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AAAA ndrea Apostolo, nacque a Betsaida sulle rive del Lago omoni-mo in Galilea nel 6

A.C.. Tra gli apostoli è il primo che incontriamo nei Vangeli: il pesca-tore Andrea. Il Vangelo di Giovan-ni ce lo mostra con un amico men-tre segue la predicazione del Batti-sta; il quale, vedendo passare Gesù da lui battezzato il giorno prima, esclama: “Ecco l’agnello di Dio!”. Parole che immediatamente spin-gono Andrea e il suo amico verso Gesù: lo raggiungono, gli parlano e Andrea corre poi a informare il fra-tello: “Abbiamo trovato il Mes-sia!”. Poco dopo, ecco pure Simone davanti a Gesù; il quale fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni: ti chia-merai Cefa”. Questa è la presentazione. Poi viene la chiamata. I due fratelli sono tornati al loro lavoro di pescatori sul “Mare di Galilea”: ma lasciano tutto di colpo quando arriva Gesù e dice: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini. Dopo la passione e la risurrezione, Andrea andò a predicare la fede cristiana nella provincia che gli era toccata in sorte, la Scizia d'Europa, l’attuale Ucraina; quindi percorse l'Epiro e la Tracia e con la predica-zione e i miracoli convertì a Gesù Cristo una moltitu-dine innumerevole. Giunto a Patrasso, città dell'A-caia, fece abbracciare a molti la verità del Vangelo e non esitò a riprendere coraggiosamente il proconsole Egea, che resisteva alla predicazione evangelica, rim-proverandogli di voler essere il giudice degli uomini, mentre i demoni lo ingannavano fino a fargli misco-noscere il Cristo Dio, Giudice di tutti gli uomini. Egea adirato gli disse di smettere di esaltare il Cristo che, nonostante i buoni propositi dei sui atti non riu-scì ad evitare la crocifissione dei Giudei. Andrea non curante delle parole di Egea continuava a predicare che Gesù Cristo si era Lui stesso offerto alla Croce, per la salvezza del genere umano, Egea lo interrompe con un discorso empio e lo avverte di pensare alla sua salvezza, invitandolo a riconoscere gli dei offren-do loro dei sacrifici. Andrea gli disse: “Per me, c'è un Dio onnipotente, solo e vero Dio, al quale sacrifico tutti i giorni, non già le carni dei tori né il sangue dei capri, ma l'Agnello senza macchia immolato sull'alta-re; e tutto il popolo partecipa alla sua carne e l'Agnel-lo che è sacrificato rimane integro e pieno di vi-ta”. Egea, fuori di sé dalla collera, lo fece gettare in prigione. Il popolo ne avrebbe facilmente tratto fuori il suo Apostolo se quest'ultimo non avesse calmato la folla, scongiurandola di non impedirgli di giungere alla corona del martirio. Poco dopo, condotto davanti al tribunale, Andrea continuava ad esaltare il mistero della Croce e rim-

proverava ancora al Proconsole la sua empietà, Egea esasperato ordinò che lo si mettesse in croce, per far-

gli imitare la morte di Cristo. Fu allo-ra che, giunto sul luogo del martirio e vedendo la croce, Andrea esclamò da lontano: “O buona Croce che hai trat-to la tua gloria dalle membra del Si-gnore, Croce lungamente bramata, ardentemente amata, cercata senza posa e finalmente preparata ai miei ardenti desideri, toglimi di mezzo agli uomini e restituiscimi al mio Signore affinché per te mi riceva Colui che per te mi ha riscattato”. Fu dunque infisso alla croce, sulla quale rimase vivo per tre giorni, senza cessar di predicare la fede di Gesù Cristo e pas-sò così a Colui del quale si era augu-rato di imitare la morte. Andrea morì il 30 Novembre del 64 D.C. I Sacerdoti e i Diaconi dell'A-

caia, che hanno scritto la sua Passione, attestano che hanno visto e sentito tutte quelle cose co-sì come le hanno narrate. Le sue ossa furono trasportate e custodite a Costanti-nopoli, sotto l'impe-ratore Costanzo. Nel 1204 fu indetta la IV Crociata e il car-dinale Pietro Capua-no, che seguiva Pa-pa Innocenzo III in qualità di legato, accarezzò l’idea di fare dono alla sua città di origine, Amalfi, delle Reliquie dell’apo-stolo Andrea, custodite nella basilica costantiniana dei Santi Apostoli. Tutte le reliquie conosciute attribuite a Sant'Andrea sono dislocate in alcuni punti fondamen-tali della sua venerazione: nella Basilica di Sant'An-drea a Patrasso, in Grecia, nel Duomo di Sant'Andrea di Amalfi, nella Cattedrale di Santa Maria a Edin-burgo, in Scozia e nella Chiesa di Sant'Andrea e Sant'Alberto a Varsavia in Polonia. Andrea è Santo Patrono in Scozia, in Russia, in Romania, in Grecia, a Luqa (Malta) ad Amalfi. Nella sua fatica apostolica il Santo portò e diffuse la fede di Cristo in molteplici parti del mondo. Sono molte infatti le testimonianze ed i centri di devozione al Santo: da Amalfi, con la venerazione delle reliquie preso l’omonima Cattedrale, alla Romania dove An-drea pellegrino diffuse instancabilmente la fede. In Scozia dove, alla metà del secolo X, Andrea di-venne il Santo Patrono ed una testimonianza di devo-zione al santo è presente nella bandiera nazionale scozzese con la croce

La vita di S.Andrea apostolo, patrono

di Romania

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I l 1 dicembre del 1918, la Transilvania si univa con il Regno di Romania, dopo l’Assemblea dei 1228 delegati riuniti ad Alba-Iulia (città nel centro

del Paese) che si pronunciarono per l’unificazione, e così si concludeva praticamente il processo di unione delle province storiche abitate da una maggioranza romena.

