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SETE di PAROLASETE di PAROLAdal 17 al 23 maggio dal 17 al 23 maggio 20152015

settima settimana di Pasquasettima settimana di Pasqua

Vangelo del giornoVangelo del giornoCommentoCommentoPreghieraPreghieraImpegnoImpegno

Domenica 17 maggio 2015 Ascensione del Signore

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Liturgia della ParolaAt 1,1-11; Sal 46; Ef 4, 1-13; Mc 16,15-20

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà

battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.

…È MEDITATA PAPA FRANCESCO: Gesù parte, ascende al Cielo, cioè ritorna al Padre dal quale era stato mandato nel mondo. Ha fatto il suo lavoro, quindi torna al Padre. Ma non si tratta di una separazione, perché Egli rimane per sempre con noi, in una forma nuova. Con la sua ascensione, il Signore risorto attira lo sguardo degli Apostoli – e anche il nostro sguardo – alle altezze del Cielo per mostrarci che la meta del nostro cammino è il Padre. Lui stesso aveva detto che se ne sarebbe andato per prepararci un posto in Cielo. Tuttavia, Gesù rimane presente e operante nelle vicende della storia umana con la potenza e i doni del suo Spirito; è accanto a ciascuno di noi: anche se non lo vediamo con gli occhi, Lui c’è! Ci accompagna, ci guida, ci prende per mano e ci rialza quando cadiamo. Gesù risorto è vicino ai

cristiani perseguitati e discriminati; è vicino ad ogni uomo e donna che soffre. È vicino a tutti noi, anche oggi è qui con noi; il Signore è con noi! Voi credete questo? Gesù, quando ritorna al Cielo, porta al Padre un regalo. Quale è il regalo? Le sue piaghe. Il suo corpo è bellissimo, senza lividi, senza le ferite della flagellazione, ma conserva le piaghe. Quando ritorna dal Padre gli mostra le piaghe e gli dice: “Guarda Padre, questo è il prezzo del perdono che tu dai”. Quando il Padre guarda le piaghe di Gesù ci perdona sempre, non perché noi siamo buoni, ma perché Gesù ha pagato per noi. Guardando le piaghe di Gesù, il Padre diventa più misericordioso. Questo è il grande lavoro di Gesù oggi in Cielo: fare vedere al Padre il prezzo del perdono, le sue piaghe. È una cosa bella questa che ci spinge a

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non avere paura di chiedere perdono; il Padre sempre perdona, perché guarda le piaghe di Gesù, guarda il nostro peccato e lo perdona.Ma Gesù è presente anche mediante la Chiesa, che Lui ha inviato a prolungare la sua missione. Allora essi partirono e predicarono dappertutto. La comunità cristiana è una comunità “in uscita”, “in partenza”. Di più: la Chiesa è nata “in uscita”. E voi mi direte: ma le comunità di clausura? Sì, anche quelle, perché sono sempre “in uscita” con la preghiera, con il cuore aperto al mondo, agli orizzonti di Dio. E gli anziani, i malati? Anche loro, con la preghiera e l’unione  alle piaghe di Gesù. Il Signore operava insieme con loro. Da soli, senza Gesù, non possiamo fare nulla! Nell’opera apostolica non bastano le nostre forze, le nostre risorse, le nostre strutture, anche se sono necessarie. Senza la presenza del Signore e la forza del suo Spirito il nostro lavoro, pur ben organizzato, risulta

inefficace. E così andiamo a dire alla gente chi è Gesù.E insieme con Gesù ci accompagna Maria nostra Madre. Lei è già nella casa del Padre, è Regina del Cielo e così la invochiamo in questo tempo; ma come Gesù è con noi, cammina con noi, è la Madre della nostra speranza.-------------------------------------------Gesù ritorna al Padre e si porta dietro tutta la nostra umanità!Luci e ombre, slanci e cadute, gioie e dolori, sono portate dal Risorto sotto lo sguardo del Padre, nella comunione con lo Spirito.Niente di ciò che è umano è sconosciuto a Dio.Che meraviglia...Lui sa la tua fatica davanti a quel bivio così importante della tua vita, Lui sa la tua gioia per l'amore ritrovato, Lui sa il tuo dolore per quel tradimento, Lui conosce le tue lacrime ogni volta che passi davanti a quel letto vuoto, Lui sa il subbuglio del tuo cuore, Lui sa la fatica della distanza, Lui sa la gioia e lo slancio di questa nuova scelta di vita, Lui sa...

