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A P O C A L I S S E APOCALISSE La parola “apocalisseviene dal termine greco “ apocaluptein” e significa “ritirare il velo”. Apocalisse significa rivelazione. L’apocalisse suppone una rivelazione di Dio agli uomini, presentata con molti simboli, secondo una stile letterario, chiamato apocalittico, di cui è opportuno avere qualche conoscenza. STILE APOCALITTICO Lo stile apocalittico ha inizio a metà del quinto secolo a.C. , dopo la caduta del Regno di Giuda; ha un grande sviluppo nel periodo della persecuzione di Antioco IV Epifane, nel secondo secolo a. C.; la decadenza del genere avviene dal 300 d.C. in poi. Gli ultimi testi sono del nono secolo. Nell’Antico Testamento sono apocalittici alcuni capitoli di Ezechiele (per esempio i capitoli 38-39 ), la grande Apocalisse di Isaia (cc 24-27 ) del V secolo, la piccola Apocalisse di Isaia (cc 34-35 ) di datazione più recente, il secondo Zaccaria ( cc 9-14 ), di dopo l’esilio, il libro di Daniele degli anni 167-163 . Fuori della Bibbia, nel periodo dell’Antico Testamento abbiamo il libro di Enoch, scritto tra il 170 e il 64 a.C., il libro dei Giubilei, detto anche Apocalisse di Mosè, del secondo secolo a.C., il terzo libro degli Oracoli sibillini, del secondo secolo, il Testamento dei Dodici Patriarchi, i Salmi di Salomone, l’Assunzione di Mosè, ecc.. Nel Nuovo Testamento troviamo nei Vangeli il discorso escatologico di Gesù (Mt 24, 1-44; Mc 13, 1-23; Lc 21, 5-36 ), alcuni brani delle lettere di Paolo e di Pietro ( 1 Ts 4, 16-17; 2 Ts 2, 1-12; 1 Cor 15, 20-28; 2 Pt 3, 1-13 ) e l’Apocalisse. L’apocalittica prosegue dopo il Nuovo Testamento con molteplici scritti. Tra gli altri, la Vita di Adamo ed Eva, l’Apocalisse di Abramo forse della fine del primo secolo, il Secondo libro di Enoch scritto tra il primo e il secondo secolo, il quarto libro di Esdra della fine del primo secolo. Tra i libri più noti del periodo posteriore vanno segnalati la Didachè (16° capitolo ) e il Pastore di Erma del 150. FORMA LETTERARIA Nell’apocalittica predominano simboli: colori, cifre, personaggi. Per capire il messaggio bisogna tradurre in idee i simboli proposti. Ecco, a titolo esemplicativo, alcuni simboli : Sogno Il sogno è un modo di contatto con Dio, una forma di rivelazione, che però ha bisogno di un interprete. Visione E’ l’evoluzione del sogno. E’ la forma usuale con cui si esprime l’apocalittica: la funzione del saggio che interpreta viene svolta da un angelo.

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A P O C A L I S S E

APOCALISSE La parola “apocalisse” viene dal termine greco “ apocaluptein” e significa “ritirare il velo”.

Apocalisse significa rivelazione. L’apocalisse suppone una rivelazione di Dio agli uomini, presentata con molti simboli, secondo una stile letterario, chiamato apocalittico, di cui è opportuno avere qualche conoscenza.

STILE APOCALITTICO Lo stile apocalittico ha inizio a metà del quinto secolo a.C. , dopo la caduta del Regno di

Giuda; ha un grande sviluppo nel periodo della persecuzione di Antioco IV Epifane, nel secondo secolo

a. C.; la decadenza del genere avviene dal 300 d.C. in poi. Gli ultimi testi sono del nono secolo.

Nell’Antico Testamento sono apocalittici alcuni capitoli di Ezechiele (per esempio i capitoli

38-39 ), la grande Apocalisse di Isaia (cc 24-27 ) del V secolo, la piccola Apocalisse di Isaia (cc 34-35 )

di datazione più recente, il secondo Zaccaria ( cc 9-14 ), di dopo l’esilio, il libro di Daniele degli anni

167-163 .

Fuori della Bibbia, nel periodo dell’Antico Testamento abbiamo il libro di Enoch, scritto tra il

170 e il 64 a.C., il libro dei Giubilei, detto anche Apocalisse di Mosè, del secondo secolo a.C., il terzo

libro degli Oracoli sibillini, del secondo secolo, il Testamento dei Dodici Patriarchi, i Salmi di Salomone,

l’Assunzione di Mosè, ecc..

Nel Nuovo Testamento troviamo nei Vangeli il discorso escatologico di Gesù (Mt 24, 1-44;

Mc 13, 1-23; Lc 21, 5-36 ), alcuni brani delle lettere di Paolo e di Pietro ( 1 Ts 4, 16-17; 2

Ts 2, 1-12; 1 Cor 15, 20-28; 2 Pt 3, 1-13 ) e l’Apocalisse.

L’apocalittica prosegue dopo il Nuovo Testamento con molteplici scritti. Tra gli altri, la Vita di

Adamo ed Eva, l’Apocalisse di Abramo forse della fine del primo secolo, il Secondo libro di Enoch

scritto tra il primo e il secondo secolo, il quarto libro di Esdra della fine del primo secolo.

Tra i libri più noti del periodo posteriore vanno segnalati la Didachè (16° capitolo ) e il Pastore

di Erma del 150.

FORMA LETTERARIA Nell’apocalittica predominano simboli: colori, cifre, personaggi. Per capire il messaggio bisogna

tradurre in idee i simboli proposti. Ecco, a titolo esemplicativo, alcuni simboli :

Sogno Il sogno è un modo di contatto con Dio, una forma di rivelazione, che però ha bisogno di un

interprete.

Visione E’ l’evoluzione del sogno. E’ la forma usuale con cui si esprime l’apocalittica: la funzione del

saggio che interpreta viene svolta da un angelo.

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Sconvolgimenti cosmici . Sole, terra, luna cambiano natura. La terra che trema e altri simili fenomeni indicano una

presenza particolare di Dio, che cambia il mondo attuale.

Esseri mostruosi Indicano una sfera di realtà che è al di fuori, al di sopra del livello umano, anche se sotto il livello

divino.

Simbolismo aritmetico Ai numeri viene dato un valore qualitativo e non quantitativo, come dovrebbe avvenire. Così il 7

e i suoi multipli indicano totalità, mentre il 6 ( 7-1) l’imperfezione, tre volte 6 la nullità, la metà di 7,

cioè tre e mezzo, indica un tempo limitato; 10 rappresenta la pienezza, 100 è il numero di Dio, 12 indica

l’Israele antico e nuovo.

L’esistente: Cielo è la zona di Dio Terra è la zona degli uomini

Abisso ( e mare ) è il luogo del male

Colori Bianco = vittoria - eternità Nero = morte – empietà Rosso = assassinio - violenza – sangue

Altri simboli : Corno = potenza Cintura d’oro = potere legale Abito lungo = sacerdozio

TEOLOGIA L’apocalittica legge la storia alla luce del messaggio religioso e presenta una sua teologia.

La storia si sviluppa linearmente verso una meta. Lo sviluppo avviene tramite uno scontro tra bene e male, tra giusti e malvagi, che coinvolge

gruppi sociali, categorie, centri di potere.

sono coinvolti anche angeli e demoni, visti come esseri al di sopra degli uomini e al di sotto di Dio.

Su tutta la vicenda umana c’è Dio, padrone della storia e del suo svolgimento.

Lo scontro ha una serie di vicende drammatiche. Sembra talora che le forze del male stiano per vincere. Esse seminano persecuzioni, sofferenze, tentazioni, morti,. Ma non giungono mai alla

vittoria totale. anche le forze del bene hanno periodi di vittoria, ma non bisogna illudersi: il male è sempre in

agguato.

La vittoria alla fine è del bene e dei buoni. Con la vittoria avviene la risurrezione, un

rinnovamento radicale di tutto, una vita non più insidiata da malattie, fatica, morte.

Le forze del male non solo saranno sconfitte, ma scompariranno, annientate da un intervento di

Dio, espresso con immagini diverse: giudizio, scontro campale, fuoco dal cielo, ecc..

I giusti, scomparsi dalla scena del mondo, durante la lotta, sono al sicuro, già parzialmente

premiati, collaborano, con le preghiere, allo sviluppo positivo della storia. A loro i cattivi non possono

arrecare alcun nocumento.

Il grande protagonista che spinge la storia verso la sua conclusione è il Figlio dell’uomo, il

Messia promesso e donato.

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Capitolo 1

Prologo

1 Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni. 2 Questi attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. 3 Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino.

Saluto alle sette chiese 4 Giovanni alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era

e che viene, dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, 5 e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue 6 che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. 7 Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà; anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto. Sì, Amen! 8 Io sono l`Alfa e l`Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l`Onnipotente!

Visione introduttiva

9 Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, mi trovavo nell`isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù. 10 Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: 11 Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Efeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a Laodicèa. 12 Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d`oro 13 e in mezzo ai candelabri c`era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d`oro. 14 I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, 15 i piedi avevano l`aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque. 16 Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio e il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza. 17 Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l`Ultimo 18 e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi. 19 Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che accadranno dopo. 20 Questo è il senso recondito delle sette stelle che hai visto nella mia destra e dei sette candelabri d`oro, eccolo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese e le sette lampade sono le sette Chiese.

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La Chiesa, verso la fine del primo secolo, vive in un clima di persecuzione e fa esperienza di alcune

difficoltà interne. L’autore rende nota ad essa, perché sia letta e meditata ( 1, 3 ) la rivelazione che ha

ricevuto da Dio attraverso Gesù Cristo (1,1) in un giorno festivo (1,9).

Il racconto dell’esperienza mistica ( 1, 10 ), ha inizio con la presentazione di Gesù in tutta la sua

realtà e la sua gloria ( uomo, Dio, sacerdote, re, morto e risorto, inizio e fine di ogni cosa, ecc. ) che invita

Giovanni ad inviare un messaggio di valore universale a sette chiese. Il messaggio, in cui Cristo giudica e

purifica la Chiesa con la parola, è riportato nei capitoli 2 e 3.

RIVELAZIONE E’ la traduzione della parola greca “ Apokàlipsis”, che dal II secolo designa tutto il libro ( Apocalisse ). Secondo la terminologia apocalittica, la rivelazione comporta una visione e la sua

interpretazione ( cf. Dn 2, 28 ).

CHE DIO GLI DIEDE (1) La rivelazione parte dal Padre, fonte di ogni dono soprannaturale.

DI GESU’ CRISTO (1) Attraverso Gesù Cristo, giunge all’umanità : “ai suoi servi”.

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INVIANDO IL SUO ANGELO (1) La mediazione angelica è una caratteristica del genere apocalittico. Nell’Apocalisse la rivelazione

poi avverrà direttamente a Giovanni, dato che con Cristo l’uomo ha acquistato il suo primitivo splendore.

AL SUO SERVO GIOVANNI (1) Chi annunzia la rivelazione è “servo”, cioè sta sullo stesso piano dei profeti.

LE COSE CHE DEVONO ACCADERE FRA BREVE (1) I fatti qui rivelati avverranno presto, cioè negli “ultimi tempi”, che hanno inizio con la Pasqua di

Cristo. “Fra breve”: è una caratteristica dello stile apocalittico presentare gli ultimi eventi come imminenti

( es. Mt 24, 33 ).

PAROLA DI DIO E TESTIMONIANZA (2) E’ la rivelazione cristiana nella sua totalità; ma qui si riferisce particolarmente alle rivelazioni

contenute in questo libro

CIO’ CHE HA VISTO (2) Cosa ha visto? I quadri che presenterà? Oppure ha avuto una rivelazione che tenta di trasmettere

con linguaggio apocalittico?

BEATO CHI LEGGE E...ASCOLTANO (2) Il libro doveva essere letto nell’assemblea. E’ beato chi lo proclama e gli ascoltatori, che non si

fermano all’ascolto, ma mettono in pratica l’annuncio.

PERCHE’ IL TEMPO E’ VICINO (3) Il ritorno di Cristo nella parusia è una palpitante attesa della prima generazione cristiana.

Lettere alle Chiese di Asia

Indirizzo ALLE SETTE CHIESE (4) Il libro si presenta come un messaggio alle sette Chiese dell’Asia proconsolare romana, comunità più

delle altre legate a Giovanni e alle sue cure pastorali. Erano situate sulla via della posta imperiale e quindi il

libro poteva essere facilmente recapitato.

Ma “7” è un numero pieno e indica la Chiesa intera. Il Libro quindi è destinato a tutta la Chiesa.

GRAZIA E PACE (4) Augurio e benedizione.

DA COLUI CHE E’ (4) E’ Dio Padre. L’espressione: “che è, che era e che viene” è lo sviluppo del nome divino rivelato a

Mosè ( “Elieh ascher ehieh”,= “Io sono colui che sono”: Es 3, 14 ) Dio è Jahvè, colui che è sempre stato,

che è , che sarà, l’eterno, superiore a tutto, che invia il Figlio.

SETTE SPIRITI (4) Secondo la concezione ebraica, Dio è circondato da sette angeli superiori o arcangeli. Ma i Padri

della Chiesa hanno visto qui lo Spirito Santo nella pienezza dei suoi doni.

GESU’ CRISTO (5-6) Gesù è Colui che concretizza le promesse del Padre. Egli è

Testimone fedele. Certo per la testimonianza resa davanti a Pilato, ma in modo particolare perché

rende testimone della rivelazione. Egli è l’Amen.

Primogenito dei morti. Risorto e primo dei risorti.

Colui che ci ama e ci redime. La redenzione è vista nel suo fondamento, l’amore e nel suo mezzo,

il sacrificio cruento, e nei suoi effetti, la remissione dei peccati.

Colui che fa di noi un regno di sacerdoti. Il suo è un reame di persone dotate di poteri regali, di

una regalità di servizio e che esercitano la funzione sacerdotale per il Padre.

VIENE TRA LE NUBI (7) Al pensiero della salvezza è associato quello del ritorno di Cristo nella Parusia. Gesù ritornerà

vittorioso, “ sulle nubi”, con potere, vittorioso sui nemici suoi e della Chiesa e Giudice. I nemici

assisteranno tremebondi al suo trionfo.

ALFA E OMEGA (8) Dio è l’alfa e l’omega. Alfa e omega sono la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco. Con questa

dichiarazione viene affermato che Dio è Primo ed Ultimo, cioè il Principio e la Fine di ogni cosa ( Vedi

Isaia 44, 6 ), che ha dato inizio alla creazione e le darà una fine.

E’ colui che è che era e che viene, l’eterno.

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E’ l’Onnipotente , il dominatore di tutto, “ l’Javhvè elehe sebaot”, come dice l’Antico Testamento

IO GIOVANNI ( 9 ) Inizia il brano che parla della chiamata di Giovanni, prigioniero a Patmos, piccola isola rocciosa,

situata nell’Egeo orientale, a circa 75 chilometri a sud-ovest di Efeso. Patmos era un’isola adibita a luogo di

pena e , secondo un’antica tradizione, Giovanni vi era stato deportato, per la sua fedeltà “alla parola di Dio”

e per “ la testimonianza resa a Gesù”

NEL GIORNO DEL SIGNORE (10 ) E’ la domenica. E’ la prima testimonianza di fonti cristiane che il giorno del culto dell’assemblea

era stato trasferito dal sabato alla domenica.

VOCE POTENTE (11 ) Il “come” usato per ben sei volte ad indicare la difficoltà ad esprimere con parole umane

l’inesprimibile.

SETTE CHIESE (11 ) Sono le chiese a cui saranno indirizzate le lettere. Ma il messaggio è per tutta la Chiesa ( Sette =

numero pieno )

SETTE CANDELABRI (12 ) Ricorda il candelabro d’oro che si trovava nel tempio di Gerusalemme ( Zc 4, 2 ). Il significato dei

candelabri è di riflettere la luce di Dio e di irradiarla sulla terra. Nel versetto 20 ( vedi )è detto che

rappresentano i sette “angeli” delle Chiese.: angeli protettori? vescovi?,messaggeri? Chiese stesse?

C’ERA UNO ( 13 ) Viene presentato Gesù nella sua gloria divina. Egli appare come

“Figlio dell’uomo, come in Dn 7, 13 e 10, 5. Con …

“abito lungo” indicante la dignità sacerdotale. E’ probabilmente il “meeil”, veste del sommo

sacerdote ( es. 28, 4 ),

“ una fascia d’oro” simbolo della regalità ( 1 Mc 10, 89 ),

“ capelli candidi”, simbolo dell’eternità, come appare in Daniele 12 l’”Antico dei giorni”,

“occhi fiammeggianti” simbolo della vita, emblema di Dio e immagine del giudizio ( vedi roveto

ardente ),

“piedi… aspetto di ronzo “, per l’amore redentivo, che ha portato Cristo al sacrificio,

“ voce…acque abbondanti”. La sua voce rievoca la potenza della voce di Dio ( Ez 53, 2 ),

“nella destra sette stelle” Nel v. 20 è detto che indicano gli “angeli delle chiese, cioè forse le chiesa

stesse nella loro dimensione spirituale, su cui Cristo ha potere sovrano,

“somigliava al sole”. E’ il Cristo della trasfigurazione ( Mt 17, 2)

Le molte immagini tratte dall’Antico Testamento, rivelano una minuziosa ricerca di indicazione

per descrivere l’indescrivibile.

CADDI …COME MORTO ( 17 ) Gli occhi umani non possono fissare Dio. Secondo l’AT chi vedeva Dio non poteva più restare

nella realtà terrena, moriva. Anche Giovanni cade come morto. NON TEMERE ( 17 ) Cristo lo rianima. Il messaggio di Cristo non porta morte, ma consolazione.

PRIMO ED ULTIMO ( 18 ) Con poche parole Cristo è presentato come

“primo ed e ultimo” cioè eterno, “vivente”, Dio che possiede la vita in proprio, “morto, vivo per sempre “, morto sulla croce, risorto a Pasqua, vivente per sempre,

“ potere sopra la morte e gli inferi”, Signore incontrastato della morte e degli inferi, che non

potranno prevalere sulla Chiesa ( Mt 16., 18 ).

CHE HAI VISTO (19 ) La frase riassume il contenuto del Libro. “Le cose viste” sono quelle riguardanti il presente della

Chiesa ( capitoli 2 e 3 ), “quelle che accadranno” sono le visioni della sezione propriamente profetica

(capitoli. 4-22 ).

SETTE STELLE (20 ) Le sette stelle del versetto 16 indicano le sette Chiese, cui sono indirizzate le lettere, ma più in

generale indicano la Chiesa tutta.

I SETTE CANDELABRI (20) I sette candelabri del versetto 12 in mezzo ai quali si trova il figlio dell’uomo, indicano gli “angeli”

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delle sette chiesa. Chi sono? Secondo alcuni sono gli angeli protettori delle Chiesa, secondo altri sarebbero

i messaggeri (aggeloi = messaggeri ) incaricati di portare le lettere alle Chiesa, secondo altri sarebbero i vescovi delle sette chiese, secondo altri ancora sarebbero le Chiese stesse personificate, viste nella

dimensione soprannaturale e presentate qui col termine “angelo” e prima col termine “stella” .

Riflessioni Parlare di realtà ultraterrene per l’uomo è tremendamente difficile. Nessun raffronto con quanto

conosce può rendere del tutto la realtà di Dio. Qualunque linguaggio usi, il suo è solo balbettare.

Dio è assolutamente “tutt’altro”, il suo mistero è grande e tremendo. Davanti a, lui l’uomo è nulla.

Dio però innalza l’umile a sé e gli svela le verità della vita, mentre resta inavvicinabile

all’orgoglioso.

Dall’inizio dell’Apocalisse, Cristo appare in tutta la sua maestà: sacerdote, re eterno, onnisciente,

giudice, signore, salvatore, principio e fine i ogni cosa.

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Capitolo 2 Lettera alle Chiese: di Efeso

1 All`angelo della Chiesa di Efeso scrivi: Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d`oro: 2 Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza, per cui non puoi sopportare i cattivi; li hai messi alla prova - quelli che si dicono apostoli e non lo sono - e li hai trovati bugiardi. 3 Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. 4 Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo amore di un tempo. 5 Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di prima. Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto. 6 Tuttavia hai questo di buono, che detesti le opere dei Nicolaìti, che anch`io detesto. 7 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò da mangiare dell`albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.

Di Smirne

8 All`angelo della Chiesa di Smirne scrivi: Così parla il Primo e l`Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita: 9 Conosco la tua tribolazione, la tua povertà - tuttavia sei ricco - e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana. 10 Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.

Di Pergamo

12 All`angelo della Chiesa di Pèrgamo scrivi: Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli: 13 So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di satana. 14 Ma ho da rimproverarti alcune cose: hai presso di te seguaci della dottrina di Balaàm, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d`Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla fornicazione. 15 Così pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaìti. 16 Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca. 17 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all`infuori di chi la riceve.

Di Tiatira

18 All`angelo della Chiesa di Tiàtira scrivi: Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente. 19 Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime. 20 Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle, la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli a darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli. 21 Io le ho dato tempo per ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere dalla sua dissolutezza. 22 Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato. 23 Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere. 24 A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dottrina, che non avete conosciuto le profondità di satana - come le chiamano - non imporrò altri pesi; 25 ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno. 26 Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere, darò autorità sopra le nazioni; 27 le pascolerà con bastone di ferro e le frantumerà come vasi di terracotta, 28 con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino. 29 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.

__________________________

Tra la visione del cap. 1 e quella del cap. 4, troviamo le lettere alle sette chiese che si presentano

come scritti profetici, miranti ad influenzare il presente. Lo stile è quello epistolare dell’antico oriente. (

esempio: Ger 29, 4-28 ).

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Si tratta di un unico grande messaggio, articolato in sette parti. E’ Cristo che si rivolge alla sua

Chiesa, la giudica e la purifica con la parola. Il messaggio, indirizzato a sette chiese, ha una portata generale:

parla alla totalità (“7” ) della Chiesa.

Le lettere forniscono un quadro fedele delle condizioni spirituali e dei concreti problemi che

caratterizzavano la vita delle comunità cristiane del periodo in cui sono state scritte.

In tutte le lettere troviamo una struttura quasi identica:

Indirizzo “ All’Angelo della Chiesa di..”

Mittente e autopresentazione “ Così parla Colui che.. “

Giudizio sulle Chiese “ Conosco le tue opere..”

Esortazione “ Ricorda..non temere...ravvediti”

Invito alla conversione “ Chi ha orecchi ascolti..”

Promessa rassicurante “ A chi vince darò..”

Alla chiesa di Efeso è rivolta una lode per la costanza, la rettitudine dottrinale, l’assenza di

compromessi. Viene però rimproverato il fatto che la comunità è venuta meno a quel livello di amore

verso Dio, che aveva prima.

Alla Chiesa di Smirne, che vive un periodo di persecuzione, è assicurata l’assistenza divina, la fine

delle tribolazioni e il premio a chi resterà fedele.

La Chiesa di Pergamo, che vive in un mondo particolarmente pagano ( dove satana ha il suo trono ),

è lodata per la sua resistenza, ma è anche invitata alla conversione.

La chiesa di Tiatira, cittadina tutta dedita al commercio, pagana e corrotta, è messa in guardia dalle

insidie di un paganesimo materialista e fonte di teorie strane. E’ richiamata alla fedeltà. A chi resterà saldo

è assicurata la partecipazione alla vita di Cristo.

1 Efeso CHIESA DI EFESO (1) Efeso era una città situata sulla costa occidentale dell’Asia Minore. Naturale punto d’incontro tra

Oriente e Occidente, aveva il secondo porto del Mediterraneo, dopo Alessandria. Divenne un importante

centro del culto imperiale e di sincretismo religioso. Paolo vi fondò una Chiesa tra il 50 e il 55. Verso il 70 la

Chiesa di Efeso divenne il principale centro della fede cristiana in Oriente. Vi dimorò la Madre di Gesù e

Giovanni.

CONOSCO LE TUE OPERE (1) Lode per la costanza e la rettitudine dottrinale.

QUELLI CHE SI DICONO APOSTOLI (1 ) Nella Chiesa primitiva talora alcuni predicatori ambulanti si presentavano come apostoli e profeti,

senza esserlo ( cf. 1 Ts 5, 20 ). Ad Efeso non fecero fortuna.

HO PERO’ DA RIMPROVERARTI (4) C’è stato un rilassamento, un approdare ad una vita di “routine”, cosa grave, specialmente in tempo

di persecuzione. Manca l’entusiastico amore dei tempi di Paolo. ( At 20, 37 ).

RIMUOVERO’ (5) La chiesa di Efeso corre il rischio di essere tagliata fuori dalla comunione liturgica.

LE OPERE DEI NICOLAITI (6) E’ l’unica eresia espressamente nominata nel Nuovo Testamento, di cui si ignora quasi tutto. Forse è

l’eresia dei falsi profeti del v. 2. e del v. 15. Risulta che aveva adepti anche a Pergamo. Forse vi aderiva la

fazione che seguiva Balaan in Ap 2, 14 . Sarebbe un miscuglio di cristianesimo e di culti pagani.

In seguito si è creduto di trovare nella Bibbia anche il fondatore, nel diacono Nicola, di cui parlano

gli Atti ( 6, 4 ). Ma in merito non c’è certezza.

MANGIARE ALBERO DELLA VITA (7) L’allusione è a Genesi 2, 9 ed è anticipazione di quanto verrà descritto al capitolo 22. Si tratta della

vita che ha inizio nel Battesimo e ha la pienezza nell’eternità.

PARADISO DI DIO (7) E’ la sede dei beati ( Lc 23, 43 ) e si identifica con la Gerusalemme celeste, che “discende dal cielo,

da presso Dio “ ( Ap 21, 10 ).

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2 Smirne CHIESA DI SMIRNE (8) Smirne era situata a nord di Efeso. Città fedelissima a Roma, già dal II secolo possedeva un tempio

dedicato alla dea Roma. Per la sua fedeltà meritò il titolo di “Smyrna fidelis” (vedi v. 10 ). Ospitava una

fiorente colonia giudaica, la cui ostilità verso i cristiani ci è nota attraverso il martirio di S. Policarpo, che fu

vescovo della chiesa locale e fu martirizzato nel 156.

SI PROFESSANO GIUDEI (9) Gli Ebrei che hanno rifiutato il Vangelo non sono nemmeno autentici Giudei. La pensava così anche

Paolo ( Rm 2, 28 ). Perseguitando la Chiesa non sono più “sinagoga di Dio”, ma “sinagoga, strumento di

satana”.

TRIBOLAZIONE DI 10 GIORNI (10) La persecuzione scatenata contro i fedeli di Smirne, sarà di breve durata. I dieci giorni ricordano la

prova cui furono sottoposti Daniele e i suoi compagni ( Dn 1, 12 ) e indicano una durata limitata.

MORTE SECONDA (11) Assenza della vita vera dei reprobi, morte eterna. Sarà spiegata in 20, 6 e 21, 8.

