Sabatti Rover Tactical cal. 6,5 x 47 Lapua

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094 A distanza di pochi mesi torniamo ad occuparci di una carabina di costruzione Sabatti; dopo il confronto tra i modelli Rover Alpine nei calibri 6,5x55 Swedish Mauser e 6,5x47 Lapua condotto dal collega Giuliano Cristofani (vedi Armi Magazine - otto- bre 2011) è ora la volta del modello che potrebbe diventare la novità più impor- tante per il 2012 della Casa gardonese nel campo delle armi lunghe dedicate al tiro sportivo. La scelta di Emanuele Sa- batti di affidare alla nostra rivista questo ulteriore test non appare casuale, ma consequenziale all’impegno e allo spazio che ogni mese dedichiamo al tiro di pre- cisione e al tempo che passiamo sui cam- pi di tiro, seguendo insieme alla nostra squadra le gare a lunga distanza e osser- vando i migliori tiratori all’opera mentre tentano di bucare la X a 500 metri, a 600 yard e a 1.000 yard. Chiamatela “Rover Tactical” o “Sport F-Class” o altro – qui il marketing è interessante ma non essen- ziale; per me rappresenta una novità che va a colmare delle lacune: prima fra tutte la disponibilità di una carabina di serie per iniziare con il tiro a lunga distanza, proposta a un prezzo ragionevole. Lunga distanza made in Italy Lo sforzo della Sabatti e il suo impegno nel tiro sportivo non risalgono a ieri; gare cacciatori, tiro a 300 metri e infine la lunga distanza hanno rappresentato l’evoluzione e il progressivo amplia- Meccanica tradiziona- le, calibro efficiente, canna pesante e una inedita calciatura in fi- bra per questa Sabatti Rover Tactical. Tutto di serie in un prodotto italiano dedicato a chi vuole tirare lungo testo e foto di Fabio Ferrari SABATTI ROVER TACTICAL CAL. 6,5 X 47 LAPUA Lungo all’italiana

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A distanza di pochi mesi torniamo ad occuparci di una carabina di costruzione Sabatti; dopo il

confronto tra i modelli Rover Alpine nei

calibri 6,5x55 Swedish Mauser e 6,5x47 Lapua condotto dal collega Giuliano Cristofani (vedi Armi Magazine - otto-bre 2011) è ora la volta del modello che potrebbe diventare la novità più impor-tante per il 2012 della Casa gardonese nel campo delle armi lunghe dedicate al tiro sportivo. La scelta di Emanuele Sa-batti di affidare alla nostra rivista questo ulteriore test non appare casuale, ma consequenziale all’impegno e allo spazio che ogni mese dedichiamo al tiro di pre-cisione e al tempo che passiamo sui cam-pi di tiro, seguendo insieme alla nostra squadra le gare a lunga distanza e osser-vando i migliori tiratori all’opera mentre

tentano di bucare la X a 500 metri, a 600 yard e a 1.000 yard. Chiamatela “Rover Tactical” o “Sport F-Class” o altro – qui il marketing è interessante ma non essen-ziale; per me rappresenta una novità che va a colmare delle lacune: prima fra tutte la disponibilità di una carabina di serie per iniziare con il tiro a lunga distanza, proposta a un prezzo ragionevole.

Lunga distanza made in Italy

Lo sforzo della Sabatti e il suo impegno nel tiro sportivo non risalgono a ieri; gare cacciatori, tiro a 300 metri e infine la lunga distanza hanno rappresentato l’evoluzione e il progressivo amplia-

