SOCIETA’ TRA PROFESSIONISTI PREVIDENZAaffinchè il mondo della previdenza privata investa nel...

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lunedì 1 agosto 2016 SOCIETA’ TRA PROFESSIONISTI Stp, oggetto sociale limitato Italia Oggi pag. 37 del 30/07/2016 PREVIDENZA No dei professionisti agli investimenti in Atlante2 Il Mattino pag. 35 del 30/07/2016 Le Casse professionali frenano su Atlante 2 Il Sole 24 Ore pag. 2 del 30/07/2016 500 milioni dalle casse previdenziali. Atlante2, spettro dei professionisti Il Mattino pag. 2 del 30/07/2016 Le casse professionali sotto stress: i pensionati crescono più degli iscritti Il Sole 24 Ore pag. 1-3 del 01/08/2016 “Insieme su welfare, acquisti e investimenti” Il Sole 24 Ore pag. 2 del 01/08/2016 Dal caso Atlante primo segnale verso la strada delle sinergie Il Sole 24 Ore pag. 1-3 del 01/08/2016 EDILIZIA Edilizia, opere più convenienti Italia Oggi pag. 16 del 01/08/2016

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lunedì 1 agosto 2016

SOCIETA’ TRA PROFESSIONISTI Stp, oggetto sociale limitato Italia Oggi pag. 37 del 30/07/2016 PREVIDENZA No dei professionisti agli investimenti in Atlante2 Il Mattino pag. 35 del 30/07/2016 Le Casse professionali frenano su Atlante 2 Il Sole 24 Ore pag. 2 del 30/07/2016 500 milioni dalle casse previdenziali. Atlante2, spettro dei professionisti Il Mattino pag. 2 del 30/07/2016 Le casse professionali sotto stress: i pensionati crescono più degli iscritti Il Sole 24 Ore pag. 1-3 del 01/08/2016 “Insieme su welfare, acquisti e investimenti” Il Sole 24 Ore pag. 2 del 01/08/2016 Dal caso Atlante primo segnale verso la strada delle sinergie Il Sole 24 Ore pag. 1-3 del 01/08/2016 EDILIZIA Edilizia, opere più convenienti Italia Oggi pag. 16 del 01/08/2016

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No dei professionisti agliinvestimenti in Atlante2Levata di scudi di alcune associazioni di professionisti,allarmate dall'intenzione delle rispettive Casse di previdenza diinvestire 500 mln di euro nel fondo Atlante2, l'iniziativagovernativa per l'acquisto dei crediti deteriorati del sistemabancario. E, nel frattempo, un paio di Enti pensionistici hannooptato per tirare il freno a mano nei confronti del progettofinanziario. A seguito della decisione dell'assembleadell'Adepp, di aderire al piano (si veda RaliaOggi del 26 luglio2016) l'Ade (Associazione dottori commercialisti) ha inviatouna lettera al premier Matteo Renzi e al ministro dell'economiaPier Carlo Padoan, bensì organismi che devono erogarepensioni e assistenza, e il cui patrimonio, si è inserito un altrosindacato di commercialisti (Anc), «non dovrebbe esser messoa disposizione di operazioni il cui esito, al momento, rimaneincerto». Condanna dei vertici dell'Associazione giovani notai(Asign) Adele Raiola e dell'Unione giovani dottoricommercialisti (Ungdcec) Fazio Segantini: in una notacongiunta, con riferimento al «pressing» dell'esecutivo,affinchè il mondo della previdenza privata investa nel fondo,hanno invocato la «valorizzazione» dei professionisti «nonattraverso forme elaborate di esproprio patrimoniale, seppuredulcorate con promesse di future concessioni normative, oregolamentari», come l'esclusione degli Enti dall'elenco Istatdelle pubbliche amministrazioni ed una maggiore autonomiagestionale. Preoccupazione» per le pensioni è stata espressadalla presidente del Consiglio nazionale dei chimici, NausicaaOrlandi, mentre per il segretario generale dell'Associazionenazionale forense (Anf) Luigi Pansini non deve«scandalizzare» che i professionisti sostengano il paese,tuttavia è «inaccettabile» che non sia ricambiata la medesimaresponsabilità da governo e banche, invece il segretariogenerale del Sindacato dei medici italiani (Smi) Pina Onotri hareclamato «una campagna seria d'informazione». La sceltadelTEpap di non partecipare ha incassato il plauso delConsiglio nazionale dei geologi, e l'Enpacl per «completare inecessari approfondimenti» ha rinviato ogni decisionesull'adesione. Infine, la più grande Cassa italiana, l'Enpam, haillustrato sul suo sito i contenuti di Atlante2, rimarcando che sela cifra di 500 mhi fosse confermata «si tratterebbe dello0,66% del patrimonio totale» degli enti. Sintona D'Alessio

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Investimenti. Richiami alla prudenza e richieste di maggiori informazioni Le Casse professionalifrenano su Adante 2

