Adeste23 domenica 07 giugno 2015c

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SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA In sinergia con Fondazione. Migrantes

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SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE

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La maggior parte dei problemi che attanagliano la Bosnia di oggi trae origine dal complesso apparato statale ereditato dagli accordi di pace di Dayton del 1995. Basandosi sul motto «uno Stato, due entità e tre nazioni», la comunità internazionale ideò un sistema di veti con l’intento di preservare gli interessi delle nazioni costituenti (bosgnacca, serba e croata), nella speranza che una cultura po-litica basata sul consenso potesse emergere col tempo. Tali necessità hanno porta-to alla creazione di uno Stato federale dalla complessa forma politico-

amministrativa costituito da due entità: una federazione croato-musulmana, divisa in dieci unità cantonali con am-pia autonomia, e la Repubblica Serba (Rs). Il distretto di Brčko rimane formalmente parte di entrambe le entità ed è amministrato dalla comunità internazionale. A dare una parvenza di coesione c’è il “triumvirato presidenziale”, i cui tre membri – ciascuno rappresentante una delle etnie costituenti – esercitano a rotazione la funzione di capo di Stato della Bosnia-Erzegovina. Dayton ha quindi generato un intricato sistema che include 13 unità federali, 14 governi e parlamenti e quasi 200 ministri, rendendo quello bosniaco uno dei sistemi amministrativi più costosi e inefficaci al mondo. I partiti nazionalisti, trincerati in un sistema ideato per loro e abituati ad abusare dei veti incrociati, l’hanno reso ingovernabile.

“Vengo tra voi, con l’aiuto di Dio, per con-fermare nella fede i fe-deli cattolici, per soste-

nere il dialogo ecumenico e interreligioso, e soprattutto per incoraggiare la conviven-za pacifica nel vostro Paese. Vi invito ad unirvi alle mie preghiere, affinché questo viaggio apostolico possa produrre i frutti sperati per la Comunità cristiana e per l'in-tera società". Vengo come messaggero di pace per annunciare la misericordia di Dio “La pace sia con voi”. Questo, ha rammentato, “è il motto della mia Visita. Sono le parole con le quali Gesù risorto salutò i suoi discepoli quando apparve in mezzo a loro nel Cenacolo, la sera di Pasqua. È Lui, il Signore, nostra forza e nostra speranza, che ci dona la sua pace, perché la accogliamo nel nostro cuore e la diffondiamo con gioia e con amore”: “Da parte mia, mi preparo a venire tra di voi come un fratello messaggero di pace, per esprimere a tutti – a tutti! – la mia stima e la mia amicizia. Vorrei annunciare a ogni persona, a ogni famiglia, a ogni comu-nità la misericordia, la tenerezza e l’amore di Dio. I cattolici siano testimoni della fede e dell’amore di Dio “Cari fratelli di Bosnia ed Erzegovina – conclude il Papa – assicuro a tutti voi il mio affetto e la mia forte vicinanza spirituale”: “Incoraggio voi cattolici ad essere a fianco dei vostri concittadini quali testimoni della fede e dell’amore di Dio, operando per una società che cammini verso la pace, nella convivialità e nella collaborazione reci-proca”. (Radio Vaticana)

Uno stato, due entità, tre nazioni: la complessa realta’ della Bosnia-Erzegovina

I fedeli cattolici sono circa 439.000 sui 3.833.000 abitanti (dato del 2013) della Bosnia ed Erzegovina. La Chiesa cattolica conta 304parrocchie, con 280 preti secolari, 358 religiosi (di cui 344 sacerdoti) e 537 religiose. Nel 2009 mons. Pero Sudar, vescovo ausiliare di Sarajevo, ha rivelato come in Bosnia sia in corso un processo di islamizzazione. Ne fanno le spese soprattutto i cattolici, che sono numericamente molto diminuiti. Dagli 850.000 prima della guerra del 1991-95, sono scesi oggi a 439.000. Sudar ha citato ad esempio la diocesi di Banja Luka, dove i cattolici sono scesi da 150.000 (prima della guerra) a 35.000. La maggior parte è partita «perché le loro case sono state bruciate, [ma] anche per la pressione, per la pau-ra di perdere persino la vita». Lo stesso fenomeno si è verificato a Sarajevo, dove oggi i cattolici sono solamente 17.000 su 600.000 abitanti[4]. Secondo il vescovo, i cattolici sono l'unica delle tre componenti fondamentali della Bosnia ed Erzegovina lasciata a sé stessa: «LaRepubblica Srpska costruisce delle chiese ortodosse: c'è una politica di identificazione». I cattolici, invece, già durante la guerra del 1991-95 «hanno perso molte chiese, che sono state distrutte, bruciate, (…) molti sacerdoti sono stati uccisi». (fonte Wikipedia)