Dal 1990, dopo il crollo della dittatura comunista, il 1 Dicembre è stata celebrata la Festa Nazionale del-la Romania. L’atto politico è stato il risul-tato della politica estera ro-mena e della partecipazione della Romania alla Prima Guerra Mondiale, tra il 1916 e il 1918, accanto alla Fran-cia, Inghilterra, Russia e agli Stati Uniti. Nel contesto dello smembramento degli imperi multinazionali, ottomano e asburgico, della rivoluzione bolscevica in Russia e della proclamazione del presidente statunitense Tho-mas Woodrow Wilson sui diritti delle nazioni, sulle rovine di questi imperi nacquero nuovi stati nazionali. “Avevamo ormai quello che fu chiamato la Grande Romania. Un paese che aveva più che raddoppiato la sua superficie e popolazione e che includeva la mag-gioranza dei parlanti di lingua romena”, ricordava lo storico Neagu Djuvara. È vero, il territorio e la popola-zione della Romania raddoppiarono in seguito all’u-nione delle province storiche fino a 300 mila km qua-dri e oltre 14 milioni di abitanti. Gli etnici romeni re-stavano decisamente maggioritari- il 72% del totale della popolazione- mentre fra le comunità minoritarie, stabilite, nel frattempo, nelle province annesse di re-cente, le più numerose erano quella dei magiari- circa l’8%- quella dei tedeschi- il 4%- e quella degli ebrei- sempre il 4%. I momenti storici più rilevanti fino al 1918 furono l’u-nione del 1859 degli stati feudali Moldova e Valac-chia, diventati Principati, l’indipendenza della Roma-nia conseguita in seguito alla guerra del 1877-1878 e la sua trasformazione, nel 1881, in Regno. Dopo l’U-nione del 1918- evento definito, nella storiografia dell’epoca, ora astrale della Romania- lo stato naziona-le unitario subì importanti perdite territoriali in seguito alla Seconda Guerra Mondiale. Nel 1940, all’inizio della nuova conflagrazione mondiale e dopo che le sue alleanze tradizionali con le democrazie occidentali, Francia e Gran Bretagna, diventarono caduche, la Ro-mania fu costretta, sotto la pressione simultanea della Berlino nazista e della Mosca stalinista, ma anche a causa delle proprie debolezze, a cedere ai suoi vicini, in parte definitivamente, circa un terzo del suo territo-rio nazionale. Seguirono 4 anni di guerra e quasi metà secolo di dittatura comunista, i cui orrori oscurarono il momento di grazia della Grande Unione. (Cultura ro-mena 1.12.2010)

LaLaLaLa notte di Sant’Andreanotte di Sant’Andreanotte di Sant’Andreanotte di Sant’Andrea, più precisamente la notte tra il 29 Novembre ed il 30, è

quella in cui gli strigoi, i lupi mannari, i morti viventi e gli spiriti che si sono persi hanno il diritto di vagare indisturbati per il mondo. Sant’Andrea è il patrono della Romania, l’apo-stolo che ha portato il cristianesimo nelle terre geto-dace della Dobrogea. La festività a lui dedi-cata cade nello stesso giorno di un’altra festa pre-cristiana dedicata al lupo, che a quei tempi era adulato come una divinità. Per questo, soprattutto nelle zone rurali, esiste-vano e tutt’ora sono conservate una varietà di tradizioni, super-stizioni ed usanze nelle quali il paganesimo si scontra con il cri-stianesimo. Non è un caso, in-fatti, che il giorno di Sant’An-drea sia anche conosciuto come “La giornata del lupo”. Si crede che in quella notte Sant’Andrea, il protettore dei lupi, raccoglie tutti i lupi per distribuire loro il cibo necessario a sopravvivere all’inverno imminente. Nello stesso momento, però, l’apostolo Andrea fortifica i lupi, e li rende un pericolo per gli uo-mini. Secondo le superstizioni degli anziani, per pro-teggersi dai poteri dei lupi e non farli arrivare vicino alle fattore, in questo giorno non ci si do-vrebbe pettinare i capelli, filare, fare pulizie in casa o portare fuori l’immondizia. La notte di Sant’Andrea aiuta inoltre la visione del futuro e la previsione del tempo. In alcune zone della Muntenia c’è l’usanza di seminare del

grano in un piattino. La persona il cui grano crescerà verde e abbon-dante avrà parte di un anno prospe-ro e benefico. Il grano cresciuto pe-rò non va buttato, bensì dato in pa-sto agli uccelli. E se la luna sarà pie-na e il cielo sarà ricoperto di nuvo-le, ci sarà un inverno lungo e rigido.

E poi la tradizione di tenere in casa delle trecce di aglio oppure di strofinare con aglio le porte e le finestre per tenere lontani gli spiriti. Ecco dove Bram Stoker ha attinto per creare il personaggio di fantasia Dracula….

