Adeste41 domenica 11 ottobre 2015c

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C'è una scena straordinaria che è rimasta nella memoria di milioni di persone. Era la sera dell'11 ottobre 1962, quando Giovanni XXIII (si legge ventitreesimo) si affaccia alla finestra per salutare le persone che si erano radunate in Piazza San Pietro per festeggiare, con una fiac-colata, l'apertura del Concilio Ecumenico Vati-cano II. Il Papa parla dalla finestra del suo ap-partamento, saluta le persone in piazza, saluta la luna e manda una carezza a tutti i bambini del mondo (il testo nel box a destra): un messaggio di simpatia e di fiducia che colpisce tutti. Si chiude in que-sto modo una giornata intensa iniziata, in mattinata, con la solenne apertura del ventunesimo Concilio Ecume-nico della Chiesa cattolica. CONCILIO ECUMENICO Ma cos'è un Concilio? È la riunione di tutti i vescovi, radunati e convocati dal Vescovo di Roma, ovvero il Papa, per affrontare le principali questioni che riguardano la vita della Chiesa e il suo rapporto con il mondo. Quando la comunità cristiana si riunisce in un Concilio, sperimenta e rende visibile la comunione tra tutti i credenti, mostra a se stessa e agli altri come essere fratelli in Gesù. La parola "ecumenico" significa "per tutta la terra abitata, universale". Tutti sono coinvolti. IL SOGNO DI GIOVANNI XXIII A convocare il Concilio Ecumenico Vaticano II, che segue di circa cent'anni il Vaticano I, è stato Giovanni XXIII, il papa bergamasco che pochi mesi dopo la sua elezione, nel gennaio del 1959, stupì molti, annuncian-do a un gruppo di cardinali riuniti nella Basilica di San Paolo fuori le mura in Roma, l'idea di convocare un Concilio Ecumenico per la Chiesa universale. Un gesto coraggioso e libero, nella consapevolezza che quando i credenti devono decidere cose importanti si riuniscono. E attraverso l'ascolto, lo scambio, il dialogo, con l'aiuto della preghiera e dello Spirito Santo cer-cano di essere sempre più fedeli al messaggio di Gesù. Questa è stata l'intuizione di Giovanni XXIII, consapevole che i tempi stavano cambiando, nella Chiesa e nel mondo. Una piccola indagine con i vostri nonni ve lo può confermare. Il Papa convoca a Roma i vescovi di tutto il mondo ma non solo, chiama superiori di Ordini religiosi e poi al-cuni cristiani non cattolici e anche alcuni laici: 28 uomini, 12 donne e una coppia di sposi. Papa Giovanni non potrà vedere concluso il Concilio perché muore il 3 giugno del 1963. Dopo di lui viene eletto papa Paolo VI che, con entusiasmo, porterà a compimento l'opera del Concilio.

IL PAPA E LA LUNA

«Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una sola, ma riassume tutte le voci del mondo; e qui di fatto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera… Osservatela in alto, a guardare questo spettacolo… Noi chiudiamo una grande giornata di pace… Sì, di pace: "Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà"... La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, un fratello divenuto padre per volontà di Nostro Signore… Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell'incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c'è, qualche cosa che ci può tenere un po' in difficoltà… Tornando a casa, tro-verete i bambini. Date loro una carezza e dite: "Questa è la carezza del Papa". Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto. Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie nelle ore della mestizia e dell'amarezza… E poi tutti insieme ci ani-miamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino. Addio, figlioli. Alla benedizione aggiungo l'augurio della buona notte».

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Cosa pensa il mondo della ricchezza? Senza cadere nel

populismo o nel moralismo possiamo affermare con

crudezza e realismo che in questo terzo millennio a

comandare ogni scelta, a orientarla, è ormai l'econo-

mia.

Gesù non condanna tout court la ricchezza, né esalta la

povertà. Lo dico perché spesso noi ca�olici scivoliamo nel moralismo cri�cando i soldi (degli altri) e invitan-

do a generosità (sempre gli altri). Gesù ama il giovane ricco, lo guarda con tenerezza, vede in lui una grande

forza e la possibilità di crescere nella fede. Gli chiede di liberarsi di tu�o per avere di più, di fare il miglior

inves�mento della sua vita.

