6Donna #1

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Lo scatto è stato realizzato da Mimmo Attademo per l'Università degli Studi di Foggia Inchiesta Crisi del mercato immobiliare Salute Probiotici contro le malattie Viaggi Andorra, regno delle nevi A lezione con PIERO ANGELA

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InchiestaCrisi del mercato immobiliare

SaluteProbiotici contro le malattie

ViaggiAndorra, regno delle nevi

A lezione con PIERO ANGELA

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2 g e n n a i oduemilatredici sommario

ditoriale

E alla fine abbiamo supe-rato anche la maledizione deiMaya. Il 2013 è iniziato, for-se non nel migliore dei modi

se si considera quanto sta ac-cadendo, ancora una volta, nelNord Africa. O quanto continuaad accadere in Italia e nel mon-do… intendo le violenze spie-tate nei confronti delle donne.L’anno vecchio si è chiusocon l’aggressione in auto-bus ad una studentessa in-

diana che è morta dopoessere stata picchiata e

violentata da otto uomini. Enon si è aperto in modo migliore.

Casi di femminicidio si sono giàverificati in questo primo scorciodel 2013. E mentre i procuratoridella Repubblica (come quello diBergamo) lanciano l’allarme invi-tando le donne a non uscire sole(certo, perché sono loro a dover

correre ai ripari, a dover rinunciaread una vita normale), c’è stato

chi, invece, si è spinto davvero ol-tre affermando che, si sa, l’uomoè naturalmente propenso alla vio-lenza, a maggior ragione se pro-vocato dalla donna che, dal cantosuo, non sa cucinare, tradisce emette la famiglia in secondo pia-no. È già grave che affermazionidel genere, “le donne devonofare un esame di coscienza: pro-vocano gli istinti e vanno a cerca-re guai, quindi il femminicidio è ingran parte colpa loro” siano pro-nunciate da un uomo, ma è addi-rittura inaccettabile che siano frut-to della mente di un prete, il qua-le dovrebbe praticare la tolleran-za e la transigenza. Così ci ritro-viamo a parlare sempre dei solitidiscorsi e questa è l’amarezza. Èamaro che nulla cambi, ma che,anzi, ci si adatti al normale statodelle cose. Arriverà il momento incui non ci si stupirà più di una vio-lenza sessuale se non sarà digruppo; di un caso di femminici-dio se non sarà particolarmentescabroso, di un omicidio passio-nale se non sarà una strage.

Questo no. Non possiamo ac-cettarlo. E mentre la vita continuaa scorrere ed è giusto che sia così,noi parliamo degli altri temi scot-tanti del nostro quotidiano come lacrisi economica e finanziaria checi sta succhiando il sangue, gocciaa goccia, a causa della quale oggisembra diventata un’utopia anchel’aspirazione legittima ad una casadi proprietà (ne parliamo nell’in-chiesta dedicata al crollo del mer-cato del mattone). E ci soffermia-mo su quanto accade quotidiana-mente in città, come la conclusio-ne dell’annosa vicenda della rac-colta dei rifiuti o l’inaugurazionedell’anno accademico con l’illustreospite Piero Angela (nella nuovarubrica “Foggia notes”).

Tutto questo però senza maidimenticare. Senza mai sminuire.Ma continuando a indignarci. Adire no. E a pensare che le cosepossano cambiare.

di ANNA RUSSO

4 Personaggio del mese• Un tuffo nell’infanzia in arte digitale

5 Storie al femminile• Doppia preferenza:

è davvero senza 50&50• Il dono di un abito da sposa

6 Inchiesta• Casa, “cara” casa:

averla di proprietà, un lusso per pochi

8 Attualità & Cultura• Il carcere dei bambini

12Benessere• Bocca sana per un corpo sano

13 Natura • Lo sciroppo degli dei• Benessere da bere

14Alimentazione• Probiotici per prevenire le malattie

15Architetto• SOS Casa! Lo spazio che non basta

16Foggia notes• La scienza secondo Piero Angela• “Cartolina delle feste” da dimenticare

21Farmacia• Disidratazione della pelle

22Viaggi• Andorra, regno delle nevi

23Libri & cultura• “Senza pelle”, storia di una rinascita

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3g e n n a i oduemilatrediciPromotion

Wedding planner affermata ecreatrice di una linea di accessori perle spose. È Simona Catenazzo, or-ganizzatrice di matrimoni che, gra-zie al suo forte senso artistico, rea-lizza, in linea con lo stile degli spo-si, eventi personalizzati e indimen-ticabili.

Cosa fa esattamente un wed-ding planner?