….nella notte del 29-30 Novembre

( S. Andrea)

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Il blitz condotto dalla polizia fran-cese a Saint Denis conta cinque i poliziotti fer iti e la morte di Diesel, una cane pastore belga di sette anni, femmina, specializzato nell’assalto e nella ricerca di esplosivi. Il cane sarebbe stato il pr imo ad entrare nel covo dei sospetti, un appartamento nel quartiere a nord di Parigi, quando all’alba è scattata l’operazione delle teste di cuoio francesi alla ricerca Abdelhamid Abaaoud considerato la mente degli attentati del 13 no-vembre. Il cane poliziotto era certamente una partner straordina-rio, per essere stato impiegato in un’azione di questa de-licatezza e, infatti, ha svolto un ruolo delicatissimo nella prima parte dell’operazione: è stato mandato in avan-scoperta nell’appartamento all’angolo tra rue de la République e rue de Corbillon dove erano asserragliati i terroristi. L’obiettivo era “valutare i pericoli” della situa-zione. Ed o pericoli c’erano, elevatissimi. L’anima-

le sarebbe stato investito dall’esplo-sione provocata dalla donna presente nell’appartamento che si è fatta salta-re in aria quando ha capito che stava per essere catturata. Alcuni agenti hanno raccontato che Diesel si è tra-scinata indietro per morire tra le brac-cia del suo padrone

S i chiama Dobrynia il cane che il ministero dell’Interno russo regale-rà alla Francia dopo la scomparsa di Diesel, il cane di assalto fran-

cese ucciso in occasione del blitz a Saint Denis delle forze speciali francese contro il covo dei terroristi responsabili degli attentati del 13 novembre a

Parigi. "Questo cane sarà regalato alla Francia per testimoniare della nostra solidarietà", scrive su twitter il mi-nistero dell’Interno russo. "Questo piccolo cane -scrive su Facebook il ministero dell’Interno- è un cane di servizio che si chiama Dobrynia. È stato chiamato così in onore dell’eroe russo Dobrynya, che è la personificazione della forza, della bontà, della bravura e dell’altruismo. Questo cane sarà con-segnato alla Francia a testimonianza della solidarietà con il popolo francese e con la polizia francese nell’ambito della lotta contro il terrorismo».

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La prima Chiesa cristiana apparsa sul territorio romeno fu la Chiesa di Sant’Andrea, aposto-lo che convertì al cristianesimo i romeni, adibita in una grotta della regione Dobrugia, nel sud-est della Romania. Attualmente, la chiesetta nella grotta fa parte di un complesso monastico vici-no al fiume Danubio che include anche altre due chiese e più eremi. Si racconta che l’A-postolo Andrea, il primo discepolo di Cristo, giunto in Scizia Minore, sul cui territorio ricade l’odierna Dobrugia, per diffondere la parola del Redento-re, si rifugiò in que-sta zona dalle per-secuzioni dei roma-ni e i sacerdoti del culto locale lo ricevettero a braccia aperte, ospitandolo in questa grotta in cui fu ulteriormente scavata la chiesa a lui dedicata. Dopo aver battezzato i primi cristiani della Dobrugia, parti’ da qui a diffon-dere la parola di Cristo nell’inte-ra Dobrugia e nell’odierna Ucrai-na. Non si sa esattamente come fu scoperta questa grotta, in quanto la Dobrugia fu per quat-tro secoli, fino alla Guerra di In-dipendenza del 1877, sotto do-minio ottomano. Si racconta pe-

rò che nel 1918 un importante avvocato di Co-stanza, capoluo-go dell’omoni-ma provincia della Dobrugia, mentre era in

viaggio nella zona, scopri’ dopo un sogno ricorrente la Grotta di Sant’Andrea e cosi’ fu riportato alla luce il primo altare cristiano sul territorio romeno. L’avvoca-to vi fece costruire alcuni piccoli eremi e con la loro costruzione cominciarono ad arrivare anche i primi monaci che celebravano le messe nella grotta. Durante il periodo comunista, un periodo buio per la chiesa ortodossa, la

chiesetta nella grot-ta fu di-strutta e la grotta fu adoperata dai pastori come ripa-ro per le pecore. Fu dopo il crollo del comuni-smo che

due padri del mona-stero Siha-stria della provincia di Neamt, nel nord del Paese, fece-ro costruire l’attuale complesso monastico, dove viene custodita una barra

con reliquie di Sant’Andrea. Nel-le vicinanze si trova la Sorgente di Sant’Andrea. Secondo la tradi-zione, quando il Santo Apostolo Andrea giunse in queste terre non trovò in nessun posto dell’acqua, e allora colpi’ con il suo bastone nella roccia nel po-sto dove c’è oggi la sorgente e l’acqua cominciò a sgorgare. Non lon-tano dalla grotta in cui fu sca-vata la Chiesa di Sant’An-drea si ve-dono an-cora le tracce delle 9 sorgenti con l’ac-qua delle quali si dice siano stati battezzati i primi cristiani sul ter-ritorio romeno. Ai giorni nostri, la Grotta del Santo Apostolo An-drea è un’importante meta di pellegrinaggio e di turismo reli-gioso in Dobrugia.

LA PRIMA CHIESA LA PRIMA CHIESA LA PRIMA CHIESA LA PRIMA CHIESA

CRISTIANA DI ROMANIACRISTIANA DI ROMANIACRISTIANA DI ROMANIACRISTIANA DI ROMANIA

La Chiesa di S.

