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ANNOVII .N .8 . Esceunavoltaalmese . AGOSTO 1883 . BOLLETTINO SALESIANO Direzionenell'OratorioSalesiano .- ViaCottolengo,N .32- TORINO SOMMARIO - UnpreziosodonoossiailCardinale GaetanoAlimondaArcivescovodiTorino- Brevecenno sullavitaesulleoperedelnuovoArcivescovo - La Festadis .GioachinogiornoonomasticodelSantoPa- dre- LaConferenzadeiCooperatoriinBuenosAires -TrattospecialedelladivinaBontàversoSofiaLoe- scherevotidiaffettuosifratelli- L'onomasticodel PadreeiFigliamensaconlui - Unasoddisfazione dataaiCooperatoriSalesianieunarticolodell'Unità Cattolica- CollegioconvittoValsalicepressoTo- rino - PellegrinaggiodiSacerdotiitalianiaipiedi diS .S .LeoneXIII - Preghieresoliteafarsiogni giornonelSantuariodiMariaAusiliatrice - Ilsuono dell'organonellaMessaeneiVespri - Bibliografia Salesiana . UNPREZIOSODONO OSSIA IlCardinaleGaetanoALIMONDAArcivescovodiTorino . LaChiesadiTorino,laSededis .Massimo, ebbedalSantoPadreLeoneXIII,trale moltealtre , unataleprovadiaffetto,che maggiorenonavrebbepotutodesiderare . Unodeimembripiùillustri,cheperin- gegno,persapere,pereloquenza,perpietà, permitezzad'animo,perprudenza,perogni sortadibelledotidimenteedicuore, onorioggidìlaSacraPorpora,èsenzaverun contrastoilCardinaleGaetanoAlimonda, astrofulgidissimodellaChiesaCattolica , onorediGenovasuapatria,egloriosovanto dell'Italiatutta . Orbene,quest'uomo,pertantititoliemi- nente, quest'uomo,cheandrebberomerita- mentesuperbedipossedereleprimeSedi delmondo,quest'uomo,dico,venneultima- mentedatodalVicariodiGesùCristoaPa- store,aPadredeiCattoliciTorinesi .Ildono ècosìprezioso,cheilSommoPonteficenon potèfarlo,fuorchèinuntrasportodiamore versolacittàdellaSacraSindoneedelSS . Sacramento . Lapennaèinettaadescriverelagioia, chesidestòinogniclassedicittadiniallo spargersidellalietanotizia .Questainfatti tornòsìgioconda,chesulbelprincipio, comesuoleavvenirealprimoannunziodi' unbenetroppopiùgrandeesuperioreal- l'aspettazione,moltinonleprestaronofede . Ognunotemeva,percosìdire,chelano- tizianonfossevera .Perassicurareglianimi, ondeassaporasserotuttoildolcedisìcara novella,fuduopouncennopubblicosul- l'accreditato giornale« L'UnitaCattolica» . Lanominaèoraunfattocompiuto ;godiamo adunqueedesultiamo . Eperverità,ragionedigodereedie- sultarehannononsoloiTorinesi,matutti iSalesianielapiaUnionedeiloroCoope- ratori ;imperciocchèfindaiprimordiidi questaIstituzioneilCardinaleAlimondasi degnòdionorarladelsuonome,einogni incontrolafavoriepromosseconammira- bilezelo .VescovodiAlbengaeglisirecava dibuongradoaprendereparteallafesta dis.FrancescodiSalesnelnostroCollegio diAlassio,situatonellasuaDiocesi,vite-

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ANNO VII. N. 8 .

Esce una volta al mese.

AGOSTO 1883 .

BOLLETTINO SALESIANO

Direzione nell' Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, N. 32 - TORINO

SOMMARIO - Un prezioso dono ossia il CardinaleGaetano Alimonda Arcivescovo di Torino - Breve cennosulla vita e sulle opere del nuovo Arcivescovo - LaFesta di s . Gioachino giorno onomastico del Santo Pa-dre - La Conferenza dei Cooperatori in Buenos Aires- Tratto speciale della divina Bontà verso Sofia Loe-scher e voti di affettuosi fratelli - L' onomastico delPadre e i Figli a mensa con lui - Una soddisfazionedata ai Cooperatori Salesiani e un articolo dell'UnitàCattolica - Collegio convitto Valsalice presso To-rino - Pellegrinaggio di Sacerdoti italiani ai piedidi S. S. Leone XIII - Preghiere solite a farsi ognigiorno nel Santuario di Maria Ausiliatrice - Il suonodell' organo nella Messa e nei Vespri - BibliografiaSalesiana .

UN PREZIOSO DONOOSSIA

Il Cardinale Gaetano ALIMONDA Arcivescovo di Torino .

La Chiesa di Torino, la Sede di s . Massimo,ebbe dal Santo Padre Leone XIII, tra lemolte altre , una tale prova di affetto, chemaggiore non avrebbe potuto desiderare .

Uno dei membri più illustri, che per in-gegno, per sapere, per eloquenza, per pietà,per mitezza d'animo, per prudenza, per ognisorta di belle doti di mente e di cuore,onori oggidì la Sacra Porpora, è senza veruncontrasto il Cardinale Gaetano Alimonda,astro fulgidissimo della Chiesa Cattolica ,onore di Genova sua patria, e glorioso vantodell'Italia tutta .

Or bene, quest'uomo, per tanti titoli emi-

nente, quest'uomo, che andrebbero merita-mente superbe di possedere le prime Sedidel mondo, quest'uomo, dico, venne ultima-mente dato dal Vicario di Gesù Cristo a Pa-store, a Padre dei Cattolici Torinesi . Il donoè così prezioso, che il Sommo Pontefice nonpotè farlo, fuorchè in un trasporto di amoreverso la città della Sacra Sindone e del SS .Sacramento .

La penna è inetta a descrivere la gioia,che si destò in ogni classe di cittadini allospargersi della lieta notizia . Questa infattitornò sì gioconda , che sul bel principio ,come suole avvenire al primo annunzio di'un bene troppo più grande e superiore al-l'aspettazione, molti non le prestarono fede .Ognuno temeva, per così dire, che la no-tizia non fosse vera . Per assicurare gli animi,onde assaporassero tutto il dolce di sì caranovella, fu duopo un cenno pubblico sul-l'accreditato giornale « L'Unita Cattolica » .La nomina è ora un fatto compiuto ; godiamoadunque ed esultiamo .

E per verità, ragione di godere e di e-sultare hanno non solo i Torinesi, ma tuttii Salesiani e la pia Unione dei loro Coope-ratori ; imperciocchè fin dai primordii diquesta Istituzione il Cardinale Alimonda sidegnò di onorarla del suo nome, e in ogniincontro la favori e promosse con ammira-bile zelo. Vescovo di Albenga egli si recavadi buon grado a prendere parte alla festadi s. Francesco di Sales nel nostro Collegiodi Alassio, situato nella sua Diocesi, vi te-

neva eloquente ed affettuoso discorso, e sideliziava nel trattenersi coi nostri confratelli,trattandoli qual padre i proprii figli . L'anno1878 ebbe la bontà di presiedere altresì allaConferenza dei Cooperatori, e vi recitò unmagnifico discorso . In questo , dopo averpromesso che egli pure erasi fatto ascriverealla Pia Unione, ne lodò altamente lo spiritoe lo scopo, e incoraggiò tutti a proseguirvianimosi . A quest'uopo egli insegnò lorocome dovevano armarsi di quel triplice zelo,che tanto raccomanda s . Bernardo nelle o-pere buone, zelo cioè infiammato dalla carità,zelum tuum inflammet charitas,zelo infor-mato dalla scienza e dalla prudenza, zelumtuum infórmet scientia, zelo infine rasso-dato dalla costanza, zelum tuum firmet con-stantia; quella costanza che non cede dinanzialle difficoltà, le quali sempre attraversanole opere buone, e più ancora le ottime .

L'anno dopo, fatto Cardinale, e chiamatoin Roma al fianco del Supremo Gerarca dellaChiesa, l'Alimonda conservò, anzi accrebbe,se crescere ancor poteva, la sua benevolenzaverso di noi . Assisteva immancabilmentealle Conferenze dei Cooperatori, che avevanoluogo nell'Alma Città , vi diceva discorsimirabili , perorando la causa delle opereSalesiane con un ardore ed una eloquenzaimpareggiabile . Una volta , trovandosi inmal ferma salute, stava per declinare l'in-carico di parlare in un'Adunanza, da tenersinella Chiesa delle nobili Oblate di Tor de'Specchi ; ma dopo un breve riflesso si ripresee soggiunse : - « Veramente non mi sentireinè di andarvi, e tanto meno di predicare ;ma D . Bosco m'invita, e chi potrebbe ri-fiutarsi a' suoi desiderii? » - E vi andò e vifece un discorso da pari suo .

Siccome in Torino esiste la Casa Madredella pia Società di s . Francesco di Sales, dallaquale dipende in gran parte il benessere e laprosperità dei molti Istituti a lei soggetti, cosìdai Salesiani e dai giovanetti loro affidati sifecero, per oltre a tre mesi, speciali preghiereche Dio per mezzo del sapiente e provvidosuo Vicario ci volesse dare un Pastore, fattopropriamente secondo il cuor suo . Or chi co-nosce l'Eminentissimo Cardinale Alimonda,ed ormai lo conosce il mondo intiero, converrànel dire che il Cielo esaudì pienamente que-ste preghiere ; onde non ci resta che di scio-gliere sin d'ora la lingua ai più vivi ringra-ziamenti, e fare i più ardenti voti che eglisia presto in possesso della sua Cattedra .

BREVE CENNO SULLA VITA E SULLE OPERE

del nuovo Arcivescovo.

Crediamo che riusciranno cari ai Cooperatori ealle Cooperatrici alcuni cenni biografici del nuovoArcivescovo di Torino, e qui li diamo, riproducendoin parte un articolo, che già ne pubblicavamo in que-sto medesimo periodico, nel mese di Giugno del 1879 .

Il Cardinale Gaetano Alimonda nacque in Genovail 23 di Ottobre 1818 . Compiuti i suoi studi, SuaEminenza il Cardinale Placido Maria Tadini, alloraArcivescovo di Genova , lo ordinava Sacerdote il10 di Giugno 1843 . Nel 1845 il Canonico GiovanniBattista dei marchesi Cattaneo, Primicerio dellaMetropoli e Rettore del Seminario, conoscendo ilbel genio che annidava nell'Alimonda , lo volleseco a Vice Rettore . Nel 1848 i rivoltosi caccia-rono il Cattaneo dal Seminario, mostrando di rispet-tare il mite Alimonda ; ma questi come adontatoamò meglio seguire il suo maestro, e scriveva : -Mi sento impaziente di sbrigarmi dal Seminario

Vivere non potrei, se non piegando ai versidel mondo . . . . Ora scelgo d'andarmene incontami-nato . In quell'anno medesimo pubblicò articoli dipolemica religiosa nell' Armonia di Torino e nelCattolico di Genova . Nel 1849, chi reggeva l'Ar-chidiocesi , a sede vacante, il volle di nuovo inSeminario, chiestovi a grande istanza dalla gioventùstudiosa, e l' Alimonda vi rientrava in qualità diRettore, rimanendovi sino al 1853 .

Qui ha principio una nuova e più splendìda car-riera per l'Alimonda . Sentendosi portato alla pre-dicazione, egli ardente di amore e di zelo per Dioe per le anime, si fece banditore della divina parola,e vi riuscì egregiamente, soprattutto nella polemica .Cominciò dalle orazioni panegiriche e dai ragiona-menti sul dogma dell'Immacolata Concezione, chesvelarono in lui il genio dell'Oratore . La sua fa-condia fu udita con plauso nelle città della Liguria,e in non poche del resto d'Italia .

L'anno 1864 Mons . Andrea Charvaz, Arcivescovodi Genova, gli affidava la difficile trattazione dellaConferenze intorno al Sovrannaturale nella Metro-politana, le quali dovevano rendere immortale ilsuo nome .

Dando contezza di questo suo cómpito, l'Alimondasi esprimeva così : < Cristoforo Colombo scriveva adIsabella di Spagna : - Il mondo conosciuto è troppopiccolo, e bisogna slargarlo ; - e lo slargava difatto aggiungendo ai vecchi Continenti l'America .Io diceva altrettanto ai miei contemporanei nelleConferenze : Il mondo in che voi portate le vostraidolatrie, e in che di forza vi rinchiudete, è pic-colo troppo per fermo ; è il mondo dei sensi e dellamateria . Slarghiamolo, riaprendo sulle nostre frontiil mondo dello spirito e di Dio ; sublimiamo i re-centi acquisti coi vecchi patrimonii dell'umanità . »

Queste Conferenze prima predicate, e poi stam-pate in 12 volumi, furono accolte con ammirazioneda tutti i dotti del mondo . Fra gli altri CesareCantù le chiamò un prodigio di scienza e di erudi-zione, ed affermò che più stupendo lavoro di apo-logia religiosa non sorse ancora in Italia, e forsemai non sorgerà .

