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Per la foto in copertina si ringrazia Atelier Sposa Rafyva Via E. Perrone, 14 - Foggia Speciale Sposa d’inverno Foto: Toni La Gatta - Trucco: Istituto Luna - Hair Style: Samantha C

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Per la foto in copertina si ringrazia

Atelier Sposa RafyvaVia E. Perrone, 14 - Foggia

Speciale Sposa d’inverno

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2 novembre - duemilasedici

editoriale

di Maria Grazia Frisaldi

sommarioEditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileMaria Grazia Frisaldi

Direzione commercialeAngela Dalicco

In redazioneMariangela MarianiDalila Campanile

Hanno collaboratoLeonarda GirardiFrancesca Di GioiaIlaria Di Lascia

Rubrichedott.ssa Maria Nobilidott.ssa Debora Pennadott.ssa Giusy Insalatadott.ssa Nella Santoroavv. Valentina Dinisiavv. Daniela Murano

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (Vill.Artig.)Tel. 0881.72.81.15 - Fax0881.72.81.13

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Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Gutta cavat lapidem. La goc-cia scava la pietra. Per questo,in materia di educazione allaparità di genere e di sensibiliz-zazione contro la violenza sulledonne, è necessario perseve-rare. Come la goccia laboriosa.

E’ necessario mettere incampo azioni incisive e conti-nue. Non abbassare mai laguardia. E’ quello che, nel no-stro piccolo, continuiamo a fareda ormai 12 anni, attraverso lepagine del nostro magazine.Tra pochi giorni, il 25 novem-bre, in tutt’Italia si svolgerannole iniziative della GiornataMondiale del contrasto alla vio-lenza di genere e, tra le tanteiniziative ancora in cantiere ogià in programma, vorrei se-gnalarvi la prima edizione delFestival del cinema di genere“Vogliamo anche le rose”, pro-mosso dalla Consigliera di Pa-rità della Provincia di Foggiacon Cinemafelix, rassegna chevede 6Donna tra gli sponsor. E’una iniziativa (ne parleremo piùdiffusamente) che utilizza il ci-nema come strumento pedago-gico, per parlare alle donne,agli uomini e alle giovani gene-razioni insieme, con un lin-guaggio unico e universale -quello cinematografico, ap-punto. Perché dinanzi ad un fe-nomeno di tale portata,nessuna strada deve rimanereintentata e nessun linguaggiotralasciato.

Sempre in materia di con-trasto alla violenza sulledonne, ho trovato particolar-mente significativo il cortome-traggio ‘Parole d’Amore’ (lo sireperisce facilmente su You-Tube), ideato da Pietro Baroni eprodotto da LUZ. Si tratta di unbreve video, di circa due minuti,che rimbalza da alcune setti-mane sui social-network doveha trovato ampia condivisioneed eco, e che offre più spunti diriflessione. Il video è una rac-colta di frasi e luoghi comuniche ogni donna ha sentito pro-nunciare o ha pronunciato (sì,perché l’educazione alla paritàdi genere deve vedere comesoggetto-attivo anche ledonne). Tutte situazioni reali,dalle quali sessismo e discri-minazione emergono in una di-sarmante banalità eaccettazione e in una pericolo-sità che non riusciamo più acombattere. ‘Parole d’amore’innesca un circolo virtuoso: leparole formano i pensieri; ipensieri fanno l’uomo e donna.Che, si spera, non dovranno piùvergognarsi delle proprieazioni. Gutta cavat lapidem.

Personaggio4 Simonetta Bonomi,

sovrintendente Foggia-Bat

Attualità5 Terziario Donna,

quando ”fare arte”è un’impresa

Focus6 La Capitanata dal pollice verde illegale• Scenari legislativi dalla

legalizzazione all’uso terapeutico

7 Radicali in trincea: ”Perchè la nostra battaglia”

• Vox Populi: i dubbi e le paure in strada

Polis8 Il Centro Antiviolenza

perde 40mila euro• Referendum costituzionale:

Sì e No al femminile

Speciale ‘La Sposa d’inverno’9-14 L’irresistibile fascino

del Winter Wedding

17 Rubriche

Al femminile20 Aqv e l’immenso femminile• Nasce il Parcogiochi inclusivo

Foggia notes22 L’uomo che spezzò il filo del racket• ‘Vogliamo anche le rose’,

il cinema al femminile

Sguardi d’arte23 Storie di numeri e misteri

3novembre - duemilasedici

Simonetta Bonomi si rimbocca le maniche.Sulle sue spalle, vi è il fardello di respon-sabilità e incognite che accompagnano

ogni nuova ‘sfida’. Ma quelle della sovrintendente ai Beni ar-

cheologici e paesaggistici per le province di Fog-gia e Barletta-Andria-Trani sono ampie e forti,temprate da esperienze maturate in lungo e inlargo la Penisola.

Lei, veneta di origine e con un recente pas-sato al capezzale dei Bronzi di Riace, è alla guidadella neonata Sovrintendenza istituita nel capo-luogo dauno, e che non esita a definire “una con-quista per il territorio”.

Il compito di questa realtà sarà tutelare e va-lorizzare l’enorme patrimonio culturale del norddella Puglia. Il lavoro è tanto e complesso: almomento si paga anche lo scotto della man-canza di una sede adeguata e della forza lavorotroppo esigua. La criticità maggiore è rappre-sentata dall’assenza del piano di gestione del pa-trimonio culturale, mentre il paesaggio sembrapiù tutelato, grazie al Piano paesaggistico regio-nale e alla Carta dei beni culturali.

Dottoressa Bonomi, ha avuto modo di ana-lizzare il territorio?

E’ un territorio pieno di luoghi importantis-simi, sotto vari punti di vista: dall’archeologia allebelle arti, al paesaggio. Per quanto riguarda ilversante archeologico, la civiltà dauna ha la-sciato tracce e siti molto importanti, mentre ab-biamo centri medievali che presentano tutti iproblemi legati alla tutela dei monumenti, pub-blici e privati. L’aspetto paesaggistico è quello piùtormentato, perché abbiamo da una parte unluogo molto ventoso e battuto dai progetti di paleeoliche che costituiscono un problema; poi vi è ilPromontorio del Gargano che è sì tutelato, mapresenta una intensa attività turistica. Tutto que-sto, per noi, significa molto lavoro. Ma è unaterra di grandissimo fascino ed io mi ci trovomolto bene.

In questi anni, una ‘sentinella’ sul territorioc’è stata: mi riferisco a Giuliano Volpe, attuale

presidente del Consiglio Superiore dei Beni Cul-turali…

Indubbiamente questa sovrintendenza è unasua creatura. Lui ha spinto molto affinché Foggia

non venisse più trascurata e le venisse ricono-sciuta l’importanza che ha. Con lui ho ottimi rap-porti di collaborazione.

Se la nascita della Sovrintendenza è unaconquista per il territorio, quest’ultimo ha subìtouna sorta di ‘scippo’: la bocciatura del corso dilaurea in Archeologia UniFg. Parliamo di un’oc-

casione mancata?Difficile dirlo. Di certo era un corso che aveva

avuto una dimostrazione di interesse esigua,motivo per il quale è stato cassato. E’ un’oppor-tunità persa nel senso che si potevano attivaremolte progettualità ad esso connesse e aprirenuovi scenari per il territorio. Ma sono convintache anche con quello che abbiamo possiamofare molto insieme.

Tra le criticità che dovrà affrontare il suo uf-ficio, vi è la delicata questione relativa agli espro-pri nelle aree archeologiche, come quella diOrdona. Come intendete procedere?

Per l’esproprio di Ordona siamo in attesa diconcludere l’ultimo atto di una lunga vicenda cheha impegnato la sovrintendenza Archeologiadella Puglia. Sono stati già espropriati vari ettari,ora manca l’ultima parte che è quella oggetto discavo e che ha i resti monumentali. Il Ministeroci ha fornito i fondi per l’esproprio e le proceduresono in corso. C’è stata una opposizione da partedella proprietà che - in attesa delle determina-zioni della magistratura - ha rallentato il pro-cesso. Io spero che si riesca presto ad entrare in

possesso di quest’ultima parte, poi sarà neces-sario trovare adeguati finanziamenti per creareun parco archeologico laddove abbiamo un’areaarcheologica che non è attrezzata per la frui-zione.

C’è una ferita, grande, nel territorio foggiano.Mi riferisco alla Tomba della Medusa…

Sì, i lavori adesso sono cominciati grazie adun finanziamento concordato tra il Ministero deiBeni Culturali e la Regione Puglia. Il lavoro èstato progettato dal segretariato regionale Mi-bact per la Puglia, ed è stato avviato il cantiereseguito non da noi, ma da un altro ufficio del no-stro Ministero. Ci auguriamo con questo inter-vento di risolvere una situazione moltodegradata: il problema di Arpi è notevole, perchéè nel mezzo della campagna e a ridosso dell’au-tostrada, con tutte le problematiche connesse intermini di raggiungibilità. Le trattative con Auto-strade per l’Italia per ottenere un’area di sosta oun collegamento pedonale con il sito archeolo-gico sono molto difficili e, a quanto mi è dato sa-pere, non hanno ancora preso una piega positiva.

Ha avuto modo di stilare una lista di priorità?C’è un luogo che ha già particolarmente a cuore?

Non è semplice: precedenza ad Arpi, che è ilsito archeologico nel comune in cui si trova la so-vrintendenza e che ha parecchie problematiche.Su Ascoli Satriano sta partendo un lavoro con-dotto sempre dal Segretariato sulla ‘Collina delserpente’ e sulla Villa di Faragola e poi, natural-mente, c’è Ordona, che rappresenta la sfida piùgrande.

4 novembre - duemilasedici

personaggiodi Maria Grazia Frisaldi

L’obiettivo: tutelare il patrimonio culturale del nord della Puglia

La ‘sfida’ di Simonetta BonomiSovrintendente ai Beni archeologici e paesaggistici di Foggia e Bat

La presentazione della sovrintendenza FG - BAT

Abbiamo incontrato Luca Affatato, Agente diassicurazione plurimandatario, impegnatonella proposizione di una specifica coper-

tura assicurativa dedicata alle Donne per capire,con lui, di che si tratta.

“Perché l’idea di una polizza di tutela legale ri-volta all’universo Donna”?

TUTELA DONNA nasce, nell'attuale realtàsociale, dalla consapevolezza della centralità delsoggetto Donna le cui molteplici funzioni ed at-tività si esplicano sia in ambito privato e fami-liare che lavorativo e sociale.

TUTELA DONNA, per consentire ad ogniDonna l'esercizio dei propri diritti, esposti aimolteplici problemi del vivere quotidiano, e l'ac-cesso agli strumenti di difesa e protezione le-gale. "Quali sono i fattori di rischio attualmente pre-valenti nella vita delle Donne?"

Le Donne, purtroppo sempre più spessooggi, sono vittime di episodi di violenza, abusi,stalking, anche tramite i social network.

Le Donne sono inoltre, in alcuni luoghi di la-voro, ancora oggetto di discriminazione: mater-nità, gestione e cura dei figli, troppo spessodiventano per i datori di lavoro motivo e pretestoper mancate assunzioni, licenziamenti o mob-bing. "Cosa garantisce, quali rischi copre TUTELADONNA?"

TUTELA DONNA è la Polizza di Tutela Legalecreata da "UCA Assicurazione" per le Donne, cheoffre una reale garanzia di assistenza legale, insede civile penale amministrativa, per casi edeventi che possono verificarsi nella vita privata,professionale ed extra professionale di ogniDonna.

Questa polizza fornisce un supporto econo-

mico a copertura appunto delle eventuali speseperitali e legali e sostiene le Donne, nelle giàcomplesse e dolorose vicende di separazione edivorzio ad esempio, consentendo il ricorso al-l'assistenza legale in materia di affidamento deifigli minori, di assegni alimentari e di manteni-mento, nel caso di mancato rispetto degli accordio dei provvedimenti del giudice, di revisione dellecondizioni di separazione o divorzio quando, conil passare del tempo, situazioni e condizioni pos-sono essere cambiate.

È evidente l'utilità di questa Polizza che age-vola le Donne nell'accesso ai mezzi di tutela edagli strumenti effettivi di protezione per l'eser-cizio dei diritti propri e dei figli minori, anche neicasi in cui non disponessero delle risorse eco-nomiche per farlo.“E' un prodotto accessibile per il bilancio di unaDonna”?

Sì. UCA - Storica Compagnia di assicurazioniitaliana indipendente e specializzata nel ramotutela legale - ha pensato alle problematiche edesigenze della Donna, coniugando numerosegaranzie e strumenti di tutela con un ottimo rap-porto prezzo/prestazioni e rendendo disponibileuna polizza davvero a misura di Donna.“E per saperne di più”?

E’ sufficiente contattarci, io e le Donne cheoperano con me in Agenzia saremo lieti di illu-strarne caratteristiche, funzionamento e poten-ziale utilità.

