Alberto Mario. -...

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520 LETTURE DEL RI SORG1MENTO. vanni Cairoli, forse per privileg io del nome, fin quasi a mezzo dicembre. LXVII. Alberto Mario. Commemorazione di Giuseppe Mazzini. Dal voI. 11 degli Scritti di Albel'to Mario) Bologna, Zanichelli \ 1896. Mazzini è morto. Da lungo tempo mi appArecchiavo a qu esta s ventura nazionale. Però io nell a. mia profonda. com- mozione sento che un abisso divide la cosa avvenuta dall a cosa id eata. Dava.nti :ld un cadav ere cessano i dissidi politici e filo so- fici. Al di sopra. deIle teorie del politico e del filosofo vi ba. l'uomo, il patriotta., l'apostolo, il genio di un' epoca, l'araldo del Ja risurrezione d'un popolo. E come in ciò l'onorai vivo, mi sia concesso d'onorarIo sulla bara. lo impugnai le sue teorie e il suo metodo d'az ione: credetti, e credo, d'a ver fatto il mio dovere di libero cit tadino. Ma so che la mia. opposi- zione lo addolorò i e il pensiero che ora. egli è morto e che io non potrò ma i piil compensare quel dolore con nessuna. manie ra di conforto mi fa piangere come un f:lnciullo, e il pianto bagna la pagina che . scrivo. L' ltalia vestir:ì. il. brun o: ogni italiano di cuore verserà. una lagrima su lla sfl nta memoria. di quel grande: il giorno 10 di ma.rzo sarà nefasto per la. democrazia. d'ogni paese. Il sepolcro di Mazzini sarà sempre un' ara per tutti gli spiriti eletti, per tutti gli animi gentili, finché l'altezz a. dell' ingegno, il martirio segreto e corrosivo d 'ogn i or a, d'og ni di , durante cinqnant' ann i, sulle orme c1i un ideale sublime, la rigenerazione d' Italia, fin che un ' esistenza pura) nn carattere illibato, un ' anima altera LE'M'URE DEL RISORGIMENTO. 521 severa e incorruttibile, fin che una virtù la quale D on trova l'i- scontro, ave pur lo trovi, che negli uomini dell' antichità, si terranno tuttavia in opinione di cose sacre. lo giovinetto ed esule lo vidi e 1'avvicinai per la prima volta a Milano nel quarantotto. Egli aveva allora quarantatl'é anni. Sotto la fronte ampia e potente sfavillavano due occ hi oeri ssimi, grandi, fascinatod. La barba bruna ed int era dava ris alto alla pallidezza di af ana viso , so litamente mesto. CosI lo dipinse Emilia Ashul'st, cosi lo in cis e Calamatta. La s ua stretta di mano , deci sa e gagliarda, ti affidava; la voce piena , armonica , insinuante, ti ammaliava.; la parola ornata, fa.cile, evidente, persuasiva, t'incantava: venV anni di aposto- lato letterario e politico, di ostracismo e di celebrità, ti atteg- giavano a riverenza. Egli era a.llora no mezzo del glodoso cammino. Quando vent' anni prima s'a ffacci ò !l.lIa storia, l 'Ita lia i gnava ave a mu- tato fianco al suon o clelle cospirazioni e delle insurrezioni del carbonarismo: se tt a. benemerit:t. d' indipendentisti, nomini d'az ione val or os i in campo, eroici nel carcere duro, ma sel1Z[l. magistero di dottrine rinnovatrici. Dopo la. sconfitta di Rieti e la comparsa di Carlo Alberto alla tenda del maresciallo Bubua in Milano, ' le loro vendite so l cava no la na zione; ma erano navicelle che veleggiavano sulle :lcque morte delb pe- nisola, e il solco chiudevasi dietro il loro passaggio. Gr itali an i scol'ati dagli ergastoli principiavano :lo dimenticare l'Itali a e la dime nticar ono. Ci pensava. appena a Milano l'autore dei cori dell' Adelchi, a Fireuze 1'autore del Giovanni da Pf·ocidu, a Li vorno qu ello de Ila Batta.glia di Benevento. Volgevano tem po tri sti di prepotenza e di viltà. Po sc ia ) come eco fio ca ùe ll e giornate di luglio, scoppiò il moto 1'01rl.Jgnolo che bandi r abo- lizione del potere temp ora le, ma rimase moto romagnolo e fu rapidamente represso da una legione aust riaca. Indi, il silenzio uni ve rsale e l' oblio. Mazzin i, con uno stile che a\76Va il rilievo e r energia del fo scoliano, e per l'adozi one di parole religiose, come aposto- lato l sacerdozio, missione, assumeva sembianti so lenni e co-

