Cantù Oggi

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NOVEMBRE DICEMBRE 2011 www.cantuoggi.itt Periodico mensile Sped. in abbonamento postale - 45% art.2 comma 20/B - Legge 662/96 - Como seguici su facebookt Cantú Oggi chi cosa dove quando e perché Verso le elezioni amministrative 2012: intervista al candidato Sindaco Antonio Pagani di Simone Montorfano UN GIUSTO CAMBIAMENTO D all’8 settembre fino al 22 ottobre 1944 visse la repubblica dell’Ossola. Questa singolare vicenda è stata più volte narrata in libri e documentari, ma la rievocazione più avvincente rimane forse quella di Giorgio Bocca, che ho letto quindicenne in una notte sola. Già in passato abbiamo parlato su queste colonne della visita al Sacrario di Fondotoce. Il richiamo a “Una repubblica partigiana” non è soltanto il doveroso omaggio a uno dei simboli della libertà di stampa in questo Paese, ma al modello di vita e di organizzazione sociale che viene descritto in questo capolavoro di Bocca: al desiderio del ritorno a una vita normale, operosa, civile, alla speranza della fine della guerra, a un avvenire radioso per i giovani, per le famiglie: insomma a un grande bisogno di pulizia e di ricostruzione morale che parla anche all’attualità nostra, a più di sessant’anni di distanza. Come allora al comunista Alfredo Di Dio e al cattolico Dionigi Superti toccava rimboccarsi le maniche per assicurare ai cittadini dell’Ossola la dignità della vita e il riscatto della libertà. Segretario della Repubblica fu Umberto Terracini, uno dei firmatari della Costituzione italiana. Giancarlo Montorfano 37 nuova serie - anno 8 Scuola materna di Viale Madonna Seromm in vint in cumpagnia Tutt de la Lega a la berlina “Noi siamo Geldi e di Gandù” El me diseva stu brutt gialdun. Quii del Comun se la svignaven Nanca ul Marinu el se vedeva Tutt che sperava in un bèl battirùn Inscì la festa l’era rinviada. Quant l’è custada sta ciciarada Tutt se lamenta per sta boiada, ma quand te cerchet chi l’ha inventada nissun se spiega la munfrinada. Ma se gh’è in l’arii in stu Cantuu Nissun che vusa denanz a la Sala Che la fa semper quèll che la voeur Tant i danéé gh’e i butom adréé. Ma per la banda che la fa ul centenari Gh’è nanca un franc de toeu un urinari E al segretari de che l’ fà ul leùn Ghe dèmm la duppia cun devuziun. A la cungrega dei cundumini Gh’han lassàa fà tutt quel che vureven E al sudalizi de l’Ungia Incarnada Nanca un sisinn per fà una sonada. Ma all’alleanza di santi lifròc Una mòtta de òr a tutt i maròcc. O Santa Madonna de Vimudrun Famm murì tutti sti lazzarun. Ma mi, ma mi, ma mi A San Vincenz ho faà nagòtt Nanca una birra o un bel grappòtt Me sun un Gall ma vu a ciapà i ratt. Gualtier Maldè In occasione della festa celtica di due anni fa a Galliano fu scritta questa poesia che va cantata sull’aria della celebre canzone in dialetto milanese il cui ritornello recita: “Ma mi , ma mi, ma mi quaranta dì quaranta nott a San vittùr a ciapà i bott...”. La proponiamo per la prima volta ai nostri lettori... LA FÈSTA DI CIFULÒTT L’Assessore Lapenna impegnato per la sicurezza della nostra città A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno incontriamo il candidato Sindaco Antonio Pagani per iniziare a introdurre il tema della prossima Campagna Elettorale, ormai alle porte. Buongiorno Antonio innanzitutto auguri di buon anno a te e ai tuoi famigliari. Grazie, rivolgo anch’io i migliori auguri per un felice 2012 a tutti voi e a tutti i canturini in generale. Vorrei iniziare questa intervista prendendo spunto da un passaggio del discorso che hai pronunciato la sera del 4 novembre: tu hai parlato del desiderio di realizzare una casa comune da costruire insieme, riferendoti alla volontà di aggregare attorno a te il maggior numero di persone possibile; ebbene a che punto sono i lavori? Tutto procede secondo i piani: il Comitato Elettorale si è formato e continua a raccogliere adesioni, sia in termini di partecipazione concreta delle persone, sia come contributi di idee, e questo mi fa molto piacere perché significa che c’è la voglia di rendersi partecipi di un progetto di cambiamento, non strillato e qualunquista, ma ragionato e costruito con competenze e saggezza. Il Comitato si è suddiviso in vari ambiti tematici, ognuno dei quali sta approfondendo il proprio settore con studi e ricerche calibrate sulle necessità urbane, con le quali poi confrontarsi con enti, associazioni e privati cittadini. Ci muoviamo in questo modo perché ritengo sia necessario acquisire la competenza e la piena conoscenza di ciò che si vuol proporre ai canturini. L’immagine di Antonio Pagani che è emersa in questi mesi è quella di una persona seria e spontanea, attenta soprattutto a “proporre”, come dimostrano le tue dichiarazioni che settimanalmente compaiono sulla stampa locale; pensi di riuscire a mantenere questa linea anche nei prossimi mesi, quando la campagna elettorale entrerà nel vivo? In primo luogo sono in attesa di conoscere chi saranno i miei contendenti per potermi confrontare con loro. Per il resto penso che partire dalle proposte sia il modo migliore per valorizzare e dare spazio a coloro i quali hanno qualche cosa da dire, perché nessuno di noi è onnisciente, ma ognuno può dare un aiuto o un suggerimento prezioso; penso, peraltro, che porre l’accento sulla parte positiva del confronto serva anche a evidenziare, più o meno direttamente, anche il malgoverno esercitato dall’attuale maggioranza. Mi spiego meglio: proporre, ad esempio, idee e soluzioni per la Cantù del futuro e la gestione del suo territorio, richiama inevitabilmente tutti gli aspetti negativi e la cattiva gestione esercitata sinora dall’Amministrazione uscente, tanto nel metodo (si veda la secretazione e la vergognosa pantomima relativa al PGT), quanto nel risultato (la “meravigliosa” piazza Garibaldi ne è un esempio lampante!). Cosa ti preoccupa maggiormente della prossima campagna elettorale? Spero che prenda concretamente il sopravvento il bene della città e non la solita demagogia spicciola o i soliti luoghi comuni. Per come intendo io l’impegno pubblico, ogni persona che vorrà candidarsi dovrà avere ben chiaro cosa significhi rappresentare una Comunità (sottolineo il maiuscolo per indicare non un’entità astratta ma un insieme di Persone con esperienze, esigenze e necessità differenti) e di conseguenza l’impegno morale, prima ancora che professionale, che ci si assumerà dinnanzi ai cittadini. Una carica pubblica non può e non deve diventare un comodo viatico per soddisfare degli interessi personali o di parte, ma deve rappresentare un impegno concreto e sincero per tutta la comunità, altrimenti è inutile, oltre che ipocrita, criticare chi siede in Parlamento se poi ci si comporta come loro. In questi ultimi periodi stiamo assistendo ad una situazione piuttosto difficile a livello nazionale, con un quadro politico alquanto magmatico ed in continua evoluzione che non offre scenari certi per il futuro prossimo. Come pensi si possa declinare a livello locale questa situazione? Quali possono essere gli aspetti positivi e quelli negativi di questa realtà così confusa? E’ in atto un forte cambiamento, il cui aspetto principale è rappresentato dal crescente astensionismo generato dal rifiuto per un certo modo, sempre più percepito in termini negativi, di fare politica; in contrasto questa sfiducia è compensata dalla rinascita di un forte interesse per la “cosa pubblica”, soprattutto da parte di tanti cittadini convinti che la politica, specialmente quella locale, debba avere un respiro ben più alto e una maggiore sovrapposizione ai bisogni della collettività. Questa nuova situazione sarà, a mio avviso, la vera novità della prossima tornata elettorale: compito e responsabilità di noi candidati sarà quella di intercettarla e valorizzarla ai fini della crescita comune. Sarà quindi probabile che si formino delle unioni piuttosto diverse rispetto agli schieramenti classici di riferimento, tanto più se si considerano gli ultimi sviluppi politici nazionali che hanno rimescolato le carte. Inoltre i recenti provvedimenti economico- finanziari adottati dal Governo per salvare il Paese dalla bancarotta, certamente necessari seppur opinabili per certi versi, condizioneranno sicuramente la prossima campagna elettorale, che mi auguro sia affrontata da tutti con un atteggiamento positivo e propositivo, orientato essenzialmente alla realtà cittadina. Vorrei che si evitasse di ricorrere ad argomenti “nazionali” per tentare di esulare dalla realtà canturina e cercare di costruirsi crediti elettorali gratuiti, peraltro di efficacia ancora tutta da dimostrare, specie da parte di quelle forze politiche che in questo periodo governano la nostra città. (segue a pagina 2) ANTONIO PAGANI (foto di D.Cerati)

