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A. LXXVII - N . 5

1° MARZO 1953

Bollettino Salesiano

Gigli e rose a ghirlande

Di gigli e di rose avrebbe voluto il compiantoDon Ricaldone inghirlandata la lettera che, dueanni or sono, si accingeva a scrivere, perchèsarebbe stato un segno ben espressivo della pienadi gioia che gl'inondava il cuore nell'annunciareufficialmente la Beatificazione del nostro Do-menico Savio .

Di gigli e di rose va inghirlandata la gioiosaricorrenza della festa del B . Domenico Savio,celebrata in ogni Casa salesiana e presso il foco-lare domestico di ogni Ex allievo e CooperatoreSalesiano, di ogni amico e benefattore di DonBosco: affinchè, a sua volta, il piccolo Beato sidegni inghirlandare la mente, il cuore e la vitadei coetanei suoi devoti e ammiratori con i giglidella sua purezza immacolata, con le rose del suoardentissimo amore verso Dio e per le anime .

La santità del B. Domenico Savio.

All'idea del Beato adolescente non possiamonon associare, con affetto tutto salesiano, il pen-siero di tante miriadi di fiorenti giovinezze che,in ogni angolo della terra, plaudono in lui al com-pagno santo, all'amico, alla guida, al modelloamabile, accessibile, fatto proprio per loro, sullostile del tempo nostro . Poichè, come asserì ilCard. Fossati, Arcivescovo di Torino, DomenicoSavio « consacra in sè il nuovo tipo del giovanemoderno che aspira alla santità » ; « santità gi-gante in un quattordicenne », come disse il Card .Agliardi ; talmente santo che il Papa Pio XI potèchiamarlo « grande gigante dello spirito », « grandeapostolo » e « felicissimo adolescente » .

I fattori caratteristici della santità di DomenicoSavio, considerati nel cristianissimo ambientefamiliare al tempo della sua fanciullezza, e nel-l'Oratorio di Don Bosco durante gli anni dellasua adolescenza, si possono così riassumere :altissima stima per le cose di pietà, fede vivanella presenza di Dio, amore tenerissimo versoGesù e Maria, che ritenne e chiamò suoi « Amici » .

Da questi presupposti scaturirono in Domenicoquali logiche conseguenze : l'orrore al peccato e

il suo grande proposito La morte ma non peccati ;l'obbedienza ai genitori, ai maestri e a Don Bosco,suo Direttore e Confessore ; l'esatto adempimentodei doveri quotidiani; inoltre un raro spirito diritiratezza, di mortificazione e di preghiera, chelo educarono a volere fortemente la virtù e produs-sero in lui, con la grazia di Dio, il fiore più bello,la sua purezza illibata, e il frutto più squisito,un ardente amore di carità verso Dio, punto dipartenza e di arrivo della sua precoce santità .

La Compagnia dell'Immacolata .

Tale e tanto fu nel Savio l'amor di Dio, chelo spinse ad un'azione di apostolato che sorprende ;apostolato multiforme, che egli gioiosamentesvolse in famiglia, all'Oratorio e fuori, per le viee sulle piazze di Torino, con i buoni e con idiscoli, in circostanze svariatissime, compiendoanche eroismi di carità e di coraggio cristiano .Tanto slancio di apostolato raggiunse il culminequando, a vantaggio dei suoi compagni, fondòla Compagnia dell'Immacolata, ispirato dalla suadivozione alla Vergine Maria, l'8 dicembre 1854,quand'egli aveva appena tredici anni .

Il Regolamento di questa Compagnia è il capo-lavoro del Savio perchè, come scrisse Don AlbertoCaviglia, è « il piccolo codice di sostanziosa pietàe di fervida divozione mariana, prodotto dallamente e dal cuore del piccolo grande apostolo» ;perciò S . Giovanni Bosco lo approvava toccandoneappena qualche espressione . Si spiegano così lastima, le predilezioni e le premure che Don Boscoebbe per questa Compagnia che chiamò sua«guardia imperiale », alla quale affidava una mis-sione di apostolato tanto onorifica quanto impor-tante: «sbaragliare i nemici delle anime e con-servare nella Casa il trono del Signore» . Nel«sistema di Compagnie» organizzato da S . Gio-vanni Bosco (di cui la Società Salesiana siaccinge a celebrare il primo Centenario), laCompagnia dell'Immacolata, grazie alle sue ecce-zionali prerogative, occupò il posto di « avan-guardia» ; quindi nelle Memorie Biografiche viene

Il Servo di Dio Zefirino.

Era figlio del signore dellePampas, il grande Cacico Ema-nuele Namuncurà, soggiogato dal-

l'esercito argentino nel 1883 . Nacque a Chimpayil 26 agosto 1886 e fu battezzato nell'88 dal mis-sionario salesiano Don Domenico Milanesio . Aundici anni, desideroso di rendersi utile alla suagente, ottenne dal padre di dedicarsi agli studi .A Buenos Aires fu accettato nel Collegio SalesianoPio IX il 20 settembre 1897 .

Dimostrò grande interesse per la scuola, siinnamorò delle pratiche di pietà, si appassionòper lo studio del catechismo e si rese simpaticoa tutti i giovani del collegio. Manuel Gàlvezasserisce che due avvenimenti trascendentalinella vita di Zefirino sono da segnalare, durante

l'anno 1898 . Il primo è la let-tura della vita di DomenicoSavio, il secondo è la sua primaComunione. Da quando inco-minciò a leggere la vita delSavio, non pensò che ad imi-tarlo; tanto che ormai tutti losapevano e si accorgevano chetale era l'orientamento di Na-muncurà .

Don Vespignani potè scrivere :« Era una copia fedele di Dome-nico Savio » . I compagni e i su-periori del Pio IX lo chiama-vano comunemente « un nuovoDomenico Savio». Fece la primaComunione l'8 settembre 1898,distinguendosi fra tutti per lasua straordinaria pietà. Partecipò

descritta e presentata, come « sacra legione » postada Don Bosco a vegliare, perchè non penetrassel'inimicus homo nell'Oratorio.

Secondo il sullodato Don Caviglia, in DomenicoSavio la concezione e la fondazione di tale Com-pagnia è il fatto che « personifica e assomma l'o-pera della santità» sia interiore che esteriore dilui come santo di azione . Perquesto il Savio aspirò ardente-mente al sacerdozio, per essereun vero apostolo di Gesù e persalvare molte anime .Alla sua santità il Signore

volle aggiungere abbondanza dicarismi soprannaturali, quali leestasi, le visioni, le intuizioniprofetiche e perfino il donodelle guarigioni .

Schiere di giovani

emuli del Savio .

Don Bosco, profondamentegrato alla Divina Provvidenzaper il regalo preziosissimo che,in Domenico Savio, aveva fattoal suo primo Oratorio, si fecepremura di scriverne la biografia, che diffusesubito tra gli stessi compagni di lui e che con-tinuò a diffondere, in ripetute edizioni, fra igiovani dei suoi Istituti in Italia e all'estero,additandolo a tutti come modello ed invitandolia seguirne i fulgidi esempi .

Di gigli e di rose è stata inghirlandata così lafronte luminosa del B . Domenico Savio, di giglie di rose sono stati inghirlandati i cento annitrascorsi dal suo ingresso nell'Oratorio ; inghirlan-date dai gigli della purezza e dalle rose dell'amordi Dio le schiere di giovani della sua età chenelle Case e Missioni salesiane sparse per ilmondo furono attratti dal fascinodelle sue virtù .

Quelli che, fra i tantissimiallievi salesiani, morirono gio-vani e si distinsero come esem-plari di virtù tramandate dacommemorazioni o da vere eproprie biografie, ormai sono ungruppo numeroso ed elettissimo .Contemporanei ed amici del gio-vane Beato, Camillo Gavio eGiovanni Massaglia ; suoi imme-diati imitatori nel primo Oratorioai tempi di Don Bosco, MicheleMagone, Francesco Besucco edaltri molti, per non dire deiServi di Dio Don Rua e DonOrione che furono, a suo tempo,presidenti della Compagnia fon

-

data dal Savio; alla fine del secolo scorso,nell'Argentina Luigi Testa, Michele Castro,Enrico Rezzonico artigiano del Pio IX, e il« principino delle Ande», l'indietto Servo di DioZefirino Namuncurà ; più vicini a noi, nel nostrosecolo, i giovani Giacomo Maffei, Renato Scla-randi, Luciano Deàn, Gino Pistoni, Tullio Fran-

ceschi, Giovanni Moraschi, An-gelo Panigo, Giovanni Vallanaed altri, tra cui : nella LituaniaPietro Pèrkumas, nella Cina ilgiovane Mak Kam Yun, in Ger-mania Leo Burger, nell'Argen-tina Alberto Irisarri († 1943),nella Colombia Mario Orejuela(† 1948), in Spagna FrancescoPulido Vado, e a Varese Dome-nichino Zamberletti, ambeduevolati in cielo nell'Anno Santo1950; a Roma Ubaldo Ridolfi(† 1952) ; ed altrove altri ancora .

con entusiasmo al Primo Congresso Nazionale Ar-gentino delle Compagnie, celebratosi colà in quellostesso anno. In seguito, a cagione della saluteaffievolita e scossa forse dal forte amore allostudio, passò al Collegio Salesiano di Viedma epoi a quello di Patagónes fra gli aspiranti .Emulo del B . Domenico Savio, Zefirino voleva

diventare sacerdote per dedicarsi all'apostolato ealla conversione dei suoi fratelli indigeni . Perrinfrancarlo sempre più nella salute e negli studi,il Card. Cagliero lo condusse a Torino e poi aRoma. Dovunque il giovane Namuncurà fu alunnodiligente, si distinse per la sua applicazione eprimeggiò fra i suoi compagni, sia nelle classielementari come nelle ginnasiali . Nella grandiosagara di catechismo del 1899 a Buenos Aires,l'intelligente indietto vinceva il primo premio eveniva acclamato « Imperatore».

Queste furono le caratteristiche che tanto loresero simile al B. Domenico Savio: purezzaangelica, costante allegria e apostolato tra i com-pagni .

In Italia i giornali parlarono con ammirazionedel « Principe delle Pampas », il Servo di DioDon Rua lo volle al suo fianco e a mensa con iSuperiori Maggiori, e il B . Pio X lo ricevettein udienza privata, lo ascoltò con vivissimo in-teresse e commozione e gli tributò onori specialidonandogli una sua medaglia ad principes .

Moriva santamente in Roma l' 11 maggio 1905, a18 anni e mezzo circa, edificando tutti per le suevirtù e criterio superiori all'età . Di lui è in corsoa Roma la causa di Beatificazione fin dal 2 mag-gio 1944 .

Giacomo Maffei .

Nacque da genitori cristianissimi a Casalmag-giore il 9 novembre 1914 . Per brevità ne com-pendiamo la ventennale esistenza con un auto-revole giudizio scritto dal compianto Don Ri-caldone : « Lo ricordo sempre quel carissimofigliuolo : modestamente spigliato, serenamente al-legro e piacevole, esemplare senz'ombra di osten-tazione, tutto infiammato di pietà eucaristica,spontaneamente apostolo per la carità che gliardeva in cuore, soave conquistatore di animecol suo sorriso infiorato di purezza e con l'inal-terabile bontà gioconda del suo volto . Il caroGiacomo, come Domenico Savio, sarà il modellodell'alunno salesiano e l'esemplare del giovanedi Azione Cattolica» .

Fino all'età di 15 anni visse e studiò in famiglia,affezionatissimo a papà e mamma, diligente alpunto da sacrificare ai dovere anche le ore disvago, esemplare nelle sue pratiche religiose,suscitatore di belle iniziative tra i compagni .

Il 1951 passato nel suo « caro San Giovanni »come allievo salesiano della 5a ginnasiale, è

l'anno della «conversione di Giacomo all'apo-stolato», operata in lui da una profonda, radi-cale trasformazione e maturazione spirituale. LeCompagnie Religiose offrirono a Giacomo ilcampo ideale per svolgere il suo ardente aposto-lato tra i compagni con l'esempio inappuntabile,con ammonimenti amichevoli efficacissimi e con

numerose conferenze da lui tenute ai Soci dellaCompagnia del Santissimo, a cui apparteneva, eperfino ai soci delle altre Compagnie per suagenerosa iniziativa.

Nei tre anni trascorsi al Liceo Salesiano di Val-salice e nell'anno di medicina all'Università diBologna, ospite della Congregazione Mariana deiPP. Gesuiti, in Maffei continua a splendere lagemma dell'apostolato. Lui stesso lo dichiaròinconsciamente scrivendo ai suoi genitori : « Apo-stolato, soprattutto apostolato ; ed ecco che il Si-gnore ha disposto mirabilmente le cose . Mi trovoproprio in condizione di poterlo svolgere ampia-mente e con frutto» .

E lo svolse in ogni tempo e in ogni luogo :nelle Compagnie, nell'Azione Cattolica, tra i po-veri delle Conferenze di S . Vincenzo da luifondate, fra i compagni di Liceo e di Univer-sità e nella sua città natale .

Quale sarà stato il segreto delle mirabili con-quiste di Giacomo? La purezza del suo cuore ;

quella purezza che a Maffei faceva scrivere te-stualmente : « Puro, soprattutto puro, o Signore; ecome Domenico Savio anch'io ti dico : La mortema non peccati!». Questo meraviglioso Corsarodi Cristo moriva repentinamente, ma santamenteil 24 luglio 1935, a venti anni .

Alberto Giorgio Irisarri .Nacque a La Plata, in Argentina, il 22 gennaio

1929 da buoni genitori. Frequentò l'oratorio ecollegio salesiano Sacro Cuore nella sua cittàcome esterno . Era un ragazzino vivace, abitual-mente sorridente e di buon umore, affettuoso infamiglia, squisitamente educato con tutti, umilee semplice nel portamento, ordinato nelle suecose e nello studio applicato ; difendeva i com-pagni e sapeva perdonare ; era un fascetto dinervi tutto attività e apostolato .

Di lui si registrano tre tipiche «pazzie»: an-dava matto per il catechismo, per l'oratorio eper il Giovane Provveduto . Mediante questo libro,Don Bosco fu la sua guida spirituale . Per questola sua pietà era illuminata e fervorosa e fu suasanta ambizione l'essere, a scuola come all'ora-torio, primo in tutto .

Infatti a 14 anni segnava al suo attivo un com-plesso sorprendente di attività svariatissime, mossoda schietto spirito di apostolato . Perchè primonegli studi, fu alfiere del Collegio ; inoltre fucrociato del Catechismo, maestro dei chierichetti,presidente attivissimo e conferenziere applauditodella Compagnia di S . Luigi, aspirante capo diA . C ., catechista e capo degli aspiranti cate-chisti nell'oratorio ; capo squadriglia scelto degliEsploratori di Don Bosco, capitano della squadracalcistica « Buenos Aires » ; vicepresidente della

Compagnia dell'Immacolata e, finalmente, zela-tore dell'Apostolato della Preghiera.

Con tutto ciò egli si mantenne umile tantoche in famiglia non si conoscevano le sue carichee i suoi trionfi . Ma .il meglio si è che Albertovisse angelicamente puro : sono i suoi compagniad attestarlo . È pure certo che aspirava deci-samente al sacerdozio. Spirò semplice e serenoil giorno di San Luigi del 1943 .

Mario Giuseppe Orejuela.

Nacque nella città di Popayàn, nella Colombia,il 24 maggio 1932, festa di Maria SS . Ausiliatrice .Ottimi cristiani furono i suoi genitori, da luiamati con intensissimo affetto . Nelle ristrettezzedel focolare domestico, Mario temprò la sua animaal senso di responsabilità, al lavoro e allo spiritodi sacrificio . Il Creatore lo aveva dotato di raroingegno, di felice memoria e di intelligenzaapertissima : la matematica fu la sua passionescolastica .

A dieci anni già iniziava gli studi secondari .A undici anni entrava nell'internato salesianoLeone XIII di Bogotà per frequentare il secondocorso. Caratteristiche della sua vita di collegio :allegria, studio, religiosità, apostolato . La santaComunione, l'affetto dei compagni e la compren-sione dei superiori lo resero felice .Mario Orejuela era nato per essere capo ed

aveva una grande anima di apostolo . Anche perlui le Compagnie religiose furono lo sfogo ideale :fin dalle prime cariche in quella di San Luigi,divenne con essa una cosa sola . Faceva conferenzeaccalorate e dirigeva le attività dei soci con zelosorprendente e con squisita carità .Mario a 14 anni diceva al suo Padre Spiri-

tuale : «Sento che la purezza è un eroismo» . Isuoi 250 compagni, d'accordo con i superiori, at-testano che davvero Mario fu un eroe della suapurezza e di quella dei suoi compagni . Con losplendore immacolato della sua innocenza, sere-namente come Domenico Savio, volava al cielol' 11 ottobre 1946, a 14 anni .

