ANNO 7 - NUMERO 6 - GIUGNO 2020 DIRETTORE RESPONSABILE ... · nostri obiettivi di sviluppo...

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ANNO 7 - NUMERO 6 - GIUGNO 2020 DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO Editore: Edizioni Turbo Srl - Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4 - Fax. +39.0362.600616 - e-mail: [email protected] - Periodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008 - Poste Italiane SpA Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 Art. 1 Comma 1 - LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

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ANNO 7 - NUMERO 6 - GIUGNO 2020DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO

Editore: Edizioni Turbo Srl - Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4 - Fax. +39.0362.600616 - e-mail: [email protected] - Periodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008 - Poste Italiane SpA Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 Art. 1 Comma 1 - LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

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ANNO 7 - NUMERO 6 - GIUGNO 2020DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO

Editore: Edizioni Turbo Srl - Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4 - Fax. +39.0362.600616 - e-mail: [email protected] - Periodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008 - Poste Italiane SpA Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 Art. 1 Comma 1 - LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

a pagina 12l’evento

Il prossimo novembre debutta la prima fiera a vasta componente digitale, col contributo di 300 operatori esteri. Le anticipazioni di Veronafiere.

La classifica dei follower che seguono online le catene retail presenti in Italia. Rilevazione del 03/06/2020. Fonte: Tespi Mediagroup

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Carrefour ItaliaLidlConadEurospin Italia SpaEsselunga Spa

LidlEurospin Italia SpaEsselunga SpaMd SpaCarrefour Italia

Carrefour ItaliaLidlCoop ItaliaConadGruppo Végé

CATENA CATENA CATENAFOLLOWERFOLLOWER FOLLOWER11.340.9532.212.3341.021.6441.022.420767.654

589.000180.000147.00067.70047.400

95.12731.74028.12527.95025.411

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POLE POSITIONGALASSI

SANGIOVESE APPASSIMENTO ROMAGNA DOC

a pagina 5

Wine2wine Exhibition, il vino riparte da qui

Caviro col marchio Novebolle ricupera la tradizione primo Novecento delle bollicine locali. Protagoniste le uve sangiovese e trebbiano, con grafica sognatrice.

Despar Italia di fronte all’emergenza Covid-19. Il blocco dei prezzi. La funzione sociale dei negozi e il rapporto strategico con il territorio. Lo sviluppo dei prossimi anni. La parola al direttore generale, Lucio Fochesato.

l’azienda

l’intervista

dati & statistiche

focus on

il caso

Spumanti romagnoliin stile liberty

“Difendiamo il Doge”

Speciale bollicine

Vini della Puglia

Guida buyer Dossier

da pagina 15 a pagina 21 da pagina 32 a pagina 37

Il Prosecco si tinge di rosaCon la vendemmia 2020, in arrivo 20 milioni di bottiglie del nuovissimo Rosé Doc. La sfida preminente è col mercato estero, ma non tutti sono soddisfatti della via intrapresa dalla denominazione.

a pagina 11

a pagina 22

alle pagine 28 e 29

alle pagine 38 e 39

a pagina 23

a pagina 10

primo piano

Coop Italia dal lockdown alla ‘nuova normalità’

Campioni a tre cifre

Conai: ma quanto mi costi?

La gestione dell’emergenza sanitaria. Tra prezzi bloccati, iniziative sul territorio e investimenti. Il ruolo strategico dei prodotti a marchio. La visione sul medio-lungo periodo di Maura Latini, amministratore delegato, e Marco Pedroni, presidente, nella conferenza stampa online del 5 giugno.

Le grandi cantine del Belpaese, quelle che fatturato più di 100 milioni di euro l’anno, archiviano un 2019 da record. Sul podio: Cantine Riunite, Caviro e Marchesi Antinori.

Il contributo al Consorzio nazionale imballaggi è passato da 369 euro nel 2019 a 546 euro a tonnellata nel 2020 per le confezioni in plastica (fascia C). Un aumento del 48%. Che si aggiunge alle tante difficoltà delle aziende in questo periodo.

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Giugno 2020

editoriale

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Il direttore • Angelo Frigerio • [email protected]

Direttore Responsabile ANGELO FRIGERIO

Editore: Edizioni Turbo S.r.l. by Tespi MediagroupPalazzo di Vetro - Corso della Resistenza, 2320821 Meda (MB) Tel. +39 0362 600463/4 - Fax. +39 0362 600616e-mail: [email protected] mensile Registrazione al Tribunale di Milano n. 273 del 6 maggio 2003Edizioni Turbo Srl n° iscrizione ROC11158 del 21 aprile 2005Poste Italiane SPA Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 Art. I Comma I - LO/MIStampa: Ingraph - Seregno (MB)Periodico mensile Anno 7 - numero 6giugno 2020Stampa: Ingraph - Seregno (MB)Prezzo di una copia 1,55 euro - arretrati 7,55 euro + spese postaliAbbonamento annuale per l’Italia 25,00 euro via ordinaria.

L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati personali in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di infor-mazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l.Responsabile dati: Angelo Frigerio

Copyright Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con l’uso di sistemi elettronici, o riprodotta, o diffusa, senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. la redazione si è curata di ottenere il copyright delle immagini pubblicate, nel caso in cui ciò non sia stato possibile, l’editore è a disposizione degli aventi diritto per regolare eventuali spettanze.

Pubblicazioni Edizioni Turbo by Tespi MediagroupSalumi & Consumi, Salumi & Tecnologie, Formaggi & Consumi, Formaggi & Tecnologie, DS DolciSalati & Consumi, Vini & Consumi, Bio & Consumi, Bio & Consumi Green Lifestyle, The Italian Food Magazine, Tech4Food, Luxury Food&Beverage, b2B beautyTo-Business, MC Media Contents, Odeon Magazine, Gamestore Magazine, HiTech Magazine, TGTuttogio-cattoli, www.alimentando.info, www.hitechweb.info, www.technospia.it.

Questo numero è stato chiuso in redazione il 22 giugno 2020

Fiere: un bel rebus per tutti

La tavola rotonda, organizzata dal nostro gruppo editoriale, dal titolo: ‘Fiere, dalla tran-sizione alla trasformazione’, che si è svolta mercoledì 29 aprile, ha avuto un successo clamoroso. 464 persone hanno assistito in diretta al webinar che ha visto la partecipazio-ne di: Antonio Cellie (Fiere Parma), Thomas Rosolia (Koelnmesse Italia), Paolo Borgio

(Fiera Milano), Giovanni Mantovani (Verona Fiere), Patrizia Cecchi (Italian Exhibition Group), Donald Wich (Messe Frankfurt), Antonio Bruzzone (Bologna Fiere). Mentre oltre 4mila l’hanno visualizzata dal sito alimentando.info e dal nostro canale YouTube. Segno evidente che la questio-ne era ed è spessa. Al di là di quello che accadrà nel 2020, molti operatori del settore alimentare stanno progettando la partecipazione delle loro aziende alle fiere, il prossimo anno, e desiderano capire come dovranno organizzarsi e quanto costerà essere presenti.

A dire il vero, il 2020 si era aperto bene. Marca/Bologna e Sigep/Rimini in Italia avevano re-gistrato presenze significative e in aumento rispetto all’anno precedente. Bene anche Ism/Colo-nia e Biofach/Norimberga. Tutto faceva prevedere buone notizie per i successivi avvenimenti: da Prowien/Dusseldorf a Vinitaly/Verona passando per Cibus/Parma e Plma/Amsterdam. Nel settore delle tecnologie un appuntamento strategico era poi rappresentato da Interpack/Francoforte, evento triennale fra i più importanti nel settore del packaging. Invece no. Tutti gli eventi sono stati dappri-ma riprogrammati e poi successivamente cancellati.

Difficile sapere come e se saranno confermate le fiere dell’autunno/inverno. Cibus è stata rilan-ciata in una versione light molto concentrata su convegni e un piccolo spazio espositivo. Sana, a Bologna, verrà riprogrammata in ottobre, mentre l’incertezza domina su Sial. Il grande evento che si dovrebbe svolgere a Parigi dal 18 al 22 ottobre, per ora è stato confermato, ma risulta difficile prevedere cosa accadrà da qui a quella data. Stiamo parlando di una fiera con 160mila visitatori pro-fessionali e 7.200 espositori. Di cui circa il 70% internazionali, provenienti da 120 paesi nel mondo.

Ci sono infatti due problemi. Uno relativo ai trasporti. Chi ha vissuto le scorse edizioni di Sial si ricorda molto bene dei viaggi in metro. Stipati come sardine si arrivava in fiera sfatti e sudati. A volte mancava anche l’aria. Pensare ai distanziamenti in quelle condizioni appare come una pura follia. Di usare l’auto non se ne parla. Chi ha provato ci ha messo due ore per arrivare in centro a Parigi. Un altro nodo gordiano da sciogliere è poi la presenza degli operatori stranieri. A causa dei problemi relativi ai voli aerei, alle condizioni di sicurezza, ma anche alle paure causate dal Coro-navirus.

Anche Plma ha le sue gatte da pelare. Riprogrammata al 2-3 dicembre sconta anch’essa difficoltà non da poco. Oltre a quelle già citate per Sial, c’è poi il periodo di svolgimento. Siamo immediata-mente a ridosso del Natale, con tutti i problemi che questo comporta sia per le aziende, in termini di ordini e consegne, sia per i buyer. Alcune società olandesi pare abbiano già disdetto, mentre molti italiani stanno valutando con estrema attenzione la loro partecipazione.

E così arriviamo al 2021. Scordiamoci il vaccino che sarà pronto, forse, verso l’autunno del prossimo anno. Occorrerà dunque tenere presente tutte le regole che ci hanno accompagnato nel post lockdown: distanziamento (con i relativi divieti di assembramento), dispositivi (mascherine e sanificazione degli ambienti), diagnosi (accertamento dei positivi al virus). Regole complicatissime che certo diventa difficile applicare in luoghi chiusi come le fiere.

Per questo la ‘trasformazione degli eventi’ diventa veramente un punto strategico e dirimente. Chi saprà coniugare le tre regole con il business risulterà vincente. Per ora le ombre sono tantissi-me, poche le luci.

Per quanto riguarda l’Italia c’è poi l’affollamento di maggio. Un mese caldissimo che vedrà due fiere contrapporsi in maniera diretta. Da una parte Cibus, prevista a Parma dal 4 al 7 maggio, e dall’altra Tuttofood (Milano, 17-20 maggio). Una battaglia che vede le due più importanti manife-stazioni del nostro paese andare allo scontro frontale. Parma appare in vantaggio per vari motivi: porta in dote tutti gli espositori di Cibus 2020, è programmata a inizio mese, non sconta la contem-poraneità con Plma che, nel 2021, è prevista ad Amsterdam per il 18 e 19 maggio. Tuttofood invece giocherà pesantemente la carta Milano con tutto quello che significa in termini di accoglienza e facilità nei trasporti.

Sarà comunque un bel rebus per espositori e buyer. Difficile pensare a sovrapposizioni sia nell’u-no sia nell’altro caso. Quasi impossibile montare e smontare stand nell’arco di 15 giorni. Meglio: tutto è possibile, ma chi paga? Per i buyer invece il dilemma sarà nello scegliere quale manifesta-zione privilegiare. Sarà l’elenco degli espositori la chiave di lettura per la decisione. Che si presenta comunque ardua e difficile per tutti.

Non per noi che parteciperemo a entrambe le fiere. Per la somma gioia di mia moglie. Con il ma-rito fuori dalle balle per dieci giorni: cosa c’è di meglio?

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Giugno 2020

pole position

AbbinamentiSi accompagna perfettamente ai piatti saporiti della cucina italiana.

Può essere apprezzato al meglio in degustazione, nei momenti di meditazione, ed è sorprendente come aperitivo.

www.vinigalassi.com

Note organoletticheVino strutturato con corpo vellutato e denso, morbidi tannini

e grande profondità aromatica, con note di spezie e frutta matura.

Gradazione alcolica14,5% vol.

Un sangiovese intrigante, che riscopre l’antica tecnica dell’appassimento dove, a passi lenti, le uve si concentrano regalando un vino corposo e coinvolgente. È il nuovo nato in casa Galassi, da sempre portabandiera dei vini della Romagna in tutto il territorio nazionale.

Per la realizzazione di questo ‘Sangiovese Appassimento Romagna Doc’, già in vigna le uve sangiovese vengono accuratamente selezionate e deposte su piccole cassette, dove restano ad appassire in ambiente controllato per almeno sette settimane, per concentrare lo zucchero e il sapore. Alla fine di novembre, le uve appassite vengono diraspate, pigiate delicatamente, poste in una vasca di acciaio inossidabile e lasciate fermentare a temperatura controllata. La macerazione dura tre settimane e la fermentazione termina quando l’uva ha raggiunto un equilibrio naturale di zucchero e alcool. La maturazione avviene in cantina, per la durata di sei mesi, dopodiché il vino viene imbottigliato.

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Sangiovese Appassimento Romagna Doc Galassi

NOVITÀ

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Giugno 2020

rubriche

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Cos’è “Il Pagellone”? Un piccolo scorcio satirico nel paludato universo che gira intorno al food. Politici, presidenti di associazioni, volti noti al pubblico televisivo e non, rappresentanti dell’industria: chi più ne ha, più ne metta. Un angolo per sorridere e prendere in giro amabilmente: registi, attori e comparse di questo meraviglioso palcoscenico. Laddove l’alimentare, in un modo o nell’altro, fa sempre bella mostra di sè.

il pagelloneLa mattina del 19 maggio, a Marsala, un clien-

te di un bar di via Roma ha deciso di pagare 50 euro il primo caffè che ha ordinato dopo due mesi di lockdown. L’uomo, un dipendente pubblico, presentatosi alle otto come faceva sempre prima dell’emergenza, dopo la consumazione ha infatti consegnato la banconota alla cassiera, rifiutando di ricevere il resto. Alla donna, stupita, ha detto: “Stefania, tieni pure il resto - riporta il Corriere del Mezzogiorno -. Siete rimasti chiusi 50 giorni. È il minimo che io possa fare. Sono una persona for-tunata. Ho uno stipendio da dipendente pubblico che è pagato dalle tasse che anche tu versi, a domani”. Chapeau.

UN CLIENTE DI UN BAR DI MARSALA

VOTO

VOTOVOTO

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Lino Banfi ha donato 270 chili di orecchiette e 500 vasetti di sugo di pomodoro ai senzatetto di Roma. Proprietario del ristorante l’Orecchiet-ta Banfi in zona Prati, l’attore ha raccontato: “Il centro di Roma è pieno zeppo di senzatetto che prima del Coronavirus vivevano grazie all’aiuto dei ristoranti. Ora sono chiusi, si vedono imma-gini che addolorano. Ho pensato che ancora di più adesso, con la crisi, è sacrosanto aiutare. Per questo è nato il mio desiderio di dare un contributo ai poveri che si aggirano nella zona del Vaticano, molto vicina al mio ristorante”. Un’iniziativa solidale nella quale Banfi ha saputo inserire la sua inconfondibile ironia: “C’era pure il sugo ‘alla porca puttena’, vera ghiottoneria. E piccante col peperoncino. Ne vanno ghiotte an-che le suore quando vengono qui”.

Siamo in Costarica, dove l’emergenza Coronavirus non ha stravolto la quotidianità dei cittadini. Infatti il campionato di calcio, termometro per eccellenza della normalità, continua senza problemi. Quando scendono in campo Alajuelense-Deportivo Sapris-sa, nessuno sospetta quello che sta per accadere. Con l’ Alajuelense sotto di due gol, entra in campo la punta Jonathan McDonald. Un nome che richia-ma la ben nota catena di fast food. Peccato che il main sponsor della squadra e dello stadio sia l’eter-na rivale Burger King. Ed ecco allora che il bomber McDonald si trasforma magicamente in Burger King, con tanto di nome stampato sulla maglietta. Dopo la goliardata, la squadra di casa recupera due reti fino ad agguantare il pareggio. Del resto, si sa che la for-tuna aiuta gli audaci.…

Corone giganti e panini con tripla cipolla cruda. È la nuova trovata di Burger King per promuovere il di-stanziamento sociale. Ai tempi del Coronavirus, infatti, rispettare le distanza gli uni dagli altri è d’obbligo. E la catena di fast food ha pensato di offrire ai clienti dei propri punti vendita tedeschi un modo insolito e origi-nale per mantenere la giusta distanza di sicurezza: co-rone di cartone giganti. La corona è il simbolo di Bur-ger King, ma questa nuova versione è caratterizzata da misure fuori dall’ordinario che la fanno somigliare più a un sombrero che a un copricapo regale. “Vole-vamo adottare elevate misure di sicurezza e igiene”, spiega un rappresentante di Burger King. “La corona del distanziamento sociale fai-da-te è un modo diver-tente e giocoso per ricordare ai nostri clienti di man-tenere le distanze mentre si gustano il cibo nei nostri ristoranti”. Ma questa non è l’unica iniziativa adottata. In Italia, la catena ha lanciato un nuovo panino, il ‘So-cial Distancing Whopper’, che contiene una quantità di cipolla triplicata, in modo da assicurare ai clienti il giusto alito cattivo e consentire quindi di tenere alla larga gli altri. Occhio, però, alle conseguenze-boome-rang: indossare la mascherina subito dopo aver man-giato l’hamburger potrebbe essere ‘letale’.

L’ex calciatore avrebbe un sogno nel cassetto: quello di diventare chef. Per il suo debutto ai fornelli starebbe già parlando con Netflix e la Bbc per la rea-lizzazione di uno show culinario. Durante il lockdown, nella casa di famiglia nel Cotswolds, David ha con-diviso molti scatti ai fornelli, raccontando di essere spesso lui a preparare la cena per la famiglia. A fargli venire in mente l’idea di un programma, secondo il Sun, pare sia stato il suo migliore amico: lo chef e im-prenditore Gordon Ramsay. Inoltre il successo social di Beckham – ha oltre 63 milioni di follower – sarebbe una straordinaria vetrina pubblicitaria. La passione per la cucina è nata proprio in Italia: “Quando gio-cavo a Milano per il Milan ho seguito un corso di cu-cina italiana”. Bene caro David, attento solo a non fidarti troppo di Rasmey sulla cucina del Belpaese: la sua carbonara arancione e senza pecorino romano, postata in una videoricetta nei mesi scorsi, ha fatto imbestialire gli utenti della rete. Il commento più be-nevolo è stato: “È uno scherzo, daje”. Figuriamoci gli altri…

Pino Capuano è il titolare del ristorante Living Chalet di Bacoli (Na), che ha optato un modo originale per segnalare i posti non disponibili a causa delle normative anti-Covid: posizionarvi sagome di vip. Il locale sembra aver già attirato la curiosità di clienti, vecchi e nuovi. “Volevamo sdrammatizzare il momento, che è certo compli-cato, e regalare un sorriso ai nostri avventori”, spiega Pino Capuano, il titolare. “Così ci siamo ispirati a un’intuizione del programma Propa-ganda live e di Diego Bianchi, di cui siamo fan (in quel caso i cartonati riempiono le sedie del pubblico in studio, ndr)”. Tra i vip in cartonato ci sono il Premier Conte, Andrea Scanzi, Antonino Cannavacciuolo, Tiziana Panella e Andrea Pirlo e, in ossequio alla graziosa cittadina flegrea, il giovane sindaco Josi Gerardo Della Ragione e il bacolese Vincenzo Salemme. Gettonatissima, neanche a dirlo, Jennifer Lopez: “Purché i clienti non siano una coppia”. E per il malcapitato che finisce a cena con un personaggio che odia? “No problem, i cartonati sono interscambiabili”, conclude Pino.

LINO BANFI

JONATHAN MCDONALD

BURGER KING

DAVID BECKHAM

PINO CAPUANO

VOTO

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VOTO 9

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Busi (Chianti): “Se continuiamo così, chiuderanno aziende grandi e piccole”

Vinitaly-Nomisma: esportazioni extra Ue in aumento del +5,1% nei primi quattro mesi

Campari rileva il 49% di Tannico per 23,4 milioni di euro

Vignaioli indipendenti: “Necessario scongiurare l’imposizione di nuovi dazi Usa”

Consorzio Valpolicella: minori rese e stop a nuovi impianti per due anni

Conad cresce del 5,9% e diventa leader della distribuzione in Italia

Rapporto Mediobanca: Covid-19 brucerà 2 miliardi di euro per le cantine d’Italia

È un grido d’allarme quello lanciato da Giovanni Busi (foto), presidente del Consorzio Vino Chianti, in occasione dell’as-semblea del Consorzio riunita per la prima volta a Firenze dopo la fase di lockdown: “Il tempo è finito, e non c’è più possibilità di andare avanti. Se si continua così, senza alcun sostegno, nei prossimi mesi il 40% della Toscana sarà in vendita. Le azien-de chiuderanno e diventerà il più grande boomerang mai visto prima dal punto di vista patrimoniale. Chiuderanno aziende grandi e piccole, blasonate o meno. Ci rimetterà tutta la regione senza alcuna possibilità di tornare indietro. Siamo rimasti soli. Nonostante gli annunci del Governo le nostre aziende stanno cercando di superare questa crisi senza precedenti facendo affidamento esclusivamente sulle proprie forze”. La preoccu-pazione di Busi riguarda anche l’attività promozionale, un capi-tolo fondamentale per l’export che fino ad oggi rappresentava il 70% del mercato del Chianti: se gli eventi non dovessero ripar-tire, secondo Busi, le vendite saranno davvero compromesse.

Buone notizie per il vino italiano. L’export nei mercati extra euro-pei dei primi quattro mesi è cresciuto del +5,1%. In particolare, spiega l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, aumenta nei 10 mercati extraeuropei più importanti, che valgono la metà delle esportazioni vitivinicole italiane. Il primo bimestre è stato ottimo, mentre sul secondo ha pesato ovviamente la pandemia globale. Decisiva l’ottima prestazione negli Stati Uniti (+10,8%, per 613 milioni di euro, nei primi due mesi il dato era a +40%) e in Canada (+7,1%, per 116 milioni di euro). In aprile, a causa del blocco, si sono avuti risultati positivi solo in Canada, Russia e Corea del Sud. Negli altri mercati, sempre in aprile, il calo va dal -5,2% (a valore) del Giappone al -12,5% degli Usa; dal -26% della Svizzera al -48% della Cina, per un deficit comples-sivo sullo stesso mese 2019 del -7,2%, contro però il -22,2% francese. Secondo l’Osservatorio, saranno decisivi i prossimi mesi: la crisi morderà ancora e bisognerà fare i conti con un minor potere di acquisto da un lato, e con lo smaltimento dell’in-venduto dall’altro.

Il gigante del beverage Campari Group ha siglato un accordo per l’acquisizione del 49% di Tannico, piattaforma di e-com-merce per vini e spirits, per un valore di 23,4 milioni di euro. L’operazione, che si è conclusa con l’accordo di tutti gli azioni-sti, compresi i principali (il ceo Marco Magnocavallo, P101 Sgr e Boox Srl), conferisce a Campari la possibilità di incrementare la partecipazione al 100% a partire dal 2025, in base a deter-minate condizioni. In dettaglio, si prevede che Campari Group rilevi a fermo il 39% del capitale di Tannico e sottoscriva simul-taneamente un aumento di capitale riservato per raggiungere una partecipazione complessiva del 49%. Fondata nel 2013, Tannico ha oggi una quota di mercato superiore al 30%. Con oltre 7 milioni di visitatori unici negli ultimi 12 mesi, la selezione di Tannico vanta 14mila vini provenienti da oltre 2.500 cantine italiane ed estere. Nel 2019 l’azienda ha realizzato vendite net-te pari a 20,6 milioni, con un Cagr annuale del 50% circa tra il 2016 e il 2019. Un incremento significativo è stato registrato anche nel primo trimestre 2020, anche a causa dell’emergenza Covid-19, che ha dato un impulso notevole a tutte le attività del commercio online. “Quale parte essenziale del nostro percorso di trasformazione digitale, l’e-commerce costituisce un canale strategicamente rilevante per il nostro business”, commenta Bob Kunze-Concewitz, ceo di Campari Group. “A tale proposi-to, Tannico rappresenta una soluzione unica e strategica per i nostri obiettivi di sviluppo commerciale”. Soddisfazione è stata espressa anche da Marco Magnocavallo, ceo e cofondatore di Tannico, che vede in Campari Group il partner giusto per “consolidare la leadership sul mercato italiano [ed] espandere in modo significativo la nostra attività all’estero e nel mercato b2b”.

In una lettera spedita ai ministri Teresa Bellanova (Mipaaf) e Stefano Patuanelli (Mise), i vignaioli Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti) richiamano l’attenzione del governo sulla nuova minaccia, giunta dall’amministrazione Trump, di impor-re dazi alle importazioni agroali-mentari. “Il Governo deve vigilare affinché il vino italiano non rientri nei prodotti presi in considerazione per eventuali nuovi dazi Usa”, chie-de la federazione, che vorrebbe anche fosse posticipata l’entrata in vigore della digital tax (causus belli tra Usa e Ue) e che tale decisione venga presa insieme agli altri Paesi all’interno dell’Ocse per evitare che prodotti italiani vengano tassati per rappresaglia. “I Vignaioli indipendenti italiani hanno come prin-cipali mercati di sbocco l’enoturismo e la ristorazione italiana ed estera, canali che sono rimasti chiusi per almeno tre mesi”, commenta Matilde Poggi (foto), presidente Fivi. “La difficol-tà economica e finanziaria è grande e non possiamo permet-terci l’imposizione di nuovi dazi che metterebbero a rischio le esportazioni verso gli Usa, primo mercato estero per le nostre aziende”.

