8°Giornata Elemenbasediteoriadelportafoglio(2) · 2016. 6. 9. · Il%CAPM Si"traadi"un"...

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Corso di Preparazione all’o0enimento della cer4ficazione €fa 8° Giornata Elemen4 base di teoria del portafoglio (2) 1

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Corso  di  Preparazione  all’o0enimento  della    cer4ficazione  €fa  

8°  Giornata  Elemen4  base  di  teoria  del  portafoglio  (2)  

1  

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Argomen4  

§  Il  Capital  Asset  Pricing  Model  

§  Il  vincolo  di  shor7all  

§  Il  Value  at  risk:  modalità  di  calcolo  

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Il  Capital  Asset  

Pricing  Model  

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Il  CAPM  Si  traAa  di  un  modello  che  intende  dirci  quanto  dovrebbe  essere,  in  equilibrio,  il  rendimento  aAeso  di  una  aEvità  rischiosa      

Il  Capm  introduce  però  alcune  ipotesi  restriEve:  

§  gli  invesGtori  sono  avversi  al  rischio  §  essi  massimizzano  la  propria  uGlità  aAesa  

§  scelgono   portafogli   in   base   al   rendimento   medio   e   alla  varianza  del  rendimento  

§  l’orizzonte  di  invesGmento  è  uniperiodale  

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Inoltre…  

§  esiste   un   tasso   risk-­‐free   a   cui   è   possibile   inves4re   o  

indebitarsi;  

§  ci   sono   aspeAaGve   omogenee   riguardo   a   valori   aAesi,  

varianza  e  covarianza  dei  rendimenG  dei  Gtoli  

§  Non   ci   sono   imposte   e   imperfezioni   di  mercato   (es.   cosG   di  

transazione,  asimmetrie  informaGve  ecc..)  

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Il  CAPM  

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Capital  Market  Line  (CML)  

§  Data   una   fronGera   efficiente   e   un   tasso   risk  

free  è  possibile  tracciare  la  CML,  che  individua  

le   combinazioni   di   aEvità   priva   di   rischio   e  

aEvità  rischiosa  (portafoglio  di  mercato).  

§  È   una   relazione   che   vale   solo   per   portafogli  efficienG.  

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Capital  Market  Line  (CML)  

7  

Rp

σp

Frontiera Efficiente

CML

M

PMV

Rf

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Capital  Market  Line  (CML)  

•  La  CML  può  essere  espressa  come…  

•  L’inclinazione  della  reAa  è  deAa  “premio  al  rischio”  

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⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛ −×+=

m

fmpfp

RRERRE

σσ

)()(

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Security  Market  Line  (SML)  

§  Abbiamo   osservato   come   il   portafoglio   di  mercato   sia   preferito   dagli   invesGtori;   occorre  dunque  chiedersi  quale  contributo  possa  dare  un  singolo  Gtolo  al  portafoglio  di  mercato  in  termini  di  rischiosità  

§  In  questo  ambito  assume  rilevanza   la  covarianza  tra  Gtolo  e  mercato...  

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Security  Market  Line  (SML)  

•  Al  posto  dello  scarto  quadraGco  medio  uGlizziamo  una  covarianza  standardizzata:  

 •  Introduciamo  la  formula  del  beta...  

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m

pm

σσ

2m

pmp σ

σβ =

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Security  Market  Line  (SML)  

•  …è  possibile  ricavare  la  seguente  formula:  

•  o  anche...  

•  che  rappresenta  la  SML!  

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⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛ −×+=

m

fm

m

pmfp

RRERRE

σσ

σ )()(

( )fmpfp RRERRE −×+= )()( β

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Security  Market  Line  (SML)  

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Rm

βp

SMLR

1.00

Titolisottovalutati

Titolisopravvalutati

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Significato  del  coefficiente  β  

§  Esprime  la  reaEvità  aAesa  del  prezzo  di  un  Gtolo   a   fronte   di   variazioni   del   mercato  azionario  

§  Rappresenta   il   coefficiente   angolare  dell’interpolante   la  nube  di  punG  cosGtuita  dalle  coppie  [Rp;Rm]  

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Il  Titolo  Fiat  e  l’indice  FTSEMIB  

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y = 0,9049x - 0,002

-8% -6% -4% -2% 0% 2% 4% 6% 8%

10% 12%

-6% -4% -2% 0% 2% 4% 6% 8%

Ren

dim

enti

Fiat

Rendimenti FTSEMIB

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Significato  del  coefficiente  β  