DomenichinoZamberletti.

Nacque il 24 ago-sto 1936, all'ombra delSantuario di S . Mariadel Sacro Monte di Va-rese. Amò papà e mam-ma di un amore inten-sissimo e ne fu ricam-biato con uguale amoree con una educazionesquisitamente cristiana .

La virtù a Domenicocostò assai perchè era

agiato e visse in mezzo a pericoli mondani diogni genere: l'albergo dei genitori, i clienti nonsempre corretti, i compagni cattivi, i viaggi quo-tidiani in cremagliera e in tram dal S . Monte alCollegio Salesiano di Varese. Intelligente com'era,Domenichino si accorgeva dei pericoli, ma difesela sua purezza con energia e vigilanza, facendosiguidare dal suo Confessore, con la preghiera, conla mortificazione e con l'esatta obbedienza. Seppevolere fortemente e, con la grazia di Dio, riuscìvittorioso. A scuola fu sempre il primo, comepure al catechismo, ma sempre umile . Predilessei più poveri e i deficienti, che soccorreva conaffettuosa carità.

Fu chierichetto fedelissimo e capo dei chieri-chetti del Santuario ; anzi fu un chierichettoprodigio: a nove anni era già organista ufficialedel Santuario del S . Monte! Sapeva comporre eleggeva la musica anche a prima vista, e dirigevala cantoria. Servire Gesù all'altare e suonarel'organo per la Madonna era la sua felicità. LaComunione quotidiana con ringraziamenti pro-lungati da serafino formò la sua delizia . Taloraebbe a confessare: «Non mi accorgo del tempoche passa» . Anelava al sacerdozio .

Otto mesi di atroci dolori alle ossa lo reseroostia innocente e graditissima al Signore. Un'unicapreoccupazione lo assillava: « Perderò la pazienzao saprò resistere ? ». Perciò ebbe ad implorare :«Se dovessi offendere il Signore . . . piuttostouccidetemi! » . Qui si rivela la copia fedele del«grande gigante dello spirito », il B . DomenicoSavio. Moriva irradiando una gioia suprema edesclamando: «Mamma, mi viene incontro laMadonna! Com'è bella! ». Aveva 13 anni e 9mesi di età .

Cuori in preghiera .

Ricordiamo ai nostri Cooperatori che nelmese di MARZO - in base alla bella inizia-tiva dell'ultimo Capitolo Generale - la Fa-miglia Salesiana è invitata a raccogliersi infraterna solidarietà di preghiera per i Sale-siani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i Coo-peratori, gli Allievi ed Ex allievi delle se-guenti Ispettorie :

1 -7 marzo - SICULA8 - 14

»

- VENETA15 -21

- AUSTRIACA22-28

- BELGA29 marzo - 5 aprile - BOEMO-MORAVA

Concludendo .

Ecco le caratteristiche comuni al B. DomenicoSavio e ai sullodati suoi emuli : allegria e serenità,obbedienza, intensa vita interiore traboccante inautentico apostolato, purezza illibata ; sono la

consolazione dei genitori, una benedizione per lasocietà, il decoro della Patria, la gloria della Chiesa,la più eloquente apologia del metodo educativodi Don Bosco e delle sue Compagnie religiose .

Questi sono i gigli profumati, queste le roseaulenti nei giardini salesiani che, a ghirlande,hanno infiorato la scia luminosa tracciata dalB. Domenico Savio con lo splendore dei suoiesempi. Questa è la santità giovanile di cui ab-biamo urgente bisogno per dare al mondo quel-l'assetto sociale, quel nuovo volto cristiano tantoauspicato, rifatto ad immagine di Gesù, sullostampo dei più giovani eroi del cristianesimo .

Ci incanta la bellezza spirituale, ci affascina laforza morale di questi giovani campioni puri eforti, e mentre con entusiasmo plaudiamo alB. Domenico Savio che ne è il compagno ama-bile, la guida ideale, l'esemplare eroico, fac-ciamo voti che tutti i nostri focolari domesticie istituti educativi s'inghirlandino sempre diquesti gigli e di queste rose .

A VALDOCCOSOLENNITÀ DI SAN GIOVANNI BOSCO

La novena in preparazione alla festa del SantoFondatore fu predicata da due Salesiani . Almattino Don Mario Bava interessò vivamentel'uditorio illustrando la dottrina di Don Boscosu punti essenziali della vita cristiana . Il pre-dicatore della sera presentò alcuni aspetti ca-ratteristici del Santo attingendo direttamenteai 19 volumi delle Memorie Biografiche, e dandocosì modo ai numerosi fedeli accorsi di cono-scere sempre meglio la meravigliosa figura delnostro santo Padre e Maestro .

I primi vespri solenni della vigilia furonoofficiati da S . E . Mons. Arduino, che al mattinodel 31 gennaio celebrò la seconda messa dellaComunità, dopo quella celebrata dal RettorMaggiore alle ore sette . Alle dieci seguì il pontifi-cale di S . E. Mons. Giuseppe Piazzi, Vescovodi Crema, svoltosi con tutta l'imponenza delsacro rito, e accompagnato dall'ottima esecuzionedella Missa saecularis del compianto Don Pagella,

da parte della Schola Cantorum dell'Oratorio, coa-diuvata da quella dell'Istituto Teologico Interna-zionale . La funzione fu trasmessa per radio edebbe termine alle undici e venti. Alle 15 vi fula sempre commovente benedizione dei bambini,che affollarono in gaio stuolo la Basilica . Se-guirono, alle sedici e trenta, i vespri pontificali,officiante lo stesso Eccellentissimo Vescovo diCrema, tra un concorso spettacoloso di folla, cheper tutta la giornata sfilò devota e riverentedavanti all'altare del Santo . Impartì la benedi-zione eucaristica il nostro amatissimo CardinaleArcivescovo, Sua Eminenza Maurilio Fossati . Asera la festa si concluse nel nuovo teatro dove,onorati dalla presenza dell'Ospite Eccellentissimoe di un affezionato pubblico di amici dell'OperaSalesiana, i nostri attori seppero far rivivere legesta della Chiesa del silenzio attorno alla figuraeroica del Cardinale Primate, suscitando grancommozione in tutti i presenti .

FESTA DI S. FRANCESCO DI SALESLa festa del Patrono delle Opere Salesiane si

svolse con la solennità degli altri anni, nel giornoseguente a quella di San Giovanni Bosco . Il pon-tificale fu celebrato alle ore dieci, dal medesimoEccellentissimo Vescovo di Crema, che nel po-meriggio tenne il discorso, esaltando con eloquenzadolce e persuasiva la figura del santo Dottore,spiegandone i tratti comuni a quelli di San Gio-vanni Bosco, e presentando i tre aspetti caratte-ristici del suo messaggio: conquistatore di anime,apostolo della bontà e della dolcezza, santo uma-nissimo ; aspetti che indussero Don Bosco asceglierlo come protettore della sua attività, epatrono della famiglia da lui fondata .

Anche per questa cara festa affluì la folla dei fe-deli al Santuario, con larga partecipazione ai Sa-cramenti, e con piena effusione di quella entu-siastica gioia che forma la più bella cornicedelle feste Salesiane .

Il giorno 2 febbraio la Radio Scuola Ita-liana commemorò San Giovanni Bosco con unracconto sceneggiato dal Salesiano Don EmilioBonomi e interpretato dagli artisti della stazioneR.A.I. di Torino, in collaborazione con gli alunnidel Collegio per Orfani dei Carabinieri direttodai Salesiani .

CONFERENZA SALESIANALe celebrazioni nella nostra Basilica ebbero

degno coronamento l'8 febbraio con la Confe-renza Salesiana tenuta dallo stesso Rev .mo RettorMaggiore ad un eletto stuolo di Cooperatori edi Cooperatrici accorsi per ascoltare la paroladel V Successore di Don Bosco .

Il Signor Don Ziggiotti, dopo di aver invi-tato i Cooperatori a elevare un inno di ringra-ziamento al Signore per il lavoro compiuto neiprimi 75 anni di vita della Pia Unione, li in-tratteneva sul Convegno Romano dello scorso set-tembre rilevando i punti più salienti dello storicoavvenimento e traendone pratiche lezioni di coo-perazione salesiana e di vita cristiana . Invitò daultimo i Cooperatori di tutto il mondo ad attuare

Dodici comunità visitate dal Rettor Maggiore in quattro giorni5 gennaio . - Nel pomeriggio il Rev .mo Rettor

Maggiore giunge al ''Colle Don Bosco", accoltotrionfalmente da quella grande famiglia di confra-telli, allievi del magistero, giovani artigiani e agri-coltori . Egli assiste ad un'accademia in cui vieneproiettata una interessante filmina sulle vocazionidei coadiutori, che gli dà lo spunto per parlaredell'importanza di queste vocazioni e del modo difavorirle .6 gennaio - Epifania . - Dopo la Messa di

Comunità al " Colle " , il Rettor Maggiore si reca afare una breve visita a Castelnuovo Don Bosco, ovesi trova un gruppo di giovani della Lituania, chesi preparano a diventare buoni salesiani .6 gennaio . - Nel pomeriggio partenza per

Penango. Quegli aspiranti accolgono con vivissimagioia il Successore di Don Bosco, il quale sicompiace di assistere ad una loro rappresentazionemissionaria nel teatrino dell'Istituto .7 gennaio . - Il Rettor Maggiore fa una breve

visita alla fabbrica di camice che le Figlie di MariaAusiliatrice dirigono a Moncalvo . Viene accoltodalle Rev.de Suore e dalle duecento operaie, allequali rivolge una parola di incoraggiamento e dicongratulazione,7 gennaio . Arrivo a Casale alle 11 anti-

meridiane . Ricevuto il saluto dei confratelli edegli aspiranti, si reca a ossequiare S . E. Mons .

il grande ideale del Santo Padre, che il 12 settem-bre u. s. innalzava il suo paterno spirito « allacontemplazione di una Società - disseminata intutte le sue classi, professioni, impieghi, mestieri,-- di uomini e di donne, che l'ideale salesianoattuino appieno, con fede, costanza, amore . . . ».

Dell'avvenimento romano rende conto un'inte-ressante M onografia,edita dalla Società EditriceInternazionale .

Angrisani, nella cui Diocesi feriscono ben quattroIstituti salesiani e 28 case delle Figlie di Maria Ausi-liatrice. Sua Eccellenza gli ricambia la visita e sidegna di partecipare alla gioia comune sedendo amensa col Rettor Maggiore . Nel pomeriggio visitala Scuola "Margherita Bosco'', dove si sono radunatele Suore con le Allieve, Ex allieve e Patronesse delleOpere Salesiane. Più tardi il magnifico tempio delS. Cuore si riempie di Cooperatori e amici, cheascoltano la parola del Rettor Maggiore e ricevonola benedizione eucaristica .7 gennaio. - Nel pomeriggio partenza per Mi-

rabello. Al suo arrivo vengono a riceverlo ancheMons. Parroco, il Sindaco e alcuni Cooperatori eCooperatrici del luogo .8 gennaio . - In mattinata partenza per Novi

Ligure. Gioiosa accoglienza di quei buoni aspiranti,che provengono da parecchie regioni d'Italia . Nelpomeriggio, dopo aver passato qualche ora di intimafamiliarità con i confratelli e giovani, il SignorDon Ziggiotti fa ritorno a Torino .

Nei luoghi dove accanto alla casa salesiana fio-risce anche una comunità di Figlie di Maria Ausilia-trice, il Rettor Maggiore non manca mai di visitarleportando loro il suo paterno compiacimento per ilprezioso lavoro che esse compiono . Così questavolta visitò le Figlie di Maria Ausiliatrice del ColleDon Bosco, Penango, Casale, Mirabello e NoviLigure .

Cento anni diLetture Cattoliche

La loro origine .

Nel marzo del 1853 uscì a Torino, stam-pato da una tipografia della città, il primofascicolo delle Letture cattoliche, intitolato :«Il Cattolico istruito nella sua religione .Trattenimenti di un padre di famiglia co'suoi figliuoli, secondo i bisogni del tempo,epilogati dal sac. Bosco Giovanni».

La dicitura Letture Cattoliche era postacome testata sulla copertina, e voleva indi-care l'indole particolare di tutta una serie dipubblicazioni, di cui quel modesto volumettodi formato tascabile era il capostipite . Nonera, quella, una pubblicazione improvvisata .Nulla faceva Don Bosco che non avesseprima ben ponderato . L'idea di far stamparetanti volumetti periodici di argomento apolo-getico e di forma popolare, che fossero comeun argine all'irruzione della stampa ereticae anticlericale di quegli anni, gli era venutadalle deliberazioni del Congresso dei Vescovisubalpini tenutosi in Diocesi di Saluzzo nel1849. In esse si esortavano i sacri Pastori a«preparare un disegno di associazione perla stampa e la diffusione di buoni libri, ecosì combattere le massime propugnate dalgiornalismo irreligioso contro la Fede, l'Auto-rità della Chiesa e il buon costume» (art . 3 0) .

Il Vescovo di Mondoví e quello d'Ivrea eranostati incaricati dell'attuazione di questoarticolo. Con quello d'Ivrea sappiamo cheDon Bosco ebbe parecchi colloqui sull'argo-mento ed incitamenti a occuparsi di taleimpresa .

Nel 1851, come «Introduzione alle Let-ture Cattoliche», lanciò un opuscolo inti-tolato : Avvisi ai Cattolici, che cominciavacon tono di proclama, simile a uno squillo dibattaglia così : «Popoli cattolici, aprite gliocchi! Si tendono a voi moltissime insidiecol tentare di allontanarvi da quell'unica,vera, santa Religione, che solamente conser-vasi nella Chiesa di Gesù Cristo . . . Leggeteattentamente i seguenti avvisi . . . Quello chequi viene ora brevemente esposto, fra pocol'avrete, in apposito libro, diffusamente spie-gato» .

Il libro era il primo fascicolo delle LettureCattoliche, libretto apologetico d'istruzione edi difesa della religione, seguito da altricinque sullo stesso argomento, intercalati davite di Santi e da «Conversazioni morali di

una buona madre di famiglia ». Ma in quel-l'anno 1853, ricorrendo il IV centenario del«Miracolo del SS. Sacramento» in Torino,pubblicò pel mese di giugno, un riassunto di«Notizie storiche» intorno a quell'avveni-mento, con l'aggiunta di un dialogo sopra imiracoli. Come si vede, le finalità della nuovapubblicazione, sin dai primissimi fascicoli,erano: difesa della Fede, istruzione religiosa,sano diletto, attualità.

Un'arma efficace.

I protestanti e gli anticlericali s'accorseroben presto della forza combattiva e persua-siva di quest'arma in mano di Don Bosco, esappiamo - nè è il caso di ripetere qui -in quante maniere, sia lusinghiere, sia violente,cercarono di disarmarlo impedendo la stampadelle Letture Cattoliche . Ma il Santo, chedi esse si serviva per salvare migliaia dianime, ne giudicava la diffusione come unadelle proprie principali obbligazioni, e noncedette mai. Ne fece anzi la più ampia pro-paganda, raccomandandole a benefattori, acooperatori, a parroci, a vescovi, al Papa .Il Servo di Dio Pio IX, nel 1858, facevadiramare dal Card . Vicario una Circolareai Vescovi dello Stato Pontificio affinchè leintroducessero nelle loro diocesi, e ne esentòdal dazio e dalla tassa postale i pacchi e lesingole copie . In quell'anno gli abbonati alleLetture Cattoliche, nei soli Stati Romani,erano 12.000 . In Piemonte esse giungevanoa chi le voleva e a chi non le voleva . ScrivevaDon Bosco a Don Cianetti : «Procuri diaumentare di diecimila gli associati alleLetture Cattoliche » . E all'amico D. CarloVaschetti : « . . . Mi faccia un milione di ab-bonati! . . . » .

Propagandisti di esse erano molti Vescovi .Quello di Saluzzo, quello di Asti, quello diVercelli, e l'Arcivescovo di Torino, per mezzodel suo Vicario Generale Can .co CelestinoFissore, inviavano Circolari elogiandole eraccomandandole. Don Bosco non si stancavadi diffonderle a larga mano . «Le associa-zioni o società protestanti - scriveva a talproposito - si gloriano di spargere fra icattolici a milioni a milioni i loro scritticorrompitori della fede e dei costumi, e noicattolici vorremo lasciarci vincere? Permet-teremo che in mezzo a noi venga adulteratala fede, maltrattata la nostra santissima re-

ligione, perduta la moralità, senza che ciadoperiamo con ogni sforzo a fine di porviun argine per impedire tanto male?».