3 Pergamo CHIESA DI PERGAMO (12) Pergamo si trovava a nord di Smirne e contendeva il primato fra le città dell’Asia sia a Smirne, che

ad Efeso. La sua acropoli era letteralmente coperta di magnifici templi. Fu la prima città d’Asia che

introdusse ufficialmente il culto imperiale ed eresse un tempio ad Augusto e a Roma. . Per questo proliferare

di idolatria , viene in Apocalisse 2, 13 definita “trono di satana”.

SPADA A DOPPIO TAGLIO (13) la parola penetrante, come spada a doppio taglio

SATANA HA IL SUO TRONO (13) forse per i molti templi. Ma più specificatamente per il dio Asclepio, adorato a Pergamo, e di cui

abbiamo traccia anche nell’AT (Gn 3, 1-5 - Is 65,25). Asclepio passava per un dio che faceva miracoli,

aveva come simbolo il serpente e appariva come concorrente di Gesù.

NON RINNEGATI..AL TEMPO DI ANTIPA (13) Antipa era stato discepolo di Giovanni e forse vescovo di Pergamo ed era stato ucciso per la fede in

Cristo. Quella morte non aveva fatto vacillare i cristiani di Pergamo.

RIMPROVERARTI...BALAAM (14) Era l’eresia dei Nicolaiti ( 2, 6 ) che dichiaravano esser lecito ai cristiani partecipare ai banchetti

sacri pagani, spesso accompagnati da immoralità. Era un’eresia ricollegata all’indovino Balaam ( Nm 22,

24), che era stato chiamato dal re di Moab Balak a maledire Israele, proveniente dall’Egitto. Secondo i

commenti rabbinici, Balaam avrebbe consigliato a Balak di presentare agli Israeliti donne moabite , allo

scopo di farli prevaricare dalla vera fede, mangiare carne di animali immolati e farli diventare idolatri . Per i

cristiani di Pergamo il pericolo era il contagio tra cristianesimo e culti pagani, idolatrici e immorali.

I Nicolaiti vengono considerati precursori dello gnosticismo, che in nome di una “sapienza

superiore”, professavano e praticavano un libertinaggio morale, in contrasto con le esigenze del Vangelo.

SPADA DELLAMIA BOCCA (16) giudizio di Dio, che separa, con taglio netto, bene e male.

MANNA NASCOSTA (17) la manna simboleggia la grazia divina che sostenta la vita spirituale del fedele.

PIETRUZZA BIANCA SU CUI.. NOME NUOVO (17) Nella gare greche si usava dare ai vincitori una pietra bianca. Qui è la tessera di riconoscimento

data da Cristo ai suoi eletti.

UN NOME NUOVO (17) nome è simbolo di esistenza, di natura. Il cristiano col Battesimo ha un’esistenza nuova.. Ha una

realtà nuova. E’ una “nuova creatura”.

4 Tiatira CHIESA DI TIATIRA (18) Tiatira era un piccolo centro della Lidia settentrionale, sulla strada tra Pergamo e Sardi.

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IL FIGLIO DI DIO E’ l’unica volta che Gesù è indicato come “Figlio di Dio”, appellativo che probabilmente proviene da Sl 2, 7.

Per lo più è chiamato “Signore” , cioè Dio, e la divina filiazione è più volte affermata nei passi dove Dio è

presentato come suo Padre.

LASCI FARE A IEZABELE (20) Probabilmente era una persona che raccoglieva attorno a sé un folto gruppo di seguaci dell’eresia

nicolaita. Il suo nome è certamente simbolico, in riferimento alla Gezabele , moglie di Acab, di cui si parla

nei libri del Re ( 1Re 16, 31 ; 2Re 9,22 ).

INSEGNA E SEDUCA (20) La parola greca “planan” significa, ingannare, fuorviare; è l’atto della seduzione, proprio di satana e

delle potenze demoniache, che operano attraverso Iezabele. I disordini sono quelli dei Nicolaiti: idolatria e

immoralità.

COLUI CHE SCRUTA (23) sono prerogative che l’AT attribuiva solo a Dio e qui sono attribuite a Cristo

LE PROFONDITA’ DI SATANA (24) teorie strane che portano al lassismo morale.

QUEL CHE POSSEDETE (25) la fede in Gesù Cristo deve essere conservata fino al ritorno del Signore

AUTORITA’ SOPRA LE NAZIONI (26) Chi rimarrà saldo nella fede sarà premiato con la partecipazione al potere regale di Cristo, descritto

con le parole del Salmo 2 , 6. 8-9 “ darò le nazioni in tua eredità” “le spezzerai con scettro di ferro, come

vasi di argilla le frantumerai”. Il dominio è su tutti. Il bastone di ferro è segno del giudizio sui malvagi.

AUTORITA’ ..DAL PADRE (28) Chi è fedele parteciperà all’autorità di Gesù, che è quella del Padre

STELLA DEL MATTINO (28) La stella indica Cristo ( Nm 24, 17 ). Il credente fedele parteciperà alla vita di Cristo.

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Capitolo 3

Di Sardi 1 All`angelo della Chiesa di Sardi scrivi: Così parla Colui che possiede i sette spiriti di

Dio e le sette stelle: Conosco le tue opere; ti si crede vivo e invece sei morto. 2 Svegliati e rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. 3 Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti, perché se non sarai vigilante, verrò come un ladro senza che tu sappia in quale ora io verrò da te. 4 Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti; essi mi scorteranno in vesti bianche, perché ne sono degni. 5 Il vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti, non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. 6 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.

Di Filadelfia 7 All`angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi: Così parla il Santo, il Verace, Colui che ha la

chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude, e quando chiude nessuno apre. 8 Conosco le tue opere. Ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere. Per quanto tu abbia poca forza, pure hai osservato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. 9 Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di satana - di quelli che si dicono Giudei, ma mentiscono perché non lo sono -: li farò venire perché si prostrino ai tuoi piedi e sappiano che io ti ho amato. 10 Poiché hai osservato con costanza la mia parola, anch`io ti preserverò nell`ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. 11 Verrò presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona. 12 Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio nome nuovo. 13 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.

Di Laodicea 14 All`angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi: Così parla l`Amen, il Testimone fedele e

verace, il Principio della creazione di Dio: 15 Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! 16 Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. 17 Tu dici: "Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla", ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. 18 Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. 19 Io tutti quelli che amo li rimprovero eli castigo. Mostrati dunque selante e ravvediti. 20 Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. 21 Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono. 22 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.

___________________________

La chiesa di Sardi viene messa in guardia dall’illusione che la vitalità esterna possa essere

sufficiente per essere cristiani. Essa invece camuffa di fatto una morte spirituale interiore ( 3, 1 ). Viene

invitata a scuotersi con energia e a confrontarsi con la Parola ascoltata al momento della conversione.

La chiesa di Filadelfia, che si è mantenuta pienamente fedele anche in momenti di sofferenza e di

persecuzione, ma ora si avvicina al limite delle sue forze, è confortata e tranquillizzata e ha l’assicurazione di

nuove conversioni.

Alla chiesa di Laodicea è rivolto un amorevole ma severo monito. La città è piena di banche, ma i

cittadini sono “poveri” di virtù, vi sono tante industrie tessili, ma la gente è “nuda”, si producono rinomati

colliri, ma la popolazione è “cieca”. Gli uomini si credono autosufficienti, ma vivono in una terribile

mediocrità spirituale. L’ammonizione è chiara: stanno rischiando il rigetto.

5 Sardi CHIESA DI SARDI (1) Sardi era situata a 50 km a sud-est di Tiatira. Era stata capitale della Lidia, già residenza di Creso,

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famoso per la sua ricchezza. Distrutta da un terremoto nel 17 d. C. e ricostruita da Tiberio ( 14-37). Era il

più importante centro di lavorazione della lana e di altre stoffe dell’Asia Minore.

SETTE SPIRITI....SETTE STELLE (1) Sette Spiriti è l’unico Spirito Santo visto nella pienezza dei suoi doni (vedi 1, 4 ). Sette Stelle è la

Chiesa universale ( Vedi 1, 16 ).

SEI MORTO (1) La vitalità esterna camuffa la morte spirituale interiore. L’entusiasmo primitivo è scemato e la

chiesa è in crisi.

SVEGLIATI E RINVIGORISCI (2) L’appello alla vigilanza è costante nei Vangeli ( es. Mt 24,42 ).

L’invito a dar vigore richiama Ez 34, 4 dove si dice che il pastore deve irrobustire le pecore deboli.

RICORDA (3) Ecco quanto c è da fare: ricordare l’insegnamento ricevuto, conservando intatto il “deposito della

fede”, come è stato consegnato dalla tradizione apostolica (v. 1Ts 2,13 ); osservarlo e convertirsi.

COME UN LADRO (3) E’ un chiaro riferimento a Matteo 24, 43 e a passi simili, in cui si fa riferimento alla seconda venuta

di Cristo. La venuta non sarà preannunziata.

VI SONO ALCUNI (4) Il giudizio non colpirà i giusti, che conservano intatta la loro dignità di cristiani, non deturpando la

veste bianca, immagine della partecipazione alla vita divina.

IN VESTI BIANCHE (4 ) Qui la veste bianca ricorda l’abito bianco indossato dai generali romani vittoriosi, durante il trionfo

e lo splendore degli angeli, raffigurati in veste bianche. I giusti saranno insieme a Gesù, con la “veste

bianca” della risurrezione, della vittoria, della felicità.

LIBRO DELLA VITA (5) La partecipazione ai beni messianici veniva indicata come iscrizione nel libro di Dio ( Ez 32, 32) o

della vita (Sl 69, 29 ), mentre l’esclusione ottenuta con la cattiva condotta veniva indicata con l’esclusione

dallo stesso libro ( Sl 69, 29 ) . I giusti parteciperanno alla vita divina.

RICONOSCERO’ E’ un’allusione alle parole di Cristo di Mt 10, 32: Gesù li presenterà al Padre come fedeli testimoni.

6 Filadelfia CHIESA DI FILADELFIA ( 7) Piccola città situata a sud-est di Sardi, fondata circa 150 anni prima di Cristo, distrutta da un

terremoto nel 17 e riedificata da Tiberio . Aveva un tempio a Giano, protettore delle porte, di cui il simbolo

era la chiave. Questa convinzione è presa da Giovanni come spunto per il messaggio che segue.

IL SANTO, IL VERACE (7) “Santo” è appellativo divino usuale nell’AT ( es. Ab 3, 3 ) , come anche “Verace”, che traduce

l’ebraico “ amen”, e indica la “fedeltà” di Dio nell’adempiere le promesse. Giovanni applica questi

appellativi direttamente a Cristo.

CHIAVE DI DAVIDE (7) Si allude al vaticinio di Isaia 22, 22, riguardante Eliaqim, maggiordomo di Ezechia. Applicato a

Cristo il vaticinio indica che a Lui compete la completa potestà di ammettere o escludere dalla Città di

Davide, cioè dalla nuova Gerusalemme.

APERTO...UNA PORTA (8) Indica il successo dell’apostolato missionario di questa città. Vari Ebrei infatti accetteranno in essa

il messaggio evangelico.

TI FACCIO DONO (9) Un certo numero di Ebrei , provenienti dalla sinagoga di satana (vedi 2, 9 ) si sottometteranno ( si

prostrino ) alla Chiesa, che riconosceranno come vero Israele.

TI PRESERVERO’ (10) Si allude al giudizio di Dio sulla storia e in particolare sugli “abitanti della terra”, cioè sulle nazioni

idolatriche, che verrà descritto nei capitoli 8-9 e 15. I flagelli colpiranno le nazioni idolatriche, ma i servi di

Dio saranno preservati.

COME UNA COLONNA (12) Era espressione consueta che si riferiva all’usanza diffusa nell’antichità classica e orientale di

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coprire le pareti e le colonne di iscrizioni votive e all’usanza dei generali vincitori di costruire colonne nei

templi per celebrare le loro imprese. Qui indica l’appartenenza definitiva al regno celeste, dove l’eletto sarà

stabile , come una colonna.

INCIDERO’ IL NOME (12) Il nome è quello del Signore. I giusti avranno una realtà trasfigurata e una dignità altissima.

7 Laodicea CHIESA DI LAODICEA (14) Laodicea sorgeva presso le rive del fiume Lico, a est di Efeso. A poca distanza si trovavano le

sorgenti termali di Gerapoli. Distrutta da un terremoto nel 60 , la città rifiutò gli aiuti di Nerone per la

ricostruzione, perché non ne aveva bisogno. Era infatti una città molto ricca, un centro commerciale fiorente,

con industrie di lino e di lana, istituti bancari conosciuti, una scuola di medicina, in cui si fabbricava un

unguento per gli occhi molto conosciuto.

L’AMEN (14) Il significato di “amen” è “verace, fedele” . Nell’AT è appellativo divino, passato nel NT a Gesù, che

ha realizzate le promesse fatta da Dio ai Padri ( 2 Cr 1, 18-20 ).

PRINCIPIO DELLA CREAZIONE (14) Cioè “origine” , “fonte” della creazione. Paolo aveva scritto di Gesù: “Egli è il Principio” (Col 1, 18)

“ Primogenito di tutta la creazione” ( Col 1, 15).

NE’ FREDDO NE’ CALDO (16) La paurosa mediocrità spirituale, tipica delle città ricche.

NON HO BISOGNO DI NULLA (17) E’ l’inganno dell’autosufficienza, che non fa vedere l’indigenza e l’insufficienza umana.

CIECO E NUDO (17) La nudità spirituale è posta in stridente contrasto con la prosperità materiale.

TI CONSIGLIO (18) Si allude alle specialità della città e viene consigliato un altro tipo di ricchezza:

oro purificato = amore fervente

vesti bianche = dignità battesimale e vita di grazia

collirio per ..occhi = capacità di discernimento religioso

STO ALLA PORTA (20) Con una delicata nota di affetto di un amico o di uno sposo, viene presentato l’amore insistente e

discreto di Dio.

SEDERE PRESSO ME (21 ) Riecheggia la parola incoraggiante di Gesù “ Fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” ( Gv 16, 33 ) ed

è posto in risalto uno dei capisaldi della fede apostolica: “ Cristo, assiso alla destra di Dio”.

Riflessioni: cap. 2 e 3 La vita e la fede cristiane sono esposte a rischi e attacchi esterni ed interni, fin dall’inizio. Il sogno

di essere al sicuro da ogni difficoltà e persecuzione, come se il Critianesimo fosse un’agenzia di

assicurazioni, è pura illusione. Chi cammina col Signore non scanserà la tempesta.

La Chiesa è posta di fronte alle sue responsabilità. Le varie comunità sono stimolate a superare

ogni compromesso e a vivere con rinnovata fede e intensificato amore.

Ognuna delle brevi lettere può costituire un efficace “testo” di esame di coscienza per il

cristiano di ogni tempo. Il messaggio dell’Apocalisse è straordinariamente lucido e risoluto: Dio non tollera

compromessi. Le lettere si concludono definendo il cristiano “colui che vince”, perché la sua vita è una

lotta continua, che non deve conoscere remore o soste.

Particolarmente attuale è la lettera alla Chiesa di Laodicea. La città è piena di banche, ma i

cittadini sono “poveri” di virtù, vi sono tante industrie tessili, ma gli abitanti sono “nudi”, si producono

rinomati colliri, ma la popolazione è “cieca”. I cittadini si credono autosufficienti, ma vivono in una terribile

mediocrità spirituale. Gesù parla loro con tenerezza ma li ammonisce con grande chiarezza : stanno

rischiando il rigetto.

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Le visioni profetiche Preliminari del grande giorno

Dio affida all’Agnello i destini del mondo I capitoli 4° e 5° sono quasi un’introduzione alla parte centrale dell’Apocalisse. Presentano la corte

celeste e l’Agnello vittorioso.

Nelle immagini fanno riferimento all’Antico e al Nuovo Testamento, specialmente ad Ezechiele e a

Giovanni e alle Apocalissi extra-bibliche..

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Capitolo 4

Il trono di Dio e la corte celeste 1 Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. La voce che prima avevo

udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito. 2 Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c`era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto. 3 Colui che stava seduto era simile nell`aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono. 4 intorno al trono, poi, c`erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro vegliardi avvolti in candide vesti con corone d`oro sul capo. 5 Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio. 6 Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d`occhi davanti e di dietro. 7 Il primo vivente era simile a un leone, il secondo essere vivente aveva l`aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l`aspetto d`uomo, il quarto vivente era simile a un`aquila mentre vola. 8 I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: Santo, santo, santo il Signore Dio, l`Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!

9 E ogni volta che questi esseri viventi rendevano gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, 10 i ventiquattro vegliardi si prostravano davanti a Colui che siede sul trono e adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettavano le loro corone davanti al trono, dicendo: 11 "Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l`onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono".

___________________

EBBI UNA VISIONE (1) L’espressione “avere una visione”, che è usuale nei libri profetici dell’ AT, indica una particolare

percezione estatica, mediante la quale il veggente riceve una comunicazione divina.

UNA PORTA APERTA (1) L’aprirsi di porte celesti rientra nella fraseologia apocalittica. Giovanni è invitato a salire ad un

livello di conoscenza sovrumana e va in estasi in contatto con lo Spirito. L’ annunzio che riceve supera

l’umano.

LE COSE CHE DEVONO ACCADERE (1) I fatti “che devono accadere”, ordinati secondo il piano di Dio, hanno inizio con la morte -

risurrezione di Gesù.

C’ERA UN TRONO (2) La presentazione di Dio nello splendore della sua maestà, è fatta con elementi desunti dall’ AT.

Qualche esempio : .

Isaia 6: visione della gloria di Dio,

Ezechiele 1: visione di Dio seduto su carro di fuoco,

Daniele 7 : visione dell’Antico dei giorni,,

Salmo 47, 8 ; 1 Re 22, 19l “trono”, segno di dignità

COLUI CHE STAVA...SIMILE A SMERALDO (3) Dio non è nominato e non se ne descrivono le fattezze. Non è possibile descriverlo ed è invisibile

nella sua realtà . Per dare un’idea dello splendore immateriale della Divinità , vengono usate immagini tratte

dall’AT. Esempi :

il brillare di pietre preziose: diaspro, cornalina: Ez 28, 13 e 18,13, l’arcobaleno della pace,

come dopo il diluvio ( Gn 9, 13 ), lampi e tuoni, come al Sinai ( Es 19 ).

VENTIQUATTRO VEGLIARDI (4) Il “consiglio della corona” è costituito da 24 anziani, con poteri regali (corone ); essi partecipano,

nella gloria di Dio, al mistero divino ed eterno (vesti candide), al governo del mondo ( seggi ), allo

svolgimento della salvezza.

Il loro numero corrisponde alle 24 classi del sacerdozio ebraico (1 Cronache 24) e anche ai dodici

Patriarchi, capostipiti delle 12 tribù + i 12 Apostoli, e raffigurano il popolo eletto, la Chiesa ideale . SETTE LAMPADE (5) Di 7 angeli che stanno davanti al trono parla anche Tobia 12, 15 e Apocalisse 8, 2. Potrebbe trattarsi

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degli Spiriti celesti, simboleggiati dalle lampade del candelabro a sette braccia del Tempio di

Gerusalemme.

Ma se il riferimento è a Zacaria 4, 10, che vede nelle sette lampade ““gli occhi di Javhè che

guardano su tutta la terra”, allora i sette spiriti indicano il settiforme Spirito di Dio. MARE TRASPARENTE (6) Secondo la vecchia concezione biblica del mondo, sopra il firmamento si trovano le acque

superiori. (Es. Gn 1, 7 ) Il mare vitreo corrisponderebbe a queste acque.

QUATTRO ESSERI VIVENTI (7) I tratti dei quattro esseri s’ispirano ai quattro “esseri” misteriosi di Isaia 6, 2 e di Ezechiele 1, 5 e

10, 2-20 .

Indicano ed esprimono, a livello celeste, il punto d’incontro tra l’iniziativa di Dio e la risposta di

tutto il creato. Con i 4 esseri è indicato il creato. Giovanni li presenta con alcune caratteristiche:

“pieni di occhi” , segno di onniscienza e provvidenza, nel reggere i punti cardinali,

“erano simili a..” con una molteplicità di aspetti, indicanti il meglio della creazione,

“non cessano di ripetere” , in continua lode.

L’aspetto molteplice : Leone - Vitello - Uomo - Aquila, indica quanto di più grande e potente

esiste nella creazione. Infatti il leone è il più potente di tutti gli animali, il vitello il più potente degli animali

domestici, l’aquila dei volatile e l’uomo è il re della creazione. Questi esseri sono presenti davanti al trono di

Dio per tributare senza sosta al creatore la gloria dovuta.

Nella tradizione cristiana, a partire da Ireneo di Lione, morto martire nel 202, le figure di leone,

vitello, aquila e uomo sono divenute simboli dei quattro evangelisti, anche se questa non era l’intenzione

dell’autore dell’Apocalisse.

La lode che gli esseri innalzano in continuazione ( “non cessano di ripetere” ) è la stessa di Isaia 6,

3 : “Santo, Santo, Santo ”.

SI PROSTRARONO (10) E’ atto di omaggio a Dio riconoscimento della situazione di creature (gettare corone).

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Capitale 5

Il libro dei sette sigilli 1 E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo,

scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. 2 Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: "Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?". 3 Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo. 4 Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo. 5 Uno dei vegliardi mi disse: "Non piangere più; ecco, ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide; egli dunque aprirà il libro e i suoi sette sigilli". 6 Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra. 7 E l`Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono. 8 E quando l`ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all`Agnello, avendo ciascuno un`arpa e coppe d`oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. 9 cantavano un canto nuovo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione» 10 e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra. 11 Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia 12 e dicevano a gran voce: «L'Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione». 13 Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». 14 E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E i vegliardi si prostrarono in adorazione.

________________

Dopo l’ordine di inviare il messaggio alle sette chiese, Gesù , morto e risorto, invita (4, 1 ) Giovanni a

salire in cielo e a valutare la storia dal punto di vista del Signore.

Vede Dio al centro di ogni realtà, ( 4 vegliardi e 24 seniori ), in contatto attivo di amore e di vita con

la creazione ( “ seduto sul trono”, (4, 2 ) ) fonte e origine di gioia e di pace (“simile a diaspro e cornalina”),

amico e alleato dell’umanità. (”arcobaleno” ).

La creazione e il popolo eletto (4 esseri viventi e 24 seniori ) sono in una perenne e felice liturgia di

lode e di adorazione ( 4, 8; 5, 11 ) attorno a Lui ( 4, 3 ).

Gesù è al centro di tutto ( 5, 1), è il Messia promesso e vittorioso, è l’Agnello che muore, risorge e

ci salva ( 5, 5 ss ).

Solo in Cristo trova un senso la vicenda dell’uomo. Solo Gesù porta a compimento la storia e ne

svela i misteri ( degno di aprire i sigilli 4, 9 ).

LIBRO A FORMA DI ROTOLO (5) I libro è a forma di rotolo, come erano i libri nell’antichità. Contiene il piano creatore e salvifico di Dio, visto come un libro scritto sui due lati, cioè molto ampio, e sigillato con sette sigilli, perché nessun essere celeste o terrestre è in grado attuare e comprendere il contenuto.

IN CIELO. TERRA..MARE (3) La creazione, in cui nessuno è in grado di aprire il libro, è presentata secondo la concezione antica

che la vedeva suddivisa in tre parti: cielo, terra e acque sotterranee o abisso, cui in seguito è subentrò l’Ade.

IO PIANGEVO (4) La creazione è incapace e indegna di conoscere i misteri di Dio.

HA VINTO IL LEONE (5) Cristo, Leone di Giuda, Germoglio di David, attraverso la sua morte e risurrezione ha riportato la

vittoria che lo mette in grado di svelare il senso profondo della storia, di prenderne in mano e di portarla

a compimento.

UN AGNELLO (6) A questo punto avanza Gesù, che si presenta come

“Agnello”, con riferimento all’Agnello pasquale ( Es 12, 13 ) e al Servo di Javhè ( Is 53, 7 ).

Nell’Apocalisse Gesù è chiamato “Agnello” per 29 volte

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“ritto.. come immolato , cioè messo a morte e risorto, con “sette corna”, con la totalità della forza messianica, con “sette occhi, con la pienezza dello Spirito in azione.

SI PROSTRARONO (8) La chiesa e la creazione ( 24 vegliardi e 4 viventi ) rende omaggio all’Agnello.

ARPA E COPPE D’ORO (8) In atteggiamento di preghiera. Le coppe d’oro erano tipiche nell’uso liturgico, erano ripiene

d’incenso, e rappresentano le preghiere.

CANTO NUOVO (9) E’ l’inno di ringraziamento a Dio per i nuovi favori elargiti al popolo, e si addice ai tempi della

“nuova creazione”. L’inno che si leva ha un’andatura liturgica e celebra l’opera di salvezza compiuta da

Cristo con la sua morte e risurrezione.

TU SEI DEGNO (9) Cristo, morto e risorto per gli uomini è il solo che può aprire i sigilli della storia umana.

UN REGNO DI SACERDOTI (10 ) Ha fatto dei suoi seguaci un popolo di re e sacerdoti.

I QUATTRO ESSERI (14) L’inno termina con la piena adesione (“amen” ) e l’adorazione della Chiesa e della creazione

(viventi e vegliardi ).

Riflessioni: cap 4 e 5 Dio è in una luce inaccessibile. Egli non parla. Presenta, in un libro sigillato, i suoi pensieri eterni

circa l’avvenire della Chiesa e dell’intera creazione. E’ il progetto di Dio immutabile.

L’uomo, con le sue sole forze non può comprendere il piano di Dio, e non è in grado di arrivare a Lui. Ma con l’uomo c’è Cristo che rivela i disegni eterni e li realizza, morendo in croce. E’ lui

il solo Salvatore dell’uomo.

Gesù è il realizzatore delle speranze messianiche di Israele. E’ il Messia promesso e atteso, il

Leone di Giuda, il Germoglio di Iesse.

Il Messia è ora nella sua gloria, intronizzato come Re dell’Universo, ma resta sempre presente nella sua Comunità, la Chiesa, alla quale spiega i decreti eterni di Dio

I capitoli 4° e 5° hanno una chiara impostazione liturgica. Troviamo : il rotolo del libro, che

ricorda la lettura della Bibbia, in uso nelle comunità, l’Agnello immolato, che rimanda a Gesù presente

nell’Eucaristia e una serie di inni pasquali : 4, 8; 4, 11; 5,9-10; 5, 12-14.

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Capitolo 6

I primi quattro sigilli: cavalli e cavalieri 1 Quando l`Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri

viventi che gridava come con voce di tuono: "Vieni". 2 Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora. 3 Quando l`Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava: "Vieni". 4 Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada. 5 Quando l`Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che gridava: "Vieni". Ed ecco, mi apparve un cavallo nero e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. 6 E udii gridare una voce in mezzo ai quattro esseri viventi: "Una misura di grano per un danaro e tre misure d`orzo per un danaro! Olio e vino non siano sprecati". 7 Quando l`Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: "Vieni". 8 Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l`Inferno. Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.

Quinto sigillo : la preghiera dei martiri

9 Quando l`Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l`altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa. 10 E gridarono a gran voce: "Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e verace, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue sopra gli abitanti della terra?". 11 Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro.