Federica Micardi Cresce tra iprofessionisti la preoccupazionesulla partecipazione nel FondoAtlante 2 delle loro Casse diprevidenza. Dalle rappresentanzesindacali e dai Consigli nazionaliarrivano proteste e richiami allaprudenza, seppure con toni e accentidiversi a seconda delle circostanze.«Una forma di espropriopatrimoniale edulcorata conpromesse di future concessioninormative e regolamentari». Nonusano, per esempio, mezze misurel'Asign, l'Associazione italianagiovani notai, e l'Unione nazionalegiovani

dottori commercialisti edesperti contabili. Quest'ultimain rapppresentanza deiragionieri dato che la Cassanazionale di previdenza eassistenza dei dottoricommercialisti (Cnpadc) si èda subito sfilata dal progettoinsieme a Inarcassa(ingegneri e architetti) edEnpav (veterinari). LEPOSIZIONI Allarme, contoni differenti, fra i sindacatiLa Cassa plu ricategoria le hadeciso di chiamarsi fuoridall'operazione

Tra i primi a esprimere disagioall'idea di questo investimentol'Anc, Associazione nazionalecommercialisti.Martedìscorsoilsuopresidente.Marco Cuchel, avevasottolineato che «il patrimoniodelle Casse, che costituisce ilfuturo previdenziale di milioni diprofessionisti, non dovrebbeessere messo a disposizione dioperazioni il cui esito, almomento, rimane incerto». Nonuna bocciatura totale ma certo unrichiamo alla prudenza. Didiverso tenore l'interventodell'Anf, l'associazione nazionaleforense, il cui segretario generaleLuigi Pansini non si scandalizzadel fattoche i professionisticontribuiscano alla crescita e alsostegno del Paese, ma ricordacome questo «non corrisponde auna politica altrettantoresponsabile e attenta da partedel Governo e del sistemabancario nel confronto delleprofessioni». Anche i sindacatidei medici sono in allerta, ierisulla questione Atlante2 hannochiesto un incontro urgente

all'Enpam (il cui presidente,Alberto Oliveti, è anchepresidente Adepp). Allarmati ichimici. Due giorni fa ilpresidente del Consiglionazionale, Nausicaa Orlandi,aveva detto: «Riteniamo chel'eventuale azione di sostegnodella nostra Cassa al FondoAtlante2 possa mettere fortementea rischio i contributi per gliiscritti». Un rischio scongiurato.È, infatti, di ieri la notizia cheEpap, la Cassa pluricategoriale dichimici,geologi, attuari, agronomie forestali ha deliberato di nonaderire al Fondo. Una decisionefortemente apprezzata dai Consiglinazionali di chimici e geologi. Maperché le Casse sono entrate nellavicenda Atlante 2? Sul tavolo ilGoverno ha messo una serie dicarte interessanti, tra cui:riconoscere alle Cassenatura"privata" e quindi toglierledagli obblighi delle pubblicheamministrazioni cui sono soggetteda quando inserite nell'elenco Istat(dalla spen

ding review, al rispetto delCodice appalti e agli obblighi ditrasparenza); intervenire alribasso sulla tassazione, che oggigrava sia sui rendimentifinanziari (tassati al 27%) siasulle pensioni; allargare lemaglie sull'autonomia gestonale.Tutte questioni rivendicate dallaCasse negli ultimi anni e cheoggi entrano in un discorso di dout des. Il sistema Casse però, purassociato all'Adepp, vede lasovranità decisionale in capo aogni singolo ente, e per ora lepromesse si stanno scontrandocon la documentazione tecnicafornita a seguito della deliberaAdepp, suscitando non pochimalumori. Una defezione tra i 16firmatari della delibera già c'è.

Mps in Borsa Andamento del titolo a Milano 15Variazione da inizio anno 74,98% A 09 06GEN FEB MAR APR MAG GIÙ LUG

Investimenti. Richiami alla prudenza e richieste di maggiori informazioni Le Casse professionalifrenano su Adante 2

Federica Micardi Cresce tra iprofessionisti la preoccupazionesulla partecipazione nel FondoAtlante 2 delle loro Casse diprevidenza. Dalle rappresentanzesindacali e dai Consigli nazionaliarrivano proteste e richiami allaprudenza, seppure con toni e accentidiversi a seconda delle circostanze.«Una forma di espropriopatrimoniale edulcorata conpromesse di future concessioninormative e regolamentari». Nonusano, per esempio, mezze misurel'Asign, l'Associazione italianagiovani notai, e l'Unione nazionalegiovani

dottori commercialisti edesperti contabili. Quest'ultimain rapppresentanza deiragionieri dato che la Cassanazionale di previdenza eassistenza dei dottoricommercialisti (Cnpadc) si èda subito sfilata dal progettoinsieme a Inarcassa(ingegneri e architetti) edEnpav (veterinari). LEPOSIZIONI Allarme, contoni differenti, fra i sindacatiLa Cassa plu ricategoria le hadeciso di chiamarsi fuoridall'operazione