Personalità di Don Bosco nelle L. C.

Egli stesso, come primo combattente inquesta santa battaglia della buona stampa,amava comporre i libretti delle Letture Cat-toliche e talvolta vi passava su delle nottiintere . Si procurava anche collaboratori, èvero, ma le varie produzioni erano da luiaccuratamente rivedute e informate al suospirito e al suo modo di vedere e di sentire .Egli le considerava quasi una parte di sestesso. Allorquando si mise in dubbio la pater-nità delle medesime, Don Bosco reagì ener-gicamente, rivendicando unicamente a sè tuttala fatica di quell'opera . « Io non mi sonomai pensato che le Letture Cattoliche fos-sero proprietà altrui - proclamava per let-tera al Teol. Valinotti. - Io ho fatto il pro-gramma, ho cominciato la stampa, l'ho sempreassistita, corretta con la massima diligenza.Ogni fascicolo fu da me composto o redatto astile e dicitura adattata. Io sono semprestato responsabile di quanto si stampò . Feciviaggi, scrissi e feci scrivere lettere per lapropagazione delle medesime . L'opinione pub-blica, il medesimo S. Padre, in tre lettereindirizzatemi, considera me come autoredelle Letture Cattoliche» .

Queste furono anzi per lui la causa occa-sionale della fondazione all'Oratorio dellaTipografia Salesiana . « . . . Non potendosi ot-tenere regolarità nella stampa - egli conti-nuava nella su accennata lettera - mi sonorisolto a provvedere qui una tipografia . Hofatto fare caratteri, carta, formati, ampiezzadella macchina adattata alle stampe di Pa-ravia. La stampa è cominciata . ., intendocontinuarla in questa casa e così dar lavoroai nostri poveri giovani » .

La Tipografia si sviluppò, divenne Li-

breria Salesiana Editrice, quindi SocietàEditrice della Buona Stampa, e poi SocietàEditrice Internazionale, giungendo a taleperfezione tecnica da stare alla pari con lemigliori Case Editrici. Quivi, per centoanni, furono stampati - e si stampano tut-tavia - i milioni di volumetti delle LettureCattoliche, diffusesi in tutto il mondo, eprodotte o tradotte non solo in lingua italiana,ma in quella spagnola, portoghese, francese, .cinese, giapponese .

In cento anni. . .

In cento anni trascorsi dalla loro fonda-zione, le Letture Cattoliche, trovatesi inmezzo a tante vicende storiche, a guerre na-zionali e mondiali, ad avvenimenti svariatis-simi, a cambiamenti di valuta, non hannomai, neppure per un mese, sospeso la loropubblicazione . Ciò è cosa veramente mirabile,ed è una prova tangibile che il santo suoFondatore ha sempre, dal Cielo, continuatosu di esse la sua protezione . Vi sono state,è vero, delle oscillazioni nella propaganda,nel numero delle copie mensili, nell'interes-samento del pubblico e nella quantità degliabbonamenti, ma la loro vita non ha maicessato. Purtroppo la colluvie delle modernepubblicazioni ha talvolta quasi soffocato co-desta loro vita, ed al presente non sono piùcosì conosciute e diffuse come ai tempi diDon Bosco. Noi confidiamo che tutti coloroi quali le ricevono e le leggono, si faccianopropagandisti e sostenitori di un'opera im-portante per la sua origine, santa per i suoiscopi, feconda di buoni frutti e apportatricedi celesti benedizioni . Quanti si onorano deltitolo di Cooperatori o Cooperatrici delleOpere di Don Bosco ne procurino l'abbona-mento per la loro famiglia e per famiglie diconoscenti . Sarà questo, senza dubbio, ilmigliore omaggio al Fondatore delle LettureCattoliche nell'anno centenario della lorogloriosa esistenza .

GENOVA a Santa Maria MazzarelloDon Bosco, che aveva ben compreso l'indole

positiva del popolo genovese, volle che, dopo iSalesiani, anche le Figlie di Maria Ausiliatriceiniziassero fin dall'8 dicembre 1881 la loro atti-vità benefica nel centro operaio di Sampierdarena .

E Santa Maria Mazzarello mostrò dal Cielola sua benevolenza per Genova compiendo ivi ilsuo primo miracolo . Genova infine manifestò lapropria riconoscenza partecipando alla settimanacelebrativa con un crescendo di fervore che su-però ogni aspettazione .

La settimana (16-23 novembre) organizzata consignorile sobrietà, fu diffusa largamente dallaRAI genovese e dalla stampa quotidiana, mentremanifesti e volantini a migliaia annunciavano, daun capo all'altro della sua riviera, le onoranzecittadine. Anche la S .E .I . portò il suo contributocon una originale vetrina in cui erano artistica-mente esposte le varie edizioni delle biografiedella Santa e del suo Maestro .

Due geniali articoli del nostro Don Scotti sulNuovo Cittadino (« Un secolo fa Maria Maz-zarello precorse il tempo dell'aggiornamento» e«Era una contadina con animo di gentildonna »)aprirono e conclusero, nel rilievo della stampa,la Settimana ; la quale, cominciata nel nome delFondatore Don Bosco con la posa della primapietra del tempio in suo onore, proseguì con laglorificazione della sua prima Figlia .

I tre giorni seguenti prepararono gli animi conle conferenze di categoria, tenute da valenti Ora-tori, Ex allievi salesiani : ai genitori, il cav . MatteoRicagno ; alle alunne delle Elementari e delleScuole secondarie, l'Ing . Matteo Vita .

Compiè la preparazione un «Incontro pedago-gico » per Insegnanti ed Educatori con MostraDidattica di sussidi, grafici, filmine, novità edi-toriali, in cui il nostro Don Salvestrini tenneavvinto il qualificato uditorio, onorato dalla pre-senza del Rev .mo Mons. Gennaro, di AutoritàScolastiche e di Dirigenti dell'A . C .

Nello stesso giorno la radio aveva fatto riso-nare per tutta la Liguria le lodi di S . M. Mazza-rello, esaltata come Santa ligure-piemontese dallaconcisa parola di Don Briano .

Per le sacre funzioni del triduo la centralis-sima Chiesa del Gesù, pavesata, illuminata, in-fiorata sfarzosamente, vide succedersi gli omaggidei Superiori e allievi dell'Istituto Salesiano diSampierdarena, delle alunne degli Istituti delleFiglie di Maria Ausiliatrice, delle Ex allieve,della gioventù salesiana degli Oratori, di AzioneCattolica, degli Ex allievi e dei Cooperatori, el'affollarsi di amici della Famiglia di Don Bosco .

Gli Ecc.mi Monsignori Parodi, Vescovo di Sa-vona, e Zuccarino, Vescovo Coadiutore di Bobbio,

tesserono il panegirico della Santa Madre nellefunzioni della sera, mentre al mattino avevanocelebrato la Messa e dette le lodi della Santa iRev.mi Monsignori Recagno, Provicario Gene-rale, De Negri, Delegato Moniale Arcivescovile,e il Direttore dei Salesiani Don Griggio .Domenica 23 novembre fu giornata trionfale

e memoranda per la presenza di S . E. l'Arci-vescovo, oggi Card. Giuseppe Siri, il quale, conla sua limpidezza e concretezza di stile, nell'Ome-lia del Pontificale, presentò la Santa affiancatanella storia alla figura del grande Educatore .

Terminato il solenne Pontificale - con l'as-sistenza e il servizio del venerando Capitolo Me-tropolitano e dei Chierici Novizi salesiani -l'ospitale Casa Ispettoriale di Corso Sardegnaaccolse le numerose Suore ed Ex allieve venuteda tutta la Liguria .

Alle ore 15 fu aperto il Convegno Regionaledei Consigli locali delle Ex allieve, sotto la presi-denza della Rev .ma Madre Carolina Novasconidel Consiglio Generalizio, la quale portando al-l'eletta schiera di dirigenti la squisitezza maternadell'intimità di famiglia, ricordò la parola di DonBosco che, richiesto dai primi Ex allievi checosa dovessero fare come Ex allievi, rispose :« Chiamatemi Padre». « Così le vostre Suore,care Ex allieve, - proseguì la Madre - nonvogliono altro che esservi madri e sorelle» .

Dopo il Convegno, si ritornò alla chiesa delGesù, che alle 17 era già affollata .

Cantati i Vespri a voce di popolo, S. E . l'Ar-civescovo pronunciò un elevato discorso .

Tracciata in sintesi la vita della Santa, passò aindagare il segreto della sua santità con un'analisiacuta, precisa, originale, in cui vibrava il suo cuorenobilmente commosso dinanzi al prodigio dellagrazia nell'anima di questa figlia del popolo, cheebbe la ventura di incontrarsi col più grande Edu-catore del secolo, e la sapienza di divenirne fede-lissima discepola. Maria Mazzarello fu eroicamenteumile. Il segreto è qui . Oggi è sugli altari perchèfu umile. Solo chi è umile impara da tutti . Solochi è umile apre l'anima e fa sua ricchezzaquello che può diventare ricchezza di molti-tudini intere . Attuò una missione: istruirsi ac-canto a uno dei più grandi Santi . Fu maestra,creò una tradizione, si rese immortale, perchè fuumile» .

Il canto del Te Deum, intonato dallo stessoEminentissimo, e la Benedizione coronarono unagiornata di intensa spiritualità salesiana, a cui lacittà e la regione ligure avevano dato il contributodella loro anima cattolica e mariana, non facile aglientusiasmi per le piccole cose, ma grande e ge-nerosa là ove scorge i veri valori della vita .

Giro d'orizzonte

Salesiano

TORINO

Il Rettor Maggiore tra gliorfani di Sassi . - Il giorno 16 gen-naio, l'Istituto a Domenico Savio »di Torino-Sassi, nel quale le Figliedi Maria Ausiliatrice accolgono circa230 orfanelli, ebbe la visita delRev.mo Rettor Maggiore .Grande fu la gioia di tutta la

Comunità per tanto cara sorpresa .Il venerato Superiora fu ricevuto al-l'ingresso dell'Istituto tra l'entu-siasmo dei bimbi ed al loro salutorispose con paterne parole di rin-graziamento .

Si recò poi in Cappella per lacelebrazione della S. Messa, che fuseguita con viva pietà, fra canti epreghiere, secondo le intenzioni delRev.mo Rettor Maggiore.Terminata la funzione, gli allievi

nuovamente radunati manifestaronola loro riconoscenza al degno Suc-cessore di Don Bosco, il quale sicompiacque di trovarsi fra tanti in-nocenti e vispi fanciulli .

GENOVA

Sua Eminenza il CardinaleArcivescovo alla festa di SanGiovanni Bosco. - Quest'anno aSampierdarena la festa di Don Boscoricevette particolare solennità dellapresenza del Cardinale Arcivescovo,che volle celebrare la S . Messaper i giovani dell'Istituto compiendonello stesso tempo la sua prima vi-sita ufficiale dopo l'elevazione allaSacra Porpora . Rivolte brevi pa-role ai giovani incoraggiandoli aseguire le orme e gli esempi delSanto, Sua Eminenza visitò conparticolare compiacimento il can-tiere dove sta sorgendo il nuovotempio, monumento che la pietàdei Genovesi erige a San GiovanniBosco proprio nella città più in-dustriale della Liguria .

MILANO

Nella parrocchia di S. Ago-stino a nessuna famiglia man-cherà più il pane. - Originalela cerimonia svoltasi nella nostra

Parrocchia, la notte del S . Natale.Dopo il Vangelo il Prevosto, DonPietro Lajolo, benedisse i cesti del« Pane della Bontà» davanti ad unafolla immensa, presente il solerteComitato del F.A.C . (Fraterno AiutoCristiano) . I Cesti benedetti, postinelle panetterie, raccoglieranno ilpane che, tolto senza eccessivo sa-crificio alle varie mense, andrà arallegrare ogni giorno la mensa deiFratelli poveri . L'iniziativa fu accoltacon entusiasmo ; così pure quella dinon lasciare i bambini poveri senzaun balocco. Davanti alla statuetta diGesù Bambino fu una gara tra ibimbi benestanti per portare ai lorofratellini giocattoli di ogni genere .

Da quando il movimento F .A.C .fu introdotto nella parrocchia, sisono avuti ottimi risultati . Per ilpane e altri viveri, medicinali, curemediche, pensioni nei vari istitutiper bambini poveri, pagamenti dibollette gas, luce, svincoli al montedi pietà, soggiorni di bimbi allecolonie, si raggiunse nell'anno 1 952la somma di L. 1 .161 .695 .L'opinione pubblica ha accolto

assai favorevolmente le iniziative,rispondendovi con amore e genero-sità. Anche la R .A .I . volle gen-

tilmente ricordarci . La stampa lo-cale ebbe parole di augurio e difraterno incitamento .

Sia conforto a tutti i cooperatoridi tanto bene la parola di Gesù«Quello che avete fatto ad uno diquesti minimi, l'avete fatto per me » .

ROMA

Visita illustre al Pio XI . - Il20 gennaio S . E. il Sen . CarloVischia, Sottosegretario alla P . I .,onorò di una sua visita gli insegnantie i 530 allievi del fiorente IstitutoP io XI di Via Tusculana . Accom-pagnato dal dr . Buzzao, l'illustrevisitatore fu ossequiato dall'Ispet-tore dei Salesiani, dal Direttoredell'Istituto, da tutti gli Insegnantie Capi d'arte e dai numerosissimigiovani, schierati nel vasto cortile .

Dopo l'alzabandiera, un allievodel terzo Avviamento meccanici lesseun indirizzo di omaggio al Sotto-segretario, che rispose con brevi ecalde esortazioni allo studio e allavoro .

L'on. Vischia, poi, compiva unavisita in alcune aule della scuolamedia e ginnasio, passando quindi a

visitare i laboratori dei tipografi, deilegatori, dei sarti, dei falegnami edei meccanici . Si interessò alle mo-stre dei lavori eseguiti dagli allievie si compiacque per la perfetta or-ganizzazione di tutta l'Opera Sale-siana nel popoloso quartiere Tuscu-lano .

Il 29 gennaio un gruppo digiornalisti cattolici si radunarononella nostra Basilica del S . Cuoreper assistere alla S . Messa in onoredi S. Francesco di Sales, loro Pa-trono . Il celebrante Don Capuzzosi rese interprete della riconoscenzadella folla anonima dei lettori cat-tolici per la missione che svolgonopropagando e difendendo la verità :la missione stessa di Gesù, che dissed'essere venuto al mondo per ren-dere testimonianza alla verità . Nel-l'amichevole incontro che seguì nel-l'attiguo Istituto l'On . Igino Gior-dani mise in rilievo l'eccezionale im-portanza dell'apostolato della stampain questo mondo moderno « senzaanima ».

L'Unione Editori Cattolici Ita-liani onora il suo patrono S . Gio-vanni Bosco. - La sera del 30 gen-naio l'U.E.C .I . (Unione EditoriCattolici Italiani) per la ricorrenzadi S. Giovanni Bosco radunò glieditori romani nella chiesa di S . Gio-vannino della Pigna per una funzionedi ringraziamento . Fu la prima ma-

nifestazione religiosa celebrata inonore del loro celeste Patrono .

Al folto gruppo di editori e lorocollaboratori parlò l'Assistente Ec-clesiastico dell'Unione, P. GiacomoMartegani che, ricordate le ragioniche mossero l'U.E.C .I . a farsipromotrice dell'ambito riconosci-mento, invitò gli editori a confor-mare la loro provvidenziale azioneagli insegnamenti e all'esempio delsanto editore del loro tempo .

Feste di San Giovanni Boscoonorate dalla presenza del no-stro Em.mo Cardinal Protettore .- Il 31 gennaio lo Studentato Sale-siano presso le Catacombe di SanCallisto sull'Appia Antica fu ono-rato dalla visita di S. Em. il Card .Benedetto Aloisi Masella, Vescovodi Palestrina, Proprefetto della S . C .dei Sacramenti e Protettore dellaSocietà Salesiana . L'Em.mo Por-porato, ricevuto dai Superiori edai Chierici studenti, celebrò laS. Messa nella Cappella dell'Isti-tuto . Il P . Antonino Corizi O . F. M .,Superiore del Convento di San Cal-listo, presso Vicovaro, pronunciò unelevato panegirico di San GiovanniBosco. Al Sacro Rito seguì un so-lenne ricevimento, nel quale l'insi-gne Porporato si intrattenne con iSuperiori e i Chierici .