Meno vino e stop a nuove vigne: è quanto disposto da Cda e Assemblea dei soci del Consorzio tutela vini Valpolicella per reagire all’emergenza economica da Covid-19. Le leve sono quelle della riduzione delle rese dei vigneti del prossimo rac-colto – da 120 a 100 quintali per ettaro con una cernita dell’uva destinata all’appassimento di Amarone e Recioto pari al 45% -, oltre al blocco totale degli impianti nella denominazione per altri due anni. “Il mix di interventi deliberati è il risultato di un’a-nalisi-simulazione dei fondamentali della denominazione alla vigilia della prossima vendemmia”, ha detto il presidente del Consorzio, Andrea Sartori. “È una responsabilità importante e largamente condivisa dai nostri associati, anche perché il con-testo delle misure pensate dalle istituzioni (distillazione e ven-demmia verde) non aiutano le produzioni di qualità come la nostra. In questo scenario è più che mai importante tenere sul fronte del prezzo medio, per questo facciamo appello anche alla Commissione prezzi della Camera di Commercio di Verona che tuteli l’alto valore dei prodotti della denominazione, per evi-tare speculazioni al ribasso”.

Conad conquista la leadership tra le catene della distribuzione in Italia. Nel 2019 il giro d’affari della rete è salito a 14,2 miliardi di euro (+5,9% rispetto al 2018), la quota dell’insegna è cre-sciuta di quasi un punto (+0,9%) guadagnando il primo posto. La quota della marca del distributore è salita al 30%, posizio-nandosi a 9,4 punti sopra la media del mercato. L’operazione Auchan, si legge in una nota, “ha visto il passaggio dei primi 66 punti vendita della catena francese sotto l’insegna Conad tra ottobre e dicembre, con un intervento che non ha prodotto al-cuna dispersione del personale impiegato, assorbito per il 45% da Cia, per il 27% da Conad Centro Nord, per il 18% da Pac 2000A e per il restante 11% da Conad Nord Ovest”. In dieci anni il giro d’affari della rete è cresciuto del 44,9%, passando dai 9,8 miliardi del 2010 agli attuali 14,2 miliardi, mentre nello stesso periodo il patrimonio netto aggregato è salito da 1,5 mi-liardi a 2,6 miliardi. Conad opera in tutte le regioni italiane con 3.207 punti di vendita.

Il Coronavirus presenta il conto alle cantine italiane. Ed è un conto salato: al settore vitivinicolo, la pandemia costerà 2 miliar-di di euro di ricavi nel 2020. A cui si aggiunge una contrazione del fatturato da export compresa tra i 700 milioni e 1,4 miliardi di euro. A evidenziarlo il rapporto di settore pubblicato dall’area studi di Mediobanca, realizzato su un campione di 215 società che, insieme, fatturano 9,1 miliardi di euro. E che oggi vanno in-contro a una contrazione del fatturato tra il 20 e il 25%. Tre, se-condo lo studio, i fattori determinanti. In primis, la perdita di 500 milioni di fatturato sul mercato italiano in seguito al lockdown; a cui si aggiungono altri 500 milioni a causa del rallentamen-to (-30%) delle vendite stimabili per il resto dell’anno. Infine, la contrazione del commercio globale, con un calo stimato, come detto sopra, tra i 700 milioni e 1,4 miliardi di euro. Uno scenario che, di conseguenza, si prospetta peggiore di quello della crisi del 2009. Con il 41,2% degli imprenditori che stima per l’anno in corso un calo delle vendite superiore al 10% (11 anni fa, un calo delle vendite sopra il 10% era stato registrato dal 24,2% delle imprese vitivinicole).

SOCIAL METERLa classifica dei follower che seguono online le catene retail presenti in Italia.

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Carrefour ItaliaLidlConadEurospin Italia SpaEsselunga SpaAuchan Retail ItaliaMd SpaUnesDespar ItaliaCoop ItaliaTuodìCraiPam PanoramaBennetEcornaturasì SpaIl GiganteCoop Italia - Coop LombardiaCoop Italia - Coop Alleanza 3.0In’s Mercato SpaAlìRossetto Trade SpaAgorà Network - TigrosCoop Italia - Nova CoopCoop Italia - Coop Centro ItaliaAgorà Network - Iperal

LidlEurospin Italia SpaEsselunga SpaMd SpaCarrefour ItaliaAuchan Retail ItaliaConadCoop ItaliaSun Ce.Di Gros ScarlGruppo VégéAgorà Network - TigrosPam PanoramaBennetDespar ItaliaCraiAlìIn’s Mercato SpaCoop Italia - Coop Alleanza 3.0Il GiganteCoop Italia - Unicoop TirrenoMetro Italia Cash And Carry SpaAgorà Network - IperalCoop Italia - Coop LiguriaCoop Italia - Nova CoopCoop Italia - Coop Centro Italia

Carrefour ItaliaLidlCoop ItaliaConadGruppo VégéTuodìUnesCoop Italia - Coop Alleanza 3.0Eurospin Italia SpaCoop Italia - Unicoop TirrenoCoop Italia - Nova CoopGruppo SelexAlìDespar ItaliaConsorzio CoralisCoop Italia - Coop LombardiaBennetCoop Italia - Coop CasarsaCoop Italia - Coop LiguriaAgorà Network - SogegrossMetro Italia Cash And Carry SpaCoop Italia - Coop RenoCraiRossetto Trade Spa

11.340.9532.212.3341.021.6441.022.420

767.654528.463318.307294.839267.510201.353185.893175.625156.997141.774133.312109.24997.72589.57084.84870.70456.67748.15743.75039.20029.202

589.000180.000147.00067.70047.40044.80041.20038.20031.40025.80017.70012.4009.8779.5098.8798.3037.9247.4444.6824.0303.4263.3803.2052.8612.606

95.12731.74028.12527.95025.41114.65211.5908.4315.4494.4843.7132.7282.3192.2872.2391.7881.6721.222

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Rilevazione del 03/06/2020. Fonte: Tespi Mediagroup

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le newsGiugno 2020

Page 8: ANNO 7 - NUMERO 6 - GIUGNO 2020 DIRETTORE RESPONSABILE ... · nostri obiettivi di sviluppo commerciale”. Soddisfazione è stata espressa anche da Marco Magnocavallo, ceo e cofondatore

Giugno 2020

angeli e demoni

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I podcast di alimentando.infoE’ l’appuntamento quotidiano del direttore Angelo Frigerio.

Si parla di politica, economia e varia umanità. Angeli e demoni, protagonisti e comparse.

VENERDÌ 5 GIUGNOBONUS BABY SITTER E SOSTEGNO ALLE NASCITESbandierato ai quattro venti come la risposta miraco-

losa al problema dei bambini a casa da scuola, il bonus baby sitter, a pochi mesi dal suo lancio mostra tutta la sua debolezza. Mia figlia ha quattro bambine: Carolina di otto anni, Teresa di sei, Lucilla di quattro, Violaine di sette mesi. Chi più di lei merita il bonus? Ebbene, a distanza di un mese circa dalla sua richiesta, i benedetti 600 euro lor-di non sono ancora arrivati. A parte questo, vale la pena sottolineare alcuni aspetti della grande idea del Governo. Il primo è che il bonus avrebbe dovuto essere pensato in funzione del numero dei figli. Un conto è curarne uno, un conto quattro. Un’altra questione è relativa poi al fatto che, oltre a curarli, occorre anche dargli da mangiare ai figli. Quanti soldi sono stati forniti dal decreto Cura Italia alle famiglie numerose? Non se ne parla. La questione “sostegno alle nascite” non viene lontanamente messa a tema. Invece rappresenta un aspetto capitale per tutte le società che si considerano civili. Nel 2011 l’Istat prevede-va per il 2019 un numero medio di figli per donna di 1,45. Siamo arrivati invece a 1,29. Le nascite sono precipitate da oltre 560mila nel 2010 a circa 435mila del 2019, ben al di sotto quei 500mila neonati che era considerata dall’I-stat una soglia sotto la quale era impossibile andare. E invece… Insomma stiamo arrivando a grandi passi verso un rapporto uno a uno fra pensionati e lavoratori italiani. Un autentico disastro che coinvolgerà tutti. Chi pagherà le pensioni visto che l’età media si sta clamorosamente allungando? Tutte questioni di cui il Governo se ne fotte. Preferendo destreggiarsi fra reddito di cittadinanza e di emergenza. Dimenticando che l’emergenza vera sono i figli da far nascere e crescere.

LUNEDÌ 8 GIUGNO LA LEZIONE DELLA GERMANIA

La Germania, giovedì scorso, ha calato l’asso di pic-che: un piano boom da 130 miliardi di euro per far riparti-re l’economia dopo il lockdown. Un cifra monstre. Soprat-tutto se aggiunta ai 353 già stanziati a marzo e agli 817 di garanzie pubbliche. Per varare un piano così significati-vo, i partiti Cdu, Csu e Spd, ci hanno messo 21 ore, pro-ducendo un documento di sole 15 pagine. Che distan-za siderale rispetto alle mosse economiche del nostro governicchio giallorosso. Riunioni interminabili, distanza stellare delle cifre messe in campo, documenti che sem-brano volumi dell’enciclopedia Treccani. Soprattutto pieni di aria fritta: poche idee ma confuse. Al contrario le propo-ste tedesche sono chiare e concise. Poche priorità: auto elettrica, ferrovie, rete digitale. Un taglio di 20 miliardi per l’Iva (portata al 16%) e 300 euro di bonus bambino. L’an-no chiamato Der wuum che tradotto sta per boom. E ricor-da tanto il nostro boom economico del dopoguerra. Altri tempi. Sia al governo, sia all’opposizione c’era gente che voleva bene al nostro martoriato Paese. Che voleva di-menticare le macerie economiche e morali di un conflitto voluto da pochi e subito da tutti. Si discuteva di politica e ai ministeri chiave c’erano professori universitari, gente di cultura, dotata di una vision e un sano pragmatismo. Che non demonizzava l’opposizione ma cercava di renderla partecipe nelle scelte strategiche per il paese. L’esatto contrario di quello che succede oggi. E poi ci si chiede perché andiamo male…

MARTEDÌ 9 GIUGNOIL GOVERNO E L’EVASIONE FISCALE

Colpire duro, colpire sempre. Alla fine del 2019, il governo ha approvato un decreto legge in materia fi-scale che ha conferito maggiore severità alle sanzioni per fenomeni evasivi molto diversi tra loro. Sin qui nulla di nuovo sotto il sole. Non c’è giorno che passi che non si racconti sui media di come il problema dell’Italia è la grande evasione tributaria. Bene, ma l’inasprimento della risposta punitiva rende più incisivo o meno il con-trasto all’evasione? Lo studioso Marco Di Siena, in un suo contributo, ha ripercorso l’infelice esperienza del-la L. 516/82 e la ventennale esperienza maturata dopo il D.Lgs. 74/2000 per dimostrare come non vi sia “alcu-na evidenza empirica che misure penali tributarie più aggressive facciano effettivamente regredire la pro-pensione alla frode dei criminali tributari”. Continuare a gridare “al lupo, al lupo” non serve a nulla se non a far incazzare ancora di più lo stesso lupo. Per questo il recente intervento in materia penale tributaria sembra quindi “essenzialmente rispondere all’idea che punen-do di più (almeno a livello teorico) il sistema funzioni meglio in concreto”. Così facendo si risponde al “tenta-tivo di incontrare il sentimento contingente dell’opinio-ne pubblica (o di una porzione della stessa). Facendo così invece si finisce per contagiare il diritto penale di quello che è uno fra i principali difetti dell’ordinamento tributario, vale a dire l’instabilità del sistema, la contin-genza delle modifiche normative, il carattere (sovente) umorale delle singole iniziative legislative. E di umora-lità ne abbiamo vista tanta di questi tempi. Si tratta di aspetti patologici della materia fiscale che sono ben noti agli studiosi e dai quali, tuttavia, è auspicabile che il sistema penale resti per quanto possibile immune. La sanzione di natura criminale è la pena per eccellen-za prevista dall’ordinamento giuridico. Il suo impiego deve essere limitato e proporzionale e ispirato ad una visione lunga e di sistema. Il rischio di ridurre il tutto a una dinamica da ordini impartiti dall’alto è un qualcosa che va contrastato. Una maggiore ponderazione quan-do si interviene in ambito criminale (seppure tributario) è un suggerimento senz’altro opportuno.

MERCOLEDÌ 10 GIUGNOAGNELLI, LA FIAT E IL PRESTITO PONTE

“Se va bene per la Fiat, va bene anche per l’Italia”: quante volte abbiamo sentito questa frase? Ripetuta più volte sui giornali compiacenti e nelle tribune televisive, è stato il leit motiv di tante scelte compiute dai vari governi che si sono succeduti negli anni. Ricordo a tutti un esem-pio di servilismo bieco fra lo Stato e l’azienda torinese. Eravamo negli anni ’60 e in Europa si stava introducendo la Tv a colori. Una grande passo in avanti della tecnolo-gia, atteso da milioni di italiani. Il Governo doveva sceglie-re quale sistema adottare: Pal (tedesco) o Secam (fran-cese)? La scelta appariva obbligata a favore del sistema made in Germany. Ma il senatore Ugo La Malfa, e con lui il partito Repubblicano, si oppose fieramente adducendo motivazioni fra le più fantasiose. La verità era un’altra. Si approssimava il Natale e la Fiat stava lanciando la nuova 600. E i due investimenti (automobile e Tv Color) erano in contrasto con le tredicesime degli italiani. Vinse La Malfa (e con lui Agnelli) e la questione venne posticipata. Alcuni anni più tardi l’Avvocato si candidò alle elezioni politiche per il Senato. Indovinate con quale partito? Quello Repub-blicano, naturalmente. E’ una delle tante commistioni fra la famiglia Agnelli e il Governo. Oggi Fca, la nuova Fiat, ci riprova con il prestito ponte di 7 miliardi e mezzo di euro. Un altro regalo, questa volta a una società che non ha sede in Italia. Certo, occorre tutelare migliaia di lavoratori dell’automotive ma andatelo a raccontare alle migliaia di dipendenti che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e a cui non sono ancora arrivati i soldi della cassa integra-zione. Oppure ancora a imprenditori del settore turismo, fiere, ristorazione. A quei dipendenti chi li tutela?

GIOVEDÌ 11 GIUGNOIL BONUS (MALUS) VACANZE

Doveva essere l’aiuto alle famiglie e al turismo. Uno strumento pensato per aiutare un settore prostrato dalla pandemia. Invece è l’ennesima presa in giro del Gover-no. Sto parlando del bonus vacanze. Tanto esaltato dai vari ministri tanto massacrato da consumatori e alber-gatori. Ma andiamo con ordine. Il primo dato importante è che l’importo del bonus non è per tutti, ma solo per le famiglie con reddito ISEE non superiore a 40 mila euro. Può essere richiesto solo da un componente all’interno di ciascun nucleo familiare e non ha un importo fisso: è modulato in base al numero dei componenti. Quindi 500 euro è il massimo disponibile che è riservato alle famiglie composte da 3 o più soggetti. L’importo scen-de infatti a 300 per quelle di due persone e si dimezza ulteriormente (150 euro) se a richiederlo è un single. Ul-teriore complicazione deriva dall’attivazione del bonus: sarà necessario utilizzare l’identità digitale (SPID) su un portale che però non è ancora stato varato dal Ministe-ro per i beni culturali e l’ambiente. Si dovrà “spendere” il bonus presso un unico fornitore che dovrà rilasciare fattura elettronica o documento commerciale recante il Codice fiscale del richiedente. Fin qui una mezza frega-tura. Che diventa intera se si vanno a vedere le moda-lità per usufruirne. Il contributo può essere speso dal 1 luglio al 31 dicembre 2020. Per un 20% la somma sarà anticipata dal turista e poi recuperata come detrazione dall’imposta in sede di dichiarazione dei redditi dopo un anno, mentre per l’80% si tratta di uno sconto sul cor-rispettivo dovuto (sono, dunque, gli albergatori a dover anticipare il costo della vacanza), che poi lo recupe-reranno sotto forma di credito d’imposta (quindi come compensazione di altri tributi) nel 2021. La norma parla di ‘intesa del fornitore’, che dovrebbe quindi dare il con-senso: insomma le strutture recettive possono accettare la prenotazione con il bonus oppure rifiutarla. Il punto è proprio questo: gli albergatori contestano il bonus che, per com’è formulato, pesa sugli alberghi costretti di fatto ad anticiparne l’80% del valore, ricevendone in cambio un ennesimo credito di imposta. L’unica possibilità per le strutture, invece di aspettare il rimborso come credito d’imposta, è quella di cedere il credito ai propri fornitori, a privati, agli istituti di credito o intermediari finanziari. Insomma, Na Cambogia come dicono a Roma. Un bo-nus che, causa la burocrazia, diventa un malus.

VENERDÌ 12 GIUGNOGEORGE FLOYD, MONTANELLI E I MORETTI

L’uccisione di George Floyd da parte di alcuni poliziot-ti statunitensi ha provocate le giuste proteste in tutto il mondo. Cortei, manifestazioni, prese di posizione si sono succedute ponendo a tema le discriminazioni razziali che ancora esistono in tutto il mondo. Fin qui la cronaca. Il pro-blema è che, accanto alle giuste proteste, si sono sca-tenate una serie di proposte che con l’antirazzismo non c’entrano proprio nulla. Sto parlando ad esempio di quella che vorrebbe la rimozione della statua di Indro Montanel-li, oggi collocata nei giardini di via Palestro a Milano. Ma cos’ha mai fatto di male il famoso giornalista? Pare che ab-bia avuto in giovinezza, quando era al fronte in Abissinia, una schiava sessuale di dodici anni. Comportamento ese-crabile naturalmente ma di cui si era pentito. I promotori dell’iniziativa si dimenticano del grande apporto al giorna-lismo italiano ma soprattutto non ricordano che Montanelli fu gambizzato dalle Brigate Rosse, proprio in via Palestro. Ma la notizia più ridicola di antirazzismo stupido e becero arriva dalla Svizzera. La catena Migros infatti ha deciso di ritirare i Moretti dal mercato. Si tratta di dolci con una base di wafer e una mousse avvolta in cioccolato croccante. La decisione è stata presa dopo che la catena aveva ricevuto un tweet di un utente che poneva l’attenzione su un termi-ne “MohrenKopfe” (Moretti in italiano) considerato razzista e non politicamente corretto. Siamo alla follia. Fra un po’ dovremo cambiare il nome al cocktail italiano più famoso e conosciuto al mondo. E’ fatto con vermut rosso, bitter Campari e gin. Buonissimo ma con un grande difetto: si chiama Negroni.

di Angelo Frigerio

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LUNEDÌ 15 GIUGNOCOLAO E LE FABBRICHETTE

MARTEDÌ 16 GIUGNOIL MINISTRO, ELISA E MONTALBANO

Da più parti si sente dire: “Grande è bello”, soprat-tutto in riferimento al nanismo dell’industria italiana. “Troppe le mini e micro imprese nel nostro paese”, leg-giamo sui quotidiani o vediamo nelle arene televisive. Con interventi di autorevoli maitre a penser, foraggiati dai grandi gruppi industriali, sempre pronti a divorare quelle aziende magari piccole ma ricche di creatività e professionalità. La realtà per fortuna è diversa. Il 60% dell’economia italiana è frutto del lavoro di imprese che hanno un fatturato che varia fra 200milla e due milioni di euro: sono le fabbrichette, come si dice in Brianza, composte dal padrone e da cinque, dieci dipenden-ti. Spesso fedelissimi, che vivono vicino all’azienda, a volte con cambi generazionali. Gente che lavora dal-la mattina alla sera, si impegna perché sa che il bene dell’azienda è anche il bene della propria famiglia. Sono quelli che hanno tenuto duro durante la crisi del 2008. I cui padroni hanno mantenuto, con tanti sacrifi-ci, i livelli occupazionali. Che sono ripartiti alla grande per poi arrendersi di fronte al Coronavirus. Ma che poi, appena finito il lockdown, hanno cominciato da subito a “battere il tondino”. Perché bisogna andare avanti e il Paese ha bisogno di noi. Un Paese ingrato. Non si parla di loro nel piano Colao, il libro dei sogni messo a punto dagli esperti chiamati dal Governo a proget-tare il futuro della nazione. Al contrario bisognerebbe aiutarli perché sono la spina dorsale della nostra eco-nomia. In che modo? Soldi, attraverso finanziamenti a medio-lungo termine, oppure a fondo perduto, soprat-tutto per partecipare a eventi internazionali; il sostegno all’innovazione tecnologica, di processo, di prodotto, di marketing. Ma soprattutto l’abolizione totale della burocrazia. Basta con questa piovra che avvinghia le imprese e li sbatte fuori mercato. Lavoriamo sulle au-tocertificazioni e poi bastoniamo chi fa il furbo. Questa la strada maestra per uscire da questa maledetta crisi. Vorranno percorrerla i nostri governanti?

Ieri il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha an-nunciato che la cassa integrazione verrà prolunga-ta di quattro settimane. Il solito palliativo, l’aspirina per curare il tumore della disoccupazione. Ancora una volta il Governo mostra di non comprendere la reale situazione che sta vivendo il nostro pae-se. I soldi della cassa integrazione in deroga non arrivano, chi può li anticipa ai suoi dipendenti, chi non può li ha già avvertiti: quando si interromperà il blocco, verranno licenziati. Una situazione dram-matica con all’orizzonte un autunno caldissimo con licenziamenti a catena, blocchi stradali, manifesta-zioni di studenti e lavoratori. Bene, in mezzo a tut-to questo c’è invece chi assume. E’ il nostro caso, penso unico nel mondo dell’editoria. Vale la pena raccontarla questa storia. Protagonista è Elisa che negli ultimi due anni di liceo è venuta da noi a fare uno stage curriculare. Ha aiutato in segreteria e sia-mo rimasti molto contenti del lavoro svolto. Finiti gli studi l’abbiamo richiamata e le abbiamo proposto uno stage di sei mesi. Una volta scaduti, l’assunzio-ne come apprendista. Ma per farlo occorre andare a Monza all’ufficio dell’impiego. Elisa ci è andata, le hanno fatto firmare una marea di carta, ma poi l’hanno rimandata indietro. Non funzionava il termi-nale: “Non può essere assunta. La chiamiamo noi. Dovrà ritornare qui per firmare altri documenti”. Sia-mo alla follia. Al posto di spianare la strada a chi assume si mettono vincoli e paletti di tutti i tipi. Ma non bastava un’autocertificazione e pronti partenza, via? E’ qui che bisogna incidere. Nei meccanismi in entrata e uscita dal lavoro. Che devono essere agili e flessibili. Per poter permettere al lavoratore e all’imprenditore di assumere e licenziare in funzione delle mutate condizioni del mercato. Questa la vera riforma. Il resto sono solo, come dice il commissario Montalbano: “Grandissime minchiate”.

MERCOLEDÌ 17 GIUGNOGLI CHEF PENSANO POSITIVO

Ieri si è svolta una tavola rotonda dal titolo “Pronti, par-tenza, via! – Chef stellati a confronto”. Organizzata dalla nostra rivista Luxury Food & Beverage, ha visto la presen-za di: Andrea Berton di Berton, Milano; Enrico Cerea di Da Vittorio, Busaporto in provincia di Bergamo; Giancar-lo Morelli del Pomiroeu di Seregno in provincia di Monza e Brianza; Antonio Santini di Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio in provincia di Mantova; Ciccio Sultano di Duo-mo a Ragusa e Romano Tamani de L’Ambasciata di Qui-stello in provincia di Mantova. Volevamo capire, dopo il terremoto Coronavirus, come la ristorazione ha riaperto, tra mille tentennamenti, paure e interrogativi sul futuro e sul suo stato di salute. Molte le domande che abbiamo rivolto agli chef: come è stato vissuto il lockdown coatto dei primi mesi di epidemia? Che strategie sono state messe in atto per sopravvivere? Qual è stato il bilancio economico com-plessivo? La riapertura è avvenuta con modalità positive e incoraggianti? Tutte domande a cui i nostri relatori, chef di chiara fama, hanno risposto senza reticenze. Abbia-mo così scoperto che tutti, tranne Sultano, hanno riaperto, seguendo le indicazioni del Governo in termini di sanifi-cazione dei locali e altro, sacrificando spesso stagisti e dipendenti con contratti a tempo determinato. Malgrado le difficoltà, una per tutti la mascherina obbligatoria per il per-sonale, n tutti c’è la voglia di ricominciare. Si respira un’aria di positività e ottimismo che fa ben sperare. Chiudere e sopravvivere è una sfida, ma riaprire può essere una sfida ancora più grande.

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Giugno 2020

10

di Federico Robbe

il caso

Conai: ma quanto mi costi?

L e aziende di diversi settori rilevano l’aumento con-sistente del contributo dovuto a Conai (Consorzio nazionale imballaggi) per la plastica non riciclabile. Una tassa che, nel 2020, è cresciuta del 48% rispet-

to all’anno scorso, per chi è in fascia C. Il contributo è infatti lievitato in un anno da 369 euro a 546 euro a tonnellata. Se poi andiamo a vedere le fasce contributive del 2018, rilevia-mo che per gli imballaggi non ancora riciclabili le aziende dovevano versare 228 euro a tonnellata.

Va meglio ovviamente per gli imballaggi in fascia A, ov-vero quelli selezionabili e riciclabili da circuito ‘Commer-cio&industria’: in questo caso la quota dovuta è scesa da 179 euro a tonnellata nel 2018, a 150 euro nel 2019. Quota confermata nel 2020.