Andrea apostolo

in Dobrogia

Grotta di Sant'Andrea Aposotolo Primochiamato (Pestera Sfantului

Andrei), evangelizzatore della Romania, a Ion Corvin (Constanţa)

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I67879 7: 6;<=< 966< :7>;?@7A< Il calendario liturgico è impostato su tre cicli (A.B.C.) Con questa prima dome-nica di Avvento, la liturgia inizia il nuo-vo anno con il ciclo C. l’anno C conosce il mistero incarnazio-nistico salvifico attraverso il Vangelo di San Luca. San Giovanni, che a più ri-prese compare pressocchè nella Liturgia della Parola di tutti e tre gli anni, viene proposto in modo particolare durante il tempo di Passione del Signore.

ANNO LITURGICO “C” MEDITIAMO IL

VANGELO DI LUCA Il Vangelo di Luca è letto in modo conti-nuo nella liturgia domenicale dell’anno C. Ma la sua presenza è rilevante in ogni anno liturgico, sia all’interno della celebrazione eucaristica, nella Liturgia della Parola, sia nella Liturgia delle Ore. Se poi si tiene conto anche degli Atti degli apostoli, è davvero impressionante l’impatto dell’ope-ra lucana nella celebrazione della salvezza e, di conseguenza, nella spiritualità di tutta la chiesa. • CHI È LUCA? Luca era nato ad Antiochia da famiglia pagana, ed esercitava la professione di me-dico. Ad Antiochia, Luca aveva conosciuto Paolo di Tarso, qui condotto da Barnaba per formare alla fede la nuova comunità composta da ebrei e pagani convertiti al cristianesimo. Luca diventa discepolo degli apostoli e Paolo lo cita in alcune sue lette-re, chiamandolo "compagno di lavo-ro" (nella lettera a Filemone, 24) e indican-dolo nella Lettera ai Colossesi 4,14 come "caro medico". Mentre in un duro carcere attende il supplizio, Paolo scrive a Timoteo che tutti ormai lo hanno abbandonato, ec-cetto uno: "solo Luca è con me" (4,11). E questa è l’ultima notizia certa dell’evange-lista. Luca sente parlare per la prima volta di Gesù nel 37 d.C., quindi non ha mai cono-sciuto Gesù se non tramite i racconti degli apostoli e di altri testimoni: tra questi ulti-mi dovette esserci Maria di Nazareth, cioè la madre di Gesù, poiché le informazioni sull'infanzia di Gesù che egli ci riporta so-no troppo specifiche e quasi riservate per poterle considerare acquisite da terze per-sone. Inoltre è l'unico evangelista non ebreo. Il suo emblema era il toro, ovvero il vitello o il bue, secondo varie tradizioni e interpretazioni.

N ella storia dell’uma-nità c’è

stato sempre nel cuore dell’uomo il grande anelito e sogno, spesso irrealizzabile, che potesse arrivare un giorno un Salvatore. Il popolo ebreo aveva identificato questo atteso e sospirato Salvato-re nella figura del Messia. Tardava a venire nel corso dei secoli, ma la speranza, l’attesa era sempre considerata unica ancora di salvez-za.

Seicentocinquanta anni prima di Cristo, Geremia, nato in Anatot a circa cinque chilometri a nord di Gerusalemme, rimasto celibe per ordine di Dio, annunciava alla sua gente, senza specificare il tempo, la venuta di un discendente di Davide, che avrebbe portato gioia e la speranza all’intera umanità.

E la Liturgia ci invita a percorrere questo cammino che ci porterà a rafforzare la nostra fede in Cristo, fatto uomo, nostra salvezza. Ripeteremo insieme, per entrare nello spirito dell’Avvento, il bellis-simo salmo 121:”Andiamo con gioia incontro al Signore… Per i miei fratelli ed i miei amici io dirò: su di te sia pace/ chiederò per te il bene...”. Forse ti domandi: ma cosa devo fare in particolare, per prepa-rarmi al Natale? Io direi che per prima cosa dovremmo mettere un po’ di ordine a tutto quello che trova alloggio nel nostro cuore.

Lo paragono spesso ad un magazzino, un ripostiglio dove si ammas-sano i più disparati oggetti. Il mio Avvento dovrebbe essere riordinare i sentimenti, i possibili risentimenti, i continui mutevoli stati d’animo di fiducia e sfiducia, di speranza e scoraggiamento, di insoddisfazione, del mio ostinato atteggiamento nell’essere sempre dalla parte della ragione, della mia insofferenza verso chi è a capo nel mio lavoro, del non accettare l’u-miliazione nel non venirmi riconosciuti i miei presunti meriti, del disagio che provo addirittura anche nei rapporti con i miei familiari, della mia mancanza completa, insomma, di vera serenità e di un po’ di pace…

Signore mio, ci riuscirò a mettere un po’ di ordine dentro di me? Vorrei riuscire almeno a lasciare un piccolo spazio pulito, sgombro, per farti nascere per Natale nel mio cuore! Questo lo devo fare cominciando subito, perché poi, quando arriva-no le feste anche io verrò inevitabilmente attratto dal folclore, dai regali, dalla ricorrenza che, prevalentemente sarà di cose esteriori, dal consumismo. Se riuscissi, per Natale, ad essere felice non per le cose che passano e terminato il periodo natalizio, risprofondare nella mia solitudine, con i miei problemi insoluti!

