Agorà no. 2 - Padri Barnabiti

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    AgorNel nome della solidariet

    La calura dellestate gi domina lenostre citt e rende piu faticose lenostre attivit e pesanti le nostregiornate. Ma sempre la stessa calurache si ripete ogni anno e che provocagli stessi disagi. Per vivere in unmodo nuovo questa nostra estate noiproponiamo di darle un nome nuovo:solidariet. S, proprio allinsegnadella solidariet che ci apprestiamo avivere questo momento dellanno, ingenere dedicato al riposo e allaspensieratezza. La programmazionedelle attivit estive presso la missionedei PP. Barnabiti di Milot in Albania,diventa una vera occasione per dare un significato nuovo a questa estate. Lavvicendarsi divolontari, giovani e meno giovani, di sacerdoti, di gruppi giovanili e di gruppi scout, permettonoalla nostra missione di diventare un luogo dove poter esprimere il proprio servizio nel segno della

    solidariet. A beneficiare di questo servizio sono i bambini che affollano la missione nei suoidiversi villaggi. Lesperienza di comunione che si vive per quasi un mese tra i diversi gruppi enelle diverse realt, rappresenta una carica umana e spirituale che segna lesistenza di ognuno.Allinsegna della solidariet e del servizio ci prepariamo ad accogliere i vari gruppi cheanimeranno la vita dei ragazzi di questa estate 2010, come: il gruppo Scout di Cernusco cheprester il suo servizio a favore dei bambini di Gallat; il gruppo dei giovani dellIstituto Zaccariadi Milano; parte del gruppo del Movimento Giovanile Zaccariano di San Felice a Cancello (CE); lanostra fedele famiglia della Parrocchia di Eupilio (CO); altri volontari di Bergamo e Napoli. Tuttianimeranno le giornate dei bambini dei villaggi di Milot, Fush-Milot e Ferr Shkopet.E allora buona estate a tutti allinsegna della SOLIDARIETA.

    Periodico informativo della Missione

    dei PP. Barnabiti in Albania

    Luglio 2010 Anno I numero 2

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    Listruzionealla base dello sviluppo socio-economico

    rimane caratterizzata da una bassa qualit, percarenze infrastrutturali (edifici scolastici non anorma, dove mancano luce, riscaldamento edadeguate condizioni igieniche), per lamancanza di attrezzature e libri di testo, perla scarsa qualificazione degli insegnanti elutilizzo di programmi poveri ed inadeguatialle mutate esigenze del mercato del lavoro e diuna societ in continua evoluzione.

    Il problema principale risiedenellabbandono scolastico, provocato dadiverse cause. Oltre a quelle gi citate, unaltro problema risiede nel ruolo che hannoi giovani allinterno delle famiglie. Inmolti casi, infatti, sono proprio loro adover abbandonare la scuola per aiutare lefamiglie a sostenersi economicamente.Altissimo quindi il tasso di lavoro

    minorile, soprattutto nei campi. Tale fenomenoriguarda anche le esclusioni di genere (le donne spessovengono relegate ai ruoli tradizionali e quindi esclusedallistruzione) e di razza (intere popolazioni di Rom e

    Magyup non hanno accesso alla scuola). Inoltre nellezone rurali la mancanza di strade asfaltate durante irigidi inverni, non permette ai giovani diraggiungere gli edifici scolastici, dislocatigeneralmente nei centri pi grandi. Sebbene lanuova riforma scolastica preveda due cicli diformazione: scuola novenale e il ginnasio(questultimo della durata di 3 anni), moltofrequente il caso dellunificazione delle classi, per

    cui non vi una formazione graduale, ma spessoun livellamento dellistruzione che non considera ladifferenza det degli alunni. Persistono ancora lescuole per corrispondenza, che per nongarantiscono unadeguata formazione. Infine, stato riscontrato il fenomeno dellabbandonoscolastico nascosto che, come si legge neldocumento sopra citato, dovuto alla presenza dibambini che, pur avendo concluso la scuola dellobbligo,non sanno n leggere n scrivere (nellanno 2003-2004,sono stati inoltre rilevati 3.728 casi di bambini con forti

    difficolt di apprendimento oppure con problematichecome la dislessia, il 94,3% dei quali proviene da zonerurali).