Nel 1866 il prelodato Mons . Charvaz, annuendoal desiderio della colta cittadinanza di Genova ,chiamò l'Alimonda alla prima dignità del CapitoloMetropolitano . Divenuto Canonico Prevosto , eglicon potenza d'ingegno, con vasta erudizione, con ro-busta eloquenza continuò a svolgere il grandioso suotema, a combattere e a conquidere gli errori del-l'età, a difendere strenuamente la causa della reli-gione e della Chiesa assalita, cogliendo allori ognidì più gloriosi .

Udiamo nuovamente come egli parla, e impariamoa conoscere il grand'uomo che è l' Alimonda : -a La carne si sentiva stanca, così egli scriveva, nonlo spirito, in me ; ma la lotta dei figliuoli degli uo-mini contro i figliuoli di Dio imperversava nel mondopiù tremenda che mai, ed un altro Arcivescovo ,già mio precettore, che succeduto era a quel primo,Monsignore Salvatore Magnasco, e ardeva di zeloper la causa cattolica, m'infondeva ardimento, vo-levami saldo al mio posto . Allora io svolgeva l'ar-gomento vitale dei Problemi del secolo XIX. Ilnostro secolo mette ogni cosa in disputazione, re-spinge Dio, come afferma esso, al di là delle frontieredell'universo, e io al contrario incontrava Dio daper tutto ; . . . e con Dio la sua Chiesa . » - Qui l'il-lustre Porporato passa a dire delle armi da lui usatenella grande battaglia e prosegue così - « Nelcondurre di questa polemica , che moveva controgli increduli, io adoperava le armi che ai medesimiincreduli riescono non discare . Si allega la rive-lazione divina per opposta radicalmente alla umanaragione, la Chiesa cattolica per nemica al progressosociale . Amai di sventare la calunnia famosa ; e,per isventarla a dovere, presi abito di filosofo edinterrogai la ragione ; assunsi il linguaggio dei dotti,e trassi a parlare la scienza ; uomo incivilito feciappello alla civiltà . Cosa maravigliosa ! Trovai chela ragione umana affermava come la rivelazionedivina ; trovai che la scienza, quando è verace e nonbambina , parlava come la fede ; intesi la civiltàripetermi che teneva la sua culla ai piedi dellaCroce, e che storicamente fra le braccia della Chiesaera nata . Non di rado ebbi nelle mie conclusionia compagni i miscredenti e gli atei , i quali inqualche émpito di verità promulgavano le armonieposte tra la terra e il cielo, tra la ragione e lafede . Erano i nuovi crocifissori, che si conturbavanodalla vetta del Golgota, protestando : Vere FiliusDei erat iste . Ah ! i crudeli non per questo si per-cuotevano il petto! - » .

Il valoroso Oratore in Genova non si saprebbe,se meglio facesse spiccare la sua dottrina , o lasua dolcezza, o la sua umiltà . Per nulla invanitodi sè, era cosa consolante scorgerlo a trattare delpari col dotto forestiero, che si recava ad onoredi fare sua personale conoscenza, e con un crocchiodi amici, che ne ambivano la dolce conversazione .Egli sapeva farsi tutto a tutti, tutto specialmenteai semplici ed ai giovinetti . I fanciulli del Collegiodegli orfani sel vedevano sovente in mezzo di loroa godere di loro gioie innocenti .

Ora un ecclesiastico di così esimie virtù ben me-ritava di essere collocato sopra un alto candelabro,onde meglio risplendesse nella Chiesa di Dio ; adun soldato di tanto valore si conveniva nel campo

un posto più eminente , e il Pontefice Pio IX, disanta memoria, ve lo poneva, eleggendolo a Vescovodi Albenga nel Concistoro del 21 Settembre 1877 .

Come in Genova, così in Albenga Mons . Alimondadivenne ben tosto la delizia del clero, del nobile,del popolo . Ma quella Diocesi aveva appena cessatodalle feste di ricevimento, quando, con indicibiledolore, se lo vide rapire . Leone XIII, che altamentestimava l'Alimonda per le sue doti e pei segnalatiservigi resi alla causa cattolica , nella sua primacreazione di Cardinali, fatta nel Concistoro del 12Maggio 1879, lo volle decorato della Sacra Porpora,e chiamollo presso di sè, per giovarsi dell'operasua e de'suoi consigli nel governo della Chiesa u-niversale. Dopo appena 4 anni, il Santo Padre sene priva per farne regalo ai Torinesi . Or se la pre-ziosità del dono dimostra l'amore del donatore, lalingua non è sufficiente a dire l'ardenza della caritàdi Leone XIII verso l'Archidiocesi Torinese .

LA FESTA DI S. GIOACHINO

giorno onomastico del Santo Padre .Ci è dolce il ricordare che il 19 di questo mese

ricorre la festa del Patriarca s . Gioachino, giorno,come tutti sanno, onomastico del nostro Santo PadreLeone XIII, che al sacro fonte ereditò il nomedel fortunato Genitore della Gran Madre di Dio .Varii motivi noi adducevamo ogni anno per ecci-tare i nostri Cooperatori e le nostre Cooperatricia ben celebrare questo auspicatissimo giorno . Ormettevamo loro dinanzi la sublime dignità del Papa,quale Supremo Gerarca della Chiesa, ora la gravesollecitudine pel buon governo di tanti popoli, allasua cura affidati, ora l'accanita guerra, che da o-gni parte gli muovono i nemici della Religione ,e quindi il bisogno che Egli sente di essere sostenutanell'ardua lotta dai fedeli suoi figli, ora le bene-dizioni che Dio promette e sparge sopra coloro ,che amano ed aiutano il suo Vicario in terra, edora questo ed ora quell'altro motivo, che troppalungo sarebbe il qui rammentare .

Ma a tutto queste ed altre ragioni, che militanotuttavia, un'altra se ne aggiunge quest'anno . Ellasi è la gratitudine, che i Salesiani e i loro Coope-ratori devono attestare al Sommo Pontefice LeoneXIII, per la preziosa nomina , ad Arcivescovo diTorino , dell'Eminentissimo Cardinale Alimonda ,nostro zelante Cooperatore ; nomina che, fuori diogni adulazione, noi consideriamo quale un trattospeciale di benevolenza del Cielo, quale una venadi grazie e di benedizioni per la nostra Pia Società,quale un dolce conforto a proseguire animosamentee con tranquillità di spirito le opere, che il Signoresi è compiaciuto di affidare alla nostra pochezza .Ora un tanto bene, dopo Dio, noi lo dobbiamo alglorioso Papa, che da oltre un lustro governa lanavicella di Pietro, e con mano abilissima e conmaravigliosa sapienza la conduce incolume e sicurain mezzo allo stesso spumeggiare dei marosi , eall'imperversare di orrenda tempesta .

E come scioglieremo noi questo debito all'augustasua Persona? - In due modi : Colla preghiera ecoll' opera . Primieramente colla preghiera, ad esem-pio dei primi Cristiani, assidui nella orazione pelprimo Papa posto nelle angustie : Oratio fiebat sineintermissione ab Ecclesia adDeumproeo. Equalpreghiera faremo ? Quella che torna più graditaa Gesù Cristo, più utile al suo Vicario, e nel .tempo stesso di maggiore vantaggio alle animenostre.

Adunque nella festa di s . Gioachino facciamotutti la santa Comunione pel Papa . Il giorno èpropizio essendo Domenica ; propizio ancora, perchépreceduto di quattro giorni appena dalla Solennità diMaria Assunta . Quale mai dei Cooperatori e delleCooperatrici non si accosterà alla santa Confessioneil 15 del corrente, festa dell'Assunzione della nostradolcissima Madre ed augustissima Regina del Cielo,acquistando l'Indulgenza plenaria? E qual mai diloro non saprà tenere la propria coscienza in i-stato da poter accostarsi nuovamente alla Mensadegli Angeli quattro giorni dopo? Così facendosaranno più migliaia di sante Comunioni offerte inquel dì al Signore, il quale le accoglierà di buongrado , e le convertirà in altrettante preziosegemme di grazie e di favori pel nostro Santis-simo Padre .

E quale sarà l'opera che uniremo alla preghiera ?- Sappiamo che i nostri Cooperatori, tanto Eccle-siastici che laici, si fanno premura di soccorreredi tratto in tratto l'augusta povertà del Capo dellaChiesa, che si trova in gravi strettezze . Oggidì èquesta un'opera delle più sante ; imperciocché il Pa-dre di 200 e più milioni di Cattolici, privo delle an-tiche sue sostanze, come mai provvederebbe agli im-mensi bisogni della Chiesa, come sosterrebbe tanteopere di beneficenza e di religione non solo in Roma,ma in ogni altra parte del mondo, come farebbead inviare Missionarii a fine di spargere il Vangelonelle regioni tuttora infedeli , se i suoi figliuolinon gli venissero in aiuto colle loro limosine? Perla qual cosa noi proponiamo che ogni Cooperatore,a nome proprio e della famiglia, in quest'occasionefaccia pel danaro di s . Pietro un' offerta secondole sue forze, inviandola al suo alto destino per quelmezzo, che più gli sarà comodo . In questa guisanoi daremo al Papa una prova non dubbia di ri-spetto e di venerazione, e compiremo un'opera degnadi grande guiderdone , che non ci mancherà dicerto ; imperocchè, se Gesù Cristo promette dirimunerare doviziosamente colui, che porge il piùpiccolo aiuto all'ultimo dei suoi seguaci, che cosanon darà mai a quelli, che fanno la carità al suoVicario ?

LA CONFERENZA DEI COOPERATORIin Buenos Aires.

Dal Giornale La Union di Buenos Aires delmartedì 12 giugno ricaviamo il seguente articolo .

« Domenica scorsa ebbe luogo la Conferenza dei

Cooperatori nella nuova Cappella, consacrata allaSS. Vergine sotto il titolo di Ausiliatrice (1) .

» Vi fu un numeroso concorso . Fra gli accorsinotammo i Dottori Iturias - Martel - Carranza- Casabel - Reynal - Espinola - Maglioni, ed iSignori Robers, Portugues, Repetti ed altri molti .

» La Conferenza ebbe principio con una invoca-cazione a Maria SS . Prese quindi la parola il P .Costamagna, Superiore de' Salesiani, e con istilefacile e piano espose l' oggetto della Conferenza,i favori concessi dai Sommi Pontefici ai Coope-ratori Salesiani e di questi lesse i Rescritti .Fece in ultimo una interessante e particolareggiataesposizione sopra lo stato delle Missioni apostoli-che, affidate ai Salesiani nel territorio della Re-pubblica .

» Accennando alle Missioni della Patagonia con-fermò ciò che già in altra occasione servì di temaalla nostra redazione, cioè che i Ministri anglicanilavorano a tutt'uomo in quei paraggi, seducendonei poveri abitanti .

» Parlando indi della Boca del Riachuelo, fecenotare gli sforzi de'Salesiani addetti alla Parroc-chia di S. Giovanni Evangelista ; sforzi i cui fruttipossono da tutti palparsi, vedendo la Chiesa fre-quentatissima, e quella popolazione, per lo innanzicosì miscredente ed atea, cambiata ora da non piùriconoscerla . E dovuto ai Salesiani se la Massoneriafece fallimento alla Boca .

» Ultimamente, come tutti sanno, si vendette al-l'asta pubblica l'edifizio o tempio massonico -LaAlleanza - Oggi in quel luogo medesimo già siinsegna la dottrina cristiana a moltissimi fanciulli .

Il Collegio Pio IX situato in Almagro fio-risce con notoria rapidità, essendo oramai insuffi-ciente il locale per le continue domande , e giàcontiene oltre a duecento giovani interni ed unnumero assai considerevole di esterni .

» I laboratorii di calzoleria, de' falegnami, deifabbri-ferrai , la tipografia e legatoria , sono ingrande attività, ed i giovanetti lavorano alacre-mente .

» A detta del Superiore, sarebbero necessariialmeno tre altri Ospizii di tal genere nei diversiquartieri della Città, per appagare i desiderii delletante povere famiglie, che fanno domanda pei lorofigliuoli, senza che possano essere esaudite .

» Il Collegio d'istruzione superiore, diretto daimedesimi Salesiani in S . Nicolas de los Arroyos,fiorisce esso pure in modo straordinario, malgradotutti gli sforzi del liberalismo , che fu parimenticostretto a chiudere (per mancanza di mezzi) il Col-legio espressamente fondato per fare concorrenzaa quello già stabilito dai Salesiani . Il P . Superiore,la cui relazione ci spiace non poter tutta qui ripor-tare , terminò raccomandandosi ai Cooperatori eCooperatrici , che continuassero ad aiutarlo nelleopere di carità intraprese a bene della gioventùpovera ed abbandonata .

(1) Nel prossimo numero del Bollettino riferiremo lainaugurazione della nuova Chiesa di Maria Ausiliatrice,che ebbe luogo in Buenos-Aires il 7 dello scorso giugno,alla presenza di grande moltitudine di fedeli, e coll'in-tervento di Sua E . Revma Mons . Arcivescovo FedericoAneyros .