Sostanzialmente ci sono dueaspetti che interessano il mio lavo-ro: la creatività e la progettualità. Dauna parte propongo idee, dall’altrami occupo del progetto di sceno-grafia, di allestimento e di decora-zione di tutto l’evento. Seguo cioè glisposi in tutti i passaggi, inclusa lascelta dell’abito. Essendo un lavoromolto libero, ognuno lo pratica inmodo differente. Il primo passo è en-trare in contatto con i futuri sposi, far-mi raccontare la loro storia, chiede-re come immaginano il loro matri-monio, come lo sognano. Da qui na-sce in me, insieme a loro, l’idea di unfilo conduttore, un leit motiv della ce-rimonia, dalla chiesa, alla consegna

dei confetti.Come è natal’idea di intra-prendere que-sta attività?

Era da unpo’ che avevoin mente que-sto progettoperché nellamia città nonesisteva unpunto di rife-rimento per chi dovesse compiereil grande passo, o per chi ricer-casse una figura professionale perl’organizzazione di un evento, siapubblico che privato. Da questaidea, ovvero da questo mio sogno,nasce SIMONA EVENTI.

Il lavoro del wedding plannerè molto discusso: per quale motivo?

Purtroppo, è bastata una man-ciata di anni per rovinare una figu-ra professionale. Il problema princi-pale è l’improvvisazione. Questo èun lavoro serio, che necessita diuna preparazione professionale

come la mia(corso EnzoMiccio, il pri-mo weddingplanner d’Ita-lia) e di tantaesperienza. Ilmio mestierenon è soloquello di pro-porre ai mieiclienti nomi-nativi di forni-

tori validi, ma soprattutto fare i con-ti con burocrazia, budget, tempiserrati. Il tutto con il solo obiettivo direndere realmente impeccabile ilgiorno tanto sognato dagli sposi.Questa professione è molto com-plessa ed articolata, e posso assicu-rare che ogni coppia di sposi che sirivolge a me, alla fine del lavoro èpiacevolmente sorpresa di aver sco-perto cosa fa una vera professionistadel settore.

Come si sviluppa il tuo lavoroa partire dal primo incontro?

Il primo incontro è un’occasione

per conoscersi, durante il quale devenascere empatia tra me e gli sposi.È un lavoro che gioca molto intornoalle emozioni. Nascono infatti rap-porti così confidenziali che, spesso,si tramutano in amicizia. Dopo unprimo colloquio, presento un vero eproprio progetto, illustrando confoto, bozzetti e disegni l’anteprimadel matrimonio. Ovviamente po-tranno rivolgersi a me anche per lagestione di qualsiasi ulteriore even-to, come anniversari, feste di com-pleanno, meeting, inaugurazioni equalsiasi manifestazione che neces-sita di quel “qualcosa in più” perrenderlo indimenticabile.

Le diverse richieste portanoad ampliare la rete di fornitori o sicerca di rispondere alle esigenze at-traverso i partner che già avete?

Ho effettuato una selezionedei miei fornitori abituali, ma nonescludo eventuali collaborazionicon fornitori differenti in base alleesigenze della coppia.

Per quanto concerne i costi?Normalmente gli sposi hanno

già in mente un budget di massima,perciò cerco di ottimizzarlo per in-cludere il mio compenso all’internodelle spese. Naturalmente gli sposipossono decidere di affidarmi anchesolo parte dell’organizzazione.

I tuoi prossimi progetti?A breve i miei sposi che sono in

guerra con la bilancia e che voglionoarrivare al Grande Giorno in perfet-ta forma fisica potranno avvalersi diuna DIET COACH: una figura pro-fessionale che si occupa di rieduca-re la persona, correggendo alcunicomportamenti sbagliati relativi al-l’alimentazione e allo stile di vita. Epoi sto realizzando la nuova colle-zione di accessori Biancospino: nellaprossima primavera sulla testa dellespose sarà un vero fiorire di bocciolie dettagli preziosi da esibire nelle ce-rimonie serali, per arrivare all’altarecon quel tocco in più di romanticismo!

