Allen Ginsberg - ilsaggiatore.com · d’inchiostro che scorre in opere come Urlo, Kaddish e La...

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Allen Ginsberg NON FINCHÉ VIVO Poesie inedite 1942-1996 Per cinquant’anni – da quando era un ragazzo fino a pochi giorni prima di morire, nell’aprile del 1997 – Allen Ginsberg non ha mai smesso di scrivere. La sua opera è un unico, ininterrotto flusso d’inchiostro che scorre in opere come Urlo, Kaddish e La caduta dell’America, riversandosi con la stessa forza in una produzio- ne intensa e fino a oggi introvabile, affidata a riviste, fogli di protesta, reading improvvisati e lettere ad amici come Kerouac e Snyder. Poesie scritte di giorno e di notte, a casa, a bordo di un aereo, in Cina o in Colorado, a Parigi o a Lima: Non finché vivo raccoglie per la prima volta questi testi, inediti in Italia, compo- nendo un’autobiografia letteraria, un’intera vita in versi. Lo sguardo talmudico e beat, buddhista e whitmaniano di Ginsberg si posa con inquietudine sulle violenze della polizia e l’oppressio- ne politica; si allarga sulle vastità dell’America con toni visionari; ripiega nei ricordi struggenti dell’infanzia nel New Jersey; resta ip- notizzato dalla fiamma della candela che lo accompagna nella ve- glia mentre il padre, appena morto, trascorre la prima notte nella sua «nuova eternità». Il suo profondo senso dell’amicizia nutre poesie come quelle in memoria di Carl Solomon, dedicatario di Ur- lo; la sua lingua proteiforme, ironica e allucinata precipita nell’an- goscia dei paesaggi metropolitani o si fa rapire dalla sensualità di corpi che insieme si muovono, «invisibilmente sognando». A vent’anni dalla morte di Allen Ginsberg, il Saggiatore organiz- za eventi a lui dedicati in diverse città e propone questa raccolta inedita, testimonianza unica di uno dei maggiori poeti del Nove- cento, capace di vivere il proprio tempo e di trascenderlo in versi in cui la realtà finisce per deflagrare nell’incanto della materia, guidato dalla consapevolezza che «La luna nella goccia di rugiada è quella vera / La luna in cielo è illusione». Allen Ginsberg (Newark 1926 – New York 1997) è stato il massimo poeta della Beat Ge- neration. Il Saggiatore ha pubblicato: Parigi Ro- ma Tangeri (2000), Poesie scelte 1947-1995 (2005), Morte e fama (2009), Saluti cosmo- politi (2011), Primi blues (2011), Bloodsong (2013), La caduta dell’America (2014), Urlo & Kaddish (2015), Diario indiano (2015). Traduzione di Leopoldo Carra A cura di Bill Morgan Prefazione di Rachel Zucker Con testo a fronte € 28,00 pp. 392 IN LIBRERIA DAL 19 GENNAIO Allen Ginsberg sarà il protagonista del prossimo Writers Festival che si terrà a Milano in febbraio. www.writersfestival.it

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Allen GinsbergNoN fiNché vivoPoesie inedite 1942-1996Per cinquant’anni – da quando era un ragazzo fino a pochi giorni prima di morire, nell’aprile del 1997 – Allen Ginsberg non ha mai smesso di scrivere. La sua opera è un unico, ininterrotto flusso d’inchiostro che scorre in opere come Urlo, Kaddish e La caduta dell’America, riversandosi con la stessa forza in una produzio-ne intensa e fino a oggi introvabile, affidata a riviste, fogli di protesta, reading improvvisati e lettere ad amici come Kerouac e Snyder. Poesie scritte di giorno e di notte, a casa, a bordo di un aereo, in Cina o in Colorado, a Parigi o a Lima: Non finché vivo raccoglie per la prima volta questi testi, inediti in Italia, compo-nendo un’autobiografia letteraria, un’intera vita in versi. Lo sguardo talmudico e beat, buddhista e whitmaniano di Ginsberg si posa con inquietudine sulle violenze della polizia e l’oppressio-ne politica; si allarga sulle vastità dell’America con toni visionari; ripiega nei ricordi struggenti dell’infanzia nel New Jersey; resta ip-notizzato dalla fiamma della candela che lo accompagna nella ve-glia mentre il padre, appena morto, trascorre la prima notte nella sua «nuova eternità». Il suo profondo senso dell’amicizia nutre poesie come quelle in memoria di Carl Solomon, dedicatario di Ur-lo; la sua lingua proteiforme, ironica e allucinata precipita nell’an-goscia dei paesaggi metropolitani o si fa rapire dalla sensualità di corpi che insieme si muovono, «invisibilmente sognando». A vent’anni dalla morte di Allen Ginsberg, il Saggiatore organiz-za eventi a lui dedicati in diverse città e propone questa raccolta inedita, testimonianza unica di uno dei maggiori poeti del Nove-cento, capace di vivere il proprio tempo e di trascenderlo in versi in cui la realtà finisce per deflagrare nell’incanto della materia, guidato dalla consapevolezza che «La luna nella goccia di rugiada è quella vera / La luna in cielo è illusione».