•  Con  riferimento  al  valore  assunto  dal  β  di  un  Gtolo  è  bene  ricordare  che:  

Ø se  β>1  il  Gtolo  è  deAo  “aggressivo”;  Ø se  β=1  il  Gtolo  è  neutrale  nei  confronG  del  suo  mercato;  

Ø se  β<1  il  Gtolo  è  “conservaGvo”  

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CML  e  SML  

•  La   Capital   Market   Line   rappresenta   la   fronGera   dei  

portafogli  efficienG  formaG  sia  da  aEvità  rischiose,  sia  da  

aEvità   prive   di   rischio:   ogni   punto   sulla   reAa  

rappresenta  un  portafoglio  intero.  

•  La   Security   Market   Line   meAe   invece   in   relazione   il  

coefficiente  β  con  il  rendimento  aAeso.  

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Alcune  osservazioni  sul  beta  

§  Il beta indica il rischio sistematico di uno strumento finanziario

§  Ciò significa che se devo inserire tale strumento in un

portafoglio ben diversificato devo considerare il suo beta e non

la sua volatilità!!!

§  Il beta di un portafoglio è la media ponderata dei beta dei titoli

che lo compongono

§  Il beta viene calcolato rispetto al mercato di riferimento … ma

potrebbe essere calcolato anche rispetto a settori o altri mercati

§  E poi quale mercato prendere in considerazione?!!

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Alcune  osservazioni  sul  beta  §  Il beta di uno strumento non è un indicatore univoco e stabile:

poiché viene calcolato attraverso variabili statistiche, occorre

sempre chiedersi quali siano le serie storiche di riferimento

§  Il beta può dunque variare nel corso del tempo!!

§  Come noto il beta di uno strumento finanziario può assumere

valori > = < di 1 (essendo 1 il beta del mercato stesso!)

§  Si sa anche che quando uno strumento finanziario è

caratterizzato da beta > 1, lo strumento in questione sarà

considerato aggressivo (e viceversa se il beta è < di 1) perché

tenderà ad amplificare gli andamenti del mercato (e viceversa a

smorzare) 18  

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Alcune  osservazioni  sul  beta  

§  L’idea  base  dunque  dovrebbe  essere   la   seguente:   se   ci   si   aAende  un  mercato  al  rialzo  si  costruisce  un  portafoglio  con  beta  maggiore  di  1;  se  si   prevede   un   mercato   al   ribasso   si   dovrebbe   invece   costruire   un  portafoglio  con  beta  inferiore  a  1.  

§  Ma  il  successo  della  strategia  di  invesGmento  basata  sul  beta  dipende  dalla   capacità   del   beta   storico   di   essere   una   buona   approssimazione  del  beta  che  effeEvamente  si  realizzerà  in  futuro  

§  Poiché  infaE  il  beta  non  è  immutabile  occorre  fare  aAenzione:  non  è  deAo  che  uno  strumento  che  oggi   si  presenta  come  aggressivo   lo   sia  anche  in  futuro!!!  

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Alcune  osservazioni  sul  beta  In  termini  generali  è  possibile  affermare  che  ….  

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Il  beta  storico  del  singolo  Gtolo  è  una  previsione  debole  del  beta  che  si  realizzerà  

in  futuro    

La  capacità  prediEva  cresce  in  termini  di  

portafoglio,  se  il  portafoglio  è  composto  da  molG  Gtoli  

Il  beta  tende  verso  1  nel  corso  

del  tempo  

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Beta  e  alfa  

§  Il  CAPM  è  un  modello!!  §  Nella   realtà   è   stato   verificato   che   il   rendimento   di   uno  

strumento   finanziario   (ad   esempio   un   fondo)   non   è  dovuto  semplicemente  al  suo  rischio  sistemaGco,  ossia  al  suo  beta  

§  Esiste   anche   una   componente   di   rendimento   che   è  collegata  a  faAori  legaG  al  singolo  strumento  

§  In   parGcolare,   se   parliamo   di   fondi,   la   capacità   del  gestore  di  scegliere   i  Gtoli  migliori,  a  parità  di  beta,  può  influenzare  il  rendimento  del  fondo  