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Cantú Oggichi cosa dove quando e perché

Verso le elezioni amministrative 2012: intervista alcandidato Sindaco Antonio Pagani

di Simone Montorfano

UN GIUSTO CAMBIAMENTO

Dall’8 settembre fino al 22 ottobre 1944 visse la repubblicadell’Ossola. Questa singolare vicenda è stata più volte narrata inlibri e documentari, ma la rievocazione più avvincente rimane

forse quella di Giorgio Bocca, che ho letto quindicenne in una notte sola.Già in passato abbiamo parlato su queste colonne della visita alSacrario di Fondotoce. Il richiamo a “Una repubblica partigiana” non èsoltanto il doveroso omaggio a uno dei simboli della libertà di stampa inquesto Paese, ma al modello di vita e di organizzazione sociale cheviene descritto in questo capolavoro di Bocca: al desiderio del ritorno auna vita normale, operosa, civile, alla speranza della fine della guerra, aun avvenire radioso per i giovani, per le famiglie: insomma a un grandebisogno di pulizia e di ricostruzione morale che parla anche all’attualitànostra, a più di sessant’anni di distanza. Come allora al comunistaAlfredo Di Dio e al cattolico Dionigi Superti toccava rimboccarsi lemaniche per assicurare ai cittadini dell’Ossola la dignità della vita e ilriscatto della libertà. Segretario della Repubblica fu Umberto Terracini,uno dei firmatari della Costituzione italiana.

Giancarlo Montorfano

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Scuola materna di Viale Madonna

Seromm in vint in cumpagniaTutt de la Lega a la berlina“Noi siamo Geldi e di Gandù”El me diseva stu brutt gialdun.

Quii del Comun se la svignavenNanca ul Marinu el se vedevaTutt che sperava in un bèl battirùnInscì la festa l’era rinviada.

Quant l’è custada sta ciciaradaTutt se lamenta per sta boiada,ma quand te cerchet chi l’ha inventadanissun se spiega la munfrinada.

Ma se gh’è in l’arii in stu CantuuNissun che vusa denanz a la SalaChe la fa semper quèll che la voeurTant i danéé gh’e i butom adréé.

Ma per la banda che la fa ul centenariGh’è nanca un franc de toeu un urinariE al segretari de che l’ fà ul leùnGhe dèmm la duppia cun devuziun.

A la cungrega dei cunduminiGh’han lassàa fà tutt quel che vurevenE al sudalizi de l’Ungia IncarnadaNanca un sisinn per fà una sonada.

Ma all’alleanza di santi lifròcUna mòtta de òr a tutt i maròcc.O Santa Madonna de VimudrunFamm murì tutti sti lazzarun.

Ma mi, ma mi, ma miA San Vincenz ho faà nagòttNanca una birra o un bel grappòttMe sun un Gall ma vu a ciapà i ratt.

Gualtier Maldè

In occasione della festa celtica di due annifa a Galliano fu scritta questa poesia cheva cantata sull’aria della celebre canzonein dialetto milanese il cui ritornello recita:“Ma mi , ma mi, ma mi quaranta dì quarantanott a San vittùr a ciapà i bott...”.La proponiamo per la prima volta ai nostrilettori...

LA FÈSTA DICIFULÒTT

L’Assessore Lapenna impegnatoper la sicurezza della nostra città

A pochi giorni dall’inizio del nuovo annoincontriamo il candidato Sindaco AntonioPagani per iniziare a introdurre il tema dellaprossima Campagna Elettorale, ormaialle porte.

Buongiorno Antonio innanzitutto auguridi buon anno a te e ai tuoi famigliari.Grazie, rivolgo anch’io i migliori auguri perun felice 2012 a tutti voi e a tutti i canturiniin generale.Vorrei iniziare questa intervistaprendendo spunto da un passaggio deldiscorso che hai pronunciato la sera del4 novembre: tu hai parlato del desideriodi realizzare una casa comune dacostruire insieme, riferendoti alla volontàdi aggregare attorno a te il maggiornumero di persone possibile; ebbene ache punto sono i lavori?Tutto procede secondo i piani: il ComitatoElettorale si è formato e continua araccogliere adesioni, sia in termini dipartecipazione concreta delle persone,sia come contributi di idee, e questo mi famolto piacere perché significa che c’è lavoglia di rendersi partecipi di un progettodi cambiamento, non stri l lato equalunquista, ma ragionato e costruitocon competenze e saggezza. Il Comitatosi è suddiviso in vari ambiti tematici,ognuno dei quali sta approfondendo ilproprio settore con studi e ricerchecalibrate sulle necessità urbane, con lequali poi confrontarsi con enti,associazioni e privati cittadini. Cimuoviamo in questo modo perché ritengosia necessario acquisire la competenzae la piena conoscenza di ciò che si vuolproporre ai canturini.L’immagine di Antonio Pagani che èemersa in questi mesi è quella di unapersona seria e spontanea, attentasoprattutto a “proporre”, comedimostrano le tue dichiarazioni che