Meccanica tradiziona-le, calibro efficiente, canna pesante e una inedita calciatura in fi-bra per questa Sabatti Rover Tactical. Tutto di serie in un prodotto italiano dedicato a chi vuole tirare lungo

testo

e foto

di Fabio

Ferrari

S A B A T T I R O V E R T A C T I C A L C A L . 6 , 5 X 4 7 L A P U A

Lungo all’italiana

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mento delle specialità: Sabatti ha sempre cercato di offrire un prodotto valido per affrontare tali situazioni. Anche oggi possiamo incontrare tiratori e prepara-tori che usano meccaniche Sabatti come base per ottenere carabine custom di alta qualità, spesso competitive contro prodotti americani più blasonati e sicu-ramente più costosi. Come nei modelli più recenti, che hanno suscitato un certo interesse, quello in prova adotta il mede-simo calibro seipuntocinque Lapua con bossolo da 47 millimetri, creato nel 2006 come risultato di uno sforzo congiunto tra la Casa finlandese e la svizzera Grunig & Elmiger per ottenere una munizione di

grande efficacia per le gare a 300 metri, che risultasse competitiva rispetto al 6BR e agli altri calibri da sei millimetri impie-gati, sfruttando il vantaggio delle ogive ad alta efficienza e ad alto coefficiente ba-listico da 6,5 mm. Il risultato è ora sotto gli occhi di tutti: il 6,5 Lapua è un calibro tra i più quotati per sparare con precisio-ne fino a 1.000 yard, con dimensioni del bossolo molto simili al notissimo .308 W (può sfruttare le medesime azioni e gli stessi caricatori) e tasca per innesco di ti-po small rifle. L’efficienza del calibro è ta-le da risultare competitivo rispetto a cali-bri magnum o short magnum che usano quantitativi quasi doppi di polvere,

riuscendo a duplicarne le traiettorie fino alle distanze più elevate; meno polvere significa molto nel tiro di precisione: ridotto stress termico per armi e bossoli, meno rinculo percepito e movimenti minimi del fucile, possibilità di eseguire sessioni di tiro più lunghe, velocità nel ritorno in punteria e altri tangibili van-taggi che diventano evidenti non appena si tenta di ingaggiare un bersaglio ridotto a mezzo chilometro e oltre. Man mano che crescono le aspettative, diventano del pari essenziali l’affinamento e la sinergia di tre elementi: un buon tiratore, una buona arma e un efficace cannocchiale. La Sabatti oggetto del test tenta di

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La Sabatti 6,5x47 Lapua duran-

te una delle numerose prove

eseguite presso il poligono di

tiro di Somma Lombardo

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remo quella da 61 centimetri) e un inedi-to calcio in fibra sintetica. Quest’ultimo è la vera novità, perché le carabine Sabatti in 6,5x47 Lapua viste fino ad oggi erano assemblate su una calciatura tradizio-nale (tipo varmint, a metà strada tra un calcio da tiro e uno da caccia) realizzata in legno laminato. La nuova calciatura offre diversi vantaggi: è totalmente ambi-destra, con impugnatura dritta a pistola sagomata sul modello A-5 McMillan - non regolabile; la mano forte trova una superficie bugnata, per accrescere il grip. La pala è dritta, terminata da un calciolo in gomma piena, con altre caratteristi-che degne di nota: la parte mediana con

fornire una risposta quanto meno al secondo elemento, fornendo al tiratore una meccanica standard Rover di tipo corto corredata di un pacchetto di scatto regolabile a tre leve, una canna rigida e pesante di ben 27 mm di diametro, ottenuta per rotomartellatura a freddo, disponibile in due lunghezze (qui prove-

incavo per il cuscino posteriore o per la mano debole - se si spara in posizione raccolta - e il lato inferiore piatto (lungo 13,5 centimetri) per favorire un mo-vimento rettilineo quando si spara in appoggio sul bancone. L’astina si allarga di poco davanti al vano per il caricatore, raggiungendo una larghezza costante di 65 mm, adeguata a distribuire il notevole peso della canna bull barrel sull’appog-gio anteriore. Il piatto porta caricatore e la guardia del grilletto sono incassate a filo del calcio, a tutto vantaggio della pulizia estetica. Torniamo ancora sulla calciatura, vera fonte di sorprese, per evidenziare la sua finitura superficiale in gomma morbida di colore grigio scuro, molto piacevole e soffice al tatto (simile alle Hogue Overmolded) e la presenza di un bedding epossidico nelle due zone di supporto della meccanica, che entra con precisione nell’incassatura. L’azione di tipo corto è tipica Sabatti: fondo piatto e tallone di ancoraggio (detto recoil lug) integrale, che funge da sede per la vite anteriore di blocco. La seconda vite va a trattenere la coda dell’azione; si può notare che le due viti hanno un diametro differenziato, ma entrambe si asporta-no con una chiave esagonale da 4 mm. Completa l’azione l’otturatore di deriva-