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Alpha  di  Jensen  

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( )fmpfpp rrErrE −−−= )()( βα§  Come è evidente dalla formula, il coefficiente in esame deriva dalla differenza

tra rendimento realizzato dal portafoglio e rendimento atteso in base ai

principi del CAPM

§  Alfa rappresenta dunque la misura della variazione (maggiore o minore) della

performance di un fondo rispetto al suo valore atteso, calcolato in funzione

del rischio sistematico assunto dal fondo

§  Morningstar considera la serie di dati cumulati su 36 mesi consecutivi per

calcolare un alfa mensile: poi l’alfa viene annualizzato

Introduciamo  allora  il  conceAo  di  alfa  

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Alpha  di  Jensen  

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§  Alpha misura la bravura del gestore nell’ottenere rendimenti sopra la media

senza dover incrementare la componente di rischio sistematico: egli ha

semplicemente scelto bene i titoli che compongono il portafoglio

§  In virtù di questa considerazione, Alpha viene utilizzato per fornire un giudizio

sull’attività di Stock Picking attuata dal gestore

§  Esiste un indicatore in grado di valutare la capacità del gestore di fare market

timing? La risposta è si e tale indicatore è il Gamma, anche se è per lo più

sconosciuto nel settore

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Performance  A0ribu4on  

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Esposizione alrischio sistematico

Abilità di StockPicking

Abilità di MarketTiming

β>1 Aggressiva α>0 Positiva γ>0 Positiva

β=1 Mercato α=0 Assente γ=0 Assente

β<1 Difensiva α<0 Negativa γ<0 Negativa

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L’indicatore  R2  

§  Collegato  al  conceAo  di  Beta  e  di  Alfa,  vi  è  l’indicatore  R2,  che  viene  uGlizzato  da  Morningstar  nelle  proprie  schede.  

§  Vediamo  cosa  rappresenta  e  come  viene  calcolato  

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§  R2   rappresenta   la   percentuale   delle   variazioni   dei   rendimenG   della   variabile  dipendente  (il  fondo)  che  è  spiegata  dalla  variabile  indipendente  (l'indice).    

§  Un  fondo  completamente  indicizzato  dovrebbe  oAenere  un  R2  =  1  (o  almeno  molto  prossimo   ad   1).   Questo   significa   che   quasi   tuAe   le   variazioni   di   rendimento  registrate   da   tale   fondo   sono   riconducibili   ad   analoghe   variazioni   dell'indice   di  riferimento.    

§  Pertanto  l'R2  è  cruciale  per  la  significaGvità  dell’indice  beta  (un  R2  elevato  indicherà  un  beta  più  affidabile)  

§  Più  basso  è  questo  numero,  più  bassa  è  la  significaGvità  di  beta.    

Secondo  Morningstar  

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L’indicatore  R2  

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§  R2   varia   da   0   (totale   non   correlazione)   a   1   (correlazione   perfeAa),   ed   è   calcolato  dividendo   la   covarianza   del   fondo   rispeAo   all'indice   per   la   varianza   dell'indice  molGplicata  per  la  varianza  del  fondo.  

§  In  formule:    

Dove,    Covij=  covarianza  tra  il  fondo  i  e  l'indice  j      i=  deviazione  standard  del  fondo  i    j=  deviazione  standard  dell'indice  j  

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Il  vincolo  di  shorRall  

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L’asset  alloca+on  in  presenza  di  un  vincolo  di  shorRall  

§  La noz ione d i r isch io u t i l i zzata s ia ne l l ’ambi to

dell’ottimizzazione di portafogli sia nella caratterizzazione

dell’asset allocation adeguata al profilo di investitore

considerato è quella tradotta dal parametro statistico della

deviazione standard.

§  Essa interpreta il rischio in modo simmetrico vale a dire

come semplice allontanamento, nel bene o nel male, del

risultato effettivo dal rendimento atteso.

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L’asset  alloca+on  in  presenza  di  un  vincolo  di  shorRall  

§  Si può però ritenere ragionevole, nella prospettiva dell’investitore,

anche un’altra nozione di rischio.

§  Precisamente, l’investitore pur avendo l’obiettivo di un certo livello di

rendimento e avendo un certo grado di variabilità tollerabile, può

anche desiderare di evitare che il risultato dell’investimento del proprio

risparmio in un portafoglio di strumenti finanziari vada sotto una certa

soglia minima.

§  Si parla in tal caso di downside risk.

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L’asset  alloca+on  in  presenza  di  un  vincolo  di  shorRall  

§  Si può affinare l’ottimizzazione aggiungendo, nel modello media-

varianza, il cosiddetto vincolo di shortfall il quale consente di

verificare se l’asset allocation individuata permette, con un certo

grado di sicurezza, di rispettare il rendimento minimo (cosiddetto

minimum acceptable return) espresso dall’investitore.