Tra i primi a esprimere disagioall'idea di questo investimentol'Anc, Associazione nazionalecommercialisti.Martedìscorsoilsuopresidente.Marco Cuchel, avevasottolineato che «il patrimoniodelle Casse, che costituisce ilfuturo previdenziale di milioni diprofessionisti, non dovrebbeessere messo a disposizione dioperazioni il cui esito, almomento, rimane incerto». Nonuna bocciatura totale ma certo unrichiamo alla prudenza. Didiverso tenore l'interventodell'Anf, l'associazione nazionaleforense, il cui segretario generaleLuigi Pansini non si scandalizzadel fattoche i professionisticontribuiscano alla crescita e alsostegno del Paese, ma ricordacome questo «non corrisponde auna politica altrettantoresponsabile e attenta da partedel Governo e del sistemabancario nel confronto delleprofessioni». Anche i sindacatidei medici sono in allerta, ierisulla questione Atlante2 hannochiesto un incontro urgente

all'Enpam (il cui presidente,Alberto Oliveti, è anchepresidente Adepp). Allarmati ichimici. Due giorni fa ilpresidente del Consiglionazionale, Nausicaa Orlandi,aveva detto: «Riteniamo chel'eventuale azione di sostegnodella nostra Cassa al FondoAtlante2 possa mettere fortementea rischio i contributi per gliiscritti». Un rischio scongiurato.È, infatti, di ieri la notizia cheEpap, la Cassa pluricategoriale dichimici,geologi, attuari, agronomie forestali ha deliberato di nonaderire al Fondo. Una decisionefortemente apprezzata dai Consiglinazionali di chimici e geologi. Maperché le Casse sono entrate nellavicenda Atlante 2? Sul tavolo ilGoverno ha messo una serie dicarte interessanti, tra cui:riconoscere alle Cassenatura"privata" e quindi toglierledagli obblighi delle pubblicheamministrazioni cui sono soggetteda quando inserite nell'elenco Istat(dalla spen

ding review, al rispetto delCodice appalti e agli obblighi ditrasparenza); intervenire alribasso sulla tassazione, che oggigrava sia sui rendimentifinanziari (tassati al 27%) siasulle pensioni; allargare lemaglie sull'autonomia gestonale.Tutte questioni rivendicate dallaCasse negli ultimi anni e cheoggi entrano in un discorso di dout des. Il sistema Casse però, purassociato all'Adepp, vede lasovranità decisionale in capo aogni singolo ente, e per ora lepromesse si stanno scontrandocon la documentazione tecnicafornita a seguito della deliberaAdepp, suscitando non pochimalumori. Una defezione tra i 16firmatari della delibera già c'è.

Mps in Borsa Andamento del titolo a Milano 15Variazione da inizio anno 74,98% A 09 06GEN FEB MAR APR MAG GIÙ LUG

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500 milioni dalle casse previdenzialiAtiante 2, spettro dei professionisti

II caso Su un patrimonio di75 miliardi i fondi diprevidenza chiamati ainvestire l'l% del «tesoretto»

Francesco Pacifico Su un patrimoniodi oltre 75 miliardi di euro - case einteri palazzi, quote azionarie eobbligazioni, titoli di Stato e fondicomuni - 500 milioni non sononeanche l'uno per cento del to tale.Ma per i professionisti questi soldi -accumulati e fatti fruttare grazie ailoro contributi pensionistici - sonocomunque troppi per essere sprecatinel calderone del Fondo Adante2. Amaggior ragione se verrannoutilizzati per salvare una banca gestitamale e da sempre legata ail apolitica come il Monte dei Paschi diSiena. Lunedì scorso il governo hastrappato all'Adepp, l'associazioneche riunisce le diciannove casse diprevidenza privata con i loro duemilioni

di iscritti, il via libera a investire 500milioni di euro per finanziare ilveicolo, che dovrebbe rastrellare icrediti non esigibili di Mps. Ma è unok più formale che sostanziale. Nelladelibera, approvata in assemblea, siannuncia soltanto di voler «sostenerel'iniziativa Adante 2» data«l'importanza di investire a sostegnodel sistema Paese nel quale iprofessionisti operano». Non erapossibile scrivere di più, perchéspetterà ai consigli d'amministrazionedei singoli enti di deliberare lostanziamento. E al momento si sonoufficialmente già sfilate categorieimportanti come commerciali,ingegneri, chimici, geologi o architetti.Il dissenso è più diffuso e molti ordininon si sono pronunciati soltanto perchéaspettano il prospetto

dell'investimento. Testo sul qualedovranno votare i Cda, ma che nonesiste ancora. E c'è già qualcuno chenon esclude ripercussioni giudiziarie.Al di là dell'ufficialità, e nonostantel'attendismo dei rispetti ordini, sonocontrari organizzazioni importanticome l'associazione nazionale forense,che pretende da Palazzo più rispettoper il settore. Soltanto ieri i giovaniavvocati e i giovani notai hannochiesto «un approfondimento». E se ichimici paventano « rischi per le loropensioni», traccheggiano persino imedici, dai quali pure provieneAlberto Oliveti, il

presidente dell'Adepp. L'Enpam, lacassa più ricca con i suoi 18 miliardi dipatrimonio, pubblicamente ha fattosapere di volere «contribuire a ridurrel'ondata speculativa contro il Pae

se». Ma contemporaneamente, con ivertici in scadenza, non potrà votare lanecessaria delibera fino a quando nonsaranno rinnovati gli organi. MatteoRenzi e Pier Carlo Padoan nonpossono permettersi un rifiuto da partedei professionisti. Hanno bisognocome il pane di quei 500 milioni cheche Oliveti sperava di dividere inequamisura tra tutte le casse. Finora laraccolta per il Fondo Adante 2 non èandata un granché. La stessa cifra, nona caso, la metterà soltanto la Sga, laBad bank del Banco di Napoli, checome ha ricordato Adriano Giannoladello Svimez, «non hareinvestitoneppure un centesimo sul territorio alquale appartengono questi soldi».Invece i grandi gruppi finanziari comeIntesa e Generali non vogliono"offrire" più di 200 milioni. Il

governo ha messo sul piatto unarenditadel 6 per cento. E non è poco in anni diinteressi zero. Ma questo non basta aiprofessionisti: da un lato vedonoquella in Adante 2 come unaspeculazione che non risponde aiprincipi di prudenza e sana gestioneinsiti nei loro statuti; dall'alto non

li soccorsoL'Adepp guidata daCamporese ha dettosì ail'sos delgoverno

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Alessandro BarbanoAlessandro BarbanoAlessandro BarbanoAlessandro Barbano