La chiesa cattolica in Bosnia-Ezegovina

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S abato 6 Giugno Papa France‐sco giungerà a Sarajevo. È la terza visita di un Pontefice in

Bosnia Erzegovina, con l'obiettivo di sostenere la pace e il dialogo tra le religioni È arrivata martedì allo stadio Koševo di Sarajevo la sedia realizzata appositamente per la visita di Papa Francesco da un artigiano di Zavidovići, cittadina della Bosnia centrale. La sedia verrà utilizzata per la celebrazione della messa di domani, alla quale sono attese circa 65mi‐la persone da diverse città della Bosnia Erzegovina e da altri paesi della regione. L'autore della sedia, l'artigiano Salim Hajderovac, è un bosniaco musulmano, e la sua opera è una testimonianza concreta della collaborazione e del dialogo tra le diverse comunità religiose che vivo‐no nel paese balcanico. L'idea di realizzare una sedia per la visita papale è stata condivi‐sa da Salim con il parroco di Zavidovići, Miro Bešlić, e finanziata dai fedeli cattolici della cittadina. La lavorazione del manufatto si è conclusa la settimana scorsa, dopo due mesi e centinaia di ore di lavoro, con intarsi e lavora‐zioni su legno pregiato di noce. "E' un messaggio importante quando una comunità decide di aiutarne un'altra ‐ ha dichiarato Salim ai media locali ‐ le persone esistono per unire gli uomini, affinché ci si ami reciprocamente. Io sono una persona così, non ho mai diviso gli uomini in base al colore della pelle, alla nazio‐nalità, all'appartenenza religiosa o altro, perché non mi interes‐sa e mai mi è interessato".

Q uando il 6 giugno prossimo Papa Francesco farà visi-ta a Sarajevo, come lui stesso ha annunciato alla fine

dell'Angelus del 1° febbraio scorso, userà una sedia particolare, di pregevole fattura artigianale, opera di due artisti musulmani: Sa-len Hajdarovac, 61 anni, e Edin, suo figlio di 33 anni. I due artigiani vivono nella cittadina di Zavidovici, al centro della Bosnia Erzegovina e da quando hanno ricevuto l’incarico non solo sono felici e onorati, ma lavorano alacremente. Ovviamente il disegno della sedia di Papa Francesco è un "segreto" e per ora i due bosniaci hanno solo raccontato che sarà fatta con legname di noce e avrà diversi

simboli religiosi, in particolare lo stemma del Pontefice e quelli delle tre cattedrali bosniache. Gli artigiani of-friranno la loro opera gratuitamente per rendere un omaggio personale al Papa che ammirano di cuore co-me tutti i musulmani del Paese che, tra l’altro, conser-vano un affettuoso ricordo di s. Giovanni Paolo II. In-tanto, per iniziativa di padre Miro Beslic sono stati nu-merosi fedeli a fi-nanziare l’acquisto dei materiali neces-sari per l’opera.

LA SEDIA DELL’AMORE FRATERNO INTER-RELIGIOSO LA SEDIA DEL PAPA A SARAJEVO

A MARZO 2015

OGGI 6 GIUGNO 2015

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È tutta l'umanità la carne di Dio Prendete, questo è il mio corpo. La parola ini-ziale è precisa e nitida come un ordine: prende-te. Incalzante come una dichiarazione: nelle mani, nella bocca, nell'intimo tuo voglio stare, come pane. Qui è il miracolo, il batticuore, lo scopo: pren-dete. Gesù non chiede ai discepoli di adorare, con-templare, pregare quel Pane, ma chiede come prima cosa di tendere le mani, di prendere,

