentire, uno, laloro opinione al resto delPaese, due, possono anchedialogare con quelli che so-no i protagonisti della vitapolitica e sociale. Ma ciascoltano anche giovaniuniversitari, rappresentan-ti di commercio, gente cheper una qualsiasi ragione èin auto dalle 9 alle 10 delmattino, disoccupati, ope-rai, pensionati...

Anche medici?Anche medici, natural-mente, che si fanno senti-re soprattutto quando l’ar-gomento è di loro perti-nenza.

Che rapporto ha con il suomedico?Buono, perché non sono unipocondriaco, ma nemmenouno che si trascura, ho unrapporto tranquillo, serenodirei, un dialogo vero da pa-ziente e da amico con il miomedico Augusto Scandi aCastelnuovo di Porto.

Torniamo a “Radio An-ch’io”. Non ha mai timore

quando assale i suoi in-terlocutori?No, gli assalti non sono dame. Cerco con garbo, coneducazione di non trala-sciare niente e quindi di te-nerli marcati ma mai inmodo aggressivo.

Ha mai incontrato un per-sonaggio indigesto?Sì, ma non faccio nomi.

Tra uomini e donne c’èdifferenza?No, assolutamente no.Nessuna.

Come mai nella sua orbi-ta comunicativa non c’èspazio per la televisione?Mio padre non comprò iltelevisore, quindi io che so-no stato bambino negli an-ni Sessanta non avevo il te-levisore in casa. Ascoltava-mo la radio, la scelta di fa-re la radio è stata conse-guente, non guardo la tele-visione neppure oggi, nonho avuto l’imprinting equindi non mi piace.

Una gratificazione ricevu-ta nel corso della sua scin-tillante carriera?Il premio Biagio Agnes perla sezione radiofonia loscorso anno.

Ne verranno altri…Uno basta. L’ho preso congrandissima soddisfazione.Ma non lavoro per i premi.

Sappiamo che è diventatoda poco nonno. Che effet-to fa?Dire che meno di un annofa, al mare, sorridevo aquel raduno di nonni che,davanti al fritto misto, sipassavano i telefonini conle foto dei loro nipoti. Hoscaricato le foto di Valen-tino sull’iPad e le mostro achiunque osi avventurarsinella mia stanza. Io cheteorizzavo che tutti i neo-nati sono uguali lo vedostratosfericamente bello.Me ne fa vedere alcune. (Èbellissimo davvero, n.d.r.).Non voglio pensare a quan-do pronuncerà la primaparola. Che sarà “nonno”,spero. Gli leggerò le favo-le, i classici. Collodi, i Fra-telli Grimm, Esopo e,quando sarà più grande,anche “Cuore” di De Ami-cis. Gliele leggerò e rileg-gerò cento e mille volte.Per condividere le nostreradici. E per fargli cono-scere e apprezzare il suo-no e la bellezza della no-stra lingua. •

IL PERSONAGGIO

593 - 2012

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ATTUALITÀ

“Non è affatto fa-cile parlare deiguai della sani-

tà italiana. Non può dirse-ne responsabile il medicodel pronto soccorso che la-vora da solo, o con pochicolleghi al suo fianco, afronte di una platea enor-me di pazienti che, ora do-po ora, diventa sempre piùnumerosa e finisce per in-veire proprio contro il me-dico per la lunga attesa.Non ne è responsabile l’am-ministratore che fa i conticon budget sempre più esi-gui. Non lo è il politico diturno chiamato ad effet-tuare tagli che spesso por-tano alla chiusura degliospedali per salvaguardareil bilancio regionale. Ma,certamente, non sarà re-sponsabile dei mali della sa-nità il paziente che ha co-me unica colpa quella di ri-volgersi al dottore per unavisita. Il mio libro, citandonumerosi casi balzati pur-troppo agli onori della cro-naca, intende proprio farluce, per quanto possibile,in un campo dove uomini edonne soffrono anche per-ché, ormai, si parla di sani-tà e non dei pazienti”. Con queste parole Giulia-no Crisalli ha chiuso lapresentazione del suo ulti-mo libro, “Sanità preca-ria”, che si è svolta a Ro-ma presso l’affollata salaconvegni del complesso deiDioscuri al Quirinale. Al-

l’appuntamento, brillante-mente moderato dalla gior-nalista Paola Ferrari, sonointervenuti, oltre all’Auto-re, il presidente dell’Ordi-ne dei giornalisti del LazioBruno Tucci e Lucia Vale-riani responsabile della ca-sa editrice DEd’A che hastampato il volume. Tucci

ha fatto “la storia” del li-bro, capitolo dietro capi-tolo, mettendo in risalto imolti lati negativi del si-stema sanità, ma non di-menticando quelli positivi.Il presidente dell’Ordinedei giornalisti del Lazio,inoltre, ha ricordato la fi-gura del medico condotto

di un tempo, quasi un con-fessore, il quale, senza tan-ta diagnostica strumenta-le, era in grado di fare unadiagnosi che si trattasse dibambini o di adulti. LuciaValeriani della DEd’A, poi,ha chiuso i lavori leggendoalcuni passi di “Sanità pre-caria”, compreso quello diapertura del libro nel qua-le un immaginario pazien-te viene “freddamente” vi-sitato da un medico forsedistratto da troppe incom-benze professionali e bu-rocratiche. “Leggere que-sto libro – ha detto la Va-leriani – ha suscitato in medelle riflessioni: la prima,e ritengo la più importan-te, è quella legata alla sof-ferenza di tanti malati iquali, oltre a cure appro-priate, desidererebbero unsorriso, una carezza, unsemplice gesto di solida-rietà in grado di aiutare lemedicine a fare il loro la-voro”. Naturalmente, co-me si legge nel volume, i“mali” sono diversi: caren-ze, sprechi, squilibri, defi-cit paurosi, falsi invalidi,truffe. Politica e soldi, tan-ti soldi, vere e proprie for-tune. E una giustizia che avolte va a rilento. “Crisal-li non fa sconti a nessuno”,come scrive Giulio Ansel-mi nella prefazione.Tra le autorità presenti al-la presentazione di “Sanitàprecaria” ricordiamo EoloParodi, presidente dell’En-pam, Alberto Volponi, di-rettore generale dell’En-pam, il generale FedericoMarmo, capo della Sanitàmilitare, oltre a numerosis-simi medici e giornalisti chehanno affollato la sala. •

Sanità, sistema che ha perso l’anima

603 - 2012

Fare luce in un campodove le persone soffronoperché si parla di sanità

e non di pazienti

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623 - 2012

RECENSIONI

L’eclisse della democraziaNel decennale del G8 di Genova VittorioAgnoletto e Lorenzo Guadagnucci riper-corrono le vicende di quell’avvenimento, ilcui bilancio giudiziario ha dato origine a va-ri processi. Con questo volume, che riassu-me i voti di tanta gente desiderosa di co-struire un mondo senza guerre, giusto pergli uomini e rispettoso della natura, gli au-tori ricostruiscono, da questo punto di vista,tutti i particolari della manifestazione e deisuccessivi processi. Gli aneliti dei partecipanti, la morte diCarlo Giuliani, l’irruzione alla Diaz, gli arresti dei manife-stanti, le offese e le sevizie da questi subite sono documen-tate con molte testimonianze, dichiarazioni e immagini fo-tografiche. I vari processi sono raccontati in ogni loro fasecon tutti i nomi e i particolari. Interessante è poi l’amplia-mento del discorso all’evoluzione del movimento interna-zionale contrario alla globalizzazione che conta più di mil-le associazioni aderenti e all’intenzione, confortante ed im-pegnativa, di farlo crescere praticando la non violenza.

V. Agnoletto, L. Guadagnucci“L’eclisse della democrazia”

Feltrinelli, Milano – pp. 270, € 15,00

L’evoluzione della scienza e dell’etica in medicinaLa presentazione della figura e delle operedi Luigi Marchesani, l’illustre dottor fisicodi Vasto, che ebbe importanti incarichi indiverse strutture ospedaliere di Napoli, cit-tà che lo ebbe socio onorario di molte acca-demie e dove istituì e diresse la cattedra uni-versitaria di medicina, permette a GiovanniBattista Muraro e a Gabriella Izzi Benedet-ti di tracciare un interessante quadro dellastoria della scienza e dell’etica in medicina.Il periodo che viene trattato centralmente èil secolo XIX, epoca che segnò la transizio-ne dalla medicina antica a quella moderna, le cui innova-zioni cliniche e metodologiche furono spesso intuite dalMarchesani. Ma i molti riferimenti mitologici, storici, aned-dotici fatti dagli autori, che ampliano la visione d’insiemedell’evoluzione della medicina ottocentesca partendo dal-l’antico codice di Hammurabi fino ai giorni nostri, intro-ducono tematiche sociali, psicologiche ed etiche e fannoconoscere le più significative figure di medici del passato.