Simona Catenazzo, wedding planner e creatrice della linea Quando stile e creatività si incontrano

Via Pignatelli, 6 • LUCERA • Tel. 3707147302 • [email protected] • www.simonaeventi.com

SIMONA EVENTI

wedding planner & event designer

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4 g e n n a i oduemilatredici personaggio del mese

Un tuffo nell’infanzia in arte digitale MICHELE GRIMALDI, ILLUSTRATORE E DIGITALARTIST

Le favole sonoscritte per i bam-bini ma toccano ilcuore e la mentedei grandi. Lo sabene Michele Gri-maldi, 40 anni, il-lustratore e digi-talartist foggianodal tratto incon-fondibile, pieno dicolore e persona-lità. Dopo aver de-clinato e trasfigu-rato nelle sue ope-re la figura delladonna, prima inmiti senza tempo, e poi nei quattroelementi della natura, Michele Gri-maldi – in arte Grim - ha dedicato lasua ultima produzione alle fiabe: daifratelli Grimm a Lewis Carrol, pas-sando per Carlo Collodi. Da sempreaffascinato da questo mondo incan-tato, Michele ha scelto dieci storie,tra fiabe e racconti, e le ha reinter-pretate graficamente nella sua pri-ma personale intitolata “Once upona time”, ovvero “C’era una volta”.Dieci tavole per un tuffo nell’infan-zia: da Biancaneve a La sirenetta, daRaperonzolo a I Cigni selvatici, pas-sando per Alice nel paese delle me-raviglie. Una personale - la prima tar-gata GrimArt - organizzata da Ro-

berta Fiano eEleonora Zacca-ria di AradiaArtManagement ,alle quali va lapaternità dell’in-tero allestimento.

Michele, c’èuna sorta di ‘pre-dest inazione’dietro questo al-lestimento: men-tre “Fiabe del fo-colare” dei fra-telli Grimm fe-steggiava i 200anni dalla pub-

blicazione, un altro Grim le esalta-va in coloratissime opere digitali…

Sì, è un progetto che è natod’intesa con Roberta ed Eleonora,anima e corpo di Aradia Art Mana-gement. Volevamo dare nuova lin-fa e nuova luce a storie e personag-gi che purtroppo oggi non rientranopiù nell’immaginario infantile: misono reso conto, infatti, che le nuo-ve generazioni non conoscono que-ste fiabe perché non c’è più nessu-no che gliele racconta.

Da quale bacino figurativo haiattinto e come hai affrontato questestorie?

Innanzitutto ho scavato a pienemani da quelli che erano i miei ri-

cordi di infanzia, recuperando me-morie e reminiscenze seppellite chis-sà dove. In questo modo ho cercatodi plasmarle e riprodurle secondouno stile e un punto di vista che fos-se quanto più personale e creativopossibile. Ho cercato, insomma, direndere ad ogni storia quei caratte-ri che vi riconoscevo quando erobambino, quando mi venivano rac-contate le versioni originali.

Immortalare in un “frame” l’es-senza di un personaggio, una storiaintera, una morale. Una sfida non dapoco…

La sfida più grande è stata quel-la di allontanarmi il più possibile da-gli stereotipi della Disney, una sor-ta di “maestro” a cui guardare con

ammirazione e che ha tenuto a bat-tesimo intere generazioni. Ho cercatodi personalizzare il più possibile le

favole riportandole alle caratteristi-che originali, meno edulcorate e“buoniste” di quelle giunte fino anoi… Per questo, come prima cosaho letto e riletto ogni fiaba in linguaoriginale e poi ho consultato nume-rose edizioni critiche, con prezioseincisioni e illustrazioni di inizio secoloche sono state, per me, preziosafonte d’ispirazione.

Qual è la fiaba che più ti rap-presenta?

È Il piccolo principe, uno dei dueracconti che ho voluto inserire inquesta“carrellata”: mi ha insegnatoa tenere sempre a mente che “tuttii grandi sono stati bambini una vol-ta, ma pochi di essi se ne ricordano”.Credo che con questo allestimento,tutti i visitatori abbiano fatto un tuf-fo nella loro infanzia. Un tuffo deci-samente piacevole. Per questo nel-la tavola dedicata a Il piccolo prin-cipe, lui non è rappresentato. Ma ci

sono tutti i simboli pronti ad evocarlo.Quali sono i tuoi progetti fu-

turi?Innanzitutto organizzare presto

una personale qui, a Foggia. Per“Once upon a time” la risposta del

pubblico e l’attenzione dei mediahanno superato di gran lunga le no-stre aspettative e questo ci riempiedi orgoglio. Il blog ufficiale di “Onceupon a time”, la serie televisiva sta-tunitense in onda sulla rete ABC, adesempio, ha inserito il nostro even-to in una rassegna stampa dedicata.Per quanto riguarda, invece, la miaattività di digitalartist ed illustrato-re, invece, ho preso contatti conuna casa editrice di Venezia. Ma suquesto, per il momento, non possoanticipare nulla.

