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XIX Settimana del Tempo Ordinario

DAL 7 AL 13 AGOSTO 2016

Siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando

arriva e bussa, gli aprano subito

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VANGELO DEL GIORNO

COMMENTOPREGHIERAIMPEGNO

Domenica, 7 Agosto 2016Liturgia della Parola

Sap 18,3.6-9; Sal 32; Eb 11,1-2.8-19; Lc 12,32-48LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.  Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!  Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».  Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.  Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà

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la sorte che meritano gli infedeli.  Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.  A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

…È MEDITATANell'ora che non immaginate viene il figlio dell'uomo. Viene, ma non come una minaccia o un rendiconto che incombe. Viene ogni giorno ed ogni notte e cerca un cuore attento. «Come un innamorato, desidera essere desiderato. Come l'amata io lo attenderò, ben sveglio: non voglio mancare l'appuntamento più bello della mia vita!» La parabola del signore e dei servi è scandita in tre momenti. Tutto prende avvio per l'assenza del signore, che se ne va e affida la casa ai suoi servi. Così Dio ha consegnato a noi il creato, come in principio l'Eden ad Adamo. Ci ha affidato la casa grande che è il mondo, perché ne siamo custodi con tutte le sue creature. E se ne va. Dio, il grande assente, che crea e poi si ritira dalla sua creazione. La sua assenza ci pesa, eppure è la garanzia della nostra libertà. Se Dio fosse qui visibile, inevitabile, incombente, chi si muoverebbe più? Un Dio che si impone sarà anche obbedito, ma non sarà amato da liberi figli. Secondo momento: nella notte i servi vegliano e attendono il padrone; hanno cinti i fianchi, cioè sono pronti ad accoglierlo, a essere interamente per lui. Hanno le

lucerne accese, perché è notte. Perché poi arriva il terzo momento. E se tornando il padrone li troverà svegli, beati quei servi (si attende così solo se si ama e si desidera, e non si vede l'ora che giunga il mo-mento degli abbracci). In verità vi dico, - quando dice così assicura qualcosa di importante -li farà mettere a tavola e passerà a servirli. È il capovolgimento dell'idea di pa-drone: il punto commovente, sublime di questo racconto, il momento straordinario, quando accade l'impensabile: il signore si mette a fare il servo! Dio viene e si pone a servizio della mia felicità! Gesù ribadisce due volte, perché si imprima bene, l'atteggiamento sorprendente del signore: e passerà a servirli. È l'immagine clamorosa che solo Gesù ha osato, di Dio no-stro servitore, che solo lui ha mostrato cingendo un asciugamano. Allora non chiamiamolo più padrone, mai più, il Dio di Gesù Cristo, chino davanti a noi, le mani colme di doni. Questo Dio è il solo che io servirò, tutti i giorni e tutte le notti della mia vita. Il solo che ser-virò perché è il solo che si è fatto mio servitore.------------------------------------------

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Anche quando è notte, quando le ombre si mettono in via; quando la fatica è tanta, quando la disperazione fa pressione alla porta del cuore, non mollare, continua a lavorare con amore e attenzione per la tua famiglia, la tua

comunità, il tuo Paese, la madre terra. Con quel poco che hai, come puoi, meglio che puoi. Vale molto di più accendere una piccola lampada nella notte che imprecare contro tutto il buio che ci circonda.Padre Ermes Ronchi

…È PREGATAO Signore, che continuamente ci incitasti a star svegli a scrutare l'aurora a tenere i piedi nei calzari e non nelle pantofole, fa' che non ci appisoliamo sulle nostre poltrone nei nostri anfratti nelle culle in cui ci dondola questo mondo di pezza, ma siamo sempre attenti a percepire il mormorio della tua voce che continuamente passa tra le fronde della vita a portare frescura e novità. Fa' che la nostra sonnolenza non ci divenga giaciglio di morte e - caso mai - dacci tu un calcio per star desti e ripartire sempre.