settimanalmente compaiono sullastampa locale; pensi di riuscire amantenere questa linea anche neiprossimi mesi, quando la campagnaelettorale entrerà nel vivo?In primo luogo sono in attesa di conoscerechi saranno i miei contendenti per potermiconfrontare con loro. Per il resto penso chepartire dalle proposte sia il modo miglioreper valorizzare e dare spazio a coloro i qualihanno qualche cosa da dire, perchénessuno di noi è onnisciente, ma ognunopuò dare un aiuto o un suggerimentoprezioso; penso, peraltro, che porrel’accento sulla parte positiva del confrontoserva anche a evidenziare, più o menodirettamente, anche il malgovernoesercitato dall’attuale maggioranza. Mispiego meglio: proporre, ad esempio, ideee soluzioni per la Cantù del futuro e lagestione del suo territorio, richiamainevitabilmente tutti gli aspetti negativi e lacattiva gestione esercitata sinoradall’Amministrazione uscente, tanto nelmetodo (si veda la secretazione e lavergognosa pantomima relativa al PGT),quanto nel risultato (la “meravigliosa”piazza Garibaldi ne è un esempiolampante!).Cosa ti preoccupa maggiormente dellaprossima campagna elettorale?Spero che prenda concretamente ilsopravvento il bene della città e non la solitademagogia spicciola o i soliti luoghi comuni.Per come intendo io l’impegno pubblico,ogni persona che vorrà candidarsi dovràavere ben chiaro cosa significhirappresentare una Comunità (sottolineo ilmaiuscolo per indicare non un’entità astrattama un insieme di Persone con esperienze,esigenze e necessità differenti) e diconseguenza l’impegno morale, primaancora che professionale, che ci siassumerà dinnanzi ai cittadini. Una caricapubblica non può e non deve diventare un

comodo viatico per soddisfare degli interessipersonali o di parte, ma deve rappresentareun impegno concreto e sincero per tutta lacomunità, altrimenti è inutile, oltre cheipocrita, criticare chi siede in Parlamento sepoi ci si comporta come loro.In questi ultimi periodi stiamo assistendoad una situazione piuttosto difficile a livellonazionale, con un quadro politico alquantomagmatico ed in continua evoluzione chenon offre scenari certi per il futuroprossimo. Come pensi si possa declinarea livello locale questa situazione? Qualipossono essere gli aspetti positivi e quellinegativi di questa realtà così confusa?E’ in atto un forte cambiamento, il cui aspettoprincipale è rappresentato dal crescenteastensionismo generato dal rifiuto per uncerto modo, sempre più percepito in termininegativi, di fare politica; in contrasto questasfiducia è compensata dalla rinascita di unforte interesse per la “cosa pubblica”,soprattutto da parte di tanti cittadini convintiche la politica, specialmente quella locale,debba avere un respiro ben più alto e unamaggiore sovrapposizione ai bisogni dellacollettività. Questa nuova situazione sarà, amio avviso, la vera novità della prossimatornata elettorale: compito e responsabilitàdi noi candidati sarà quella di intercettarla evalorizzarla ai fini della crescita comune. Saràquindi probabile che si formino delle unionipiuttosto diverse rispetto agli schieramenticlassici di riferimento, tanto più se siconsiderano gli ultimi sviluppi politicinazionali che hanno rimescolato le carte.Inoltre i recenti provvedimenti economico-finanziari adottati dal Governo per salvare ilPaese dalla bancarotta, certamentenecessari seppur opinabili per certi versi,condizioneranno sicuramente la prossimacampagna elettorale, che mi auguro siaaffrontata da tutti con un atteggiamentopositivo e propositivo, orientatoessenzialmente alla realtà cittadina. Vorreiche si evitasse di ricorrere ad argomenti“nazionali” per tentare di esulare dalla realtàcanturina e cercare di costruirsi creditielettorali gratuiti, peraltro di efficacia ancoratutta da dimostrare, specie da parte di quelleforze politiche che in questo periodogovernano la nostra città.

(segue a pagina 2) ANTONIO PAGANI (foto di D.Cerati)

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Nell’ultimo anno è stata pubblicata laProposta del Rapporto Ambientale dellaValutazione Ambientale Strategica,componente del PGT, che fotografa lo statodell’ambiente in Cantù. Si potrebbediscutere anche su quanto esposto in taledocumento, ma atteniamoci ad esso inquanto ufficiale. Esso individua tre criticitàambientali: il sistema della mobilità, ilsistema ambiente, il sistema insediativo.Consideriamo ora la prima criticità, ilsistema della mobilità, da un punto di vistaprettamente ambientale e non urbanistico.La VAS ci informa che nel 2008 a Cantù ilnumero di autovetture ogni 1000 abitanti èdi 636, valore nettamente superiore allamedia nazionale di 598, tra le più elevateal mondo, e superiore anche ai valoriregionali e provinciali, che ammontanorispettivamente a 586 e 612 (anno 2007).In considerazione del fatto che il traffico sugomma risulta una delle fonti principalidelle emissioni di gas serra,dell’inquinamento atmosferico e acustico,appare chiaro che questa nostra realtàcanturina non è virtuosa nei confrontidell’ambiente. Ricercando i motivi di talecriticità, non si può prescindere da alcunepeculiarità strutturali ed urbanistiche, qualila complessità della rete viaria canturina.Tuttavia, ci si potrebbe chiedere se nonsarebbe stato possibile intervenire, e senon ci siano quindi state delleresponsabilità politiche da parte delleultime amministrazioni. Si potrebbediscutere, ed è doveroso farlo, dellamodalità di progettazione degli interventi,attuati e non attuati, funzionali ad unadiminuzione dell’uso dell’auto privata (pisteciclabili, marciapiedi, parcheggi prossimi

In città il numero delle auto è superiore alle medie regionalie provinciali, mentre la mobilità ecocompatibile è al palo

di Andrea Monti

CANTU’: PIU’ AUTO CHE PATENTI

MDOSSI E DOLORI

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Egregio Direttore, a riguardo della rubrica“Mille occhi”, ne servirebbero molti di menoper veder le cose che non vanno nella viabilitàdi Cantu’. Una di queste è quellagiustamente e condivisibile riportata nelmese di Giugno 2011 “Piccolo è bello”, unasecondo è quella riguardante i Dossi diRallentamento.Girovagando per l’Italia, mi sono reso contoche nella nostra città se ne fa un largo uso, avolte anche eccessivo,e mi viene spontaneochiedermi e chiedere se veramenteassolvono al loro scopo.L’art. 179 del Regolamento di attuazione delCodice prevede: Limite km/h 30 lunghezzaminima mt.1.20 ( non sono posti dei max inestensione) altezza max cm 7, visibili digiorno e di notte e con un angolo d’impattotale da non creare pericolo a biciclette, motoed ai mezzi di soccorso. Alla luce di questidati (codice della strada), a Cantu’ quanti c’ène sono di regolari? ( quasi nessuno)assolvono veramente il loro compito? oppure servono a creare rallentamentieccessivi alla viabilità vista la non consonaattuazione, con conseguenti code,inquinamento, danni ai mezzi che rispettanoil limite, oltre a concreto pericolo per biciclettee moto. Mi chiedo se sono solo io e pochialtri a vedere questa anomalia, i nostriamministratori comunali, visto che ilproblema viabiltà è uno dei loro crucci, diqueste cose non si sono mai accorti?I Vigili Urbani,che devono vigilare sull’Urbe,e che hanno dato l’autorizzazioneall’esecuzione dei manufatti alla fine hannocontrollato che l’esecuzione sia stata fatta anorma?Penso che con un poco di buona volontà eun’attaccamento al proprio lavoro,le cose sipossono migliorare.Cordiali saluti.