stringere, fare proprio il suo corpo che, come il pane che mangio, si fa cellula del mio cor-po, respiro, gesto, pensiero. Si trasforma in me e mi trasforma a sua somiglianza. In quella invocazione «prendete» si esprime tutto il bisogno di Gesù Cristo di entrare in una comunione senza ostacoli, senza paure, senza secondi fini. Dio in me: il mio cuore lo assorbe, lui assorbe il mio cuore, e diventiamo una cosa sola. Lo esprime con una formu-la felice san Leone Magno: la nostra partecipazione al corpo e al sangue di Cristo non ten-de ad altro che a trasformarci in quello che riceviamo. E allora capiamo che Dio non è venuto nel mondo con il solo obiettivo di togliere i nostri peccati, visione riduttiva, sia di Dio che dell'uomo. Il suo progetto è molto più grande, più alto, più potente: portare cielo nella terra, Dio nell'uomo, vita immensa in questa vita piccola. Molto più del perdono dei peccati è venuto a dare: è venuto a dare se stesso.

Come uno sposo che si dà alla sposa. Siamo abituati a pensa-re Dio come Padre, portatore di quell'amore che ci è necessa-rio per nascere; ma Dio è anche madre, che nutre di sé, del suo corpo i suoi figli. Ed è anche sposo, amore libero che cer-ca corrispondenza, che ci rende suoi partners, simili a lui. Di-ce Gesù nel vangelo: i miei discepoli non digiunano finché lo sposo è con loro. E l'incontro con lui è come per gli amanti del Cantico: dono e giubilo, intensità e tenerezza, fecondità e fedeltà. Nel suo corpo Gesù ci da tutta la sua storia, di come amava, come piangeva, come gioiva, ciò che lo univa agli altri: parola, sguardo, gesto, ascolto, cuore. Prendete questo corpo, vuol dire: fate vostro questo mio modo di stare nel mondo, anche voi braccia aperte inviate alla terra. Perché il corpo di Cristo non sta solo nell'Eucaristia, Dio si è vestito d'umanità, al punto che l'umanità intera è la carne di Dio: quello che avete fatto a uno di questi l'avete fatto a me. Il Corpo di Cristo è sull'altare dell'Eucaristia, il corpo di Cristo è

sull'altare del fratello, dei poveri, piccoli, forestieri, ammalati, anziani, disabili, le persone sole. Che possiamo tutti diventare ciò che riceviamo: Corpo di Cristo. E sarà l'inizio di un umile e magnifico viaggio verso lo Sposo si è fatto sposo dell'ultimo fratello.

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ADESTE COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA

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UUUU no dei miracoli più re-centi, si è verificato nel 1996 in Argentina a Buenos Aires.

L’incredibile accadimento è stato riconosciuto dalle autorità della Chiesa come miracolo eucari-stico. Era il 1996, nel mese di agosto, verso le 19 padre Alejandro Pezet stava celebrando la Santa Messa in una chiesa della capitale. Il parroco stava terminando di distribuire la Comunione quando una donna gli comunicò che aveva visto un’osta gettata su un candelabro nel retro della Chiesa. Pezet, precipitatosi nel posto indicato, ha raccolto l’ostia e messa all’interno di un contenitore d’ac-qua. Infine, ha sistemato il tutto nella cappella del Santissimo Sacramento. Dopo circa una settimana, padre Pezet aprì il ta-bernacolo e vide che l’ostia aveva assunto un’altra forma, sembrava una sostanza sanguinosa. Venne subito in-formato Jorge Bergoglio che incaricò un fotografo profes-sionista di fare dei scatti. Nel-le fotografie del 6 settembre dello stesso anno, si nota che l’ostia era diventata carne in-sanguinata. Passarono tre anni e la faccenda fu tenuta segre-ta, ma l’ostia non ebbe modi-fiche di forma o altro. Il cardi-nale Bergoglio decise quindi che era arrivato il mo-mento di farla analizzare sotto il profilo scientifico. Così nel 1999, fu preso un frammento sanguinante e fu inviato a New York per le analisi. Lo studio non fu compromesso volutamente, dunque, non fu stata spe-cificata la provenienza. Uno dei medici che analizzò il frammento, Frederic Zugiba, cardiologo e medico le-gale, affermò che la sostanza studiata conteneva DNA umano. Nello specifico, il noto dottore Zugiba dichia-rò quanto segue: “Il materiale analizzato è un fram-mento del muscolo cardiaco trovato nella parete del ventricolo sinistro in prossimità delle valvole. Questo muscolo è responsabile della contrazione del cuore. Va ricordato che il ventricolo cardiaco sinistro pom-pa sangue a tutte le parti del corpo. Il muscolo car-diaco in esame è in una condizione infiammatoria e contiene un gran numero di globuli bianchi. Ciò indi-ca che il cuore era vivo al momento del prelievo. La mia tesi è che il cuore era vivo, dal momento che i globuli bianchi, al di fuori di un organismo vivente, muoiono, perché hanno bisogno di un organismo vi-vente per sostenerli. Quindi la loro presenza indica che il cuore era ancora vivo quando il campione è stato preso. Per di più, questi globuli bianchi sono penetrati nel tessuto, ciò indica che il cuore aveva subito un grave stress, come se il proprietario fosse

