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ANALISI QUALITATIVA: SAGGI PRELIMINARI Stato fisico Colore Odore Esame organolettico:

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ANALISI QUALITATIVA: SAGGI PRELIMINARI

Stato fisico

Colore

Odore

Esame organolettico:

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ANALISI QUALITATIVA: SAGGI PRELIMINARI

Saggi per via secca:Si eseguono sulla sostanza secca, cioè senza portarla in soluzione. Non vanno maitrascurati poiché forniscono informazioni molto utili per lo svolgimento dell’analisi e, inqualche caso, possono portare a risultati pressoché definitivi.

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E

B

x

y

z

La radiazione elettromagnetica è una forma di energia che si propaga. Essa è la risultante didue campi, uno elettrico (E) e l’altro magnetico (B) che vibrano in direzioni perpendicolari fraloro e perpendicolari alla direzione di propagazione dell’onda stessa.

LA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA

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La radiazione elettromagnetica presenta una duplice natura: ondulatoria e corpuscolare.

ampi

ezza

• Lunghezza d’onda (λ): distanza fra due punti successivi in fase fra loro (per esempio fra duemassimi o due minimi dell’onda che si propaga).• Frequenza (ν): numero di oscillazioni al secondo (numero di onde che in un secondo passanoin un punto).• Ampiezza (A) : massimo spostamento di un punto rispetto alla posizione di equilibrio.

• Velocità di propagazione (c): velocità delle onde elettromagnetiche (nel vuoto: velocità dellaluce = 3 . 1010 cm/sec).

Il carattere ondulatorio di una radiazione può essere descritto da alcuni parametri:

Lunghezza d’onda

LA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA

Questi parametri sono legati dalla relazione: c = ν . λ

MODELLO ONDULATORIO

x

y

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La radiazione elettromagnetica può essere anche definita come un flusso di particelle, dettefotoni.

I fotoni, quanti di energia, sono dei veri e propri corpuscoli in movimento.

L’energia di un fotone è proporzionale alla frequenza della radiazione ed è data dallaequazione di Einstein-Planck:

dove h è la costante di Planck,che vale 6,63 x 10-34 J.s.

Le radiazioni a maggiore energia, dunque, sono quelle a più alta frequenza (e minorelunghezza d’onda).

E = hν

N.B. Quando un’onda elettromagnetica passa dal vuoto ad un altro mezzo, la sua velocità diminuisce e, inproporzione, diminuisce anche la lunghezza d’onda (λ), mentre la frequenza (ν) rimane costante, per cuiquest’ultima risulta la grandezza più caratteristica di un’onda elettromagnetica. Tuttavia, nell’uso comune, leradiazioni vengono spesso indicate con λ: in tal caso si intende riferita al vuoto.

LA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA

MECCANICA ONDULATORIA

c

λ= h

E = hν

Sapendo che c = ν λ,potremo scrivere:

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L’insieme di tutte le radiazioni elettromagnetiche costituisce lo spettro elettromagnetico checopre tutto l’intervallo compreso fra i raggi gamma (λ ~ 1 pm) e le onde lunghe (λ ~ 1 Km).

SPETTRO ELETTROMAGNETICO

E = hν = hc

λ

Lo spettro visibile

Raggi gammaRaggi x

forti deboli

Ultra-violetto infrarosso microonde Onde

corteOnde radio

Onde lunghe

1 nm 1 µm 1 mm 1 m 1 Km1 pm

Lunghezza d’onda

ν

E

λ

400-700 nm

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Raggi gamma Raggi X Ultravioletto Visibile Infrarosso Microonde Radio

10–12 10–10 10–8 10–6 10–5 10–2 1 102 104

Lunghezza d’onda in centimetri

Circa le dimensioni di…..

Atomi Molecole Protozoi Punte di spillo Api Uomini PalazziNuclei

SPETTRO ELETTROMAGNETICO

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400 500 600 700

SPETTRO VISIBILE

lunghezza d’onda (nm)

rossoaranciogialloverdeazzurroindacovioletto

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700

600

500

400

λ (nm)

SPETTRO VISIBILE

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La radiazione che giunge all’occhiocontiene solo le lunghezze d’onda chenon sono state assorbite, cioè leradiazioni complementari. Il colore saràdato dalle radiazioni complementari aquelle assorbite

In questo caso l’oggetto illuminato assorbe le radiazioni nella regionedel blu verde, quindi verranno trasmesse prevalentemente le radiazioninella regione del rosso e quindi l’oggetto viene percepito come rosso.