Ma come vengono decise le fasce contributive? “Per moni-torare e aggiornare periodicamente l’elenco degli imballaggi agevolati”, leggiamo sul sito Conai, “il Consorzio ha istituito un apposito Comitato tecnico permanente di valutazione che, anche con il supporto di esperti di settore, propone allo stes-so Consiglio le eventuali modifiche alle liste delle categorie agevolate. Il Comitato è composto da quattro consiglieri Co-nai: due espressione dei produttori di imballaggi e due degli utilizzatori”. La ratio alla base delle scelte di Conai è chiara: incentivare l’utilizzo di imballaggi maggiormente riciclabili e convincere le imprese a intraprendere questa strada. Però c’è modo e modo di convincere. E non è detto che sfiancare le aziende aumentando le tasse sia la modalità migliore, so-prattutto in un periodo così delicato per l’industria. Come ci confida un importante produttore del settore agroalimentare: “Il balzello va ad aggiungersi a una serie di altri problemi connessi con l’emergenza sanitaria, che stiamo ancora af-frontando. Poi c’è anche l’incognita del contratto collettivo e altre spese che continuano a lievitare. Non possiamo certo scaricare i costi sul consumatore finale. Quindi vediamo i

margini comprimersi sempre più. Ma siamo certi che si può trovare una strada alternativa”.

Il contributo ‘extra’Ma non è finita qui. “A partire dal 1° gennaio 2018”, leg-

giamo sempre sul sito del Consorzio, “è stato introdotto il contributo ambientale Conai diversificato per gli imballaggi in plastica con la finalità di incentivare l’uso di quelli mag-giormente riciclabili e utilizzando la leva contributiva come strumento per promuovere la riduzione del loro impatto am-bientale”.

Sei mesi dopo, il Cda di Conai ha ritenuto opportuno “fare un passo avanti”, ossia diversificare il contributo per gli im-ballaggi poliaccoppiati. Si tratta di imballaggi primari a pre-valenza carta, accoppiati con plastica ed eventualmente allu-minio. In questa voce ci sono i cosiddetti cartoni per bevande (latte, succhi di frutta, ecc.) e le stesse tipologie di confezio-ni per altri prodotti alimentari (sughi, passate, legumi, ecc.).

“Il progetto di diversificazione è orientato allo sviluppo della raccolta e alla remunerazione di attività e investimenti per le operazioni di selezione e riciclo, attraverso l’applica-zione di un contributo aggiuntivo (extra) sulla specifica tipo-logia di imballaggio identificata”. Un contributo quantificato da un apposito gruppo di lavoro in 20 euro a tonnellata.

Così, riassumendo, a fronte di un contributo ambientale per gli imballaggi in carta pari a 20 euro a tonnellata, dal 1° gennaio 2019 arriva anche quello extra, pari sempre a 20 euro, per un totale di 40 a tonnellata. Questo fino al 2019. Ma nel 2020 ecco un altro incremento: il contributo base pas-sa a 35 euro, più l’extra di 20 euro fa un totale di 55 euro a tonnellata. Due domande a conclusione di questo articolo: perchè un aumento così elevato per i prodotti in Fascia C? Ma dove vanno a finire tutti i soldi che le aziende versano a Conai?

Il contributo al Consorzio nazionale imballaggi è passato da 369 euro nel 2019 a 546 euro a tonnellata nel 2020 per le confezioni in plastica (fascia C). Un aumento del 48%. Che si aggiunge alle tante difficoltà delle aziende in questo periodo.

Anno 2018• Fascia A – Imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito “Commercio & Industria”: 179 euro/t• Fascia B – Imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito “Domestico”: 208 euro/t• Fascia C – Imballaggi non ancora selezionabili/riciclabili allo stato delle tecnologie attuali: 228 euro/t.

Anno 2019• Fascia A – imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito “Commercio & Industria”: 150 euro/t• Fascia B1 – imballaggi da circuito “Domestico” con una filiera di sele-zione e riciclo efficace e consolidata: 208 euro/t• Fascia B2 – altri imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito “Domestico”: 263 euro/t• Fascia C – imballaggi non selezionabili/riciclabi-li allo stato delle tecnolo-gie attuali: 369 euro/t.

Anno 2020• Fascia A – Imballaggi con una filiera industria-le di selezione e riciclo efficace e consolidata, in prevalenza da circuito “Commercio & Industria”: 150 euro/t• Fascia B1 – Imballaggi con una filiera industria-le di selezione e riciclo efficace e consolidata, in prevalenza da circuito “Domestico”: 208 euro/t• Fascia B2 – Imballaggi con una filiera industriale di selezione e riciclo in fase di consolidamento e sviluppo – da circuito “Domestico” e/o “Com-mercio & Industria”: 436 euro/t• Fascia C – Imballaggi con attività sperimentali di selezione/riciclo in corso o non selezionabili/riciclabili allo stato delle tecnologie attuali: 546 euro/t

Fonte: Conai

CRONISTORIA DEL CONTRIBUTO PER LA PLASTICA

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primo pianoGiugno 2020 di Tommaso Farina

E così, anche il Prosecco ha trovato la sua vie en rose, come sulle note di Edith Piaf: il Prosecco Rosé, con l’annata 2020, sarà realtà. Un’ottima idea commerciale, se-

condo alcuni. La semplice sanatoria di una situa-zione preesistente, dicono altri. E altri ancora fan-no notare la mancanza di connotazione storica di un prodotto del genere. Come che sia, sarà il mer-cato a rendere ragione di questa nuova tipologia della Doc Prosecco (non sarà prevista nelle Docg).

Ma come rendere rosato un vino che nasce da un’uva, la glera, che più bianca non si può? Come avviene in tutti gli spumanti rosati, la soluzione è fare un uvaggio con un vitigno rosso. Nel caso del Prosecco Rosé Doc, la scelta è stata facile: il pinot nero, che è alla base di tanti grandi spumanti del mondo, sia charmat che a metodo classico. Dun-que, il colore salmonato o corallo del venturo Pro-secco Rosé sarà determinato da un “battesimo” di pinot nero in ragione del 10-15% dell’intero uvag-gio.

Basta con i falsiLa produzione di Prosecco Rosé, almeno quel-

la progettata per il debutto della tipologia, sarà di almeno 20 milioni di bottiglie. Tutti contenti? Sì e no. Come spesso è accaduto nell’ultimo decen-nio, il mondo del Prosecco si è rivelato tutt’altro che statico. Anzi, si è animato spesso di dibattiti niente affatto banali, e la nascita dello spumante rosato non fa eccezione. C’è chi saluta con posi-tività questa nuova creazione, come Giancarlo Moretti Polegato, patron del gruppo Villa Sandi, illustre produttore di Prosecco Doc e Docg: “È una bellissima novità, che ci permette di immettere sul mercato un vino che i nostri mercati esteri da tem-po ci chiedono. E in particolare i top storici, ossia Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania”. Già: ricor-diamo che gran parte del Prosecco prende strade che escono dai nostri confini. E addirittura, fuori dall’Italia qualcuno ha provato a parlare di Pro-

secco Rosé prima ancora che fosse possibile pro-durlo ed etichettarlo legalmente. Davide Bortone, nell’ormai lontano 2017, su vinialsupermercato.it portò alla luce alcuni casi di vendite ingannevo-li: su certi siti il vino Flor di Joe Bastianich, uno spumante rosato a base di glera e pinot nero, era spesso indicato come “Prosecco Rosé” (le virgo-lette sono d’obbligo). All’epoca, questa tipologia era ancora nel grembo di Giove. Tanto che Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc, in quei giorni commentava e stigmatizzava: “Tutti i tentativi di contraffazione rientrano tra i compor-tamenti lesivi della nostra denominazione e come tali vanno condannati. Quello denunciato non è un caso isolato: il ‘Prosecco Rosé’ rientra fra le tante segnalazioni che continuamente giungono in Con-sorzio. Solo nell’ultimo anno ne abbiamo intercet-tate oltre 500”.

E qui arriviamo al secondo punto: la sanato-ria de facto. In pratica, l’ideazione del Prosecco Rosé Doc fungerebbe, finalmente, da ombrello di ricaduta per i numerosi spumanti rosati da gle-ra e pinot nero che già si producono nella Marca trevigiana. Lo ammette anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intervistato da Re-pubblica: “Il Prosecco Rosé era una realtà per gli amanti del buon bere: basti pensare che in un re-cente sondaggio condotto negli Stati Uniti l’84% degli intervistati dice di conoscerlo. Oggi questa realtà può vantare anche il riconoscimento uffi-ciale”. È pertinentissima la chiosa del giornalista Francesco B. Fadda alle dichiarazioni di Zaia: “In buona sostanza, a voler leggere bene l’intento, la conferma della Doc di colore rosa non vuol essere un assecondare il mercato nelle sue richieste più astruse, ma più pragmaticamente altro non è che una risposta ferma per la regolamentazione di un mercato già esistente, innalzando la qualità grazie a un disciplinare”. Il pinot nero sembra comunque essere tradizionale in zona: le testimonianze di una sua presenza nel panorama ampelografico locale

risalirebbero a un catalogo dell’Esposizione Uni-versale di Vienna del 1873.

Pinot Nero o Raboso?Molti produttori e molti appassionati veneti si chie-

dono: perché il pinot nero e non il raboso, a dare il colore rosa? Il raboso è l’uva locale per eccellenza dalle parti del Piave, è tradizionale base di vini rossi e, in epoca recente, anche di svariati vini spumanti. Risponde Luca Giavi, direttore generale del Consor-zio Prosecco Doc: “È stato scelto il pinot nero perchè già coltivato dalla maggioranza dei nostri consorziati, ma sono già allo studio le caratteristiche del raboso come vitigno a bacca rossa da inserire nel nuovo di-sciplinare. Inserendolo subito avremmo solo discrimi-nato i produttori privi di questa uva”. Quindi c’è da aspettarsi qualche ulteriore novità, dopo i primi tempi.

Molto dura, tuttavia, la delegazione trevigiana della Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi). Già pessimista un paio d’anni orsono, la Fivi ha esplicita-to nuovamente un parere negativo sul Prosecco Rosé: “Poco importa se esista in qualche impolverato libro-ne il fatto che tra queste terre qualcuno avesse pian-tato qualche filare di Pinot Nero, non saranno certo quelle due righe a creare la storicità. C’è bisogno di un appiglio storico? Bene ma non è la nostra di storia. Rimaniamo nel nostro no”.

Tutto si può dire, tranne che manchi una materia di dibattito. Il verdetto uscirà solo quando potremo provare il vino. Appuntamento all’anno prossimo, col primo Prosecco Rosé Doc 2020.

Il Prosecco si tinge di rosaCon la vendemmia 2020, in arrivo 20 milioni di bottiglie del nuovissimo Rosé Doc. La sfida preminente è col mercato estero, ma non tutti sono soddisfatti della via intrapresa dalla denominazione.

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Giugno 2020

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di Tommaso Farina

l’evento

Il mondo business del vino italiano sen-za fiere si sentiva perduto. Dunque è con particolare entusiasmo che Veronafiere, lo scorso 22 giugno, ha presentato in an-

teprima streaming il nuovo evento wine2wine Exhibition. La rassegna sarà, di fatto, un nuovo format dell’ecosistema Vinitaly, ed è in pro-gramma a Veronafiere dal 22 al 24 novembre 2020, in contemporanea a wine2wine Business Forum. I due eventi prevedono dunque tre gior-nate al servizio delle aziende, rivolte ad un pub-blico b2b e b2c e con l’obiettivo sostenere il rilancio del mercato e del sistema-Italia, dopo la fase di lockdown e in vista della ripartenza della Fase 3.

La sintesi migliore di quello che sarà la nuova fiera l’ha data il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nel corso del breve videomessaggio che ha inviato alla presentazione: una fiera in cui rapporti umani e collegamenti digitali verranno implementati di pari passo.

La fiera per i tempi nuoviMa in sostanza, di che si tratterà? Nelle parole

di Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, e di Giovanni Mantovani, direttore generale, wine2wine Exhibition rappresenterà un proget-to inedito per far fronte a un tempo straordina-rio e con cui Veronafiere vuole dare una rispo-sta positiva alle esigenze dei produttori. Prima fra tutte, la necessità di riprendere il dialogo con la community del vino nazionale e interna-zionale: distributori, buyer, ristoratori, stampa specializzata, opinion leader e anche consuma-tori. Si tratterà dunque del primo grande even-to unitario rivolto al comparto vitivinicolo, che chiamerà a raccolta istituzioni pubbliche, regio-ni e consorzi, in collaborazione con ministero delle Politiche agricole, ministero degli Esteri e Ice-Agenzia, impegnata insieme a Veronafie-re nell’attività di incoming dei buyer stranieri. Carlo Maria Ferro, che di Ice-Agenzia è presi-dente, ha evidenziato di persona l’importanza di una simile rassegna: “Wine2wine Exhibition è il primo evento che ‘mette a terra’ due nostre intuizioni per favorire la ripresa: elevare la mi-ni-fiera a evento internazionale, con il nostro contributo di 300 operatori esteri, e combinarla con tecnologie digitali in eventi ibridi. E’ parte del nostro progetto Fiera Smart 365: senza to-gliere centralità all’evento fisico, la manifesta-zione, grazie al digitale e a un continuo network di relazioni e scambi qualificati, potrà vivere 365 giorni all’anno. Il vino è tra i nostri prodot-ti quello che più di altri caratterizza l’eccellen-za cultura-territorio-prodotto del made in Italy, per questo con Veronafiere abbiamo messo tutte le risorse a sistema per promuovere il vino ita-liano in tutto il mondo”.

Un occhio all’internazionalizzazioneWine2wine Exhibition è stata sviluppata se-

condo i protocolli di sicurezza #safebusiness, concordati dai maggiori operatori fieristici ita-liani e dalle autorità sanitarie. L’attenzione al digitale vedrà la messa in campo degli ultimi

strumenti per permettere all’intera comunità internazionale di buyer di partecipare online a incontri b2b virtuali, masterclass e degustazioni guidate. L’evento vedrà domenica 22 novembre l’ingresso ai wine lover e la possibilità di ven-dita diretta al consumatore, mentre le altre due giornate, come da copione, saranno dedicate agli operatori del settore. Tre i padiglioni di Ve-ronafiere coinvolti: il 9, il 10 e il 12, con l’ac-cesso dalla nuova porta Re Teodorico, su viale dell’Industria. La logica espositiva pensata è quella del “walk around tasting”, con un per-corso per aree tematiche e geografiche con cui raccontare le denominazioni e le tipologie del vino italiano. A queste si aggiungono aree espo-sitive caratteristiche che raccolgono spirits, vini rosati, special wine e vini internazionali. Punto di forza di wine2wine Exhibition è anche essere un appuntamento cucito a misura delle necessità delle imprese vitivinicole, con tariffe di parteci-pazione personalizzate, massimo ritorno econo-mico dell’investimento e minimo impegno orga-nizzativo e logistico per le aziende espositrici, reduci dalle fatiche dalla vendemmia, grazie a stand e servizi chiavi-in-mano. In fiera, la ras-segna sarà strettamente legata ai ben conosciuti e apprezzati momenti di formazione e networ-king di wine2wine Business Forum (23-24 no-vembre) e con la presentazione dei 100 migliori vini italiani di OperaWine, selezionati da Wine Spectator (21 novembre). Inoltre, si esplorano nuove opportunità e sinergie nell’agroalimenta-re con la contemporaneità di B/Open, la manife-stazione b2b di Veronafiere sul food biologico certificato e sul natural self-care che debutta il 23 e 24 novembre nel padiglione 11.

L’importanza per le impreseCome ricorda Maurizio Danese, era necessa-

ria una ripresa dell’attività fieristica, a cui le piccole imprese debbono molto: “Le fiere in ge-nerale, e Veronafiere in particolare, sono uno strumento di politica industriale fondamentale nella promozione dell’export per il 75% delle piccole e medie imprese europee, con un ritor-no di 1 a 10 sugli investimenti per chi vi par-tecipa. In questo scenario, wine2wine Exhibi-tion coniuga gli indirizzi definiti dal Patto per l’export con le esigenze di nuove iniziative che sappiano valorizzare al massimo le potenzialità della presenza fisica con quelle degli strumenti digitali”. Il riferimento è al Patto per l’export firmato alla Farnesina lo scorso 8 giugno, che coinvolgerà in modo particolare il settore agro-alimentare. Giovanni Mantovani ha dato invece qualche anticipazione sui processi digitali che sono stati pensati per il futuro: “Veronafiere ha già attivato una importante campagna caratte-rizzata da contenuti e relazioni, oltre che un ca-lendario di webinar professionali che consenti-ranno alle aziende italiane di dialogare con i più importanti operatori e buyer dei diversi mercati, molti dei quali saranno poi presenti a Verona”. La digitalizzazione, dunque, sarà uno strumento che consentirà un’internazionalizzazione degli eventi che porterà grandi benefici alle imprese coinvolte negli anni a venire.

Wine2wine Exhibition, il vino riparte da quiIl prossimo novembre debutta la prima fiera a vasta componente digitale, col contributo di 300 operatori esteri. Le anticipazioni di Veronafiere-

Da sinistra: Maurizio Danese e Giovanni Mantovani

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di Federico Robbe

Paolo Voltini

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Giugno 2020

il fatto

Voltini o volpini?Il numero uno di Coldiretti Lombardia non potrà svolgere l’attività imprenditoriale per 12 mesi. Per il Gip: “Esiste il pericolo che possa esercitare la propria forza intimidatoria…”.

D ipendenti minac-ciati, licenziati senza motivo o costretti alle di-

missioni. Con l’aggravante di aver cercato di depistare le indagini. Finisce nell’occhio del ciclone Paolo Voltini, 47enne presidente di Coldi-retti Lombardia e titolare di un’azienda che produce po-modoro. Tanto da indurre il Gip di Cremona a impor-re pesanti misure cautelari. Voltini non potrà esercitare l’attività imprenditoriale per 12 mesi, e questo vale anche per la presidenza di Coldiretti Lombardia e del Consorzio agrario di Cremo-na. La sua avventura a capo della potente associazione regionale, da cui proviene anche l’attuale presidente nazionale Ettore Prandini, subisce così un brusco stop dopo appena un anno.

La denunciaMa andiamo con ordine.

I fatti risalgono al 2015. Le indagini, però, sono iniziate solo quattro anni dopo, a se-guito della denuncia presen-tata da un ex dipendente del Consorzio agrario di Cremo-na. Da allora è stato raccolto un gran numero di testimo-nianze, verbali e intercetta-zioni telefoniche. Tutto ma-teriale a senso unico.

A scoperchiare il vaso di Pandora è stato Ersilio Co-lombo, dipendente del Con-sorzio agrario che ha raccon-tato ai Carabinieri di essere stato minacciato da Voltini, come scrive CremonaOg-gi. Il presidente lo avrebbe accusato di “aver provoca-to un danno al Consorzio di 800mila euro sventolan-

do una cartellina blu nella quale c’erano i documenti comprovanti il buco”. L’ac-cusa era tutta da dimostrare, e quei documenti non si sa che fine abbiano fatto e dove siano. Ma intanto Colombo viene zittito, messo all’an-golo e costretto a presentare le dimissioni. Perfino sotto la dettatura del responsabile del personale, Tullio Sore-garoli. Su di lui e su Vol-tini pende ora l’accusa di estorsione aggravata, dovuta all’abuso di potere esercitato nei confronti di Colombo.

Questa versione dei fatti è confermata dall’ex diret-tore generale del Consorzio agrario, Paolo Nolli. Per lui le cose non finiscono con le dimissioni, ma con una tran-sazione. Nolli dichiara però di “aver dovuto accettare, consapevole che era prefe-ribile non avere contenziosi legali con Coldiretti”.

Nella lista dei dipendenti finiti sotto le forche caudine di Voltini c’è anche Marco Cangiati, responsabile servi-zi generali e comunicazione del Consorzio. Racconta di essere stato preso di mira e di essersi trovato di fronte a un improvviso foglio di li-cenziamento. Che si rifiuta di firmare. Viene poi solle-vato dall’incarico Giovanni Terni, addetto alle vendite delle macchine agricole. An-che lui non firma la lettera di dimissioni, dato che manca-vano solo sei mesi alla pen-sione. E allora Voltini pensa bene di fargli recapitare la lettera direttamente a casa.

Il depistaggioAd aggravare la posizione

del presidente di Coldiretti

Lombardia sarebbero i di-versi tentativi di condizio-nare le indagini: da quanto si apprende, avrebbe istrui-to la sua segretaria affinché fornisse ai Pm una versione precostituita dei fatti. Of-frendole pure assistenza le-gale.

Un modus operandi spre-giudicato, più da “volpini” che da Voltini. E che ha in-dotto il Gip a mettere nero su bianco un giudizio pesan-

tissimo, a corredo dell’in-terdizione dall’attività im-prenditoriale. Come si legge nelle carte dell’inchiesta, il provvedimento deriva dal “fondato pericolo che Volti-ni – se non interdetto anche dall’esercizio della presi-denza di Coldiretti – possa esercitare la propria forza intimidatoria nei confronti di dipendenti del Consorzio, proprio avvalendosi della carica e dei poteri che gli

derivano dalla presidenza di tale associazione”. Intanto, tramite uno scarno comu-nicato del Consorzio datato 19 maggio, Voltini fa sapere di essere a disposizione del Pubblico ministero e del Tri-bunale, “nutrendo da sempre piena fiducia nel lavoro del-la magistratura, confortato dalla consapevolezza di aver agito nel rispetto delle leggi e nell’interesse del Consor-zio agrario di Cremona”.

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Giugno 2020

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di Tommaso Farina

zoom

Non solo Conegliano e Val-dobbiadene: tra i Prosec-co che beneficiano della Denominazione d’origine

Controllata e Garantita c’è anche l’Asolo Prosecco Docg. E sui colli asolani non vogliono stare indietro rispetto ai più famosi cugini: il Con-sorzio Asolo Prosecco, per il futuro e dopo l’ecatombe del Coronavirus, ha approntato una specifica strategia per affrontare le sfide del mercato, che comunque vengono approcciate coi migliori auspici, stante il grande successo che i vini più o meno friz-zanti a base di uva glera stanno ri-scontrando negli ultimi anni.

I numeri parlano chiaro. A fron-te di un 2019 che per il Coneglia-no-Valdobbiadene si è rivelato es-sere l’annata migliore della storia commerciale, l’Asolo non sta certo a guardare: i dati parlano di oltre 17 milioni di bottiglie prodotte per quell’anno, a cui si aggiunge l’ele-mento confortante di un’ulteriore crescita a doppia cifra nel primo quadrimestre 2020 (+22% rispetto da aprile dell’anno scorso). Sulla scorta di una situazione del genere, la stra-tegia dei produttori di Asolo Prosec-co, la più piccola delle tre denomi-nazioni del panorama del Prosecco, è ben delineata: quella di proporsi come una sorta di cru delle bollici-ne venete. Per farlo, al Consorzio hanno pensato di focalizzare le ri-sorse a mettere sempre più in luce, sia nei vini che nella comunicazione, il fortissimo legame fra la tradizione locale del Prosecco e le colline del territorio di Asolo (in provincia di Treviso) e dei paesi vicini.

Un’indagine tra i consumatoriIl Consorzio dell’Asolo Prosecco

lo scorso anno ha commissionato

un’indagine Bva Doxa su una platea di consumatori italiani di vini friz-zanti e spumanti. Gli esiti si sono rivelati oltremodo interessanti: se-condo il sondaggio, il nome di Aso-lo si rivela essere conosciuto da tre quarti degli intervistati (il 74%). Un quarto (il 26%) ha già visitato la cit-tadina di Asolo, tra l’altro ufficial-mente candidata nel 2020 a Patrimo-nio Mondiale dell’Umanità Unesco, mentre solo il 43% del campione sa che sulle colline asolane si produ-ce Prosecco. Che il connubio tra il nome di Asolo e quello del Prosecco sia inscindibile lo attesta un ulterio-re dato dell’indagine: quello che di-mostra che il 32% dei consumatori non sarebbe più disposto a conside-rare la denominazione tra le scelte d’acquisto se il nome Asolo apparis-se privo della specificazione Prosec-co, mentre solo il 22% lo berrebbe ugualmente. Al contrario, addirit-tura l’84% del campione interroga-to è disponibile a bere un vino che si chiami Asolo Prosecco. Il nome Prosecco, dunque, è un volano com-merciale tuttora irresistibile per la denominazione, ed esercita un forte richiamo su tutti i consumatori, ita-liani e soprattutto stranieri (l’export è del 60% sul totale), che da sempre amano particolarmente le bollicine venete a metodo charmat, premian-dole con un successo di vendite che ha raggiunto livelli di tutto rispetto.

Un vino radicato nel territorioDal canto loro, i consumatori più

attenti alla qualità badano sempre più all’identità territoriale dei pro-dotti. Un prodotto come l’Asolo Prosecco, fin dal nome, mostra una grande identificazione con un ter-ritorio circoscritto e riconoscibile. Dunque, l’idea della collina di Aso-

lo come cru d’eccellenza del mondo Prosecco (si parla di 2600 ettari vita-ti, di cui 2000 solo ad Asolo) aveva parecchie ragioni per essere perse-guita con successo, fin dal ricono-scimento della Docg nel 2009. Per rafforzare il senso di appartenenza al territorio di Asolo, il Consorzio si è dotato di una nuova immagine coordinata, ideata dallo studio ve-ronese Paffi. Nel marchio della de-nominazione sono rappresentate la Rocca, da sempre simbolo del borgo di Asolo, e i profili delle colline su cui nasce l’Asolo Prosecco, mentre i colori riprendono quelli dorati del vino e delle facciate delle antiche dimore del centro storico di Asolo, già avamposto della Repubblica di Venezia. Fu proprio in quell’epoca, quella della Serenissima, che la col-tivazione dell’uva glera cominciò a

caratterizzare il panorama agricolo di tutta la zona.

Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio Asolo Prosecco, spiega volentieri l’importanza dell’indagi-ne conoscitiva da lui bandita: “I dati della ricerca confermano che acco-stare la parola Prosecco al nome di Asolo rafforza l’identità territoriale della denominazione, già fortemen-te radicata. L’Asolo Prosecco infatti è piena espressione del territorio, è cultura, è storia. In quest’ottica ab-biamo creato anche un nuovo payoff, ‘È tutta un’altra Storia’, che mira a sottolineare il legame delle bollicine con la città che dona loro il nome e con il suo inestimabile valore cultu-rale”. Ora, resterà da vedere l’impat-to del mercato dopo mesi neri dell’e-pidemia virale. Tutti comunque sono altamente fiduciosi.

Asolo, tutta un’altra storiaLa Docg del Prosecco asolano, 17 milioni di bottiglie prodotte nel 2019, presenta il suo piano strategico per il futuro. La chiave è l’identificazione col territorio, visto come un vero e proprio cru.

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guida buyerGiugno 2020 a cura di Tommaso Farina e Federica Bartesaghi

Sono parecchi gli autori e gli esperti che considerano quella degli spumanti come la più grande espressio-ne vinicola che un enologo possa conseguire col suo lavoro. Il processo della cosiddetta “presa di spu-

ma”, inaugurato in grande stile secoli fa in Francia grazie (dicono leggende più o meno fondate) alle scoperte dell’a-bate benedettino Dom Pierre Pérignon, suscita sempre un senso di sfida negli enotecnici, e di ammirazione nei clienti.

Da noi, ormai, più che di spumanti (termine comunque a norma di legge) si preferisce usare la parola “bollicine”, ele-gante, vezzosa e frizzantina come i vini di cui ben descri-ve lo spirito. Comunque, si fa presto a dire bollicine: come sono fatte? I filoni sono due. Quello più antico e prestigioso, è rappresentato dalla spumantizzazione a metodo classico o metodo tradizionale. E’ la modalità produttiva che ha reso grande lo spumante più bevuto del mondo, lo Champagne: per questo si chiama méthode champenoise. La spumantiz-zazione, in questo caso, avviene in bottiglia, con addizione di lieviti, rotazioni e scuotimenti delle bottiglie, pazienti at-tese nel buio delle cantine, stappature finali alla volée. In Italia, a combattere contro la corazzata Champagne, abbia-mo denominazioni che hanno nel metodo classico la loro bandiera: Franciacorta, Trento, Oltrepò Pavese (che ha, tra l’altro, una delle più vaste estensioni europee vitate a pinot nero, il più illustre dei vitigni per basi spumanti), Alta Lan-ga. Poi, ci sono i molteplici brut ed extrabrut di fantasia, nati dalla passione e dall’intuizione di produttori bravi.

L’altro grande mondo della spumantistica, anzi mag-gioritario per quantitativi prodotti, è quello rappre-sentato dalla presa di spuma in autoclave, col metodo cosiddetto Charmat oppure Martinotti. Con questo si-stema, per dirne una, si ricavano quasi tutti gli spu-manti che portano la parola Prosecco in etichetta: Val-dobbiadene, Conegliano e i Colli Asolani hanno trovato nel metodo Martinotti la pietra filosofale, e il resto è avvenuto anche nelle più recenti denominazioni a base di uva glera.

Come che sia, per lunghi lustri, e in parte anche oggi, il consumo degli spumanti e delle bollicine vedeva una forte impennata a Natale e alle feste di fine anno. Da un po’ di tempo, col diffondersi di una maggior cultura del vino, gli spumanti si sono parzialmente affrancati dalla collocazio-ne nei brindisi di fine pasto, per spaziare con la loro ver-satilità dall’aperitivo (un bell’extrabrut, o un Prosecco), a un primo piatto (un blanc de blancs da uve chardonnay), a un secondo addirittura di carne (un metodo classico rosé 100% pinot noir: le bollicine rosate hanno una lunga e affascinante tradizione, a cominciare dallo Champagne) per finire col dessert (un Asti spumante, rigorosamente dolce anch’esso). Al giorno d’oggi, spumanti e bollicine, charmat e classiche, per il cliente rappresentano momenti di festa, di freschezza, di evasione, e come tali sono ricer-cate in qualunque periodo dell’anno. Anche d’estate, per un brindisi in barca.

Speciale bollicine

segue

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guida buyer - speciale bollicine

Il Brutto Asolo Prosecco Superiore Docg Sui LievitiVitigniGlera 100%Zona di produzione Asolo.Gradazione alcolica11% vol.VinificazioneDopo la raccolta Il Brutto viene lasciato riposare per almeno sei mesi in tini di acciaio, per poi es-sere imbottigliato per la presa di spuma. Dopo almeno 90 giorni entra in commercio, senza sboccatura. Descrizione e principali note organolettiche Il Brutto è un vino con bassi tenori di solfiti e bassa quantità di zuccheri residui, per questo è classificato ‘brut nature’. Presenta note aromati-che primarie di fiori e frutta, un gusto morbido e avvolgente per la presenza dei lieviti ben amal-gamati, con le caratteristiche sapide e minerali tipiche dei terreni di Asolo. Nel tempo gli aromi primari lasceranno spazio a note più evolute, do-nando maggiore complessità. N. bottiglie prodotte7.200Formato0,75 lt

Santa Cristina Brut Metodo ClassicoVitigniChardonnay, Pinot Nero e una piccola quantità di Pinot Bianco.Zona di produzione Toscana.Gradazione alcolica (%)12,5% vol.VinificazioneLa prima fermentazione alcolica ha avuto luogo in serbatoi di acciaio inox. Alla fine dell’inverno il vino ha completato la seconda fermentazione in bottiglia a temperatura controllata e, successi-vamente, ha riposato sui propri lieviti. Le bottiglie sono state trasferite nelle tradizionali ‘pupitres’ dove sono avvenute le operazioni di ‘remuage’, durate circa tre settimane. Descrizione e principali note organolettiche Santa Cristina Spumante si presenta di colore giallo con riflessi dorati. La spuma è abbondante con perlage fine e persistente. Al naso è intenso, con note di mela, pesca bianca, sentori di crosta di pane e lieviti. Al palato si caratterizza per una spiccata armonia e per la tipica vivacità del Brut. Le note di frutti maturi conferiscono ampiezza ed equilibrio.N. bottiglie prodotteN/AFormato (Lt)0,75 - confezione astucciata singola - 1,5 lt

Ribolla Gialla Spumante Extra Brut Friuli DocVitigniRibolla Gialla 100%Zona di produzione Friuli Doc.Gradazione alcolica12,5% vol.VinificazioneMetodo Charmat o Martinotti. Dopo la secon-da fermentazione (a temperatura controllata tra i 16°C e i 18°C), il vino rimane almeno tre mesi in autoclave, durante i quali si arricchisce di so-stanze e profumi rilasciati dalla lisi dei lieviti.Descrizione e principali note organolettiche Colore giallo paglierino con perlage fine. Al naso è intenso, fresco e agrumato, con note di salvia fiori bianchi, pera e mela renetta. Al palato si distingue per la cremosità del perlage e la sa-pidità, aromi di pesca bianca, melone, agrumi e sambuco.N. bottiglie prodotte107milaFormato0,75 - 1,5 lt

Casa Bottega Moscato VitigniMoscatoZona di produzioneVeneto.Gradazione alcolica6,5% vol.VinificazioneLe uve, raccolte generalmente all’inizio di set-tembre, vengono portate in cantina dove si pro-cede alla vinificazione in bianco con diraspatura e pressatura soffice. Questo vino è caratteriz-zato da una modesta gradazione alcolica e da un residuo zuccherino importante, parametri che si ottengono arrestando la fermentazione al momento opportuno per mezzo di un drastico abbassamento della temperatura a -4/-5 °C. Al termine del processo di spumantizzazione con metodo Martinotti, il vino viene stabilizzato a fred-do, filtrato e imbottigliato.Note organoletticheIntenso, floreale, fruttato, fragrante con sentori di rosa, di pesca gialla, pera, frutta esotica e note di salvia nel finale. Bottiglie prodotteN/AFormato0,75 lt

MONTELVINIwww.montelvini.it

SANTA CRISTINA www.santacristina.wine

TENIMENTI CIVA SOC. AGR. www.tenimenticiva.com

BOTTEGA www.bottegaspa.com

TOSO www.toso.it

BACIO DELLA LUNA www.baciodellaluna.it

Saruné, Asti Secco Docg senza solfiti aggiuntiVitigni100% Moscato BiancoZona di produzione Piemonte.Gradazione alcolica11% vol.VinificazioneSolo il mosto fiore dell’uva Moscato Bianco, rac-colta a mano, viene illimpidito e messo a fermenta-re in autoclave con l’impiego dei lieviti selezionati a temperatura controllata. Seguendo il metodo Charmat, termina la fermentazione trasformandosi in un fragrante Asti secco spumante.Descrizione e principali note organolettiche Fresco, aromatico e fragrante, l’Asti secco docg Sarunè senza solfiti aggiunti nasce da uno scru-poloso lavoro in vigna, che ha permesso di rac-cogliere un’uva Moscato Bianco con il giusto grado di maturazione e un’eccellente sanità. Di colore giallo paglierino brillante, ha perlage fine e persistente. Il profumo è aromatico, con note di agrumi e sentori di fiori di sambuco. In bocca è secco, morbido ed equilibrato, con un finale lungo e sapido.N. bottiglie prodotte13milaFormato0,75 lt

Bacio della Luna Prosecco Superiore Docg Millesimato Extra BrutVitigni (%)Glera 100%Zona di produzioneConegliano, Valdobbiadene areaGradazione alcolica (%)11% vol.VinificazioneLe uve vengono raccolte manualmente sui cri-nali delle colline di Valdobbiadene. Vengono poi pressate in modo soffice per ottenere un mosto illimpidito mediante operazioni di refrigerazione. Segue la fermentazione del mosto in vasche d’acciaio termo condizionate per il controllo della temperatura (16°-18°C). A fermentazione conclu-sa, si avviano le fasi di stabilizzazione e spuman-tizzazione con il metodo Charmat.Descrizione e principali note organoletticheSpumante raffinato ed equilibrato, dal colore gial-lo paglierino brillante e dal perlage finissimo. Si caratterizza per un delicato profumo di acacia e glicine con note fragranti di pera e pesca.N. bottiglie prodotte50milaFormato0,75 lt

Asolo Prosecco Spumante Docg Extra Dry Millesimato Biodiversity Friend, La GioiosaVitigniGleraZona di produzione Tenuta aziendale nel territorio della Docg Asolo col-tivata secondo i rigorosi parametri previsti dalla cer-tificazione Biodiversity Friend, al fine di preservare la biodiversità animale e vegetale nell’ambiente agricolo.Gradazione alcolica (%)11% vol.VinificazioneDopo spremitura soffice delle uve intere il mosto viene collocato nei serbatoi a temperatura control-lata, dove rimane fino al suo utilizzo per la produ-zione dello spumante. La conservazione del mo-sto come base per la spumantizzazione permette di mantenere stabili le caratteristiche organoletti-che del prodotto. Viene realizzato anche nella ver-sione frizzante con residuo zuccherino più basso.Descrizione e principali note organolettiche Colore giallo paglierino scarico, perlage fine e persistente. Bouquet intensamente. Piacevole ed elegante la nota floreale. Al gusto è fresco, leg-germente abboccato, morbido su fondo sapido con finale piacevolmente fruttato e armonico.N. bottiglie prodotte150mila nella versione Spumante e 190mila nella versione FrizzanteFormato0,75 lt

VILLA SANDI - LA GIOIOSA www.lagioiosa.it

Sior Sandro - Prosecco Doc Extra DryVitigni100% GleraZona di produzione Area Prosecco Doc.Gradazione alcolica11% vol.VinificazioneDopo la vendemmia, le uve vengono pigiate e sottoposte a pressatura soffice. Ottenuto il mo-sto, viene fatto fermentare in serbatoi d’acciaio a temperatura controllata, per preservare gli aromi delicati dell’uva di partenza. Terminata la fermen-tazione alcolica, il vino viene posto in autoclave dove, grazie all’azione di lieviti selezionati, si procede alla fase di presa di spuma. Il ciclo di spumantizzazione si protrae per circa 60 giorni.Descrizione e principali note organolettiche Alla vista, colore giallo paglierino scarico con ri-flessi verdognoli, con un perlage fine e persisten-te. Al naso propone freschi aromi floreali e una nota piacevolmente fruttata in cui si riconoscono richiami alla mela e alla pera. In bocca freschezza e aromaticità sono sostenute da una buona trama minerale a cui si sommano sentori fruttati delicati.N. bottiglie prodotte350milaFormato (Lt)0,75 - 1,5 lt

VINEYARDS V8+ www.ottopiuvineyards.it

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Bellussi Prosecco Docg Extra DryVitigniGlera 100%Zona di produzione Valdobbiadene.Gradazione alcolica11% vol.VinificazioneSpumantizzato in autoclave secondo il metodo Charmat.Descrizione e principali note organolettiche Vino bianco Spumante ottenuto da uve Glera. L’espressione massima del Prosecco Spumante, dove l’armonica ed elegante struttura si accom-pagna a un delicato profumo.N. bottiglie prodotte50milaFormato0,75 - 1,5 lt

‘Eris’ Spergola Spumante BrutVitigniSpergola dei colli di Scandiano e Canossa DocZona di produzione Reggio Emilia.Gradazione alcolica11,5 % vol.VinificazioneCharmat-Martinotti lungo.Descrizione e principali note organolettiche Vivace e fresco, si distingue per le spiccate note di fiori bianchi e alcuni sentori di mela verde.N. bottiglie prodotte6milaFormato0,75 lt

BELLUSSI SPUMANTI www.bellussi.com

CA’ DE’ MEDICI www.cademedici.it

VITICOLTORI PONTE www.ponte1948.it

BORTOLOMIOL www.bortolomiol.com

‘Portego Scuro’ Prosecco Do Treviso Extra DryVitigniGlera 100%Zona di produzione Area del Piave, provincia di Treviso.Gradazione alcolica11% vol.VinificazioneUve pressate a freddo e mosti fermentati a temperatura controllata.Descrizione e principali note organolettiche Colore giallo paglierino, dal perlage fine e persistente. Profumo fresco ed elegante, spiccatamente fruttato. Sapido e persistente, piacevolmente brioso con alcolicità moderata.N. bottiglie prodotte80milaFormato0,75 lt

‘B-Bortolomiol’ Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra DryVitigniGlera 100%Zona di produzione Denominazione Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg.Gradazione alcolica11,5% vol.VinificazioneMetodo Charmat. Pressatura soffice.Descrizione e principali note organolettiche Perlage fine e persistente, bouquet delicato, fruttato e aromatico, sapore fresco, armonico e vellutato.N. bottiglie prodotte300milaFormato0,75 lt

Mionetto Sergio MO White EditionVitigniBlend di uve biancheZona di produzioneZone a vocazione spumantistica in Veneto e Trentino.Gradazione alcolica11% vol.VinificazioneCuvée Extra Dry ottenuta da una vinificazione in bianco, alla quale segue la spumantizzazione con il metodo Charmat.Descrizione e principali note organolettiche Colore giallo paglierino delicato, profumo caratteri-stico di piccoli fiori bianchi, miele e mele selvatiche. Sapore asciutto e snello dal giusto grado di acidità. Corposità moderata, perlage sottile e intenso.Formato0,75 lt

MIONETTO www.mionetto.com

Prosecco Doc Treviso Extra DryVitigniGleraZona di produzioneProvincia di Treviso.Gradazione alcolica11% vol.VinificazioneUve raccolte al giusto grado di maturazione e pressate a freddo. Mosti fermentati a tem-peratura controllata.Descrizione e principali note organoletticheColore giallo paglierino brillante. Immediati sentori fruttati, in particolare di mela, si completano con note agrumate. Al palato moderatamente alcolico, brioso e leggero.N. bottiglie prodotte72milaFormato0,75 lt

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Maschio Prosecco Doc Treviso Extra Dry VitigniGlera (85%), vitigni complementari ammessi dal disciplinare (15%).Zona di produzione Vigneti del Trevigiano.Gradazione alcolica11% vol.VinificazionePer la produzione del Prosecco Doc Treviso si utilizzano le basi della zona ‘storica’ della deno-minazione, che rappresenta il meglio del vasto territorio interessato alla coltivazione di uve Gle-ra. La cantina ottiene gli spumanti e il Prosecco Doc Treviso direttamente dal mosto sottoposto a presa di spuma con lieviti selezionati per la du-rata di un mese a temperatura controllata di 12-15°C. La presa di spuma viene interrotta abbas-sando la temperatura dell’autoclave per garantire il livello zuccherino residuo desiderato.Descrizione e principali note organolettiche Di colore giallo paglierino chiaro, si distingue per il perlage finissimo e la spuma vivace. Il profumo è pronunciato di frutta candita e fiori dolci. Il gusto è morbido e fruttato, con retrogusto aromatico. N. bottiglie prodotte3.500.000 (2019)Formato0,75 - 1,5 lt

Pignoletto Dop - Modena Spumante Brut - In-Purezza VitigniGrechetto Gentile 100%Zona di produzione Comuni di Nonantola, Castelfranco, Bologna.Gradazione alcolica11,5% vol.VinificazioneVinificazione in bianco, senza macerazione sulle bucce; pulizia del mosto e fermentazione a tem-peratura controllata con lieviti selezionati. Rifer-mentazione per presa di spuma. Descrizione e principali note organolettiche Vino spumante con profumo fresco ed aromati-co; presenta un sapore tipico dell’uva pignoletto con delicato sentore di lievito. Colore bianco pa-glierino. Spuma fine e persistente. N. bottiglie prodotte50milaFormato0,75 lt

Righi - Pignoletto Doc Spumante BrutVitigniGrechetto Gentile 85%, vitigni complementari ammessi dal disciplinare 15%Zona di produzione Vigneti di Modena e Bologna.Gradazione alcolica11,5% vol.VinificazioneLe uve Grechetto Gentile sono sottoposte a vinifica-zione in bianco, con macerazione delle vinacce a 10°C per 12 ore e successiva pressatura soffice. Il mosto è fermentato a bassa temperatura (18-20°C) con lieviti selezionati. Il vino nuovo viene stocca-to e utilizzato per i cicli di spumantizzazione attuati con metodo Charmat: la cuvée, in fase di presa di spuma in autoclave, viene posta in rifermentazione a bassa temperatura (12°C) con lieviti selezionati. Segue la maturazione sulle fecce fini per circa 30 giorni in continua agitazione. L’elaborazione pro-segue per altri 60 giorni. Previa stabilizzazione, lo spumante viene imbottigliato in via isobarica.Descrizione e principali note organolettiche Si presenta con una bella spuma che si mangia ra-pidamente nel bicchiere lasciando un perlage molto fine e persistente. Il colore è giallo paglierino scarico e il bouquet intenso, elegante e floreale, con note di frutta.N. bottiglie prodotte220mila (2019)Formato0.75 lt

Lunare - Prosecco Doc Spumante Extra DryVitigniGlera 100%Zona di produzione Veneto.Gradazione alcolica11,5% vol.VinificazioneVinificazione in bianco. La prima fermentazione avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata, con aggiunta di lieviti selezionati. La presa di spuma avviene a basse temperature in autoclave.Descrizione e principali note organolettiche Perlage fine e persistente. Colore giallo chiaro paglierino. Aroma intenso, fruttato, con un ricco sentore di mela, limone e pompelmo e un pro-fumo di glicine in fiore e fiori di acacia. Ha una piacevole acidità e un sapore fresco dal gusto armonioso.N. bottiglie prodotte20milaFormato0,75 lt

CANTINE MASCHIO www.cantinemaschio.com

CANTINA DI CAPRI E SORBARA www.cantinadicarpiesorbara.it

CANTINE RIUNITE & CIV www.vinirighi.com

UGGIANOwww.uggiano.it

Müller Thurgau Spumante Vigneti delle Dolomiti Igt metodo CharmatVitigniMüller Thurgau 100%Zona di produzione Val di Cembra, Valle di Cavedine, Altopiano di Brentonico in Trentino. Gradazione alcolica11,50% vol.VinificazioneLa vendemmia viene effettuata manualmente. La pigiatura soffice con breve macerazione a fred-do a contatto delle bucce. Vinificazione in bianco a temperatura controllata. Dopo breve periodo di stabilizzazione, la presa di spuma avviene in grande recipiente, con successivo affinamento.Descrizione e principali note organolettiche Spuma persistente con perlage a grana minuta, colore paglierino scarico con evidenti sfumature verdoline. Profumo delicato, leggermente aro-matico con sottofondo fruttato. Sapore morbido, piacevolmente fresco, elegante e di ottimo carat-tere.N. bottiglie prodotteN/AFormato0,20 - 0,75 -1,5 - 3 lt

Cesarini Sforza - Le Premier, Trento DocVitigniChardonnay 100%Zona di produzione Collina della Trento DocGradazione alcolica12,5% vol.VinificazioneRaccolta manuale nella prima decade di settem-bre. Pressatura soffice delle uve intere, decan-tazione statica dei mosti e fermentazione a tem-peratura controllata in serbatoi di acciaio inox. Affinamento sulle lisi per sei mesi circa.Descrizione e principali note organolettiche Nasce dalle uve Chardonnay coltivate nei vigneti vocati del Trentino, in quell’area geograficamen-te delimitata che definisce la Trento Doc. Il meto-do Classico applicato su questa base preziosa produce uno spumante armonioso ed elegante. Le Premier Brut viene lasciato maturare per al-meno 24 mesi in cantine buie e silenziose, fino ad assumere le caratteristiche definitive di profumo e sapore che lo contraddistinguono.N. bottiglie prodotte150milaFormato0,75 lt

Piemonte Doc Cortese BrutVitigniPinot Nero 100%Zona di produzione Colli Tortonesi, Sarezzano, Alessandria.Gradazione alcolica12,5% vol.VinificazioneLa raccolta inizia la prima settimana di settem-bre, quando le uve hanno raggiunto il perfetto equilibrio tra contenuto zuccherino e acidità. Seguono raffreddamento delle uve e pressatura soffice, presa di spuma con metodo Martinotti in autoclavi di acciaio e affinamento sui lieviti per tre mesi. Fermentazione malolattica non svolta.Descrizione e principali note organoletticheIl vino nasce da un’attenta selezione di uve della stessa annata e di un unico vigneto di Sarezza-no, nel Colli Tortonesi. Sapido e dai caratteristici e delicati profumi delle uve Cortese, la sua fra-granza, unita alla finezza della spuma, lo rendo-no perfetto per aperitivi e light lunch.N. bottiglie prodotte8milaFormato0,75 lt

CAVIT www.cavit.it

CESARINI SFORZA www.cesarinisforza.it

CANTINE VOLPI www.cantinevolpi.it

Berlucchi Cuvée Imperiale Franciacorta BrutVitigniChardonnay (90%), Pinot Nero (10%)Zona di produzione Franciacorta.Gradazione alcolica12,5% vol.VinificazioneSpremitura soffice e progressiva dei grappoli con frazionamento dei mosti. Fermentazione al-colica in tini d’acciaio. Preparazione della cuvée nella primavera successiva alla vendemmia, con l’apporto del 10% di vini di riserva delle miglio-ri annate. Seconda fermentazione in bottiglia e successivo affinamento a contatto con i propri lieviti per almeno 18 mesi, seguito da altri due mesi dopo la sboccatura.Descrizione e principali note organolettiche Spuma soffice e abbondante, con perlage sottile e persistente. Colore giallo paglierino con tenui riflessi verdolini. Bouquet ricco e persistente, con note fruttate e floreali, tenui aromi di lieviti e cro-sta di pane. Sapore pieno, pulito, con piacevole e decisa nota fruttata e acidula.N. bottiglie prodotteN/AFormato 0,375 - 0,750 - 1,5 - 3 lt

GUIDO BERLUCCHI & C www.berlucchi.it

guida buyer - speciale bollicine

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Scudo Verde Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg spumante brut millesimatoVitigniGlera 85%, Pinot 15%Zona di produzione Valdobbiadene.Gradazione alcolica11% vol.VinificazioneMetodo Martinotti.Descrizione e principali note organolettiche Spumante raffinato, dal colore paglierino scarico. Presenta un elegante bouquet floreale. N. bottiglie prodotteCirca 1 milioneFormato0,375 - 0,75 - 1,5 lt

CANTINA PRODUTTORI VALDOBBIADENE www.cantinaproduttorivaldobbiadene.com

Spumante Pinot Noir Rosato Lebolle’Vitigni100% Pinot Nero vinificato in rosatoZona di produzione Italia.Gradazione alcolica11.5% vol.VinificazionePressatura soffice a 0.8 bar. Fermentazione con lie-viti selezionati e temperatura controllata (16-18°C).Descrizione e principali note organolettiche Colore rosa, perlage fine e persistente. Olfatto complesso e intenso, piacevolmente fruttato, con sentori di ciliegia e fragola. Gusto equilibra-to, secco e fresco.N. bottiglie prodotteN/AFormato0,75 lt