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500 milioni dalle casse previdenzialiAtiante 2, spettro dei professionisti

II caso Su un patrimonio di75 miliardi i fondi diprevidenza chiamati ainvestire l'l% del «tesoretto»

Francesco Pacifico Su un patrimoniodi oltre 75 miliardi di euro - case einteri palazzi, quote azionarie eobbligazioni, titoli di Stato e fondicomuni - 500 milioni non sononeanche l'uno per cento del to tale.Ma per i professionisti questi soldi -accumulati e fatti fruttare grazie ailoro contributi pensionistici - sonocomunque troppi per essere sprecatinel calderone del Fondo Adante2. Amaggior ragione se verrannoutilizzati per salvare una banca gestitamale e da sempre legata ail apolitica come il Monte dei Paschi diSiena. Lunedì scorso il governo hastrappato all'Adepp, l'associazioneche riunisce le diciannove casse diprevidenza privata con i loro duemilioni

di iscritti, il via libera a investire 500milioni di euro per finanziare ilveicolo, che dovrebbe rastrellare icrediti non esigibili di Mps. Ma è unok più formale che sostanziale. Nelladelibera, approvata in assemblea, siannuncia soltanto di voler «sostenerel'iniziativa Adante 2» data«l'importanza di investire a sostegnodel sistema Paese nel quale iprofessionisti operano». Non erapossibile scrivere di più, perchéspetterà ai consigli d'amministrazionedei singoli enti di deliberare lostanziamento. E al momento si sonoufficialmente già sfilate categorieimportanti come commerciali,ingegneri, chimici, geologi o architetti.Il dissenso è più diffuso e molti ordininon si sono pronunciati soltanto perchéaspettano il prospetto

dell'investimento. Testo sul qualedovranno votare i Cda, ma che nonesiste ancora. E c'è già qualcuno chenon esclude ripercussioni giudiziarie.Al di là dell'ufficialità, e nonostantel'attendismo dei rispetti ordini, sonocontrari organizzazioni importanticome l'associazione nazionale forense,che pretende da Palazzo più rispettoper il settore. Soltanto ieri i giovaniavvocati e i giovani notai hannochiesto «un approfondimento». E se ichimici paventano « rischi per le loropensioni», traccheggiano persino imedici, dai quali pure provieneAlberto Oliveti, il

presidente dell'Adepp. L'Enpam, lacassa più ricca con i suoi 18 miliardi dipatrimonio, pubblicamente ha fattosapere di volere «contribuire a ridurrel'ondata speculativa contro il Pae

se». Ma contemporaneamente, con ivertici in scadenza, non potrà votare lanecessaria delibera fino a quando nonsaranno rinnovati gli organi. MatteoRenzi e Pier Carlo Padoan nonpossono permettersi un rifiuto da partedei professionisti. Hanno bisognocome il pane di quei 500 milioni cheche Oliveti sperava di dividere inequamisura tra tutte le casse. Finora laraccolta per il Fondo Adante 2 non èandata un granché. La stessa cifra, nona caso, la metterà soltanto la Sga, laBad bank del Banco di Napoli, checome ha ricordato Adriano Giannoladello Svimez, «non hareinvestitoneppure un centesimo sul territorio alquale appartengono questi soldi».Invece i grandi gruppi finanziari comeIntesa e Generali non vogliono"offrire" più di 200 milioni. Il

governo ha messo sul piatto unarenditadel 6 per cento. E non è poco in anni diinteressi zero. Ma questo non basta aiprofessionisti: da un lato vedonoquella in Adante 2 come unaspeculazione che non risponde aiprincipi di prudenza e sana gestioneinsiti nei loro statuti; dall'alto non

li soccorsoL'Adepp guidata daCamporese ha dettosì ail'sos delgovernoLa trattativa Intesa eGenerali nonvogliono andareoltre il tetto dei 200milionicredono che il Fondo riesca davveroa vendere le cartolarizzazioni degliNpi di Mps al 32 per cento del lorovalore, come promesso, quandoRocca Salimbeni ha piazzato titolicon maggiori garanzie all'8 percento. Per questo Oliveti non si èfatto remore dal rendere pubbliche le«condizioni» di quello che nessunonasconde sia un baratto. Come haspiegato al Sole24Ore, in cambio di 500milioni pretende «il riconoscimento dellanostra natura privata», «un regolamentodegli investimenti delle Casse senzatroppe rigidità» e una sforbiciata di unatassazione «di

dieci punti perché sui rendimentifinanziari paghiamo il 26 per cento».Ma dietro le quinte ci sono altrequestioni più scivolose, sulle quali si