Unire le capacità managerialidelle donne alla loro creativitàartistica. E fare impresa, con ri-

cadute positive per l’intero territorio.E’ il progetto ‘L’impresa delle donne difare arte’ ideato dal Gruppo TerziarioDonna di Foggia, una vera e propria‘sfida’ presentata e premiata, a Pa-lermo, nel corso della prima edizionedel Terziario Donna Lab 2016, la con-ferenza di sistema progettata da Con-fcommercio – Imprese per l’Italia.

Il progetto del gruppo foggianosarà presentato alla città nelle pros-sime settimane. Quella siciliana èstata l’occasione per fare il punto sulle

diverse esperienze territoriali in ma-teria di economia di genere e per ri-lanciare i temi dell’innovazioned’impresa declinata al femminile: “E’la dimostrazione di come le donne chefanno impresa con determinazione,coraggio e abnegazione possono dareun contributo importante alla crescitadel territorio”, spiega Lucia La Torre,presidente del gruppo di Foggia. “IlLab di Palermo è stata una esperienzainteressantissima, nata per discuteredi economia e studiare i nuovi modelli

d’impresa, affrontando temi che inte-ressano le attività produttive, le im-prese e le professioni del terziario;tutti settori che vedono - oggi più chemai - le donne protagoniste del cam-biamento”.

“Le nostre zone sono un po’ ‘diffi-cili’, è vero. Ma le potenzialità delledonne di fare impresa sono enormi. Intutti i campi. Soprattutto esse sono ingrado di intercettare il vero cambia-mento, nonostante la fragilità del set-tore dovuta ad una situazione che non

agevola le imprese in generale (in ter-mini di accesso al credito e altri pro-blemi) e quelle femminili inparticolare. Trovare la ricetta per cre-scere è l’obiettivo di Terziario DonnaLab: dobbiamo dare spunti nuovi di ri-generazione delle città, che sarannopoi gli stessi del commercio e di tutti

gli altri settori delle città”.In cosa consiste il progetto ‘L’im-

presa delle donne di fare arte’ è prestodetto: “Si tratta di un’intera giornatadedicata all’arte declinata al femmi-nile, per apprezzare le molteplici sfac-cettature della creatività delle donne,in ogni forma di espressione (musica,danza, recitazione, cabaret)”, puntua-

lizza La Torre. “Tutto questo verrà rea-lizzato anche in collaborazione con al-cuni istituti scolastici della città (comeil ‘Pacinotti’, con le studentesse delcorso di Moda). Previsti anche readingletterari e laboratori per bambini:creeremo un evento in grado di cele-brare e mettere in risalto l’arte delle

donne”. Un evento che si concluderàcon uno spettacolo a tema al TeatroGiordano e che, precisa ancora LaTorre, diventerà un format itinerante.“Portiamo la nostra visione di fare im-presa nell’arte. Sono convinta - con-clude La Torre - che la cultura salveràil mondo, iniziando dall’economia”.

M.g.f.

5novembre - duemilasedici

Una reale garanzia di assistenza legale, in sede civile penale amministrativa, per casi ed eventi che possono verificarsi nella vita privata, professionale ed extra professionale di ogni Donna.

Lucia La Torre: “La cultura salverà il mondo, iniziando dall’economia”

Terziario Donna, quando ”fare arte” è un’impresaParte da Foggia il format itinerante per una sfida di rigenerazione della città

‘Tutela donna’: uno strumento utile per la difesa dei diritti della Donna

Una polizza di tutela legale ‘tagliata’ sulle esigenze dell’universo femminile

attualità

Terziario Donna Lab rappresentaun momento significativo della vitaassociativa, dove Lab sta per labora-torio partecipato ed esperienziale, in-cubatore di idee innovative.Un’occasione di approfondimento maanche di riflessione sui temi che inte-ressano le attività, le imprese, le pro-fessioni del nostro mondo chequotidianamente si confrontano conl’economia reale.

L’evento riunisce lecompetenze del sistemaConfCommercio, delmondo accademico e pro-fessionisti dell’economia edell’imprenditoria italianaintorno ad alcuni temi stra-tegici per il gruppo TerziarioDonna. La prima edizione siè focalizzata sulle nuoveleve di sviluppo e consumo,con l’obiettivo di svilupparemaggiore conoscenza sulle

recenti tendenze del mercato e suicambiamenti in atto non solo nell’eco-nomia ma anche nella società. Du-rante i lavori è stato presentato ancheil progetto nazionale Women Run theshow che ha permesso a donne vit-time di violenza di recuperare la pro-pria dignità attraverso il lavoro.

Allianz Spa Elba Assicurazioni SpaUCA Ass.ne spese legali e peritali SpaZurich Insurance plc Luca Affatato e le sue collaboratrici

Foggia, Corso Cairoli 37 tel. 0881.727322 fax 708355 sito internet www.affatato.ite-mail [email protected] al RUI Ivass n. A000129813

Le potenzialità delle donne sono enormi:esse intercettano il vero cambiamento

Terziario Donna Fg premiato a Palermo

La famiglia di Terziario Donna Lab

6 novembre - duemilasedici

Da luglio ad oggi sono state sco-perte e sequestrate 20 piantagioni,interi fondi agricoli votati alla mari-juana, che cresceva rigogliosa al-l’ombra di vigneti o uliveti: lamalavita alza iltiro e punta albanco, ovveroall’intera filieradello stupefa-cente, dallap r o d u z i o n ealla vendita,passando peressiccazione ec o n fe z i o n a -mento. NellaValle del-l’Ofanto, adesempio, sonostate sequestrate due maxi-pianta-gioni per 10 quintali di foglie, nelcomplesso. Nel primo caso, dagliarbusti estirpati sarebbe stato pos-sibile ricavare 70.000 dosi per un va-

lore commerciale oscillante tra i300 e i 350 mila euro, mentre nelsecondo caso, dalle 1600 piante dicannabis indica sequestrate - datala concentrazione di principio attivo

- le tabelle ministeriali indicano il ri-cavo potenziale di 3 milioni di dosimedie singole, per un profitto a seizeri. Sempre nel cerignolano, a set-tembre, scoperte e distrutte cinque

tonnellate in foglie di cannabis sa-tiva che avrebbero originato 500miladosi medie di marijuana da immet-tere sul mercato dello spaccio fog-giano per un guadagno da 1 milione

e mezzo di euro. Ad Or-dona, invece, comecaso eclatante, ci sonovoluti tre giorni di la-voro per estirpare e di-struggere gli oltre180mila arbusti di can-nabis indica scopertinei pressi di una cavadismessa. Gli accerta-menti dei tecnici delLASS - LaboratorioAnalisi Sostanze Stu-pefacenti dei carabi-nieri hanno permesso

di stabilire che da quanto seque-strato sarebbe stato possibile rica-vare 356 kg di principio attivo puro,da cui ottenere circa 14 milioni didosi medie singole, per un valore

commerciale stimato di decine dimilioni di euro. Anche il Garganonon è immune a tutto ciò e oltre aqualche sparuta piantagione, a fineottobre è stato scoperto e smantel-lato un vero e proprio laboratorioper la lavorazione dello stupefa-cente, in agro di San Nicandro Gar-ganico.

Il rovescio dellamedaglia di questo‘proliferare’ di ma-rijuana lo si perce-pisce in strada,dove reperire la so-stanza, almeno aFoggia, è un giocoda ragazzi. Ci sonopiazze storiche eormai consolidate(piazzale Italia,piazza Puglia epiazza Padre Piosolo per rimanerein centro) “Reperire Marijuana aFoggia è molto facile. È evidente chechi gestisce il traffico di questi stu-pefacenti abbia una rete capillare dispacciatori che riesce ad arrivare atutti e dappertutto”, ci spiega Pietro(nome di fantasia), foggiano di etàpoco inferiore ai trent’anni e consu-matore abituale di ‘maria’. “Ci si puòrifornire nelle tradizionali ‘piazze’dello spaccio oppure direttamentein alcuni locali della città e nellecase degli spacciatori”. E la cronacadegli ultimi mesi ne ha raccontati di

episodi di pusher agli arresti domi-ciliari sorpresi dalle forze di poliziain piena attività, ma comodamentea casa. A giustificare il largo utilizzodi marijuana, anche tra giovani egiovanissimi, vi è sicuramente il suocosto abbordabile. “Una dose ha uncosto medio di 5 euro - riferisce an-cora la nostra fonte - ma dipendedalla qualità: per quella ‘buona’ bi-sogna essere disposti a spendere unpo’ di più”.

La rete di pusher e spacciatori ètalmente ampia e stratificata che di-

luisce i rapporti di-retti con chiamministra l’atti-vità di spaccio inmodo intensivo:essi non sono gan-gli della crimina-lità organizzata,ma semplici pe-dine nelle mani dichi gestisce il bu-siness su largascala. Sui ‘perché’si faccia ricorsoall’uso di stupefa-centi è impossibile

generalizzare. Ognuno ha i suoi mo-tivi e sono tra i più disparati. “Io -confessa Pietro - faccio uso di ma-rijuana da circa sette anni, ma negliultimi tre ne faccio un uso conside-revole: lo faccio perché aiuta a rilas-sarmi ed in alcune fasi - con ladovuta attenzione ed un dosaggioadeguato - riesce a canalizzare lamia creatività. Inoltre, molto spessorisolve le mie emicranie evitandomidi fare ricorso a medicinali”. Sulpunto, però, una parte della scienzaè di tutt’altro avviso.

focus

L’altra Capitanata dal pollice verde illegaleL’altro volto dell’agricoltura: nel Foggiano proliferano piantagioni di cannabis indica o sativa

Cosa dice la Legge?In materia di coltivazione e consumo di ma-

rijuana, lo scenario legislativo in Italia stasubendo un progressivo cambiamento in

senso “favorevole” all’uso, purché sussistanodeterminati presupposti e condizioni.

Attenzione, però. L’attuale assetto norma-tivo prevede ancora che la coltivazione dipiante di marijuana sia una condotta penal-mente rilevante, ma c’è stata una sorta diapertura da parte dei giudici, anche dellaCorte di Cassazione, nel senso di ritenere checoltivare una quantità minima di marijuanaper uso personale può non costituire reato.

Ma come si fa a determinare il limite oltreil quale si commette il reato? Bisogna fareuna valutazione circa l’esistenza di una “of-fensività concreta” della condotta, e cioè,sulla base di questo principio disciplinatodall’art. 25 della Costituzione italiana, spettaal giudice di volta in volta verificare se la con-dotta contestata (la coltivazione di cannabis)sia idonea o meno a “mettere a repentaglio ilbene giuridico protetto”, ossia la salute pub-

blica.La punibilità per la colti-

vazione di questo genere dipiante va esclusa allorché ilgiudice ne accerti l’inoffensi-vità in concreto, cioè se la so-stanza ricavabile non èidonea a produrre un effettostupefacente in concreto rile-vabile, né può comportare ilpericolo della sua diffusione.

Se la minima quantità di piantine può es-sere un elemento per non incorrere nella re-sponsabilità penale, non è certamentel’unico: bisogna vedere anche la percentualedi principio attivo contenuto nella pianta, mac’è chi, tra i giudici, ha ritenuto di dover guar-dare “la conformità delle piante al tipo bota-nico previsto” e la loro attitudine (anche permodalità e cura di coltivazione) a produrre lasostanza stupefacente utilizzabile per il con-sumo. In ogni caso la coltivazione di piantinedi marijuana rimane comunque un illecito

amministrativo, cosìcome la cessione dellasostanza integra il reatodi spaccio.

Anche alla luce diqueste inversioni dirotta, benché incerte, ungruppo di parlamentariha cominciato a darsi dafare, seppur in minimaparte, nel voler portare

avanti una proposta di legge che preveda lapossibilità di detenere e trasportare piccolequantità di cannabis, di coltivarla e di acqui-starla in negozi autorizzati.

Ma quali vantaggi si potrebbero avere?I sostenitori della legalizzazione eviden-

ziano come certamente la nuova legislazionein materia permetterebbe di destinare quellerisorse che al momento vengono impiegatenella lotta alle droghe leggere, nel combat-tere crimini più gravi. Inoltre con la legalizza-zione si potrebbero aumentare le entrate

dello Stato grazie alle tasse sulla produzionee sul consumo di droghe leggere. Un altro im-portante beneficio della legalizzazione sa-rebbe la sottrazione di un’imponente fonte dientrate per la criminalità organizzata.

Non si dimentichi che l’uso della cannabisha anche un risvolto positivo se utilizzatonell’ambito del trattamento del dolore per imalati oncologici e per molte altre malattie,soprattutto del sistema nervoso (esistono giàfarmaci contenenti il principio attivo tipicodella marijuana).

Ed è proprio in Puglia che è già partitol’uso terapeutico della canapa medicinaledove i pazienti in cura sono quasi 300, con nonpoche difficoltà, che vanno dal costoso repe-rimento della sostanza fino a quelle ancheeconomiche per la sua preparazione. E, dun-que, tra contraddizioni ed incertezze, non sipuò far altro che attendere l’esito di una lottaalla legalizzazione, che senza dubbi potràavere effetti benefici sotto numerosi punti divista.

