ACCOGLIENZA NON FA RIMA CON EMERGENZA · dovuto alla guerra in Siria, che alla fine dello scorso...

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ACCOGLIENZA NON FA RIMA CON EMERGENZA Agostino Zanotti Direttore Ass. ADL a Zavidovici

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ACCOGLIENZA NON FA RIMA CON EMERGENZA Agostino Zanotti Direttore Ass. ADL a Zavidovici

I rifugiati nel Mondo

Rapporto UNHCR: per la prima volta dalla seconda guerra mondiale il numero di persone in fuga nel mondo supera quota 50 milioni

Il rapporto annuale dell’UNHCR Global Trends, che si basa su dati raccolti da governi, organizzazioni non governative partner dell’Agenzia e dallo stesso UNHCR, rivela che alla fine del 2013 si contavano 51,2 milioni di migranti forzati, ben sei milioni in più rispetto ai 45,2 milioni del 2012.

Richiedenti asilo

Richiedenti asilo Oltre ai rifugiati il 2013 ha visto 1,1 milioni di persone presentare domanda di asilo, la maggior parte dei quali nei paesi sviluppati (nel 2013 la Germania è diventato il paese con il più elevato numero di nuove domande di asilo). Un numero record di 25.300 domande di asilo sono state presentate da minori (bambini che sono stati separati dai genitori o minori stranieri non accompagnati). I cittadini siriani hanno presentato 64.300 domande, più di qualsiasi altra nazionalità, seguiti dai richiedenti asilo provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo (60.400) e da Myanmar (57.400).

Per il 55% la causa è la Guerra

Le guerre restano la principale causa alla base della fuga. Il 55% di tutti i rifugiati presi in esame dal rapporto proviene infatti da appena 5 paesi colpiti da conflitti: Afghanistan, Somalia, Iraq, Siria e Sudan.

Importanti nuovi flussi si registrano anche in uscita da Mali, Repubblica Democratica del Congo e dallo stesso Sudan verso Sud Sudan ed Etiopia.

Guerra in Siria

Questo massiccio incremento è principalmente dovuto alla guerra in Siria, che alla fine dello scorso anno aveva già costretto 2,5 milioni di persone a diventare rifugiati e altri 6,5 milioni sfollati interni. Anche in Africa si è assistito a nuovi casi gravi di esodo forzato, in particolare nella Repubblica Centrafricana e, verso la fine del 2013, anche in Sud Sudan.

Rapporto Amnesty 2013

“Troppi governi stanno violando i diritti umani in nome del controllo dell’immigrazione, agendo al di là delle legittime misure di controllo alle frontiere. Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti. Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento, lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contrarie all’immigrazione”, ha detto la direttrice generale di Amnesty international Italia Carlotta Sami.

Le cifre. Amnesty, dopo aver esaminato questi 159 paesi, ha diffuso delle statistiche. Secondo l’associazione 112 paesi (il 70 per cento del totale) hanno torturato i loro cittadini. In 80 di questi (il 50 per cento) si sono tenuti dei processi arbitrari.

In 50 paesi (il 31 per cento) le forze di sicurezza si sono macchiate di omicidi illegali in tempo di pace, mentre il 64 per cento ha represso il diritto alla libertà d’espressione. Solo il 21 per cento invece ha eseguito condanne a morte, mentre due terzi del mondo sono abolizionisti, come già era stato anticipato nel rapporto sulla pena capitale diffuso ad aprile. Ad aprile, il trattato internazionale sul commercio delle armi è stato votato da 155 stati all’assemblea generale dell’Onu. Solo tre stati hanno votato contro: Siria, Corea del Nord e Iran. Nel mondo 15 milioni di persone sono classificate come rifugiati.

Presentato il rapporto dell’EASO: 435.760 domande di asilo in UE nel 2013

Nel 2013, 435.760 sono le persone che hanno richiesto protezione internazionale nell’Unione europea, il maggior numero di domande dall’inizio della raccolta dei dati UE nel 2008, e rappresentano un incremento del 30% rispetto al 2012.