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520 LETTURE DEL RI SORG1MENTO.

vanni Cairoli, forse per privilegio del nome, fin quasi a mezzo dicembre.

LXVII.

Alberto Mario.

Commemorazione di Giuseppe Mazzini.

Dal voI. 11 degli Scritti di Albel'to Mario) Bologna, Zanichelli \ 1896.

Mazzini è morto. Da lungo tempo mi appArecchiavo a questa sventura nazionale. Però io nell a. mia profonda. com­mozione sento che un abisso divide la cosa avvenuta dall a cosa ideata.

Dava.nti :ld un cadavere cessano i dissidi politici e filoso­

fici. Al di sopra. deIle teorie del politico e del filosofo vi ba. l'uomo, il patriotta., l'apostolo, il genio di un' epoca, l'araldo delJa risurrezione d'un popolo. E come in ciò l'onorai vivo, mi sia concesso d'onorarIo sulla bara. lo impugnai le sue teorie e il suo metodo d'azione: credetti, e credo, d'aver fatto il mio dovere di libero cittadino. Ma so che la mia. opposi­zione lo addolorò i e il pensiero che ora. egli è morto e che io non potrò mai piil compensare quel dolore con nessuna. maniera di conforto mi fa piangere come un f:lnciullo, e il pianto bagna la pagina che . scrivo.

L' ltalia vestir:ì. il. bruno : ogni italiano di cuore verserà. una lagrima sulla sflnta memoria. di quel grande: il giorno 10 di ma.rzo sarà nefasto per la. democrazia. d'ogni paese. Il sepolcro di Mazzini sarà sempre un' ara per tutti gli spiriti eletti, per tutti gli animi gentili, finché l'altezza. dell' ingegno, il martirio segreto e corrosivo d'ogni ora, d'ogni di, durante cinqnant' anni, sulle orme c1i un ideale sublime, la rigenerazione d' Italia, fin

che un' esistenza pura ) nn carattere illibato, un' anima altera

LE'M'URE DEL RISORGIMENTO. 521

severa e incorruttibile, fin che una virtù la quale Don trova l'i­scontro, ave pur lo trovi, che negli uomini dell' antichità, si terranno tuttavia in opinione di cose sacre.

lo giovinetto ed esule lo vidi e 1'avvicinai per la prima

volta a Milano nel quarantotto. Egli aveva allora quarantatl'é anni. Sotto la fronte ampia e potente sfavillavano due occhi oerissimi, grandi, fascinatod. La barba bruna ed intera dava risalto alla pallidezza di afana d~l viso , solitamente mesto. CosI lo dipinse Emilia Ashul'st, cosi lo incise Calamatta. La sua stretta di mano, decisa e gagliarda, ti affidava; la voce piena , armonica, insinuante, t i ammaliava.; la parola ornata, fa.cil e, evidente, persuasiva, t'incantava: venV anni di aposto­lato letterario e politico, di ostracismo e di celebrità, ti atteg­giavano a riverenza.