Vorrei nello scambio di auguri, trasmettere un sorriso, espressione di un cuore in pace con Te.

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Per salvare il Natale dobbiamo riaprire i vangeli. Si tratta di passare dal Natale finto, festa di com-pleanno senza festeggiato, al Natale vero, attra-verso quel gesto destabilizzante che i Vangeli chiamano conversione. Non viviamo tempi facili, lo scoraggiamento è alle stelle, la violenza pure.

Tra finanziarie, lavori saltuari e una dilagante povertà, tra affetti frantumati e paure di amare rischiamo di crollare e di arrenderci. La paura e l'apatia a volte inquinano le nostre vite e le nostre comunità: sembra prevalere il forte e l'arro-gante, ci sentiamo come pesci fuor d'acqua. E Gesù (tenero!) ci dice: quando accade tutto questo, alzate lo sguardo. Le fatiche e le prove della vita, sembra dirci il Signore, sono lì apposta per farci crescere, possono diventare un tram-polino di lancio, devono aiutarci a conoscere il senso segreto delle cose, il mi-stero nascosto nei secoli. Come il grano caduto in terra feconda la terra, così l'Avvento feconda la nostra vita per sbocciare a Natale in una festa di luce. Ne-cessitiamo, urgentemente, di riappropriarci del Natale. E questo può avvenire soltanto con l'interiorità e la teologia, con la preghiera e la meditazione. Un mese è poco, lo so, ma possiamo farcela. La mission è una sola: vivere il Natale, finalmente, da cattolici. Convertirci, a parti-re da noi stessi, perché a Natale davvero possa ancora nascere Dio nei nostri cuori. (Paolo Curtaz)

17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa 10) Perché andare se non posso fare la Comunione?

In una delle sue catechesi, papa Francesco ci ha ricordato che “sulla mensa c’è una croce, ad indicare che su quell’altare si offre il sacrificio di Cristo: è Lui il cibo spirituale che lì si riceve, sotto i segni del pane e del vino. Accanto alla mensa c’è l’ambone, cioè il luogo da cui si proclama la Parola di Dio: e questo indica che lì ci si raduna per ascoltare il Signo-re che parla mediante le Sacre Scritture, e dunque il cibo che si riceve è anche la sua Parola”.

Ergo, a Messa andiamo anche a nutrirci della Parola di Dio. E a Messa andiamo non solo a ricevere, ma anche a ringraziare Dio. “Eucaristia” significa questo in greco. È il ringraziamento supremo che diamo al Padre per tutto ciò che ci dà, so-prattutto perché ci ha amati tanto da darci suo Figlio per amore. Il desiderio, infine, dilata il cuore. Andiamo a Messa con il desiderio di poter ricevere di nuovo il Signore. Per ora forse non è possibile. Pazienza. Ci si può comunicare spiritualmente e, come dicevamo, nutrirci della Parola che si incarna dentro di noi (che non è cosa da poco!). Quello che è certo è che più dilatiamo il nostro cuore davanti al Signore, più pienamente si realizzerà l’incontro a cui aneliamo. “Può risultare strano che ci esorti a pregare chi conosce le nostre necessità prima che gliele esponiamo, se non comprendiamo che il no-stro Dio e Signore non pretende che gli riveliamo i nostri desideri, perché Egli sicuramente non può non conoscerli, ma vuole che, attraverso la preghiera, aumenti la nostra capacità di desiderare, perché così diventiamo più capaci di ricevere i doni che prepara per noi. I suoi doni, infatti, sono molto grandi, e la nostra capacità di ricevere è piccola e insignificante. Per questo ci viene detto: Dilatate il vostro cuore” (Lettera 130, a Proba).

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cccc HI È MAURICIO MACRÍ - Padre italiano im-prenditore e miliardario, studi in ottime scuole, il

'jet set' di Buenos Aires, gli alti e bassi nelle imprese di famiglia, la politica. A 56 anni, Maurico Macri ag-giunge anche la Casa Rosada alla sua carriera. Laurea

in ingegneria alla Università Cattolica della capitale, Macri è quindi riuscito a battere il rivale Daniel Scioli, mandando a ca-sa, almeno per quattro anni, il peronismo. Un’impresa non facile nel paese di Peron ed Evi-

ta. Nato a Tandil, nel cuore della fertile pampa di Bue-nos Aires, Macri ha due divorzi alle spalle. E’ padre di quattro figli, tra i quali Antonia, avuta quattro anni fa da Julieta Awada, anch’essa di ottima famiglia. I due si sono conosciuti al 'Barrio Parque', il più esclusivo quartiere della capitale. Nell’agosto del 1991 Macri venne preso per strada, infilato in una bara dentro un furgone e rapito. I sequestratori lo tennero nascosto in un appartamento per dodici giorni, fino al pagamento di un riscatto (6 milioni di dollari). Ogni tanto Mauri - molti a Buenos Aires lo chiamano così - parla del ra-pimento, raccontando tra l’altro che veniva alimentato da un tubo. Qualche anno dopo diventa presidente del Boca Juniors, dove rimane per 12 anni vincendo con la squadra 17 titoli. Un trampolino di lancio perfetto per la politica: fonda un par-tito di destra (Proposta Re-pubblicana, Pro) e nel 2007 diventa sindaco di Buenos Aires, rinnovando poi il mandato per altri quattro anni. Incomincia a puntare in modo esplicito alla presi-denza. Qualche mese fa gui-da la nascita della coalizione di 'Cambiemos', con il "suo" Pro a fare da fulcro: l’al-leanza è azzeccata e l’ex ragazzo di buona famiglia del Barrio Parque si lancia nella scalata alla Casa Rosada.