…È PREGATA Signore Gesù, salendo al cielo non ti sei separato dalla nostra condizione umana, ma ci hai preceduto nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove sei tu, capo e primogenito, saremo anche noi sue membra, uniti nella stessa gloria. Non permettere che nessuna cosa al mondo offuschi in me la consapevolezza circa la mia condizione di pellegrino, in cammino verso il Paradiso. Amen.

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…MI IMPEGNASiamo chiamati ad essere la trascrizione visibile del Risorto, siamo chiamati ad essere testimoni del Vangelo, narratori credibili di un incontro che ha cambiato la nostra vita, trasparenza di un amore che ha sfiorato il nostro cuore con la potenza e la dolcezza dello Spirito. La chiamata missionaria non è un di più dell'esperienza cristiana o qualcosa riservato per i superman della fede, ma è un elemento essenziale e costitutivo della vita del discepolo.

Lunedì, 18 maggio 2015Liturgia della ParolaAt 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, i discepoli dissero a Gesù: «Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini. Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, verrà l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!».

…È MEDITATA Difficile misurare la propria fede. Difficile sapere se siamo o meno capaci di professare la nostra fiducia nel Dio di Gesù. Difficile, soprattutto, quando le cose vanno male o non vanno come avremmo sperato. Quando ci sembra tutto chiaro, come accade agli apostoli prima dell'arresto, in realtà ancora non abbiamo sperimentato il limite del nostro limite, la misura della nostra fragilità. Quante volte pensiamo (speriamo?) di avere alle spalle un solido percorso di fede ed invece ci troviamo a

rimettere tutto in discussione? Proprio la luce dell'ascensione ci rassicura: Gesù è salito al cielo per essere presente qui e ovunque. E chiede di dimorare nella pace che è la sua presenza. Siamo amati, siamo nelle mani e nell'abbraccio fiducioso di Dio, cosa dobbiamo temere? Anche quando il mare è in tempesta se ci immergiamo nella profondità degli abissi troviamo la calma assoluta. Così nella nostra vita: se troviamo il tempo ed il coraggio di dimorare nelle profondità dello Spirito,

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possiamo trovare quella pace che Dio solo può dare, che non risolve i problemi, ma ci aiuta a vederli in una luce nuova. La luce della fede.----------------------------------------------

-----Da una preghiera ebraicaIo credo nel Sole anche quando non brilla. Io credo nell'Amore anche quando non lo sento. Io credo in Dio anche quando tace.

…È PREGATA Signore Gesù, stammi vicino quando sembra che tutto mi crolli addosso e quando nessuno riesce a consolarmi; non abbandonarmi quando mi sento abbandonato dagli altri; ripeti anche a me: abbi fiducia, perché io ho vinto il mondo. Amen.

…MI IMPEGNACi affidiamo al Signore Gesù, nostro Maestro, che è passato attraverso il crogiuolo della grande tribolazione e prega per noi. Nel momento della fatica invochiamo con forza lo Spirito Santo che ci illumini, che ci aiuti a conservare la fede.

Martedì, 19 maggio 2015Liturgia della Parola

At 20,17-27; Sal 67; Gv 17,1-11aLA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come

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noi».

…È MEDITATA Prima di uscire dal cenacolo e avviarsi all'orto degli Ulivi Gesù pronuncia una lunga preghiera che sembra concludere il suo "testamento spirituale" consegnato ai discepoli. Rivolge gli occhi in alto verso il Signore. E' un invito a tutti perché alziamo gli occhi da noi stessi, perché usciamo dalla nostra autosufficienza e dal nostro egocentrismo, e dirigiamo la voce, il cuore e i pensieri in alto, appunto, verso Dio. La preghiera è la risorsa dei deboli e di chi non ha forza, è il grido dei poveri e l'unica speranza dei vinti. Nella preghiera di Gesù trapela un'ansia che deve essere anche nostra. Dopo aver reso lode al Padre, Gesù guarda quegli uomini deboli e sprovveduti: ha affidato loro il compito non semplice di continuare la sua opera; prega per loro perché possano continuarla. Proprio per questo non chiede per loro forza o coraggio, ma che possano restare sempre