Gianni Pedersoli

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E e-mailpuoi inviare le tue proposte(disegni, filmati, foto, scritti, ...)alla posta elettronica del [email protected] spedire o consegnare le tueproposte all’indirizzo: Via EttoreBrambilla, 3 - 22063 Cantù

Lo scorso 9 gennaio il sindaco ha riunito,con un preavviso misurabile in ore e acavallo della festività della Befana laConsulta per l’economia e l’Osservatoriodel PGT.Nei fatti, ciò ha impedito anche ai piùvolenterosi di arrivare all’appuntamentoadeguatamente preparati tanto chequalcuno degli invitati ha avuto l’onestàintellettuale di ammetterlo; anziché fornirela documentazione (su CD)contestualmente alla nota diconvocazione, il sindaco s’è limitata adavvertire che è consultabile sul sito webdel comune. E tutti quelli che ci hannoprovato sanno quanto sia problematico, edispendioso in termini di tempo, scaricarei files.Per la cronaca, si sappia che, in nomedella massima trasparenza, l’avviso dellaconvocazione non è stato nemmenopubblicato e che l’ultimo aggiornamentodel sito comunale risale al 3 gennaio 2012.

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(segue dalla prima pagina)

Che cosa serve, secondo te, per fartornare a crescere la fiducia nellapolitica?Servono soprattutto persone in grado dimeritarsela la fiducia, capaci di trasmettereottimismo, credibili e concrete.L’ottimismo è dunque la soluzione deinostri problemi?Solo in parte. La fiducia si ottienedimostrando di possedere doti ecaratteristiche indispensabili perl’impegno politico come la competenza,l’esperienza, l’onestà; sono convinto cheoggigiorno il nostro Paese, così come lanostra città, siano pieni di risorse, di valorie di entusiasmo, che aspettano solo ditrovare un punto di riferimento certo ecredibile per potersi esprimere. Si badibene: unire questi fattori non significasommarli tra loro, ma aumentarne inmaniera esponenziale le potenzialità. Inaltri termini occorre riuscire ad aggregareattorno ad un progetto il maggior numerodi competenze possibile, provenientianche da percorsi ed esperienze diverse,per elaborarlo e svilupparlo al meglio inogni suo aspetto: l ’arcobaleno èmeraviglioso proprio grazie ai suoi diversicolori, se fosse monocromatico, forse nonsusciterebbe così tanto entusiasmo.A tal proposito, l’obiezione che ti è statamossa durante le scorse settimaneriguardanti l’assenza dei simboli di partitoè stata superata?I l 4 novembre mi sono presentato,sostenuto dal PD, come candidatoSindaco per la città; quella è statal’occasione per creare adesione attornoad un’idea di amministrazione, daelaborare e sviluppare in un comitatoaperto e composto da cittadini di diverseesperienze e provenienze. La proposta èstata rivolta sia alle singole persone chealle forze politiche ed è iniziato un percorsocomune orientato all’ascolto della città,all’elaborazione del programma e alladefinizione della campagna elettorale. E’chiaro che al momento opportunocompariranno anche i simboli di quei partitio liste civiche che hanno sostenuto earricchito questo progetto; il ComitatoElettorale è stato ed è aperto a tutti, senzaalcun pregiudizio: uniche credenzialirichieste sono la serietà e la voglia dipartecipare in maniera costruttiva.Lasciando da parte la retorica e la facileironia, tu voteresti per Antonio Pagani?Io credo che una persona per esserecredibile debba essere profondamentesincera e priva di retro pensieri, capacequindi di proporsi ma anche di accoglierecon grande disponibil ità. Le mieesperienze di vita e i valori con i quali sonocresciuto stanno alla base di questa miaconvinzione, senza per questo volermisopravvalutare. Ritengo che ogni personae ogni situazione presentino caratteristichetali da dover essere conosciute e studiateprima di trovare risposte adeguate: lostudio, la voglia di documentarmi,l’esercizio della fantasia, l’utilizzo dellecompetenze e delle esperienze sono glistrumenti su cui faccio levaquotidianamente. Più che basarmi sullemie capacità, peraltro, sono convinto chedebba essere mio compito convincere eaggregare persone che sappianoricondurre a fattore comune le loro abilitàe attitudini, meglio se più forti delle mie.Non serve, ne sono convinto, l’uomo forte,tuttologo e onnisciente, in grado dirisolvere tutto da solo; ogni società,compresa quella canturina, è ricca diqualità e talenti che devono essere coinvoltie valorizzati e questo è il mio principaleobiettivo polit ico. Votare per me nonsignifica soltanto credere e aver fiducia inciò che dico (e che si crede io possarealizzare), ma appoggiare un progetto disquadra, con l’obiettivo di attuare uncambiamento, profondo in alcuni settori,contraddistinto da equilibrio e saggezza:insomma un giusto cambiamento.

Simone Montorfano

Della serie come (continuare a) prendere in giro una citta’:la commissione del 9 Gennaio 2012

di Vitaliano Colombo

BURQANTU: SVELATA LAVERSIONE DEFINITIVA DEL PGT

al centro urbano ed alle stazioni ferroviarie,fermate e capolinea dei bus, tratte e oraridei bus, servizio di bike sharing), ma primadi tutto pare opportuno cercare di capirequale logica sia stata alla base di questiinterventi. Qual è l’intenzione che motivaun’amministrazione verso scelte ancheonerose?A voler trovare una soluzione ad unaproblematica così complessa si deve agireindubbiamente con interventi strutturali, maquesti non saranno mai efficienti quantopotrebbero se non accompagnati da uncambio culturale. Certamente le alternativeall ’automobile devono essereminimamente competitive, ma c’è bisognodi ricordarsi che si può essere indipendentida essa, che non è l’unico mezzo con ilquale spostarsi e che anzi può e devediventare l’ultima opzione. Questocomporterà, ad eccezione deglispostamenti minori, un tempo aggiuntivonel trasferimento. Vero. Come convincersiquindi a lasciare a casa l’auto? C’è un solomodo: avere un’abitudine virtuosasupportata da una rete di infrastrutturefunzionante.Ma le amministrazioni leghiste cosa hannofatto per incentivare una popolazionetroppo legata all’abitudine dell’auto ad unpercorso culturale nuovo e necessario?Questo lavoro non è né facile né breve, mase si vuole impiantare un sistema dimobilità ecocompatibile, o semplicementevivibile, c’è bisogno di una motivazione forteda parte di chi amministra. C’è stata questamotivazione?La risposta è visibile dal numero di autoogni 1000 abitanti tutti compresi, anche ibambini e i non patentati: 636.

