Alimentazione anziani

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DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE NELL’ANZIANO ORIAGO di MIRA, 15 APRILE 2010 Dott.ssa Ornella Greguolo Dott. Paolo Albanese

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DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE

NELL’ANZIANO

ORIAGO di MIRA, 15 APRILE 2010

Dott.ssa Ornella Greguolo

Dott. Paolo Albanese

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Il nostro corpo è dotato di un orologio Biologico interno.

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Requisito fondamentale per un buon funzionamento dell’orologio biologico è una Dieta Equilibrata.

Dieta Equilibrata: insieme di nutrienti (zuccheri, grassi, proteine, acqua, Sali minerali e Vitamine) in quantità adeguata alle esigenze metaboliche dell’individuo in relazione alla sua età ed alla sua attività (Bilancio Energetico).

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Nell’anziano sano:

- si riduce il metabolismo basale;

- si riduce la termogenesi;

- spesso si riduce l’attività fisica.

Ridotto consumo energetico

Minore necessità di apporto dietetico

Meno calorie

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Attività fisica bassa 1600 Kcal 2000

moderata 1800 2200

elevata 2200 2600

Dopo i 50 anni:

Dopo gli 80 anni:

Attività fisica bassa 1400 Kcal 1800

moderata 1600 2000

elevata 1800 2200

Quante Calorie?

Consumo Energetico

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Nell’anziano quindi:

meno calorie

ma

dieta equilibrata

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Con l’invecchiamento si assiste spesso ad una riduzione dell’appetito e dell’apporto nutrizionale.

Perché ?

Modifiche anatomo – funzionali dello stomaco

Precoce senso di sazietàModifiche ormonali: aumento della

leptina e della colecistochinina con precoce inibizione del centro di controllo dell’appetito nell’ipotalamoRiduzione della sensibilità gustativa e olfattiva

Riduzione del “piacere” derivante dalla degustazione

Riduzione della motilità e dell’acuità visiva

Riduzione della capacità a preparare cibi elaboratiFrequenti problemi dentali o

edentulia Problemi di digestione

ANORESSIA

DELL’ANZIANO

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L’invecchiamento è normalmente associato a una riduzione dell’appetito e degli apportinutrizionali, condizione definita con il termine di anoressia fisiologica (Morley, 1996). Talefenomeno ha un’eziologia multifattoriale, in parte inesplorata, che predispone alla malnutrizione.La riduzione dell’appetito è parzialmente dovuta alla precoce sensazione di sazietà, che sirealizza negli anziani a causa di modificazioni anatomico-funzionali dello stomaco (Morley,2001), e di variazioni nella concentrazione di alcuni ormoni implicati nel controllo dell'appetito. Èstato infatti osservato un aumento nei livelli di colecistochina, e, negli uomini, un aumento deilivelli ematici di leptina (Morley, 2001).La diminuzione della sensibilità gustativa (ipogeusia) e olfattoria (iposmia), insieme aidisordini del gusto (disgeusia) e dell’olfatto (disosmia), concorrono a determinare l'anoressiadell'anziano (Schiffman, 1997). La ridotta acuità visiva e uditiva, unita alle patologie checondizionano la motilità, limitano inoltre la predisposizione a elaborare i pasti (Garry, 1994),mentre i problemi dentali riducono la possibilità di masticazione (Donini et al., 2003a).Anche le condizioni di disagio sociale e psicologico in cui spesso versa la popolazionesenile costituiscono fattori rilevanza eziologica per il deficit nutrizionale dell’anziano (Morley eKraenzle, 1994).Il trattamento farmacologico delle patologie croniche, infine, può avere un effettoanoressizzante e aumentare il rischio di malnutrizione (Salvà e Pera, 2001).Per l’interazione tra i fattori citati, la malnutrizione proteico-energetica (PEM) è unacondizione prevalente nella popolazione anziana. Gli studi epidemiologici mostrano che il rischiodi malnutrizione è piuttosto basso (0-6%) negli anziani autosufficienti, diviene elevato (10-30%)tra i pazienti istituzionalizzati e tra i pazienti che ricevono assistenza pubblica domiciliare (fino al50%), raggiunge proporzioni epidemiche negli individui affetti da patologie acute (Finch et al.,1998; Guigoz et al., 2002; Ruiz-Lopez et al., 2003; Saletti et al., 2005).La prevenzione e il trattamento della malnutrizione sono obiettivi primari nella medicinageriatrica. Le conseguenze cliniche di tale condizione hanno un impatto considerevole sullaqualità della vita e comportano elevati costi sociali (Stechmiller, 2003). Indagini epidemiologichehanno dimostrato un significativo incremento della morbilità e della mortalità in caso dimalnutrizione (Kagansky et al., 2005; Van Nes et al., 2001). E’ stato inoltre osservato che lamalnutrizione costituisce un fattore predittivo rilevante per la sindrome della fragilità dell’anziano(Morley et al., 1999).

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L’APPORTO PROTEICO NELL’ANZIANO:UN PROBLEMA ANCORA DA RISOLVERE.

IN ASSENZA DI MALATTIE EPATICHE ERENALI: 0.8 GR /KG DI PESO.

NEI SOGGETTIFRAGILI: 1.0-1.3 GR/KG DI PESO.

(MORAIS ET AL, 2006)

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La vecchia piramide alimentare nella Dieta Mediterranea

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