» Dopo lui parlò il Presidente del ConsiglioSuperiore della Società di S . Vincenzo de' Paoli,il Dottor Edoardo Carranza, il quale fece in brevela storia della fondazione della scuola di arti emestieri, aperto sotto gli auspizii della mentovataSocietà .

» Finito il discorso del Sig. Carranza, si rice-vette la benedizione del S . Padre, che è uno deiPrivilegi accordati ai Cooperatori e alle Coopera-trici Salesiane . Diedela il Sig. Provisore Boneo ,ricevendola a ginocchio la divota moltitudine, cheriempiva la Cappella . Sali di poi il pulpito ilRev. D. Domenico Tomatis, Direttore del Col-legio Salesiano in S . Nicolas de los Arroyos . Ilsuo discorso si versò sopra i benefizii compartitial mondo per l' intercessione della Vergine SS .L'oratore si mostrò erudito, eloquente e commo-vente, e riuscì di sorpresa agli uditori, che nolconoscevano ancora. Di parola facile e fluida , ildistinto Professore si palesò qui letterato esperto,e malgrado parlasse con idioma straniero per lui,essendo egli Italiano, nessuno all'udirlo l'avrebbesospettato, tanto egli parlava corretto . La Confe-renza terminò con una bella preghiera e con di-voti cantici . »

TRATTO SPECIALE DELLA DIVINA BONTÀ

VERSO SOFIA LOESCHERE VOTI DI AFFETTUOSI FRATELLI,

Il giorno 12 dello scorso luglio, nella nostraChiesa di S. Giovanni Evangelista in Torino, sicelebrava un solenne servizio funebre per l'animadi una giovane damigella, la quale si può vera-mente dire essere stata l'oggetto di predilezionedi Dio e della Beatissima Vergine Maria . Inten-diamo parlare di Sofia Loescher .

Nata da madre Cattolica, ma da padre Protestante,uno dei più rinomati editori italiani, residente inTorino, questa figliuola aveva varcato di poco l'etàdi 17 anni , ed era stata allevata nella religionedel padre . Di svegliato ingegno e di costumi in-temerati nel corso degli studi ebbe la bella sortedi conoscere la verità di nostra santa Religione ,quindi da più anni domandava al genitore la li-cenza di farsi Cattolica e di ricevere il Battesimo .Non potendo ottenere di soddisfare i suoi ardentivoti, la pia giovinetta prese non di meno a con-durre una vita ognor più edificante, si fece divotadella Madre di Dio , ed ogni giorno la pregavadella grazia di poter entrare nel seno della veraChiesa di Gesù Cristo .

Compiuti i suoi studi, ed istruita nella lingua ita-liana, latina, francese, inglese e tedesca, da circadue anni un lento malore le serpeggiava nella vita ela metteva a repentaglio. Il padre e la madre ,ricchissimi ed affettuosissimi signori, non risparmia-rono nè cure nè spese per troncare il corso del male ;medici, medicine, viaggi, consulti, tutto fu messo inopera, ma invano . Venne riferito che durante la ma-lattia si presentò alla inferma il ministro protestante,ed essa in bel modo lo licenziò, ripetendo che vo-

leva essere Cattolica . I genitori differivano di darlequesta soddisfazione, adducendo per ragione che ri-sanata avrebbe potuto ricevere il Battesimo e glialtri Sacramenti con tutta la solennità del rito . Mastavano ormai per finire non solo i mesi, ma i giornie le ore di sua vita, e la buona figliuola non a-veva ancor potuto ottenere il compimento de' suoidesiderii .

Tre giorni prima di morire, vedendo presso alsuo letto il padre , che tanto l' amava , ella rac-colse le ultime sue forze e con un accento più ce-leste che umano gli dice : - Papà, fammi un pia-cere ; è forse l'ultimo che ti domanda la tua carafigliuola . - Il padre non sospettando forse doveandassero a mirare queste parole - Te lo faròvolentieri , le risponde : Dimmi pure che cosavuoi . - Ed Ella : Concedimi il favore di farmiCattolica e di ricevere i Sacramenti della Chiesaprima di morire . - L' ora della misericordia diDio era scoccata per quell' anima benedetta, e laVergine SS. stava per farle vedere che non indarnol'aveva invocata . Difatto a tale dimanda di sì carafigliuola morente, il signor Loescher si sentì com-mosso sino alle lagrime, dimenticò di essere Pro-testante e si ricordò solo di esser padre ; onde fattotacere tutti i pregiudizii contro la Chiesa cattolica,con un atto altamente commendevole consolò ap-pieno l'adorata figlia, dandole l'implorato consenso .Nè fu pago di annuire a parole ; poiché unitamentecolla signora consorte postosi in relazione coll'Au-torità ecclesiastica dispose tosto che le fosse am-ministrato in letto il santo Battesimo con tuttala solennità del rito cattolico . Glielo conferì, il 16dell' ultimo Giugno, l' abbé Henry Aumond , giàprofessore della figlia , e conoscente di sua casa .

Rigenerata che fu nelle acque battesimali, e di-venuta figlia di Dio e della Chiesa cattolica, nonsi può dire a parole la gioia, di cui si sentì inon-dare il cuore la piissima fanciulla ; più non rifi-niva di ringraziare il Signore, la Vergine, ed ilpadre ancora ; pareva che un raggio della eternabellezza si riflettesse sopra il vergineo suo volto, ela tramutasse in una creatura angelica . Il muta-mento fu così notevole che il padre istesso ebbe aconfessare : - È proprio vero che i Sacramenti re-cano in morte una grande consolazione ; - e quindiinsieme colla profonda mestizia, che gli amareg-giava l'animo per vedersi forse tra poche ore ra-pire da immatura morte una sì amabile figlinola,provava una soave delizia nel cuore per averleprocurata in quegli estremi momenti quella gioiatutta divina .

Una cosa ancora desiderava la fortunata don-zella, ed era di ricevere almeno una volta in suavita la SS . Comunione, per istringere così al suocuore lo Sposo delle vergini, prima di volare aisuoi eterni amplessi nella patria beata . Questa suabrama fu pure soddisfatta ; poiché i suoi genitori,avvertitone il Curato della parrocchia di S . Mas-simo , le fecero recare il SS . Viatico con pompasolenne e con istraordinario apparato. Possiamo ve-ramente dire che fu quella una Comunione da an-gelo, ed un angelo in carne era la pia giovinettaLoescher, perché adorna della stola battesimale,e perché ardente di desiderio di ricevere il Pane

degli angeli . Nè crediamo di andare errati aggiun-gendo che di rado in questa terra il divin Salvatorescende in anime sì belle e sì degne di Lui. Con-fortata infine col Sacramento dell' Estrema Un-zione , Sofia Loescher due giorni appena dopo ilBattesimo spirava l'anima sua candida ed immaco-lata in seno a quel Dio, che volle mostrarsi con leiPadre di bontà e di misericordia , e fonte di ogniconsolazione .

Il signor cav . Ermanno Loescher, uomo di cuoree di retto sentire, non dimenticò l'amatissima suafigliuola oltre la tomba, e sebbene avesse ragionedi credere che quello spirito eletto fosse tosto en-trato nel consorzio degli angeli, tuttavia volle farcelebrare una solenne Messa funebre in suo refri-gerio. Assai più istruito di quello che non lo sieno ingenerale i suoi correligionarii, egli sa che nell'altravita oltre il paradiso e l'inferno, luogo di eternopremio o di eterno castigo , vi ha pure un luogointermedio di temporanea espiazione per le animenon affatto pure, e che queste ivi sostenute si possonosoccorrere dai viventi con opere di cristiana pietà ;sa che la dottrina del purgatorio è rivelata nellaBibbia e fu creduta fin dai primi secoli della Chiesa ;sa che la perpetuità e verità di questa credenza èconfermata dal testimonio non solo dei Padri, mada quello eziandio degli antichi eretici, quindi datutta la storia ; sa che tale dottrina è così ragio-nevole e conforme al cuor umano che si trova pro-fessata , or sotto uno or sotto un altro aspetto ,presso tutti i popoli della terra antichi e moderni ; sainfine che fu ammessa eziandio da molti degli stessiProtestanti più dotti , da un Grozio , un Meyer,un Horst, un Menzel, un Johnson , un Koeppen ,un De Starck , un Bull , un Forbes , e da centoaltri ancora, tra cui un Leibnizio , che nella suaconfessione di fede e nel sistema teologico dichiara

formalmente che ildogma del purgatorioecon-forme all'insegnamento di Gesù Cristo, di s . Paoloe dell'antica Chiesa (1) ; quindi facendo celebrareil detto servizio per l'anima dell'amata figliuola,il prelodato signore si è dimostrato non solamentebuon padre, ma uomo di dottrina e senza umanirispetti .

Egli scelse la nostra Chiesa di S . Giovanni, per-chè gli parve molto acconcia alla solennità del

funerale, il quale infatti riuscì splendidissimo . Sullafacciata della Chiesa leggevasi questa iscrizione :- E questo il XX giorno - dalla morte acerbadi Sofia Loescher - fanciulla diciassettenne - piagentile affettuosissima - speranza e delizia dei ge-nitori - O pietosi - accompagnate colle preci l'a-nima - che ritorna a Dio . - Nella navata dimezzo si elevava un maestoso catafalco, quel mede-simo, che si adopera nei funerali pei membri dell'Or-dine Mauriziano ; sopra vi sorgeva una statua simbo-

(1).Chi vuole bene istruirsi intorno a questa importanteverità, legga il fascicolo delle Lettere Cattoliche intito-

lato : Due conferenze tra due ministri protestanti ed unprete cattolico .sopra il Purgatorio, prezzo cent 30, libre-ria Salesiana . Torino ; oppure l' operetta pregevolissimadel P. Domenico Modanesi da Russi : La verità cattolicaintorno al Purgatorio e le menzogne dell' apostata De-Sanctis, prezzo L . 2, Tipografia e Libreria Taddei in Fer-

rara.

leggiante la fede, coperta di lugubre manto ; attornoattorno bruciavano cento e cento faci ; accesi agaz erano tutti i lampadarii della Chiesa, e questatutta messa a lutto dava l'imagine dell'immensodolore, di che andava tuttor ricolmo l' animo deigenitori della estinta fanciulla . Alla mesta funzioneerano presenti molte illustri persone, professori diuniversità e letterati, con un numero grande di si-gnori e signore, o parenti od amici della famiglia,Cattolici ed anche Protestanti . La Messa vennecantata dall' abate Aumond , che aveva conferitoil Battesimo , e i giovanetti dell' Oratorio di S .Francesco di Sales eseguirono la musica del teol.D. Giovanni Cagliero . L'effetto ne fu mirabile, ed orti pareva come di udire in coro le anime purgantiad implorare coi fratelli superstiti riposo e pace,ed ora ti trovavi come in balia del terrore dellamorte e del finale giudizio . Il padre, la madre edun giovane fratello della defunta , inginocchiatipresso al catafalco , assistettero a tutta la sacrafunzione con edificante contegno e cogli occhi ve-lati di lagrirne .

In questo fatto fu segnalato un piacevole trattodella divina Provvidenza : Una Chiesa cattolica ,eretta accanto al tempio valdese , scelta da unProtestante per celebrare un servizio funebre allapropria figliuola, resasi Cattolica sul letto di morte ;un buon numero di Protestanti, quali per ragionedi parentela , e quali per amicizia e convenienza,congiunti col popolo cattolico in una cerimonia fu-nebre a sollievo di una persona, che aveva rinun-ziato alla loro setta , per morire tra le bracciadella Chiesa cattolica ; la maestà del rito cattolico,che parlava alla mente ed al cuore , e mostravanel tempo stesso la povertà e la freddezza del cultoprotestante, che lascia l'anima nella più desolantearidità ; l'universale commozione degli animi, e lelagrime degli uni mescolate con quelle degli altri,che in quegli istanti ed in quel luogo parevanonon formare più che una famiglia sola intorno allacompianta sorella ; tutto questo ed altro, mentreci faceva scorgere la mano di Dio misericordioso,ci destava nel cuore un sentimento d'inesprimibileaffetto verso i nostri fratelli traviati, e l' animanostra con tutte le sue forze veniva portata a sol-lecitare l' aurora di quel giorno avventurato , in:cui dei due popoli si facci. un popol solo, un sologregge con un sol pastore . Pregammo sì per l'a-nima della verginella defunta ; ma, come sicuri cheper la invidiabile sua morte non ne avrebbe biso-gno, domandammo in quella vece che il buon Dio,in riguardo alle preci di quell' angelica creatura,riconducesse al seno amoroso della Chiesa catto-lica quei parenti di lei, che ancor non lo sono ,e d innumerevoli altri, per naturale onestà pur de-gni di un tanto favore . E che mai potrebbeimpedirli dal seguire l'esempio della giovinettaLoescher? Non credono essi pure che nella Chiesacattolica ognuno può salvarsi? Sì che lo credono,e con loro lo credono tutti i loro capi antichi e mo-derni . - Non sanno essi ancora che tutti i Cattolicidicono invece che un Protestante di mala fede,vale a dire anche solo dubbioso sulla bontà disua setta , non può fare in questa la propria sa-lute? Sì che lo sanno . Ed essendo così, non veg-

gono essi che in un affare di tanta importanza ,qual è la eterna salute dell'anima, la religione, laragione e lo stesso buon senso impongono di ab-bracciare la parte più sicura? (1) .