Scenari legislativi, dalla legalizzazione all’uso terapeuticoL’AVVOCATODI VALENTINA

DINISI

AVVOCATO

PENALISTA

L’agricoltura sembra essersi convertita. Aperta a nuovi scenari, nuove colture e fonti di bu-siness alternativi. Illegali però. Colpa della crisi, dicono i maligni. Fatto sta che da alcunimesi il Tavoliere si è rivelato una terra ‘stupefacente’ svelando di volta in volta intere distese

di marijuana, immense piantagioni per giri d’affari da capogiro. Per settimane e mesi, infatti, a par-tire dalla fine dell’estate, si sono susseguite notizie relative a piantagioni di cannabis indica o sativascoperte lungo l’argine dell’Ofanto, nascoste dalla fitta boscaglia in agro di Cerignola, o sul Gargano,in terreni impervi e lontani da sguardi indiscreti. Anche il basso Tavoliere non è rimasto indifferenterispetto a questa deriva agricola mettendo a disposizione della malavita, in agro di Ordona, oltre 6ettari di terreno, una delle piantagioni più estese mai sequestrate in Italia. I numeri sono talmentegrandi da sembrare sproporzionati per le ‘piazze’ locali.

La malavita punta al banco, ovvero all’intera filiera dello stupefacenteBusiness con profitti da capogiro: si parla di un giro di affari a sei zeri

di Maria Grazia Frisaldi

7novembre - duemilasedici

Le chiamano ‘droghe leggere’. Ma per moltiè semplicemente droga. E la sola definizionespaventa. Atterrisce. E alza il muro del fortinodei ‘no’, ovvero i contrari alla legalizzazionedella marijuana. Tralasciando gli ovvi schiera-menti politici tra favorevoli e contrari - sinistraprogressista da una parte e destra conserva-trice dall’altra, per una brutale semplificazione- convinzioni e dubbi, così come remore epaure, serpeggiano in strada. “A preoccupare èil fatto che non parliamo più di droga leggera”,spiega Luisa, 31 anni, laureata in Scienze Giu-ridiche. “La ‘maria’ che si trova in giro, perquanto mi è dato sapere, ha una concentrazionedi principio attivo sempre maggiore. Dunque, alume di naso, sempre più dannosa. Se pen-siamo che è lo stupefacente più abusato tra gio-vani e giovanissimi non c’è altro da dire permotivare il mio no, secco”.

Diversa la posizione di Letizia, 40 anni emamma dalle ampie vedute. “Come per le casechiuse, sono favorevole alla legalizzazione”, ta-

glia corto. “Credo sia l’unico modo per

contrastare il contrabbando e ‘con-trollare’ in un certo senso il feno-meno”. “E’ una conquista di civiltà edi legalità - spiega invece Antonella, 59 anni,mamma e nonna - significa arginare lo spaccioe tutti i fenomeni illegali ad esso correlati, esarà la reale svolta per oliare i meccanismi an-

cora farraginosi dell’accesso alla cannabis te-rapeutica, speranza per molti malati”.

Nella zona grigia tra favorevoli e contrari siposizionano i tiepidi: “Credo che la cannabis te-rapeutica debba essere sdoganata e non debbaessere vietata a chiunque ne abbia bisogno.Possibile che per rendere questo passaggiodavvero reale si debba addirittura arrivare a le-

galizzarla pertutti?”, sichiede Stefa-nia, 33ennefoggiana eche, fuor dimicrofono,a m m e t t ec a n d i d a -mente che

“qualche tiro e qualche boccata” in passato loha fatto anche lei.

Non ha ancora trovato ancora una sua col-locazione precisa nel dibattito, ma a sentimento

si sente più vicino ai ‘No’, invece, Luca, 36ennefoggiano, libero professionista: “Sono un utentemedio con scarse conoscenze dei pro e dei con-tro. Non ho un’etica particolarmente improntataalle regolamentazioni e alle restrizioni… tutta-via, semplicemente sento che è sbagliato. Masaprò adattarmi a qualunque delle ipotesi, inogni caso. Di fatto non mi cambierà la vita. Al-meno non a me”. Si schiera senza mezze mi-sure, né mezzi termini, dalla parte del ‘no’,Antonietta, 35 anni e una laurea in Economia intasca. “Smettiamo di combattere il contrab-bando legalizzandolo? Ridicolo. Di questostiamo parlando: di aprire le porte all’illegalità.Lo Stato deve tutelare la salute dei cittadini, nonrendere legale l’uso di droghe. E’ il messaggiosociale che passa che è sbagliato: se è legaleallora che male c’è? Dovremmo smetterla disoccombere alla logica del ‘tutto è permesso’ econservare un minimo di sani principi e di amorproprio. Questo sì - conclude - che non ha maiucciso nessuno”.

Norberto Guerriero lo giura: nonha mai fatto uso si sostanzestupefacenti. Ciò nonostante, a

Foggia è uno dei volti della battaglia perla legalizzazione delle droghe leggere. Ein modo del tutto disinteressato.“Perchésolo dedicando la nostra azione politicaagli ultimi, guardando ai luoghi che nes-suno vuole guardare e ai diritti negati chepossiamo garantire le nostre libertà e i di-ritti degli altri”, spiega in veste di segre-tario dell’associazione radicale “MariaTeresa di Lascia”, tracciando un bilanciodell’attività svolta in città nelle ultime set-timane. Sul dilemma ‘legalizzazione sì,legalizzazione no’, l’Italia si è espressa:sabato 11 novembre, sono stati consegnatiin Parlamento una serie discatoloni con le oltre60mila firme raccolte incalce alla proposta di leggedei radicali, per legalizzarela cannabis. Una richiestache vuole dare ulterioreslancio alla proposta dilegge presentata dall’inter-gruppo cannabis legaleche, dopo l’approdo nel-l’aula di Montecitorio, èstata rispedita in commis-sione dove rischia di finirein un cassetto.

Norberto Guerriero, qual è stato il bi-lancio della vostra raccolta firme?

Nelle due-giorni dei ‘LegalizziamoDays’ di settembre e ottobre - due focusimportanti, nei quali abbiamo attivato unamobilitazione nazionale per dare spintaalla campagna - abbiamo raccolto 540firme, ma sono 2300 le adesioni - numeropiù, numero meno - su Foggia. E’ un datoimportante, data l’esiguità di informa-zione al riguardo. Nel complesso, però,

sono state raccolte 67mila adesioni intutt’Italia, ovvero ben oltre le 50mila pre-viste dalla legge, a sostegno della nostraproposta.

E’ possibile fare un ‘identikit’ del sot-toscrittore-tipo?

In realtà è più facile tratteggiare ilprofilo del non-sottoscrittore. Abbiamoraccolto un elenco di frasi, giustificazionie falsi miti sciorinati per non firmare. Asostenere la nostra proposta di legge

sono soprattutto i giovani (i neodiplomatie gli universitari), che al riguardo sonomolto informati e formati. Inoltre, ab-biamo avuto il sostegno consapevole dellagenerazione Over50, che ha vissuto lebattaglie anti-proibizioniste fatte da Pan-nella negli anni ‘70. E’ stato triste notarecome la fascia d’età tra i 26 e i 36 anni, perintenderci la generazione Anni 80, mani-festi indifferenza e scarsa propensione ainformarsi. Paradossalmente, quella che

è la generazione più formata ed emanci-pata, con lauree e master, è quella più di-sinteressata. Una sorta di analfabetismodi ritorno.

Per i sottoscrittori, che peso hanno lepossibilità della cannabis terapeutica?

E’ il motore di tutto. La proposta dilegge parte proprio da lì. La nostra batta-glia nasce dall’impegno dell’associazioneradicale ‘Maria Teresa di Lascia’, portataavanti con Andrea Trisciuoglio, un malato

di sclerosi multipla fog-giano. Insieme, dal 2012ad oggi abbiamo ‘spinto’affinché fosse garantitol’accesso ai cannabinoidie la Regione Puglia èstata la prima a legife-rare in materia. L’azionecondotta da Radicali ditutt’Italia ha rotto il murodell’ignoranza sull’usodella cannabis medica.Quello che evidenziamo èche il semplice uso tera-peutico non è un diritto

garantito. In che senso?Abbiamo seguito, ad esempio, la sto-

ria di un detenuto foggiano, un ragazzomalato con regolare prescrizione medica,che non avendo disponibilità economicaper acquistare la cannabis medica ha de-ciso di auto-coltivarla per non rivolgersial mercato nero, che garantisce un prezzomigliore. Il paradosso della legge italianaè che se coltivi una pianta di marijuana

anche se per uso medico, sei consideratoalla stregua di uno spacciatore e incorri inuna sanzione penale. Se invece, acquistila stessa sostanza da uno spacciatore inmodica quantità vieni considerato un as-suntore e incorri in una sanzione ammi-nistrativa. Ecco perché siamo per lalegalizzazione: se non viene rivisto il pianopenale e legislativo neanche l’uso medicoverrà realmente garantito.

Si è fatto un’idea sul proliferare dipiantagioni di ‘maria’ nel Tavoliere?

Secondo me, ma opinione stretta-mente personale e non espressione del-l’associazione che rappresento, oggi c’èuna stampa molto proibizionista: nel mo-mento in cui è partita la proposta di legge,incredibilmente sono aumentate le notiziesui sequestridi piantagionidi cannabis.Anche in ma-teria di con-trolli, c’èsempre statauna spropor-zione verso lacannabis ri-spetto a dro-ghe piùcomplesse. La criminalità trova maggioreinteresse nel lucrare sulla cannabis cheha un uso di massa (sono diversi milionigli utenti che ne fanno uso) e quandomanca un circuito legale a guadagnarci èsempre la malavita.

Torniamo alla proposta di legge. A

che punto siamo?Con 67mila firme raccolte abbiamo

raggiunto il dato numerico. Il testo verràdepositato in Parlamento e incardinatoall’interno delle commissioni sperandoche non resti bloccata in Parlamento,dove giace già la proposta dell’inter-gruppo avanzata dall’onorevole RobertoGiachetti, storico radicale, e BenedettoDella Vedova, sottosegretario agli Esteridel Governo; in tal caso ci opporremo at-traverso gli strumenti democratici. Comeripeteva il leader dei radicali, Marco Pan-nella, “Il tempo dei diritti non può seguireil tempo della politica”.

Cosa cambierà una volta eventual-mente approvata la proposta?

Ci sarà la piena legalizzazione e,quindi, la rot-tura di quelloche è il cir-cuito di ille-g a l i t àpresente inItalia, in ma-teria di can-nabis. Poi cisarà un’ar-monizzazioneper l’accesso

alla cannabis ad uso medico e auspiche-remmo anche la possibilità di poter colti-vare fino a 5 piante di cannabisliberamente. Pensiamo si realizzerà l’af-fermazione di un diritto e la restituzionedi una libertà proibita negli ultimi 30 anniin modo fallimentare.

Radicali in trincea: “Perchè la nostra battaglia”Il punto con Norberto Guerriero, segretario dell’associazione “Maria Teresa di Lascia”

Tra favorevoli e contrari: cosa pensano i foggiani?

L’obiettivo: sdoganare l’uso della cannabis ad uso medico,e ‘spezzare’ il circuito illegale ovunque presente in Italia

VOX POPULI

Dubbi, remore e paure serpeggiano in stradaTra sostenitori convinti del ‘sì’ e ‘no’ e lo stallo della zona grigia dei ‘forse’

focus

8 novembre - duemilasedici

“Il diritto di non essere maltrat-tate” a Foggia sta a zero. Il pro-gramma antiviolenza è stato

scartato dalla Regione. Sedici AmbitiTerritoriali in tutta la Puglia hannopresentato le domande per il finanzia-mento, solo due non sono stati am-messi. Lucera, Cerignola, Troia e SanSevero hanno chiesto e ottenuto40mila euro, San Marco in Lamis, peressere precisi, ha richiesto 39.912euro e tanto è stato concesso. I pun-teggi assegnati ai programmi antivio-lenza arrivati dalla Capitanata vannodai 76 punti di Lucera ai 55 di San Se-vero, considerato il minimo per acce-dere al finanziamento (la prima ingraduatoria è Barletta con 90 punti,ma il finanziamento massimo resta di40mila euro).

Foggia ha conseguito un punteg-gio inferiore a 55, appena 48 punti,l’altro programma non ammesso ar-rivava da Fasano ed è stato conside-rato inammissibile dallaCommissione. Gli elenchi sono statiapprovati dal dirigente della SezionePromozione della Salute e Benesseree pubblicati a fine ottobre.

La Regione ha notificato all’Asses-sorato alle Politiche Sociali del Co-mune di Foggia soltanto la nonammissione al finanziamento richie-sto ma nel provvedimento non sonostate comunicate le motivazioni dellavalutazione e della conseguente man-cata assegnazione. Tanto che l’asses-sore Erminia Roberto voleva recarsi aBari per capire quali fossero le ragionidell’esclusione.

