Lc 4,1-13 · Web viewSETE di PAROLA II Settimana di Avvento dal 7 al 13 dicembre 2014 VANGELO DEL...

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SETE di PAROLA SETE di PAROLA II Settimana di Avvento dal 7 al 13 dicembre 2014 dal 7 al 13 dicembre 2014 VANGELO DEL GIORNO COMMENTO

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SETE di PAROLASETE di PAROLAII Settimana di Avvento

dal 7 al 13 dicembre 2014dal 7 al 13 dicembre 2014

VANGELO DEL GIORNOCOMMENTOPREGHIERAIMPEGNO

Domenica, 7 dicembre 2014Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa

Liturgia della ParolaIs 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8

LA PAROLA DI DIO…È ASCOLTATA

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

…È MEDITATAMarco inizia il suo Vangelo con la figura di un personaggio straordinario, maestro e modello della spiritualità dell’avvento: Giovanni Battista. Egli è il profeta che viene dal deserto, da una vita di estrema penitenza. “Il deserto è il luogo della verità, del coraggio, della purificazione, della preparazione ad agire come toccati dal carbone ardente che l’angelo pose sulle labbra del Profeta”. Il deserto, più di un luogo geografico, è una dimensione fondamentale della vita cristiana e segue l’uomo là dove si trova e dove ne ha più bisogno. “Se l’uomo non può raggiungere il deserto, il deserto può raggiungere l’uomo. Ecco perché si dice fare deserto nella città. Fatti una piccola nicchia nella tua casa, nel tuo giardino, nella tua

soffitta, leggi il Vangelo, chiudi gli occhi, parla e ascolta Dio, sotto la presa dell’amore”.Il tema centrale di questo brano evangelico è la conversione, il raddrizzare le vie in attesa del Signore che viene. Per i maestri di vita spirituale c’è una prima conversione che segna il passaggio da una vita di peccato e di incredulità alla vita della grazia e della fede. E c’è una seconda conversione, il passaggio da una vita retta, media, ad una vita piena, donata totalmente a Dio, traboccante del suo amore. Il Vaticano II con la chiamata universale alla santità, ci spinge sulla strada della seconda conversione, attraverso le piccole conversioni quotidiane. L’Avvento è il momento favorevole per

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cominciare o intensificare il lavoro impegnativo della conversione, che più che uno sforzo ascetico è un accogliere Dio dentro di noi, con la sua santità e la sua grazia. Non ci può essere vera conversione senza umiltà, che è verità su noi stessi. Lo sapeva bene Giovanni Battista: Io non sono degno di sciogliere i legacci dei suoi sandali. Sciogliere i legacci dei sandali del padrone che entrava in casa era compito esclusivo degli schiavi. Così dobbiamo sentirci noi davanti a Dio: schiavi e ancora meno degli

schiavi, schiavi per nostro merito, figli per suo dono d’amore.--------------------------------------------Santa Teresa D’Avila così descrive la sua seconda conversione: “Per 20 anni, ormai religiosa, io percorrevo i sentieri bassi della vita cristiana, senza badare troppo ai peccati veniali. Poi di colpo, a 40 anni d’età, la determinazione assoluta: io devo andare alla sorgente di Dio, o così o morire”.

…È PREGATASignore, donami il silenzio del cuore che mi apra all’ascolto della tua parola e della voce di ogni fratello che mi chiede amore. Signore, fai parlare in me il tuo silenzio. Gloria a te, o amico degli uomini!Gloria a te, o Dio di misericordia!Gloria a te, o paziente!Gloria a te, che perdoni i peccati!Gloria a te, che sei venutoper salvare le nostre anime!

…MI IMPEGNAA ritagliarmi un piccolo tempo di deserto per stare con Gesù e provare a raddrizzare con Lui qualche via storta della mia vita.

