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A cura di Umberto Tranfaglia Cloud Finance Srl ANALISI DI BILANCIO E VALUTAZIONE D’AZIENDA

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A cura di Umberto TranfagliaCloud Finance Srl

ANALISI DI BILANCIO E VALUTAZIONE

D’AZIENDA

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Programma

Il seminario si dividerà in due parti:1. Analisi di bilancio di un’azienda

2. Valutazione e metodiSarà prettamente operativo e utilizzeremo casi concreti per l’analisi.

Bisogna come prima cosa rispondere a questa domanda: A cosa mi serve l’analisi?

e perché la faccio?Analisi interna e esternaLa differenza sta nella comunicazione dei dati.

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La normalizzazione dei dati di bilancio

Il primo passo da seguire è quello di normalizzare i redditi: eliminare o aggiungere costi e ricavi che non partecipano alla gestione tipica dell’azienda oppure non sono ricorrenti e dotati della caratteristica dell’eccezionalità. Ma per fare ciò bisogna andare oltre i dati del bilancio e coinvolgere gli amministratori della società che conoscono bene la realtà aziendale.Quando effettuo un’analisi devo distinguere:

- quello che è gestione tipica dell’azienda

- quello che estraneo alla gestione tipica- quello che non c’entra nulla con l’azienda

Attraverso tale metodologia verrà influenzato il valore dell’EBIT e del MOL.

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Dipende dalla finalità dell’analisi. Il punto più importante è quello che va nell’EBIT e quello che non ci va. Quindi la questione è collegata con l’EBIT, cos’è e perché così importante.

In Italia, come sappiano, la maggior parte delle volte l’imprenditore coincide anche con il proprietario dell’impresa. Per tale motivo capita a volte che, per ragioni meramente fiscali, vengano imputate all’impresa costi che invece riguardano la sfera personale dell’imprenditore.

Spese ed investimenti sostenuti ora ma che avranno un beneficio futuro: non sono legati alla gestione attuale e devo scorporarli. Ad esempio una software house che assume due programmatori ed acquista delle attrezzature ora ma per un progetto che si trasformerà in valore l’anno prossimo. Nel conto economico al 31/12/2018 ho questi costi che però non partecipano alla creazione di valore attuale e quindi che faccio? Devo scorporarli e trattarli come se facessero parte di una start up. Questa metodologia è molto usata nelle valutazioni aziendali.

Ricavi 3.000.000Costi 2.000.000Spese non capitalizzate 500.000 (che riguardano un nuovo prodotto venduto nel 2019)EBIT 1 caso500.000 che influenza tutto una serie di indiciEBIT caso 21.000.000 tutti gli indici saranno più altiProblema della non separazione degli oneri/proventi straordinari nel nuovo bilancioDevo provvedere a delle rettifiche altrimenti l’EBIT è falsato, esempio con software

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Gli schemi di riclassificazione del bilancio e la loro importanza

Stato patrimoniale riclassificato

Criterio Liquidità Esigibilità

Il criterio di riclassificazione elenca le voci in attivo in ordine di liquidità crescente e quelle in passivoin ordine di esigibilità crescente. Le attività sono divise in due grandi tronconi:

Attivo fisso:

n immobilizzazioni ed i crediti oltre i 12 mesi,Attivo circolante:

n scorte, crediti (liquidità differita) e liquidità (immediata).

Le passività sono distinte in:patrimonio netto o capitale proprio (sono i finanziamenti interni)debiti a lungo termine (sono tutti i debiti oltre l’anno)

debiti a breve termine (sono i debiti con scadenze entro l’anno).

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Che cos’è il capitale investito e perché è così importante

Criterio Gestionale

Attraverso il metodo di riclassificazione gestionale dello Stato Patrimoniale otteniamo due valori:1. il capitale investito netto;2. le fonti di finanziamentoIl primo ha lo scopo di determinare le forme in cui le risorse investite nell’azienda vengono utilizzateper generare il reddito operativo e a sua volta si compone di due sotto valori:n l’attivo immobilizzato;

n il capitale circolante operativo nettoA questo capitale lordo andremo a sottrarre i fondi e le passività a lungo termine ed otterremol’attivo investito netto.