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fornire una risposta quanto menosecondo elemento, fornendo al tiratore

i d d R di i

L’otturatore a due tenoni frontali e il carica-

tore metallico della capacità di tre cartucce

sono tipici della produzione Sabatti

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zione remington a doppio tenone fronta-le simmetrico di chiusura; tra le differen-ze troviamo come estrattore del bossolo una unghia laterale a ore 11, caricata da una molla, che di è dimostrata efficace su tutti i calibri adottati. Tale estrattore è stato studiato in modo da non diminu-ire la superficie di chiusura dei tenoni; una leva a bilanciere posizionata sul lato sinistro consente l’estrazione completa dell’otturatore dall’azione. La manetta dell’otturatore è del tipo a goccia, già vi-sta negli altri modelli Sabatti; su un’arma di vocazione marcatamente sportiva/tat-tica non avrebbe sfigurato un pomello di maggiori dimensioni, magari di tipo in-

assiale del grilletto anche con il percus-sore armato, che sono stati pressoché eliminati dal nostro preparatore Gianni Prino con un veloce intervento di taratu-ra. La sicura a due posizioni è anch’essa di foggia e derivazione Remington, ma ha un movimento più fluido e silenzioso rispetto a quanto si è soliti riscontrare nei fucili del produttore americano. Prepariamo la carabina

per il tiro in poligono

Come già detto, il vantaggio di tale modello è che per iniziare con il tiro di precisione non appare indispensabile l’intervento del preparatore; basta

tercambiabile. Il caricatore è a pacchetto monofilare, di buona fattura e totalmen-te in acciaio, anche se l’utilizzo tipico del fucile vedrà il caricamento a colpo singo-lo. Non sarebbe male prevedere una ver-sione monocolpo chiusa inferiormente e priva di caricatore, ma comprendiamo che questo significherebbe una modifica dell’intera azione. Lo scatto trasmette un buon feeling, con un peso di sgancio ridotto (tarato a meno di 500 grammi) e una buona sensibilità; il grilletto è lucidato a specchio e si aziona senza incertezze. Gli unici appunti – a peccare di pignoleria – erano un accenno di pre-corsa “sporca” e un minimo movimento

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La vista di profilo ci rivela un’arma che tra-