Maria Grazia Frisaldi

200 anni di fiabe per dieci tavole, intriganti e coloratissimeLa mostra “Once upon a time” nella rassegna del canale statunitense ABC

Michele Grimaldi, illustratore

Illustrazione: Il Principe ranocchio

Illustrazione: La Sirenetta

Illustrazione: Alice nel Paese delle meraviglie

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Conseguire il titolo di studio tantodesiderato, tappa fondamentale per larealizzazione delle proprie aspirazio-ni lavorative, a volte è un traguardo dif-ficile da raggiungere. Con Perform an-che gli scogli più grandi possono esseresuperati.

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5g e n n a i oduemilatredicistorie al femminile

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoDalila CampanileElisabetta CiavarellaIrma MeccaMariangela MarianiMaria Grazia Frisaldi

Rubricheavv. Palma Rubanodott.ssa Floredana Arnòdott.ssa Ines Panessadott.ssa Rosangela Lorisodott.ssa Anna Maria Antonuccidott.ssa Maria Francesca Di Micheledott.ssa Anna Leporeprof.ssa Raffaella Scolozziprof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax 0881.56.33.19

[email protected]

Sito internetwww.6donna.com

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Tempi troppo stretti e per la prossima legislatura forse niente doppia preferenza

Battaglie perse. La Puglia alle elezioni non avrà la parità

Doppia preferenza: è davvero senza 50&50Non sventolano bandiera bian-

ca. Non arretrano di un centimetronemmeno all’alt dei caporali deipartiti. La crociata delleamazzoni della dop-pia preferen-za non è

morta il 27 novembre, insieme allaproposta di legge di iniziativa po-polare affossata in Consiglio re-

gionale. Alla vigi-lia, le promotri-

ci avevanoinsinuato

il so-spetto

che i

franchi tiratori potessero trince-rarsi dietro il voto segreto. Sei con-siglieri di opposizione (in mezzo aloro c’è anche il manfredonianoGiandiego Gatta) lo hanno propo-sto. Persino l’appello del Gover-natore Nichi Vendola non è servi-to a un bel niente. A volto coperto- immagine che arriva dalle donnedi un movimento di Conversano -trenta consiglieri hanno espressovoto contrario e hanno affondato lariforma. Altro che Mai più Senza 50e 50. E giù infamanti accuse di sa-botaggio, femminicidio, maschili-smo, misoginia politica e viltà. Tut-t’altro che gentil sesso quello cheall’indomani della sonora boccia-tura sputa veleno e inaugura unacaccia alle streghe all’interno delcentrosinistra. Salvo poi convincersiche lo sgambetto fosse trasversale.

La parità matematica non èdovuta. Come funghi sono spuntatii nemici giurati della legge chehanno accampato giustificazioni:non era tanto l’introduzione delprincipio della parità di generenelle liste elettorali a preoccu-pare, quanto la doppia prefe-renza alle urne. Senza contareche l’opposizione aveva già

chiesto di inserire la propo-sta all’interno della più am-

pia riforma della legge elettoraleregionale. Oltre trentamila pu-gliesi avevano firmato, ma nullahanno potuto contro gli altri tren-ta, seduti in via Capruzzi. E se i li-stini sono ad appannaggio dei par-titi, figurarsi se metà dei banchi sa-ranno mai destinati alle donne(naturale evoluzione della riven-dicazione femminile). Del resto, idetrattori sfidano chiunque a tro-vare tante donne da riempirci metàlista. Facile metterli alla gognabrandendo le ragioni di una nega-zione all’emancipazione e al dirit-to alla partecipazione. Ma lo stop,parola del Presidente del ConsiglioRegionale Onofrio Introna, nonpregiudica il percorso verso la pa-rità in aula per la prossima legi-slatura.

Il capogruppo del PD in Con-siglio regionale, Antonio De Caro,al cospetto delle donne democra-tiche, nella conferenza che si è te-nuta all’Excelsior di Bari, dopoaver fatto autocritica, ha pubbli-camente garantito l’impegno a ri-portare la legge in aula così comeera stata presentata. “Ci aspettia-mo che venga recepita nel disegnodi riforma della legge elettorale - èl’auspicio di Rosa Cicolella, Presi-dente della Commissione regionale

Pari Opportunità - La delusione ègrande ma le donne del Comitato,in maniera trasversale, non sono di-sposte a fare sconti. Vedremo se ef-fettivamente i consiglieri si impe-gneranno ad inserirla così com’è ola emenderanno. Contemporanea-mente, diremo la nostra su come èandata e rilanceremo la proposta alivello nazionale affinché nelle listedefinitive ci sia parità di genere.Non ci si rende conto di comequella bocciatura sia stata unabocciatura a se stessi. Non accet-tare che 30mila cittadini avrebbe-ro voluto quella legge, che c’è unacomunità che vuole vedersi rinno-vata e rappresentata nel genere, si-gnifica riaffermare un vecchiomodo di fare politica”.