Egli era a.llora no mezzo del glodoso cammino. Quando vent' ann i prima s'affacci ò !l.lIa storia, l'Italia ignava ave a mu­tato fianco al suono clelle cospirazioni e delle insurrezioni del carbonarismo: setta. benemerit:t. d' indipendentisti, nomini d'azione valorosi in campo, eroici nel carcere duro, ma sel1Z[l. magistero di dottrine rinnovatrici. Dopo la. sconfitta di Rieti e la comparsa di Carlo Alberto alla tenda del maresciallo Bubua in Milano, ' le loro vendite sol cavano la nazione; ma erano navicelle che veleggiavano sulle :lcque morte delb pe­nisola, e il solco chiudevas i dietro il loro passaggio. Gr itali ani scol'ati dagli ergastoli principiavano :lo dimenticare l'Itali a e la dimenticarono. Ci pensava. appena a Milano l'autore dei cori dell' Adelchi, a Fireuze 1'autore del Giovanni da Pf·ocidu, a Li vorno quello de Ila Batta.glia di Benevento. Volgevano tem po tri sti di prepotenza e di viltà. Poscia) come eco fio ca ùelle giornate di luglio, scoppiò il moto 1'01rl.Jgnolo che bandi r abo­lizione del potere temporale, ma rimase moto romagnolo e fu rapidamente represso da una legione austriaca. Indi, il silenzio

uni ve rsale e l' oblio. Mazzini, con uno stile che a\76Va il rilievo e r energia del

foscoliano, e per l'adozi one di parole religiose, come aposto­lato l sacerdozio, missione, assumeva sembianti solenni e co-

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lorivasi di tinte bibliche, e ispirato dalla luminosa. intuizione di tutta. un' epoca uuova europea diffondeva il calore di un im­

menso entusiasmo e di una. immensa fede, scese campione del romanticismo nell' aningo letterario .

Non importa ora. indagare se il romanticismo fosse nel suo intimo concetto una reazione cattolica: era un' audace eman­cipazione del pensiero dalle stringhe d" un bizantino e pedante classicismo; era una rivincita dello spiritualismo sulle dottrine dei plastici e dei sensiati, la ristaurazione di Dio sul trono dei cieli, il risveglio della coscienza verso un ideale di umanità co­lorito dalle lusinghiere speranze di vita rifiarente; era l' illimi­tata libertà della mente nelle sfere dell' arte o della. poesia. Tanto bastava perché Mazzini dovesse militare in prima linea

sotto codesta bandiera.. Dall' Amor patrio di Dante (1826), dalle Fantasie di Ber­

chet, egli ascese gradualmente ai Pensieri intorno ad una let­te1'attWa eu,'opea, e quindi al Dramma storico (1830), in cui idoleggia. la figura del marchese di Posa e ingrandendone le proporzioni datele dallo Schi1Ier simboleggia nell' animo di Don Carlo.:! la umanitù; forma ultima dello svolgimento di una idea provvidenziale a cui si perverrà per una scala di ri­voluzioni delle quali la. fiamminga è uua. Avvertito nei P1'O­

messi Sposi l'elemento popolo ignoto ai classici e avvicinati i due termini Popolo e Umanità, ne ravvisa l'armonia in Dio ch' ei contempla artefice sempiterno di progresso j e delinea e ombreggia i profili d' un nuovo dramma impossibile su la scena, ma possibile nella storia, nella vita reale, nel mondo delle nnzioni.

Quivi s'affissava l'occhio del giovine pensatore genovese. E quando scrisse la ldtel'a, a. Carlo Alberto, che fu una ri­velnzione politica per 1'Italia e additò incredibili destini alla

casa di Savoia? egli aveva già. maturato nei travestimenti della critica letteraria la madre idea nella propria missione, che gli brillò su r orizzonte, stella mn.tutinn., astro nell' arduo viaggio sino all' ultima giornata,

i't1azzini trent' anni dopo, già fatto vecchio, raccontava che

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fin d'allora il pensiero generatore di ogni suo disegno era non un semplice pensiero politico né la solitaria idea di redimere un popolo smembrato, oppresso, avvilito, sibbene un presenti­mento che l' Italia sarebbe, sorgendo, iniziat1'ice di una nuova

vita, di una potente nnità alle nazioni d'Europa. Gli si agitava nella mente (comunque confuso, e nonostante

