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moda Autunno da indossare Shopping di stagione salute Dieta Mediterranea A ottobre il Meeting 2016 focus Fertility Day Ingerenza di Stato

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modaAutunno da

indossareShopping

di stagione

saluteDieta

MediterraneaA ottobre

il Meeting 2016

focus

Fertility Day Ingerenza di Stato

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2 settembre - duemilasedici

editoriale

di Maria Grazia Frisaldi

La democrazia del web. L’in-sensatezza del web. La crudeltàdel web. Un mostro che mastica esputa nomi e storie, a volte vite in-tere. Come quella di Tiziana Can-tone, 31enne di Casalnuovo diNapoli, che in un pomeriggio qua-lunque ha deciso di porre fine allapropria vita stringendosi un fou-lard alla gola perché vittima di unlinciaggio virtuale, causato dalladiffusione in rete alcuni suoi fil-mini a luci rosse. Prima di questogesto estremo, una lunga ‘gognamediatica’: quello che si è scate-nato dopo il primo ‘click’ in rete,dopo la diffusione e le prime con-divisioni dei filmini amatoriali, èstata una ‘macelleria mediatica’alla quale hanno contribuito anchealcuni siti d’informazione, chehanno linkato e rilanciato a lorovolta il video dello scandalo. E ge-nerato l’ennesima ridda di insulti,ingiurie e giudizi di merito. Parolescagliate come pietre da perfettisconosciuti con invadenza, ferociae violenza, tutte caratteristichesono proprie della nostra società,dentro e fuori gli schermi.

Evidentemente Tiziana non haretto a tutto ciò; eppure, è indub-bio, lei ha lottato per ‘ripulire’ lasua immagine, ricorrendo al di-ritto all’oblio, trasferendosi in To-scana per rifarsi una vita, con unaltro nome e un altro cognome.Ma ormai era impossibile fermarequella macchina trita-vite: dopo lecondivisioni del video, sono spun-tate dal nulla vignette, parodie, fo-tomontaggi, T-Shirt e gadget vari;c’è chi ha creato addirittura unahit, mixando la sua voce e le sueparole: “Stai facendo un video?Bravo”. Quando le ha pronunciate,non immaginava cosa sarebbescaturito.

Il caso di Tiziana Cantone,dunque, al di là del suo ‘peccatooriginale’, mostra da una parte ladebolezza degli strumenti a tuteladella persona (nulla può fermarela valanga delle condivisioni virali),dall’altra la disumana leggerezzacon la quale si mette in piazza lapropria vita e quella altrui. Si con-divide a prescindere, con legge-rezza e senza criterio, calpestandola vita degli altri. Incuranti di nomi,volti, persone, assecondando cu-riosità pruriginose e dando liberosfogo a frustrazioni e violenza re-pressa attraverso giudizi netti, in-vadenti, trancianti. C’è chi lachiama democrazia del web. Ma avolte è solo insensatezza e cru-deltà.

sommario

Personaggio4 La “medicina” della clown-terapia

Il ‘naso rosso’ di Jole Figurella

Speciale Dieta Mediterranea5 A ottobre il Meeting Edizione 2016

Focus6 Fertility Day, Ingerenza di Stato

Le ‘cartoline’ della discordia• L’infertilità come un lutto: aspetti emotivi

7 Un laboratorio tra scienza e sentimentoIntervista a Silvia Valletta

• Se la comunicazione fa ‘cilecca’

Polis8 Foggia Smart City

Come può cambiare la città

Al femminile12 Donne nel segno della vittoria

A Roma la Global Win Conference• Sui Monti Dauni una ‘fortezza’ per ledonne

Moda13 Autunno da indossare

Ambienti 14 Giardini, oasi verdi a tutto relax• Sguardi d’arte a Roma

Infanzia15 Foggia ‘Capitale’ dei diritti dei bambini?

“Il piccolo non è un bambolotto”, il libro

17 Rubriche

Cucina22 Settembre, nostalgia d’estate

La crostata ‘scacciapensieri’

Attualità23 Un radiotracciante “sfida” i tumori

EditorePublicentro Servizi Pubblicitaris.r.l.

Direttore ResponsabileMaria Grazia Frisaldi

Direzione commercialeAngela Dalicco

In redazioneMariangela MarianiDalila CampanileLeonarda GirardiFrancesca Di GioiaValentina Pietrocola

Rubrichedott.ssa Anna Leporedott.ssa Debora Pennadott.ssa Vittoria Salicedott.ssa Tiziana Celestedott.ssa Valentina La Ricciadott.ssa Graziana Mutidott.ssa Selenia Accettulli

avv. Valentina Dinisiarch. Simonetta Campanella

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (Vill.Artig.)Tel. 0881.72.81.15 - [email protected]@6donna.comSito internetwww.6donna.comSocialfacebook: 6Donnatwitter: @6DonnaMagazine

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

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3settembre - duemilasedici

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Cinquant’anni compiuti da poco, dicui la metà spesi in ambito sani-tario. Ogni giorno, la foggiana Jole

Figurella indossa il camice e lavora nelsettore dell’emergenza/urgenza nell’eli-soccorso e nell’endoscopia digestiva;ogni giorno, la stessa Jole Figurella‘calza’ un naso rosso e si trasforma inGloria clown-dottore, applicando i prin-cipi della clown-terapia per far fioriresorrisi lì dove c’è dolore e sofferenza.Due ambienti apparentemente diversi,eppure così simili: “Nell’emergenza bi-sogna essere rapidi: diagnosi veloci,procedure immediate. Così è anchenella clown-terapia: bisogna inquadraresubito il paziente e scegliere per lui l’ap-proccio migliore”.

Conquistata dalla terapia del sorriso(che condivide con il marito e il figlio di19 anni), Figurella è la referente re-gionale dell’associazione ‘Il Cuoreonlus’, attraverso la quale contri-buisce a formare nuovi ‘nasirossi’ in città, tra infermieri, me-dici, psicologi ed educatori.

Qual è la percezione dellaclown-terapia tra i giovani medicie volontari?

Inizialmente eravamo in dieci,

ora siamo settanta ‘clowns dottori’ nel-l’associazione ‘Il Cuore onlus’ a Foggia.Non è una moda o una tendenza, ma è ilpercepire una richiesta di aiuto; oggi la

gente ha bisogno di posi-tività, di

speranza e chi meglio di un ‘clown’ puòportare una missione di gioia? E’ natacosì l’idea del clown dottore in ospedale(e ovunque ci sia sofferenza): una figurabuffa che arriva con ilsuo camice colorato e ilsuo ‘naso rosso’, lamaschera più piccoladel mondo, che per-mette al volontario diesprimersi con libertà,mantenendo una certadistanza dal dolore chevede intorno a sé.

Cosa significa essere ‘clown dot-tore’?

Significa avere la capacità diamarsi, di amare la gente, di emo-

zionarsi per una carezza donata.Ancora, significa scoprire la cu-

riosità del bambino che è dentrodi noi, quel bambino che nongiudica, che ‘non teme di ab-bassarsi’, che oltre a far ri-dere sa anche restare in

silenzio ad ascoltare.

La vostra missione è combattere conil sorriso dolore e sofferenza. Una ‘sfida’importante è stata quella, recentissima,nei luoghi colpiti dal sisma del 24 ago-

sto...E’ molto importante

non farsi fuorviare dal-l’immagine che moltihanno del clown dottore,che non è il pagliaccio delcirco, ma una figura pro-fessionale che non devefar ridere a tutti i costi.Una figura che deve es-

serci con il cuore, con l’ascolto attivo el’energia positiva forte e comunicativaper rafforzare fiducia e speranza dopoun evento doloroso. La situazione creatadal sisma del centro Italia è stata unavera ‘sfida’: in questi contesti ci si trovaad operare al confine tra la vita e lamorte, consapevoli che c’è un tempo peril dolore, un tempo per l’elaborazione diesso (in cui non c’è niente da ridere) edun tempo per tornare alle emozioni po-sitive.

Qual è stato il vostro contributo? Appresa la notizia del sisma ci

siamo organizzati per una raccolta digiocattoli, libri di fiabe, caramelle, tuttociò che poteva distrarre i bambini in unasituazione di estremo disagio. Tutto ma-teriale consegnato, con la collabora-zione dell’associazione ‘Era’ di Foggia,alla tendopoli di Amatrice e al Palacor-doni di Rieti.

La maggiore presa di coscienza delnostro ruolo l’abbiamo testata al Policli-nico Gemelli, dove erano ricoverate duesorelline, uniche superstiti di una interafamiglia colpita dal terremoto; ogni in-tervento terapeutico di clownterapiasembrava difficile, eppure con molta di-screzione siamo riusciti a far sorriderele due piccole: un’esperienza che ci hainsegnato quanto sia necessaria , per es-sere utili in situazioni estreme, unagrande preparazione ed un saldo equi-librio personale per esporsi a contattarepersone in situazioni tragiche, in un’at-tività così complessa e apparentementecontraddittoria.

4 settembre - duemilasedici

personaggiodi Maria Grazia Frisaldi

La clown-terapia come una missione di gioia

Il ‘naso rosso’ di Jole Figurella

Clown-terapia è emozionarsi

per una carezza donata

La “medicina” del sorriso nei luoghi del sisma centro Italia

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5settembre - duemilasedici

Aottobre Foggia ospiterà il “Meeting sullaDieta Mediterranea Edizione 2016”. Lo stiledi vita riconosciuto dall’Unesco patrimonio

immateriale dell’umanità sarà al centro di unaconvention in tre giornate, dal 14 al 16 ottobre.

L’organizzazione dell’importante evento è cu-rata dall’A.M.M.I. (Associazione Mogli Medici Ita-liani) Sezione di Foggia, guidata da Maria TeresaVassalli, e dal Club per l’Unesco di Foggia, pre-sieduto da Floredana Arnò. Arriveranno in cittàla Presidente nazionale A.M.M.I. Elvira OlivieroLippi e la Presidente nazionale della FederazioneItaliana Centri e Club per l’Unesco Maria PaolaAzzario Chiesa.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite perl’educazione, la scienza e la cultura è da sempremolto sensibile al tema della sana alimenta-zione. “Il nostro Club segue da molti anni, anchenelle scuole, il progetto Madre Terra - raccontaFloredana Arnò - anche l’assemblea nazionaledi tutti i Club e Centri Unesco didue anni fa a Foggia ha dedicatoun paio di giornate proprio allanostra enogastronomia. Questomeeting più che una domanda,perdonate la presunzione, pro-pone una candidatura seria:Foggia e la Capitanata e tutta lasua gastronomia come centro dieccellenza per lo studio delladieta mediterranea. Innegabil-mente, questa terra, soddisfa irequisiti di gusto e salute. Tral’altro avremo occasione di mo-strare ai partecipanti la Sala Fe-dora con il pianoforte che ilClub, grazie a una raccolta fondidi qualche anno fa, è riuscito a restaurare, ripor-tandolo alla sua originaria bellezza, e poi visite-remo un altro prezioso scrigno della città: il

Museo con le sue nuove sale multimediali”. L’avvio dei lavori è previsto a Palazzo Dogana

e sarà seguito da un suggestivo tour nel MuseoCivico cittadino e da una particolare ‘apericena’.

“Abbiamo scelto location che consideriamoesclusive per mostrare agli ospiti che arrive-ranno da tutta Italia i gioielli della nostra città”,spiega Maria Teresa Vassalli nell’illustrare il pro-gramma.

Sarà il cuoco contadino di Orsara PeppeZullo, ormai una star e testimonial della cucinagenuina, a preparare il menu che fa bene al cuoree alla salute in nome del suo binomio cibo-feli-cità. La giornata si concluderà al Teatro Giordanocon lo spettacolo Note a tavola. Nel cast della se-rata Nathalie Caldonazzo e Graziano Galatone,Febo in Notre Dame de Paris. “Nell’isola pedo-nale e in piazza Cesare Battisti, per due giorni,saranno allestiti gli stand con i prodotti della terraa chilometro zero - continua Maria Teresa Vas-

salli - avvicineremo lagente agli elementi car-dine della dieta mediter-ranea. Le evidenzescientifiche dimostranoche una dieta ricca difrutta, verdura e legumipreviene l’insorgenza di

malattie cardiovascolari,ipertensione e tumori. La promozione di una cor-retta educazione e prevenzione sanitaria è unadelle mission dell’A.M.M.I., motivo per cui ab-

biamo scelto di la-vorare al primoMeeting sulla DietaMediterranea”.

Le sessioniscientifiche si con-centreranno nellaseconda giornata,il 15 ottobre, all’in-terno delle Clini-che Riunite “VillaSerena San Fran-cesco”: sono pre-visti gli interventi,tra gli altri, di Ales-sandro Notaro eMaria La Gloriadell’Associazione Dieta Mediterranea di Pioppi,di Gabriele Riccardi Presidente del Corso di lau-rea magistrale in Nutrizione dell’Università Fe-derico II di Napoli e dei docenti dell’Università diFoggia.

Il comitato scientifico del convegno è com-posto da dirigenti ed esperti del Servizio IgieneAlimentare e Nutrizionale dell’Asl di Foggia: Mi-chele Panunzio, direttore Sian Sud, il dirigentemedico Antonietta Antoniciello e la psicologaEnza Paola Cela. Proprio il Sian ha elaborato il

Med-Food Anticancer Program, il programma diprevenzione nato a Foggia ed esportato a livellonazionale ed internazionale. Il meeting di ottobreè incentrato su uno dei pilastri dell’intervento di

educazione nutrizionale che in-sieme alla dieta mediterraneafonda su un’adeguata attivitàmotoria, sugli ‘alicamenti’ e gliaspetti psicologici. Il modellopreviene i tumori e altre malattie,a cominciare da quelle cardiova-scolari e cronico-degenerative epermette il controllo del diabete.