Lì dentro, come annunciato dal sindacostesso, si dovrebbero rinvenire tutte lemodifiche apportate al PGT, protocollatedagli urbanisti lo scorso 19 dicembre2011, prot. 38361 e 38864. Tuttavia, ad unascrupolosa, seppur difficoltosa, verifica siscopre che non tutti gli atti sono statiemendati, e che quindi permangonocontrasti non tollerabili.Di più: l’amministrazione ha dimenticatodi pubblicare le proposte dicontrodeduzione (nota datata 5 dicembre2011, prot. 36850 firmata dai dirigenticomunali ing. Iorio e arch. Pozzi) alleosservazioni pervenute nell’ambito dellaconferenza VAS dello scorso 17 ottobre.Quelle sono indispensabili per capire sele modifiche delle ultime settimane sianocoerenti con i rilievi mossi, ad esempiodalla Provincia. Inoltre, manca unarelazione conclusiva che spieghisinteticamente le ultime modificheapportate al PGT, così da agevolare la

comprensione dei documenti anche ainon addetti ai lavori. Ovvero allastragrande maggioranza dei cittadini.In altre parole, l’invito (frettoloso) apartecipare alla riunione del 9 gennaio èparagonabile ad un invito a pranzo con ilquale il padrone di casa decide il menu,ma costringe gli ospiti a portare lepietanze e, se vorranno mangiarecomodi, a cercare le vettovaglie e le sedie,da qualche parte giù in cantina.Stando all’ultima convocazione dellaConsulta per l’economia, risalente algiugno 2010 e alla composizionedell’Osservatorio avrebbero dovutoessere presenti 43 esperti (30 dellaConsulta e 14 dell’Osservatorio - i lsindaco conta doppio perché presiedeentrambi gli organismi). In realtà attornoal tavolo se ne contavano 17, un po’ pochiper dire che quel consesso erarappresentativo di tutte le realtà socialied economiche.Per altro, dopo le scontate e reciprochesviolinature autoreferenziali non c’è statoalcun dibattito, ma semplicementeciascuno dei presenti s’è augurato che ilPGT tenga conto delle esigenze di tuteladegli interessi delle associazionisingolarmente rappresentate.Non resta, allora, che attendere che lamateria approdi in commissioneurbanistica augurandoci che lì dentro lequestioni vengano sviscerate una peruna, e che i consiglieri comunali faccianosentire la loro voce. Forte e decisa. E cheil burqa che ancora copre il PGT vengadefinitivamente strappato..

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UNA DOMANDA DI FONDO

Molti anni fa in una conferenza unostudioso liberale chiese al pubblico:chi difende la Costituzione o, sepreferite, chi difende la democrazia?Le risposte che furono date, ilgoverno, il parlamento, i carabinieri,erano tutte sbagliate, perché facevanoriferimento a istituti che sonoall’interno di una costituzione. Luidiede la risposta vera, quellaclassica: “il popolo in armi”, cosaovvia visto che il potere è del popoloche lo delega ad altri nelle formedella costituzione che lo stessopopolo ha stabilito.Perché questo discorso? Per i datidella 14a inchiesta di Demos-Repubblica sull’atteggiamento degliitaliani. Quasi tutte le istituzioni hannoperso punti, dalle forze dell’ordine alPresidente della Repubblica allaChiesa cattolica. Tre solimiglioramenti: la scuola, il Comune,la CGIL. Ma il problema non è qui: leforze dell’ordine hanno la fiducia del72% della popolazione e il PresidenteNapolitano raggiunge un buon 65%, ilche, con i tempi che corrono, non èpoco. Il fatto è che il Parlamento ha lafiducia del 6,9% dei cittadini (-4,5%) ei partiti del 3,9% (-3,8). La situazioneeconomica è grave, ma quella“politica” non lo è da meno.Riformulo la domanda; se ce nefosse bisogno, chi difenderà questosistema democratico e laCostituzione repubblicana nata dallaResistenza?

*di Maurizio Migliori

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In questo periodo si ripete come ognigennaio il rito delle iscrizioni alle scuole.Ormai da anni siamo abituati e stiamoabituando i genitori a situazioni di grandeconfusione: le scuole non sanno darecertezze, né sugli orari di attività chepotranno avere il prossimo anno, né sulnumero dei docenti che saranno al loroposto da settembre, né sull ’offertaeducativa.I dirigenti si affannano a trovare delle paroleche siano attraenti ma non impegnative,per spiegare ai genitori che devonoiscrivere i propri figli a un nuovo ordine discuola che cosa li aspetta. Infatti lorostessi, i dirigenti degli istituti, non hannocertezze da proporre: potranno manteneregli orari? Le poche compresenze cherimangono si potranno ancora fare? Leclassi da quanti bambini sarannocomposte? (Se ascoltiamo la legge sullasicurezza da pochi bambini, se ascoltiamoil Ministero da tantissimi.)I genitori, molto più attenti e preparati diuna volta, girano in pellegrinaggio gli open-day e le assemblee, cercando di capirciqualcosa e di poter così iniziare aorganizzare i propri impegni lavorativi.Non stupisce certo che un buon gruppo diquesti genitori finisca per decidere diaffrontare la spesa di una scuola privata(anche in questi tempi di crisi) pur di avereun po’ di certezza e di stabilità.In questa situazione le scuole combattonocontro tagli e difficoltà finanziarie permantenere alto il loro livello di qualità (chepure viene riconosciuta e riconfermata,

Straniera. Immigrata è quello chetecnicamente sono, che ho scelto diessere nella splendida capitale spagnolache mi ha accolta. Ma qui, straniera nonmi sono mai sentita. Madrid è un grovigliodi razze e di culture, di cui gli italianirappresentiamo una percentualeimportante, che convivono naturalmente.Ed è grazie a questa capacitá di aperturadella città agli stranieri che noi, immigranti,siamo perfettamente integrati nella culturae società spagnola. Adattarsi ai costumidella capitale è facile, soprattutto quandoti senti cittadino. Accedere alla sanitàgratuitamente, agli aiuti statali concessi aigiovani in affitto e avere diritto di voto alleelezioni municipali, non ha prezzo.La predisposizione di uno spagnolo asocializzare è a dir poco sconcertante. Ilclima certamente aiuta, (più calorosorispetto alla fredda Milano), la calma cheavvolge i ritmi non troppo frenetici di questacittá, la lingua cosí ritmata e melodiosa.Ma fatto sta che l’ospitalità e la gentilezzadegli abitanti, chiassosi e sempredisponibili a pasar un buen rato, è degnadi nota.Uno dei soprannomi dato ai madrileños èquello di gatos, (gatti), perché Madrid è laciudad que nunca duerme, (la città che nondorme mai). Nonostante la forte crisi chesta colpendo il paese, la gente non haperso l’abitudine di riempire bar e locali e