LOSITO E GUARINI www.lositoeguarini.it

OP Pinot Nero Met. Class. Docg ‘Classese’VitigniPinot Nero 100% Zona di produzione Oltrepò PaveseGradazione alcolica 12,5% vol.VinificazioneIn acciaio, fermentazione a temperatura controllata, maturazione in acciaio per sei mesi e affinamento in bottiglia per 72 mesi. Permanenza sui lieviti 66 mesi.Descrizione e principali note organolettiche Colore giallo paglierino, all’olfatto ha una piacevole fragranza fruttata. Ottimo corpo e persistenza. N. bottiglie prodotte18milaFormato0,75 - 1,5 lt

AZ. AGR. QUAQUARINI FRANCESCO www.quaquarinifrancesco.it

CANTINE SETTESOLI www.cantinesettesoli.it

Settesoli Frizzantino, Vino frizzante biancoVitigniUve autoctone siciliane a bacca biancaZona di produzione Menfi, Agrigento.Gradazione alcolica11,5% vol.VinificazioneLa fermentazione avviene in silos di acciaio a tempera-ture controllate. L’affinamento in silos di acciaio con suc-cessiva presa di spuma dopo la prima fermentazione.Descrizione e principali note organolettiche È fresco e accattivante, sprigiona sentori di fiori di za-gara e gelsomino e, grazie alla sua intrigante efferve-scenza, regala sensazioni di piacevole freschezza.N. bottiglie prodotte35milaFormato0,75 lt

CANTINA VALTIDONE www.cantinavaltidone.it

Unic’O - Ortrugo dei Colli Piacentini Brut Vino Spumante DocVitigniOrtrugo 100% Zona di produzione Colline della Val Tidone.Gradazione alcolica (%)11,5% vol.VinificazioneUve Ortrugo in purezza, raccolte in anticipo rispetto alla normale vendemmia, con un rilevante tenore di acidità fissa, un limitato contenuto zuccherino e un buon patrimonio di aromi varietali.Vinificazione in bianco con pigiatura soffice. Prima fermentazione in tini d’acciaio a bassa temperatura (18°C) per mantenere intatti i profumi. Presa di spuma in autoclave con metodo Martinotti-Charmat. Passaggio in bottiglia senza perdita di pressione (imbottigliamento isobarico).Descrizione e principali note organolettiche Spuma bianca. Perlage fine, continuo, persistente. Profumo delicato ma bene espresso, con sentori di frutta bianca, fiori di campo e pane biscottato. Sapore asciutto, pulito, con un bel fondo fruttato.Formato0,75 lt

Swing RoséVitigniPinot NeroZona di produzioneVal Tidone.Gradazione alcolica11,5% vol.VinificazioneDa uve Pinot Nero raccolte manualmente a fine agosto, tutto ciò per preservare la sua acidità e gli aromi caratteristici che lo ren-dono unico.Note organoletticheDal colore rosa cristallino, il perlage fine e numeroso forma una corona persistente. Al naso, il bouquet è delicato, con sentori di rosa, ciliegia e rabarbaro. Al gusto è fresco, morbido ed equilibrato e molto piacevole.Formato0,75 lt

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Freschello Extra Dry RosatoVitigniMerlot Raboso, vinificato in rosaZona di produzioneVeneto.Gradazione alcolica10% vol.VinificazioneDue mesi con metodo Charmat.Descrizione e principali note organoletticheSapore fresco, equilibrato e persistente. Leggere note fruttate, spuma sottile e ben diffusa. N. bottiglie prodotteN/AFormato0,75 lt

CIELO E TERRA www.freschello.it

CLETO CHIARLI TENUTE AGRICOLE www.chiarli.it

‘Villa Cialdini’ Rosé De Noir, Vino Spumante Rosé BrutVitigniGrasparossaZona di produzione Emilia Romagna.Gradazione alcolica12% vol.VinificazionePressatura soffice con uva integra o diraspata a temperatura controllata e aggiunta di lieviti sele-zionati. Presa di spuma in ‘cuve close’ a bassa temperatura.Descrizione e principali note organolettiche Spuma vivace, colore rosa ribes, bollicine fini e abbondanti. Profumo intenso e fruttato, sapore ben composto con tipici sentori di frutti di sotto-bosco.N. bottiglie prodotte15milaFormato0,75 lt

‘Villa Cialdini’ Brut Millesimato, Pignoletto Doc - Vino Spumante BrutVitigniGrechetto gentile 100% Zona di produzione Emilia Romagna.Gradazione alcolica12% vol.VinificazionePressatura soffice con uva integra o diraspata a temperatura controllata e aggiunta di lieviti sele-zionati. Presa di spuma in ‘cuve close’ a bassa temperatura.Descrizione e principali note organolettiche Colore paglierino chiaro, leggermente aromatico e fruttato, spuma abbondante con perlage fine e persistente. Sapore delicato con sentori di frutta fresca.N. bottiglie prodotte65milaFormato0,75 lt

CANTINA TOLLO www.cantinatollo.it

Spumante Brut Tullum Dop Metodo ClassicoVitigniChardonnay 100%Zona di produzione Abruzzo.Gradazione alcolica13% vol.VinificazioneFermentazione in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata. Permanenza sui lie-viti in vasche di vetrocemento e acciaio per almeno sei mesi. Rifermentazione in bottiglia. Affinamento in bottiglia sui lieviti per minimo 30 mesi.Descrizione e principali note organolettiche Colore dorato brillante. Mousse fine, cremo-sa e persistente. Al naso intensi aromi agru-mati e di pesca bianca si fondono a comples-se note autolitiche di brioche, biscotti frollini e pane grigliato.Al palato, finemente bilanciato tra la fresca acidità, le intense note agrumate e il residuo di dosage. Il finale è lungo, complesso e de-licatamente minerale.N. bottiglie prodotte2300Formato0,75 lt

Abruzzo Dop Rosè Spumante BrutVitigniPinot nero 100%Zona di produzione Abruzzo, province di Pescara e Chieti.Gradazione alcolica13% vol.VinificazionePressatura soffice diretta dei grappoli interi con eliminazione dell’inizio e fine pressatu-ra; illimpidimento del mosto e fermentazio-ne a temperatura controllata in recipiente di acciaio inox, spumantizzazione con rifer-mentazione in bottiglia secondo il metodo classico. Fermentazione malolattica parziale. Affinamento in bottiglia sur lies per minimo 48 mesi.Descrizione e principali note organolettiche Colore rosa pallido con elegante e persi-stente mousse. Al naso, frutti rossi, fragola, lampone con complesse note di pane tosta-to, biscotto e brioche. In bocca, finemente bilanciato tra la fresca acidità e il moderato residuo zuccherino. Ha una consistenza cre-mosa con un finale persistente.N. bottiglie prodotte1900Formato0,75 lt

FARNESE VINI www.farnesevini.it

Fantini Gran Cuvée Rosé SwarovskiVitigniAglianico del Vulture 100%Zona di produzione Acerenza, Potenza.Gradazione alcolica12% vol.VinificazionePressatura soffice delle uve intere in modo da estrarre solo il mosto fiore. Decantazione statica, fermentazione del mosto pulito per 20 giorni a temperatura di 12°C. Segue una lenta presa di spuma in piccoli autoclavi da 4000 lt per 60 giorni.Descrizione e principali note organolettiche Vino fresco di intensa aromaticità. Di color melograno, profumo intenso, persistente e fruttato con sentori di ciliegia matura, ribes, fragoline di bosco e lamponi. In bocca si ri-trova tutta la componente aromatica e il cor-po è bilanciato da una buona freschezza. Perlage elegante e persistente.N. bottiglie prodotte100milaFormato0,75 lt

Florio Spumante BrutVitigniGrillo 100%Zona di produzione Colline della Sicilia occidentale fra i comuni di Salemi e Marsala.Gradazione alcolica12,5 % vol.VinificazionePressatura molto soffice delle uve e utilizzo del solo mosto fiore, lenta fermentazione a bassa temperatura. Il vino ottenuto viene spumantizzato con metodo Charmat.Descrizione e principali note organolettiche Colore giallo paglierino brillante con riflessi tendenti al ver-de. Profumo intenso, floreale, molto fine. Sapore fresco, gradevole e di grande beva. Si avvertono nette sensazioni floreali, come quella di fiori di arancio.N. bottiglie prodotte33milaFormato0,75 lt

FLORIO www.duca.it

Gancia Asti DocgVitigniMoscato Bianco Zona di produzione Canelli, Asti.Gradazione alcolica7,5% vol.VinificazioneSpremitura soffice con il frazionamento del mo-sto in tre parti: solo il fiore viene utilizzato per la produzione dell’Asti. Successivamente il mosto viene fatto fermentare parzialmente fino a una gradazione effettiva di 5,5 gradi alcolici. Viene poi conservato a -2° C fino alla presa di spuma. La spumantizzazione avviene con il metodo Mar-tinotti per esaltare al massimo le caratteristiche aromatiche del Moscato Bianco.Descrizione e principali note organolettiche Colore giallo dorato, perlage fine e persistente. Il profumo è delicatamente aromatico, con sentori di frutta esotica, salvia e miele. Il gusto è dolce, fruttato, molto equilibrato e ricorda l’uva di pro-venienza.N. bottiglie prodotteN/AFormato 0,75 lt

F.LLI GANCIA & C. www.gancia.com

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Marca Oro Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry VitigniGlera 100%Zona di produzione Valdobbiadene.Gradazione alcolica11% vol.VinificazionePressatura soffice, fermentazione con lieviti selezionati e a temperatura con-trollata.Descrizione e principali note organolettiche È lo spumante protagonista del successo di Valdo. Colore giallo paglierino chiaro con riflessi dorati. Bouquet fruttato, con sentori di mela selvatica, Golden, di fiori d’acacia e di miele. Sapore snello e gentile, di moderato corpo, con una leggera amabilità residua e il perlage a grana finissima e persistente.N. bottiglie prodotte5.000.000Formato0,75 lt

Oro Puro Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze DocgVitigniGlera 100%Zona di produzione Cartizze nel comune di Valdobbiadene.Gradazione alcolica11% vol.VinificazioneMetodo Charmat di tre mesi e successiva maturazione in bottiglia di almeno tre mesi.Descrizione e principali note organolettiche Colore giallo paglierino vivace, tendente all’oro chiaro. Profumo bene espresso, accentuato da sentori di fiori e frutta. Gradevolmente amabile ed elegante al palato.N. bottiglie prodotte150milaFormato0,75 lt

Oro Puro Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg BrutVitigniGlera 100%Zona di produzione Valdobbiadene.Gradazione alcolica11,5% vol.VinificazioneMetodo Charmat lungo di cinque mesi e successiva maturazione in bottiglia di almeno due mesi.Descrizione e principali note organolettiche Colore giallo paglierino con riflessi dorati brillanti. Perlage sottile e persistente. Aroma caratteristico, fiorito e con pronunciato fruttato di pera e mela Golden. In bocca è raffinato, armonico, con ottima persistenza di aromaticità e sapidità.N. bottiglie prodotte150milaFormato0,75 lt

VALDO SPUMANTI www.valdo.com

Prosecco Doc - Vino Spumante Extra DryVitigniGlera100%Zona di produzione Precenicco, Udine.Gradazione alcolica11,5% vol.VinificazionePressatura soffice con separazione del mosto fiore, fer-mentazione a temperatura controllata a 16/17°C. Spuman-tizzazione con metodo Charmat. Affinamento in bottiglia.Descrizione e principali note organolettiche Vino spumante, fruttato e vivace, dal sapore fresco, prodot-to con uve Glera scelte da Vittorino Baccichetto per dare il massimo di tipicità e fragranza.N. bottiglie prodotteN/AFormato0,75 lt

Ribolla Gialla - Vino Spumante Extra DryVitigniRobolla Gialla 100%Zona di produzione Precenicco, Udine.Gradazione alcolica11% vol.VinificazionePressatura soffice con separazione del mosto fiore, fer-mentazione a temperatura controllata a 16/17°C. Spuman-tizzazione con metodo Charmat. Affinamento In bottiglia.Descrizione e principali note organolettiche Vino spumante finemente aromatico, fresco, vivace e frut-tato, è ottenuto da uve 100% Ribolla Gialla coltivate nelle nostre vigne.N. bottiglie prodotteN/AFormato0,75 lt

BACCICHETTO www.baccichettowines.it

fine

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l’azienda

Con la vendemmia 2019, nella Doc Romagna è pos-sibile produrre due tipo-logie di vini spumanti, a

base trebbiano e sangiovese. Caviro è tra le realtà produttive che ha de-ciso di sfruttare questa opportunità: ecco dunque la linea Novebolle, che entra a far parte del progetto Vigne-ti Romio, con due vini spumanti. Dietro la denominazione Novebolle c’è una ricerca storica e anche ti-pografica. Nove come i nove colli romagnoli. Nove come Novecento: già ai primi del Novecento infatti la Romagna produceva spumanti ap-prezzati in Italia e all’estero. Nove come “novo”, nuovo: un nuovo con-cetto di sparkling wine. Quanto alla suggestione grafica ricercata, le eti-chette suggestive che caratterizzano il Novebolle sono frutto di ricerche sui i caratteri tipografici mobili ri-salenti anch’essi al primo Nove-cento, che richiamano proprio lo stile liberty per evocare l’antica tradizione spumantistica di quei tempi, ripresa poi in chiave mo-derna. In quel periodo storico in Romagna c’erano produttori che sperimentavano nuove basi spu-manti: per esempio, nascevano etichette come lo Champagne La Tour, in omaggio alla Tor-re che ancora oggi si erge sul perimetro di Villa Torlonia a San Mauro Pascoli. Già allora si sfruttava la poten-zialità spumantistica del-le uve romagnole a bacca bianca.

Il mondo vuole sempre di più spumanti made in Italy territoriali. Un’inda-gine statistica recente ha rivelato una forte doman-da mondiale in tal senso, con grandi spazi di mercato

aperti per spumanti italiani ben iden-tificati dal territorio di produzione. In pratica, il Prosecco ha stimolato una vera e propria frenesia nell’esplorare tutto il bendidio che il Belpaese può dispensare in campo spumantistico. Primo Paese al mondo per produzio-ne di vino, l’Italia è anche il primo Paese al mondo nell’immaginario de-gli appassionati di vino. Chi per pro-fessione, oltre che per passione, fa vino, prova per natura a intercettare questo desiderio di spumanti di qua-lità con le proprie bottiglie. La Ro-magna c’è, i prodotti non mancano: era tempo di produrre per il mercato spumanti romagnoli a denominazio-ne d’origine. Novebolle è la risposta che i viticoltori hanno dato al mer-cato grazie all’apporto dell’Ente Tu-tela Vini, attivo nel creare un nuovo disciplinare. Questo grazie alla pre-

senza di uve locali particolarmente adatte a essere spumantizzate. La decisione di investire su due nuo-ve tipologie della denominazione Romagna – Bianco Spumante e Rosato Spumante – nasce anche dalla forte diffusione (15.000 ettari iscritti a Dop) e dalla par-ticolare attitudine alla spuman-tizzazione del trebbiano. Il san-giovese (7.000 ettari rivendicati Dop) è valida soluzione perché apporta la struttura necessaria alla produzione di spuman-ti importanti, dunque può considerarsi il compagno romagnolo ideale per il trebbiano, adatto alla nuo-va produzione di Bianco e Rosato Spumante. A parti-re da uve già ampiamente impiegate della Dop nasce dunque questo nuovo di-sciplinare, coerente con la tradizione ampelografica regionale.

Il marchio collettivo si pone lo scopo di rendere concreta una com-prensione veloce, moderna, di quan-to un territorio abbia da offrire in termini di bollicine: in tal senso, Novebolle rappresenta un’opportu-nità per tutti i produttori romagnoli, dando la possibilità di evidenziare prodotti spumantizzati con meto-do charmat o con metodo classico, e agendo così da cluster attraverso il quale rintracciare sul web tutto il buono che di spumante Dop si fa in Romagna.

In questo solco si è inserita la gamma dei due Novebolle Caviro Vigneti Romio, che muovono ora i primi passi nel mercato della distri-buzione italiana, anche in presenza di grandi difficoltà come l’emergen-za sanitaria da Covid che tutti noi abbiamo vissuto. I due spumanti ro-magnoli ricercano un’immagine di solidità tradizionale almeno per due motivi: anzitutto, per il re-cupero della vocazione spuman-tistica del primo Novecento di cui si parlava, e in secondo luo-go per le etichette scelte, parte del progetto Vigneti Romio. La scelta è quella di approcciare il mercato GDO, con un posizio-namento importante, in fascia premium, grazie al valore in-trinseco delle referenze. Il marchio vuole esprimere un parterre dei vini qualitati-vamente rappresentativi del territorio, presentan-doli in un modo moderno e molto attuale, con grafi-che accattivanti, innova-tive, pur se con stilemi e simboli tradizionali. In tal senso, la ricerca è iniziata a partire dal ritrovamen-to di copertine di riviste storiche particolari, ora

non più edite. Per esempio La Piê, fondata nel 1920: con i suoi quasi cent’anni di vita, era forse la più an-tica e longeva rivista di cultura ro-magnola, straordinario strumento di conservazione e di divulgazione di tutto ciò che costituisce carattere e storia della Romagna. Al di là dei contenuti, uno degli elementi mag-giormente caratterizzanti della rivi-sta è rappresentato dalla copertina xilografica. La Romagna può vanta-re una lunga tradizione nell’impiego della xilografia, che da secoli è stata utilizzata per decorare tovaglie, ten-de, copriletto e coperte. I personag-gi “favolosi” del mondo romagnolo, quasi felliniani, sono stati riscoperti e stilizzati da un’artista dell’incisio-ne su legno, che ha creato i bozzetti da cui sono poi nate queste etichet-te, abbinate alle proprie bottiglie se-

guendo una coerenza tra soggetti e vitigni impiegati. Ecco dunque la figura del Sognatore, scelta a raffigurare lo spumante a base trebbiano, e quella del Roman-tico, che invece compare nello spumante a base sangiovese. Il connubio tra vini, storia e nuove etichette è quello che resta nella mente dei consumatori, ciò che il produttore vuole comunicare. A tal fine, si comprende facil-

mente il senso profondo del claim scelto: “Romagna: ti verso una storia”. Nove-bolle, il brand collettivo che identifica la tipologia, prova a essere un messag-gio smart della Romagna che cambia: dietro questo marchio c’è l’intenzione, concretizzata, di dare un nuovo sbocco all’attitudi-ne e alla vocazione della Romagna per i vini spu-manti.

Spumanti romagnoli in stile liberty

Caviro col marchio Novebolle ricupera la tradizione primo Novecento delle bollicine locali. Protagoniste le uve sangiovese e trebbiano, con grafica sognatrice.

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focus on

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Giugno 2020 di Federica Bartesaghi

Insieme hanno fatturato 3,8 miliardi di euro. Di cui 2,6 miliardi all’estero. Sono le 21 can-tine più grandi d’Italia: quelle che, nel 2019, hanno realizzato un giro d’affari superiore ai

100 milioni di euro. Ossia il vertice dell’annua-le classifica sulle 100 maggiori cantine d’Italia, a cura della giornalista Anna Di Martino, la cui an-teprima è stata pubblicata dal Corriere della Sera lo scorso 25 maggio.

Nel complesso, si evidenzia un anno record per questi giganti del vino, che oggi si trovano a fare i conti con i ‘postumi’ dell’emergenza Coronavirus. “Abbiamo chiuso un bilancio molto positivo che resterà per anni un sogno”, commenta Renzo Co-tarella, ceo della Marchesi Antinori. “Ma restiamo comunque ottimisti e siamo convinti che sapremo ottenere nuovamente questi risultati, con nuove regole del gioco e tanto impegno”.

Il ‘club degli over 100’La classifica comprende 21 aziende, per un vo-

lume d’affari complessivo di 3,8 miliardi di euro - di cui 2,6 miliardi realizzati grazie alle esporta-zioni - e un totale di 1,3 miliardi di bottiglie. Mol-te le conferme, sia tra i marchi privati - Marche-si Antinori, Casa Vinicola Botter Carlo, Fratelli Martini, Zonin 1821, Enoitalia, Santa Margherita, Italian Wine Brands, Gruppo Ruffino, Marchesi Frescobaldi, Mondodelvino Group, Schenk Italian Wineries e Gruppo Lunelli - sia nel mondo della cooperazione, guidato ancora una volta da Can-tine Riunite. Seguono, in ordine, Caviro, Cavit, Mezzacorona, La Marca, Cantina di Soave, Terre Cevico, Collis Veneto Wine Group e Gruppo Vivo Cantine.

Chi sale e chi scendePrima e fino ad ora imbattuta - per lo meno sin

dalla prima edizione della classifica, nel 2013 - con un consolidato di 623,9 milioni è la coopera-tiva emiliana Cantine Riunite, presieduta da Cor-rado Casoli. La parte del leone, con 406 milioni, la fa il controllato Giv (Gruppo italiano vini): il maggiore singolo operatore del mercato italiano, cui fanno capo 10 cantine lungo la penisola.

Al secondo posto, con 230,2 milioni, c’è Caviro, il grande consorzio romagnolo guidato da Simon-pietro Felice. Da solo, rappresenta più del 10% della produzione nazionale di uva. Se al comparto vino si sommano però anche le attività nei settori energia e distillerie, il fatturato complessivo sale a 328,8 milioni.

Novità sul terzo gradino del podio: la Marchesi Antinori, prima realtà privata del vigneto Italia, con 222,7 milioni di fatturato nel core business vino, mette a segno una crescita di 4,2 punti per-centuali sul 2018 scalzando la Fratelli Martini. Come per Caviro, se si tiene conto anche dell’atti-vità di ristorazione e della Biserno, azienda vitivi-nicola detenuta in società con Ludovico Antinori, il consolidato di Marchesi Antinori sale a 246 mi-lioni di euro.

Novità anche al quarto posto della classifica, dove si piazza la Casa Vinicola Botter Carlo, con 217 milioni di fatturato (+11,2%). Il marchio ve-neto, di proprietà della famiglia Botter, guadagna ben quattro posizioni in due anni e si afferma come la seconda azienda privata del mercato ita-

liano. Nei primi quattro mesi del 2020 (in piena emergenza Covid-19), l’azienda è riuscita a regi-strare un incremento dell’11% del giro d’affari re-alizzato in Grande distribuzione.

Al quinto posto, con 210 milioni, c’è la piemon-tese Fratelli Martini che ha completato, nel 2019, l’imponente investimento per il suo sito produtti-vo. Quantificabile in 35 milioni di euro e cinque anni di lavori.

Al sesto posto la Zonin 1821 chiude con 205 mi-lioni di fatturato il suo primo esercizio in compa-gnia della 21 Investimenti di Alessandro Benetton, titolare del 36% del capitale. Mentre la Enoitalia della famiglia Pizzolo – il più grande imbottiglia-tore d’Italia, con 109 milioni di bottiglie vendute nel 2019 – scala due posizioni e si piazza al setti-mo posto con un fatturato di 199,3 milioni di fat-turato. Ottavo posto per il consorzio trentino Ca-vit, con un fatturato di 191,4 milioni. Un risultato, evidenzia Anna Di Martinio, destinato a crescere ulteriormente nei mesi a venire, grazie all’acqui-sto delle tre controllate dell’ex gruppo La Vis (Ce-sarini Sforza, Casa Girelli e Glv), concluso a metà dicembre 2019.

Santa Margherita sale di un posto in graduatoria, a quota 9, con 189,4 milioni di fatturato, in cre-scita del 6,78%. Decimo posto, con 186,6 milioni, per il consorzio trentino Mezzacorona.

Dopo un anno di consolidamento, l’Italian Wine Brands, quotata all’Aim, ha messo il turbo sfog-giando un incremento che sfiora il 12% e porta il

fatturato a 167,7 milioni (11mo posto). Seguono, in 12esima e 13esima posizione, La Marca vini e spumanti, con 140,8 milioni; e Cantina di Soave, con 136 milioni. La medaglia d’oro per il maggio-re aumento di fatturato all’interno del ranking va al Gruppo Ruffino - il gruppo toscano guidato da Sandro Sartor, che fa capo all’americana Constel-lation brands - che con un +21%, a 133,2 milioni, scavalca ben tre posizioni e si piazza al 14mo po-sto. Segue, in 15esima posizione, Terre Cevico, a 132,5 milioni. A quota 16 un grande rappresentan-te dell’Italia nel mondo: la maison toscana Mar-chesi Frescobaldi, che raggiunge i 126,5 milioni di fatturato (+5,8%). Al 17mo posto, con 111,2 milioni, il Mondodelvino Group guidato dal ceo Marco Martini. Il gruppo - che opera in Piemonte, Romagna e Sicilia - è entrato a far parte di recen-te del circuito Elite del London Stock Exchange group. Con lo stesso fatturato di 111,2 milioni, sale al 18esimo posto la Schenk Italian Wineries, braccio italiano dell’omonimo gruppo svizzero al comando di Daniele Simoni, che mette a segno una crescita dell’8,19%.

Il Collis Veneto Wine Group e il Gruppo Vivo Cantine occupano il 19mo e il 20mo posto del ranking, rispettivamente con 109 e 107 milioni di fatturato. In particolare Vivo Cantine, entrato a far parte del club nel 2018, ha realizzato un incre-mento di fatturato del 5,5%. Chiude la ‘top 21’ il Gruppo Lunelli, con 106,9 milioni di fatturato, in crescita del 5,77% sull’anno precedente.