§  Per la costruzione del vincolo di shortfall è indispensabile

l’esplicitazione della shortfall probability (probabilità di shortfall)

ossia della probabilità massima per la quale si ammette di ottenere

un risultato inferiore al rendimento minimo.

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L’asset  alloca+on  in  presenza  di  un  vincolo  di  shorRall  

Esempio  

Se   la   probabilità   di   shor%all   è   fissata   all’1%,   si   vuole   che   il   vincolo   di   shor%all   sia  costruito   in  modo   tale   da   ammeAere   solo   l’1%   di   probabilità   che   il   risultato   si   riveli  inferiore   al   rendimento   minimo   acceAabile   e,   di   conseguenza,   si   esige   un   livello   di  confidenza  (o,  più  banalmente,  di  tranquillità  o  protezione)  sul  faAo  che  il  risultato  sarà  superiore   al   rendimento   minimo   del   99%   (il   complemento   a   1   della   shor%all  probability).  

A   livello  grafico,   il  vincolo  di  shor%all  è  rappresentabile,  nello  stesso  spazio   (rischio  –  

rendimento)   in  cui  è  disegnata   la   fronGera  efficiente  oAenuta  dall’oEmizzazione  a   là  Markowitz,   da   una   reAa,   moGvo   per   cui   si   usa,   molto   spesso,   come   sinonimo  l’espressione  shor%all  line.    

 

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L’asset  alloca+on  in  presenza  di  un  vincolo  di  shorRall  

§  I  portafogli  (e,  cioè,  i  punG  della  fronGera  efficiente)  che  giacciono  al  di  

soAo  del  vincolo  di  shor%all  sono  portafogli  per  i  quali   la  probabilità  di  

oAenere   un   risultato   inferiore   a   quello   minimo   richiesto   (nella   figura  

Rmin)   non   è   limitata   alla   shor%all   probability   bensì   è   superiore.   Tali  

portafogli  non  rispeAano  il  vincolo.  

§  Diversamente,   i   portafogli   che   giacciono   al   di   sopra   del   vincolo   di  

shor%all   soddisfano   il   vincolo   nel   senso   che   forniscono   il   livello   di  

protezione   desiderato   dall’eventualità   spiacevole   di   conseguire   un  

risultato  inferiore  alla  soglia  minima  di  rendimento  dichiarata.  

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L’asset  alloca+on  in  presenza  di  un  vincolo  di  shorRall  

§  La  shor%all  line,  in  sostanza,  individua,  in  corrispondenza  di  ogni  livello  di  volaGlità,  qual  è   il   rendimento  aAeso  che  si  deve  richiedere  ad  un  portafoglio  affinché  lo  stesso  sia  in  grado  di  confinare  la  possibilità  di  non  conseguire  rendimento  minimo  acceAabile  ad  un   livello  pari  alla  shor%all  probability.  

Con  riferimento  alla  shor%all  line,  è  opportuno  segnalare  che:  

§  la  sua  interce0a,  disegnata  sull’asse  verGcale  nel  precedente  disegno,  corrisponde  al  livello  di  rendimento  minimo  acceAabile;  

§  la   sua  pendenza  dipende  dalla  shor%all  probability  e,  dunque,  anche  dal  grado  di  protezione  desiderato  dall’invesGtore.  

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•  Il Roy’s safety first è un criterio di scelta dei portafogli basato su un concetto di risk management. In termini semplici consiste nello scegliere un livello di rendimento

minimo richiesto dall’investitore per un dato livello di rischio

•  Tale criterio permette di confrontare diversi portafogli sulla base della loro

probabilità di generare un rendimento minore del minimo desiderato. La scelta

dovrebbe cadere sul portafoglio che minimizza tale probabilità

•  Il SFRatio è calcolato sottraendo dal rendimento atteso del portafoglio il livello di

rendimento minimo richiesto e dividendo poi il risultato per la standard deviation del

portafoglio (simile all’indice di Sharpe)

37  

Una variante: il 'Roy's Safety-First Criterion - SFRatio

SDturnTresholdESF r

ratioRe−

=

Si  dovrebbe  scegliere  il  portafoglio  con  il  SFRa4o  maggiore  

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Il  Value  at  Risk:  modalità  di  calcolo  

38  

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Definizione  e  prime  osservazioni  •  Il   VAR   rappresenta   un   numero   di   sintesi   che   esprime   il  

rischio   cui   è   esposto   una   ovvero   un   portafoglio   di   aEvità  

finanziarie.    