Oh! sì, venite, o fratelli, in braccio a quella madre,che già strinse al suo cuore i vostri antenati; deh! ri-

tornate come il figliuol prodigo in casa del comunpadre. Oh! no, noi non vi faremo il broncio come ilprimogenito nella parabola evangelica, ma entreremovolenterosi a parte della vostra gioia, e faremo convoi la più bella festa del mondo . Venite , e inquesti giorni, in cui il naturalismo, l'incredulità,l'ateismo tentano di distruggere ogni religione insulla terra, e di condurre i popoli ad uno statopeggiore dell'idolatria, noi, che abbiamo comunela credenza in Gesù Cristo Dio e Uomo, formiamointorno a Lui una famiglia sola per amarlo e farloamare ; schieriamoci presso di Lui come una fa-lange ben compatta per difendere i suoi sacrosantidiritti, per sostenere la sua causa, per assicurareil suo trono e per estendere il suo regno in sullaferra , onde ancor voi divenuti stipe eletta , sa-cerdozio regale , gente santa , popolo d'acquistoesaltiate le virtù di lui, che dalle tenebre vi chiamòall'ammirabile sua luce (2) .

L'ONOMASTICO DEL PADREE I FIGLI A MENSA CON LUI .

Abbiamo fatto sperare che saremmo ritornati sul-l'onomastico di D . Bosco, accennato appena nel nu-mero precedente ; e qui manteniamo la promessasia per ricordare almeno per sommi capi le pre-ziose parole dette da lui in quell'occasione, sia per

(1) Fu appunto questo riflesso, che l'anno 1593 indusse En-rico IV re di Francia ad abiurare la setta di Calvino e a farsiCattolico. Stando perplesso sul partito che avesse a pren-dere, quel principe consultò i ministri ed altri capi Cal-vinisti, tra i quali l'ugonotto De Rosny, a cui tra le al-tre cose domandò se nella religione cattolica ei potevasalvarsi . Il De Rosny a nome ai tutti rispose : - Tengoper cosa infallibile che voi vi salverete nella religionecattolica, purchè osserviate il decalogo, crediate il sim-bolo, amiate Dio di tutto cuore, abbiate carità verso ilprossimo, e speriate nella misericordia di Dio di otte-

nere salute per la morte, i meriti e la giustizia di Ge-sù Cristo ; del che io ho già parlato altra volta coi vo-stri ministri, i quali non poterono biasimare questa mia

opinione. » E il re si tenne alla parte sicura, ed entròin seno della Chiesa cattolica .Torna qui anche opportuno ricordare quello che si legge

iella vita del nostro S . Francesco di Sales . Incaricatodi prendersi a cuore la conversione di Teodoro Beza ,succeduto a Calvino nel governo religioso di Ginevra, il

nostro santo con pericolo della vita si portò a lui,chelo ricevette cortesemente. Dopo i primi complimenti il

discorso cadde tosto in fatto di religione , e Francescopregò il capo Calvinista di dirgli, se egli era veramentepersuaso che l'uomo non possa fare la sua salute nella

Chiesa Romana. A questa domanda Beza rimase soprap-preso, e dopo di essere stato qualche poco in silenzio,dimandò tempo a rispondere, ed entrò in un altro ga-

binetto . Dopo un quarto d'ora egli si ripresenta a Fran-cesco, e dopo avergli domandato scusa per la sua tardanza

gli disse che voleva aprirgli il proprio cuore con tuttaconfidenza, e dirgli i suoi veri sentimenti ; e quindi sog-giunse : - Si, io credo che nella Chiesa Romana possa

l'uomo fare la sua salvezza.-(2) 1 Petr . II, 9 .

dire brevemente dell'agape, che come conseguenzadi quell'onomastico medesimo ebbe luogo nell' O-ratorio il 15 o il 19 dello scorso luglio .

Anzitutto ricordiamo l'affettuosa dimostrazione,che nel mattino del 24 Giugno, festa appunto diS. Giovarmi Battista , diedero a D . Bosco i suoiantichi allievi, che dal 1841 sino a questi ultimianni ricevettero da lui nell'Oratorio di S . Fran-cesco di Salcs la cristiana e civile educazione . Unnumero considerevole di essi residenti in città onelle sue vicinanze, a nome proprio e a nome di piùcentinaia di loro compagni sparsi in ogni paese, sipresentarono a lui accompagnati dal suono dellabanda musicale. Raccolti in apposita sala gli of-fersero i doni , procurati colle spontaneo obbla-zioni di ognuno di loro , il principale dei qualiconsistente nella magnifica corona dorata , di cuiabbiamo fatto parola nella relazione della novenae nella festa di Maria Ausiliatrice ; indi passaronoai componimenti. A nome di tutti lesse un affet-tuosissimo discorso il Sac . D . Onorato Colletti ,Prevosto di Faule ; il quale, dopo la proclamazionedei nomi dei presenti e degli assenti, che o perlettera o per altro mezzo avevano manifestato de-siderio di partecipare alla detta dimostrazione diriconoscenza e di gratitudine, declamò ancora unapoesia, che fu meritamente applaudita .

In fine D . Bosco, visibilmente commosso, presela parola . Esternò la viva gioia, che provava inquel momento nel rivedere tanti suoi amatissimifigliuoli ; assicurò che egli sempre li amava, e conessi amava pur quelli, che non erano colà presenticol corpo , ma ben lo erano coll'affetto ; li rin-graziò della figliale, dimostrazione, che gli ripe-tevano sempre più numerosi ; lodò il pio pensierodi offrirgli un dono, che faceva sì bella figura nellaChiesa di Maria Ausiliatrice, ed ebbe soprattuttoparole improntate di grande affetto pel Prevostodi Faule . - È vero, disse D . Bosco, che l'oratoree poeta, parlando di D . Bosco, uscì in pie esage-razioni e fece uso della figura rettorica chiamatal'iperbole ; ma è questa una licenza perdonabile aifigliuoli, i quali nell' esprimere i sentimenti del-l'animo stanno più ai dettami del cuore, che nona quelli della mente . Ricordate però sempre cheD. Bosco non fu e non è altro che un misero stru-mento nelle mani di un artista abilissimo, anzi diun artista sapientissimo ed onnipotente, che è Dio ; aDio pertanto si tributi ogni lode, onore e gloria -Del resto, soggiunse D . Bosco, ha detto bene ilnostro D. Colletti, che l'Oratorio ha fatto finoradelle grandi cose ; e io vi aggiungo che coll'aiutodi Dio e colla protezione di Maria Ausiliatrice necompirà delle altre più grandi ancora . Oltre l'a-iuto del Cielo, quello che ci facilitò e ci faciliteràdi fare del bene è la stessa natura dell'opera no-stra . Lo scopo al quale noi miriamo torna bene-viso a tutti gli uomini, non esclusi quei medesimi,che in fatto di religione non la sentono con noi .Se vi ha qualcuno che ci osteggia , bisogna direo che non ci conosce , oppure che non sa quelloche si faccia . La civile istruzione, la morale edu-cazione della gioventù o abbandonata, o pericolante,per sottrarla all'ozio, al mal fare, al disonore, eforse anche alla prigione, ecco a che mira l'opera

nostra. Or qual uomo assennato, quale autorità ci-vile potrebbe impedircela? Ultimamente, come sa-pete , io fui a Parigi , e tenni discorso in varieChiese, per perorare la causa delle opere nostre,e , diciamo francamente , per ricavare quattrini ,onde provvedere pane e minestra ai nostri gio-vani, i quali non perdono mai l'appetito . Or bene,tra gli uditori ve n'erano di quelli, che vi si re-cavano unicamente per conoscere le idee politichedi D . Bosco ; imperocchè taluni supponevano cheio fossi andato a Parigi per suscitare la rivoluzione ;altri per cercare aderenti ad un partito, e via di-cendo ; onde vi furono delle benevole persone, chetemevano davvero che mi succedesse qualche bruttoscherzo . Ma fin dalle prime parole cessarono tuttele illusioni , diedero giù tutti i timori, e D . Boscofu lasciato libero di scorrere da un capo all'altrodella Francia . No davvero, coll'opera nostra noinon facciamo della politica ; noi rispettiamo le au-torità costituite, osserviamo le leggi da osservarsi,paghiamo le imposte e tiriamo avanti, domandandosolo che ci lascino fare del bene alla povera gio-ventù, e salvare delle anime . Se vuolsi, noi fac-ciamo anche della politica , ma in modo affattoinnocuo, anzi vantaggioso ad ogni Governo . La po-litica si definisce la scienza e l'arte di ben gover-nare lo Stato . Ora l'opera dell'Oratorio in Italia,in Francia, nella Spagna, nell'America, in tutti ipaesi , dove già si è stabilita , esercitandosi spe-cialmente a sollievo della gioventù più bisognosa,tende a diminuire i discoli e i vagabondi ; tendea scemare il numero de' piccoli malfattori e deìladroncelli ; tende a vuotare le prigioni ; tende inuna parola a formare dei buoni cittadini, che lungidal recare fastidii alle pubbliche Autorità sarannoloro di appoggio, per mantenere nella società l'or-dine, la tranquillità e la pace . Questa è la politicanostra ; di questa solo ci siamo occupati sinora ,di questa ci occuperemo in avvenire . Ed è appuntoquesto metodo, che ha permesso a D . Bosco di faredel bene da prima a voi, e in appresso a tantialtri giovani di ogni età e paese . E poi a che proentrare in politica ? Con tutti i nostri sforzi checosa potremmo noi ottenere ? Nient' altro che ilrenderci forse impossibile di proseguire l' operanostra di carità . Le cose politiche di oggidì pos-sono riguardarsi come una macchina a vapore, checorre veloce sulla via ferrata, trascinandosi dietroun convoglio fors' anche al precipizio ed alla ro-vina. Volete voi mettervi in mezzo ai binarii perfermarla? Ne sareste schiacciati . Volete gridare peratterrirla? Ma non sente, e vi squarcereste inutìl-mente la gola . Che fare adunque? Schierarsi di quae di là, lasciarla passare, finchè o si fermi di per sestessa , o la fermi Iddio colla sua mano onni-potente . Certamente nel mondo vi devono pur es-sere di quelli, i quali s'interessino delle cose po-litiche , ora per dare consigli , ora per segnalarepericoli e simili ; ma questo empito non è per noipoveretti. A noi la religione e la prudenza diconoinvece : Vivete da buoni cristiani, occupatevi dellamorale educazione della vostra figliuolanza, istruitebene nel catechismo i fanciulli dei vostri collegi edelle vostre parrocchie, ecco tutto . Questa, ripeto,è la condotta di D . Bosco, il quale è sì poco po-

litico, che legge nemmeno un giornale ; questa siapure la condotta vostra, o miei cari figliuoli, e neavrete voi pure quel gran bene che vi desidero,voglio dire, la concordia e la pace nelle vostre fami-glie, la prosperità nei vostri negozii temporali, unalunga vita scevra di gravi affanni e tribolazioni, especialmente il bene di tutti i beni, che è la per-severanza nella grazia di Dio e la felicità del pa-radiso, dove io spero che pei meriti di nostro Si-gnor Gesù Cristo e per la intercessione di 'MariaSS. ci ritroveremo un giorno tutti riuniti a can-tare le sue eterne glorie .

Queste parole di D . Bosco furono ascoltate collapiù viva attenzione. Ma siccome egli aveva chiamatepie esagerazioni e figure rettoriche le lodi attri-buitegli poc'anzi, così sorse il prof. Germano Can-dido a difendere le espressioni dell'Oratore, rife-rendo la testimonianza non sospetta di un giornaledi Milano, che in quei giorni ripeteva pressochéle stesse lodi - Possibile che buoni e cattivi, os-servò il professore , si accordino insieme nell'e-sagerare piamente ed iperboleggiare intorno a D .Bosco? No ; ma è la verità, ma sono gli splendidifatti , che fanno parlare . Viva dunque D . Bosco,viva nel nostro cuore, viva nel cuore di tutti .

Le Agapi .

Don Bosco prima di licenziarsi da quei carigiovani esternò il desiderio di averli poscia, comegli altri anni, a pranzo con lui , e diede ordineche a quest'uopo, si stabilissero due giorni nel mesedi luglio, una Domenica pei secolari, un Giovedìpei Sacerdoti, e vennero scelti il 15 ed il 19 .