Allen Ginsberg (Newark 1926 – New York 1997) è stato il massimo poeta della Beat Ge-neration. Il Saggiatore ha pubblicato: Parigi Ro-ma Tangeri (2000), Poesie scelte 1947-1995 (2005), Morte e fama (2009), Saluti cosmo-politi (2011), Primi blues (2011), Bloodsong (2013), La caduta dell’America (2014), Urlo & Kaddish (2015), Diario indiano (2015).

Traduzione di Leopoldo Carra

A cura di Bill MorganPrefazione di Rachel Zucker

Con testo a fronte

€ 28,00pp. 392

In lIbrerIA dAl 19 GennAIo

Allen Ginsberg sarà il protagonista del prossimo Writers Festival che si terrà a Milano in febbraio.

www.writersfestival.it

Alberto CadioliLetterati editoriAttività editoriale e modelli letterari nel NovecentoIn questa edizione completamente rinnovata di Letterati editori – a un tempo saggio di storia della cultura letteraria e fortuna-ta incursione teorica nei meccanismi dell’editoria – Alberto Ca-dioli ridefinisce la categoria del «letterato editore» da lui stesso coniata: homme de lettres a vario titolo impegnato in una casa editrice, il cui intervento può essere considerato da una parte la testimonianza della sua personalità artistica, dall’altra il segno della sua militanza, della volontà di incidere sul tempo in cui vive.All’inizio del secolo scorso, quando l’era del mecenatismo è ormai un lontano ricordo e l’intellettuale in crisi deve arrabattarsi per trovare nuovo status e nuovi mezzi di sostentamento, Papini e Prezzolini si danno all’editoria loro malgrado, esplorando la con-traddizione tra missione e mercato col timore che le Muse della creatività vengano cacciate dalle Sirene dell’industria. A cavallo degli anni venti e trenta, invece, gli scrittori legati a Solaria fanno dell’editoria uno strumento di intervento nel mondo, un mezzo attraverso cui proporre un modello di cultura alternativo rispetto a quello diffuso dai programmi delle grandi case editrici. A Seconda guerra mondiale conclusa, la creazione della Biblioteca Universale Rizzoli su iniziativa di Luigi Rusca amplia il pubblico dei lettori e dà la possibilità di leggere a chi fino a quel momento non se l’è potuto permettere.A partire da un’ampia messe di dati, e con grande chiarezza ed efficacia espositiva, Letterati editori è una guida attraverso la let-teratura del Novecento italiano, che mostra come i più grandi autori che il nostro paese abbia espresso – Elio Vittorini e Vittorio Sereni, Giacomo Debenedetti e Italo Calvino – siano stati forse ancora più grandi innovatori della cultura e della sensibilità poeti-ca, ispiratori del cambiamento sociale e plasmatori dell’orizzonte nel quale ancora oggi ci muoviamo.

Alberto Cadioli (Milano, 1952) è professore di Letteratura italiana contemporanea all’U-niversità degli Studi di Milano, dove insegna anche Filologia dei testi a stampa. Tra i suoi libri si ricordano La storia finta, Il silenzio della parola e Le diverse pagine. Nel 2012 ha pub-blicato (con Giovanni Biancardi) un’edizione critica di Dei Sepolcri di Ugo Foscolo

€ 21,00pp. 384

In lIbrerIA dAl 19 GennAIo

Vincenzo Pardini è nato a Fabbriche di Val-lico (Lucca) nel 1950. Collabora al Quotidia-no Nazionale e alla riviste Nuovi Argomenti e Paragone.