Gesù frequenta persone ricche e persone povere, è libero. Ma ammonisce noi,

suoi discepoli: la ricchezza è pericolosa perché prome�e ciò che non può in alcun

modo mantenere. Dunque, dice Gesù, la ricchezza può ingannare, può far fallire

miseramente una vita, la pienezza è altrove, non nella fugace emozione di avere

realizzato il sogno di possedere il gioca�olo prezioso cui anelo. Ma la povertà non

è auspicabile, la miseria non avvicina a Dio ma precipita nella disperazione. Perciò

il Signore ci chiede di avere un cuore libero e solidale: la povertà è scelta dai disce-

poli perché ci è insopportabile vedere un fratello nella miseria. (Paolo Curtaz)

17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa

2) 2) 2) 2) Posso stare con Dio ovunque, non ho bisogno di un luogo fisico per Posso stare con Dio ovunque, non ho bisogno di un luogo fisico per Posso stare con Dio ovunque, non ho bisogno di un luogo fisico per Posso stare con Dio ovunque, non ho bisogno di un luogo fisico per

sentirlo vicinosentirlo vicinosentirlo vicinosentirlo vicino

S e un amico mi dicesse che non ha bisogno di incontrarmi fisicamente né di venire a casa mia o di compiere gesti concreti, sensibili, espliciti per manifestare il suo affetto per me perché gli basta conservarmi nella sua memoria (nel suo cuore), inizierei a du-

bitare della sua amicizia. Qualcuno potrebbe replicare dicendo: “Ma quando un amico muo-re rimaniamo legati in questo modo”. Sicuramente, ma non del tutto. Non si va forse a Mes-sa nell’anniversario della sua morte? Non gli si portano dei fiori al cimitero? Perché lo faccia-mo? Perché in fondo è il movimento naturale del nostro amore che dall’interno trabocca e si manifesta esternamente. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori diceva che “se qualcuno avesse sof-ferto per un amico ingiurie e ferite e venisse a sapere che l’amico, sentendo parlare dell’acca-duto, non vuole ricordarlo dicendo ‘Parliamo d’altro!’, che pena proverebbe per l’atteggia-mento dell’ingrato! Al contrario, che consolazione sperimenterebbe accertandosi che l’amico professa di testimoniargli eterna gratitudine e che lo ricorda sempre, parlandone con tenerez-za!”. La Messa è il memoriale che frequentiamo noi amici di Gesù, perché non possiamo (né vogliamo) dimenticare ciò che ha fatto per noi. Come se non bastasse, inoltre, non ricordia-mo il sacrificio del nostro Amico solo come una cosa del passato, ma come un qualcosa che si rende presente, permettendoci di parteciparvi perché “il sacrificio eucaristico è il rinnova-mento del sacrificio della croce. Come sulla croce tutti eravamo inseriti in Cristo, così nel sa-crificio eucaristico siamo tutti immolati in Cristo e con Cri-sto” (Sant’Alberto Hurtado).

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Il 16 ottobre 1945, 42 paesi si riuni-rono in Quebec (Canada) per crea-

re l’Organizzazione dell’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO). Nel far questo, compirono un altro passo importante nell’incessante lotta dell’uomo contro la fame e la mal-nutrizione. Infatti, con la creazione del-la FAO, si dotarono, e dotarono le mol-te altre nazioni che sarebbero successi-vamente entrate nell’Organizzazione, di un meccanismo tramite il quale i Paesi membri della FAO avrebbero potuto affrontare una serie di problemi che sono fonte di grande preoccupazione per tutti i paesi e tutti i popoli. Così, la FAO fu fondata nel 1943 a Hot Springs (USA) durante la Conferenza ONU sull’alimentazione e l’agricoltura, e venne formalmente istituita nel corso della Prima sessione della Conferenza della FAO, te-nutasi in Quebec, Canada, nel 1945 – maggiori infor-mazioni sulle origini della FAO sono disponibili qui Il 16 ottobre di ogni anno la FAO celebra la Gior-nata mondiale dell'alimentazione per commemora-re l'anniversario della sua fondazione, avvenuta il 16 ottobre 1945. Gli obiettivi della GMA sono i seguenti: • sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema

della fame nel mondo; • stimolare l'attenzione per la produzione alimentare

agricola e gli sforzi nazionali, bilaterali, multilate-rali e non governativi diretti a tale scopo;

• promuovere il trasferimento di conoscenze tecni-che ai paesi in via di sviluppo;

• rafforzare la solidarietà internazionale e nazionale nella lotta contro la fame, la malnutrizione e la povertà, ed attirare l'attenzione sui risultati ottenu-ti nello sviluppo alimentare ed agricolo;

• incoraggiare la partecipazione delle popolazioni rurali, in particolare le donne e le categorie meno favorite, ai processi decisionali ed alle attività che influenzano le loro condizioni di vita.;

• incoraggiare la cooperazione economica e tecnica tra i paesi in via di sviluppo.

Alimentazione. Ogni anno si buttano via 1,3 mld di cibo.