Nel secondo valore troveremo le risorse (capitale di rischio e di debito) che vengono impiegate perfinanziare l’attività operativa e a sua volta si compone di due sotto valori:

n il Patrimonio netton l’indebitamento finanziario netto

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Riclassificazione a valore aggiunto

Questo modello è il più utilizzato per la riclassificazione del Conto Economico ai fini dellacomunicazione finanziaria ed è molto utile per evidenziare la creazione di ricchezza da partedell’azienda (valore aggiunto) e per collegare gli aspetti economici con quelli finanziari del contoeconomico. Attraverso tale modello è possibile calcolare due margini molto importantirappresentati dal MOL e dall’EBIT, utilizzati per il calcolo di numerosi indici di bilancio.

Ogni anno dispone di due colonne: la prima indica il valore della voce di bilancio e l’altra la

percentuale di incidenza rispetto ai ricavi delle vendite e delle prestazioni (voce A.1 del contoeconomico civilistico).

Analisi costi di gestione

In questa sezione vengono analizzati i costi di gestione sia operativi che non. Ogni anno dispone di tre colonne: nella prima viene indicato il valore del singolo costo, nella seconda la percentuale di incidenza rispetto ai ricavi delle vendite e delle prestazioni (voce A.1 del conto economico civilistico) e nella terza la variazione percentuale dell’incidenza rispetto ai ricavi tra un anno e l’altro.

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Approfondimenti metodologici sui limiti e i pregi dei diversi schemi

Il Margine operativo lordo MOL e le differenze con l’EBITDA

Il margine operativo lordo (MOL) è un indicatore di redditività che esprime il reddito conseguito da un'azienda relativamente alla sola gestione caratteristica. Dal MOL vengono quindi esclusi gli interessi attivi e passivi (gestione finanziaria), le tasse (gestione fiscale) e tutte le voci di costo e ricavo a cui non corrisponde una manifestazione finanziaria, quali gli accantonamenti, gli ammortamenti e le svalutazioni di immobilizzazioni e dell’attivo circolante. Il MOL è spesso definito come “indicatore alternativo di performance” dato che non è codificato nei principi contabili IFRS-EU ma viene frequentemente utilizzato nella prassi al fine di consentire una migliore e più immediata valutazione dell’andamento della gestione economico-finanziaria di un’azienda. Il suo utilizzo è così frequente poiché il MOL fornisce una buona approssimazione del valore del flusso di cassa operativo prodotto da una azienda, grandezza essenziale per stimare il valore dell’azienda e quantificare l’entità delle risorse finanziarie create e disponibili.

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Quando viene utilizzato

Il MOL risulta utile per confrontare i risultati di diverse aziende che operano in uno stesso settore attraverso i multipli comparati (utili in fase di decisione del prezzo in un'offerta pubblica iniziale). Il MOL è un dato più importante dell'utileper gli analisti finanziari perché permette di valutare chiaramente se l'azienda è in grado di generare ricchezza tramite la gestione operativa, escludendo quindi le manovre operate dagli amministratori dell'azienda (ammortamenti e accantonamenti, ma anche la gestione finanziaria) che non sempre danno una visione corretta dell'andamento aziendale. È molto utilizzato anche per il calcolo di alcuni indici impiegati per misurare il grado di sostenibilità del debito finanziario come il PFN/MOL e il MOL/Oneri Finanziari.Differenza MOL - EBITDANella pratica il MOL viene spesso indicato con l'acronimo anglosassone EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization) ossia l'utile prima degli interessi, delle tasse e degli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali e materiali ma i due margini esprimono grandezze diverse. La differenza tra il MOL e l'EBITDA è rappresentata dagli accantonamenti che nell'EBITDA vengono dedotti e quindi considerati nel calcolo mentre nel MOL vengono trattati al pari degli ammortamenti e non considerati. Tale impostazione trova la sua ratio nella considerazione che anche se i costi per accantonamenti non hanno una manifestazione monetaria nell’esercizio che si sta analizzando, se correttamente contabilizzati, molto probabilmente comporteranno uscite di cassa negli esercizi futuri, nel momento in cui si dovesse verificare l’evento sulla base del quale sono state accantonate le risorse. Ciò comporta che il valore dell’EBITDA può essere inferiore rispetto al MOL e quindi condurre ad una stima più prudenziale del potenziale flusso di cassa operativo. Questa differenza può avere, in alcuni casi, delle implicazioni non trascurabili, ad esempio quando il margine viene preso in considerazione per calcolare e valutare la sostenibilità del debito attraverso l’analisi dell’indice Debt/EBITDA. Solo per completezza evidenziamo il fatto che anche se nell’acronimo non sono ricompresi i costi relativi a svalutazioni o i ricavi conseguiti per eventuali rivalutazioni tali valori non monetari nella prassi di analisi finanziaria sono comunque considerati nel calcolo dell’EBITDA e rispettivamente sommati o sottratti all’indice alla stessa stregua del MOL. Viene anche utilizzato, soprattutto nei prospetti finanziari delle società quotate, il c.d. EBITDA Adjusted attraverso il quale si intende l’utile o la perdita che l’azienda avrebbe conseguito in assenza di componenti straordinarie (non ricorrenti). Tale margine consente di facilitare l’analisi dell’andamento dell’attività da parte degli analisti ed assicurare una migliore comparabilità dei risultati nel tempo, al fine di valutare i risultati sulla base dei loro modelli previsionali ed in particolare per il metododei multipli di mercato. Si pensi ad esempio a ricavi eccezionali conseguiti in un particolare esercizio ma che non si verificheranno in futuro o a costi della medesima natura