    Sono questi e molti altri i disagi che i padri e le

    Per comprendere i bisogni socio-educativi di unterritorio e operare interventi mirati necessario

    partire da unanalisi corale di tutti i settori checondizionano lo sviluppo socio-economico di unpaese.

    Tali settori, strettamente correlati tra loro,possono essere suddivisi in macro categoriequali: area socio-educativa, area socio-sanitaria,area ambiente-sviluppo rurale, area migrazione.Se manca unadeguata istruzione-formazione,vengono meno anche le basi allo sviluppo deglialtri settori, e viceversa. Attraverso unindagineeffettuata nel 2007 dalle principali ONG eorganizzazioni non profit presenti nellAlbaniadel Nord, possibile ricostruire brevemente lasituazione socio-educativa in cui versano lecomunit rurali per le quali operano anche ipadri Barnabiti presenti a Milot.

    Secondo il documento al quale ci riferiamo (IlNord Albania Contesto socio-economico eproposte di intervento, scaricabile dal sitowww.italcoopalbania.org) la situazione socio-educativa (nonostante il tentativo da parte dello

    Stato di modernizzare la scuola e renderla capacedi garantire una formazione in linea con glistandard europei, per favorire linserimentolavorativo) particolarmente critica: listruzione

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    UnmomentodilezionepressoilCentroAgorEmanuel

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    suore missionarie cercano di affrontare ognigiorno. E proprio per aiutare questo popolo, e igiovani in modo particolare, hanno proposto ilprogetto delle borse di studio. Sono piccoli

    passi, che grazie alla collaborazione di ciascuno dinoi, possono davvero fare la differenza.

    p. Giovanni Giovenzana

    Pagina 3Agor 2010

    Il sostegno a distanza una forma disolidariet, un modo per essere accanto a chiha bisogno, attraverso specifici progetti,sostenendolo nelle necessit individuate dagliesperti che lavorano quotidianamente inqueste realt in difficolt. A Milot e nellecittadine dove da anni lavorano i padriBarnabiti, gli esperti sono gli stessi sacerdoti esuore che quotidianamente si adoperano per lapopolazione balcanica. Cos nasce il nuovoprogetto che vede come obiettivo principalelistituzione di borse di studio destinate aigiovani volenterosi appartenenti allaparrocchia di San Nicola in Milot. Ma di cosa sitratta?

    Le borse di studio sono una forma di sostegno

    a distanza, ovvero di intervento mirato perpermettere ai giovani di proseguire nei lorostudi scolastici. Nello specifico si tratta didestinare risorse economiche a favore di

    studenti, individuati dagli stessi missionari, peraiutarli ad affrontare economi-camente laformazione scolastica ed universitaria.

    Nelle zone pi povere dellAlbania, infatti, uno deiprincipali problemi proprio listruzione, che

    diventa inaccessibile ai pi, essendo in molti casi apagamento. Inoltre, le scuole secondarie eluniversit si trovano nei centri pi grandi - comeTirana e Scutari - e la maggior parte dei giovani,sono impossibilitati a frequentare questi corsi, nondisponendo di risorse economiche tali dagarantirsi vitto, alloggio e soprattutto lacquisto dilibri e materiale scolastico. Allo stesso tempo,risulta prioritario lintervento da parte delle realtmissionarie e organizzazioni non profit presenti sulterritorio, a favore delleducazione alla cultura e

    allistruzione, essendo queste le basi su cui si fondail progresso e lo sviluppo economico e sociale diogni popolo.

    TiistruiscoioAdotta una Borsa di Studio

    UnafasedeigiochiasquadreduranteilKampiVeror

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    Sono di fatto i giovani il futuro di ognipaese, ma sono gli stessi ad esseremaggiormente colpiti dalle situazioni dibisogno economico in cui ancora versano,soprattutto nelle zone rurali, prive in molti

    casi, oltre che di strutture scolasticheadeguate, anche di energia elettrica, di unsistema di condutture idriche atte asoddisfare il fabbisogno delle persone e diservizi igienico-sanitari idonei.