stato picchiato duramente sul petto”…..

H anno anche fatto un film-documentario sull’Eucaristia basata in gran parte sulle sco-

perte scientifiche connesse con l’Ostia miracolosa di Buenos Aires. Il loro sco-po era quello di dare una chiara presen-tazione della dottrina della Chiesa cat-tolica sul tema dell’Eucaristia. Hanno proiettato il film in numerose città au-straliane. La proiezione ad Adelaide (in Australia,

ndr.) ha attirato una folla di duemila spettatori. Duran-te il momento di commento e discussione, che ha fatto seguito alla riproduzione, un uomo visibilmente com-mosso si alzò annunciando che era cieco. Avendo ap-preso che si trattava di un film eccezionale aveva una gran voglia di vederlo. Poco prima della proiezione, aveva pregato con fervore Gesù di accordargli la gra-zia di vedere il film. Subito la sua vista gli è stata risa-nata, ma solo per i trenta minuti di durata del film. Al momento della sua conclusione, aveva di nuovo perso la capacità di vedere. La conferma è stata la sua de-scrizione dettagliata di alcune scene del film. E’ stato un evento incredibile che ha toccato nell’inti-mo tutti i presenti. Attraverso questi segni meravigliosi Dio chiama le anime alla conversione. Se Gesù fa sì che l’Ostia di-venti carne e sangue visibile, un muscolo che è re-sponsabile per la contrazione di un cuore umano, un cuore che soffre come quello di qualcuno che è stato picchiato duramente sul torace, se Lui fa queste cose, è al fine di suscitare e accelerare la nostra fede nella sua presenza reale nell’Eucaristia. Egli permette quin-di di vedere che la Santa Messa è una ri-presentazione (vale a dire un’attualizzazione) di tutto il dramma del-la nostra salvezza: la passione di Cristo, la sua morte e risurrezione.

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12 giugno 1929: Anna Frank inizia il suo diario: «Subito dopo le sette andai da papà e mamma e poi nel salotto per spac-chettare i miei regalucci. Il primo che mi apparve fosti tu, forse uno dei più belli fra i miei doni». Inaugurando il suo diario la piccola Anna Frank, tedesca di nascita ma olandese d'adozione, racconta l’emozione del risveglio nel giorno del suo tredicesimo compleanno e l’attesa di scartare i regali, tra i quali scopre con felice sorpresa un diario. Ha la copertina a quadretti rossi, lo stesso che ha visto il giorno prima nella libreria a pochi passi da casa sua. Da quel momento diventa un compagno inseparabile, cui confidare tutto e attraverso il quale si rivolge a un'amica immaginaria, chiamandola «Kitty». Vittima insieme alla sua famiglia, in quanto ebrei, della persecuzione nazista posta in atto ad Amsterdam, la ragazzina non può più frequentare la scuola e la sua quo-

tidianità scorre tra le mura dell'abitazione prima e dell'alloggio segreto poi. Per questo tutta la sua attenzione si volge a quelle pagine bianche da riempire con le vicende della sua fami-glia, i ricordi legati ai compagni di scuola, il suo primo amore e il vissuto di due anni di segregazione tra paure e speranze. Il suo racconto s’interrompe nell’agosto del 1944, quando la sua famiglia viene arrestata e portata nel campo di concentramento di Auschwitz e di qui a quello di Bergen Belsen. Suo padre Otto, unico sopravvissuto, pubblica successivamente il diario, che diventa in poco tempo uno dei documenti più struggenti dell'Olocausto del popolo ebraico. Da esso si evincono le qualità compositive della giovane che in un passo significativo confessa le sue aspirazioni di scrittrice: «Sarò mai capace di scrivere qualcosa di importante, lo spero proprio, perché scrivendo posso confidare alla carta tutti i miei pensieri, i miei ideali, i miei sogni». Questa frase è oggi leggibile sul muro della scuola frequentata da Anna.