Nel primo dei quali convennero ben 150 antichiallievi , tutti secolari . Molti di essi venivano dalontane parti nella dolce speranza di avere D . Boscoin mezzo di loro ; ma furono delusi . La sera delvenerdì innanzi, egli aveva dovuto partire pel ca-stello di Frohsdorf al letto del Conte Enrico diChambord , ch e i dispacci telegrafici davano permoribondo. Tuttavia la pena di non vedere il lorobenefattore e padre fu in parte lenita dal sapereche egli si trovava assente per una causa cotantonobile e pia, ed onorifica ancora per essi medesimi,poichè la gloria del padre è pure la gloria deifigli .Ma se D. Bosco col corpo era lontano da loroben 500 miglia , era per altro vicinissimo collospirito. Ne fu prova un suo telegramma giunto daFrohsdorf a mezzo del pranzo con queste paroleBuona festa ; Dio benedicavi ; partecipo in ispi-rito ; vostro amico D. Bosco . Il telegramma lettodal Teol . Giovanni Cagliero, che in quel giornirappresentava D . Bosco, fu accolto coi più cordialievviva, e parve riaccendesse in tutti l' appetito,che già cominciava a spegnersi . A tanta gentilezzadel padre conveniva una condegna corrispondenzadei figli ; onde si fece tosto la seguente risposta .D. Bosco , castello Frohsdorf. Figli raccolti ri-cambiano saluto : fanno voti e preghiere .

Intanto verso la fine del pranzo , venne fuoril'indispensabile poeta della brigata, il capo lega-tore Carlo Gastini, il quale lesse una poesia parteitaliana e parte piemontese, e a versi di vario me-

tro , cantando a D. Bosco e ai compagni , e conlepidezze e rime, diremmo, inimitabili esilarò tuttala comitiva meglio che non avrebbe fatto un bic-chiere di Marsala o di Champagne . A tutto pose lacorona una breve allocuzione di D . Cagliero, il qualetolto argomento dall' agape materiale, che stavaper finire , esortò tutti a regolarsi da buoni cri-stiani e da onesti cittadini, onde essere l'onore ela gloria di D . Bosco, che li aveva educati, e cosìmeritare di assiderai ognora all'agape del suo cuoreamorevole, e non perdere il posto all'agape eterna,a cui tutti siamo invitati .

Lieto oltremodo e numeroso fu pure il convegnodei Sacerdoti il 19 dello stesso mese . Eranvi pa-recchi Parrochi della città e diocesi di Torino, edi altre ancora , come i Curati di S . Agostino ,e della gran Madre di Dio, il Priore di S . Maria diVigone, i Prevosti di S . Francesco al Campo, e diTestona, l'Arciprete di Agliè ed altri, passatici dimente . Don Bosco era ritornato a Torino il giornoinnanzi ; onde furono bene applicate le parole delSalmo, che in caratteri cubitali si leggevano scrittein capo alla tavola del pranzo : Filii tui sicut no-vellae olivarum in circuitu mensae tuae :I tuoifigliuoli sono come novelle piante di olivo intornoalla tua mensa . Sul volto del padre e dei figli tra-spariva come dipinta la interna gioia dell'anima ; eD. Bosco non poteva trattenersi di dire all'orecchiodel Teol . Felice Reviglio Curato di S . AgostinoQuesti Sacerdoti sono la pupilla degli occhi miei .Al fine delle portate si venne alla lettura del

discorso del Revdo Parroco di Faule, il quale permotivi di salute era assente con dispiacere di tutti .Tenne pure il suo posto la declamazione della po-esia di Carlo Gastini , e il grazioso suono dellabanda musicale . Il Sac . D. Domenico Griva cantòegli ancora alcuni versi in lode del suo benefattore,dimostrandosi ad un tempo poeta e musico . Op-portune e meritamente applaudite furono le paroledel prelodato Curato di S . Agostino , colle qualia nome suo e dei reverendi compagni assicurò D .Bosco del sincero affetto che gli portavano, pro-mettendo che avrebbero continuato a dimostrar-glielo non già solo colle parole, ma coi fatti diuna vita veramente sacerdotale .

Dopo tutti venne a parlare D. Bosco, e vincendoa stento la commozione, che da principio quasi glisoffocava la parola, esternò la grande consolazioneche provava nel rivedere tanti suoi amati figliuolie zelanti Sacerdoti, li ringraziò dell'affezione cheproseguivano a portargli, promise che dal cantosuo li avrebbe ricambiati sino alla morte, pregandoper essi e giovandoli in tutto quello, che gli sa-rebbe stato possibile . Venendo poi a dire come ilSignore e la Beatissima Vergine benedicano l' O-ratorio e le opere sue, uscì in alcune osservazioni,che ci piace di segnalare particolarmente . - Daqualche tempo, osservò egli, si va dicendo ed an-che pubblicando sui giornali che D . Bosco fa deimiracoli . Questo è un errore. Don Bosco non hamai preteso, e non ha mai detto di fare miracoli ;e niuno dei suoi figliuoli deve concorrere a pro-pagare questa falsa idea . Diciamo chiaramente comestanno le cose : Don Bosco prega e fà pregare isuoi giovani per le persone, che si raccomandano,

a fine di ottenere questa o quell' altra grazia , eIddio nella sua infinita bontà il più delle volte con-cede le grazie domandate , talora anche straordi-narie e miracolose . Per verità, D . Bosco ci entracosì poco, che sovente le grazie si ottengono, senzache egli ne sappia niente. - Qui egli ripetè quello,che aveva già esposto in altre occasioni, e sog-giunse : - La Madonna Ausiliatrice: ecco la tauma-turga, ecco la operatrice delle grazie e dei mira-coli, per l'alto potere che ha ricevuto dal suo divinFigliuolo Gesù . Ella conosce che D . Bosco ha bi-sogno di quattrini per dare da mangiare a tantemigliaia di poveri giovanetti, che gli pesano sullespalle ; conosce che egli è povero e che senza soc-corsi materiali non può tirare innanzi le opere in-traprese a vantaggio della religione e della società,e quindi che cosa fa Maria? Da buona madre Ella vaalla cerca, e va alla cerca di malati e dice ad ognuno :Vuoi tu guarire ? Ebbene fa la carità a quei po-veri giovani, porgi la mano in quelle opere, e iofarò a te la carità della guarigione . Vede in quellacasa regnare la desolazione per causa di un figlioscapestrato, e dice al padre od alla madre : Vuoiche questo disgraziato si ritiri dalla mala via ?Ebbene tu dal tuo canto adoperati di togliere dalpericolo dell'anima e del corpo tanti altri poverifigli abbandonati, e io ridurrò a più sani consigliil figliuol tuo . Insomma per non andare troppo perle lunghe Maria Ausiliatrice in mille guise consolaquelli, che aiutano l'Oratorio, e a noi non restaaltro da fare che di non renderei indegni della suaprotezione . E se Maria aiuta i figliuoli dell'Ora-torio , aiuta anche voi, che lo l'oste un giorno egodete di esserlo ancora . Vivete sempre da buoniSacerdoti, come vi ha insegnato e vi ha inculcatoquesto vostro vecchio amico ; zelate la salute delleanime che si vanno miseramente a perdere ; pren-,detevi specialmente cura de lla gioventù dei vostripaesi , nella quale sta la speranza della società ;state uniti al Capo della Chiesa, al Vicario diGesù Cristo ; vogliamoci sempre bene, preghiamoa vicenda gli uni per gli altri , e voi soprattuttopregate pel povero vostro D . Bosco, che si avvi-cina ogni dì più alla morte, aflinchè per lamisericordia

di Dio possiamo tutti salvarci, e con noisalvare innumerevoli altri .

Queste ed altre parole pronunziate con un affettoed un accento di padre lasciarono in tutti la piùprofonda e soave impressione, ed uno dei Sacerdotiebbe a dire che quel ritrovo gli faceva l' effetto diuna muta di spirituali esercizi . Voglia pertanto ilSignore concederci di rinnovare questo convegno permolti anni ancora a consolazione di D. Bosco e aconforto di tanti suoi figliuoli, e ci renda merite-voli di trovarci con lui alla mensa celeste, onderipetere con tutta verità : Filii tui sicut novellaeolivarumin circuitu mensae tuae.

UNA SODDISFAZIONE DATA AI COOPERATORI SALESIANI

E UN ARTICOLO DELL' UNITÀ CATTOLICA .

Non è raro il caso che Cooperatori e Coopera-trici si lamentino che il Bollettino Salesiano nondia loro certe notizie di cose nostre, i ; quali

vengono nondimeno pubblicate da altri periodici .- Tutti le conoscono, dicono, e noi , che più diogni altro avremmo il diritto di saperle, le igno-riamo . -Di menare questo lamento essi non hanno tutti

i torti ; ma ci devono per altro compatire, se nonsempre li soddisfacciamo . Certe cose noi ci peri-tiamo di pubblicarle per due ragioni ; l'una perchètoccano troppo da vicino la persona di D . Bosco,e, volere o non volere, tornano in sua lode, onde

chi scrive ilBollettinoteme di dispiacergli pub-blicandole ; la seconda ragione è il timore di darescandalo ai pusilli , imperocchè vi hanno pur ta-luni in questo mondo, i quali credono erroneamenteche noi abbiamo di mira di esaltarci, mentre in-vece non cerchiamo che la gloria di Dio, secondoil precetto di Gesù Cristo che dice : - Così ri-splenda la luce vostra agli occhi degli nomini, chevedendo le opere vostre buone glorifichino il Padrevostro, che è ne cieli . - Forse non è stato maitanto necessario di osservare questo precetto, comein questi tempi . Ma se le opere buone si tengononascoste, come mai otterranno l'effetto inteso daldivin Salvatore ?

Ciò nondimeno vi sono dei fatti, nei quali DonBosco non ci entra che per isbieco , o , comeegli scherzevolmente si esprime, ci entra comel' asina di Balaamo ; fatti , nei quali risplende lapotenza di Dio , e la intercessione di Maria San-tissima ; fatti, di cui si è già impadronita la stampa,e che perciò non ci pare ragionevole celarli aiCooperatori e alle Cooperatrici, che dal conoscerline potrebbero trarre edificazione, consolazione e con-forto. Egli è ben fatto, diceva l'Arcangelo Rafaelea Tobia,il tenere nascosi i segreti del re ; ma è cosalodevole rivelare ed annunziare le opere di Dio :Sacramentum regis abscondere bonum est ; operaautem Dei revelare honorificum est .

Uno di questi fatti de' più recenti è la chiamatadi D. Bosco in Austria al letto del conte Enricodi Chambord , che tutti sanno essere discendentedi S. Luigi IX re di Francia, ed il miglioramentoche prese tosto l'augusto infermo appena ricevutala benedizione di Maria Ausiliatrice . Il fatto venneraccontato dall' Unità Cattolica in uno stupendoarticolo di fondo, che vide la luce il 21 dello scorsoluglio ; e siccome noi non sapremmo fare di meglio,così cacciando via ogni vano timore riproduciamoquell'articolo medesimo, dando così ai nostri Coo-peratori una gradita soddisfazione . Esso è il seguente .

I TRIONFI DI M ARIA AUSILIATRICE

DA TORINO A FROHSDORF E VICEVERSA .

« I medici assicurano che se Chambord potràprendere un alimento sostanzioso, entreràin convalescenza fra 15 giorni . » UltimoTelegramma da Frohsdorf .

« Sul mezzodì del 18 di luglio giungeva ina-spettato in Torino il nostro venerato D . Boscoreduce dal castello di Frohsdorf . Nel mattino del19 , festa di S. Vincenzo de' Paoli , siamo statia visitarlo , ed abbiamo avuto la buona fortunadi poterlo vedere ed intrattenerci pochi momenti

con lui. L'Oratorio era pieno zeppo di Sacerdoti,in parte già educati da D . Bosco , che in quelgiorno si univano col loro antico maestro e pa-dre per festeggiare il grande apostolo della caritàin Francia. Con somma nostra consolazione abbiamotrovato D. Bosco in florida salute, e lo potemmosalutare esclamando con Tommaso da KempisSatis suaviter equitat , quem gratia Dei portat :va di portante assai comodo chi è portato dallagrazia di Dio ! E gli chiedemmo una breve storiadel suo viaggio .» Don Bosco ci raccontò che egli, chiamato ri-petutamente al castello di Frohsdorf,, non seppepiegarsi ad andarvi, se non quando venne in To-rino il conte Du Bourg , genero del conte CarloDe Maistre a prenderlo, ed accompagnarlo . Viag-giarono due notti intiere, e, di mano in mano chesi avvicinavano al castello, udivano le più rattri-stanti notizie del conte di Chambord . Tutti lodicevano in agonia, presso a spirare l' anima, edalcuni perfino già ne annunziavano la morte . Ilmattino del 15 si giunse al castello ; e, non o-stante che D . Bosco fosse tutto impolverato, corsetosto al letto dell'augusto infermo , che lo rice-vette colla più grande amorevolezza . Il buon Sa-cerdote è avvezzo da lunga pezza a trovarsi alletto dei moribondi, e se ne intende a preferenzadi qualsiasi medico ; laonde, esaminato ben beneil conte di Chambord, si persuase che non mor-rebbe, e lo disse colle parole evangeliche : Infer-mitas haec non est ad mortem !