Secondo le Camere di Commercio il Pillombardo del 2012 sarà migliore di quelloitaliano: un bel – 0,3% rispetto al –0,5%italiano. Una prospettiva certamente pocoincoraggiante. I risultati economicilombardi dell’ultimo trimestre del 2011sono già crit ici con una significativacontrazione della marginale ripresaregistrata nel primo semestre e inparticolare nella Provincia di Como, dovela produzione industriale è oltre 10 puntipercentuali in meno di quella del 2005. Ilsettore legno arredo segna una variazioneappena positiva nell’ultimo periodo rispettoal 2010, ma la produzione del settoreartigianale è negativa.A fine anno il saldo delle imprese inprovincia di Como, cioè la differenza traquelle nuove e quelle cessate, è negativa:aumentano solo le ditte artigianali,probabile indicazione che con l’acuirsi deiproblemi occupazionali aprire una partitaiva è diventata una soluzione: dafalegname in qualche azienda in crisi sidiventa per esempio montatore di mobiliin attesa di una telefonata per lavorare. Ladisoccupazione è diventata ormai un serioproblema anche nella ricca Brianza conun pieno 5%, ma con oltre il 20% deigiovani tra i18 e 24 anni disoccupati.Anche a Cantù la crisi si sente, ma in questitre anni l ’Amministrazione comunale,nonostante le sollecitazioni da più parti tracui Vittorio Spinelli consigliere comunaledel Partito Democratico, non ha maiconvocato la Consulta dell ’Economia,organismo composto da consigliericomunali e dai rappresentanti delleassociazioni delle imprese, dai sindacatie dal sistema bancario e istituito con il

Il Comune è immobile davanti alle richieste degli Istitutiscolastici, sempre più in affanno con i tagli statali

di Beatrice Bernasconi

SCUOLA INCERTA

di Marta Bernasconi

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La Sindachessa Sala non ha mai convocato la Consultadell’Economia in questi anni di crisi economica

di Giovanni Bergna

CONSULTA A COMANDO

compito di studio dei problemidell’economia locale, di programmazionee di coordinamento delle attivitàeconomiche, di valutazione degli strumentiurbanistici. La Consulta non è statanemmeno convocata durante la vicendadel CLAC che ha portato alla sualiquidazione, e nemmeno sulle questionidella viabilità che si sono ripetute in questianni. Solo il 4 Gennaio la SindachessaSala ha convocato in tutta fretta la Consultaper acquisire i l parere delle partieconomiche sul Piano di Governo delTerritorio e procedere così alla suaapprovazione. Ancora più singolare apparequesta convocazione dopo la delibera del23 Dicembre che ha individuato come partisociali ed economiche per la richiesta diparere sul PGT solo Confindustria,Camera di Commercio, Coldiretti, CFP eConfartigianato, dimenticandosi, nonsappiamo se volutamente, di molte altrecome Confcommercio, CNA, API, Sindacati.Quello della Sindachessa Sala apparesempre più come uno sti le diamministrazione in cui partecipazione edemocrazia sono solo funzionali alleproprie esigenze e in cui si preferiscescegliere i propri interlocutori senzaconfrontarsi in modo trasparente con tuttele rappresentanze.Mancano pochi mesi alle elezioni,speriamo che i canturini, imprenditoricompresi, comprendano che è necessarioporre fine a questa amministrazione peruna nuova che, come sostiene AntonioPagani candidato del Pd, sappia fare dellatrasparenza e della partecipazione ilcardine per amministrare la Cantù delfuturo.

si riversa nelle strade giorno e notte. A unacañita (birretta) con tapa al bar con gli amicinon si rinuncia. Madrid è la città ideale pergli amanti della vita: offre una quantità disvaghi, bar e ristoranti a cui è difficileresistere.Negli ultimi due anni la capitale ha vistotriplicarsi il numero dei “sin techos” (senzatetto), così come quello dei disoccupati. Il15 di maggio è la data che segna l’iniziodelle manifestazioni degli “Indignados”. Laprotesta spagnola ha dato il via a una seriedi rivendicazioni in tutta Europa ma, atutt’oggi, rimane sicuramente la piúrappresentativa e duratura (6 mesi circa).La manifestazione è nata dal movimento“Democracia Real ya” che è partito dal webconquistando las calles españolas. Unaprotesta apolítica, apartitica e non violenta,in cui non è stato permesso di schierarsinemmeno ai sindacati, ormai strumenti alservicio dei partit i. Se ripenso alleesperienze italiane è qualcosa diassolutamente nuovo. Le parole“apolítica”, “non violenta” e“manifestazione” non possono riunirsinella stessa piazza.Il 15M è stato segnato dalla eterogeneitàdel grupo di persone che vi hanno aderito,unite contro il sistema che ha permessola crisi finanziaria indipendentementedall’età, estrazione sociale, appartenenzapolítica o religiosa. Soprattutto durante iprimi giorni di manifestazione, non c’era

da meravigliarsi nel vedere donne, uomini,bambini, giovani e anziani, con e senzalavoro seduti insieme nella grande Plazadel Sol. La protesta ha resistito per mesi,organizzata con la massima efficienza daitanti volontari, nonostante il caldo e larepressione esercitata, in qualche caso,dalla polizia.Il movimiento ha dato una scossa notevolealla política e all’agenda mediatica. Lospazio dei giornali, i servizi dei tg e delleradio dedicati ai politici alle prese con leelezioni amministrative di giugno, sonostati accaparrati dagli “Indignados” che simostravano sempre più indifferenti elontani dalla scena istituzionale.Grazie a questa rivoluzione i media hannofinalmente ricominciato a raccontare ladiff icile realtà dei disoccupati, lemotivazioni di una generazione con grandiproblemi e stanca dei giochi della política,lontana dai meetings, dai sorrisi e favorielargiti in campagna elettorale.Quest’evento, che forse ha riscossopiccole vincite nell’inmediato, ha ridato allasocietà spagnola una coscienza comepopolo dei diritti e doveri verso se stessae il proprio futuro.L’Italia è ancora alle prese con una rete dicorruzione che ormai arriva agli estremipiú impensabili. Ci siamo dentro quasitutti, in un modo o nell’altro, ed è per questoche nessuno è davvero disposto a direbasta. Non è sufficiente cambiare ungoverno per migliorare le sorti di unanazione: é necesario recuperare un’eticae una coscienza di popolo e di benecomune che in Italia, purtroppo, stiamoperdendo.

come mostra il risultato di una indaginesulla fiducia degli italiani nelle istituzioni incui la scuola è tra le poche che aumenta ilproprio indice di gradimento). Spesso laconseguenza è che gli Istituti si rivolgonosempre più spesso all’Ente Locale perchiedere i servizi e le risorse necessari amantenere l’offerta che veniva garantita glianni scorsi. Tuttavia anche il Comune nonsembra in grado di fare molto e davverosarà necessario un cambiamento dimaggioranza per immettere nuove idee enuove energie in una gestione che ormaisi ripete stancamente e faticosamentebilancio dopo bilancio. Il Comune sidimostra immobile nel suo approccio allequestioni della scuola; utilizza tutte le suerisorse per cercare di mantenere quantogià fatto gli anni scorsi, e questo è giàpositivo, ma lentamente si vede costretto adiminuire le cifre messe a disposizione.Quello che manca è un indirizzo, unasensibilità e una lucidità politiche cherimettano in gioco idee ed energie, percercare nuove risorse e risposte aiproblemi.E’ certamente vero che i soldi sono pochi,ma è anche vero che avere come unicaprospettiva una lenta erosione di quello chesi fa (e si faceva già uguale dieci anni fa),senza investire in progetti nuovi, non potràche portarci presto al fallimento.Un motivo di più per augurarci che cambila gestione della amministrazione e che lanuova giunta porti anche su questo temamaggiore entusiasmo e una diversasensibilità.