Lunedì, 8 dicembre 2014IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA. Con il dogma dell'Immacolata Concezione la Chiesa cattolica afferma che Maria, per singolare privilegio di Dio e in vista dei meriti della morte di Cristo, è stata preservata dal contrarre la macchia del peccato originale ed è venuta all'esistenza già tutta santa. Quattro anni dopo essere stata definita dal papa Pio IX (1854), questa verità fu confermata dalla Madonna stessa a Lourdes (1858) in una delle apparizioni a Bernardetta con le parole: Io sono

l'Immacolata Concezione.3

SolennitàLiturgia della Parola

Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38LA PAROLA DI DIO

…È ASCOLTATAAl sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

…È MEDITATALa festa dell'Immacolata ricorda all'umanità che c'è un sola cosa che inquina veramente l'uomo ed è il peccato. Un messaggio quanto mai urgente da riproporre. Il mondo ha perso il senso del peccato. Ci scherza come se fosse la cosa più innocente del mondo. Condisce con l'idea di peccato i suoi prodotti e i suoi spettacoli per renderli più attraenti. Parla del peccato, anche dei peccati più gravi, al vezzeggiativo: peccatucci, vizietti. L'espressione "peccato originale" viene usata nel linguaggio pubblicitario per indicare qualcosa di ben diverso dalla Bibbia: un peccato che conferisce un tocco di

originalità a chi lo commette! Il mondo ha paura di tutto, fuorché del peccato. Ha paura dell'inquinamento atmosferico, dei "mali oscuri" del corpo, della guerra atomica, oggi del terrorismo; ma non ha paura della guerra a Dio che è l'Eterno, l'Onnipotente, l'Amore, mentre Gesù dice di non temere coloro che uccidono il corpo, ma di temere solo colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Questa situazione "ambientale" esercita un influsso tremendo anche sui credenti che pure vogliono vivere secondo il Vangelo. Produce in essi un addormentamento delle

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coscienze, una specie di anestesia spirituale. Esiste una narcosi da peccato. Il popolo cristiano non riconosce più il suo vero nemico, il padrone che lo tiene schiavo, solo perché si tratta di una schiavitù dorata. Molti che parlano di peccato, hanno di esso un'idea del tutto inadeguata. Il peccato viene spersonalizzato e proiettato unicamente sulle strutture; si finisce con identificare il peccato con la posizione dei propri avversari politici o ideologici. Un'inchiesta su che cosa pensa la gente che sia il peccato darebbe dei risultati che probabilmente ci spaventerebbero. Anziché nel liberarsi dal peccato, tutto l'impegno è concentrato oggi nel liberarsi dal rimorso del peccato; anziché lottare contro il peccato, si lotta contro l'idea di peccato, sostituendola con quella assai diversa del "senso di colpa". Si fa quello che in ogni altro ambito è ritenuta la cosa peggiore di tutte e cioè negare il problema anziché risolverlo, ricacciare e seppellire il male nell'inconscio anziché rimuoverlo. Come chi crede di eliminare la morte, eliminando il pensiero della morte, o come chi si preoccupa di stroncare la febbre, senza curarsi della malattia, di cui essa è solo un provvidenziale sintomo rivelatore. San Giovanni diceva che se affermiamo di essere

senza peccato, inganniamo noi stessi e facciamo di Dio un bugiardo; Dio, infatti, dice il contrario, dice che abbiamo peccato. La Scrittura dice che Cristo "è morto per i nostri peccati". Togli il peccato e hai vanificato la stessa redenzione di Cristo, hai distrutto il significato della sua morte. Cristo avrebbe lottato contro dei semplici mulini a vento; avrebbe versato il suo sangue per niente. Ma il dogma dell'Immacolata ci dice anche qualcosa di sommamente positivo: che Dio è più forte del peccato e che dove abbonda il peccato sovrabbonda la grazia. Maria è il segno e la garanzia di questo. La Chiesa intera, dietro di lei, è chiamata a divenire "tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata". Un testo del concilio Vaticano II dice: "Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella beatissima vergine la perfezione, con la quale è senza macchia e senza ruga, i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità debellando il peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti". ----------------------------------------------“L’Immacolata Concezione è il trionfo della sola Grazia di Dio” René Laurentin

…È PREGATAVergine Santa e Immacolata,a Te, che sei l’onore del nostro popoloe la custode premurosa della nostra città,ci rivolgiamo con confidenza e amore.Tu sei la Tutta Bella, o Maria! Il peccato non è in Te. 