Campioni a tre cifreLe grandi cantine del Belpaese, quelle che fatturato più di 100 milioni di euro l’anno, archiviano un 2019 da record. Sul podio: Cantine Riunite, Caviro e Marchesi Antinori.

LA CLASSIFICA 2019

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focus on e-commercedi Elisa Tonussi

“Se fino a oggi era nor-male ordinare una piz-za a casa, lo diventerà anche ordinare un cac-

ciavite”. Ha inizio così il con-vegno online di Casaleggio e Associati, che si è svolto mar-tedì 19 maggio. Durante l’e-vento, dal titolo ‘E-commerce in Italia 2020. Vendere online ai tempi del Coronavirus’, è stato presentato l’omonimo studio condotto dall’azienda di consulenza digitale fondata da Gianroberto Casaleggio. E, in un susseguirsi di interventi tenuti da personalità del settore della distribuzione e del digi-tale, sono stati affrontati temi di stringente attualità. Con la mediazione di Luca Eleute-ri, partner della Casaleggio e Associati, sono intervenuti: Davide Casaleggio, presiden-te della Casaleggio Associati; Enrico Fantini, e-commerce and digital transformation di-rector di Carrefour; Federico Sargenti, Ceo di Supermerca-to24; Francesco Zaccariello, Ad di eFarma; Alberto Torre, managing director di Criteo; Alessandro Astone, country manager Italia di Stripe. Sul tappeto: la crescita esponenzia-le avuta dall’e-commerce negli ultimi mesi, l’evoluzione delle modalità di spesa online, i ser-vizi di pagamento digitale. La pandemia, infatti, ha portato un cambiamento epocale delle ne-cessità, abitudini e preferenze di consumo, che hanno costret-to produttori e distributori a un rapido adattamento.

Un balzo di quasi cinque anni“L’Italia è sempre stata la

Cenerentola d’Europa in fatto di e-commerce. Ma quest’anno avverrà un cambiamento epo-cale e il Paese, probabilmen-te, si avvicinerà agli standard europei, dando una spinta agli operatori interni che potrebbe-ro arrivare a colonizzare anche il mercato estero”, spiega Da-vide Casaleggio nel suo inter-vento di apertura. I numeri par-lano chiaro: le vendite sul web raddoppieranno nel 2020. Nel mese di marzo, il 72% degli utenti internet in Italia ha spe-so più tempo sullo smartpho-ne rispetto a prima. E, quanto alla propensione all’acquisto, durante il primo mese di pan-demia, il 31% ha dichiarato di aver acquistato direttamente online prodotti che normal-mente compra in negozio. In particolare il traffico è aumen-tato per i siti della grande di-stribuzione (oltre il 250%) e il food delivery. A farne le spese sono stati i siti turistici, di ho-tel, compagnie aeree, noleggio auto e di eventi, il retail. Gli italiani hanno scoperto la pos-sibilità di acquistare online. E il 2020 sarà l’anno in cui molti operatori apriranno anche un negozio digitale: in termini di fatturato, il Coronavirus, in una manciata di settimane, ha generato per l’e-commerce un balzo in avanti di quattro o cin-que anni.

L’online mette il turbo

Una start-up, che offre un servi-zio di spesa online e consegna a domicilio, e il secondo gruppo della grande distribuzione europea. Sono Supermercato24 e Carre-four, realtà differenti, che, durante il lockdown, si sono confrontate con simili problemi dovuti a un incremento della domanda sen-za precedenti. La pandemia ha trasformato le modalità di vendita online, che, anche a emergenza terminata, saranno apprezzate dagli utenti per la possibilità di otti-mizzare i propri acquisti. Ne hanno parlato Enrico Fantini, e-commerce and digital transformation director di Carrefour, e Federico Sargenti, Ceo di Supermercato24, durante il convegno online di Casaleggio e Associati. Le aziende a confronto.

Carrefour Italia

• Garantire la sicurezza di clienti e dipendenti• Crescita esponenziale del servizio click and collect• Semplificare e accelerare il processo di acquisto online • Strutture inadeguate oer la domanda

• Servizio ‘touchless’, con pagamento online e consegna sui pianerottoli• Supporto per le categorie più sensibili• Ordine telefonico• Coda virtuale • Upscaling delle risorse tecnologiche per gestire più domande• Interfaccia più semplice• Box precostituiti di prodotti

Supermercato24

• Traffico 100 volte superiore al normale sulla piattaforma web• Garantire la sicurezza di consumatore e shopper• Logistica • Aumento dell’ordinato medio dei carrelli

• Intervento rapido sul sito web• Definizione di standard di sicurezza e protezione• Accordi con i retailer per consentire agli shopper di saltare la fila• Triplicata la capacità di consegna

E-commerce e distribuzione: Carrefour e Supermercato24 a confronto

Principali problematiche

Soluzioni adottate

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Inversione di tendenzaL’anno scorso e in passato,

il tempo libero rappresenta-va il settore più importante per l’e-commerce (42,7% del totale), seguito dal turismo (25,6%); gli altri settori – assi-curazioni, casa e arredamento, alimentare, elettronica di con-sumo, editoria, moda –, invece, totalizzavano singolarmente meno del 5% dello share. Nelle settimane di lockdown, però, si è verificata un’inversione di tendenza per alcuni settori. Il 54% delle aziende e-commer-ce intervistate da Casaleggio e Associati ha infatti visto calare il proprio fatturato a causa del Coronavirus, mentre il 21% lo ha incrementato. Chi ha per-so fatturato lo ha dimezzato: in media -54%. Sono degli operatori del settore abbiglia-mento, casa e arredamento e, soprattutto, del turismo a sof-frire maggiormente. Chi, tutta-via, ha incrementato il proprio fatturato fatica a smaltire tutti gli ordini, con un incremento medio di +96% in settori come l’intrattenimento online e la formazione, o i negozi online di alimentari che da soli hanno visto un aumento esponenziale del +300%, tanto da aver ridot-to gli investimenti pubblicitari per non incentivare ulterior-mente la domanda.

Acquisti a portata di clicStrumento essenziale per

vendere online è un mar-

ketplace, vale a dire un su-permercato digitale. I più diffusi in Italia sono Ama-zon e eBay, che occupano una consistente fetta di mer-cato, seguiti da Facebook Marketplace. Il 31% delle aziende intervistate ha svi-luppato il proprio e-commer-ce su una piattaforma ad hoc (-12% rispetto allo scorso anno). Quel che conta, però, è l’omnicanalità. Il 69% dei clienti, infatti, desidera un’e-sperienza d’acquisto senza ostacoli, semplice. Non è un caso che il 76% delle attivi-tà che adottano strategie di vendita multicanale abbia aumentato le vendite e oltre il 60% abbia incrementato la fedeltà dei clienti o acquisito vantaggi competitivi.

Risultati ottenuti anche grazie al saper riconoscere e comprendere i comporta-menti d’acquisto del cliente e attuare, di conseguenza, strategie ad hoc attraver-so strumenti come l’up e il cross-selling, la disponibilità di informazioni sullo stock dei prodotti su tutti i canali, il click & collect e la possibi-lità di accettare in store i resi di acquisti effettuati online. Semplificazione e trasparen-za riguardano anche il meto-do di pagamento, che deve essere veloce e sicuro. In po-che parole, l’intera esperien-za d’acquisto, spinta dalle circostanze della pandemia, ora, deve essere anche a por-tata di clic.

Nel 2020, per gli effetti del Covid-19, gli acquisiti sul web raddoppieranno. In poche settimane, infatti, l’e-commerce ha visto uno sviluppo esponenziale.

Soprattutto per il settore alimentare. Il rapporto di Casaleggio e Associati.

L’incremento senza precedenti del canale e-commerce ha portato alla ribalta un tema nelle ultime settimane caduto in sordina: la lotta al contante. Che ora vedrà, forse, una fine. O almeno un ridimensio-namento. Naturalmente, gli acquisiti online richiedono metodi di pa-gamento digitali. Ecco allora che occorre esaminare l’ampio spettro di opzioni possibili: dalle carte di credito e di debito, passando per i bonifici, lo strumento usato meno frequentemente, ai diversi wallet di pagamento. Questi ultimi sono stati il metodo di pagamento più diffuso a livello globale nel 2019 (41,8%), secondo i dati di Casa-leggio e Associati, e aumenteranno ulteriormente fino a superare il 50%. Si tratta di portafogli virtuali che consentono di fare pagamenti in maniera rapida e semplice. Ne sono un esempio PayPal, Master-Pass o V.Me by Visa; ma anche Apple Pay, Google Pay e Stripe. Si diffonderanno, inoltre, i pagamenti rateizzati, a cui al momento si ricorre solo nell’1,6% dei casi, mentre arriveranno al 2,8% nel 2023.

Come si paga online?

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il casodi Angelo Frigerio

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Botta e risposta fra i giornalisti del Corriere della Sera e la country ma-nager di Amazon Italia.

Un articolo a firma di Milena Ga-banelli e Fabio Savelli pubblicato il 17 mag-gio sul quotidiano milanese accende la mic-cia. Si spiega come il big dell’e-commerce abbia praticamente eliminato la concorrenza, crescendo grazie ai Paesi con fiscalità agevo-lata (Amazon consolida il proprio bilancio in Lussemburgo), così come per i finanziamenti pubblici previsti per la costruzione di nuovi centri di logistica. Nel pezzo viene inoltre fat-to presente che tuttora non si conosce la ci-fra esatta di tasse che l’azienda di Jeff Bezos versa all’erario italiano, nonostante dal 2015 le sia consentito autodichiararsi all’Agenzia delle Entrate, poiché possiede una “stabile or-ganizzazione”.

La reazione di Amazon non si fa attende-re. E il 21 maggio, sempre sul Corriere della Sera, viene pubblicata una lettera di Marian-gela Marseglia, country manager di Amazon, in risposta a Gabanelli e Savelli. In questo documento la Marseglia contesta apertamen-te diversi punti dell’articolo, in particolare, la veridicità dei dati comunicati sull’incidenza di Amazon nelle vendite nel canale online in Italia e la possibilità che l’azienda utilizzi le informazioni delle aziende che ricorrono al servizio di cloud dati. Inoltre, elenca una se-rie di iniziative che il colosso dell’e-commer-ce avrebbe intrapreso in favore delle imprese italiane: “Dal giorno in cui abbiamo lanciato Amazon in Italia, abbiamo investito in inno-vazione e nell’imprenditoria italiana più di 4 miliardi di euro senza ottenere alcun finanzia-mento pubblico agevolato”.

Alle dichiarazioni della country manager di Amazon segue una precisazione di Mile-na Gabanelli e Fabio Savelli. I due giornalisti spiegano che: “I dati riportati sul giro d’affari dell’elettronica di consumo sono quelli diffusi dall’associazione di settore Aires. Sulla tutela di dati dei clienti sui server di Amazon ricor-diamo l’esistenza del Cloud Act approvato dal Congresso Usa che concede al governo ame-ricano e alla sua intelligence di farne uso, in contrasto con la normativa Ue detta Gdpr”.

Anche Aires, chiamata in causa, s’inserisce nella vicenda, spiegando che i dati riportati nell’articolo sono corretti in quanto tratti da una ricerca curata dal professor Marco Gam-baro, docente di Economia della Comunica-zione all’Università degli Studi di Milano, e presentata lo scorso novembre a Roma, alla presenza della stampa e di rappresentanti del-le istituzioni. Nella nota si legge inoltre: “Va peraltro sottolineato che la necessità di stima-re le quote di mercato riferite ad Amazon nei vari settori dipende unicamente dal perdurante e ostinato rifiuto dell’azienda a rilasciare in-formazioni precise in merito al proprio giro d’affari in Italia, limitandosi – come nella lettera odierna – ad asserzioni riportanti dati aggregati e del tutto generici”.

Gabanelli chiama.Marseglia risponde La giornalista del Corriere della Sera firma, insieme a Fabio Savelli, un articolo su Amazon. Ma fa incazzare la country manager del colosso di Seattle. Che contesta i dati pubblicati. Con Aires che s’inserisce nella vicenda: “Ma perché nascondono il loro giro d’affari in Italia?”.

BORSA, AMAZON VALE PIÙ DI TUTTE LE GRANDI SOCIETÀ TEDESCHE1.250 miliardi di dollari (circa 1.144 miliardi di euro) contro 1.130 (circa 1.034 miliardi di euro). La quotazione in Borsa di Amazon ha superato da sola quella di tutte le grandi società tedesche dell’indice Dax 30. Il sorpasso borsistico è uno degli effetti che il Coronavirus ha determinato, colpendo in modo asimmetrico i business tradizionali e quelli basati sull’economia digitale. Grazie al boom registrato a livello globale dall’e-commerce, complice il lockdown che ha costretto le persone a fare shopping da casa, le quotazioni della grande società di commercio elettronico fondata da Jeff Bezos hanno raggiunto quasi 2.500 dollari per azione, segnando una crescita del 45%, rispetto ai 1.700 dollari per azione cui si vendeva a metà marzo.

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l’intervistadi Angelo Frigerio e Federico Robbe

“Difendiamo il Doge”È un compleanno insolito, quello di Despar

Italia. Il gruppo ha compiuto 60 anni nell’an-nus horribilis del Coronavirus. Impossibile

festeggiare, per ora. Ma in questo periodo così com-plicato, è utile ricordare il primo slogan del gruppo, che descrive così bene l’approccio della catena al tempo della pandemia: “Una funzione sociale, un im-pegno”. Di questa funzione, e di molto altro, abbiamo parlato in una lunga video-conversazione con Lucio Fochesato, direttore generale Despar Italia.

Iniziamo con i dati più recenti sul gruppo in Ita-lia.

Il fatturato al pubblico dello scorso anno è stato 3,615 miliardi di euro, con una crescita del +3% sul 2018. Abbiamo sette società consorziate e i punti vendita sono 1.240, di cui 780 negozi affiliati.

Quali format ci sono?Interspar, che sono superstore; Eurospar, ideali per

una spesa completa; Despar e Despar Express, i clas-sici negozi di vicinato. La superficie di vendita totale è di circa 758mila metri quadrati.

Quanto vale il prodotto a marchio?Circa 354 milioni di euro, ed è cresciuto del +5,7%

nel 2019. La quota vale il 19,8%, quindi in media con la quota nazionale. Ma adesso siamo già al 21%…

Perché questo incremento, secondo lei?Con il lockdown, i consumatori hanno premiato la

fiducia. Avendo poco tempo, comprano i prodotti di cui sono certi. Il marchio Despar, da sempre, ispira fiducia. Nel punto vendita fisico e, ancor di più, nel canale online. Ne abbiamo avuto la conferma in que-sto periodo.

Quante referenze di prodotti a marchio avete in catalogo?

In tutto sono disponibili circa 3mila prodotti. Ab-biamo 14 linee diverse che coprono tutte le esigenze: dal premium al salutistico, passando per il biologico e molti altri segmenti.

Quanto vale il non food, in particolare la deter-genza e il beauty?

A totale negozio, il ‘non food 1’ vale l’11%.Come vi siete mossi durante l’emergenza?Intanto ci siamo mossi con una certa velocità, ri-

spettando sempre tutti i protocolli di sicurezza. I punti vendita sono rimasti chiusi le domeniche fino a metà maggio, secondo le disposizioni regionali. Ci siamo attenuti alle misure di sicurezza adottando ma-scherine per i dipendenti, pannelli di plexiglass alle casse, rispettando il distanziamento, ponendo apposi-ti segnali a terra, igienizzando tutti i locali, compresa la zona riservata al ricevimento merci.

Quale crescita avete rilevato?Per alcune merceologie e prodotti di base abbiamo

avuto crescita a tre cifre. Sui prodotti a marchio e di marca si è avuta anche una rottura di stock, in partico-lare su candeggina, alcool e guanti. Questo in marzo.

E oggi?Nei mesi successivi, e in particolare a maggio, no-

tiamo che i consumatori – comprensibilmente – stan-no mangiando quello che hanno comprato, quindi c’è stato un rallentamento delle vendite. E poi la possi-bilità di muoversi fuori dal comune di residenza li ha portato a fare acquisti in altri punti vendita, che frequentavano prima del lockdown.

Il fresco e freschissimo quanto vale?Complessivamente il 60% della nostra Mdd. Più

grande è il punto vendita, più si riduce questa per-centuale.

Avete registrato un crollo del banco taglio a fa-vore degli affettati pre-confenzionati?

Sì, confermo questo trend. Il crollo è stato nel pane e nella gastronomia servita. Molto bene i surgelati, gli alimentari confezionati, frutta e verdura, e in ge-nerale il take away. Chiaramente il taglio fresco dura meno, mentre le vaschette durano di più e sono state

preferite negli acquisti. Anche la carne è stata molto gettonata, con punte del +20/25%.

Diciamo dunque che, fra prodotto di marchio e prodotti di base, siete comunque cresciuti anche in tempo di lockdown…

Beh, è un po’ come quando si gioca a scacchi. Quando è in pericolo il re, si arrocca: tutt’al più si perde la regina, ma bisogna sempre difendere il re. Quindi i prodotti che lei ha citato prima.

Data l’estrazione veneta di Despar, potremmo dire: ‘Difendiamo il Doge’.

Perfetto!Torniamo ora all’emergenza: che ruolo ha avuto

l’e-commerce?Per ora vale ancora poco, quindi direi che è stato

marginale. Tra l’altro alcune nostre società avevano già avviato progetti di vendita digitale, mentre altre l’hanno attivato in occasione dell’emergenza. Ma, più che l’e-commerce, che vale circa l’1%, abbiamo puntato molto sul servizio.

Vale a dire?Alcuni nostri affiliati con punti vendita da 300-400

metri quadri hanno attivato il classico servizio a do-micilio. Con i clienti che prenotano la spesa via tele-fono e il gestore, con la sua macchina, che consegna la spesa a casa. Una dinamica ‘sociale’ che descrive bene il nostro gruppo.

Infatti svolgete una funzione sociale fondamen-tale: i negozi nei piccoli paesi rappresentano dei punti di riferimento indispensabili per le famiglie.

Non vi nascondo che in certi territori teniamo aperti i negozi proprio per questo. Come la chiesa, il muni-cipio e la farmacia… Ormai fanno parte del paese. Sono un punto di ritrovo e di relazione. Poi, con il co-stante invecchiamento della popolazione, stanno di-ventando ancora più strategici. Quindi non ce la sen-tiamo proprio di chiuderli, anche se anti-economici. Del resto, basta pensare al primo slogan del gruppo, che proprio nel 2020 compie 60 anni (ma ovviamente abbiamo rimandato tutti i festeggiamenti): “Despar. Una funzione sociale, un impegno”.

Direi che è attualissimo.Ed è un messaggio che va oltre la convenienza e

il mero tornaconto economico. A questa funzione sociale teniamo molto. Poi, ovviamente, siamo in un mercato competitivo e dobbiamo fare del nostro

meglio. Ma sempre con un occhio di riguardo al ter-ritorio.

Cosa pensa dell’indagine Antitrust relativa all’aumento dei prezzi? Avete risposto?

Abbiamo risposto tramite Federdistribuzione. Su alcuni prodotti come igienizzanti e candeggina, ci sono state richieste di ritoccare i listini, ma gli au-menti concessi sono stati poca cosa. Dal mese di maggio, inoltre, stiamo portando avanti il blocco dei prezzi dei prodotti a marchio fino che si estenderà per alcune società fino a fine luglio e per altre anche fino a fine anno., e probabilmente lo prolungheremo per tutto l’anno. Inoltre, alcune nostre società hanno in-dividuato un paniere con 2-300 referenze di marca di prima necessità, sempre con prezzi bloccati. Anche perché durante il lockdown l’Horeca è rimasto chiu-so, quindi i produttori avevano stock a sufficienza e non c’era ragione di aumentare. Gli incrementi sono legati a tre prodotti: candeggina, alcool e guanti, dove il prezzo viene fatto altrove. Nel caso dei guanti, la produzione avviene quasi totalmente in Malesia, per esempio. E infatti torneranno disponibili tra fine giu-gno e inizio luglio.

Comunque siete in buona compagnia, dato che altre insegne hanno confermato la pratica del blocco dei prezzi.

Mi sembra l’unico approccio ragionevole: alla fine tutti siamo clienti di tutti. L’economia è circolare e il sistema dev’essere tale da incentivare il ritorno nei nostri punti vendita. Sottolineo poi il legame con i produttori locali. Cerchiamo sempre di fare trovare sugli scaffali i prodotti del luogo. Ma c’è un altro aspetto decisivo sul tema vendite.

Quale?Il legame strategico tra i punti vendita e il turismo.

Senza i turisti, un negozio sul lago di Garda rischia di avere un crollo del 30%. E lo stesso vale per i pdv sulle Dolomiti, o in Puglia, Sicilia e Sardegna. Senza turismo – questione su cui tutti si sono mossi davvero male – soffriranno moltissimi punti vendita.

Possiamo dare alcuni numeri?Basti dire che solo Jesolo ospita 6 milioni di turisti

all’anno, e Venezia arriva a 73 milioni di presenze, giusto per ricordare alcune località del Veneto. Ma è una dinamica che investirà tutta l’Italia.

Il Coronavirus ha cambiato le abitudini di spe-sa degli italiani, favorendo e-commerce e negozi di prossimità. Ma cosa succederà quando la si-tuazione si normalizzerà?

Credo che le misure di sicurezza dovranno essere mantenute a lungo, così come rimarrà l’interesse per l’e-commerce, dove gli italiani di tutte le età hanno sviluppato maggior confidenza durante il lockdown. Per quanto riguarda l’assortimento, verrà ampliato e integrato con dispositivi di sicurezza, sia per il con-sumatore, sia a livello di formati. Avremo bisogno di confezioni più piccole e, in generale, ‘su misu-ra’. Poi credo che riprenderanno anche le attività di comunicazione classica, ma il web avrà un peso si-curamente maggiore rispetto a prima. In alcuni pun-ti vendita Interspar, infatti, abbiamo già introdotto innovativi sistemi di comunicazione interna tramite schermi led.

Quindi addio al volantino cartaceo?Addio non credo… Ci sarà una riduzione del vo-

lantino fisico a favore delle attività digital. Basti ve-dere come nel settore elettronica le vendite si sono focalizzate su tre prodotti, ovvero pc, tablet, smar-tphone. Gli strumenti digital vengono utilizzati sem-pre di più rispetto ai mezzi classici.

Un giudizio sulle iniziative del Governo. Le sembrano sufficienti?

E’ un po’ presto per dare un giudizio sulle iniziati-ve, che sono molte. Sicuramente ci sono tante buone intenzioni. Non vedo grandi risultati al momento, se devo dirla tutta, vediamo cosa succederà. Resta il

Lucio Fochesato

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Despar Italia di fronte all’emergenza Covid-19. Il blocco dei prezzi. La funzione sociale dei negozi e il rapporto strategico con il territorio.

Lo sviluppo dei prossimi anni. La parola al direttore generale, Lucio Fochesato.

fatto che i nostri governanti sono italiani, quindi do-vrebbero – e sottolineo dovrebbero – fare l’interesse della collettività. Come accade in tanti altri Paesi.

Con questo giudizio vince il Premio Bontà 2020… Non sono così convinto. Rimango dell’i-dea che siamo governati da incapaci, purtroppo. Diceva Alexandre Dumas padre: “Preferisco i mascalzoni agli imbecilli. Almeno si concedono una pausa…”

Che dire? Mi lasci una citazione. Diceva Antoine de Saint-Exupéry: “La perfezione si raggiunge non quando non c’è più niente da aggiungere, ma quan-do non vi è più niente da togliere”. Ma è un esercizio difficile…

Andiamo avanti, come procedono i lavori per il polo logistico di Monselice (Pd) e per gli altri centri di distribuzione?

Il polo nel padovano fa parte di una strategia di sviluppo di più ampio respiro. A regime sarà di 120mila metri quadrati su un’area estesa 300mila. Per ora si stanno trasferendo i freschi e i freschissi-mi, a cui seguirà lo scatolame. Diventerà pienamen-te operativo nel prossimo anno. Per sostenere lo svi-luppo in Emilia Romagna, una delle nostre società ha acquisito una struttura a Bologna; quella che ope-ra in Sicilia ha acquisito un’altra piattaforma vicino a Catania, mentre Maiora, che opera al Centro-Sud, sta riorganizzando tutta la logistica con un progetto molto importante.

Continuiamo a parlare degli investimenti.Quest’anno abbiamo investito circa 80 milioni di

euro per 90 nuovi punti vendita, poi faremo diverse ristrutturazioni. In più, a gennaio è entrato un nuovo socio che copre l’area Piemonte-Liguria-Valle d’Ao-sta e ci sono progetti interessanti di aggregazione sul territorio. Abbiamo arricchito reciprocamente il no-stro know how. E i risultati sono arrivati: nel mese di gennaio, la crescita dei prodotti a marchio ha messo a segno un +5% rispetto all’anno precedente. Passando dal 14% della gestione precedente, targata Simply, all’attuale 18%.

Quali saranno le parole chiave dei prossimi anni, in questo percorso di sviluppo?