UNA CANTURINA A MADRID

PARLAMENTARI

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2011

RCome uomo pubblico canturino LucianoAcquarone fa la prima comparsa nel 1997quando partecipa alla competizione elettoralecontro Edgardo Arosio e Umberto Cappelletti.Sulla carta non dovrebbe essere favorito:eppure, anche se non è nato a Cantù riesce adarrivare al ballottaggio e a contendere in manieraonorevole la carica di primo cittadino alconcorrente leghista Arosio.Ciò che però lasciava più sorpresi i cronisti delconsiglio comunale era la tenacia con cuiAcquarone si batteva durante le sedute di piazzaMarconi o nelle commissioni. Portò nelle aule delPalazzo canturino la sua grande esperienza dimanager e di amministratore di grandi società,condotta lungo un quarantennio di attivitàprofessionale.Uno stile impeccabile, da gran signore, che gliconsentiva di trasformare l’analisi dei bilanci edelle delibere in spaccati di vita cittadina. Non èdote comune quella di trovare nei mille arzigogolidi un linguaggio spesso ampolloso e complesso,che non fu mai il suo, gli aspetti più reconditi delcollegamento con la vita, quella di tutti i giorni,che non attinge tanto alla retorica, ma allaconcretezza delle questioni.Ricordo tra i tanti un intervento di Acquarone suun aspetto concreto della politica dei trasporti,che trovava ascendenza nella sua esperienzadi dirigente d’azienda in quel di Casalecchio diReno (Bologna). Esisteva una ferrovia in crisi,

egiùurLUCIANO ACQUARONE

TL’ARTE ARTIGIANALE:ESPERIENZA DI TEATROCANTURINOUn gruppo di ATTORI AMATORIALI: ecco comesi definiscono i membri della compagnia teatrale“I poco stabili”.Si tratta di una associazione culturale nataufficialmente nel 2004, ma attiva già dalla metàdegli anni ’90 quando, raccogliendo l’eredità dellavecchia compagnia teatrale di Fecchio, mise inscena all’oratorio San Carlo la commediadialettale di Roberto Zago “Al Gigi ghe campanai peè”.Era il 1996, anno di debutto dei “Poco stabili”, iquali seguirono le orme dei loro predecessorinel solco delle commedie brillanti e scanzonate,rigorosamente in dialetto. Una scelta ben precisa,dettata non solo dalla volontà di continuare unatradizione, ma anche dalla convinzione che l’usodella lingua dialettale fosse estremamenteefficace per entrare immediatamente in sintoniacon il pubblico.Si tratta quindi di una forma teatrale di evasionee di intrattenimento, volta a regalare sorrisi edivertimento al pubblico, senza però scaderenella volgarità.“Può capitare -spiegano il regista EmanueleZappa insieme a Doretta Frigerio e AlfredoCasinghino (nucleo storico della compagnia)- chesi consideri la commedia dialettale come unospettacolo scombinato e approssimativo, in cuila scurrilità sia l’ingrediente preferito per farsorridere la gente, ma questo non rientra nelnostro stile. Il teatro, per come lo intendiamo noi,

è espressione, uno sfogo, una passione, chepuò fungere da aggregatore arricchendo ognunodi noi: ecco perché riteniamo che siafondamentale avere rispetto per chi viene adassistere ai nostri spettacoli e la maniera miglioreper dimostrarlo pensiamo sia quella di mettere inscena delle rappresentazioni curate e ragionate,costruite attorno ad una morale e prive divolgarità. Non serve la parolaccia per far ridereil pubblico, ma l’abilità e l’acume nel costruirescene paradossali o nel creare macchiette cherichiamino alla mente personaggi o situazioniconosciute”.Ad oggi la compagnia de “I poco stabili” annoveraal suo interno circa diciotto membri, ognuno convarie mansioni (come si confà a questo tipo diassociazioni, in cui ognuno moltiplica il suoimpegno e le sue forze in vari settori) ed è allaricerca di nuove persone che vogliano cimentarsiin questa straordinaria dimensione.Il sogno è quello di riuscire ad organizzare anchea Cantù una rassegna teatrale per compagnielocali, riprendendo il modello di Rebbio che tantosuccesso ha riscosso e continua a riscuotere;nel frattempo, per il 2012, è in cantiere un nuovospettacolo incentrato sul tema della famiglia edei pregiudizi che vi ruotano attorno, il tuttotrattato sempre con intelligenza ed ironia.Se siete interessati e volete saperne di più visitateil sito www.ipocostabili.com.

Simone MontorfanoProprietario testata ed editoreASSOCIAZIONE CULTURALE CANTU’ OGGIVia Ettore Brambilla, 3 - 22063 Cantù

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MeeeeementomentomentomentomentoGIANPIERO VICINI

RockockockockockL’ARTE DELLA COVER

Un gentiluomo di altri tempi, di grande cultura esquisita educazione. Un signore, non soltanto neltratto, ma in tutti i comportamenti della sua vita. Sen’è andato con lo stesso garbo che l’avevacontraddistinto nei suoi 81 anni, Giampiero Vicini.Un’esistenza incredibile, impegnatissima, in decinedi campi diversi che non basterebbe un libro adescriverle, con una passione inesauribile per lapolitica, che lo aveva portato a ricoprire incarichi ipiù disparati, sempre con spirito di servizio, comeda volontario della Festa dell’Unità: dal consigliodell’Ordine degli Ingegneri, al consiglio comunale diCantù all’Acsm, dal nostro Ospedale di Circolo adassessore al Comune di Cernobbio, all’impegnonella Pro loco di Alserio. Per chi scrive è statoanzitutto un grande amico e maestro in queldecennio in cui abbiamo condiviso l’impegno politiconella federazione comunista di Como, ancheinsieme con l’amatissimo figlio Nicola e la compiantamoglie Maria Teresa, mitica segretaria delleelementari di via De Gasperi. Partecipiamo al doloredi chi ne ha ereditato la profonda intelligenza,rettitudine e carica umana. (Giancarlo Montorfano)