In pratica si spreca un terzo di tutto il cibo pro-dotto è quanto servirebbe a nutrire quasi 1 mld

di persone che soffrono la fame. Tradotte in denaro le perdite ammontano a quasi 680 mld di dollari nei pae-si industrializzati e a circa 310 mld di dollari per quel-li in via di sviluppo. “Dello spreco alimentare se ne parla sempre di più ma

forse si fa sempre di meno”, denunciano

la Fao. Secondo il rappor-to dell’Organizzazione ogni anno nel mondo si buttano via 1,3 miliardi di tonnellate di avanzi, pari a un terzo di tutto il cibo

prodotto: quattro volte quanto servi-rebbe a nutrire quasi un miliardo di persone che soffrono la fame. Tradot-te in denaro le perdite ammontano a quasi 680 miliardi di dollari nei paesi industrializzati e a circa 310 miliardi

di dollari per quelli in via di sviluppo. “Quindi di fronte a chi non ha di che nutrirsi, c’è chi può per-mettersi di sprecare ogni giorno una quantità im-pressionante di cibo”. Non solo. C’è un peso am-bientale in quello che spre-chiamo, che dipende sia da quanto sprechiamo, sia da cosa sprechiamo. Infatti ogni alimento ha una pro-pria impronta ambientale che dipende dalla sua filiera di produzione: lo spreco di 1 kg di carne "costa" all’ambiente 10 volte la quan-tità di gas serra e di azoto reattivo richiesti da 1 kg di pasta. Lo spreco di 1 kg di manzo utilizza invano 594 litri di acqua blu a fronte dei 15 litri per lo stesso quantitativo di pasta. Pertanto, anche se i cereali rap-presentano il 35% della massa di cibo tipicamente sprecato, mentre la carne, alimento più caro e pregia-to, ne rappresenta il 12%, i loro impatti ambientali sono comunque elevati. Il rapporto Food Wastage Footprint: Impacts on Natu-ral Resources è il primo studio che analizza l’impatto delle perdite alimentari dal punto di vista ambientale, esaminando specificamente le conseguenze che esse hanno per il clima, per le risorse idriche, per l’utilizzo del territorio e per la biodiversità.

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La Giornata mondiale del rifiuto della mise-ria fu celebrata per la prima volta il 17 ot-

tobre 1987 Il cuore del messaggio della Giornata è racchiuso in queste parole di padre Wresinski: Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell'uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro. 12345 J78519 W458;<8=; (1917-1988) All' origine di questa Giornata: un uomo che ha vissuto l' estrema povertà. Nato da padre polacco e madre spagnola, il 12 febba-rio 1917, il bambino Joseph crebbe in un quartiere molto povero a Angers, Francia. E' ordinato sacerdote il 29 giugno 1946, a Soisson. Curato nella parrocchia operaia e rurale, per dieci anni, nel dipartimento di Aisne, il suo vescovo gli propone nel 1956 di raggiun-gere un campo di senza tetto, a Noisy-le -Grand (nella regione parigina). Il 14 luglio 1956, raggiunge le 252 famiglie riunite nel campo dei senza alloggio. Prova un vero choc. “Quel giorno li' sono caduto in disgra-zia”, scriverà più tardi. D'ora in poi, consacrerà tutte le sue forze a far conoscere questo popolo che fa que-stua di dignità, un popolo con un pensiero ed una esperienza unica, indispensabili alla società. “Sono stato ossessionato dall' idea che mai queste fami-glie sarebbero uscite dalla miseria anche per molto tempo, se non sarebbero state accolte nel loro in-sieme, in qualità di popolo, laddove gli altri uomini discutevano. Mi sono promesso che se fossi rima-sto, avrei fatto in modo che queste famiglie potes-sero salire i gradini del Vaticano, dell' Eliseo, dell' ONU...” A Noisy le Grand, proporrà alle famiglie di creare un giardino per bambini ed una biblioteca. “Non é di tanto cibo, di vestiti che questa gente aveva bisogno, ma di dignità, di non dipende-re più dal ben volere altrui”. Una cappella, un ate-lier per giovani ed adulti, una lavenderia, un salone di bellezza per le donne, dovranno esser realizzati poco a poco. Con le famiglie che vivono a Noisy le Grand, padre Joseph Wresinski, creerà un' associazione che diventerà “ Aide à Toute Détresse” (ATD) - cioé aiuto

a tutta la miseria-. Una certezza anima padre Joseph: ”La miseria é opera de-gli uomini, solo gli uomini posso distruggerla”. Uomini e donne di tutti gli orizzonti li raggiunsero lentamen-te. Alcuni, venendo da numerosi paesi, scelsero di impegnare il

loro futuro con i più poveri. Cosi' nasce il volontariato permanente del Mouvement ATD Quart Mon-de (Movimento ATD Quarto Mondo). Membro del Consiglio economico e sociale del-la Repubblica Francese dal 1979, padre Wresinki redi-gerà un Rapporto che avrà importanti ripercussioni sociali e politiche attraverso l' Europa e nel mondo. Intitolato "Grande pauvreté et précarité économique et sociale" (Grande povertà e precarietà economica e sociale), questo rapporto fu adottato l' 11 febbario 1987 . Per la prima volta, il popolo del Quarto Mondo si esprime ufficialmente attraverso la voce di uno dei suoi. Il Rapporto riconobbe la miseria come violazio-ne dei diritti umani. Fu proclamato che non era possi-bile sopprimere l' estrema povertà senza associare di primo acchito i più poveri come interlocutori. Qualche mese dopo, il 17 ottobre 1987, a Parigi, rispondendo all' appello di padre Wresinski, più di 100.000 persone espressero la necessità di unirsi per far rispettare i diritti dell' uomo, riunendosi attorno al Sagrato del Trocadero, nel luogo dove fu firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti dell' Uomo. In questa occasione , fu incisa una lapide, la quale af-