€ 21,00pp. 360

Vincenzo PardiniGraNde secoLo d’oro e di doLoreTra tetti di ardesia ricoperti di muschio, nei panorami silvestri del-la Garfagnana e della Media Valle del Serchio, sorgeva un tempo l’antica casata dei Longobardi, animalesca e irridente stirpe disce-sa forse da Liutprando e dagli dèi germanici dell’ebbrezza e della guerra, e scomparsa nel 1983, con la morte dell’ultima erede, Leonide Francesca Lusetti. Segnate di sangue e sfortuna, le vicende di Leonide e della sua famiglia attraversano come una fantasmagoria tutto il Novecento. Generazione dopo generazione, sentono la terra tremare sotto le bombe e la voce di Hitler saettare, tremenda, nei cieli d’Europa. Dividono il pane nelle osterie con i partigiani e fuggono dai basto-ni degli squadristi. Vedono nascere la Repubblica italiana, mentre nel- le città appaiono le prime automobili sportive e le televisioni, e il cemento si estende come una ma- rea arrivando a minacciare i loro territori. Eppure, la Storia sembra solo un’eco che giunge di lontano mescolandosi ai muggiti che riempiono la Valle, mentre uno dopo l’altro i Longobardi abbandonano la casa: feriti a morte dagli spettri e dal gelo, fuggiti in Sudamerica o schiacciati da un treno, divorati dall’alcol o consumati dalle epidemie.In Grande secolo d’oro e di dolore Vincenzo Pardini narra l’epopea di una famiglia condotta all’estinzione, e la storia rapsodica di un’Italia aurea e dolente, celebrata, spesso ingiuriata, da chi l’ha vissuta nella penombra di terre remote. Una scrittura che coglie, nei suoi accenti e ritmi primitivi, nei suoi riverberi pascoliani e sonnambulismi onirici, la voce autentica degli ultimi discendenti di una stirpe mitica. Perché, come amava ripetere Leonide, sol-tanto chi sa raccontare storie non muore mai.

«La sua opera è uno spaccato vertiginoso della storia del nostro paese, a partire da una geografia molto circoscritta. Pardini ha preferito l’intensità del “locale” all’estensione del “globale”. Una forma spontanea di resistenza.»

Nazione Indiana

In lIbrerIA dAl 26 GennAIo

Tom Holland (Oxford, 1968) è uno scrittore e storico inglese. Ha adattato per la BBC Radio Erodoto, Omero, Tucidide e Virgilio. Per il Sag-giatore ha pubblicato Rubicone (2006, Hessel-Tiltman Prize for History), Millenium (2013) e Fuoco persiano (2015).

Traduzione di Camilla Pieretti

€ 26,00pp. 480

Tom HollanddyNastyAscesa e caduta dei Cesari di RomaLa storia di Roma comincia con uno stupro: è dalla violenza di Marte, dio della guerra, su una giovane vestale, che nascono Ro-molo e Remo, i fondatori della città. Raccolti e allattati da una lupa, macchiati dall’infamia del fratricidio, i due gemelli iniettano nel corpo dell’impero più grandioso della storia la natura doppia delle loro origini divine e bestiali: grazia e violenza, sensualità e ferocia plasmano un popolo di poeti sublimi, guerrieri sanguina-ri e condottieri rapiti dalla vertigine del potere. Il lampo giallo, ferino del lupo attraversa lo sguardo di Giulio Cesare davanti ai cadaveri smembrati della guerra civile; luccica in quello di Tiberio mentre osserva i corpi nudi dei giovani nobili romani, avvinghiati in un’orgia per soddisfare i desideri di un imperatore anziano e decaduto; si confonde, negli occhi di Nerone, con le fiamme che divampano radendo al suolo la città.Dynasty insegue la scia d’oro e sangue della dinastia Giulio-Clau-dia, penetrando tra i marmi e i conviti opulenti della dimora dei Cesari. Qui, faide omicide e vortici di lussuria non impedivano agli imperatori di esercitare un dominio senza limiti. Da Cesare a Nerone, da Augusto a Caligola, Tom Holland racconta l’ascesa e la caduta dei primi imperatori con il ritmo avvincente e fulmineo di una corsa dei carri, e innesta nella puntuale ricostruzione storica la potente fascinazione della materia mitica, guidato dall’idea che solo l’intreccio di realtà e leggenda possa restituire l’immagine di un tempo che esercita ancora una seduzione magnetica.

«Holland è un maestro del racconto storico.» The Washington Post

«Dynasty assicura di diritto a Holland un posto tra i principali au-tori storici viventi.»

The Wall Street Journal

«Affascinante… Dynasty possiede la consueta capacità di Holland di rendere viva una narrazione, insieme alla sua straordinaria pa-dronanza delle fonti antiche.»