Sesto sigillo : i terremoti 12 Quando l`Agnello aprì il sesto sigillo, vidi che vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna diventò tutta simile al sangue, 13 le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come quando un fico, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi immaturi. 14 Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto. 15 Allora i re della terra e i grandi, i capitani, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; 16 e dicevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall`ira dell`Agnello, 17 perché è venuto il gran giorno della loro ira, e chi vi può resistere?

____________________

Per svelare il senso profondo della storia è necessario aprire i sette sigilli del libro della vita. Nei

capitoli 6-7 si descrive questa operazione, che sarà seguita dagli squilli delle sette trombe ( 8-11 ) e dal

versamento delle sette coppe ( capitoli 15-16 ). E’ nel capitolo 6 che inizia la vera e propria predizione e

viene manifestato ciò che “presto deve accadere “ ( Ap 1, 1 ). Il mistero della storia è svelato, il male è condannato e il bene trionfa. La sezione segue nel linguaggio e nelle immagini lo stile apocalittico, in cui la fine del mondo e il

giudizio finale sono preceduti da piaghe. Tale linguaggio e tale schema troviamo in alcune pagine del

Vecchio Testamento, in Matteo, Marco e Luca quando parlano del giudizio finale ( es. Lc 17, 20-38, ) e

nelle apocalissi extra-bibliche.

Troviamo un continuo riferimento all’Antico Testamento. Esempi :

i 4 cavalieri li troviamo in Zaccaria 6, 1-8,

i flagelli ricordano le piaghe d’Egitto ( Es 7, 14-20, 20 ).

Il riferimento è anche al N. Testamento. Per un esempio si può fare un confronto con Luca 21 :

Luca 21 guerre lotte civili terremoti carestie

epidemie segni nel cielo persecuzioni

Ap. 6 guerre lotte civili carestie epidemie

terremoti segno nel cielo

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Le piaghe vengono descritte una dopo l’altra, per creare drammaticità, ma non si tratta di ordine

cronologico. La descrizione avviene con le prime in modo sbrigativo, poi con maggiori dettagli e si crea

una tensione crescente. I flagelli sono suddivisi in tre serie:

Prima serie Ap. 6, 1 - 8, 1

Seconda serie Ap. 8, 7 - 11,18

Terza serie Ap. 16, 2 - 16,17

L’Agnello spezza i sigilli La scena dei sette sigilli è chiamata “ piccola apocalisse”. C’è stretta rassomiglianza con Matteo

24, Marco 13 e Luca 21, del famoso “discorso escatologico”.

I flagelli, sono diretti a punire l’umanità malvagia. I primi quattro sono in relazione con i 4 Viventi,

che rappresentano il mondo nei suoi quattro elementi primordiali .

L’idea dei 4 cavalli è venuta all’autore da Zaccaria 6, 1-8, dove troviamo 4 cavalli di colore rosso,

nero, bianco e grigio e forse anche dal fatto che quando ascendeva al trono un imperatore all’inizio degli

spettacoli veniva fatto correre un cocchio trainato da quattro cavalli. Questi cavalli imperversano solo su un quarto della terra. Dio li controlla e non sfuggono al suo potere. SCIOLSE IL PRIMO SIGILLO (1) In realtà sciogliendo un solo sigillo, non si può leggere il rotolo e la scena descritta non è eseguibile.

Ma il senso di quanto detto è chiaro.

CAVALLO BIANCO (2) Bianchi erano i cavalli dei Parti, che nel 62 d. C. avevano vinto contro i Romani e non erano mai

stati vinti da loro. L’arco era la loro arma preferita. Indica le guerre esterne. CAVALLO ROSSO FUOCO (3) Sangue e fuoco segno del turbamento, della confusione, dell’inquietudine delle guerre civili. Anche

la spada è simbolo di guerra sanguinosa CAVALLO NERO (5) Segno della carestia, conseguenza inevitabile della guerra. La bilancia , indica strettezze

economiche, razionamento, e anche il prezzo sproporzionato, infatti normalmente con un danaro, pari allo

stipendio giornaliero di un operaio, si compravano 12 misure di grano mentre in tempo di guerra solo una.

La raccomandazione a non sprecare è data perché anche in tempo di carestia ci sono dei dissoluti che

sperperano.

CAVALLO VERDASTRO (7) Il colore verdastro incarna la morte, perché tale è il colore dei cadaveri. Il nome “morte” è da

intendere come peste, epidemia, che genera la morte. Gli “inferi” cui si allude è il soggiorno dei morti.

QUARTA PARTE (8) Il castigo è parziale. I 4 flagelli s’ispirano ai castighi che Dio riserva a Gerusalemme infedele “

spada, fame, fiere selvagge e peste” (Ez 14, 21 ).

I cavalieri apocalittici cavalcheranno sempre fino alle fine del mondo. Ma Dio li controlla e li inserisce nel suo piano di salvezza. In Luca troviamo le stesse asserzioni di questo brano: “Quando

sentirete parlare di guerre e di scompigli non vi sgomentate....si leverà popolo contro popolo e regno contro

regno, vi saranno grandi terremoti, e in vari luoghi carestia e pestilenza...ma non sarà ancora la fine” ( Lc

21) QUINTO SIGILLO (9) Col quinto sigillo entrano in scena i martiri cristiani. “Sotto l’altare”, perché la scena richiama

l’usanza ebraica dei sacrifici, quando il sangue delle vittime veniva sparso ai piedi dell’altare.

NON VENDICHERAI (10) Grido in stile ebraico . E’ la richiesta di una fine alla malvagità trionfante degli empi e al desiderio

del ritorno di Cristo.

VESTE CANDIDA (11) La veste candida rivela che essi sono già nella gloria di Dio.

PAZIENTARE (11) I tempi del ritorno di Cristo non sono ancora giunti. Il numero dei salvati dovrà aumentare e ci saranno ancora martiri, finche non giunga la parusia.

SESTO SIGILLO (12) Con l’apertura del sesto sigillo si assiste ad uno sconvolgimento dell’universo e all’arrivo del “ giorno di Dio” .

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E’ detto che questo mondo così organizzato e segnato dal male finirà. E lo si dice con figure

grandiose e poetiche tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento ( es. Is 13, 9; Is 50, 3; Am 8, 9; Gl 2,

10 ; Mc 13, 24 ; Mt 24, 29 ). Non sono situazioni da prendere alla lettera, ma come coreografia

dell’apparizione divine che pone fine alla storia sulla terra.

SCHIAVI E LIBERI (15) In quel giorno non vi saranno differenze e graduatorie, gli “schiavi” sono addirittura nominati

prima dei “liberi”. Tutto il momentaneo finirà, si offusca il sole, si “accartoccia “il cielo, è distrutta la

terra.

GIORNO DELL’IRA (16) E’ finito il tempo dato per la conversione e la giustizia sarà equa e terribile.

Riflessioni Il peccato ha introdotto un elemento di rottura nel progetto di Dio sull’uomo e ha disseminato la

storia umana di molte sciagure. Ma il Signore è sempre vicino all’uomo e lo salva.

I 4 cavalieri dell’Apocalisse ( guerre esterne e interne, carestia, peste: primi 4 sigilli ) continuano a

cavalcare per tutto l’arco della storia.

Molti subiscono il martirio per la loro fedeltà a Cristo e, dopo la morte, approdano alla gloria. (

quinto sigillo ) e chiedono a Dio giustizia.

Dio non lascia l’uomo in balia del male, ma interviene sempre nella storia e nella creazione,

facendola evolvere verso il bene ( 6, 12), anche se noi non sempre riusciamo a capire immediatamente il

suo intervento.

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Capitolo 7

I servi di Dio segnati in fronte 1 Dopo ciò, vidi quattro angeli che stavano ai quattro angoli della terra, e trattenevano i

quattro venti, perché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su alcuna pianta. 2 Vidi poi un altro angelo che saliva dall`oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: 3 "Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi". 4 Poi udii il numero di coloro che furon segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d`Israele: 5 dalla tribù di Giuda dodicimila; dalla tribù di Ruben dodicimila; dalla tribù di Gad dodicimila; 6 dalla tribù di Aser dodicimila; dalla tribù di Neftali dodicimila; dalla tribù di Manasse dodicimila; 7 dalla tribù di Simeone dodicimila; dalla tribù di Levi dodicimila; dalla tribù di Issacar dodicimila; 8 dalla tribù di Zàbulon dodicimila; dalla tribù di Giuseppe dodicimila; dalla tribù di Beniamino dodicimila.

Il gran numero degli eletti 9 Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni

nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all`Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. 10 E gridavano a gran voce: "La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all`Agnello". 11 Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo: 12 "Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen". 13 Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: "Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?". 14 Gli risposi: "Signore mio, tu lo sai". E lui: "Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell`Agnello. 15 Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. 16 Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, 17 perché l`Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi".

___________________

Il male e la morte hanno uno spazio limitato ( un quarto) e alla fine, nel “giorno del Signore” , non

avranno più nessuna influenza sull’umanità redenta. Ma anche prima per coloro che sono stati segnati dal

Battesimo e sono restati fedeli a Cristo c’è un’anticipata felicità. E il numero dei salvati è sterminato (

144.000, moltitudine ) .

I servi di Dio saranno preservati

QUATTRO ANGELI (1) Nella concezione giudaica la terra è un’immensa distesa quadrangolare dove i venti nocivi spirano

dai quattro angoli. Viene dato odine ai 4 Angeli , che hanno giurisdizione su di essi ( Gr 49, 36; Dn 7, 3 )

di trattenerli. C’è una pausa per i giusti, dalle sciagure indicate dai sette sigilli prima ( capitolo 6 ) e dalla

trombe dopo ( capitoli 8-9 ). ANGELO ..DALL’ORIENTE (2) Era convinzione ebraica che la salvezza messianica venisse dall’oriente.

SIGILLO DEL NOSTRO DIO (3) Un contrassegno. In Ez 9, 2- 7 è una “ T “. Qui si tratta forse del Battesimo o della Croce o del

Nome di Dio.

144.000 (4) Il nucleo primo è formato dal popolo d’Israele. La priorità è assicurata al popolo eletto : prima

Israele poi gli altri. (vedere anche Mc 7, 24-30, Mt 15, 21-28 ). Il numero dei segnati è simbolico formato

dal quadrato di 12 (le dodici tribù ) per mille che è il numero della totalità. Si tratta di una folla

incalcolabile, enormemente grande. OGNI TRIBU’ (4) Sono elencate le 12 Tribù di Israele, con due sole varianti : al primo posto troviamo Giuda, da cui

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discende il Messia, al posto di Ruben e Dan è sostituito da Manasse, che apparteneva ella tribù di Giuseppe,

forse per la convinzione giudaica che da Dan sarebbe disceso l’Anticristo.

Il trionfo dei nuovi eletti nel cielo UNA MOLTITUDINE IMMENSA (9) Al vero Israele appartengono tutti i credenti e la Chiesa è “l’Israele di Dio” ( Ga 6, 16 ) , stirpe di

Abramo ( Rm 9, 6 ). Una folla immensa di ogni popolo e nazione è, insieme agli Israeliti fedeli, nella gloria

di Dio.

GRIDAVANO A GRAN VOCE (10) L’umanità redenta intona la lode di Dio

TUTTI GLI ANGELI 811) Alla lode si uniscono gli Angeli, la Chiesa ( i vegliardi) e la creazione (i viventi).

LA GRANDE TRIBOLAZIONE (14) Sulla grande tribolazione ci sono varie interpretazioni:

La persecuzione di Nerone o quella di Domiziano.

Tutte le tribolazioni e persecuzioni del tempo della Chiesa.

La grande tribolazione che precederà il giudizio. La tribolazione di Cristo, la sua morte. Di questa la folla immensa è il frutto meraviglioso.

LAVATO LORO VESTI (14) Gli eletti sono il popolo di Dio nella gloria del Signore. Essi

Non hanno più vincoli etnici o nazionali : “Di ogni nazione e popolo”.

Indossano “vesti bianche”, segno di eternità e partecipazione alla vita divina. Hanno raggiunto

questo candore lavando le visti nel sangue dell’Agnello, partecipando alla sua Passione e Morte.

Sono vittoriosi ( palme ).

Non hanno più nessuna sofferenza. Ogni esigenza di vita, di verità, di giustizia è soddisfatta.

Sono in una condizione paradisiaca (“sorgente di acqua viva”).

Vivono sempre alla presenza di Dio, nella gioia e nel culto.

Riflessione sui cap 6 e 7 Il volume dissigillato non promette alla Chiesa una vita facile: le persecuzioni non cesseranno,

anzi diventeranno in futuro più virulente. Il trionfo pasquale di Cristo non è la nota predominante della

Chiesa in cammino. Il numero dei martiri non è chiuso: si allargherà ancora

Il volume però contiene anche un messaggio di consolazione: alla morte viene dato uno spazio

limitato: solo la quarta parte della terra. Chi ha il “sigillo di Dio” sarà salvo. Quando tutto sembra perduto, si deve guardare in alto, come dice Luca 21, 28: “ quando queste

cose cominceranno ad accadere, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” . Quando il

trionfo del male pare assicurato, giunge la redenzione definitiva.

Tra il mondo dell’aldilà e il mondo in cui viviamo non c’è separazione. Tra coloro che hanno

terminato il pellegrinaggio terreno e chi ne vive ancora l’esperienza c’è una comunione, la “comunione dei santi”.

La gloria finale è rimandata a “quando sarà completo il numero” (6, 11 ). Dio vuole che un

immenso numero di persone partecipino alla sua gloria, tutti se possibile, perché Dio vuole “tutti gli uomini

salvi”. E allora necessario attendere che il piano dell’eterna Sapienza abbia raggiunto il suo glorioso

compimento. Il numero dei predestinati non è ancora completo. La pazienza deve essere protratta “per un poco”, ma il trionfo è “a un passo”.

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Capitolo 8

Il settimo sigillo: i sette angeli 1 Quando l`Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz`ora. 2

Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe. 3 Poi venne un altro angelo e si fermò all`altare, reggendo un incensiere d`oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull`altare d`oro, posto davanti al trono. 4 E dalla mano dell`angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi. 5 Poi l`angelo prese l`incensiere, lo riempì del fuoco preso dall`altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto.

Le prime quattro trombe 6 I sette angeli che avevano le sette trombe si accinsero a suonarle. 7 Appena il primo

suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò. 8 Il secondo angelo suonò la tromba: come una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, 9 un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto. 10 Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. 11 La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono per quelle acque, perché erano divenute amare. 12 Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.

L` aquila dei tre guai 13 Vidi poi e udii un`aquila che volava nell`alto del cielo e gridava a gran voce: "Guai,

guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!".

_________________________

Il settimo sigillo SI FECE UN SILENZIO (1) Il silenzio nella tradizione profetica annunzia la presenza di Dio, il suo intervento. Qui è annunziato

l’ingresso nel mondo del giudice supremo. SETTE ANGELI (2) I sette angeli sono gli Angeli “della Faccia” ( Is 63, 9 ), designati come arcangeli. Se ne fa cenno

anche in Tobia 12-15. Ma è poi nei libri extra-biblici che si danno su di loro indicazioni specifiche. In Enoc

20, 1- 8 abbiamo le seguenti indicazioni: Uriel, sta sopra il mondo e gli inferi, Raffaele, presiede su spiriti e

uomini, Raguele sul mondo della luce, Michele è preposto a Israele e al Caos, Saracele, vigila sugli spiriti

tentatori, Gabriele presiede al paradiso terrestre e ai cherubini, Ramiele è preposto a coloro che risorgono.

SETTE TROMBE (2) Di trombe si parla spesso nella Bibbia. Facevano parte della liturgia del Tempio. Per esempio, tre

squilli di tromba annunciavano l’apertura delle porte, il sacrificio del mattino e quello della sera, erano

segno della parola di Dio: Zc 9, 14 : “ Il Signore darà fiato alle trombe”,

avevano carattere escatologico e con questo senso le troviamo in Mt 32, 31; 1 Cor 15, 32; 1 Tss 4, 16.

Quanto detto nella sezione dei sette Sigilli viene ripresentato qui, con maggior sviluppo:

Visione dei sigilli Visione delle trombe 1-4 Ap 6, 1-8 1-4 Ap 8, 7-12

5 Ap 6, 9-10 5 Ap 9, 1-12

6 Ap 6, 12-17 6 Ap 9, 13-21

Brano di passaggio Brano di passaggio

Ap 7, 1-17 Ap 10,1-11.14

7 Ap 8,1 7 Ap 11,15-18

Nelle due sezioni è in rilievo la grandezza e la concentrazione di travagli della fase ultima del

mondo. Essi ammoniscono, correggono e puniscono gli uomini.

UN ALTRO ANGELO (3) La sezione ha inizio con una liturgia, descritta con lo stile delle liturgie del tempio. In luogo dei

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sacerdoti abbiamo un angelo, che in certo modo è all’apice della creazione. Egli presenta a Dio le preghiere

degli uomini.

MOLTI PROFUMI (3) Offre le preghiere degli uomini, purificandole alla limpida fiamma dell’altare del Signore. Questa

preghiera sale (fumo degli aromi ) a Dio. Una figura del genere è ancora presente nella nostra liturgia, nel

Canone Romano: “ fa che questa offerta per le mani del tuo angelo, sia portata all’altare del cielo”.

LO GETTO’ (5) A questo punto l’angelo finisce di avere le funzioni di latore delle preghiere e appare come

messaggero dei disegni di Dio sulla terra.

SCOPPI DI TUONO (5) L’elemento sacro scagliato nel profano ha l’effetto che produce un ferro rovente nell’acqua.

Ciò che succede è la risposta di Dio alla preghiere dei martiri . “ Fino a quando non farai giustizia?

“ ( 6, 10 ). Dio fa giustizia: “ Vi dico che farò la giustizia prontamente” ( Lc 18, 8 ). C’è da dire però anche

che nella catastrofi in cui il mondo precipita in definitiva saranno coinvolti anche i cristiani. Invocare il

giudizio di Dio ( 6, 10 ) è anche invocare di essere esposti ad esso.

Le prime quattro trombe I flagelli che si scatenano al suono delle singole trombe ricordano alcune delle piaghe d’Egitto ( Es

7, 12 ). Ora viene coinvolto in una serie di sciagure non l’uomo, ma l’ambiente in cui l’uomo vive, e

precisamente tutti quattro i settori della creazione: terra (8, 7 ), mare ( 8, 8 ) fiumi e sorgenti ( 8, 10 ), astri (

8, 12 ). Le distruzioni non sono totale, ma riguardano “un terzo”, termine che denota limitazione.

PRIMO SUONO...GRANDINE (7) Anche la settima piaga d’Egitto era stata la grandine. ( Es 9, 24 e At 2, 19 ). La grandine è mischiata

a fuoco: sembra di vedere la furia della guerra che si abbatte su interi paesi e li trasforma in terra bruciata,

incendiando anche i boschi.

SECONDO... MONTAGNA...SANGUE (8) Nella montagna scagliata in mare forse emerge il ricordo di quanto avvenne a Pompei nel 79, con

l’eruzione del Vesuvio e nel mare che diventa sangue sembra vedere una battaglia navale, durante la quale

le acque si arrossano per il sangue. Simile è la prima piaga d’Egitto ( acqua in sangue : Es 7, 20).

TERZO...ASSENZIO (10) Forse una cometa che precipita e rende le acqua amare, come l’assenzio. La sciagura ricorda la piaga

d’Egitto delle acqua salate ( Es 15, 25 ).

QUARTO...SOLE.....LUNA (12) Emergono riminiscenze dell’Antico e del Nuovo Testamento: la nona piaga d’Egitto, le tenebre ( 10,

21- 23 ) e l’asserzione di Luca 21, 25 : “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle”.

AQUILA: ...GUAI (13) L’aquila compare di frequente nelle apocalissi giudaiche, come annunciatrice di sventure Si tratta di

un essere angelico, che vola “nell’alto”, allo zenit, per essere udito da tutta la terra. Annunzia in modo

minaccioso il proseguire delle sciagure. I “guai “ sono le sciagure che ora colpiranno gli uomini.

E’ una scenografia impressionante che non va presa alla lettera. Si tratta di un linguaggio

apocalittico, noto alla cultura del tempo’. Il messaggio centrale è il giudizio di Dio sul male che si annida nella storia.

Riflessioni Nell’immane rovina viene coinvolto anche la creazione. Per colpa dell’uomo, la terra fu

maledetta nell’atto del primo peccato ( Gn 3, 27) e ora è in balia del principe di questo mondo ( Gv 12, 31 ).

Essa è “stata sottomessa alla caducità non per suo volere...tutta la creazione geme e soffre” “ come “nelle

doglie del parto” ma “nutre la speranza di essere liberata dalla schiavitù della corruzione” ( Rm 8, 20-22).

E’ una speranza di “cieli nuovi e terra nuova”.

I disastri che colpiscono il cosmo non sono una punizione annientatrice. Alla vista di quanto

avviene attorno, gli uomini devono rientrare i se stessi e tornare a Dio

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Capitolo 9

Quinta tromba 1 Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data

la chiave del pozzo dell`Abisso; 2 egli aprì il pozzo dell`Abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l`atmosfera. 3 Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. 4 E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte. 5 Però non fu concesso loro di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il tormento è come il tormento dello scorpione quando punge un uomo. 6 In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà. 7 Queste cavallette avevano l`aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d`oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. 8 Avevano capelli, come capelli di donne, ma i loro denti erano come quelli dei leoni. 9 Avevano il ventre simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all`assalto. 10 Avevano code come gli scorpioni, e aculei. Nelle loro code il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. 11 Il loro re era l`angelo dell`Abisso, che in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore. 12 Il primo "guai" è passato. Rimangono ancora due "guai" dopo queste cose.

Sesta tromba 13 Il sesto angelo suonò la tromba. Allora udii una voce dai lati dell`altare d`oro che si

trova dinanzi a Dio. 14 E diceva al sesto angelo che aveva la tromba: "Sciogli i quattro angeli incatenati sul gran fiume Eufràte". 15 Furono sciolti i quattro angeli pronti per l`ora, il giorno, il mese e l`anno per sterminare un terzo dell`umanità. 16 Il numero delle truppe di cavalleria era duecento milioni; ne intesi il numero. 17 Così mi apparvero i cavalli e i cavalieri: questi avevano corazze di fuoco, di giacinto, di zolfo. Le teste dei cavalli erano come le teste dei leoni e dalla loro bocca usciva fuoco, fumo e zolfo. 18 Da questo triplice flagello, dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalla loro bocca, fu ucciso un terzo dell`umanità. 19 La potenza dei cavalli infatti sta nella loro bocca e nelle loro code; le loro code sono simili a serpenti, hanno teste e con esse nuociono. 20 Il resto dell`umanità che non perì a causa di questi flagelli, non rinunziò alle opere delle sue mani; non cessò di prestar culto ai demòni e agli idoli d`oro, d`argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare; 21 non rinunziò nemmeno agli omicidi, né alle stregonerie, né alla fornicazione, né alle ruberie.

______________

La quinta tromba QUINTO...ASTRO CADUTO (1) La complessa coreografia di immagini non è di facile decifrazione.

L’”astro caduto” raffigura probabilmente gli angeli ribelli, chiusi nell’”abisso” ( in ebraico : “bor” =

fossa, pozzo ) o inferi, il cui ingresso, secondo la concezione rabbinica era stretta e invasa dal “fumo”. Viene

qui il ricordo di quanto disse Gesù: “ Vedevo Satana come folgore cadere dal cielo”. Sempre in Apocalisse il

luogo di punizione definitivo dei diavoli è denominato “stagno di fuoco” ( 20, 10. 14. 15 ).

A satana viene data “la chiave dell’abisso” . Ciò significa che satana non ha autonomia , è “in

catene” e solo Dio può permettergli quanto e fino a quando può provare l’umanità. E c’è da ricordare

che Dio non permette mai nulla di male se non per un bene maggiore. USCIRONO CAVALLETTE (3) Le cavallette ricordano l’ottava piaga d’Egitto ( Es 10, 14 ). Ma le caratteristiche delle cavallette e

del castigo sono diverse. Esse assomigliano ad una cavalleria, simile a quanto è descritto in Gl 2, dove i

gruppi di cavallette rappresentavano quattro invasori successivi: Assiri, Persiani, Greci, Romani (vedere

anche Ger 51, 27 ).

NON SIGILLO...CINQUE MESI (4-5) Cinque mesi è la durata della vita delle cavallette. Un tormento che dura tutta la vita, finché uno non

si pente e si converte. Esso tormenta, senza far morire. E non tocca gli eletti e i giusti, segnati. E’ dunque un

tormento spirituale. Un tormento che strazia l’anima, con tentazioni, rimorsi di coscienza, disagi.

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IL LORO RE (11) Tutte queste potenze sono manovrate da un re, l’angelo dell’abisso, satana, chiamato “Perdizione”,

(dall’ebraico “abaddon” = perdizione) o “strerminatore”. Satana nella Bibbia è detto “assassino fin

dall’inizio”

La sesta tromba Il brano si suddivide in tre scene:

1. l’assalto dell’esercito diabolico (cap. 9 ,13-20)

2. la consegna del piccolo libro ( cap. 10, 1-11 )

3. I due testimoni ( cap. 11, 1-13 )

SUONO’ LA TROMBA (13) La sesta tromba coincide col secondo “guai”. Incalza l’assalto demoniaco, che giunge fino ad

uccidere.

SCIOGLI I 4 ANGELI (13) Il riferimento è al fiume Eufrate, che segnava il confine orientale di Roma e ai Parti, che

stanziavano oltre quel confine e che erano un costante pericolo per l’Impero , potendo da un momento

all’altro scatenare le orde guerriere.

La volontà di Dio che tratteneva il “nemico”, ora gli dà spazio di un movimento, che arriva fino a

“sterminare”.

200 MILIONI (16) E’ un numero chiaramente iperbolico, che esprime una potenza terribile, irresistibile. La descrizione

di questo esercito infernale, suscitato da Dio per punire gli uomini empi, contiene elementi fantastici, da non

intendere alla lettera, ma che hanno lo scopo di colpire e far riflettere. E’ un esercito demoniaco, come

appare dalla descrizione contenente elementi che rimandano alla realtà infernale: “fuoco, fumo, zolfo,

corazze di fuoco..”

UN TERZO...IL RESTO (18-20 ) La punizione colpisce una parte dell’umanità ( “ un terzo” ) e la tragedia dovrebbe far riflettere chi

non perisce. Ma chi sopravvive è così accecato e preso dal fascino del male, da non capire nemmeno ora che

il laccio del giudizio di Dio si sta stringendo. Preferisce odorare gli “idoli”, che “non possono né vedere, né

udire, né camminare”.

Capitoli 8 e 9 All’apertura del settimo sigillo ( 8, 1 ) si fa in cielo un grande silenzio, che annunzia l’intervento di

Dio nella storia, sollecitato anche dalle preghiere dei santi ( 6, 4 ). L’intervento è presentato

progressivamente dalle trombe.

Tutto è in mano a Dio, che guida con amore la storia dell’uomo. Il suo giudizio è costante sul male

che si annida in essa ed interviene con castighi progressivi, per la salvezza dell’uomo.