IL COLOREUna sostanza appare colorata quando assorbe una parte delle radiazioni e.m. che costituiscono la luce solare, cioè se assorbe radiazioni con λ comprese nella parte visibile dello spettro e.m.

Il colore della sostanza sarà dato da quella porzione di radiazioni dello spettro visibile che non sono state assorbite e che pertanto vengono riflesse dalla sostanza.

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Rosa dei colori o ruota dei colori

I colori complementari sono disposti in settori opposti al vertice.

Se un oggetto assorbe tutte le radiazioni visibili che riceve, appare nero. Se, invece,un oggetto non assorbe nel visibile, appare bianco.

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Il colore delle sostanze

L’energia luminosa assorbita da una sostanza eccita gli elettroni dellasostanza stessa, provocando il trasferimento di un elettrone ad un livellosuperiore dell’atomo.

L’assorbimento di energia radiante è in stretta relazione alla strutturaelettronica degli atomi che costituiscono la sostanza.

Le radiazioni assorbite sono caratteristiche delle diverse sostanze (sostanzediverse assorbono radiazioni diverse e, conseguentemente appariranno di coloridiversi)

L’energia richiesta per i salti elettronici è diversa a seconda del tipo di atomo edel modo in cui esso è legato nelle molecole.

solfato di rame nitrato di cobaltocloruro di manganese

cloruro di nichel

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Colore dei metalli

Un fotone viene assorbito se la sua energia è sufficiente a promuovere un elettrone dal suolivello energetico fondamentale ad un livello superiore.

Quando un metallo viene colpito dalla luce, gli atomi del metallo possono interagire con ifotoni incidenti, i quali pertanto possono venire assorbiti oppure riflessi.

rame

Alcuni fotoni della zona visibile dello spettro,avendo un’energia corrispondente alla differenzadi energia tra un livello occupato (da unelettrone) e un livello vuoto più elevato, vengonofacilmente assorbiti dal metallo.

I fotoni riflessi daranno la colorazione del ramemetallico.

argento oro

Cu, Ag, Au appartengono tutti al Isottogruppo B e pertanto hanno lastessa configurazione elettronicaesterna.

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Colore dei metalli

Cu Ag Au

~ 80 Kcal/mole ~ 70 Kcal/mole ~ 90 Kcal/mole

I metalli come rame, oro e argento possono perdere elettroni anche dal penultimo strato. Per azione deifotoni non si ha perdita di tali elettroni ma si può avere il passaggio di questi da un livello più basso adun livello più alto.

Dei tre, solo l’argento ha gli elettroni interni che vengono trattenuti abbastanza fortemente, quindi nonassorbe fotoni nella zona visibile dello spettro, cioè riflette tutta la luce visibile e appare bianco argenteo.

Conclusione: il colore dei metalli è in stretta relazione con la energia di legame.I metalli con minore energia di legame interatomico, cioè quelli che trattengono fortemente gli elettroni interni, cioè i metallimeno polarizzabili, non possono assorbire fotoni della zona visibile dello spettro: essi riflettono la luce bianca e quindihanno un colore argenteo.

ENERGIA DI LEGAME (energia necessaria per rompere i legami interatomici dei metalli)

3d10 4s1 4d10 5s1 5d10 6s1

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Colore e salto degli elettroni tra gli orbitaliLe transizioni elettroniche (transizioni intraatomiche) sono importanti soprattutto nel caso dei metalli di transizione,che hanno gli orbitali d parzialmente riempiti, e i cui ioni (idratati) sono generalmente colorati.

Catione Numero di elettroni d

Numero di elettroni d

spaiati

Colore

K+ Ca2+ Sc3+

Ti3+

V3+

Cr3+

Cr2+

Mn2+

Fe3+

Fe2+

Co2+

Ni2+

Cu2+

Cu+ Zn2+ Ga3+

01234556789

10

012345543210

IncoloreRosaVerdeViolettoAzzurroRosa pallidoVioletto pallidoVerdeRosaVerdeAzzurroIncolore

Quindi gli ioni che hanno uno strato elettronico completo (K+, Ca2+, Sc3+, che hanno 8 elettroni esterni eCu+, Zn2+, Ga3+, che invece ne hanno 18) sono incolori.Gli altri ioni aventi orbitali d parzialmente occupati, in soluzione acquosa sono variamente colorati,secondo il numero degli elettroni d.