La stessa sera Sua Eminenza im-partì la benedizione solenne nellaBasilica del Sacro Cuore .

La festa patronale dei poligra-fici del Vaticano. - La mattinadel 31 gennaio, nella chiesa deiGovernatorato della Città del Vati-cano,gentilmente concessa dall'E.moCardinale Canali, i dipendenti deL'Osservatore Ronzano e della Ti-pografia Poliglotta Vaticana, accom-pagnati dai loro dirigenti, solen-nizzarono la festività di S. Fran-cesco di Sales e di S . Giovanni Bosco,Patroni della Stampa Cattolica .

Celebrò la S . Messa Don EvaristoMarcoaldi, Pro-Procuratore Gene-rale dei Salesiani, il quale vollericordare le parole di S . GiovanniBosco agli operai tipografi del suotempo e sottolineare ai presenti ilprivilegio di lavorare a servizio delPapa e perciò a servizio della Stampacristiana e divina .

INDIA

S. Tomaso Apostolo e S . Fran-cesco Saverio commemorati aMadras . - La vita cattolica haavuto un salutare risveglio in tuttele Comunità cristiane dell'India inquest'anno di solenni onoranze com-memorative di S . Tomaso Apostoloe di San Francesco Saverio . Tresono i centri più direttamente con-nessi con l'apostolato dei due piùgrandi ambasciatori inviati da CristoRe alla Nazione Indiana : la regionedel Travancore, evangelizzata daS. Tomaso ; Goa, cristianizzata daS. Francesco Saverio ; e Mylapore,ora suburbio della grande città diMadras, ove S . Tomaso sarebbestato trucidato nel 72 d. C .

Il Travancore solennizzò la storicaricorrenza con il Sesto CongressoNazionale Eucaristico nella città diErnakulam (Cochin) nell'ultima set-timana del 1952 . In una nazione ovei cattolici sono soltanto l'uno percento della popolazione, la stamparegistrò la partecipazione di circa300.000 cattolici e mille Sacerdotinella imponente processione euca-ristica di chiusura, presieduta dalLegato Papale, S. Em. il CardinaleTomaso Gilroy, Arcivescovo diSydney .

Intanto a Goa, nella prima setti-mana di gennaio del 1953, si chiu-deva il mese di onoranze per ilquarto centenario della morte diS . Francesco Saverio con la parte-cipazione del Vescovo SalesianoS . E. Mons . L. Morrow di Krishna-gar (India), del rappresentante di

Corona di stelle viventi a Maria Ausiliatrice

S . E. Mons. O. Marengo, VescovoSalesiano di Dibrugarh, e di tuttii Salesiani e giovani delle nostre dueCase di Panjim e Valpoi (Goa) .

Finalmente l'Archidiocesi di Ma-dras-Mylapore dal 5 gennaio 1953al 13 dello stesso mese festeggiavail duplice avvenimento con un densoprogramma di celebrazioni religiosee civili . Esse culminarono il giorno11 : al mattino con la contemporaneacelebrazione di numerose S . Messeattorno alla Tomba dell'ApostoloTomaso ; alla sera con una proces-sione che, lasciato il santo luogo delmartirio dell'Apostolo alla periferiadi Madras ; si snodava devotamenteper parecchi chilometri verso laTomba del Martire in Mylapore.

Il giorno 8 fu la CongregazioneSalesiana a onorare ufficialmente idue Santi. I confratelli delle variecase e parrocchie della città e delNorth Arcot, i chierici e aspirantidella nostra casa di Tiruppattur, iragazzi delle nostre scuole, gli amici

La prossima ricorrenza cinquantenaria dell'Incoronazione dell'immagine taumaturga dellaVergine Ausiliatrice (17 maggio 1953) ha ispirato anime divote a presentare al nostro vene-rato Rettor Maggiore varie proposte per aggiungere nuovo splendore alla veneranda effigie .

Ma la proposta che parve più aderente ai tempi e a tutte preferibile, è quella fatta dauna Patronessa del Comitato Centrale dopo che ebbe ascoltato la " Conferenza Salesiana "tenuta dallo stesso Rettor Maggiore nella Basilica di Maria Ausiliatrice l'8 febbraio u . s . :offrire alla Madonna una corona di stelle viventi che diffondano nel mondo la divozioneall'Ausiliatrice del popolo cristiano; una corona di apostoli che si consacrino a Dio nellaFamiglia di Don Bosco per la redenzione di questo povero mondo, per la salvezza delleanime, per la cristiana educazione dei figli del popolo .

E noi la comunichiamo a tutti i nostri Cooperatori e a tutte le nostre Cooperatrici, aprendola sottoscrizione a una serie di borse di studio per aspiranti alla vita salesiana, intitolata:

CORONA DI STELLE VIVENTI A MARIA AUSILIATRICE NEL GIUBILEO D'ORO DELL'INCORONAZIONE .

Sarà la corona più gradita alla Vergine Santa, che Don Bosco volle ritratta in mezzo agliApostoli, quale Ausiliatrice e suscitatrice di apostoli . Sarà un dono offerto dal mondo intero,che si rifletterà poi nuovamente sul mondo intero attraverso l'apostolato delle "Stelle Viventi " .

L'Ausiliatrice penserà a suscitare tra i giovanetti apostoli novelli della sua divozione nelmondo, mentre i Cooperatori e le Cooperatrici aiuteranno il Successore di Don Bosco a for-marli secondo le esigenze dei tempi, affinchè con la pietà, lo studio e l'abilità tecnico-professio-nale si rendano degni della chiamata divina e si consacrino efficacemente alla loro sublimemissione.

Ci ripromettiamo di iniziare l'elenco delle " Stelle Viventi " nel numero di maggio efin d'ora invochiamo su quanti pregheranno e sottoscriveranno le benedizioni di MariaSS. Ausiliatrice

Scrivere direttamente al Rettor Maggiore dei Salesiani - Via Cottolengo, 32 - Torino (709)

della nostra Opera, si radunarononell'antica chiesetta del Rosario .Alle ore 17, la processione si mosseverso la Cattedrale . Il Sig . IspettoreDon Pianazzi portò la sacra reliquiadi S. Tomaso fino alla Cattedrale,gremita di allievi, amici e fedeli . IlSalesiano Don Giuseppe Sandanamparlò in lingua tamiliana esaltandole virtù e l'apostolato dei due Santie ricordando le relazioni già avutedalla Società Salesiana con la Dio-cesi di S . Tomaso quando, al prin-cipio del secolo XX, i Figli di DonBosco furono chiamati a lavorarea Tanjore e a Mylapore . « Oggi- disse -- un figlio di Don Bosco,S . Ecc . Mons . Mathias, ritornaancora, come arcivescovo, alla tombadell'Apostolo ».

Un nuovo capitolo nella vitaapostolica di un illustre figliodi Don Bosco . - L'Arcivescovo diMadras, Mons. Ludovico Mathias,aveva lasciato la sua Sede nell'agostoscorso per entrare in una clinicadella sua città natale : Parigi . Il ver-detto medico pareva richiedere unintervento chirurgico, il quale, datal'età e la scossa salute del Presule,aveva mosso tutta la comunità cri-stiana dell'Archidiocesi ad innalzarespeciali preghiere propiziatorie . Manel mese di ottobre ultimo scorsogiungeva per telegramma la conso-lante notizia che Monsignore nonsarebbe stato operato e che, anzi,la sua salute non era mai stata cosìflorida in questi ultimi anni. Resepubbliche grazie a Dio, ci si preparòa riceverlo fra noi.

Quand'ecco una notizia, non deltutto inaspettata, giunse dal Vati-cano. La Santa Sede aveva fuso ledue Sedi di Madras e di Mylaporein un'unica Archidiocesi, della qualesarebbe stato Arcivescovo Sua Ecc .

Mons. Mathias . Però il territoriodella Nuova Archidiocesi sarebbestato sfaldato, a ovest, del distrettodel North-Arcot, per formare inseguito la nuova Diocesi di Vellore,e, a sud, del Distretto di Tanjore,per creare più tardi un'altra Diocesiindipendente . Per intanto Mons . Ma-thias era chiamato dalla Santa Sedead essere l'Amministratore Aposto-lico delle due novelle Diocesi .A chi conosce quanto popolare,

amato e apprezzato sia in India ilnostro Arcivescovo non sembra esa-gerata l'ovazione straordinariamentecalorosa con cui venne accolta lanotizia da tutti i ceti di persone ein tutti gli ambienti ecclesiastici ecivili . Per questo il ricevimento delPresule all'aeroporto di Nungam-bakkam (Madras) fu una vera ma-nifestazione di cordialità filiale e disincera sudditanza . Era il Padre

amato e il Superiore venerato cheaveva per tutti un sorriso incorag-giante, quasi volesse tutti spronarecol suo grido di battaglia : Aude etSpera .

Ma il vero incontro tra il Padree i figli avvenne all'ombra della sto-rica Cattedrale di Mylapore, ove èvenerata la prima tomba di SanTomaso Apostolo, ora cattedraledella nuova Archidiocesi .

All'imbrunire Madras Cattolica siriversò nelle adiacenze della goticachiesa di San Thomè per dare ilbenvenuto al Pastore . Mons . Car-valho, già Amministratore Aposto-lico della vecchia Diocesi di My-lapore, lesse un caldo discorso anome del Clero Diocesano e Reli-gioso e di tutti i Cattolici, col qualefaceva ufficialmente atto di suddi-tanza a chi dalla Santa Sede erastato prescelto a dirigere le sortidella nuova sede arcivescovile .

Ora per Monsignor Mathias èincominciato un periodo di più fer-vido lavoro .

*

BOMBAY . - Nuovi sviluppidella scuola Don Bosco, cheaccoglie già 2100 allievi . - ABombay, lungo il corso M atunga,è stato terminato il secondo vastofabbricato, che misura 90 metri dilunghezza per 3o di larghezza . Ilpalazzo di tre piani, compreso ilpian terreno, ha le stesse propor-zioni del primo, e presenta sul corsopubblico una originale linea moderna,mentre nell'interno ha una tripliceserie di portici a veranda, assaiindovinati per dare alla casa unsenso di sollievo e di fresco .Ma a Bombay-Matunga non si

è ancora terminato di costruire. Frai due fabbricati esistenti dovrannosorgere presto una bella e vastachiesa e i padiglioni della scuola pro-

fessionale, capace di accogliere milleapprendisti . Per il momento laScuola Don Bosco funziona conscuole elementari, medie e supe-riori, per un totale di 2100 allievi,tra interni ed esterni . Le relazioniche ne fanno gli Ispettori Scolasticisono assai lusinghiere. La scuolagode fama di serietà, disciplina eordine ; agli esami pubblici si ot-tenne il 100% di promozioni ; perl'iscrizione vi sono severi esami diammissione .

Fra i 2100 alunni, 600 sono cat-tolici ; il resto hindù, maomettani,ebrei e persiani .

La scuola Don Bosco, che com-prende un terreno di 60 .000 mq .,ha numerosi e vasti cortili, dove sidanno convegno le scuole di Bom-bay per i vari tornei interscolastici .

Mentre ai cattolici viene impartitoun insegnamento catechistico, peri pagani è stabilito l'insegnamentomorale su testi fissati da S . E . l'Ar-civescovo . Si nota però che quasitutti i pagani imparano le preghiere,e che il contatto con i missionariopera delle vere trasformazioni .

MESSICO

Il 60° dell'Opera Salesiana inquella Repubblica, apertosi contre giorni di solenni festeggiamenti loscorso dicembre, data dell'arrivo deiprimi Salesiani nel 1892, ha la suamigliore celebrazione nella magnificaripresa di attività di questi ultimianni. Nonostante le note buferesubite, attualmente nel Messico visono 106 salesiani in piena attivitàe oltre 6o in formazione con piùdi 400 aspiranti, che alimentano lepiù floride speranze per il domani .

SPAGNAPAMPLONA. - Espansione del-

l'opera delle Figlie di MariaAusiliatrice . - A Pamplona(Spa-gna) l'opera delle Suore va pren-dendo un grande sviluppo, col tra-sferimento nel nuovo edificio, do-vuto al benefico Patronato « Fran-cisco Franco », nell'esteso borgo ope-raio della Chantrea . Comprende unabella Scuola elementare e professio-nale, con ampi e moderni labora-tori, spaziosi cortili, chiesa e salone-teatro .

Prima che vi si stabilissero leSuore, Maria Ausiliatrice fece il suoingresso solenne nel borgo e nella

casa. La venerata statua vi vennetrasportata processionalmente il 29novembre, dalla Colonia Argaray,dove l'opera in sei anni s'era giàaffermata nel fiorente Oratorio dandoben sedici vocazioni all'Istituto .Uscì tra il pianto di quelle affezio-nate oratoriane ed ex allieve, por-tata a spalle dagli alunni delle ScuoleProfessionali Salesiane e seguita dallafolla in preghiera. Dopo quasi dueore di percorso, tra il suono dellabanda, giunse nella piazzetta del bor-go, dove si trovavano ad attenderlal'Ecc.mo Vescovo Mons . DelgadoGomez, l'ill .mo Governatore civileValero Bermejo e altre, personalità .L'Ecc.mo Vescovo pronunciò un

vibrante discorso ; quindi, tra canti ebattimani, la venerata immagine feceil suo ingresso nella scuola .

Pochi giorni dopo, il 2 dicembre,S . E. Rev.ma Mons . Olaechea,Salesiano, già Vescovo di Pamplona,che aveva voluto il sorgere della

nostra opera nella città, si degnòrecarsi a benedirvi i nuovi locali .

I: il 4 dello stesso mese, seguìl'inaugurazione ufficiale, onorata dallapresenza del Capo dello Stato Ge-neralissimo Franco, accompagnatodai Capi della sua Casa Civile eMilitare, da parecchi Ministri, dalGovernatore Civile e da numerosealte personalità .

S. E. il Generalissimo si degnògradire l'omaggio che gli venne ri-

volto ; visitò con compiacenza i di-versi locali e passò a inaugurareuna bella mostra di lavori femminilie artigiani eseguiti dalle alunne dellascuola. Espressa la propria soddi-sfazione, lasciò la Casa, tra gli ap-plausi della folla .

STATI UNITIUna lettera e un certificato. -

Reverendissimo Don Ziggiotti, noi,i settemila membri del Club gio-vanile Beato Domenico Savio,la preghiamo di accettare questoCertificato dei Promotori, in rico-noscimento del lavoro che i suoi figlistanno compiendo nel Club negliStati Uniti e nel Canadà.

Ella sarà lieto di sapere che questoClub ha nesso profonde radici inmolte scuole e che oltre 10.000 ra-gazzi portano il distintivo del BeatoDomenico Savio .

Per la fine della prossima prima-v era stiamo progettando un'AdunataBeato Domenico Savio, da tenersinel Campo Savio . Siamo ottimisti eprepariamo il campo per un grandenumero di ragazzi e insegnanti .

C'incoraggia il vedere quanti Ve-scovi, Sacerdoti e Congregazioni re-ligiose ci stanno aiutando .

La preghiamo di benedire il nostrolavoro e tutti coloro che ci aiutano.(Seguono le firme) .

presso l'Ufficio tecnico dell'EconomoGenerale, donde più non si mosse .

In cinquant'anni quante attivitàedilizie, quanti mutamenti, quantiavvenimenti nel Centro dell'OperaSalesiana! E tutto fu eseguito dal-l'Arch . Valotti, sotto l'alta direzionedell'Economo Generale .

Ma il suo nome è particolarmentelegato alla Basilica di Maria Ausilia-trice, di cui progettò e curò gli am-miratissimi lavori di ampliamento.

Il Rev .mo D. Fedele Giraudi,Economo Generale, che lo ebbe suocollaboratore per 28 anni, nella splen-dida monografia sul Santuario diMaria Ausiliatrice, scrive : e L'Archi-tetto salesiano Giulio Valotti ha fe-delmente interpretato il vivo senti-mento dell'anima di tutta la grandeFamiglia di Don Bosco, quello cioèdi veder onorata ed esaltata la caraMaria Ausiliatrice, in questa Sua

Chiesa Madre, col massimo splen-dore. Egli ha qui innalzato un veromonumento di pietà e di arte» .(GIRAUDI, IlSantuario di Maria Au-siliatrice, pag. 100) .

Mentre il fervore delle ricostru-zioni costringeva l'Arch . Valotti avisite e sopraluoghi in numerosi Isti-tuti, anche l'Oratorio vedeva rifatto,più grandioso e moderno, il teatrodistrutto dai bombardamenti del 1943e compiuto un edificio che acco-glieva, l'anno scorso, i membri delXV Capitolo Generale.