l'influenza che spandevano su lui, in mezzo al silenzio comune, le voci fervide di coscienza direttrice uscenti allora in Fran­eia) un concetto che espresse pochi anni dopo, Ed era: che un vuoto esisteva in Europa i che l'autorità, la vera la buona, la santa autol'ità, nella cui ricerca sta pur sempre, confessato a noi stessi o no, il segreto della. vita di tntti noi, negato ir­razionalmente da tanti i quali confondono con essa. un fan­tasma una menzogna d'autorità. e credono negar Dio quando non negano che gl' idoli, era svanita, spenta in Europa, che quindi non viveva in alcun popolo potenza di iniziativa, Con­cetto che gli anni gli studi e i dolori confermarono irrevoca­bilmente nell ' animo suo e mntarono in fede.

Raccontnva che da questo concetto balenavagli P Italia ri­nata d'un balzo, missional'ia d'una fede di progresso e di fra­tellanza, piO. vasta assai dell' antica., all' umanità j che, mentre altri popoli, compita una breve missione, erano spariti per sem­pre,· in Roma, ove la vita una del mondo s'era elaborata due volte, la vita doveva essere eterna e ignota la morte . Ora, perché, egli si chiedeva, dopo la Roma che solco dietro il volo delle aquile il mondo noto coll' idea ùeI di,ritto, sorgente della li ­bertà, e dopo la Roma, già pianta dagli uomini sepolcro di vivi, risorta e costituitasi coi papi centro accettato d'una nuova unità. che, levando .la leggt:l dalla terra al cielo, sovl'ap­poneva. all' idea del diritto 1'idea del dovere, comune a tutti e origine quindi dell' eguaglianza, perché non sorgerebbe da una terza. Roma, la. Roma del popolo italico della. quale parevagli intl'avvedere gl' indizi, una-terza e piO. vasta unità, che armo­nizzando terra e cielo, diritto e dovere, parlerebbe non agli individui, ma ai popoli, una parola d' associazione insegnatrice ai liberi ed eguali della. loro missione quaggiu ~ Raccontava che

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da quelle idee desumeva intanto che il nuovo lavoro doveva essere, anzi ogni altra.. cosa, morale, non angustamente po­litico; ,-eligioso, non negativo; fondato sui principii non su teoriche di interesse, sul dovere non sul benessere_ Raccoutava infine che la scuola straniera del materialismo aveva sfiorato l'animo suo per al cuni mesi di vita universitaria, e che la storia e l'intuizione delIn. coscienz3, giudicate da lui soli cri­terii di verità, l'avevano l"icondotto rap idamente a ll ' idealismo dei nostri padri.

Nel suo pensiero adunque i due momenti storici del mondo civile, la. libertù e l'eguaglianza, il diritto e il dovere, epilo­g:.wansi iu un' :lssociazione delle genti di cui l'Italia. Iibern. sarebbe avviatrice e guida_ E ùal cuore di questa Italia riuno­vellatasi in unita di nazione scaturirebbe il nuovo verbo reli­gioso, la nuova sintesi sociale, la nuova. epoca europea _ È vi­sibile pel-tanto che l'unità d- Italia non era nell ' intelletto di Mazzini un concetto ipotetico, come nell ' opuscolo dì Mel­chiane Gioia né un postulato, come nella lettera di Foscolo no Championnet, sibben6 una deduzione o una condizione ill1-

preteribile del suo officio cosmopolitico_ Dalla. religione la morale, dalla .llloraie la politica: lo stato dev' essere credente per l'ideale, onesto per il uene, uno per \' armonia_ In ciò l'originalità. del concetto unitario di Mazzioi. Nell ' a.lbero gen­tilizio del diritto e del dovere il capostipite il dovere. Inse­gnava infatti egli che il diritto emerge da un dovere com­piuto. Era naturale_ Dalla fede procede J1 entusiasmo; dal cullo del Lene olezza l'aroma della virtu, dall'uno e dal\' altra span­desi lo spirito di sacrificio, impera la volontà; e però crede1-e, (a1-e, patù-e rispecchiano il dovere dei figli d'una patria. schiava per liberarla, e segnatamente il dovere dei figli d'Italia, prestabilita autrice del rinnovamento teologico ed etico nella terza vita del mondo civile.