Il colore degli ioni può cambiare quando la distribuzione degli e- negli orbitali d viene perturbata dallapresenza di un legante diverso: es. Ni(H2O)6

2+ è verde, Ni(NH3)42+ è blu, Ni(CN)4

2- è bruno.

Colori degli ioni idratati dei metalli della Ia serie di transizione

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IL COLORE DEI COMPOSTI INORGANICIComposti nettamente ionici: dipende dal colore dei singoli ioni costituenti. Generalmentesono bianchi a parte qualche caso particolare (es. FeSO4, CuSO4).

Composti covalenti polari: il colore non deriva da una semplice combinazione dei colori degliioni costituenti

Assorbimento energia luminosa

Transizioni intraatomiche

Trasferimenti di carica (scambi di elettroni tra i diversi atomi o tra i diversi orbitali di una molecola)

Es. AgI (giallo) Ag (na 47) + I (na 53)

Ag+: incolore (4d10) I-: incolore (5s2 5p6)

Ag+ I- Ag : I∆E • ∆E corrisponde ad una radiazione di λ compresa nello

spettro visibile

• AgI assorbe questa radiazione e quindi risulta colorato

Altri esempi: CdS (giallo), K2CrO4 (giallo), KMnO4 (violetto)

KFeII[FeIII(CN)6] Esacianoferrato di potassio o blu di prussia

KFeIII[FeII(CN)6]

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Il colore di alcuni compostiIl colore dipende a volte anche dallo stato di associazione degli atomi: es lo iodio allo stato solido è grigio, allo stato di vapore è violetto, le sue soluzioni alcoliche sono rosso-brune, quelle in cloroformio sono viola

Composto Colore Composto Colore Composto Colore

AgClAgBrAgI

Al(OH)3

Bi(OH)3

Bi2S3

CoS(NH4)2Co(CNS)4

Cr(OH)3

PbCrO4

BiancoGialloGiallo

Bianco

BiancoNero

NeroAzzurro

VerdeGiallo

CuS[Cu(NH3)4]2+

Fe(OH)2

Fe(OH)3

Fe(CNS)3

Fe(CN)64–

Hg2Cl2

Hg(OH)2

HgOHgS

NeroAzzurro

VerdeRosso brunoRossoBlu

BiancoBiancoGialloNero

MnO2

MnSMnO4

MnO42–

Ni++-dimetilgliossimaNiS

PbI2

PbCl2

Sb2S3

Sb2S5

ZnS

BrunoRosaViolaVerde

Rosso-fragolaNero

GialloBianco

ArancioArancio

Bianco

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Il colore dei composti e l’analisi qualitativa

In analisi qualitativa le reazioni in cui si formano composti colorati sono moltoutilizzate per riconoscere i vari ioni. Un composto colorato è generalmente piùcaratteristico e facilmente riconoscibile di un composto incolore.

I metalli alcalini ed alcalino-terrosi non danno reazioni cromatiche perché i loro ioninon possono subire né cambiamenti di stato di ossidazione (non possono darecolorazioni per trasferimenti di carica) né possono presentare transizioni internecome fanno gli ioni dei metalli di transizione. I pochi composti colorati degli ionialcalini o alcalino-terrosi devono il loro colore all’anione.

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ANALISI PER VIA SECCA

ANALISI DI EMISSIONE(Saggi alla fiamma)

REAZIONI ALLO STATO FUSO(Saggi alle perle e su crogiolo)

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E0

E1

E2

EMISSIONENegli atomi e negli ioni, gli elettroni possono occupare solodeterminati livelli energetici. Nello stato fondamentale glielettroni occupano il livello a minore energia.

Se si fornisce energia sufficiente (riscaldamento, eccitazioneelettrica…) si può verificare la promozione degli elettroni alivelli energetici superiori.

Δ E = hν = hc

λ

h.cλ2h.c

λ1

E0

∆E1

E1

E2

∆E2

Lo stato eccitato non è stabile e dura per tempi brevissimi,perché atomi e molecole tendono a ritornare quasiistantaneamente nello stato di partenza, restituendoall’ambiente l’energia assorbita (rilassamento). Si parla diemissione quando tale energia viene emessa sotto forma dienergia radiante avente lunghezze d’onda (λ) caratteristiche.