G.B.Muraro, G.Izzi Benedetti"L’evoluzione della scienza e dell’etica in medicina"

Menabò, Ortona (CH) – pp. 423, € 29,00

Riccardo SimoniniGiovanni Battista Cavazzuti ricostrui-sce la vita e l’opera del nonno Riccar-do Simonini (1865-1942), vero pionie-re della pediatria in Italia, e sviluppa ilprofilo umano e professionale di un per-sonaggio non comune, la cui ricca per-sonalità lo vide emergere non soltantonel campo della professione medica, del-la didattica universitaria, dell’editoria e

del giornalismo, ma anche nell’ambito della filantropia edella cultura come storiografo e paleografo.Nel tracciare la biografia di questo illustre professionistamodenese, l’autore presenta un interessante affresco del-la società di quei tempi, dei progressi che faceva la me-dicina e di una situazione politica italiana fra le più con-troverse della nostra storia recente. La dovizia di aned-doti, che arricchiscono le vicende professionali e dellasua famiglia, fanno leggere questo testo con il piacere el’interesse di un romanzo.

Giovanni Battista Cavazzuti“Riccardo Simonini pediatra e storico”

Artestampa, Modena – pp. 207, € 24,00

Il cibo-mondo, persecutore minacciosoCon la collaborazione di diversi esper-ti del settore Francesco Montecchi hacurato un completo manuale sui disturbidel comportamento alimentare dell’in-fanzia e dell’adolescenza che risulteràutile non soltanto ai clinici, ma anche achi trovandosi a convivere con questotipo di ammalati vuole conoscere le ra-gioni profonde dell’anoressia e della bu-limia, nonché gli indicatori predittivi delrischio e le diverse forme di trattamen-to. L’indagine è ampia. Parte dalle an-

tiche radici della mitologia e della religione fino alle pri-me trattazioni apparse nella letteratura del 1600 e giun-ge alle moderne conoscenze e interpretazioni delle pato-logie riguardanti l’alimentazione. Il cibo, infatti, rappre-senta per il bambino il primo rapporto con il mondo ester-no e, come sintesi del mondo esterno, può diventare mi-naccioso se le prime esperienze di vita del fanciullo nonsono state gratificanti.

Francesco Montecchi“Il cibo-mondo, persecutore minaccioso”

Francesco Angeli, Milano – pp. 618, € 50,00

Libri ricevutidi G. F. Barbalace

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633 - 2012

In breveLa patologia di spalla e gomito negli sport olimpici e paralimpici

Per conto dell’AIMS (AssociazioneItaliana Massaggiatori Sportivi) Giu-seppe Porcellini ha curato questamonografia sulle patologie dellaspalla e del gomito di chi pratica losport con particolare attenzione agliatleti diversamente abili, i quali han-no ormai maturato il pieno dirittodi praticare l’attività fisica a tutti glieffetti e non più unicamente come

pratica riabilitativa. I massaggiatori sportivi, seguaci diuna pratica molto antica, esercitano oggi una specializ-zazione avanzata che li porta ad operare a stretto con-tatto con i medici dello sport e, assieme ad essi, contri-buiscono a migliorare le prestazioni fisiche e psicologi-che degli atleti.Il merito di quest’opera, che tratta delle patologie degliarti superiori evidenziandone le caratteristiche nelle di-verse discipline sportive, illustrandone i metodi di pre-venzione, di cura e di riabilitazione, è quello di aver vo-luto accostare il mondo olimpico a quello paralimpicoevidenziandone il comune contenuto di impegno e pas-sione agonistica.

Giuseppe Porcellini“La patologia di spalla e gomito

negli sport olimpici e paralimpici”TIMEO Editore, Rastignano (BO) – pp. 286, € 50,00

All’ombra dell’Albero del SonnoI brevi racconti che Salvo AndreaFigura ha riunito in questo secondovolume sono, come i precedenti, ispi-rati da fatti che egli ha quasi esclu-sivamente vissuto nella sua qualitàdi medico anestesista in Sala Ope-ratoria e in Sala Parto, oppure nelPronto Soccorso.Scritte con stile conciso ed elegan-te, anche queste sono tutte storie ve-re, ora commoventi, ora assurde, a

volte piccanti, apprese da un continuo contatto con la vi-ta, che nasce sorridendo al mondo, e in presenza dellamorte, che incombe sugli uomini sgomenti, sempre mi-nacciosa. Da questi racconti non emerge un intento di-dascalico, quanto, piuttosto, il desiderio di scoprire nel-le vicende umane, per quanto liete o dolorose, gli aspet-ti comici, contraddittori, imbarazzanti per trarne, sorri-dendo, motivi di meditazione sulle vicende e la naturadegli uomini e sulla realtà ospedaliera siciliana.

Salvo Andrea Figura“All’ombra dell'Albero del Sonno”

www.lulu.com – pp. 140

Manlio CaucciDIO, IO E L’ALTROPensieri di un medico novantenne che sono un bell’esempiodella proverbiale saggezza della vecchiaia. Queste pagine fan-no conoscere un personaggio onesto, dal carattere positivoche avvince il lettore. Gli appunti di prigionia, pubblicati in ap-pendice, oltre alla vita nei Lager, informano sui dubbi e lo scon-certo in cui caddero i soldati italiani dopo l’8 settembre.Aniballi Grafiche, Ancona, pp. 399

Alessandro BaniLUNA MISTICABreve romanzo meditativo di un viaggiatore incamminatosi inuna metaforica ascesa alla ricerca dell’assoluto per cercaredi superare gli eccessi che disumanizzano l’uomo. Il viaggioche non ammetterà un ritorno alla dimensione precedente èraccontato con pagine intense, a tratti poetiche, che induconoil lettore a soffermarsi sul proprio modo di vivere i sentimentiEdizioni Massarosa, Massarosa (LU)pp. 78, € 13,00

Alberto, Marco e Pio BersaniIGINIO BERSANI 1915-18 e 1940-45I tre figli del dott. Iginio Bersani hanno voluto dare alle stampeil diario di prigionia del loro genitore, decorato con la medagliadi bronzo al valor militare, nella guerra del 1915-18. Le altre an-notazioni relative alla seconda guerra mondiale, alla sua fami-glia e alla sua professione fanno conoscere un personaggioche ha dato lustro e onore alla categoria dei [email protected] , pp. 88

Cesare LoreficeL’ORO E L’ALLOROBreve romanzo storico sulla vita avventurosa del nobile citta-dino di Alcamo, Francesco Giardina, che fu contrario all’op-pressiva monarchia del Regno di Napoli e fervente fautore del-l’unità d’Italia. La narrazione offre molte informazioni storichee fa conoscere una figura di grande carattere, ricca di passio-ni e di interessi politici e sociali.www.ags-edizioni.it, pp. 93

Giustiniano ReitanoL’UNIVERSITÀ DI CATANIA E L’ISOLA DEI CICLOPISpinto da nostalgici motivi e dall’amore per Acitrezza e per lasua isola detta dei Ciclopi, l’autore ricostruisce con una riccadocumentazione le vicende che portarono, grazie all’interes-samento del rettore Andrea Capparelli, all’assegnazione del-l’isola alla Regia Università di Catania per collocarvi gabinettie laboratori scientifici e sperimentali.Pubblicato in proprio, pp. 125

RECENSIONI

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643 - 2012

IN EDITORIAnumerosi viaggi dell’Autore in Cina dal 1991, in cui ha vis-suto diverse realtà sanitarie, mettendo a fuoco quanto espe-rito dentro e fuori gli Ospedali, tutto miscelato da una suasensibilità particolare per gli aspetti sociali e culturali.

Sergio Perini“Un medico in Cina”

Armando editore, Roma – pp. 160, euro 15,00

Il fratello del figlio perduto. La gelosia e la corretta gestione del conflitto

È universalmente percepito che la ge-losia tra fratelli è un sentimento tan-to irrinunciabile quanto condizionan-te del loro rapporto. Nel primo capi-tolo l’autore riporta il proprio origi-nale manifesto di intenti, come filo-sofia della vita e della relazione conl’altro, descrivendo la complessità del“sentire l’altro” nell’emozione empa-tica, quando essa è usata per dare vo-ce “a chi non ne ha”. Il secondo capi-tolo propone, invece, sotto forma di

racconto/intervista, un esempio di fulgida gelosia, ambi-valente, con le sue due facce dell’odio e dell’amore. Il li-bro prosegue con un excursus sul conflitto e sulla sua cor-retta gestione, ricordando che la gelosia si manifesta spes-so all’interno di un intreccio di relazioni che suscitano sem-pre e comunque grande stupore nell’osservatore, sia quan-do la relazione è fallace e distruttiva sia quando è empati-ca e costruttiva.