» Il conte si sentì rinato al fausto annunzio ;ma D. Bosco gli soggiunse tosto che doveva fer-vorosamente invocare Maria Ausiliatrice, che è inpari tempo chiamata la salute degli infermi : Sa-lus infirmorum,e dispose il conte di Chamborda ricevere la benedizione. D . Bosco gliela impartì,e poi andò a celebrare la santa Messa nella cap-pella del castello. Aveva appena finito , che ilconte di Chambord lo faceva di bel nuovo chia-mare a sè. Colla sua solita bonarietà , D . Boscorispose : « Un po' di discrezione ; ho bisogno diprendere una tazza di caffè : » e gli venne rispo-sto che lo troverebbe nella stanza dell' infermo .- Monsignore appena vide D . Bosco, gli dichiaròche egli aveva provato un effetto straordinariodall'impartitagli benedizione, e lo pregava di vo-lergliela rinnovare. E D . Bosco, senza troppo af-frettarsi, con la sua calma abituale, di bel nuovoinvocò sull'augusto infermo la benedizione di Ma-ria Ausiliatrice .» Ricorreva in quel giorno la festa di S . En-rico , onomastico del conte di Chambord , e , ofosse una grazia speciale della Vergine benedetta,o i conforti di D . Bosco avessero potuto assai sul-l'animo di Monsignore , fatto è che egli si tennecome guarito , e volle fare , durante il pranzo ,quell'apparizione in mezzo ai commensali, che fuannunziata dal telegrafo, e già venne da noi par-ticolarmente riferita . - Don Bosco lodò lo Cham-pagne che era servito in quel momento, e il contedi Chambord ne chiese, e il primo brindisi lo fecea Don Bosco stesso , e volle da lui la promessache non lo abbandonerebbe così presto. E DonBosco promise che avrebbe passato al castello quel

giorno e il successivo, ma non più, giacchè unanumerosa famiglia di poveri lo chiamava a To-rino .

» Parecchie volte D . Bosco s'intrattenne colconte di Chambord, e gli parlò sempre da Sacer-dote, non mai da cortigiano . Dopo di avergli datebuone speranze di guarigione , gli soggiunse tut-tavia che la vita e la morte erano nelle mani di .Dio, Re dei re e Signore dei dominanti ; doversitutti, grandi e piccoli, rassegnare ai suoi imper-scrutabili decreti . E il conte di Chambord, uomodi viva fede e di soda religione, assentì , e dissea D . Bosco che, se la divina Provvidenza avessedisposto che egli potesse ancora quaggiù servirela Francia, non rifiutava il lavoro ; ma , qualoravolesse chiamarlo all'eternità, era pienamente sot-tomesso ai divini decreti . D . Bosco restò intene-rito dai pii sentimenti del conte e dalla edificantevirtù della contessa sua consorte .

« Alla sera del 16 di luglio D . Bosco andò alicenziarsi dal conte di Chambord, e vide con suosommo piacere , che proseguiva a migliorare insalute . Il dottore Vulpian, con cui D. Bosco s'in-trattenne, non volle nulla pronosticare sull'avve-

nire dell'infermo, riserbando il suo giudizio doponuovi esami scientifici ; ma D. Bosco, pieno di fi-ducia in Maria Ausiliatrice, concepiva e diffondevasempre migliori speranze . E volle dal conte diChambord una promessa , cioè che , se egli riac-quistasse la salute primitiva, verrebbe in Torinoa ringraziarne Maria Ausiliatrice, onorando d'unasua visita l' Oratorio di S . Francesco di Sales ,dove tanti giovani avevano pregato e continuereb-bero a pregare per il conte di Chambord. Edegli lo promise, e D . Bosco già si prepara a ren-dergli l'ospitalità nelle sue camere, che non sonocertamente quelle del castello di Frohsdorf!

Questi particolari racconta D . Bosco collamassima semplicità . Egli è ben lontano dal par-lare di miracoli ; ma, qualunque ne sia stata lacagione, certo è che, prima dell'arrivo di D . Bo-sco a Frohsdorf, il conte di Chambord era pres-sochè sfidato dai medici, e non si nutriva più nes-suna speranza sulla sua guarigione . I giornali ita-liani intitolavano le notizie del conte il moribondo diFrohsdorf! Ora va di bene in meglio . Certo, non

si può dire guarito, e potrebbe ancora peggioraree morire ; ma gli ultimi telegrammmi di Frohsdorfdicono che il miglioramento continua . Il dottoreVulpian, dopo una lunga ascoltazione dell'infermo,dichiarò che non trattavasi di cancro allo stomaco,ed ha prescritto una cura diretta a nutrire e rin-forzare . L'ultimo telegramma annunzia « che, seil conte potrà prendere un alimento sostanzioso ,entrerà in convalescenza fra quindici giorni . » Fi-nora a Frohsdorf ha trionfato scientificamente ildottore Vulpian e spiritualmente il nostro D . Bo-sco . Questi prova che son ben crudeli coloro , iquali tengono lontano i Sacerdoti dal letto degliinfermi, e solo lo rimettono nelle mani del Pretequando il medico lo abbandona . Per contrario an-che il Sacerdote ha i suoi farmachi, che, confor-tando l' anima dell' ammalato , più di una voltacontribuiscono a procacciargli la salute anche delcorpo »

Fin qui L' Unità Cattolica,la quale nel suo nu-mero 165 del 17 luglio aveva già date questo-altre notizie : -

« Domenica, festa del Santo Re Enrico, ed ono-mastico del conte di Chambord, più férvorose intutto il mondo cattolicoinnalzaronsile preghiere.a Dio per la guarigione dell'augusto infermo. Lavigilia di quel giorno a tarda sera , giungeva alcastello il nostro D . Bosco . La pia contessa diChambord volle procacciare all' amatissimo con-sorte questa grande consolazione ; e per tele-gramma pregava D . Bosco ad andare a Frohsdorf.Ma l' umile Sacerdote se ne schermi, adducendola sua nullità . L'invito venne replicato, e D . Bo-sco persistette nel dire ch' egli era nulla , e siscusò la seconda volta , adducendo anche la suastanchezza e malferma salute . Allora la contessadi Chambord spiccò da Frohsdorf un suo gentil-uomo e lo mandò in Torino, perchè ad ogni costoinducesse D . Bosco ad andare al castello e ve leaccompagnasse . E l' uomo di Dio, che non si sa-rebbe certamente fatto ripetere l'invito di andareal letto d'un povero infermo , non potè rifiutarsia tali e tante istanze , e la sera di venerdi par-tiva, e ieri l'Agenzia Stefani, in un telegramma,ci annunziava il suo arrivo al castello . Egl i ha por-tato al conte di Chambord la benedizione di MariaSantissima Ausiliatrice dei cristiani , e i figli diD . Bosco, sparsi in tante parti del mondo, hannopregato e pregano per avvalorare sempre più que-sta benedizione .» D . Bosco è il secondo Italiano che venga chia-

mato al letto d' un infermo Re di Francia . Rac-contano le storie che uno degli antenati del contedi Chambord, il Re Luigi XI, trovandosi perico-losamente ammalato nel castello di Plessis, pressola città di Tours, chiamava a sé il calabrese Fran-cesco da Paola , che noi ora veneriamo sugli al-tari . Ma Francesco non si mosse se non quandoil Papa , ch' era allora Sisto IV , glielo impose .Ed allora andò al castello di Plessis , e , se nonrisanò l' infermo, colle sue esortazioni lo indussead incontrare cristianamente la morte, e spirò frale sue braccia ai 13 di agosto del 1483, dopo d'a-vergli caldamente raccomandato i suoi tre figli.Ed il maggiore di questi Carlo VIII , che succe-deva al padre sul trono, fece fabbricare per Fran-cesco da Paola ed il suo Ordine un convento nelparco di Plessis ed un altro ad Amboise, onoran-dolo in modo speciale e spesso richiedendolo de'suoi consigli .

» Nel quarto centenario della visita di S. Fran-cesco da Paola all'infermo Luigi XI, Re di Francia,si rinnova la visita di un povero Sacerdote pie-montese ad un altro Re di Francia, più gloriosodel primo, quantunque , per somma disgrazia deiFrances i , non mai salisse sul trono . Al 1483 cor-risponde il 1883 . D. Bosco pregherà caldamenteper la guarigione del conte di Chambord , manon può fare di più . Sono grazie che si doman-dano a Dio condizionatamente , se cioè sia espe-diente al bene dell'anima . E noi frattanto aggiun-giamo le nostre calde preghiere a quelle del pionostro concittadino, e sia fatto in tutto e dapper-tutto il divino volere . »

COLLEGIO CONVITTO VALSALICE

Alcuni dei nostri Cooperatori di questi ultimimesi ci hanno domandato, se tra i Collegi l cheteniamo aperti per la gioventù studiosa , non neavessimo pur taluno pei giovani di nobile e civilecondizione. Abbiamo risposto di sì, inviando loroil programma del Collegio di Valsalice .

Potendo accadere che altri ancora ignorino l'e-sistenza di detto Istituto, crediamo opportuno dipubblicarne il programma per intero, e preghiamoi Cooperatori e le Cooperatrici che vogliano farloconoscere eziandio ai loro parenti , conoscenti edamici, esortandoli, ove occorra, di affidarvi i lorofigliuoli, che avessero da percorrere gli studi ele-mentari, ginnasiali e liceali .

PROGRAMMA.

Il Collegio Convitto Valsalice, situato sopra un'a-mena collina a poca distanza dalla città di Torino,

presenta ai giovanetti di nobile o civile condizioneogni opportunità per una compiuta educazione re-ligiosa, intellettuale e civile . L' aria pura che sirespira nell'ampio ed elevato edifizio appositamentecostrutto, reso più ameno dai numerosi e lunghiportici, dai vasti cortili e giardini contorniati daviali ombrosi, la ricca palestra di ginnastica e leampie vasche natatorie per la stagione estiva, for-mano un luogo incantevole ed igienico, e favori-scono sensibilmente lo sviluppo fisico degli alunni,mentre la quiete, che vi regna, concilia non pocolo studio . La vicinanza poi d'una grande città qual èTorino offre non pochi vantaggi , tra cui quellonotabilissimo di avere all' uopo ottimi e zelantiProfessori , i quali piglino a petto la coltura in-tellettuale e morale dei giovani alunni .

Numerosi Tramwav dal centro della città e dagliscali ferroviarii conducono in pochi minuti pressoil ponte in ferro sul l'o ai piedi della dolce salita,che mena al Collegio .Istruzione. - L'insegnamento ha per base

fondamentale la educazione religiosa e civile degliallievi . Abbraccia il corso Elementare, Ginnasialee Liceale, che viene impartito a norma dei Pro-grammi Governativi da professori approvati . Oltrele materie richieste dai programmi havvi un corsodi lingua francese in tutte le classi, la scuola dideclamazione e di buona creanza . Il Collegio pos-siede un ricco gabinetto di Fisica, ed un copiosis-simo museo di Storia Naturale e di Chimica, perl'insegnamento pratico di queste scienze nel Liceo .Condizioni di ammissione. - L'età

richiesta è dai sei ai dodici anni e non si ammet-tono giovanetti espulsi da altro Collegio .DOCUMENTI RICHIESTI . Ogni allievo nella

sua entrata deve essere munito : 1° Della fede diBattesimo ; 2 ° Della fede di vaccinazione o soffertovaiuolo ; 3 ° Di un attestato della classe percorsa,e di un certificato di buona condotta per chi u-scisse da altro Collegio .

Le domande di ammissione si fanno al SacerdoteDottore Gio . BATT. FRANCESIA, Direttore e Pre-

s ide del Collegio, oppure al Rev . Sac . GIOVANNIBosco .Pensione. La retta mensile è di Lire 50pel corso Elementare, 60 pel Ginnasiale e 80 pelLiceale .

Ogni convittore deve inoltre pagare per dirittodi entrata L . 80 (senza rimborso) .

Per due fratelli si fa una riduzione di L . 200annue e di L. 300 se saranno tre .

La pensione comincia dal giorno fissato per l'en-trata e si paga a trimestri anticipati .

Se prima del termine dell'anno scolastico i si-gnori Genitori vorranno ritirare i figliuoli dal Con-vitto non avranno diritto al rimborso del trimestreanticipato , e dovranno darne avviso al Direttorealmeno un mese prima .Vitto. - Gli allievi hanno quattro refezioni

al giorno . A colazione : caffè e latte o frutta -A Pranzo : minestra, due pietanze , vino, fruttao cacio - A Merenda : pane - A Cena : mi-nestra, pietanza, vino, frutta o cacio .

Mediante la retta suindicata, il Collegio sommi-nistra ancora letto elastico, materasso e guanciale,copertina bianca e gli altri oggetti di camera, es'incarica delle piccole rimendature della biancheria,non che delle spese pel parucchiere .

Sono pure comprese le spese del culto, la mu-sica vocale e la ginnastica .

Gli oggetti somministrati dal Collegio dovrannorestituirsi tornando l'allievo in famiglia .

Sono a carico de' genitori le rimendature deipanni, i libri di testo , gli oggetti di cancelleriaed i corsi liberi : 1° Di disegno a L . 5 mensili .2° Di musica istrumentale a L . 12 mensili col nolodel Piano a L . 6 mensili . 3° La scherma e la e-quitazione da prezzo a concertarsi giusta il numerodelle dimande . 4° Le rotture, i guasti volontari,le spese pel dentista, i consulti medici e le curestraordinaria in caso di gravi malattie . 5° Lespese di bucato e stiratura a L . 5 . mensili .Corredo . Ogni allievo deve recare con sé il

seguente corredo contrassegnato col numero, cheverrà dato in Collegio .