•  Con   il   calcolo   del   VAR,   infaE,   l'invesGtore   confida   di   non  

perdere   più   di   X,   con   una   probabilità   pari   a   K%,   entro   un  

periodo  temporale  pari  a  Y  giorni  (Hull,  1998).    

•  La   variabile   X   è   il   VAR   di   portafoglio,   K%   è   l'intervallo   di  confidenza,   mentre   Y   è   l'orizzonte   temporale   di   riferimento  

(holding  period).  39  

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40  

Definizione  e  prime  osservazioni  

Il   VAR   può   essere   definito   come   quell’importo  tale  che:    

[ ] [ ] α≤−<=>− Δ+Δ+ VarVar tttttt VMVM ProbVMVM Prob

Dove: VM = valore di mercato della posizione Δt = intervallo temporale 1-α = intervallo di probabilità che si vuole prendere in considerazione (1-α = 99%)

Al  crescere  dell’orizzonte  temporale  e  all’ampliarsi  dell’intervallo  di  probabilità  considerato  il  Var  risulta  più  elevato  

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Definizione  e  prime  osservazioni  

•  Partendo   dalla   conoscenza   della   distribuzione   di   probabilità   dei  rendimenG   di   un   portafoglio   su   un   determinato   orizzonte   temporale,   il  Value  at  Risk   (VAR)   indica  quindi   il   valore  della  massima  perdita   in  cui   si  può   incorrere   con   un   dato   livello   di   confidenza   per   un   certo   orizzonte  temporale  futuro  

•  Nel   caso   in   cui   questo   intervallo   sia   pari   ad   un   giorno   si   parla   di   Daily  

Earnings  at  Risk    o  DEaR.    •  Solitamente  il  VAR  è  calcolato  molGplicando  il  DEaR  per  la  radice  quadrata  

dell’orizzonte  temporale  desiderato,  soAo  l’ipotesi  che  i  rendimenG  futuri  siano  indipendenG  dai  passaG  e  la  costanza  della  varianza.    

41  

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Definizione  e  prime  osservazioni  

•  Può  essere  calcolato  per  qualsiasi  posizione/aEvità  finanziarie  

•  E’   una   misura   omogenea   che  permeAe  effeAuare  raffronG  

•  E’  un  indicatore  di  rischio  in  linea  con  la  «testa  del  cliente»  

42  

Vantaggi   Svantaggi  

�  Non   fornisce,   ovviamente,   livello  

massimo   di   perdita   al   100%   ma   al  

95%-­‐99%  ...  Ma  il  cliente  percepisce  

100%  

�  I l   suo   va lore   è   fortemente  

dipendente  dalle  modalità  di  calcolo  

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43  

Esempio  

100  

100  Densità di frequenza  

Volume di mercato della posizione  160  50  

71,48  

1%  

28,52  

Se  esiste  solo  l’1%  di  

probabilità  che  il  valore  di  

mercato  della  posizione  

scenda  soAo  71,48,  allora  

esiste  anche  solo  l’1%  

della  probabilità  di  

perdere  più  di  28,52  

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44  

Elemen4  da  considerare  

1)  Variabili  aleatorie   responsabili  della  variazione  del  valore  di  mercato  

del  portafoglio    

2)  Ipotesi  sulla  distribuzione  delle  variabili  aleatorie  

3)  Modalità  con  le  quali  si  modella  la  reazione  del  valore  di  mercato  del  

portafoglio  alle  variabili  aleatorie  

4)  Modalità   con   le   quali   si   individua   il   valore   del   portafoglio   nel  worst  

case  scenario  in  corrispondenza  dell’intervallo  di  probabilità  

I  possibili  approcci  per  la  misurazione  del  Var  

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45  

Si  possono  u4lizzare:  

•  le  variazioni  percentuali   (rendimenG)  dei   singoli   faAori  di  

rischio   (tassi   di   interesse,   tassi   di   cambio,   andamento  

mercato  ecc  …)  che  incidono  sul  valore  di  portafoglio  

•  i  rendimenG  delle  aEvità  presenG  in  portafoglio  

•  il  rendimento  dell’intero  portafoglio  considerato  

Set  di  variabili  aleatorie  

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•  Si   può   ipoGzzare   che   la   distribuzione   futura   coincida   perfeAamente   con   quella  

empiricamente  riscontrata  in  passato  in  un  certo  arco  temporale  

•  Si  può  ipoGzzare  che  la  distribuzione  ricercata  assuma  una  ben  precisa  configurazione  (ad  

esempio  distribuzione  normale)  della  quale  occorre  sGmare  i  parametri  

Distribuzione  delle  variabili  aleatorie  

Sensibilità  del  valore  di  mercato  del  portafoglio  al  variare  delle  variabili  aleatorie  

•  Si   può   sGmare   la   variazione   del   valore   di   mercato   sulla   base   di   uno   o   più   parametri   di  

sensibilità  del  portafoglio   rispeAo  alle   variazioni  delle   condizioni  di  mercato   (es:  duraGon,  

beta,  correlazioni  ecc..)    