Claudio Giuseppe Quaglia“Il fratello del figlio perduto. La gelosia

e la corretta gestione del conflitto”Editrice Uni Service, Trento – pp. 106, euro 11,50

Italia ce la puoi fareIl libro vuole scattare una fotografiadel nostro paese attraverso il raccon-to di una donna determinata e ideali-sta, di nome Italia. 15 temi, 15 autori,15 brevi storie che ripercorrono la suavita dall’infanzia alla maturità, toc-cando contemporaneamente i vizi e levirtù della società italiana. Gli autorisono giovani con diverse sensibilità cul-turali e politiche, già affermati in varisettori della vita pubblica: ammini-stratori, imprenditori, sociologi, diri-

genti, economisti e anche medici, che trovano voce nel ca-pitolo dedicato alla salute a firma di Walter Mazzucco, pre-sidente nazionale del Segretariato Italiano Giovani Medi-ci (SIGM). “Italia ce la puoi fare” è un grido di speranza,un appello a non cedere al pessimismo, a contare sulla pas-sione e sulle nuove energie del nostro tempo.

AA.VV.“Italia ce la puoi fare”

Mauro Pagliai Editore, Firenze - pp. 288, euro 14,00

Il Laboratorio in Medicina GeneraleUna pubblicazione che si potrebbe de-

finire “Il Laboratorio in tasca”sia per il formato, sia per la co-modità e rapidità della ricercae che fornisce al medico inte-

ressato a una particolare disci-plina di mirare la propria ricer-

ca specificamente su di essa, sen-za dover ricorrere a un volumino-

so testo che comprende patologie aldi fuori della propria pratica. I sin-

goli volumetti (acquisibili anche se-paratamente) riguardano: Malattie car-

diovascolari, Malattie mio-articolari, Malattie nefro-uro-logiche, Malattie del metabolismo, Malattie infettive, Ma-lattie respiratorie. Nella prima parte ciascuno di essi trat-ta schematicamente delle variazioni dei relativi parametrinei liquidi organici relativamente alle patologie della ri-spettiva disciplina; nella seconda indica il significato cheogni singolo parametro riveste in condizioni normali e pa-tologiche.

Luciano Sterpellone “Il Laboratorio in Medicina Generale”

Società Editrice Universo SEU, Roma – 6 volumi, euro 15,00 ciascuno

Web 2.0 e Social media in medicina“Medicine 2.0” e “Health 2.0”, termini uti-lizzati per indicare l’applicazione dellenuove tecnologie offerte dal web 2.0 al-l’ambito medico e a quello sanitario, sonoormai di uso comune, e sono sempre piùnumerosi gli studi che valutano l’impattodel web sull’assistenza sanitaria e sulla for-mazione e l’aggiornamento di medici epazienti. A tre anni dalla pubblicazionedella prima edizione, la diffusione dei so-cial media e il continuo fiorire di appli-

cazioni, servizi e strumenti basati sul web hanno reso in-dispensabile una seconda edizione del testo, completa-mente aggiornata.

Eugenio Santoro“Web 2.0 e Social media in medicina”

Il pensiero scientifico editore, Roma – pp. 360, euro 25,00

Un medico in CinaL’interesse per la Medicina TradizionaleCinese (MTC) ha indotto l’Autore a por-si alcune domande sulle modalità dell’es-sere medico e sui paradigmi scientifici sot-tostanti la Medicina Occidentale e laMTC. Perché non cercare di trovare deipunti di contatto tra due realtà così di-verse? Questo libro vuole essere una ri-flessione sull’esperienza di medico e sui

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IN EDITORIA

Salute globale. InFormAzione per cambiare4° Rapporto dell’Osservatorio Italiano sulla Salute GlobaleQuesto è il quarto rapporto dell’OISG(Osservatorio italiano sulla salute globa-le, www.saluteglobale.it), un’associazio-ne che ha come finalità la promozione deldiritto alla salute a livello globale e che sipropone di fornire a istituzioni, enti, or-ganizzazioni della società civile e a tutti isoggetti interessati strumenti di analisi,valutazione e decisione per la definizionedi strategie e azioni appropriate. InFor-mAzione, un’espressione che racchiudetre significati: Informazione, Formazione, Azione. InFor-mAzione declina le tre parole analizzando quello che, inambito sanitario, raccontano, non raccontano, o raccon-tano solo in parte i media. Quello che si fa, non si fa, o sicerca di fare nelle università. Quello che fanno, non fan-no, o dovrebbero fare le istituzioni e la società civile.

AA.VV.“Salute globale. InFormAzione per cambiare.

4° Rapporto dell’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale”Edizioni ETS, Pisa – pp. 256, euro 19,00

Alla ricerca di una identità: l’infermiere militareSe sull’importanza e il valore del-l’attività degli infermieri professio-nali civili non è infrequente legge-re testi documentali anche di altopregio letterario, meno frequente èincontrare testi che parlano dellafigura dell’infermiere militare, ilquale se ne differenzia se non altroper le diverse condizioni ambien-tali nelle quali è non di rado co-stretto ad operare. A questa eroicafigura Camillo Borzacchiello, ope-ratore sanitario specializzato del-

l’Aeronautica Militare ha dedicato un intero libro ricco diepisodi, di eventi storici e di vita vissuta sul campo, cherivelano aspetti purtroppo spesso poco noti di questa pro-fessione, evidenziando con stile immediato e brillante ilruolo svolto dagli infermieri militari di ogni Arma nellanostra storia passata e nelle attuali sanguinose missioni interre ostili e lontane. (L.S.)

Camillo Borzacchiello“Alla ricerca di una identità: L’infermiere militare”

Ed. Il Leccio, Monteriggioni (Siena) gratuito a richiesta: tel 347-5134080

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VIAGGIO A DUBAI

di Ezio Pasero

Dubai. Ci avevano giàprovato con la Torredi Babele, più o me-

no da quelle parti, e sap-piamo tutti come è andataa finire. Adesso, tremila erotti anni dopo, hanno de-ciso di sfidare il cielo e leleggi della fisica erigendola Burj Khalifa. Che, se unaltro dio non deciderà dipunire anche questa voltala superbia umana, resteràmolto a lungo, c’è da giu-rarci, il più alto edificio maicreato dall’uomo: 828 me-tri, cioè quasi il triplo del-la Torre Eiffel o il doppiodelle Torri Gemelle di NewYork distrutte nell’attenta-to dell’11 settembre 2001.Sotto quella guglia dellaquale si fatica a vedere lacima, perché spesso il cie-lo è offuscato dalle tempe-ste di sabbia o dall’aria ar-roventata e resa quasi den-

sa da una temperatura ched’estate raggiunge e supe-ra i 50 gradi, si stende lanuova Babele. Dove, a dif-ferenza di quella biblica, ilinguaggi sono unificati daun improbabile inglese or-mai lontano parente diquello di Shakespeare, so-prattutto nella pronunciacontaminata dagli accentispesso inconciliabili di ara-bi e cinesi, indiani e africa-ni, europei e filippini.Benvenuti a Dubai, capita-le vera (anche se quella po-litica è Abu Dhabi) degliEmirati Arabi Uniti e so-prattutto capitale mondia-le del lusso, dello sfarzo,dell’esagerazione, del tut-to-più-grande e del tutto-di-più. In una parola, ditutto ciò che può essere fat-to, venduto e comprato coni soldi dell’oro nero. Per-ché se è vero che i proven-ti del petrolio rappresenta-no ormai solo il sette percento del prodotto internolordo dell’Emirato, è pro-prio con i soldi del petro-lio che è stato possibile rea-lizzare tutte le strutture ele infrastrutture che hannotrasformato un deserto ari-do e privo di vita nella cit-tà più avveniristica del pia-neta, vero centro planeta-rio del commercio e della