…MI IMPEGNALa cintura ai fianchi (utile ai contadini e ai viandanti per arrotolare le vesti ed essere più comodi e agili) e le lucerne accese, sono segni della vigilanza e dell'attesa quotidiana a cui siamo chiamati. Le parole del Rabbì di Nazareth sono un appello all'esigenza di rimettersi in gioco nella propria vocazione, di ridire un sì più robusto e consapevole alle proprie scelte, a sintonizzarsi quotidianamente con la voce dello Spirito. L'attesa del Signore ha come perimetro la quotidianità, le relazioni famigliari e lavorative, le scelte economiche e amministrative. La profezia evangelica a cui siamo chiamati, si gioca nei nostri appartamenti, nelle fabbriche e negli uffici.

Lunedì, 8 Agosto 2016San Domenico, sacerdoteNato nel 1170 a Caleruega, un villaggio montano della Vecchia Castiglia (Spagna), si distinse fin da giovane per carità e povertà. Convinto che bisognasse riportare il clero a quella austerità di vita che era alla base dell'eresia degli Albigesi e dei Valdesi, fondò a Tolosa l'Ordine dei Frati

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Predicatori che, nato sulla Regola agostiniana, divenne nella sostanza qualcosa di totalmente nuovo, basato sulla predicazione itinerante, la mendicità (per la prima volta legata ad un ordine clericale), una serie di osservanze di tipo monastico e lo studio approfondito. San Domenico si distinse per rettitudine, spirito di sacrificio e zelo apostolico. Le Costituzioni dell'Ordine dei Frati Predicatori attestano la chiarezza di pensiero, lo spirito costruttivo ed equilibrato e il senso pratico che si rispecchiano nel suo Ordine, uno dei più importanti della Chiesa. Sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, il 6 agosto 1221 muore circondato dai suoi frati, nel suo amatissimo convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l'aveva. Gregorio IX, a lui legato da una profonda amicizia, lo canonizzerà il 3 luglio 1234.

Liturgia della ParolaEz 1,2-5.24-28; Sal 148; Mt 17,22-27

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».  Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

…È MEDITATAGesù vuole pagare la tassa del tempio, certo. Si scaglia contro il tempio, contro la gestione che ne fa la rinata classe sacerdotale, non è d'accordo col clima di esteriorità e superstizione che sta riducendo il tempio ad una gigantesca fabbrica di soldi. Ogni israelita è tenuto a pagare una tassa, un contributo annuale, come se non bastassero le imposte di Roma! Ma non importa: Gesù non è un anarchico, non vuole radere al suolo ma ricostruire, ridare speranza, trovare il significato profondo dei gesti e

delle pratiche religiose. La Chiesa, comunità dei discepoli, nella storia ha assunto una configurazione, ha inventato lungo i secoli delle strutture che permettessero di annunciare il vangelo con libertà e di assolvere alla propria missione. Oggi, spesso, queste strutture hanno perso di significato e rischiano di essere solo un peso che grava sulle spalle dei pochi cristiani rimasti. Ma prendiamo a cuore anche l'aspetto concreto della vita parrocchiale: il tetto che perde, le spese del riscaldamento, le pulizie

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delle aule... Gesù non ha fatto lo snob, si è sporcato le mani, ha dato del suo, per sé e per Pietro, noi ci sentiamo migliori?------------------------------------------Domenico si dimostrava dappertutto uomo secondo il Vangelo, nelle parole e nelle opere. Durante il giorno nessuno era più socievole, nessuno più affabile con i fratelli e con

gli altri. Di notte nessuno era più assiduo e più impegnato nel vegliare e pregare. Era assai parco di parole e, se apriva la bocca, era o per parlare con Dio nella preghiera o per parlare di Dio. Questa era la norma che seguiva e questa pure raccomandava ai fratelli. Dalla «Storia dell`Ordine dei Predicatori»

…È PREGATAGuida e proteggi, Signore, la tua Chiesa  per i meriti e gli insegnamenti di san Domenico:  egli, che fu insigne predicatore della tua verità,  interceda come nostro patrono davanti a te. Fa’ che la tua Chiesa  illuminata dalla sua predicazione  e sostenuta dalle sue preghiere,  raggiunga la piena comunione con te. 