I programmi dovevano essere pre-sentati da parte dei Centri Antiviolenzaagli Ambiti territoriali non beneficiaridel finanziamento assegnato a no-vembre dell’anno scorso (il Comune diFoggia non aveva proprio presentatodomanda) e questi ultimi lo candida-vano al finanziamento regionale. Amaggio era stato pubblicato il secondoAvviso Pubblico finalizzato a “soste-nere le attività dei centri antiviolenzaed implementare su tutto il territorioregionale la rete dei servizi per la pre-venzione e il contrasto della violenzadi genere, finalizzata all’accoglienza,al sostegno e all’accompagnamentodelle donne vittime di violenza, sole ocon minori, con l’obiettivo di suppor-

tarle durante tutto il percorso di fuo-riuscita dalla violenza medesima”.Tra i criteri di attribuzione del punteg-gio e ai fini della valutazione, venivanoconsiderati la dimensione del cofinan-ziamento del programma da partedell’ambito territoriale, le professio-nalità coinvolte, il livello di formazionespecifica delle operatrici, i temi dellaprevenzione e contrasto alla violenzadi genere quali finalità esclusive oprioritarie indicati nello statuto, averegarantito al personale operante l’ac-cesso a corsi di formazione specifici odi aggiornamento nell’ultimo triennio.

Sarebbero state riscontrate unaserie di criticità nell’istanza presen-tata dall’Ambito Territoriale di Foggia:un punteggio così basso potrebbe di-pendere dalla mancata costruzione diuna rete di partenariato, con l’indica-zione chiara e concreta del ruolo attri-buito a ciascun partner e l’indicazioneeffettiva e concreta delle strategieadottate per implementare e consoli-dare nel tempo la rete antiviolenza(così come richiesto dall’Avviso Pub-blico), dalla mancata presa in caricodel progetto da parte del Comune e da

possibili lacune nell’indicazione delpercorso formativo delle figure pro-fessionali coinvolte.

Sin dalla fase operativa, i soggettibeneficiari devono dimostrare di avereeffettivamente i requisiti dichiarati,dunque chiusa l’istruttoria il finanzia-mento non viene liquidato a occhichiusi.

Il Centro Antiviolenza di Foggia,operativo nell’ex palestra Gil del Co-mune in via Matteotti, è gestito ora dalConsorzio “Terzo Settore” Società diServizi Sociali – Società Cooperativa

Sociale con sede a Volla (Na) che si èaggiudicato il servizio e ha incaricatoper lo svolgimento delle attività unasua associata, la Società CooperativaSociale “Rebus” di Foggia. L’affida-mento è avvenuto mesi fa, alla sca-denza della convenzione conl’Associazione “Donne Insieme”. IlCentro, almeno per il momento, dovràfare a meno dei 40mila euro. I pro-grammi antiviolenza restano però in-tegrativi e non sostitutivi rispetto aiservizi e agli interventi programmatinei piani sociali di zona.

“Il testo del quesito referendario è chiaroe vuole rispondere alle esigenze di un Paeseche non cresce e che non aggancia la ripresa,anche a causa di una struttura istituzionaleincompatibile con i nostri tempi.

Il Governo Renzi non ha raccolto gli ele-menti più condivisi delle proposte degli ultimitrenta anni. Nulla di bizzarro, nulla di improv-visato. Trovo molto sbagliato l’allarmismo che il va-riegato fronte del No - che va da Forza Nuova aM5S a pezzi del Pd - sta diffondendo tra la gente.

La riduzione dei costi della politica, ad esempio,è uno degli aspetti più semplici, che avrebbe do-vuto trovare l’approvazione di chi, di questo argo-mento, ha fatto una bandiera. Grazie ad essa,invece, non solo verrà ridotto il numero dei parla-mentari - i senatori elettivi passeranno da 315 a 95(più 5 di nomina del Presidente della Repubblica)e non percepiranno indennità – ma le province sa-ranno definitivamente eliminate dalla Costituzione.Ancora, verrà abolito il CNEL e, novità di non pococonto, i consiglieri regionali non potranno percepire

un’indennità più alta di quella del sin-daco del capoluogo di regione e igruppi regionali non avranno più il fi-nanziamento pubblico.

La riforma, ancora, servirà a ren-dere più efficace la partecipazione deicittadini, ad aumentare la rappresen-tanza degli Enti Locali in Parlamento

e in Europa e a chiarire le competenze di Stato eRegioni. In Capitanata, con i Comitati “Basta un Sì.Per l’Italia e per L’Europa”, stiamo cercando dispiegare le ragioni e l’importanza della riforma.

Non si può pretendere, comunque, che il Paesediventi un’estesa facoltà di legge. Per questo,chiudo citando i 250 professori di diritto pubblicoche hanno sottoscritto il Manifesto per la Riforma:A quanti, come noi, sono affezionati alla Carta del1948, esprimiamo la convinzione che – interve-nendo solo sulla parte organizzativa della Costitu-zione e rispettando ogni virgola – la riforma potràperseguire meglio quei principi che sono patrimo-nio di tutti gli italiani.”

polisa cura di Mariangela Mariani

L’Ambito Territoriale di Foggia escluso dalla Regione

AL VOTO Referendum costituzionale: ‘sì’ e ‘no’ al femminile

Il Centro Antiviolenza perde 40mila euroSfumato il finanziamento per il programma “Il diritto di non essere maltrattate”

L’ultimo referendum costituzionale risale a dieci anni fa. Quello del 4 dicembre (si vota dalle 7 alle 23) è il terzo della storia repubblicana. Gli elettori decideranno se confermare o meno il testodella legge costituzionale già approvata dal Parlamento, in seconda convocazione e a maggioranza assoluta ma inferiore ai due terzi dei membri di ciascuna Camera, contenente “Disposizioni peril superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del

titolo V della parte II della Costituzione”. Il testo della riforma si compone di 41 articoli. È una consultazione senza quorum: a differenza del referendum abrogativo, si procede al conteggio dei voti cheabbia o meno partecipato la maggioranza degli aventi diritto. Perché sì e perché no lo spiegano due donne: Maria Elena Ritrovato nella direzione regionale del PD (partito sempre agitato dal flussodelle correnti) e Rosa Barone del Movimento Cinque Stelle (che per definizione studia).

“È una riforma che allontana i citta-dini dalla politica, risulta andare in unadirezione assolutamente antidemocra-tica, allungherà le distanze dalle deci-sioni, non avremo più possibilità didifendere i nostri territori, le nostre re-gioni, il nostro ambiente, e quindi ver-ranno meno anche i diritti civili, a tuttigli effetti. Nel merito va detto no, non perchéci sia di mezzo Renzi - sebbene lui l’abbiascritta e debba prendersi chiaramente le sueresponsabilità - ma proprio perché scrittamale, incomprensibile, antidemocratica, e cheallontana i cittadini dalla partecipazione e dalcontrollo della politica, dando vita ad un Ese-cutivo fortissimo che potrà avere diritto di vitao di morte sui territori. I costi della politica ta-gliati sono relativi: per la ragioneria dello Statoparliamo di 57 milioni circa, quindi meno di uncaffè all’anno, 88 centesimi a cittadino. Ri-spetto al venire meno della possibilità di sce-gliersi i propri senatori e, nel caso in cui

passasse l’Italicum, al 70% deideputati nominati dai partiti per ilmeccanismo del capolista bloc-cato, riteniamo che il prezzo dellademocrazia sia più alto di un caffèall’anno. È paradossale che si uti-lizzi questo metodo quando pernon votare insieme alle Ammini-

strative anche il referendum anti-trivelle ab-biamo speso per un solo giorno 300 milioni. Inpiù, qualche giorno fa, in Parlamento è statarimandata in Commissione la nostra propostadi legge che riduceva lo stipendio dei parla-mentari alla stregua di quello che prendiamonoi: in quella maniera avremmo risparmiatosenza modificare la Costituzione 81 milioni dieuro. Se i politici volessero effettivamente il ri-sparmio ci sarebbero sistemi più democratici,non modificando la Costituzione in un sensoassolutamente oligarchico, antidemocratico eriducendo la partecipazione dei cittadini. Nonci stiamo a questo metodo”.

SINO Maria Elena Ritrovato(Direzione regionale Pd)

Rosa Barone(consigliera regionale M5S)

Il Centro Antiviolenza in via Matteotti, a Foggia

9novembre - duemilasedici

Se fino a qualche anno fa sposarsid’inverno era considerata una sceltadi ripiego, adesso la stagione fredda

sta vivendo un momento d’oro per i nu-merosi vantaggi che comporta: primo fratutti la maggiore scelta di date e sale di-sponibili che permettono agli sposi di vi-vere con meno ansia e fretta il momentofatidico della progettazione delle nozze.Sancire il lieto fine della propria storiad’amore nella stagione fredda poi non si-gnifica doversi limitare nello stile: le nuovetendenze sono di tutt’altro avviso.

Atmosfere da sogno | Le amanti deimatrimoni shabby chic potranno sfiziarsicon la scelta di masserie e casali im-mersi nella vegetazione tipica, che perle più fortunate potrà anche essere‘spruzzata’ da qualche fiocco di neve. Sipossono sfruttare ambienti rustici in-terni come le antiche cantine o vecchiestalle per i momenti diversi del ban-chetto o addirittura per la cerimonia ci-vile. Le dimore storiche come i castelli ogli alberghi di lusso vecchio stile, invece,conquisteranno le amanti dei matrimonivintage: non dovrà mancare una salaampia illuminata da un grande camino.Le più moderne invece potranno viverele proprie nozze a contatto con la naturasfruttando i moderni giardini d’invernoche con le ampie vetrate permettono aicommensali di vagare con lo sguardo

durante il lungo banchetto di nozze.Sfumature di stagione | Sposarsi in in-

verno non significa avere una scelta limi-tata sui colori del proprio matrimonio. Letonalità classiche sembrano banali se pa-ragonate alle sfumature top dell’inverno2017 sancite da Pan-tone, l’autorità statu-nitense indiscussa inmateria di cataloga-zione dei colori. Lanuance di tendenzasarà Bodacius cheracchiude in sé l’es-senza del porporaarricchita da sfuma-ture rosate, idealeper matrimoni chic.Non mancano anchecolorazioni adatte ai matrimoni rusticicome Warm Taupe e Sharkskin, rispetti-vamente derivanti dal marrone e dal gri-gio. Spettacolari anche le sfumature delpiù algido azzurro come Airy Blue, moltotenue, e Riverside, più intenso. Il segreto?Sfumature polverose che, anche se inso-lite, hanno il vantaggio di rendere il ma-trimonio in linea con la stagione nonché

di accontentare una sposa che ha il corag-gio di osare.

Il gusto dell’inverno | Anche gli chefdettano legge in fatto di tendenza nuziale,proponendo peccati di gola alternativi chenon fanno rimpiangere le delizie del-

l’estate. Accogliere gliospiti con un cartoccio fu-mante di caldarroste saràsicuramente un modo perfarsi ricordare. Un menùelaborato e di stagione sigusta meglio senza la ca-lura che toglie appetito. Ilcandy bar non sortisce piùalcun effetto sorpresa:meglio sostituirlo con unadegustazione di fruttasecca, frutta candita e

preziosi marron glacè. Anche l’angolodella cioccolata calda o dei the aromatiz-zati sta prendendo piede. Infine la torta eil buffet di dolci possono omaggiare l’in-verno tramite decorazioni e sculture dizucchero caramellato, cavalcando lanuova tendenza che fonde cucina e de-sign.

Dalila Campanile

Dalle atmosfere ai colori, passando per il gusto: tutti pazzi per il winter marriage

Giurarsi amore eterno nella stagionefredda senza rinunciare allo stile

L’irresistibile fascino delle nozze invernali E’ BOOM DI NOZZE CIVILISempre meno sposi arrivano

all’altare. Negli ultimi anni sonodecisamente raddoppiate lenozze civili meno pompose ri-spetto a quelle tradizionali inchiesa. Tra le motivazioni cheportano le coppie a fare questascelta figurano l’aspetto econo-mico, seguito dalla disaffezionenei confronti della fede e dal di-sincanto nei confronti dell’amoreeterno, alla base della promessamatrimoniale benedetta dal sa-cerdote. Le nozze civili tuttaviasembrano essere anche le menostabili rispetto a quelle celebratein chiesa: durerebbero in mediasolo sedici anni. I più a rischio, aprescindere dal tipo di nozzescelte, gli aspiranti coniugi mo-derni. (Fonte Censis).

SpecialeLa sposa d’inverno

10 novembre - duemilasedici

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11novembre - duemilasedici

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12 novembre - duemilasedici

tessy

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13novembre - duemilasedici

14 novembre - duemilasedici

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15novembre - duemilasedici

a cura del dott. Gianluca D’Alessandro

La medicina tradizionale cinese consi-dera il Reishi uno dei rimedidi livello più alto dal

punto di vista curativo, sia per ilcorpo che per la mente. Nelpiù antico erbario dellaCina, il Shen Nung PenT’sao Ching,  questofungo è considerato il ca-posaldo della Medicinastessa: “Se vuoi stare beneo rinforzare il tuo organismo, se vuoi vivere alungo senza invecchiare mai, usa questo medi-camento!”

Il ganoderma viene considerato come più im-portante anche del ginseng, un fungo dalle po-tenti qualità medicinali e privo di effetti nocivi.