500 milioni dalle casse previdenzialiAtiante 2, spettro dei professionisti

II caso Su un patrimonio di75 miliardi i fondi diprevidenza chiamati ainvestire l'l% del «tesoretto»

Francesco Pacifico Su un patrimoniodi oltre 75 miliardi di euro - case einteri palazzi, quote azionarie eobbligazioni, titoli di Stato e fondicomuni - 500 milioni non sononeanche l'uno per cento del to tale.Ma per i professionisti questi soldi -accumulati e fatti fruttare grazie ailoro contributi pensionistici - sonocomunque troppi per essere sprecatinel calderone del Fondo Adante2. Amaggior ragione se verrannoutilizzati per salvare una banca gestitamale e da sempre legata ail apolitica come il Monte dei Paschi diSiena. Lunedì scorso il governo hastrappato all'Adepp, l'associazioneche riunisce le diciannove casse diprevidenza privata con i loro duemilioni

di iscritti, il via libera a investire 500milioni di euro per finanziare ilveicolo, che dovrebbe rastrellare icrediti non esigibili di Mps. Ma è unok più formale che sostanziale. Nelladelibera, approvata in assemblea, siannuncia soltanto di voler «sostenerel'iniziativa Adante 2» data«l'importanza di investire a sostegnodel sistema Paese nel quale iprofessionisti operano». Non erapossibile scrivere di più, perchéspetterà ai consigli d'amministrazionedei singoli enti di deliberare lostanziamento. E al momento si sonoufficialmente già sfilate categorieimportanti come commerciali,ingegneri, chimici, geologi o architetti.Il dissenso è più diffuso e molti ordininon si sono pronunciati soltanto perchéaspettano il prospetto

dell'investimento. Testo sul qualedovranno votare i Cda, ma che nonesiste ancora. E c'è già qualcuno chenon esclude ripercussioni giudiziarie.Al di là dell'ufficialità, e nonostantel'attendismo dei rispetti ordini, sonocontrari organizzazioni importanticome l'associazione nazionale forense,che pretende da Palazzo più rispettoper il settore. Soltanto ieri i giovaniavvocati e i giovani notai hannochiesto «un approfondimento». E se ichimici paventano « rischi per le loropensioni», traccheggiano persino imedici, dai quali pure provieneAlberto Oliveti, il

presidente dell'Adepp. L'Enpam, lacassa più ricca con i suoi 18 miliardi dipatrimonio, pubblicamente ha fattosapere di volere «contribuire a ridurrel'ondata speculativa contro il Pae

se». Ma contemporaneamente, con ivertici in scadenza, non potrà votare lanecessaria delibera fino a quando nonsaranno rinnovati gli organi. MatteoRenzi e Pier Carlo Padoan nonpossono permettersi un rifiuto da partedei professionisti. Hanno bisognocome il pane di quei 500 milioni cheche Oliveti sperava di dividere inequamisura tra tutte le casse. Finora laraccolta per il Fondo Adante 2 non èandata un granché. La stessa cifra, nona caso, la metterà soltanto la Sga, laBad bank del Banco di Napoli, checome ha ricordato Adriano Giannoladello Svimez, «non hareinvestitoneppure un centesimo sul territorio alquale appartengono questi soldi».Invece i grandi gruppi finanziari comeIntesa e Generali non vogliono"offrire" più di 200 milioni. Il

governo ha messo sul piatto unarenditadel 6 per cento. E non è poco in anni diinteressi zero. Ma questo non basta aiprofessionisti: da un lato vedonoquella in Adante 2 come unaspeculazione che non risponde aiprincipi di prudenza e sana gestioneinsiti nei loro statuti; dall'alto non

li soccorsoL'Adepp guidata daCamporese ha dettosì ail'sos delgovernoLa trattativa Intesa eGenerali nonvogliono andareoltre il tetto dei 200milionicredono che il Fondo riesca davveroa vendere le cartolarizzazioni degliNpi di Mps al 32 per cento del lorovalore, come promesso, quandoRocca Salimbeni ha piazzato titolicon maggiori garanzie all'8 percento. Per questo Oliveti non si èfatto remore dal rendere pubbliche le«condizioni» di quello che nessunonasconde sia un baratto. Come haspiegato al Sole24Ore, in cambio di 500milioni pretende «il riconoscimento dellanostra natura privata», «un regolamentodegli investimenti delle Casse senzatroppe rigidità» e una sforbiciata di unatassazione «di

dieci punti perché sui rendimentifinanziari paghiamo il 26 per cento».Ma dietro le quinte ci sono altrequestioni più scivolose, sulle quali si