1.Per una come me, scrivere un diario fa un curioso effetto. Non soltanto perché non ho mai scritto, ma perché mi sembra che più tardi né io né altri potre-mo trovare interessanti gli sfoghi di una scolaretta di tredici anni. Però, a dire il vero, non è di questo che si tratta; a me piace scrivere e soprattutto apri-re il mio cuore su ogni sorta di cose, a fondo e com-pletamente.

2.Come è meraviglioso che non vi sia nessun biso-gno di aspettare un singolo attimo prima di inizia-re a migliorare il mondo.

3.So quello che voglio. Ho uno scopo, un pensiero, ho la fede e l'amore. Permettetemi di essere me stessa e sarò soddisfatta. So che sono una donna, una donna piena di coraggio e di forza d'animo.

4.Non ci è permesso di avere opinioni. Le persone possono dirti di tenere la bocca chiusa, ma non possono impedirti di avere un'opinione. Anche se si è ancora molto giovani, non dovrebbero impedirti di dire quello che pensi. 5.Anche le donne dovrebbero essere rispettate! In generale, gli uomini sono molto stimati in ogni parte del mondo, quindi perché non dovrebbero esserlo anche le donne? Soldati ed eroi di guerra sono onorati e commemorati, agli esploratori è ga-rantita fama imperitura, i martiri sono riveriti, ma quanti considerano anche le donne come combat-tenti? Le donne, che lottano e soffrono per assicu-rare la sopravvivenza della razza umana, sono sol-dati molto più forti e coraggiosi di tutti quegli eroi

che lottano per la libertà messi insieme!

6.Ognuno di noi ha dentro di sé una buona notizia. Ed è che non si sa quanto grande si può essere! Quanto si può amare! Che cosa si può realizzare! E quale sarà il nostro potenziale!

7.Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i so-gni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà. È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo anco-ra, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo.

8.Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo.

9. Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora.

10.Chi è felice farà felici anche gli altri, chi ha co-raggio e fiducia non sarà mai sopraffatto dalla sventura!

IL

DIARIO DI

ANNA FRANK

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Al 1868 si deve tuttavia "Addio a Napoli", in seguito nel repertorio di Caruso, Murolo,

Dalla e De Gregori, che s'impernia sul tema dell'addio dell'emigrante alla sua terra natia. Il 6 agosto del 1906 dal porto di Genova partiva il vapore Sirio, una delle navi più moderne della flot-ta italiana, con a bordo circa 2.000 emigranti che andavano in America. Il vapore viaggiava a 17 no-di l'ora, una velocità ancor oggi considerevole, e, per abbreviare il viaggio, seguì una rotta molto vi-cina alle coste spagnole. Il 9 agosto urtò contro uno scoglio che si trovava alla profondità di circa 3 me-tri e incominciò un lento inabissamento. Il Sirio impiegò venti giorni per affondare definitivamente, ma la paura e la disorganizzazione presero il so-pravvento e finirono annegate o disperse circa 300 persone per la compagnia assicurativa, oltre 700 per i giornali dell'epoca. La ballata è molto diffusa in tutto il nord Italia. E da Genova il Sirio partivano per l'America, var-care, varcare i confini. . … E da bordo cantar si sentivano tutti allegri del suo, del suo destin. Urtò il Sirio un orribile scoglio di tanta gente la mise, la misera fin: Rende molto bene l'idea di quello che fu un no-stro Titanic, colpevolmente poco noto forse perchè non sfavillante come il più celebre e maestoso transat-lantico. Il tema del Titanic, molto prima del film di James Ca-meron, era stato ripreso da De Gregori in un suo cele-bre pezzo, che esula da questa monografia in quanto ricostruzione in chiave storiografica. E' del 1919 "Santa Lucia lontana" , che ben presto diventerà l'inno degli emigranti: Partono e' bastimenti pe' terre assai luntane cantano a buordo: so' napulitane cantano pe' tramente 'o golfo già scumpare e 'a luna mmiezz 'o mare nu poco 'e Napule lle fa vedè Questo, appunto, assieme a "Trenta giorni di nave a vapore" uno dei pezzi che meglio esprime l'angoscia dell'addio alla propria terra. Arrivati laggiù, la morsa della nostalgia stringe l'anima: E ce ne costa 'e lacrime st'Ammerica a nui napulita-ne Pe' nui ca ce chiagnimme 'o cielo 'e Napule comm'è ammaro 'stu ppane "Lacrime napuletane", appunto. Ma l'emi-grante non è solo napoletano, anche se la componente partenopea o comunque meridionale è ovviamente preponderante. Qualche contributo sul tema di diversa provenienza regionale; una celeberrima Ma se ghe penso alloa mi vedo o ma, veddo i mae monti e a ciassa da Nonsià rivedo o Righi e me s'astrenze o cheu;