Il primo utilizzo documentato del Reishi risalea oltre 4.000 anni fa e da sempre nella cultura ci-nese e giapponese viene associato con la regalità,la salute, il potere sessuale e la longevità.

Per millenni è stato acclamato come “erba di-vina”, “erba della potenza spirituale”, “fungo mi-racoloso”, “fungo dell’immortalità” o “elisir dilunga vita” ed è stato venerato come erba cele-stiale dalle proprietà eccezionali.

Il Reishi, è un fungo parassita tipico degli al-beri di quercia e castagno, dove si lega alla cor-teccia. Dalla consistenza dura e legnosa, il fungonon risulta essere immediatamente commesti-

bile: agli scopi di cura, infatti, si utilizza una pol-vere essiccata. La coltivazione avviene soprattuttoin Cina e in Giappone.

Il composto manifesterebbe un’alta attivitàantinfiammatoria, nonché un preliminare

effetto antitumorale ancora in corso distudio e approfondimento scientifico,

grazie agli acidi gano-dermici che indu-

cono l’apoptosi,cioè la mortedelle cellule dan-neggiate.

Queste caratte-ristiche terapeutiche sarebbero dovute principal-mente ai polisaccaridi contenuti, utili perstimolare il sistema immunitario, ma anche daipeptidi Lz-8, indicati per regolare la pressionesanguigna, sia nel caso di pressione bassa chealta, e ridurre il colesterolo. Ricco di germanio or-ganico, dalle peculiarità antivirali e antinfiamma-torie, il Ganoderma lucidum sembra contrastareanche la liberazione di istamina, grazie alla pre-senza di triterpeni, quindi può essere utile in casodi reazioni allergiche.

Il Reishi veniva usato anche dai preti taoisti,come racconta un poeta cinese: “Prendono dosidi germi d’oro e di giada e mangiano il frutto mi-gliore del purpureo fungo… Cibandosi di ciò cheè germinale, i loro corpi diventano lievi, ed essisono capaci di trascendenza spirituale.”

Un rimedio conosciuto da oltre 4000 anni

Reishi, antinfiammatorio e immunostimolante

Il fungo dell’immortalità

16 novembre - duemilasedici16

Verso il recupero di un bene pubblicoNasce ‘ParcoCittà’

Così Parco San Felice torna a sorridere

Accoglienza, partecipazione spontanea, vi-sione di comunità per una crescita co-mune. Questi gli ingredienti della giornata

inaugurale del Centro Polivalente “Parcocittà”,al Parco San Felice, che comprende la partedell’anfiteatro ristrutturata e recuperata grazieal progetto messo su dall’Associazione Tempo-ranea di Scopo composta da un pool di realtàfacenti parte del privato sociale cittadino -“Energiovane” come capofila, associazione divolontariato “L’Aquilone”, cooperativa socialeMonti Dauni Multiservice - Fondazione ApuliaFelix Onlus, con il sostegno della FondazioneBanca del Monte di Foggia e il Comune.

Una giornata che ha vissuto di vari momenti,tutti con lo scopo di restituire alla piena frui-zione comune una parte importante del pol-mone verde più grande della città di Foggia.

Tante le autorità intervenute per testimo-niare la necessità della presenza delle istitu-zioni per il recupero di un bene pubblico. “Amoil parco la mattina, quando vedo le persone cor-rere e fare esercizi fisici, lo amo la sera quandovedo i giovani, e la domenica quando ci sono le

famiglie - ha esordito Paolo delli Carri, presi-dente dell’associazione Energiovane - di frontea tutte le aspettative dei cittadini ci sentiamoemozionati ma convinti di restituire alla città unbene pubblico. La recinzione che voi vedete nonè esclusiva ma deve includere. È un bene chesarà fruito da tutti, e per questo dobbiamo col-laborare”.

Concetto ribadito anche dal sindaco FrancoLandella: “È un luogo restituito alla città, masiamo chiamati tutti a custodirlo - ha spiegato-. Sono sempre più presenti in città segnali divandalismo, queste sono le cattive pratiche chedobbiamo abbattere. Dobbiamo essere noi i cu-stodi del nostro patrimonio. Altrimenti diventatroppo facile criticare. La responsabilità è diognuno di noi”.

Ha insistito sul concetto di legalità, invece,il Prefetto Maria Tirone, secondo cui “il recu-pero di questo patrimonio ambientale nasce dauna volontà forte del territorio, e dalle sue forzesane. Ma ci deve essere una salto di qualità cul-turale, perché Foggia ha tutto per essere unacittà sana”.

17novembre - duemilasedici

Il pene è costituito da un corpochiamato asta, da una testa chia-mata glande ricoperta da uno

strato di mucosa e pelle scorrevole dettoprepuzio. Si parla di fimosi quandol’apice del prepuzio sia tanto ristretto daimpedire lo scorrimento del glande o dadeterminare una strozzatura al di sottodi esso una volta scoperto, conferendoal pene una forma a clessidra. Diagno-sticare precocemente e correggere unafimosi significa evitare al bambino infe-zioni delle vie urinarie ricorrenti ed epi-sodi infiammatori più o meno frequentia livello locale, oltre che prevenire di-sturbi in età adolescenziale o adultacome: eiaculazione precoce, doloreall`erezione, lesioni locali durante i rap-porti. Tra i 3 e i 10 anni, 1 bambino su 10presenta una fimosi. Nei primi anni divita la fimosi è quasi da ritenersi fisiolo-gica, perché è normale che la pelle siapiù stretta e lo scorrimento più difficol-toso; col passare dei mesi, un po’ pervolta la pelle si scolla e dai 3 anni in poiil prepuzio deve poter scorrere facil-mente fino a scoprire il glande (la partesuperiore del pene).Quando unamamma si accorge che il prepuzio nonscorre cosa deve fare? All’inizio assolu-tamente nulla. E` bene evitate le mano-

vre di scollamento nei bambini piccoliche potrebbero essere dolorose e cau-sare persino minuscole ferite che, cica-trizzandosi, chiuderebbero ancora di piùil prepuzio. Nel neonato è normale cheil prepuzio sia chiuso e non riesca ad es-sere retratto. Solo il 4% dei neonatiha un prepuzio completamenteretraibile. Nel 50% dei neonatiil prepuzio è talmente chiusoda non lasciar vedere nem-meno il meato dell’uretra.Per i 6 mesi di età il 20% deibambini ha un prepuzio total-mente retraibile.

Fimosi fisiologica: è presentein quasi tutti i neonati ed in moltibambini al di sotto dei 2 anni di età. E’una condizione fisiologica, ossia nor-male; non richiede alcun trattamento.

Fimosi patologica: è presente unanello fibroso/cicatriziale, biancastro delprepuzio, che rende difficoltoso o addi-rittura impossibile retrarre la pelle.Nelle forme più marcate il prepuzio ècosì stretto da non permettere di vedere

il meato uretrale: quando il bambinourina, la pipì dapprima si raccoglie al disotto del prepuzio, formando una speciedi palloncino, e poi esce all’esterno. Può

e s -sere congenita o acquisita a causa ditraumi o di una malattia infiammatoria.

Fimosi acquisita post-traumatica: ilprepuzio si è stretto in seguito a mano-vre di retrazione del prepuzio eseguite inmodo eccessivo, forzato.

Fimosi secondaria a balanite xero-

tica obliterans (BXO) che è una derma-tite del prepuzio (ossia un’infiamma-zione della pelle) che determina laformazione di piccole placche biancastreatrofiche, anelastiche che col tempo si

allargano coinvolgendo tutto il prepu-zio rendendolo stretto. A volte le

placche possono coinvolgereanche il meato dell’uretra

rendendolo stretto (steno-tico). Può essere completa-mente asintomatica oppuredare uno dei seguenti pro-

blemi: balanopostite (non èpossibile retrarre il prepuzio

e pulire internamente, pertantol’urina ristagna ed infiamma la

parte) o parafimosi (il prepuzio si bloccaal di sotto del glande e non si riesce piùa richiuderlo. Col passare delle ore ilprepuzio diventa sempre più gonfio erosso, è sempre più difficile riuscire a ri-chiuderlo e si strozza il pene. Si tratta diuna complicanza grave, che se trascu-rata può portare alla necrosi del glande)

In presenza di una fimosi patologica

è necessaria una visita chirurgico pedia-trica. Esistono varie opzioni di tratta-mento e l’intervento di circoncisione nondeve mai essere proposto senza primaconsiderare trattamenti conservativi oprepuzioplastica. Il trattamento conser-vativo prevede l’applicazione quotidianadi creme cortisoniche per 2 mesi e con-sente di risolvere la fimosi nel 90% deibambini. L’utilizzo di tali creme va asso-ciato a costanti esercizi di “ginnastica”prepuziale. Tale esercizio va eseguito inoccasione dell’igiene intima e, quandocorrettamente eseguito, consente di ri-solvere la fimosi nel 90% dei bambini. Iltrattamento chirurgico, invece, consistenell’intervento di plastica del prepuzio:prevede l’incisione col bisturi dell’anellofibrotico con allargamento dello stessoconservando il prepuzio. Si effettua inanestesia generale, dura circa 20 minuti.A qualche ora dall`intervento il bambinoè in buone condizioni e può essere di-messo. La convalescenza è rapida, ipunti di sutura sono riassorbibili e nonnecessitano di rimozione.

La diagnosi precoce evita al bambino infezioni ricorrenti delle vie urinariee disturbi in età adulta come eiaculazione precoce e dolore all’erezione

Fimosi in età pediatrica: come intervenire?Tra i 3 e i 10 anni, 1 bambino su 10 presenta una fimosi

CHIRURGO PEDIATRICO DI MARIA NOBILIPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

18 novembre - duemilasedicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Ripartono le attività di Pet The-rapy rivolte al recupero fisico e psi-cologico di bambini e adolescentiseguiti dai Centri di Neuropsichiatriainfantile della Asl di Foggia. Si rico-mincia a San Severo e Cerignola: ilProgetto Sperimentale di Riabilita-zione attraverso la Pet-Therapy èstato rinnovato già per l’anno incorso. La proroga è stata fortementevoluta dalla direzione generale dellaAsl di Capitanata, impegnata, negliultimi mesi, nel predisporre proce-dure utili a mettere in sicurezza ipiccoli utenti e a passare dall’inizialefase ludico-riabilitativa ad una ancheclinica. Finalizzata alla promozionedel benessere, dell’integrazionescolastica e familiare e dell’inclu-sione sociale, la sperimentazionepropone un modello assistenziale-terapeutico “globale”.

Con l’ausilio di animali dome-stici, in pratica, da un lato si punta alrecupero dei deficit individuali, dal-l’altro si interviene a sostegno di co-loro che affiancano i piccoli pazientinel loro percorso di crescita. La fa-miglia innanzitutto, con attività diascolto e orientamento. E la scuola.Il progetto prevede, infatti, anche unaffiancamento alle insegnanti di so-stegno. Con queste, gli operatoricondividono obiettivi educativi utili afavorire l’apprendimento, ma ancheun comportamento adeguato al con-testo e all’integrazione con il restodella classe.

L’interazione con gli animalicome metodo, sorprendentementeefficace, per favorire la cura, il be-nessere e la riabilitazione delle per-sone disabili è una tesi accolta econsolidata da tempo.

Le stesse sperimentazioni giàeffettuate dalla Asl Foggia hanno re-gistrato risultati importanti in am-bito riabilitativo, in particolare inmerito all’acquisizione di abilità ecompetenze da parte di un’utenzaappartenente a categorie fragili, ri-velandosi terapia d’elezione nei di-sturbi di tipo autistico.

A seguire i 50 utenti coinvolti nelprogetto, due equipe multidiscipli-nari composte da un coordinatore,uno psicologo, un veterinario, due fi-sioterapisti, due conduttori. L’ac-cesso al servizio prevede unavalutazione iniziale di un neuropsi-chiatra infantile che avrà il compito,inoltre, di valutare i risultati della te-rapia sui pazienti a conclusione dellafase di sperimentazione.

in poche parole

ABC della finanza, le buone prassi

Gli americani si sono moltoscandalizzati quando hannoscoperto di essere arrivati

solo al 14° posto nella speciale clas-sifica sull’educazione finanziaria cu-rata da Standard & Poor’s assiemealla Banca Mondiale, all’Istituto Gal-lup e alla George Washington Uni-versity. E noi cosa dovremmo dire,con l’Italia che arranca al 63° postodella classifica dietro a nazionicome Senegal, Zambia e Madaga-scar? Incredibile ma vero: uno deiPaesi più ricchi e sviluppati dell’oc-cidente è stato battuto dall’Africa infatto di nozioni di base di finanza.