…MI IMPEGNAGesù non gioca a fare lo spirituale dimenticandosi le regole della convivenza terrena, è un cittadino onesto, non bara. Quante volte ho incontrato cristiani che si appellavano al vangelo per minimizzare gli obblighi da cittadini! No, amici, dobbiamo essere sinceri: non possiamo essere credibili annunciatori del vangelo se non siamo cittadini onesti e coerenti. È impossibile predicare la povertà e intrallazzare per arricchirci, chiedere l'onestà e praticare l'inganno sempre giustificati da ottime ragioni! Siamo vetrina di Dio, trasparenza assoluta agli occhi del mondo: se vogliamo essere davvero discepoli dobbiamo convertire il nostro cuore ad una coerenza possibile.

Martedì, 9 Agosto 2016 SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE, vergine e martire, Patrona d’Europa - Edith Stein nasce a Breslavia, capitale della Slesia prussiana, il 12 ottobre 1891, da una famiglia ebrea di ceppo tedesco. Allevata nei valori

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della religione israelitica, a 14 anni abbandona la fede dei padri divenendo atea. Studia filosofia a Gottinga, diventando discepola di Edmund Husserl, il fondatore della scuola fenomenologica. Ha fama di brillante filosofa. Nel 1921 si converte al cattolicesimo, ricevendo il Battesimo nel 1922. Insegna per otto anni a Speyer (dal 1923 al 1931). Nel 1932 viene chiamata a insegnare all’Istituto pedagogico di Münster, in Westfalia, ma la sua attività viene sospesa dopo circa un anno a causa delle leggi razziali. Nel 1933, assecondando un desiderio lungamente accarezzato, entra come postulante al Carmelo di Colonia. Assume il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Il 2 agosto 1942 viene prelevata dalla Gestapo e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau dove il 9 agosto muore nella camera a gas. Nel 1987 viene proclamata Beata, è canonizzata da Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1998. Nel 1999 viene dichiarata, con S. Brigida di Svezia e S. Caterina da Siena, Compatrona dell’Europa.

FestaLiturgia della Parola

Os 2,16-17.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:  «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.  A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.  Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.  Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

…È MEDITATAPrega con noi, oggi, SantaTeresa della Croce, Edith Stein, carmelitana di orgini ebraiche uccisa in un campo di concentramento. Il secolo che ci sta alle spalle, secolo di orribili persecuzioni e di genocidi, è stato anche il luogo di espressione della santità più eroica. Oggi amici,

ricordiamo una grandissima patrona d'Europa, dopo santa Brigida, il nostro Benedetto e i fratelli dell'Est, Cirillo e Metodio: Edith Stein. Ebrea, convertita al cristianesimo, carmelitana, morirà anche lei, come sei milioni di fratelli, nei devastanti campi di concentramento nazisti dell'orribile ventesimo secolo.

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Passata dalla fede dei padri alla pienezza di Cristo, in nome di Cristo condividerà la tragica sorte del popolo ebraico. La Shoa rappresenta un terribile monito per noi europei e se una storiografia superficiale e di parte non esita ad accusare la Chiesa cattolica di avere ignorato, se non addirittura sostenuto, tale tragedia, occorre ribadire ad alta voce il tributo di quella parte di Chiesa che è rimasta vittima della follia nazista. Dalla Chiesa confessante del pastore Bonhoeffer, tedesco ucciso per ordine diretto di Hitler, alle migliaia di preti polacchi uccisi in campo di sterminio a Dachau, alle eroiche morti di Tito Brandsma e di Massimiliano Kolbe, ai molti preti italiani e francesi che nascosero i fratelli ebrei, alla nostra Edith, filosofa (assistente universitaria in Germania negli anni trenta!), patrona d'Europa perché ebrea, perché cristiana, perché portatrice di quei valori che la follia nazista volle spazzare via in nome di una delirante religione della razza. Pagine scure, terribili, ma illuminate dalla morte in croce di questi fratelli e sorelle che hanno, se non riscattato, almeno offerto spazi di umanità evangelica nel delirio della Shoa. ------------------------------------------Il mondo è in fiamme: la lotta tra Cristo e anticristo si è accanita apertamente, perciò se ti decidi per Cristo può esserti chiesto anche il