Salute e ambiente. Con salute intendo che i prodot-

ti Despar offrono tutte le garanzie possibili. Inoltre, da due anni stiamo rivedendo la linea ‘mainstream’ a marchio, tramite un lavoro in collaborazione con l’Università di Parma. Così da ridurre il quantitativo di zucchero, grassi e sale. il gruppo ha un giornale chiamato ‘MagazineDiVita’, nato ben dieci anni fa e distribuito in 1,2 milioni di copie (quattro edizioni), incentrato sul benessere e sul mangiare sano. L’altra parola chiave è ambiente. Puntiamo ad avere store a impatto zero, con ricircolo dell’aria e del caldo-fred-do, e siamo impegnati nel recupero di edifici storici (l’esempio più noto è il Teatro Italia a Venezia, ma ce ne sono altri dello stesso livello a Padova e a Trani). Il gruppo sta investendo poi sul fronte della riduzione della plastica nel packaging. Abbiamo progetti relati-vi al lattiero-caseario, e sulla quarta gamma sono sta-ti realizzati sacchetti biodegradabili e compostabili. Altro punto forte è la collaborazione con i fornitori italiani, che sono il 98% del totale per i prodotti a marchio. Tutti i progetti di filiera che abbiamo hanno una componente fondamentale nel rispetto dell’am-biente. E organizziamo anche corsi di formazione all’interno dei punti vendita, con cuochi e produttori.

Quindi appuntamento al 2021 per festeggiare i 60 anni?

Sì, purtroppo quest’anno – come accennavo – ab-biamo dovuto rimandare tutti i festeggiamenti. Ma la nostra funzione sociale è rimasta. E, anzi, si è rivelata decisiva per tante famiglie italiane.

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Giugno 2020

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di Federico Robbe

primo piano

‘Farm to fork’: la strategia Ue fa discutereLa sfida della strategia ‘Farm to Fork’ è al

cuore del nuovo European Green Deal. An-nunciata dalla Commissione Ue il 20 mag-gio, delinea il ruolo dell’agroalimentare ed

è incentrata sulla produzione e sul consumo di cibo in maniera più sostenibile. Per conciliare quello che man-giamo con le esigenze del pianeta. E ridurre l’impronta ambientale dei cittadini europei, assicurando cibo sicu-ro e sostenibile e, al contempo, la giusta remunerazione a tutti gli anelli della filiera. Il tutto con un occhio di riguardo per i cambiamenti climatici e per gli elemen-ti nutrizionali dei prodotti. Un punto, quest’ultimo, che fa parecchio discutere, accanto all’esplicito sostegno ai sostitutivi della carne e alle proteine ‘alternative’ da qui al 2023.

Più nel dettaglio, la strategia ‘Dal produttore al con-sumatore’ (letteralmente ‘dal campo alla forchetta’) prevede entro il 2030 la riduzione del 50% dell’uso dei fitofarmaci in agricoltura e del 20% dei fertilizzanti, il taglio del 50% dei consumi di antibiotici per gli alleva-menti e l’acquacoltura e l’incremento del 25% delle su-perfici coltivate a biologico (oggi all’8%), l’estensione dell’etichetta d’origine sugli alimenti. Bruxelles punta inoltre a raggiungere una quota di almeno il 30% delle aree rurali e marine europee protette, e a trasformare il 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversi-tà. Sono questi i principali obiettivi della strategia sulla sostenibilità targata Commissione europea, che avrà in dotazione circa 20 miliardi di euro, tra fondi Ue, dei Pa-esi membri e di soggetti privati. Non si tratta di obiettivi vincolanti, ma di linee guida per i futuri atti legislativi da concordare con il Consiglio europeo e il Parlamento. Difficile, in casi come questi, accontentare tutti. E infatti il dibattito si è ben presto polarizzato, suscitando reazio-ni contrastanti.

Le reazioni del mondo agricolo“Le proposte della Commissione”, commenta Mas-

similiano Giansanti, presidente di Confagricoltura, “penalizzano il potenziale produttivo dell’agricoltura e del sistema agroalimentare europeo. È una prospettiva che non condividiamo, anche perché aumenterebbero le importazioni da Paesi terzi che applicano regole diver-se e meno rigorose. Anche per il presidente di Copagri, Franco Verrascina, “gli ambiziosi obiettivi contenuti nelle comunicazioni non devono penalizzare i produttori agricoli, messi già a durissima prova dalla pandemia”. Secondo Cia-agricoltori italiani, “l’agricoltura è pronta alla sfida sostenibilità ma merita un ruolo centrale”.

Il presidente dell’Alleanza delle cooperative agroa-limentari, Giorgio Mercuri, sottolinea il rischio che la strategia europea comprometta la sicurezza: “Prima di ogni intervento legislativo europeo occorrerà fare una valutazione attenta sulle ricadute che un piano così im-portante potrà avere su agricoltori e cooperative, che hanno bisogno di alternative per essere messi in grado di raggiungere obiettivi così ambiziosi senza compromet-tere la loro stessa sussistenza. Un approccio ‘bendato’ può mettere a rischio la stessa sicurezza alimentare eu-ropea, la competitività e il reddito di migliaia di aziende e di cooperative che sono già state pesantemente colpite dall’emergenza Covid19”.

Coldiretti, tramite il presidente Ettore Prandini, esulta per l’estensione dell’obbligo di etichette con l’indica-zione dell’origine degli alimenti, prevista però entro il quarto trimestre 2022, quindi non è proprio dietro l’an-golo. La richiesta è considerata “una vittoria per 1,1 mi-lioni di cittadini europei che hanno firmato l’iniziativa dei cittadini europei promossa dalla Coldiretti ed altre organizzazioni europee, da Solidarnosc a Fnsea”. Eppu-re, prosegue Prandini, non mancano le criticità e le zone

d’ombra, come “i fuorvianti bollini Nutriscore e i pre-giudizi sui consumi di carne e sugli allevamenti”.

Le riserve di Paolo De Castro (S&D)Arriva poi il monito dell’europarlamentare Paolo De

Castro: “Siamo pronti a raccogliere la sfida ambiziosa che ci lancia la Commissione, ma non a qualunque prez-zo. È l’inizio di un percorso che deve portare a un patto fiduciario tra produttori e consumatori europei basato sulla qualità, la trasparenza e sicurezza dei processi pro-duttivi e dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole”. Ha aggiunto: “Siamo molto preoccupati che gli obietti-vi di riduzione dell’utilizzo di input produttivi possano pregiudicare la capacità produttiva dei nostri agricoltori: ogni vincolo dovrà essere accompagnato dalla messa a disposizione di strumenti alternativi, e in questo senso l’aperura della Commissione alle nuove biotecnologie sostenibili per l’evoluzione assistita delle piante ci fa ben sperare”.

Federalimentare: “Competitività a rischio”Interviene nel dibattito anche Ivano Vacondio, pre-

sidente di Federalimentare: “Alla luce dell’emergenza sanitaria, sociale ed economica causata dalla diffusio-ne del Covid19, riteniamo che la Farm to Fork Strategy

vada orientata tenendo conto della prioritaria necessità di aiutare le imprese della filiera agroalimentare, in par-ticolare le più piccole, a riprendere slancio dopo la crisi della pandemia. Notiamo, al contrario, che sono rimasti impegni che impongono alle imprese oneri aggiuntivi, come ad esempio quelli relativi al packaging, in larga parte insostenibili nella situazione attuale. Le istituzioni europee, a nostro parere, dovrebbero tenere in maggiore considerazione il rischio che queste misure possano con-durre ad una consistente perdita di competitività inter-nazionale del settore agroalimentare dell’intera Unione Europea”.

Vacondio ha poi sottolineato l’inopportuna inclusione di elementi nutrizionali, poco pertinenti con la sostenibi-lità e potenzialmente dannosi per l’industria alimentare italiana: “Per quanto riguarda l’etichettatura fronte pac-co, la Commissione propone l’adozione di un sistema armonizzato obbligatorio in tutta l’Unione. Apparente-mente non viene indicato quale tipo di sistema si inten-da adottare. Lascia tuttavia molto perplessi che la Com-missione abbia stabilito il varo di profili nutrizionali e il loro utilizzo non solo per la disciplina dei claim pub-blicitari (che era il loro scopo originario) ma anche per l’etichettatura nutrizionale fronte pacco. Si tratta di una dichiarazione che ci preoccupa molto, perché il sistema appena approvato dalle istituzioni italiane, il Nutrinform battery, è l’unico che non si basa su profili nutrizionali”.

Vacondio ha espresso le proprie riserve contro il pro-posito di imporre la riformulazione dei prodotti attra-verso la fissazione di limiti al contenuto di determinati nutrienti: “Se questa idea dovesse tradursi in realtà, sa-rebbe la fine per una serie di prodotti italiani di alta qua-lità che per tipologia o per tradizione non possono essere riformulati. Il tutto senza un vero beneficio per i con-sumatori, dato che è l’assunzione eccessiva di nutrienti nella dieta generale ad essere potenzialmente nociva per la salute, non certo i singoli prodotti”. Alla luce di queste preoccupazioni, il presidente di Federalimentare invita le istituzioni italiane a valutare le implicazioni della stra-tegia e a proporre correttivi.

Soddisfatto il mondo del bioPollice in su da parte di Assobio e Federbio. Tra le

realtà del biologico, la strategia ‘Farm to Fork’ suscita solo applausi. “Esprimiamo il nostro plauso per le po-sitive sollecitazioni della Commissione europea e come Assobio continueremo la nostra battaglia in modo ancor più deciso per la definitiva approvazione della legge sul bio già varata alla Camera dei deputati e ancora assur-damente bloccata al Senato da sciocchi e ‘imbarazzanti’ giochi di palazzo”, dichiara Roberto Zanoni, presidente di Assobio”. C’è poi il tema del giusto prezzo, “da sem-pre rivendicato dal settore biologico”, afferma Jacopo Orlando, vice-presidente Assobio.

Soddisfazione anche da Federbio, in particolare per il ruolo centrale attribuito all’agricoltura biologica come metodo in grado di produrre benefici per l’ambiente e per la salute e capace di creare occupazione per giova-ni agricoltori. “Le strategie Farm to Fork e sulla biodi-versità rappresentano l’avvio del percorso per il Green Deal e costituiscono per l’agricoltura europea una vera e propria svolta che mette l’agricoltura biologica al cen-tro di una transizione verso sistemi agro-alimentari più sostenibili”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio. “È evidente che questa nuova sensibilità ecologica debba trovare un’attuazione pratica in tempi veloci. In questa direzione, abbiamo due occa-sioni preziose da cogliere: sbloccare finalmente l’appro-vazione della legge sul biologico ancora ferma al Senato e lavorare affinché le linee guida contenute in F2F siano i fondamenti nella costruzione di una nuova Pac”.

UN PASSAGGIO DEL DOCUMENTO (P. 17)

“Uno dei principali settori di ricerca riguarderà

il microbioma, gli alimenti provenienti dagli oceani,

i sistemi alimentari urbani e l’aumento della disponibilità

e delle fonti di proteine alternative quali le proteine

di origine vegetale, microbica e marina e a base di insetti e

i prodotti sostitutivi della carne”.Fonte: Commissione europea,

Comunicazione della commissione al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni.

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Si accende il dibattito sulle linee guida del prossimo decennio per l’agroalimentare. Meno fertilizzanti e antibiotici. Più superfici biologiche.

Origine degli ingredienti obbligatoria e riformulazione di alcuni prodotti. I commenti delle associazioni e dei protagonisti.

IL PIANO D’AZIONE

Entro il 2023 (selezione)• Proposta di quadro legi-slativo per sistemi alimen-tari sostenibili• Revisione normativa sul benessere animale• Revisione del regola-mento sugli additivi per mangimi al fine di ridurre l’impatto ambientale• Obbligo per le industrie di integrare la sostenibilità nelle strategie aziendali• Codice di condotta per pratiche commerciali e di marketing responsabili• Promuovere la rifor-mulazione degli alimenti trasformati, compresa la definizione di livelli massi-mi per determinate sostan-ze nutritive• Istituire un’etichettatura nutrizionale obbligatoria armonizzata• Rendere obbligatoria l’indicazione di origine per determinati prodotti• Proposta di obiettivi a livello Ue per la riduzione degli sprechi alimentari• Proposta di revisione delle norme Ue su diciture ‘da consumarsi entro’ e ‘da consumarsi preferibilmente entro’

Entro il 2030 (selezione)• Riduzione del 50% dell’uso dei fitofarmaci in agricoltura • Riduzione del 20% dei fertilizzanti• Il taglio del 50% dei consumi di antibiotici per gli allevamenti e l’acqua-coltura • Incremento del 25% delle superfici coltivate biologi-che • Incremento del 30% delle aree rurali e marine euro-pee protette• Trasformare il 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità• Promuovere le proteine vegetali coltivate nell’Ue

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a cura di Tommaso Farina e Federica Bartesaghi

dossier

Se si parla della Puglia del vino, è impossibile di-menticare un dato fondamentale: la regione che costituisce il tacco del nostro stivale da anni con-tende al Veneto il primo posto italiano in termini

di ettolitri prodotti. E la produzione stessa in dieci anni è aumentata di un buon terzo. Tanta quantità quindi, ma anche una qualità che i vignaioli col tempo hanno saputo implementare. Negli ultimi vent’anni, il fermento quali-tativo ha toccato un po’ tutte le tipologie di vino prodotte in Puglia, sia Doc che Igt. Sembra finita l’epoca in cui i colorati rossi pugliesi salivano nottetempo con cisterne alla volta del Nord, per dare un po’ di colore a certi vini smunti. I pugliesi, col tempo, hanno imparato che anziché (quasi) regalarli ad altri colleghi del settentrione, poteva-no trarre ben maggiori profitti dal venderli in proprio, col loro nome sopra, curandoli anche in vigna e in cantina. Così, ecco spiegata l’escalation ultraventennale del Pri-mitivo, sia esso a denominazione (tipo Primitivo di Man-duria Doc) oppure no, con un successo quasi planetario in tutte le sue versioni. Il carattere maschio, incisivo e imponente di quel vino è stato riscoperto come identitario in una regione magnifica. Stesso discorso per il Salice Salentino, un vino ormai apprezzato in Italia e nel mondo: fino al punto che i Negramaro, i più popolari musicisti pop-rock pugliesi, hanno deciso di chiamarsi così proprio in onore del vitigno protagonista di questo vino, con una “o” in meno.

Altri vini pugliesi interessanti? La denominazione Ca-stel del Monte Rosso Riserva Docg interessa le Murge e il comprensorio barese. Stavolta l’uva principale è il co-siddetto nero di Troia. A Castel del Monte c’è anche una Doc, più antica, comprensiva di tipologie rosse, bianche e rosate. E proprio i rosati sono un comparto che fa pen-sare, quasi senza tentennamenti, alla Puglia: il Salen-to leccese, in particolare, al suo interno annovera pro-duttori di chiara fama, che coi vitigni classici pugliesi (Negroamaro, Malvasia Nera, Nero di Troia e vari altri) hanno escogitato alcuni veri bestseller della categoria, meritatamente in vetta alle classifiche italiane, e in ef-fetti molto invoglianti coi loro squillanti colori salmone, ad accompagnare piatti di pesce di particolare impegno. Anche più a nord del Salento si fanno rosati, preferendo però uve come Aglianico e Bombino Nero. Quanto ai bianchi, oltre a quelli dovuti alla fantasia dei produt-tori si segnalano le Doc Gravina (unicamente dedicata all’omonimo vino bianco) e San Severo, quest’ultima in provincia di Foggia.

Sussistono anche produzioni di spumanti, piccole e in-teressanti, e di vini dolci. Tra essi, il più importante è probabilmente il Primitivo di Manduria Dolce Naturale, che dal 2011 ha diritto alla Docg, e che negli ultimi anni è stato spesso additato come vino ideale da accostare al cioccolato. Più confidenziali anche se di antica tradizio-ne le produzioni di Aleatico e di Moscato di Trani.

Vini dellaPuglia

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Varvaglione 1921 produce vino da quasi 100 anni: una tradi-zione che abbraccia quattro generazioni della famiglia. L’a-zienda, che ha sede a Leporano nel Golfo di Taranto, in Puglia, ha due aree di produzione: la fabbrica e la cantina di vinifica-zione, il sito di imbottigliamento e un negozio nella sede storica dell’azienda. Focalizzata da sempre sui vitigni autoctoni pugliesi, il vasto portafoglio di Varvaglione comprende vini rossi ottenuti da uve Primiti-vo, Negroamaro, Malvasia e Aglianico e vini bianchi ottenuti da uve Verdeca, Malvasia e Fiano. Inoltre, nell’area delle varietà internazionali, Varvaglio-ne produce uno Chardonnay seguendo i metodi tradizionali del Salento.

‘IDEA’ ROSA DI PRIMITIVO

VitigniPrimitivoZona di produzioneTaranto.Gradazione alcolica13% vol.VinificazioneBreve criomacerazione e pressatura soffice. Fermentazione a temperatura controllata di 15-16°C. Affinamento in acciaio con sospensione periodica delle fecce.Descrizione e principali note organoletticheProfumi di piccoli frutti rossi, arricchiti da una bella nota balsamica.N. bottiglie prodotte30milaFormato0,75 lt

MALVASIA BIANCA DEL SALENTO ‘12EMEZZO’

VitigniMalvasia BiancaZona di produzioneSalento.Gradazione alcolica12,5% vol.Vinificazione24 ore di macerazione, pressatura soffice, fer-mentazione a temperatura controllata di 14°C. Affinamento in acciaio.Descrizione e principali note organoletticheAl naso si presenta intenso, aromatico, frutta-to. Colpisce per la sua fresca vivacità e il suo equilibrio. È strutturato, armonico e persistente, dal sapore delicato.N. bottiglie prodotte1.000.000Formato0,75 lt

‘PAPALE ORO’ PRIMITIVO DI MANDURIA DOP

VitigniPrimitivo di ManduriaZona di produzioneManduria.Gradazione alcolica14,5% vol.VinificazioneVinificazione con macerazione a temperatura controllata di 26-28°C. Dopo FML, affinamen-to in botte francese e barrique americana per almeno 10 mesi.Descrizione e principali note organoletticheBouquet di confettura e frutti di bosco. Rotondo e morbido.N. bottiglie prodotte200milaFormato0,75 lt

VARVAGLIONE VIGNE E VINIwww.varvaglione.com

segue

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dossier - Puglia

Nelle Cantine Santa Barbara si producono vini secondo la tradizione del Salento. La sede in San Pietro Vernotico, ampia e rimodernata nel 2004, ospita tra l’altro la Fondazione Museo Enologico ‘Ercole Giorgiani’. Il fondatore di questo motore culturale del territorio è l’enologo Pietro Giorgiani, un riferimento per l’enologia pugliese. Nel sol-co della tradizione, con grande passione ed entusiasmo, le figlie Maria Rosaria e Marcella sono da anni al lavoro in azienda. I vigneti spaziano dalle tipiche varietà salentine come Negro Amaro, Malvasia Nera, Susuma-niello, Aleatico e Primitivo fino a quelle internazionali quali Char-donnay, Sauvignon e Syrah.

Cantine Due Palme è un’azienda cooperativa costituita nel 1989 a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi. Nasce dall’idea e dalla volontà di Angelo Maci, terza generazione di una famiglia di vignaioli. 1.200 i soci conferitori e 2.500 gli ettari di vigneti dislocati nel triangolo di terra che abbraccia le province di Brindisi, Taranto e Lecce, nel cuore del Salento. Qui, la Due Palme coltiva gli autoctoni Negroamaro, Primitivo, Susuma-niello, Aleatico, Fiano, Malvasia Nera e Moscato, ovvero quei vitigni con i quali la Puglia è en-trata a buon diritto nel Gotha dei territori di eccellenza produttiva. Sono sei le cantine dell’area ionico-salentina che dal 1989 ad oggi sono state incorporate nel gruppo. 35, ad oggi, le refe-renze prodotte da Cantine Due Palme.

Al centro della penisola salenti-na, a metà strada fra lo Ionio e l’Adriatico, si stende il territorio di Copertino. Nel 1935, 36 viticoltori fondarono la Cantina di Copertino per valorizzare la cooperazione e occuparsi direttamente della vinificazione e del commercio dei vini. Oggi sono 300 i soci che conferi-scono il proprio raccolto. La Cupertinum lavora soprattutto vitigni tradizionali: il Negroama-ro, simbolo enoico del Salento, è quello principale, affiancato da Malvasia Nera e Primitivo.

SUSUMANIELLO CAPIRUSSU - ROSSO DEL SALENTO IGP

VitigniSusumaniello 100%Zona di produzioneSalento.Gradazione alcolica14% vol.VinificazioneDopo la pigiatura e la diraspatura, il mosto ri-mane in macerazione con le bucce per 8-10 giorni. La temperatura di fermentazione viene mantenuta entro i 24°C.Descrizione e principali note organoletticheRosso intenso con riflessi viola. Sprigiona pro-fumi intensi di tabacco, liquirizia e note di pepe nero.N. bottiglie prodotte20milaFormato0,75 lt

SELVAMARA

VitigniNegroamaro 100%Zona di produzione Salento.Gradazione alcolica13,5% vol.VinificazioneLe uve sono raccolte a mano tardivamente e poste nella sala di appassimento per 60 giorni. Successivamente sono macerate in vinificatori orizzontali rotativi. Il vino è poi invecchiato in legno per sei mesi e affinato in vetro, prima di essere commercializzato.N. bottiglie prodotteN/AFormato0,75 lt

NEGROAMARO SALENTO IGT

VitigniNegroamaro 100%Zona di produzione Copertino, Salento Igt.VinificazioneMacerazione con le bucce per 7-8 giorni a 28°C. Pressatura soffice e affinamento in ac-ciaio.Descrizione e principali note organoletticheColore rosso rubino intenso. Profumo fresco e vinoso con ricordi di piccoli frutti rossi, lique-rizia, vaniglia e caffè. Sapore morbido, caldo sul garbato fondo amarognolo, ben sostenuto da concentrazione e speziatura che danno ele-ganza e rotondità.N. bottiglie prodotte75milaFormato0,75 lt

SUSUMANIELLO NEGROAMARO - ROSSO DEL SALENTO IGP

VitigniNegroamaro 100%Zona di produzioneSalento.Gradazione alcolica13,5% vol.VinificazioneMacerazione delle uve per cinque giorni e con-trollo della temperatura. Dopo la fermentazione alcolica e malolattica in acciaio il vino viene messo in bottiglia.Descrizione e principali note organoletticheRosso intenso. Sprigiona profumi intensi di frut-ta matura (more, fragole, lamponi).N. bottiglie prodotte25milaFormato0,75 lt

NEGROAMARO ROSATO - ROSATO DEL SALENTO IGP

VitigniNegroamaro 100%Zona di produzioneSalento.Gradazione alcolica13% vol.VinificazioneLe uve vengono tenute a macerare per 12-18 ore, al fine di estrarre dalle bucce la giusta to-nalità di colore e le sostanze aromatiche tipi-che del Negroamaro. Il mosto fiore (40%) viene poi fatto fermentare per 14-15°C in recipienti di acciaio inox fino al termine della fermentazione alcolica.Descrizione e principali note organoletticheColor rosa salmonato, frutto di un’abile fermen-tazione e lunga esperienza.N. bottiglie prodotte10milaFormato0,75 lt

CANTINE SANTA BARBARAwww.cantinesantabarbara.it

CANTINE DUE PALMEwww.cantineduepalme.it

CUPERTINUM ANTICA CANTINA DEL SALENTO 1935www.cupertinum.it

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Nell’assolata terra Salentina, dal 1950 la famiglia Mocavero produce vini di alta qualità che raccontano il territorio, il gusto, la ricerca e la passione dei fratelli Francesco e Marco che portano avanti l’eredità di papà Pietro e dei suoi avi. Oggi la cantina ha sede nelle campa-gne di Arnesano, immersa tra ulivi e vigneti, dove Francesco e Marco, con scrupolosità e con gusto, continuano a produrre vini che sono ormai garanzia sia sul territorio nazionale che all’estero. La produzione Moca-vero, a oggi, comprende dieci rossi, tre bianchi (tra cui una novità 2020), due rosati (uno dei quali lanciato nel 2020) e un vino dolce naturale da dessert, raggruppati in cinque linee.

Dal 2013, nal cuore dell’area di produzione del Primitivo di Manduria Dop, Notte Rossa rende omaggio alla terra del Sa-lento. Una selezione accurata di vigneti negli agri più vocati della penisola salentina: dalle aree collinari del Nord tarantino per le uve bianche, agli agri dislocati più a Sud per i rossi iconici come Primitivo e Negroamaro.