A servizio della giustizia divina stanno anche le forze demoniache, che non hanno un’autonomia

propria, ma ne ricevono una forma limitata in vista di un bene maggiore. ( 9, 1 : “astro caduto”, “chiavi

dell’abisso” ).

Tutto avviene in situazioni concrete, simbolicamente raffigurate nell’Apocalisse, che richiedono uno

sforzo di riflessione per essere identificate.

Vari flagelli si abbattono sulla terra, sul mare, sui fiumi e le sorgenti, sugli astri , cioè sulle varie

parti della creazione, sottoposta alla caducità a causa del peccato dell’uomo ( prime 4 trombe). I disastri

che colpiscono il cosmo non sono per l’annientamento. Alla vista di quanto avviene, gli uomini devono

rientrare in se stessi e tornare a Dio.

Un particolare tipo di sofferenza, tormenta interiormente (scorpioni : 9, 3 ) i peccatori , per tutto il

periodo in cui vivono nel peccato (cinque mesi ). Non ne sono colpiti i battezzati fedeli a Dio.

Talora le forze demoniache mostrano una particolare mostruosità e travolgono una parte

dell’umanità in forma terribile ( 9, 13 ss) . Ma per quanto grandi siano questi flagelli non sono per la

distruzione dell’uomo. Essi dovrebbero portare alla conversione. Chi però manca di buona volontà resta

sordo a tutto e persevera nell’errore.

Come già ai tempi dei flagelli dell’Esodo, cui i flagelli dell’Apocalisse in parte assomigliano, Dio

interviene in favore del suo popolo, tendendo a distruggere il male e a salvare l’uomo

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Riflessioni I castighi di Dio sono progressivi. Prima viene squassato il cosmo (prime 4 trombe ), poi vengono

tormentai gli uomini ( quinta tromba ), infine viene fatta morire una parte dell’umanità ( sesta tromba) . E’

chiaro l’insegnamento: Dio è misericordioso e giusto. Chi volta le alla misericordia di Dio si troverà inevitabilmente di fronte alla sua giustizia. Anche ai malvagi Dio concede una dilazione, e tutto il tempo per la conversione, Egli non

“rinunzia all’opera delle sue mani”, ma alcuni pervicacemente ricusano misericordia e conversione. La dottrina che afferma l’esistenza di satana rientra fin dall’inizio nel messaggio cristiano.

Paolo lo chiama addirittura” dio di questo mondo” ( 2 Cr 4, 4), Giovanni lo chiama padre dei

malvagi e asserisce che fu “omicida” fin dal principio ( Gv 8, 44 ). L’Apocalisse lo definisce “stella caduta

dal cielo” ( 9, 1 ). Per vari scrittori biblici è un essere personale, è il maligno. Es Zc 3, 1 Lv 16, 7 Sap 2,

24 2 Pietro 2, 4 Gd 6

Il diavolo però può esercitare il suo nefasto potere unicamente quando Dio gli “dà le chiavi

dell’abisso” Ap 9, 1.

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Capitolo 10

Il castigo è vicino 1 Vidi poi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube, la fronte

cinta di un arcobaleno; aveva la faccia come il sole e le gambe come colonne di fuoco. 2 Nella mano teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra, 3 gridò a gran voce come leone che ruggisce. E quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce. 4 Dopochè i sette tuoni ebbero fatto udire la loro voce, io ero pronto a scrivere quando udii una voce dal cielo che mi disse: "Metti sotto sigillo quello che hanno detto i sette tuoni e non scriverlo". 5 Allora l`angelo che avevo visto con un piede sul mare e un piede sulla terra, alzò la destra verso il cielo6 e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli; che ha creato cielo, terra, mare, e quanto è in essi: "Non vi sarà più indugio! 7 Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio come egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti".

Il libriccino divorato 8 Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: "Và, prendi il libro aperto

dalla mano dell`angelo che sta ritto sul mare e sulla terra". 9 Allora mi avvicinai all`angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: "Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele". 10 Presi quel piccolo libro dalla mano dell`angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l`ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l`amarezza. 11 Allora mi fu detto: "Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni e re".

_________________

Imminenza del castigo finale UN ANGELO (1) Appare un angelo che ha le caratteristiche dell’Agnello, anche se è solo un angelo. Il fatto che sia

avvolto della potenza e della gloria dell’Altissimo (“discende dal cielo” , “avvolto di nube”, “come sole” ) e

sia cinto dell’arcobaleno, simbolo della misericordia di Dio, significa che ha pieni poteri da parte di Dio.

PICCOLO LIBRO APERTO (2) Il libro offerto è piccolo , diverso da quello affidato all’Agnello di Ap 5, 2 . Verrà detto cosa

contiene al versetto 7. E’ “aperto”, pronto alla libera diffusione, gradito, accostabile dall’uomo.

COME LEONE...SETTE TUONI (3) La voce di Dio si manifesta in pieno. La sua rivelazione è irrevocabile, ad essa non va aggiunta

nessuna parola.

SOTTO SIGILLO (4) Il messaggio sarò annunziato dopo il suono della settima tromba. Per ora è sotto sigillo, perché il

compimento non è ancora venuto.

GIURO’ (5) L’angelo asserisce che ciò che è annunziato nel libro è definitivo e irrevocabile.

MISTERO DI DIO (7) Il mistero di Dio è il piano di salvezza annunziato, lo stabilirsi definitivo del Regno, che

presuppone la disfatta dei nemici di Dio. Di mistero di Dio parla anche Paolo in Romani 11, 25 e in Efesini

1, 9.

Il libro sigillato PICCOLO LIBRO...DIVORALO (9) E’ il piccolo libro di 10, 2. L’episodio si ispira alla vocazione profetica di Ezechiele ( Ez 2, 8-3,3) e

rinnova, precisandola la missione di Giovanni. Più in generale poi asserisce che chi intende diffondere la

parola di Dio, deve innanzitutto assimilarla.

DOLCE...AMAREZZA (10) E’ cosa gioiosa conoscere il messaggio divino, maè cosa amara comunicarlo alla gente.

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Capitolo 10 Giovanni è invitato ad annunziare la buona notizia del trionfo finale del Regno, nonostante

l’apparente vittoria del male ( piccolo libro-mistero di Dio). E’ un messaggio “dolce” da ascoltare,

ma “amaro”, difficile da comunicare.

Ci sono infatti momenti in cui il male appare vittorioso, tanto da invadere persino “l’atrio”

del Tempio. Ma un “resto” è sempre fedele e la vittoria del male è di breve durata ( 42 mesi ).

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Capitolo 11 Il profeta misura il tempio

1 Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: "Alzati e misura il santuario di Dio e l`altare e il numero di quelli che vi stanno adorando. 2 Ma l`atrio che è fuori del santuario, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi

I due Testimoni

3 Ma farò in modo che i miei due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni". 4 Questi sono i due olivi e le due lampade che stanno davanti al Signore della terra. 5 Se qualcuno pensasse di far loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di far loro del male. 6 Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiar l`acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli tutte le volte che lo vorranno. 7 E quando poi avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall`Abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. 8 I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove appunto il loro Signore fu crocifisso. 9 Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permetteranno che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. 10 Gli abitanti della terra faranno festa su di loro, si rallegreranno e si scambieranno doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra. 11 Ma dopo tre giorni e mezzo, un soffio di vita procedente da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. 12 Allora udirono un grido possente dal cielo: "Salite quassù" e salirono al cielo in una nube sotto gli sguardi dei loro nemici. 13 In quello stesso momento ci fu un grande terremoto che fece crollare un decimo della città: perirono in quel terremoto settemila persone; i superstiti presi da terrore davano gloria al Dio del cielo. 14 Così passò il secondo "guai"; ed ecco viene subito il terzo "guai".

Settima tromba : inno celeste

15 Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: "Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli". 16 Allora i ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio dicendo: 17 "Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai messo mano alla tua grande potenza, e hai instaurato il tuo regno. 18 Le genti fremettero, ma è giunta l`ora della tua ira, il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di annientare coloro che distruggono la terra". 19 Allora si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l`arca dell`alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine.

__________________

I due testimoni L’episodio dei due testimoni è di difficile lettura e di controversa interpretazione.

Già in Zaccaria si parla di “due olivi”, Giosuè e Zorobabele, che rappresentano l’autorità

religiosa e quella civile. I “due testimoni” dell’Apocalisse secondo alcuni sono Elia ed Enoch, secondo

altri, Mosè ed Elia, secondo altri ancora Pietro e Paolo, martirizzati sotto Nerone. Il numero “due”

sottolinea il fatto che sono testimoni validi.

I due campioni (Dt 19, 15 ) hanno l’incarico di edificare il nuovo Tempio la Chiesa di Cristo.

Essi, chiunque siano ( per es. santi e martiri ), rappresentano la Chiesa nella sua totalità , con le sue

vicende di persecuzione ( la bestia li ucciderà” ) e di trionfo finale ( “si alzarono in piedi” ).

ALZATI E MISURA Prima di iniziare la descrizione delle distruzioni che si abbatteranno sulla Gerusalemme-Chiesa,

viene delimitata un la parte che non verrà devastata. Si appresta un ultimo luogo di rifugio. Si intende dire

che anche nelle grandi tribolazioni, una parte della Chiesa resterà intatta. (sulle misurazioni vedere anche

Ez 40, 3 e Zc 2, 5 .

IL SANTUARIO E L’ALTARE... L’ATRIO (1) E’ riservato il Tempio propriamente detto ( il Santo dei Santi = debir, il Santo = helah, e

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l’Atrio = elan ), mentre è lasciato fuori l’Atrio dei Gentili, che pur essendo incluso nel recinto del

Tempio, non aveva carattere sacro. Il “Resto” santo , prediletto da Dio, rimane al sicuro dagli assalti

dei nemici.

L’ATRIO FUORI...42 MESI (2) Il periodo di quarantadue mesi , pari a 3 anni e mezzo, a 1260 giorni, detta anche “un tempo, due

tempi, una metà”, è preso dal libro di Daniele ( 7, 25 e 12, 7 ), dove designa la durata della persecuzione

di Antioco Epifane contro gli Ebrei. Per la sua ferocia quella persecuzione in seguitò designò ogni altra

prova della comunità. Si asserisce che per quanto lunga la prova ha un termine, infatti 3 e mezzo è la

metà di sette. E’ da notare che anche la guerra di Roma contro Gerusalemme del 70 durò 42 mesi.

DUE TESTIMONI Quanto avviene a questi due testimoni, cui si è fatto cenno all’inizio del capitolo, è applicabile ai

vari testimoni che emergono nei periodi di persecuzione: avranno potenza di parola, soffriranno

persecuzione e martirio, ma poi risorgeranno come Cristo.

VESTITI DI SACCO (3) Predicheranno la conversione e la penitenza, per tutta la durata degli avvenimenti di cui si fa

cenno ( “1262 giorni” ).

POTERE DI CHIUDERE (6) I prodigi che compiranno ricorderanno quelli di Mosè e di Elia. Sono prodigi che riguardano i

tre settori della creazione: cielo, acqua, terra.

LA BESTIA (9) Sarà descritta nel capitolo 13. La sua vittoria effimera è annunziata già da Dn 7, 21.

NELLA GRANDE CITTÀ’ (8) Di solito la “grande città” nell’Apocalisse è Babilonia-Roma ( es 14, 8 ), ma qui può trattarsi della

concentrazione delle forze contrarie a Dio indicate con “Sodoma- Egitto- Calvario”. Può anche darsi che

si tratti di Gerusalemme, perché è precisato: “ dove il Signore fu crocifisso”.

In ogni caso si dice chiaramente che la sconfitta della Chiesa è momentanea, è il “venerdì santo”,

che precede la domenica di Risurrezione.

NON PERMETTERANNO (9 ) Si allude alla concezione ebraica per cui chi non veniva sepolto non partecipava alla risurrezione

e chi restava più di tre giorni esposto non poteva essere ridestato alla vita terrena. Si intende dire che i

persecutori faranno di tutto per liberarsi definitivamente e per sempre della Chiesa.

MA DOPO TRE GIORNI (11) Come Cristo, la Chiesa risorge e sale al cielo. La sconfitta si cambia in trionfo.

UN GRANDE TERREMOTO (13) Le persecuzioni contro la Chiesa si ritorcono contro i persecutori stessi

I SUPESTITI (14) Molti allora si ravvederanno. Ma non sarà ancora la fine.

Settima tromba Settima tromba o terzo guai. A questo punto si attenderebbe il giudizio finale, cioè il

compimento del “mistero di Dio” (Ap 10, 6 ). Invece ci troviamo davanti ad un celestiale inno di trionfo,

come se il giudizio finale fosse già avvenuto. Di questo passo gli studiosi hanno varie interpretazioni. In particolare

secondo alcuni qui di fatto si concluderebbe il messaggio dell’Apocalisse. Quanto segue, a

cominciare dal cap. 12, non sarebbe una continuazione cronologica dei fatti, ma una ripresa degli stessi

sotto altra prospettiva, secondo altri questa settima tromba sarebbe come il segnale che scatena la fase

finale dei capitoli seguenti.

24 SENIORI La comunità celeste, modello ispiratore della comunità di salvezza del Nuovo Testamento,

realizza se stessa in una perenne lode tributata a Dio, che si esprime in due inni. ARCA DELL’ALLEANZA L’Arca è ben custodita nel mistero del Santo dei Santi, Ora Giovanni può contemplarla. A lui

appare come è. Può scrutare il vero mistero della storia, il “mistero di Dio” ( Ap 10, 6 ).

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Capitolo 11 Forze potenti si accaniscono contro la comunità dei credenti ( due testimoni ). L’annunzio

coraggioso del Vangelo provoca persecuzioni. La Chiesa passa attraverso la croce, come il suo fondatore,

ma segue Cristo anche nella gloria della risurrezione. Il male che i persecutori fanno alla Chiesa si riversa

su di loro (terremoto ).

La sezione di Apocalisse 4-10 si chiude con la visione della meta finale, che presuppone il

giudizio già avvenuto e la storia umana giunta alla meta.

Riflessioni La storia della Chiesa appare segnato da difficoltà e persecuzioni. Sembra che le forze del male

abbiano il sopravvento. Ma la loro vittoria è solo momentanea

La comunità cristiana è compartecipe della sorte di Cristo, sia nella passione che nella

risurrezione. Anche altre pagine del NT confermano questa verità: “se hanno perseguita me,

perseguiteranno anche voi” (Gv 15, 20 ), “nella gloria “ Cristo è entrato per noi come precursore”( Eb

6,20).

Spargendo il sangue dei martiri , i persecutori credono di estirpare la Chiesa, ma

paradossalmente completano il numero degli eletti e accelerano i tempi della storia, avviandola verso la

pienezza del Regno. Le forze del male finiscono per favorire il disegno di Dio

Anche quando si scatenano le potenze demoniache e dall’abisso salgono devastazioni sataniche,

Dio è sempre presente. L’azione diabolica è tenuta a freno dalla sua Volontà. Se permette che i malvagi

danneggino e uccidano, lo permette per un bene maggiore e per realizzare il suo piano di salvezza.

Cristo continua a vivere, a soffrire, a morire e a trionfare con la sua Chiesa. La Chiesa ha il

compito di rendere testimonianza a Cristo, col suo agire, col suo morire, con le sue vittorie e il suo

trionfo.

Capitoli 4-11

spunti per una sintesi del messaggio Solo in Cristo trova senso la vicenda dell’uomo e del mondo. E’ solo il Messia, prima promesso e ora intronizzato Re dell’universo (“Leone e Agnello ), che porta a compimento la storia con la sua morte e risurrezione e la svela con la rivelazione. (apertura

dei sigilli ).

La creazione e la Chiesa ( 4 esseri viventi e 24 Anziani ) sono destinati a vivere nella gioia e nella pace di Dio, ma il peccato ha sconvolto tutto e di conseguenza la storia ha uno svolgimento drammatico. Molte sciagure segneranno la vita del mondo e i 4 cavalieri dell’Apocalisse cavalcheranno per tutto l’arco della storia. Non sarà risparmiato nemmeno il cosmo, “ sottomesso alla caducità “ ( Rm 8,

20 ) per il peccato dell’uomo.( sigilli e trombe).

Alle sciagure e alla morte però viene dato un ambito limitato (un terzo ). Dio ha sempre in suo potere tutto, mentre le forze del male hanno solo lo spazio che viene loro concesso. Le “chiavi

dell’abisso” verranno date a satana solo nell’ambito del piano di Dio.

E il progetto di Dio è un progetto d’amore. Egli permette il male solo per un maggior bene

perché uno sterminato numero di persone approdi alla felicità eterna e perché “tutti siano salvi e

giungano alla conoscenza della verità” . Ci sono travagli , le persecuzioni, che colpiranno i seguaci di Cristo. Faranno anche molti

martiri e il loro numero aumenterà nel tempo ( 6, 9-11) .

Sembrerà talora che il male abbia il sopravvento ( invasione dell’atrio die gentili ), ma un “resto” sarà sempre salvo.

Il Regno preannunziato si va costruendo nella storia, ma non è di questo mondo. Già ora però,

dopo l’esperienza terrena, i giusti entreranno subito nella gioia del Regno realizzato. E saranno un

numero sterminato ( 144. 000 e “moltitudine”).

Intanto la storia proseguirà il suo corso. Ci saranno castighi progressivi per chi si pone

contro Dio ( prime 4 trombe ) . Ci saranno travagli (cavallette ) conseguenza immediata del peccato

che risparmieranno i veri seguaci di Cristo ( segnati ).

Le prove dovrebbero portare alla conversione dei peccatori. Alcuni ritorneranno a Dio . Ma per

altri nulla è sufficiente e si intestardiranno nel male.

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Il momento della storia è temporaneo e avrà termine col “giorno del Signore” quando ci sarà il giudizio finale . ( “si fece un silenzio”).

I giusti saranno allora per sempre nella vita e nella felicità piene in Dio ( liturgia celeste c.

11 ).

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Capitolo 12

Primo segno: la Donna e il dragone 1 Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i

suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. 2 Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. 3 Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; 4 la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. 5 Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. 6 La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. 7 Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, 8 ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. 9 Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. 10 Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: "Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l`accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. 11 Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell`Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio, poiché hanno disprezzato la vita fino a morire. 12 Esultate, dunque, o cieli, e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo". 13 Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio. 14 Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente. 15 Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d`acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque. 16 Ma la terra venne in soccorso alla donna, aprendo una voragine e inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca. 17 Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù. 18 E si fermò sulla spiaggia del mare.

__________________

Col capitolo 12 prende avvio la seconda parte della sezione profetica che va dal capitolo 4 al 22.

Non si tratta di una continuazione cronologica. Gli eventi presentati nella prima parte ( cap. 4-11)

vengono ripresi e sono svolti in altra prospettiva, con particolare riguardo ai destini della Chiesa.

Nei capitoli 12-14 troviamo i seguenti sette segni: 1. “ una donna vestita di sole” 12, 1

2. “ un enorme drago rosso” 12, 3

3. “ una bestia che saliva dal mare 13, 1

4. “ un’altra bestia che saliva dalla terra” 13, 11

5. “ l’Agnello” 14, 1

6. i tre angeli del giudizio 14, 6

7. uno simile a Figlio di uomo e gli Angeli mietitori 14, 14

Nella prima parte dell’Apocalisse si è vista la violenza e la potenza tracotante del male, che vuole

travolgere tutto, ma anche la potenza del bene, che alla fine sorprendetemente trionferà. Ora si pone la domanda: ma che rapporto esiste tra noi, le forze del bene e quelle del male? La risposta è in quanto segue.

Visione della donna e del drago UN SEGNO GRANDIOSO (1) E’ un fatto straordinario, portentoso, che appartiene alla trascendenza (“nel cielo”) , ma che deve

essere interpretato dagli uomini.

UNA DONNA (1) Il termine “donna” è usato nell’AT per indicare il popolo di Dio, visto come una donna-popolo. E la

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sua alleanza con Dio è espressa più volte in termini nuziali. La donna qui appare come l’immagine della comunità dei credenti, che lotta per mantenersi fedele a Dio e da lui viene liberata.

I Padri della Chiesa ci vedevano l’immagine della Vergine Maria, madre del Messia, e la liturgia

cattolica li ha seguiti adottando questo testo nelle celebrazioni mariane. La donna è

“vestita di sole” . Il sole era considerato una creatura privilegiata da Dio e di sole Egli avvolge il suo

popolo, che quindi ha uno splendore e una bellezza sovrumana. “luna sotto i suoi piedi” . La luna regola il tempo. Questo popolo regola il tempo: ha, cioè, già una

sua eternità. “corona di 12 stelle” L’insieme delle 12 tribù d’Israele e dei 12 Apostoli, cioè tutto il popolo di Dio. “era incinta e il travaglio”. Nel VT la comunità è rappresentato come una donna in travaglio ( Is

26, 17; Mc 4, 10 ) e il “nuovo Israele” come un bimbo ( Is 66, 7-9 ). Al v. 5 si accennerà al “figlio” che

nasce dalla “donna”.

ENORME DRAGO ROSSO (3) Il drago è visto come un gigantesco serpente. Nella mitologia orientale è un mostro spaventoso,

enorme, dimorante nel mare. Nell’Antico Testamento è presentato come nemico di Dio, con diversi nomi:

Rahab ( Is 51, 9 ), Leviatan ( Sl 74, 14 ), Behemot ( Giobbe 40, 15-24 ) . Di serpenti esisteva poi anche una

venerazione in Egitto, in Canaan e in Babilonia. Questo drago, al v. 9, è visto come il “serpente antico”,

Satana, , “l’accusatore”, colui che “seduce”, che “inganna”, il diavolo, colui che “mette scompiglio”.

“sette teste, dieci corna” . Così lo troviamo anche in Ap 13, 1 e 17, 3. Serpenti con sette teste,

abbiamo in testi mitologici di Ugarit in Siria. Le “sette teste” indicano un potere immenso. Le “dieci corna”

rievocano la bestia descritta da Daniele 7 ed esprimono grande potere. Si vuole sottolineare la brutale, schiacciante irruenza del drago.

“diadema, stelle”. Satana agisce entrando nella storia degli uomini, soprattutto nei centri di potere. “ rosso” : ostile, sanguinario. “gettava un terzo dalle stelle ”.Con riferimento a Dn 7, 7 in cui si parla dell’arroganza di Antioco

Epifane. Qui è messa in risalto la superbia, l’arroganza e il carattere dissacratorio del nemico di Dio.

Il drago , che incarna satana e il male, può rimandare in particolare alla Roma imperiale che

perseguitava i cristiani: le sette teste coronate possono allora alludere a una potenza grandiosa e ai sette colli

di Roma, mentre le dieci corna potrebbero alludere ai primi dieci sovrani di Roma. PARTORI’ UN FIGLIO MASCHIO (5) Nel bimbo è chiaramente indicato il Messia, in quanto è destinato a “governare le nazioni con verga

di ferro “ (Sl 2, 9), ( passo che nell’Apocalisse è riferito più volte a Cristo) . Egli “fu rapito.. verso Dio” cioè

risorse e fu assunto al cielo.

Ma è anche indicato il Cristo che la Chiesa faticosamente giorno per giorno deve generare. La

comunità ecclesiale realizza storicamente, in ogni epoca, il suo Cristo, fino a raggiungere , alla fine della

storia della salvezza, il Cristo totale ( Ef 4, 14 ) . Anche Paolo, scrivendo ai Galati ( 4, 19 ) diceva: “ io

soffro ripetutamente le doglie del parto, finché Cristo preda consistenza in voi” . Quanto la Chiesa esprime di

bene non andrà perduto, verrà messo al sicuro presso Dio e nessuna forza demoniaca potrà intaccarlo. LA DONNA FUGGI (6) La Chiesa nella sua storia subirà la prova , proverà “il deserto”, rifugio tradizionale dei

perseguitati e ambito segreto e sereno ove sono offerte la protezione divina e la manna., come agli Israeliti in

fuga dall’Egitto. Come allora, anche oggi Dio interverrà per la sua Chiesa, delimitando il tempo della sua

prova ( “ 1260 giorni”), dandole la sua forza ( “fosse nutrita “).

UNA GUERRA NEL CIELO (7) Lo scontro è tra Michele e i suoi angeli e Satana e i suoi angeli.

Michele, il cui nome significa: “Chi come Dio” ( Mi-ha-el ), nel concetto giudaico era il più alto in

grado tra gli angeli, il vero e proprio rappresentante di Dio ( angelo di Javhè ). Era anche l’angelo custode

d’Israele. Con Michele sono gli angeli fedeli a Dio. Il diavolo ( diabolos = scompaginatore ) è il sovvertitore dell’ordinamento di Dio e di tutti i suoi

valori, è il satana, cioè l’ ”accusatore dei fratelli”. La Scrittura lo presenta come essere personale, creatura

di Dio ( Gn 3, 1 ) che originariamente fa parte “dei figli di Dio” ( Gn 6, 1 ) ma, ribellatosi al Signore, è

divenuto “angelo delle tenebre”. Appare come invidioso dell’uomo e della sua felicità ( Sap 2, 24 ), astuto

e menzognero, ( Gn 3, 1 ) seduttore (Rm 7, 11), omicida e bugiardo fin dal principio ( Gv 8, 24 ). Con satana

lottano gli angeli ribelli, cui forse può alludere anche il “terzo delle stelle del cielo” del v. 4 (vedi anche

2 Pietro 2-4 e Giuda 6 ).

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La lotta ingaggiata da Michele , che proclama la centralità e unicità di Dio ( “Chi è come Dio”) e

Satana, che si sostituisce a Dio, istiga gli uomini ad un’assurda autosufficienza e semina la loro vita di idoli, ha un esito scontato : la sovranità di Dio è esaltata, satana è sconfitto.

FU PRECIPITATO SULLA TERRA (9) La guerra celeste e la conseguente sconfitta delle potenze diaboliche fa da prototipo, secondo la

concezione orientale, di quanto deve accadere sulla terra. ( Dn 7-10) Alla sconfitta di satana si accenna in

Lc 10, 18 : “Vedevo satana come folgore cadere dal cielo” e in Gv 12, 31 “ Ora il principe di questo mondo

sarà cacciato fuori”.

Qui è detto in modo storico ciò cui si fa cenno prima, nel settenario delle trombe, quando si parla di

caduta di stelle sulla terra ( 8, 7 ), di influssi demoniaci che salgono dal profondo ( 9, 1 ss ). L’ACCUSATORE DEI NOSTRI FRATELLI (9) Quanto mai originale è questa caratteristica del diavolo:“ accusatore”, che affiora anche altre volte

nella Bibbia : es Zc 3, 1 Lc 10, 10; Mt 3, 12. Sembra davvero un’ironia tragica che proprio satana s’impanchi

a procurare di Dio. Comunque, da quando si è compiuto la redenzione, l’uomo ha davanti a Dio, come intercessore e avvocato, Gesù. ESSI LO HANNO VINTO (11) E’ la morte di Cristo che instaura la sovranità di Dio. Ma i salvati hanno messo la loro buona

volontà. Gesù aveva affermato : “ Chi ama la vita la perderà e chi odia la sua vita in questo mondo la

conserverà per la vita eterna” ( Gv 12, 25 )

MA GUAI... SI AVVENTO’ (12) Perché, quantunque vinto, satana combatte senza soste contro “la donna” , la comunità dei

credenti, per tutto il “poco tempo” che gli resta, quello della storia, fino al giudizio finale.