La beffa, anche volendo riac-ciuffare la proposta, sta nella tem-pistica, con l’ormai imminente rin-novo del consiglio regionale. “C’èil rischio che nella nuova legisla-tura non si possa avere una leggeche garantisca la parità di genere- conclude Rosa Cicolella - Biso-gnava chiudere la partita entro lafine di dicembre, e lo sapevamobene. Probabilmente qualcuno hagiocato proprio perché andasse a fi-nire così”.

Mariangela MarianiRosa Cicolella, Presidente della Commissione regionale Pari Opportunità

“Dona un sogno è un modo pernon lasciare che il ricordo del pro-prio giorno più bello e felice restiabbandonato in un angolo dell’ar-madio, a prendere polvere. Al con-trario, è un modo per rinnovare al-l’infinito la gioia di quel momentodonandola ad un’altra persona, atante persone”. E’ con queste pa-role – poche, semplici e dirette –che la foggiana Tiziana Massimoillustra il suo progetto - “Dona unsogno”, appunto - che si occupa diraccogliere abi-ti nuziali usati, aFoggia e pro-vincia, per do-narli a giovanispose indigenti.

Tiziana, 37anni, divide lesue giornate trala cucina delsuo ristorante (èuna cuoca so-praffina) e l’at-tività teatrale (èattrice e regista, lavora con la com-pagnia “Tr’Attori”), ma dedicagran parte del suo tempo ad attivi-tà di volontariato presso l’hospiceDon Uva.

Questo progetto sul matrimo-

nio, dunque, può considerarsi co-me una costola del suo impegnonel sociale. Una costola solo un po’più romantica e contestualizzata.

“Un progetto che affonda lesue radici nell’altruismo e nella ge-nerosità, senza fine di lucro”, tienea precisare. Il progetto, al momen-to, è nella sua “Fase 1”, ovvero nel-la fase di raccolta degli abiti. “Stia-mo pubblicizzando il progetto intutta la provincia con un battageche parte dalla rete (con una pagi-

na facebook dedicata) per arriva-re fino alle parrocchie”.

Come opererà Dona un sognoè presto detto. Le spose possonodonare il proprio abito all’organiz-zazione che ne acquisisce quindi

tutti i diritti. Gli abiti, poi, possonoessere presi in prestito ed utilizza-ti dalle spose indigenti che ne fac-ciano richiesta, oppure da futurespose che non intendono “investi-re” tanto denaro in un abito, sep-pure speciale. A tutte loro saràchiesta una cauzione di 150 euroche servirà a coprire le spese di la-vanderia e l’assicurazione del-l’abito in caso di danneggiamento(lacerazione del tessuto, smarri-mento degli accessori, mancata

c o n s e g n adell ’abito).Dopo la cele-brazione delmatrimoniol’abito dovràessere ricon-segnato al-l’associazioneche lo mette-rà a disposi-zione di tantealtre spose.Per questo

motivo non saranno previste mo-difiche sostanziali all’abito pre-scelto.

“È un progetto coraggioso eche mi sento di promuovere, pren-dendo esempio da altre realtà si-

milari attive con successo in altreregioni di Italia”.

Al momento, Dona un sogno èancora in fase di rodaggio. Perquesto Tiziana si rivolge “a tutte lepersone coraggiose, che hanno vo-glia e cuore per regalare un sogno.Dopotutto può essere anche unmodo utile e indolore, un’occasio-ne data a tante donne separate odivorziate per trasformare un sim-bolo negativo in un gesto d’amo-re”. L’appello finale, dunque, è alcoraggio. “Al coraggio di non la-sciare nell’armadio un ricordo, mafare in modo che quel ricordo pos-sa vivere sulla pelle di un’altradonna”.

Maria Grazia Frisaldi

Raccogliere abiti nuziali e metterli a disposizione di spose indigenti: un atto d’amore

L’idea della foggiana Tiziana Massimo

Il dono di un abito da sposa

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6 g e n n a i oduemilatredici inchiesta

La casa resta il sogno di ogni italiano, l’espressione concreta in cuis’identifica un nucleo familiare, ma averne una, oggigiorno, è diven-tato un lusso per pochi fortunati.

Casa, dolce casa. Casa, “cara” casa. Nonostante il ribasso, acquistareuna casa diventa sempre più roba da ricchi. E pensare che fino a pocotempo fa l’italiano medio, quello con uno sti-pendio fisso “normale”, oltre a vivere in unacasa di proprietà aveva addirittura anche unpiccolo immobile ereditato e la fondamentalee, quasi immancabile, casa al mare, dove tra-scorrere i periodi di vacanza.