L'uniforme deve essere fatto secondo il modello,ed il corredo in ottimo stato .Dichiarazioni. 1° I convittori sono tenuti

in Collegio tutto l' anno . A richiesta de' parentipossono tuttavia passare in famiglia tutto od in

1° Posata e bicchiere di ar-gento, o di Cristophle.

2° lenzuola paia . N° 33° Coltre di lana ( Cata-

logna) .

.

.

»

14° Coltrona (Trapunta) » 15° Camicie . . » 126° » da notte » 37° Stivaletti paia . » 38° Asciugatoi .

.

»

69° Tovaglioli . . n 6

10° tovaglia lunga m .2,50,larga 10 che resta al

Collegio..»111 ° Fazzoletti . . » 1212° calze paia

.» 12

13° Mutande .

. N°

614° Corpetti di lana per

l'inverno .

.

»

315° Flanelle o camicie di

lana .

.

»

416° Guanti paia 2 di pelle

e 2 di lana .

»

417° Cravatte, di cui una di

seta nera . . » 618° Mute di abiti per casa» 319° Uniforme che può variare

dalle 60 alle 80 lire .20° Mantello .21° Gli oggetti di toeletta

cioè spazzole pettine ,pettinetta, saponette.

parte il mese delle vacanze autunnali dal 15 set-tembre al 15 ottobre . Quelli che non approfitte-ranno di questo favore, potranno in compenso goderedi qualche viaggetto ameno ed istruttivo .2° Gli allievi segnalati in condotta potranno

avere l'uscita coi parenti ogni due mesi nel giornoe nell'ora stabilita dal Direttore .

3 ° Fuori di questo tempo non si permetto l'u-scita dal Collegio tranne che per motivi di salute .

4° I signori genitori possono visitare i loro fi-glìuoli due volte la settimana , cioè il Giovedì ela Domenica nelle ore fissate . In caso di malattia,in qualunque ora del giorno .

5 ° Non si concede ad alcuno dì visitare gli allievisenza uno speciale permesso de' Genitori .

6 ° Le lettere saranno viste dal Direttore .7° Non è permesso agli allievi il tener denaro,

orologi, coltelli od oggetti di valore . Per le pic-cole occorrenze o per minuti piaceri si potrà fardeposito di qualche somma presso il Prefetto .8° Al termine d' ogni mese i genitori saranno

ragguagliati dello stato sanitario, della condotta,del profitto scolastico de'loro figliuoli in ogni ramod'insegnamento .

9° Pei genitori che desiderassero un prezzo com-plessivo si è stabilito : - Annue L . 1400 pel corsoLiceale, 1000 pel corso Ginnasiale, 900 pel corsoElementare .

Questo prezzo comprende le provviste , mante-nimento e rinnovamento di abiti tanto per uso di

casa quanto per l'uscita, i libri, carta, penne, bu-cato, e stiratura ed ogni altra cosa sovra accen-nata, tranne la calzatura, i corsi liberi e i dizionarii .

PELLEGRINAGGIO DI SACERDOTI ITALIANIAI PIEDI DI S . S. LEONE XIII .

Avendo annunziato nel numero precedente ilpellegrinaggio di Sacerdoti italiani a Roma , nediamo ora il programma per norma di quegli Ec-clesiastici nostri Cooperatori, che intendessero diprendervi parte .

PROGRAMMA .1 . Verso il fine di settembre 1883 , avrà luogo

un pellegrinaggio ai Piedi del Santo Padre ,del quale potrà far parte qualunque Sacerdoted' Italia .

2. I Rev. Ecclesiastici, che desiderano di parteci-parvi, dovranno dare il loro nome prima dellafine di agosto . Nella lettera d' adesione sonopregati d' esprimere ben chiaro se intendonodi venire a Roma personalmente o se solo a-deriscono in spirito .

3. L' adesione si dovrà spedire : al Comitato diri-gente di Torino .

4 . Ogni Sacerdote nell' atto dell' adesione dovràpagare L . 2 d' iscrizione , inviandole diretta-mente al Comitato di Torino (si prega di as-sicurare la lettera) .

5. Appena mandata l' adesione ognuno riceveràsubito il biglietto d' ammessione al Pellegri-naggio. Questo biglietto dovrà presentarsi per

essere ammesso all' Udienza Pontificia . Essaservirà pure per biglietto d' ingresso ai Musei,Pinacoteca , Gallerie Vaticane, ecc , senza bi-sogno d' altra licenza .

6. Chi non ricevesse il biglietto d' ammessionenella quindicina seguente l' Invio della sualettera d'adesione, è pregato di renderne av-visato il Comitato, perché potrebbe esser suc-cesso un qualche sbaglio nelle impostazioni .

7. L' udienza Pontificia avrà luogo il mercoledì26 settembre .

8. Non si stabilisce il giorno dell' arrivo , nèquello della partenza, quindi i Sigg. Sacerdotipossono giungere e partire da Roma a loro ar-bitrio , stantechè il Pellegrinaggio non andràmai per la Città in corpo .

9. Dovranno però trovarsi i pellegrini tutti riu-nitiinsieme: 1°il giorno dell' Adunanza pre-paratoria ; 2 ° all' Udienza Pontificia .

10. Il giorno dell'Adunanza preparatoria sarà il25 vigilia ciell' Udienza, e verranno poi tuttiinformati del luogo dove questa si terrà .

11 . Ogni Sacerdote potrà alloggiare in Roma dovegli sarà più comodo .

12.Quelli che non amassero aver alloggio neipubblici alberghi , saranno convenientementeco llocati in case private, mediante tenuo com-penso, dietro loro dimanda .

13. Il Comitato potendo disporre di un certo nu-mero di letti , li concederà gratuitamente aiSacerdoti più bisognosi , dalli 18 settembrealli 5 ottobre .

14 . Quelli che otterranno l' alloggio gratuito do-vranno pagare L . 5 d' iscrizione, così diviseL. 2 si spediscono al Comitato, e le altre L .3 verranno poi pagate in Roma .

15 . Coloro che desiderano l' alloggio gratuito, odin case private, sono pregati d'indicare press'apoco il giorno del loro arrivo in Roma , equanto tempo intendono, dal più al meno , difermarsi nell' altra città . Così pure dovrannofare la loro domanda prima della metà di agosto .

16 . Pel vitto ognuno penserà a sè, essendo questametodo più economico e più spediente .

17. Il Comitato però, anche pel vitto, si occuperàper procurare dei vantaggi a chi li desidera .

18. Quei Sacerdoti che non potessero venire a Roma,e che tuttavia desiderassero d' attestare inqualche modo la loro devozione al S . Padre ,potrebbero spedire il loro nome e cognome alComitato unitamente a quella offerta, che stime-ranno di fare per sollevare l' augusta povertàdel Sommo Pontefice .

19. Tanto coloro che interverrano a Roma, quantoquelli che aderiranno in ispirito, potrebbero ,però colla licenza dei rispettivi Sigg . Parrochi,fare nei loro paesi e presso i conoscenti ed amiciuna piccola colletta da presentare al S . Padre,nel giorno dell'Udienza . La presentazione delleofferte si farà per Diocesi .

20. Sarà celebrata nella Basilica di S . Pietro inVaticano una funzione solenne, analoga al Pel-legrinaggio , alla quale sono invitati tutti isignori Pellegrini .

21 . 1 nomi dei Pellegrini e degli aderenti saranno,

umiliati ai Piedi del S . Padre in apposito album ;del quale verrà dato copia in Roma a chi nefarà domanda nella lettera d'adesione .

AVVERTENZE . - Prima della partenza per Ro-ma si muniranno i RR . Sacerdoti dell' Exeat, on-de poter celebrare fuori Diocesi .

La concessione degli alloggi gratuiti si farà sulprincipio di settembre, epperciò a quegli ecclesia-stici che ne faranno domanda , non si potrà assi-curare nulla sino a questo tempo ; sono tuttaviapregati di far le loro domande con sollecitudine .

Per norma dei RR . Ecclesiastici, si fa osservareche in Roma si può, con tutta facilità , avere ilvitto a L. 3,50 circa al giorno .Contemporaneamente a questo , avrà luogo il

Pellegrinaggio Italiano , cosicché potranno i RR .Sacerdoti partecipare alle due udienze pontificie, ea quelle maggiori solennità che si preparano peril Pelleginaggio generale ed anche unirsi, per viaed in città, ai loro parenti ed anici .

Saranno pure benevolmente accolti i RR . Chierici .

COMITATO CENTRALE

Presidente del Comitato : Teol. ARPINO MAURIZIO,Curato dei SS. Apostoli Pietro e Paolo .Torino .

Can . Augusto BERTA Teol. Colleg .Vice-Presidenti Teol. PECHENINO Prof. MARCO.

Promotore del Pellegr . : Teol . ALBERTO GHIOTTI .

Segretari ; D . CASALEGNO GIUSEPPE .Teol . ARTUFFO Gio . BATT .

Tesoriere : Teol . SIlvio FRESIA .

Pel Comitato Centrale rivolgersi al Segretariodel Pellegrinaggio :

Il M . R. Signor D. Giuseppe CasalegnoRettore della Chiesa della SS. Trinità

Doragrossa - Torino .

PREGHIERE SOLITE A FARSI OGNI GIORNO

nel Santuario di Maria Ausiliatrice .

Molte persone desiderando di ottenere più facil-mente grazie speciali da Maria, Aiuto dei Cristiani,sogliono a voce o per iscritto raccomandare pre-ghiere nel suo Santuario in Torino , e nel tempostesso per unirvisi in corpo o in ispirito chiedonoquali orazioni si facciano, e in quali ore del giorno .Per soddisfare alla pietà di tutti giudichiamo benedi rispondere colla seguente esposizione .

Al mattino dalle ore 5'/2 alle ore 6'/2 una partedei giovani dell'Oratorio di s. Francesco di Sales,recatisi nel Santuario, vi recitano varie orazioni,tra cui la terza parte del Rosario di Maria Vergine,ascoltano la Messa , e molti fanno pure la santaComunione, secondo le intenzioni delle persone rac-comandate .

Alle ore 7, per ordinario, D . Bosco celebra la santaMessa, nella quale ricorda a Dio in modo particolaretutti coloro, che si sono rivolti al detto Santuario perqualche favore , e imparte loro la benedizione diMaria Ausiliatrice .

Dalle 7'/2 alle 8'/2 si porta nel Santuario un'altraparte dell'Istituto, vi ascolta la Messa, vi recitaorazioni e Rosario , e parecchi si accostano allasanta Comunione .

Si nota che tutti i fedeli, i quali almeno contritiintervengono a questi Esercizii di pietà, acquistanotre anni d'indulgenza concessi dal Papa Pio IX, consuo Breve del 26 Febbraio 1875 .

In tutte le ore poi del mattino sino a mezzodìvarii membri dell' Istituto si trovano sempre ap-piedi della Vergine Ausiliatrice, pregandola a mo-strarsi benigna verso tutti coloro, che la invocanoo da vicino o da lontano .

Dopo il mezzodì, nelle ore di ricreazione, moltigiovanetti fanno visita al SS . Sacramento e a MariaAusiliatrice , recitando preghiere a loro arbitrio .Generalmente leggono le orazioni, che si trovano nelGiovane Provveduto, ad onore del SS. Sacramento,o del Sacro Cuore di Gesù, e di Maria Santissima .

Di estate alle ore 7 1/2 di sera, e d'inverno alleore 5 , tutta la Comunità si raccoglie nel San-tuario, vi ascolta una pia lettura e talora un ser-moncino, indi si canta l'inno Ave maris Stella ole Litanie Lauretane, poscia si espone il SS . Sa-cramento e s'imparte la Benedizione col medesimo .

Dopo cena e sino verso le ore 10 varii membridell'Istituto continuano le visite al SS . Sacramentoed a Maria Ausiliatrice .

Oltre a queste pratiche ordinarie e generali, nehanno pur luogo delle particolari, quando i divotile ordinano . Tali sono la celebrazione di Messe al-l'altare della Vergine, i tridui e le novene diBe-nedizioni del SS . Sacramento con apposite preghieredella Comunità .

Questo si fa nel Santuario di Maria Ausiliatricein Torino ; ma notiamo che quasi altrettanto sipratica in tutte le Cappelle e Chiese, che appar-tengono alla Pia Società dei Salesiani in Italia ,Francia , Spagna ed America. Or siccome tra lemolte migliaia di giovanetti, che pregano, ve nehanno pur sempre moltissimi tuttora innocenti edotati di virtù eminente, così non è da stupire che ilSignore e la Vergine Ausiliatrice si compiacciano diascoltare le loro voci, e concedano le grazie che adessi dimandano, come esperimentano ogni giorno cen-tinaia di persone .