smette grande robustezza, a metà strada tra

un fucile custom da tiro e uno tattico

Una scritta che abbiamo vi-

sto e che vedremo spesso

sulle canne delle carabine

che prevalgono nelle gare

a lunga distanza

Il gruppo di scatto è regolabile, pre-tarato in

fabbrica su buoni valori per un utilizzo spor-

tivo; il grilletto è lucidato a specchio e la leva

della sicura si aziona in modo dolce e sicuro

Il calcio rappresenta la novità di questo mo-

dello Sabatti: è ben conformato, ambidestro,

rigido e di un certo peso; la piacevole finitura

superficiale è in gomma, morbida al tatto

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aggiungere un sistema di punta-mento adeguato, cosa che abbiamo fatto dopo avere asportato i quattro grani filettati dalla sommità dell’azione e avere posizionato una slitta monolitica in lega di alluminio con vantaggio di 20 MOA. E’ anche questo un prodotto nostrano, della ditta Poli Nicoletta; coloro che desi-derano sparare entro le distanze da TSN potranno impiegare una slitta a zero gradi di vantaggio. Attenzione al fissag-gio della base, in quanto le quattro viti hanno la testa a intaglio: se userete un giraviti di tipo adatto - largo 4 mm - sa-rà piuttosto difficile rovinarle e otterrete un serraggio sicuro ma non eccessivo. Approfittando della presenza dell’ottica Sightron S-III 10-50x60 LR (da poco provata su questa rivista), abbiamo otte-nuto un set-up notevole, che costituisce una delle proposte più vantaggiose come rapporto qualità/prezzo per assemblare un’arma completa per il tiro long range. Seguendo le indicazioni del costruttore, la prima prova è stata condotta usando palle pesanti (Lapua Scenar 139). Chie-dendo consigli ad amici e conoscenti che già impiegano tale calibro, saltano fuori le soluzioni più disparate: chi giura di usare solo inneschi magnum, chi si è trovato bene con ogive leggere (sui 120 grani), chi sconsiglia le polveri a dop-pia base (tipo la N 550), chi scommette sulla superiorità delle polveri americane rispetto a quelle europee, chi lavora con l’ogiva in appoggio sulle righe, chi invece abbonda con il free-bore, e chi – infine – non è proprio riuscito a trovare una soluzione entusiasmante e dopo alcuni tentativi è passato ad altro. Non potendo eseguire tutti gli esperimenti possibili,

sono partito con la combinazione Scenar 139 / N-140 / Federal match e 70 mm di C.O.L. Le prime rosate sono state piuttosto deludenti; ho provato a variare un componente alla volta: stesse ogive

ma polvere più progressiva (Vihtavuori N-150) e ogive più leggere da 120 grani (Hornady, Sierra e Lapua). Con que-ste ho scelto di tarare l’affondamento dell’ogiva in modo che la parte terminale

Il ponte posteriore e la coda dell’azione Sabatti Rover

mostrano il comando della sicura, la leva di disimpegno

dell’otturatore e la buona incassatura a filo del calcio

Il piatto inferiore è in lega, con finitura superfi-

ciale che richiama il colore della calciatura; il ca-

ricatore è asportabile, con lo sgancio comandato

dalla leva incassata nella guardia del grilletto

Conoscere il 6,5 Lapua

Tentare di sfruttare al meglio questa carabina significa conoscere il calibro, cosa non proprio semplice perché cia-scuno vorrebbe avere la propria ricetta. Ci sono le munizioni commerciali prodotte dalla Lapua, ma il tiratore che ha deciso di sfruttare per il tiro di precisione armi in 6,5x47 si dedica alla ricarica. Un approccio serio all’argo-mento non può prescinde-re dalle sperimentazioni effettuate dai precursori

del 6.5 Lapua, ben prima che fosse catalogato da noi. Darrell Jones, Zak Smith e Rob Hunter so-no nomi che ai più non dicono nulla; chi segue i grandi siti internazionali dovrebbe sapere che que-sti tiratori (soprattutto il primo) hanno largamente sperimentato le poten-zialità del calibro, hanno scritto sull’argomento, sono riconosciuti come fonti autorevoli e si sono distinti in gara con armi custom in 6.5 Lapua. I loro

suggerimenti sono stati ripresi nei forum e spesso seguiti dai nostri tiratori, che hanno raggiunto otti-me performance sui cam-pi di gara. Le prime prove (eseguite nel 2006) con ogive di vari marchi da 120 grani mostrarono velocità elevatissime – oltre 3100 piedi al secondo - ma ag-gregati poco coesi; polveri considerate troppo veloci come combustione per il calibro 6XC (preso come riferimento per le notevoli prestazioni balistiche) si

dimostrarono adatte al 6,5 Lapua. Diminuendo di circa 100 fps la velo-cità (con un opportuno aggiustamento delle dosi di polvere) la precisione migliorava sensibil-mente. Di qui una prima considerazione: il 6,5 Lapua potrebbe offrire una precisione miglio-re quando non viene sfruttato al limite, e ciò incide sulla vita opera-tiva dei bossoli (Darrell