“Partiamo dalla genesi -spiega il dirigente medico SianAntonietta Antonicello - daPioppi, nel Cilento, la patria delladieta mediterranea dove ha vis-suto e lavorato il caposcuolaAncel Keys. Il suo seguace Jere-miah  Stamler, continua ad es-

sere ospite dell’associazione presieduta daAlessandro Notaro, che sarà con noi. Ci concen-treremo sull’importanza di alcuni alimenti - i ce-reali integrali, i legumi, la frutta e la verdura - esull’opportunità di ridurre lo zucchero e consu-mare meno cibi a base di proteine di origine ani-male, preferendo quelle di origine vegetale.Abbiamo invitato anche il presidente dell’Ordinenazionale dei Biologi, Ermanno Calcatelli, chepromuove a livello nazionale la settimana delladieta mediterranea che si celebra anche a Fog-gia. Vogliamo coinvolgere anche le istituzioniscolastiche: abbiamo un progetto, “La tavolamediterranea”, analogo a quello del Med-Foodma rivolto ai bambini, agli insegnanti e ai genitoridella scuola primaria”.

Nell’ultima giornata, il Meeting Dieta Medi-terranea andrà in trasferta e accompagnerà ipartecipanti in un tour nella provincia.

Il free magazine 6Donna e il suo editore,l’agenzia Publicentro, sono media partner delMeeting.

Una dieta ricca di frutta, verdura e legumi previene l’insorgenza di malattiecardiovascolari, ipertensione e tumori.

Maria Teresa Vassalli

A Foggia il Meeting sulla Dieta Mediterranea

Edizione 2016

Floredana Arnò

Lo stile di vita patrimonio dell’umanità nella convention dal 14 al 16 ottobre

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La clessidra la girano le donne: è tardi per politiche di conciliazione vita-lavoro

“La bellezza non ha età. La fer-tilità sì” è nella hit. Il tempo non ciappartiene, la sensibilità sì, e nonpuoi mai sapere cosa stia passandoil tuo interlocutore, è una regolaaurea. Quella clessidra sbattuta infaccia a chi la guarda, piuttosto, do-vrebbe indicare quanto sia tardi perstudiare e applicare serie politichedi conciliazione dei tempi vita-la-voro, perché le donne non hannonemmeno il tempo di amare. Equanti granelli rimangano alla finedi una giornata spesa in un doppio otriplo lavoro precario per sbarcare illunario e racimolare in tutto uno sti-pendio dignitoso. Per questo non c’ètempo. E che ne sa quel bambinomai nato che punta il dito contro il

primogenito di quanti pari e disparifanno i genitori dopo il primo, per-ché non è sempre vero che dovemangiano in tre lo fanno anchequattro, o semplicemente perchénon ci sono le condizioni, o per

scelta. “Il rinvio alla maternità portaal figlio unico. Se arriva.” è causticocome una sentenza. Le donne nonse la meritano, specie se per arri-vare dove sono hanno patito, sehanno vissuto il calvario di una ma-lattia, o se è arrivato tardi, magaridopo tanti tentativi. “La fertilità è unbene comune” è formulata propriomale. Non è solo l’ingerenza delloStato nella sfera intima a sollevarequalche perplessità, quanto i toniimperativi e colpevolizzanti. Non èuna questione di stile, come in unacritica di Oliviero Toscani. E anche lìpotremmo obiettare che la campa-gna era fatta in casa, con foto prele-vate al costo di un euro circada una banca immagini. Il mi-nistro della Salute se n’è van-tata: la campagna è costata28mila euro per 6 eventi, lowcost. Che poi anche pensare disvalutare un lavoro intellet-tuale non è un granché.

Il ministero della Salute hasolo confuso i piani della ferti-lità e della genitorialità. È sacro-santo promuovere la cultura dellaprevenzione dell’infertilità e infor-mare sui fattori di rischio, diverso èaffrontare il tema della maternità epaternità. Per quelli vale la pena ri-cordare che il Governo dovrebbe

prima accompagnare le coppieadottando misure strutturali, maquesto lo sa anche Renzi. I nidiaziendali scarseggiano, i baby pit

stop nelle cittàitaliane scar-seggiano e unadonna non puòneanche appar-tarsi in uno spa-zio protetto perallattare il pro-prio bambino ecambiarlo su un

fasciatoio, le discriminazioni sulluogo di lavoro aumentano propor-zionalmente alle dimensioni delpancione, una volta diventati grandinon ci saranno spazi dove portare ifigli a crescere, perché non tuttipossono permettersi una ludoteca.

Tantomeno la natalità si incoraggiapuntando una pistola alla tempia. IlFertility Day, però, non lo annullanonemmeno le polemiche. Data desi-gnata il 22 settembre. Nella mappadei Comuni che partecipano al Fer-tility Day, promossa in collabora-zione con ANCI (AssociazioneNazionale Comuni Italiani) alla datadel 14 settembre compare una solaadesione in Puglia da Andreano, inprovincia di Lecce, poi un deserto disegnaposto. Il CoordinamentoDonne Salute Ambiente, una rete diorganizzazioni, comitati e esponentidella comunità scientifica ha lan-ciato, in concomitanza con la cam-pagna del ministero, ilmanifesto Guardiane della Terra -La salute delle donne è il futuro delpianeta, con cui chiede alle istitu-zioni un cambio di passo nelle poli-tiche a tutela della salutefemminile, riproduttiva, neonatale einfantile. È pronta al contro-FertilityDay con un visual d’impatto, altro-ché. L’ironia sui social si spreca edè destinata a non esaurirsi conside-rata la viralità del tema. Vince Ler-cio.it, il sito satirico, con il titolo:“Dopo il flop del Fertility Day, la Lo-renzin ci riprova con la “GiornataMondiale dell’Idraulico”. Meglio ri-derci su. Mariangela Mariani

focus

6 settembre - duemilasedici

‘F-Day’ e l’assenza del bambino immaginatoLa natura della denatalità non si può attri-

buire alla procreazione in sé, ma a diversiaspetti che, evidentemente condizionano

tutto lo sviluppo umano, sia dell’uomo che delladonna. La fertilità è una condizione molto deli-cata soprattutto se, problemi sanitari a parte,non si prende in considerazione che ha un tempobiologico ben diverso da quello sociale. In Italia,gli slogan dei ‘Fertility Day’, muovono emozionidi rabbia e risentimento.

Tante coppie, quando valutano di voler co-scientemente dei figli arrivano ‘troppo tardi’ per-ché l’orologio biologico ha fatto il suo corso.Arrivano tardi non per ignoranza, ma per situa-zioni logistiche non favorevoli per le quali non sisarebbe potuto fare altrimenti. Ci sono da fare in-numerevoli riflessioni sul Fertility Day, soprat-tutto sul motivo per cui si arriva sempre più tardia fare dei figli o si decida di non diventare geni-tori, non perché la gente non sappia, ma sempli-cemente perché ha un milione di motivi personali

per cui ha deciso di aspettare, anche correndo ilrischio che i figli non arrivino. Il motivo per cuiquest’ultimo caso ha suscitato maggiorclamore è facilmente intuibile: il tematrattato ha sì importanti riflessi sociali,ma riguarda in primo luogo una dimen-sione sensibile, turbolenta e indiscuti-bilmente intima delle persone: unazona psicologica “incandescente” in cuisi intrecciano sessualità, amore, futuro,identità, libertà, le relazioni tra i sessi,il desiderio, la realizzazione professio-nale ed economica. Tra i numerosi aspetti coin-volti nell’impatto psicologico che il Fertility Daypuò avere sulla popolazione vi è sicuramentequello dell’infertilità che riguarda entrambi isessi con diverse sfaccettature, con numerosi ri-svolti psicosociali e sessuali, nei confronti deiquali una campagna a favore della natalità as-sume un impatto negativo a forte valenza stres-sogena. L’infertilità  è l’assenza del bambino

immaginato, un lutto difficile da elaborare: per-ché non c’è la perdita di qualcosa di reale, ma di

un se proiet-tato nel futuro.Accettare lascoperta cheun processoche si consi-dera naturalenon lo è affatto,è una scopertaquasi sempre

inattesa e devastante. L’infertilità è un ‘non-evento’ critico nella vita evolutiva, con un impattopiù marcato nella donna che è ‘normalmente’creatrice, ma con una medesima conseguenzanell’uomo, che sente di disattendere al suo po-tere ‘fecondante’. L’adattamento riguarda ancheil rapporto con il mondo. La coppia infertile deveconfrontarsi con la società e questo può far na-scere sentimenti di vergogna e di colpa.

La donna che lavora può temere l’accusa diaver puntato troppo sulla carriera. L’uomo, so-prattutto in certi contesti socio-culturali, sentemessa in discussione la sua virilità. L’esperienzaclinica definisce l’infertilità come ‘un immensostress cui la coppia deve adattarsi e in cui potrào no riscegliersi oltre il ‘progetto figlio’ che, rea-lizzato o fallito, avrà comunque ristrutturato ilsenso dello stare insieme. Non potere avere figlicausa il sentimento di un vuoto enorme nellapropria vita. L’infertilità può creare una delle peg-giori crisi esistenziali individuali o di coppia, ed èspesso all’origine di depressione, ansia, senti-menti di vergogna e fallimento per non aver po-tuto realizzare appieno la propria identitàsessuale. Per le donne, la sofferenza può esserelacerante. Per quanto il Piano Nazionale con-tenga un linguaggio facilmente travisabile conti-nua affrontando il problema della denatalità suun piano differente. Un piano trattato forse inmaniera troppo sociologica e poco psicologica.

L’INFERTILITÀ COME UN LUTTO: ASPETTI EMOTIVILA PSICOLOGADI INES

PANESSA

PSICOLOGA

Fertility Day, ingerenza di StatoTerrorismo mediatico e 12 ore di follia. Tanto ci hanno messo

le cartoline del ‘Fertility Day’ che hanno seminato panico epaura a tornare al mittente. Ma il web è implacabile: conserva

tracce che nemmeno il diritto all’oblio cancella, specie se i repli-canti le hanno manipolate. La donna con la clessidra in mano sel’è data a gambe. E a mente fredda, in quella manciata di ore fre-netiche avresti voluto assistere alle telefonate di Beatrice Lorenzinai creativi quando la campagna è implosa, nel momento stesso incui la Rete ha azionato i detonatori. Deve aver passato un bruttoquarto d’ora tutto lo staff. Il tempo di oscurare il sito internet e poimeglio fare il pesce in barile. Pure il Premier Renzi la rinnega.Abortita. “Purché se ne parli” rimane l’estremo appiglio quandoritrattare e accartocciare gli slogan non funziona.

Il tempo non ci appartiene, la sensibilità sì

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Un fronte compatto di donne si ècreato, spontaneamente, con-tro la campagna di comunica-

zione del ‘Fertility Day’. A fare dacollante, potentissimo, è la condivi-sione di messaggi - vere e proprie in-vettive o satira tagliente - da un socialnetwork all’altro. Lontano daglischermi, però, la sostanza non cambiae un risultato il ‘Fertility Day’ lo ha giàportato a casa: mettere d’accordotante donne, infatti, non è cosa da tuttii giorni.

Sull’argomento, nella redazione di6Donna si sono confrontate tre donnediverse, con età, situazioni ed espe-rienze differenti. Ma tutte contrariate,addolorate o infastidite - ognuna a se-conda del proprio vissuto - dalla di-scussa ‘pubblicità progresso’. Letiziaha 40 anni e mentre sul monitor scor-rono le immagini della campagna dicomunicazione, culla il suo bambinodi due mesi. E’ il suo primo figlio, dopouna gravidanza non andata a buonfine. “Essere diventata mamma a 40anni mi ha fatto capire che sarebbestato meglio, più bello ed anche più

giusto, fare questo figlio 10 anni fa oaddirittura 20, come hanno fatto i no-stri genitori”, spiega. “Io sono cre-sciuta con un padre giovane, un padreamico. Anche mia madre era giovane,ma di contro c’era che giovane è rima-sta senza mai diventare mamma”.

“Credo che sia tutto qui il discorso.Diventare giovani genitori è possibile,ma prima ancora di vivere in unaepoca possibilista, è necessario che siabbia la volontà di essere genitore. Ionon credo che il ministro Lorenzin nonsi renda conto che non ci sono le pre-messe per fare figli a 20 anni, senzalavoro, senza futuro, per noi prima an-cora che per i nostri figli. Per il restotrovo che la campagna del Fertility Daysia sbagliata non nelle intenzioni manei modi. Sarebbe stato davvero moltodiverso se sullo sfondo della clessidra

al posto di una giovane donna ci fossestato il Parlamento con i suoi politiciche tanto parlano per gli italiani mapoco fanno tarpandoci le ali”.

Per Lucia, 38 anni, quel ‘bombar-damento’ di locandine tocca una feritaaperta. Libera professionista, non na-viga dell’oro ma, da sola, riesce a to-gliersi pure qualche sfizio. C’era un

tempo in cui un figlio lo desiderava etanto. Ma non è stata abbastanza for-tunata da trovare il compagno giusto.Nel suo passato, una lunga relazionenaufragata in malo modo, poi unaserie di storielle nate in estate “mache non sono arrivate a Natale”, iro-nizza. “Mi fanno male questi mes-saggi. So bene che il mio orologiobiologico sta battendo i suoi ultimi rin-tocchi prima della mezzanotte, ma unfiglio si fa in due. E dopo tutto questotempo in cui ho dovuto ‘imparare a ba-stare a me stessa’ non credo arriveràla mia chance. E forse non la cerconemmeno più: è brutto dirlo, ma misono abituata alla mia vita, senza vin-coli né legami. Tutto sommato, mipiace e mi riempie. Devo sentirmi incolpa per questo? Questa campagnaperò, lo ammetto, ha scombussolato

le mie certezze. E ha acuito vecchi do-lori. Mi chiedo solo a che pro?”.

Storce il naso, e non poco, Vittoria,31 anni. E’ la più giovane del gruppo ela bomba ‘F-Day’ è scoppiata pochigiorni dopo un aborto spontaneo, av-venuto alla fine dell’11^ settimana digravidanza. La prima. “Trovo stupida-mente ansiogeni, a tratti anche vol-gari, alcuni slogan (chi considera lapropria fertilità un bene comune?). Sele contingenze economiche o socialinon permettono di mettere su fami-glia, e questo momento si rinvia neltempo, per me è un atto di responsa-bilità. Ma credo che questo dal Mini-stero lo sappiano bene. Inoltre credosia un pugno nello stomaco, total-mente gratuito, per quanti non pos-sono permettersi un figlio, per quantinon possono averlo pur desideran-dolo, e per quanti stanno cercando dirimettere insieme i pezzi dopo una co-cente delusione. Non tutto si può pro-grammare: le circostanze, il caso, lavita spesso mettono i bastoni tra leruote. Questa campagna pecca grave-mente di opportunità e sensibilità”.