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Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:nella nostra parola rifulga lo splendore della verità,nelle nostre opere risuoni il canto della carità,nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità,nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.Tu sei la Tutta Bella, o Maria! La Parola di Dio in Te si è fatta carne. Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti,la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano,ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata. Tu sei la Tutta Bella, o Maria! In Te è la gioia piena della vita beata con Dio. Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:la luce gentile della fede illumini i nostri giorni,la forza consolante della speranza orienti i nostri passi,il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia. Tu sei la Tutta Bella, o Maria!Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Papa Francesco

…MI IMPEGNAIn un mondo invecchiato e immerso nelle tenebre del male, Dio riprende la creazione alla sorgente e Maria diventa la prima creatura di questa nuova umanità, redenta da Gesù. L’Immacolata è per noi, come ideale e modello di vita, come bellezza di perfezione, da Lei posseduta in pieno fin dal concepimento, da noi raggiunta, passo passo, con una vita di fede e di conversione.

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Martedì, 9 dicembre 2014Liturgia della Parola

Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14LA PAROLA DI DIO

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

…È MEDITATANel brano evangelico di oggi Gesù si presenta come il pastore buono del suo popolo e ci consegna il segreto dell’Incarnazione: la misericordia del Padre verso i piccoli, gli ultimi, i perduti. Gesù non è un buon pastore, ma il Buon Pastore, il vero, unico, perfetto pastore del nuovo popolo di Dio. Egli non solo ha la proprietà del gregge, ma sacrifica la propria vita per la sua salvezza, morendo per le pecore. Scopo della sua venuta è di cercare e salvare quello che si era perduto, di amare gli uomini non di un amore qualunque, ma con lo stesso amore infinito con il quale Egli è amato dal Padre. La pecorella che lascia l’ovile, attirata dalla curiosità, dal desiderio di libertà e di sapori nuovi e quando scende la notte si trova sola, in balia del buio e di tanti pericoli, ricalca la nostra condizione. Ognuno di noi ha provato questo smarrimento quando ha lasciato l’ovile della Chiesa per inseguire sogni di libertà e di realizzazione di sé. Ha trovato idoli che l’hanno

reso schiavo, illusioni di felicità e tanto amaro in bocca. Quante volte poi ci capita di pensare di valere poco, di passare inosservati davanti agli occhi di qualcuno, di credere che la nostra presenza non sia rilevante e non faccia la differenza. Se questo può essere vero agli occhi del mondo, non lo è mai nell’ottica di Dio: nessuno è troppo poco importante per essere cercato da Lui, nessuna pecorella passa inosservata davanti ai suoi occhi e questo non dipende dai tuoi meriti, ma dal suo Amore immenso e gratuito. Ed è proprio per questo Amore che il Signore ha per te che, anche quando sei smarrito, perso, lontano, Lui non ti lascia solo, ma viene a cercarti e gioisce per te, se tu ti lasci riportare a casa. -------------------------------------------------Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla

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mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute. Questa forma di miseria si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a noi stessi, ci incamminiamo su una

via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera. Il Vangelo è il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna.

PAPA FRANCESCO

…È PREGATAVieni Signore Gesù, cerca il tuo servo, cerca la tua pecorella spossata. Lascia le 99 sui monti e vieni a cercare quell’una che è andata errando. Vieni senza bastone, vieni da me, cercami, trovami, sollevami, portami. Tu puoi trovare quello che cerchi. Tu sei l’unico che possa far tornare indietro una pecora vagabonda senza far rattristare quelle che hai lasciato. Vieni ad operare la salvezza sulla terra, la gioia in cielo. Sant’Ambrogio da Milano

…MI IMPEGNACi sono giorni in cui ci sentiamo persi: la frenesia della nostra vita e le tante preoccupazioni ci trascinano lontano. Smarriti, non sappiamo più dove andare, cosa fare, quali decisioni prendere per la nostra vita. Fermiamoci! Mettiamoci in ascolto della Sua Parola, apriamo il nostro cuore al Suo richiamo. Lui ci sta cercando. Lui ci sta chiamando. Facciamoci trovare dal Padre: la Sua gioia sarà immensa e noi saremo di nuovo salvi, al sicuro.