    Per una missione, scegliere di soccorrere lapopolazione in difficolt, una vera epropria sfida, in quanto spesso si pucontare esclusivamente sullaiuto di chiconosce almeno un po questo piccolo

    spaccato albanese. Ma senza indugio, imissionari hanno abbracciato questa nuovasfida, consapevoli soprattutto dellagenerosit di chi si sente comunque solidalecon il fratello pi bisognoso, dovunque essosi trovi: avevo fame e mi avete dato damangiare. Garantire unadeguata istruzionesignifica, infatti, alimentare una speranza,ovvero poter rendere i giovani, una volta dipi, artefici del proprio destino. Per questosi deciso di istituire delle borse di studio e

    di rendere concreto un intervento a sostegnodei giovani studenti, dando voce a chi dasempre lotta al loro fianco.

    Gaia Terzani

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    COMESOSTENEREUNABORSADI STUDIO

    Finanziare una borsa di studio un modo facile e concreto peraiutare la missione dei Padri

    Barnabiti e in modo particolare igiovani beneficiari. Lobiettivo disostenere i giovani pi bisognosi,

    garantendogli unadeguata

    formazione scolastica.

    Ogni borsa di studio ha un valoredi 1.500 annuali e comprende:

    vitto, alloggio e istruzione instrutture religiose collegiali e/o

    universit statali, acquisto dei librie del materiale scolastico

    necessario.Le borse di studio vengono gestite

    dai Padri missionari, cheprovvedono ad individuare i

    giovani beneficiari e a seguire illoro percorso di formazione

    durante lanno.

    I beneficiari sono scelti in base alla

    situazione economica e allavolont di fare un percorso di

    formazione scolastico e/ouniversitario.

    Per ulteriori informazioni, possibile contattare il padre

    referente allindirizzo di posta

    [email protected],dicuiunaincostumetradizionale

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    Agor 2010 Pagina 5

    IlgruppoadolescentiCRESCELa fede certamente un dono e un benepersonale, che per va vissuto in modocomunitario, nellincontro e nel confronto congli altri: nella partecipazione, nella comunionee nella condivisione. E nellesperienza digruppo che la nostra fede si confronta e siarricchisce. La fede, quindi, diventa semprepi autentica nel rapporto conlaltro: lAltro che loggetto e ilfondamento della fede e laltro conil quale io la condivido nellaquotidianit della vita. Per uncristiano la partecipazione elappartenenza ad un gruppoecclesiale non solo una sceltanaturale o di convenienza, bensuna scelta essenziale in quantouomo-credente, inserito mediante ilbattesimo in Cristo e percimembro della Chiesa. Certi di questiprincipi e analizzando la realt in cuisvolgiamo la nostra azione pastorale, abbiamo

    formato un gruppo parrocchiale dove i ragazzipotessero fare una sana esperienza di amicizia,di fede, di acquisizione di valori in vista dellaloro crescita umana e spirituale. Cos nato ilGRUPPO EMANUELE (nome scelto da loro)nella nostra parrocchia di Milot.Abbiamo incominciato senza moltepretese e, ad essere sinceri, anchedubitando della loro perseveranza.Per oggi, passati pi di 2 anni, ilgruppo addirittura cresciuto.

    Allinizio era costituito di soli ragazzi(non per scelta, ma per una certamentalit locale), ma ultimamente sisono aggiunte alcune ragazze e ilgruppo stato diviso in due: dai 12 ai15 e dai 16 in su. Si incontrano unav o l t a a l l a s e t t i m a n a ,indipendentemente dalla catechesiordinaria a cui anche partecipano. Inquesti incontri, partendo dalla Paroladi Dio, si parla della vita, dei problemi,

    delle sfide e degli ideali; naturalmenteanche si gioca, si scherza e si faamicizia.