che, ripresa in epoche successive da Bruno Lauzi, Gi-no Paoli e da Mina, esprime la nostalgia per la Genova lontana. un canto trentino (si emigrava pure da li!) Vuoi tu venir Giulietta vuoi tu venir con me vuoi tu venir in Merica a travagliare con me. Mi sì che vegniria se 'l fus da chi a Milan, ma per andare in Merica l'è massa via lontan. sicuramente poco noti, ma significativi: dal bellunese Trenta giorni di macchina a vapore, nella Merica ghe semo arrivati, ma nella Merica che semo arrivati, no' abbiamo trovato nè paglia nè fien. E Merica, Merica, Merica, cossa saràla 'sta Merica? Merica, Merica, Merica, in Merica voglio andar. Abbiam dormito sul nudo terreno come le bestie che va a riposar E' la Merica l'è lunga, l'è larga, circondata da fiumi e montagne, e co' l'aiuto dei nostri italiani abbiam formato paesi città. che esprime il disagio dell'emigrante misto all'orgo-glio per il contributo dato allo sviluppo di quel paese lontano.

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INTRODUZIONE C- Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo C- La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia-no con tutti voi.

ATTO PENITENZIALE C- Fratelli, per celebrare degna-mente i santi misteri riconosciamo i nostri peccati.

Breve pausa di riflessione Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissio-ni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pre-gare per me il Signore Dio nostro. Signore Pietà Signore, pietà. Cristo pietà Cristo, pietà. Signore Pietà Signore, pietà. C- Dio Onnipotente abbia miseri-cordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.T- Amen

GLOR IA Gloria a Dio nell’alto dei cieli. E pace in terra agli uomini di buo-na volontà. Noi ti lodiamo, ti bene-diciamo, ti adoriamo, ti glorifi-chiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipoten-te. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i pec-cati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il San-to, tu solo il Signore, tu solo l'Altis-simo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C- Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre... Amen. T- Amen

LITURGIA DELLA PAROLA (

P���� L������ Dal Libro dell’Esodo

In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo ri-

spose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!». Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunio-ne, per il Signore. Mosè prese la me-tà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tut-te queste parole!». Parola di Dio. T- Rendiamo grazie a Dio

SALMO RESPONSORIALE R. Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e invo-cherò il nome del Signore. R/. Agli occhi del Signore è pre-ziosa la morte dei suoi fedeli. Io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene. R/. A te offrirò un sacrificio di ringra-ziamento e invocherò il nome del Signo-re. Adempirò i miei voti al Signore da-vanti a tutto il suo popolo. R/.

S������ L������ Dalla Lettera agli Ebrei

Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del pro-prio sangue, ottenendo così una re-denzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purifi-candoli nella carne, quanto più il san-gue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, per-ché serviamo al Dio vivente? Per questo egli è mediatore di un’allean-za nuova, perché, essendo intervenu-ta la sua morte in riscatto delle tra-sgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chia-mati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.Parola di Dio. T- Rendiamo grazie a Dio.

SEQUENZA ( in piedi)