legati a lui, imitatori del suo esempio e discepoli della sua Parola. E' questa infatti la vera forza dei cristiani, affidata a ciascuno assieme alla responsabilità di annunciare il Vangelo e prendersi cura dei poveri: restare sempre più vicini possibile a lui. Se lo faremo scopriremo anche di essere più vicini fra noi, fino ad essere una sola cosa, un suolo cuore ed una sola anima.---------------------------------------------------Gesù allora prega per noi, per coloro che il Padre gli ha affidato. Sì, amici, eravamo presenti nella preghiera di Gesù, proprio lì, nel momento più drammatico della vita del Signore, in quell'orto dell'ultima scelta, dell'ultimo dono, io, tu, eravamo presenti. Amico, non temere, il Maestro ti conosce, ti ama ed ha pregato per te. Dimora nella serenità, il Signore ti conosce e ti ama. 

…È PREGATA Signore Gesù, tu stai alla destra del Padre e intercedi continuamente a nostro favore. Fa’ che questa consolante certezza illumini tutti i giorni della mia vita, specialmente quelli visitati dalla prova. Assistimi con la tua grazia nei momenti di scoraggiamento e sostienimi sempre con la serena fiducia di essere tuo, tutto tuo, per sempre. Amen

…MI IMPEGNA

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Non dimenticare le infinite possibilità che nascono dalla fede. Usa questi doni che hai ricevuto e trasmetti l'amore che ti è stato donato. Sii contento di sapere di essere figlio di Dio. Sia questa presenza fissata nelle tue ossa e permetti alla tua anima di essere libera di cantare, ballare, glorificare e amare.Mercoledì, 20 maggio 2015

Liturgia della ParolaAt 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11b-19

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò: «Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

…È MEDITATA Benedetto XVI: Ci ha consacrati, cioè consegnati per sempre a Dio, affinché, a partire da Dio e in vista di Lui, potessimo servire gli uomini. Ma siamo anche consacrati nella realtà della nostra vita? Siamo uomini che operano a partire da Dio e in comunione con Gesù Cristo?  La conformazione a Cristo è il presupposto e la base di ogni rinnovamento. Il Signore chiede che Dio stesso li attragga verso di sé, dentro la sua santità. Chiede che Egli li sottragga a se stessi e li prenda come sua proprietà, affinché, a partire da Lui,

essi possano svolgere il servizio sacerdotale per il mondo. “La tua parola è verità”. I discepoli vengono quindi tirati nell’intimo di Dio mediante l’essere immersi nella parola di Dio. La parola di Dio è, per così dire, il lavacro che li purifica, il potere creatore che li trasforma nell’essere di Dio. E allora, come stanno le cose nella nostra vita? Siamo veramente pervasi dalla parola di Dio? È vero che essa è il nutrimento di cui viviamo, più di quanto non lo siano il pane e le cose di questo mondo? La conosciamo davvero? La

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amiamo? Ci occupiamo interiormente di questa parola al punto che essa realmente dà un’impronta alla nostra vita e forma il nostro pensiero? O non è piuttosto che il nostro pensiero sempre di nuovo si modella con tutto ciò che si dice e che si fa? Non sono forse assai spesso le opinioni predominanti i criteri secondo cui ci misuriamo? Non rimaniamo forse, in fin dei conti, nella superficialità di tutto ciò che, di solito, s’impone all’uomo di oggi? Ci lasciamo veramente purificare nel nostro intimo dalla parola di Dio?Essere immersi nella verità e così nella santità di Dio – ciò significa per noi anche accettare il carattere esigente della verità; contrapporsi nelle cose grandi come in quelle piccole alla menzogna, che in modo così svariato è presente nel mondo; accettare la fatica della verità,

perché la sua gioia più profonda sia presente in noi. Quando parliamo dell’essere consacrati nella verità, non dobbiamo neppure dimenticare che in Gesù Cristo verità e amore sono una cosa sola. Essere immersi in Lui significa essere immersi nella sua bontà, nell’amore vero. L’amore vero non è a buon mercato, può essere anche molto esigente. Oppone resistenza al male, per portare all’uomo il vero bene. Se diventiamo una cosa sola con Cristo, impariamo a riconoscerLo proprio nei sofferenti, nei poveri, nei piccoli di questo mondo; allora diventiamo persone che servono, che riconoscono i fratelli e le sorelle di Lui e in essi incontrano Lui stesso. ---------------------------------------------------Solo in Dio Trinità d'amore è la pienezza della nostra vita e della nostra gioia.