la Porrettana, che collegava la città capoluogocon Porretta Terme. Si è deciso di introdurre degliorari “cadenzati”, uno all’ora, con la stessacadenza. A quel punto, ciò che era destinato adiventare inesorabilmente un ramo secco dellaRete ferroviaria italiana ebbe una decisa ripresae divenne una linea frequentata, anzitutto da chiaveva più bisogno di servirsene, studenti ependolari. Allora, perché non provare a rilanciarein questo modo anche la ferrovia Como-Molteno-Lecco.Di fatto un esperimento di questo tipo si è giàintrodotto con la ferrovia Lecco-Molteno-Monza,via Besana Brianza, che è stata dotata di oraricadenzati e prolungata fino a Sesto SanGiovanni, in maniera da prolungare il percorsofino alla prima linea della metropolitana milanese.Questo interesse di Acqurone per un problemaconcreto del trasporto locale e regionale loqualificava come un serio e non faziosoamministratore. Lucido a denunciare poi il semprepiù massiccio uso e consumo del nostro territorio,che non è un bene inesauribile, ma soggetto adessere ferito e a perdere progressivamented’identità, soprattutto culturale. Decisonell’impegnarsi, in consiglio comunale per lacreazione del parco regionale della Brianzacomasca ( cioè il completamento della “striasciaverde” da Milano a Como, tra Parco delle Groanee Spina Verde, naufragato in Regione prl’opposizione di due dei Comuni interessati, Cantùe Carimate ).Eccolo quindi, recentemente a denunciare, inprima linea, i pericoli dell’irresponsabile e folleprogetto di una autostrada faraonica nell’àmbitodel territorio del Parco della nostra brughiera.Che dire poi dell’associazione “Auser Canturium”trasformata da Acquarone in un sodalizioesemplare, non soltanto di sostegno edassistenza alla Terza Età, ma anche in una verae propria associazione culturale di prim’ordine,l’Uniauser, che si occupa anche delle attivitàsportive e ricreative delle così dette “personeanziane”.Un sodalizio che ha rilanciato il valoredell’impegno degli anziani a una vita associataricca di stimoli e di esperienze e che attende daparte delle istituzioni ben altro tipo diriconoscimenti.E vorrei infine sottolineare il valore anche delleproposte culturali delle gite. Per me rimaneindelebile il ricordo di quella organizzata aFondotoce a rendere omaggio alle vittime dellaResistenza in quella regione: Luciano Acquaronec’era, anche per ricordare il fratello morto nellaguerra di Liberazione in Liguria: oltre alle difficoltàdella sua vita giovanile nella sua città natale,Imperia, anzi meglio, Porto Maurizio, dove è natonel 1928. Diificoltà legate anche alla prematurascomparsa del padre, nella Ritirata di Russia del1943. (Giancarlo Montorfano)

Merry Christmas, I don’t want to fight tonight nonè una canzone di Natale come tutte le altre.Pubblicata nel 1987 come B-side del singolo IWanna Live, è stata scritta dai Ramones, la storicapunk band capitanata da Joey Ramones. Unacanzone di Natale punk, tirata, grezza, istintiva,lontana dalle banalità sdolcinate e dalle rassicurantimielosità di certi altri brani natalizi di cantanticontemporanei, anche se non mancano deiriferimenti teneri al Natale (“Tutti i bambini sonoinfilati nei loro letti/con delle fate zuccherose chedanzano nelle loro teste”). Questo bellissimo branoè diventato, nell’ultimo periodo, importante per lascena musicale canturina. Nel mese di dicembre,infatti, è stato pubblicato un video su You Tube nelquale è possibile ascoltare i principali gruppimusicali del Canturino alternarsi davanti almicrofono della sala di registrazione e cantare lahit natalizia dei Ramones, un verso per ciascunaband, facendo così vedere, in due minuti e mezzo,quanto è viva la nostra scena musicale. E in unattimo il video ha fatto il giro del web. Di certo imusicisti canturini non sono i primi a cimentarsicon l’esecuzione e l’ interpretazione di un branoreso famoso da un altro artista. La così detta“cover”, così si chiama una canzoneprecedentemente pubblicata e poi eseguita daqualcuno che non ne è l’interprete originale, haorigini antiche, e il suo successo va di pari passocon lo sviluppo dell’industria discografica. Neglianni Venti e Trenta la cover era molto diffusa, dalmomento che i discografici accordavano maggioreattenzione alla canzone più che all’interprete. Laprassi era far eseguire lo stesso brano da cantantidiversi, proprio perché era importante il pezzomusicale, chi lo cantava passava in secondo piano.Le cose cambiarono sensibilmente negli anniCinquanta, quando, grazie anche ai primiapparecchi televisivi, le rock star cominciarono adessere riconoscibili e diventarono famose. Ilfenomeno del divismo non era più appannaggioesclusivo dei divi di Hollywood, adesso riguardavaanche i musicisti, basti pensare a Elvis Presley o a

Buddy Holly. Fu allora che avvenne il sorpasso:l’interprete sembrò diventare più importante dellacanzone. Fu così che alcuni brani, soprattutto digenere blues, scritti da autori neri e proprio perquesto motivo raramente trasmessi dalle radio,vennero riadattati e fatti interpretare da rock starbianche, trovando immediato successo. Il periodod’oro della cover furono senza dubbio gli anniSessanta. Potrebbe sembrare strano, ma in questoperiodo molte canzoni italiane vennero rifatte daartisti stranieri di grande prestigio. Lo stesso ElvisPresley, nel 1965, insieme alla stella del countryDusty Springfield, eseguì il brano di Pino DonaggioIo che non vivo (senza te). La stella dello yeye, lafrancesina Françoise Hardy, interpretò diversi braniitaliani, tra cui Ci sono cose più grandi, scritta daEdoardo Vianello e cantata da Tony Renis, Ilragazzo della via Gluck di Adriano Celentano e lameravigliosa Se telefonando, scritta da EnnioMorricone su un testo di Maurizio Costanzo, ecantata dalla grandissima Mina. Ovviamente nonmancarono interpreti italiani che rifecero grandisuccessi inglesi e americani, come avvenne adesempio con gruppi come I Corvi e i Dik Dik. Negliultimi anni vengono fatte cover sia di branicontemporanei ma soprattutto di brani retro,riproposti in veste moderna, che hanno fatto lafortuna di alcuni artisti nostrani come ad esempioNina Zilli, diventata famosa con L’amore verrà,cover del brano delle Supremes Can’t Hurry Lovedel 1966. Insomma, la pratica di coverizzare brani,antichi o contemporanei, è ormai diventata unapratica comune in musica, con risultati più o menoriusciti. E a volte capita anche che una canzone diNatale, scritta negli anni Ottanta da una punk rockband newyorchese, se cantata a Cantù nel 2011,possa assumere un significato nuovo e unico.

AssociazioniUNIAUSER: I NUOVI CORSIInformatica 2° Livello - Inizio 7 febbraio martedì“Computer! Sei mio!”Docente: Michele SuozzoMedicina – Inizio 8 febbraio mercoledì“Metabolismo: trasformare per vivere”Docente: Sergio CasatiInformatica 1° Livello – Inizio 13 febbraio lunedì“Computer? E’ facile!”Docente: Sergio ManninoLetteratura – Inizio 16 febbraio giovedì“Chi era lo scrittore della Comedia? Danteintellettuale impegnato”Docente: Silvia BocchioTeatro – Inizio 29 febbraio mercoledì“Pomeriggi culturali al Piccolo Teatro diMilano” - “Cercando Picasso” 29 febbraio -“I Rusteghi” 2 maggio “Filosofia – Inizio 13 marzo martedì“Sulle tracce del mito”Docente: Mario Porro

Informazioni, prenotazioni e iscrizioni:Auser Insieme Canturium onlus, Via EttoreBrambilla, 3 Cantù - Tel. 031 3515003 Fax 031

7090506 dalle 9.30 alle 12 nei giorni ferialie-mail : [email protected]

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