Sion, loda il Salvatore, / la tua gui-da, il tuo pastore / con inni e cantici. Impegna tutto il tuo fervore: / egli supera ogni lode, / non vi è canto che sia degno. Pane vivo che dà vita: / questo è tema del tuo canto, / oggetto della lode. Veramente fu donato / agli apo-stoli riuniti / in fraterna e sacra cena. Lode piena e risonante, / gioia nobile e serena / sgorghi oggi dallo spirito. Questa è la festa solenne / nella quale celebriamo / la prima sacra cena. È il banchetto del nuovo Re, / nuova Pasqua, nuova legge; / e l'antico è giunto a termine. Cede al nuovo il rito antico, / la realtà disperde l'ombra: / luce, non più tenebra. Cristo lascia in sua memoria / ciò che ha fatto nella cena: / noi lo rinnovia-mo. Obbedienti al suo comando, / consacriamo il pane e il vino, / ostia di salvezza. È certezza a noi cristiani: / si tra-sforma il pane in carne, / si fa sangue il vino. Tu non vedi, non comprendi, / ma la fede ti conferma, / oltre la natura. È un segno ciò che appare: / na-sconde nel mistero / realtà sublimi. Mangi carne, bevi sangue; / ma rimane Cristo intero / in ciascuna spe-cie. Chi ne mangia non lo spezza, / né separa, né divide: / intatto lo riceve. Siano uno, siano mille, / ugual-mente lo ricevono: / mai è consumato Vanno i buoni, vanno gli empi; / ma diversa ne è la sorte: / vita o morte provoca. Vita ai buoni, morte agli empi: / nella stessa comunione / ben diverso è l'esito! Quando spezzi il sacramento, / non temere, ma ricorda: / Cristo è tanto in ogni parte, / quanto nell'intero. È diviso solo il segno / non si toc-ca la sostanza; / nulla è diminuito della sua persona. Ecco il pane degli angeli, / pane dei pellegrini, / vero pane dei figli: / non dev'essere gettato. Con i simboli è annunziato, / in Isacco dato a morte, / nell'agnello della Pasqua, / nella manna data ai padri. Buon pastore, vero pane, / o Ge-sù, pietà di noi: / nutrici e difendici, / portaci ai beni eterni / nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, / che ci nutri sulla terra, / conduci i tuoi fratelli / alla tavola del cielo / nella gioia dei tuoi santi.

CANTO AL VANGELO Alleluia,Alleluia,Alleluia Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.Alleluia,Alleluia C- Il Signore sia con voi T- E con il tuo Spirito!

Letture: Es 24,3-8 Sal 115 Eb

9,11-15 Mc 14,12-16.22-26

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ADESTE n°23/ ANNO 4°-07.06.2015

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Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a pre-parare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove en-trerà, dite al padrone di casa: “Il Mae-stro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e pre-pararono la Pasqua. Mentre mangiava-no, prese il pane e recitò la benedizio-ne, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Parola del Signore.

OMELIA (seduti) CREDO in un solo Dio, Padre onni-potente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invi-sibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uo-mini e per la nostra salvezza disce-se dal cielo, e per opera dello Spiri-to santo si è incarnato nel seno del-la vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito San-to, che è Signore e dà la vita, e pro-cede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorifi-cato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che ver-rà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI C- Al Padre, che nell'Eucaristia ci ha lasciato il memoriale vivo dell'al-leanza compiuta nel corpo e nel san-gue di Cristo, rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera.

Lo invochiamo dicendo: Salvaci, o Signore. 1. Perché la Chiesa continui a essere costruttrice di comunione e spinga gli uomini a vivere in uno spirito di solidarietà, preghiamo. 2. Perché nell'Eucaristia ogni cristia-no possa incontrare il sostegno per il cammino di ogni giorno e la forza per lottare contro il male, preghiamo. 3. Per tutti coloro che scoprono il do-no dell'Eucaristia, soprattutto per chi lo riceve per la prima volta, perché trovi nella Chiesa una famiglia che fa dell'Eucaristia la vera sorgente di vita, preghiamo. 4. Perché gli ammalati e gli anziani trovino nell'Eucaristia sostegno alle loro sofferenze, e le sappiano offrire, insieme a quelle di Cristo, per la sal-vezza del mondo, preghiamo. 5. Perché ogni celebrazione apra lo sguardo al termine ultimo del nostro cammino, e doni la consapevolezza che questo cammino sfocia nell'in-contro pieno e gioioso con Dio nella vita eterna, preghiamo. C- O Dio nostro Padre, che in Cri-sto morto e risorto ci hai lasciato il segno meraviglioso del tuo amore, e in lui hai concluso la tua alleanza de-finitiva con gli uomini, fa' che viviamo sempre con intensità e riconoscenza questo grande dono, in comunione con tutti i nostri fratelli. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. T- Amen

C- Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipoten-te. T- Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)

C- Concedi benigno alla tua Chiesa, o Padre, i doni dell'unità e della pace, misticamente significati nelle offerte che ti presentiamo. Per Cristo nostro Signo-re. T- Amen