finanza. Al punto che, purnon mancando manifesta-zioni culturali e artistiche,il più importante appunta-mento annuale è lo Shop-ping Festival, che ogni an-no attrae da metà gennaioa metà febbraio oltre tre mi-lioni di visitatori.Basta qualche decina di mi-nuti a bordo della sua me-tropolitana (naturalmentesopraelevata, naturalmenteconfortevole e puntualissi-ma, naturalmente con l’ariacondizionata a palla sia neivagoni che nelle stupefa-centi stazioni) per passaretra decine di centri com-merciali e centinaia di grat-tacieli dalle forme più ardi-te, per osservare un’incre-dibile quantità di cantieri inattività che sembrano for-micai e un traffico pazzescoche a ogni ora del giorno sisnoda lungo arterie tutte asei o otto corsie. Qui tutto è grande, anzi “dipiù”: il Dubai Mall e l’IbnBattuta sono rispettiva-mente il primo e il secon-do centro commerciale piùgrandi del mondo, in pra-

tica due città dove è im-possibile non perdersi. An-che se nel primo ci sono trepunti di riferimento facilifacili: la pista da sci con laneve vera, la pista di patti-naggio su ghiaccio dove siaffrontano anche le squa-dre di hockey e l’acquariocon migliaia di pesci di tut-ti i colori tra i quali si puònuotare con muta e bom-bole. Per non parlare del ri-storante più alto del mon-do, sulla Burj Khalifa ov-viamente, senza vino ve lacavate con circa 600 euroa testa; del gigantesco mer-cato dell’oro che, oltre a es-sere il più grande del mon-do, è anche il più conve-niente, visto che sull’oroqui non ci sono imposte; edell’albergo più alto delmondo, il Burj Arab Hotel,in cima alla celeberrimaVela, dove le camere par-tono da mille euro a notte.Ma avete maniglie d’oro,maggiordomo a disposi-zione e boutique assoluta-mente esclusive dove pote-te acquistare un golfinod’oro a 24 carati con 53 ca-

Burj Khalifa, una torre da primato

Con i suoi 828 metri e più di 160 piani è quasi il triplo della Torre Eiffel ed il più alto edificio del mondo, ma solo una

delle attrazioni della costosissima (con qualche eccezione) metropoli

663 - 2012

Il Burj Khalifa

Il più importante appuntamento annuale è lo Shopping Festival che attrae, tra gennaio

e febbraio, oltre tre milioni di visitatori

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rati di diamanti per non piùdi 350 mila euro. Quanto all’elettronica, ilsuo tempio più grande sitrova all’interno del (gigan-tesco) aeroporto di Dubai:volete regalarvi un Ipad, chein Italia costa più di 600euro? Qui lo pagate 400euro tondi tondi, ma seavete voglia di andare aperdere tempo e a contrat-tare al Souk dell’elettroni-ca, nella città vecchia, po-trete fare un affare ancoramigliore. Anche le auto-mobili sono “più”, quasitutte grandissime (e a buonmercato, circa un terzo inmeno che da noi, ancheperché l’Iva non esiste),mentre di piccolo c’è soloil prezzo della benzina,l’equivalente di 32 cente-

simi di euro al litro, non cifosse il mare di mezzo var-rebbe quasi la pena di ve-nire a fare il pieno qui.“Io lavoro dodici ore algiorno per sette giorni allasettimana per trecentoses-santacinque giorni all’an-no”, mi dice con un sorrisoil tassista indiano. Una scel-ta personale, per guada-gnare di più? “No, questesono le regole della Com-pagnia, e ogni due anni unmese di ferie per tornare acasa”. Eccola qui, l’altrafaccia di Dubai. Non ho ilcoraggio di chiedergli quan-to guadagna al mese, ma luisembra felice così, per chiviene dalle miserie di Cal-cutta questo posto è l’Ame-rica. E lo sanno benissimogli imprenditori locali, che a

parità di mansioni offronoagli asiatici e agli africani re-tribuzioni che sono quasi il50 per cento di quelle chegarantiscono agli europei.Per i quali, comunque, esempre più numerosi sono igiovani italiani che non tro-vano più lavoro nel nostropaese, Dubai sta diventan-do un irresistibile polo diattrazione. Anche perché lacittà è oggettivamente affa-scinante, pervasa di unastraordinaria vitalità, conuna vita notturna anima-tissima, circondata di bel-lissime spiagge, e il costodella vita (eccessi da mi-liardari a parte) è più bas-so che da noi. La severa le-gislazione degli Emirati im-pone alle aziende di stipu-lare con i lavoratori stranieri

contratti annuali che pre-vedono anche pagamentodell’alloggio, assicurazionesanitaria (perché qui nonesiste sanità pubblica) e bi-glietto aereo di ritorno ver-so il proprio paese a finecontratto. Sono richieste lepiù svariate professionali-tà (per averne un’idea, ba-sta dare un’occhiata a du-bizzle.com, il sito attra-verso il quale passano granparte delle offerte e dellerichieste di lavoro negliEmirati) e le retribuzioni(nette, qui non si paganotasse sui redditi personali)sono superiori a quelle chei nostri giovani in cerca dilavoro troverebbero nelnostro paese. Se nel nostropaese, beninteso, il lavorolo trovassero. •

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SOCIETÀ

di Antonio Gulli

Ai più sconosciuto,Tim Berners Lee èuna delle 100 perso-

ne più importanti del se-colo scorso. E la ragione èche ha cambiato la storiadel genere umano. Ha tra-sformato la nostra quoti-dianità pizzicando le cor-de più profonde del nostroessere: comunicare. In so-stanza è l’uomo che ci haregalato Internet. Raccon-ta: “Cercavo uno spaziodove mettere le informa-zioni per tutti”. Senza sa-perlo inventò la “rete”. Fi-sico al Cern di Ginevra eimpegnato nel costruireuno luogo dove conserva-re traccia del complessomondo degli scienziati edove poter ritrovare le ideee i progetti della comunità

internazionale che con que-sto centro dialogava, Ber-ners si trovò – nel 1980 –a scrivere un programma acui dette nome Enquire.Nove anni dopo presentòun resoconto del propriolavoro ai responsabili e perdefinire quello spazio co-mune dove chiunque po-teva avere accesso e doveaggiungere qualsiasi infor-mazione ideò il termineWeb. Il creatore del Worldwide web, ancora oggistenta a credere che permolti il web e internet sia-no sinonimi. Infatti, preci-sa nelle diverse conferen-ze e interviste che lo vedo-no protagonista, che In-ternet è la piattaforma fi-sica di interconnessionemondiale dei computer, co-stituita da “nodi” (host,router e server) collegati da“archi” (linee telefoniche eponti radio). Il web è il

servizio che, tramite unbrowser, permette di

raggiungere, salva-re e condividere leinformazioni e icontenuti multi-mediali distribui-ti nei “nodi” diinternet. Ma per i

più le due cosecoincidono e oggi

l’umanità si dividetra chi è connesso e

chi non lo è. Ma qualesarà il futuro? Sostan-zialmente il domani sidivide tra quelli che

hanno l’esigenza di fare sol-di e quelli che – a differen-za – sono attraversati dal-la tensione di innovare.Dove per fare soldi si in-tende il controllo dell’inte-ro sistema per fornire buo-ne prestazioni e acquisireclienti. Per innovare si in-tende lasciare la libertà al-le persone. Dichiara Ber-ners: “Un giardino meravi-glioso ma chiuso non puòcompetere con la bellezzadi una folle e indomitagiungla”. I tecno-ottimistinon sembrano guardaretanto per il sottile. Del re-sto anche Tim Berners fuaccusato di presunzione,quando propose di chia-mare le Url (indirizzi dei si-ti) Universal resource iden-tifier. Gli ingegneri gli ri-sposero: “Come puoi chia-mare questa cosa univer-sale?”. Steve Jobs, che in-vece ne intuì la portata, ca-pì questa cosa e mirò di-rettamente al superamentodel personal computer a fa-vore di un interpersonalcomputing. Ma sarà cosìanche domani? Michio Ka-ku – docente di fisica teo-rica al City College di NewYork – pensa che nel girodi otto anni internet saràpossibile proiettarlo diret-tamente sulle nostre lenti acontatto. Ciò vorrà dire chepotremo consultare Wiki-pedia grazie a un semplicebatter di ciglia. Secondoquesto piccolo esercito di

tecno-ottimisti formato dastudiosi e imprenditori, nel2013 si potranno produrreogni dieci minuti la stessaquantità di informazioni di-gitali prodotta ogni duegiorni dal 2003 al 2010;nel 2020 non esisterà più ilcomputer ma avremo mi-lioni di microchip diffusinell’ambiente in cui vivia-mo (mobili, vestiti, auto-mobile e corpo umano);nel 2022, grazie ai pro-gressi medici e allo sfrut-tamento delle informazio-ni genetiche la popolazio-ne degli ultracentenari sa-rà raddoppiata rispetto adoggi; nel 2035 il numerodelle persone che vivonosotto la soglia di povertàassoluta scenderà a zero,così come si è dimezzatodagli anni cinquanta ad og-gi; nel 2027 un guerrieroMasai avrà a disposizioneuna capacità di elaborazio-ne dati in formato tabletuguale alla rapidità e allapotenza del cervello uma-no. In sostanza il presenteche apre le porte al futurodi questo mondo sarà sem-pre più legato ad un algo-ritmo. Vivremo in un algo-world in cui anche le emo-zioni umane potranno es-sere oggetto di una formu-la. E in base a questa po-tremo trovare l’amore,un’amicizia o realizzareun’opera d’arte. Il chip vi-brerà al nostro posto e fi-nalmente anche la nostraamigdala – quella parte delcervello che regola le emo-zioni – potrà mettere in sof-fitta la paura e lo scettici-smo perché, finalmente ilfuturo non sarà più quellodi una volta. •