Mercoledì, 10 dicembre 2014Beata Vergine Maria di Loreto

Liturgia della ParolaIs 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

LA PAROLA DI DIO…È ASCOLTATA

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

…È MEDITATAGesù volge ancora lo sguardo alle folle che lo circondano. Sono quei poveri, quegli affamati, quei malati, quegli afflitti, quelle folle sulle quali si era commosso perché erano sbandati e dispersi come pecore senza pastore. Gli sono sempre attorno. E lui sta volentieri con loro. E, come travolto dalla compassione, li chiama tutti a sé: "Venite a me, voi tutti, che siete stanchi". E' il desiderio struggente di raccoglierli e di non perderne nessuno. Vede bene che sulle loro spalle pesa il giogo della solitudine, della sofferenza, della stanchezza, dell'abbandono. Per di più centinaia di minuziose prescrizioni li allontanano dalla religione che avrebbe dovuto essere per loro una speranza. Così diveniva una ulteriore oppressione. Gesù vuole liberarli da questi pesi e donare un futuro di speranza. La liberazione comporta accogliere il peso soave e leggero del Vangelo. E' il peso dolce dell'amore. E' un peso perché chiede a ciascuno, anche ai più poveri, di rinunciare all'amore per

se stessi. Ma è soave, perché l'amore è liberante, libera da se stessi a allarga il cuore a Dio e agli altri. Si, il Vangelo ci liberi da tutte le schiavitù per essere schiavi solo all'amore. E Gesù ne è l'esempio. Per questo può dire a tutti: "imparate da me che sono mite ed umile di cuore". La mitezza è la qualità dell'amore di Gesù che contrasta con la durezza e l'arroganza dell'amore per noi stessi. Di questa mitezza abbiamo bisogno tutti. Andiamo incontro al Natale per accogliere il mite e l'umile nei nostri cuori.-----------------------------------------------Gesù è l'unico che può ristorare le nostre anime, l'unico che può con verità accogliere chi è affaticato e oppresso. Gesù è davvero il rifugio della nostra vita, rifugio esigente, però, che ama e consola ma che chiede di imitarlo. Colui che ha conosciuto la tenerezza di Dio diventa testimone e specchio di tale amore per l'umanità, per il fratello che incontra.

…È PREGATASignore, dona forza a quanti sperano in te. Sostieni la Chiesa, rendendola forte nella debolezza. Illumina i governanti del mondo, perché possano operare in favore degli oppressi e degli emarginati. Fa’ che chi soffre possa raccogliere l’invito del vangelo a trovare ristoro e conforto in Te. Resta al mio fianco,

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peché anch’io sappia dare ristoro a chi pensa di essere dimenticato da Dio.

…MI IMPEGNAPrendiamo su di noi il suo giogo, che è la Parola, l'osservanza gioiosa del Vangelo, il discepolato. Un giogo leggero, fatto di sorriso e di comprensione, di verità e di autenticità interiore, di crescita umana e di semplificazione della realtà. Andiamo a lui. Andiamo a Gesù, prendiamo su di noi, sul serio, il giogo del Vangelo, la prospettiva dell'amore, un carico leggero e dolce, che ci aiuta a vedere noi stessi e gli altri in una prospettiva diversa.

Giovedì, 11 dicembre 2014Liturgia della Parola

Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15LA PAROLA DI DIO

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse alla folla: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

…È MEDITATAGesù commenta l'apostolato di Giovanni Battista, destinato ad essere ucciso dai capricci di una concubina e dall'ignavia di un re-fantoccio e dice: il Regno soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La storia ce lo insegna: coloro che vivono con verità al ricerca di Dio, nella mitezza e nella pace, subiscono violenza e persecuzione. Anche noi, nel nostro mondo civilizzato,

corriamo il rischio di essere soggetti a prese in giro e a giudizi impietosi per il fatto di essere persona in ricerca. Ma, aggiunge Gesù, occorre violenza per impadronirsi del Regno, occorre tenere duro, faticare con la parte oscura di sé, avere il coraggio della conversione. Credere comporta una fatica, una concentrazione, una scelta da operare continuamente.---------------------------------------------

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L’uomo in grazia, l’uomo redento, l’uomo risorto con Cristo, sta su un gradino più alto; la sua grandezza non deriva da una più alta statura ascetica e morale, ma dall’incomparabile dignità di essere figlio di Dio. L’uomo nuovo è tanto più grande, quanto è più

piccolo, sale tanto più in alto, quanto scende maggiormente nella sua piccolezza.

“La nuova storia è fatta dai piccoli. La storia dei grandi fa da cornice alla storia dei piccoli.” Benedetto XVI.

…È PREGATAIo sono il Signore, tuo Dio, che ti tengo per la destrae ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto».Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva d’Israele;io vengo in tuo aiuto – oracolo del Signore –, tuo redentore è il Santo d’Israele.

