Anno scolastico 2004-05 N. 1 Scìne - icsarsoli.it · Cagliari, A. Bernardini con la laurea Il...

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per me fanno schifo! Sono giganteschi e hanno delle lenti colorate. Parlano anche in un modo strano che io non capisco. La sera vanno a Roma alla “Mucca assassina”, che è una discoteca, e forse an- che lì vedono come si vesto- no gli altri ragazzi o ragazze e allora li ricopiano. Le ragazze si mettono i jeans a vita bassa e si fan- no vedere l’ombelico e cal- zano stivali tutti strani e si truccano in un modo strano. Si mettono tutti brillantini in faccia, il rimmel, l’ombretto e il rossetto per farsi più belle. Anche i ragazzi si mettono i profumi e quando ti passa- no vicino ti intossicano. VITTORIA INNOCENZI I ragazzi e le ragazze di Rovia- no si vestono tutti strani. Porta- no i pantaloni, specialmente i jeans, tutti calati e con catene attaccate e il cavallo che gli arriva fino alle ginocchia. Poi non solo come si vestono, ma anche il modo di come si mettono i capelli è strano! Si mettono un kg di gel e se li fanno tutti dritti. Noi e il maestro Artemio abbia- mo discusso sul perché i giova- ni di oggi si vestono così. Secondo noi per fare i fanatici o per fare colpo sulle ragazze o sui ragazzi. Alcuni o quasi tutti, special- mente i ragazzi, hanno preso la moda di vestirsi di rosa. Un giorno stavo andando al “Boschetto” con Giulia e ho visto certi ragazzi con i polsini, le cinte, le magliette rosa con sopra un coniglietto bianco. Forse si vestono così perché hanno visto questa moda, come dicono Paolo e Daniele, dalla play station, oppure dalla televisione o copiano i cantanti. Si mettono le scarpe slacciate con i lacci, per esempio, uno arancione e l’altro giallo e gli orecchini tutti in fila sulle orec- chie. Portano certi occhiali che Questi siamo noi il giorno prima delle vacan- ze di Natale. Sotto l’albero, come ogni anno, avevamo i regalini che poi ci siamo scambia- ti. Da sinistra, in piedi: Michelle, Alessandra Q., Alessandra B., Sara, Vittoria, Aurora; da sinistra, seduti: Emilio, Paolo, Gian Marco, Daniele, Claudia, Giulia B., Giulia F. Con noi c’è il maestro Artemio. I ragazzi di Roviano (Vittoria) I GIOVANI ROVIANESI UNDER 18 Un bel tema ! I bambini, si sa, sono per natura (e per fortuna) curiosi. A questa età, poi, la scuola deve aiu- tarli a crescere e non potrà mai farlo bene se benda i loro occhi vivaci spalancati sul mon- do. Tanto più se si tratta del loro mi- crocosmo e dei ragazzi con i quali si identificano. Gli adolescenti, poi, offrono all’adulto uno specchio non sempre gradevole che rimanda alla propria adolescen- za e alle potenziali- non realizza- te” (1). Una questio- ne che non si rie- sce adeguatamen- te ad affrontare e che sempre di più mette in crisi inse- gnanti e genitori. Proviamo, allora, a leggere questo “mondo” con gli occhi dei bambini. Il maestro SOMMARIO: I giovani rovianesi P. 1 I giovani si difendono P. 2 Ci divertiamo così P. 2 Parlare da giovani P. 3 I Progetti del P.O.F. P. 3 Al museo di Roviano P. 4 Laurea a Bernardini P. 4 L a n o s t r a c l a s s e G I O R N A L I N O D E L L A I I I C L A S S E P R I M A R I A D I R O V I A N O ( R M ) Scìne N. 1 Anno scolastico 2004-05

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per me fanno schifo! Sono giganteschi e hanno delle lenti colorate.

Parlano anche in un modo strano che io non capisco.

La sera vanno a Roma alla “Mucca assassina”, che è una discoteca, e forse an-che lì vedono come si vesto-no gli altri ragazzi o ragazze e allora li ricopiano.