FURONO DATE.. LE DUE ALI (14) Nel presentare l’aiuto divino, il riferimento è all’ Esodo, il popolo eletto si trova in grave difficoltà,

come Israele uscito dall’Egitto. Ma Dio interviene, oggi come allora, o porta come l’antico Israele “ su ali di aquila” ( Es 19, 4) lo

“ fa volare nel deserto” dove sente la speciale direttiva di Dio, sperimenta la sua grazia, ha il suo

nutrimento. delimita il tempo della sua prova: “ per un tempo” IL SERPENTE VOMITO’ (15) Quest’arma del drago è forse una reminiscenza dei miti babilonesi, dove spesso i draghi erano

raffigurati come mostri marini, che portavano la rovina nella creazione. E insieme un ricordo del Faraone,

chiamato in Es 29, 3: ”grande dragone”. Ai tempi dell’Esodo la “terra” venne in soccorso del popolo,

perché gli diede salvezza dopo il passaggio del mare, da cui fu travolto il Faraone e il suo esercito. Dio interverrà, quando sarà necessario, come allora, anche mediate attraverso la natura A FAR GUERRA (17) Nonostante sia già stato sconfitto da Cristo, satana si accanirà contro la “discendenza della donna”. L’allusione è a Genesi 3, 15: “porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe;

questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. Il Targum Palestinese dice: “ quando i figli della

donna osserveranno i comandamenti della legge, essi ti insidieranno e ti colpiranno la testa; quando essi

dimenticheranno i comandamenti della legge, tu li insidierai e li morderai al calcagno.. Ma per essi vi sarà un

rimedio nei giorni del re Messia”. Noi sappiamo che Cristo ha sconfitto satana, ma che il diavolo continua a lottare cono i suoi seguaci. La vittoria sarà di chi accetta Cristo nella vita. E SI FERMO’ (18) E’ possibile che l’asserzione del v. 18 debba essere posta all’inizio del capitolo 13 e vada unita al

versetto 1 di quel capitolo, come asseriscono alcuni interpreti . In questo caso tutto andrebbe letto come

segue: “ Mi fermai sulla spiaggia del mare e vidi salire dal mare una bestia.”

Capitolo 12

C’è scontro continuo tra il bene e il male, tra il popolo di Dio, raffigurato come una donna ( 12, 1) e

le forze demoniache, simboleggiate da un enorme drago ( 12, 3 ).

Satana, scacciato dal cielo e precipitato sulla terra per la sua ribellione (12, 7, 12 ), insidia l’umanità.

Dopo aver avversato il Figlio della Donna, Gesù Cristo, che muore, risorge e sale in cielo ( 12, 5 ), perseguita

la Chiesa ( 12, 6 ) e i suoi figli ( 12, 17 ). E’ un nemico potente ( “12, 4: “trascinava un terzo delle stelle”) ,

superbo (“sette teste”), ostile e sanguinario ( “ rosso” ).

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Il popolo eletto subisce la persecuzione, ma per un periodo limitato ( 12, 6 : 1260 giorni ) e ha dalla

sua Dio stesso che lo protegge (12, 14 : “alle della grande aquila”, 12, 16 :”grande voragine”).

Riflessioni La “donna vestita di sole” è il popolo di Dio, che accetta Cristo conglobato insieme, nei suoi due

rami dell’Antico e del Nuovo Testamento.. Il popolo di Dio del Nuovo Testamento è albero nato dalla radice

del popolo di Dio: “ Non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te” ( Rm 11, 18).

Una componente essenziale della vita storica di Gesù e della vita della Chiesa è la lotta contro il demonio. “ In verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà...Voi avrete

tribolazione nel mondo” (Gv 16, 20. 33 ). L’essere continuamente esposti agli attacchi è un contrassegno tipico della Chiesa e dei cristiani. L’assalto che il potere muove contro la Chiesa tende ad eliminarla dal mondo, perché essa è la

continua rinnovata presenza di Cristo sulla terra.

Che la Chiesa viva nel “deserto” può significare oggi molte cose : le molte tentazioni di

tradimento del Vangelo cui spinge la cultura corrente, o l’esclusione della comunità cristiana dalla vita

pubblica, che resta abbandonata alle forze anticristiane, ma può significare anche il momento in cui ci si affida alla grazia di Dio, e si raccolgono le forze per santificarsi e santificare il mondo.

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Capitolo 13

Secondo segno: la bestia del mare 1 Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci

diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. 2 La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. 3 Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita. Allora la terra intera presa d`ammirazione, andò dietro alla bestia 4 e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo: "Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?". 5 Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d`orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. 6 Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. 7 Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. 8 L`adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell`Agnello immolato. 9 Chi ha orecchi, ascolti:10 Colui che deve andare in prigionia, andrà in prigionia; colui che deve essere ucciso di spada di spada sia ucciso. In questo sta la costanza e la fede dei santi.

Terzo segno : la bestia della terra

11 Vidi poi salire dalla terra un`altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. 12 Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. 13 Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. 14 Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. 15 Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. 16 Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; 17 e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. 18 Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d`uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.

___________________

Il drago trasmette il suo potere alla bestia Il brano che segue si ispira al capitolo 7 di Daniele, che tratta della persecuzione scatenata da

Antioco IV Epifane. Come in Daniele, anche in Apocalisse le immagini mostruose vogliono presentare la

potenza oscura del male che si esprime attraverso il potere. SALIRE DAL MARE (1) è il luogo, secondo una concezione ebraica, del mostruoso, del male, del diabolico.

UNA BESTIA (1) In Daniele 7 le bestie che salgono dal mare sono quattro: pantera, orso, leone, toro, rievocano i miti

orientali delle origini, dove questi esseri rappresentano le forze cieche della natura, domate dall’onnipotenza

creatrice di Dio e sono simbolo delle potenze terrene, e nel numero (4 ) esprimono la totalità delle forze

avverse a Dio. In Daniele indicano gli imperi con i quali ha avuto rapporti Israele: il regno babilonese,

medo, persiano e greco.

Giovanni condensa le caratteristiche delle quattro bestie in una sola. I lettori cristiani contemporanei

comprendevano benissimo che qui si alludeva al potere politico romano, da cui le comunità cristiane si

vedevano minacciate. Anche se l’autore rimanda a tutte le potenze che hanno schiacciato Israele , è

l’impero romano che sta sotto il segno della bestia, Quell’impero infatti, autodivinizzandosi, scatenò tremende persecuzioni contro i seguaci di Cristo . La bestia “ aveva dieci corna e sette teste” come il drago-

satana, cui assomiglia. “dieci corna con diademi”, perché ha potere e dominio dispotico

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“un titolo blasfemo”. Si tratta dei titoli onorifici, adulatori, che venivano dati agli imperatori, come

“Venerabile” ( in greco “sebastos”, in latino “ Augustus” : es. “Cesare Augusto” ) “Dio”, “Figlio di Dio”

(“deus”, “divus” es. “Divo Cesare” ), Salvatore”, “Redentore” (“soter”). Virgilio diceva di Augusto: “ ..fin

dall’inizio promesso dai padri, il figlio di Dio e apportatore dell’età aurea definitiva.. fonda l’impero che si

estende oltre la sfera del sole”. La bestia si presenta come antagonista di Colui che è sceso dal cielo.

“simile a pantera...”. Condensa in sé tutte le mostruosità delle bestie di Daniele 7. Le supera tutte in malvagità. IL DRAGO LE DIEDE (2) La bestia che spunta dal mare è un organo esecutivo di satana ed è una scimiottatura di Cristo.

Come Cristo ha ogni potere dal Padre, così la bestia ha il potere dal drago.

TESTA COLPITA...GUARITA (3) La gravissima ferita, che subisce una delle sue teste, uno dei suoi imperatori, è forse un’allusione a

qualche grave difficoltà storica dell’impero romano, (es. i torbidi che seguirono alla morte di Nerone ) che

poi viene superata ( “sanata”). Il potere politico, apparentemente distrutto, risorge. La bestia sgozzata e

guarita è una parodia di Cristo morto e risuscitato. GLI UOMINI ADORARONO 84) La bestia ha un corteo immenso di ammiratori ( “ Chi è simile alla bestia?” ) e di seguaci, che

arrivano ad atteggiamenti di adorazione verso la “bestia” e verso “il drago” . Che si arrivi di fatto a tali

forme di adorazione è detto in poche righe ben tre volte : versetti 3-4-8. Lo stupore, l’ammirazione,

l’idolatria della gente fa aumentare la follia di chi detiene il potere.

ALLA BESTIA FU DATO (5) Richiamando quasi testualmente Daniele 7, 8ss viene qui descritto il trionfo della bestia e in ultima

analisi quella del drago. Il potere sembra incontrollabile ( “su ogni popolo” ) , la blasfemia dilagante, la

vittoria della bestia certa e la disfatta dei fedeli inevitabile. Tutto ciò “per 42 mesi”, il solito periodo di

tempo della persecuzione. Solo per questo periodo il male scatenerà la sua offensiva contro la Chiesa.

MOME NON ISCRITTO (8) La sorte degli adoratori di satana è terribile. E’ il fallimento totale (non scritto nel libro della vita” )

. Dio conosce fin dall’eternità i pensieri e le azioni degli uomini e la decisione è radicata nella prescienza

divina.

COLUI CHE (10) La frase tratta da Geremia 15, 2 è un incoraggiamento per i cristiani perseguitati , affinché affrontino

con “ la costanza e la fede” tutti i disagi della persecuzioni ( “prigionia” “spada” ). , sicuri che il trionfo

dei malvagi non resterà impunito, perché “coloro che pongono mano alla spada, di spada periranno” ( Mt 26,

52).

I falsi profeti a servizio della bestia DALLA TERRA...BESTIA (11) L’apocalittica giudaica conosceva i mostri del mare ( Leviatan: Sl 74 ) ma anche un mostro terrestre:

Behemoth ( Gb 40, 15-24 ). Le bestia della terra si presenta come un animale apparentemente innocuo

(“agnello” ), ma pericoloso (“due corna” ), quindi una bestia ingannevole e menzognera. Viene identificata

più tardi (16,13) con il “falso profeta” E’ l’attività delle autorità religiose pagane per diffondere e

difendere nelle provincie romane il culto imperiale. E’ lo spirito di menzogna al servizio del potere. Anche

nel Vangelo abbiamo l’annunzio di falsi cristi ( prima bestia) e di falsi profeti (seconda bestia) (Mt 24, 24 ).

Questa descrizione fa pensare al detto di Gesù: “Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi

in veste di pecore, nell’interno, invece, sono lupi rapaci” ( Mt 7, 15 ).

OPERAVA GRANDI PRODIGI (13) Nella Chiesa lo Spirito compiva prodigi per suscitare la fede in Cristo. La seconda bestia imita lo

Spirito, come il drago e la prima bestia imitavano il Padre e il Figlio. Il drago, la prima e la seconda bestia

sono una caricatura della Trinità I prodigi, anche grandi come quello di Elia, che fece scendere fuoco dal cielo ( 1 Re 18, 38 ), sono

fatti per sedurre. E ricordano l’avvertimento di Cristo: “ Sorgeranno falsi profeti e provocheranno segni e

prodigi allo scopo di indurre in inganno, se possibile, anche gli eletti” ( Mt 13, 22 ). Nela concezione

giudaica i prodigi strabilianti erano segno dell’avvento dell’Anticristo. ERIGERE UNA STATUA (14) Ricorda la statua d’oro del re Nabucodonosor, che tutti “ i popoli nazioni e lingue” dovevano

adorare ( Dn 3 ). La propaganda fa apparire la bestia come un idolo da adorare. Per il loro culto gli uomini

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hanno bisogno di immagini e la propaganda gonfia l’immagine della bestia. Siamo alla deificazione

idolatrica della stato. UN MARCHIO (15) Si arriva al punto che tutti gli adoratori devono portare il marchio, come gli schiavi, se non vogliono

essere boicottati economicamente e ostacolati socialmente. E il marchio è il numero del nome della bestia:

666 . CHI HA INTELLIGENZA (18) Secondo l’autore ciò che segue è facilmente comprensibile. E’ il numero della bestia, che per i primi

lettori sarà stato di facile comprensione, ma non tanto per noi. NOME D’UOMO...666 (18) Sono diverse le interpretazioni di questa cifra che troviamo solo nell’Apocalisse Intanto il numero indica imperfezione e cattiveria assoluta. Sette è numero della perfezione e del

bene, 6 dell’imperfezione e tre 6 della assoluta negatività. 666 allora indica debolezza, imperfezione,

instabilità. Così sarà il regno e il potere dei persecutori. Ma si dice che 666 “rappresenta un nome d’uomo”. Da tutto il contesto pare evidente che si tratti

di uno degli imperatori romani dall’inizio dell’Impero fino al termine del primo secolo, cioè di uno dei

seguenti imperatori : 1° Augusto ( 27 a.C. 14 d. C. ), 2° Tiberio ( 14- 37 ) 3° Caligola ( 37-41), 4° Claudio (

41-54 ), 5° Nerone ( 54- 68 ) ...... segue un periodo di turbolenza con tre imperatori in due anni:

Galba -Otone- Vitellio ) , 6° Vespasiano ( 69-79 ), 7° Tito ( 79-81 ) 8° Domiziano (81-96 ). Per individuarlo il nome , ricorrendo alla scienza dei numeri, si è giunti ai due seguenti

imperatori : Nerone. Per la scienza cabalistica del tempo il numero 666 nell’alfabeto ebraico indicherebbe

NRWN QSR ( Neron Qesar ). E Nerone scatenò la prima persecuzione contro i cristiani . Oppure Domiziano. Partendo dalla considerazione che Domiziano è stato l’ottavo imperatore e

dall’asserzione di Apocalisse 17, 11 : “ la bestia che era e non è più, è ad un tempo l’ottavo re” e

ricorrendo al cosiddetto numero triangolare si è fatto il seguente calcolo : numero triangolare di 8 = 36;

numero triangolare di 36 = 666. E Domiziano scatenò la seconda grande persecuzione contro i cristiani. La questione dell’interpretazione è comunque ancora aperta.

Capitolo 13 Le forze diaboliche hanno sulla terra dei validi rappresentanti, che sono come il loro potere

esecutivo.

Rappresentante ufficiale è la bestia che sale dal mare, ritenuto luogo di ogni male ( 13, 1 ). E’ lo stato

che si autodivinizza, riceve da satana un potere terribile ( 13, 3 ) , anche se limitato ( 13, 5 : 42 mesi ) ed ha

uno stuolo di ciechi adoratori ( 13, 8 ).

Una seconda bestia, chiamata in seguito “falso profeta” ( 16, 13), collabora attivamente con la prima

bestia. Si tratta di coloro che appoggiano il potere con tutte le forme possibili di propaganda. Con grandi

mezzi a disposizione la bestia che sale dalla terra ( 13, 11 ) incanta e convince molti e fa apparire come

valore ciò che non è valore o è delitto. Così avvenne all’inizio della Chiesa quando una nullità di uomo (666

) come Nerone fu presentato come un Dio.

Molti diventeranno schiavi dalle forze del male ( 13, 15 ).

Riflessioni Tutta la presentazione del drago e delle due bestie mette in luce la scimiettatura che la triade

infernale pone in atto. La realtà del male è in contrasto con la morte-risurrezione di Cristo. La bestia che sale dagli abissi con frasi blasfeme è l’antagonista di Colui che scende dal cielo Anche la bestia che appare risorgente dopo la ferita mortale, è controfigura di Cristo morto e

risorto. La statua votiva del mostro satanico è una contraffazione di Cristo Crocifisso-Risorto, un dileggio

all’Agnello ucciso e vivente Anche la liturgia è scimiottata : “gli abitanti della terra adoravano la bestia”

Da tutto appare un Anticristo con la maschera di Cristo e della Chiesa.

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La bestia che viene dalla terra è “il teologo di satana”. E’ un intelligente e scaltro conoscitore,

che si presenta circonfuso di spettacolari prodigi, di scienza, di eloquenza, paludato dalle vesti del bene.

Vengono subito alla mente alcuni passi del Nuovo Testamento: “ allora se qualcuno vi dirà : ecco è là”, non gli credete, perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e

faranno segni e prodigio, per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti ( Mc 13, 21-22 ); “l’iniquo, la cui

venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e di prodigi menzogneri, e con

ogni sorta di empio inganno, per quelli che vanno in rovina ( 2 Ts 9-12 ). Cosa attende i Cristiani ? Anche quando satana sembra avere il sopravvento la Chiesa vincerà,

come Cristo, morendo. La Chiesa primitiva fece una tale triste esperienza della vita dei cristiana nell’impero di Roma ,

che l’Apocalisse quando vuole indicare ogni forza di male che si scaglia contro i credenti la identifica con Impero romano.

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Capitolo 14 I compagni dell’Agnello

AGNELLO RITTO.. E..144. 000 (1) Alla visione sconfortante dell’attività demoniaca, si oppone la visione dell’Agnello, con la schiera degli eletti. Si trovano

“sul monte Sion” . Sion è la collina di Gerusalemme su cui si ergeva il Tempio. Designa il luogo

ideale dove si raduna la comunità dei credenti, il luogo della salvezza, preservato da ogni assalto infernale.

“144.000. Sono i “segnati “ di 7, 4. Da quanto segue appare che si tratta di una “primizia”, forse dei

primi fedelissimi martiri, cui seguirà una schiera immensa.

“scritto sulla fronte”. In contrapposizione con chi ha il marchio della bestia, troviamo gli eletti col

segno” dell’Agnello e del Padre.

“essi cantavano”. E un cantico nuovo, parallelo a quello di Mosè (Es. 15 ), che celebra la nuova,

definitiva liberazione del popolo di Dio e l’ordine nuovo instaurato dall’Agnello. E’ un canto, che si pone in

contrasto con la liturgia infernale della bestia, e che echeggia davanti al “trono”, innalzato con la corte

celeste. E’ preghiera era di lode a Dio, azione efficace contro le forze di satana. “redenti della terra”. Salvati dall’Agnello.

“vergini”, in senso metaforico. La lussuria designa tradizionalmente l’idolatria ( Os 1, 2 ). Non sono

adoratori della bestia. Per San Paolo i cristiani devono essere presentati a Cristo “come vergine casta” ( 2 Cr

11, 2 ).

“seguono l’Agnello” . Sempre, anche nella croce e poi nella gloria della risurrezione.

“primizie” e “senza macchia” come dovevano essere le vittime offerte in sacrificio ( Dt 26, 2; Es 12, 5 ) .

Sono la realtà più preziosa, consacrata al Signore, libera dalla menzogna dell’idolatria.

Gli angeli annunziano l’ora del giudizio Dopo la presentazione dei vari personaggi del dramma escatologico ( la donna, il drago, le due

bestie, l’Angelo vittorioso, la schiera degli eletti ) entrano in scena tre Angeli che annunziano il giudizio. UN ..ANGELO (6) Viene annunziato “ un vangelo eterno” , immutabile, che non può essere smentito dalle vicende

storiche. Il Vangelo riguarda il giudizio finale (“ è giunta l’ora del suo giudizio” ) e contiene l’invito alla conversione (“Temete Dio...adorate Colui” ).

UN SECONDO ANGELO (8) Il grido: “ E’ caduta, è caduta. Babilonia la grande”, è tratto da Isaia 21, 9 , in cui il profeta

immagina che una carovana venuta dalla Mesopotamia annunzi la caduta della grande capitale. Babilonia è

simbolo di tutte le idolatrie, oppressioni, perversioni, del paganesimo, che per l’autore si trovano

soprattutto nella Roma imperiale, persecutrice della Chiesa. Il tempo passato (“ è caduta” ), nel

linguaggio profetico, indica la certezza che l’annunzio si verificherà .

UN TERZO ANGELO (9) Il giudizio di Dio sarà inesorabile per coloro che hanno adorato la bestia. L’immaginosa descrizione

attinge le figure dalla Scrittura: il “vino” e “la coppa” indicano il giudizio, il fuoco e lo zolfo ricordano la

caduta di Sodoma e Gomorra ( Gn 19, 24 ) . Il messaggio è chiaro: l’inferno esiste ed è eterno e i dannati

si troveranno al cospetto di Dio, che è la sola felicità e che loro hanno rifiutato ( “al cospetto

dell’Agnello”).

BEATI (13) Al duro messaggio del giudizio dei reprobi fa seguita la beatitudine dei giusti. : anche loro

morranno, ma non dovranno temere il giudizio e per loro è assicurata la pace.

La messe e la vendemmia della nazioni Gli ultimi versetti del cap. 14 ( 14-20 ) hanno avuto varie interpretazioni. Per alcuni sono la

conclusione dell’Apocalisse nella versione più antica, per altri sono un’introduzione di quanto viene poi

detto sul giudizio di Dio. Non è chiaro perché vengono presentate una mietitura e una vendemmia. Forse

nella mietitura è adombrato il giudizio del popolo di Dio e nella vendemmia il giudizio dei reprobi.

Comunque “mietitura” e “vendemmia” e anche “pigiatura dell’uva “ sono, nell’Antico Testamento,

immagini del giudizio di Dio.

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FIGLIO DI UOMO (14) E’ il Messia giudice, che viene sulle nubi. ( vedi anche Lc 21, 27 e Mc 13, 29). ” Figlio di uomo” fa

riferimento a Daniele 7, 13. Il Figlio di uomo ha

“una corona d’oro” perché è re e vittorioso,

“falce affilata”, perché è giudice

UN ANGELO USCI DAL TEMPIO (15) L’Angelo porta l’ordine del Padre. L’ora del giudizio viene stabilita solo dal Padre. L’Agnello è in

atteggiamento di obbedienza (Gv 4, 34; 5, 19-30 ).

UN ALTRO ANGELO..DALL’ALTARE (17) Il grido dei martiri ( “coloro che furono immolati” di 6, 9), è ora esaudito. E il giudizio di Dio si

svolge rapidamente.

GETTO’ LA SUA FALCE (16) La descrizione del giudizio è di particolare intensità :

“mieti “ “vendemmia” . L’Agnello e gli Angeli nella vigna del mondo, le cui “uve sono mature”, procedono prima alla mietitura, poi alla vendemmia

“gettò nel grande tino dell’ira di Dio...fuori della città” . Il giudizio contro le nazioni pagane,

secondo la tradizione giudaica, dovrà avvenire fuori di Gerusalemme. Sarà descritto nel capitolo 20

“uscì sangue fino al morso” . La frase è tratta dal libro extrabiblico di Enoch. “Per

duecento miglia”, circa 300 chilometri, misura iperbolica. Le due immagini stanno ad indicare la spaventosa forza dell’ira divina

Capitolo 14 Molti altri invece resteranno fedeli al Signore (14, 1 ), vivranno rettamente, non si lasceranno

coinvolgere nell’idolatria ( 14, 4 ) e morranno in pace con Cristo ( 14, 13 ). Essi entreranno subito nella

gloria di Dio, e lo loderanno ( 14, 3 ) Saranno una consistente primizia ( 14, 1. 4 ) di tutti coloro che

giungeranno alla salvezza.

Mentre i giusti avranno un giudizio di salvezza, i malvagi ne avranno uno di condanna,

particolarmente severo ( 14, 20 ) e tanto certo e incombente da esser presentato come già avvenuto ( 14, 8).

Riflessioni

Il giorno del giudizio finale di Dio avverrà infallibilmente. Dio è infatti misericordioso, ma è anche

giusto.

Ai giusti è riservata la felicità eterna, mentre ai giusti l’inferno, che è pure eterno, dove Dio non è

lontano (“ davanti all’Agnello ) La perdita e insieme la presenza di Dio è inferno.

Salvezza e dannazione non provengono da decisioni arbitrarie o da predestinazioni. Sono scelte che

fanno le singole persone.

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Capitolo 15

Il cantico di Mosè e dell’Agnello

Entrano in scena sette Angeli, che recano altre sventure, e precedono il grande giudizio, descritto

nei capitoli 17-20. In uno sfondo che evoca l’esodo d’Israele dall’Egitto, i giusti intonano il “canto di

Mosè ”, inno di liberazione dall’oppressione faraonica e il “canto dell’Agnello”.

SETTE ANGELI...SETTE FLAGELLI (1) I sette flagelli, descritti nel capitolo 16, sono paralleli a quelli delle sette trombe. Sono detti

“ultimi”, perché sono segno della fine e del compimento e l’ira di Dio raggiunge il massimo del suo vigore.

UN MARE DI CRISTALLO (2) Prima dei flagelli, e in contrasto, vediamo ancora gli eletti vincitori, nella gioia e nella lode di Dio.

Sono “ritti sul mare di cristallo”, che ricorda “il mare trasparente, simile a cristallo” di 4, 6, che rimanda alla forza ostile del mare, purificata da Dio (“cristallo” ) e al Mare Rosso, che vide il passaggio trionfale

del popolo eletto; di questa riferimento è prova la menzione del canto di Mosè.

CANTICO DI MOSE’... E DELL’AGNELLO (3) E’ l’unica volta che Mosè viene nominato nell’Apocalisse. Il cantico, composta da citazioni

dell’Antico Testamento, glorifica Dio per il suo trionfo su tutte le nazioni. Mosè e l’Agnello sono abbinati,

perché il popolo d’Israele e il nuovo popolo di Dio sono stati entrambi salvati da un gravissimo pericolo e hanno ottenuto la vittoria sui lori nemici.

I sette flagelli delle sette coppe

TENDA DELLA TESTIMONIANZA (5) Si allude alla “Tenda dell’adunanza” ( Es 25, 9 ) che seguiva gli Ebrei nelle loro peregrinazione,

Nella Tenda Mosè si incontrava con Dio.. Qui indica che l’ora della liberazione promessa è vicina. SETTE ANGELI (6) Gli Angeli hanno una missione sacerdotale ( “vestiti di lino” ) e regale (“cinture d’oro” ).

SETTE COPPE (7) L’immagine della “coppa” contenente l’ira di Dio è ricorrente nella Bibbia ( Sl 75, 9 ). Il “fumo” era

nell’Antico Testamento il segno tangibile della “gloria di Dio”, cioè della sua presenza piena di splendore e

di maestà ( Is 6, 4 ).

AVESSERO TERMINE I SETTE FLAGELLI (8) I flagelli delle sette coppe ricordano quelli delle sette trombe ( cap 8 ) e le piaghe d’Egitto. In

particolare, i quattro primi flagelli colpiscono come le quattro prime piaghe delle trombe i diversi settori del cosmo, ma mentre nelle piaghe delle trombe ne veniva colpito solo “un terzo”, ora è scompaginata l’intera creazione:

Terra Ap 8, 7 Ap 16, 2 Mare Ap 8, 8 Ap 16, 3 Fiumi Ap 8, 10-11 Ap 16, 4-7 Astri - Sole Ap 8, 12 Ap 16, 8-9

dal confronto con le piaghe d’Egitto risultano le seguenti risonanze : 6° piaga Es 8-12 Ap 16, 2 1° piaga Es 7, 14-25 Ap 16, 3-7 9° piaga Es 10, 21-23 Ap 16, 10-11 2° piaga Es 8, 1-7 Ap 16, 12 7° piaga Es 9, 13, 35 Ap 16, 17-22

Capitolo 15 Salvezza e castigo sono rappresentati con le categorie dell’Esodo d’Israele.

