Annemarie Schwarzenbach - ilsaggiatore.com · strattismo, non ha mai abbandonato del tutto il...

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Annemarie Schwarzenbach FUGA VERSO L’ALTO Declivi bianchi, oceani di neve, cime frastagliate, impassi- bili e mute; spazi immensi. Vuoti. La fatica della salita, la vertigine della discesa: sugli sci, il vento in faccia, vicino al cielo e lontano da tutto. Dopo otto anni in Sudamerica, Francis von Ruthern – figlio di uno Junker prussiano – si rifugia in una vacanza infinita, senza ieri e senza domani, solo un corpo da sfinire e giornate sempre uguali. La sera, tra alberghi di lusso e sale da ballo, incrocia chi come lui, estraneo a se stesso, non vuole più lasciare quella ne- ve che ferma il tempo, dona il silenzio, promette l’oblio. Durante la sua assenza, il mondo aristocratico a cui ap- parteneva è sparito, spazzato via dalla crisi: la madre che amava è morta, la tenuta di famiglia perduta per sempre; Francis non ha più radici, identità, appartenenza. La Storia avanza e travolge: il nazismo è agli albori, mai nominato eppure onnipresente; e allora meglio la fuga, meglio scia- re e dimenticare, meglio bere e incontrare donne belle e tristi che non possono consolare, meglio non tornare laggiù, dove suonano i tamburi di guerra. Fuga verso l’alto è uno degli ultimi romanzi scritti da Annemarie Schwar- zenbach, composto nel 1933 quando Hitler saliva al pote- re. Prodotto di un tempo violento e terminale, Fuga verso l’alto, inedito in Italia, viene proposto in una traduzione che restituisce la tensione di una scrittura che ha la stessa identità metamorfica dell’autrice; una figura scandalosa- mente moderna che ha il suo correlativo più vero in que- sti personaggi sospesi in un viaggio senza fine, tra fuga e ritorno, tra partenze che sono un restare e ritorni che sono un fuggire, eterni stranieri, trasgressivi e sensuali, irriducibilmente assetati di vita. Annemarie Schwarzenbach, scrittrice, giornalista e fotografa svizzera, è nata a Zurigo nel 1908 ed è morta a soli trenta- quattro anni. Androgina e omosessuale, grande viaggiatrice, ribelle e anticonfor- mista, segnò la vita culturale mitteleu- ropea tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. € 20,00 pp. 208 IN LIBRERIA DAL 28 GENNAIO

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Annemarie SchwarzenbachFuga verso l’altoDeclivi bianchi, oceani di neve, cime frastagliate, impassi-bili e mute; spazi immensi. Vuoti. La fatica della salita, la vertigine della discesa: sugli sci, il vento in faccia, vicino al cielo e lontano da tutto. Dopo otto anni in Sudamerica, Francis von Ruthern – figlio di uno Junker prussiano – si rifugia in una vacanza infinita, senza ieri e senza domani, solo un corpo da sfinire e giornate sempre uguali. La sera, tra alberghi di lusso e sale da ballo, incrocia chi come lui, estraneo a se stesso, non vuole più lasciare quella ne-ve che ferma il tempo, dona il silenzio, promette l’oblio. Durante la sua assenza, il mondo aristocratico a cui ap-parteneva è sparito, spazzato via dalla crisi: la madre che amava è morta, la tenuta di famiglia perduta per sempre; Francis non ha più radici, identità, appartenenza. La Storia avanza e travolge: il nazismo è agli albori, mai nominato eppure onnipresente; e allora meglio la fuga, meglio scia-re e dimenticare, meglio bere e incontrare donne belle e tristi che non possono consolare, meglio non tornare laggiù, dove suonano i tamburi di guerra. Fuga verso l’alto è uno degli ultimi romanzi scritti da Annemarie Schwar-zenbach, composto nel 1933 quando Hitler saliva al pote-re. Prodotto di un tempo violento e terminale, Fuga verso l’alto, inedito in Italia, viene proposto in una traduzione che restituisce la tensione di una scrittura che ha la stessa identità metamorfica dell’autrice; una figura scandalosa-mente moderna che ha il suo correlativo più vero in que-sti personaggi sospesi in un viaggio senza fine, tra fuga e ritorno, tra partenze che sono un restare e ritorni che sono un fuggire, eterni stranieri, trasgressivi e sensuali, irriducibilmente assetati di vita.