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Calcolo del MOL

Per calcolare il MOL è necessario riclassificare il Conto Economico. L’operazione può essere condotta con due metodologie alternative:

1. utile + ammortamenti + accantonamenti + svalutazioni - plusvalenze + minusvalenze + oneri finanziari - proventi finanziari + costi non caratteristici - ricavi non caratteristici, 2. valore della produzione (ricavi + variazione rimanenze) - costi per materie prime - costi per servizi - costi per il personale - altri costi di struttura.Per calcolare l’EBITDA bisogna invece procedere come segue:

MOL- Accantonamenti= EBITDA (Earnings before interests, taxes depreciation and amortization)- Ammortamenti materiali (depreciation) e ammortamenti immateriali (amortization)= EBIT = Risultato Operativo

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Limiti del MOL rispetto al flusso di cassa operativo

Un limite del MOL è rappresentato dal fatto che, a differenza del calcolo del flusso di cassa operativo, non tiene conto delle variazioni del capitale circolante netto. Infatti, i valori che contribuiscono al MOL sono espressione di rilevazioni puramente contabili, rappresentate dai ricavi e dai costi di competenza dell’esercizio ma non sappiamo se tali valori siano stati rispettivamente incassati e pagati nell’esercizio. Si pensi, ad esempio, ad un’azienda che ha incassi molto dilazionati nel tempo mentre paga i fornitori in un periodo molto più ristretto. In questo caso il valore del MOL sarebbe maggiore rispetto alla reale dinamica finanziaria ed il margine si discosterebbe di molto dall’effettivo flusso di cassa disponibile. Per tale motivo, ancorché fornisca un utile indicatore facilmente calcolabile, quando utilizzato come indice per la sostenibilità del debito, può indicare solo se l’impresa è in grado di remunerare le eventuali risorse finanziarie acquisite senza incorrere in perdite ma deve essere utilizzato con cautela nel caso in cui si voglia conoscere la reale capacità della gestione caratteristica di fornire le risorse liquide necessarie al pagamento degli impegni assunti.

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Esempio del calcolo del MOL

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Calcolo dell’EBIT

EBIT è l’acronimo di “Earnings Before Interest and Tax”, definito anche come Risultato operativo e rappresenta il risultato della gestione aziendale prima che vengano considerati gli interessi e le tasse. È un margine che misura il profitto aziendale derivante dalla sola gestione tipica-caratteristica.In tale ultimo caso, l’EBIT rappresenta il risultato economico della sola gestione caratteristica dell’azienda poiché non tiene conto dei ricavi e dei costi che attengono alla gestione residuale o comunque non ricorrente e tipica. Consideriamo ad esempio un’azienda che svolge l’attività di produzione di tubi in acciaio. Se questa acquistasse un immobile e poi lo affittasse a terzi tale ricavo non verrebbe incluso nel calcolo dell’EBIT perché non attiene alla gestione tipica-caratteristica rappresentata dalla produzione di tubi in acciaio. Oppure un'azienda che ha subito un danno ingente causato da un evento naturale: anche in tal caso, essendo il costo corrispondente di carattere eccezionale e non ripetibile sarebbe escluso dall'EBIT.