Le ragazze si mettono i jeans a vita bassa e si fan-no vedere l’ombelico e cal-zano stivali tutti strani e si truccano in un modo strano.

Si mettono tutti brillantini in faccia, il rimmel, l’ombretto e il rossetto per farsi più belle.

Anche i ragazzi si mettono i profumi e quando ti passa-no vicino ti intossicano.

VITTORIA INNOCENZI

I ragazzi e le ragazze di Rovia-no si vestono tutti strani. Porta-no i pantaloni, specialmente i jeans, tutti calati e con catene attaccate e il cavallo che gli arriva fino alle ginocchia.

Poi non solo come si vestono, ma anche il modo di come si mettono i capelli è strano!

Si mettono un kg di gel e se li fanno tutti dritti.

Noi e il maestro Artemio abbia-mo discusso sul perché i giova-ni di oggi si vestono così.

Secondo noi per fare i fanatici o per fare colpo sulle ragazze o sui ragazzi.

Alcuni o quasi tutti, special-mente i ragazzi, hanno preso la moda di vestirsi di rosa.

Un giorno stavo andando al “Boschetto” con Giulia e ho visto certi ragazzi con i polsini, le cinte, le magliette rosa con sopra un coniglietto bianco.

Forse si vestono così perché hanno visto questa moda, come dicono Paolo e Daniele, dalla play station, oppure dalla televisione o copiano i cantanti. Si mettono le scarpe slacciate con i lacci, per esempio, uno arancione e l’altro giallo e gli orecchini tutti in fila sulle orec-chie. Portano certi occhiali che

Questi siamo noi il giorno prima delle vacan-ze di Natale. Sotto l’albero, come ogni anno, avevamo i regalini che poi ci siamo scambia-ti. Da sinistra, in piedi: Michelle, Alessandra Q., Alessandra B., Sara, Vittoria, Aurora; da sinistra, seduti: Emilio, Paolo, Gian Marco, Daniele, Claudia, Giulia B., Giulia F. Con noi c’è il maestro Artemio.

I ragazzi di Roviano (Vittoria)

I G I O V A N I R O V I A N E S I

U N D E R 1 8 Un bel tema !

I bambini, si sa, sono per natura (e per fortuna) curiosi. A questa età, poi, la scuola deve aiu-tarli a crescere e non potrà mai farlo bene se benda i loro occhi vivaci spalancati sul mon-do. Tanto più se si tratta del loro mi-crocosmo e dei ragazzi con i quali si identificano.

Gli adolescenti, poi, “offrono all’adulto uno specchio non sempre gradevole che rimanda alla propria adolescen-za e alle potenziali-tà non realizza-te” (1). Una questio-ne che non si rie-sce adeguatamen-te ad affrontare e che sempre di più mette in crisi inse-gnanti e genitori.

Proviamo, allora, a leggere questo “mondo” con gli occhi dei bambini.

Il maestro

S O M M A R I O :

I giovani rovianesi P. 1

I giovani si difendono P. 2

Ci divertiamo così P. 2

Parlare da giovani P. 3

I Progetti del P.O.F. P. 3

Al museo di Roviano P. 4

Laurea a Bernardini P. 4

L a n o s t r a c l a s s e

G I O R N A L I N O D E L L A I I I C L A S S E P R I M A R I A

D I R O V I A N O ( R M )

Scìne N. 1 Anno scolastico 2004-05

Ho intervistato Elisa (16 anni) e Ramona (13 anni). Ecco che cosa mi hanno rispo-sto. “I giovani si vesto-no in modo strano per seguire la moda, an-che se alcune volte questo è strano per la gente più grande. Non sono fanatici, vanno in discoteca perché gli piace la musica. Noi giovani utilizziamo la moda perché ci piace e non imponiamo alla

gente più grande di utilizzarla. Le persone che si fanno “le canne” sono stupide. Quando sei giovane fai tutto quello che vuoi, quan-do non sei più giovane non ti puoi permettere di fare quello che face-vi un tempo”. EMILIO ALEANDRI