    I frutti? Guardando con occhi umani forse ci sipotrebbe deludere, ma guardando con gli occhidella fede c pure motivo di rallegrarsi. Ilsemplice fatto che perseverano gi un motivo.Forse non ancora arrivato lautunno Possiamo piuttosto intravedere qualche segno diprimavera e basta questo per incoraggiarci.

    Dobbiamo essere consapevoli delnostro ruolo di seminatori delRegno, dove la logica non quellaumana. A ciascuno di noi toccaseminare in abbondanza, poi cchi fa crescer e chi raccoglie neltempo dovuto e questo tempo quello di Dio.

    N e l c a m p o d e l S i g n o r elimportante lavorare con umilt,pazienza e perseveranza. Facendo

    del nostro meglio come se tuttodipendesse da noi, sapendo per che tuttodipende da Lui. Parlando, per, di frutti, nonbisogna dimenticare che il Signore ha gi

    raccolto nel granaio del cielo la primizia delGruppo: il nostro compagno, amico e fratelloEmanuel, che certamente intercede per noi.

    p. Luiz

    IllogodelCentroAgor

    PadreLuisconalcuniragazziinunodegliincontriprogrammati

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    Avventomissionariodei giovani di San Felice a Cancello

    Nei giorni 28 e 29 novembre 2009, in occasionedellinizio dellAvvento, i giovani dellaParrocchia San Giovanni Evangelista dei PP.Barnabiti in San Felice a Cancello, sono stati iprotagonisti dell Avvento missionario,organizzando una raccolta fondi per laParrocchia di San Nicola sita in Milot, fondatadai padri della medesima congregazione.La due-giorni, stata articolata in questomodo: una vendita di oggetti natalizi e una

    presentazione animata della storia dellaMissione.Gli oggetti tipicamente natalizi, quali pallinedecorative e piattini creati mediante la tecnicadel decoupage, sono stati realizzati dai ragazzidella parrocchia, i quali si sono occupati anchedella vendita dei prodotti e dellallestimentodello stand. Altri piccoli doni, inoltre, sonostati offerti dalle persone della nostracomunit.Alla S. Messa di domenica sera seguita una

    presentazione di foto animata dal parroco P.Giovanni M. Nitti e da alcuni giovani emeno giovani. P. Giovanni ha presentato, aifedeli presenti, la missione dalla sua nascita aigiorni doggi e la sua esperienza comesacerdote missionario dalla fine del regimedittatoriale comunista fin quando, per motividi salute, ha dovuto lasciare la Parrocchia di S.

    Nicola per ritornare a svolgere il suo ministeroin Italia. In seguito sono intervenuti anche duegiovani e due signore che hanno testimoniatotutta la gioia che hanno provato nel recarsi aMilot ,in occasione del campo estivoparrocchiale con i bambini.

    Una gioia scaturita da tutto ci chericevono dal punto di vista umano,cristiano e affettivo pur restando l pochigiorni.Questo momento di festa stato per tuttinoi una grandissima occasione per farconoscere in modo approfondito unarealt diversa dalla nostra. Una comunitche un po lespressione dellAlbania chesta crescendo. Inoltre stato anche ilmomento di accrescere quello spirito dicomunione che unisce gi le due

    parrocchie da vari anni.I giovani della Parrocchia di San Giovanni

    EvangelistaSan Felice a Cancello

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    Inquesteduefotoipadriconichierichettipifedeli

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    Se all'inizio dello scorso anno scout m'avesserodetto che il nostro Clan avrebbe fatto ci che in

    effetti ha fatto, non ci avrei creduto pi ditanto: questo prova quanto a volte la realt digran lunga pi sorprendentedell'immaginazione e, in generale, deipreconcetti vari..