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può saldare un'alleanza con ilgoverno.Rientrando nell'indice degli entipubblici, le casse sono costrette dallaspending review a tagliare costi digestione. I risparmi, e dal 2012 hannoraccolto 25 miliardi, vanno allo Stato.La riforma delle pensioni di ElsaFornero prevede che poi gli stessi entidebbano dimostrare alla Covip e aiministeri vigilanti (Tesoro e Giustizia)una solidità patrimoniale in grado direggere da qui a 50 anni. Pena lastatalizzazione e il trasferimento sottoil controllo dell'Inps. Il tutto mentrealcune grandi realtà come la stessaEnpam si dimostrano sempre piùdeboli o altre come l'Enasarco o l'Inpgisono state coinvolte dai loro examministratori in scabrose vicendegiudiziari. Se non bastasse al ministero

dell'Economia, come si legge in alcuneproposte di legge, si studia diconsentire «di investire al massimo il30 per cento delle proprie disponibilitànegli strumenti non negoziati»,vietando «di dedicare più del 5 deifondi in forme di investimento emesseda uno stesso soggetto». Altro chespeculare come hedge fund con lesofferenze del Monte dei Paschi diSiena. Claudio Siciliotti, ex presidentedell'Ordine dei commercialisti e deiragionieri, non comprende «il perchédi questo scambio al ribasso: se quelloche chiede il presidente Oliveti ci èdovuto, perché barattarlo. Senzacontare che viviamo in uno Statolibero, nessuno può dirci dove investirei soldi della nostre pensioni. Al diavolole pressioni del governo e una bancacome il Monte dei Paschi diSienagestitamale e guidata damanagerincapaci e imbroglioni, che non hannorisposto delle loro malefatte». CRIPRODUZIONE RISERVATA

Organismi equiparati agli enti, la spending review ha imposto pesanti tagli ei risparmi nella gestione a partire dal 2012 vengono versati allo Stato

II piano La sede della Bancad'Italia ieri il via libera alsalvataggio di Mps

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Impresa/3 - Sì ai lavori senzaoneri di costruzione per le operesoggette solo a Scia o Cila. Lagiurisprudenza recente Ferrara apag. 16

IMPRESABreve ricognizione giurisprudenziale, a partire da una sentenza delTar Campania Edilizia, opere più convenienti Niente onerisull'impresa per lavori soggetti a Scia o Cila

La massima TAR CAMPANIA - Napoli sentenza 1769,sezione ottava, del 07-04-2016 (Dpr 06/06/2001, n. 380,art. 16) Deve essere dichiarato il diritto dell'impresa allarestituzione degli importi versati al Comune di a titolo dicosto di costruzione in relazione a taluni interventi edilizieseguiti, dovendosi ritenere che detti oneri non risultavanodovuti perché le opere poste in essere non rientrano nelregime abilitativo del permesso di costruire e in quanto essenon hanno comportato l'aumento del carico urbanistico.

Pagina a cura DI DARIOFERRARA Sì ai lavorisenza gli oneri dicostruzione. Il comune deveessere condannato arestituire le somme versatedal privato per

i lavori laddove le opere edilizierealizzate risultano soggette asemplice Scia (Segnalazionecertificata di inizio attività) oCila (Comunicazione iniziolavori asseverata) e dunque nonimplicano un incremento delcarico

urbanistico: a ottenere larifusione del denaro è la societàche gestisce il centrocommerciale, tenuta a effettuaredi continuo lavori di allestimentonei punti vendita che da inaffitto, con abbattimento di

Impresa/3 - Sì ai lavori senzaoneri di costruzione per le operesoggette solo a Scia o Cila. Lagiurisprudenza recente Ferrara apag. 16

IMPRESABreve ricognizione giurisprudenziale, a partire da una sentenza delTar Campania Edilizia, opere più convenienti Niente onerisull'impresa per lavori soggetti a Scia o Cila

La massima TAR CAMPANIA - Napoli sentenza 1769,sezione ottava, del 07-04-2016 (Dpr 06/06/2001, n. 380,art. 16) Deve essere dichiarato il diritto dell'impresa allarestituzione degli importi versati al Comune di a titolo dicosto di costruzione in relazione a taluni interventi edilizieseguiti, dovendosi ritenere che detti oneri non risultavanodovuti perché le opere poste in essere non rientrano nelregime abilitativo del permesso di costruire e in quanto essenon hanno comportato l'aumento del carico urbanistico.

Pagina a cura DI DARIOFERRARA Sì ai lavorisenza gli oneri dicostruzione. Il comune deveessere condannato arestituire le somme versatedal privato per

i lavori laddove le opere edilizierealizzate risultano soggette asemplice Scia (Segnalazionecertificata di inizio attività) oCila (Comunicazione iniziolavori asseverata) e dunque nonimplicano un incremento delcarico

urbanistico: a ottenere larifusione del denaro è la societàche gestisce il centrocommerciale, tenuta a effettuaredi continuo lavori di allestimentonei punti vendita che da inaffitto, con abbattimento di

Impresa/3 - Sì ai lavori senzaoneri di costruzione per le operesoggette solo a Scia o Cila. Lagiurisprudenza recente Ferrara apag. 16

IMPRESABreve ricognizione giurisprudenziale, a partire da una sentenza delTar Campania Edilizia, opere più convenienti Niente onerisull'impresa per lavori soggetti a Scia o Cila

La massima TAR CAMPANIA - Napoli sentenza 1769,sezione ottava, del 07-04-2016 (Dpr 06/06/2001, n. 380,art. 16) Deve essere dichiarato il diritto dell'impresa allarestituzione degli importi versati al Comune di a titolo dicosto di costruzione in relazione a taluni interventi edilizieseguiti, dovendosi ritenere che detti oneri non risultavanodovuti perché le opere poste in essere non rientrano nelregime abilitativo del permesso di costruire e in quanto essenon hanno comportato l'aumento del carico urbanistico.