***

Io ho parlato con mia sorella Marta (17 an-ni). Mi ha detto che “ i giovani si fanno i ca-

pelli in questo modo perché non gli piaccio-no quelli naturali”. Lo stesso per le magliette rosa. Mi ha detto che si veste “alla moda“ e che “mi piace quello che compro”. Secondo lei i ragazzi di Roviano vanno alle discoteche “Mucca assassina” e “Energie” per divertirsi. Dice pure che “qualche volta la moda è troppo e va oltre ogni limite”. DANIELE CIUCCI

sullo tsunami, sulle feste, le cose in inglese, i proverbi, le foto loro. Questo giornalino mi è piaciuto perché ci sono tante notizie sulle cose che fanno a scuola.

GIULIA BARTOLETTI

I bambini di Marano ci han-no mandato il loro giornalino “Il colombo viaggiatore”. Ci stanno notizie di tanti paesi; si parla dell’olio e anche del frantoio di Brunetto a Rovia-no. Io l’ho visto come girava. Ci stanno articoli sulla neve,

diversi e ti piace”. Alla do-manda sulla moda di andare in discoteca a Roma, ci ha risposto: “Nelle discoteche incontrano molte persone che si divertono e lanciano mode. Ogni moda è legata a un tipo di musica e vediamo modelli strani che ci consi-gliano di vestirci in un certo modo. E’ per questo che ci vestiamo così, per divertirci e per essere diversi dagli altri. Nelle discoteche i ragazzi non ci vanno sempre, solo quando vogliono passare una serata diversa e per divertirsi e ballare”. Sulle scarpe in disordine ci ha

detto: “Sembrerà sciocco dire che le scarpe allacciate sono brutte, ma è così perché con le scarpe slacciate si sta più comodi”. Su quello che pensa-no i grandi ecco la risposta: “Quelli che adesso chiamiamo grandi sono stati giovani come noi, si vestivano, parlavano e si comportavano in maniera diversa per il periodo in cui vivevano. Secondo me non dovrebbero giudicarci perché anche loro in gioventù aveva-no modi e parole per capirsi così come oggi ce l’abbiamo noi”.

SARA BARBA e AURORA SCARICI

Siamo andate a casa di

Anita (16 anni) per inter-

vistarla. Alle nostre do-mande ha risposto così: “Mi vesto con i jeans scesi perché sono più belli e ri-mangono meglio addosso e perché così si vede anche un po’ dI pancia. Usiamo tantis-sime parole diverse perché ormai è cambiato tutto. E’ un modo che ci distingue da tutti gli altri e ci capiamo meglio tra di noi”. Sui capelli strani ci ha detto: “Non c’è una spiegazione precisa, però ti guardi intorno, vedi persone diverse con capelli

I G I O V A N I S I D I F E N D O N O : - A V O L T E S O N O S T R A N I I G R A N D I !

U n g i o r n a l i n o d a m a r a n o e q u o

P a g i n a 2

“ C I V E S T I A M O C O S Ì P E R D I V E R T I R C I E D E S S E R E D I V E R S I ”

Nota, p. 1 1) “La scuola deve cambiare” di A. V., l’Ancora, 2002.

Suggerimento A chi volesse leggere un libro polemico ma stimolante, suggeriamo: P. Mastrocola, La scuola raccontata al mio cane, Guanda, 2004, € 12,00

Un giovane visto da Emilio. Sotto, disegni di Paolo e Sara.