I salvati dominano il “mare di cristallo”, come i Giudei il Mar Rosso, cioè sono vittoriosi su ogni

forma di male. Cantano come gli Israeliti ( Esodo 15 ) un canto di liberazione ( 15, 3-4 ) e vivono in intimità

con Dio ( 15, 8 ) come Mosè che incontrava Dio nella Tenda del deserto.

Agli adoratori della bestia invece sono riservati flagelli simili a quelli che si abbatterono sul Faraone

ribelle. (15, 7 ).

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Capitolo 16

Primi tre calici 1 Udii poi una gran voce dal tempio che diceva ai sette angeli: "Andate e versate sulla

terra le sette coppe dell`ira di Dio". 2 Partì il primo e versò la sua coppa sopra la terra; e scoppiò una piaga dolorosa e maligna sugli uomini che recavano il marchio della bestia e si prostravano davanti alla sua statua. 3 Il secondo versò la sua coppa nel mare che diventò sangue come quello di un morto e perì ogni essere vivente che si trovava nel mare. 4 Il terzo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti delle acque, e diventarono sangue. 5 Allora udii l`angelo delle acque che diceva: "Sei giusto, tu che sei e che eri, tu, il Santo, poiché così hai giudicato. 6 Essi hanno versato il sangue di santi e di profeti, tu hai dato loro sangue da bere: ne sono ben degni!". 7 Udii una voce che veniva dall`altare e diceva: "Sì, Signore, Dio onnipotente; veri e giusti sono i tuoi giudizi!". 8 Il quarto versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco. 9 E gli uomini bruciarono per il terribile calore e bestemmiarono il nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli, invece di ravvedersi per rendergli omaggio. 10 Il quinto versò la sua coppa sul trono della bestia e il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore e 11 bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei dolori e delle piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni. 12 Il sesto versò la sua coppa sopra il gran fiume Eufràte e le sue acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai re dell`oriente. 13 Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane: 14 sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di Dio onnipotente. 15 Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne. 16 E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn.

Settimo calice 17 Il settimo versò la sua coppa nell`aria e uscì dal tempio, dalla parte del trono, una

voce potente che diceva: "E` fatto!". 18 Ne seguirono folgori, clamori e tuoni, accompagnati da un grande terremoto, di cui non vi era mai stato l`uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra. 19 La grande città si squarciò in tre parti e crollarono le città delle nazioni. Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle da bere la coppa di vino della sua ira ardente. 20 Ogni isola scomparve e i monti si dileguarono. 21 E grandine enorme del peso di mezzo quintale scrosciò dal cielo sopra gli uomini, e gli uomini bestemmiarono Dio a causa del flagello della grandine, poiché era davvero un grande flagello.

_____________________

VERSATE ..LE SETTE COPPE (1) Siamo all’ultima serie di flagelli escatologici.

IL PRIMO...SUL MARE (2) La prima coppa che è versata sulla terra, ricorda la sesta piaga d’Egitto (“un’ulcera con pustole”

Es 9, 10 ) e colpisce con piaghe gli adoratori della bestia, gli aderenti al culto del potere imperiale. Si

rivela qui un’originale corrispondenza tra il peccato e la punizione: la lebbra del peccato si fa visibile sul

corpo del peccatore, l’intero uomo è trascinato alla rovina.

IL SECONDO...NEL MARE (3) La seconda coppa trasforma l’acqua del mare in sangue, come era accaduto al Nilo nella prima piaga ( Es 7, 17-24 ). Dal mare, covo originario del male, era uscita la bestia. Dopo questa coppa non ne potrà uscire una seconda, perché è distrutto ogni essere vivente.

IL TERZO...NEI FIUMI (4) La terza coppa trasforma anche l’acqua “dei fiumi e delle sorgenti” in sangue. Anche l’acqua

corrente e viva, base dell’esistenza umana e del regno animale e vegetale è inquinata. Il sangue che

nell’AT è segno di propiziazione e nel Nuovo di redenzione, diventa segno di distruzione: chi non si lascia

redimere dal sangue di Cristo, verrà travolto da ben altro sangu.ANGELO DELLE ACQUE (5) Nella letteratura giudaica si parla di angeli preposti agli elementi della natura: mondo, mare, pioggia,

fuoco.

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VOCE DALL’ALTARE (7) E’ la voce dei martiri di 6, 10 , che avevano invocato la giustizia di Dio e riconoscono che Dio è

davvero giusto. I suoi giudizi “veri e giusti” si stanno attuando. Chi ha “versato il sangue” dal sangue è

punito.

IL QUARTO SUL SOLE (8) La quarta coppa, versata nel sole, semina un calore che tutto consuma, incendiando i malvagi.

Chi è indurito dal peccato esperimenta la presenza della giustizia di Dio, simboleggiato dal “fuoco”, come

anche altrove nell’Antico Testamento (esempio : 3, 1-6 ). Ma chi è davvero indurito e impenitente non si converte, nemmeno in situazioni estreme (“bestemmiarono il nome di Dio”).

IL QUINTO...SUL TRONO (10) La quinta coppa colpisce direttamente il regno della bestia, cioè Roma imperiale, affondandola

nelle tenebre, come in Esodo 10, 21-23 successe per l’Egitto (nona piaga ). Viene constatata l’impotenza

della bestia e dell’uomo lasciato a se stesso ( “ si mordevano la lingua” ), ma chi è impenitente resta nelle

tenebre, nella cecità del cuore, anche in un’ora tanto drammatica (bestemmiano Dio” ).

IL SESTO... FIUME EUFRATE (12) La sesta coppa è versata sull’Eufrate, che viene prosciugato. L’Eufrate era il confine orientale di

Roma e “tratteneva “ i Parti, pericolo costante dell’Impero. Il prosciugamento dell’Eufrate dà via libera agli eserciti invasori, ( “re dell’oriente” ) che dilagano in Occidente. La distruzione di Roma pagana è

annunziata in 17, 16. Ma il fatto storico va anche inteso in altro senso. Come per l’Impero romano non

esisterà più alcun baluardo, così il regno di satana non potrà più trincerarsi dietro nulla ed è avviato alla fine. TRE SPIRITI....SIMILI A RANE (13) A questo punto assistiamo ad un disperato tentativo del triunvirato diabolico ( drago, bestia del

mare e bestia della terra ), che riesce a generare spiriti immondi e demoniaci e cerca di radunare “tutti i

re della terra” per un’estrema battaglia contro Dio. La battaglia sarà combattuta nel “gran giorno di Dio”

, il giorno del giudizio.

BEATO CHI E’ VIGILANTE (15) La frase che fa da intermezzo, ripete l’ammonimento di Cristo : “ravvediti, perché, se non sarai

vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia in quale ora verrò da te” ( A.3, 3) .

ARNAGHEDON (14) La battaglia si combatte ad Harmagedon. Il nome di questa località, in questa forma, lo troviamo

solo in Ap. 16, 14. Varie sono le ipotesi su questa località, ma la più logica pare la seguente:

Magedon nella Bibbia è un’altra denominazione di “Megiddo”, importante fortezza situata su un

contrafforte settentrionale del monte Carmelo. Fu teatro di famose battaglie sia della storia profana che di

quella biblica. A Megiddo morì in battaglia Giosia, combattendo contro gli Egiziani (2 Re 23, 29-30) e

questa fatto rimase un ricordo amaro presso gli Israeliti.

Har significa “monte” e potrebbe esser qui in antitesi con un altro monte famoso, il Monte Sion,

consacrato a Dio.

Unendo le due parole abbiamo Har-Maghedon, Monte-Magedon che appare come simbolo della sconfitta delle trame infernali. IL SETTIMO...NELL’ARIA (17) Siamo al termine: “ è fatto” ricorda “tutto è compito” detto da Gesù sulla croce ( Gv 19, 30 ).

Sconvolgimenti e cataclismi naturali annunziano il momento finale della storia. La “grandine” di

proporzioni gigantesche ricorda la settima piaga d’Egitto ( Es 9, 18 ). “Babilonia la grande” è Roma . Essa ingoierà il “vino dell’ira ardente” , in castigo delle sue nefandezze. Ma gli uomini pervicaci nella loro

ribellione, non colgono nemmeno quest’ultima occasione per tornare a Dio ( “bestemmiarono Dio” ).

Capitolo 16 Come già era stato detto nel capitolo 8, trattando dei sette trombe, ora si asserisce che la creazione (

terra, mare fiumi, astri : 16, 3-9 ) sarà sconvolta da flagelli simili a quelli che colpirono l’Egitto per far

desistere il Faraone dai propositi negativi verso Israele.

I flagelli delle coppe sono l’estrema possibilità offerta ai peccatori perché si convertano. Ma per chi

ha il cuore indurito nulla è sufficiente. Per due volte si asserisce che “continuarono a bestemmiare il nome di

Dio” . E Dio, che tenta tutto per salvare l’uomo, rispetta la libera decisione dei peccatori.

Vedendo la punizione dei malvagi, coloro che avevano subito persecuzione da parte loro,

constateranno che il Dio misericordioso è anche giusto (16, 7 ).

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Nel descrivere la punizione del mondo malvagio viene fatto un chiaro riferimento alla Roma

imperiale, pagana e persecutrice (16, 19) e sembra di intravedere i flagelli che di fatto l’Impero romano ha

subito fino al suo crollo: guerre continue ( 2° coppa ), rivoluzioni e lotte interne ( 3° coppa ), devastazioni (

4° coppa ) imperante pessimismo ( 5 coppa ), calata dei Barbari (6° coppa ).

Il triumvirato diabolico (drago, bestia e falso profeta, cioè satana, i potentati e i loro sostenitori )

non si darà per vinto. Si riorganizzerà. (14, 13 ) e tenterà l’assalto finale contro il Regno di Dio. Ma la

battaglia decisiva ( Armaghedòn) segnerà la sconfitta definitiva.

A questo punto tutto “ è’ fatto” ( 16, 17 ) e avrà luogo il giudizio.

Riflessioni Le sette coppe sono l’ultima possibilità, l’estrema offerta per dare ai peccatori tempo di

pentimento. E’ Dio che tenta tutto, ma davanti alla libertà umana il Signore si ferma. “Chi ti ha creato senza

di te non ti salva senza di te” (S. Agostino ).

Per due volte è detto che non si convertiranno e per altre due volte si asserisce “ e bestemmiarono

il nome di Dio. Per chi è accecato del tutto nulla è sufficiente , le offerte che Dio fa vengono rifiutate e non

si approda al pentimento.

Pare di vedere nella descrizione delle coppe il fatto storico del crollo dell’Impero Romano che si

andava sbriciolando:

2° coppa guerre continue

3° coppa rivoluzioni e lotte interne

4° coppa devastazioni

5° coppa stanco pessimismo

6° coppa calata dei Barbari

Emerge anche un quadro della rovina del regno di satana devastazioni spirituali

abusi sociali, politici, economici

continue guerre e ribellioni

ottenebramento spirituale

concentrazione delle forze del male

giudizio finale

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Capitolo 17

La prostituta famosa 1 Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e parlò con me:

"Vieni, ti farò vedere la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque. 2 Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione". 3 L`angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. 4 La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d`oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d`oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. 5 Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: "Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra". 6 E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore. 7 Ma l`angelo mi disse: "Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, con sette teste e dieci corna. 8 La bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall`Abisso, ma per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà. 9 Qui ci vuole una mente che abbia saggezza. Le sette teste sono i sette colli sui quali è seduta la donna; e sono anche sette re. 10 I primi cinque sono caduti, ne resta uno ancora in vita, l`altro non è ancora venuto e quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco. 11 Quanto alla bestia che era e non è più, è ad un tempo l`ottavo re e uno dei sette, ma va in perdizione. 12 Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale, per un`ora soltanto insieme con la bestia. 13 Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. 14 Essi combatteranno contro l`Agnello, ma l`Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli". 15 Poi l`angelo mi disse: "Le acque che hai viste, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, genti e lingue. 16 Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco. 17 Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e di accordarsi per affidare il loro regno alla bestia, finché si realizzino le parole di Dio. 18 La donna che hai vista simboleggia la città grande, che regna su tutti i re della terra".

___________________

Con la settima coppa ( 16, 17 ) ha inizio la sezione conclusiva dell’ Apocalisse. Lo schema è

semplice.

Presentazione e interpretazione simbolica di Babilonia, la grande prostituta (capitolo 17 ).

Distruzione di Babilonia ( cap. 18 ).

Intervento di Cristo ( 19, 1-8 ), che sconfigge definitivamente le forze ostili: i re delle terra, i due

mostri, il drago ( 19, 11 - 20, 15 ).

Potenziamento del bene, rinnovamento radicale, cieli nuovi e terra nuova ( 20, 16 - 21, 8 ).

Trionfo della Sposa e Gerusalemme celeste ( 21, 9 - 22, 5 ).

La prostituta famosa La presentazione e la caduta di Babilonia è suddivisa in sette visioni:

1. La prostituta Babilonia 17, 1-18

2. Annunzio del giudizio su Babilonia 18, 1-3

3. Esortazione alla fuga 18, 4-8

4. Triplice lamentazione 18, 9-19

5. Esultanza in cielo 18, 20

6. Giudizio e sentenza di condanna 18, 21-24

7. Coro di giubilo celeste 19, 1-5

La caduta di Babilonia era stata già accennata in 16, 18. Ora è trattata con ampiezza, perché

s’intende parlare del potere statale, che sembra invincibile, ma di fatto è potenza vuota e destinata al

crollo.

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Questo potere concretamente, alla fine del primo secolo, era l’Impero Romano. Roma è chiamata

Babilonia, secondo lo stile apocalittico, che per esempio, in Daniele chiama il persecutore Antioco Epifane,

Nabucodonosor.

CONDANNA... GRANDE PROSTITUTA (1) E’ promessa la caduta della “grande prostituta”. I termini “prostituta”, “ prostituzione”

“abominazione”, “immondezze” nella Bibbia sono usati quasi sempre per indicare l’idolatria e ogni genere di vizi. Col titolo “prostituta” i profeti designavano le grandi e potenti città ( Tiro, Ninive, Babilonia ) che

con la loro potenza e i loro culti idolatrici si ergevano contro Dio.

CHE SIEDE PRESSO LE GRANDI ACQUE (1) Le” grandi acque” sono in riferimento al fiume Eufrate presso il quale era edificata Babilonia ( Ger

51, 13 ). Babilonia è il simbolo ma s’intende parlare di Roma e delle potenze ostili al cristianesimo.(“ i re

della terra”).

UNA DONNA SEDUTA (1) La prostituta - Roma

è “nel deserto”, soggiorno di animali impuri, luogo dell’idolatria e del male.

“seduta su bestia” la descrizione corrisponde a 13, 1 e 17, 3. E’ la “bestia che sorge dal mare”.

“ammantata di porpora...oro...pietre preziose..”. Con varie metafore è descritta la torpida sazietà, la

grossolana sregolatezza, l’inquieta presunzione del potere pubblico.

“aveva scritto un nome” , come usavano le meretrici romane. In contrasto col lusso, di fatto si trova

in questa vergognosa condizione

“madre delle prostitute”. E’ peggio che una semplice prostituta. E’ la matrice ideale di tutto ciò che

è pagano.

“ebbra del sangue”. Perseguita i cristiani per sadica voluttà demoniaca.

TI SPIEGHERO’ IL MISTERO (6) La spiegazione che viene data, per noi almeno, non è poi tanto chiara.

Simbolismo della bestia e della prostituta BESTIA..ABISSO..PERDIZIONE (8) Della bestia è messa in risalto la natura demoniaca (“ dall’abisso”) e la sua inevitabile sconfitta.

( “in perdizione”). E’ l’Anticristo, che al contrario del Signore “che è, era e viene”, esiste solo per un momento e poi ha una fine . MA RIAPPARIRA’ (8) Si fa cenno ad una strana, momentanea riapparizione. C’è chi vede in questa notizia un

riferimento a Nerone, che secondo una diceria popolare, sarebbe tornato per continuare la sua opera nefasta.

Ma la cosa non è chiara.

UNA MENTE CHE ABBIA SAGGEZZA (9) La saggezza è la capacità di interpretare il valore genuino del simbolo e di applicarlo alla realtà

concreta. E’ ciò che la Chiesa dovrà fare in ogni tempo.

LE SETTE TESTE (9) Ora il riferimento a Roma è chiaro. Le sette teste sono i sette colli di Roma e i sette re, vissuti fino

alla compilazione dell’Apocalisse. Secondo una delle ipotesi proposte i re sarebbero i seguenti: “ i primi cinque” sarebbero: Augusto ( 31 a C - 14 d. C ) , Tiberio, (14-37 ) Caligola (37 - 41 ) ,

Claudio ( 41 - 54 ) e Nerone (54 - 68) Ad essi seguì un periodo di turbolenza, ( 68 - 69 ) durante il quale

regnarono in breve tempo tre imperatori, Galba, Ottone e Vitellio, qui non computati.

“uno in vita” sarebbe Vespasiano, (69 -79 ) , “l’altro non ancora venuto” sarebbe Tito ( 79 - 81 ).

“ottavo re” indicherebbe Domiziano ( 81 - 96 ), che scatenò una feroce persecuzione contro i

cristiani. Da questa indicazione del settimo e dell’ottavo re alcuni interpreti deducano che la visione di

Giovanni e la prima stesura dell’Apocalisse sarebbe avvenuta sotto Vespasiano mentre la stesura finale sotto

Domiziano.

LE DIECI CORNA...DIECI RE (12) Si tratta di anonimi fiancheggiatori, di re vassalli che prestano i loro servizi al potere politico di

Roma e fanno causa comune con l’Impero nel perseguitare i cristiani. Essi avranno un successo effimero,

dureranno infatti solo “un’ora” . Saranno vinti dalla Agnello.

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LE ACQUE CHE HAI VISTO (15) Nel linguaggio biblico “le acque” indicano i popoli. Questi popoli e i loro re, prima vassalli di

Roma si rivolteranno contro la “grande prostituta” e l’annienteranno, divenendo strumenti inconsapevoli

dell’azione divina ( “ ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno” ). Chi prima era alleato poi si

schiera contro: i perversi non fanno che mandarsi vicendevolmente in rovina. LA CITTÀ’ GRANDE (18) Si ribadisce l’identità della donna. E’ Roma “la grande città che regna sui re della terra”.

Capitolo 17 Dopo la settima tromba entriamo nella parte finale dell’Apocalisse, che ha inizio con il giudizio sulle

forze del male, presentate come una prostituta idolatra e madre di tutto ciò che è pagano e come la grande

Babilonia, considerata nel vecchio Testamento la città che con la sua potenza e i suoi culti idolatrici si erge

contro Dio.

Con queste figure l’autore intende parlare della Roma imperiale che ai suoi tempi “sedeva” sulla

bestia che sale dal mare, esprimendone le caratteristiche negative. Essa compie la sua azione nefasta di

“bestia” in particolare con i suoi imperatori persecutori dei cristiani e con i re suoi alleati.

Tutti costoro e la grande città sono destinati a subire il giudizio definitivo.

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Capitolo 18

Caduta di Babilonia 1 Dopo ciò, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere e la terra fu

illuminata dal suo splendore. 2 Gridò a gran voce: "E` caduta, è caduta Babilonia la grande ed è diventata covo di demòni, carcere di ogni spirito immondo, carcere d`ogni uccello impuro e aborrito e carcere di ogni bestia immonda e aborrita. 3 Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato". 4 Poi udii un`altra voce dal cielo: "Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli. 5 Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità. 6 Pagatela con la sua stessa moneta, retribuitele il doppio dei suoi misfatti. Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva. 7 Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso, restituiteglielo in tanto tormento e afflizione. Poiché diceva in cuor suo: Io seggo regina, vedova non sono e lutto non vedrò; 8 per questo, in un solo giorno, verranno su di lei questi flagelli: morte, lutto e fame; sarà bruciata dal fuoco, poiché potente Signore è Dio che l`ha condannata". 9 I re della terra che si sono prostituiti e han vissuto nel fasto con essa piangeranno e si lamenteranno a causa di lei, quando vedranno il fumo del suo incendio, 10 tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti e diranno: "Guai, guai, immensa città, Babilonia, possente città; in un`ora sola è giunta la tua condanna!". 11 Anche i mercanti della terra piangono e gemono su di lei, perché nessuno compera più le loro merci: 12 carichi d`oro, d`argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d`avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo; 13 cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite umane. 14 "I frutti che ti piacevano tanto, tutto quel lusso e quello splendore sono perduti per te, mai più potranno trovarli". 15 I mercanti divenuti ricchi per essa, si terranno a distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e gemendo, diranno: 16 "Guai, guai, immensa città, tutta ammantata di bisso, di porpora e di scarlatto, adorna d`oro, di pietre preziose e di perle! 17 In un`ora sola è andata dispersa sì grande ricchezza!". Tutti i comandanti di navi e l`intera ciurma, i naviganti e quanti commerciano per mare se ne stanno a distanza, 18 e gridano guardando il fumo del suo incendio: "Quale città fu mai somigliante all`immensa città?". 19 Gettandosi sul capo la polvere gridano, piangono e gemono: "Guai, guai, immensa città, del cui lusso arricchirono quanti avevano navi sul mare! In un`ora sola fu ridotta a un deserto! 20 Esulta, o cielo, su di essa, e voi, santi, apostoli, profeti, perché condannando Babilonia Dio vi ha reso giustizia!". 21 Un angelo possente prese allora una pietra grande come una mola, e la gettò nel mare esclamando: "Con la stessa violenza sarà precipitata Babilonia, la grande città e più non riapparirà. 22 Il suono degli arpisti e dei musici, dei flautisti e dei suonatori di tromba, non si udrà più in te; ed ogni artigiano di qualsiasi mestiere non si troverà più in te; e la voce della mola non si udrà più in te; 23 e la luce della lampada non brillerà più in te; e la voce dello sposo e della sposa non si udrà più in te. Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra; perché tutte le nazioni dalle tue malìe furon sedotte. 24 In essa fu trovato il sangue dei profeti e dei santi e di tutti coloro che furono uccisi sulla terra".

__________________________

Un angelo annunzia la caduta di Babilonia

Viene descritto il crollo Babilonia. Con questo nome è designato l’Impero romano e ogni

potentato ostile a Dio, ogni complesso sociale irriducibilmente pagano. La caduta di Roma è evocata in

modo indiretto, attraverso testimonianze di spettatori della vicenda.

UNA VOCE DAL CIELO (1) Inizia una voce che scende dall’alto e si rivolge ai cristiani residenti a Roma ( vedi 1 Pietro 5, 13 ). Annunzia il giudizio sulla Città ( E’ la seconda volta, dopo in 14, 8 ! ) Il fatto viene dato per avvenuto: “è

caduta, è caduta “.

Appare subito cosa era in realtà Roma: una ben camuffata roccaforte demoniaca, che nella

caduta mostra il suo vero volto di “covo di demoni,.. di ogni spirito immondo,... di ogni uccello impuro e

aborrito,...di ogni bestia immonda e aborrita”.

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Il popolo eletto deve fuggire USCITE (4) L’invito ricorda l’uscita degli Israeliti esuli in Babilonia ( Is 48, 20 ) e riecheggia l’avvertimento di

Cristo, riferito da Matteo 24, 16-18, circa la fuga da Gerusalemme nel giorno del castigo. Gli eletti non devono mescolarsi con i disordini pagani, ma avere il coraggio dell’esodo, ( “ per non associarvi ai suoi

peccati” ).

I SUOI PECCATI (5) I peccati della Città sono tanti che fanno pensare alla Torre di Babele, la cui cima avrebbe dovuto “

toccare il cielo” ( Gn 11, 4 ).

Anche se i tempi di Dio non sono i tempi degli uomini, la giustizia divina alla fine segue il suo corso.

e il giudizio sarà rigoroso. ( “ il doppio dei suoi misfatti ), a causa della caparbietà, dell’ostinazione,

della tracotanza. la spavalderia e la superbia della città, che si crede una regina sempre in festa ( “vedova non sono”

...un’asserzione simile si trova in Is 47, 8 a proposito di Babilonia ) non la libereranno dal giudizio imminente e improvviso ( “ in un solo giorno” ) .

Dio annienterà tutte le potenze demoniache. (“ potente Signore è Dio “ ) Cristo è il più forte, che

debella satana ( Lc 11, 22 ).

Lamenti su Babilonia Tre “lamenti”, dei re della terra, dei mercanti e dei marinai, annunziano la caduta di Babilonia-

Roma.

II RE DELLA TERRA (9) I fiancheggiati spregiudicati, per i quali il potere politico era stato “dio” ( “si sono prostituiti”),

sono danneggiati dalla caduta (“piangeranno”), ma trovano la maniera per defilarsi (“ tenendosi a

distanza” ), e non riconoscono la loro colpa. I MERCANTI DELLA TERRA (11) I mercanti , aggrappati alla loro mercanzia, e i negozianti arricchiti (“mercanti divenuti ricchi” )

lanciano un lamento, che è soprattutto un’autocompassione per la recessione incombente , a causa della

rovina della Città. Anche i mercanti si defilano ( “ si terranno a distanza” ) e i negozianti piangono e

gemono per la fine dei loro affari (“gettandosi sul capo” ).

Il vastissimo assortimento di merci qui elencato, indica un ambiente di abituale agiatezza: sono

elencati infatti solo oggetti di lusso e non di necessità primaria, come

monili: oro, argento, pietre preziose, perle.

stoffe pregiate: bisso, porpora, seta, lino.

oggetti ornamentali : di legno odorifero, bronzo, ferro, marmo.

cosmetici: amomo, incenso, mirra, profumi.

leccornie vino, olio, fior di farina, granaglie.

lusso di casa: bestiame, pecore, cavalli, cocchi,

schiavi e vite umane schiavi acquistati e schiavi nati in casa.

Questo lusso sfacciato dei potenti fa a pugni con le paurose ingiustizie sociali che gridano vendetta al

cielo. Tutta questa agiatezza può deviare lo sguardo dall’imminente giudizio. Ma poi tutto va disperso in

un’”ora sola”. I COMANDANTI DI NAVI (17) I naviganti, che si sono arricchiti, commerciando con Roma, ora, colpiti nei loro guadagni,

compiono un gesto tradizionale di lamento (“gettandosi sul capo”) e si rammaricano per la caduta di una

città tanto importante ( “ quale città ). Nelle loro riflessioni sembrano più pensosi delle altre categoria, ma

nemmeno loro giungono al pentimento. ( vedere anche Ez 26, 1-14 ).