…È PREGATA Signore Gesù, in un mondo di menzogne consacrami nella verità e fammi stare alla larga da ogni eventuale e insidiosissima forma di doppiezza. Sostienimi con la tua grazia perché io sappia sempre distinguere gli appelli dello Spirito dai subdoli inganni del maligno, i messaggi di Dio dalle menzogne del nemico. Ricordami sempre che io non sono di questo mondo, che appartengo a te. Amen.

…MI IMPEGNA

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Ci è chiesto di restare nel mondo, di fecondare il mondo, di amarne gli aspetti luminosi, sapendo però che la mentalità mondana può diluire il vino buono del vangelo fino a renderlo insapore. Per restare costantemente orientati al Signore, dobbiamo fare spazio in noi alla verità, all'autenticità che deriva dall'accogliere la Parola di Dio. Facciamo in modo, allora, che la Parola di Dio dimori abbondantemente tra noi, affinché possiamo restare nel mondo con semplicità dando testimonianza al Vangelo. Sia oggi il nostro impegno, in ufficio, in casa, a scuola, perché il mondo creda e credendo, abbia la vita. 

Giovedì, 21 maggio 2015Liturgia della Parola

At 22,30; 23,6-11; Sal 16; Gv 17,20-26LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». …È MEDITATA Nell'ora drammatica che precede la sua passione, il pensiero di Gesù va oltre la propria situazione e si allarga fino a comprendere coloro che in ogni tempo crederanno al Vangelo. Le mura del cenacolo in cui si trova con i dodici sembrano cadere e agli occhi di Gesù si presenta una numerosa schiera di

uomini e di donne provenienti da ogni parte della terra, in cerca di consolazione e di pace. Sì: Gesù prega per noi suoi discepoli di seconda e terza generazione... per noi che abbiamo creduto grazie alla predicazione credibile di chi ci ha parlato del Signore. Mi emoziona pensare di essere presente nella

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preghiera di Cristo. Di essere anch'io, nelle mie piccole vicende, nell'orto degli Ulivi. Stiamo a cuore al Signore, siamo preziosi ai suoi occhi, si preoccupa per noi e innalza la sua preghiera al Padre per ciascuno di noi.  Gesù prega per questo vasto popolo e chiede al Padre che "siano perfetti nell'unità". Sa bene che lo spirito della divisione li distruggerebbe. Chiede perciò l'impossibile: che tutti abbiano la stessa unità che esiste tra lui e il Padre. L'amore "esagerato" di Gesù chiede l'impossibile, perché sa che il Padre, come lui, ama senza limite gli uomini. Nel dolore di quell'ora estrema sente la

responsabilità del tanto che resta ancora da fare, dei tanti uomini e donne ancora da raggiungere, dei tanti bisogni a cui si deve ancora rispondere. Per questo vuole come proteggere quei suoi discepoli e unirli alla propria vocazione: loro continueranno il lavoro per il quale è stato mandato dal Padre.---------------------------------------------------Tutti rispettatevi a vicenda, amatevi nel Signore Gesù, in ogni istante. Siate una sola supplica, un'unica mente, un'unica speranza nell'amore, un'unica gioia purissima. S. Ignazio di Antiochia II sec.

…È PREGATA Signore, fa' che non ci venga voglia di scappare da quello che stiamo vivendo, aiutaci ad essere tuoi testimoni anche nella contraddizioni e stranezze che ci capita di vivere ogni giorno. Tienici uniti nella nostra diversità: non così uniti da spegnere la diversità, non così diversi da soffocare l'unità. Compi in noi il miracolo della tua unità: tu Uno nella sostanza eppure trino nella relazione personale. Donaci di amarti e di svuotarci per te per riempirci di te.