Annemarie Schwarzenbach, scrittrice, giornalista e fotografa svizzera, è nata a Zurigo nel 1908 ed è morta a soli trenta-quattro anni. Androgina e omosessuale, grande viaggiatrice, ribelle e anticonfor-mista, segnò la vita culturale mitteleu-ropea tra la Prima e la Seconda guerra mondiale.

€ 20,00pp. 208

In lIbrerIA dAl 28 gennAIo

Luigi Nono Giuseppe UngarettiPer un sosPeso FuocoLettere 1950-1969Un canto sospeso, a due voci, unisono, un’amicizia in-tensa, sincera, sempre permeata dal desiderio di ricer-ca e confronto. Queste le testimonianze che emergono dal carteggio tra Luigi Nono e Giuseppe Ungaretti, una corrispondenza durata quasi vent’anni, nata dal sogno di un giovane prodigio della scena musicale di conoscere il grande poeta, e diventata l’occasione di un lungo e per-vasivo rapporto. Due spiriti affini, con vocazioni artistiche diverse, che avvertono la medesima urgenza: il raggiun-gimento di una musicalità inaudita, di una forma capa-ce di manifestare la coscienza creativa: il compositore la rincorre tracciando note, il poeta attraverso l’inchiostro nero delle parole, in un sentire comune che porta a una collaborazione assidua per la trasposizione in musica dei Cori di Didone ungarettiani, momento cruciale della cor-rispondenza. Accanto, e intorno, incoraggiamenti, plausi, appuntamenti riusciti o mancati a causa delle vite private che premono, trascinandosi gioie e dolori, successi e ap-prensioni familiari. Per un sospeso fuoco guida il lettore in questo straordinario viaggio, sviscerando il tessuto epi-stolare, interrogandone la carta, lo spessore, le correzio-ni, e ricostruendo il macrocosmo collettivo e individuale in cui queste lettere si rincorrono. Attenzione millimetrica e filologica ai testi, frontalità e racconto appassionato: il vo-lume procede diramandosi in molte direzioni, e offrendo, nelle due ampie sezioni che seguono al carteggio, testi-monianze, lettere di Nono ad altri corrispondenti illustri, recensioni d’epoca, e un ricco repertorio di immagini, foto e manoscritti. In questa coralità di voci e documenti origi-nali, il canto si fa di pagina in pagina più alto, verticale, in sempre cristallina sospensione.

luigi nono ( (1924–1990) è stato uno dei più importanti compositori italiani del xx secolo.

giuseppe Ungaretti (1888–1970) è stato un poeta e scrittore italiano.