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Ma perché è così importante isolare la gestione caratteristica? È importante perché in tal modo possiamo determinare il flusso di cassa operativo che è necessario a sua volta per esprimere una valutazione sulla sola gestione tipica dell’azienda. Difatti, per valutare opportunamente la gestione aziendale, nell’esempio precedente, la domanda a cui dobbiamo dare risposta è la seguente: la vendita di tubi in acciaio è profittevole? Che margini riesco ad ottenere da essa? Naturalmente, se non escludessi il profitto ottenuto dal fitto dell’immobile, otterrei un dato che potrebbe risultare falsato e non corrispondente al reale profitto che ottengo invece considerando la sola attività tipica. Se non si operasse in tal modo, si potrebbe altrimenti giungere al paradosso che l’attività caratteristica, rappresentata dalla produzione di tubi, è in perdita ma che tale perdita viene controbilanciata dalle risorse finanziarie che ottengo attraverso il fitto dell’immobile, che è un’attività (immobiliare) estranea all’area caratteristica. Ciò determinerebbe un errore di valutazione dell’attività “core” svolta dall’azienda e fornirebbe informazioni fuorvianti al management. Al contrario, mettendo in luce le perdite della gestione tipica attraverso l‘esclusione dei profitti non caratteristici, il management è in grado di prendere decisioni consapevoli, ad esempio l’azienda potrebbe valutare se dedicarsi alla sola attività immobiliare.

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Ma perché si escludono anche gli oneri e proventi finanziari?Anche tale esclusione è collegata al corretto calcolo del Flusso di cassa operativo che non deve essere influenzato dall’area finanziaria.

L’errore che si commette nel calcolo dell’EBIT

Secondo il nostro parere le ipotesi definite al Metodo 2 e Metodo 3 sono entrambe corrette (anche se la soluzione migliore sarebbe quella prospettata al punto Metodo 3) mentre la soluzione del Metodo 1 è errata.Tale errore nasce da un equivoco terminologico e concettuale. Infatti, nell’acronimo dell’EBIT viene menzionato il termine “Interest” ed alcuni autori hanno ritenuto erroneamente che tale termine si riferisse solo agli oneri finanziari e non anche ai proventi finanziari. Ciò, a parere di chi scrive, non appare corretto perché ciò che si deve escludere dall’EBIT è l’intera area finanziaria che è composta sia dagli oneri che dai proventi finanziari. Non avrebbe alcun senso pratico e logico escludere gli oneri finanziari e considerare invece i proventi, essendo tutti e due afferenti alla gestione finanziaria dell’azienda.

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Per determinare ed isolare tale gestione è necessario eliminare sia tutte le componenti (ricavi e costi) che non sono collegate con la gestione caratteristica dell’azienda, sia quelle che riguardano l’area finanziaria (proventi ed oneri finanziari) e l’area fiscale. Nella pratica vengono utilizzate tre diverse metodologie per il calcolo dell’EBIT:

n Metodo 1: si escludono le sole spese per interessi passivi e le tasse, includendo invece i costi e/o ricavi non operativi e gli interessi attivi;

n Metodo 2: si escludono sia le spese per interessi passivi sia i proventi finanziari e le tasse, includendo tuttavia i costi e/o ricavi non operativi;

n Metodo 3: oltre alle spese per gli interessi e le tasse sono esclusi anche i costi e/o ricavi non operativi e gli interessi attivi.

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Tabella diversi metodi calcolo EBIT

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MOL e EBIT: qual è preferibile utilizzare?