sacrificio della vita. Contempla il Signore che pende davanti a te sul legno, perché è stato obbediente fino alla morte di Croce. Egli venne nel mondo non per fare la sua volontà, ma quella del Padre. Se vuoi essere la sposa del Crocifisso devi rinunciare totalmente alla tua volontà e non avere altra aspirazione che quella di adempiere la volontà di Dio. Il mondo è in fiamme: l'incendio potrebbe appiccarsi anche alla nostra casa, ma al di sopra di tutte le fiamme si erge la Croce che non può essere bruciata. La Croce è la via che dalla terra conduce al cielo. Chi l'abbraccia con fede, amore. speranza viene portato in alto, fino al seno della Trinità. Il mondo è in fiamme: desideri spegnerle? Contempla la Croce: dal Cuore aperto sgorga il sangue del Redentore, sangue capace di spegnere anche le fiamme dell'inferno. Attraverso la potenza della Croce puoi essere presente su tutti i luoghi del dolore, dovunque ti porta la tua compassionevole carità, quella carità che attingi dal Cuore divino e che ti rende capace di spargere ovunque il suo preziosissimo sangue per lenire, salvare, redimere. Gli occhi del Crocifisso ti fissano interrogandoti, interpellandoti. Vuoi stringere di nuovo con ogni serietà l'alleanza con Lui? Quale sarà la tua risposta? "Signore, dove andare? Tu solo

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hai parole di vita".  Ave Crux, spes unica!

Edith Stein

…È PREGATADio dei nostri padri, donaci la scienza della Croce, di cui hai mirabilmente arricchito Santa Teresa Benedetta della Croce, nell’ora del martirio , e fa' che per sua intercessione cerchiamo sempre te, Somma Verità, fedeli fino alla morte all’eterna alleanza d’amore, sigillata nel sangue del Tuo Figlio per la salvezza del mondo.

…MI IMPEGNANoi guardiamo oggi a Teresa Benedetta della Croce riconoscendo nella sua testimonianza di vittima innocente, da una parte, l’imitazione dell’Agnello Immolato e la protesta levata contro tutte le violazioni dei diritti fondamentali della persona. S. Teresa Benedetta ha impegnato la sua acuta intelligenza per conoscere i misteri di Dio, in particolare il mistero della croce, e, con la sua testimonianza di vita più che con le parole, ci avvicina ad esso! Dichiarare oggi Edith Stein compatrona d’Europa significa porre sull’orizzonte del vecchio Continente un vessillo di rispetto, di tolleranza, di accoglienza, che invita uomini e donne a comprendersi e ad accettarsi al di là delle diversità etniche, culturali e religiose, per formare una società veramente fraterna.

San Giovanni Paolo II

Mercoledì, 10 Agosto 2016SAN LORENZO, diacono e martire - Fin dai primi secoli del cristianesimo, Lorenzo viene generalmente raffigurato come un giovane diacono rivestito della dalmatica, con il ricorrente attributo della graticola o, in tempi più recenti, della borsa del

tesoro della Chiesa romana da lui distribuito, secondo i testi agiografici, ai poveri. Gli agiografi sono concordi nel riconoscere in Lorenzo il titolare della necropoli della via Tiburtina a Roma È certo che Lorenzo è morto per Cristo probabilmente sotto l'imperatore Valeriano, ma non è così certo il supplizio della graticola su cui sarebbe stato steso e bruciato. Il suo corpo è sepolto nella cripta della confessione di san Lorenzo insieme ai santi Stefano e Giustino. I resti furono rinvenuti nel corso dei restauri operati da papa Pelagio 

Liturgia della Parola2Cor 9,6-10; Sal 111; Gv 12,24-26

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LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.  Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.  Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