Al limite tra scienza e sentimento.Lì, su quella linea sottile, simuove la dottoressa Silvia Val-

letta, biologa embriologa foggiana. Lavita di laboratorio, quando si lavora nelcampo dell’infertilità, inevitabilmentesi scontra con le speranze, i timori, idolori e le delusioni di quanti sono co-stretti a ricorrere alla scienzaper un figlio. Valletta, che è di-rettore di uno dei laboratori piùimportanti in Italia di feconda-zione assistita e che da dueanni opera nel centro ‘Fertygyn’di Foggia (una costola del labo-ratorio romano), ha ben chiaroil polso della situazione in ma-teria di fertilità o infertilità (aseconda che si voglia vedere ilbicchiere mezzo pieno o mezzovuoto) sia in Italia che in Puglia. E sabene come le coppie che accompa-gnano nel cammino verso la genito-rialità abbiano reagito dinanziall’iniziativa del ‘Fertility Day’.

Dott.ssa Valletta, questa campa-gna ha inevitabilmente riacceso i ri-flettori sulla questione infertilità nelnostro paese. Qual è la situazione inPuglia?

In Puglia c’è una percentuale di in-fertilità molto alta, come nel resto del

paese d’altro canto. E’ difficile darepercentuali, il tasso è in continuo au-mento e la forchetta di donne e di cop-pie che si avvalgono del nostroservizio è sempre più ampia: in pas-sato dai 33/35 ai 40+ anni, adesso par-tiamo dai 28 ai 40+. Ad oggi, unacoppia italiana su 5 è infertile, 20 anni

fa la percentualeera esattamentela metà. Nell’ul-timo decennio, lecoppie che hannofatto ricorso adun ciclo di fecon-dazione assistitasono aumentatedel 50% e in Pu-glia, solo nel2015, sono state

circa 3000.Quali cause possono determinare

questa situazione?Possono essere molteplici e di-

pende dalle fasce d’età. Per quanto ri-guarda le donne giovani possonosussistere problemi legati all’Endo-metriosi (una malattia causata da pre-senza anomala del tessuto che rivestela parete interna dell’utero, ndr). Dai35 anni in su, invece, il problema è le-gato all’avanzare dell’età e in questi

casi la percentuale di successo di unagravidanza non supera il 35%. Perquanto riguarda gli uomini, invece, ledifficoltà non sono legate all’avanzaredel tempo, ma a problemi del liquidoseminale, che possono essere conge-niti o causati da stili di vita errati.

Nel piano voluto dal Ministerodella Salute il messaggio che emerge,martellante, è quello legato al fattoretempo. Ma quali sono i tempi reali econcreti di quanti intraprendono que-sto percorso?

E’ difficile stabilirlo. Purtroppo non

ci sono tempistiche standard e ognicoppia risponde in modo differente:c’è chi ottiene una gravidanza in 2/3mesi, chi in 2/3 anni e poi ci sono tem-pistiche che, purtroppo, non termi-nano mai. Sul discorso tempo, io sonod’accordo: noi consigliamo, quandopossibile, gravidanze entro i 35 anni dietà. Ma il messaggio andava veicolatodiversamente: in questa iniziativamanca del tutto la comprensione deldolore di chi, anche correndo, i figlinon riesce adaverli. O diquanti evitanodi avere bam-bini in età gio-vane perché avere un figlio costa. E lodico da mamma. Credo che prima dilanciare questi messaggi il Ministeroavrebbe dovuto pensarci due volte.Soprattutto adesso che siamo ad unpasso dal Sì all’eterologa (finora ne-gata), dopo aver obbligato tante coppiea fare viaggi della speranza, all’umi-liazione e alle difficoltà economicheper la speranza di un figlio.

In Puglia il tasso infertilità è alto.Ma qual è la percentuale di successoper una fecondazione medicalmenteassistita?

Il nostro tasso di riuscita è intorno

al 40% in donne fino ai 38 anni di età.Una percentuale che scema manmano che aumenta l’età dei pazienti.

La campagna è stata massacratasoprattutto dalle donne. Si continua atrattare l’argomento come un ‘pro-blema’ prettamente femminile…

E’ uno dei difetti della campagna.E’ ormai assodato che l’infertilità è unproblema della coppia, 50 e 50.

In definitiva, qual è il suo punto divista in merito al Fertility Day?

Credo chel’idea non siaerrata in sé,ma andavatrattata in ma-

niera diversa. Credo doveva essere piùun giorno di informazione scientifica,senza giudizi di merito e senza pun-tare il dito contro nessuno.

Molte persone sono ancora con-fuse su questi argomenti e sulle leggiche li regolamentano. L’approccio nondeve essere spingere ad avere figli,ma spiegare cos’è l’infertilità e pro-spettare soluzioni. Al contrario, mes-saggi di questo tipo provocano solorabbia: l’Italia ha posto tanti paletti sulpercorso dell’infertilità almeno nonfaccia la morale.

Maria Grazia Frisaldi

focus

Un laboratorio tra scienza e sentimentoUna coppia italiana su 5 è infertile, ma sull’argomento regna la disinformazione

‘F-DAY’, COSA NE PENSANO LE DONNE?

7settembre - duemilasedici

Nel 2015, in Puglia, 3000 coppie hanno scelto la fecondazione assistitaSilvia Valletta: “L’Italia ha posto tantipaletti, almeno non faccia la morale”

Se la comunicazione fa cilecca

In Puglia, ricorso alla fecondazioneassistita per3000 coppie

L’infertilità è un problemadella coppia, 50 e 50

Silvia Valletta, biologa embriologa

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Questa volta non servirà la DeLorean pervedere la città del futuro, al Governo pia-cendo. Con un sì potrebbe sbloccare pro-

getti che prevedono tempi massimi direalizzazione di 18 mesi. Nel giro di un anno emezzo Foggia diventerebbe più smart, espres-sione decisamente cool, forse un tantino abusatae riproposta ciclicamente. L’applicazione delconcetto rende meglio l’idea. La prototipizza-zione di un modello integrato di intervento per lariqualificazione urbana delle aree degradate delprogramma “Da periferia a periferia” non è nep-pure troppo avveniristica quanto piuttosto improntata a criteri pratici. Gli inter-venti sono concepiti per fare massa critica e aggredire il degrado sociale eurbano, con una forza centripeta. La fetta più cospicua nella ripartizione finan-ziaria è destinata all’ambito ferrovia: il 39 percento della somma preventivata.Il Comune di Foggia, rispondendo al “bando pubblico nazionale per la predi-sposizione del programma straordinario di intervento per la riqualificazioneurbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni ca-poluogo di provincia”, punta al banco: il finanziamento massimo è di 18 milioni,il pacchetto costa 28 milioni di euro. I privati mettono la differenza insiemeall’A.R.C.A. Capitanata e al credito sportivo. Da mesi, l’assessore all’UrbanisticaFrancesco D’Emilio era al lavoro insieme all’Area Tecnica e al suo dirigentePaolo Affatato per proporre una candidatura convincente. “Abbiamo dato se-guito a quella che era la programmazione strategica, all’input del sindacoFranco Landella - dice Ciccio D’Emilio confidando ora nello Stato - Speriamoche il Ministero dia retta a questa città perché nel degrado si annida la crimi-nalità. Rivitalizzando quartieri marginalizzati avrà uno smacco. E non c’è ulte-riore consumo di suolo”.

Indipendentemente dall’esito della valutazione delle proposte, ci sonospese interamente coperte dai soggetti che hanno presentato una manifesta-zione d’interesse. Il mercato specializzato dei fiori all’ingresso del cimitero co-munale, l’impianto sportivo al Candelaro-Croci nord con annesso parcheggio,il recupero e la gestione del Teatro Mediterraneo (cofinanziati dal Comune per300mila euro), il Parco della cultura e dello sport e la riqualificazione del campodegli Ulivi hanno già una dotazione virtuale di oltre 3 milioni di euro. L’ex IACPfinanzia la rifunzionalizzazione e l’adeguamento strutturale del centro socialepolivalente al Rione Preti e per oltre tre milioni la realizzazione di alloggi di edi-lizia residenziale pubblica a sostegno del disagio abitativo. La piscina comunaledi via Mazzei mai nata, oggi un gigantesco fossato dove sono cresciuti anchegli alberi, sarà realizzata accedendo al credito sportivo che consente l’attiva-zione di mutui agevolati.

A fine novembre arriverà la sentenza da Roma. Nel dossier, al capitolo “Economia urbana” c’è la rifunzionalizzazione delle

aree mercatali dei quartieri Candelaro e Cep nello spirito che anima anche ilPiano Urbanistico Generale e il Documento di Rigenerazione Urbana. Per riem-pire le aree adiacenti al nuovo terminal bus di via Manfredi, l’amministrazionecomunale ha pensato allo Slow Park, un’area mercatale dedicata ai piccolieventi fieristici, alla vendita di prodotti a chilometro zero, alla promozione deiprodotti locali. Sarà aperto solo alle bici per favorire la mobilità sostenibile inun’area di scambio ferro-gomma. Il progetto agisce su un’area a forte criticitàsociale. Il Comune sceglie di indirizzare la quota maggiore degli investimentisulla “Qualità urbana”. Nella categoria, rientrano piscina e Teatro Mediterraneoche saranno restituiti alla città dopo una vita di abbandono. La tavola che rico-struisce virtualmente la struttura polifunzionale di quartiere che sostituisce ilrudere dell’ex scuola Manzoni è sorprendente. Qui servono oltre tre milioni dieuro e senza i fondi statali non se ne fa niente. Nell’ex circoscrizione Cep e all’exAnnona, per la prima volta, il Comune potrebbe dotarsi di alloggi temporanei:accanto ai locali della Protezione Civile ci saranno appartamenti per le emer-genze, delle vere e proprie foresterie da usare in caso di bisogno. Cambia anchela mobilità: un sistema di rotatorie tra Piazza Cavour, Via Galliani e Corso Romadovrebbe snellire il traffico e sarà incentivato l’uso delle biciclette con le pisteciclabili da via Obertj a viale Europa passando per il centro. Tramonta, invece,almeno per il momento, l’idea del teatro tenda all’interno del quartiere fieristico,insieme al mercato generale ortofrutticolo. Se pure la metà dei progetti an-dassero in porto, prima della scadenza del mandato, il sindaco Franco Landellafarebbe pure in tempo a tagliare una serie di nastri. Fuori dal pacchetto ci sonoaltri cambia-menti in atto: il bando del Pug (il Piano Urbanistico Generale) èquasi pronto, il secondo casello deve essere soltanto scartato, il terminal busgià funziona e non resta che inaugurarlo e farlo andare a regime, il parco ur-bano archeologico del progetto Campi Diomedei è già stato recintato e a brevedovrebbero partire i lavori. Di questo passo, la prossima generazione, e non ni-poti e pronipoti, vedrà un’altra città, senza aspettare il domani.

8 settembre - duemilasedici

Il Comune di Foggia punta al banco: 18milioni di euro

Ciccio D’Emilio

Foggia Smart CityProgetti di riqualificazione urbana del piano

“Da periferia a periferia”

Come può cambiare la città, senza aspettare domanipolisa cura di Mariangela Mariani

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9settembre - duemilasedici

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10 settembre - duemilasedici

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Filomena, il centro “Surya” ha sempre fatto del-l’ascolto e della comprensione la sua bandiera. Ma iclienti hanno consapevolezza di cosa una realtà di que-sto tipo può offrire?

Le clienti - che io considero persone ame care, perché fanno parte della mia vita- sì. Chi arriva al centro “Surya”, in uncerto senso, chiede aiuto per qualcosa. Eha bisogno di essere sostenuto: general-mente chi chiede una nostra consulenza vivemale il rapporto con sé stessa per vari motivi.Forse non ancora in modo cosciente e consapevole, esta a noi intuirlo.

E’ importante dunque instaurare un rapporto di fi-ducia…

Dare un buon servizio è un obbligo. Il nostro puntodi forza non è fare bene il nostro lavoro, che deve es-sere un presupposto di base, ma è riuscire a conqui-

stare la fiducia dei clienti, far capire loro chepossono affidarsi a noi. Farlo è semplice: basta

essere corretti e onesti, saper ascoltare e compren-dere. Quando una persona ci confessa una difficoltà o

un disagio, ci sta confidando qualcosa di in-timo e profondo, e bisogna avere rispetto

e comprensione, bisogna dare loro lagiusta motivazione e prospettare il trat-tamento più efficace e adeguato.

Quali sono le principali problematicheaffrontate?Noi trattiamo il dimagrimento, corpo e viso

a 360° in modo medico-estetico. Ma la richiesta mag-giore è quella di ricevere attenzioni, di ritagliarsi unmomento che sia per sé stesse. Molti sentono di nonessere in pace con il proprio corpo e la propria imma-gine, con la quale hanno spesso un rapporto conflit-tuale e cercano uno spazio per sentirsi accolti e riuscirea trovare la voglia e l’energia di cambiare.

In questo senso la sua ‘figura’ non è più solo quelladella consulente estetica, ma si apre ad altre sfaccet-tature…

Io sono l’esempio vivente del ‘volere è potere’ gra-zie ad un dimagrimento di 40 kg, obiettivo raggiuntograzie alla forza di volontà. So bene che chi vive questodisagio combatte con lo spettro di sentirsi inadeguatonella vita tanto da non riuscire a mostrare se stessopienamente. MA NON È COSÌ serve la giusta leva mo-tivazionale e tendere una mano affidandosi a degliesperti.

Ovviamente non c’è una ‘ricetta’ unica per tutti.Assolutamente no, ogni cliente ha una sua storia,

esigenze specifiche. Per questo è importante fare unadiagnosi corretta per individuare il trattamento mi-gliore, che possa portare risultati definitivi. Un percorsodefinito grazie ad una rete di figure medico-estetichein grado di assicurare assoluta competenza, sicurezzae capacità di diagnosi e valutazione dei singoli casi.

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Qui ci prendiamocura delle

persone a 360°, e oggi chi non

ne ha bisogno?

l fine non sempre giustifica i mezzi. E il raggiungimentodi un obiettivo non deve mettere mai in secondo pianoil percorso - spesso anche psicologico e motivazionale -che condurrà al risultato sperato. Soprattutto in materiadi salute e benessere. Lo sa bene Filomena Santacroce,

titolare del centro “Surya” in piazza Siniscalco Ceci,a Foggia, che da tempo si occupa di salute,benessere e bellezza con un approccio integrato e totalizzante.