The New York Times Book Review

In lIbrerIA dAl 2 febbrAIo

Giuseppe Marcenaro è nato a Genova. Tra i suoi libri si ricordano Cimiteri, Testamenti, Una sconosciuta moralità. Quando Verlaine sparò a Rimbaud, Wunderkammer, Daguerréotype.

€ 19,00pp. 304

Giuseppe MarcenaroscartiAppunti, lettere, scartafacci

Viaggio nel regno dimenticato della letteratura

Il libro passato per le mani di Napoleone nei giorni dell’esilio a Sant’Elena, le golosità di cui era ghiotto Leopardi durante il fata-le soggiorno napoletano, i segreti che cela una cambiale di fine Ottocento firmata da Gabriele D’Annunzio: questi e moltissimi al-tri frammenti di esistenza sono custoditi in lettere, scarabocchi, dediche, biglietti da visita, vecchie foto in bianco e nero, foglietti sparsi, bustine del tè e quant’altro subisca la sorte di essere con-siderato uno scarto.L’eccedente di cui si pensa sia meglio liberarsi per non trovarsi poi sommersi da spazzatura, o che semplicemente si butta via, senza nemmeno pensarci su, diventa in Scarti oro grezzo, materia prima grazie alla quale incantare il lettore in un viaggio sentimentale, stravagante, che non teme il voyeurismo, nelle peripezie del ricor-do. Lo sguardo di Giuseppe Marcenaro, che di questo divertisse-ment letterario è l’autore, come il tocco di Re Mida salva dall’oblio e riporta alla luce, affascinandoci, sottilissime trame di vite, fa-mose e non, risalenti a un passato non troppo lontano dal nostro presente. Come un graffio, il suo stile pungente libera dalle croste degli anni e fa parlare con ironia spesso impietosa quelli che solo all’apparenza sono frammenti muti; minutaglie che sono trama e ordito della nostra storia.

«Ci saranno gli e-book d’antiquariato? E dove li andranno a cer-care i bibliofili del futuro? L’attuale detentore d’una biblioteca può nascere già carico di libri, ereditando passioni paterne o co-munque avite, può trascorrere la propria vita frugando librerie e bancarelle nella speranza di trovare un libro raro e finendo per comprarne un altro mai sentito nominare. Tutte queste cose Giu-seppe Marcenaro le ha fatte.»

Paolo Mauri, la Repubblica

In lIbrerIA dAl 2 febbrAIo

Jean Genet è nato a Parigi nel 1910 e morto, sempre a Parigi, nel 1986. Il Saggiatore pub-blica in Italia tutte le sue opere narrative.

Traduzione di Giorgio Caproni

€ 23,00pp. 264

Jean Genetdiario deL LadroPubblicato clandestinamente nel 1948, e poi in un’edizione cen-surata l’anno successivo, il Diario del ladro – che il Saggiatore propone nella storica traduzione di Giorgio Caproni e con un’i-nedita prefazione di Walter Siti – è il più impudente, scandaloso autoritratto di Jean Genet.Scritto con ispirazione agiografica, raccoglie gli anni di miseria e vagabondaggio del grande scrittore francese, che tra il 1933 e il 1939 viaggiò attraverso l’Europa vivendo di espedienti e rispon-dendo a leggi istintuali, in un lungo e picaresco calvario costellato di fughe, carcerazioni e dissolute liaisons sessuali. È stato accat-tone nel Barrio Chino di Barcellona, spacciatore di monete false in Cecoslovacchia, ha affrontato i «mostri nascosti dalla notte» che difendevano l’ingresso in Italia, ha passeggiato tra i bordelli di un Belgio intemperante e sornione, sempre fuggendo dai soldati na-zisti, in Austria e in Germania, in Polonia e in Iugoslavia.Genet il milite, il mendicante, il ladro. Genet il girovago, la pro-stituta, l’angelo precipitato. Genet il santo che anela alla beati-tudine terrestre, attraverso le sue nuove virtù teologali – furto, tradimento e sodomia –, e scrive il libro della propria Genesi, con-sacrandolo al culto del turpiloquio e dell’indecenza.Una storia spesso falsata, quella di Genet, dallo sguardo sublime dello stesso narratore che continuamente e imprevedibilmente la scompone e rimonta, spostando le cronologie, inventando i fatti, riscrivendo versioni sempre diverse che si contraddicono pagina dopo pagina, manipolando e correggendo gli eventi alla luce di una più grande verità: la letteratura mistifica la vita per avverarla. Ne emenda gli errori, ne nobilita le brutture, le deformità, le spro-porzioni. Spezza il destino per consegnarci al mito, alla santità eterna degli eroi.