…È MEDITATASempre di martiri parliamo, tornando però indietro nel tempo: oggi la Chiesa celebra la grande figura di Lorenzo, diacono a Roma sotto l'imperatore Valeriano Da cosa deriva la sua fama diffusa in tutto il mondo? Pur essendo così distante da noi nel tempo, è vicino per la sua appassionata carità: arrestato e costretto dall'imperatore a portargli i tesori nascosti della Chiesa, i diaconi, fra le altre cose, si occupavano delle casse della comunità, Lorenzo gli portò un gruppo di poveri mantenuti dai cristiani: erano quelli l'unica ricchezza della Chiesa. Un gesto forte, coraggioso, che ricorda al mondo che le presunte ricchezze della Chiesa, retaggio a volte pesante dei fasti del passato, sono anzitutto al servizio della carità e dei poveri. Ma che ricorda anche alla Chiesa che i beni materiali vanno trattati con grande serietà e trasparenza, che non è possibile applicare logiche di profitto ai denari che servono per soccorrere gli ultimi. Lorenzo, insomma, ricorda a tutti, credenti o meno, la logica della Creazione: il ricco è

tale per soccorrere il povero. Nella Bibbia, come ho più volte ricordato, si afferma che la ricchezza è sempre dono di Dio ma che la povertà è sempre responsabilità del ricco.------------------------------------------San Lorenzo era diacono della Chiesa di Roma. Lì, per il nome di Gesù, versò il suo sangue. Lorenzo amò Gesù nella sua vita, lo imitò nella sua morte. Anche noi, se davvero amiamo, imitiamo. Non potremmo, infatti, dare in cambio un frutto più squisito del nostro amore di quello consistente nell’imitazione di Gesù, che «patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme». Dunque, cerchiamo di capire in che modo, oltre all’effusione del sangue, oltre alla prova della passione, il cristiano debba seguire il Maestro. Cristo si è umiliato: eccoti, o cristiano, l’esempio,

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l’esempio da imitare. S. Agostino

…È PREGATAO Dio, che hai comunicato l’ardore della tua carità al diacono san Lorenzo e lo hai reso fedele nel ministero e glorioso nel martirio, fa’ che il tuo popolo segua i suoi insegnamenti e lo imiti nell’amore di Cristo e dei fratelli. Amen.

…MI IMPEGNAAma la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio. Giuseppe Moscati

Giovedì, 11 Agosto 2016Santa Chiara, vergine - Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d'Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone. Conquistata dall'esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al

monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa. Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l'Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà». Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243.

Liturgia della ParolaEz 12,1-12; Sal 77; Mt 18,21-19,1

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».  E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino

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a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.  Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.  Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.

…È MEDITATAA leggere bene il vangelo di oggi, Pietro fa un gesto straordinario. Non so voi, ma perdonare sette volte è difficile! Eppure, Gesù rilancia il gioco: occorre perdonare sempre. Possibile? La durissima parabola che segue ci spiega la ragione di questa esigenza: il cristiano è chiamato a perdonare quando si rende conto di quanto a lui è perdonato. L'accentuata sproporzione del debito nella parabola (centinaia di migliaia contro pochi centesimi di Euro) rivela il divario fra il gesto di Dio e il nostro. Siamo chiamati a perdonare perché perdonati, perché

noi per primi facciamo l'esperienza di perdono gratuito, sproporzionato rispetto al condono del creditore. Questo perdono non cambia il cuore del servo. L'ha fatta franca, è incredulo, euforico, non stupito della misericordia del padrone. E, infatti, il suo cuore indurito non ha pietà per l'altro servo. Siamo chiamati a perdonare perché perdonati, non perché più buoni. Quante volte dimentichiamo un'offesa subita perché, tutto sommato, ci sentiamo migliori. Non ti perdono per dimostrare qualcosa, ma perché ne ho un bisogno assoluto... Siamo chiamati

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a perdonare gratis, non sperando che il nostro perdono cambi l'atteggiamento di chi ci ha offesi. Anzi: come Gesù, rischiamo di essere ridicolizzati per il nostro gesto, di vedercelo rinfacciare come debolezza. Poco importa: chi ha incontrato il grande perdono non può fare a meno di guardare all'altro con uno sguardo di comprensione e verità.