“Surya”, infatti, è un centro polisettoriale che opera nel settore dellamedicina estetica, del benessere e del dimagrimento, ma soprattutto èil luogo in cui imparare a prendersi cura di sé, superare i conflitti, trovaresoluzioni personalizzate ed efficaci per combattere inestetismi e tornarea stare bene nel proprio corpo avvalendosi anche di professionisti:dermatologo, alimentarista, foniatra, ortopedico, chirurgo estetico eplastico, maxillo-facciale, fisioterapista, logopedista e osteopata.

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11settembre - duemilasedici

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12 settembre - duemilasedici

Si scrive Women’s InternationalNetworking, si legge Win: l’eventoeuropeo dedicato alla leadership

femminile è nel segno della vittoria. Ilghota delle donne su leadership e net-working si riunisce a Roma, nella Capi-tale, dal 28 al 30 settembre, per laconferenza globale annuale - la 19esima- che si preannuncia come la più granded’Europa, con circa 900 partecipanti, peril 93% donne.

L’incontro verrà ospitato dall’ErgifePalace Hotel e alla WIN Conference par-teciperanno manager e top manager diaziende multinazionali, rappresentantidella politica, delle istituzioni, del mondouniversitario e delle ONG che stannocontribuendo a cambiare il mondo la-sciando più spazio alle donne, alle loroidee e creatività e che plasmano così ildibattito sulla ‘diversity’ - l’inclusionedelle donne e delle minoranze nelleaziende - e sull’uguaglianza di genere.

Durante la tre giorni, si alternano

sessioni plenarie, tavole rotonde e wor-kshop dove i partecipanti hanno la pos-sibilità di avere un confronto diretto congli speaker su best practice di concilia-zione dei tempi di vita e di lavoro, nuovitrend di mercato, come acquisire nuovecapacità e qualità da leader, come rom-pere il ‘tetto di cristallo’. Il tema diquest’anno è ‘Leading the way, with be-auty, connection and confi-dence’ perché WIN crede

fermamente nell’importanza di inclu-dere caratteristiche tradizionalmentefemminili come l’empatia, la coopera-zione, l’intuizione, negli ambienti di la-voro affinché le donne non debbanoaderire necessariamente a un modellodi successo al maschile. “Non bisognacambiare le donne ma creare il giustoambiente di lavoro in cui possano espri-

mere il proprio potenziale” spiega Kri-stin Engvig, imprenditrice, fondatrice eCeo di WIN. “Se accogliamo la diversitàdi genere e le diversità più in generale,nuove idee e creatività arriveranno di

conseguenza. Promuovo la diver-sità perché penso che possa por-tare prospettive più interessantinella vita e nel lavoro. La diversitàcomunque è già una realtà”.

LA RICERCA WINUna ricerca condotta da Win

tra un migliaio di partecipanti allaWin Conference negli ultimi seianni (2009 -2015) evidenzia cheaumenta il numero delle donneche si sentono valorizzate inazienda (salgono al 70% dal 54%)ma molte ancora avvertono

un’assenza di opportunità professionaliper scalare i vertici e occupare posizionisenior (61%) e pensano che sia pertantonecessario introdurre quote di generenei consigli di amministrazione (66%) enella fase di entrata nel mercato del la-voro. Sempre più donne (+7%) conside-rano importanti nel business qualitàtradizionalmente femminili come l’intel-ligenza emotiva e vorrebbero avere piùtempo per sé (in crescita dal 17% al 31%).

IL CASO ITALIAI numeri della parità di genere foto-

grafano una situazione in lento cambia-mento. L’ultimo rapporto sul ‘Gendergap’ del World Economic Forum (WEF)calcola che nell’ultimo anno è cresciutaglobalmente solo del 3%; l’Italia si col-loca negli ultimi posti, al 111esimo su145 paesi.

Da noi le donne occupate o attivesono poche: il 54% contro il 74% degliuomini, guadagnano meno e in troppopoche riescono a rompere il ‘tetto di cri-stallo’. Una buona pratica italiana è rap-presentata dalla legge sulle quote rosanei CDA che ha innalzato il numero didonne che dal 10 al 27,4 % (dati Consob2015), in linea con paesi come Francia,Finlandia e Svezia che hanno decisoanche loro di introdurre una legge.

al femminile

Visi smarriti, mani che tremano ed occhi im-pauriti: ogni giorno è questo che si trovano difronte, e a questo cercano di porre rimedio.

Sono gli angeli rosa del ‘Centro Antiviolenza sulledonne’ che da aprile ha aperto i propri battenti aLucera, diventando punto di raccordo di tutto l’am-bito del Subappennino dauno settentrionale.Quello di Lucera è solo l’ultimo dei centri antivio-lenza in Puglia, coordinato dall’associazione ‘Os-servatorio Giulia e Rossella’”.

“Abbiamo cominciato ventidue anni fa – af-ferma la dott.ssa Laura Pasquino, coordinatricedell’associazione – fondando i primi centri antivio-lenza in Puglia, tra i quali Barletta, Canosa di Pu-glia e Manfredonia”.

La collaborazione con la cittadina federiciananasce da una convenzione con la Regione Pugliache, grazie a sostegni economici, ha permesso diistituire un nuovo centro antiviolenza per una zonatanto ampia, quanto sprovvista, quella dei MontiDauni: quattordici, infatti, sono i comuni che rien-trano nell’ambito territoriale, ossia Lucera, Voltu-rino, Alberona, Motta Montecorvino, Biccari,Roseto Valfortore, Volturara Appula, San Marco LaCatola, Celenza Valfortore, Casalnuovo Montero-taro, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo dellaDaunia, Carlantino, Pietramontecorvino.

Il programma antiviolenza è rivolto a tuttala cittadinanza lucerina e a quella dei MontiDauni Settentrionali. Le iniziative propostenascono per prevenire e contrastare ogni ge-nere di violenza, per fornire un valido soste-gno alle vittime e per promuovere la libertà el’autodeterminazione delle donne.

Tra le prerogative: ascolto telefonico e re-peribilità h/24, accoglienza, sostegno psico-

logico, orientamento, accompagnamento al lavoroe consulenza legale.

“Ma non ci fermiamo qui – continua la Pa-squino – siamo costantemente a lavoro per coin-volgere il maggior numero di persone possibile nelnostro progetto: la nostra nuova creatura è uncorso di formazione che coinvolge i servizi sociali

e le scuole in interventi volti ad al-ternare, come è nostra abitudine,contrasto e sensibilizzazione allaviolenza sulle donne”.

Con le dita incrociate e la lucedell’entusiasmo negli occhi LauraPasquino racconta anche di unaltro progetto in cantiere: incre-mentare la sensibilizzazione nellescuole, attraverso un bando dellaRegione Puglia che prevede unamaggiore e migliore articolazionedelle azioni di prevenzione, poten-ziamento del numero di incontri,

appuntamenti in ciascuno dei quattordici comunidel distretto ed individuazione di interventi mirati.

“Stiamo ricevendo ottimi riscontri nella popo-lazione, sia tra le donne, che si fidano sempre piùdi noi – conclude la dott.ssa Pasquino – sia tra iservizi sociali, le forze dell’ordine e le realtà locali,che ci stanno aiutando tanto nella creazione di unarete unica, che riduca i rischi per le donne che sirivolgono a noi”. E da aprile sono ben quindici leutenti giunte al presidio di via Aldo Moro da tutti icomuni del comprensorio.

Preferiscono recarsi lì, non essere raggiuntedagli specialisti nel luogo da cui denunciano, forseperché nel Centro si sentono al sicuro, in una for-tezza che le separa e difende dalle brutture chesono state costrette a subire. A volte sono solodonne che hanno bisogno di sfogarsi, di parlare, dicercare un aiuto psicologico o un consiglio legale;a volte sono donne che chiedono un sostegno ma-teriale; altre ancora, donne che cercano di ricomin-ciare. Leonarda Girardi

Tra gli argomenti: conciliazione, pari opportunità e mentoringIn 900 per la tre giorni sulle best practice aziendali ‘in rosa’

E’ il Centro Antiviolenza di Lucera, punto di raccordo per 14 comuni del Subappennino

Sui Monti Dauni, una ‘fortezza’ per le donneLe iniziative per prevenire e contrastare ogni genere di soprusoLe prerogative: accoglienza, sostegno psicologico e consulenze

GLOBAL WINCONFERENCE

Donne nel segno della vittoria

A Roma l’evento europeo sulla leadership femminile

In Italia, le donne

occupate o attive

sono poche: il 54%

Una buona pratica italiana è rappresentatadalla legge sulle quote rosa nei CDA

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Per l’autunno 2016 bisognerà di-menticarsi il titolo del celebre filmdi Vanzina perché sotto il vestito -invece - ci sarà qualcosa di ina-spettato: il pullover. Così gli abitiscivolati e sexy con le spalline sot-tili, indossati durante la stagionefredda solo per qualche occa-

sione, vengono sdoganati nellaquotidianità. Nemmeno il freddosarà più una scusante per non in-dossarli: con un leggero maglione(magari tono su tono) si può sfog-giare quella che si candida tra leproposte meno convenzionalidelle passerelle autunno/inverno.

SOTTO IL VESTITO, IL PULL!

13settembre - duemilasedici

L’antidoto contro lafisiologica malinconia autun-

nale? Senza dubbio, lo shopping. Ilpiacere di frugare tra i nuovi arrivi in

giro tra i negozi, lo sfizio da concedersiche “sa” di nuovo: tutte sensazioni che

aiutano a ripartire con una marcia in più.Lo shopping compulsivo è in agguatoperò: meglio conoscere in anteprima

le novità che vale davvero lapena acquistare.

Giubbottini per tutti i gusti e accessori bicoloreNuovi usi per classici maglioni che conquistano

SPECIALE SHOPPING DI STAGIONE

Il primo acquisto che sancisce davverol’arrivo dell’autunno nel guardaroba è ilgiubbotto. Anche quest’anno il modellobomber si conferma il capo più dinamico.Per le nostalgiche viene riproposto ungrande classico, la versione con impun-tura matelassé. Grande ritorno anche peril chiodo, il giubbino di pelle che stupisce:anziché essere decorato con le scontateborchie, si accende di luce propria conspille ed inserti di paillettes, senza ab-bandonare la sua vera anima rock.

GIUBBOTTI CHE PASSIONE

moda

E’ la novità che piacerà alle eterne indecise:basta scervellarsi tra due colori, quest’annosi potranno avere entrambi su borse escarpe, semplificando così gli abbinamentie lasciando spazio all’originalità. Le strin-gate maschili vivono ancora una stagione digloria ma la tomaia – che per le più moda-iole sarà arricchita da grandi frange – pre-senterà una diversa sfumatura. Lo stessovale per il tacco: quadrato andrà per lamaggiore, in materiale diverso dal restodella calzatura si presterà a rendere più

evidente il gioco dei contrasti. Il vezzo daconcedersi? La borsa a mano con la pattaintercambiabile.

Per le sportive sarà un veropiacere, per le scettiche saràuna comoda scoperta: lo stilesporty-chic è tornato in pas-serella più elegante che mai,pronto a scaldare l’autunnocon il comfort dei tessuti tec-nici ma con l’allure di un abitoda grande occasione. Dallescarpe ginniche con la lin-guetta pomposa da indossarecon un completo di tweed,alle romantiche felpe fiorateda indossare sulle gonne atubo eleganti, fino al panta-lone della tuta con coulisse:quest’anno passare dall’uffi-cio alla palestra sarà un giocoda ragazze.

SPORTY GIRL

a cura di Dalila Campanile

BICOLOR

Autunno da indossare

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“Vincula”. Sono le catene che sonoservite ad imprigionare il primo Papa adare il nome alla celebre basilica ro-mana di San Pietro in Vincoli, catene che– secondo la tradizione – furono utiliz-zate per legare Pietro durante la sua pri-gionia a Gerusalemme e nel carcereMamertino. Nel V secolo d.C. la mogliedell’imperatore d’Oriente Teodosio II,ebbe in dono dal Patriarca di Gerusa-lemme, Giovenale, le catene con le quali,

secondo quanto riportato dagli Atti degliApostoli, era stato imprigionato Pietro aGerusalemme. L’imperatrice inviò le ca-tene alla figlia, Licinia Eudossia, mogliedell’imperatore d’Occidente ValentinianoIII, la quale le donò a papa Leone I, dettoanche Leone Magno. La Chiesa era già

in possesso delle catene utilizzate per laprigionia al Mamertino cosicché, quandoil pontefice accostò le due catene, que-ste si fusero miracolosamente per dive-nirne una soltanto. A ricordo ecelebrazione del miracolo, nel 442 d.C.fu edificata la basilica di San Pietro inVincoli, grazie alla munificenza dell’im-peratrice Licinia Eudossia, per cui lachiesa è conosciuta anche come Basi-lica Eudossiana, e qui furono custodite

le catene, tuttora visibilisotto l’altare.

Ma la chiesa è ormai ce-lebre in tutto ilmondo per esserecustode di un altrocelebre “segno” checelebra la storia diRoma, del cristia-nesimo e dell’artetutta: il famosis-simo “Mosè” di Mi-chelangelo. In

realtà nato per ornare uno deinicchioni della Tomba di GiulioII, tomba che gli fu commissio-nata, nel 1505. Per la stessa, lefonti raccontano che lo scultoretrascorse otto mesi a Carraraalla ricerca di blocchi di marmo

perfetti, ma, al suo ritorno, il papa avevaspostato il suo interesse al rifacimentodella basilica petrina del Vaticano e,quindi, il progetto venne accantonato. Fusolo dopo la morte di Giulio II, nel 1513,e l’elezione di Leone X, che il progettovide una sua fase di posa ma allo stessotempo l’idea originaria fu ridimensio-nata e quando Michelangelo riprese illavoro alla tomba, completò solo il Mosèe i Prigioni un gruppo di sei statue di fi-gure incatenate in varie pose come pri-gionieri, oggi sono nella Galleriadell’Accademia a Firenze (i quattro non-

finiti) ed al Museo del Louvre a Parigi (idue quasi-finiti); quindi il Mausoleo diGiulio II, nella versione oggi visibile, fucosì voluto dagli allievi del Maestro fio-rentino.