Il buon Salesiano aveva vissuto ilperiodo più intenso e più fecondodella sua vita, e il Signore preparavail premio al servo umile e fedele .

La mattina del Lunedì Santo del1949, un improvviso attacco di trom-bosi gli paralizzava il braccio e lagamba destra .

Si sperò in un ristabilimento,si ricorse a tutte le cure, ma futroppo breve illusione . La sua saluteandò lentamente declinando, diedeal buon Architetto l'occasione di edi-ficare tutti con la sua inalterata sere-nità, come aveva edificato prima conla sua santità .

Circondato dai Confratelli, rese lasua bell'anima a Dio la sera del-l' 11 gennaio, festa della Sacra Fa-miglia .Forse poche volte la frase « È

morto un santo! » che si suole ripe-tere presso la salma di una per-sona che ci ha edificati con le suevirtù, è stata pronunciata da quantilo conobbero con accento di mag-gior convinzione . Invitiamo tuttaviai nostri Cooperatori a unirsi a noinel doveroso tributo di riconoscenzacon copiosi suffragi .

* La Camera dei Deputati del Brasile il 23 luglio u . s.sospese i suoi lavori per rendere omaggio al MissionarioSalesiano Don Antonio Colbacchini . Quando il vene-rando Figlio di Don Bosco entrò nell'aula, fu invitatoa occupare un posto d'onore. Allora il Presidente con-cesse la parola ad alcuni Deputati che magnificaronol'opera di civiltà da lui compiuta in 5o anni di vitamissionaria tra i Bororos del Mato Grosso e il suorecente incontro con i feroci Chavantes . Quindi ilPresidente della Camera ordinò di interrompere i lavoriper cinque minuti « affinchè - disse - i Signori De-putati possano salutare il Rev .mo Padre Antonio Col-bacchini» .

* L'Oratorio San Pietro di Parigi ha commemoratoil suo 75° anno di vita . Il Rev .mo Rettor Maggioreincaricò il Signor Don A. Candela, del Capitolo Supe-riore, a rappresentarlo alle feste, che attirarono grannumero di amici, ammiratori ed ex allievi dell'Oratorio,tra i quali si contano venticinque sacerdoti .

La sera dell' 11 gennaio si spe-gneva santamente l'architetto sale-siano Giulio Valotti.

Mente eletta di artista, onorò laFamiglia Salesiana con artistichecostruzioni, monumenti di fede edi carità .

Ricordiamo le principali :

1. Torino - Ampliamento Basilica M . A .2 .

»

- Oratorio di Valdocco - Nuo-vo teatro e alcuni laboratori .

3 . » - Id . - Palazzo Domenico Savio .4 .

»

- Chiesa e Oratorio M . Rua .5. » - Chiesa e Oratorio E . Agnelli .6 .

» -Oratorio e Tempio a GesùAdolescente .

7.

»

- Chiesa e Istituto M . Mazza-rello .

8.

»

- Istituto Conti Rebaudengo .9.

»

- Scuola Agraria di Cumiana .10. »

- Ist. Semeria -Colle D . Bosco .11. »

- Chiesa Parrocchiale di S . Rita .12 . »

- Santuario N. S . del Selvaggio .13 . »

- Chiesa Parrocchiale di None .14 . Brescia - Oratorio e Tempio S . Paolo .15 . Brindisi - Chiesa e Istituto S . Cuore .16 . Lanuvio - Istituto Salesiano .17 . Novi Ligure - Istituto Salesiano .18 . Palermo - Istituto D . Bosco .19. Roma - Istituto Pio XI .20. » - Tempio a Maria SS . Ausil .21 . Taranto - Istituto Salesiano .22 . Vercelli - Ist . Figlie di M . Ausiliatrice .

Ma il monumento più duraturodell'Arch. Valotti è la esemplaritàedificante della sua vita salesiana .

Nato a Quinzano d'Oglio (Brescia)il 30 gennaio 1881, venne a Torinoall'età di 17 anni, attratto dal fa-scino della santità di Don Bosco,conosciuta attraverso la lettura delBollettino Salesiano . Portava con sèun certificato del suo Parroco, nelquale si leggeva : «La sua indole dàogni più bella speranza di eccellenteriuscita religiosa e morale» .

Nel 1899 fece il Noviziato a SanBenigno, poi fu chiamato all'Oratorio,

LA MORTE DELL'ARCHITETTO VALOTTI

In breve* La visita di S. E. Antonio Segni, Ministro dellapubblica istruzione, fu accolta con grande entu-siasmo dai Superiori e dai giovani del nostro Istitutodi Cagliari, dove giungeva il pomeriggio del 9 dicembre .

Alle parole di saluto rivoltegli da un giovane liceistaS. E. il Ministro rispondeva esprimendo il suo compia-cimento nel trovarsi in un Collegio Salesiano ed esor-tava gli alunni ad essere degni delle belle tradizioni distudio e di serietà degli Istituti di Don Bosco .

* Cinque Deputati parlano dell'Opera Salesiana nel-l'Uruguay. A chiusura del 75° del lavoro dei Salesianinell'Uruguay, ben cinque Deputati presero ufficial-mente la parola in Parlamento per manifestare ai Figli diDon Bosco la gratitudine nazionale . I frequenti applausida cui vennero interrotti gl'illustri oratori sottolinearonola piena adesione dell'eletta assemblea .

Il Visitatore straordinario del Rio Negro

al Rettor Maggiore.

Le scrivo dal cuore della foresta amazonica,quasi ex ultimis finibus terrae .

Sono venuto a passare il Natale proprio quiin piena missione del Rio Negro . Siamo ancoranel Brasile, ma già nell'emisfero Nord, qualchegrado al disopra della linea dell'Equatore . Perarrivare fin qui, partendo da San Paolo, ho viag-giato 20 ore in aereo, più 2.500 km. con automezzidiversi, e ancora due giorni intieri sul fiume Uaupés(affluente del Rio Negro), prima in una piccolaimbarcazione a motore, poi sopra una semplicebarchetta con un piccolo motorino, e l'ultimotratto, il più pericoloso, già nell'oscurità dellanotte e tra i sassi del fiume impetuoso e largoun chilometro, coll'abilità e forza di sei espertirematori indi. Fu un viaggio drammatico . Ancheper un brasiliano è una vera avventura un viaggiocome questo, in queste immensità di fiumi e diforeste, dove l'opera della creazione sembra quasinon sia stata completata, tale è l'immensa miste-riosità di questa vera rete di fiumi, di canali,di isole, di acque che lottano tra loro per tro-varsi una strada e . . . la creano squarciando laforesta in migliaia di isole . Si pensi, per esempio,che il Rio Negro davanti alla nostra missione diBarcelos ha 80 km . di larghezza e scorre tra cen-tinaia di isole, di cui molte scompaiono quandoil fiume è in piena .

Ma il più bello è vedere l'opera dei figli diDon Bosco lungo questi fiumi e nel cuore diqueste foreste. Lei potrà calcolare la mia gioianel celebrare la messa di mezzanotte a J auaretèe distribuire 1500 Comunioni a questi indi, chefino a pochi anni fa erano tutti pagani e cheoggi adorano il vero Dio, amano la Madonna,invocano Don Bosco, cantano la Messa De Angelise celebrano la novena di Natale come nelle casesalesiane del mondo civile! Fu uno dei Natalipiù belli della mia vita . E mi sono fatto un do-vere di dire a questi indi che sono qui perchèmi ha mandato Lei, il Padre Grande, che vuolbene a tutti e che manda loro le sue benedi-zioni. Salesiani e fedeli sono rimasti soddisfat-tissimi della visita di un capitolare, proprio nellafesta più caratteristica della missione .

Belle le notizie che Ella mi comunica dell'OperaSalesiana in Ispagna . E che fervore missionario!Ho pensato che forse la Spagna potrà aiutareanche il Brasile. La necessità di personale qui èimpressionante . Il campo di lavoro è semplicementecolossale . I protestanti non dormono . Lo stessogli spiritisti . Dove la Chiesa arriva trova semprebuona volontà. C'è una trentina di offerte di operenuove un po' dappertutto . L'Ispettoria del RioNegro deve dividersi in due perchè è troppogrande . Anche quella di S . Paolo ha già del la-voro e delle opere per due ispettorie . Così sa-ranno presto 6 ispettorie in Brasile . Qui si colti-vano con zelo le vocazioni, ma c'è sempre bisognoancora di aiuto esterno . Ispettori e Vescovi lo

MISSIONISALESIANE

chiedono insistentemente. Vada questo mio primoappello, amato Padre, affinchè Lei ci pensi conpaterno interessamento .

E in tema di missioni, credo non le sia ancoraarrivata questa graditissima notizia: uno deimissionari del Rio Negro, Don Gois, ha avutoi primi contatti con una nuova tribù : i Caboris.Si mostrano docili e desiderosi dell'opera delmissionario. Don Gois cerca di apprendere la

Consolanti sviluppi

dell'op era

missionaria

in S iam

Posa della prima pietra della chiesa del SantoRosario a Lak Hà.

Il primo atto dei nostri festeggiamenti per ilGiubileo d'argento dell'Opera salesiana in Thai-landia è stata la posa della prima pietra per lachiesa del Santo Rosario a Lak Hà . In questo pro-mettente centro, posto sul canale che unisceBangkok a Bang Nok Khuek, una decina di annifa si era costruita una modestissima cappella inlegno. Il caro Don Vitrano, ed i suoi ferventi cri-stiani hanno deciso di onorare la Madonna conben altra costruzione e, su disegno di un altromissionario, Don Ceccarelli, si sta ora costruendouna chiesa lunga 27 m. e larga 10 . Ammirabilel'unione dei cristiani nel collaborare alla ricercae trasporto del materiale . Confidiamo nella Prov-videnza per i fondi necessari . La Madonna penseràa rinnovare quello che fece per la sua Basilicadi Valdocco .

Collegio di Banpong .

Una delle cose che più sta a cuore a tutti i Sa-lesiani della Thailandia in quest'anno giubilare èdi portar a termine l'ampliamento del nostro Col-

legio di Banpong . Il nuovo padiglione lo vogliamochiamare : Padiglione Mons . Gaetano Pasotti, in ri-cordo del primo grande Vescovo Salesiano dellaThailandia. Fu lui che nel 1932 fece costruire aBanpong la prima parte di questo collegio, consguardo lungimirante sull'importanza che avrebbeavuto l'opera salesiana in quella cittadina . Allora,il numero degli allievi della minuscola scuola cat-tolica di Banpong ammontava a 33 . Adesso, neidue collegi dei Salesiani e delle Figlie di MariaAusiliatrice, si radunano oltre 1500 giovinezze .Fer non dover rifiutare troppe richieste, da unanno si sono incominciati i lavori per l'amplia-mento: dobbiamo poter ospitare almeno 350 in-terni. I lavori sono al punto che si vede nella foto .A tutti gli amici del compianto Mons . Pasottigiunga il nostro invito : Aiutateci a erigere un degnomonumento alla memoria di quel grande amico dellagioventù Thai.

loro lingua e si spera in breve di stabilire unnuovo centro di missione .

E termino offrendole i nostri auguri per il nuovoanno. Voglia porgere i miei saluti a tutti i Supe-riori e Confratelli . Mi ricordi nel caro Santuariodell'Ausiliatrice e mi creda sempre aff .mo figlio

Jauaretè, Natale 1952 .Sac . GIOVANNI RESENDE C .

Prima pietra alla «Don Bosco TechnicalSchool » della capitale.

Il giorno 6 ottobre, la signora del Primo Mi-nistro della Thailandia, Madame Laiet Phibun-sognkram, circondata dalle Ambasciatrici Inglese,

Americana, Francese e Olandese, a Bangkok, non-chè da folto gruppo di amici Thai ed Europei, get-tava la prima calce nelle fondamenta dell'erigendonuovo padiglione della Scuola professionale DonBosco a Bangkok . Anche questo sarà un bell'av-venimento nel nostro Giubileo d'argento, inquanto segna un riconoscimento ufficiale della no-stra opera da parte del Governo e dei nostri amicidella capitale siamese. Col nuovo edificio a duepiani, di 30 x 15 m., potremo avere un adeguato

locale per la Tipografia Salesiana e per un co-modo dormitorio per i nostri orfanelli . Pensotornerà gradito il sapere che la somma richiestaper la fondazione, circa 20 milioni in lire italiane,è stata procurata dai nostri amici e dal Governo .- Miracoli di Don Bosco! - ho sentito il bisognodi esclamare quando seppi che il Capo stesso delGoverno aveva decretato il sussidio degli ultimi8 milioni che ancora mancavano per completarel'opera .

Come nacque una famiglia cristiana aRanong .

Nel 1937 una giovane, da due anni interna nelConvento del Buon Pastore di Penang, ricevevail S . Battesimo chiamandosi Giacinta. La giovanesentì presto che Gesù la chiamava all'apostolatoe corrispose con tutte le sue forze . Un anno dopo,in occasione del suo matrimonio, otteneva la primaconversione, quella del suo futuro sposo . E con luivenne a stabilirsi a Ranong, importante centro mi-nerario di stagno. In breve tempo, in seno allanuova famiglia cristiana, crebbe il numero degliadoratori del vero Dio : 18 persone, compo-nenti 4 famiglie, rampollarono attorno a quel fo-colare cristiano .

L'osso più duro per la buona Giacinta fu lamamma. Profondamente buddista, teneva duro e

resistette per ben 15 anni agli attacchi e alle pre-ghiere della figlia . Finalmente l'ora della graziavenne e si chiamò Maria Vittoria. Il giorno delsuo battesimo, la buona vecchia, consegnandomil'amuleto che era stato l'oggetto più caro del suocuore, mi confidava: « Da 3o anni lo porto : maormai non ne ho più bisogno : Dio mi basta . . . » .

Dio premiava lo zelo di Giacinta con un'altragrande grazia . Il marito, verso il termine dellaguerra nipponica, venne sospettato e imprigionatocon altri 54 compagni: nove mesi di prigionia, omeglio di martirio, al quale di 55 sopravvisserosoltanto 4. « Don Bosco mi salverà » : questa la

speranza e la preghiera delpovero prigioniero e dei suoicari. E Don Bosco fece il mi-racolo, ottenendogli fede, pa-zienza e resistenza. «Sarà mioimpegno fare una chiesetta inringraziamento non di unagrazia, ma di nove mesi digrazie e miracoli con cui DonBosco mi salvò la vita ». Edora si prepara a mantenere lapromessa . In casa sua c'è giàuna cappella e una stanza adisposizione del Missionarioquando visita la piccola comu-nità cristiana, ma presto, spero,un'alta croce segnerà a queiche navigano sull'estuario delfiume Kra il vero segno divita e di speranza .

+ PIETRO CARRETTO,

Vicario Ap . di Rajaburi .

Timori e, speranzedelle Missioni di Assam

Il giorno 9 novembre in Shillong si svolse lapiù solenne manifestazione religiosa dell'anno conla festa del Corpus Christi, che a motivo delmonsone viene trasferita alla stagione asciutta .Ma, ahimè, anche il 9 novembre spuntò piovig-

ginoso con neri nuvoloni ches'addensavano nel cielo .

La vallata del Bramaputra,che forma l'Assam, è chiusa alNord dall'Imalaya, nome chesuona « Regno delle Nevi», eal Sud da una catena di mon-tagne e colline, che alcuni vor-rebbero chiamare : « Regno delleNuvole », perchè ivi è regi-

strata la più alta precipitazioneatmosferica del mondo.

Shillong, la bella capitaledell'Assam, stazione climatica

di prim'ordine a 1500 m. dialtezza, in mezzo a salubri pi-

nete, non si sottrae ai capriccidel « Regno delle Nuvole » . Piov-ve, adunque, nel giorno tantoatteso dai Cattolici, e l'entu-siasmo di mille e mille devotiminacciava di venire smorzatodal freddo umido e dalla pioggia

noiosa . Sembrava che anche la natura volesseunirsi alle sofferenze che affliggono le tribù deimonti, che hanno sempre vissuto una vita di gioiaserena e semplice. Ora invece attraversano unperiodo di dura crisi .