    Il 3 agosto 2009, il Clan/Fuoco La Rocchettas' accinto a partire da Milano verso una nuovae appassionante destinazione: Orio al Serio. Mada l abbiamo preso l'aereo di una tantosuperlativa quanto ultra low cost compagniaaerea albanese e in capo a un paio d'ore siamo

    atterrati nell'aeroporto Madre Teresa diTirana. L ad attenderci c'era Padre Giovanni,ossia il nostro contatto laggi, ma soprattuttol'ideatore di questa sorta di progetto cheandava avanti da qualche anno. Egli ci haaccompagnato all'oratorio dei PP. Barnabiti diMilot, il comune in cui si trovava il paese dovesaremmo andati a rendere il nostro servizio,Gallat (pronuncia: Galt). L abbiamo passatola notte, e il giorno dopo ci siamo avventuraticon un pulmino originario di Lugano lungo le

    strade battute e polverose che da Milot portanoa Gallat, tra le montagne. Arrivati, ci si presentata dinanzi una scena che non potrei

    definire in altro modo se non urca.Fondamentalmente, Gallat consiste in unastradina terrosa lungo la quale sorgono ovecchie casettine totalmente diroccate o nuovecase costruite personalmente dagli abitanti.Lungo la strada (dove passeggianotranquillamente asini, mucche, pecore, polli eanche un paio di cavalli) c' un fiumiciattolo chedivide in due l'abitato e che funge sia da luogoper fare il bagno sia da luogo dove mettere abagno i rifiuti. Tutt'intorno alle case, ma anchepi in l, un numero infinito di campi. Il luogodove avremmo dovuto stare noi era all'inizio delpaese, dove sorgeva una chiesetta dedicata a,manco a dirlo, Madre Teresa. Avevamo fatto intempo a scendere e a togliere gli zaini e il cibodal pulmino che gi un piccolo gruppetto dibambini/ragazzi con un'et oscillante tra i due ei diciotto anni era l che aspettava che noi

    facessimo qualcosa. Dopo una qualche timidaesitazione, causata anche dal non trascurabilefatto che noi non sapevamo nessuna parola diAlbanese e loro ne conoscevano pochissime diitaliano, l'atmosfera s' presto trasformata in unamolto pi cordiale. E mano a mano che il tempopassava, accorrevano da noi sempre pi bambinie ragazzi, curiosi di vedere come eravamo e cosaavremmo fatto. A partire da quel giorno tutte lenostre energie le abbiamo spese per loro e per labuona riuscita del nostro servizio. In quei sette

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    UnaRouteaGallatlesperienza estiva degli Scout

    RagazzescoutchiamateScolteconduebambinidiGallat

    Agor 2010

    Se all'inizio dello scorsoanno scout m'avessero dettoche il nostro Clan avrebbefatto ci che in effetti ha

    fatto, non ci avrei credutopi di tanto: questo prova

    quanto a volte la realt di

    gran lunga pi sorprendentedell'immaginazione ...

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    giorni a Gallat il nostro tempo stato scanditodalle ore passate con loro, dalla Liturgia delle Oree dai pasti (che facevamo per conto nostro). Conloro abbiamo fatto qualsiasi gioco da campo

    concepibile: da palla prigioniera a calcio, daidisegni a ogni sorta di staffetta, dallaviolentissima versione albanese di Schiacciasette(nella quale chi sbaglia i passaggi si siede inmezzo al cerchio e si becca le pallonate da tutti glialtri) al gioco di carte di Uno (che ha spopolato),

    da Bandiera al gioco in cui si deve prendere unamela che galleggia in una tinozza d'acqua. Nsono mancate visite a una chiesetta in cima a unacollina (dove sorgono le rovine della pi anticascuola albanese), alla scuola, al bar e anche allecase di alcuni gentilissimi abitanti che ci hannoinvitato a prendere un caff da loro. Ecco, si pudire molto degli Albanesi, ma non che sianoscortesi: tutte le persone del villaggio ci hannoaccolto e trattato con una gentilezza, una cortesiae una disponibilit commovente, considerando le

    terribili condizioni di vita incui versano. E ci vale sia peri bambini e i ragazzi (forsel'unica pecca che non hannomolto chiaro il concetto dinon si bara quando si gioca,ma ci li accomuna a grandicalciatori italiani) sia per gliadulti, che a mezzogiorno e lasera venivano da noi e simettevano a discorrere con

    noi (o in italiano o grazie alfondamentale apporto deinostri tre interpreti ufficiali,

    Leo, Rrei e Alban e a quello ufficioso, Dionis),oppure prendevano e partecipavano alleappassionanti partite di pallavolo cheimmancabilmente concludevano le giornate.