S c ì n e

Alessio è mio fratello ed ha 16 anni. Anche lui si veste come gli altri ra-gazzi. Gli ho fatto l’intervista. Mi ha detto: - Mi vesto con i jeans scesi perché mi piace seguire la moda, mi sento a mio agio. Mi faccio i capelli in que-sto modo e mi metto gli orecchini perché mi piace. Gli ho chiesto perché si mettono le magliette rosa, il colore delle femmi-ne. Lui mi ha risposto: - Mi metto la maglietta rosa perché mi piace e per-ché va di moda e non importa se il colore è da femmina. Anche le femmi-ne si vestono di azzurro! Mi ha detto che va alle discoteche di

Roma perché gli piace la musica che si ascolta là. All’ultima domanda: - Che dite di quello che pensano i grandi di voi?, mio fratello ha risposto così: - Li ascolto e poi decido se fare quello che dicono loro o se non farlo. ALESSANDRA QUINTILIANI

DANZA POPOLARE A scuola facciamo il corso di danza popolare. Le classi 1 e 2 lo fanno da sole e invece noi lo fac-ciamo insieme a 4 e 5. Abbiamo preparato due balli. Il laboratorio lo facciamo il venerdì e a me non piace tanto. Il secondo balletto mi piace; io sto con Daniele, ma non ci possiamo assolutamente toc-care perché stiamo un anno a-vanti Cristo e non conoscevano ancora l’arte di toccarsi! A volte la maestra Patrizia strilla. Faccia-mo prima riscaldamento. Studia-mo anche la storia della danza e ascoltiamo anche altre musiche straniere. A fine anno faremo il saggio all’aperto. Le mamme pre-pareranno i costumi.

CLAUDIA BATTISTI

CLOWNERIE Quest’anno a scuola impariamo a

fare proprio i clown. Ninetto e

Rosamunda ci fanno fare le sce-

nette. Impariamo a tenere un

bastone su un dito, facciamo per

finta che un alunno dà uno schiaf-

fo ad un altro, ci fanno piegare le

gambe in alto con la schiena a

terra, facciamo la ruota e una

strana capriola. Facciamo gli

esercizi con le palline e preparia-

mo le scenette. I clown ci insegna-

no i loro trucchi, però quelli più

facili. Fra poco faremo lo spetta-

colo di fine laboratorio e ci inse-

gneranno a truccarci e a vestirci

da clown. A me piace fare questo

laboratorio. Lo facciamo a volte

in palestra e a volte nell’aula di

sopra.

PAOLO BARONE

A scuola, abbiamo intervistato Eugenio e Stefano della terza media (14 anni). Eugenio ha risposto che si veste così perché gli piace e che si mette il cappello con i chiodi perché fa parte dell’abbigliamento. Ha risposto che lui in discoteca non ci va. Lui dice che vuole ricopiare i ragazzi che si vestono così strani. Non ci ha vo-luto rispondere sugli orecchini e su come la pensano i grandi di loro. Stefano, invece, ci ha detto che quelli che vanno in discoteca stanno male e che a lui non importa niente di quello che pensano i grandi.

ALESSANDRA BARONE e GIULIA FAGIOLI

A l e s s i o : - M i p i a c e s e g u i r e l a m o d a

I P R O G E T T I D E L P . O . F .

I r a g a z z i d e l l e m e d i e

P a g i n a 3 A n n o s c o l a s t i c o 2 0 0 4 - 0 5

PARLARE DA GIOVANI Durante le interviste abbiamo raccolto alcune parole o espressioni particolari che usano i ragazzi tra di loro. Eccone alcune: “Stò ‘na crema” (Mi sento benissimo), “Te sklèro” o “Te sbròcco” (Ti tratto male), “Sta’ a sgravà” (Stai esagerando), “Tarante” (Bello), “Me stò a tajjà” (Mi sto divertendo molto per le risate), “Flescià” (Vedere una cosa per un’altra), “Un soreko” (Uno bellissimo), “Na cofana” (Una brutta), “Stò a ansià” (Ho l’ansia, molta paura), “Flippà” (Sono in confusione), “Na grèzza” (Una figuraccia), “E’ ufficiale” (E’ vero), “Bella” (Ciao!), “E’ na fissa” (Che è bello), “Tropèa” (Noia), “Sei ‘n soggetto” (Sei strano), “Me stò ammalà” (Di una cosa che piace moltissimo), “Statte manzo” (Stai calmo), “A ddà fenomeno!” (Di uno che è forte), “Te parto” (Ti colpisco), “Stò a strippà” (Ho mal di pancia per la paura).