Una volta ho sentito un detto bello: "Non c'è santo senza passato, e non c'è peccatore senza futuro!". La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di discepoli in cammino, che seguono il Signore, bisognosi del suo perdono. Francesco

…È PREGATATu sei il volto visibile del Padre invisibile, del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia: fa' che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di te, suo Signore, risorto e nella gloria. Francesco

…MI IMPEGNALa parabola contiene un profondo insegnamento per ciascuno di noi. Gesù afferma che la misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoi veri figli. Insomma, siamo chiamati a vivere di misericordia, perché a noi per primi è stata usata misericordia. Il perdono delle offese diventa l’espressione più evidente dell’amore misericordioso e per noi cristiani è un imperativo da cui non possiamo prescindere. Francesco

Venerdì, 12 Agosto 2016Liturgia della Parola

Ez 16,1-15.60.63; Sal Is 12,2-6; Mt 19,3-12LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».  Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».  Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».  Rispose loro: «Per la durezza del vostro

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cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».  Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

…È MEDITATAGesù sogna una coppia che sia il riflesso della fedeltà di Dio. Ai suoi tempi esisteva il divorzio ed era pure attribuito a Mosé! Probabilmente era un divorzio solo maschilista , ma nessuno si sarebbe mai sognato di contestarlo. Eccetto Gesù. Gesù dice che le separazioni, i litigi, i divorzi, sono farina del nostro sacco, frutto immaturo della durezza del nostro cuore. Ma Dio la pensa diversamente: quando ha creato l'uomo e la donna, li ha pensati in un'armonia unica, in un'intesa che si costruisce con il tempo. Gesù si schiera in maniera assoluta contro il divorzio, creando scompiglio anche tra gli apostoli: allora è meglio non sposarsi! Certo: se il matrimonio significa farsi servire e riverire, non mettersi in gioco e lasciare sempre una via d'uscita, è meglio non sposarsi. In questi fragili tempi affettivi, le coppie che si sposano nel Signore, che prendono il vangelo come metro di giudizio della propria vita conougale, hanno una grande testimonianza da dare. Il divorzio non è un problema giuridico, e

neppure morale, ma sostanziale: noi discepoli crediamo che sia possibile costruire una coppia che vede il proprio percorso come una vocazione a rendere presente il Dio dell'amore.-----------------------------------------Oh se i giovani, nella loro esuberanza, sapessero che le illusioni d’amore, per lo più frutto di una viva esaltazione dei sensi, sono passeggere! E se un Angelo avvertisse loro, che giurano così facilmente eterna fedeltà a illegittimi affetti, nel delirio di cui sono presi, che tutto quello che è impuro amore deve morire, perché è un male, soffrirebbero meno e sarebbero più buoni. Ce ne accorgiamo in età più inoltrata, quando ci avviciniamo per le umane vicende, per caso, al fuoco che ci aveva infiammati e non ci riscalda più.Giuseppe Moscati

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…È PREGATAFa' Signore che la tua grazia guidi i pensieri e le opere dei coniugi verso il bene delle loro famiglie e di tutte le famiglie del mondo. Fa' che le giovani generazioni trovino nella famiglia un forte sostegno per la loro umanità e la loro crescita nella verità e nell'amore. Fa' che l'amore, rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi, attraverso le quali, a volte, passano le nostre famiglie.

…MI IMPEGNASignore, donaci abbastanza fede per costruire la casa del nostro amore sulla roccia di Cristo, nostro fondamento. Preservaci dagli inganni che la minacciano di rovina. Insegnaci a costruire una casa che chiude le sue imposte ai cattivi venti dell'abitudine e apre le sue porte a tutti quelli che hanno bisogno di riscaldare il cuore alla viva fiamma della nostra gioia. Signore, insegnaci a tessere il manto del nostro amore coi punti della fedeltà, della facilità al perdono e della pazienza, della verità, della gioia e della sofferenza. Aiutaci a non lasciar perdere alcun piccolo punto: sorgente d'una irrimediabile smagliatura. Signore, quando verranno le ore della tempesta, donaci la forza di gettare verso di te l'ancora della preghiera, affinché possiamo attendere insieme e per sempre la riva della tua eternità.