Queste colline si affacciano sul Pakistan . Dal1947 il Pakistan è diviso dall'India: gli uominihanno innalzato anche qui una cortina, che si fasempre più fitta e alta. Vi furono esodi, sfolla-menti con gli orrori e disagi ben noti . I Khasie i Garo, che sono attigui al Pakistan e che vive-vano scambiando dei loro prodotti - bambù,frutta, betel nut, calce e carbone - con il risodel Pakistan, videro un giorno chiudersi tutti imercati e lo spettro della fame piombò nella de-solazione centinaia di villaggi . Mentre le autoritàsi sforzano di portare i soccorsi richiesti dallagravità del caso, anche i missionari non sono in-sensibili al grido accorato di dolore che giungeloro da tanti poveretti che domandano cibo,medicine e vestiti .

Ora grave per le Missioni .

Purtroppo vecchi pregiudizi contro le Missionisi affacciano con rinnovato vigore . Si vorrebbeche noi ci limitassimo a sole opere filantropiche,senza predicare il Vangelo, si lancia l'accusa cheapproffittiamo della povertà e delle malattie perfar abbracciare il cristianesimo e quindi che leconversioni non sono sincere ; si ammira lo spirito

di abnegazione dei Missionari, ma si guarda alcorpo e non allo spirito .

Il Primo Ministro dell'India, Pandit Nehru,nello scorso ottobre, visitò di proposito l'Assamper studiare sul posto i problemi di queste tribùdei monti, ed esortò gli indiani ad andare a queifratelli con « lo spirito di carità e sacrificio deiMissionari ». Il Primo Ministro poi insisteva sulconcetto di libertà di religione per tutti . « Ognuno- egli disse - dev'essere libero di seguire la suareligione» . In pratica, purtroppo, in questo sub-continente, che è l'India, con così grande va-rietà di religioni e di popoli, la parola di Gesù :«Predicate il Vangelo a tutte le creature », vieneaccolta con quell'opposizione che la cultura in-diana esercita contro tutto ciò che non è Indui-smo. E questa opposizione si accentua sempre più,e un pericolo grande va delineandosi per le Mis-sioni cristiane .

Naturalmente è falso asserire che le conversionisiano frutto di costringimento e violenza morale .Durante la festa io contemplavo quelle centinaiae centinaia di uomini e donne con bambini sullaschiena, di fanciulli scalzi, tutti venuti da lon-tano, dopo snervanti marce, e perchè ? per pro-fessare la loro fede! Quando si è pronti a soffrirela fame, i disagi, il freddo, la persecuzione perla religione è segno che il seme del Vangelo ècaduto su terreno buono. Pioveva quel giorno,ma le comunioni non diminuirono. Le stradedi accesso alla Missione rigurgitavano di gente .

All'ora fissata ognunoera al proprio posto perla processione: dalle Fi-glie di Maria bianco ve-stite, agli angioletti chespargevano i fiori, agliuomini e donne di Azio-ne Cattolica con stendardie bandiere, esercito pa-cifico della Chiesa chesi avanza pregando eamando .

Un pagano osservò :« Il Dio dei Cattolici èforte e ha vinto! », per-chè proprio poco primadel segno della sfilata ces-sò la pioggia e per tuttala durata di tre ore noncadde goccia dal cielo,sempre minaccioso e im-bronciato. Spettacolo in-vero bello e commoventeil contemplare tanti neo-fiti procedere con ordineperfetto, cantando e pre-gando fra due file di spettatori, d'altra fede marispettosi e pieni di ammirazione .Alla riunione di tutti i gruppi in un vasto

spianato verde circondato dai monti, il Credo fulanciato dagli alto parlanti e ripetuto con slancioda migliaia di cuori . Sì, i tempi sono difficili,tribolazioni e sofferenze ci affliggono, altri pe-ricoli ci sovrastano ; ma noi che vediamo quantoquesti popoli amano la nostra santa religioneguardiamo con fiducia all'avvenire . Aquae multaenon potuerunt extinguere flammas charitatis:lemolte acque di quel giorno non spensero il fer-vore, e le molte difficoltà non potranno estin-guere le fiamme dell'amore .

Shillong, 15 -XI-1952 .STEFANO FERRANDO,

Vescovo di Shillong.

Don Bosco conosciuto e amato

anche in Birmania

(Da una lettera del Direttore di Mandalay alRettor Maggiore) .

Sono certo che Lei, amatissimo Padre, gradiràconoscere i due avvenimenti più importanti chehanno rallegrato il nostro cuore in questi ultimimesi: una celebrazione nazionale che ci ha datoagio di conoscere quale sia l'ascendente che lanostra scuola esercita sulla città di Mandalay, epossiamo ben dire su tutta la Birmania ; e labellissima festa di Maria Ausiliatrice .

Il " National Day ",come lo chiamano qui, è un

residuo della lotta per l'indipendenza . Al suoinizio prendeva la forma di un corteo di protestacontro gli stranieri, ora si riduce ad una colos-sale riunione di tutte le scuole e di una rappre-sentanza di tutti gli enti statali, parastatali eprivati, lungo gli spalti del famoso forte di Man-dalay. Segue una serie più o meno lunga didiscorsi dei vari capi politici, militari e ammi-nistrativi dell'Alta Birmania, e poi la gran massasfila attraverso alle vie della città in mezzo adun'altra massa di ammiratori e di curiosi .

I popoli orientali, e in modo tutto parti-colare il popolo birmano, sono adoratori delbello, del fastoso, dei colori, della musica e delladanza. L'estrinsecazione però di questi gusti èancora alquanto primitiva, ed è appunto perquesto che noi siamo riusciti a fare colpo con lanostra organizzazione . Mentre le altre scuole sisusseguivano in una massa disordinata e malvestita, noi sfilammo con circa ottocento giovaniin divisa. Essi erano divisi in quattro gruppi .Ciascun giovane era in pantaloni lunghi, bianchi eaveva la camicia bianca con cravatta rossa, blu,verde o gialla a seconda del gruppo a cui appar-teneva. Ogni gruppo era preceduto dal suo ga-gliardetto e dallo scudetto del proprio colore,e col proprio motto . Tutta la sfilata nostra eraaperta da una staffetta di motociclette e dallabandiera nazionale. Dopo la sfilata della massa,seguivano due jeep pavesate a festa con giovanirappresentanti la sezione artigiani e la sezionestudenti. Portavano pure in bella mostra alcunioggetti eseguiti nei nostri laboratori . Il tutto eraseguito da un grosso camion militare sfarzosa-mente addobbato con la banda della scuola .Descrivere l'impressione crea-

ta nel pubblico è impossibile .Se ne parlò e se ne parlatuttora ; i giornali pubblica-rono relazioni e fotografie eil tutto riuscì una reclamemeravigliosa per la scuola .

Il nostro primo scopo nelpreparare questa dimostrazionefu di far vedere al Governoche dopo tutto se vogliono unpo' di disciplina e di raffina-tezza nei loro giovani, deb-bono rivolgersi alle scuolecattoliche . Grazie al Signore,sembra che ci siamo riusciti .L'hanno dovuto ammettere an-che loro con p aole moltolusinghiere .

Ma la nostra data più bella

è stata il 23 novembre, nel qualgiorno celebrammo la festa del-la nostra Mamma Ausiliatrice .

Negli anni scorsi questa festa si celebravail 24 ottobre, ma era invariabilmente guastatadalla pioggia che in quel mese è particolarmenteinsistente . Quest'anno abbiamo deciso di farlanella domenica più vicina al 24 novembre . Lascelta non poteva essere più felice . Dopo il mon-sone, c'è un breve periodo in cui la pioggia ècessata e non è ancora incominciato il freddo .Le giornate sono miti e il cielo è terso comecristallo .

La propaganda che avevamo fatto a mezzo difoglietti volanti e del nostro « Don Bosco», que-st'anno attirò una folla molto più grande di quellidegli anni scorsi. La festa fu preceduta dallaPeregrinatio Mariae in tutte le case della Par-rocchia . Visita che ha lasciato dietro di sè unmondo di buoni propositi e anche grazie segna-late. Una piccola statua di Maria Ausiliatricefece il giro di ogni casa, sostando in ogni luogo24 ore, intrattenuta in mezzo a fiori, canti e pre-ghiere. Ogni sera tutta la popolazione cattolicadella parrocchia si raccoglieva attorno alla sta-tuetta e poi in devota processione, recitando ilsanto rosario, la Madonna continuava di casa incasa la sua materna visita .

Il giorno della festa ci furono in parrocchiacinque S . Messe ed i giovani e i parrocchiani,che sono ormai avvezzi ad aspettarsi tanta so-lennità nelle nostre feste, attirarono anche moltagente da altre parrocchie . La festa era stata pre-parata da un mese di predicazione . Predicatorifurono i giovani stessi della nostra scuola, che siprestarono con molta serietà e rara competenza .La semplicità del loro dire accompagnata da una

sobria eleganza nel porgere ha fatto la miglioreimpressione anche sui parrocchiani .

Naturalmente la più bella nota della gran gior-nata fu la processione serale con l'illuminazione .L'insieme del cortile della scuola sfarzosamenteaddobbato ed illuminato, presentava una scenadi colore e di varietà tale da impressionare anchei molti buddisti che curiosavano in giro . Questagente fa consistere le sue feste essenzialmentenei colori, nella musica e nella luce. In quella

occasione ebbero abbondanza di tutti e tre . Unafantastica illuminazione in cui si usò di tutto- dall'elettricità alla cera e al petrolio - avevatrasformato tutto il grande cortile della scuolain un fantastico regno di fiaba . In questo incanto,alta in mezzo alla folla, issata tra mille fiori emille luci, su di una jeep trasformata in trono,la statua della Madonna procedeva benedicente,sospinta da vigorose braccia dei suoi figli dellascuola e dell'Azione cattolica . La processione fuchiusa, a notte, dalla benedizione eucaristica,seguita dalla tradizionale bruciatura delle letterealla Madonna . Davanti alla statua usata per laprocessione, alla presenza di una folla entusiasta,furono bruciate le lettere che erano state inviateda tutte le parti della Birmania . La bella giornataebbe termine con un concerto di scelta musicaeseguito dalla nostra banda, sotto la direzionedel bravo salesiano signor Vitali .

La nostra scuola è ora la più quotata dellacittà. Si disputano i pochi posti disponibili al-l'apertura di ogni nuovo anno ; ma è indispensa-bile ampliarla e costruire nuovi locali. Da oltre

Le scrivo subito dopo la festa del Santo Natalee così le posso comunicare alcune impressionidella grande solennità svoltasi attorno alla nuo-vissima cattedrale di Krishnagar .

Furono giorni di intensa preparazione, ma co-ronati da grande successo. Ieri sera abbiamoospitato nella Missione da 15 a 20 mila persone,in maggioranza Hindù. Vengono a baciare ilBambino Gesù che il nostro Vescovo porta inprocessione tra musiche e canti, nel vasto cortileattorno alla chiesa. Il bacio del Bambino duròun'ora e mezzo . I cortili non contenevano lagente fluttuante che continuava a venire e adandare . Le strade vicine alla Missione eranobloccate dalla massa in movimento . Abbiamo pre-parato in bengalese grandi quadri per spiegarele parti principali della chiesa e della nostradottrina . Furono eseguiti da bravi artisti e ri-marranno esposti nella chiesa, giornalmente vi-sitata da pagani. Spiegano la Via Crucis, il Bat-tistero, l'Altare, il Confessionale, il Tabernacolo,il trono vescovile, e così via . Per l'occasione,tutta la Missione era tappezzata di cartelloni,figure e scritti di ogni genere . Abbiamo distri-buito a migliaia il nostro calendarietto in ben-galese. In questi ultimi due giorni la chiesa rimaseinvasa, per ore e ore, da una fiumana di Hindùdi ogni ceto, inusitatamente rispettosi. Si nota-vano gruppi di intere famiglie che sanno di tro-

vare con noi un'atmosfera di pace e protezione .Ci vogliono veramente bene . Alcuni gruppi ven-nero anche per la novena di Natale, cantata daun coro di più di mille persone . In queste tre sereproiettiamo il film : Credo in Dio, sul segretodella Confessione, spiegato in bengalese con alto-parlanti . Ieri sera vi assistevano, all'aperto, almeno8 mila Hindù . Qui si può fare il cinema all'apertoanche a Natale! Noi approfittiamo per mostrarele nostre films religiose dappertutto in questastagione. Una ventina di nostre Suore Cate-chiste Indiane furono sempre tra la gente a darespiegazioni e a regolare nella chiesa il movimentodei pagani .

tredici anni tutti i confratelli dormono nel dor-mitorio comune con i giovani, non escluso ildirettore, perchè non abbiamo neppure una ca-mera privata. Anche gli ospiti debbono andarenel dormitorio comune.

Amato Padre, nella sua bontà ci voglia com-patire, e ci permetta di assicurarla che tutti isuoi figliuoli Salesiani della Birmania fannodel loro meglio per essere buoni religiosi e persoccorrere tanti giovani che si aggirano per lavasta regione senza educazione e senza assi-stenza .

Al pensiero del meraviglioso esempio datocida Don Bosco, non possiamo non adoperarciper raccogliere i poveri frammenti di umanità chela guerra e le discordie dei ribelli hanno lasciatie lasciano nella loro scia sanguinosa .

Lei, venerato Padre, ci conforti con la suapreghiera e ci benedica, affinché nelle difficoltàe nei successi siamo sempre figli degni di DonBosco .

Sac . GUGLIELMO BALOCCO,Missionario Salesiano .

(Relazione di Don Luigi Gobetti al Rettor Maggiore) .

NATALE A KRISHNAGAR

Non le sto a parlare del lavoro e zelo dimostratodai confratelli della scuola « Don Bosco » e dellanostra parrocchia in questa occasione . Oggisiamo stanchi morti, eppure il lavoro non è finito :fino a Capodanno avremo continuamente occa-sione di avvicinare gente pagana . Quattro deinostri sacerdoti sono in tali condizioni che nonpossono più fare gravi sforzi, eppure non si puòfarne a meno in queste occasioni . Non c'è paesedove i Cattolici siano così ben voluti da autoritàpagane come a Krishnagar.

Speriamo che tutto giovi ad aumentare leconversioni .

Sac . LUIGI GOBETTI,Missionario Salesiano .

Le meravigliedi Maria Ausiliatrice

Maria Ausiliatrice ha diretto la difficile opera-zione . - Da 15 mesi soffrivo intensi dolori alla boccadello stomaco . Ogni pasto era per me un martirio .Anche la vista andava indebolendosi, mentre aumenta-vano i fenomeni di vertigini . Dopo una lunga serie diesami, fu riscontrato il male : si era formato nell'inte-stino crasso un megacolon, ossia una borsa enorme,dove gli alimenti restavano depositati fino a 7 giorni .Si richiedeva un'urgente e delicatissima operazione .Mi misi nelle mani di Maria Ausiliatrice . La nostrafede fu immensa . Si pregò anche nelle varie comunitàreligiose della città e nelle famiglie dei nostri amici .L'operazione (mi furono tolti 6o cm . d'intestino) riuscìcosì bene che vari giornali ne pubblicarono il felicis-simo esito . L'Ausiliatrice diresse realmente la mano deimedici che, prima di operarmi, avevano accettato dipregare e ricevuto la benedizione di Maria Ausiliatrice,che avevo loro impartito dallo stesso tavolo operatorio .

Riobamba (Equatore) .Sac. G. BORGATO, Salesiano .

Maria Ausiliatrice, Don Bosco ci hanno salvati.Il 20 settembre u . s. mi fermai pochi secondi con

la mia auto in una strada nei pressi di Varese per con-sultare una carta automobilistica . Volli usare la pru-denza di tenere la macchina per metà fuori della via,sulla mia destra . Avevo con me due mie bambine pocopiù che decenni . Improvvisamente una tremenda esplo-sione ci sembrò che facesse volare la macchina in alto ;poi, terribilmente barcollando, distinguemmo una scar-pata nella quale eravamo precipitati per oltre 50 metri .Un fermo dolce, quasi improvviso, misterioso, mi dettela possibilità di rendermi conto dell'accaduto e di ri-salire, dolorante, sulla strada ove trovai un'altra autoche ci aveva investiti a tutta velocità! Nonostante ilterribile volo, ebbi una seconda conferma dell'inter-vento del mio grande Patrono, Don Bosco, perchè lamia auto andò a fermarsi a venti centimetri da un disli-vello di circa quattro metri! Ho riportato una frat-tura alla gamba sinistra, ormai in via di guarigione ; lemie bambine ebbero solo leggere escoriazioni subitoguarite .Portavo e porterò sempre con me, sulla macchina,

la sacra Immagine di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco

«La Santa Vergine si costituì ella medesima protettrice dei giovanetti più poveri eabbandonati. . . perciò ottiene ai loro benefattori e alle loro benefattrici molte grazie spiri-tuali e anche temporali straordinarie» . San Giovanni Bosco ai Cooperatori Salesiani .

perchè, come ex allievo salesiano, amo Don Bosco ei suoi Figli, che furono miei insuperati e insuperabiliMaestri .