«Il pericolo per me non esiste soltanto quando rubo, ma in ogni momento della mia vita, perché ho rubato.»

«La narrativa di Genet si ha l’impressione, e azzarderei la cer-tezza, di ritrovarla immobile e fulgida laddove la si era lasciata, remota sebbene abbagliante.»

Enzo Di Mauro, Alias

In lIbrerIA dAl 9 febbrAIo

Gustav Mahler (1860 -1911) è stato un com-positore e direttore d’orchestra austriaco.

Traduzione di Silvia Albesano

€ 42,00pp. 440

Gustav Mahlercaro coLLeGaLettere a compositori, direttori d’orchestra, intendenti teatraliIl Saggiatore prosegue l’indagine sulla vita e le opere di Gustav Mahler, protagonista del passaggio dal postromanticismo alla mu-sica moderna. Prezioso epistolario a una voce, Caro collega custodisce le lettere che Gustav Mahler inviò, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, a personalità come Bruckner, Dvorák, Strauss, Busoni, Schönberg, Walter, Bülow e Cosima Wagner. Sono lettere intense, che co-stantemente fondono vita e arte, preoccupazioni professionali e riflessioni estetiche, e che hanno il dono prodigioso di far rivivere al lettore la storia di uno dei musicisti che più hanno segnato la contemporaneità e di proiettarlo nell’articolata vita musicale della colta élite mitteleuropea di fine Ottocento. In questa corrispondenza, che si estende dagli anni dell’apprendi-stato fino al grande successo americano della Metropolitan Ope-ra House, si sente vibrare la voce di Mahler: velata di timidezza ma pregna del più sincero entusiasmo nei primi anni di carriera, quando ventenne si presenta al mondo della musica, si fa di let-tera in lettera sempre più sicura nel gestire i continui problemi e imprevisti che un affermato direttore d’orchestra deve affrontare: dalla scelta dei cantanti ai rapporti con i colleghi, dalla richiesta di consigli e informazioni alle relazioni con istituzioni, giornalisti e mecenati. Accompagnate da un rigoroso apparato critico che restituisce il substrato di uno dei periodi più fecondi della storia della musica, queste lettere avvincono per la forza con cui da ogni riga tra-spaiono, inconfondibili, il garbo dell’intellettuale, la passione del direttore d’orchestra, l’intraprendenza del direttore di teatro e so-prattutto la grandezza poliedrica del compositore, che nemmeno di fronte alle pur pressanti esigenze economiche impostegli dal suo ruolo viene meno alla fedeltà all’arte e al genio dell’ispirazio-ne che sempre lo contraddistinse.

In lIbrerIA dAl 9 febbrAIo

David Peace (Ossett, 1967) è uno scrittore inglese. Con i suoi libri ha vinto numerosi premi e riconoscimenti. Vive a Tokyo con la moglie e i figli.

Traduzioni di Giuliana Zeuli e Marco Pensante

€ 45,00 | pp. 1488

«Un’opera brutalmente autentica.»

The Times

«Il Red Riding Quar-tet è una poesia

apocalittica.»

The Independent

«Thriller, monologo, documentario,

sceneggiatura tea-trale. David Peace ha scritto un romanzo

epico e ambizioso

che non ha eguali.»

The Guardian

«Con uno stile ossessivo, in cui le stesse parole ritornano per scandire in modo

maniacale lo smarrimento e l’incertezza, David Peace osserva il fluire degli

eventi fino a farne materia palpitante. Le sue pagine sono intrise di

sangue, sudore, lacrime.»

Guido Caldiron, il Manifesto

«David Peace, uno dei maggiori autori inglesi viventi, sceglie di andare contro

le regole del bello scrivere, usando una tec-nica ripetitiva e martellante, più vicina alla

poesia che alla narrativa.»

Marco Imarisio, Corriere della Sera

«David Peace è uno dei più grandi romanzieri

inglesi viventi. I suoi noir nudi e bruschi sono paragonabili a quelli di James

Ellroy.»

Antonello Guerrera, la Repubblica

In lIbReRIA dAl 9 febbRAIo

la tetralogia del ReD RiDing QuaRtet viene proposta per la prima volta al mondo

in un unico volume