La relazione fra l’energia assorbita (ΔE) per passare allostato eccitato e la λ del fotone emesso in fase dirilassamento radiante è descritta dalla legge di Plank:

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Se un atomo di sodio assorbe l’energia (termica) E1, l’elettrone dell’orbitale 3s (stato elettronicofondamentale) può saltare nell’orbitale 4p.Analogamente, l’assorbimento delle energie E2 o E3 porta alle transizioni 3s → 3p e 3p → 3d.Quasi immediatamente l’elettrone ritorna nell’orbitale di partenza e l’atomo emette una radiazioneelettromagnetica la cui lunghezza d’onda dipende dall’energia assorbita.Se l’atomo assorbe un’energia maggiore dell’energia di ionizzazione (Ei), l’elettrone 3s viene espulso el’atomo si ionizza.

EMISSIONE DI UN ATOMO DI SODIO

3 p

3 d

4 p

3 s E3s = 0.00

E3d = 3.616

E3p = 2.103

E4p = 3.754

Ei = 5.138

0

2

1

3

4

5

E (eV)

λ1 = 330 nm

λ2 = 589 nm

λ3 = 819 nm+ E1

+ E2

+ E3

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Analisi di emissione

La quantità di energia necessaria a produrre l’eccitazione degli atomi è relativamentealta, ne deriva che somministrando energia alle sostanze nell’intento di indurvil’emissione, si provoca inevitabilmente ed ancor prima la dissociazione in atomi(dissociazione omolitica).

L’analisi di emissione si basa sullo studio delle radiazioni emesse dalle sostanzeopportunamente eccitate. La misura delle λ delle radiazioni emesse consente diindividuare gli atomi che hanno generato tali radiazioni (analisi qualitativa).

Ogni elemento è caratterizzato da uno specifico sistema di elettroni, distribuiti in benprecisi livelli di energia: perciò l’emissione (conseguente a eccitazione elettronica)consiste in un sistema di radiazioni caratteristico per ciascun elemento.

Se si raccolgono le radiazioni emesse su pellicola fotografica, mediante unospettrografo, si ottiene uno spettrogramma, cioè l’immagine dello spettro di righe (diemissione) caratteristico di ciascun elemento. Ogni riga dello spettro corrisponde a unsalto elettronico; di conseguenza, dalla lunghezza d’onda di tutte le righe di uno spettro sipuò risalire all’elemento che le ha emesse mediante il confronto con gli spettri deglielementi puri.

L’analisi di emissione può essere rivolta esclusivamente alla ricerca e alladeterminazione dei singoli tipi di atomi, mentre non è possibile l’analisi delle molecolecome tali.

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Il diagramma che riporta in ascissa le λ e in ordinata le corrispondenti intensità sidefinisce spettro di emissione delle sostanze.

Spettri di emissione

Sono costituiti da radiazioni più o meno intense di qualsiasi lunghezza d’onda (entroun certo intervallo di lunghezza d’onda). Non presentano alcun interesse analitico.

Spettri discontinui (sostanze gassose o vaporizzate)

Sono costituiti da radiazioni più o meno intense comprendenti solo determinatelunghezze d’onda.

Spettro a bande sostanze gassose allo stato di molecole

Spettri continui. (Solidi o liquidi incandescenti)

Bande di emissione dell’azoto molecolare

sostanze gassose allo stato di atomi o ioniSpettro a righe

Righe di emissione dell’atomo di idrogeno

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Spettri di emissione

Gli spettri di emissione variano al variare delle condizioni di eccitazione.

Fissate le condizioni di eccitazione, diventano caratteristici delle differenti sostanze(spettri a righe).

I livelli di ogni elemento sono definiti elimitati

n° limitato di righe spettrali

Il n° di righe risulta maggiore o minore, secondo l’energia di eccitazione.

Le diverse righe hanno un’intensità relativa caratteristica che dipende dalla probabilitàche il «salto» elettronico tra i 2 livelli abbia luogo.

Entro certi limiti, l’intensità è indipendente dall’eccitazione.

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Analisi di emissione e ionizzazione

Se l’energia di eccitazione è molto elevata può accadere che si abbia ionizzazione.

I livelli energetici dello ione risultano modificati emissione di radiazioni conν (λ) differenti

Lo spettro dell’atomo ionizzato è molto diverso da quello dell’atomo da cui ha avutoorigine, ma può avere analogia con quello dell’atomo neutro con na inferiore diun’unità

La ionizzazione rappresenta un inconveniente poiché riduce il n° di atomi disponibiliper l’analisi. Dipende dal potenziale di ionizzazione dell’atomo.

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I saggi alla fiamma rappresentano un esempio rudimentale di analisi di emissione.Il metodo più semplice di eccitazione delle sostanze è il riscaldamento con la fiamma:

l’apporto di energia, in tal caso, è piuttosto limitato, per cui solo poche sostanze (metalli o ionialcalini e alcalino-terrosi) danno i rispettivi spettri.