•  Si   può   aAuare   una   effeEva   rivalutazione   del   valore   di  mercato   del   portafoglio   a   seguito  

delle  variazioni  aAese  del  set  di  variabili  aleatorie  considerato  

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•  Se   è   nota   la   forma   di   distribuzione   del   valore   di   mercato   del  

portafoglio  è  possibile  calcolare  il  Var  sulla  base  dei  parametri  della  

distribuzione  

•  In   altri   casi   il   Var   può   essere   sGmato   tramite   approssimazione  

campionaria   della   distribuzione,   ossia   rivalutando   il   portafoglio   in  

un  numero  elevato  di  scenari  

 Valore  del  portafoglio  nel  worst  case  scenario  

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48  

•  Ipotesi   di   fondo   è   che   posso  

sGmare   perd i ta   mass ima  

potenziale   sulla   base   di   un   set  

di   parametri   rappresentaGvi  

delle   variabili   aleatorie   di  

partenza  

•  I n   p a r G c o l a r e   o c c o r r e  

conoscere   matr i ce   de l le  

var ianze-­‐covar ianze   del le  

variabili  aleatorie  

 I  modelli  varianze-­‐covarianze  

S4ma  del  Var  per  una  singola  posizione  

I  passi  da  compiere  

•  Determinare  il  valore  di  mercato  (VM)  della  posizione  

•  IdenGficare  la/le  variabili  determinanG  del  VM  

•  Determinare   eventualmente   la   sensi5vity   del   VM   della  

posizione  alle  variazioni  del  faAore  di  rischio  

•  SGmare   la   massima   variazione   potenziale   delle   variabili  

aleatorie  rilevanG  

•  Ricavare  il  VAR  

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Esempio  =  posizione  in  $  100.000  

 

1)  Posizione  in  euro  con  tasso  cambio  1/1  è  100.000  €  (WMeuro)  

2)  Variabile  determinante  è  il  tasso  di  cambio  (svalutazione  dollaro)  

3)  Sensibilità  è  pari  a  1  

4)  Indicata   la   variazione  del   tasso  di   cambio  nel  worst   case   scenario  

come  r  wcs  

5)  Var  =  WMeuro  x  r  wcs=  100.000  euro  x  r  wcs  

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•  IpoGzziamo   distribuzione   normale   del   tasso   di   cambio,   orizzonte   temporale  

giornaliero  e  probabilità  95%  

•  Se   distribuzione   è   normale   posso   ricavare   la   massima   variazione   sfavorevole  

semplicemente   sulla   base   della   media   e   della   deviazione   standard   della  

distribuzione  

•  Ciò   perché   nella   distribuzione   normale   la   probabilità   di   estrarre   un   valore  

compreso   in   un   intervallo   centrato   sulla   media   e   di   ampiezza   pari   a   un   dato  

mulGplo   della   deviazione   standard   è   un   valore   che   dipende   solo   dal   mulGplo  

considerato   e   non   dalla   media   e   dalla   deviazione   standard   della   variabile  

soAostante  

 I  modelli  varianze-­‐covarianze  

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•  Dato  μ  =  media  e  σ  =  deviazione  standard    

•  La   possibilità   di   estrarre   valori   nell’intervallo   [μ-­‐kσ,μ+kσ]   dipende  

solo  da  k  e  non  dai  parametri  della  distribuzione  

•  Ad  esempio,   per   un   valore  di   k=1   la   probabilità   di   oAenere   valori  

nell’intervallo  [μ-­‐σ,μ+σ]  sarà  approssimaGvamente  del  68%,  per  un  

valore   di   k=1,65%   la   probabilità   di   oAenere   valori   in   [μ-­‐1,65σ,μ

+1,65σ]  sarà  del  90%  ec….    