ESULTA O CIELO (18) La narrazione si interrompe con un invito all’esultanza rivolto al “cielo” e ai “santi, apostoli,

profeti” della comunità cristiana, perché la giustizia si è affermata ( “Dio vi ha reso giustizia”) e per la sconfitta delle potenze demoniache.

UN ANGELO (21) L’immagine della pietra gettata in mare ha precedenti nell’A T. In 2 Esd 9, 11: “ Hai travolto

nell’abisso, qual pietra...i loro inseguitori” e in Ger 51, 63: “ vi legherai una pietra...così affonderà

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Babilonia”. Gesù poi dirà: “Chi scandalizza...una macina girata...gettato negli abissi del mare”. E’ segno

della fine di Babilonia.

I FRUTTI (14= 21 bis ) Qui va il versetto 14, posto ora per errore dopo il 13: “i frutti che ti piacevano tanto, quel lusso e

quello splendore sono perduti per te, mai più potranno trovarli” )

IL SUONO ( 22 ) Con una serie di “ non...più” viene indicata l’indicibile desolazione della Città, un giorno tanto

sontuosa e florida e ora senza musica, senza industrie, senza luce, senza frutti (senza mercanti: una città morta: senza vita, senza gioia, senza amore. IL SANGUE (24) La città farà questa fine perché si è macchiata del sangue dei martiri cristiani e di tante vittime . Il sangue versato chiede a Dio giustizia e l’ottiene. “ La voce del sangue di tuo fratello, grida a me dal

suolo” ( Gn 4, 10 ) “Ricadrà su di voi tutto il sangue innocente versato sulla terra” (Mt 23, 35 )

Capitolo 18 Nel capitolo 18 viene presentata la condanna della “grande Babilonia”, cioè di ogni complesso

sociale irriducibilmente pagano, di cui Roma è stato un esempio..

Il tema si sviluppa in vari quadri: un angelo annunzia la caduta di Babilonia ( 1-3 ), segue

l’esortazione al popolo a separarsi da quanto è pagano (4-8), abbiamo poi i lamenti dei re della terra ( 9-10),

dei mercanti (12-17), dei naviganti ( 17-20 ).

Al termine un angelo compie l’azione simbolica di scagliare un masso nel mare per indicare la fine

definitiva di Roma e di ogni potentato che verificherà in sé la situazione morale della grande Babilonia,

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Capitolo 19

Canto di trionfo in cielo 1 Dopo ciò, udii come una voce potente di una folla immensa nel cielo che diceva:

"Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio; 2 perché veri e giusti sono i suoi giudizi, egli ha condannato la grande meretrice che corrompeva la terra con la sua prostituzione, vendicando su di lei il sangue dei suoi servi!". 3 E per la seconda volta dissero: "Alleluia! Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!". 4 Allora i ventiquattro vegliardi e i quattro esseri viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo: "Amen, alleluia". 5 Partì dal trono una voce che diceva: "Lodate il nostro Dio, voi tutti, suoi servi, voi che lo temete, piccoli e grandi!". 6 Udii poi come una voce di una immensa folla simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano: "Alleluia. Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l`Onnipotente. 7 Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché son giunte le nozze dell`Agnello; la sua sposa è pronta, 8 le hanno dato una veste di lino puro splendente". La veste di lino sono le opere giuste dei santi. 9 Allora l`angelo mi disse: "Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell`Agnello!". Poi aggiunse: "Queste sono parole veraci di Dio". 10 Allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse: "Non farlo! Io sono servo come te e i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. E` Dio che devi adorare". La testimonianza di Gesù è lo spirito di profezia.

La vittoria di Cristo

11 Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava "Fedele" e "Verace": egli giudica e combatte con giustizia. 12 I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all`infuori di lui. 13 E` avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio. 14 Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. 15 Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell`ira furiosa del Dio onnipotente. 16 Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori.

Disfatta della bestia e dei re

17 Vidi poi un angelo, ritto sul sole, che gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: 18 "Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei capitani, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi". 19 Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti radunati per muover guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. 20 Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. 21 Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.

____________________

Canti di trionfo in cielo

VOCE DI UNA FOLLA (1) In contrasto con i lamenti fatti in terra, nel cielo si celebra la caduta della città del male. Il canto

di lode a Dio è articolato sul motivo dell’Alleluia (= Lodate Javhè ), secondo il seguente ordine:

UNA FOLLA IMMENSA DI ANGELI (1) Giubilo e lode a Dio che ha reso giustizia ai martiri, ( “ vendicando ..il sangue “) e condannando la

grande meretrice, madre di ogni idolatria e oppressione (“ con la sua prostituzione”). Il fumo dell’incendio

di Roma imperiale sale dalla terra.

24 VEGLIARDI 24 ESSERI VIVENTI (4) Amen, Alleluia. E’ giusto così, sia lodato il Signore.

UNA VOCE DAL TRONO (5) Una voce celeste ( un Angelo o l’Agnello ? ) invita tutti a lodare Dio

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FOLLA IMMENSA DI ELETTI (6) Gli eletti con voce potente, che denota l’immensità della folla (“grandi acque...tuoni possenti” )

rendono lode al Signore, perché sono ormai giunte le nozze escatologiche tra l’Agnello e il Popolo di Dio

cioè è stato instaurato il regno celeste ( vedi 21, 9 ) (“ ha preso possesso del suo regno” ) e ha avuto

compimento l’alleanza tra Dio e il suo popolo redento, vestito “ di lino puro spendente” , che

rappresenta “le opere dei giusti”. MI DISSE: SCRIVI (9) I giusti sono beati, perché saranno nel Regno celeste , nella gloria di Dio ( “banchetto” “nozze

dell’Agnello” ).

MI PROSTRAI (10 Giovanni si prostra davanti all’Angelo, ma è subito ammonito. Anche gli Angeli sono creature al

servizio di Dio e dell’Agnello. Nessuno, eccetto Dio, deve essere adorato, né gli Angeli, né tanto meno gli

Imperatori o le potenze celesti, come allora alcuni facevano. (Colossesi 2, 18 )

Il primo combattimento escatologico

Dopo la caduta di Babilonia ha luogo il primo combattimento escatologico, presentato da tre visione, che iniziano con : “vidi”.

CAVALLO BIANCO (11) Nel primo quadro , domina la figura di un Cavaliere su un ”cavallo bianco”, segno della superiorità, della vittoria e del trionfo. Il Cavaliere è Cristo,

che è “fedele” nel realizzare le promesse è “verace”, al contrario di satana, padre della

menzogna, anzi Cristo è la stessa Verità, nulla gli sfugge ( “occhi...come fiamma”), ha ogni potere ( “molti diademi ), è Signore ( Dio ) (“porta un nome, che nessuno conosce”), è il rivelatore del Padre ( “ nome è Verbo di Dio”), ha al seguito l’esercito dei martiri gloriosi e vincitori (“cavalli bianchi...vestiti di lino”), reca i segni della passione, ma anche della vittoria sui nemici (“mantello intriso di sangue” ), ha l’arma della parola. Essa basta per decidere, e annientare: ““Via, lontani da me, maledetti, nel

fuoco eterno” ( Mt 25, 41 ), da compimento al giudizio, (“ pigerà nel tino del vino), infatti è il giudice : “Il Padre non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio” ( Gv 5,

22 ) ( “ governerà con scettro di ferro”), Ed è “il re dei re e il Signore dei Signori”.

VEDI UN ANGELO RITTO SUL SOLE (12) Rappresenta un alto e preciso ordine emanato da Dio. La scena, volutamente raccapricciante

s’ispira a Ez 39, 17-20 e indica la totale disfatta, nell’estrema battaglia tra bene e male, dei malvagi, di tutte le categorie sociali. VIDI ALLORA (19)

Non è descritta la battaglia, ma solo l’esito finale, che è scontato. La bestia (13, 18 ), e il suo

profeta ( 13, 11 ) sono catturati e gettati nello “stagno di fuoco”. I loro seguaci sono sconfitti (“furono

uccisi dalla spada”). Con immagini belliche si vuole celebrare la vittoria definitiva del bene sul male. Questa certezza deve reggere la Chiesa nelle prove e nelle persecuzioni.

Lo “stagno di fuoco” è il luogo della pena eterna ( 14, 10 ). E’ nominato sei volte nell’Apocalisse

ed è uno sviluppo dell’idea della Geenna o valle di Himmon, nominata nei Vangeli e che presenta una

realtà diversa dallo Sceol: è il luogo di punizione di dopo il giudizio , un posto di eterna sofferenza. Le

figure del “fuoco” e dello “zolfo” rimandano alla distruzione di Sodoma e Gomorra ( Gn 19, 24 ) e hanno

incrementato l’idea che il giudizio divino debba attuarsi in mezzo al fumo, al fuoco e allo zolfo. Invece l’

“abisso” è un luogo provvisorio in cui viene “gettato...il dragone “ ( 20., 3).

Capitolo 19 Ai canti di lamento che si levano in terra per la rovina di Babilonia si contrappongono gli inni di

gioia in cielo per il trionfo di Dio, nell’imminente celebrazione delle “nozze dell’Agnello”, di cui si parlerà

nel capitolo 21.

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Assistiamo poi alla vittoria finale di Cristo, presentato come il protagonista della vittoria su ogni

sorta di male. Non è descritta la battaglia, ma l’esisto finale. La bestia che sale dal male ( 13, 1 ) e il suo

profeta ( 13, 11 ) sono catturati e gettati nello “stagno di fuoco”, i loro seguaci sono sconfitti. Con immagini

belliche viene celebrata la vittoria definitiva del bene sul male. Questa certezza deve reggere la Chiesa nelle

prove e nelle persecuzioni.

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Capitolo 20

Il regno di mille anni 1 Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell`Abisso e una gran catena

in mano. 2 Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana - e lo incatenò per mille anni; 3 lo gettò nell`Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un pò di tempo. 4 Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonanza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; 5 gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. 6 Beati e santi coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni.

Disfatta definitiva

7 Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere 8 e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra, Gog e Magog, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la sabbia del mare. 9 Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero d`assedio l`accampamento dei santi e la città diletta. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. 10 E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.

L` ultimo giudizio

11 Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé. 12 Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri e fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. 13 Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. 14 Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. 15 E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.

_____________________ VIDI POI UN ANGELO (1) Dopo la fine della bestia e del falso profeta, resta in campo il dragone, “il serpente antico, cioè il

diavolo, satana”. Il castigo di satana avviene in due fasi prima satana è gettato “nell’Abisso” per “mille anni”. L’ ”abisso” (20, 3 ) è una situazione

provvisoria di condanna. Satana è legato e il suo raggio di azione non dipende dalla sua volontà, ma da ciò

che permette Dio per un maggior bene ( “lo incatenò ). Cristo ha potere sull’ ”abisso” ( “Io ho le chiavi

della morte e degli inferi” Ap 1, 18 ) e lui solo può disporre del luogo di castigo, che è l’Abisso, aprendolo o

chiudendolo.

poi ci sarà un’ultima rivolta di satana con i suoi seguaci e infine la sua definitiva scomparsa

nello “stagno di fuoco e zolfo” (20, 10).

MILLE ANNI (3) Veniamo a trovarci davanti alla presentazione di un regno di mille anni. Prima di tutto bisogna

notare che il numero “ 1000” è simbolico e indica un lungo periodo. In questo caso i “mille anni” sono in

riferimento ad una concezione ebraica, che vedeva la storia del mondo ricalcata sui sei giorni della

creazione, comprendente quindi una settimana, ma di mille anni ogni giorno, perché davanti a Dio “mille

anni sono come un solo giorno “(Sl 90 ). L’ultimo periodo sarebbe stato un periodo messianico di riposo,

come l’ultimo giorno della creazione.

Le interpretazioni su questo millennio sono state molte.

“I millenaristi” o “chiliasti “ ( dal greco “chilioi = mille ) hanno pensato ad una fase gloriosa, ad un regno pacifico di Gesù prima della fine del mondo. Un tale regno è sognato dalla letteratura apocrifa (

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Enoch, Salmi di Salomone, Oracoli sibillini ) e accettato da alcune sette, come per qualche verso anche dai

Testimoni di Geova. Ma la Chiesa ha sempre rifiutato questa interpretazione.

Altri pensano che il “regno di mille anni” sia la fase terrena del Regno di Dio dalla caduta dell’impero romano (caduta di Babilonia-Roma del capitolo 18 ) alla venuta di Cristo (20, 11 ).

Altri ancora pensano che si faccia cenno agli “ultimi tempi”, che è poi tutto il periodo che va

dalla morte-risurrezione di Cristo al giudizio finale, ma in riferimento alla gloria goduta dai beati fin

d’ora e subito dopo la loro morte.

In questa interpretazione “le anima dei decapitati.” che “ripresero vita” non indicano la

risurrezione finale, ma lo stato di beatitudine già da ora goduto dai morti in Cristo (20, 4 ). Su di loro

satana non ha davvero nessun potere (“ lo racchiuse e ne sigillò la porta” ) e la “seconda morte”, la

morte eterna non li tocca. E già da ora (dai mille anni, dagli “ultimi tempi” ) partecipano al regale sacerdozio di Cristo, a cui erano stati chiamati nel Battesimo. Diversa è la sorte di chi ha rifiutato Cristo:

vivono già nella morte eterna, nell’eterna dannazione ( “gli altri non torneranno in vita” ).

SATANA LIBERATO (7) Prima della fine del mondo il Signore permetterà un ultimo, estremo sussulto di satana. (“verrà

liberato”) .

SEDURRE LE NAZIONI (7) Nel breve tempo che gli resta satana riuscirà a sedurre molti ( “ai quattro punti della terra” ).

Le nazioni pagane ( “Gog e Mogog” ) si coalizzeranno contro la Chiesa della fine dei tempi. Il

binomio Gog e Mogog era noto nel tardo giudaismo. Di Gog re di Mogog parla già Ezechiele (38, 1- 39,

29).

Gog e Mogog, nomi di ignoti ma temuti popoli anticristiani, sferreranno l’estremo assalto contro la comunità dei “santi” e contro Gerusalemme, intesa come capitale del Regno messianico e

immaginata al centro del mondo ( 20, 9 ) (“accampamento dei santi e la città diletta” ).

FUOCO SCESE (9) Dio interviene per salvare i suoi

IL DIAVOLO ...FU GETTATO (10) E’ la fine anche del dragone e di ogni possibile influenza diabolica. La “stagno di fuoco” racchiuderà per sempre satana e ogni possibilità di male.

TRONO E COLUI (12) Appare un trono bianco, dove è seduto il giudice. Non è specificato se sia il Padre o Cristo. LA TERRA E IL CIELO (12) Il vecchio mondo, con tutta la sua realtà di male, è finito e “senza lasciar traccia” .

POI VIDI (12) Siamo al giudizio finale.

E’ un giudizio che riguarda tutti: “ piccoli e grandi “.

La morte e l’Ade restituiscono i morti ( “vidi i morti... Inferi resero i morti” ) . E’ la risurrezione finale

promessa da Gesù.

Vengono aperti i libri. Era credenza giudaica che le azioni degli uomini, buone o cattive, fossero

scritte in libri celesti, in vista della risurrezione finale. Tutti vengono giudicati, “ciascuno secondo le sue opere”.

Viene aperto il libro della vita, che richiama alla memoria “l’albero della vita” di Gn 3, 22 e

“l’acqua della vita “ di Ap 22,17 ). I giusti sono nella gloria definitiva E’ la glorificazione del bene

La morte, ultimo nemico, scomparirà per sempre ( “ morte e inferi” ). Per i malvagi, non scritti “nel libro della vita” il destino eterno è “lo stagno di fuoco” , la “seconda

morte”, che non è l’annientamento, ma una vita lontana da Dio e dalla sua felicità .

Capitolo 20 Le due bestie sono debellate. Ma resta sempre il drago ( satana). Ha ancora possibilità di

movimento, ma non può fare il male che vorrebbe, perché è incatenato per “mille anni”.

I martiri e tutti coloro che nelle difficoltà sono stati fedeli hanno subito, già prima della risurrezione

finale, una gioia da “resuscitati”.Per i ribelli invece ci sarà solo alla fine una risurrezione, ma di condanna.

Si insiste qui su un periodo di “mille anni”. Forse l’autore l’ha preso dalla concezione del tempo,

che vedeva la storia umana divisa in 7000 anni. Abbiamo testimonianza di questa convinzione nei libri

apocalittici, ma qui l’espressione non ha lo stesso valore che ha in quei libri.

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Non si è ancora compreso esattamente che cosa l’autore intendesse per “mille anni”. Per alcuni è

tutto il periodo di tempo dalla morte di Gesù alla fine del mondo, per altri quello dalla caduta dell’impero

romano al giudizio universale, altri pensano che l’autore intende dire che il tempo delle persecuzioni sarà

breve, (di tre anni e mezzo : es. 2. 12: 12, 6; 13, 5 ) mentre il periodo di tranquillità sarà lunghissimo (

mille anni). Un’interpretazione non accettabile, che non ha alcun riscontro nella Rivelazione è quella di

alcune sette che parlano di un periodo di pace assoluta prima della fine del mondo.

Al termine dei “mille anni”, negli ultimi tempi, satana avrà un periodo di maggiore libertà e

organizzerà le sue forze per l’ultimo assalto al Regno di Dio. Egli convocherà tutti le genti idolatriche (Gog e

Magog) e ingaggerà l’ultima battaglia, da cui le forze sataniche usciranno definitivamente sconfitte. Per

satana e per ogni realtà di male sarà la fine assoluta ( stagno di fuoco) .

Seguirà la risurrezione dei morti e il giudizio universale. Per i buoni sarà la felicità eterna. Per i

malvagi sarà lo “stagno del fuoco”, dove verrà sepolta per sempre anche la morte.

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Capitolo 21

La Gerusalemme celeste 1 Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano

scomparsi e il mare non c`era più. 2 Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii allora una voce potente che usciva dal trono: "Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro". 4 E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate". 5 E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose"; e soggiunse: "Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. 6 Ecco sono compiute! Io sono l`Alfa e l`Omega, il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. 7 Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio. 8 Ma per i vili e gl`increduli, gli abietti e gli omicidi, gl`immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. E` questa la seconda morte".

Magnificenza della Gerusalemme celeste 9 Poi venne uno dei sette angeli che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli

e mi parlò: "Vieni, ti mostrerò la fidanzata, la sposa dell`Agnello". 10 L`angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. 11 Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. 12 La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d`Israele. 13 A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. 14 Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell`Agnello. 15 Colui che mi parlava aveva come misura una canna d`oro, per misurare la città, le sue porte e le sue mura. 16 La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L`angelo misurò la città con la canna: misura dodici mila stadi; la lunghezza, la larghezza e l`altezza sono eguali. 17 Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall`angelo. 18 Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. 19 Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, 20 il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l`ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l`undecimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. 21 E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta è formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente. 22 Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l`Onnipotente, e l`Agnello sono il suo tempio. 23 La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l`Agnello. 24 Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza. 25 Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, poiché non vi sarà più notte. 26 E porteranno a lei la gloria e l`onore delle nazioni. 27 Non entrerà in essa nulla d`impuro, né chi commette abominio o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell`Agnello.

_________________________

La Gerusalemme celeste VIDI UN NUOVO CIELO (1) Il vecchio mondo ribelle a Dio cambia radicalmente. Il mare che, secondo le idee di allora, era

residuo del caos primitivo e soggiorno delle potenze del male, non esiste più. La creazione è rinnovata .

Paolo aveva scritto: “ La creazione ...nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della

corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Rm 8, 20 ). Ora la trasformazione è avvenuta.

Ma cosa succederà di fatto? L’Apocalisse non dice assolutamente nulla sulle modalità della

trasformazione e sui rapporti tra la “prima creazione” e la creazione trasfigurata. L’apocalittica del tardo giudaismo ha sviluppato su queste modalità due teorie:

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la prima supponeva che ci sarebbe stato un grandioso incendio che avrebbe purificato il mondo

peccatore. Da ciò che restava Dio avrebbe tratto il nuovo cielo e la nuova terra. Un’eco di questa teoria la

troviamo anche nella seconda lettera di Pietro 3, 7 ss.: “ i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si

fonderanno. E poi... aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova” . Anche Paolo ne fa un breve cenno, ma

interpretando il fuoco in modo simbolico : ““come attraverso il fuoco” (1 Cor 3, 15.

l’altra teoria parlava di una distruzione della creazione e di una creazione completamente nuova.

VIDI ....LA NUOVA GERUSALEMME (2) Eliminato definitivamente ogni male, rifulge la Gerusalemme celeste, in cui si compiono tutte le promesse fatte da Dio nell’Antico e nel Nuovo Testamento.

Il punto di partenza è la Gerusalemme terrestre, amata e idealizzata da Israele, sognata come

un’oasi, popolata di ruscelli, di palme, di frutti, ( sl 46), ricordata con nostalgia durante l’esilio, vista come

una madre. Di “Gerusalemme celeste “ già si trattava nella letteratura giudaica. Qui “Gerusalemme” è l’immagine, piena di magnificenza e di splendore celeste, del regno di Dio e dei suoi eletti.

“nuova”, perfetta, definitiva. “scende dal cielo”, perché non è realizzazione umana, ma è una comunità fondata e animata da

Dio e tutta opera sua.

“come una sposa adorna” . Alla figura di Gerusalemme, unisce la figura di una donna meravigliosa, pronta per le nozze.

“dimora di Dio con gli uomini”. L’alleanza ora trova la sua completa e definitiva realizzazione nei cieli

“Egli sarà il Dio con loro”. La presenza e l’intimità caratterizzano questa alleanza

“non ci sarà più la morte” . Morte e dolore sono finiti per sempre. Le cose passate davvero non ci

sono più.

COLUI CHE SEDEVA (5) E’ Dio che trasforma tutte le cose ( “faccio nuove” ) e ha su tutto la prima e l’ultima parola (“

principio e fine” ). Solo in Dio l’uomo colma la sua sete, dato che il cuore umano è inquieto finché non

riposa in Lui ( Agostino ) E l’acqua che riceve è lo Spirito di Dio ( Gv 4, 1 ) . Gli eletti ( “chi sarà

vittorioso”) sono adottati come figli ( “egli sarà mio figlio” ).

La Gerusalemme messianica TI MOSTRERO’ LA FIDANZATA (9) Il tema della nuova Gerusalemme, già abbozzato precedentemente, ora è sviluppato. La figura della

Città s’intreccia con la figura della sposa. E’ tutto il popolo di Dio, la comunità dei santi, adottata come

“figlio”. Per comprendere meglio la descrizione della Nuova Gerusalemme è utile vedere i capitoli 40-48 di

Ezechiele.

LA CITTÀ’ SANTA (10) “scendeva dal cielo” . Questo popolo deve tutto a Dio “splendente della gloria di Dio”, a differenza della città idolatra, nell’ostentazione dei i suoi gioielli

, segno di una gloria solo terrena. dodici porte...dodici angeli.. dodici nomi... dodici tribù...dodici basamenti...dodici Apostoli” . E’ il

popolo eletto dell’Antico e del Nuovo Testamento. Dodici è il numero dell’elezione divina, dell’importante grandezza e della consistenza del popolo di Dio.

“la città. ..a forma di quadrato” . La nuova Gerusalemme è un unico grande tempio, che ricalca la

struttura del Santo dei Santi (debir) del Tempio di Gerusalemme. La forma quadrata ( “ a forma di

quadrato”) si rifà anche alla concezione degli antichi, che vedevano nel quadrato la forma perfetta. Incarna

il numero dodici , la cifra del popolo di Dio, moltiplicato per mille, segno di immensità, di potenza e del

nuovo Israele (“ dodicimila stadi” ). La grandezza è volutamente spropositata (550 chilometri per lato e

mura alte 65 metri ) . “le mura... con diaspro...la città è di oro”. Tutto ciò che l’uomo dell’antichità poteva escogitare in

fatto di sontuosità viene qui elencato per descrivere la Nuova Gerusalemme ad indicare la solidità e lo

splendore, riflesso della gloria divina La presentazione della città messianica, ricoperta di gemme si trova

spesso nell’Antico Testamento (Is 54, 11-12 ). Le dodici pietre preziose ( 19-20 ) ricordano le dodici perle

incastonate nel pettorale del Sommo Sacerdote, che rappresentavano le dodici tribù d’Israele. NON VIDI ALCUN TEMPIO (22) Nella nuova Gerusalemme non c’è bisogno di Tempo, perché ora non è più necessaria nessuna mediazione: Dio stesso e Cristo sono il “tempio vivente”. La comunione e l’incontro con Dio sono diretti.

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NON HA BISOGNO DI LUCE (23) Non c’è più “ bisogno della luce del sole, né della luce della luna”, perché Cristo è la” luce del

mondo” ( Gv 1, 4. 9 ), irradiata senz’ombra su tutte le nazioni riunite. (“ cammineranno alla sua luce...non vi

sarà più notte “).

E PORTERANNO A LEI (26) Molti elementi con cui è descritta la Nuova Gerusalemme sono tratti dai Profeti, in particolare da

Isaia 60. Giovanni vuol così asserire che i vaticini messianici del Vecchio Testamento trovano la loro piena attuazione solo nella fase escatologica del Regno di Dio.

Capitolo 21 Dopo la sconfitta definitiva del male appare la radiosa visione della vittoria assoluta del bene, con

“cieli nuovi e terra nuova” e una “nuova creazione”.

Nella presentazione della realtà futura il punto di partenza è la Gerusalemme terrestre, amata e

idealizzata da Israele, sognata come un oasi, popolata di ruscelli, di palme di frutti e i molti vaticini

escatologici, che alla fine trovano realizzazione piena.

Viene presentato ciò che noi chiamiamo “cielo” o “paradiso” , la comunità dei santi, visti come una

“sposa”. Le figure che tratteggiamo la Gerusalemme celeste sono tratte dall’Antico Testamento e sono

grandiose, ma non possono descrivere ciò che è umanamente indescrivibile.

Nella nuova Gerusalemme non serve il tempio né la luce creata, perché l’incontro dei salvati

avviene direttamente con Dio e Cristo è luce più splendente di ogni splendore.

Anche l’intera creazione sarà radicalmente trasformata.

Riflessioni Per una miglior comprensione anche di questi ultimi capitoli è necessario ricordare che essi hanno

una dipendenza letteraria marcata dagli schemi dell’apocalittica tardo giudaica. Per cogliere il messaggio

cristiano bisogna quindi togliere tutto l’involucro mitico e arrivare a quanto l’autore voleva comunicare, altrimenti si fa confusione tra l’impostazione letteraria e il messaggio. Ecco alcune riflessioni, oltre quelle già proposte:

Nell’estrema battaglia persa dalle forze del male e nella scomparsa delle bestie e del drago nello

stagno di fuoco abbiamo un chiaro messaggio che il bene trionferà e il male sarà definitivamente debellato e che gli eletti, spesso perseguitati o emarginati, saranno salvati per l’intervento divino.

La “stagno di fuoco” è figura dell’eterna dannazione. E’ il destino eterno di chi non accetta Dio e

vuol vivere senza di Lui. La sua scelta sarà rispettata, ma in questo sta il dramma dell’inferno. La nuova Gerusalemme vuole indicare ciò che noi chiamiamo “cielo” o “paradiso”. Sono

immagini. Nella Sacra Scrittura ne troviamo anche altre (es. banchetto ). L’autore dell’Apocalisse tenta di

descrivere la Nuova Gerusalemme, ma ciò che sarà la felicità eterna non si può esprimere con parole umane.