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della coda boat-tail andasse a chiudere l’angolo tra spalla e colletto; potrebbe non essere la soluzione migliore ma rap-presenta una base di partenza. I risultati sono migliorati, anche se nelle rosate

nevoli e pressoché equivalenti, con una lieve predilezione per le Lapua Scenar da 123 grani, le uniche con le quali sono riuscito a “chiudere” rosate di 5

da cinque o più colpi si può riscontra-re qualche flyer di troppo. Durante le sessioni in poligono, con temperature piuttosto basse, tutte e tre le ogive hanno mostrato prestazioni ragio-

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L’azione Sabatti, ripresa e accuratizzata in tutte le sue

parti, è usata da qualche preparatore per ottenere armi

custom che hanno dimostrato ottime prestazioni

Holland ne “sacrificò” circa 70 tentando di trovare una soluzione ultra veloce). Con pesi di palla maggiori (come la Berger 140) furono testate polveri Vithavuori N-550 e Hodgdon H-4350: anche qui buone prestazioni, rimanendo lontani dalla ricerca di V° che generano pressioni perico-lose, 2900 fps sembrava una soluzione massima ottimale. La Hodgdon H-4350 divenne una delle polveri consigliate per tale calibro. Il punto di incontro fra velocità, costanza del colpo e precisione fu in seguito raggiunto con la pol-vere Reloader RL-15 abbinata a palle Nosler, Sierra e Lapua da 120 gr in dosi “bollenti” di 39,0 grani. Il passaggio dagli inneschi small rifle magnum CCI a quelli di tipo standard BR4 non mostrò decadimenti di precisione, ma solo una trascurabile perdita di velocità (sui 10 metri/secondo). Studi e comparazioni eseguiti sui bossoli di marca Lapua hanno mostrato una buona uniformi-tà, soprattutto dopo il primo

impiego e la successiva rica-libratura full-lenght (Darrell usa una matrice Hornady Cu-stom Grade). Si suggerisce di testare la capacità di volume dei bossoli: alcuni primi lotti hanno mostrato una capacità di 49 grani di acqua, quelli successivi di 47 grani; è una differenza sensibile. La polve-re a doppia base N-550 accesa da inneschi Federal e abbinata alla palla Scenar da 123 grani è la scelta di Rob Hunter per il suo “tactical” assemblato su azione Surgeon, canna Krieger e calcio McMillan A5, mentre Zak ha ottenuto ottimi risultati sul suo Accuracy AW dotato di canna Satern came-rata in 6.5 Lapua, con le palle Berger VLD (130 e 140 gr.) e con le Scenar (123 e 139 gr.) usando la medesima polvere. Le dosi non vengono riporta-te in quanto riferite ad armi non di serie, di robustezza più elevata e con tolleranze quasi nulle, ma per saperne di più basta consultare il sito www.6mmbr.com. Desidero segnalare (qualcuno se ne

sarà accorto) le modifiche apportate nelle ultime edizioni della guida edita da Vihtavuori. Dette modifiche riguardano le dosi minime di partenza e non quelle massime, che restano invariate come invariato rima-ne il consiglio di non superar-le. Limitando la scelta a due ogive che i nostri appassionati ben conoscono (Lapua Sce-nar nei due pesi di 123 e 139

grani) vediamo quali sono le nuove “starting loads”. Ogiva da 123 grani: N 140 – 33,2 ; N 540 – 35,7; N 150 – 34,4. Sono incrementi di 1,2 / 1,4 grani, intorno al 5% in più di quanto prescritto in passato. Ogiva da 139 grani: N 140 – 30,9; N 540 – 33,5 e N 150 – 32,4. Sono incrementi di 0,5/1,4 grani, anche in questo caso modesti ma non trascurabili.