Oggi tutto questo è un sogno e la stes-sa possibilità di comperare una casa per vi-verci, non certo come investimento, appa-re un miraggio.

Non s’investe più nel mattone, anzi ilmattone, per necessità, si svende, quandosi è così fortunati da trovare un acquiren-te, oppure rimane invenduto.

Tanti sono i fattori che stanno mettendoin crisi l’immobiliare: il drammatico anda-mento economico nazionale, la forte disoccupazio-

ne, che non fornisce garanzie per acquisti del genere, il mercato dei mu-tui, sempre più inaccessibile e, ultima stangata, l’IMU con l’aumento del-le tasse. E così, nel 2012 si è assistito ad un brusco arresto delle com-pravendite, con diminuzioni, rispetto all’anno precedente, di oltre un20% delle transazioni (dati dell’Agenzia del Territorio): il primo trimestre

del 2012, infatti, ha registrato un calo del17%. I successivi trimestri hanno peggioratola situazione, con delle diminuzioni semprepiù consistenti e una tendenza al peggio-ramento. La cifra finale, in attesa degli ul-timi dati che saranno disponibili solo a feb-

braio 2013, dovrebbe attestarsi attorno alle460mila compravendite, quasi la metà rispet-to al picco registrato nel 2006, un dato tra i piùbassi degli ultimi 20 anni.

L’attesa di un ritorno al segno più per il Piled altri indicatori (come il reddito disponibile del-

le famiglie) a partire dal 2014 lascia presupporreun miglioramento delle condizioni del mercato im-

mobiliare, anche se la ripresa del mattone è previstanon prima del 2015.

Anna Russo

Crolli delle compravendite: 460 mila nel 2012.

Casa, “cara” casa: averla di proprietà, un lusso

Sembrano essere lontani i “tem-pi d’oro” del settore edilizio, a Fog-gia come nel resto del Paese. Le dif-ficoltà di accesso al credito, lageneralizzata incertezza economi-ca che scoraggia gli investimenti nel“mattone” e, da ultimo, l’introdu-zione dell’Imu, sono tra le cause chehanno determinato una caduta libe-ra del mercato della compravenditadi immobili, soprattutto per quanto ri-guarda l’acquisto per investimento o secondacasa ad uso vacanza. Un “lusso” che molti nonpossono più permettersi. Per il settore dell’edi-lizia, si parla addirittura “della crisi più grave daldopoguerra ad oggi”: ne abbiamo parlato conGerardo Biancofiore, presidente dell’Associa-zione Nazionale Costruttori Edili – A.N.C.E. diFoggia.

Quale scenario si sta profilando?La malattia del nostro territorio è la “sta-

gnazione strutturale”, quella palude nella qua-le la nostra economia è incagliata da tempo e che,solo grazie al settore delle costruzioni, ha potutoritardare una recessione potenzialmente in es-sere già da tempo. Lo scenario sulle possibili viedi uscita da questa recessione che si fa ogni gior-no più grave richiede azioni chiare e decise, vi-sto peraltro che non sembrano avere alcun ef-fetto le “cure” finora somministrate.

Quali sono le misure necessarie per inver-tire la tendenza negativa in atto?

C’è una serie impietosa di nodi da scioglie-re: la crescita abnorme del peso fiscale, i ritar-dati pagamenti della pubblica amministrazione,l’Imu. Noi partecipiamo allo sforzo della comunitàe quindi subiamo, come tutti del resto, il costodell’imposta sugli immobili che utilizziamo per lanostra attività, ma non accettiamo di pagare unaimposta patrimoniale su prodotti realizzati peressere ancora venduti. Questo presenta una gra-ve distorsione, anche l’Europa lo dice.

Benché si sia ancora lontani dal parlare di“paralisi” nel settore delle costruzioni, è in-dubbio che questa congiuntura negativa stia in-

teressando, di riflesso, tutti i com-parti legati a doppio filo all’edili-zia….

Sul piano generale è necessa-rio che, per il nostro settore, vi siauna visione condivisa da parte del-l’intera società, come avviene in al-tri Paesi europei, dove il mercatoimmobiliare residenziale è stato in-centivato, ad esempio, con mutui atasso zero per l’acquisto della casa

per giovani coppie. Condizione importante pertornare a crescere è comunque il concreto coin-volgimento delle banche: i mutui concessi nel2012 sono diminuiti del 50% benché nell’edili-zia la bolla immobiliare non esista.