Come si è determinato questoparadosso? La risposta è semplicee, al contempo, complessa. La sem-plicità risiede nel fatto che comequalsiasi altro processo educativoanche quello finanziario non è mainé statico né irreversibile. E l’esattaconferma di questa evidenza èl’estrema volatilità che investe imercati finanziari dopo la crisi incorso dal 2008. Un’indagine più ap-profondita ci spinge però a consta-tare come non siano tempi facili peri risparmiatori. Il clima di persi-

stente incertezza e precarietà lavo-rativa, l’eccessivo affidamento ad unWelfare sempre più debole, la com-plessità delle leggi e dei prospettiinformativi, pure concepiti come ele-menti di tutela, fa sì che i risparmia-tori si sentano pocopreparati a gestireogni scelta econo-mica con la neces-s a r i aconsapevolezzasulle caratteristi-che degli strumentifinanziari, sui ri-schi effettivi che sistanno correndo esul modo miglioreper proteggersi. Equesta loro debo-lezza li porta scegliere gli strumentifinanziari (conto corrente, bancomate carte di credito, mutuo, prestitopersonale, RC auto, RC capofami-glia, polizza Vita e infortuni, polizzamalattia, risparmio/investimento) inmodo non oculato né tempestivo.

Ma perché è un problema esserepoco ferrati in educazione finanzia-ria? Lo è, perché l’ignoranza ha un

prezzo, a volte non indifferente: ci siindebita di più e si risparmia meno.

Come difendersi, allora? Unostrumento molto utile per identifi-care le esigenze e l’ordine di prioritàin cui soddisfarle è la piramide della

pianificazione finanziaria-assicura-tiva. Alla base c’è la tutela di per-sone e cose che ci appartengonorispetto a shock economici inattesi,come quelli causati da eventi nonprevedibili: divenire invalido, moriretroppo presto, far fronte ad una ri-chiesta di risarcimento per danni in-volontariamente causati a terzi …Attivi gestori di rischi che possano

compromettere la sicurezza dellafamiglia, dunque, ma anche attentipianificatori dei propri risparmi: ge-stendo al meglio i flussi di cassa perle necessità quotidiane, mante-nendo una riserva di liquidità per af-

frontare speseimpreviste, pianificandocon anticipo il propriopensionamento al finedi mantenere inalteratoil proprio tenore di vitanel tempo e garantirsiun futuro sereno. Solouna volta risolte tali ne-cessità primarie, è ra-gionevole dedicarsi allacrescita del proprio pa-trimonio, massimiz-zando in maniera

equilibrata il rendimento dei propririsparmi e svincolandone una parteper rischiare di più.

Lo so… molti dei lettori cono-scono la piramide… capovolta! Perripristinare gli equilibri sono neces-sarie decisioni consapevoli ed intel-ligenti. Perché se il cambiamento èinevitabile, la crescita personale èuna scelta da non rimandare!

Chi ne sa di più, pianifica di più. E chi resta indietro, rischia

Educazione finanziaria per essere preparati a fare sempre la scelta giustaTorna la Pet

Therapy

Per tutte le coppie che sono inprocinto di contrarre matrimonioo di stipulare un’unione civile si

pone il delicato problema di scegliereil regime patrimoniale della famigliaossia il complesso delle regole che di-sciplinano la titolarità e l’amministra-zione dei beni dei coniugi. A partire dal20 settembre 1975, data di entrata in vi-gore della prima importante legge diriforma del diritto di famiglia, se i co-niugi nulla stabiliscono all’atto del ma-trimonio o successivamente sonoconsiderati per legge in comunione le-gale dei beni; viceversa gli stessi co-niugi possono decidere di adottare ilregime di separazione dei beni. Qualisono dunque le differenze tra la comu-nione legale e la separazione dei benie perché i coniugi potrebbero preferirela prima alla seconda o viceversa?

La comunione legale è stata previ-sta dal nostro legislatore nel codice ci-vile quale regime patrimoniale legaledella famiglia per tutelare l’ugua-glianza giuridica e morale dei coniugiovvero quando solo il marito percepi-

sce reddito da lavoro mentre la mogliesvolge attività di casalinga. Se si prefe-risce scegliere la comunione legale en-trambi i coniugi saranno titolari di tuttii beni acquistati insieme o separata-mente durante il matrimonio. Ciò vuoldire che anche se un acquisto è effet-tuato da uno solo dei coniugi l’altro di-venta contitolare del bene acquistato.Lo svantaggio in questo caso è che lacomunione legale è una comunionesenza quote quindi fino allo sciogli-mento della stessa nessuno dei coniugipuò vendere o disporre del bene senzail consenso dell’altro coniuge. Tra l’al-tro la comunione legale si scioglie incaso di morte del coniuge, di separa-zione personale ovvero di fallimento diuno o di entrambi i coniugi. Occorretuttavia ricordare che non tutti i beniacquistati dai coniugi durante il matri-monio cadono in comunione legale:sono esclusi i beni pervenuti a ciascunodei coniugi per successione o dona-zione, i beni di uso strettamente perso-nale nonché i beni che servonoall’esercizio della professione del sin-

golo coniuge. Non cadono in comu-nione legale nemmeno i beni ottenuti atitolo di risarcimento del danno nonchéla pensione di invalidità o da infortunioné i beni acquistati con il prezzo del tra-sferimento dei beni personali suddettio con il loro scambio. In tal ultimo casoperò il coniuge deve essere informatoed intervenire all’atto di acquisto. Pertutti quanti i beni che non cadono in co-munione legale il coniuge acquirenteconserva la titolarità esclusiva cosìcome pure per tutti i beni acquistatiprecedentemente al matrimonio.

Se invece i coniugi vogliono essereciascuno l’unico proprietario dei beniacquistati personalmente anche du-rante il matrimonio essi devono sce-

gliereil regime di separazione dei beni. In talcaso gli stessi possono disporre deibeni in questioni a prescindere dal con-senso del coniuge ad anzi, senza nem-meno informarlo dell’intenzione divendere, donare o addirittura ipotecareil proprio immobile. Nella scelta fral’uno e l’altro regime è altresì da con-siderare che entrambi operano rispettoa tutti i beni ad essi assoggettati: inaltre parole i coniugi non possono de-cidere di far cadere in comunione le-gale soltanto determinati beni edadottare il regime di separazione pergli altri.

I coniugi possono però decidere dimodificare in ogni tempo la scelta sulregime patrimoniale della famiglia sti-pulando apposite convenzioni matri-moniali qualora ritengano che il regimeadottato non sia più compatibile con ipropri interessi.

I coniugi possono decidere di modificare tale sceltastipulando delle apposite convenzioni matrimoniali

EDUCATRICE FINANZIARIA DI GIUSY INSALATAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Matrimonio, quale regime patrimoniale?

AVVOCATO Per i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115 DI DANIELA MURANO

Le differenze tra comunione legale e separazione dei beni

19novembre - duemilasedicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

E’ stata sottoscritta la conven-zione tra Confedilizia e Apulia Stu-dent Service, autrice e promotricedel servizio ‘Cerco Alloggio’, vinci-tore del bando ‘Principi Attivi 2012’finanziato dalla Regione Puglia,volto a regolarizzare il mercatodegli affitti di appartamenti a stu-denti universitari.

“La collaborazione - spiegaAlessandra Granata del coordina-mento legale di Confedilizia - pre-vede la realizzazione congiunta diiniziative e attività finalizzate al-l’erogazione di servizi integrativi einnovativi di informazione, assi-stenza e consulenza legale ai pro-prietari di immobili che aderisconoal servizio o sono soci dell’Associa-zione di Categoria”.

“Per contrastare il dilagante fe-nomeno del mercato nero nella lo-cazione di alloggi a studentiuniversitari e promuovere, di con-tro, il radicarsi di una cultura dellalegalità tra i proprietari degli im-mobili e i conduttori – affermaCarlo Monticelli, presidente di Apu-lia Student Service - l’A.Di.S.U. Pu-glia ha formalizzato con lacooperativa l’incarico per la realiz-zazione del progetto ‘Cerco Allog-gio Puglia’”. Si tratta di unabacheca digitale di incontro tra do-manda e offerta di case di qualità econ Confedilizia intende erogareservizi di assistenza e di consu-lenza ai proprietari di immobili chevogliano stipulare il contratto a ca-none concordato secondo quantoprevisto dall’Accordo Territoriale.

Il presidente di Confedilizia,Franco Granata, ritiene indispen-sabile questa collaborazione perpromuovere la cultura della lega-lità, incoraggiando e stimolando ilmercato degli affitti regolari attra-verso la diffusione dell’uso del con-tratto a canone concordato e delleinformazioni relative alle tipologiecontrattuali previste per legge, leagevolazioni fiscali recentementeintrodotte e la corretta proceduraper registrare un contratto di loca-zione. La convenzione si fondasulla semplificazione delle proce-dure di compilazione di un con-tratto di affitto: dal contratto acanone calmierato al calcolo deltetto massimo del canone stabilitodall’accordo territoriale per la sti-pula di contratti di locazione agevo-lati del Comune di Foggia. Info su:www.cercoalloggio.com.

in poche parole

L’Osteoporosi (OP) è una malattiasistemica dello scheletro caratte-

rizzata da riduzione della massaossea e da alterazione della micro-architettura del tessuto osseo, conconseguente incremento della suafragilità e della suscettibilità al ri-schio di fratture. In altre parole,l’osso osteoporotico è “fragile” e puòfratturarsi anche in assenza ditraumi o cadute. Fra tutte le malattiedell’osso, l’OP è quella più frequentee può colpire sia ledonne che gli uomini,con una predilezioneper le prime nel pe-riodo post-menopau-sale.

L’OP è asintoma-tica, ossia non causadolori. La comparsa didolore è associata allapresenza di una frat-tura, che in molti casipuò essere il primosintomo della malattia. Infatti si puòavere l’OP da molti anni ma non sa-perlo. Segni indiretti di OP possonoessere la progressiva riduzione del-l’altezza, l’ipercifosi dorsale (dorsocurvo) e l’iperlordosi lombare.Quando compare una frattura, que-

sta di solito si accompagna a vivo do-lore ed impotenza funzionale. Lefratture osteoporotiche interessanoprincipalmente il polso, il femore e lacolonna vertebrale nei tratti dorsale

e lombare. L’OP si distingue

in forme primitive eforme secondarie. Leforme primitive com-prendono l’OP post-menopausale e l’OPsenile; le forme se-condarie si accom-pagnano a condizionimorbose quali le ma-lattie reumatiche,ematologiche, tiroi-

dee, oncologiche, intestinali, renali oall’uso di farmaci, alcol e fumo. Sullabase di questa classificazione si pos-sono anche distinguere dei fattori dirischio per l’OP, distinti in modifica-bili e non modificabili. I fattori di ri-schio non modificabili sono l’età

avanzata, il sesso femminile, la fami-liarità, il menarca tardivo e la meno-pausa precoce; quelli modificabilisono la dieta, le carenze alimentari(soprattutto deficit di calcio e di vita-mina D), l’inattività fisica, l’abuso dialcol e di caffè, il tabagismo e le ma-lattie suddette.

La diagnosi dell’OP comprendediverse fasi, tra cui l’anamnesi el’esame clinico, per individuare i fat-tori di rischio e le aree corporee do-lenti nei siti di frattura; gli esami dilaboratorio, per valutare il metaboli-smo fosfo-calcico ed eventuali deficitdietetici; gli esami strumentali, tracui la MOC (Mineralometria OsseaComputerizzata), con metodica DEXA(Densitometria ossea a raggi x a dop-pia energia) che è l’esame principeper definire la densità ossea e farediagnosi di OP. La MOC-DEXA è con-sigliata alle donne e agli uomini dietà superiore ai 65 anni e deve es-sere eseguita prima di questa età in

presenza di condizioni predisponenti.Una volta diagnosticata, l’OP può

essere trattata con farmaci, integra-tori alimentari e chirurgia delle frat-ture. La terapia farmacologicadell’OP dura diversi anni e richiedecontrolli medici periodici per valu-tarne l’efficacia clinica e gli eventualieffetti collaterali. È opportuno affian-care alle terapie farmacologiche uncorretto stile di vita, inteso come pra-ticare una moderata attività fisica,mantenere un peso corporeo ideale,assumere alimenti contenenti calcioe vitamina D (latte e derivati, verdura)e limitare (o eliminare) il consumo dialcol, fumo, caffè e farmaci osteope-nizzanti.

La diagnosi e la cura dell’OP sonoquindi importanti per preservare il“patrimonio osseo” e per prevenirel’instaurarsi delle fratture osteoporo-tiche, che ancora oggi sono troppospesso causa di morte soprattuttonegli anziani.

Quando l’osso è “fragile” può fratturarsi anche in assenza di traumi o caduteREUMATOLOGA DI NELLA SANTOROPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

L’Osteoporosi, una malattia silenteUna volta diagnosticata, può essere trattata con farmaci, ma anche integratori alimentari e chirurgia delle fratture

La balbuzie è un disturbo da collocare nellaprima infanzia. Per l’Organizzazione Mon-diale della Sanità, si tratta di “un disordine

nel ritmo della parola, nel quale il soggetto sa conprecisione ciò che vorrebbe dire, ma nello stessotempo non è in grado di dirlo, a causa di arresti,ripetizioni e/o prolungamenti di un suono chehanno carattere di involontarietà”.