€ 35,00pp. 480

In lIbrerIA dAl 28 gennAIo

John BergerPerché guardiamo gli animali?Dodici inviti a riscoprire l’uomo attraverso le altre specie viventiI greci rappresentavano ognuna delle dodici ore del gior-no con un animale. Gli indù credevano che un elefante reggesse la terra sul dorso, sostenendosi sul guscio di una tartaruga. Un tempo gli animali occupavano il centro dell’universo insieme all’uomo. Non solo erano indispen-sabili per nutrirsi, spostarsi o lavorare, avevano anche funzioni magiche, divinatorie, talvolta sacrificali. Erano messaggeri di un «oltre» segreto, dell’abisso che si trova al di là del linguaggio e parla della nostra origine, della no-stra solitudine come specie: nello sguardo di un cane o un orango, l’uomo riconosceva un essere senziente e morta-le, simile a lui eppure radicalmente diverso, e imparava a definire se stesso. Dal xIx secolo, questa simbiosi è stata resa fragile dall’economia industriale e dall’urbanizzazio-ne, ed è infine tramontata insieme al mondo contadino, ai suoi modi di produrre e confrontarsi con l’ambiente. Oggi gli animali sono scomparsi dal mondo antropizzato, relegati ai margini della città e nelle campagne, mentre non sono mai stati così numerosi gli animali da compagnia allevati come puro complemento umano, pronti a riflette-re non l’ignoto ma un’immagine rassicurante dei padroni. Nell’impossibilità conclamata di un incontro, la relazione con il mondo animale ha assunto sempre più i connotati della messinscena spettacolare. John Berger analizza que-sti temi attraverso un caleidoscopio di linguaggi e forme testuali – dalla favola alla memoria, dal saggio critico al racconto –, guidato da una scrittura che argomenta con chiarezza e interroga con urgenza, e illumina la natura di un rapporto che ha dato origine alla pittura e alla metafora e, di conseguenza, all’arte e all’identità stessa dell’uomo.

John berger (Londra 1926), critico d’ar-te e scrittore, è autore di romanzi, rac-conti, saggi, poesie, sceneggiature e te-sti teatrali.

€ 16,00pp. 144

In lIbrerIA dAll’11 febbrAIo

eric Salerno, giornalista, inviato specia-le, esperto di questioni africane e me-diorientali, è corrispondente del Mes-saggero. Con il Saggiatore ha pubblicato: Uccideteli tutti! (2008), Mossad base Italia (2010), Rossi a Manhattan (2013).

€ 19,00pp. 280

In lIbrerIA dAll’11 febbrAIo

Eric SalernointrigoUna guerra taciturna prende campo in Australia alla fine della Seconda guerra mondiale. Un gioco al massacro si ramifica sotterraneamente per le strade, nelle case, nei luoghi della sicurezza quotidiana. A Melbourne, Felix, oro-logiaio ebreo di antica tradizione, incarna l’invisibile anel-lo di congiunzione tra due mondi in inconciliabile coabita-zione: da una parte i sopravvissuti alla Shoah, reduci rosi dalla propria storia, dilaniati dal desiderio di vendetta e, insieme, dal bisogno di oblio, arrivati nel continente per sfuggire a un passato sanguinoso e ricostruire un’identi-tà frantumata dalle persecuzioni naziste e dai massacri nei campi di concentramento; dall’altra i nazisti, scampati alla giustizia nei luoghi più remoti del mappamondo, che vivono sotto falso nome, svolgendo i lavori più comuni e sorridendo. Carnefici e vittime, sterminatori e sterminati camminano inconsapevolmente per le stesse strade. Fe-lix rintraccia i nazisti. E li uccide. Tra riunioni clandestine e sopralluoghi in incognito a Gerusalemme, l’orologiaio e la sua cerchia di compagni progettano esecuzioni cruen-te, assemblano ordigni artigianali, ammassano appunti, schedule e fotografie, tenendo sotto tiro ogni minimo so-spetto. In Intrigo, insonnia e rabbia, sublimate dalla ra-zionalità della premeditazione, compongono un miscuglio alchemico esplosivo e letale. Attraverso il racconto di Eric Salerno tutto diventa progettazione maniacale e interpre-tazione degli orrori rimasti invendicati, che ora popolano la vita dei superstiti come spettri. Ma, se le colpe ricado-no dai padri ai figli, lo stesso accade per le ossessioni. E spetterà a Vera, la figlia dell’orologiaio, fare i conti con un inquietante segreto.

don Angelo Casati (1931), sacerdote, poeta e scrittore. Tra le sue numerose opere ricordiamo: Sulla soglia. Poesie 1984-1994 (2003), Sconfinare per grazia (2013), I giorni della tenerezza (2013), Il sorriso di Dio (2015).