Evidentemente in quel tremendo sinistro noi fummoguidati da una forza superiore . Riconoscentissimo,mando un'offerta, con la promessa che porterò la miafamiglia a Torino, ai piedi del mio grande, santoProtettore .

Milano, Viale Tunisia, 36 .

Dott . LUIGI LARI .

Maria Ausiliatrice, salvate voi il mio bimbo! -Il mio bimbo Gianfranco di 3 anni e mezzo si ammalòdi croup difterico . Fu subito ricoverato all'ospedale, mala sera lo stato peggiorò e il Professore ; chiamatomid'urgenza, mi avvertì che doveva essere operato, mache non poteva assumersi la responsabilità dell'inter-vento perchè il cuore era in pessimo stato . Fra le la-crime chiesi al medico di operare un miracolo, ma eglimi rispose : « È molto grave e solo Iddio può salvarlo » .Allora mi sfuggì un grido : « Maria Ausiliatrice, DonBosco Santo, salvate voi il mio bimbo! ». E il miracolovenne, perchè contro le nere previsioni, il cuore re-sistette e dopo soli 9 giorni, me ne tornavo a casa strin-gendo felice mio figlio tra le braccia .

Messina .

LILLA MARTELLI in PREVITI,ex allieva salesiana.

Don Bosco spegne un pauroso incendio . - Il3 settembre u . s . mio figlio Mario undicenne, per tra-stullo, aveva appiccato il fuoco a vecchi sterpi in unprato . In un baleno il fuoco prese proporzioni allar-manti, causa la lunga siccità di quest'estate scorsa,minacciando vigne e piantagioni di tabacco non di nostraproprietà, con pericolo per i cascinali circostanti . Inquesto estremo pericolo, con tutta la fede che portoa S. G. Bosco, alzando gli occhi, invocai dal profondodel cuore: « Oh! San G. Bosco, salvateci! Fate chequesto fuoco non vada oltre, fate che si spenga! » . Giàmolti vicini erano corsi in nostro aiuto, ma ben pocosi poteva fare, essendo l'acqua a quattrocento metri didistanza . Le fiamme, alimentate dal vento, prendevanoproporzioni sempre più spaventose. Ma dopo la miaterza invocazione al grande Santo, con meraviglia di

tutti, le fiamme si spensero: la mano santa di DonBosco pareva ci fosse passata sopra . Con le lagrimeagli occhi svelai agli astanti il miracolo: la mia grandefede in Don Bosco era stata esaudita .

Aussonne (Francia) .

MARIA BERTINO .

Tumore che scompare invocando Don Bosco .- Affetta da tumore, mi recai a Roma . In clinica ildottore mi disse che era necessario un immediato in-tervento ; poi l'analisi avrebbe detto se si trattava diun tumore benigno o maligno. Appena udita questasentenza, mi rivolsi con tutta l'anima a Don Bosco,promettendo che - se mi avesse guarita senza opera-zione - il 31 gennaio avrei fatto celebrare una S . Messain suo onore . Cinque giorni dopo tornai a Roma, doveil medico mi disse che non avevo più nulla e che ancheil gonfiore sarebbe presto sparito .

Fregona .

ROSA SIMONETTI in M ONTALBANO .

Don Bosco, mi hai guarito ed ora sono tuo . -Nel dicembre del 1948 venivo urgentemente ricoveratoall'ospedale di Treviso, affetto da mastoidite con pe-ricolo di meningite . Il caso era davvero preoccupante .La febbre persisteva sempre sui 40°, per cui i professorinon si decidevano a operarmi, per timore di una in-fezione. Il male cresceva sempre più e sentivo la morteavvicinarsi. Finalmente si volle tentare l'operazione .Stretta alla mano destra, tenevo la reliquia di DonBosco e lo invocavo continuamente con viva fede .L'operazione durò circa tre ore, con esito incerto . Per5 giorni lottai tra la vita e la morte . Soffrivo assai,ma anche nei momenti di delirio invocavo Don Boscoe Maria Ausiliatrice. Mi si parlò di Estrema Unzione .Compresi di essere molto grave ; allora promisi a DonBosco che se fossi guarito, sarei rimasto sempre conlui . Intanto i miei compagni « Figli di Maria » del-l'Istituto Salesiano di Verona, facevano una novenaper me . Quella notte mi sembrò di vedere Don Bosco,il quale avvicinandosi al mio letto, mi prese per manoe con un sorriso mi disse: « Guarirai e sarai mio figlio ».

Al mattino mi svegliai e mi sentii guarito . Non piùdolori, non più febbre. Venuto il professore, e veden-domi così allegro, non credeva ai suoi occhi . Mi portòin sala operatoria, chiamò gli altri medici assistenti,mi visitò ben bene e, meravigliato, mi disse : « Nonho mai creduto ai miracoli, ma stavolta ci devo credere » .Grazie, o Don Bosco, di avermi guarito, grazie soprat-tutto per avermi fatto Salesiano .

Venezia, Istituto Coletti .

Ch . GINO CADORIN .

La novena che salva. - Mio figlio Battista soffrivada tempo atroci dolori alla schiena. Per quanto avessefatto per la guarigione, per quante visite medicheavesse subito, non aveva riportato alcun miglioramento .Finalmente leggendo il Bollettino Salesiano e venendoa conoscenza di tante grazie ottenute con la novenaa Maria Ausiliatrice, la cominciai anch'io con fede .Durante la medesima volli che il figlio subisse ancorauna visita . Fu l'inizio della sua salvezza . Finalmentesi scoprì il suo male, fu decisa un'operazione assaidifficile, che riuscì bene, e oggi mio figlio è guaritoe ha ripreso il suo lavoro .

Lascolo di Brembilla .

CATERINA MORETTI .

Il B. Domenico Savioottiene ai suoi divoti grazie sempre più belle

L'allievo del nostro Oratorio Pompeo Marzullodovette essere ricoverato d'urgenza nella clinica Gi-rone, perchè affetto da osteomielite con gravi fatti set-ticemici alla tibia del piede sinistro . L'interventochirurgico era necessario, ma le condizioni dell'am-malato non ne assicuravano l'esito .

In un momento di assopimento, il ragazzo fu uditodiscorrere con persona a lui solo presente . Appenasveglio, disse di aver visto e di aver parlato col BeatoDomenico Savio, che gli aveva consigliato di mangiaredella verdura .

Da quel giorno cadde la febbre alta e si verificòuna miglioria in tutte le condizioni fisiche dell'am-malato, che ora gode ottima salute .

Alleghiamo l'attestato del medico curante .

Caserta.Sac . SALVATORE SCOGNAMIGLIO, Direttore .

CLINICA GIRONE

CASERTA

Chirurgia Gen . : Dr. Enzo Girone

Si attesta che il giovane Marzullo Pompeo fu rico-verato in questa clinica il 21 marzo. Egli presentavaosteomielite della tibia sinistra con gravi fatti setticemici .Durante i primi giorni in pieno malessere, all'improvvisoebbe un sensibile miglioramento, con caduta della febbree ripresa delle condizioni fisiche . In questo fatto mi èparso che il quadro morboso si fosse improvvisamentemodificato .

Quel giorno il ragazzo mi parlò di una visione e collegòla miglioria a tale visione .

In fede .

Dott. ENZO GIRONE .

Il male cambia misteriosamente il suo corso .La signora Cosima Cardellicchio di anni 77, sa-

lita sopra una sedia per chiudere il finestrino, cadevarovesciandosi all'indietro e battendo sulla stufa esulla cassa del carbone, ambedue di ferro . Il medico,chiamato d'urgenza, constatò la rottura di due costolecon versamento pleurico traumatico . Data l'età e ilmal di cuore, le sue condizioni apparvero gravi . Al-lora il salesiano Don Dibitonto invitò i familiari ametterla sotto la protezione del B. Domenico Savio .Da quel giorno l'ammalata migliorò talmente che ilmedico ne fece alta meraviglia . Ed ora ha ripreso lesue ordinarie occupazioni .

Taranto .

LUIGI CARDELLICCHIO .

CERTIFICATO MEDICO . - Certifico che la sig .raCardellicchio Cosima, da me visitata di urgenza, presentavafrattura nella 7a e 8a costola con versamento pleurico trau-m atico . A causa dell'età avanzata e delle condizioni cardiache,mi riservai la prognosi. Al 7° giorno però, dopo un aggravarsicontinuo delle condizioni generali, dichiarai l'ammalata gua-rita perchè non presentava alcun segno nè sintomatologico nèclinico delle condizioni precedentemente riscontrate .

Taranto .

Dott. FILIPPO DI TODARO .

Versavo ormai in fin di vita . - Il giorno 13aprile mi posi a letto un poco indisposto . Alcunigiorni dopo, aggravandosi il male, dovetti essere tra-sportato all'ospedale . Il male si aggravò ancora, sicchèsoffrivo terribilmente. Travagliato da reumatismo arti-colare acuto con versamento pleurico bilaterale e peri-cardite, fui trasportato all'ospedale . Versavo in fin divita, quando mi fu portata una reliquia del Beato Do-menico Savio, mentre all'istituto Rebaudengo le co-munità degli Aspiranti missionari e del PontificioAteneo incominciarono una novena al Beato . Da allorapresi a migliorare e, dopo 70 giorni di ospedale, poteiritornare tra i miei confratelli con stupore dei medicie infermieri che in un certo momento non mi davanoche poche ore di vita e che non avrebbero mai pensatopotessi uscire di là vivo . Ringrazio il Beato DomenicoSavio per sì segnalato favore, mentre lo supplico diaiutarmi a spendere per il bene di tanti giovani la vitache mi ha ridonato .

Torino, Istituto Rebaudengo.ANTONIO PIZZIOLA,Coadiutore Salesiano .

OSPEDALE MAGGIORE di S . Giovanni Battista e della Cittàdi Torino . - Si certifica che il Signor Pizziola Antonio,di Lino, è stato degente in questo Ospedale dal giorno 28 aprile1952 al 7 luglio 1952 per reumatismo poliarticolare acuto congrave complicazione cardiocircolatoria e polisierosite .

Torino, 12-1-1953 .

In fede :Dott . GIUSEPPE SAPPA.

Guarisce improvvisamente da otite. - Tormen-tato da un'otite che mi procurava dolori e sordità, miaffidai ad un ottimo dottore che mi praticò una accu-rata terapia . Trascorso un mese senza provarne sol-lievo, anzi aggravandosi i miei disturbi, mi rivolsi alB. Domenico Savio pregandolo con fede viva che volesseintervenire lui e guarirmi. Il caro Beato mi ascoltòcon tanta prontezza da meravigliare lo stesso medicocurante . Lo ringrazio dal profondo del cuore e accludoil certificato del sig . Dottore .

Arborea di Sardegna .MARIA LUISA PINTUS VIDILI .

CERTIFICATO MEDICO . - Certifico di aver tenutoin cura la signora Pintus Vidili Maria Luisa per una formadi otite catarrale subacuta che ha durato per circa un paesecon sordità e dolori all'orecchio destro e sinistro e che si è dimo-strata resistente alla comune terapia . La guarigione é avvenutaimprovvisamente senza causa apprezzabile e quando le condi-zioni dell'ammalata erano più gravi del solito . In fede :

Dott . VINCENZO GIORDANO,Direttore Ospedale di Arborea di Sardegna .

Evitato l'intervento chirurgico . - Diversi mesior sono, in seguito a caduta sopra un grosso vetro,riportai tre ferite da taglio : due al polso sinistro, eduna al dorso del pollice destro, seguite tutte da im-ponente emorragia .

Quest'ultima lesione, nonostante le cure, interessòil periostio e l'articolazione e presentò distruzione ditessuti ed edema diffuso, per cui previdi la necessitàdell'intervento chirurgico .Mi raccomandai al Beato Domenico Savio, e con

sorpresa e soddisfazione, in pochi giorni, senza l'in-tervento, guarii perfettamente .

Portici .

Dott . CIRO FORMICOLA .

Guarisce da otite purulenta in una notte . - Lagiovinetta Burdese Luciana quindicenne, il 26 otto-bre u . S ., fu colpita da grave male d'orecchi che il me-dico diagnosticò otite complicata da mastoidite già moltoavanzata, per cui non avrebbe sfuggito la necessità diun'operazione. Ma la giovane, piena di fede, cominciòuna novena al B . Domenico Savio e a Maria Ausilia-trice . Quindi, fatta una pallottola con una reliquia delB. Domenico Savio e la testa d'un'immagine di MariaAusiliatrice, la inghiottì con un po' di acqua . Nellanotte dormì profondamente e il giorno dopo il medicola dichiarava guarita .

Villafranca d'Asti .

D . DOMENICO GIVOGRE,

Decurione Salesiano .

Dichiaro io sottoscritto di aver visitato nel dicembre 1952Burdese Luciana di Michele di anni 15 e di averla riscontrataaffetta da otite purulenta con abbondante secrezione . Tale se-crezione, a detta della paziente, sarebbe cessata quasi improv-visamente nella notte successiva alla visita medica .

Dott . CASIMIRO GAMBINI .

Guarisce da tetano avanzato . - Il giorno del-l'Ascensione, mio figlio Salvatore di anni 15 si ammalòcon febbre altissima accusando dolori dappertutto . Ildottore gli fece iniezioni di penicillina, ma quattrogiorni dopo il ragazzo si aggravò con irrigidimentoalla spina dorsale . Trasportato all'ospedale, gli fu ri-scontrato il tetano ormai in forma grave e senza speranzadi guarigione. Con lo strazio nel cuore, mi rivolsi alB. Domenico Savio, implorando con altre pie personeil miracolo della guarigione . Il santo Giovane ascoltòla mia preghiera e mio figlio guarì con stupore deglistessi medici .

Orosei (Nuoro) . LUIGIA MIGLIA .

Grazie per intercessione di Don RinaldiSciatica maligna scomparsa all'istante. - Dolori

indicibili e progressivi alla gamba destra mi costrin-gevano a tenere il letto . Nonostante le cure premurosedel medico, le sfitte come coltelli taglienti mi tormen-tavano al punto che ormai la mia preghiera era questa :« Signore, fatemi la grazia di prendermi : ne ho propriobasta! ». Ma il 5 febbraio passò a caso un Superioreche, sentita la mia situazione, venne a trovarmi, m'in-vitò ad aver fiducia in Don Rinaldi e recitammo in-sieme con fede 5 Pater, Ave, Gloria in suo onore .Tosto mi addormentai. Il mattino dopo, con una gioiae sorpresa inesprimibili, mi accorsi che ero perfetta-mente guarita . Potei infatti riprendere subito il miolavoro tra i malati dell'ospedale e non sentii più nessunmale alle gambe . Siano rese grazie al Servo di DioDon Rinaldi .

S . Salvatore Monferrato .

Suor CECILIA DEMARTINI, F. M. A .

Un'ispirazione che salva . - Mio marito da diversotempo soffriva dolori alla gamba . Dai raggi risultòche si trattava di osteomielite al midollo della spinadorsale. L'ammalato fu immobilizzato a letto su diun busto di gesso dalla nuca alle gambe . La febbreaumentava e il povero ammalato faceva pietà a tutti .In famiglia pregavamo con fede, ma nessun migliora-mento ci consolava, anzi i dottori ci dicevano chesarebbe dovuto rimanere ingessato per un anno . Con-sigliata da mia sorella, Figlia di Maria Ausiliatrice,cominciammo con fede una Novena a Maria Ausi-liatrice e al Servo di Dio Don Filippo Rinaldi . Connoi pregavano le Suore dei diversi Istituti delle Figliedi Maria Ausiliatrice . Non era ancor finita la novena,che la mia mamma si sentì ispirata a chiamare un altrochirurgo . La nuova visita e la risoluzione di operaresubito l'ammalato fu la sua salvezza . Gli furono estrattiquasi due litri di pus e dopo un mese di degenza inclinica, ritornò a casa perfettamente guarito .

Riconoscente invio offerta .

Catania .

GIORGINA DISTEFANO TRAVERSA .