…MI IMPEGNAGesù ha detto pure: "E la gloria che tu mi hai dato, io l'ho data loro perché siano come noi una cosa sola". Ecco, questa gloria è l'opposto della gloria del mondo. E' la gloria del servire e del dare la vita. Dunque è la gloria dell'accogliere l'altro nella sua diversità, è la gloria del perdono facile e dell'amore senza pretese di ricambio, è la gloria di Gesù morto per amore. La gloria di Gesù non è trionfalismo ma movimento di servizio: splende nel sue essere docile al Padre e nel suo donarsi al mondo. Questa la sua vita!

Venerdì, 22 maggio 2015 Santa Rita da Cascia, religiosa - Santa Rita nacque a Roccaporena (Cascia) verso il 1380. Secondo la tradizione

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era figlia unica e fin dall’adolescenza desiderò consacrarsi a Dio ma, per le insistenze dei genitori, fu data in sposa ad un giovane di buona volontà ma di carattere violento. Dopo l’assassinio del marito e la morte dei due figli, ebbe molto a soffrire per l’odio dei parenti che, con fortezza cristiana, riuscì a riappacificare. Vedova e sola, in pace con tutti, fu accolta nel monastero agostiniano di santa Maria Maddalena in Cascia. Visse per quarant’anni anni nell’umiltà e nella carità, nella preghiera e nella penitenza. Negli ultimi quindici anni della sua vita, portò sulla fronte il segno della sua profonda unione con Gesù crocifisso. Morì il 22 maggio 1457. Invocata come taumaturga di grazie, il suo corpo si venera nel santuario di Cascia, meta di continui pellegrinaggi. Beatificata da Urbano VIII nel 1627, venne canonizzata il 24 maggio 1900 da Leone XIII. E’ invocata come santa del perdono e paciera di Cristo.

Liturgia della ParolaAt 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, quando si fu manifestato ai suoi discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi». …È MEDITATA Gesù interroga Simon Pietro per ben tre volte ed esige da lui un’attestazione di amore esclusivo: “mi vuoi bene più di costoro?”. L’incalzare delle domande fa sì che Pietro rimanga “addolorato”; la sua mente sarà andata sicuramente a quella drammatica notte in cui, per ben tre volte, aveva rinnegato il Maestro fino al punto di imprecare

e giurare di non conoscerlo. Pietro, però, a differenza della disperazione di Giuda, lava la sua colpa con il suo pianto amaro. Al triplice rinnegamento segue una triplice attestazione d’amore che si conclude con la splendida espressione: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo”. Gesù anche a noi rivolge l’identica domanda: mi

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ami tu? Cerchiamo di non dare risposte frettolose e soprattutto facciamo in modo che il nostro amore per Gesù non sia mai qualcosa di scontato o di ovvio. Sarà la vita di ogni giorno a dimostrare se il nostro amore per il Signore è davvero sincero e soprattutto concreto. ------------------------------------------Ecco che il Signore, apparendo nuovamente ai discepoli dopo la risurrezione, interroga l’apostolo

Pietro, e per tre volte spinge a confessare l’amore colui che tre volte aveva negato per timore. Cristo risorse nella carne e Pietro nello spirito poiché mentre Cristo stava per morire soffrendo, Pietro era morto rinnegando. Risuscita dai morti Cristo Signore e per il suo amore risuscitò Pietro. L’interrogò circa l’amore di lui che confessava e gli affidò le sue pecore. S. Agostino

…È PREGATA Signore Gesù, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene. Aiutami, però, ad amarti nella concretezza delle mie giornate, nel concreto del mio vivere. Aiutami a rispondere al tuo Amore senza limiti con il mio amore senza condizioni. Aiutami a scoprirmi eternamente amato, continuamente chiamato ad amare, pienamente realizzato nell’amore. Amen.

…MI IMPEGNA L'amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler

amare; quando si vuol amare, si ama; quando si vuol amare sopra ogni cosa, si ama sopra ogni cosa. Se accade che si soccomba a una tentazione, è perché l'amore è troppo debole, non perché esso non c'è: bisogna piangere, come San Pietro, pentirsi, come San Pietro, umiliarsi, come lui, ma sempre come lui dire tre volte: "Io ti amo, io ti amo, tu sai che malgrado le mie debolezze e i miei peccati io ti amo".   Beato Charles de Foucauld

“… mi vuoi bene?”. La tua risposta qual è?