Il primo esempio di emigrazio- ne italiana in Argen-tina risale alla fine del XVIII secolo in cui la presenza di immigrati italiani fu significativa, successivamente dal 1821 alla migrazione di lavoratori si aggiunse quella di esuli politici. Tra il 1830 e il 1853 continuò la migrazione di lavora-tori italiani, tra cui lombardi, piemontesi e special-mente liguri: infatti, la colonia ligure trasse vantaggi economici dalla navigazione clandestina. Ma una vera e propria emigrazione italiana in Argenti-na si ha dal 1876; essa può essere divisa in tre fasi: la prima va dal 1876 al 1914, nella quale arrivarono 1,8 milioni d’italiani, la seconda fra le due guerre, nella quale espatriarono 675.000 italiani e ,infine, la terza dal secondo dopoguerra al 1970, in cui gli emigrati

italiani furono solo 500.000. Inizialmente gli italiani lavorarono specialmente come contadini nei numerosi latifondi presenti, ma successi-vamente grazie ad una propensione al risparmio riu-scirono ad acquistare appezzamenti di terreno, diven-tando i protagonisti di una forte crescita economica. Infatti tra il 1880 e il 1914 l’economia argentina co-nobbe i più forti tassi di crescita del mondo: il settore leader fu quello cerealicolo, seguito dall’allevamento del bestiame. Tuttavia gli italiani non si occupavano soltanto di agricoltura, ma erano dediti all’organizzazione di ser-vizi connessi: il commercio, soprattutto per via flu-viale e marittima, li vide ancora in prima fila, a segui-to della tradizione stabilita un secolo prima dai geno-vesi. Nel Rio de la Plata, ad esempio, gli italiani gesti-vano la navigazione a fini commerciali in una situa-zione quasi di monopolio. Quando poi si verificò il passaggio verso le attività industriali, fu naturale lo sbocco verso la produzione alimentare - soprattutto l’industria vitivinicola - e, in seguito, verso la lavora-zione del ferro e del legno principalmente per la navi-gazione. Anche in questo caso la propensione al ri-sparmio degli italiani costituì la base finanziaria su cui costruire il passo successivo verso il settore seconda-rio, che pose in primo piano le attività dei self-made men : nel 1875 il ligure Giuseppe Canale aprì un bi-scottificio introducendo la panificazione meccanica, l'industria metallurgica sorse, intorno al 1890, grazie al comasco Antonio Rezzonico e al lecchese Pietro Vasena, un ingegnere italiano Giovanni Carosio fu il fondatore della Compania Argentina de Electricidad, comunemente chiamata Italo; negli anni Venti Carosio fu promotore della realizzazione del primo cavo tran-satlantico fra l'Italia e le Americhe, fondando in Italia e nell'America del Sud l' Italcable. Ciononostante fino al 1908 il 63% degli italiani fu im-pegnato nell’ agricoltura e solo l’ 11% nel commercio. Oggigiorno, oltre la metà degli italiani residenti in Ar-gentina sono impiegati come manodopera qualificata: circa un terzo degli italiani lavora nell'industria, se-guono il commercio, i servizi, l'edilizia, l'agricoltura e i professionisti. Una categoria in crescita è la cosiddet-ta "emigrazione tecnologica temporanea": operai spe-cializzati, tecnici, dirigenti al servizio delle grandi im-prese italiane nel campo degli impianti industriali, del-le opere pubbliche e dei servizi, che si stabiliscono in Argentina per il periodo di tempo richiesto dagli obblighi contrattuali. Un gran merito degli italia-ni è stato quello di integrar-si facilmente nella società argentina, infatti la comu-nità italiana non si organiz-zò mai in una lobby che raggruppasse le società ita-liane a difesa dei propri interessi e portavoce delle proprie esigenze, sia perché in possesso di una lingua e una cultura non lontana da quella del paese ospitante, sia perché erano un nucleo così numeroso da non rappresentare una minoranza. Ecco perché è da valutare se sia più opportuno parlare di italiani d’Argentina piuttosto che di italiani in Ar-gentina.

Mauricio Macrì, di origini calabresi, i cui più stretti familiari sono originari di Polistena in provincia di Reggio Cala-bria, è il nuovo presidente dell’Argentina.

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l 2 dicembre è la Giornata inter-nazionale per l’a-bolizione della schiavitù, per ri-cordare il 2 dicem-bre 1949, data di approvazione da parte dell’Assem-

blea generale della Convenzione delle Nazioni Unite per la repressione del traffico di persone e dello

sfruttamento della prostituzione altrui. La Convenzione delle Nazioni Unite per la soppressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui è stata approvata dall’Assemblea ge-nerale il 2 dicembre 1949, è entrata in vigore il 21 marzo 1950, e l’Italia l’ha rece-pita ai sensi della L. 23 novembre 1966, n. 1173, pubblicata nella G. U. del 7 gen-naio 1967 n. 5.