La maggior parte degli analisti finanziari preferisce utilizzare come indicatore di redditività il MOL perché considerato più corretto dato che l’EBIT sottostimerebbe i flussi di cassa. Infatti, a differenza dell’EBIT, il MOL è espresso al lordo degli ammortamenti e dagli accantonamenti che, non comportando un’uscita finanziaria ma solo un costo contabile, rappresentano una sorta di surplus finanziario per l’impresa utilizzabile in qualsiasi momento. Sebbene tale impostazione non sia in principio sbagliata, per un’impresa con un’attività in corso non sarebbe prudente dipendere dai flussi di cassa di cassa generati da elementi non monetari come gli ammortamenti e gli accantonamenti per far fronte ai pagamenti del debito. Può accadere che le imprese con spese elevate per ammortamenti abbiano spese elevate anche in conto capitale. Se i flussi di cassa associati ad ammortamenti e accantonamenti venissero utilizzati per effettuare i pagamenti del debito, l’impresa potrebbe non avere risorse da investire per sostenere una crescita futura o per mantenere le attività in essere. Un’impresa con un MOL elevato ed un EBIT basso che prende in prestito risorse sulla base della stima del primo valore può trovarsi in seria difficoltà per due motivi: se utilizza i flussi di cassa derivanti dagli ammortamenti per ripagare gli oneri finanziari invece di effettuare delle spese in conto capitale può mettere a rischio le sue prospettive di crescita; se invece continua a effettuare delle spese in conto capitale, dovrà dipendere dal nuovo finanziamento per coprire i costi del debito. Per tutte queste ragioni la scelta di utilizzo tra i due indicatori dipende sia dalle caratteristiche dell’azienda presa in considerazione ed in particolare dalle prospettive di crescita, sia dal grado di prudenza che vogliamo dare alla nostra analisi.

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Costruzione ed interpretazione degli indicatori economici e finanziari

Esempi direttamente sul software – Indici contabili e finanziari

Per approfondimenti:https://www.cloudfinance.it/indici-di-bilancio-o-ratios.html

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La costruzione della posizione finanziaria netta e sua interpretazione

La corretta determinazione della PFN è fondamentale per una corretta analisi finanziaria e per permettere sia all’analista che al sistema bancario di giungere ai medesimi risultati al fine della valutazione del merito creditizio dell’impresa.

La corretta determinazione della Posizione finanziaria netta (PFN) è fondamentale per una corretta analisi finanziaria e per permettere sia all’analista che al sistema bancario di giungere ai medesimi risultati al fine della valutazione del merito creditizio dell’impresa e della sostenibilità dell’indebitamento finanziario.

In letteratura la PFN viene definita come “indicatore alternativo di performance”; infatti il suo confronto con altri valori o indicatori ci permette di valutare:- il livello complessivo dell’indebitamento rapportato anche agli anni precedenti;

- il rapporto Debt/Equity per verificare il grado di patrimonializzazione di una società;- la capacità di restituzione del debito attraverso il confronto con il c.d. Cash flow al servizio del debito oppure con il Margine operativo lordo MOL.Una sua corretta determinazione comporta che alcuni dati di bilancio siano riclassificati in un’ottica finanziaria (si veda a tal fine la sezione sul passaggio dal metodo patrimoniale a quello finanziario per la contabilizzazione dei leasing) e che l’azienda fornisca all’analista dei dati relativi ai suoi rapporti finanziari quanto più precisi possibili.Mentre per le PMI non è previsto un particolare metodo per la sua determinazione e tanto meno una sua forma espositiva, per le società quotate la Consob, con Comunicazione del 28 luglio 2006, in conformità alla raccomandazione del CESR del 10 febbraio 2005, ha previsto espressamente una specifica metodologia espositiva. Secondo il nostro parere, tale forma può essere utilizzata, senza particolari problemi, anche per le società non quotate e di piccola/media dimensione.

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Posizione Finanziaria Netta Vs Lorda