Dal personal computer al chip,il futuro è nell’algoritmo

683 - 2012

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IL PROIETTORE

703 - 2012

Prendiamo Woody Allen. Quanti in Italia ne avrebbero apprezzato l’umorismo se Ore-ste Lionello non gli avesse dato la voce e se, soprattutto, non avesse tradotto per noile sue battute, adattando il suo spirito newyorkese alle nostre latitudini? Dietro ogni

Adattando parole e “spirito”

sere che quella. Ci sono degli accorgimenti tecnici pre-cisi, però: l’esatta lunghezza delle battute, per evitareche sullo schermo si vedano gli attori boccheggiare men-tre il doppiatore già tace; il rispetto del labiale, in mo-do che se sullo schermo la bocca si chiude su una “u”non si ascolti invece una larga “a”. Ma naturalmentenon basta: ci vuole il supporto della recitazione per co-municare le emozioni.C’è un’annosa polemica sul doppiaggio.Premesso che dovrebbe essere sempre possibile vedereun film in lingua originale e che i sottotitoli uccidonola possibilità di gustare le immagini, c’è un grosso equi-voco culturale intorno al rifiuto del doppiaggio. Che na-sce in America, per poter conquistare i mercati di altrelingue. Il primo studio, la Fono Roma, fu aperto pro-prio dagli americani, nel 1931, quando i sottotitoli era-no impossibili data l’alta percentuale di analfabetismoe quando fallirono i loro tentativi di usare attori italoamericani. Dopo la guerra, questa pratica, in cui era-vamo davvero i più bravi, fu rifiutata tout court comeeredità del fascismo. Ma non è necessariamente più col-to guardare un film in lingua. Anche perché oggi le lin-gue del cinema sono davvero tante.Come si riconosce un brutto adattamento?Se, in un film d’autore, senti un linguaggio banale e sciat-to o se vedi un netturbino che parla come un accademi-co. Il dialogo dev’essere armonico con la cultura del film,senza snaturarla. Se i personaggi parlano un dialetto bie-lorusso o del Texas, non puoi sbrigartela usando uno deinostri dialetti, il contrasto sarebbe ridicolo. Bisogna in-vece inventare qualcosa che faccia capire la provenien-za del personaggio, senza banalizzarlo.E per i gerghi e i modi di dire?Si cerca un corrispettivo che sia assimilato a noi oppu-re anche quelli si inventano. La cosa curiosa è che al-cune espressioni nate per ragioni di sincronismo, sianopoi entrate nel linguaggio comune. Non è grave, la lin-gua è una cosa dinamica. Grave è quando un cattivoadattamento, basato sulla traduzione letterale, scardi-na la costruzione stessa della nostra lingua. Io rabbri-vidisco quando sento dire “ho da andare”, pedissequa-mente tratto da “I have to go”. In italiano si dice “devoandare”. Se no è doppiaggese. •

bel film straniero c’è il lavoro di adattamento deidialoghi, preliminare indispensabile alla riuscita del dop-piaggio. Ne parliamo con Elisabetta Bucciarelli, che do-po essere stata attrice con Albertazzi, Proclemer, Val-lone, Foà e tanti altri, è entrata nell’ombra del dop-piaggio guidata da Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini,che nel ’76 la scelsero per la versione italiana dell’irri-verentissimo “Sweet movie”. Da allora ha curato l’adat-tamento e la direzione del doppiaggio di circa 400 filme ora guida la Sound Art 23, dalla quale escono le mi-gliori pellicole internazionali, da Wenders a Kieslowskia Landis, passando per “A single man” e il recentissi-mo “Cosa piove dal cielo?” vincitore dello scorso Fe-stival di Roma.Che significa adattare un dialogo?Significa riscrivere la traduzione letterale delle battuteconservando lo stile e il ritmo dell’originale. L’attorechiamato a interpretarle deve poterle pronunciare conassoluta naturalezza. Che regole deve rispettare?Non ce ne sono di predefinite, vanno calibrate a secondadel film. Mi sono trovata, per dire, con Kieslowski, astare intere giornate su un vocabolo, perché nei suoidialoghi essenziali ogni singola parola non poteva es-

di Maricla Tagliaferri

Il dialogo dev’essere armonico con la cultura del film, senza snaturarla

A sinistra, in sala doppiaggio, Elisabetta Bucciarelli

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72

CLASSICA

Colpisce in particolare lo squilibrio fra una vi-cenda biografica del tutto anonima e gli orizzonti smisu-rati della sua produzione sinfonica, fra l’aspetto dimessodella sua persona e la magniloquenza della sua musica. Aquesto gigante del sinfonismo tardo romantico il FestivalPrintemps des Arts di Monte-Carlo ha dedicato quest’an-no ampia parte della sua programmazione, esplorando an-che l’ambito cameristico solitamente trascurato e poco no-to al grande pubblico; ed è significativo che questo non siaavvenuto in un paese di lingua tedesca, ma nell’ambito diuna rassegna che si è sempre distinta per l’originalità delleproposte e la volontà di sperimentare percorsi musicali de-sueti. L’ascolto ravvicinato di alcune fra le sue opere più si-gnificative non può che confermare quell’impressione di“opus perpetuum” in continua evoluzione, quell’immaginedel compositore artigiano alle prese con “una massa unita-ria in perpetua gestazione”. Carattere umile, schivo ed idea-lista, Bruckner sembra ricordare alcune figure della narra-tiva di Stifter, legate al paesaggio naturale ed alla regolaritàtradizionale della propria terra. Li accomuna inoltre la ca-pacità di cogliere l’incanto del particolare nell’immenso edi-ficio della creazione, l’abilità nel delineare immagini di af-fascinante immobilismo le quali adombrano un’accesa spi-ritualità. Nato nel 1824, cresciuto in un ambiente semplicee provinciale, Bruckner porterà sempre il marchio di un’ado-lescenza amara e tormentata,la quale sin dal principio tro-va scampo nell’utopia. Isola-to ed a lungo incompreso, l’ar-tista diviene pienamente con-sapevole della propria capaci-tà creativa solo quando è giàavanti con gli anni. Anchequando ottiene il posto di or-ganista a Linz il “leitmotiv”della sua esistenza resta quel-lo della solitudine. Egli è unuomo bizzarro, dall’aspettosgraziato e dall’abbigliamen-to per nulla elegante, destina-to ad una vita senza amori. Lopenalizza inoltre una nevrosi

scaturita dalla mancata risoluzione dei conflitti insiti nelsuo animo, caratterizzata da persistenti fobie ed osses-sioni. La vicenda dell’ultimo periodo viennese della vitadi Bruckner si può riassumere nella storia delle sue sin-fonie, sottolinea in maniera significativa Redlich. Una mu-sica piena di memorie nostalgiche e remote, senza termi-ni di paragone nella sua epoca. Ed allora è proprio dal-l’ascolto approfondito che si può comprendere il segretodi un uomo in grado di evocare le forze primigenie dellacreazione e l’ordine insondabile del cosmo, per il qualel’evento estetico diviene un vero e proprio fenomeno na-turale. Bruckner come progressista o epigono di un mon-do in via di dissoluzione? A volte il confine è labile, ed ilgiudizio legato alle peculiarità di diverse visioni diretto-riali. Per questo il Festival ha messo in campo alcuni spe-cialisti del repertorio, come l’esperto Herbert Blomstedted il talentuoso Daniel Harding, interpreti in grado di af-frontare le costruzioni bruckneriane da diverse angola-zioni, evidenziandone la complessità architettonica e ladensità di pensiero. Quando Bruckner muore nel 1896,lasciando incompiuta la Nona Sinfonia, il cammino ver-so un completo apprezzamento della sua musica è già ini-ziato. Saranno i posteri a collocare definitivamente la suaopera fra le massime creazioni dell’umanità. •

www.printempsdesarts.com

L’enigma Bruckner

723 - 2012 London Symphony Orchestra

di Riccardo Cenci

Si staglia poderosa e solitaria l’opera di Anton Bruckner, enigmatica proprio inquanto frutto di un incessante lavorio, di un processo creativo mai definitivamenteconcluso, quasi fosse animata da “un’eterna aspirazione a superare se stessa”.