Il maggior numero di richiedenti asilo si è registrato per i cittadini della Siria, Russia e paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Kosovo, Montenegro e Serbia), mentre i principali Stati membri ‘riceventi’ sono stati, nell’ordine, Germania, Francia, Svezia, Regno Unito e Italia. Con un aumento del 109% nel numero delle domande di protezione internazionale, la Siria è diventata il principale paese di origine dei richiedenti asilo nell’UE nel 2013.

I “Migrants Files” – liberamente accessibili dal sito dell’inchiesta

Migranti, la guerra del Mediterraneo Sono oltre 23 mila le persone morte in 14 anni nel

tentativo di raggiungere l'Europa. Il 50 per cento in più rispetto alle stime ufficiali. Un'inchiesta, realizzata con gli strumenti del data journalism, rivela un bilancio drammatico per dimensioni e numero di decessi. E conferma come la tratta per Lampedusa sia ormai un cimitero sottomarino di Andrea Nelson Mauro, Alessio Cimarelli e Jacopo Ottaviani. Foto di Massimo Sestini - L'Espresso

I dati dell’emergenza ”mare nostrum”

l Ministero dell’Interno ha pubblicato i dati aggiornati a fine settembre relativi alle presenze dei diversi “centri di accoglienza” e alle domande di asilo presentate. Utilizzando anche i dati pubblicati da UNHCR sugli arrivi via mare, saltano agli occhi alcuni dati eclatanti.

1) Dall’inizio dell’anno sono arrivate in Italia circa 140.000 cittadini stranieri via mare. A fine settembre nelle strutture temporanee erano presenti 32.471 migranti.

2) Tra gennaio e agosto 2014 sono arrivati in Italia via mare 28.557 eritrei e 23.945 siriani. Dall’inizio dell’anno a fine settembre hanno presentato domanda di asilo 367 eritrei e 405 siriani.

3) Complessivamente nei primi 9 mesi del 2014 sono state presentate 44.040 domande di asilo.

Chi sono i rifugiati

«rifugiato»: cittadino di un paese terzo il quale, per il timore fondato di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, opinione politica o appartenenza a un determinato gruppo sociale, si trova fuori dal paese di cui ha la cittadinanza e non può o, a causa di tale timore, non vuole avvalersi della protezione di detto paese, oppure apolide che si trova fuori dal paese nel quale aveva precedentemente la dimora abituale per le stesse ragioni succitate e non può o, a causa di siffatto timore, non vuole farvi ritorno. [Articolo 1A della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati].

Articolo 10, comma 3 Costituzione

“Lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”

I luoghi e i sogni

Immigrati impegnati nella piana di Gioia Tauro per la raccolta degli agrumi accampati fra le rovine di una fabbrica dismessa. Le condizioni di vita sono molto

dure e sono vittime dello sfruttamento da parte della malavita organizzata.

Alcuni spunti per riflettere

Ogni pena può essere sopportata se la si narra, o se ne fa una storia. Isak Dinesen

I rifugiati, attraverso le loro “ diaspore dell’esilio”, sfidano la logica protezionistica dell’appartenenza di nascita e forzano le frontiere dell’identità in direzione di nuovi “ vicinati”. ( Arjun Appadurai 1996)

Nuda vita

“se il rifugiato rappresenta, nell’ordinamento dello Stato-nazione, un elemento così inquietante, è innanzitutto perché, spezzando l’identità fra uomo e cittadino, fra natività e nazionalità, esso mette in crisi la finzione originaria della sovranità […]. Per questo, in quanto, cioè, scardina la sequenza Stato-nazione-territorio, il rifugiato, figura apparentemente marginale, merita invece di essere considerato come centrale nella nostra storia politica”. “Stato-nazione significa: Stato che fa della natività, della nascita (cioè della nuda vita umana) il fondamento della propria sovranità” (Agamben,1996).