Pagina a cura DI DARIOFERRARA Sì ai lavorisenza gli oneri dicostruzione. Il comune deveessere condannato arestituire le somme versatedal privato per

i lavori laddove le opere edilizierealizzate risultano soggette asemplice Scia (Segnalazionecertificata di inizio attività) oCila (Comunicazione iniziolavori asseverata) e dunque nonimplicano un incremento delcarico

urbanistico: a ottenere larifusione del denaro è la societàche gestisce il centrocommerciale, tenuta a effettuaredi continuo lavori di allestimentonei punti vendita che da inaffitto, con abbattimento di

Lunedì01/08/201601/08/201601/08/201601/08/2016

Estratto da pag. 1111

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Pierluigi MagnaschiPierluigi MagnaschiPierluigi MagnaschiPierluigi Magnaschi

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tramezzi e rifacimento dipavimenti secondo le esigenzedel commerciante che subentranella locazione. È quantoemerge dalla sentenza 1769/16,pubblicata dall'ottava sezionedel Tar Campania. Secondol'amministrazione locale gliinterventi eseguiti sono di verae propria ristrutturazione: neinegozi del mall di provincia sirifanno bagni e controsoffitti esi costruiscono vere e propriepareti, per quanto dicartongesso. Ma anche a voleraderire alla tesi del comune leopere realizzate non richiedonocomunque il permesso dicostruire o la Dia sostitutiva:manca infatti l'incremento peril volume complessivo degliimmobili, oltre che delladestinazione d'uso o dellasagoma. E il principio valesempre quando l'organismoedilizio ottenuto alla fine deilavori non è almeno in partediverso dal precedente: il cheaccade laddove ci si limita arifare pavimenti e controsoffittio ad adeguare il bagno oppuregli impianti idraulici edelettrici. In ogni caso, secondo igiudici, nella specie i lavoririsultano comunqueassimilabili a interventi dimanutenzione straordinaria. Esenza cambio di destinazioned'uso non si può scaricare sulprivato i

costi sociali degli oneri diurbanizzazione visto che mancala trasformazione di cuiavvantaggiarsi. Anche per leopere di ristrutturazioneedilizia, soggette al regime delpermesso di costruire, ilpagamento degli onericoncessori è dovuto soltantonel caso in cui l'interventoabbia determinato un aumentodel carico urbanistico.Insomma: all'ente locale nonresta che pagare le spese digiudizio. Gli oneri di

urbanizzazione costituiscono dasempre un problema perl'ufficio tecnico del comune.Ecco alcuni precedentigiurisprudenziali. Onere dimotivazione. Perl'amministrazione scatta lo stopquando non sa spiegare come è

determinare la somma chiestaalla spa che intenderistrutturare l'immobile concambio di destinazione aindustriale a commerciale. Èquanto emerge dalla sentenza1498/16, pubblicata dallaseconda sezione del TarCalabria. Il ricorso della societàche intende riconvertire lostabilimento è accolto rispettoalla carenza di motivazione delprovvedimento adottatodall'amministrazione locale;un'omissione che peraltrocontinua anche in corso dicausa: anche dopo la richiestaad hoc del collegio l'ente localenon riesce infatti a motivare lasua istruttoria e, dunque, arendere ragione del motivo percui ha adottato la sua tabella Aper addebitare gli oneri diurbanizzazione all'impresa cheprocede alla ristrutturazione.L'azienda è costretta a ricorrereal giudice perché non hacontezza del procedimentoseguito dal punto di vistatecnico, istruttorio e contabile.E invece nel processoamministrativo

incombe sull'ente l'onere dileale e fattiva collaborazioneall'attività istruttoria dispostadal giudice; risultato: ilcomportamento processuale delcomune che invece si sottraeall'obbligo e omette in modoingiustificato di ottemperarealle ordinanze istruttorie èvalutabile dal giudice ai finidell'articolo 116 Cpc, secondoun principio oggi riconosciutodall'articolo 64, comma 4, Gpa.Spese di giudizio compensateper la peculiarità dellaquestione. precedenti digiurisprudenza consentono diaffermare che i conteggidevono essere precisi. Dopo ilavori al capannone, peresempio, il comune rimborsaalla concessionaria auto il costodi costruzione per la superficierelativa all'officina: l'attività

artigianale, infatti, paga solo glioneri di urbanizzazione, mentrel'amministrazione locale nonspiega perché di fronte astrutture separate si dovrebbeapplicare il criterio dell'attivitàprevalente né dove starebbel'accessorietà di meccanici edelettrauto rispetto alla venditadelle macchine. È quantoemerge dalla sentenza 589/15,pubblicata dalla secondasezione del Tar Veneto. Da unaparte la concessionaria,dall'altra l'officina, il gommistae l'autolavaggio che servonoanche marche di auto diversedalle case produttrici trattatedallo showroom. La società hapagato 366 mila euro di oneridi costruzione ma ora neottiene indietro 244 mila piùinteressi, senza rivalutazione.Decisive la Dia-Scia e leplanimetrie depositate ingiudizio: la vendita di autorisulta separata dallariparazione e ricorrere alcriterio della prevalenza comefa il comune rischia disottostimare l'attivitàcommerciale cui è dedicata unasuperficie più modesta diquella artigianale. Nessundubbio che l'officina lavori apieno ritmo sotto l'insegna«meccanico elettrautogommista»: lo testimoniano iconsistenti obiettivi di venditanei pezzi di ricambio fissati neicontratti e la certificazione Inpsrelativa all'industria meccanica.Insomma: il conteggio deglioneri edilizi deve esserecompiuto in maniera distintarispetto ai diversi utilizzi delfabbricato. Spese compensateper metà data la novità dellaquestione.