La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre è stata istituita nel 1981, Anno Internazionale delle Persone Disabili, per promuo-vere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità , per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza. Dal luglio del 1993, il 3 dicembre è diventato anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità , come voluto dalla Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite. Secondo quanto riportato dalla “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità “, il fine da perseguire dovrebbe es-sere quello di proteggere ed assicurare il godimento di tutti i

diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabili-tà senza discriminazioni di alcun tipo, promuovendo la loro effettiva partecipa-zione ed inclusione all’interno della società .

l 5 dicembre si celebra la Giornata internazionale del volontariato per lo sviluppo economico e sociale(International Volunteer Day for Economic and Social Development) giornata istitui-ta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicem-bre 1985 con la Risoluzione 40/212, attraverso la quale tut-ti i governi degli stati membri sono invitati a valorizzare l’importante contributo del volontariato, in modo da incenti-vare la partecipazione solidale dei cittadini, sia nel proprio Paese sia all’estero. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, in occasione della 28esima Giornata Internazionale del Volontariato ha dichiarato: “Da allora, decine di migliaia di volontari hanno contribuito alla nostra missio-

ne globale, collaborando con una moltitudine di organizzazioni, programmi e agenzie delle Nazioni Unite, e con le missioni per il mantenimento della pace e speciali missioni politiche. Voglio lodare l’impegno e la dedizione di tali volontari” La Giornata mondiale del suolo, istituita dalla FAO (Food and Agricolture Organization) si celebra il 5 dicembre e si propone di aumentare la consapevolezza della importanza fondamenta-le che il suolo ha nella nostra vita. ll suolo è stato trascurato per troppo tempo. Ad oggi non siamo riusciti a valorizzare ed a preserva-re il suolo nel suo ruolo di risorsa naturale, intimamente collegata al nostro cibo, all’acqua, al clima, alla biodiversità e alla vita. Dobbiamo invertire questa tendenza ed adottare delle azioni efficaci di conservazione e di ripristino del suolo.

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ADESTE n°48/ ANNO 4°-29.11.2015

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C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. Il Dio della speranza, che ci

riempie di ogni gioia e pace nella

fede per la potenza dello Spirito

Santo, sia con tutti voi.

A. E con il tuo spirito. C. Fratelli e sorelle, per celebra-re degnamente i santi misteri, ri-

conosciamo i nostri peccati. Breve pausa di riflessione

C.A. CONFESSO a Dio onnipoten-te e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia col-pa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sem-pre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia mi-

sericordia di voi, perdoni i vostri

peccati e vi conduca alla vita eter-

na. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà.

COLLETTA C. O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a se nella gloria a posse-dere il regno dei cieli. Per il no-stro Signore... A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal Libro del Profeta Geremia Ecco, verranno giorni - oràcolo

del Signore - nei quali io realizze-

rò le promesse di bene che ho

fatto alla casa d'Israele e alla casa

di Giuda.

In quei giorni e in quel tempo farò

germogliare per Davide un ger-

moglio giusto, che eserciterà il

giudizio e la giustizia sulla terra.

In quei giorni Giuda sarà salvato e

Gerusalemme vivrà tranquilla, e

sarà chiamata: Signore-nostra-

giustizia. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE

RIT: A te, Signore, innalzo l'ani-ma mia, in te confido. Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentie-ri. Guidami nella tua fedeltà e istrui-scimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza. R/ Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. R/ Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi cu-stodisce la sua alleanza e i suoi precetti. Il Signore si confida con chi lo te-me: gli fa conoscere la sua allean-za. R/

Seconda Lettura Dalla Lettera di San Paolo Apo-stolo ai Tessaloncesi Fratelli, il Signore vi faccia cre-scere e sovrabbondare nell'amo-re fra voi e verso tutti, come so-vrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irre-prensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio - e così già vi com-portate –, possiate progredire an-cora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Mostraci,

Signore, la tua misericordia

e donaci la tua salvezza.

Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore. + In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Vi saranno segni nel sole, nella

luna e nelle stelle, e sulla terra

angoscia di popoli in ansia per il

fragore del mare e dei flutti, men-

tre gli uomini moriranno per la

paura e per l'attesa di ciò che do-

vrà accadere sulla terra. Le po-

tenze dei cieli infatti saranno

sconvolte.

Allora vedranno il Figlio dell'uo-

mo venire su una nube con gran-

de potenza e gloria.

Quando cominceranno ad acca-

dere queste cose, risollevatevi e

alzate il capo, perché la vostra

liberazione è vicina.

State attenti a voi stessi, che i vo-

stri cuori non si appesantiscano in

dissipazioni, ubriachezze e affanni

della vita e che quel giorno non vi

piombi addosso all'improvviso;

come un laccio infatti esso si ab-

batterà sopra tutti coloro che abi-

tano sulla faccia di tutta la terra.

Vegliate in ogni momento pre-

gando, perché abbiate la forza di

sfuggire a tutto ciò che sta per

accadere, e di comparire davanti

al Figlio dell'uomo». Parola del

Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre on-nipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visi-bili e invisibili. Credo in un so-lo Signore, Gesù Cristo, unige-nito Figlio di Dio, nato dal Pa-dre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non crea-to, della stessa sostanza del Pa-dre; per mezzo di lui tutte le co-se sono state create. Per noi uo-mini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scrittu-re, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudica-re i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spiri-to Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parla-to per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI

C. Nell'attesa del Redentore, rivolgiamo le nostre suppliche al

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: Ger 33,14-16 Sal 24 1Ts 3,12-4,2 Lc 21,25-28.34-36

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ADESTE n°48/ ANNO 4°-29.11.2015