Analisi alla fiamma

Gli spettri ottenuti sono molto semplici perché costituiti da poche righe caratteristiche, cherientrano nella porzione visibili dello spettro, quindi facilmente riconoscibili.

L’esame dello spettro costituisce per alcuni elementi il saggio di riconoscimento più sensibilee specifico. Quando l’eccitazione è eseguita alla fiamma e la radiazione emessa èmonocromatica (sodio, potassio, litio…) è sufficiente l’osservazione del colore che assume lafiamma stessa

Il saggio alla fiamma permette di evidenziare la presenza di certi metalli in un campioneridotto in polvere sottile. Poiché gli effetti più evidenti si ottengono con i cloruri dei metalli, lasostanza deve essere umettata in acido cloridrico prima di essere portata alla fiamma.

bario calcio litiopotassio ramestronziosodio

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RIGHE DI EMISSIONE DI ALCUNI ELEMENTI

Viol

etto

Blu

Verd

e

Gial

lo

Aran

cio

Ross

o

CaLiK

NaSr

λ, nm

589

404 766−770

671

609-618422

606 670

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Lampada (becco, bruciatore) Bunsen

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Nella fiamma del bunsen esistono diverse zone distinte per luminosità e temperatura;una zona centrale detta cono freddo, costituita da gas incombusto, una zona intermediamolto luminosa detta zona riducente, in cui avviene una combustione parziale, e unaesterna molto calda e poco luminosa detta zona ossidante, in cui si completa lacombustione.

Zona ossidante

Cono freddo

Zona riducente

Lampada bunsen

Nella zone ossidante e riducente si distinguono la parte inferiore a minore temperatura esuperiore a maggiore temperatura.

Zona ossidante inferiore

superiore

Zona riducente inferiore

superiore

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COLORE ELEMENTO

violetto

Giallo Na (persistente nasconde quelladegli altri elementi)

K (poco persistente, dietro al vetro alcobalto: rosso carminio)

Li (immediata ma poco persistente),Sr (sprazzo iniziale arancio intenso, lacolorazione rossa compare in ritardoma molto persistente)

Ca (a sprazzi)

Cu (immediata ma pocopersistente), Ba (compare inritardo, persistente)

rosso

rosso arancio

verde

Analisi alla fiamma

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SPETTRO DI TRASMITTANZA DEL FILTRO OTTICO AL VETRO DICOBALTO E RIGHE DI EMISSIONE DI ALCUNI ELEMENTI

Viol

etto

Blu

Verd

e

Gial

lo

Aran

cio

Ross

o

CaLiK

Na100

75

50

25

0

% TR

ASMI

TTAN

ZA

400 500 600 700 800

λ, nm

589

404 766,770

671

609,618

T =IxI0

Ix = intensità radiazione trasmessa

I0 = intensità radiazione incidente

0<T<1

T = 0Ix = 0

T = 1Ix = I0

I0 Ix

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MeO + B2O3

MeCO3

Na2B4O7calore

Il borace dapprima rigonfia perdendo l’acqua di cristallizzazione (“effetto popcorn”)…

Na2B4O7. 10 H2O

caloreNa2B4O7 10 H2O+

2 NaBO2 B2O3+

…e poi, per forte e prolungatoriscaldamento, fonde dando origine aduna perla vetrosa, incolore e trasparentedi metaborato di sodio (NaBO2) e anidrideborica (B2O3).

CuO + CO2

I sali di alcuni metalli subiscono decomposizione termica con formazione dei corrispondenti ossidi basici.

MeO + CO2

PERLE AL BORACE Na2B4O7. 10H2O

Sodio tetraborato decaidrato

Il borace ha la proprietà di trasformarsi, alla fiamma del bunsen, in una massa vetrosa,incolore e trasparente – perla – che allo stato fuso scioglie gli ossidi di certi metalli assumendocolorazioni caratteristiche.

Es: CuCO3

L’anidride borica reagendo con gli ossidi metallici produce i metaborati dei rispettivi cationi.

Me(BO2)2

Cu(BO2)2Es: CuO + B2O3

Me(BO2)2 + 2NaBO2 MeNa2(BO2)4

Es: Cu(BO2)2 + 2NaBO2 CuNa2(BO2)4

I metaborati dei metalli reagendo con il metaborato sodico formano sali doppi con colorazione caratteristica.