tramezzi e rifacimento dipavimenti secondo le esigenzedel commerciante che subentranella locazione. È quantoemerge dalla sentenza 1769/16,pubblicata dall'ottava sezionedel Tar Campania. Secondol'amministrazione locale gliinterventi eseguiti sono di verae propria ristrutturazione: neinegozi del mall di provincia sirifanno bagni e controsoffitti esi costruiscono vere e propriepareti, per quanto dicartongesso. Ma anche a voleraderire alla tesi del comune leopere realizzate non richiedonocomunque il permesso dicostruire o la Dia sostitutiva:manca infatti l'incremento peril volume complessivo degliimmobili, oltre che delladestinazione d'uso o dellasagoma. E il principio valesempre quando l'organismoedilizio ottenuto alla fine deilavori non è almeno in partediverso dal precedente: il cheaccade laddove ci si limita arifare pavimenti e controsoffittio ad adeguare il bagno oppuregli impianti idraulici edelettrici. In ogni caso, secondo igiudici, nella specie i lavoririsultano comunqueassimilabili a interventi dimanutenzione straordinaria. Esenza cambio di destinazioned'uso non si può scaricare sulprivato i

costi sociali degli oneri diurbanizzazione visto che mancala trasformazione di cuiavvantaggiarsi. Anche per leopere di ristrutturazioneedilizia, soggette al regime delpermesso di costruire, ilpagamento degli onericoncessori è dovuto soltantonel caso in cui l'interventoabbia determinato un aumentodel carico urbanistico.Insomma: all'ente locale nonresta che pagare le spese digiudizio. Gli oneri di

urbanizzazione costituiscono dasempre un problema perl'ufficio tecnico del comune.Ecco alcuni precedentigiurisprudenziali. Onere dimotivazione. Perl'amministrazione scatta lo stopquando non sa spiegare come è

determinare la somma chiestaalla spa che intenderistrutturare l'immobile concambio di destinazione aindustriale a commerciale. Èquanto emerge dalla sentenza1498/16, pubblicata dallaseconda sezione del TarCalabria. Il ricorso della societàche intende riconvertire lostabilimento è accolto rispettoalla carenza di motivazione delprovvedimento adottatodall'amministrazione locale;un'omissione che peraltrocontinua anche in corso dicausa: anche dopo la richiestaad hoc del collegio l'ente localenon riesce infatti a motivare lasua istruttoria e, dunque, arendere ragione del motivo percui ha adottato la sua tabella Aper addebitare gli oneri diurbanizzazione all'impresa cheprocede alla ristrutturazione.L'azienda è costretta a ricorrereal giudice perché non hacontezza del procedimentoseguito dal punto di vistatecnico, istruttorio e contabile.E invece nel processoamministrativo

incombe sull'ente l'onere dileale e fattiva collaborazioneall'attività istruttoria dispostadal giudice; risultato: ilcomportamento processuale delcomune che invece si sottraeall'obbligo e omette in modoingiustificato di ottemperarealle ordinanze istruttorie èvalutabile dal giudice ai finidell'articolo 116 Cpc, secondoun principio oggi riconosciutodall'articolo 64, comma 4, Gpa.Spese di giudizio compensateper la peculiarità dellaquestione. precedenti digiurisprudenza consentono diaffermare che i conteggidevono essere precisi. Dopo ilavori al capannone, peresempio, il comune rimborsaalla concessionaria auto il costodi costruzione per la superficierelativa all'officina: l'attività

artigianale, infatti, paga solo glioneri di urbanizzazione, mentrel'amministrazione locale nonspiega perché di fronte astrutture separate si dovrebbeapplicare il criterio dell'attivitàprevalente né dove starebbel'accessorietà di meccanici edelettrauto rispetto alla venditadelle macchine. È quantoemerge dalla sentenza 589/15,pubblicata dalla secondasezione del Tar Veneto. Da unaparte la concessionaria,dall'altra l'officina, il gommistae l'autolavaggio che servonoanche marche di auto diversedalle case produttrici trattatedallo showroom. La società hapagato 366 mila euro di oneridi costruzione ma ora neottiene indietro 244 mila piùinteressi, senza rivalutazione.Decisive la Dia-Scia e leplanimetrie depositate ingiudizio: la vendita di autorisulta separata dallariparazione e ricorrere alcriterio della prevalenza comefa il comune rischia disottostimare l'attivitàcommerciale cui è dedicata unasuperficie più modesta diquella artigianale. Nessundubbio che l'officina lavori apieno ritmo sotto l'insegna«meccanico elettrautogommista»: lo testimoniano iconsistenti obiettivi di venditanei pezzi di ricambio fissati neicontratti e la certificazione Inpsrelativa all'industria meccanica.Insomma: il conteggio deglioneri edilizi deve esserecompiuto in maniera distintarispetto ai diversi utilizzi delfabbricato. Spese compensateper metà data la novità dellaquestione.

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