Lo stessoGiulio II èperò il mece-nate di un’al-t r aimportanteopera nellaquale si dàt e s t i m o -nianza del-l’ e p i s o d i o

narrato negli Atti degli Apostoli e cioèdella liberazione dell’apostolo Pietro. Ènella Stanza così detta di Eliodoro, il se-condo dei “cubicula” dipinti dal Sanzioper gli appartamenti voluti da papa DellaRovere, nuovi di zecca e dipinti da Raffa-ello e dai suoi allievi, sopraelevati in cor-rispondenza della residenza scelta dapapa Alessandro VI Borgia il cui pontifi-cato aveva preceduto quello del papa sa-vonese e si era distinto in negativo pernepotismo e cupidigia.

La citazione guida quindi il pennellodi Raffaello che elabora un programmaiconografico che prevede il susseguirsidi tre momenti della Liberazione. Il San-zio pensa ad una pittura diacronica cheparte dal ritrovamento degli armigeri

dormienti e dellacella ormai vuota,per dar seguitoalla caduta dellecatene ed infineall’angelo cheguida Pietro in fugadalla segrete.

La straordina-ria ambientazionepensata dal pittoreurbinate, rendespettacolare lascena grazie aduna “illumina-

zione” che vivifica la buia notte romanacon bagliori incandescenti di luce divina.L’effetto strabiliante è dovuta anche al-l’uso della tecnica della dipintura abiacca con la quale Raffaello esegue inrialzo le lumeggiature donando allascena un’ineguagliata espressività e re-galando altresì all’arte italiana (dopo ilSogno di Costantino di Piero della Fran-cesca) il primo notturno della storia.

Francesca Di Gioia

14 settembre - duemilasedici

ambientiUna mini-guida per “disegnare” in libertà il proprio angolo fiorito

Area barbecue, zona lounge o spazio giochi? Ad ognuno il suo spazio

Giardini, ‘oasi verdi’ a tutto relax

Siamo tornati dalle ferieestive, con la casa sottoso-pra, stracolma di bagagli da

riporre e le manutenzioni d’inizio sta-gione da effettuare. Ma la nostalgiadel relax e del benessere delle va-canze si fa sentire. Che fare? Lascia-moci ispirare da qualche ideastrategica dal pollice verde.

L’elemento “verde” natu-rale, infatti, si colloca tra lerisorse migliori da metterein campo al fine di garantireil benessere psicofisico al-l’interno di qualunque am-biente. Largo, dunque, apiante fiorite dai grandi boc-cioli e a maestose kentia dalsapore tropicale. Se poi si hala fortuna di avere a disposi-zione uno spazio esterno daadibire a oasi verde, pos-siamo pensare di progettarloaffinché il nostro non sia un semplicegiardino ma un vero rifugio, ideato inmodo esteticamente terapeutico ecorretto nella scelta delle soluzioni,

visti i numerosi gli aspetti di cui oc-corre tenere conto per la sua realizza-zione.

Per dare vita a un risultato otti-male, partiamo da considerazioni ditipo climatico: infatti, il clima e il mi-croclima sono fattori che bisogna ana-lizzare al fine di scegliere le specievegetali che siano in grado di adattarsi

meglio alla tempera-tura e alle precipita-zioni, come ancheall’esposizione e allaventilazione del sito.A tal scopo occorreindividuare i punti piùombreggiati e lezone più soleggiatedel giardino, per po-sizionare in modocompatibile le pianteche abbiamo scelto.Bisogna dotarsi,

inoltre, di una mappa su cui eviden-ziare i punti di accesso della casa, lerecinzioni vincolanti, eventuali pozzettidi scolo e soprattutto i punti idrici per

collocare al meglio le presed’acqua e costruire un im-pianto di irrigazione effi-ciente. All’interno di questoschema, meglio se rappre-sentato in scala, passeremoa “disegnare” in totale libertàe fantasia il nostro giardino.Se la dimensione è generosa,si può pensare di dividere lospazio/giardino in varie zoneciascuna con funzione speci-fica, ad esempio zona giochiper i bimbi con attrezzatureludiche disposte su prato al-l’inglese(soluzione “anticaduta” pereccellenza), o ancora la zona barbe-cue, prevalentemente lastricata; poizone lounge con sedute, cuscini, poufe gazebo, e lanterne su tavolini convasche fiorite e ulivi e altri alberi di mi-sura contenuta ma di grande atmo-sfera.

Non è detto, però, che si debba ne-cessariamente avere a disposizioneun’area così vasta per aver un belgiardino. L’importante è compiere

scelte proporzionate. Ad esempio, inuno spazio ristretto si potranno sce-gliere piante rampicanti, così da nonrinunciare al verde senza sacrificaregli spazi ed esaltando la privacy. Sipossono creare anche angoli con spe-cie differenti, così da dare un’impres-sione di maggiore profondità scenica.In linea di massima, arbusti, alberi dafrutto e cespugli, si prestano a piccoleestensioni. A contrario, invece, salice,betulla o acero, ritenute specie dura-

ture e di valore estetico no-tevole, devono essere riser-vate a spazi grandi. Se non sivuole incorrere in problemidi questo tipo, infine, bastapuntare sui “classici” dagiardino, come la magnolia,l’ulivo e in generale le coni-fere, che tra l’altro presen-tano il vantaggio di nonaccrescersi in maniera ec-cessiva.

Grande rilievo ha anchela scelta della pavimenta-zione: a disposizione solu-

zioni come rivestimenti in cotto, pratoall’inglese, ciottolato, ghiaia o pietre,sabbione, scelti a seconda dei gusti edelle esigenze e del tipo di drenaggioche si vuole ottenere. E a proposito didrenaggio, anche i vasi delle nostrepiante sono importanti e non vannotrascurati, poiché più è naturale il ma-teriale e maggior resa e drenaggioesso avrà, a vantaggio della salutedella nostra pianta e della durabilitàdel nostro giardino.

DI SIMONETTA

CAMPANELLA

ARCHITETTO

SGUARDI D’ARTE Continua l’itinerario romano per il Giubileo della Misericordia

San Pietro tra vincoli e catene Meraviglie d’arte da scoprire tra basiliche e le Stanze di Raffaello

Panorama di Roma

La “Liberazione di San Pietro” di Raffaello, Stanza di Eliodoro

Le catene di San Pietro

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15settembre - duemilasedici

Maria Emilia De Martinis, avvocatessa e pre-sidentessa della Camera Minorile di Ca-pitanata, lo aveva anticipato a 6Donna, a

gennaio, con grande orgoglio.Adesso è tutto pronto: per tregiorni, dal 29 settembre al 1° otto-bre, Foggia sarà la “Capitale” ita-liana dei diritti dei bambini.

Si tratta dell’incontro-chiavesui diritti dell’infanzia durante ilquale, ogni anno, vengono di-scusse in assemblea le linee guideper le associazioni, ma anche esoprattutto proposte di legge omodifiche che la Camera Minorileporta nelle varie Commissioni.

La scelta della città ospitante avviene su can-didatura, ma viene premiata la Camera che si èmostrata particolarmente attiva e vivace, e per Fog-gia ospitare l’evento è una medaglia al merito.

L’Unione Nazionale Camere Minorili e la Ca-mera Minorile di Capitanata, quindi, porteranno nelcapoluogo i massimi esperti nazionali - avvocati,giuristi, educatori, magistrati, rappresentanti delleforze dell’ordine - per approfondire tutte le impli-cazioni del tema “I figli nelle nuove famiglie, il dirittoe i cambiamenti sociali e culturali”.

Tra i relatori d’eccellenza, spicca (tra gli altri) ilnome di Filomena Albano, garante nazionale perl’infanzia e l’adolescenza.

“Il tema scelto è di grande attualità”, spiega lapresidentessa CMC. “Ci sono minori che vivono si-tuazioni di fatto non codificate e quindi senza tutelagiuridica, e questa situazione non è più accettabile.E’ necessario affrontare questa lacuna non nei talkshow ma in Parlamento e per questo è fondamen-tale analizzarne giuridicamente ogni aspetto e ognisoluzione, avendo come obiettivo l’esclusivo inte-resse dei nostri figli perché ogni bambino, ogniadolescente del mondo è un nostro figlio”.

La conformazione delle famiglie è cambiata

moltissimo negli ultimi 30 anni, e ancorasta cambiando. “Ciò che non cambiamai, però, è l’assoluta necessità del

bambino di avere nella propria fa-miglia un punto di riferimento rico-

nosciuto e legittimato anche dalmondo esterno, al di fuori dellemura casalinghe, nella scuola

e in tutti gli ambiti della so-cietà. Molto semplice-

mente - continua - se siparte da quel diritto-necessità, ogni rigiditàdi una impostazioneideologica della que-stione appare fuori

luogo, anacronistica e discriminatoria non soloverso gli adulti ai quali sono negati determinati di-ritti, ma soprattutto nei riguardi dei bambini, laparte più debole”.

Durante la tre giorni, giovedì 29 settembre, al-l’Auditorium Santa Chiara, alle 17 sarà conferito ilpremio per i 10 anni di Dirittominorile.it, il portaleideato e diretto dall’avvocato foggiano MassimilianoArena dedicato all’universo dei diritti dei minori, coninformazioni, servizi, approfondimenti, notizie sul-l’evoluzione di una materia complessa che integraaspetti legali, sociali, culturali, psicologici assolu-tamente centrali per il mondo dei bambini e dellefamiglie. Venerdì 30 settembre, dalle 9, sarà il Tea-tro Giordano a ospitare il convegno nazionale su “Ifigli nelle nuove famiglie”.

Sabato 1° ottobre, infine, per la prima volta,Foggia sarà la sede del Congresso Nazionale delleCamere Minorili italiane: dalle 9, la Sala Fedora delTeatro Umberto Giordano accoglierà avvocati pro-venienti da ogni parte d’Italia.

“E’ una tre giorni di rilievo nazionale ed è signi-ficativo che si svolga a Foggia per la prima volta”,conclude De Martinis.

“La nostra città è sempre più sensibile e attentaa una questione che riguarda la vita di tutti, lo di-mostra la partecipazione a una lunga serie di ini-ziative e progetti che in questi anni abbiamointrapreso per discutere, informare, fare luce suopportunità e problemi che non possono essere af-frontati con la lente ‘rimpicciolente’ degli steccatiideologici. I bambini meritano di più”. m.g.f.

infanzia

La città ospiterà il Congresso Nazionale delle Camere Minorili italiane

Foggia ‘Capitale’ dei diritti dei bambini

Un cuore di mamma irriverente vendica ledonne che post parto finiscono direttamente neltritacarne ammazza pazienza di parenti e amiciche dispensano consigli non richiesti e collezio-nano uscite fuori luogo. Germana Zappatore (infoto), oggi mamma a tempo pieno, attrice perhobby, giornalista (passata anche per le paginedel free magazine 6Donna), scrittrice e ora ancheaspirante blogger, si sfoga nelle 56 pagine dellibro “Il piccolo non è un bambolotto. Lettura se-miseria per neomamme stressate e serissimogalateo per parenti, amici e tuttologi” e fa giustiziaa tutte le vittime del complotto dei pellegrini chesi presentano già dall’ospedale con il loro perso-nalissimo libretto delle istruzioni.

Ha scritto a caldo il manuale ironico e il fattoretempo lo ha caricato di ulteriore emotività. La so-lidarietà femminile ha alimentato i feedback po-

sitivi. Il volumetto è dedicato al suopiccolo principe, Marco, che ormaiha un anno di vita, e perché no,anche al suo personalissimo cor-rettore di bozze, Matteo.

“Il piccolo non è un bambo-lotto” è arrivato fino a Termoli, asettembre, dov’è stato presentatoal convegno distrettuale FIDAPA(Federazione Italiana Donne ArtiProfessioni Affari). Prima ancora,il manuale semiserio aveva fatto lesue prime apparizioni a metà lu-glio all’Oda Teatro, e poi a Candela, la città in cuiha vissuto per trent’anni. Germana Zappatore, dasempre incuriosita dalle innovazioni ed esperta dicomunicazione, ha scelto il self-publishing: hapubblicato il volume tascabile utilizzando la piat-

taforma ilmiolibro.it dov’è adesso di-sponibile. Ora i suggerimenti alle neo-mamme per gestire i rapporti coi viciniinvadenti e il galateo della comunica-zione post-partum compaiono sulweb, nel blog “Non sono bambolotto”(www.nonsonobambolotto.wix.com/il-blog), uno spazio aperto anche alle cu-riosità e alle proposte dei visitatori. “Gliequivoci nascono dal modo scorrettodi comunicare e di affrontare temiassai delicati come l’allattamento -spiega Germana Zappatore - Bisogne-

rebbe dedicare più attenzione a questi aspetti perevitare implicazioni psicologiche anche pericoloseper la neomamma. Per questo motivo il ‘bambo-lotto’ non si fermerà qui, ma lo sentirete ancoraparlare”. m.m.

Il manuale semiserio di Germana Zappatore è anche un blog

“Il piccolo non è un bambolotto” conquista le neomammeEDITORIA

Maria Emilia De Martinis

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16 settembre - duemilasedici16

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La scuola materna in Italia non èobbligatoria e la decisione di

mandarvi o meno il proprio figlio, e aquale età, spetta ai genitori. Molto di-pende dalla situazione familiare, dalcarattere del bambino e dalle scuoledisponibili nella propria zona. Non c’èun ideale di scuola materna validoper ogni bambino; ognuno deve tro-vare quella che più si adatta alle pro-prie esigenze.

La scuola materna si può fre-quentare dal momento in cui si com-piono i 3 anni. Per il periodoprecedente vi sono gli asili nido,aperti per i bambini dai 3 mesi ai 3anni. Preparazione didattica a parte,la scuola materna insegna al bam-bino a stare insieme con gli altri, asviluppare sicurezza, autocontrollo, agiocare condividendo gli oggetti ecomprendendo le esigenze altrui, adavere pazienza; lo indirizza verso lacomprensione del tempo e dello spa-zio, l’organizzazione dei propri ritmi ela cooperazione in generale.

Le opportunità di gioco che la

scuola materna offre sono un ottimoincentivo allo sviluppo generale delbambino dal punto di vista fisico,mentale e sociale; ne traggono van-taggio la creatività come la logica, lamanualità come la coordinazionemotoria e tutta una serie di capacitàche i piccoli devono mettere a puntonel corso della prima infanzia.