Questo mi pare l'intera. compagine del pensiero di Mazzini. E agevolmente se ne spiegano le evoluzioni e se ne antivede l'efficacia.

E in vero, P unità italiana costituendo il pre~ipuo fattore il

T

LETTURE DEI, RISORGDIEJ!\TO_

caposaldo del sno sistema; sfavillano per evidenza di ragione la lettera a Carlo Alberto, i fascicoli della Giovine Italia, le cospirazioni ingegnose, la spedizione di Savoia, la sommossa romagnola del 43, la calabrese del 44, l'associazione nazio­nale del 46, la lettera a Pio ]X del 47, l'opera conciliativa del 48, la difesa della Repubblica romana del 49) il 5 febbraio di Milano, i moti della Lunigiana, la spedizione di Pisacane, il 29 giugno 1857 di Genova, la lettera a Vittorio Emanuele nel 59, le sollecitate annessioni, l'insunezione della Gancia, il tentativo di Castelpucci nel 60, l' agitazione p~r la insurrezione veneta, il suo colossale epistolario elettrizzatore.

Fu una serie di proteste, di sollecitazioni, di l-improveri, d'incoraggiamenti , di stimoli, di rallentamenti, di schermi, di volteggiamenti, di puntelli, di mine, di contro mine e di fuoco alle polveri. Egli agguantò l'Italia per la chioma ogni anno, ogni semestre, ogni giorno, ficcando negli occhi di lei il suo sguardo fulmineo e ripetendole ostinatissimo, con l'accento del Fato nella tragedia d'Eschilo - Sorgi, lotta, soffri) purificati, immolati per farti una, per l-iafferrare il governo del mondo, per colorire il disegno di Dio sulla terra.

E in quella febbre affinatrice del suo spirito e Iogoratrice del suo mortaI velo egli scrisse parole cosi gravi, cosi passio­nate, cosi accese di carità. patria, da parere linguaggio d'antico profeta i e la giov~ntu di due o tre generazioni bevve e s' ineb­briò a quelle fonti, e affrontò impavida le i)"e dei tiranni, udi sonidendo cigolarsi alle spalle i catenacci delle segrete, e s'avviò senza battere sopracciglio nella sconsolata contrada dell' esilio, sali con piede sicuro con intrepido cuore e col si­garo in bocca le scale della. forca.

Qusto sublime delirio di patriotismo provocato e alimentato dall' eloquenza di Mazzini creò la questione italiana, che fu gettata come un guanto di sfida, come il guanto di Corradino di Svevia, dall ' alto del patibolo Del cenacolo delle potenze europee,

Né di ciò solo P Italia v:! debitrice !t Mazzini_ Dal Trentacinqlle al Qllarantotto, magistrale scrittore d' in-

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526 LETTURl!l DEL RISORGIMENTO .

glese egli chiari nelle riviste britanniche tutte le incognite del pensiero nazionale; afa ricavando dalle Opel"e minori di

Dante, e specialmente dal trattato di 'I1lOna1"chia, il concetto sovrano, trasmesso di secolo in secolo, C, in opinione di lui, co­

stitutivo d'una parte della. tradizione imperativa dell ' Italia un:lj ora ritraendo dagli s tudi sul Sarpi la tendenza. irresisti­

bile di procedere, Del movimento deIla idea religiosa., dal papa al concilio; ora lumeggiando Del mot~ evolutivo della lettera­