…MI IMPEGNACi è mai costata una presa in giro la nostra appartenenza al Vangelo? Un'occhiata di compatimento la nostra affermazione a favore della vita o dell'onesta al lavoro? Una battutaccia la nostra fedeltà al nostro coniuge? Questo accade, amici, nei nostri tolleranti tempi, se siete cristiani un po' politicamente scorretti, non fanatici ma fedeli all'essenza del Vangelo, preparatevi a qualche piccola persecuzione. E se – invece – non vi è mai successo di dover pagare a causa della vostra fede, delle due l'una: o vivete in un monastero o proprio non si vede che siete discepoli!  (P. Curtaz)

Venerdì, 12 dicembre 2014Beata Vergine Maria di Guadalupe - L'apparizione, il 9 dicembre 1531, della "Morenita" all'indio Juan Diego, a Guadalupe, in Messico, è un evento che ha lasciato un solco profondo nella religiosità e nella cultura messicana. L'evento guadalupano fu un caso di “inculturazione” miracolosa: meditare su questo evento significa oggi porsi alla scuola di Maria, maestra di umanita’ e di fede, annunciatrice e serva della Parola, che deve risplendere in tutto il suo fulgore, come l'immagine misteriosa sulla tilma del veggente messicano, che la Chiesa ha di recente proclamato santo.

Liturgia della ParolaIs 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19

LA PAROLA DI DIO

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…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».…È MEDITATAQuesti bambini sono incapaci di giocare, si rovinano il gioco da soli. Ma a chi ti paragonerò? Questa domanda la sento risuonare nel mio cuore con grande forza. Non sempre Gesù ti ascolto,ho fiducia in te,non riesco ad accoglierti come tu vorresti e come io vorrei. Non voglio essere come quei  due gruppi di bambini,schierati in piazza a giocare,ma che si annoiano subito e cambiano gioco ma io ho bisogno di te,di quella parola che mi sorregge,di quella mano che mi aiuta nelle difficoltà. Molte volte sono proprio come quei bambini capricciosi: non so quello che voglio, non voglio  decidermi e per chi non vuol decidersi le scuse sono sempre a portata di mano. Infatti la tentazione frequente è quella di mettere continuamente scuse diverse per evitare di accogliere ciò che ci viene dal Vangelo. Ma la  Parola di Dio continua a prendermi  per mano perché anche io possa disporre il mio cuore alla sua venuta. E così anche per tutti noi che viviamo in questo tempo è giunto il momento di lasciarsi toccare da Gesù,di non

pensare solo a noi stessi, di farci plasmare dalla novità e dalla verità che Gesù ha portato con la sua nascita. L’avvento ci porta ad una scelta che deve essere fatta  con cuore e animo libero,scegliere di non fare la nostra volontà ma la sua.--------------------------------------------Il Signore ci libera da ambizioni e rivalità, che minano l’unità della comunione. Ci libera dalla sfiducia, dalla tristezza – questa tristezza è pericolosa, perché ci butta giù; è pericolosa, state attenti! Ci libera dalla paura, dal vuoto interiore, dall’isolamento, dai rimpianti, dalle lamentele. Anche nelle nostre comunità infatti non mancano atteggiamenti negativi, che rendono le persone autoreferenziali, preoccupate più di difendersi che di donarsi. Ma Cristo ci libera da questo grigiore esistenziale. pur rimanendo deboli e peccatori, siamo chiamati a vivere con gioia e coraggio la nostra fede, la comunione con Dio e con i fratelli, l’adorazione a Dio e ad affrontare con fortezza la fatiche e le prove della vita. Papa Francesco

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…È PREGATAAnche a noi Signore succede spesso così:  di non essere mai contenti di quello che siamo e facciamo,  di lamentarci in continuazione per le cose che non vanno,  di giudicare ogni comportamento altrui.  Donaci oggi di gioire delle cose che abbiamo,  di non dare nulla per dovuto o scontato,  di assumerci le nostre piccole o grandi responsabilità.