In questo senso, l’Ance Foggia rappresen-ta il principale “centro di raccolta” delle pro-blematiche del settore…

Quello che sta accadendo in provincia diFoggia è fortemente preoccupante sotto il profi-lo sociale: sono oltre 6000 i lavoratori che hannoperso il posto di lavoro nella nostra Provincia.Quello che spaventa sempre più è, inoltre, unapolitica economica di rigore che penalizza il set-tore delle costruzioni. Le previsioni 2013 ci dico-no che non ci sono le condizioni di ripresa, men-tre alcuni provvedimenti di incentivazione delmercato delle costruzioni contenuti nel decretosviluppo hanno bisogno di tempi lunghi per l’av-vio e di un quadro di risorse certo. Il riferimento èal Piano Città. Bisogna allora accelerare l’utilizzodi fondi strutturali e Fas perché buona parte diqueste risorse è ancora inutilizzata. L’appello chenoi imprenditori lanciamo è che abbiamo biso-gno di persone che decidano e che poi dalle de-libere si passi all’apertura di cantieri. C’è bisognodi persone capaci e competenti per risolvere bril-lantemente problemi complessi ed assicurare lacapacità di generare innovazione continua e du-ratura. Lo sviluppo del territorio non si improvvi-sa, ma si costruisce, sulla base di una strategiacompetitiva, di una visione del territorio, di obiet-tivi misurabili e di azioni concrete.

Maria Grazia Frisaldi

Fino a qualche tempo fa,negli anni del boom del mattone,bisognava tampinarli per otte-nere un appuntamento. Oggisono loro stessi a dover rincorrerei clienti, sempre meno disponibilia farsi prendere. La categoria de-gli angenti immobiliari ha vistouna enorme espansione a Foggianell’ultimo decennio arrivando atoccare la quota di settanta pre-senze in città. Oggi gli affari non sono piùquelli di un tempo e la crisi del mercato ha col-pito anche loro. Valeria ritrovato, titolare di PiùCase.it ci offrec il suo punto di vista sulla si-tuazione attuale.

Il Mercato del mattone è in crisi?Rispetto al 2011, nell’anno appena tra-

scorso c’è stato un calo delle compravenditedel 20% circa. Le cause sono da ricercare, inparticolare, per la nostra esperienza, nel dif-ficile accesso al credito, ma anche nella crisigenerale e nella disoccupazione.

L’IMU può aver peggiorato una situa-zione già difficile?

Certo, con l’applicazione del massimo del-l’aliquota, come è accaduto a Foggia, ha fre-nato o quantomeno spinto la gente a riflette-re bene sulla necessità di acquistare per in-vestire. Per esempio, in tutto il 2012 la miaagenzia ha avuto pochissime richieste dicase al mare. E ovviamente sul mercato ce nesono tantissime. E’ invece aumentata la ri-chiesta di case in campagna, in particolarecome prima abitazione, sia come scelta di vitama anche per esigenze economiche perché èindubbio che il costo sia inferiore. Oggi chi in-tende acquistare la seconda casa ci chiede, trale altre cose, anche quanto il proprietario pre-cedente ha pagato di IMU per farsi un’ideadelle spese che dovrà sostenere in futuro.

Qual è il rapporto tra offerta e richiesta?Sicuramente c’è più offerta perché oggi

a Foggia ci sono molti appartamenti nuovi an-cora invenduti. Ciò non significa però che nonci sia esigenza abitativa, anzi. Purtroppo è la

disponibilità all’acquisto che siè ridotta notevolmente.

La tipologia di locale più ri-chiesta?

La richiesta maggiore è perl’appartamento di tre vani di 80-100 metri quadri che nel corsodel tempo possa rispondere alleesigenze future.

Chi si rivolge a voi?Per la prima casa soprattut-

to giovani che dal punto di vista economicosi affidano ai genitori. Si orientano sul nuovo,ma anche sul vecchio, che costa meno, da ri-strutturare in un secondo momento. Perquanto riguarda le seconde case, oggi sonopochissimi coloro che vogliono investire e selo fanno, non acquistano a Foggia, ma in gran-di città come Roma dove i prezzi si stanno ab-bassando più velocemente.

Quali sono i prezzi di oggi a Foggia?In periferia il nuovo costa 1.500-1.800 euro

al metro quadro (rispetto ai 2.000 degli scor-si anni). In zona semicentrale 2.300-2.500 eurorispetto ai 3.000 precedenti. Per quanto con-cerne l’usato, è chiaro che la valutazione deb-ba essere congrua alla situazione del merca-to attuale per cui, spesso, i proprietari hannodovuto abbassare le proprie pretese.