Il valore del debito netto, anziché quello lordo, viene utilizzato in alcuni paesi europei, tra cui l'Italia. Come abbiamo sopra descritto, vengono così sottratti dal debito finanziario complessivo il valore delle attività finanziarie di pronto realizzo come ad esempio titoli disponibili per vendita o crediti finanziari prontamente esigibili e il valore delle disponibilità liquide. Questo lo si fa perché nell’ipotesi di dover ripagare il debito le attività finanziarie di pronto realizzo e la cassa possono essere usata a tal fine. Utilizzando questa metodologia il valore assoluto del debito è minore e gli indici che utilizzano nella propria formula la PFN possono migliorare sensibilmente. Tuttavia, nella letteratura finanziaria internazionale, soprattutto americana e anglosassone, vengono mosse delle critiche all’utilizzo di una tale metodologia soprattutto perché molte volte un valore della cassa detenuta dall’azienda non è effettivamente disponibile per l'azienda stessa ma è in realtà liquidità necessaria per la gestione corrente o per un investimento che si intende realizzare in futuro. Per scegliere correttamente tra debito netto e lordo bisognerebbe distinguere caso per caso e verificare le singole dinamiche aziendali. Pensiamo ad esempio ad un’azienda come la Apple che ha una disponibilità liquida enorme non vincolata a nessuna particolare esigenza dell’azienda e che potrebbe essere utilizzata per ripagare il debito finanziario in un istante. Ebbene, in casi come questi, forse, l’utilizzo di un valore netto dell’indebitamento sarebbe più corretto. In tutti i casi (utilizzo del debito lordo o netto), però, bisogna sempre tener presente che l’indebitamento produce degli interessi che l’azienda deve ripagare e quindi è necessario effettuare, soprattutto se scelgo di utilizzare la PFN, un’analisi ulteriore che comprende l’indice di sostenibilità degli oneri finanziari rappresentato dall’ Ebit/Of.

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La costruzione del rendiconto finanziario e la sua corretta

interpretazione

Il cash flow o “flusso di cassa” è un importante indicatore che permette di valutare la capacità finanziaria dell’azienda e mostra se le risorse create disponibili sono sufficienti per autofinanziare l’attività aziendale.

Vi sono diverse modalità per calcolare l’effettiva variazione di cassa.

1. Semplificata

Utile + ammortamenti + accantonamenti e TFRL’utile netto del conto economico non dà indicazione circa le reali disponibilità liquide dell’azienda ma solo una generazione di ricchezza meramente contabile. Infatti, nell’utile aziendale, incidono delle voci di carattere non monetario che possono non comportare un’uscita o un’entrata di liquidità. Basti pensare all’acquisto di un macchinario, in cui il pagamento avviene normalmente per intero nell’anno di acquisto, ma troviamo dei riflessi di questa operazione per diversi anni in conto economico, sotto la forma degli ammortamenti, che non rappresentano un’uscita di cassa (che è avvenuta tutta nell’anno di acquisto), ma solo una tecnica contabile.Per calcolare un primo indicatore di cash flow, che potremmo definire semplificato, si può partire dall’utile netto, ed aggiungere una serie di costi che non hanno comportato un’uscita finanziaria (ammortamenti, quota di Tfr, accantonamenti, etc.). In tal modo se il il cash flow è positivo, significa che l’azienda ha generato liquidità durante l’anno, se negativo indica che la gestione ha consumato più risorse di quante ne abbia creato.2. Completo

Il valore calcolato sopra però non coincide con le disponibilità liquide effettive, in quanto abbiamo preso in considerazione solo il Conto Economico. Per esempio, una fattura emessa a fine anno con pagamento dilazionato, non avrà un incasso immediato. Per tale motivo è necessario mettere in relazione le voci del Conto Economico con quelle dello Stato Patrimoniale ed in particolare considerare le variazioni intervenute nel capitale circolante.

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Flusso di cassa operativo+/- EBIT- Imposte figurativeNOPAT

+ Costi non monetari (ammortamenti, acc.ti, svalut. ecc.)Flusso di cassa operativo lordo

+/- Clienti+/- Rimanenze+/- Fornitori+/- Altre attività/passività+/- Variazione fondi Variazione CCN

Flusso di cassa della gestione corrente

+/- Investimenti / Disinvestimenti in immobilizzazioniFlusso di Cassa Operativo (FCO)

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Flusso di cassa al servizio del debito+/- Proventi/Oneri straordinari +/- Partecipazioni e titoli +/- Movimenti Equity+ Accensione finanziamenti+/- Utilizzo/Restituzione banche a breveFlusso di Cassa al servizio del debito

+ Scudo fiscale del debito- Rimborso quote capitale finanziamento- Oneri finanziari+/- Altri crediti/debiti finanziari Flusso di cassa disponibile per azionisti- Dividendo distribuito - Restituzione EquityFlusso di cassa netto

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Cosa guardano le banche?

Prima di chiedere credito alla banca bisogna come prima cosa:- conoscere la situazione economico-finanziaria e avere le idee chiare su quali saranno le strategie future;- rappresentare con chiarezza e trasparenza la situazione economico finanziaria dell’azienda.