…MI IMPEGNAPapa Francesco:Paolo VI diceva che lui non capiva i cristiani scoraggiati: non li capiva. Questi cristiani tristi, ansiosi, questi cristiani dei quali uno pensa se credono in Cristo o nella “dea lamentela”: non si sa mai. Tutti i giorni si lamentano, si lamentano; e come va il mondo, guarda, che calamità, le calamità. Ma, pensate: il mondo non è peggiore di cinque secoli fa! Il mondo è il mondo; è sempre stato il mondo. E quando uno si lamenta: e va così, non si può fare niente, ah la gioventù… Il diavolo ogni giorno getta nei nostri cuori semi di pessimismo e di amarezza, e uno si scoraggia, noi ci scoraggiamo. E’ il diavolo che mette questo. Dobbiamo prepararci alla lotta spirituale. Questo è importante. Non si può predicare il Vangelo senza questa lotta spirituale: una lotta di tutti i giorni contro la tristezza, contro l’amarezza, contro il pessimismo; una lotta di tutti i giorni!Ma, il cristiano deve essere coraggioso e quando non si può far niente, con pazienza: sopportando. Sopportare. Coraggio e pazienza. Coraggio: andare avanti, fare le cose, dare testimonianza forte; avanti! Sopportare: portare sulle spalle le cose che non si possono cambiare ancora.  

Sabato, 13 dicembre 2014 Santa Lucia, vergine e martire - La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all'anno 304). Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal

prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Proprio nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un'epigrafe marmorea del IV secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozione diffusasi molto

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rapidamente: già nel 384 sant'Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I poco dopo un'altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d'arte a lei ispirate.

Liturgia della ParolaSir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13

LA PAROLA DI DIO…È ASCOLTATA

Nel discendere dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, l’hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista.

…È MEDITATADopo l'esperienza della trasfigurazione maturava sempre più nei discepoli la convinzione circa la messianicità di Gesù. Ma vi era una problema posto dagli scribi e che interrogava i discepoli: prima del Messia doveva venire Elia. In effetti nel libro del profeta Malachia si legge: "Ecco, io mando il profeta Elia prima che venga il grande e terribile giorno di Jahvé. Egli volgerà il cuore dei padri verso i figli e i cuori dei figli verso i padri, affinché, venendo, io non abbia a colpire di anatema il paese" (Mal 3, 23). Gesù conferma ai discepoli questa profezia, ma spiega che Elia è già venuto. Ma la gente non l'ha riconosciuto, anzi lo ha rifiutato. I discepoli comprendono che Gesù sta parlando del Battista. E non pongono più altre questioni. Questo passo evangelico ci fa

comprendere che c'è sempre bisogno che qualcuno prepari la strada al Signore che viene, che ci sia una voce che gridi forte nel deserto di questo mondo e dei nostri cuori. Ma chi è il nostro Giovanni Battista, qual è la voce che grida alle nostre orecchie? E' il Vangelo. Sì, la Parola di Dio libera i nostri cuori da ogni asprezza, da ogni voragine e da ogni montagna per essere pronti ad accogliere il Signore che viene.---------------------------------------------- “Chiunque voglia portare agli altri la Parola di Dio, prima deve essere disposto a lasciarsi commuovere da essa, ad accettare di essere feriti per primi da quella Parola che ferirà gli altri, a farla diventare carne nella sua esistenza concreta” (Evangelii Gaudium).

…È PREGATARiempi di gioia e di luce il tuo popolo, Signore,  per l’intercessione gloriosa  della santa vergine e martire Lucia, 

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perché noi, che festeggiamo la sua nascita al cielo,  possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria. 

…MI IMPEGNACome mi pongo davanti alla parola di Dio?Sono un ostacolo al suo cammino, con la presunzione di piegarla alla mia visione della vita, alla mia interpretazione degli avvenimenti, ai miei schemi e preconcetti? O sono uno strumento docile, che fa risuonare le continue creazioni che dalla Parola si sprigionano?

PAPA FRANCESCOUDIENZA GENERALE Mercoledì, 26 novembre 2014

La Chiesa - Pellegrina verso il Regno

Nel presentare la Chiesa agli uomini del nostro tempo, il Concilio Vaticano II aveva ben presente una verità fondamentale, che non bisogna mai dimenticare: la Chiesa non è una realtà statica, ferma, fine a se stessa, ma è continuamente in cammino nella storia, verso la meta ultima e meravigliosa che è il Regno dei cieli, di cui la Chiesa in terra è il germe e l’inizio (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 5). Quando ci rivolgiamo verso questo orizzonte, ci accorgiamo che la nostra immaginazione si arresta, rivelandosi capace appena di intuire lo splendore del mistero che sovrasta i nostri sensi. E sorgono spontanee in noi alcune domande: quando avverrà questo passaggio finale? Come sarà la nuova dimensione nella quale la Chiesa entrerà? Che cosa sarà allora dell’umanità? E del creato che ci circonda? Ma queste domande non sono nuove, le avevano già fatte i discepoli a Gesù in quel tempo: “Ma quando avverrà questo? Quando sarà il trionfo dello Spirito sulla creazione, sul creato, su tutto…”. Sono domande umane, domande antiche. Anche noi facciamo queste domande.