Componenti di alta qualità non garantiscono buoni risultati al primo

tentativo; appare necessaria un’attenta sperimentazione, perché

basta sostituirne uno o variare i parametri di ricarica per peggiora-

re o migliorare in modo sostanziale il rendimento dell’arma

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colpi in un solo foro frastagliato. Seguendo le norme di sicurezza riportate nelle tabelle di ricarica non abbiamo mai superato i valori massimi: la sensazione è che salendo verso le dosi massime con-sigliate nel manuale Vihtavuori le rosate tendono a stringere. In tutti i casi il com-portamento della carabina allo sparo è

buono; il consistente peso del binomio arma ottica consente di tirare in free recoil; anche con le dosi più sostenute la Sabatti arretra di pochi centimetri e traccia i cuscini con una minima rota-zione in senso orario. L’otturatore è piut-tosto duro da chiudere, la percussione è centrata e i bossoli di risulta mostrano

dilatazioni ragionevoli, senza affumicatura del colletto e con pochi decimi di allungamento, dovuto più che altro al lavoro

dell’oliva della matrice ricalibratrice. Nella maggior parte dei casi è bastata una rifinitura della bocca del colletto sul tornietto Wilson, usando la boccola por-

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Dopo avere sgrassato l’azione si procede al montaggio

dell’ottica; la prima operazione è applicare una slitta

porta anelli dedicata, con l’aiuto di pochi basilari attrezzi

La slitta weaver di produzione Poli è salda-

mente avvitata sull’azione; a questo punto

possiamo procedere al riassemblaggio

della meccanica sulla calciatura

Il Sabatti Rover Tactical cal.

6,5 x 47 Lapua con l’ottica

uttilizzata per la prova

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ta bossolo del .308 W (i perfezionisti po-tranno usare l’apposita boccola dedicata al 6,5 Lapua). Chi non è un “mago Mer-lino” della ricarica farà bene a mettere in

conto una lunga sperimentazione, an-dando a provare le diverse combinazioni possibili, e dovrà considerare che alcuni componenti non sono di facile reperi-

bilità. Solo in tal modo appare possibile ottenere buoni risultati, a coronamento delle aspettative che una carabina di pre-cisione deve sapere soddisfare.

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CM

Costruttore:

Produttore: Sabatti spa, tel. 030 8912207, www.sabatti.com Modello: Rover TacticalTipo di arma: carabina a otturatore girevole scorrevole (bolt-action)Calibro: 6,5 Lapua (6,5 x 47 mm)

Funzionamento: a colpo singolo e ripetizione manualeCapacità: caricatore estraibile a tre colpiCanna: da 610 mm (disponibile anche da 660 mm) di tipo pesanteScatto: regolabile a tre leve

Chiusura: a due tenoni contrapposti sulla testa dell’otturatoreEstrattore: a unghia caricato da una mollaEspulsore: a piolo sulla testa dell’otturatoreSicura: leva a due posizioni

Calcio: in materiale sintetico con finitura superficiale in gommaMire: assenti; predisposta per il montaggio dell’otticaFinitura: sabbiatura fine sull’azione e sulla cannaNote: arma per utilizzo venatorio

¤ Costruttore:Sabatti Rover Tactical cal. 6,5 x 47 Lapua

PREZZO su richiesta

Buoni i risultati con la Lapua Scenar da 123

grani e la medesima dose di polvere; la

rosata è di otto colpi, cinque dei quali sono

concentrati in un unico foro da 17 mm

Le ogive di peso intermedio (tipicamente da 120 / 123 grani)

rappresentano una valida soluzione per il tiro in poligono fi-

no a 300 metri e per le distanze maggiori in buone condime-

teo; rosata a 200 metri con palla Hornady A-Max 120 grani

Una rosata “perfetta” per rivelare

che qualcosa non va: polvere erra-

ta e/o dosaggi sbagliati conducono

spesso a queste verticalizzazioni

Cambiando tipo di polvere e

aumentando le dosi di ricarica il

risultato migliora. Qui abbiamo

usato la palla Lapua Scenar 139

grani spinta dalla Vihtavuori N-

150; distanza del bersaglio di 200

metri e ottica settata a 20X

Rosata con ogive

Sierra MK 120 grani

spinte da 37,5 grani

di polvere N-150