ferma che i più poveri sono i creatori di un' umanità fraterna. Vi si puo' leggere l' appello di padre Joseph: ”LADDOVE GLI UOMINI SONO CONDAN-NATI A VIVERE NELLA MISERIA, I DIRIT-TI DELL’UOMO SONO VIOLATI. UNIRSI PER FARLI RISPETTARE E’ UN DOVERE SACRO.” Questo raduno ha istituito il 17 ottobre, Gior-

nata Mondiale del Rifuto della Miseria. Tale Giornata é stata riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite il 22 dicembre 1992. Il 14 febbraio 1988, padre Joseph Wresinski muo-re. E' inumato a Méry-sur-Oise (Val d'Oise, Fran-cia), dove si trova il centro internazionale del Movi-mento ATD Quart Monde. Il suo nome é legato ormai alla liberazione dei più poveri, di cui, durante tutta la sua vita, é stato un auten-tico rappresentante. Il Centro Internazionale Joseph Wresinski di Baillet-en- France (Val d' Oise) riunisce tutte le sue pubblica-zioni e gli scritti e contribuisce a espan-dere il suo messaggio in tutto il mondo.

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Vice brigadiere dei Carabinie-ri (Napoli, 17 ottobre 1920 - Torre di Palidoro, Roma, 23 settembre 1943) Medaglia d'Oro al V.M. - Ar-ruolatosi volontario nell'Arma dei Ca-rabinieri il 15 agosto 1939, divenne ca-rabiniere il 15 gennaio 1940. Il 28 otto-bre dello stesso anno venne mobilitato con la 608a Sezione Carabinieri e sbar-cò a Tripoli il 23 novembre successivo. Tornato in Patria, dal 13 settembre 1942 fu aggregato alla Scuola Centrale Carabinieri di Firenze per frequentarvi il corso accelerato per la promozione a vice brigadiere, grado che conseguì il 15 dicembre successivo. Una settimana dopo venne destinato alla stazione di Torrimpietra, una borgata a 30 km. da Roma. Il 23 settembre 1943, è scritto nel suo foglio matrico-lare, venne fucilato dai tedeschi in località Torre di Palidoro. Tale nuda annotazione va riferita ad uno degli episodi più eroici offerti da un carabiniere nel corso della storia dell'Arma.

Dopo l' 8 settembre del 1943, un reparto di SS si era installato in una caserma abbandonata della Guardia di Finanza sita nella Torre di Palidoro, presso la località di Torrimpietra. In tale caserma, la sera del 22 set-tembre, alcuni soldati tedeschi, rovistando in una cassa, provo-carono lo scoppio di una bomba a mano: uno dei militari rimase ucciso e altri due furono gravemente feriti. L'episodio, del tutto for-tuito, fu attribuito dai tedeschi ad un attentato dei partigiani. La mattina dopo, il comandante del reparto tede-sco, recatosi nella Stazione di Torrimpietra per cercare il comandante della locale stazione dei Carabinieri, vi trovò il vice brigadiere D'Acquisto, al quale ordinò di individuare i responsabili dell'accaduto. Il giovane sottufficiale tentò senza alcun risultato di convincerlo che si era trattato solo di un tragico incidente. L'ufficiale tedesco fu irremovibile e promise una rappresaglia esemplare. Poco dopo, Torrimpietra fu circondata e 22 citta-

dini innocenti furono rastrellati, caricati su un camion e trasportati presso la Torre di Palidoro. Il vice brigadiere Salvo D'Acquisto, resosi conto che stava per accadere l'irreparabile, affrontò una seconda volta il comandante

delle SS, nel tentativo di ri-condurlo ad una valutazione oggettiva dell'accaduto. La risposta fu: "Trovate i colpe-voli"! Alle rimostranze del giovane sottufficiale, l'uffi-ciale nazista reagì in modo spietato. Gli ostaggi furono costretti a scavarsi una fossa comune, alcuni con le pale, altri a mani nude. Visto questo gesto Salvo D'Acquisto si autoaccusò co-me responsabile dell'attentato e chiese che gli ostaggi fosse-ro liberati.

Subito dopo la liberazione degli ostaggi, il vice brigadiere venne freddato da una scarica del plo-tone d'esecuzione nazista. Aveva ventitre anni.