Sabato, 13 Agosto 2016Liturgia della Parola

Ez 18,1-10.13b.30-32; Sal 50; Mt 19,13-15LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.  Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».  E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.…È MEDITATAChe tenerezza fa questo Gesù che abbraccia e coccola i bambini che gli stanno intorno! Eppure ci voleva Dio per spiegarci questa cosa. Ai tempi di Gesù tutte le culture,

quella giudaica, quella romana, quella greca, erano in difficoltà nel giudicare l'infanzia. Cos'era un bambino? Un non ancora uomo, un non compiuto. C'era una certa

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insofferenza verso i bambini, da parte dei maschi, ma anche sfruttamento e lavoro, il più delle volte, come accade ancora in molte culture povere nel mondo. I bambini erano proprietà dei genitori che li usavano a propria utilità. Gesù, invece, ribalta la situazione, i bambini sono presi a modello del discepolo. Non si tratta di essere infantili, no, ma di avere, come i bambini, uno sguardo semplice e immediato sulla realtà, uno slancio di fiducia come solo il bambino sa fare. Se una cosa il nostro ingrato mondo deve riconoscere ai cristiani e al cristianesimo, è proprio il rispetto e l'affetto verso i bambini. Amiamo i nostri bambini, allora, lasciamoli diventare adulti, assumiamoci l'onere e la gioia dell'educazione. Le nostre comunità cristiane mettano i bambini al centro del

proprio annuncio, li accolgano nel loro gioioso brusio e nella loro sconcertante spontaneità, non allontaniamo dalle nostre celebrazioni i bimbi che ci danno fastidio, come a volte ahimè accade, perché Gesù non ne è per nulla infastidito!-------------------------------------------Dici: "E' faticoso lavorare con i bambini".Hai ragione, aggiungi: "Perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, scendere, farsi piccoli".Sbagli, non è questo l'aspetto più faticoso. È piuttosto di essere costretti ad elevarsi fino all'altezza dei loro sentimenti... di stiracchiarsi, allungarsi, sollevarsi sulle punte dei piedi, per non ferirli.

… È PREGATAO Dio, creatore e conservatore degli uomini e delle cose, tu che ami l'innocenza e la bontà, benedici i nostri bambini, dei quali ti offriamo la purezza, la semplicità e la grazia.   Conserva la loro bontà della vita, da' a ciascuno l'affetto premuroso e la guida sicura dei genitori; aiutali a crescere nella fede e nella saggezza, proteggili da ogni male dell'anima e del corpo. Amen.

…MI IMPEGNAI vostri bambini sono figli di Dio. Dio Padre li ama di un amore infinito ed eterno. Egli, l'Invisibile, vuole comunicare a loro il suo amore attraverso il vostro amore. Dio non ha occhi, ha solo i vostri occhi per contemplare i vostri bambini e farsi riconoscere da loro. Dio non ha mani, ha solo le vostre mani per accarezzarli, e far

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sentire a loro il calore della sua tenerezza. Dio non ha braccia, ha solo le vostre braccia per stringerli al petto e far sentire il suo cuore che batte per loro. Dio non ha labbra, ha solo le vostre labbra per baciarli e trasmettergli l'infinita dolcezza del suo amore. Dio non ha bocca, ha solo la vostra bocca per sorridere e comunicare la sua gioia. Dio non ha voce, ha solo la vostra voce per parlare con loro e dire quanto è grande il suo amore per loro. Voi, genitori cristiani, siete chiamati ad amare i vostri figli con il cuore di Dio.

È veramente giusto ringraziarti e glorificarti,Dio onnipotente ed eterno,

per la mirabile opera della redenzionein Cristo nostro salvatore.

Riconosciamo il tuo amore di Padrequando pieghi la durezza dell’uomo,

e in un mondo lacerato da lotte e discordielo rendi disponibile alla riconciliazione.

Con la forza dello Spirito tu agisci nell’intimo dei cuori,

perché i nemici si aprano al dialogo,gli avversari si stringano la mano

e i popoli si incontrino nella concordia.Per tuo dono, o Padre,

la ricerca sincera della pace estingue le contese,l’amore vince l’odio

e la vendetta è disarmata dal perdono.

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