In questo senso, la scuolamaterna è molto utile aibambini con problemi di variotipo che, se ben seguiti inquesti primi anni fondamen-tali, hanno meno probabilitàdi incappare in insuccessi fu-turi e possono superare i di-sturbi comportamentali che liporterebbero ad avere seriproblemi in età adolescen-ziale.

Il bambino che inizia lasua avventura nella scuola maternanecessità di un periodo di inseri-mento più o meno lungo, durante ilquale si abitua gradualmente allanuova situazione e, quindi, non subi-

sce traumi.E’ consigliabile portarlo qualche

volta in visita alla scuola prima delgiorno fatidico, presentargli la mae-stra, fargli vedere la classe e l’attrez-zatura, metterlo al corrente del fattoche a scuola ci sono altri bambini.

Non è, invece, opportuno spin-gerlo a socializzare subito se non se

la sente o costringerlo a qualsiasi si-tuazione che non desideri fare. La vi-sita deve assolutamente essere unmomento disteso e sereno.

Durante la prima settimana il

bambino andrebbe lasciato per untempo limitato, da aumentare digiorno in giorno, e la mamma, se le èpossibile, dovrebbe fermarsi per

aspettarlo o assentarsi perpoco tempo.

Una volta che il piccolo sisente sicuro di non essere ab-bandonato, è pronto per l’inse-rimento definitivo. Le più omeno serie difficoltà di inseri-mento, o la loro assenza, di-pendono da carattere,maturità, sicurezza del bam-bino. I maschietti sono in ge-nere più restii a questo passoe piangono di più.

Non c’è, però, una regola gene-rale: ci sono perfino bambini che siinseriscono subito perfettamente enon hanno mai problemi. Anche se ilbambino va alla scuola materna, la

famiglia continua a esercitare unruolo fondamentale nella sua educa-zione.

E’ bene, quindi, interessarsi a ciòche fa a scuola e chiedergli quotidia-namente di descrivere le sue espe-rienze, anche per cercare dimantenere la stessa linea educativaa casa.

E’ probabile che in questo periodola curiosità del bambino diventi vera-mente insaziabile. In linea generale imaschietti sono più attivi nei vari gio-chi e nell’assumersi compiti, mentrele bambine tendono a parlare moltofra loro e confrontarsi. Non è faciledire quale scuola sia adatta a unbambino o un altro; in generale, sitratta di un processo di adattamentoreciproco, che insegna ad affrontarei cambiamenti e le difficoltà in modopositivo.

17settembre - duemilasedici

I benefici di un’esperienza collettiva: saper stare con gli altriaiuta a sviluppare sicurezza, autocontrollo, condivisione

Scuola materna, sì o no?L’asilo in Italia non è obbligatorio: la scelta ai genitori

DI DEBORA PENNAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.72.81.15PSICOLOGA

Lo svezzamento negli ultimi tempi è diven-tato un tema, passatemi il termine, “caldo”; siaper la maggiore attenzione che poniamo in ge-nerale sul mangiar bene e il mangiar sano, siaperché sull’argomento aleggia un’ombraoscura che sembra non avere alcuno spiragliodi luce. Il dubbio più grande è rivolto al mo-mento di inizio dello svezzamento, quando co-minciare?

Ogni bimbo è diverso, questo è più che altroun motto, ma anche pura verità... facciamoquindi un po’ di luce sul tema.

L’OMS raccomanda di cominciare conun’alimentazione complementare non primadel sesto mese di vita,per lasciare il tempoalla flora batterica diinstaurarsi e stimolarela maturazione dei fat-tori di tolleranza inte-stinali, senza i quali ilsistema immunitarioreagirebbe in modosconsiderato verso cibi innocui, scatenando al-lergie alimentari.

L’intestino, inoltre, raggiunge una maturitàsufficientemente adatta a digerire gli amidi

solo verso i sei mesi, a quest’età, infatti, comin-cia ad essere prodotto un enzima chiave: l’ami-lasi pancreatica. Un altro aspetto determinanteè la permeabilità intestinale. Fino a sei mesi di

vita l’intestino di un neonato è si-mile a un “colabrodo” che con-sente a moltissime particelle dicibo di passare se venissero inge-rite in quest’epoca, e quindi troppo

presto, causando reazioni di sensibilizzazionee allergie alimentari.

La famiglia, osservando attentamente losviluppo del proprio bambino, può individuare

il momento più opportunoper iniziare.

La posizione seduta | Ilprimo suggerimento po-trebbe essere quello diaspettare che il bambinoriesca a stare seduto dasolo, cosa che accade proprio tra il quinto e ilsesto mese, per garantire la distensione dellostomaco durante la fase digestiva.

Interesse verso il cibo in tavola | Questo è ilsegnale più lampante e osservato, ma è anchequello che più spesso può trarre in inganno inquanto, dal quarto mese in poi, il mondo peressere conosciuto adeguatamente deve pas-sare per la bocca del bambino (fase orale). Ilgenitore dovrà quindi osservare bene: se dopoqualche giorno di pappa “spazzolata” il bam-bino cambia rotta e perde interesse verso ilcibo, era pura curiosità e sperimentazione.

La deglutizione | Nei primi mesi di vita ladeglutizione del bambino è adatta a “spruz-zare” il latte dal seno o dalla tettarella del bi-beron direttamente in gola, cosa diversa è conil cibo solido; pertanto, se lo svezzamento co-mincia in tempi non maturi, il rischio è che lapappa venga sputata fuori proprio a causa di

una ancora carente coordina-zione dei muscoli della deglu-tizione.

Accettazione del cuc-chiaino | Spesso viene sottova-lutato l’impatto psicologicoche può avere l’offrire un cibo

nuovo, ad una temperatura diversa e con unsapore mai provato, imparare a conoscere ilcucchiaino, per poi vederlo come un “oggettoamico”, aiuta nella fase di conoscenza dellenuove consistenze e dei nuovi sapori.

Lasciare, inoltre, il bambino libero di sco-prire e assaggiare attraverso le sue stesse ma-nine può rendere molto più semplice questafase, lasciandogli il potere della scoperta ancheattraverso il tatto e l’olfatto, senza fretta né co-strizioni.

In fondo, per tutti noi, mangiare non è solomangiare, ma è anche inebriarci di invitantiprofumi, gustare lentamente, godere dellacompagnia degli altri commensali e sentirci li-beri di avere delle preferenze in fatto di sapori.Perché per il bambino dovrebbe essere di-verso? Non dimentichiamo che lo svezzamentoè un atto di educazione: al gusto e al mangiarbene; un vero e proprio atto d’amore.

E’ un atto di educazione al gusto e al mangiar beneOSTETRICA DI SELENIA ACCETTULLIPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

L’OMS raccomanda di iniziare non prima del sesto mese di vita La famiglia può individuare il momento più opportuno per iniziare

Svezzamento: quando cominciare?

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Automobilisti maleducati cheparcheggiano in maniera in-civile? A loro carico può con-

figurarsi il reato di violenza privata.A tutti può capitare di trovare unaautomobile, parcheggiata in modo“selvaggio”, che impedisce di fattoil transito alla nostra autovetturache, per tale circostanza, rimaneintrappolata nell’area di parcheg-gio. Non tutti sanno, però, che chiparcheggia la propria vettura di-nanzi ad un fabbricato o un posteg-gio (pubblico o privato) in modo dabloccare il transito ad un’altra auto,impedendole l’accesso o l’uscita,rischia non soltanto il carroattrezzima, addirittura, il procedimentopenale.

Costituisce reato lasciare il pro-prio mezzo parcheggiato in modotale da impedire agli altri il passag-gio, ossia l’uscita o l’entrata, a titoloesemplificativo, da/in un parcheg-gio pubblico, un cortile condomi-niale privato, un cancello, un boxauto.

Si tratta di mezzi di costrizionedell’altrui libertà contrari all’ordi-namento e che, oltre ad integrareilleciti amministrativi per violazione

del codice della strada (si pensi aldivieto di parcheggio, al passo car-rabile, ecc.), possono far scattareun procedimento penale a caricodel conducente, integrandosi ilreato di violenza privata.

Il delitto di violenza privata siconfigura, secondo l’art. 610 c.p.,quando “chiunque, con violenza ominaccia, costringe altri a fare, tol-lerare od omettere qualche cosa”.La fattispecie incriminatrice tutelain generale l’interesse dello Stato agarantire ad ogni individuo la li-bertà morale, ossia la facoltà di au-todeterminarsi spontaneamente:ciascuno deve “essere libero” edeve sentirsi libero.

Il bene giuridico protetto è dun-que la “libertà psichica” della per-sona da qualsiasi comportamentoviolento e intimidatorio in grado diesercitare una coartazione, sia di-retta che indiretta, sulla sua libertàdi volere o di agire, in modo da co-stringerla a una certa azione,omissione o tolleranza.

Nello specifico caso dei “par-cheggi selvaggi” rileva la condottadi colui che parcheggia la propriaautovettura in modo tale da bloc-care il passaggio impedendo allaparte lesa di muoversi. Il requisitodella violenza, richiesto dallanorma, si identifica in qualsiasimezzo idoneo a privare coattiva-mente l’offeso della libertà di de-terminazione ed azione. Se da unlato è pacifico che costituisce ilreato di violenza privata la condottadi chi effettua il parcheggio dellapropria autovettura in modo tale daimpedire intenzionalmente a un’al-tra persona di uscire dal parcheg-

gio comune, accompagnato dal rei-terato rifiuto alla richiesta dellaparte offesa di liberare l’accesso,dall’altro è ragionevole ritenerereato anche il caso di rifiuto di spo-stare l’auto. In tale seconda con-dotta la costrizione con violenzadell’altrui volontà è determinatadal mantenimento della vetturanella posizione irregolare. Il man-cato rispetto dell’altrui diritto di go-dere liberamente degli spazi e deibeni comuni può dunque portare aconseguenze spiacevoli.

E’ sufficiente la consapevolezzadel parcheggio eseguito in modo dabloccare eventuali altri automobi-listi, anche per mera incuria o pertotale indifferenza alle norme stra-dali.

Si tratta di un chiaro esempio dicome il diritto penale non sia uni-camente circoscritto entro i limitidella violenza grave e conclamata,ma giunga a ricomprendere anchecomportamenti che sono il segnodi “meri” gesti d’inciviltà.

18 settembre - duemilasedicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

A soli 16 anni è riuscito a salvarenove vite. Nella Struttura di Aneste-sia e Rianimazione degli OspedaliRiuniti di Foggia, diretta dal prof. Mi-chele Dambrosio, lo scorso venerdì9 settembre è stato effettuato unprelievo multiorgano da un pazientedi soli 16 anni, deceduto per traumacranico.

Durante l’intervento sono statiprelevati i due polmoni, il cuore, losplit del fegato (divisione dei due lobidel fegato), i due reni e le due cor-nee. I polmoni e il cuore sono statiprelevati e trapiantati dal team del-l’Istituto Ismett di Palermo. Il lobodestro del fegato è stato prelevato etrapiantato dal team dell’AziendaOspedaliera di Padova. Il lobo sini-stro del fegato è stato trapiantatoagli Ospedali Riuniti di Bergamo.

I due reni sono stati prelevati dalteam della Struttura ComplessaUniversitaria di Urologia, diretta dalprof. Giuseppe Carrieri e trapiantatiuno all’Ospedale Bambin Gesù diRoma e l’altro all’Azienda Ospeda-liera di Genova. Le cornee sonostate prelevate dal team della Strut-tura Complessa Universitaria diOculistica, diretta dal Prof. NicolaDelle Noci e inviate alla Banca deiTessuti di Mestre.

Al termine della donazione, il di-rettore generale degli Ospedali Riu-niti, Antonio Pedota, e il direttoresanitario Laura Moffa hanno incon-trato i genitori del donatore peresprimere il loro cordoglio per l’im-mensa perdita e la loro gratitudineper un atto d’amore così importantee per la sensibilità dimostrata in unmomento di grande dolore. La par-ticolare complessità dell’operazionemanifesta l’organizzazione internadell’équipe aziendale, coordinata daldott. Giuseppe Maestri e dalladott.ssa Giovanna Faccilongo.

E’ il terzo prelievo multiorganoeffettuato al Riuniti di Foggia negliultimi mesi: a gennaio, lo stesso in-tervento è stato effettuato su di un80enne, deceduto per emorragiacerebrale. Gli sono stati prelevati fe-gato e reni. Il primo è stato trapian-tato a Torino mentre i reni sono statitrasferiti a Bari ri-donando la spe-ranza di vita a tre persone. Primaancora, una 54enne deceduta peremorragia ha salvato 7 vite: le sonostati prelevati i polmoni, il fegato, ireni e le cornee. L’operazione è du-rata oltre 12 ore

in poche parole

L’onicocriptosi, meglio cono-sciuta come “unghia incarnita”, èuna patologia ungueale molto fre-quente e fastidiosa. Consiste nellapenetrazione di una porzione di la-mina all’interno dei solchi periun-gueali. È una condizione moltodolorosa in quanto i tessuti adiacentisi infiammano, la cute infatti apparetumefatta. Nei casi più gravi, può es-sere presente il granuloma.

Ci sono varie cause scatenanti.Vediamo quelle intrinseche al piede.La prima va sicuramente cercatanella struttura dell’unghia. Infatti esi-stono tipi di unghie più predispostead incarnirsi: unghia a tegola proven-zale (curvatura molto accentuata),unghia a vetrino d’orologio (laminasottile e fragile), unghia a spirale (lalamina è praticamente piegata su séstessa) e unghia a uncino (i lati del-l’unghia crescono in maniera per-pendicolare alla parte centrale dellalamina).

La forma delle dita, inoltre, giocaun ruolo fondamentale nella crescita

ungueale: se il secondo dito, adesempio, esercita un’eccessiva pres-sione sul dito, o viceversa (allucevalgo, piede quadro), l’unghia po-trebbe più facilmente tagliare i tes-suti. La situazione peggiora in quadridi eccessiva sudorazione.