Alla Memoria del vice brigadiere Salvo D'Acquisto il Luogo-tenente Generale del Regno, con Decreto Motu Proprio del 25 febbraio 1945, conferì la Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: "Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara

rappresaglia, erano stati condotti dalle orde nazi-ste 22 ostaggi civili del territorio della sua stazio-ne, non esitava a dichiararsi unico responsabile d'un presunto attentato contro le forze armate te-

desche. Affrontava così da solo, impavido, la morte imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina inde-lebile di purissimo eroismo nella storia glorio-sa dell'Arma". Il 4 novembre 1983, nella sede dell'Ordinaria-to Militare, è stato insediato il Tribunale eccle-siastico per la causa di beatificazione del vice-brigadiere dei Carabinieri Salvo D'Acquisto.

17 Ottobre 1920 nasce

SALVO D’ACQUISTO (Servo di Dio)

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Santa Parasceve la Giovane Eremita Epibatai (Costantinopoli), secolo X La ‘Vita’ di santa Parasceve la Giovane, fu scritta dal metropolita di Mira, Matteo nel XVII secolo, dopo l’ultimo trasferimento delle reliquie in Moldavia nel 1641, sei secoli dopo la morte della santa eremita, quindi bisogna darne il valore relativo a questo lasso di tempo. Parasceve nacque ad Epibatai, centro marittimo, di-stante un giorno di cammino da Costantinopoli; visse e morì molto probabilmente nel secolo X. Appartenenti a nobile famiglia, lei e il fratello Euti-mio, rimasero presto orfani e decisero ambedue di ab-bracciare la vita religiosa; Eutimio per le sue virtù, fu fatto vescovo di Madito e Para-sceve, dopo un certo numero di anni trascorsi in un monastero, si ritirò come eremita in una zo-na desertica, emulando la santa vita delle antiche monache-eremite d’Egitto e della Siria: lunghe preghiere, veglie nottur-ne e frequenti digiuni. Mangiava qualcosa solo il saba-to e la domenica e dormiva sulla nuda terra; ebbe una notte la vi-sione di un angelo, il quale esor-tandola a perseverare nel suo sforzo di vita penitente, le raccomandò comunque di ritornare nel suo luogo natio. Parasceve allora lasciò l’eremo e si recò a Costantino-poli e da pellegrina visitò i santuari, mettendosi sotto la protezione della Vergine nella chiesa di Blacherne; poi si ritirò ad Epibatai, dove continuò nelle pratiche di penitenza, mortificazione e preghiera, per il resto della sua vita; quando morì fu sepolta da gente che nemmeno la conosceva e il suo ricordo si spense. Ma in epoca successiva, un miracolo riportò a fiorire il suo ricordo; nelle vicinanze di Epibatai, viveva uno stilita, un giorno alcuni marinai, get-tarono ai piedi della sua colonna, il corpo di un loro compagno morto di peste. Il cadavere andò in putrefa-zione, emanando un lezzo così forte, che lo stilita pregò che qualcuno ve-nisse a dargli sepoltura, alcuni uo-mini scavando la fossa, trovarono un corpo sotterrato che emanava un profumo così delicato da superare il puzzo del cadavere dell’appestato. Un certo Giorgio facente parte del gruppo dei seppellitori, la notte ebbe un sogno, in cui gli veniva chiesto di

deporre il corpo ritro-vato in una bara, ri-velandogli anche il nome di Parasceve, nata e cresciuta ad Epibatai. Essa diventò la patro-na della cittadina, anche perché in un altro sogno, avuto da una vicina di Gior-gio, nella stessa not-te, prometteva che avrebbe aiutato tutti coloro che con fede, sarebbero ricorsi a lei. Le reliquie furono portate nella chiesa dei Ss. Aposto-li, dove avvennero molti miracoli; esse superarono la sottrazione di numerose reliquie da Costantinopoli, da parte dei conquistatori Franchi, che nel 1204 le porta-

vano in Occidente. Ma nel 1230-31 il corpo di santa Parasceve fu ceduto dall’impe-ratore latino di Costantinopoli al re conquistatore bulgaro Gio-vanni II Asen che lo trasportò a Turnovo in Bulgaria, dove ac-colto con solennità dal patriarca Basilio, fu deposto nella basilica del palazzo imperiale. Quando nel 1393 i Turchi s’im-padronirono di Turnovo, allora capitale della Bulgaria, le reli-quie furono trasferite a Belgra-

do, dove rimasero fino al 1521, quando la città venne conquistata da Solimano il Magnifico. Saputo della grande venerazione che i cristiani portavano a quelle reliquie, il sultano le inviò a Costantinopoli, dove il patriarca le fece deporre nella chiesa della Pammacari-stos. Ma anche qui non durò a lungo il riposo delle reliquie, quando nel 1586 Murad III tolse ai cristiani il santua-rio, esse con altre reliquie furono portate nella chiesa di S. Demetrio Kanabu e poi a S. Giorgio del Phanar nel 1612 e finalmente nel 1641 giunsero a Jasi in Mol-

davia, dove si trovano tutto-ra. Dopo la traslazione a Turno-vo la santa con il nome di Petka o Petnica ebbe grande popolarità tra il popolo bul-garo e ben presto divenne Patrona nazionale; del resto ella ha avuto sempre un culto particolare presso i popoli slavi balcanici, anche perché si credeva che i suoi genitori fossero slavi.