1. La Costituzione conciliare Gaudium et spes, di fronte a questi interrogativi che risuonano da sempre nel cuore dell’uomo, afferma: «Ignoriamo il tempo in cui avranno fine la terra e l’umanità, e non sappiamo il modo in cui sarà trasformato l’universo. Passa certamente l’aspetto di questo mondo, deformato dal peccato. Sappiamo, però, dalla Rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia, e la cui felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salgono nel cuore degli uomini» (n. 39). Ecco la meta a cui tende la Chiesa: è, come dice la Bibbia, la «Gerusalemme nuova», il «Paradiso». Più che di un luogo, si tratta di uno “stato” dell’anima in cui le nostre attese più profonde saranno compiute in modo sovrabbondante e il nostro essere, come creature e come figli di

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Dio, giungerà alla piena maturazione. Saremo finalmente rivestiti della gioia, della pace e dell’amore di Dio in modo completo, senza più alcun limite, e saremo faccia a faccia con Lui! (cfr 1Cor13,12). E’ bello pensare questo, pensare al Cielo. Tutti noi ci troveremo lassù, tutti. E’ bello, dà forza all’anima.

2. In questa prospettiva, è bello percepire come ci sia una continuità e una comunione di fondo tra la Chiesa che è nel Cielo e quella ancora in cammino sulla terra. Coloro che già vivono al cospetto di Dio possono infatti sostenerci e intercedere per noi, pregare per noi. D’altro canto, anche noi siamo sempre invitati ad offrire opere buone, preghiere e la stessa Eucaristia per alleviare la tribolazione delle anime che sono ancora in attesa della beatitudine senza fine. Sì, perché nella prospettiva cristiana la distinzione non è più tra chi è già morto e chi non lo è ancora, ma tra chi è in Cristo e chi non lo è! Questo è l’elemento determinante, veramente decisivo per la nostra salvezza e per la nostra felicità.

3. Nello stesso tempo, la Sacra Scrittura ci insegna che il compimento di questo disegno meraviglioso non può non interessare anche tutto ciò che ci circonda e che è uscito dal pensiero e dal cuore di Dio. L’apostolo Paolo lo afferma in modo esplicito, quando dice che «anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,21). Altri testi utilizzano l’immagine del «cielo nuovo» e della «terra nuova» (cfr 2 Pt 3,13; Ap 21,1), nel senso che tutto l’universo sarà rinnovato e verrà liberato una volta per sempre da ogni traccia di male e dalla stessa morte. Quella che si prospetta, come compimento di una trasformazione che in realtà è già in atto a partire dalla morte e risurrezione di Cristo, è quindi una nuova creazione; non dunque un annientamento del cosmo e di tutto ciò che ci circonda, ma un portare ogni cosa alla sua pienezza di essere, di verità, di bellezza. Questo è il disegno che Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, da sempre vuole realizzare e sta realizzando.Cari amici, quando pensiamo a queste stupende realtà che ci attendono, ci rendiamo conto di quanto appartenere alla Chiesa sia davvero un dono meraviglioso, che porta iscritta una vocazione altissima! Chiediamo allora alla Vergine Maria, Madre della Chiesa, di vegliare sempre sul nostro cammino e di aiutarci ad essere, come lei, segno gioioso di fiducia e di speranza in mezzo ai nostri fratelli.

Signore Gesù,vieni accanto a noi!

Come un pastore buono,prendici in braccio e consolaci.

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Parla al nostro cuore,e scaccia da noi la paura

di camminare sulle tue strade.

Aiutaci a non trattenere per noii doni della tua bontà,

ma a trafficarli generosamente,per colmare i vuoti dell'indifferenza

ed eliminare gli inciampi dell'egoismo.

Signore Gesù,aiutaci a vivere

nella santità della condottae nelle preghiere,

affinché la misericordia e la verità,la giustizia e la pace si incontrino

anche nella nostra vita.

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