Sabato, 23 maggio 2015Liturgia della Parola

At 28,16-20.30-31; Sal 10; Gv 21,20-25

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LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Pietro, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?». Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

…È MEDITATA Giunge la conclusione dello splendido vangelo di Giovanni, che coincide con la conclusione del tempo di Pasqua: da stasera invocheremo il dono dello Spirito. Giovanni ci ha raccontato la sua bruciante esperienza, la sua avventura, la sua conversione, la sua passione per Gesù e ci dice, sorridendo, che avrebbe molte altre cose da dire su ciò che Gesù ha fatto, anzi, a ben pensarci, il vangelo non si dovrebbe mai finire di scrivere. Quanto è vero ciò che scrive Giovanni! Ogni discepolo, ogni cercatore di Dio potrebbe aggiungere le sue pagine, ogni uomo e ogni donna che hanno vissuto nella luce del Signore, potrebbero aggiungerne un

pezzettino, chiunque abbia assaporato l'ebbrezza del discepolato dovrebbe scrivere il suo vangelo! Dal vangelo secondo Lucia, secondo Laura, secondo Mario... ognuno può e deve aggiungere la sua di testimonianza all'immensa lista di amici di Dio che hanno avuto la vita cambiata e riempita dall'incontro col Signore. ---------------------------------------------------Beati noi, se sapremo essere i testimoni di Cristo nell'ora presente, perché il Vangelo permei più profondamente il mondo. L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni.Paolo VI

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…È PREGATA Signore Gesù, la cosa più importante è seguirti; tutto il resto è secondario. Concedimi la gioia di poterlo dimostrare ogni giorno con la vita. Amen.

…MI IMPEGNA"Tu seguimi". Ecco l'imperativo che conta! Seguire Gesù non vuol dire piantare tutto e chiudersi in un convento o entrare in seminario, se non si ha una chiamata speciale. Seguire Gesù vuol dire mettere i piedi nelle orme di lui che ha pensato detto e operato. Seguire Gesù non è tenere la Bibbia sullo scrittoio, ben rilegata e in formato elegante, significa piuttosto nutrirsi della parola che è nutrimento, luce e salvezza e seguire uno che ha detto: "Io sono la via, la verità, la vita."

PAPA FRANCESCO UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 6 maggio 2015

La Famiglia - Matrimonio (II)

Nel nostro cammino di catechesi sulla famiglia tocchiamo oggi direttamente la bellezza del matrimonio cristiano. Esso non è semplicemente una cerimonia che si fa in chiesa, coi fiori, l’abito, le foto…. Il matrimonio cristiano è un sacramento che avviene nella Chiesa, e che anche fa la Chiesa, dando inizio ad una nuova comunità familiare.E’ quello che l’apostolo Paolo riassume nella sua celebre espressione: «Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa» (Ef 5,32). Ispirato dallo Spirito Santo, Paolo afferma che l’amore tra i coniugi è immagine dell’amore tra Cristo e la Chiesa. Una dignità impensabile! Ma in realtà è