Iasi: Pellegrini in fila per la Sfta Parascheva

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La fortuna di non avere un computer Un disoccupato sta cercando lavoro co-me uomo delle puli-zie alla Microsoft. L'addetto del dipar-timento del persona-le per valutarlo gli fa scopare il pavimen-to, poi lo intervista e alla fine gli dice:

"Sei assunto, dammi il tuo indirizzo di e-mail, così ti mando un modulo da riempire insieme al luogo e alla data in cui ti dovrai presentare per iniziare." L'uomo, sbigottito, risponde che non ha il com-puter, né tanto meno la posta elettronica. Il tipo gli risponde che se non ha un indirizzo e-mail significa che virtualmente non esiste e quindi non gli possono dare il lavoro. L'uomo esce disperato, senza sapere cosa fare e con solo 10 dollari in tasca. Decide allora di andare al supermercato e com-prare una cassa di dieci chili di pomodori. Vendendo porta a porta i pomodori in meno di due ore riesce a raddoppiare il capitale e ripetendo l'operazione si ritrova con centosessanta dollari. A quel punto realizza che può sopravvivere in quella maniera, parte ogni mattina più presto da casa e rientra sempre più tardi la sera e ogni giorno rad-doppia o triplica il capitale. In poco tempo si compra un carretto, poi un camion e in un batter d'occhio si ritrova con una pic-cola flotta di veicoli per le consegne. Nel giro di cinque anni il tipo è proprietario di una delle più grandi catene di negozi di alimentari degli Stati Uniti. Allora pensa al futuro e decide di stipulare una polizza sulla vita per lui e la sua famiglia. Contatta un assicuratore, sceglie un piano pre-videnziale e quando alla fine della discussione l'assi-curatore gli chiede l'indirizzo e-mail per mandargli la proposta. Lui risponde che non ha né computer né e-mail. "Curioso - osserva l'assicuratore - avete costrui-to un impero e non avete una e-mail, im-maginate cosa sareste se aveste avuto un computer!". L'uomo riflette e ri-sponde: "Sarei l'uomo delle pulizie della Mi-crosoft"

Il pacchetto dei biscotti

Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, deci-se di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedet-te nella sala VIP per stare più tranquilla. Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'al-tro lato un signore che stava leggendo il giorna-le. Quando lei cominciò a prendere il primo bi-scotto, anche l'uomo ne prese uno; lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a legge-re il suo libro. Tra sé pensò: "Ma tu guarda, se solo avessi un po' più di coraggio gli avrei già dato un pugno...". Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei, senza fare un minimo cen-no ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò: "Ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!". L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà! "Ah!, questo è troppo"; pensò e co-minciò a sbuffare indi-gnata, si prese le sue cose, il libro, la sua borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa. Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione ed evitare altri dispiaceri. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno. Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quel uomo seduto accanto a lei che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore, al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell'orgo-glio. Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i biscotti di un altro senza sa-perlo? Prima di arrivare ad una conclusione af-frettata e prima di pensare male delle persone, guarda attentamente le cose, molto spesso non sono come sembrano!

Piccole storie Piccole storie Piccole storie Piccole storie per riflettereper riflettereper riflettereper riflettere

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S ono state dette molte cose sui Monti Occi-dentali, però le parole non potranno mai

descrivere la bellezza di questa zona. Sita nella parte occidentale del paese, la zona è una delle più importanti in Romania, come fenomeni carsici. Ci sono le più numerose grotte e inoltre la cosiddet-ta Ţara Moţilor, cioè la Contrada della gente dei

Monti Occidentali, è una delle più interessanti zone in Romania, dal punto di vista etnografico. Inol-tre, grazie alla bellezza del paesaggio, la zona rappresenta una delle maggiori atrattive turistiche della Romania Occidentale. Tutto ciò ha determinato la creazione di un’area protetta di 76 mila ettari – il Parco Naturale dei Monti Occidentali. IO P9;2QQ;2;7 SQR4;S7242 è uno dei più impressionanti obiettivi turistici di questo tipo in Romania. Si tratta di un blocco di ghiaccio fossile sito all’ingresso di una grotta discen-dente. Le r icerche recenti hanno dimostrato che è il più antico blocco di ghiaccio fossile in Europa. Alle ricerche hanno partecipato scien-ziati dalla Romania e da prestigiosi istituti euro-pei. D’altra parte, come obiettivo turistico, esso attira ogni anno un numero importante di visitato-ri, che col pagare i biglietti d’ingresso nella grotta contribuiscono allo sviluppo della comunità loca-le, soprattutto del villaggio di Gârda, che gestisce questo fenomeno carsico. È un obiettivo allestito al 100%, dall’ingresso fi-no all’ultima zona visitabile della grotta ed offre tutte le condizioni di sicurezza ai visitatori. Sempre tra gli obiettivi turistici di importanza geologica andrebbe ricordata la Grotta degli Orsi, la più dotata grotta visitabile di Romania. Qui il numero annuo di visitator i ammonta a circa 80 mila. È una cifra impressionante.”

