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Page 1: LA RIMA. La rima Perfetta identità, in due o più parole, delle vocali e delle consonanti dalla vocale accentata in poi Es.: altròve : pròve; màre: naufragàre.

LA RIMA

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La rima

Perfetta identità, in due o più parole, delle vocali e delle consonanti dalla vocale accentata in poi

Es.: altròve : pròve; màre: naufragàre

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Tipi di rimeA seconda della natura dell’ultima parola del verso, la rima può essere:• piana• tronca• sdrucciola•bisdrucciola

Dal punto di vista delle forme la rima può essere:

• facile• difficile o rara• derivativa• ricca• equivoca• ipermetra

A seconda delle loro relazioni all’interno della strofa la rima può essere:• baciata• alternata• incrociata o chiusa• reiterata o ripetuta• invertita• incatenata

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Rima facile

Il poeta ha a disposizione un repertorio vasto di parole da far rimare

Es.: cantare, amare; in questo caso il repertorio è la desinenza del verbo all’infinito –are e la rima è detta anche desinenziale

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Rima difficile o rara

Il poeta ha a disposizione un repertorio esiguo di parole.

Es. : Novità, verità

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Rima derivativaSi ha quando tra le parole in rima c’è un

legame etimologicoEs.: vantaggio, svantaggio; agio, disagio

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Rima ricca

Quando l’identità tra le parole in rima comprende, anche, almeno un suono che precede la vocale tonica

Es. : secondo: giocondo

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Rima equivoca

È fatta con due parole di suono uguale, ma di significato diverso.

Es.: sole, sost. maschile e sole, agg. femminile plurale; luce, sost. maschile e luce voce del verbo lucereO cameretta che già fosti un porto…………………………………………………….…………………………………………………….che ‘l dì celate per vergogna porto (Petrarca)

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Rima ipermetraSi ha quando una parola sdrucciola rima con

una parola piana; da alcuni poeti la sillaba di troppo della sdrucciola viene trasferita nel computo delle sillabe del verso successivo

Es.: 9 È, quella infinita tempesta,9 finita in un rivo canoro.9 Dei fulmini fragili restano1+8cirri di porpora e d’oro

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Rima imperfettaAssonanza: si ha quando è identica l’ultima

vocale tonica, variano uno o più fonemi successivi

Es.: témpo-lénto; buttàto-digrignàtaConsonanza: si ha quando sono identiche le

consonanti dopo l’ultima vocale tonicaEs. : parlòtta-marétta; attaccàto-vìta

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Rima al mezzo e rima internaLa rima sta quasi sempre in fine di verso, ma può

cadere anche all’interno di esso; in questo caso si dice:

rima al mezzo: quando la parola finale di un verso rima con la parola che sta nel mezzo di un altro verso;Es. : Soccorri alla mia guerra

bench’i’ sia terra, e tu del ciel reginarima interna: quando la parola finale di un verso

rima con una parola posta all’interno del medesimo verso o con una parola interna ad un altro verso Es.: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo

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Rima baciataCade tra due versi susseguenti secondo lo schema: AA-BB-CC ecc.Es.: Nella torre il silenzio era già alto. A

Sussurravano i pioppi del Rio Salto A

I cavalli normanni alle lor poste Bfrangean la biada con rumor di croste BLà in fondo la cavalla era, selvaggia, Cnata tra i pini su la salsa spiaggia… C

(Pascoli, La cavalla storma)

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Rima alternataIl primo verso rima col terzo, il secondo col

quarto e, in genere, i versi dispari con i dispari, i pari con i pari, secondo lo schema:ABABAB…

Es. : Farfalletta che, fuor di compagnia, Agiri in calle deserto o in nuda riva, Btu sei, credo, l’alata anima mia, Acui tanto piace andar solinga e schiva B

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Rima incrociata o chiusaIl primo verso rima col quarto e il secondo col

terzo, secondo lo schema:ABBA

Es.: Addio, rabbia di tempesta! AAddio, strepito di tuoni! BVanno in fuga i nuvoloni Be pulito il cielo resta A

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Rima reiterata o ripetutaÈ tipica delle terzine del sonetto. Le rime si

susseguono in ordine uguale in ciascuna strofa, secondo lo schema: ABC, ABC

Es. : Da larga narice umida e nera Afuma il tuo spirito, e come un inno lieto Bil mugghio nel sereno aer si perde C

e del grave occhio glauco entro l’austera Adolcezza si rispecchia ampio e quieto Bil divino del pian silenzio verde C

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Rima invertitaSi ha quando le rime si susseguono in ordine

invertito in ciascuna strofa, secondo lo schema:

ABC-CBA oppure ABC-BAC.Es: Mostrasi sì piacente a chi la mira, A

che da per li occhi una dolcezza al core Bche ’ntender non la può chi no la prova: C

e par che de la sua labbia si mova Cuno spirto soave pien d’amore Bche va dicendo all’anima: Sospira A

(Dante)

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Rima incatenataSi ha quando in una serie di terzine, il primo verso

rima con il terzo, il secondo con il primo della terzina che segue, e così via secondo lo schema:

ABA, BCB, CDCEs.: Io era tra color che son sospesi A

e donna mi chiamò beata e bella, Btal che di comandar io la richiesi ALucevan gli occhi suoi più che la stella, Be cominciommi a dir soave e piana, Ccon angelica voce in sua favella: B

(Dante)