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inscritta nel disegno creatore di Dio, e con la grazia di Cristo innumerevoli coppie cristiane, pur con i loro limiti, i loro peccati, l’hanno realizzata!San Paolo, parlando della nuova vita in Cristo, dice che i cristiani – tutti – sono chiamati ad amarsi come Cristo li ha amati, cioè «sottomessi gli uni agli altri», che significa al servizio gli uni degli altri. E qui introduce l’analogia tra la coppia marito-moglie e quella Cristo-Chiesa. E’ chiaro che si tratta di un’analogia imperfetta, ma dobbiamo coglierne il senso spirituale che è altissimo e rivoluzionario, e nello stesso tempo semplice, alla portata di ogni uomo e donna che si affidano alla grazia di Dio.Il marito – dice Paolo – deve amare la moglie «come il proprio corpo»; amarla come Cristo «ha amato la Chiesa e ha dato sé stesso per lei». Ma voi mariti che siete qui presenti capite questo? Amare la vostra moglie come Cristo ama la Chiesa? Questi non sono scherzi, ma cose serie! L’effetto di questo radicalismo della dedizione chiesta all’uomo, per l’amore e la dignità della donna, sull’esempio di Cristo, dev’essere stato enorme, nella stessa comunità cristiana.Questo seme della novità evangelica, che ristabilisce l’originaria reciprocità della dedizione e del rispetto, è maturato lentamente nella storia, ma alla fine ha prevalso.Il sacramento del matrimonio è un grande atto di fede e di amore: testimonia il coraggio di credere alla bellezza dell’atto creatore di Dio e di vivere quell’amore che spinge ad andare sempre oltre, oltre sé stessi e anche oltre la stessa famiglia. La vocazione cristiana ad amare senza riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base anche del libero consenso che costituisce il matrimonio.La Chiesa stessa è pienamente coinvolta nella storia di ogni matrimonio cristiano: si edifica nelle sue riuscite e patisce nei suoi fallimenti. Ma dobbiamo interrogarci con serietà: accettiamo fino in fondo, noi stessi, come credenti e come pastori anche questo legame indissolubile della storia di Cristo e della Chiesa con la storia del matrimonio e della famiglia umana? Siamo disposti ad assumerci seriamente questa responsabilità, cioè che ogni matrimonio va sulla strada dell’amore che Cristo ha con la Chiesa? E’ grande questo!In questa profondità del mistero creaturale, riconosciuto e ristabilito nella sua purezza, si apre un secondo grande orizzonte che caratterizza il sacramento del matrimonio. La decisione di “sposarsi nel Signore” contiene anche una dimensione missionaria, che significa avere nel cuore la disponibilità a farsi tramite della benedizione di Dio e della grazia del Signore per tutti. Infatti gli sposi cristiani partecipano in quanto sposi alla missione della Chiesa. Ci vuole

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coraggio per questo! Perciò quando io saluto i novelli sposi, dico: “Ecco i coraggiosi!”, perché ci vuole coraggio per amarsi così come Cristo ama la Chiesa.La celebrazione del sacramento non può lasciar fuori questa corresponsabilità della vita familiare nei confronti della grande missione di amore della Chiesa. E così la vita della Chiesa si arricchisce ogni volta della bellezza di questa alleanza sponsale, come pure si impoverisce ogni volta che essa viene sfigurata. La Chiesa, per offrire a tutti i doni della fede, dell’amore e della speranza, ha bisogno anche della coraggiosa fedeltà degli sposi alla grazia del loro sacramento! Il popolo di Dio ha bisogno del loro quotidiano cammino nella fede, nell’amore e nella speranza, con tutte le gioie e le fatiche che questo cammino comporta in un matrimonio e in una famiglia.La rotta è così segnata per sempre, è la rotta dell’amore: si ama come ama Dio, per sempre. Cristo non cessa di prendersi cura della Chiesa: la ama sempre, la custodisce sempre, come se stesso. Cristo non cessa di togliere dal volto umano le macchie e le rughe di ogni genere. E’ commovente e tanto bella questa irradiazione della forza e della tenerezza di Dio che si trasmette da coppia a coppia, da famiglia a famiglia. Ha ragione san Paolo: questo è proprio un “mistero grande”! Uomini e donne, coraggiosi abbastanza per portare questo tesoro nei “vasi di creta” della nostra umanità, sono - questi uomini e queste donne così coraggiosi - sono una risorsa essenziale per la Chiesa, anche per tutto il mondo! Dio li benedica mille volte per questo!

Preghiera della famiglia

O Signore, ti ringraziamoper l'amore e per la gioiadella nostra vita comune:

vogliamo viverli come dono tuo.Fa' che la nostra famiglia

riviva ogni giornola vita della Famiglia di Nazaret

e diffonda sulla terral'amore tra gli uomini.

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Regni sempre in essal'amore scambievole, la pace,

la tua presenza.Fa' che essa sia ospitale,

sempre pronta ad accogliere Cristoche bussa alla nostra porta,

attenta alle necessità dei fratelli,aperta ai problemi sociali.Proteggi la nostra salute

e benedici le nostre fatiche.Ti preghiamo che l'unione fra noi

cresca ogni giorno di piùe che per essa tu possa essere

sempre presente in mezzo a noi.

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