Patrizia, l’insegnante di danza, insieme ad alcune di noi. Disegno di Aurora

Uno studente visto da Alessandra Barone

DALLA FONDAZIONE “E. BESSO”

Anche quest’anno scolastico il contri-buto della Fondazione “E. Besso”, presieduta dalla baronessa Gloria Lumbroso Sonaglia, non è mancato. Con l’assegno di 800 € inviato al maestro Artemio, abbiamo comprato tantissime cose per la nostra classe: penne, matite, gomme, temperini, pacchi di fogli per la fotocopiatrice, fogli per disegnare, pennarelli, pen-nelli, pastelli, un lettore CD con radio, marcatori, correttori, forbici, puntine, libri, cartacrespa, porporina, bilancia, colla stick, eccetera.

GRAZIE BARONESSA !

L a u r e a “ h o n o r i s c a u s a ” a d a l b i n o b e r n a r d i n i

NOTIZIE

Cagliari, A. Bernardini con la laurea

Visita al Museo della Civiltà Contadina Valle dell’Aniene a Roviano Il primo aprile siamo andati al Museo per vedere gli attrezzi agricoli perché stiamo studiando il Neolitico. Il Museo si trova dentro il castello di Roviano. Abbiamo visto gli aratri nella stanza dell’agricol-tura; essi servivano per arare i campi e poi ab-biamo visto anche come i nostri contadini lavo-ravano la terra con le zappe e mietevano il gra-no con i falcetti. In estate tagliavano la lana alle pecore per filarla e tesserla in inverno e le peco-re erano tutte rasate. Abbiamo visto il deschetto e le macchine del calzolaio. Ai bambini facevano gli scarponi con le bollette piccole. Poi abbiamo visto i cestini fatti con “i vinci”, in dialetto. Abbiamo visto gli attrezzi del falegname per co-struire qualcosa e poi abbiamo visto dove le api vanno a mettere il miele e i nostri antenati se le fregavano le arnie e si prendevano tutto il miele e se lo mangiavano. Il maestro, poi, ci ha portato in una stanza di sopra e lì abbiamo visto una botte e le macchine per fare il vino. Abbia-mo visto un film su come si facevano i canestri. Siamo andati nella stanza della scuola: c’erano l’inchiostro e la pen-na a pennini, poi c’erano i banchi che stavano attaccati al muro. Infine siamo andati a firmare e ce ne siamo andati. Il Museo a me è piaciuto molto perché mi piacciono gli attrezzi agricoli. GIAN MARCO RICCIOLUTI

Albino Bernardini è uno scrittore per bam-bini. Ha 87 anni. Noi lo conosciamo molto bene perché gli mandiamo i giornalini sco-lastici e lui ci risponde con le cartoline. Il maestro lo conosce da 32 anni perché ci ha lavorato insieme a Bagni di Tivoli. All’Università di Cagliari, il 27 gennaio 2005, gli hanno dato la laurea “honoris causa” perché lui ha lavorato con i bambini per fare una scuola diversa e più bella. Io sto leggendo il suo libro intitolato “Il palazzo delle ali e altre storie”. Ne ho letto quasi la metà, mi piace molto perché all’inizio parla di lui e poi di tante altre storie. A scuola il maestro ci ha letto anche dei capitoli della “Banda del bolide”. Albino ha scritto molti libri famosi. Da un libro intitolato “Un anno a Pietralata” hanno ricavato un film di grande successo: “Diario di un maestro”. Abbiamo molti suoi libri nella biblioteca di classe. E’ il nonno di Marta, una bambina che fa la IV primaria. E’ venuto tante volte

a Roviano, anche con altri scrittori per bambini. Uno di loro si chiama Marcello Argilli, pure di lui abbiamo dei libri. MICHELLE TACCHIA