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733 - 2012

MUSICA

sull’altra le note. In una parola, impazzirebbe. Pro-prio quello che accadrebbe al critico musicale. PerchéFrank Zappa (Baltimora, 1940 - Los Angeles, 1993) nonaveva un genere, non entrava in categorie definibili, eraun archetipo che poneva lui stesso i limiti, le definizioni,le ideologie. Se si clicca ‘Frank Zappa’ su qualsiasi enci-clopedia della musica, alla domanda ‘genere’ compareun’incredibile lista di specialità: hard rock, rock pro-gressivo, rock demenziale, rock sperimentale, art rock,fusion, computer music, e addirittura proto-punk. In-somma, nessuno ci ha capito niente. Eppure non si puòcerto negare che Zappa fosse veramente un chitarrista,compositore, arrangiatore, cantante, direttore d’orche-stra, produttore discografico, regista, sceneggiatore, at-tore, produttore cinematografico e polistrumentista. Chia-marlo ‘trasgressivo’ è impoverire e banalizzare il suo ge-nio. Certo, andava controcorrente, eccome. Contro ilbuonsenso e il tornaconto, dichiarava di disprezzare igiornalisti, che considerava pressappoco una corpora-zione di semianalfabeti, provava disgusto per la cucinaitaliana, odiava il cattolicesimo e aveva in suprema ug-gia la pulizia personale: l’ultima moglie, Gail, disse chesi era innamorata di una delle creature più sporche cheavesse mai incontrato. Ma, attenzione, era anche control’uso di qualsiasi droga, tanto che se qualcuno dei suoimusicisti ne faceva uso lo buttava fuori dalla band. Inol-tre Zappa era bravissimo a non prendersi sul serio, né luiné la sua musica, esercitando per tutta la carriera (ben92 album pubblicati) auto-sarcasmo e auto-umorismograffiante. Lo si potrebbe definire sconcio e persino por-nografico per i suoi testi, ma l’auto-ironia lo salvava dal-la bassa volgarità. Autodidatta, affascinato dalle compo-sizioni di Edgar Varèse, Igor Stravinsky, Olivier Messia-en ma anche dai grandi bluesmen, Frank Zappa divennenoto in tutto il mondo nel 1966 con la sua band, The Mo-thers of Invention, grazie al doppio album Freak out! nel

quale sbeffeggia il rock degli anni sessanta. Paul Mc Car-tney dichiarerà che l’opera dei Mothers of Invention haavuto importanza fondamentale nel concepimento di SgtPepper’s Lonely Hearts Club Band. Gran funambolo,Zappa cantava dei pezzi di una grevezza indicibile (“Ten-go ’na minchia tanta”) ma si lanciava in esperimenti ba-rocchi e rielaborazioni di brani del violoncellista di finesettecento Francesco Zappa e che le grandi orchestre co-me la London Symphony e l’Ensemble Modern esegui-vano nel mondo. Alto, magro, baffoni e pizzo neri, nasoadunco, occhi intelligenti ed ironici, Zappa, purissimoanarchico musicale, era di una preparazione musicale ec-cezionale e di una professionalità straordinaria: quandosuonava-cantava-dirigeva si muoveva rigido quasi fosseun burattino, lanciando occhiate ai suoi musicisti – tuttiperfetti esecutori – dirigendoli con uno scatto a giravol-ta delle mani, mimando col corpo il contenuto del bra-no, proponendo sempre una musica seria e complicatis-sima, ma dissimulata dietro una facciata cinica e sbef-feggiante, e che in fondo voleva solo esser compresa. •

Chiedere ad un critico che genere di musica facesse Frank Zappa è come percuotereuna ciotola sonora tibetana di sette metalli vicino a un diapason: l’ago sbanderebbedi qua e di là in preda al panico acustico e nel quadrante si accavallerebbero una

Zappa: te la do io la trasgressionedi Piero Bottali

Non aveva un genere, non entrava in categorie definibili,

era un archetipo che poneva lui stesso i limiti, le definizioni, le ideologie Dicembre 1971, Frank Zappa durante uno spettacolo

ad Amburgo (Germania)

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743 - 2012

MOSTRE

JOAQUÌN SOROLLA. GIARDINI DI LUCEFERRARA – fino al 17 giugno 2012Per la prima volta in Italia viene pre-sentata l’opera di Sorolla, esponentedella Belle Époque e celebrato ritratti-sta accanto a Sargent e Boldini.

Palazzo dei Diamantitelefono: 0532 244949

www.palazzodiamanti.it

I TESORI DEL PRINCIPE. CAPOLAVORI DEL PRINCIPEDEL LIECHTENSTEINBARD (AO)fino al 31 maggio 2012Ottanta opere selezionate dalla più im-portante collezione d’arte privata esi-stente al mondo.

Forte di Bardtelefono: 0125 833811

www.fortedibard.it

AMERICANI A FIRENZE. SARGENTE GLI IMPRESSIONISTI DEL NUOVO MONDOFIRENZE – fino al 15 luglio 2012Mostra dedicata al rapporto dei pittoriimpressionisti americani con l’Italia ein particolare con Firenze a partiredagli ultimi decenni del XIX secolofino ai primi del XX secolo.

Palazzo Strozzitelefono: 055 2776461

MISERIA E SPLENDOREDELLA CARNE. CARAVAGGIO, COURBET, GIACOMETTI, BACONRAVENNA – fino al 17 giugnoMostra articolata in diverse sezioni de-dicate ai vari periodi della storia del-l’arte studiati dal critico milaneseGiovanni Testori.

MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna

telefono: 0544 482477www.museocitta.ra.it

Il DIVISIONISMO. LA LUCE DEL MODERNOROVIGO – fino al 24 giugno 2012Grande mostra per qualità e sceltadelle opere incentrata sul periodo trail 1890 e l’indomani della GrandeGuerra.

Palazzo Roverellatelefono: 0425 460093

www.mostradivisionismo.it

I GIGANTI DELL’AVANGUARDIA:MIRÓ, MONDRIAN, CALDER ELE COLLEZIONI GUGGENHEIMVERCELLI – fino al 10 giugno 2012Circa quaranta opere, tra dipinti e scul-ture, ricostruiscono in modo puntualel’arco cronologico della carriera artisticadei tre pittori dell’avanguardia.

Arca – ex Chiesa di San Marcotelefono: 199 151123

www.guggenheimvercelli.it

ADOLFO WILDT. L’ANIMA E LE FORME TRA MICHELANGELO E KLIMTFORLÌ - fino al 17 giugno 2012Rassegna monografica dedicata aduno tra i più sofisticati e colti artisti delNovecento italiano.

Musei San Domenicotelefono: 199 757515

www.mostrawildt.it

LUX IN ARCANA – L’ARCHIVIOSEGRETO VATICANO SI RIVELAROMA – fino al 9 settembre 2012Esposti per la prima volta fuori daiconfini della città del Vaticano docu-menti di straordinaria valenza storicache coprono il periodo dall’VIII secolod.C. al XX secolo.

Musei Capitolinitelefono: 06 0608

www.luxinarcana.org

REMBRANDT - INCIDERE LA LUCE. I CAPOLAVORIDELLA GRAFICAPAVIA – fino al primo luglio 2012In mostra quaranta incisioni, tra au-tografe dell’artista e alcuni fogli dibottega, provenienti dalla CollezioneMalaspina, prestigiosa raccolta gra-fica a livello nazionale.

Scuderie del Castello Visconteotelefono: 0382 538932

www.scuderiepavia.com

KLIMT NEL SEGNO DI HOFFMANNE DELLA SECESSIONEVENEZIA – fino all’8 luglio 2012La rassegna veneziana presenta la ge-nesi e l’evoluzione, in ambito architet-tonico e pittorico, dell’opera di Klimt edi quanti con lui diedero vita alla Se-cessione viennese.