tura italiana dopo il 1830 gli spiriti vigorosi d'emancipazione

intellettuale e segnalando la crescente febbre d'emancipazione politicaj ora scrutando le vjscer~ dell' Austria (Italia, Austria e il Papa) e additandone il verme roditore e nunzio dello inevitabile sfacelo ; ora. restaurando la fama di Ugo Foscolo che l'invidia e lo. calunnia avevano oscur~ta, e ripreselltnndo iuconta.minata e splendida la grande figura del risuscitatore della coscienza nel letterato e del poeta dei Sepolc~'i che onorò r Italia in Inghilterra. In Inghilterra quasi ogni scritto di Mazzini, dal Cinquanta al Settantadne, fu tradotto dai gior­nali o divulgato in .opuscoli. E non meno efficacemente, con la parola nei ritrovi privati e coll' esempio della vita senza mac­chia, contribui a rendere fam igliare e simpatica al popolo in­glese lo. causa italiana. E il favore aperto o senza secondi fini della opinione pubblica inglese determinò il favore del governo. L'Italia. ne risenti piit fiate i benefici i.

Tale ei fu.

In parte il sospiro della sua vita fu appagato : egli vide compirsi l'unità politica della patria. Pure, se un tempo visse alcuna ora lieta e nelle intimità dell' amicizia il suo riso era una delle attrattive personali piu incantevoli, il riso negli ul ­timi anni non isfioravagli più le labbra. A poco a poco il cuore gli si chiuse a ogni dolcezza. Lo scarno e livido dovere gli prolungò di alcun anno l'esistenza, sfabbricatl\ da malatt ia insidiosa. Solo lo. mente, che pareva tessuta dalle Parche con fili eli diamante e nella quale si raccolse tutta la vitalità di lui, ripigUò negli ultimi mesi vigoria giovenile e fo lgoreggiò di vivida luce sino al minuto in cui si spense.

LETTURE DEL RISORGIMENTO. 527

Ma la. insanabile mestizia non proveniva dalla malattia; imperocchè la sventura gli fece, come dicevagli un di il Guer­razzi, l'animo di metallo. Non proveniva dal ricordo del car­cere di Savona1 del novissimo di Palermo ove Medici il bena­mato si costituiva carceriere spontaneo, delle due sentenze di morte, della. lunga proscrizione, delle nere calunnie onde fu retribuito da quella casa. che egli aveva. predestinata alla co­rona di torri, da quel partito che raccolse ciò che egli aveva. in gran parte seminato: la persecuzione e l'ingratitudine dei beneficati lo ritempravano. Non proveniva dalla mancata re­pubblica nella costituzio~e dell' Italia, imperocchè egli non dubitava che sulle transitorie forme del presente essa sarebbe si stabilita quale forma finale e perpetua., Non proveniva dalla sua ~orzata esclusione dal governo: gli fermentava in petto smisurato 1'orgoglio de.lle sue dottrine (ciò che formò la sua grandezza), non per vulgare voluttà di comando o per meschina vanità personale, ma per la certezza che accettate e applicate, avrebbero ritemprato l'Italia: la sua ambizione era gloriosa. Proveniva dal quotidiano e .crescente allontan:trsi delle intel­ligenze dalla sua fede i da.l progressivo sviluppo della filo­sofia positiva e del1e seienze sperimentali) che, sommergendo, in avviso di lui, l'Italia nel materialismo, le impedivano l'unità morale) l'unità intellettuale e la missione della terza vit..'\..

Sull' orlo del sepolcro esplose dal suo petto affannoso l' ul­timo grido d'angoscia, la no vissi ma protesta, nello scritto contro l' Intel'l1azionale, nella critica sulla Riforme intellectuelle et mo-

1'ale di Renan. Poi, l'avvolto nella bandiera della Giovine Ita­lia, mori.

Ma ciò cb' egli cl'edijva degenerazione e decadenza non è in fondo che la evoluzione storica della sua dottrina. Ei deduceva da punti fissi e ne traeva le leggi. Ora s'induce dai fatti e si sale con ala indefessa agli ideali. Dal vero, la bontà t~ la bellezza.

Cultore della filosofia sperimentale e repubblicano federa­lista, m' inginocchio davanti al suo feretro. Mazzini era un sa.nto.