PREGHIERA EUCARISTICA C- Il Signore sia con voi. T- E con il tuo spirito. C- In alto i nostri cuori. T- Sono rivolti al Signore. C-Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. T- È’ cosa buona e giusta. C- È veramente cosa buona e giu-sta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luo-go a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente e misericordioso, per Cristo Signore nostro. Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacri-ficio perenne; a te per primo si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di perpetuare l'offerta in sua memo-ria. Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo san-

gue per noi versato é la bevanda che ci redime da ogni colpa. Per questo mistero del tuo amore, uniti agli an-geli e ai santi, cantiamo con gioia; l'inno della tua lode T- Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE C- Mistero della fede T- Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C - Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. T- Amen T- P A D R E NO S T R O….. C- Liberaci, o Signore, da tutti i mali, con-cedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turba-mento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. T- Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C- Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli T- Amen C - La pace del Signore sia sempre con voi. T- E con il tuo spirito. C - Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. T - Agnello di Dio, che togli i pec-cati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i pec-cati del mondo, dona a noi la pace. C - Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. T - O Signore, non sono degno di parte-cipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C- Donaci, Signore, di godere pienamente della tua vita divina nel convito eterno, che ci hai fatto pregu-stare in questo sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.T-Amen. C- Il Signore sia con voi. T- E con il tuo spirito. C- Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. T- Amen. C- Nel nome del Signore: andate in pace. T- Rendiamo grazie a Dio

************** Buona se t t imama

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ADESTE n°23/ ANNO 4°-07.06.2015

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B�������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Poli-meni, Tel:0770953530

mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��3: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 9,30, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected]

Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C;�<: Chiesa romano-cattolica dei Pia-risti. Strada Universitatii nr. 5, conosciu-ta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A;=� I�;3�: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* T3?3�@���: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

*°*

sabato 13 giugno 313 (1701 anni fa)

Editto di Milano: «Quando noi, Co-stantino Augusto e Licinio Augusto, felicemente ci incontrammo nei pressi di Milano e discutemmo di tutto ciò che attiene al bene pubblico, [pensammo] che si dovessero soprattutto regolare le cose con-cernenti il culto [...], concedendo anche ai cristia-ni, come a tutti, la libertà di seguire la religione preferita». Recita così l'editto promulgato nel 313 dall'imperatore d'Occidente Costantino I e dal suo omologo d'Oriente, Licinio, per porre fine alle persecuzioni contro i cristiani e procla-mare la neutralità dell'Impero nei confronti di ogni religione. La storica decisione, desti-nata a cambiare le sorti dell'Europa e del mondo intero, maturò in seguito al preceden-te editto di Serdica (311) e alle ribellioni scoppiate in Oriente mentre aMediola-num (l'odierna Milano) era in corso il matrimonio tra Licinio e Costanza, sorella di Co-stantino. Il documento ebbe un impatto determinante anche nello sviluppo urbano del capo-luogo lombardo, che da anonima città di provincia fu elevata al rango di una delle capita-li dell'impero, attraverso la costruzione di importanti edifici quali il Palatium (sede im-periale) e le Terme Erculee. Salutato come l'inizio di una nuova era di pacifica convivenza tra le diverse religioni, l'editto di Milano si rivelò un'occasione mancata, finendo col favorire la supremazia politica del Cristianesimo sulle altre fedi.

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.07DOM.07DOM.07DOM.07 CORPUS DOMINICORPUS DOMINICORPUS DOMINICORPUS DOMINI

LUN. 08LUN. 08LUN. 08LUN. 08 S.MedardoS.MedardoS.MedardoS.Medardo

MART.09MART.09MART.09MART.09 S. Efrem diaconoS. Efrem diaconoS. Efrem diaconoS. Efrem diacono

MERC.10MERC.10MERC.10MERC.10 S. MarcellaS. MarcellaS. MarcellaS. Marcella

GIOV.11GIOV.11GIOV.11GIOV.11 S.BarnabaS.BarnabaS.BarnabaS.Barnaba

VEN.12 VEN.12 VEN.12 VEN.12 S. Cuore di GesùS. Cuore di GesùS. Cuore di GesùS. Cuore di Gesù

SAB. 13SAB. 13SAB. 13SAB. 13 Cuore Immacolato di MariaCuore Immacolato di MariaCuore Immacolato di MariaCuore Immacolato di Maria