•  Simmetricamente   la   probabilità   di   trovare   valori   esterni  

all’intervallo  sarà  pari  al  complemento  a  1  

In  altri  termini:  

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Intervalli  di  confidenza  della  distribuzione  normale  

K Prob (µ-kσ <x<µ+kσ) Prob (|x-µ|>kσ ) Prob (x<µ-k,x>µ+kσ)

1 68,72% 31,73% 15,87%

1,65 90% 10% 5%

2,33 98% 2% 1%

2,58 99% 1% 0,5%

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Esempio  =  posizione  in  $  100.000    

•  Il   rendimento   su   base   giornaliera   più   sfavorevole   del   tasso   di  

cambio   euro-­‐dollaro   sarà   dato   da   μ   -­‐1,65   σ,   dove   μ   e   σ  

rappresentano   il   rendimento   medio   su   base   giornaliera   e   la   sua  

deviazione  standard  

•  Se  μ=0  e  σ  =0,26%  allora..      Var  =  WMeuro  x  r  wcs=    WMeurox  1,65  σ  =  100.000  euro  x  1,65x0,26%  =  

429  euro  

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Un  altro  esempio  •  Supponiamo  di  avere  $10  milioni  in  azioni  Microso�.    •  Si  richiede  la  sGma  del  VaR  per  un  holding  5me  di  10  giorni,  ad  un  livello  di  accuratezza  del  99%.    •  Sapendo  che  la  volaGlità  annua  del  Gtolo  è  del  32%  e  che  il  tasso  di  rendimento  annuo  è  del  20%,  

il  VAR  a  10  giorni  è  di  $1.473.621  

54  

Vediamo  perché  …  

•  Calcoliamo  i  valori  in  scala  giornaliera:  volaGlità  2%,  rendimento  0.08%.    •  Ora,   sapendo  che   la  deviazione  standard  giornaliera  delle  variazioni  di  valore  è  del  2%,  questo  si  

traduce  in  una  quota  di  $200.000.    •  Assumendo   una   variazione   di   prezzo   distribuita   in  modo   normale,   in   base   alle   tavole   su   questa  

distribuzione,   osservo   che   la   probabilità   di   verificarsi   una   riduzione   di   valore   inferiore   all’1%   è  associata  una  riduzione  di  valore  di  -­‐2,33$  N(-­‐2.33$)=0.01.    

•  Quindi  il  mio  VaR  giornaliero  si  oEene  facendo      2.33  *  $200000  =  $466000  in  un  giorno,  mentre  quello  per  t=10  $466000  *  √10  =  $1.473.621  

 

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•  Approccio   risk   factor   normal   =   variabili  

aleatorie   sono   i   singoli   faAori   di   rischio  

alla  base  della  variazione  del  prezzo  delle  

aEvità  finanziarie  (tassi  di  interesse…)  

•  Approccio   asset   normal   =   evoluzione   di  

una   serie   di   aEvità   benchmark   (Gtoli  

obbligazionari  ….  

•  Approccio   por7olio   normal   =   analizzo  

direAamente   il   valore   del   portafoglio  

complessivamente  considerato  

 La  scelta  della  variabile  aleatoria  

•  Se   vi   sono   più   faAori   di   rischio,   nel  

primo   e   nel   secondo   approccio   devo  

prima   disaggregare   l’esposizione  

complessiva   e   poi   calcolare   il   Var   per  

riaggregazione  

•  Nel   terzo   approccio   posso   invece  

calcolare   il   Var   sulla   base   della  

v o l aG l i t à   de i   r end imenG   de l  

portafoglio   nel   suo   complesso   (in  

ipotesi   di   normalità   di   distribuzione).  

Ma…..  

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Il  mapping  delle  posizioni  a  rischio  

•  Mapping  =  processo  di  scomposizione  del  portafoglio   in  un  veAore  di  posizioni  riferite  a  ogni  faAore  di  rischio  o  aEvità  benchmark    

•  Consente  di   apprezzare   l’esposizione  del  portafoglio  a  ogni  singolo  faAore  individualmente  considerato  

•  Condiziona   in  misura   significaGva   l’efficacia   della   sGma   del  Var    

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Trade  off  tra  parsimonia  e  verosimiglianza    

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•  Esempio  =  per  portafoglio  di  Gtoli  azionari  approssimo  la  variabilità  

complessiva   del   portafoglio   (σp)   sulla   base   della   volaGlità  

dell’indice   azionario   del   mercato   di   riferimento   (σind)   e   del  

coefficiente  beta  del  portafoglio  (βp).  Allora  σp=  σind  x  βp  •  Si  ipoGzza  dunque  un  portafoglio  ben  diversificato  ma…  