Comunità politica a venire

… nel declino ormai inarrestabile dello Stato-nazione e nella generale corrosione delle categorie-politiche tradizionali, il rifugiato è, forse, la sola pensabile figura del popolo nel nostro tempo e, almeno finché non sarà giunto a compimento il processo di dissoluzione dello Stato-nazione e della sua sovranità, la sola categoria nella quale ci sia consentito intravedere le forme e i limiti di una comunità politica a venire.

(G. Agamben - Mezzi senza fine)

Dal corpo del migrante al corpo della nazione Nella c. d. Emergenza Nord Africa, la vulnerabilità

viene situata (emplaced) sul territorio della nazione che, come cominciano infatti a dire alcuni politici italiani, si trova a fare i conti con uno “tsunami umano”, con un’“invasione umana” – tutte espressioni che danno corpo alla razzializzazione dei migranti come calamità naturale per il paese ricevente. Una calamità contro la quale il paese ricevente deve mobilitare un piano d’attacco, contro la quale “bisogna difendere la società”.

Protezione dislocata. Razzializzazioni e contro-condotte della vulnerabilità per i richiedenti asilo provenienti dalla Libia in guerra - Glenda Garelli

Una giustificata storia traumatica

…. Il fraintendimento, nasce e si alimenta delle pratiche e delle narrazioni di tutto il discorso umanitario contemporaneo, il quale, partendo da una definizione universalistica del soggetto, prescrive specificamente la condizione di vittima quale prerequisito per il riconoscimento del diritto di asilo. ( Francesco Vacchiano Cittadini sospesi: violenza e istituzioninell’esperienza dei richiedenti asilo in Italia)

Il caso dei siriani – soggetti in transito – persone con un tragitto migratorio definito

Diritto di fuga – Sandro Mezzadra

che quel che unifica, a un livello evidentemente molto astratto, i comportamenti delle donne e degli uomini che optano per la migrazione è la rivendicazione e l’esercizio pratico del diritto di fuga dai fattori "oggettivi" a cui si è fatto sinteticamente cenno. L’accento posto sul "diritto di fuga" permette d’altro canto, almeno sul piano concettuale, di superare quella distinzione fra migranti e "profughi" che gli stessi sviluppi "oggettivi" più recenti hanno per parte loro posto in crisi.

i fattori "oggettivi" alla radice delle migrazioni contemporanee (i plateali squilibri nella distribuzione della ricchezza fra i molti nord e i molti sud del mondo, la miseria, la fame, le carestie, le catastrofi ambientali, le guerre)

Correlazione inversa tra solidarietà e prossimità

Le stesse persone-vittime suscitano in noi empatia,

compassione, pietà se sono lontane. Man mano che si avvicinano le vediamo sempre più come “minacce” (threats) che come “persone minacciate” (threatened) e quindi bisognose di protezione.

La Città “giusta”- tra movimento( diritto alla fuga/viaggio) e stasi ( diritto d’accoglienza)

La città che sia di un uomo solo non è una città. SOFOCLE

Pensare la città fra memoria e destinazione, fra perdono e promessa, significa affermare con forza il vincolo della relazione, che ritesse tempi, spazi, racconti, esperienze.

Molte sono le cose terribili, ma la più terribile è l’uomo. (Sofocle Antigone 332-333)

Agire politicamente e Pensare politicamente Hannah Arendt

Agire politicamente e pensare politicamente, vuol dire assumersi la responsabilità delle nostre scelte quotidiane, sapendo che in ogni atto della nostra esistenza diciamo di sì o di no al bene o al male, al giusto o all’ingiusto. Un agire, pertanto, che non richiede né santi né eroi, ma che è alla portata di tutti.

Svelate. Marocco: Femminile Plurale

La comunità che viene Giorgio Agamben

Il fatto da cui deve partire ogni discorso sull’etica è che l’uomo non è né ha da essere o da realizzare alcuna essenza, alcuna vocazione storica o spirituale, alcun destino biologico. Solo per questo qualcosa come l’etica può esistere: poiché è chiaro che se l’uomo fosse o avesse da essere questa o quella sostanza, questo o quel destino, non vi sarebbe alcuna esperienza etica possibile – vi sarebbero solo compiti da realizzare.

UNO DEI RITI DELL’ASHURA