Museo Corrertelefono: 041 9636808

www.mostraklimt.it

a cura di Anna Leyda Cavallied esposizioni in Italia

Joaquìn Sorolla, “La alberca”, Alcazar di Siviglia, 1918

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L’AVVOCATO

Infermiere responsabileper “colpa medica”

a cura dell’avv. Pasquale Dui (*)

“Rientra nel propriumdell’infermiere con-trollare il decorso

della convalescenza del pa-ziente ricoverato in reparto, sìda poter porre le condizioni,in caso di dubbio, di un tem-pestivo intervento del medi-co”.La Corte di Cassazione, quar-ta sezione penale, con senten-za n. 24573, depositata il 20giugno 2011, ha così annulla-

to la pronuncia con cui il Giu-dice dell’udienza preliminareaveva dichiarato il non luogoa procedere nei confronti dialcuni medici accusati dai pa-renti di un paziente di aver sot-tovalutato le condizioni di unloro congiunto che, ricovera-to d’urgenza, a seguito di unincidente in moto, era dece-duto dopo alcuni giorni. Allabase della decisone del Gup,almeno per gli infermieri, viera il principio secondo il qua-le le funzioni di ausiliari delpersonale medico escludonoche gli infermieri possano ave-re una propria autonomia divalutazione in relazione allaverifica della compatibilità delquadro clinico del paziente

con l’intervento e le cure deimedici. In altre parole, il Giu-dice non aveva riconosciuto incapo al personale infermieri-stico una posizione di garan-zia. A riguardo, però, la Su-prema Corte, senza mezzi ter-mini, dichiara di non condivi-dere la pronuncia del giudiceche avrebbe, dunque, intera-mente frainteso i principi ap-plicabili nella materia. Per laCassazione, infatti, rientra neicompiti precipui dell’infer-miere quello di controllare ildecorso della convalescenzadel paziente ricoverato in re-parto così da “poter porre lecondizioni, in caso di dubbio,di un tempestivo interventodel medico” .

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Quello del Gup, secondo iGiudici della Suprema Corte,è un ragionamento che finisceper svilire le competenze pro-fessionali degli ausiliari che,invece, si trovano a svolgere“un compito cautelare essen-ziale nella salvaguardia dellasalute del paziente, essendo,come detto, l’infermiere one-rato di vigilare sul decorsopost-operatorio”.È, dunque, errato far riferi-mento all’autonomia valuta-tiva, di cui l’infermiere sareb-be sprovvisto a differenza delmedico; decisivo, invece, èl’obbligo dell’infermiere dichiamare il medico di turno,a cui affidare la decisone fi-nale, anche solo in caso di ra-gionevole dubbio. •

(*) Avvocato del Foro di Milano,

professore all’Università diMilano – Bicocca

tel. 02 4816385

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NOTIZIE FLASH

783 - 2012

Quota A più facile con la domiciliazione bancariaNel mese di aprile sono

stati inviati i bollettiniRAV per pagare il

contributo della Quota A. È di nuovo attiva, fino al 31maggio, la procedura per ad-debitare il pagamento diret-tamente sul conto correntebancario. Sono già 108.000i medici e gli odontoiatri chehanno scelto la domicilia-zione bancaria per pagaresenza più pensieri in modosemplice e sicuro: niente piùproblemi di scadenze di-menticate, ogni anno sarà labanca a versare gli importil’ultimo giorno utile.Per attivare l’addebito auto-matico potete: – compilare il modulo elet-tronico disponibile sul sitowww.taxtel.it (andate su En-pam e scegliete l’opzione“Adesioni RID”);– compilare il modulo RIDallegato ai bollettini RAV einviarlo a Equitalia NordS.p.A. tramite fax al nume-ro 02.6414.1061;– comunicare i dati richiesti

giornato al 2012 è il seguen-te:• 193,92 euro all’anno finoa 30 anni di età;• 376,42 euro all’anno dalcompimento del 30° anno fi-no a 35 anni;• 706,39 euro all’anno dalcompimento del 35° anno fi-no a 40 anni;• 1.304,56 euro all’anno dalcompimento del 40° anno dietà fino a 65 anni(706,39 euro all’anno per imedici e gli odontoiatri cheentro il 31 dicembre 1989sono stati ammessi al bene-ficio della contribuzione ri-dotta).A queste somme va aggiun-to il contributo per l’inden-nità di maternità che è di51,50 euro all’anno.I medici e gli odontoiatri, chesi sono iscritti all’Albo pro-fessionale nel corso del 2011,riceveranno un avviso di pa-gamento con i contributi do-vuti per il 2011 e per il 2012.Per i nati nel 1947 l’impor-to della Quota A del 2012 è

calcolato in base ai mesi ef-fettivi fino al compimentodel 65° anno. Se non attivate il servizio del-l’addebito diretto sul contocorrente e preferite, invece,pagare con i bollettini RAV,potete scegliere il modo cheritenete più comodo:• presso la posta o in banca;• con carta di credito via te-lefono: numero verde 800.191.191;• con carta di credito via in-ternet al sito www.taxtel.it.Si può versare in 4 rate conscadenza 30 aprile, 30 giu-gno, 30 settembre e 30 no-vembre oppure in unica so-luzione entro il termine pre-visto per la rata di aprile.Ricordate però che se nonricevete i bollettini non sie-te esonerati dal pagamen-to. Per ricevere un duplicatodei RAV potete inviare la vo-stra richiesta al fax n.06.6416.6617 (VEDI ER-RATA CORRIGE) oppure a [email protected],indicando il vostro nome,cognome, codice fiscale, in-dirizzo e recapito telefoni-co. Alla richiesta dovrete al-legare la copia del docu-mento di identità (che po-tete scannerizzare se sce-gliete l’email). Se, invece,siete registrati al sito En-pam, potete scaricare il vo-stro duplicato direttamentenell’area riservata. La Quota A è il fondo pen-sione di tutti i medici e gliodontoiatri iscritti all’Ordine.Garantisce a tutti una pen-sione di base e un assegno diquasi quindicimila euro al-l’anno in caso di invalidità as-soluta e permanente o di mor-te prematura (anche in as-senza di contributi versati). •

nel modulo RID a EquitaliaNord S.p.A. al numero800.178.090 o da telefonocellulare al numero 02.6416.1703.La commissione dovuta aEquitalia Nord per questoservizio è di 2,07 euro perciascun addebito.Se scegliete la domiciliazio-ne bancaria entro il 31 mag-gio di quest’anno, ricordate-vi di non pagare nessun bol-lettino RAV neanche quellocon scadenza 30 aprile: tut-ti i contributi, infatti, saran-no automaticamente adde-bitati in conto corrente allescadenze previste, oppure inunica soluzione se avete pre-ferito questa possibilità.Inoltre, aderendo a questoservizio, sarà più semplicecertificare i versamenti perla denuncia dei redditi conil riepilogo dettagliato, cheEquitalia Nord ogni anno in-via in tempo utile, e che tro-vate anche nell’area riserva-ta del sito Enpam. L’importo dei contributi ag-

Per attivare l’addebito automatico dei pagamenti della Quota A, è possibile compilare ilmodulo elettronico disponibile sul sito www.taxtel.it nella sezione “Enpam”

ERRATA CORRIGEIl numero di fax per richiedere il duplicato del RAV è 02.6416.6617

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Dichiarazione dei redditi

Promemoria scadenzaIl modello 730 va pre-sentato entro il 31 mag-gio se lo consegnate alCaf o a un professionistaabilitato (consulente dellavoro, dottore commer-cialista, ragioniere o peri-to commerciale). Diversii termini di consegna peril modello Unico: dal 2maggio al 2 luglio 2012,se lo presentate in formacartacea tramite un uffi-cio postale; entro il 31 ot-tobre 2012 se lo presen-tate per via telematica.La Fondazione Enpam èinserita nell’elenco delleONLUS destinatarie del 5per mille e quindi, in sededi dichiarazione dei reddi-ti, potete indicare il codi-ce fiscale: 80015110580.

CUD – CertificazioneUnica dei redditi 2012I pensionati Enpam han-no ricevuto direttamentea casa il modello CUDnecessario per la dichia-razione dei redditi. I medici e i dentisti pen-sionati registrati al sitowww.enpam.it possonoscaricare il duplicato on-line dalla propria area ri-servata.

Da quest’anno sono a di-sposizione anche l’indi-rizzo [email protected] e il numero di fax06.4829.4923. Scrivendoa questi recapiti potete chie-dere l’invio di un duplica-to via fax o a un indirizzodiverso da quello di resi-denza, o chiedere rettifichedi dati ritenuti errati. La richiesta dovrà esserecompleta di dati anagrafi-ci, indirizzo e recapiti te-lefonici. È necessario inol-tre allegare una copia deldocumento di identità (an-che scannerizzata se sisceglie l’email).Non è più obbligatorio in-viare all’Enpam ogni annola dichiarazione sulle de-trazioni d’imposta, salvo ilcaso in cui vi siano modifi-che o si sia perso il diritto.Per comunicare eventualirevoche o variazioni delledetrazioni potete utilizzareil modulo pubblicato sul si-to www.enpam.it (Moduli-stica → Prestazioni → Fon-do di previdenza generale).