E qui, poiché ci cade in acconcio, raccomandiamoai singoli Direttori delle nostre Case che esortinosovente i loro giovanetti a pregare volentieri e confervore secondo l'intenzione di D . Bosco, onde le lorosuppliche, salendo da tante parti al trono di Dio, nediscendano ogni giorno come sciolte in una pioggiadi grazie sopra tutti i nostri benefattori e benefat-trici e sopra tutti coloro, che confidano nella inter-cessione di Maria Ausiliatrice .

IL SUONO DELL'ORGANONELLA MESSA E NEI VESPRI .

Siamo statì pregati che volessimo pubblicare nelBollettino Salesiano un articolo sul suono dell'or-gano nelle sacre funzioni , notando in qual tempodell'anno, seconda le prescrizion i ecclesiastiche, si

possa suonare, e in quali punti della Messa e deiVespri . Eccoci a soddisfare brevemente la ragio-nevole domanda .

Secondo le savie prescrizioni di santa Chiesa ele sentenze dei migliori espositori di sacre cerimonie,è decoroso il suono dell'organo e il canto musi-cale in Chiesa in tutte le Domeniche e Feste del-l'anno, nelle quali il popolo suole astenersi dalleopere servili, eccettuate le Domeniche di Avvento

e di Quaresima, e nella Messa soltanto (1).Non ostante questa eccezione , nell' Avvento si

può tuttavia suonare l'organo anche a Messa nella3a Domenica, chiamata Gaudete in Domino, e nella4a Domenica di Quaresima, detta Laetare Ierusalem.Anzi durante l'Avvento e la Quaresima si può suo-nare altresì nelle feste e nelle ferie , che sonocelebrate dalla Chiesa con qualche solennità, comesarebbe nel giorno della Immacolata Concezione diMaria, di s. Tommaso e di s . Mattia apostoli, dis . Tommaso d'Aquino, di s . Gregorio Magno, dis. Giuseppe, dell'Annunziazione di Maria Verginee simili ; come pure nella Messa del Giovedì Santo,e nella Messa e nei Vesperi del Sabato Santo, equalunque volta occorra celebrare solennemente ,con allegrezza e per qualche ragione grave .

Per regola generale l'organo si suona quando ilDiacono e Suddiacono a Messa solenne vestono laDalmatica e Tunicella, quantunque il colore sia vio-laceo ; così reca una risposta della Sacra Congrega-zione dei Riti il 2 Settembre 1741 .

Si può, anzi conviene suonare l'organo ogni qual-volta il Vescovo entra in Chiesa per celebraresolennemente, o per assistere alla Messa solenne daaltri celebrata . In allora l'organo si suona al suoingresso in Chiesa e se ne continua il suono in tuttoil tempo che egli si prepara e veste , sino a chesta per incominciare la Messa . Lo stesso si dica nel-l'entrata di un Legato Apostolico, di un Cardinale, diun Arcivescovo o di un altro Prelato, che il Vescovodiocesano voglia onorare . Così il Cerimoniale dei Ve-scovi .

Oltre queste circostanze specialmente notate ,l'organo si può suonare ad arbitrio in molte altre sa-cre funzioni tanto nel mattino, quanto nella sera,come oggid ì si pratica generalmente nelle Chiesebene amministrate .

Suono dell'organo nella Messa cantata .

Nella Messa cantata si suona l'organo, quandoil Celebrante esce di sagrestia, e sino al principiaredella Messa . Se la Messa è in canto fermo o gre-geriano, l'organo suona alla ripetizione dell'Introito ;suona alternativamente al Kyrie eleison e al Gloriain excelsis ; suona finita la Epistola sino al cominciaredel canto del Vangelo, salvo il caso che in questo frat-tempo si abbia a cantare un qualche versicolo del Gra-duale o del Tratto o la Sequenza ; suona all'Offertorio,cantato che sia dal Celebrante il Dominus vobiscume la parola Oremus, sino all'incominciare del Pre-

(1) Si dice nella Messa soltanto, per fare capire che intutte le Domeniche e Feste anche di Avvento e di Quare-sima l'organo si può sempre suonare ai Vespri e alla Be-nedizione ed in altro consimili funzioni .

fazio ; suona alternativamente al Sanctus ; suonaspecialmente con armonia più grave e più dolcedurante la Elevazione, sino al cominciare del PaterNoster ; suona alternativamente all'Agnus Dei, indiprosegue sino al Dominus vobiscum , che precedel' Oremus dopo la Comunione ; suona finalmentedopo la benedizione del Celebrante , sino al suoritorno in sacrestia .

Se si suona l' organo ad una Messa semplice-mente letta si fa pure una breve cadenza quandoil Celebrante, terminato il Confiteor e pronunziatala parola Oremus , ascende l'altare e va al Mes-sale per leggere l'Introito .

Secondo il Cerimoniale dei Vescovi nelle Messe enegli uffizii dei defunti non si ha da usare nè organoné musica, ma il canto fermo ; così pure convienpraticare nei giorni feriali non solenni di Avvento edi Quaresima . Oggidì si permette la musica nei fu-nerali e il suono dell'organo ; ma l'una e l'altro nondevono mai discostarsi dallo spirito della Chiesa,

che in quell'occasione veste a lutto e piange e pregapei suoi figli estinti ; quindi occorre un canto ed unsuono mesto e lugubre .

Due osservazioni .

A differenza del Kyrie e del Gloria, il Credoo Simbolo va cantato per intiero con intelligibilevoce, così che possa essere udito distintamente dalpopolo. Si può tuttavia unire il suono dell'organo,purché il Simbolo si canti intieramente. Nel cantofermo suole in alcuni luoghi farsi solo una brevesuonata dopo l'Incarnatus, sia ad onore delle augusteparole, sia perché i cantori abbiano un lieve respiro .

Dove è in vigore si può conservare la consuetu-dine di rispondere all'Ite Missa est solamente col-l'organo .

Quando debba tacere l'organo nella Messa .

In generale tanto nelle Messe cantate , quantonelle Messe senza canto, cessa il suono dell'organotutte le volte che o il Celebrante , o il Diacono,o il Suddiacono recitano o leggono a voce intelli-gibile o cantano qualche parte della Messa . Quindil'organo tace al Salmo I udica me Deus, al Confi-teor e Misereatur, e alla lettura od al canto del-l'Introito ; tace al Dominus vobiscum o pax vobis,alla recita o al canto degli Oremus, dell'Epistola,del Vangelo, del Prefazio, del Pater Noster, del-l'Ite Missa est, e alla benedizione del Celebrante .

Parimenti , se avesse luogo l' amministrazionedella santa Comunione, s'interrompe il suono del-l'organo all'incominciare del Confiteor, sino all'ul-timo Domine non sum dignus . - Quando celebrail Vescovo della Diocesi si sospende anche il suonodell'organo dopo la benedizione, per la proclama-zione della Indulgenza, che suole allora impartireai fedeli assistenti, se già non fu proclamata alVangelo dopo il Sermone .

Suono dell'organo nei Vespri .

In quanto ai Vespri, l'organo suona nell'uscitadei sacri Ministri dalla sacrestia, sino all'incomin-ciare del Pater noster ; quindi nella fine di ogni

Salmo, dopo il Gloria Patri, e alternativamentenelle strofe dell' inno e nei versicoli del Ma-gnificat.

Si devono per altro osservare queste regole .Il primo verso dei cantici e degli inni, e le paroledi questi, alle quali si deve genuflettere, come iversicoli Te ergo quaesumus del Te Deum, e Tantumergo Sacramentum e simili si devono cantare avoce intelligibile e non suonare dall'organo . Devesialtresì sempre cantare l'ultima strofa degli inni e ilGloria Patri, quantunque siansi cantati dal coro lastrofa e il verso precedente .

Si avverte che tutte le volte, che nella Messae nei Vespri qualche parte si figura cantata o ri-sposta per mezzo dell'organo, questa medesima sideve pronunziare con voce intelligibile da qualche-duno del coro .

La santa Chiesa prescrive altresì che il suonodell'organo non sia mai lascivo od impuro ; che conesso non si accompagnino canti, i quali non appar-tengano all'uffizio che si celebra ; e che questi nonabbiano mai nulla di profano o di teatrale, affinchél' armonia delle voci ordinata a crescere la pietàdei fedeli non ne distolga invece gli animi dallacontemplazione delle cose divine . E quindi vietatol' eseguire in tutto od in parte pezzi , motivi odarie da teatro . - Manco male , scriveva sin dal1855 l'Armonia, se si suonassero le arie del .Mosèdi Rossini o dei M artiri di Donizetti ; ma far udirela Traviata è imperdonabile . - E così dicasi di al-tre consimili produzioni, che risvegliano nei fèdelipensieri ed affetti mondani .

Tre raccomandazioni all'organista .

I. Nelle suonate non sia mai troppo lungo, sinoad obbligare il Celebrante ad interrompere il corsodella Messa . Le sinfonie, così il Papa BenedettoXIV , oltre all' essere gravi non debbono maiessere tali, che colla loro prolissità e lunghezzaingenerino tedio o fastidio in quelli , i qualistanno in coro, o servono all'altare nei Vespri onella Messa .II . Abbia una cognizione adequata di quei movi-menti e di quelle cerimonie dei sacri Ministri, dallequali deve regolarsi quando abbia da cominciare

o da cessare il suono .IlI . Se nel sedere all' organo deve volgere le

spalle all'altare , si tenga davanti uno specchio ,che gli rifletta quello che si fa all'altare medesimo,o almeno incarichi una persona intelligente, chelo avverta fedelmente volta per volta, quando abbiada por fine al suono .

Col sin qui esposto, crediamo di aver data unarisposta conveniente, secondo le autorevoli disposi-

zioni e lo spirito di santa Chiesa. Se mai questarisposta a taluno non paresse affatto adequata, noisaremmo riconoscenti degli opportuni riflessi, cheegli si degnasse di farci in proposito . (1)

(1) Uno dei migliori libri, che trattino di Sacre Cerimo-nie, è Il Sacerdote Celebrante del canonico Giovanni Fu-magallì di Bergamo, libro che vorremmo nelle mani diogni Chierico e Sacerdote .

IL PIÙ BEL FIORENella fausta occasione, che il Santo Padre LEONE XIII

veniva assunto alla Cattedra di S . Pietro, fu compilatoun libretto col titolo«IL PIÙ BEL FIORE DELCOL-LEGIO APOSTOLICO» contenente una breve biografiadi Lui, e dei Cardinali che lo hanno eletto. Scritta daD. Bosco medesimo con eleganza e popolarità, l'operettafu tosto smerciata a più di 50 mila copie per tutta l'I-talia con grande vantaggio delle anime .

Nel vivo desiderio di conciliare viemaggiormente alVicario di Gesù Cristo l'ossequio e la obbedienza, che tuttii Cattolici gli devono, siano soliti di ricordare tutti glianni ai nostri lettori la esistenza di questo libretto, eraccomandarne la diffusione. La stessa cosa facciamo pre-sentemente, notando, che il provvedersi, regalare e farleggere l'annunziato fascicoletto è uno dei migliori mezziper ben celebrare il prossimo Onomastico del Santo Padree la festa del Patriarca S . Gioachino.Si vende alla Libreria Salesiana di Torino, a Cent .

40 la copia, e a L. 35 ogni cento coppie .

Bibliografia Salesiana.

GRAMMATICA DELLA LINGUA GRECA ad uso delle scuoledei Sac. Prof . Giovanni Garino. - Un vol. di circa 450 pag.in-16° gr . su nuovi caratteri e carta distinta, prezzo non su-periore alle lire 3 . Uscirà all'aprirsi del nuovo anno scolastico .Dettata scrupolosamente secondo gli ultimi ri-

sultati delle scienze filologiche e linguistiche e collascorta dei migliori testi, questa Grammatica miraa rendere lo studio scientifico della lingua grecadi chiaro e facile apprendimento , spogliandolo ditutte quelle difficoltà esteriori, che a primo aspettosogliono spaventare i più . Quindi senza mancareallo scopo scientifico che richiede rigorosa preci-sione, ed una perfetta corrispondenza di parti dacui risulti un solo organismo, le regole vi sonoesposte nella maniera più facile ed elementare ;si ricorrerà talora a quei mezzi empirici, cheil lungo esercizio nell' insegnamento ha fatto ap-prendere all' autore come necessarii e non incon-venienti al metodo scientifico , e si ha sommacura che la semplicità e la chiarezza non abbianoa nuocere alla brevità ed all' ordine. Il disegnodell' opera è tale che debba servire pel ginnasioe pel liceo ; un'acconcia varietà di caratteri tipo-grafici serve a far distinguere le regole più im-portanti e che devono apprendersi al primo en-trar nello studio del greco, da quelle altre a cuil'allievo dovrà passare solo dopo d' aver appresii primi elementi . Noi abbiamo grammatiche eccel-lenti, ed è superfluo citare il Curtius e l'Inama,ma forse nè l'uno nè l'altro rispondono esattamenteai bisogni delle scuole nostre secondarie . Rendereil metodo scientifico acconcio alla capacità degliallievi ed alle condizioni dell'insegnamento, eccolo scopo di questa Grammatica .