•  Se   ho   portafoglio   di   Gtoli   esteri   dovrei   considerare   anche  

esposizione   al   tasso   di   cambio   per   un   importo   pari   al   valore  

complessivo  del  portafoglio    

Il  mapping  delle  posizioni  a  rischio  

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•  Per   portafoglio   Gtoli   obbligazionari   situazione   è   più   complessa  

perché   devo   capire   fluAuazioni   della   curva   dei   rendimenG   e   del  

loro  impaAo  sul  valore  di  mercato  del  portafoglio  

•  Dura+on  mapping   =   abbino  ad  ogni  Gtolo  una   scadenza  pari   alla  

sua  dura5on.  Oppure  considero  la  dura5on  media  di  portafoglio  

•  Cash   flows   mapping   =   scompono   ogni   singolo   Gtolo   in   una  

sequenza   di   cash   flows   e   poi   li   riaggrego   intorno   ad   una   serie   di  

nodi  prefissaG  della  term  structure  

Il  mapping  delle  posizioni  a  rischio  

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I  modelli  basa4  sulla  simulazione  storica  

•  Si  assume  che  il  rendimento  futuro  sarà  uguale  a  quello  di  uno  dei  giorni  del  database  delle  

serie  storiche.    

•  Il  primo  passo  per   il  suo  calcolo  prevede  l'idenGficazione  di    quelle  variabili  di  mercato  che  

riteniamo  influenzino  il  nostro  invesGmento.    

•  In  secondo   luogo,  creiamo  un  database  contenente  m  variazioni  giornaliere  dei  valori  delle  

mie  n  variabili  scelte.  

•  OAeniamo   così  m   possibili   scenari   per   quello   che   potrebbe   succedere   domani:   il   primo   è  

quello   in   cui   le   variabili   si   comportano   come   avevano   faAo   nel   primo   giorno   del   mio  

database,  il  secondo  come  si  erano  comportate  nel  secondo,  e  così  via.    

•  Quindi  per  ognuno  dei  miei  m  scenari  calcolo  la  variazione  del  valore  del  mio  invesGmento,  e  

se   sistemo   i   miei   risultaG   in   ordine   crescente,   il   primo   percenGle   di   tale   distribuzione  

rappresenta  la  sGma  del  VaR  giornaliero  al  99%  

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I  modelli  basa4  sulla  simulazione  Montecarlo  

•  Questo  approccio  consente  di  ricavare  una  sGma  della  distribuzione  di  probabilità  seguita  

dal  rendimento  del  portafoglio.    

•  In  sintesi,  per  un  holding  period  pari  a   (t+1),  dato  un  portafoglio  cosGtuito  da  M  Gtoli,   si  

traAa   di   estrarre   per   N   volte   un   campione   dalla   distribuzione   normale   M-­‐variata   dei  

rendimenG  dei  singoli  Gtoli  e  di  calcolare  in  base  ad  esso  il  valore  del  portafoglio  in  t+1.    

•  Il  VAR  di  ogni  singola  estrazione  è  oAenuto  dalla  differenza  tra  il  valore  del  portafoglio  in  t  

e  quello  in  t+1.  

•  Ordinando   in   senso   decrescente   i   VAR   oAenuG   dalle   N   estrazioni,   la   massima   perdita  

potenziale   del   portafoglio   è   rappresentata   dal   percenGle   corrispondente   al   livello   di  

probabilità  prescelto.    

•  Se  le  estrazioni  e  le  conseguenG  rivalutazioni  del  portafoglio  sono  pari  a  N=10.000,  il  VAR  al  

95%  è  rappresentato  dal  500°  valore  più  alto  delle  perdite  simulate.  

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Il  CondiGonal  Var  (CVar  o  Expected  Shor7all)  è  invece  il  valore  aAeso  delle  perdite  che  eccedono  il  VAR  o  una  soglia  specificata  (in  questo  caso  si  parla  più  propriamente  di  

Expected  Regret).  Questa  misura  è  teoricamente  preferibile  rispeAo  al  VAR  

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Expected  Shor7all  is  defined  as  the  average  of  all  losses  which  are  greater  or  equal  

than  VaR,  i.e.  the  average  loss  in  the  worst  (1-­‐p)%  cases,  where  p  is  the  confidence  

level.  Said  differently,  it  gives  the  expected  value  of  an  

investment  in  the  worst  q%  of  the  cases  

Condi4onal  VAR  

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