Co, Ni, Fe, Cu, Mn e Cr

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COLORAZIONE DELLA PERLAFiamma ossidante Fiamma riducente

a caldo a freddo a caldo a freddo

Cobalto blu blu blu blu

Cromo giallo scura verde verde verde

Ferro giallo bruna gialla verde verde

Nichel violacea rosso bruna grigia grigia

Rame verde azzurra incolore rosso opaco

Manganese violetta viola incolore incolore

PERLE AL BORACE

N.B. Il diverso colore della perla a fiamma ossidante e a fiamma riducente è dovuto alla formazione di metaborati corrispondenti a diversi stati di ossidazione del metallo [es. Fe (III) e Fe (II)]

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La colorazione impartita dal cobalto è la più intensa e specifica e maschera tutte lealtre. I colori che si osservano per uno stesso metallo possono variare a secondadelle condizioni operative in cui è stato effettuato il saggio.

PERLE AL BORACE

Ad esempio, il rame in fiamma ossidante dà metaborato di rame (II), Cu(BO2)2, dicolore verde-blu:

CuO + B2O3 → Cu(BO2)2

Per contro, in fiamma riducente il rame può essere ridotto dalle particelle carboniosedella fiamma a metaborato di rame (I), CuBO2, incolore, o a rame elementare, Cu,rosso opaco:

2Cu(BO2)2 + 2NaBO2 + C → 2CuBO2 + Na2B4O7 + CO(g)

2Cu(BO2)2 + 4NaBO2 + C → 2Cu(s) + 2Na2B4O7 + CO(g)

Anche il ferro si presenterà con colori diversi a seconda del suo stato di ossidazione(F3+ e Fe2+)

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MnO3 + Na2CO3

MnO + O2

MnCO3

SAGGIO SU CROGIOLO(Na2CO3-KNO3 in rapporto 3:1)

Mn e Cr

KNO3 KNO2 1/2O2+

MnO3

4CrO32Cr2O3 + 3O2

Na2MnO4 (verde)

CO2+

Na2CrO4 (giallo)

CrO3 + Na2CO3 CO2+

Il nitrato si decompone con liberazione di ossigeno

Gli ossidi di Mn e Cr vengono ossidati alle corrispondenti anidridi

Le anidridi reagiscono con il carbonato sodico per formare il manganato sodico (verde) e il cromato sodico (giallo)

MnO CO2+I sali di Mn e Cr si decompongono con formazione dei relativi ossidi

In una capsula di porcellana si pone una piccola quantità della sostanza da analizzare con una miscela formata da 1 parte di KNO3 e 3 parti di Na2CO3 e si riscalda.

Cr2(SO4)3 Cr2O3 3SO3+

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Violetto-rossaViolettoManganese

Verde-azzurraVerdeRame

Rosso-brunaViolaceaNichel

Gialla o incoloreRosso-giallaFerro

VerdeGiallo-rossicciaCromo

AzzurraAzzurraCobalto

a freddoa caldo

Fiamma ossidanteElemento

Na2B4O7. 10H2O

Sodio tetraborato decaidrato

Saggio su crogiolo(Na2CO3-KNO3 in rapporto 3:1)

gialloCromo

verdeManganese

Perle al borace

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GIALLO587-589 nm

VIOLETTOvioletto 404 nmrosso: 766-770 nm

NaLa colorazione compare anche alla basedella fiamma ed è molto persistente:nasconde quella del K, Li, Ca, ecc…

K

Immediata alla base della fiamma: se èpresente Na bisogna osservare lafiamma attraverso un vetrino al cobalto:la colorazione del Na è assorbita erimane quella del K rosso porpora.

ROSSOARANCIO609-618 nm

Ca

ROSSOVIVO671 nm

Li

Colorazione a sprazzi appena si porta allafiamma. Mai persistente. Grigio-verdeattraverso il vetrino al cobalto.

Colorazione immediata e persistente allabase della fiamma. Può confondersi colK attraverso il vetrino al cobalto.Specifico in assenza di Sr.

COLORE ELEMENTI OSSERVAZIONI

ROSSOSCARLATTO

603-606 nmSr

VERDEPALLIDO487-553 nm

Ba

Sprazzo iniziale (arancio) e colorazionepersistente più tardi. Specifico inassenza di Li.

La colorazione compare in ritardo nellasola zona ossidante ed è moltopersistente. (Differenza dal Cu).

CuVERDEBOTTIGLIA

Immediata alla base della fiamma. IlCuCl2 dà una fiamma azzurro-celeste epoi verde.