La fede di un Missionario premiata da DonRinaldi . - Dopo appena un anno e mezzo di per-manenza in India, a causa del cibo che non si confa-ceva col mio stomaco, fui assalito da un attacco dis-senterico, che in questi tre ultimi mesi mi impedivaogni attività . Giorni fa (erano ormai più di quindicigiorni che non potevo quasi più cibarmi) in un mo-mento di abbattimento, mi ricordai di Don Rinaldi :presi la reliquia del Servo di Dio e la inghiottii pro-mettendo che se in una settimana mi avesse guarito,avrei fatto pubblicare la grazia . Per dimostrare lamia fede, quella sera cominciai a mangiare regolar-mente con gli altri confratelli . Si compiono oggi isette giorni : sono spariti i dolori lancinanti che miaffliggevano da mesi e io posso serenamente occu-parmi. Non mi resta dunque che adempiere alla pro-messa e ringraziare Don Rinaldi .

Mawlay-Shillong (India) .Ch . GIORGIO VANNI D .

Mi rivolsi con fiducia a Don Rinaldi . - Daparecchi anni accusavo dolori allo stomaco, con inap-petenza, cattiva digestione, vomiti e capogiri . Unaradioscopia scoperse che il succo biliare non potevapiù fare il suo corso regolare, perchè il canale defe-rente risultava piegato e quasi suppurato . Un consultomedico ritenne indispensabile l'intervento chirurgico ;ma per il mio stato di deperimento generale, non po-tevo affatto subirlo . Il giorno in cui ero entrato al-l'ospedale avevo cominciata una novena al Servo diDio Don Filippo Rinaldi, e fu proprio all'ultimogiorno di detta novena che toccai con mano la sua pro-tezione . Mi svegliai alle 5 del mattino da un profondosonno durato tutta la notte. Da tanto tempo non avevodormito così a lungo . Ero tutto in sudore, ma mi sen-tivo leggero, come se mi fosse stato tolto di dosso ungrave peso: più nessun capogiro e un buon appetito .Poco dopo, con meraviglia del Dottore curante, dellasuora e dei superiori, dissi che mi sentivo in forze peressere operato . L'operazione, difficile e lunga (cirrosiepatica), riuscì bene . Dopo un anno, posso attestaredi non aver più sofferto alcun dolore, e di aver potutocompiere tutto il lavoro affidatomi dai Superiori .Grato al buon Padre, da cui ricevetti la medaglia delcoadiutore salesiano nel lontano 1925, rendo pubblicala grazia .

Bang Noh Khueh (Thailandia) .

ERNESTO DELLA VALLE,

Coadiutore Salesiano .

Grazie di Don RuaR. Cucuzza desidera far sapere, ad onore del servo

di Dio Don Rua, che ottenne un'importante grazia .

Teresa Baratelli (Torino) con animo riconoscenteringrazia Don Rua per l'aiuto dato al figlio nel superareun durissimo esame .

Costanza Arluno è grata al Servo di Dio per unasegnalata grazia ottenuta per sua intercessione .

Rosa Negro (Rieti) ottenne da Don Rua di fareun lungo viaggio senza i previsti disturbi al cuore .

Maria Tornotti (Cassolnovo) attesta : « Un mionipotino doveva subire una dolorosa incisione in con-seguenza di un'infezione . Invocammo il servo di DioDon Rua e, contro ogni previsione, il male si risolsespontaneamente » .

Vita Norrito in Milone dichiara : « Mio marito giàsofferente di arterio-sclerosi, lo scorso settembre su-però a stento un attacco cardiaco . La notte del 20 aprileebbe un secondo attacco molto più violento, tale dafare disperare della sua guarigione. Ma quando sem-brava esalare l'ultimo respiro, invocammo con fiduciaDon Rua, presi il Bollettino Salesiano giunto quelgiorno e glielo deposi sul petto pregando fervidamenteil Servo di Dio . Pochi istinti dopo mio marito riapriva

gli occhi riprendendo vigore e baciando con ricono-scenza l'immagine di Don Rua riprodotta sulla coper-tina . Grati, pubblichiamo la grazia» .

Don Andrea Pagliari, Salesiano (Montodine)attesta : « In seguito a leggere sudate, mi buscai unainfluenza bronchiale che presto si tramutò in pleuriteessudativa . Al responso del medico che temeva unacomplicazione polmonare (seppi in seguito che sitrattava di una forma ulcerativa) e consigliava il ricoveroin una clinica, i Confratelli rimasero profondamenteaddolorati e preoccupati . Immediatamente decisero diiniziare una novena a D . Rua. Il terzo giorno il liquidoera quasi completamente riassorbito . A novena ter-minata, più nulla . Anche la convalescenza fu brevissima .Riconoscente, con tutti i Confratelli rendo grazie aD. Rua, e consiglio quanti si trovano in necessità aprovocare la sua intercessione, da me esperimentataassai potente ».

Grazie di Zefirino NamuncuràGrazia documentata dalle radiografie . - Essendo

gravemente ammalato, i medici mi mandarono a BuenosAires per subirvi tre operazioni, due delle quali moltoimportanti. Al mio arrivo alla capitale, i dottori chemi fecero la visita di controllo, dissero che non c'erabisogno di alcuna operazione . Presentai allora le radio-grafie precedenti che portavo con me ; ma furonocontraddette dalle nuove radiografie prese a BuenosAires, le quali comprovarono che il male era sparito .L'invocazione di Zefirino Namuncurà aveva operato ilmiracolo. Gradirei la pubblicazione perchè aumentila fiducia in sì valido protettore .

Generai E. Godoy (Rio Negro) .ETTORE E . DIAZ .

Guarisce da commozione cerebrale . - Il bambinoPierino Cruz di sei anni di età, portando un po' di biadaal cavallo di un suo zio, si fermò a molestarlo con unrametto. All'improvviso l'animale gli tirò un fortecalcio che colpì il bambino nella tempia sinistra cau-sandogli una commozione cerebrale che lo tenne in-cosciente e tra la vita e la morte per tre giorni .

Quando fui a visitarlo in compagnia del Rev .doP. Cabiale, il bimbo giaceva nella sala del pronto soc-corso in uno stato così pietoso che sembrava dovermorire da un momento all'altro . Impietosita del po-verino, lo raccomandai a Zefirino Namuncurà, gli posiun'immagine del giovane indio e promisi di far cele-brare una Messa in ringraziamento, a guarigione ot-tenuta .

Ora che Pierino è perfettamente guarito, adempiola promessa e prego per il buon esito della Causa dibeatificazione del Servo di Dio .

Mayor Buratovich .

NILDA SARTORI .

Si parlò di miracolo . Nel mese di agosto del-l'anno scorso, ammalatami gravemente, mi recai nellaprovincia di Cordoba, ma il cambio di clima mi fufatale, poichè appena giunta, fui colta da febbre altis-sima, difficoltà di respiro e forte palpitazione di cuore .

I medici diagnosticarono un acuto processo polmonare .Le analisi e le radiografie ne diedero conferma sì chiarache il verdetto della scienza fu che non avrei potutosopravvivere. Mi rivolsi allora con tutta la mia fede aZefirino Namuncurà e a poco a poco potei rimettermie tornare più forte di prima, con stupore dei mediciche non riuscivano a spiegare come avessi potutoreagire così meravigliosamente al male. Quanti eranoal corrente della mia malattia parlarono di miracolo,ma la più convinta sono io che, riconoscentissima,offro a Zefirino due polmoni d'argento .

Mar del Plata .

GIOVANNA R . PERALTA .

Ci hanno segnalato grazieottenute per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e di S . Gio-vanni Bosco, di S. Maria Mazzarello e degli altri Servi diDio - alcuni hanno anche inviato offerte ed elemosine persante Messe di ringraziamento - i seguenti :

Accatino I ., Acutis A ., Aghemo A ., Agnes C ., Allasino Z .,Allessi E., Ameglio A ., Amerio fr .lli, Amigoni Z., Arlano C . .Autino A., Autolini M ., Avetta M ., Barbero G ., Bava L .,Barzani A., Bedetti M ., Begnini A., Belli P ., Macchi, Bel-Ioni P ., Benedetti F ., Bernocco G ., Bert C ., Bertinetti C . F. .Bertolo D ., Bianchi M ., Bianco E ., Bigo P ., Biengino G .,Boggio S ., Bonavita M ., Bondone A ., Bonini G ., Boniotti M .Bonola S., Bonomi R., Borsatello R ., Borgatelli C ., Borghe-sio M., Borgnino Dott. G., Bosio A ., Botto C ., Bouvet S .,Bovio M ., Brambilla E ., Brega M ., Briada M ., Brignolio E .,Brunero C., Brusa D . G., Caimi P . e A ., Calaggio I„ Ca-nanzi C ., Canaro D ., Candio M. A ., Capone D ., Carollo A .,Carughi C ., Casali G ., Cassinelli L., Catini R ., Cavarra L .,Ceccotti M ., Ceresa L ., Cerina G ., Cesana E ., Chiabotto G .,Chiara G ., Coletti D ., Colnaghi M ., Colombo M., Colon-nelli doti . N ., Comincini I . e C ., Congiu F . M., Cossali D .,Cravotto A ., Crispo I ., Cristino G ., Curletti U ., De-Ambrosis,De Donatis R ., Delfino A ., Della Giustina D ., Delpiano M .,De Micheli L., Demichelis C . G ., Fabelli prof. D ., Fabietti M .,Falda A ., Famiglie: Bedotto, Burgese, Furlese, Giuggia,lovine, Klinger, Marchisio, Marziani, Mesturini, Oggero eVeneziano ; Fassetta A., Fassone, Favero M., Fenocchio P .,Ferrari S., Ferroni ing. F ., Fiore I., Fisichella C ., Fregosi M .,Fugazza G ., Gabanelli D . P., Gabotto M ., Gallizia O .,Galli T., Garberoglio L ., Gariglio G ., Gaspardo G ., Ca-staldi G .,-Gastini G ., Genes R., Gertosio M ., Ghigo R .,Giannini, Gioanola S ., Giolitto G ., Giunta M ., Gogeino E .,Gonella M., Grea O ., Gregori A ., Greppi A ., Lafranchini P .,Lanzi sorelle, Lazzarino Dr ., Lo Giudice doti . G ., Lovera G .,Luparia M ., Madan G. M., Magliano M., Maranzana G .,Marenco C ., Marino M ., Mariotti G ., Maritano C ., Marte-giani M ., Masini O ., Mazzali G ., Meineri M ., Mellano sorelle,Merli M., Merlo A., Merlo S ., Messerotti doti . C ., MezzanoG., Michelone F ., Milazzo F., Modolo A., Monesi T .,Montagnino C ., Montaldo L ., Mussetti S ., Nante A., Na-sigroni A ., Negri M ., Novarese M ., Pagetti sorelle, Panetta G .,Peona M., Perino M ., Perron C ., Pertusati R ., Pesavento G .e L ., Piazza C ., Provera M ., Raffaini E ., Rastello P ., RavarinoP. G., Rey F ., Ribazzetti G ., Ricca, Risso T ., Rolfo F., Ro-stagno E., Rossi C ., Rossi L ., Rozza C., Ruffini R ., Sac-chetto 'I' ., Sacchi G., Sacco A ., Sanmartino F., Sanna F .,Sassone V ., Sandiano G ., Scacchieri M ., Scalvini G ., Scar-zella L ., Semprini M ., Silvestri prof. G ., Soracco G ., SpaldiE., Spinelli A ., Spriano L., Spriano M . E., Squara R.,T alamana M ., Talinucci e Raineri, Tarabra L ., Tarella G .,Tissoni L ., Tonetti V ., Toro M ., Torterolo G ., Tortora C .,Trapani T., Turconi V ., Vago E ., Valenti C ., Valsecchi L .,Varsania M., Vergano D ., Verri M ., Vicenzi M ., Viganò A .,Vita C ., Vitali R., Zaccaria M ., Zanchi C., Zoppi L . eWuillermet A .

I NOSTRE MORTItempo lo travagliava . E morì al tavolo di lavoro nel suo ufficio,mentre all'uscio attendevano, come sempre, tante personeper ricevere da lui consiglio, direzione, aiuto, conforto . Animaanche salesiana, aiutò e protesse le opere nostre in Città ein Diocesi . I funerali furono una magnifica testimonianzadi vivo cordoglio di tutta la città . Vi partecipò una numerosarappresentanza di Salesiani e giovani .Mons. LEONE TONDELLI, † a Reggio Emilia il 5-1-1953

a 6o anni .Noto cultore di studi biblici e storici, seppe armonizzare

insieme cultura e ministero, riuscendo un grande biblista eun ottimo parroco . Era ex allievo del nostro Collegio diParma e non lasciava passare occasione propizia per mani-festare la sua riconoscenza ai Salesiani che lo avevano aiutatoa terminare gli studi ginnasiali . Per questo volle essere De-curione dei Cooperatori Salesiani e fu sempre devotissimodi Don Bosco, del quale, come Arciprete del Duomo, zelavale opere e diffondeva il culto .

Mons. CIRILLO VALGOI, † a Livigno l'8-VIII-1942 .Cooperatore Salesiano fin da quando era in seminario, e

più tardi Decurione Salesiano, nei 58 anni di parrocchia noncessò mai di procurare aiuti alle Missioni Salesiane e di in-dirizzare e sostenere vocazioni nei nostri Istituti Missionari .Un anno prima di morire, benedisse con lacrime di gioiail nipote salesiano che ripartiva per il Siam .Sae. ALESSIO FARINET, curato a Challant St. Victor

(Aosta), † il 7-x-1952 .Nei lunghi, anni di lavoro per le anime rifulsero la sua

bontà e il suo zelo . Fu per oltre un ventennio Decurione deiCooperatori, amando Don Bosco e facendolo amare.NINA DE GIOVANNINI, † a Benevagienna il 21-1-1953

a 71 anni.Devotissima di Don Bosco, circondò di cure materne i

Salesiani di Benevagienna ed ebbe la gioia di avere unfiglio salesiano e di assistere alla vestizione chiericale di unnipotino nel noviziato di Monte, Oliveto .CARLO CASALI, † a Reggio Emilia il 18-XII-1952 a

7o anni.Nella sua povertà trovò modo di offrire generosamente a

Don Bosco uno degli otto figli : e Don Bosco, anche per questo,gli avrà ottenuto una larga ricompensa presso il trono di Dio .ADELE JOVINE IN LALLI, † a Guardialfiera (Cam-

pobasso) il 2-1-1953.A 69 anni raccolse il premio della sua vita umile e laboriosa,

dedita totalmente alla cura della numerosa famiglia, per cuinon si risparmiò nella rinunzia e nel sacrificio . Particolar-mente devota del S. Cuore di Gesù, ne ricevette la graziadi volare al Cielo il primo venerdì di questo nuovo anno,durante la celebrazione della S . Messa del figlio D . Antonio,da lei donato con gioia alla Congregazione Salesiana .ANASTASIA BOFFO in FARRONATO, † a Cassola

l'8-1-1953 a 68 anni.Di una soave amabilità che la rendeva cara a tutti, seppe

guidare i numerosi figli in circostanze spesso anche difficili,sempre con la serenità nel volto, prodiga nell'aiutare le operepie, animata da fede ardente . Donò un figlio a Don Bosco .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTI :Arnuio A . - Bacchi Riccardo - Bassignana don Domenico -

Beltramino Margherita - Bollani don Antonio - Bosso donLuigi - Brianza Giuseppe - Brignolio Romana - Bugada Fran-cesco - Carrara Alessandra - Cerra Angiolina - Cerri Antonio- Chiantrò Luigi - Casali Carlo - Catella Ambrogio . - CavallottoLucia - Camunato G . - Corino Angiolina - Cruelli Domenica- Dalla Vecchia Domenico - De Risi Angela - Drappo Pie-tro - Elzi Adele - Esposito Maria - Fabbri Giacinta - Fede-rici Carolina - Federico Mons . Francesco - Ferrero Marghe-rita ved . Martinengo - Frisiani Onorina - Galimberti Irene- Ginnari Adele di Giura - Grigoletto Gerardo - LovatoGiuseppe - Manzoni Camilla - Marchesi Brontero Caterina- Marcotti - Mario Giuseppe - Marino Pietro - MartiniBernardi Anna Maria - Mazzadi Matilde - Melandri Stefano- Moggio Basilio - Moraschi Giuseppina- Moren Angiolina -Moreschi Cristina - Palini Marcella - Piazzalunga Giovanni- Pernacchietti L . - Pioni Matteo - Posoresi Teresa - Prandidon Giovanni - Proferzi Angiolina - Puddu Eugenio - Qua-dri Pierina - Rovati Luigia - Rovere Francesco - Rubri D .- Salvadori L . - Sanna Antonio - Salvatore Alfonso - Schia-vini Pietro - Spadacini Giuseppina - Spazzapan Angelo -Vadi Guido - Vercellone Francesco - Vezzoli Lucia - Ze-

CROCIATA MISSIONARIATotale minimo per Borsa : L. so.ooo

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(Continua) .