Molti fenomeni carsici presenti nel Parco Naturale dei Monti Occidentali sono ancora inaccessibili al pubblico. I più spet-tacolari e interessanti si stendono, totalmen-te o parzialmente, sul verticale, e ci vuole addestramento ed equipaggiamento per visitarli. Tra questi si annovera anche la più profonda avena in Romania, l’avena Vecini, che vanta una profondità di quasi settecento metri.

UN GHIACCIAIO UN GHIACCIAIO UN GHIACCIAIO UN GHIACCIAIO

SOTTERRANEOSOTTERRANEOSOTTERRANEOSOTTERRANEO

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ADESTE n°41/ ANNO 4°-11.10.2015

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C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore no-stro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spi-rito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Fratelli e sorelle, per celebra-re degnamente i santi misteri, ri-conosciamo i nostri peccati. Breve pausa di riflessione C. Nel giorno in cui celebriamo la vittoria di Cristo sul peccato e sul-la morte, anche noi siamo chiama-ti a morire al peccato per risorge-re alla vita nuova. Riconosciamoci bisognosi della misericordia del Padre. C.A. CONFESSO a Dio onnipo-tente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, paro-le, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandis-sima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli an-geli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eter-na. A. Amen. GLORIA A DIO NELL’ALTO CIELI e pace in terra agli uomi-ni di buona volontà. Noi ti lodia-mo, ti benediciamo, ti adoria-mo, ti glorifichiamo, ti rendia-mo grazie per la tua gloria im-mensa, Signore Dio, Re del cie-lo, Dio Padre onnipotente. Si-gnore Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre, tu che to-gli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i pecca-ti del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla de-stra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Ge-sù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. O Dio, nostro Padre, che scruti i sentimenti e i pensieri dell'uo-mo, non c'è creatura che possa nascondersi davanti a te; penetra nei nostri cuori con la spada della

tua parola, perché alla luce della tua sapienza possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventa-re liberi e poveri per il tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e re-gna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal libro della Sapienza Pregai e mi fu elargita la pruden-za, implorai e venne in me lo spi-rito di sapienza. La preferii a scet-tri e a troni, stimai un nulla la ric-chezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento. L’ho ama-ta più della salute e della bellez-za, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta. Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ric-chezza incalcolabile. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE

R. Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre. Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi! R/. Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai af-flitti, per gli anni in cui abbiamo visto il male. R/. Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e il tuo splendore ai lo-ro figli. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi sal-da per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda. R/.

Seconda Lettura Dalla lettera agli Ebrei La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a dop-pio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i senti-menti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascon-dersi davanti a Dio, ma tutto è nu-do e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto. Parola di Dio.

A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo

R. Alleluia, alleluia. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. R. Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo Marco A. Gloria a te o Signore. + In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli do-mandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessu-no è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulte-rio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo pa-dre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovi-nezza». Allora Gesù fissò lo sguar-do su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, ven-di quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi di-scepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I di-scepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è diffici-le entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, an-cora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, dis-se: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dir-gli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lascia-to casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tem-po, cento volte tanto in case e fra-telli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che ver-rà».Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti)

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: Sap 7,7-11 Sal 89 Eb 4,12-13 Mc 10,17-30

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Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose vi-sibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, uni-genito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra sal-vezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergi-ne Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il ter-zo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signo-re e dà la vita, e procede dal Pa-dre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei pro-feti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdo-no dei peccati. Aspetto la risur-rezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI

C. La Parola di Dio ci stimola a riflettere sulle nostre abitudini e sicurezze e a non confidare sol-tanto nei beni materiali. Preghia-mo perché il nostro cuore sia sempre aperto alla parola di Dio e disponibile ad affidarsi a Lui. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Per i pastori, i vescovi e i sacerdoti: sappiano dare un esempio concreto di distacco dai beni materiali, scegliendo la via della povertà, preghiamo. 2. Per il mondo ricco e indu-strializzato, perché le nuove poli-tiche non spingano soltanto alla difesa dei propri interessi e confi-ni, ma sappiano invece valorizza-re e stimolare l'economia e lo svi-luppo dei Paesi più poveri, pre-ghiamo. 3. Per coloro che in questo tempo di crisi hanno serie diffi-coltà economiche, perché trovino persone di buona volontà che dia-no loro idee, energie e stimoli per superare le ristrettezze e la povertà, preghiamo. 4. Per la nostra comunità cristiana, perché sappia organiz-zarsi con gesti concreti di solida-

rietà verso i fratelli e le sorelle in difficoltà, a cui manca un posto di lavoro o la possibilità di vivere con dignità, preghiamo. C. O Padre, spesso siamo ten-tati dalle cose materiali e faccia-mo fatica ad affermare i valori ve-ri: l'onestà, la generosità, l'amore verso i piccoli e verso Dio, più preziosi di ogni altra cosa. Donaci la forza di essere cristiani sinceri e uomini coerenti. Per Cristo no-stro Signore. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chie-sa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. Accogli, Signore, le nostre offerte e preghiere, e fa' che que-sto santo sacrificio, espressione perfetta della nostra fede, ci apra il passaggio alla gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l'inno di benedizione e di lo-de, Dio onnipotente ed eterno, dal quale tutto l'universo riceve esistenza, energia e vita. Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra é un dono sempre nuo-vo del tuo amore per noi, e un pe-gno della vita immortale, poiché possediamo fin da ora le primizie del tuo Spirito, nel quale hai risu-scitato Gesù Cristo dai morti e viviamo nell'attesa che si compia la beata speranza nella Pasqua eterna del tuo regno. Per questo mistero di salvezza, insieme agli angeli e ai santi, proclamiamo a una sola voce l'inno della tua glo-ria: Santo, Santo, Santo…... DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta.. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA

C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, ven-ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la poten-za e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE

C La comunione a questo sa-cramento sazi la nostra fame e sete di te, o Padre, e ci trasformi nel Cristo tuo Figlio. Egli vive e regna, nei secoli dei secoli. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Poli-meni, Tel:0770953530

mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 9,30, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected]

Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C6�7: Chiesa romano-cattolica dei Pia-risti. Strada Universitatii nr. 5, conosciu-ta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A69� I�6+�: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* T+;+�<���: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

*°*

Colombo scopre l’America: venerdì 12 ottobre 1492 (522 anni fa)

U na data che cambiò la storia. Dopo aver navigato per circa 33 giorni (e dopo aver sostato un mese all'isola di La Gomera, per riparazioni alle imbar-

cazioni) e convinto di fare rotta verso le Indie, Cristoforo Colomboapprodò in un nuovo continente che più tardi prese il nome diAmerica, in onore di Amerigo Vespucci. In questa data il navigatore genovese, partito da Pa-los il 3 agosto del 1492 con tre caravelle (Nina, Pinta e Santa Maria), non toccò precisamente la parte continen-tale ma un'isola dell'attuale America Centrale, che lui stesso battezzò San Salvador. La nuova terra fu avvistata dal marinaio Rodrigo de Triana verso le 2 di notte ma per lo sbarco si aspettò dopo l’alba. In questo primo viaggio toccò anche le coste di Cuba e Haiti. Accolto con tutti gli onori al ritorno in Spagna, Colombo compì altri tre viaggi verso le Americhe ma con meno risultati del primo, finendo in rovina e perdendo la considerazione dei reali di Spagna, Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia, che avevano finanziato la sua impresa. Questa data viene comunemente fatta coincidere con la scoperta dell’America e celebrata dal 1869 nella ricorrenza del Columbus Day, che cade il secondo lunedì di ottobre. Istituita come festa nazionale dal Presidente Roosevelt, il Columbus Day è molto sentito dagli italoamericani, orgogliosi del fatto che sia stato un italiano a scoprire il continente americano.

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.11DOM.11DOM.11DOM.11 S. Giovanni XXIIIS. Giovanni XXIIIS. Giovanni XXIIIS. Giovanni XXIII

LUN. 12LUN. 12LUN. 12LUN. 12 S. SrafinoS. SrafinoS. SrafinoS. Srafino

MART.13MART.13MART.13MART.13 S. RomoloS. RomoloS. RomoloS. Romolo

MERC.14MERC.14MERC.14MERC.14 S. Callisto I PapaS. Callisto I PapaS. Callisto I PapaS. Callisto I Papa

GIOV.15GIOV.15GIOV.15GIOV.15 S. Teresa d’AvilaS. Teresa d’AvilaS. Teresa d’AvilaS. Teresa d’Avila

VEN.16 VEN.16 VEN.16 VEN.16 S. Margherita M.AlaquoqueS. Margherita M.AlaquoqueS. Margherita M.AlaquoqueS. Margherita M.Alaquoque

SAB. 17SAB. 17SAB. 17SAB. 17 S. Ignazio di AntiochiaS. Ignazio di AntiochiaS. Ignazio di AntiochiaS. Ignazio di Antiochia