- Avere le idee chiare su come verranno utilizzate le risorse messe a disposizione dalla banca- Presentare un bilancio non solo per pagare meno tasse possibile

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Valutazione aziendale

Nella procedura di valutazione assumono rilevanza due aspetti:1. Scelta del metodo da utilizzare2. Redazione del Piano industriale previsionale

1. La scelta dei diversi metodi dipende:a) dal particolare business e dal mercato in cui opera l’azienda. Ad

esempio un’azienda immobiliare che acquista e vende immobili sarà valutata tenendo conto dei propri assets mentre per un’azienda che si occupa di e-commerce assumeranno rilevanza le caratteristiche immateriali del business e quelle del mercato in cui opera.

b) dalla finalità della valutazione. A seconda della finalità vengono applicati nella pratica professionale determinati metodi di valutazione.

2. Se voglio valutare un’azienda tenendo conto delle sue dinamiche previsionali devo redigere un vero e proprio Piano industriale nel quale verranno descritti appunto i presumibili obiettivi che l’azienda intende raggiungere.

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Scelta dei metodi

La scelta dei metodi utilizzati per addivenire al valore dell’azienda dipendono:

dalla finalità della valutazione:

1. VENDITA DELLE QUOTE o dell’intera azienda

2. OPERAZIONI DI FINANZA STRAORDINARIA (Fusioni, Scissioni, Private Equity, Venture Capital ecc.)

3. REDAZIONI DI CTU per il Tribunale

e dalle caratteristiche del business:

4. Azienda Manifatturiera con impiego rilevante di Assets

5. Azienda immobiliare

6. Azienda commerciale e di servizi con impiego non rilevante di Assets

7. Azienda in cui gli assets immateriali rappresentano il vero valore

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Perizia di valutazione

Oggetto dell'incaricoDocumentazione esaminataLa Società Metodologia di valutazione utilizzataCRITERI DI VALUTAZIONEMetodo PatrimonialeMetodo FinanziarioMetodi redditualiMetodo misto patrimoniale - redditualeMetodo dei multipliPROCEDURE OPERATIVE DI VALUTAZIONEVALUTAZIONE CON METODO PATRIMONIALEVALUTAZIONE CON IL DEL DISCOUNTED CASH-FLOWProiezione economico-finanziaria nell’orizzonte previsionale

Piano EconomicoStato PatrimonialeDinamica finanziaria del periodo di previsioneRendiconto FinanziarioVALUTAZIONE CON METODI REDDITUALIVALUTAZIONE CON METODO MISTO PATRIMONIALE-REDDIT.VALUTAZIONE CON IL METODO DEI MULTIPLICONCLUSIONI

Finalità della valutazioneParte descrittiva

Descrizione dei metodi di valutazione

Risultati ottenuti con l’utilizzo dei

metodi prescelti

Valore finale dell’azienda

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Descrizione dei diversi metodi

METODO PATRIMONIALE

Il valore dell’azienda viene determinato sulla base dei soli dati patrimoniali.

Occorre addivenire alla stima del patrimonio netto rettificato, qui indicato con K’.

Nel caso in esame, il patrimonio netto rettificato sarà determinato con riferimento ai valori patrimoniali espressi dall’ultimo bilancio.

I valori risultanti dal prospetto patrimoniale sopra richiamato saranno oggetto di valutazione e ove ritenuti rappresentativi dell'effettivo valore delle attività e passività a cui si riferiscono saranno stati confermati. Diversamente, nel caso in cui si siano riscontrate divergenze tra il dato contabile ed il valore corrente dell'elemento sottostante si provvederà, attraverso opportune rettifiche in aumento o in diminuzione, a rideterminarne il valore adeguandolo al valore corrente.

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Metodo Patrimoniale

Il modello di valutazione patrimoniale presuppone che il valore di un’azienda sia pari al patrimonio netto della stessa, opportunamente rettificato.Alla base si presuppone che il perito abbia accesso ai dati aziendali economici, finanziari e contabili e che venga effettuata un’attenta procedura preventiva di due diligence, con conseguente rielaborazione dei dati.