    Pallavolo in versione albanese, s'intende. E tuttiinoltre ci hanno prestato aiuto e sostegno anchequalora ci siano capitate delle situazioni un pocosgradevoli, e di ci li ringrazio infinitamente, eancora, e ancora.. Insomma, bench pieni e densi (oforse proprio per questo), i sette giorni sono volativia. L'ultima sera che siamo stati l a Gallat(luned 10 agosto), un po' per salutare e un po'anche per ringraziare della straordinaria ospitalit,abbiamo organizzato una fantasmagorica festad'addio, in cui abbiamo mangiato e ballato come

    dei matti. Il giorno dopo, mentre col cuore pieno ditristezza ci preparavamo a lasciare il villaggio,ancora diversi ragazzi sono venuti a salutarci(soprattutto a salutare le scolte, bisogna dire). Quelgiorno siamo scesi di nuovo a Milot dai Barnabiti,mentre l'indomani abbiamo fatto una capatinanella citt storica di Kruja e a Tirana, salvo poiprendere l'aereo e tornare a Orio, e di l a Milano.

    Ora, non so bene se questa esperienza siaparagonabile a tutte le grandi routes che il Clan hacompiuto negli anni scorsi e di cui sento ancoraparlare, n se le nostre motivazioni per farla sianotanto valide: so per che ci siamo prefissati unobiettivo e che, seppur non in modo lineare ecostante, lo abbiamo raggiunto e forse superato; soche la gente che abbiamo incontrato e conosciutorappresenta per me e per gli altri del Clan qualcosadi importante; so che tutto quello che ho fatto evisto l vorrei ripeterlo molte altre volte ancora; soche all'inizio dell'anno non mi sarei mai aspettatoche l'anno trovasse una conclusione cos

    incredibile. Spero diessere riuscito a dire eraccontare in modoesauriente quello chequest'esperienza harappresentato per me,anche se ovviamente perc a p i r l a a p p i e n obisognerebbe viverla.Finita l? Speriamo di no!

    Clan/Fuoco La Rocchetta

    AttivitduranteilcampoaGallat

    Attivitconipipiccoli

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    Pagina 9Agor 2010

    Dal 8 al 14 febbraio, P. Giovanni Peragine,in qualit di Presidente della Conferenzadei Superiori e delle superiore MaggioridellAlbania ha partecipato alla 12^Assemblea dellUCESM (Unione delleconferenze dei superiori maggioridEuropa). Nel contesto di questaassemblea, il cui tema stato: I Religiosi inEuropa: storie di speranze e speranza per la

    storia, significativa stata la visita alcampo di concentramento e di sterminio diAuschwitz. Al termine della toccante visita stata celebrata la Santa Messa, animata inquella occasione proprio dalla Conferenzadei religiosi albanese.

    Obiettivi del UCESM Animare la vita religiosa in un Europa in

    divenire

    Sostenere la riflessione e proporreunazione

    Favorire le relazioni, la conoscenzareciproca, la comunione, la solidariet, lariflessione, lazione tra le ConferenzeNazionali

    Tessere delle relazioni internazionali: con leConferenze degli Istituti religiosi di altricontinenti, le Conferenze dei e delleSuperiori/e Generali

    AssembleageneraledellUCESMP. Giovanni a Cestokova

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    Labesaalbanesenella giornata della memoria ebraica

    nel suo territorio.

    Prima della IIGuerra Mondiale glialbanesi in Albaniaerano circa 200; allafine della guerraerano oltre 2000.Presenze ebree nelterritorio albanese

    sono testimoniate findai tempi deiromani.Ma perch poterono

    salvarsi tutti gli ebrei inAlbania? Per l'isolamento dicui godeva questo paese in uncontesto europeo invecefortemente influenzatodall'ideologia fascista e nazista;ma soprattutto grazie alla

    cultura albanese - basata su uncodice morale detto Kanun ein particolare su una sua partedetta Besa - che ritiene undovere inderogabile difenderela vita umana di chiunque,anche a costo della propriaincolumit. Il Kanun, che pervari aspetti determina ancorala cultura albanese, prescriveuna serie di regole di

    comportamento che,durante le successiveinvasioni straniere inAlbania, hannorappresentatol'identit stessa delpopolo albanese.Essere albanesesignificava, primaancora che abitarenel territorioalbanese o obbedireal potere politico diquel territorio,