‘CURTI RUSSI’ PRIMITIVO ROSATO IGP SALENTO ROSATO IGP PRIMITIVO DEL SALENTO

VitigniPrimitivo 100% Zona di produzioneSalento: province di Brindisi, Lecce e Taranto.Gradazione alcolica12,5% vol.VinificazionePressatura soffice, 12 ore di macerazione con le bucce, temperatura di fermentazione con-trollata.Cinque mesi in serbatoi d’acciaio.Descrizione e principali note organolettiche Alla vista un rose’ tenue e brillante. Profumi persistenti con prevalenza di ciliegia e fragola. Gusto fresco e intenso, piacevolmente acidulo, ben equilibrato. N. bottiglie prodotte 20mila Formato0,75 lt

NOTTE ROSSA BASCIÀ ROSSO D’ITALIA

VitigniUve a bacca rossa tipiche del SalentoZona di produzioneSalento.Gradazione alcolica14,5% vol.VinificazioneVendemmia manuale delle uve a leggera sur-maturazione; diraspa-pigiatura, macerazione pre-fermentativa a freddo e successivo avvio della fermentazione alcolica a temperatura controllata a 24-26°C. Svinatura finale con presse soffici. Fermentazione malolattica in ac-ciaio e successiva permanenza in barrique di rovere francese per 12 mesi.Descrizione e principali note organolettiche Rosso rubino con riflessi porpora, profumo in-tenso e complesso, con note fruttate di prugna e confettura e con sentori terziari speziati di va-niglia e liquirizia. Al palato è intenso, di grande struttura e morbidezza, finale lungo.N. bottiglie prodotte10milaFormato0,75 lt

‘PUTEUS’ SALICE SALENTINO RISERVA DOP Vitigni Negroamaro 80%, Malvasia Nera di Lecce 20%Zona di produzione Comprende i comuni di Salice Salentino, Ve-glie e Guagnano (Le), San Pancrazio Salentino e San Donaci (Br); oltre a parte dei territori dei comuni di Campi Salentina (Le) e Cellino San Marco (Br). Gradazione alcolica13,5% vol.VinificazioneClassica vinificazione in rosso, prolungando il tempo di contatto tra vinacce e mosto per con-sentire una maggiore estrazione di sostanze coloranti, aromatiche e tanniche, per far sì che il vino sia ben strutturato per l’invecchiamento. La vinaccia viene separata dalla parte liquida (mosto vino). Questo viene abbinato in serba-toi d’acciaio inox per completare il processo di fermentazione. A fermentazione ultimata, il vino viene separato dalle fecce e conservato in ser-batoi d’acciaio per il primo anno, susseguente-mente completa il suo ciclo di invecchiamento in botti di rovere. Infine viene stabilizzato, filtra-to e imbottigliato. Descrizione e principali note organolettiche Alla vista un colore rosso inten-so con sfuggenti riflessi violacei. Equilibrata tannicità con sentori speziati (caffè, cacao e cuoio). Ricco e armonioso in boc-ca.N. bottiglie prodotte 70mila Formato0,75 - 1,5 - 3 lt

NOTTE ROSSA PRIMITIVO DI MANDURIA DOP RISERVA

VitigniPrimitivo 100%Zona di produzioneSalento.Gradazione alcolica14,5% vol.VinificazioneVendemmia manuale delle uve a leggera surmatura-zione; diraspa-pigiatura, macerazione pre-fermenta-tiva a freddo e successivo avvio della fermentazione alcolica a temperatura controllata a 24-26°C. Svina-tura finale con presse soffici. Fermentazione malolat-tica in acciaio e successiva permanenza in barrique di rovere francese e americano per 18 mesi.Descrizione e principali note organolettiche Rosso rubino molto carico ed elegante. Profumo ampio e complesso, fruttato con sentori di pru-gne, confettura di ciliegia e note di tabacco, leg-germente speziato. Al palato è un vino di grande corpo, morbido e ricco di tannini nobili, con un finale che regala note di cacao, caffè e vaniglia.N. bottiglie prodotte15milaFormato0,75 lt

‘SANTUFILI’ IGP PRIMITIVO DEL SALENTO

VitigniPrimitivo 100%Zona di produzione Salento: province di Brindisi, Lecce e Taranto.Gradazione alcolica14,5% vol.Vinificazione Particolare controllo della temperatura. La ma-cerazione ha la durata di tutta la fermentazione alcolica. Finita quest’ultima il vino viene sepa-rato dalle vinacce. Dopo la pressatura, il vino viene affinato in barriques e tonneaux nuove per 7-8 mesi, eseguendo periodicamente il bâtonagge. Descrizione e principali note organolettiche Colore rosso intenso con riflessi violacei, un’e-quilibrata tannicità e intenso profumo di spezie e confetture. Al palato è caldo, pieno e avvol-gente, con tannini delicati e dotato di buona persistenza. N. bottiglie prodotte 40milaFormato0,75 - 1,5 - 3 lt

NOTTE ROSSA PRIMITIVO DI MANDURIA DOP

VitigniPrimitivo 100%Zona di produzioneSalento.Gradazione alcolica14% vol.VinificazioneMacerazione termo-controllata e fermentazio-ne alcolica con lieviti selezionati per circa 10 giorni. Affinamento in barrique di rovere fran-cese e americana per 5-6 mesi.Descrizione e principali note organolettiche Rosso rubino arricchito da riflessi violacei. Pro-fumo opulento che rimanda alle ciliegie mature e alle prugne, con gradevoli note di cacao e vaniglia. Al palato è vino di struttura notevole, ammorbidito dal suadente calore del Primitivo, che termina in note di lunga dolcezza.N. bottiglie prodotte200milaFormato0,75 lt

AZIENDA VINICOLA MOCAVERO www.mocaverovini.it

NOTTE ROSSAwww.notterossa.wine

segue

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La cantina inizia l’imbottiglia-mento dei suoi prodotti con Piero e Lisetta Leone de Castris, nel 1925. Nel 1943 nasce il Five Roses, il prodotto più conosciuto dell’azienda nonché il primo rosato imbottigliato e commer-cializzato in Italia e, da subito, esportato negli Stati Uniti. Il Ca-valiere del Lavoro Salvatore Le-one de Castris, figlio di Piero e Lisetta de Castris, ha contribuito a un notevole sviluppo, anche internazionale, dell’azienda. Dal 1995 la dirige il figlio Piernicola. Riconoscimenti prestigiosi ven-gono attribuiti all’intera gamma aziendale.

Fondata dalla famiglia Tinazzi nel 2011, a San Giorgio Jonico, in provincia di Taranto, l’obietti-vo principale della cantina San Giorgio è da sempre stimolare la produzione vinicola locale valorizzando le potenzialità dei vitigni autoctoni pugliesi. Dal 2019, per dare maggiore impul-so alla produzione, Tinazzi ha trasferito la sede di San Giorgio nel comune limitrofo di Faggia-no. La struttura è una moderna cantina di piagiatura in cui viene lavorata e imbottigliata la produ-zione pugliese di Tinazzi.

FIVE ROSES ROSATO IGT SALENTO 2019

VitigniNegroamaro 90%, Malvasia Nera di Lecce 10%Zona di produzione Salice Salentino.Gradazione alcolica12% vol.VinificazioneMacerazione pellicolare delle uve (temperatura 10°C) per alcune ore e successiva estrazione del mosto fiore (max 35%). Dopo la decanta-zione statica si avvia la fermentazione alcolica in tini di acciaio inox alla temperatura di 16-20°C.Descrizione e principali note organolettiche Caratteristico rosa cerasuolo cristallino. Sentori fruttati di ciliegia e fragolina di bosco. In bocca è fresco, morbido e piacevolmente persistente.N. bottiglie prodotte160milaFormato0,75 lt

FEUDO CROCE - MALVASIA BIANCA PUGLIA IGP ‘ALÈA’

VitigniMalvasia Bianca 100%Zona di produzione Puglia.Gradazione alcolica12,5% vol.VinificazionePigiatura con diraspatura delle uve, successi-va pressatura soffice e avvio della fermentazio-ne a temperatura controllata (14-16°C). Affina-mento in acciaio. Descrizione e principali note organolettiche Vino dal colore giallo paglierino, al naso è frut-tato, lievemente aromatico con leggere note floreali. Al palato è fresco, armonico, minerale e richiama la frutta. Persistente nel finale.N. bottiglie prodotte20milaFormato0,75 lt

LEONE DE CASTRISwww.leonedecastris.com

SAN GIORGIO - VINI NOBILI DEL SALENTOwww.tinazzi.it

Tenute Rubino è un progetto nato alla metà degli anni ‘80 da un’idea di Tommaso Rubino, convinto sostenitore delle po-tenzialità del Salento. A concre-tizzare il progetto, nel 1999, è stato il figlio Luigi che, insieme a Romina Leopardi, ha creato il marchio Tenute Rubino. La sede è a Brindisi, dove l’inaugurazio-ne di una moderna cantina di vi-nificazione e affinamento è stata la prima di una serie di inno-vazioni che si sono susseguite nel corso degli anni. Particolare attenzione è posta nell’utilizzo di vitigni autoctoni salentini: ac-canto al Susumaniello, il vitigno più tipico della terra di Brindisi e fiore all’occhiello dell’azienda, spiccano Negroamaro, Primitivo e Malvasia.

OLTREME’ DOC BRINDISI ROSSO SUSUMANIELLO 2018

VitigniSusumaniello 100%Zona di produzione Jaddico-Giancola, Brindisi.Gradazione alcolica13,5% vol.VinificazioneVendemmiato a mano i primi giorni di ottobre. Fer-mentazione tra i 22-24°C in serbatoi d’acciaio. Mace-razione di 10 giorni a temperatura controllata. Fermen-tazione malolattica svolta interamente. Affinamento di 10 mesi in acciaio, minimo due mesi in bottiglia.Descrizione e principali note organolettiche Colore rosso rubino intenso con riflessi violacei. Al naso, fresche note di frutta a bacca rossa (cilie-gia, melagrana, lamponi e sentori che ricordano la prugna matura). Sentori speziati completano in bouquet con note di cannella e pepe bianco. Palato sapido, minerale, rotondo con tannini pia-cevoli e morbidi che lo rendono particolarmente piacevole nella beva.N. bottiglie prodotte80milaFormato0,75 lt

TENUTE RUBINOwww.tenuterubino.com

dossier - Puglia

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La Cantina Produttori Vini Manduria, fondata nel 1932, rappresenta la memoria storica del mondo enoico pugliese. 1.000 ettari di vigna, condotti con passione e competenza, costituiscono la forza di una cooperativa che ha sempre cre-duto e investito nelle qualità di uno storico vitigno autoctono: il Primitivo, dalle cui uve si ottiene un vino dalla marcata personali-tà. Declinato in diverse etichette: Memoria, Lirica, Elegia, Sonetto e Madrigale.

‘AKA’ SALENTO IGT ROSATO

VitigniPrimitivo 100%Zona di produzione Salento.Gradazione alcolica13% vol.VinificazioneMacerazione pellicolare (6-8 ore) e fermenta-zione a temperatura controllata (18°C). Affina-mento in acciaio inox e bottiglia.Descrizione e principali note organolettiche Colore rosa corallo intenso, brillante e lumino-so. Accattivante al naso, con note intense di ciliegie fresche, melagrana, mela rossa, frago-line di bosco e lampone, arricchite da piacevoli sbuffi minerali. Fresco al palato, ben struttura-to, croccante, sapido, in fondo tanta succosa acidità, finale lungo.N. bottiglie prodotte 130milaFormato0,75 lt

‘LIRICA’ PRIMITIVO DI MANDURIA DOC

VitigniPrimitivo 100%Zona di produzione Areale Doc.Gradazione alcolica14,50% vol.VinificazioneVinificato in rosso con termocondizionamento del processo fermentativo (22-24° C), una set-timana di macerazione. Affinamento: minimo sei mesi in botti grandi di rovere di Slavonia.Descrizione e principali note organolettiche Colore rosso rubino con nuance granate. Naso intenso ed elegante, con evidenti sentori di frutta scura matura, ciliegia, prugna, spezie dolci come lo zenzero e l’anice, con accennate note tostate di legno. Sapore secco e corpo-so, tannino elegante, accompagnato da una piacevole freschezza. Finale speziato piuttosto lungo e ampio.N. bottiglie prodotte230milaFormato0,75 lt

‘ELEGIA’ PRIMITIVO DI MANDURIA DOC RISERVA

VitigniPrimitivo 100%Zona di produzione Areale DocGradazione alcolica15%VinificazioneVinificato in rosso con termocondizionamento del processo fermentativo (22-24°C), due setti-mane di macerazione. Affinamento: 12 mesi in barriques di rovere francese.Descrizione e principali note organolettiche Colore rosso rubino intenso. Naso elegante, con decisa componente fruttata a base di more selvatiche, prugne secche, lamponi in confet-tura e mirtilli. Noce moscata, vaniglia e chiodi di garofano anticipano timbri di erbe aromati-che e cuoio. Mandorla tostata e petali di viola appassiti affiancano sentori di sottobosco. In bocca, acidità brillante e tannini asciutti gli do-nano una perfetta chiusura.N. bottiglie prodotte80milaFormato0,75 lt

PRODUTTORI VINI MANDURIAwww.produttoridimanduria.it

La passione, il coraggio e la fiducia nell’enorme potenziale qualitativo della Puglia sono gli elementi che hanno spinto gli Antinori a investire in questa regione. L’idea di fondo su cui si basa la filosofia produttiva di Tormaresca è quella di creare grandi vini da vitigni autoctoni pugliesi. L’azienda Tormare-sca è costituita da due tenute situate nelle aree più vocate alla tradizione vitivinicola della regione: Tenuta Bocca di Lupo, nella Doc Castel del Monte; e Masseria Maime, nella zona del Salento.

CALAFURIA 2019

VitigniNegroamaroZona di produzione Salento.Gradazione alcolica12% vol.VinificazioneLe uve vengono selezionate a mano, diraspate delicatamente e pressate in modo soffice. Il mo-sto ottenuto viene posto in serbatoi di acciaio inox alla temperatura di 10°C, in modo da ottene-re una decantazione naturale. Seguono l’innesto della fermentazione alcolica, che viene condotta a basse temperature (16°C) per mantenere intatti gli aromi primari, e un breve periodo di affina-mento in acciaio a contatto con le fecce fini.Descrizione e principali note organolettiche Colore rosa peonia. Profumo intenso e delicato, con note fragranti di pesca, pompelmo e note flore-ali di viola. In bocca, l’ingresso è morbido, con una gradevole acidità seguita da una delicata sapidità. Ottimo equilibrio acidico e persistenza aromatica.N. bottiglie prodotte600milaFormato0,375 - 0,75 - 1,5 - 3 lt

CHARDONNAY FICHI D’INDIA 2019

VitigniChardonnayZona di produzione Salento.Gradazione alcolica12% vol.VinificazioneLe uve chardonnay vengono raccolte e immediata-mente ammostate in cantina. Subito dopo la pigiatura soffice, il mosto viene raffreddato e mantenuto a una temperatura di 10°C per circa 24 ore, in modo da ot-tenere una decantazione naturale. Il mosto così chia-rificato, viene fermentato in serbatoi di acciaio inox termocondizionati a 16°C. L’affinamento prosegue in acciaio fino alla fase di imbottigliamento.Descrizione e principali note organolettiche Colore giallo tenue, con riflessi verdolini. Note fresche di pesca bianca, fiori di mandorlo, timo e lavanda. In bocca è un vino fresco e minera-le, con retrogusto sapido e fruttato.N. bottiglie prodotte40milaFormato0,75 lt

PRIMITIVO FICHI D’INDIA 2019

VitigniPrimitivo Zona di produzione Salento.Gradazione alcolica14,5% vol.VinificazioneLe uve vengono raccolte al giusto grado di ma-turazione e vinificate separatamente in serbatoi di acciaio inox termocondizionati. La macera-zione, condotta a temperature non superiori a 26°C, si protrae per 8-10 giorni. Le fermenta-zioni malolattiche vengono completate entro l’inizio dell’inverno. Segue un periodo di ulte-riore affinamento in acciaio (circa otto mesi) e in bottiglia (quattro mesi).Descrizione e principali note organolettiche Colore rosso rubino. Note fruttate di amarena e piccoli frutti rossi, con lievi sentori di liquirizia. In bocca, l’ingresso è morbido, equilibrato, con un buon corpo e buona persistenza.N. bottiglie prodotte300milaFormato0,75 l

TORMARESCA www.tormaresca.it

fine

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di Federico Robbe

dati & statistiche

L ’impatto dell’emergenza e il lento ritorno alla normalità. Tra le vendite che si stabiliz-zano e le esigenze dei con-

sumatori ‘cambiati’ dalla pandemia. Maura Latini e Marco Pedroni, rispet-tivamente Ad e presidente di Coop Italia, fanno il punto sulla gestione dei mesi scorsi e sulle future strategie dell’insegna nel corso di una confe-renza stampa (rigorosamente online) di venerdì 5 giugno.

E se la fase acuta dell’emergenza è passata, restano ancora diverse inco-gnite sulla fase 2 – tra Pil in caduta libera, inflazione e peggioramento dell’occupazione – e questo vale an-cor più sulla fase 3, quella del defini-tivo ritorno alla normalità.

La fase acuta dell’emergenzaSono oltre 18mila i prodotti confe-

zionati a marchio Coop e di altre mar-che per i quali è stato deciso il blocco dei prezzi. La catena ha poi applicato lo sconto del 10% sui buoni emessi dallo Stato per le persone maggior-mente in difficoltà, rispondendo alle richieste del Governo, e ha attivato un protocollo in collaborazione con Protezione civile, Anci e volontaria-to per la consegna a casa della spesa: a fine maggio sono state superate le

100mila spese consegnate. Inoltre, Coop ha donato alla Protezione civile 4,4 milioni di mascherine chirurgi-che, oltre ad adottare tutte le misure di sicurezza necessarie nei punti ven-dita. Questa attenzione ha comportato dei costi aggiuntivi, considerati però “investimenti” dall’insegna, quantifi-cabili in oltre 50 milioni di euro.

Prezzi bloccati fino a settembreCoop intende far fronte alle inco-

gnite della fase 2 destinando altri 50 milioni di euro a misure di sostegno ai consumatori. La catena ha infatti de-ciso di prolungare il blocco dei prezzi fino al 30 settembre, concentrato sui prodotti a marchio Coop: circa 2mila referenze di prodotti confezionati.

A questa misura se ne affiancano al-tre due. La prima riguarda le promo-zioni settimanali, per tutto il periodo estivo, con sconti del 20% su freschi e freschissimi (carni, ortofrutta e pesce sempre a marchio Coop). Un segmento in cui, fa sapere l’insegna, “può contare sulla sua rete solida di fornitori e produttori che è per oltre il 90% italiana e sui rapporti di filiera controllata da Coop”.

La seconda misura è relativa a un paniere di 10 prodotti che fanno par-te della spesa comune delle famiglie,

al prezzo di 10 euro. Comprende re-ferenze come pasta, olio, biscotti, latte, birra, pomodori e altri ancora. Prodotti in gran parte della linea Ori-gine Coop, ovvero la gamma della tracciabilità completa con controlli in ogni step della filiera. Tra i prodot-ti della linea, per esempio, troviamo prosciutto e latte da animali allevati senza antibiotici.

“Vicini a famiglie e produttori”“Il prodotto a marchio Coop è il

cuore della nostra offerta, mi piace definirlo una sorta di fuoriserie delle garanzie”, spiega Maura Latini, Ad Coop Italia, “e abbiamo concentrato su questo la nostra proposta per la fase 2 così da rendere evidente alle famiglie la nostra determinazione a garantire convenienza e qualità. La fase economica è piena di incognite. Quale sarà sui consumi l’impatto del rallentamento economico che il Paese ha subito e subirà è un nodo rilevante. Per i valori che la cooperazione in-carna, assumendosi anche un rischio, Coop ha scelto di non aspettare e di mandare subito un messaggio alle fa-miglie e ai produttori. Così facendo agiamo sia a monte (verso i fornitori), che a valle (verso i consumatori) per garantire la stabilità dei prezzi e delle

remunerazioni dei diversi attori della filiera”.

“Investiamo anche nella fase 2”“Le misure del governo e le risorse

dell’Ue sono importanti; auspichiamo non una spesa a pioggia, ma il so-stegno alle fasce più deboli, misure fiscali a favore dei consumi e della sostenibilità ambientale, investimenti mirati a rendere migliore il Paese nel lungo periodo. D’altronde non spetta solo al Governo sostenere l’economia del Paese, ma anche alle imprese più importanti, che hanno una grande re-sponsabilità nel difendere le famiglie e le tante piccole e medie imprese a loro collegate”, commenta Marco Pe-droni, presidente Coop Italia. “Noi ci prendiamo questa responsabilità e dopo aver investito nella fase del lockdown 50 milioni di euro, inve-stiamo per la fase 2 da oggi a settem-bre altri 50 milioni di euro. La buona spesa mette assieme sicurezza, conve-nienza e sostenibilità. Se nella prima fase dell’emergenza la maggior parte del nostro investimento – circa il 70% è stato assorbito dalle azioni necessa-rie a garantire a soci e consumatori la massima sicurezza e serenità, ora la percentuale si è rovesciata per gli im-pegni a difesa del potere di acquisto”.

Coop Italia dal lockdown alla ‘nuova normalità’

I risultati operativi Coop nei mesi dell’emergenza I risultati operativi Coop a maggiomarzo - aprile +5% Vendite maggio +4% Vendite

• Meno ingressi nei punti vendita (-40% scontrini)• +25% crescita vendite MDD Coop (+2,6pp quota che arriva oltre 30%)• Aumenta lo Scontrino medio (46 euro vs 26 euro mesi precedenti)• Crescita prodotti basici e flessione prodotti ad alto contenuto di servizio• Crescita prodotti per l’igiene

• Non si inverte il trend di frequentazione del punto vendita (flessione scontrini / aumento scontrino medio)• +21% crescita vendite MDD Coop (+2 pp quota stabile oltre 30%)• Primi, deboli, segnali di ridimensionamento dei trend di consumo del lockdown…

-11% Ipermercati e grandi Superstore

-8% Ipermercati e grandi Superstore

+16% Super medie dimensioni

+12% Super medie dimensioni

+25% piccoli Super vicinato

+14% piccoli Super vicinato

Fonte: Coop Italia

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PASTA E RISO: da +10% a +8%OLIO D’OLIVA: da +9% a +19%CONSERVE POMODORO: da +36% a +21%CARNE IN SCATOLA: da +30% a +10%FARINA: da +180% a +68%UOVA: da +50% a +18%LIEVITO: da +170% a +70%CREME SPALMABILI: da +37% a +16%TERMOMETRI: da +130% a +43%DISINFETTANTI: da +280% a +59%MASCHERINE: da +5.000% a +21.000%BEVANDE PER SPORTIVI: da -55% a -10%PESCE FRESCO: da -8% a +10%MAKE-UP: da -30% a -25%PRODOTTI VIAGGIO: da -80% a -65%PROFILATTICI: da -40% a -18%COLORAZIONI CAPELLI: da +165% a +30%

La gestione dell’emergenza sanitaria. Tra prezzi bloccati, iniziative sul territorio e investimenti. Il ruolo strategico dei prodotti a marchio. La visione

sul medio-lungo periodo di Maura Latini, amministratore delegato, e Marco Pedroni, presidente, nella conferenza stampa online del 5 giugno.

Convenienza forza 10

Pacchetto settimanale prodotti freschissimi

La spesa dei clienti Coop durante l’emergenza: alcune evidenze «curiose»

I primissimi segnali di un ritorno verso la normalità

• Pacchetto speciale al costo di 10€ complessivi, fino al 30 settembre composto da 10 prodotti base di uso quotidiano.• L’obiettivo: aiutare concretamente le famiglie, assicurando loro l’essenziale e il necessario, ad un prezzo fortemente vantaggioso, con prodotti di qualità garantita Coop.

• Pacchetto settimanale di 5 prodotti composto da 2 prodotti a marchio Coop di filiera carne (bianca o rossa), 1 pesce e 2 ortofrutta• Da produttori italiani attraverso una filiera sicura, equa e ga-rantita al 100% ad un prezzo conveniente per tutti

1- Convengono a chi acquista, con lo sconto del 20%2- Convengono ai produttori con la garanzia di accordi chiari ed equi3- Convengono alla salute di tutti con meno residui di pesticidi e riduzione o assenza di antibiotici

PRIME 3 SETTIMANE: LA SPESA «BUNKER» DA «LOCKDOWN» A «POST-LOCKDOWN» (MAGGIO)

LA VITA AI TEMPI DEL LOCKDOWN

DAL 24.02 al 15.03 - VARIAZIONI VS STESSO PERIODO 2019

DAL 16.03 al 03.05 - VARIAZIONI VS STESSO PERIODO 2019

PASTA E RISO: +50% OLIO D’OLIVA: +35% CONSERVE POMODORO: +57% CARNE IN SCATOLA: +65% FARINA: +120% UOVA: +37% LIEVITO: +120% CREME SPALMABILI:+10%

PASTA E RISO: +10% OLIO D’OLIVA: +9% CONSERVE POMODORO: +36% CARNE IN SCATOLA: +30% FARINA: +180% UOVA: +50% LIEVITO: +170% CREME SPALMABILI: +37%

TERMOMETRI: +285% DISINFETTANTI: +500%

TERMOMETRI: +130% DISINFETTANTI: +280%MASCHERINE: +5.000 % BEVANDE PER SPORTIVI: -55% PESCE FRESCO: -8% MAKE-UP: -30% PRODOTTI VIAGGIO: -80% PROFILATTICI: -40% COLORAZIONI CAPELLI: +165%

Dati interni Coop Italia

Dati interni Coop Italia

Le attese dei consumatori verso la spesaDalle aspettative dei consumatori e dei clienti Coop per il prossimo futuro emergono chiaramente:• LA DOMANDA DI SICUREZZA• LA PAURA DELLA POVERTÀ E LE ATTESE DI CONVENIENZA• L’ATTENZIONE VERSO L’ITALIANITÀ• NON SEMBRA DIMINUIRE L’ATTENZIONE VERSO AMBIENTE, ETICA E BENESSERE

Fonte: Havas H-Commerce, dati Italia, aprile 2020

Alla fine dell’isolamento a cosa presterai più attenzione nel fare la spesa?

Prezzi

Sicurezza degli ambienti

Prodotti realizzati nel rispetto dei lavoratori

Prodotti italiani / di filiere locali

Prodotti a ridotto impatto ambientale e sostenibili

Prodotti realizzati nel rispetto degli animali

Prodotti Biologici

I valori del Brand

Molta attenzione Un po’ di attenzione

85,3 13,7

80,3 16,9

75,7 26,7

75 21,5

72,7 23,7

71,5 24,5

58,7 31,3

57,2 34,1

Fonte: Coop Italia

Le proposte Coop per andare incontro alle esigenze dei consumatori

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