Quando utilizzarloCome abbiamo già detto, tale metodologia è adatta per aziende in cui assumono rilevanza gli asset presenti nel patrimonio. Aziende immobiliari, manifatturiere con immobilizzazioni rilevanti, ecc…

VantaggiNon necessita di un Piano industriale previsionale e per tale motivo risulta essere il metodo più semplice. I valori ottenuti da tale criterio di stima hanno inoltre, almeno in linea teorica, il vantaggio della sicurezza e dell’affidabilità, in quanto non derivanti da previsioni soggettive (che in quanto tali possono non avverarsi) ma da dati certi ed oggettivi.

SvantaggiIn Italia è un metodo molto utilizzato ma fotografa la situazione dell’azienda solo ad un dato istante e non tine conto di aspetti che oggi assumono una rilevanza fondamentale. Andava bene in un mercato poco dinamico ma in un mercato molto competitivo come quello attuale non è più così

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Metodo reddituale

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Metodo reddituale

Svantaggi

La difficoltà nell’utilizzo di tale metodo è sicuramente rappresentata dal calcolo

del β. Infatti, lo stesso può essere calcolato solo per le società quotate. Queste metodologie importate dall’America e dall’Inghilterra non tengono conto della

peculiarità del mercato italiano rappresentato da PMI non quotate. E’ pur vero

però che oggi le quotazioni non riguardano più sole le grandi aziende ma grazie all’AIM ritroviamo molte PMI.Meglio piccole o grandi? Ci sono dei vantaggi e degli svantaggi. Secondo me partendo con il presupposto che è così e che è difficile se non impossibile cercare di far cambiare idea agli imprenditori o Stato dovrebbe trovare degli strumenti legislativi, fiscali ecc. che tengano conto di questo stato dei fatti e non perseverare con le banalità delle aggregazioni. Per esempio un ottimo strumento sono i distretti In cui le aziende possono conservare le loro caratteristiche ma indirettamente come se operassero aggregate.

Vantaggi

Se il Piano industriale è redatto correttamente e i dati presenti nella formula sono rispondenti alla realtà l’analisi incentrata non solo su dati storici ma anche

previsionali riveste sicuramente oggi, in mercati molto dinamici, una importanza fondamentale.

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Metodo reddituale

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Il tasso di attualizzazione

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Discounted Cash Flow Method (DCF)

Il valore del capitale di un'azienda corrisponde alla somma dei flussi di cassa operativi che la stessa potrà conseguire nel tempo attualizzati mediante un tasso idoneo; pertanto il valore del capitale economico di un'azienda coincide con il valore attuale netto (Net Present Value) di tali flussi, originati dalla gestione caratteristica dell'impresa e considerati al lordo degli oneri finanziari e della restituzione delle risorse impiegate da tutti i finanziatori dell'impresa (capitale di rischio e di terzi). Per calcolarli occorre utilizzare due concetti:

NOPAT, ovvero considerare le c.d. imposte figurative che rappresentano la parte di imposta imputabile al solo risultato operativo che la società pagherebbe se non ci fossero gli oneri finanziari o proventi/oneri straordinari che in Italia sono in parte deducibili.;

FLUSSO DI CASSA OPERATIVO, generato dalla sola gestione caratteristica dell’azienda

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Costo del capitale (WACC)

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Flusso di cassa operativo

Per calcolare tale flusso bisogna utilizzare un particolare tipo di rendiconto finanziario importato dai paesi anglosassoni.

Risultato operativo (EBIT)

- imposte sul risultato operativo (figurative)

= risultato operativo al netto delle imposte specifiche (NOPAT)

+ ammortamenti

+ accantonamenti e altre voci non monetarie

+/- variazioni negative/positive del capitale circolante (incluso TFR)

- investimenti in capitale fisso (al netto di eventuali disinvestimenti)

= Flusso di cassa operativo (FCFF)

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Metodo misto patrimoniale - reddituale

Svantaggi

Sono gli stessi individuati per il sistema reddituale puro e rappresentati da un lato dalle difficoltà di replicare con valori quanto più precisi possibili la formula utilizzata e dall’altro dalla predisposizione di un Piano industriale previsionale

Vantaggi

Rispetto al sistema reddituale puro attraverso tale metodo tengo in debita considerazione anche gli aspetti patrimoniali dell’azienda che in alcune situazioni

possono essere rilevanti.

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Metodo misto patrimoniale - reddituale