    LAlbania fu lunico paeseeuropeo durante gli anni1930-1944 che diedeospitalit e protezione aiprofughi ebraici fuggiti dallapersecuzione nazi-fascista,mentre nel resto dellEuropasi diffondevano e siapplicavano le leggi razziali ele pulizie etniche.

    Il fatto poco noto perch ilregime stalinista comunistadi Enver Hoxha, nei quasi 50anni di dittatura successivialla II Guerra Mondiale, hatenuto nascosti questi e moltialtri documenti, riapparsi poi

    nel 1990: a una delegazioneamericana recatasi in Albaniasono stati mostrati gli archividegli anni di dittatura diHoxha. Ora anche l'Albania stata aggiunta all'elenco dei'Giusti tra le Nazioni', cioquelle persone o enti chehanno salvato ebreidall'Olocausto.

    Anzi l'Albania ha un primatoeccezionale: l'unico paeseche pu vantare di aversalvato tutti gli ebrei presenti

    rispettare il codice Kanun.

    Nel corso della storia questocodice si a volte contrappostoal potere che comandava inAlbania. E nei casi di conflittotra potere politico ufficiale eregole proposte dal Kanun,quest'ultimo veniva prima delrispetto di altre forme di potere.

    Il codice Kanun ha anche aspettiormai inaccettabili, come ildelitto per onore o il dovere divendicare anche con l'omicidio it o r t i s u b i t i .Ma un aspetto positivo estraordinario di questo codice quello che ha portato allasalvezza di tutti gli ebrei che sisono rifugiati in Albania persalvarsi dall'Olocausto: il codice

    prevede l'obbligo di difendere lavita umana minacciata ,chiunque sia in pericolo,albanese o straniero. Anzi ilcodice Kanun non riconosce laparola 'straniero': Esistono gli'ospiti' ma non gli 'stranieri'.Durante la II Guerra Mondialegli albanesi hanno nascosto gliebrei nel loro territorio, sia periniziativa privata, sia per scelta

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    Diventaanche tu amico

    della nostra missione!

    Attraverso

    la tua preghiera,

    la tua collaborazione

    la tua partecipazione:

    adotta un bambino

    sostieni una borsa di studioper uno studente

    adotta un progetto della

    missione

    C/CPOSTALEN 12401741

    PROV. NAPOLETANACHIERICIREG. BARNABITI

    MISSIONE ALBANIA

    PERINFORMAZIONI:

    [email protected]

    delle autorit che si sono rifiutate diconsegnare agli italiani fascisti arrivatiin Albania nel 1939, e ai tedeschi nazistiarrivati poi nel 1943, le liste con i nomi

    degli ebrei presenti nel territorio. Ilpericolo di ritorsioni, specie durantel'occupazione nazista, era molto alto,ovviamente, ma i cittadini e le autoritalbanesi difesero gli ebrei totalmente,nascondendoli nelle case, procurandoloro documenti falsi, travestendoli dacontadini albanesi, spostandoli da unluogo all'altro per sfuggire alla morte. Sesi pensa che al di fuori dell'Albania, sucirca 70.000 ebrei in pericolo solo il 10%

    h a n n o p o t u t o s o p r a v v i v e r ea l l 'Olocausto , la s t raordinar iaimportanza dell'Albania negli annidell'Olocausto risulta ancora pievidente. Anche gli albanesi del Kosovo,del Montenegro e della Macedoniahanno contribuito alla salvezza di moltiebrei aiutandoli a rifugiarsi in Albaniache era, appunto, durante la II GuerraMondiale, il luogo pi sicuro in Europa.

    p. Giovanni Peragine

    Pagina 11Agor 2010

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    Campo Estivo 2010

    Parti con me