E’ una difficoltà che rende timidi, paurosi disbagliare, tendenti a evitare situazioni sociali, conconseguente peggioramento della qualità dellavita. La balbuzie non è ereditaria, si tratta di unproblema multifattoriale e legato, in modo prin-cipale, alla sfera emotiva. I dati emersi in lettera-tura, mostrano che sia più corretto parlare dipredisposizione. Si riscontra spesso che un figliobalbetti se a balbettare è uno dei genitori: ciò nonprova necessariamente che la balbuzie abbiaun’origine genetica. Inoltre, il genitore balbu-ziente rappresenta un esempio anche a livellocomportamentale: tra le sue caratteristiche mo-stra modi di agire ansiosi che, in qualche modo,verranno assimilati dal figlio. Tre specifiche situa-zioni possono spiegare le cause psicologiche dellabalbuzie: aspettative eccessive da parte dei geni-tori nei confronti del bambino, alimentate da do-mande insistenti e pretese di perfezionismo conmolta enfasi all’errore; situazioni di ansia, stan-chezza e confusione, che alterano l’equilibrio

emotivo del piccolo; il desiderio del bambinostesso di fare bella figura prima di avere le capa-cità espressive.

Nei primi anni di vita, i bambini inciampanofrequentemente sulle parole ma se il bambino, difronte alle sue normali disfluenze, viene punito,inizierà a provare ansia. Di conseguenza, l’ansia,dovuta alla paura di disapprovazione, si associa almomento di comunicare verbalmente. La paura

di balbettare porta a una costante attenzione “sulcome si deve dire”, piuttosto che “del cosa dire”.Il bambino che prende consapevolezza di questadifficoltà e dell’importanza della parola nei rap-porti sociali, può sviluppare stati d’ansia e insicu-rezza, manifestando, di conseguenza, l’incertezzanell’esprimersi. Si innesca così il circolo viziosodell’eccesso di controllo.

Un disturbo multifattoriale necessita di un in-tervento integrato: a livello logopedico deve ri-

durre il numero delle disfluenze emesse attra-verso delle tecniche specifiche e, a livello psico-logico, è necessario aiutare la persona adaffrontare le situazioni temute, anziché continuarea evitarle, attraverso metodi di intervento che in-fluiscono sulle capacità cognitive, emotive e com-portamentali.

La terapia della balbuzie, quando si tratta dibambini, è diversificata in base all’età: può esserediretta solo al bambino, solo alla famiglia o a en-trambi. I genitori che hanno figli balbuzienti pos-sono seguire alcune regole: non anticipare il loropensiero, terminando le parole o le frasi chestanno pronunciando; lasciare tutto il tempo di cuihanno bisogno per esprimersi e non metterglifretta mentre parlano; cercare di parlare usandoun tono di voce calmo e lento; fare una domandaalla volta e attendere la risposta prima di farglieneun’altra; non dire mentre balbetta frasi del tipo“fai un bel respiro”, “pensa a quello che devi direprima di parlare”, “parla bene”, “smettila di bal-bettare”; rispettare i turni comunicativi.

Durante l’intervento, è importante tenere pre-sente che, per un grande cambiamento, è neces-sario fare piccoli passi e armarsi di grandepazienza. Soprattutto è fondamentale sentirsi ac-cettati e rispettati per quello che si è, indipenden-temente dalla balbuzie: questo aumenterà lafiducia in sé stessi e l’autoaccettazione.

Necessario un intervento integrato, a livello logopedico e psicologico

La balbuzie nei bambiniUn problema multifattoriale e legato alla sfera emotiva

PSICOLOGA DI DEBORA PENNAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Studenticercano

casa

Rispetto per le esigenze di tutti esensibilizzazione alle problema-

tiche: questi gli obiettivi del primoparco giochi inclusivo della provin-cia di Foggia, costruito ad Apricena,alla cui realizzazione ha collaboratola giovane architetto apricenese, Ti-ziana Di Sipio. La sua sensibilità l’haportata a riuscire in una magia: tra-sformare un vecchio parco giochi,abbandonato da vent’anni, in unospazio nuovo, sicuro e fruibile datutti i bambini, anche quelli con di-sabilità. “In origine il progetto pre-vedeva la costruzione di giochiappositi per i portatori di handicap;il consiglio che ho apportato – af-ferma la Di Sipio – è stato quello diprogettare il parco in maniera nonghettizzante, costruendo giostrineche avessero le sembianze di quelleche siamo soliti vedere in tutte le

aree giochi di ogni paese, ma dotatedei più alti standard di sicurezza. Èquesto che rende unico e speciale ilparco di Apricena”. Un progetto cheha avuto il pieno assenso dell’Am-ministrazione ed è andato subito incantiere. “L’inaugurazione del parcoè avvenuta un mese dopo il terre-moto ad Amatrice, per questo - con-tinua l’architetto - abbiamo pensatodi dedicarlo a ‘Gli Angeli di Ama-

trice’, oltre che come commemora-zione delle tante anime innocentivolate troppo presto in cielo, anchecome monito a non abbassare laguardia sulla sicurezza, ricordandocosa è successo e cosa non si deveripetere”.

A questi lavori sono seguiti poialtri di riqualificazione della villa, dimessa a norma di vecchi giochi e larealizzazione di uno spazio riservatoalla coltivazione di erbe aromatiche,per educare i bambini ed i più grandial piacere dell’olfatto e alle innume-revoli risorse che la natura può of-frire. Numerosi sono i giochipresenti nel parco, circa venti:un’altalena con cestone e rete perappoggiare la schiena, giochi amolle e l’esilarante “Easy Adven-

ture”, quasi un’architettura nelparco, una vera e propria palestra acielo aperto.

Se quella di Tiziana Di Sipio peril parco giochi è stata una collabo-razione, un progetto cheinvece porta la sua firmaesclusiva e le ha procu-rato i complimenti delGoverno Nazionale è lamessa in sicurezza dellaScuola media ‘Fioritti’ diApricena, che ha vinto unbando ministeriale del2015 per ristrutturare l’immobile: ilsuo lavoro è stato segnalato a livellonazionale dai tecnici della “TaskForce” della Presidenza del Consi-glio dei Ministri quale miglioreesempio, in tutta la Regione Puglia,

per modalità e velocità di attuazionedelle operazioni nell’ambito delpiano triennale di edilizia scolastica.In pratica, il Governo sostiene cheApricena sia l’esempio da seguire,

in Puglia, come proceduracorretta e ottimale nellatempistica e realizzazionedei lavori finanziati dalpiano triennale. Quella diTiziana di Sipio è un’espe-rienza maturata nel corsodegli anni, sin dal suoprimo incarico di asses-

sore esterno nell’amministrazionedel 2013. In occasione del suo brevema intenso mandato, la giovane ar-chitetto ha avuto la possibilità di farpartecipare il suo paese, leadernella produzione di marmi in Puglia,

al “Medistone Expo 2013”, ossia unafiera di marmi tenutasi a Bari, in cuiApricena ha riportato il ruolo di pro-tagonista.

Non solo. Il marchio “MADRE-PIETRA” della pietra apriceneseporta proprio la firma della giovanearchitetto che si è occupata anchedella realizzazione dello stesso ingrande scala da portare a Verona, al“Marmomacc”, la fiera più impor-tante del settore. Sui suoi progettifuturi, Di Sipio conclude: “Intendoproseguire sulla mia strada, cer-cando di valorizzare la nostra terra,dandole un riconoscimento a livellonazionale, il tutto in un’ottica di pro-gettazioni trasversali e rispettosedelle esigenze di tutti”.

Leonarda Girardi

20 novembre - duemilasedici

al femminile

20

L’associazione Qualità della Vita diFoggia riparte dalle donne, e si èriproposta di indagare “l’immenso

femminile” nelle sue molteplici sfuma-ture, stimolando sull’argomento unconfronto critico e un dia-logo proficuo. Per farlo, hamesso in rete le esperienzedell’associazionismo, del-l’informazione, dell’univer-sità e della scuola. Unmondo di ingegni e talenti,quello delle donne, partico-larmente caro all’associa-zione foggiana che, proprioda questo tema, ha deciso difar partire il suo nuovo annosociale.

La serata, partendodalla presentazione del vo-lume “Sette Note di Vita” di BasilioPaolo Colucci (Edizioni del Rosone), siè interrogata sul valore, sull’impor-tanza e sul ruolo ricoperto negli ultimidecenni dalle donne, nel costruire -mattone dopo mattone - l’odierna so-cietà. Un percorso tutto in salita, partito

dalla rivendicazione di ruoli e diritti, masoprattutto di occasioni e opportunità.

Ad aprire la serata è stato l’avvocatoLuigi Miranda, presidente dell’Aqv chesi è soffermato sul ruolo chiave delle

donne - “che, non possiamonegarlo, hanno una marcia inpiù”, ha ammesso - nelmondo della politica e nei luo-ghi decisionali dell’Italia edell’Europa.

La serata è stata mode-rata da Maria Grazia Frisaldi,direttore responsabile delmensile foggiano “6Donna”,unico free-press di generedella Puglia, che si è soffer-mata sull’importanza dell’in-formazione di genere, “chenon vuol dire applicare un filtro

rosa alla realtà, distorcendola. Ma si-gnifica togliere i paraocchi ad una so-cietà a senso unico e accettare cheesiste un altro punto di vista - quellodelle donne - che non è certamenteesclusivo ma che è necessario per unavisione delle cose che sia realmente

plurale”.Relatrice di punta della serata è

stata Milena Sinigaglia, prorettoredell’Università di Foggia, prima donnaa ricoprire questo importante incaricopresso l’UnFg e una delle pochissime intutt’Italia. La sua testimonianza, direttae a cuore aperto, è stata la dimostra-zione che quel “tetto di cristallo”, chespesso incombe sulla testa di tanteprofessioniste impedendo loro di assu-mere ruoli di prestigio, si può infran-gere con il talento e la determinazione:“Bisogna saper accettare le sfide, e so-prattutto avere il coraggio di sfidare séstesse”, ha chiosato Sinigaglia.

La parola è quindi andata all’autoredel romanzo, che ripercorre gli ultimi40 anni del 1900. Parliamo di atmosferefiglie della dolce vita e di quel sogno ita-liano che ha dato la stura alla rivolu-zione delle donne, di cui oggi tuttipossono beneficiare.

Medico di professione e scrittoreper passione, Basilio Paolo Colucci in-treccia storie e destini di donne e di uo-mini, come le sette note sul

p e n t a -gramma,d a n d ovita a ar-m o n i epiù om e n opiacevoli.Un viag-gio lungo quattro decenni, in cui a muo-vere i fili della società sono stati i sognidelle donne che si sono avvicendate,generazione dopo generazione. La se-rata è stata impreziosita dagli interventidi Pierpaolo Orlando, direttore dell’Ac-cademia di dizione di Foggia che ha in-terpretato dei passi del volume “SetteNote di Vita” ealcune pietremiliari diMadre Teresadi Calcutta eAlda Merini.

A chiuderela serata sonostate le stu-dentesse del-

l’istituto “Pacinotti” di Foggia, chehanno presentato, come esperte man-nequin otto eleganti abiti sartoriali, mo-delli ideati e prodotti da loro. Creazionisostenute dalla dirigente scolasticadell’istituto, Maria Antonia Vitale e dallaprofessoressa Paolina La Manna re-sponsabile del corso di Moda dell’isti-

tuto. “Il nostrocompito - ha spie-gato la preside Vi-tale - è sostenere lacreatività delle no-stre giovani studen-tesse e donne,incanalarla verso gliobiettivi e liberarla”.

Angela Dalicco

L’incontro è stato moderato dal direttore di ‘6Donna, Maria Grazia Frisaldi

Lo ha immaginato una donna, l’architetto apricenese Tiziana Di Sipio

L’esperimento realizzato ad Apricena dall’Amministrazione comunale

L’Aqv e l’immenso femminile: a che punto siamo?Relatrice di punta, la prorettore UniFg Milena Sinigaglia:

“Bisogna avere coraggio e saper sfidare sé stesse”

Il tavolo dei relatori: da sinistra Orlando, Sinigaglia, Vitale, Colucci e Frisaldi

Luigi Miranda

Gli abiti artigianali delle studentesse del Pacinotti

Giochi non ghettizzanti, nasce il parco inclusivo

L’arch. Tiziana Di Sipio

21novembre - duemilasedici

Ci sono periodi dell’anno, mesi egiorni precisi, che restano im-pressi, nel bene o nel male, nella

memoria. Per Foggia, è evidente, ilmese di novembre sembra destinato alasciare sul calendario collettivo avveni-menti che hanno modificato sensibil-mente la storia della città. 6 novembre1992, alle 22.40 l’imprenditore GiovanniPanunzio viene raggiunto da una scaricadi colpi di pistola e rimane ucciso in unagguato mentre percorreva via Napoli,alla guida della sua Y10.