Anche vizi posturali possono in-cidere sulla struttura ungueale.L’onicocriptosi però, può essere cau-sata anche da agenti esterni: un paiodi scarpe inadatto, con una tomaiatroppo poco capiente o troppo strettacomporta microtraumatismi ripetutisulla lamina, che, a lungo andare, sialtera e penetra sempre più nei sol-chi. Anche un taglio errato può por-tare l’unghia ad incarnirsi. Non sonotrascurabili neanche i traumi direttitra le cause dell’onicocriptosi.

Cosa fare in caso di unghia incar-nita? Il primo step è di individuarnela causa per tracciare le linee di untrattamento efficace. In seguito è in-dispensabile rimuovere il frammentoincarnito. È una manovra semplice,non eccessivamente cruenta. Si

tratta di ta-gliare la por-zione dilamina in-carnita edestrarla.E s i s t o n oprotocolli pereseguire questotrattamento in-cruento che vanno seguiti scrupolo-samente per evitare spiacevoliconseguenze.

Nel giro di una settimana, la sin-tomatologia dolorosa, l’edema, ilgranuloma dovrebbero essere quasicompletamente sparire. A questopunto è necessario mettere in praticapiccoli accorgimenti per evitare reci-dive. Ad esempio, se la causa è lacalzatura, è sufficiente cambiarla e ilproblema è risolto. Se invece è il con-flitto tra le dita, la cosa migliore sa-rebbe far realizzare dal propriopodologo un’ortesi su misura in sili-cone che tiene separate le dita, la-sciando l’unghia libera di crescere in

maniera retta. Quando però la causa

è la struttura dell’unghia,non c’è altro rimedio che

modificarla. È possibile grazieall’ortonixia. L’ortonixia è una tec-

nica di rieducazione ungueale chepermette, grazie all’applicazione diguide in silicone, o di fili di acciaio odi acciaio in lega di titanio, o di bottonie molle, di esercitare delle forze sullalamina e di riportarla ad una formafisiologica (è un po’ lo stesso concettodell’ortodonzia). Il tasso di recidiva èmolto basso perché le cellule dellamatrice che producono l’unghiaprendono “memoria” del modo in cuil’unghia deve crescere. L’ultima so-luzione è l’intervento chirurgico checonsiste o nell’asportazione parzialedella lamina con successiva fenoliz-zazione o rimozione chirurgica dellamatrice ungueale.

È una patologia ungueale molto frequente e fastidiosaDonarela vita

Può configurarsi il reato di violenza privata

S.O.S. parcheggi “selvaggi”Non si rischia solo il carroattrezzi ma il procedimento penale:si tratterebbe, infatti, di mezzi di costrizione dell’altrui libertà

AVVOCATO DI VALENTINA DINISIPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

PODOLOGA DI GRAZIANA MUTIPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Onicocriptosi, in caso di ‘unghia incarnita’Varie le cause scatenanti, intrinseche oppure fattori esterniI benefici dell’ortonixia, tecnica di rieducazione ungueale

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19settembre - duemilasedicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Si chiama M.A.R.I.O., è final-mente arrivato all’ospedale CasaSollievo della Sofferenza di SanGiovanni Rotondo ed è il robot-assistente che si prenderà curadegli anziani con demenza se-nile. Imballato in un box di legnoappositamente studiato, è statoconsegnato all’Unità Sistemi In-formativi Innovazione e Ricerca.

M.A.R.I.O., acronimo di “Ma-naging active and healthy agingwith use of caring service robots- Sistema di gestione dell’invec-chiamento attivo e in salute me-diante l’uso di robot assistivo”, èun progetto di ricerca finanziatocon 4 milioni di euro dal pro-gramma Horizon 2020 del-l’Unione Europea. Partito nelfebbraio del 2015, coinvolge 10enti europei tra cui anche l’Ospe-dale di San Giovanni Rotondo.

Il robot, quando sarà comple-tata la fase di sviluppo, assisteràgli anziani dal punto di vistamnemonico e sociale.

Non fornirà assistenza fisicama aiuterà gli anziani a non sen-tirsi soli: potrà telefonare, leg-gere le notizie, fungere daportiere, ricordare gli orari deipasti o delle pillole. In una primafase potrà interagire grazie ad untablet posto sulla parte ante-riore, successivamente si atti-verà con la voce e risponderàpersino ai comandi vocali.

Il compito dell’IRCCS CasaSollievo sarà quello di testare ilfunzionamento di 3 robot all’in-terno dell’Ospedale, precisa-mente nell’Unità di Geriatria e difornire, ai partner tecnologici, in-dicazioni necessarie per imple-mentare l’automa e renderlo ingrado di comprendere lo stato disalute degli ammalati.

Osservando l’anziano, il robotdovrà monitorare una serie divalori, tra cui: parametri vitali,disabilità funzionale, numero difarmaci, stato cognitivo, statonutrizionale e rischio piaghe dadecubito.

Terminata la fase della for-mazione - per ora riservata aitecnici, e lo sviluppo del soft-ware, da completare per alcuniaspetti - il passo successivo ri-guarderà la formazione di me-dici, infermieri e psicologi chedovranno utilizzarlo.

in poche parole

Farmaci, uso o non uso…

Sicuramente per moltedonne avere la fortuna diessere capaci di portare con

sé per nove mesi un altro esserevivente, che dipende solo edesclusivamente da noi, è unmomento magico. Ma èconsentito l’uso dei far-maci durante la gravidanza,il post-partum e la neonatologia?

Sarà questo importante argo-mento l’oggetto del XII Convegno diTossicologia del Centro Anti Veleni– CAV di Foggia, in programma ilprossimo 13 ottobre.

Sono tanti i dubbi che attana-gliano la mente, su come poter es-sere in grado di proteggere almeglio la creatura che si porta ingrembo: cosa si può o non si puòfare qualora si verificasse la neces-sita di assumere farmaci o in casodi consumo e abuso di alcol, difumo o altre sostanze?

Forse stupirà sapere che fino al1940 si pensava che l’utero fosseun ambiente protetto, una specie discudo per il feto. Oggi invece si sa

che quasi ogni farmaco o sostanzachimica somministrata alla madreè in grado di attraversare la pla-centa. Perciò si vuole ricordare chel’embrione che si sta sviluppandopuò essere influenzato dai farmacio dalle sostanze che si assumono.

L’effetto di un farmaco nelladonna gravida è determinato nonsolo dal dosaggio, ma anche dal-l’epoca. Anche nel periodo che pre-cede il parto i farmaci che passanoattraverso la placenta devono es-

sere somministrati concautela per evitare unatossicità nel neonato, ilquale possiede una meta-bolismo epatico e renaleancora immaturo.

Vogliamo anche por-tare a conoscenza chepurtroppo c’è un cospi-cuo numero di donnegravide che fa uso di far-

maci: è stato riscontratoche alcune li assumono con

il consenso del medico,altre con un po’ di legge-

rezza e senza alcun consulto. Anche se il foglietto illustrativo

riporta l’indicazione se utilizzare omeno il farmaco in gravidanza,molto spesso si è incapaci di valu-tare rischi e benefici effettivi di unaterapia già in atto o da intrapren-dere. Inoltre, in questo delicato pe-riodo, il corpo femminile èsottoposto a significanti cambia-menti fisiologici durante la fase digestazione, i quali vanno proprio amodificare le proprietà farmacoci-

netiche dei farmaci. E durante l’allattamento? L’uti-

lizzo di farmaci durante l’allatta-mento è sempre stato uno deimotivi per interrompere l’allatta-mento al seno.

Sicuramente la sospensionedell’allattamento è la soluzione piùfacile, ma non è giusta: questo con-ferma che vi è una scarsa cono-scenza della problematica ‘farmacied allattamento’.

Per questo, è importante sa-pere che durante la gravidanza eallattamento, in caso di effettivanecessità, si possono assumerefarmaci sicuri ed efficaci.

Basta osservare semplici re-gole: evitare di interrompere auto-nomamente l’assunzione di unfarmaco; evitare il fai da te e l’auto-prescrizione; i farmaci vanno pre-scritti solo  dal medico; vannoevitati i farmaci da banco se nonprescritti dal medico.

Poche nozioni che saranno am-pliate in maniera esaustiva duranteil convegno. Ricordiamo sempreche il dubbio spesso fa errare e chechi domanda non sbaglia mai: ilcentro antiveleni è dalle parte delledonne e ad ogni quesito cerche-remo di dare risposta.

L’uso dei farmaci in gravidanza, nel post-partum e neonatologiaPoche regole da seguire, al bando il fai-da-te e autoprescrizione

Tanti dubbi che attanagliano le giovani mammeMEDICO CAV DI ANNA LEPOREPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

L’AmicoM.A.R.I.O.

PEDAGOGISTA DI VITTORIA SALICEPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Sonno-veglia. Per quanto riguarda ilsonno, potrà spiazzare il constatare cheil neonato, al di là di ogni credenza, non

dorme molto, anzi, sembra quasi soffrire d’in-sonnia. Il bebè, cioè, ha dei disturbi del sonno,che spesso generano altrettanti disturbi delsonno di mamme e papà. Certamente il nu-mero delle ore di sonno del bebè può dare unaprima idea della sua indole: il bimbo insonnedorme profondamente dopo la poppata di lattee si risveglia poco dopo chiedendo attenzioni ecompagnia.  Il dormiglione, invece, sembra im-mune dalla morsa della fame ed accadespesso che lasci il seno o la tettarella per ad-dormentarsi. 

I ritmi del sonno nella diade madre-bam-bino, una veglia reciproca: se la madre e ilbambino sono in due stanze diverse, quando lamadre è in fase REM (notoriamente il “tempo”del sogno è la fase del dormi-veglia perché ri-cordiamo tutto ciò che sogniamo), il bambino èin fase NON REM (di “sonno profondo” non ri-cordiamo ciò che sogniamo) e viceversa, il chefa pensare ad una specie di veglia reciproca.

L’adulto comunque deve imparare a rispet-tare i ritmi del bambino e sincronizzarli con isuoi. Secondo la Mahler la nascita psicologicae quella biologica non coincidono, ma il primoè un processo le cui tappe fondamentali si svol-gono nelle prime fasi di vita, ma poi prosegue:prima fase detta autismo normale. Nelle primequattro-cinque settimane il bambino si carat-

terizza per la mancanza relativa di investi-mento di stimoli esterni. In questo periodo ilbambino ha lunghi periodi di sonno, sonno-lenza, semiveglia maggiori rispetto alla vegliaattiva. Il bambino non ha consapevolezza del-l’agente di cure, ma ciò che regola il suo ritmosonno/veglia sono lo stimolo della fame e l’al-ternanza bisogno-soddisfazione.

Il gioco per i bambini l’attività ludica è im-portante. Gli etologi ci insegnano che il giocoper i bambini ha importanti funzioni adattive:di puro esercizio di attività riflesse; di scopertae di esplorazione del proprio corpo e del corpoaltrui, di esplorazione del mondo degli oggetti

(suoni, colori, qualità delle superfici, etc.), discambio comunicativo, di socializzazione, diapprendimento.

In un bambino appena nato molte situazionidella vita quotidiana diventano gioco: cantarglile canzoncine, fargli ascoltare musica, presen-targli oggetti colorati o sonori, fargli esplorarel’ambiente tenendolo in braccio, il bagnetto, ilpasto… Più tardi, queste occasioni sono rap-presentate dal permettergli di sporcarsi con lapappa o strappare carta colorata; ancora piùtardi, fondamentali saranno i momenti di inte-razione con i genitori, l’esplorazione a carponie il gioco del nascondarello.

I ritmi nella diade madre-bambino: una veglia reciprocaI piccoli non hanno ‘consapevolezza’ dell’agente di cure

Ninna nanna e sonno nel bambinoQuante ore dorme il bebè? E’ indicativo della sua indole

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20 settembre - duemilasedici

L’infertilità è considerata dall’OMS (Orga-nizzazione Mondiale della Sanità) unapatologia. Per infertilità si intende l’as-

senza di concepimento dopo 12/24 mesi dirapporti mirati non protetti. Il fenomeno del-l’infertilità riguarda circa il 15% delle coppie.Le cause dell’infertilità, sia femminile chemaschile, sono numerose e di diversa natura.

E’ significativo il ruolo di fattori sociali do-vuti a fenomeni complessi come lo stile di vita,la ricerca del primo figlio in età tardiva, l’usodi droghe, l’abuso di alcool, il fumo, le condi-zioni lavorative, l’inquinamento.

In molti casi, come per esempio nell’obe-sità o nelle infezioni, l’informazione e la pre-venzione possono fare molto. Inaltri casi, come nell’endome-triosi, sono essenziali la diagnosiprecoce e cure adeguate e tem-pestive. Se l’infertilità rimaneanche dopo un iter diagnostico eterapeutico esauriente, è possi-bile rivolgersi alle tecniche diprocreazione medicalmente as-sistita.

Può sembrare strano, ep-pure il peso (sia l’obesità che l’eccessiva ma-grezza) può condizionare la fertilità. I datiepidemiologici confermano che l’obesità el’eccessiva magrezza sono causa, entrambe,

del 6% dell’infertilità primaria, ovvero del 12%dell’infertilità totale.

Fumare rende meno fertili. Le fumatricihanno tassi di infertilità più alti, una fecondità(possibilità di concepire per ciclo) ridotta, eimpiegano più tempo a concepire (in generepiù di un anno).

Il fumo, infatti, è dan-noso per le ovaie femminili,e la gravità del danno di-pende da quante sigarettee da quanto tempo unadonna fuma. Anche le flo-gosi (infiammazioni) del-l’apparato genitalefemminile costituiscono un

grave problema per la riproduzione. Responsabili sono le infezioni causate da

malattie a trasmissione sessuale come la Si-filide o la Gonorrea, e ancora più insidiosa,

perché asintomatica e diffusissima, la Chla-mydia (causata da un microorganismo). Que-ste infezioni, che si localizzano nella cerviceuterina e nella vagina, rendono spesso dolo-rosi i rapporti sessuali, alterano l’equilibriochimico della vagina e hanno un effetto tos-sico sugli spermatozoi.