€ 20,00pp. 320

In lIbrerIA dAl 18 febbrAIo

don Angelo Casatil’alFabeto di dioCome innamorarsi della bellezza dell’uomo e del creatoUn uomo percorre le strade della sua città, il corpo minu-to, la fronte ampia. Scruta le persone, gli edifici, la natura, scruta se stesso e raccoglie la presenza di Dio intorno a sé. Le parole che gli affiorano alla mente o gli balzano al-la vista danno vita e sostanza a un alfabeto che si scrive con le lettere degli uomini ma che il Vangelo trasforma, aprendo a significati nuovi. Per don Angelo Casati parole come Altro, Denaro, Innamorarsi, Orme, Pietre, Schiettez-za, Silenzio sono l’occasione per avvicinarsi a ogni per-sona, varcare i confini che la quotidianità ha eretto con le sue paure, slabbrare un ritmo che ci siamo imposti ma che nulla ha a che fare con il tempo di Dio. E così la parola Contemplazione, che non è richiesta febbrile ma incanto sui volti delle persone, indugio sulle loro storie, torna ad avere pienezza; la parola Famiglia descrive il luogo dove sorprendersi davanti al mistero di un figlio, il luogo dove insegnare a parlare ma anche ad ascoltare; le parole Giu-stizia e Umanità rivelano una volta di più il loro intreccio profondo, come dice la Bibbia. Con la voce tenera e insie-me saggia che da sempre lo contraddistingue, don Angelo Casati riscopre la luce di parole che credevamo così logore e abusate da aver perso significato, racconta quanta vita e quanta fede stanno dietro le espressioni – le più sem-plici – che costituiscono il nostro lessico familiare con Dio, e incoraggia il lettore a comporre il proprio alfabeto, stru-mento imprescindibile per tornare a una spiritualità che sia immediata, aperta, dialogica; una spiritualità che, sola, può aiutare ad affrontare questa nostra contemporaneità.

Paul Klee è nato nel 1879 a Munchen-buch see e morto a Muralto nel 1940.

€ 29,00pp. 424

In lIbrerIA dAl 18 febbrAIo

Paul Kleediari1898-1918L’arte di Paul Klee è stata un esempio travolgente di eclet-tismo, un continuo attraversare le soglie che dividono discipline e linguaggi: pittore tra i più significativi dell’a-strattismo, non ha mai abbandonato del tutto il figurativo; ha unito la sperimentazione grafica e pittorica all’attività come violinista con l’orchestra di Berna, e un costante im-pegno teorico alla ricerca nel disegno e nell’incisione. So-prattutto, non ha mai smesso di varcare i confini tra vita e pittura, e tra natura e arte, considerando l’opera come una pianta il cui sviluppo non è mai separato dal terreno da cui emerge. I Diari – che il Saggiatore ripropone arric-chiti da una preziosa introduzione di Hans Ulrich Obrist – non si limitano a testimoniare l’osmosi costante tra i due piani: ne costituiscono l’incubatrice, il luogo in cui la vita è già arte, ma non ancora dipinto. Custodi della straordi-naria avventura umana e creativa di Paul Klee, questi diari sono una testimonianza tra le più coinvolgenti del xx se-colo: dai ricordi dell’infanzia in Svizzera all’amore per Lily, dai primi passi del figlio Felix all’amicizia con Kandinskij, fino ai mesi passati sul fronte occidentale durante la Gran-de guerra. E poi i viaggi cruciali. In Italia, dove ritrova una natura amica – mai imitata, ma svelata fino alle leggi più intime – e dove conosce e rifiuta il barocco. E in Tunisia, dove vive un’esperienza panica con il paesaggio scopren-do il proprio talento per il colore. I Diari sono un’opera compatta e autonoma, autoritratto di un grande artista e insieme romanzo di formazione di una nuova arte, che non cessa di essere contemporanea.