Panunzio veniva ucciso dopo 3 annidi minacce e tentate estorsioni. Tentate,perché il 51enne ex muratore diventatoun professionista affermato nel campodell’edilizia, non si era mai piegato allarichiesta di consegnare 2 miliardi di lireal racket, anzi tentò di ribellarsi denun-ciando i suoi estorsori. Ma la Foggia incui echeggiarono i colpi esplosi per uc-cidere il costruttore, era una Foggia di-versa da quella odierna. Una Foggiasilente, che per anni aveva preferito vol-tare la testa dall’altra parte. Quell’episo-dio segnò una tappa fondamentale perchi ancora oggi combatte e contrasta fe-nomeni di tale portata: con la condannaall’ergastolo dell’assassino di GiovanniPanunzio, la Corte riconosceva per laprima volta l’esistenza del reato di asso-

ciazione per delinquere di tipo mafioso.Il primo passo per combattere un male.Ecco perché il sacrificio di Panunzio,l’uomo che per primo spezzò il filo delracket, non è stato vano.Lo ribadiscono tutti igiorni con forza, attra-verso l’associazione cheporta il suo nome, i suoifamigliari e quanti hannodeciso di abbracciare lacausa onorandone lamemoria. E lo hannofatto anche domenica 6novembre con una cerimonia comme-morativa a 24 anni dal suo assassinio.

Sul palco del Teatro Giordano, sisono avvicendati tanti ospiti dal mondodella magistratura che hanno riportatotestimonianze preziose di chi ognigiorno combatte la mafia e di chi c’eradurante quel periodo delicato in cui lecoscienze vennero brutalmente scosse.Sono intervenuti al dibattito il Procura-tore aggiunto del Tribunale di Bari, Pa-squale Drago, l’ex commissario di polizia

Ennio Di Francesco, il procuratore gene-rale della Corte d’Appello di PotenzaMassimo Lucianetti, Dimitri Lioi, presi-dente dell’associazione Panunzio, Egua-

g l i a n z a ,Legalità, Diritti.

Ma la serataè stata soprat-tutto l’occasioneper presentare

il libro dellagiornalista Mi-chela Magni-fico, “6novembre 1992,il coraggio di unuomo”, edito da La Meridiana. Scrittocon la collaborazione di Giovanna Bel-luna, nuora di Panunzio, e con la prefa-zione di Agostino de Paolis, allora capodella Squadra Mobile di Foggia e attualeprimo dirigente della Polizia di Stato, il

libro torna sulla vicenda dell’imprendi-tore foggiano delineandone un profiloumano, anche attraverso aneddoti di co-loro i quali lo ebbero come padre, maritoe nonno.

Un omaggio che vuole essere unmonito per la città, affinché non dimen-tichi questa pagina della sua storia, euno strumento, per quanti non cono-scono la vicenda dell’omicidio Panunzio,

che sottolinei quanto l’in-tento pedagogico di unlibro come questo siafondamentale perchécontribuisca a formareuna coscienza civica, apartire proprio dai piùgiovani. Ai momenti di ri-flessione si sono alter-nati momenti musicali a

cura del M° Luciano Fiore che ha direttoil Coro Dauno U. Giordano, il soprano Ri-palta Bufo e il M° Fabrizio. I monologhiteatrali scritti da Marcello Strinati e in-terpretati da Stefano Corsi e StefanoTornese del Centro Universitario Tea-

trale - Cut Foggia, hanno riportato in vitapensieri e parole di Giovanni Panunzio eMario Nero, il testimone di giustizia,“l’uomo senza volto” che perse persempre la sua libertà quel 6 novembredi 24 anni fa, quando decise di raccon-tare quello che aveva visto. Un uomoche, grazie all’impegno dell’associa-zione è riuscito a tornare dopo 24 anni aFoggia e ha potuto finalmente guardarein faccia la sua città per dire a gran voceche ancora tanto c’è da cambiare, so-prattutto le coscienze di ognuno. “Per-ché non bastano proclami emanifestazioni – ha detto Mario Nero,con la voce rotta dall’emozione - se poiognuno torna a curare il suo orticello.Bisogna avere il coraggio di alzare latesta e denunciare, non piegarsi a logi-che fin troppo radicate”. Giovanni Pa-nunzio, per dirla con le parole di MarioNero, è stato un vero costruttore, haposto le basi per una società migliore. Eil palazzo della legalità sarebbe già ter-minato, se avessimo seguito il suoesempio. Ilaria Di Lascia

22 novembre - duemilasedici

foggia notes Due donne ricordano il ‘sacrificio’ di Giovanni Panunzio

L’uomo che spezzò il filo del racketSul palco del Giordano, per non dimenticare il 6 novembre 1992:dopo 24 anni torna a Foggia il testimone di giustizia, Mario Nero

Al via, a Foggia, la prima edizione del Festival del Cinema di Genere. Tra gli sponsor, il mensile ‘6Donna’

L’evento promosso dalla Consigliera di Parità della Provincia di Foggia con Cinemafelix

‘Vogliamo anche le rose’, il cinema delle donne

Al centro del cartellone, vi è una dataemblematica: il 25 novembre, Gior-nata Mondiale del contrasto alla vio-

lenza di genere. E’ la data-simbolo chetiene insieme, e dà forza e sostanza, allaprima edizione del Festival del Cinema diGenere ‘Vogliamo anche le rose’ promossodalla Consigliera di Parità della Provincia diFoggia, Antonietta Colasanto, in collabora-zione con Cinemafelix.

“Dopo anni di percorsi di sensibilizza-zione effettuati in maniera tradizionale,quest’anno abbiamo pensato di avvicinarcialle donne, agli uomini ed alle giovani ge-nerazioni utilizzando lo strumento audiovi-sivo, capace di arrivare oltre alla loromente, soprattutto al cuore”, spiega Anto-nietta Colasanto. “Ad ogni film seguirà ilmomento del dibattito con la partecipazione

di ospiti che discuteranno insieme al pub-blico il contenuto del lavoro, per stimolareil dialogo che si spera abbia la caratteristicadella confidenzialità”.

“L’obiettivo è quello di utilizzare il ci-nema come potente strumento pedago-gico”, spiega Tommaso Campagna,responsabile della programmazione cine-matografica di Cinemafelix, “diretto a quellecategorie che hanno maggiore bisogno diuna formazione al fine di modificare alcunicomportamenti che possono poi condurread episodi criminosi”. Non è un caso chel’organizzazione abbia rivolto un invito mi-rato alle Scuole di Area Vasta chiedendo aidirigenti scolastici di sollecitare la parteci-pazione degli studenti delle scuole secon-darie superiori alle proiezioni.

A sostegno della prima edizione del Fe-

stival del Ci-nema di Ge-nere, unnutrito stuolodi partner,tutte realtàimpegnate sulversante dellalotta alla vio-lenza di ge-nere: l’Assessorato alla Cultura del Comunedi Foggia, Fondazione Apulia Felix, MagnaCapitana, Club Unesco Foggia, Fidapa Ca-pitanata, Adecoc, Advisal, Consulta Pari Op-portunità del Comune di Foggia,Confartigianato Impresa Donna, ComitatoPari Opportunità del Consiglio dell’Ordinedegli avvocati di Foggia ed il mensile di ge-nere 6Donna. Maria Grazia Frisaldi

Ad aprire il Festival del Cinema di Genere di Foggia è stata, loscorso 8 e 9 novembre, la proiezione del film “Bellissime”, di Gio-vanna Gagliardo. La programmazione proseguirà con la visione,martedì 15, di “Riso amaro”, di Giuseppe De Santis, primo film diuna certa notorietà internazionale in cui si mette in rilevo la con-dizione di sfruttamento lavorativo delle mondine nelle risaie delvercellese, mentre mercoledì 16 sarà la volta della pellicola chedà il nome all’intera rassegna: “Vogliamo anche le rose”, di AlinaMarazzi. Martedì 29, “Mobbing - mi piace lavorare”, di FrancescaComencini per esaminare lo sfruttamento di genere nel lavoro

impiegatizio e mercoledì 30, “Triangle”, uno degli ultimi lavoridella regista Costanza Quatriglio, un film, di forte impatto emotivoe documentaristico. Come già evidenziato, tutto il calendarioruota attorno alla data del 25 novembre, Giornata Mondiale delcontrasto alla violenza di genere, durante la quale è previsto unmatinée per le scuole, con la proiezione del film “La vita possibile”di Ivano De Matteo.

Tutti gli spettacoli si terranno nel corso del mese di novembre,nell’Auditorium di Santa Chiara, alle ore 20,30 con accesso liberoe gratuito.

IL PROGRAMMA

Nelle due foto: i relatori della serata

Antonietta Colasanto

23novembre - duemilasedici

sguardi d’arte

23

A Castel del Monte la ‘Matematica e Bellezza’ curata dal prof. Antonino Zichichi

Storie di numeri e di misteri che tutto sottendonoC’è ancora tempo per visitare la

mostra “Matematica e Bellezza. Fi-bonacci e il Numero Aureo” ospitatanelle quattro sale del pian terrenodel maniero di Castel del Monte di-retto da Alfredo de Biase. Ad essereesposti sono capolavori di tutti itempi, alcuni dei quali riprodotti inscala come la celebre “Scuola diAtene” dipinta da Raffaello per papaGiulio II nelle Stanze Vaticane aRoma, o il così detto “Uomo vitru-viano” di Leonardo da Vinci, un dise-gno conservato nel Gabinetto deiDisegni e delle Stampe delle Galle-rie dell’Accademia di Venezia, che ri-prende i canoni antropometricienunciati da Vitruvio nel De architet-tura, oltre a opere di Giotto di Bon-done, Botticelli, Giorgione eMichelangelo. Ad ispirare il temadell’esposizione è la concordanzatra alcuni assunti della cosìddettaSequenza o serie di Fibonacci costi-tuita da una successione di numericiascuno dei quali è la somma deidue che lo precedono, con il rap-porto aureo a cui tende il valore chesi ricava frazionando il successivo e

il precedente termine della serie,questa sezione aurea sottende alprogetto “illuminato” del castello fe-dericiano di Andria, citato una solavolta nei documenti dell’impero, nel1240 solo dieci anni prima che Fe-derico II morisse a Castelfiorentinoin agro di Torremaggiore.

Le proporzioni armoniche dellasequenza di Fibonacci sono messein relazione quindi in mostra ancheal numero aureo, quel numero “per-fetto” che si ritrova nella dimensionenaturale delle cose e che dispone inmodo proporzionato gli elementi delCreato e dell’universo tutto. Ma Dedivina proportione è il titolo di untrattato redatto dal matematico ri-nascimentale Luca Pacioli, illustratoda sessanta disegni dallo stessoLeonardo e pubblicato nel 1509. Inquesto trattato Pacioli ricercò nellaproporzione dei numeri, i principiispiratori in architettura, arte escienza, della Natura; questa “di-mensione aurea” contiene in sé ilgerme dell’irrazionalità ma finisceper generare anche quello che sipuò considerare a tutti gli effetti un

sentimento di or-dine.

Il numero[“phi”] genera asua volta una spi-rale logaritmicache si dipana al-l’interno del ret-tangolo aureoformato dall’ac-costamento didue rettangoli chesi sdoppiano inproporzione alge-brica, questa fuscoperta da Re-nato Cartesio nel1638. Cinquantaanni dopo fu unaltro famoso ma-tematico, JackobBernoulli a sco-prire molte altresue proprietà, e a rimanerne tal-mente affascinato che ne volle unascolpita sulla sua pietra tombale,accompagnata dalla scritta latina“Eadem mutata resurgo” (Sebbenecambiata, rinasco identica). Questa

curva sitrova in na-tura in unaconchiglia.

Le spi-rali delN a u t i l u ssono co-s t r u i t esulla strut-tura dellaspirale lo-garitmica ela crescitadel mollu-sco e del-l’ampiezzadegli stratidella con-chiglia nelascia inal-terata laforma.

In particolare è l’opera di BrunoCeccobelli che sembra possa conte-nere al suo interno l’idea della spi-rale che tutto avvolge e tutto genera;il pittore che vive e lavora a Todisembra rielaborare in forme spiri-

tuali, alcune temtiche care alla pit-tura divisionista e simbolista.

La mostra, curata dal professorAntonino Zichichi, ospita - oltre aquella di Ceccobelli -, opere di artisticontemporanei quali Alberto Biasi,Gragorio Botta, Giorgio de Chirico,Piero Guccione, Giacomo Manzù,Piero Pizzi Cannella e Oliviero Rai-naldi.

Inoltre nel percorso espositivo èpresente anche una immagine delportale monumentale di Castel delMonte in breccia corallina del Gar-gano, che risulta inscritto nelle suedirettrici principali, in un pentagonoche è scomponibile in triangoli chedanno vita ad una figura al centro diun pentagono inverso. Il disegno,nella sua complessità, definiscequella che viene chiamata la Stelladi Pitagora le cui diagonali rappre-senterebbero gli stati della materiamentre al centro sembra si possaintraprendere due viaggi a partire daessa: uno verso l’infinitesimo e unoverso l’infinito. Un viaggio dunquefuori e dentro di sé.

Francesca Di Gioia

Fibonacci, il Numero Aureo e i legami con Federico II al centro della mostra di Andria

L’opera di Bruno Ceccobelli

24 novembre - duemilasedici