Anche altri germi possono causare danniai genitali interni femminili. Ad esempio, tuttele manovre che interessano la cavità uterina(revisioni di cavità, aborti clandestini, disposi-tivi intrauterini -IUD-) possono essere la viaper il verificarsi di una infezione addominale.Altra causa frequente per almeno il 25% del-l’infertilità femminile è il deficit ormonale, ca-renza che può essere congenita, da stress oper cause ancora poco chiare come la cosid-detta sindrome dell’ovaio policistico. Le mal-formazioni uterine congenite sonoresponsabili di una modesta percentuale diinfertilità (circa il 3%), conducendo ad abortiprecoci e ripetuti. Una donna su cento per-corre l’esperienza di un aborto spontaneo e ingenerale l’aborto è un evento che si verifica inalmeno il 15% di tutte le gravidanze. Le causepiù frequenti di aborto ricorrente sono ano-malie cromosomiche, anormalità anatomichedell’utero, fibromi, “debolezza” della cervice,squilibri ormonali, disturbi immunologici.Altre cause di infertilità femminile possono

essere l’endometriosi (presente nel 7% deicasi) e le anomalie cromosomiche.

Per quanto riguarda il versante maschile,invece, le cause di infertilità sono in reale au-mento. Lo stile di vita odierno unito a fattoriambientali possono giocare infatti un ruolodeterminante. Cause come il varicocele, le in-fezioni o i deficit ormonali possono disturbarea lungo la formazione degli spermatozoi eportare danni notevoli.

E’ importante consultare il ginecologo e,in caso di sospetto diagnostico, è bene sotto-porsi ad una laparoscopia, che può diventareuna terapia essa stessa, in quanto con un pic-colo intervento endoscopico si possonoasportare le formazioni endometriosichesenza intaccare gli organi.

Questo intervento aumenta la fertilità e ri-duce il dolore, anche se non in modo definitivoperché la malattia può recidivare. L’interventoè meno efficace per la fertilità se lo stadio èpiù avanzato.

Ogni anno 50.000 coppie chiedono un consulto per infertilità

Ecco le cause più comuni e le terapie da seguire caso per caso

Sterilità femminile, il punto della situazione

DI TIZIANA CELESTEPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115GINECOLOGA

L’essere umano, come quasitutti i mammiferi, è difiodonte ossiaha due dentizioni. La prima (deciduao da latte o caduca) che lo accom-pagna per la prima parte della vitae la seconda ed ultima, dal mo-mento della permuta in poi. In par-ticolare il cucciolo d’uomo presentauna dentizione decidua a 20 denti,10 superiori ed altrettanti inferiori:8 incisivi, 4 canini e 8 molaretti in to-tale. Essi riproducono la forma deidenti definitivi. Rispetto alla denti-zione permanente, quella caduca èmancante dei premolari.

Di solito il timing eruttivo (ossiail processo di eruzione scandito peretà) segue uno schema preciso: iprimi dentini ad erompere a partiredai 6 mesi sono gli incisivi inferiori,poi i superiori; verso i 12 mesi spun-

tano i primi molaretti inferiori, se-guiti dai superiori, dai canini ed in-fine dai secondi molari. Solitamentei denti dell’arcata inferiore erom-pono prima rispetto a quelli dell’ar-cata antagonista. Tra i 2 e i 3 anni sicompleta la dentizione decidua.

Se i dentini del vostro bambinonon seguono alla lettera lo schemaappena descritto non c’è da temerema è opportuno in ogni caso richie-dere entro i 3 anni di età una visitadal dentista.

I denti da latte in eruzione pos-sono provocare un aumento dellasalivazione e qualche doloretto, per-tanto il bebè potrebbe diventare ir-requieto, alla ricerca di coccole esollievo ad esempio portando piùspesso le dita alla bocca. In questicasi, rimedi molto utili sono i denta-

ruoli da mordicchiare: dateli albambino dopo averli lasciati in fri-gorifero per un’ora e allevieranno ilfastidio grazie all’effetto freddo edalla loro consistenza.

Due sono le raccomandazioniche ogni genitore deve assoluta-

mente mettere in pratica quandoinizia l’eruzione dei dentini da latte.Innanzitutto abbandonare quantoprima il ciuccio: infatti continuare adutilizzarlo può compromettere l’ar-monico sviluppo delle ossa mascel-

lari e favorire le alterazioni dentali escheletriche (palato stretto, dentisporgenti, morso aperto…) che po-tranno essere risolte solamente at-traverso l’impiego di un

apparecchietto ortodon-tico; in secondo luogo,ma non meno impor-tante, è fondamentalecurare sin da subitol’igiene orale del bebè,ossia sin dalla nascita,ben prima che i dentiniabbiano fatto capolino. È

indicato passare delicatamente unagarza imbevuta di soluzione fisiolo-gica sulle arcate dopo ogni poppata;in alternativa esistono ditali ingomma appositi che possono es-sere utilizzati per detergere il cavo

orale del bambino dopo averlo ali-mentato.

Sette mamme su dieci dimenti-cano questa operazione: ricordateche il batterio responsabile della

carie (Streptococcus mutans),può contaminare la bocca ancheprima dell’eruzione dei denti, in-fatti il cavo orale del bebè è ste-rile solo alla nascita. Anche lamamma deve curare la suaigiene ed accertarsi di avere unabocca sana perché la carie è unamalattia trasmissibile attra-verso la saliva: per questo non sideve mai mettere in bocca ilcucchiaino o il ciuccio del bam-bino. Quando saranno spuntati i

dentini, diventa d’obbligo utilizzareuno spazzolino da denti a setolemolto morbide per detergere le su-perfici dentali. Niente dentifricio finoa tre anni. E se i dentini sono cariati?L’indicazione è di curarli subito, in-fatti trascurare una carie di undente deciduo non è affatto la sceltamigliore: ogni singolo dentino dalatte fa da guida per l’eruzione delcorrispondente dente permanente,a cui garantirà forza, lunga vita eduna posizione corretta se il bambinolo avrà conservato in salute fino allasua caduta.

Le raccomandazioni che ogni genitore deve mettere in pratica

Denti decidui: quando spuntano?

Curare l’igiene orale dei bebè prima dell’eruzione dei denti:Oggi, sette mamme su dieci dimenticano questa operazione

DENTISTA DI VALENTINA LA RICCIAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

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21maggio - duemilasedici

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22 settembre - duemilasedici

cucina

Avete presente quei pomeriggi difine estate, il cielo squarciato da fulminie pioggia e la testa piena di pensieri epropositi per il nuovo anno? E sì, settem-bre è, secondo me, il mese che sanciscemeglio di gennaio i propositi buoni perun nuovo inizio.

Settembre è il mese dei dovrei, miiscriverò, farò… il mese preferito daicondizionali e dai futuri, il mese delleansie per il ritorno alla normalità dopoaver ‘gigioneggiato’ per tutta l’estate.

Oggi dell’estate rimane solo un velodi abbronzatura e l’ultima hit che im-pazza in radio, ignara di avere le ore con-tate. Oggi è l’ultimo giorno di vacanzanella mia Foggia, prima di tornare aRoma, la città che mi ospita da tre anni.Dopo tre anni mi sento ancora ospite.Sono come gli alberi secolari: proten-dono lontano i nuovi rami, ma hanno ra-dici ben piantate nel terreno.

Forse è la pioggia a rabbuiarmi ipensieri, ho bisogno del mio scaccia-pensieri: impastare farina e uova, sbat-

tere i problemi sul tavolo, sentire l’odoredella vanillina e del limone spandersinell’aria.

Ho deciso di salutare l’estate conuna crostataalla frutta,piena di colori esapori, che inquesto grigiodipanerà lamatassa deipensieri: do-mani ripren-derò a lavoraree troverò unmodo per accontentare cuore e testa.

Niente è più terapeutico che prepa-rare qualcosa in cucina e condividerla.Prima della mia partenza voglio orga-nizzare una bella merenda per i miei:cucinare è un atto d’amore. E’ come fareun regalo a qualcuno ma farlo dall’inizio.E’ un regalo a cui si dà una forma, un sa-pore, uno stile, un tono. È più ci si ap-plica, più amore si dà al piatto e alla

ricetta, e più amore arriva a chi viene do-nato.

Prendo tutta la frutta che ho: pere,fragole, uva, pesche. La lavo e la taglio

con cura spremen-doci sopra del li-mone.

E ora la crema.Nessuna ricetta ri-chiede più amore diuna semplice cremapasticcera. Solotuorli per una spu-mosa crema al li-mone. In una

pentolina, sui tuorli, bisogna setacciareun po’ di farina e lo zucchero, amalga-mando. Nel frattempo, il latte con unascorza di limone bolle sul fuoco. Lo ag-giungo al composto. Metto il tutto sulfuoco, rimesto e ‘cullo’ la crema finchénon sarà bella soda.

Fatto: la crema ha diffuso la fra-granza di limone in tutta la cucina.

E ora finalmente potrò mettere le

mani in pasta, sporcarmi di farina, spez-zettare il burro e versare la bustina dilievito. E come d’incanto torno al miosesto compleanno: mia madre sta pre-parando una ciambella e voglio imitarla.Prendo la busta di lievito, credendo chesia chiusa e divento un pupazzo pieno divaniglia, sui miei ricci, sul naso e sul ve-stito. È questa la magia della cucina: isapori e gli odori fanno riaffiorare i ri-cordi più belli.

Sorrido, mentre lavoro con forza lapasta frolla sul tavolo. È tutto pronto:cuocio la frolla che ho steso in una tegliain forno statico a 170 gradi per mezz’ora.Quando è fredda la farcisco con la cremaal limone e poi vi adagio i pezzettini difrutta fresca. Che gioia per gli occhi! Untripudio di colori che nessuna giornatatriste e noiosa può sconfiggere: un arco-baleno dopo una tempesta. Il mio animoè più calmo adesso: come diceva Char-les Shulz, “Non preoccuparti che ilmondo possa finire oggi. In Australia ègià domani”.

Il dolce alla frutta per “colorare” il mese dei ‘condizionali’ e dei ‘futuri’

Niente è più terapeutico di preparare qualcosa in cucina e condividerla

Settembre, nostalgia d’estate? Ecco la crostata ‘scacciapensieri’

DI VALENTINA

PIETROCOLA

‘LA CUCINADEL FUORISEDE’

Ingredienti per la frolla 400 gr di farina 00180gr di zucchero1 tuorlo e 2uova medieVanillina 1 cucchiaino di lievito200gr di burro

Ingredienti per la crema 50 gr di maizena30 gr di farina 00scorza di limone6 tuorli500 gr di latte120 gr di zucchero

Frutta mista per la decorazione

LA RICETTA

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23settembre - duemilasedici 23

Gli Ospedali Riuni di Foggia primi in Puglia a dotarsi di tale metodica diagnostica

Un radiotracciante “sfida” i tumori

Un’arma in più contro i tumorineuroendocrini. E’ la freccianell’arco (il primo in tutta la

Puglia) degli Ospedali Riuniti di Fog-gia: è la Pet/Tac con radioisotopoGallio 68. L’ospedale foggiano è ilprimo tra gli ospedali pugliesi a do-tarsi di tale metodica diagnostica al-l’avanguardia. Il nuovoradiotracciante consente di indivi-duare lesioni anche molto piccole epertanto avrà un positivo impattonella gestione dei tumori neuroen-docrini, neoplasie rare che possonocolpire vari organi: lo stomaco, l’in-testino, il colon, il pancreas, il pol-mone. Una diagnosi precocesignifica maggiore certezza di so-pravvivenza.

Grazie ai Fondi europei erogatidalla Regione Puglia con il progetto“Cluster in Bioimaging”, gli Ospe-dali Riuniti hanno firmato una con-venzione con Itel, officinafarmaceutica pugliese che fornisceradiotraccianti alle Medicine Nu-cleari della Puglia e di altre regionilimitrofe. Senza costi per l’Aziendaospedaliero - universitaria, la Itel

metterà a disposizione strumenta-zione, materiali e personale dellapropria divisione Itelpharma. L’ac-cordo prevede anche la formazionedel personale tecnico ospedaliero,finalizzata alla futura produzionedel radiotracciante in totale autono-mia e in conformità alla Farmaco-pea Europea e alle Norme di BuonaPreparazione dei radiofarmaci perMedicina Nucleare. Ilprimo pazientepotrà esseresottopostoad esamecon Gal-lio 68entro lafine del-l’anno.

S o d d i -sfatto il diret-tore generale degliOspedali Riuniti, Antonio Pedota: “Ilnostro ospedale è dotato di strutturee tecnologie idonee per avviare laproduzione nel rispetto delle normedi buona preparazione definite a li-vello europeo e nazionale. Questo

accordo ci con-sente di mettere asistema il nostropotenziale, e so-prattutto di dare

concretezza al di-ritto alla salute san-

cito dall’articolo 32 dellaCostituzione, senza aumen-

tare la spesa sanitaria”.L’impiego di questo tracciante

radioattivo permetterà, come sotto-linea, invece, il direttore della Strut-tura di Medicina Nucleare delnosocomio foggiano, “di identificare

tumori di piccole dimensioni (7-8mm), e quindi permette di contra-stare la malattia con maggiore tem-pestività ed efficacia aprendo anchespazi per terapie efficaci basatesull’impiego di altri radiofarmaci.Con questa iniziativa gli OO.RR. siallineano a standard e metodicheall’avanguardia, senza più la neces-sità per la Puglia di dover inviare ipropri pazienti fuori regione”.

“Siamo molto orgogliosi di potermettere la nostra esperienza a ser-vizio del territorio”, chiosa il presi-dente della ITEL, Leonardo Diaferia.

“Questa convenzione rappresentaun modello virtuoso di collabora-zione pubblico-privato, perché con-sente nuove sinergie tra chi operanel settore della sanità e soprattuttopermette lo scambio di conoscenzascientifica e la diffusione di compe-tenze di alto profilo”.

Angela Dalicco

ATTUALITÀ

Il primo paziente sarà sottoposto al ‘Gallio 68’ entro la fine dell’anno:permetterà di identificare anche tumori di piccole dimensioni (7-8 mm)

GALLIO 68, COS’E’? E’ untracciante radioattivo il cui po-tere si dimezza dopo solo 68 mi-nuti (ragione per la quale èfondamentale produrlo nellostesso luogo dove deve essereimpiegato). Una volta iniettato at-traverso una flebo, questo far-maco ha la capacità di legarsi aparticolari strutture, chiamati‘recettori per la somatostatina’che si trovano sulla superficiedel tumore. Da qui il radiofar-maco emette radiazioni, chia-mate positroni. La macchinaPET/CT registra queste radia-zioni e le trasforma in immaginiche localizzano la lesione.

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