Si fa cenno a “ un nuovo cielo e a una nuova terra”, ( 21, 1 ) è detto “Ecco io faccio nuove tutte le

cose” (21, 5 ). Anche la creazione sarà trasformata, ma non sappiamo come. Possiamo però aver già ora la certezza che “ i germi di primavera del mondo nuovo si trovano in tutto il bene che esiste e che è meno

vistoso del male. Siamo invitati a guardarci attorno per scoprire gli inizi di quel bene e di quel nuovo che

Dio sta già attuando, sulla linea del rinnovamento futuro e radicale: c’è nascosta nella Chiesa e nell’umanità

una riserva di infinito, di generosità, di amore “.

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Capitolo 22

Felicità dei beati 1 Mi mostrò poi un fiume d`acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di

Dio e dell`Agnello. 2 In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall`altra del fiume si trova un albero di vita che dá dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell`albero servono a guarire le nazioni. 3 E non vi sarà più maledizione. Il trono di Dio e dell`Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; 4 vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte. 5 Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.

Conferma di quanto è scritto nel libro 6 Poi mi disse: "Queste parole sono certe e veraci. Il Signore, il Dio che ispira i profeti,

ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve. 7 Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro". 8 Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. Udite e vedute che le ebbi, mi prostrai in adorazione ai piedi dell`angelo che me le aveva mostrate. 9 Ma egli mi disse: "Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. E` Dio che devi adorare".

Guerra verrà presto

10 Poi aggiunse: "Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. 11 Il perverso continui pure a essere perverso, l`impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. 12 Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. 13 Io sono l`Alfa e l`Omega, il Primo e l`Ultimo, il principio e la fine. 14 Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all`albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. 15 Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!

Conclusione 16 Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle

Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino". 17 Lo Spirito e la sposa dicono: "Vieni!". E chi ascolta ripeta: "Vieni!". Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l`acqua della vita. 18 Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; 19 e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell`albero della vita e della città santa, descritti in questo libro.

Preghiera e benedizione

20 Colui che attesta queste cose dice: "Sì, verrò presto!". Amen. Vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen!

___________________

Felicità dei beati

Il brano 1- 5 chiude la sezione profetica dell’Apocalisse. Lo sguardo si volge al trono di Dio e dell’Agnello, da cui promana la vita nuova, la vita eterna.

FIUME DI ACQUA VIVA (1) Troviamo un fiume in Gn 2; è diviso in quattro fiumi che, partendo dall’Eden, irrigano il mondo

e sono simbolo di Dio, che rende tutto fecondo e fertile. In Ezechiele 47 viene descritta una sorgente di

acqua che scaturisce dalla soglia del Tempio e diventa un fiume maestoso e dove scorre fa crescere alberi

sempreverdi, carichi di frutta , con foglie dalle virtù curative. Di acqua viva parla anche Gesù alla

Samaritana: “Chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà più sete” ( Gv 4, 14) . L’acqua simboleggia

l’azione vivificatrice dello Spirito Santo, che procede dal Padre e dal Figlio. A questo fiume si abbeverano tutti gli eletti.

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UN ALBERO DELLA VITA (2) In Genesi 2 l’albero della vita si trova al centro dell’Eden; la via ad esso, dopo il peccato, resta

sbarrata all’uomo (Gn 3, 24). Ora la Nuova Gerusalemme realizza di fatto lo stato ideale indicato come

paradiso terrestre. In essa è possibile accedere all’albero della vita. La vita divina, senza più interruzioni ( “ dodici raccolti” ) viene ora assicurata. L’albero allude forse anche alla croce. E’ per essa che abbiamo

la certezza della pienezza di vita e dei frutti completi dell’opera redentiva.

IL TRONO DI DIO (3) Gli uomini, sono in Dio

non vi sarà più maledizione . Sono salvati definitivamente porteranno il suo nome sulla fronte . Appartengono irreversibilmente a Dio

Vedranno la sua faccia. Sono in comunione con Lui. Il Signore Dio li illuminerà . Partecipano alla sua luce. E regneranno nei secoli dei secoli . Senza più limite di tempo, nella pienezza del suo regno .

Epilogo Il brano che chiude l’Apocalisse ( 22, 6-21 ) si presenta quasi come un dialogo a più voci. Contiene

ammonizioni varie, che riprendono i temi del messaggio, un attestato di autenticità, minacce a eventuali

manipolatori e infine un saluto pastorale. Sembra quasi anche un testo da assemblea liturgica

Angelo della rivelazione Attesta che quanto dice l’Apocalisse è verace (“parole certe e veraci ) ed ha provenienza divina (

“ha mandato il suo Angelo” ) ( 6 )

Gesù : ( o l’Angelo stesso che parla con l’autorità di Dio ) Assicura alla cristianità della fine del primo

secolo, non più tanto fiduciosa nella seconda venuta di Gesù, che Egli tornerà con certezza. Viene

dichiarato “beato chi custodisce le parole profetiche” dell’Apocalisse ( 7 )

Giovanni Si presenta come autore dell’Apocalisse e rassicura sulla veridicità della rivelazione contenuta nel

Libro (“ Sono io Giovanni “ ). Ricorda le modalità della rivelazione ( 8- 9 ), che non deve esser tenuta nascosta ( “non metter sotto sigillo” ) e che si avverà, qualunque sia la condotta degli uomini ( “il

perverso continui”) ( 10-11 )

Gesù Nuova dichiarazione di Gesù che il suo ritorno è sicuro e imminente (“ Io verrò presto ) e

autopresentazione come “ il Primo e l’Ultimo” ( 13) Assicurazione che chi “lava le vesti” avrà accesso “all’albero della vita”, mentre resteranno fuori i peccatori impenitenti, di cui si citano cinque specie; ( per

“cani” s’intendono gli infedeli ) ( 14-15 ) Altra autopresentazione, di Gesù come Messia (“ radice della

stirpe di David “ ) ( 16 ).

Lo Spirito presente nella Chiesa e l’Assemblea E’ invocata la venuta dello Sposo ( “Vieni “) ( 17 )

Autore del libro Invito a non manipolare la parola. Essa è rivolta da Dio all’uomo ed è impegnativa ( 18- 19 ).

Gesù Conferma la venuta . E’ una cosa certissima. ( “Verrò presto”. Amen) ( 20 ).

Assemblea Vieni, Signore Gesù. Maranà tha. con questa invocazione si chiude l’Apocalisse. E

un’invocazione perché Gesù venga , ma anche un incoraggiamento a saperlo attendere con la certezza

che verrà, qualunque sia il momento della sua venuta, come dice la stessa parola se è scomposta nel modo

seguente: Maran Atha= il nostro Signore viene ( 20 )

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Autore del libro Chiusura finale col tradizionale augurio benedicente, come era in uso nelle epistole del Nuovo

Testamento. L’ultima parola è : “Amen” = è veramente così.

Capitolo 22 Nei primi cinque versetti del capitolo 22 si conclude la visione profetica dell’Apocalisse con

l’accenno al fiume di acqua viva e dell’albero della vita, che la Genesi già presentava nel paradiso terrestre.

Il fiume di acqua viva è l’azione vivificatrice dello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio a

cui si abbeverano gli eletti. L’albero della vita con dodici raccolti indica la vita divina assicurata per sempre

e senza interruzioni.

I salvati appartengono irreversibilmente a Dio, sono in comunione con Lui, partecipano della sua

luce, godono senza limiti di tempo della pienezza conclusiva del suo Regno.

Il libro dell’Apocalisse si conclude con un epilogo ( 22, 6-21) che attesta la veracità e la provenienza

divina di questa rivelazione e porta la firma dell’autore, Giovanni.

Percorre questi ultimi versetti la richiesta e la promessa della seconda venuta di Gesù nella Parusia e

con l’invocazione di questa venuta si conclude il libro: Maranatha, vieni, Signore.

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APOCALISSE

sintesi

Capitolo 1

La Chiesa, verso la fine del primo secolo, vive in un clima di persecuzione e fa esperienza di

alcune difficoltà interne. L’autore rende nota ad essa, perché sia letta e meditata ( 1, 3 ) la

rivelazione che ha ricevuto da Dio attraverso Gesù Cristo (1,1) in un giorno festivo (1,9).

Il racconto dell’esperienza mistica ( 1, 10 ), ha inizio con la presentazione di Gesù in tutta

la sua realtà e la sua gloria ( uomo, Dio, sacerdote, re, morto e risorto, inizio e fine di ogni cosa,

ecc.) che invita Giovanni ad inviare un messaggio di valore universale a sette chiese. Il

messaggio, in cui Cristo giudica e purifica la Chiesa con la parola, è riportato nei capitoli 2 e 3

Capitolo 2 Alla chiesa di Efeso è rivolta una lode per la costanza, la rettitudine dottrinale, l’assenza di

compromessi. Viene però rimproverato il fatto che la comunità è venuta meno a quel livello di

amore verso Dio, che aveva prima.

Alla Chiesa di Smirne, che vive un periodo di persecuzione, è assicurata l’assistenza divina,

la fine delle tribolazioni e il premio a chi resterà fedele.

La Chiesa di Pergamo, che vive in un mondo particolarmente pagano, ( dove satana ha il

suo trono ) è lodata per la sua resistenza, ma è anche invitata alla conversione.

La chiesa di Tiatira, cittadina tutta dedita al commercio, pagana e corrotta, è messa in guardia dalle

insidie di un paganesimo materialista e fonte di teorie strane. E’ richiamata alla fedeltà. A chi

resterà saldo è assicurata la partecipazione alla vita di Cristo

Capitolo 3 La chiesa di Sardi viene messa in guardia dall’illusione che la vitalità esterna possa essere

sufficiente per essere cristiani. Essa invece camuffa di fatto una morte spirituale interiore ( 3, 1 ).

Viene invitata a scuotersi con energia e a confrontarsi con la Parola ascoltata al momento della

conversione.

La chiesa di Filadelfia, che si è mantenuta pienamente fedele anche in momenti di

sofferenza e di persecuzione, ma ora si avvicina al limite delle sue forze, è confortata e

tranquillizzata e ha l’assicurazione di nuove conversioni.

Alla chiesa di Laodicea è rivolto un amorevole ma severo monito. La città è piena di

banche, ma i cittadini sono “poveri” di virtù, vi sono tante industrie tessili, ma la gente è “nuda”, si

producono rinomati colliri, ma la popolazione è “cieca”. Gli uomini si credono autosufficienti, ma

vivono in una terribile mediocrità spirituale. L’ammonizione è chiara: stanno rischiando il rigetto.

Capitoli 4-5 Dopo l’ordine di inviare il messaggio alle sette chiese, Gesù , morto e risorto, invita (4, 1 )

Giovanni a salire in cielo e a valutare la storia dal punto di vista del Signore.

Vede Dio al centro di ogni realtà, ( 4 vegliardi e 24 seniori ), in contatto attivo di amore e di

vita con la creazione ( “ seduto sul trono”, (4, 2 ) ) fonte e origine di gioia e di pace (“simile a

diaspro e cornalina”), amico e alleato dell’umanità. (”arcobaleno” ).

La creazione e il popolo eletto (4 esseri viventi e 24 seniori ) sono in una perenne e felice

liturgia di lode e di adorazione ( 4, 8; 5, 11 ) attorno a Lui ( 4, 3 ).

Gesù è al centro di tutto ( 5, 1), è il Messia promesso e vittorioso, è l’Agnello che muore,

risorge e ci salva ( 5, 5 ss ).

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Solo in Cristo trova un senso la vicenda dell’uomo. Solo Gesù porta a compimento la storia

e ne svela i misteri ( degno di aprire i sigilli 4, 9 ).

Capitolo 6 Il peccato ha introdotto un elemento di rottura nel progetto di Dio sull’uomo e ha

disseminato la storia umana di molte sciagure. Ma il Signore è sempre vicino all’uomo e lo salva.

I 4 cavalieri dell’Apocalisse ( guerre esterne e interne, carestia, peste: primi 4 sigilli )

continuano a cavalcare per tutto l’arco della storia.

Molti subiscono il martirio per la loro fedeltà a Cristo e, dopo la morte, approdano alla

gloria. ( quinto sigillo ) e chiedono a Dio giustizia.

Dio non lascia l’uomo in balia del male, ma interviene sempre nella storia e nella

creazione, facendola evolvere verso il bene ( 6, 12), anche se noi non sempre riusciamo a capire

immediatamente il suo intervento.

Capitolo 7 Il male e la morte hanno uno spazio limitato ( un quarto) e alla fine, nel “giorno del

Signore” , non avranno più nessuna influenza sull’umanità redenta. Ma anche prima per coloro che

sono stati segnati dal Battesimo e sono restati fedeli a Cristo c’è un’anticipata felicità. E il

numero dei salvati è sterminato ( 144.000, moltitudine ) .

Capitoli 8 e 9 All’apertura del settimo sigillo ( 8, 1 ) si fa in cielo un grande silenzio, che annunzia

l’intervento di Dio nella storia, sollecitato anche dalle preghiere dei santi ( 6, 4 ). L’intervento è

presentato progressivamente dalle trombe.

Tutto è in mano a Dio, che guida con amore la storia dell’uomo. Il suo giudizio è costante

sul male che si annida in essa ed interviene con castighi progressivi, per la salvezza dell’uomo.

A servizio della giustizia divina stanno anche le forze demoniache, che non hanno

un’autonomia propria, ma ne ricevono una forma limitata in vista di un bene maggiore. ( 9, 1 :

“astro caduto”, “chiavi dell’abisso” ).

Tutto avviene in situazioni concrete, simbolicamente raffigurate nell’Apocalisse, che

richiedono uno sforzo di riflessione per essere identificate.

Vari flagelli si abbattono sulla terra, sul mare, sui fiumi e le sorgenti, sugli astri , cioè sulle

varie parti della creazione, sottoposta alla caducità a causa del peccato dell’uomo ( prime 4

trombe). I disastri che colpiscono il cosmo non sono per l’annientamento. Alla vista di quanto

avviene, gli uomini devono rientrare in se stessi e tornare a Dio.

Un particolare tipo di sofferenza, tormenta interiormente (scorpioni : 9, 3 ) i peccatori , per

tutto il periodo in cui vivono nel peccato (cinque mesi ). Non ne sono colpiti i battezzati fedeli a

Dio.

Talora le forze demoniache mostrano una particolare mostruosità e travolgono una parte

dell’umanità in forma terribile ( 9, 13 ss) . Ma per quanto grandi siano questi flagelli non sono per

la distruzione dell’uomo. Essi dovrebbero portare alla conversione. Chi però manca di buona

volontà resta sordo a tutto e persevera nell’errore.

Come già ai tempi dei flagelli dell’Esodo, cui i flagelli dell’Apocalisse in parte

assomigliano, Dio interviene in favore del suo popolo, tendendo a distruggere il male e a salvare

l’uomo

Capitolo 10 Giovanni è invitato ad annunziare la buona notizia del trionfo finale del Regno, nonostante

l’apparente vittoria del male ( piccolo libro-mistero di Dio). E’ un messaggio “dolce” da ascoltare,

ma “amaro”, difficile da comunicare.

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Ci sono infatti momenti in cui il male appare vittorioso, tanto da invadere persino “l’atrio”

del Tempio. Ma un “resto” è sempre fedele e la vittoria del male è di breve durata ( 42 mesi ).

Capitolo 11 Forze potenti si accaniscono contro la comunità dei credenti ( due testimoni ). L’annunzio

coraggioso del Vangelo provoca persecuzioni. La Chiesa passa attraverso la croce, come il suo

fondatore, ma segue Cristo anche nella gloria della risurrezione. Il male che i persecutori fanno alla

Chiesa si riversa su di loro (terremoto ).

La sezione di Apocalisse 4-10 si chiude con la visione della meta finale, che presuppone il

giudizio già avvenuto e la storia umana giunta alla meta.

Capitolo 12 C’è scontro continuo tra il bene e il male, tra il popolo di Dio, raffigurato come una donna (

12, 1 ) e le forze demoniache, simboleggiate da un enorme drago ( 12, 3 ).

Satana, scacciato dal cielo e precipitato sulla terra per la sua ribellione (12, 7, 12 ), insidia

l’umanità. Dopo aver avversato il Figlio della Donna, Gesù Cristo, che muore, risorge e sale in cielo

( 12, 5 ), perseguita la Chiesa ( 12, 6 ) e i suoi figli ( 12, 17 ). E’ un nemico potente ( “12, 4:

“trascinava un terzo delle stelle”) , superbo (“sette teste”), ostile e sanguinario ( “ rosso” )..

Il popolo eletto subisce la persecuzione, ma per un periodo limitato ( 12, 6 : 1260 giorni ) e

ha dalla sua Dio stesso che lo protegge (12, 14 : “alle della grande aquila”, 12, 16 :”grande

voragine”).

Capitolo 13 Le forze diaboliche hanno sulla terra dei validi rappresentanti, che sono come il loro potere

esecutivo.

Rappresentante ufficiale è la bestia che sale dal mare, ritenuto luogo di ogni male ( 13, 1 ).

E’ lo stato che si autodivinizza, riceve da satana un potere terribile ( 13, 3 ) , anche se limitato ( 13,

5 : 42 mesi ) ed ha uno stuolo di ciechi adoratori ( 13, 8 ).

Una seconda bestia, chiamata in seguito “falso profeta” ( 16, 13 ), collabora attivamente con

la prima bestia. Si tratta di coloro che appoggiano il potere con tutte le forme possibili di

propaganda. Con grandi mezzi a disposizione la bestia che sale dalla terra ( 13, 11 ) incanta e

convince molti e fa apparire come valore ciò che non è valore o è delitto. Così avvenne all’inizio

della Chiesa quando una nullità di uomo (666 ) come Nerone fu presentato come un Dio.

Molti diventeranno schiavi dalle forze del male ( 13, 15 ).

Capitolo 14 Molti altri invece resteranno fedeli al Signore (14, 1 ), vivranno rettamente, non si

lasceranno coinvolgere nell’idolatria ( 14, 4 ) e morranno in pace con Cristo ( 14, 13 ). Essi

entreranno subito nella gloria di Dio, e lo loderanno ( 14, 3 ) Saranno una consistente primizia (

14, 1. 4 ) di tutti coloro che giungeranno alla salvezza.

Mentre i giusti avranno un giudizio di salvezza, i malvagi ne avranno uno di condanna,

particolarmente severo ( 14, 20 ) e tanto certo e incombente da esser presentato come già avvenuto (

14, 8 ).

Capitolo 15 Salvezza e castigo sono rappresentati con le categorie dell’Esodo d’Israele.

I salvati dominano il “mare di cristallo”, come i Giudei il Mar Rosso, cioè sono vittoriosi su

ogni forma di male. Cantano come gli Israeliti ( Esodo 15 ) un canto di liberazione ( 15, 3-4 ) e

vivono in intimità con Dio ( 15, 8 ) come Mosè che incontrava Dio nella Tenda del deserto.

Agli adoratori della bestia invece sono riservati flagelli simili a quelli che si abbatterono sul

Faraone ribelle. (15, 7 ).

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Capitolo 16 Come già era stato detto nel capitolo 8, trattando dei sette trombe, ora si asserisce che la

creazione ( terra, mare fiumi, astri : 16, 3-9 ) sarà sconvolta da flagelli simili a quelli che colpirono

l’Egitto per far desistere il Faraone dai propositi negativi verso Israele.

I flagelli delle coppe sono l’estrema possibilità offerta ai peccatori perché si convertano. Ma

per chi ha il cuore indurito nulla è sufficiente. Per due volte si asserisce che “continuarono a

bestemmiare il nome di Dio” . E Dio, che tenta tutto per salvare l’uomo, rispetta la libera decisione

dei peccatori.

Vedendo la punizione dei malvagi, coloro che avevano subito persecuzione da parte loro,

constateranno che il Dio misericordioso è anche giusto (16, 7 ).

Nel descrivere la punizione del mondo malvagio viene fatto un chiaro riferimento alla

Roma imperiale, pagana e persecutrice (16, 19) e sembra di intravedere i flagelli che di fatto

l’Impero romano ha subito fino al suo crollo: guerre continue ( 2° coppa ), rivoluzioni e lotte interne

( 3° coppa ), devastazioni ( 4° coppa ) imperante pessimismo ( 5 coppa ), calata dei Barbari (6°

coppa ).

Il triumvirato diabolico (drago, bestia e falso profeta, cioè satana, i potentati e i loro

sostenitori ) non si darà per vinto. Si riorganizzerà. (14, 13 ) e tenterà l’assalto finale contro il

Regno di Dio. Ma la battaglia decisiva ( Armaghedòn) segnerà la sconfitta definitiva.

A questo punto tutto “ è’ fatto” ( 16, 17 ) e avrà luogo il giudizio.

Capitolo 17 Dopo la settima tromba entriamo nella parte finale dell’Apocalisse, che ha inizio con il

giudizio sulle forze del male, presentate come una prostituta idolatra e madre di tutto ciò che è

pagano e come la grande Babilonia, considerata nel vecchio Testamento la città che con la sua

potenza e i suoi culti idolatrici si erge contro Dio.

Con queste figure l’autore intende parlare della Roma imperiale che ai suoi tempi “sedeva”

sulla bestia che sale dal mare, esprimendone le caratteristiche negative. Essa compie la sua azione

nefasta di “bestia” in particolare con i suoi imperatori persecutori dei cristiani e con i re suoi alleati.

Tutti costoro e la grande città sono destinati a subire il giudizio definitivo.

Capitolo 18 Nel capitolo 18 viene presentata la condanna della “grande Babilonia”, cioè di ogni

complesso sociale irriducibilmente pagano, di cui Roma è stato un esempio..

Il tema si sviluppa in vari quadri: un angelo annunzia la caduta di Babilonia ( 1-3 ), segue

l’esortazione al popolo a separarsi da quanto è pagano (4-8), abbiamo poi i lamenti dei re della

terra ( 9-10), dei mercanti (12-17), dei naviganti ( 17-20 ).

Al termine un angelo compie l’azione simbolica di scagliare un masso nel mare per indicare

la fine definitiva di Roma e di ogni potentato che verificherà in sé la situazione morale della

grande Babilonia,

Capitolo 19 Ai canti di lamento che si levano in terra per la rovina di Babilonia si contrappongono gli

inni di gioia in cielo per il trionfo di Dio, nell’imminente celebrazione delle “nozze dell’Agnello”,

di cui si parlerà nel capitolo 21.

Assistiamo poi alla vittoria finale di Cristo, presentato come il protagonista della vittoria su

ogni sorta di male. Non è descritta la battaglia, ma l’esisto finale. La bestia che sale dal male ( 13,

1) e il suo profeta ( 13, 11 ) sono catturati e gettati nello “stagno di fuoco”, i loro seguaci sono

sconfitti. Con immagini belliche viene celebrata la vittoria definitiva del bene sul male. Questa

certezza deve reggere la Chiesa nelle prove e nelle persecuzioni.

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Capitolo 20 Le due bestie sono debellate. Ma resta sempre il drago ( satana). Ha ancora possibilità di

movimento, ma non può fare il male che vorrebbe, perché è incatenato per “mille anni”.

I martiri e tutti coloro che nelle difficoltà sono stati fedeli hanno subito, già prima della

risurrezione finale, una gioia da “resuscitati”.Per i ribelli invece ci sarà solo alla fine una

risurrezione, ma di condanna.

Si insiste qui su un periodo di “mille anni”. Forse l’autore l’ha preso dalla concezione del

tempo, che vedeva la storia umana divisa in 7000 anni. Abbiamo testimonianza di questa

convinzione nei libri apocalittici, ma qui l’espressione non ha lo stesso valore che ha in quei libri.

Non si è ancora compreso esattamente che cosa l’autore intendesse per “mille anni”. Per

alcuni è tutto il periodo di tempo dalla morte di Gesù alla fine del mondo, per altri quello dalla

caduta dell’impero romano al giudizio universale, altri pensano che l’autore intende dire che il

tempo delle persecuzioni sarà breve, (di tre anni e mezzo : es. 2. 12: 12, 6; 13, 5 ) mentre il periodo

di tranquillità sarà lunghissimo ( mille anni). Un’interpretazione non accettabile, che non ha

alcun riscontro nella Rivelazione è quella di alcune sette che parlano di un periodo di pace assoluta

prima della fine del mondo.

Al termine dei “mille anni”, negli ultimi tempi, satana avrà un periodo di maggiore libertà e

organizzerà le sue forze per l’ultimo assalto al Regno di Dio. Egli convocherà tutti le genti

idolatriche ( Gog e Magog) e ingaggerà l’ultima battaglia, da cui le forze sataniche usciranno

definitivamente sconfitte. Per satana e per ogni realtà di male sarà la fine assoluta ( stagno di fuoco)

.

Seguirà la risurrezione dei morti e il giudizio universale. Per i buoni sarà la felicità eterna.

Per i malvagi sarà lo “stagno del fuoco”, dove verrà sepolta per sempre anche la morte.

Capitolo 21 Dopo la sconfitta definitiva del male appare la radiosa visione della vittoria assoluta del

bene, con “cieli nuovi e terra nuova” e una “nuova creazione”.

Nella presentazione della realtà futura il punto di partenza è la Gerusalemme terrestre, amata

e idealizzata da Israele, sognata come un oasi, popolata di ruscelli, di palme di frutti e i molti

vaticini escatologici, che alla fine trovano realizzazione piena.

Viene presentato ciò che noi chiamiamo “cielo” o “paradiso” , la comunità dei santi, visti

come una “sposa”. Le figure che tratteggiamo la Gerusalemme celeste sono tratte dall’Antico

Testamento e sono grandiose, ma non possono descrivere ciò che è umanamente indescrivibile.

Nella nuova Gerusalemme non serve il tempio né la luce creata, perché l’incontro dei

salvati avviene direttamente con Dio e Cristo è luce più splendente di ogni splendore.

Anche l’intera creazione sarà radicalmente trasformata.

Capitolo 22 Nei primi cinque versetti del capitolo 22 si conclude la visione profetica dell’Apocalisse

con l’accenno al fiume di acqua viva e dell’albero della vita, che la Genesi già presentava nel

paradiso terrestre.

Il fiume di acqua viva è l’azione vivificatrice dello Spirito Santo che procede dal Padre e dal

Figlio a cui si abbeverano gli eletti. L’albero della vita con dodici raccolti indica la vita divina

assicurata per sempre e senza interruzioni.

I salvati appartengono irreversibilmente a Dio, sono in comunione con Lui, partecipano

della sua luce, godono senza limiti di tempo della pienezza conclusiva del suo Regno.

Il libro dell’Apocalisse si conclude con un epilogo ( 22, 6-21) che attesta la veracità e la

provenienza divina di questa rivelazione e porta la firma dell’autore, Giovanni.

Percorre questi ultimi versetti la richiesta e la promessa della seconda venuta di Gesù nella

Parusia e con l’invocazione di questa venuta si conclude il libro: Maranatha, vieni, Signore.

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