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Padre che è nei cieli, perché venga incontro alle nostre necessità e a quelle di tutti gli uo-mini. Preghiamo insieme e diciamo: Visita il tuo popolo, Signore. Per la Chiesa pellegrina nel mondo, perché faccia parte a tutti gli uomini della speranza che illu-mina il suo cammino e risvegli in loro l'attesa della sal-vezza, preghiamo. R. Per coloro nei quali la du-rezza della vita ha spento ogni speranza, perché la nostra pre-ghiera e la nostra fraternità facciano rifiorire la fiducia e la volontà di impegnarsi per un domani migliore, preghiamo. R. Per le nostre comunità cri-stiane, perché la vicinanza del Signore ci stimoli a vincere l'egoi-smo e la menzogna per vivere nella verità e nell'amore, preghia-mo. R. Per le giovani generazioni, perché vedano nel Cristo il mo-dello dell'umanità nuova, a cui devono ispirarsi per le grandi scelte della vita, preghiamo. R. Per tutti noi, perché nella realtà quotidiana ci incontriamo con il Signore che un giorno verrà come giudice della storia, pre-ghiamo. R. C. Tu ci riveli, o Padre, che quanto più grande è la nostra attesa, tanto più ricco sarà il tuo dono; accogli queste nostre sup-pliche e accresci in noi con la ve-nuta del tuo Figlio il bene inesti-mabile della speranza. Per Cristo nostro Signore. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA

C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chie-sa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. Accogli, Signore, il pane e il vino, dono della tua benevolenza, e fà che l'umile espressione della nostra fede sia per noi di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore. A. Amen.

PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. E' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Pa-dre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Al suo primo avvento nell'umiltà della nostra natura umana, egli portò a compimento la promessa antica, e ci apri la via dell'eterna salvezza. Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chiamerà a pos-sedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell'atte-sa. E noi, uniti agli angeli e alla molti-tudine dei cori celesti, cantiamo con gioia l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua glo-ria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-

gnore, proclamiamo la tua ri-surrezione nell’attesa della tua venuta.

DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, ven-ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-

bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la poten-za e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE

C La partecipazione a questo sacramento, che a noi pellegrini sulla terra rivela il senso cristiano della vita, ci sostenga, Signore, nel nostro cammino e ci guidi ai beni eterni. Per Cristo nostro Si-gnore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

“L’Avvento è un cammino verso Betlemme. Lasciamoci attrarre dalla luce di Dio fat-to uomo. Cerchiamo di vivere il Natale in maniera coerente col Vangelo, accogliendo Ge-sù al centro della nostra vi-

ta”(Papa Francesco).

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B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Po-limeni, Tel:0770953530 mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi,

Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected] Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C9:;: Chiesa romano-cattolica dei Piari-sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527

Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A9@A I:9BA: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* TBDBEFAGA: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

La notte di Santa Claus: In molti paesi europei di tradizione cristiana si festeggia la notte di Santa Claus, nome del personaggio di fantasia ispi-rato a San Nicola, vescovo di Myra (nell'odierna Tur-chia) tra il III e il IV secolo d.C. Come quest'ultimo è ricor-dato per la sua generosità verso i bisognosi, si narra che re-galasse cibo e denari calandoli dal camino o lasciandoli sul davanzale della finestra, così il suo erede immaginario è prodigo di doni verso tutti bambini. Da qui la leggenda diffusa in alcune nazioni: la sera del 5 dicembre (o la mattina del 6), un personaggio con le sue sembianze accompagnato da un Angelo (che rappresenta il Bene) e da un Diavolo (il Male), fa il giro delle case per ac-certarsi che i bambini si siano comportati bene durante l’anno. A quelli buoni lascia dolcet-ti e altri piccoli doni nella calza lasciata sul davanzale o appesa sul camino. Un rito ricordato da Google nel 2008 e nel 2010 con un doodle locale visibile in diversi paesi in cui è presente tale tradizione. L'immagine di Santa Claus come anziano, in giacca e pantaloni rossi e dalla lunga barba bianca, si deve all'illustratore statunitense Thomas Nast. Molto probabilmente è da qui che si è costruito il mito parallelo di Babbo Natale, la cui versione definitiva è frutto di un disegno pubblicitario ideato nel 1931 da Haddon Sundblom per reclamizzare la Coca Cola. A differenza degli altri contesti, in Italia Babbo Natale arriva il 25 dicembre, richiamandosi alla rap-presentazione cristiana di Gesù portatore di doni all'u-

manità

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.29DOM.29DOM.29DOM.29 S. SaturninoS. SaturninoS. SaturninoS. Saturnino

LUN. 30LUN. 30LUN. 30LUN. 30 S. Andrea ApostoloS. Andrea ApostoloS. Andrea ApostoloS. Andrea Apostolo

MART.01MART.01MART.01MART.01 S. EligioS. EligioS. EligioS. Eligio

MERC.02MERC.02MERC.02MERC.02 S. BibianaS. BibianaS. BibianaS. Bibiana

GIOV.03GIOV.03GIOV.03GIOV.03 S. Francesco SaverioS. Francesco SaverioS. Francesco SaverioS. Francesco Saverio

VEN.04 VEN.04 VEN.04 VEN.04 S. BarbaraS. BarbaraS. BarbaraS. Barbara

SAB. 05SAB. 05SAB. 05SAB. 05 S DalmazioS DalmazioS DalmazioS Dalmazio LA CRISI VERSO LA FINE ??