Promemoria deducibili-tà fiscale dei contributiprevidenzialiI contributi previdenzialiversati a forme di previ-denza obbligatoria sonointeramente deducibili

dalle tasse. Il testo di ri-ferimento è l’articolo 10,comma 1, lettera e) delTesto Unico delle Impo-ste sui Redditi, approva-to con Decreto del Presi-dente della Repubblica22 dicembre 1986, n.917, così come modifica-to dal D. Lgs. 18 febbra-io 2000, n. 47.Potete quindi dedurre dalvostro reddito:• i contributi per la Quo-ta A (per tutti i medici egli odontoiatri iscritti al-l’Ordine)• i contributi per la libe-ra professione - Quota B(incluse intramoenia edextramoenia)• gli importi versati per iriscatti• le somme pagate per laricongiunzione.

Per usufruire di questobeneficio dovete conser-vare per la dichiarazionedei redditi una copia del-le ricevute di pagamento(bollettini RAV, MAV, ri-cevute dei bonifici ban-cari).

Se pagate la Quota A conla domiciliazione banca-ria, potete utilizzare il rie-pilogo dei versamenti che

Equitalia Nord S.p.A. in-via in tempo utile per gliadempimenti fiscali. Sesiete registrati al sito En-pam, potete stampare unacopia del riepilogo diret-tamente dalla vostra areariservata. Vi ricordiamo che per gliiscritti registrati al sitodell’Enpam, sono dispo-nibili online nell’area ri-servata anche le certifica-zioni fiscali del contribu-to della Quota B e dei pa-gamenti effettuati per i ri-scatti e per le ricongiun-zioni.

Versamenti previdenzia-li on-lineUtilizzando la carta dicredito della FondazioneEnpam potete pagare on-line (previa registrazioneal nostro sito) tutti i con-tributi previdenziali (com-presi quelli per i riscatti eper le ricongiunzioni).Per informazioni sulla car-ta di credito e sui tempi diattivazione potete chia-mare il Servizio Clientidella Banca Popolare diSondrio al numero verde800.190.661, attivo dallunedì al venerdì dalle ore8.30 alle ore 13.00 e dal-le ore 14.15 alle ore 17.00;oppure potete scrivere [email protected].

Il Sat risponde

Per incontrare di persona i funzionari dell’Enpam ci si può rivolgere all’Ufficio accoglienza

e relazioni con il pubblicoVia Torino 100 - RomaOrari di ricevimento:

dal lunedì al giovedì ore 9.00-13.00 / 14,30-17.00venerdì ore 9.00 / 13.00

NOTIZIE FLASH

793 - 2012

Servizio Accoglienza Telefonicatel. 06.4829.4829 - fax 06.4829.4444

indirizzo e-mail [email protected]

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Registrazione Tribunale di Roma n. 348/99 del 23 luglio1999

IL GIORNALE DELLA PREVIDENZADEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI

PERIODICO INFORMATIVO DELLA FONDAZIONE ENPAM

DIREZIONE E REDAZIONEVia Torino, 38 - 00184 Roma

[email protected]

Direttore: EOLO PARODI

Direttore responsabile: GIULIANO CRISALLI

Comitato di indirizzo:Eolo Parodi, Alberto Oliveti, Giampiero Malagnino,

Alberto Volponi, Anna Maria Calcagni, Stefano Falcinelli,

Luigi Galvano, Alessandro Innocenti, Giuseppe Renzo

PROGRAMMAZIONE E COORDINAMENTO REDAZIONALE

Carlo Ciocciemail: [email protected]

CULTURA

Claudia Furlanettoemail: [email protected]

CONGRESSI, CONVEGNI E CORSI

ARCHIVIO E DOCUMENTAZIONE

Andrea Meconcelli:Tel. 06 48294513Fax 06 48294260/793

email: [email protected]

SCIENZA E SOCIETÀ

Andrea Sermontiemail: [email protected]

SEGRETERIA DI REDAZIONE

Paola Boldreghini: Tel. 06 48294258 - Fax 06 48294260email: [email protected]

Foto: Archivio ENPAM - THINKSTOCK

Editore: COPTIP Industrie Grafiche

Stampa: COPTIP Industrie Grafiche41100 Modena (MO) - v. Gran Bretagna, 50

tel: 059 312500 - fax: 059 312252email: [email protected]

MENSILE - ANNO XVII - N. 3DEL 18/04/2012

Di questo numero sono state tirate 451.941 copie

L’autore è a disposizione degli aventi diritto con i qualinon è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni

o inesattezze delle fonti delle immagini riprodotte nel presente numero

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Via Selvanesco 75 - 20142 Milano

Tel. 02 55017800 - fax 02 55017411

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Prof. Eolo G. PARODI (Presidente)Dott. Alberto OLIVETI (Vice Presidente Vicario)Dott. Giovanni P. MALAGNINO (Vice Presidente)CONSIGLIERI: Dott. Eliano MARIOTTI • Dott. Alessandro INNOCENTIDott. Arcangelo LACAGNINA • Dott. Antonio D’AVANZO • Dott. Luigi GALVANO • Dott. Giacomo MILILLO • Dott. Francesco LOSURDODott. Salvatore Giuseppe ALTOMARE • Dott.ssa Anna Maria CALCAGNIDott. Malek MEDIATI • Dott. Stefano FALCINELLI • Dott. Roberto LALADott. Angelo CASTALDO • Dott. Giuseppe RENZO • Dott.ssa Francesca BASILICO • Dott. Giovanni DE SIMONE • Dott. Giuseppe FIGLINIDott. Francesco BUONINCONTI • Prof. Salvatore SCIACCHITANODott. Emmanuele MASSAGLI • Dott. Pasquale PRACELLA

COMITATO ESECUTIVO Prof. Eolo G. PARODI (Presidente)Dott. Alberto OLIVETI (Vice Presidente Vicario)Dott. Giovanni P. MALAGNINO (Vice Presidente)CONSIGLIERI: Dott. Eliano MARIOTTI • Dott. Alessandro INNOCENTIDott. Arcangelo LACAGNINA • Dott. Giacomo MILILLODott. Roberto LALA

COLLEGIO SINDACALE Dott. Ugo Venanzio GASPARI (Presidente)Dott.ssa Adriana BONANNI (Presidente supplente)Sindaci: Dott.ssa Laura BELMONTE • Dott. Francesco NOCE • Dott. LuigiPEPE • Dott. Mario ALFANI • Dott.ssa Anna Maria PAGLIONEDott. Marco GIONCADA • Dott. Giovanni SCARRONE • Dott. GiuseppeVARRINA

Organi Collegiali

Public Policy, una nuova agenzia parlamentare

C’è una voce nuova nel giornalismo politico e parla-mentare. E’ nata l’agenzia PUBLIC POLICY, per ini-

ziativa di un gruppo di giornalisti di lunga esperienza.L’agenzia, che comincerà a trasmettere i primi giorni dimaggio, intende porsi come un punto di riferimento infor-mativo per chi ha bisogno di seguire in modo ravvicinato,continuativo, approfondito e documentato l’attività legi-slativa delle due Camere, a cominciare dal lavoro delle Com-missioni, seguendo i provvedimenti in tutte le loro fasi d’esa-me, dal momento della presentazione a quello dell’appro-vazione.PUBLIC POLICY concentrerà la sua attenzione su alcunispecifici filoni che hanno a che fare con la vita quotidianadei cittadini e delle famiglie: e quindi anche la salute, l’am-biente, il mondo delle professioni, comprese quelle che at-tengono al mondo sanitario, scolastico, universitario, e laproduzione industriale inclusa quella farmaceutica.La nuova agenzia si propone anche di raccontare il mon-do della politica e l’attività del Parlamento nelle loro om-bre ma anche nelle loro luci, senza paraocchi ma anche sen-za pregiudizi, semplicemente praticando il giornalismo co-me deve essere: cronaca veritiera che fa parlare i fatti.PUBLIC POLICY, che trasmetterà il suo notiziario con ilsistema Telpress in modo che chi lo riceve lo può leggerein tempo reale, è diretta dal giornalista parlamentare Ma-rio Nanni, ex capo redattore centrale dell’ANSA.

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