Previsioni per il futuro?Senza una stabilità del Paese, senza una

serenità anche economica a livello naziona-le, non credo che ci saranno miglioramenti evi-denti nell’immediato. Bisogna riacquistare lafiducia, solo così il mercato si muoverà in ma-niera diversa.

a.r.

IL PUNTO DI VISTA DEGLI ESPERTI

Lontani i tempi d’oro dell’edilizia

Valeria Ritrovato Agente immobiliare

Gerardo BiancofiorePres. A.N.C.E. Foggia

Gerardo Biancofiore, presidente A.N.C.E. di Foggia Valeria Ritrovato, titolare di Più Case.it

Contrazione del mercato: i perché della crisi

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7g e n n a i oduemilatrediciinchiesta

Crolla il mercato del mattone. Tra le cause: crisi economica, disoccupazione, inaccessibilità dei mutui. E una stangata di nome IMU

È il dato tra i più bassi degli ultimi vent’anni

In un anno le imposte sugli immobi-li sono cresciute del 36,8%: nel 2012, in-fatti, hanno portato nelle casse delloStato e dei Comuni circa 44,2 miliardi dieuro (fonte Il Sole 24 Ore, 10 Gennaio2013). Protagonista diquesta cavalcata è l’IMUche lo scorso anno, travarie polemiche, ha so-stituito l’ICI, introdottanel 1992. Come impostapatrimoniale, l’IMU è pro-porzionale e non pro-gressiva: ciò significa chel’aliquota applicata, scel-ta dai Comuni, è ugualeper tutti. Ciò che fa va-riare l’importo dell’impo-sta è la grandezza delpatrimonio, senza chevenga presa in considerazione la capa-cità reddituale del singolo. Per questo,due cittadini titolari di redditi diversi mapossessori di due abitazioni con le stes-se caratteristiche, pagheranno la stessa

imposta che però avrà un peso differen-te sulle le finanze delle famiglie in que-stione (più pesante per quella meno ab-biente).

L’IMU, così come è stata formulata loscorso anno, ha incontra-to infatti molte bocciatu-re. Ultima, quella dellaCommissione Europeache l’ha considerata unatassa iniqua. Vero è che,rispetto all’ICI, l’IMU haoperato un prelievo eco-nomico ingente dalle cas-se delle famiglie italianetanto da diventare unodegli argomenti su cui sista poggiando maggior-mente l’attuale campa-gna elettorale.

“Dal 1997 - spiega Raffaele Romano,direttore del CAF CISL - l’ICI non ha piùprodotto prelievo fiscale sulla prima abi-tazione e sulle sue pertinenze. L’IMU, in-vece, non ha previsto agevolazioni in que-

sta direzione colpendo anche i titolari diun’unica casa e applicando aliquote for-temente penalizzanti rispetto all’ICI. Nelcalcolo dell’IMU viene riconosciuta unaprima detrazione che ammonta a 200euro e riguarda indistintamente tutti i pro-prietari di prime case ed una ulteriore de-stinata ai possessori dell’abitazione prin-cipale, pari a 50 euro per ogni figlio sot-to i 26 anni che vive in famiglia. Il tettomassimo di tale detrazione è di 400euro. Per ora tale detrazione ai fini fa-miliari viene riconosciuta sia per il 2012che per il 2013, ma nulla è stato decisoper il 2014. L’ICI prevedeva ulterioricondizioni agevolate. Per esempio, per leseconde abitazioni affittate ai sensi del-la legge 431, art. 2 comma 3 a canone cal-mierato nei comuni ad alta densità de-mografica come Foggia, il proprietariogodeva del vantaggio dell’esenzionedall’ICI. Questo non è stato previsto dal-l’IMU”.

Una dimenticanza o forse un erroregrossolano ha riguardato inoltre le abi-tazioni di proprietà di anziani o disabiliche acquisiscono la residenza in un isti-tuto di ricovero al quale gli stessi versa-no una retta che molto spesso coincidecon l’intera pensione percepita. “Perloro l’IMU è stata calcolata come su una

seconda abitazione. Cosa che non acca-deva con l’ICI”.

Un’altra differenza degna di nota è laminore flessibilità dei Comuni nella mo-dalità di applicazione delle detrazioni percasi particolari come le abitazioni con-cesse in comodato d’uso gratuito in linearetta o collaterale. “Ai tempi dell’ICI, seuna seconda casa veniva concessa in co-modato gratuito da un genitore al propriofiglio, questa era considerata prima casaper cui non era sottoposta ad imposta.Con l’IMU è a tutti gli effetti tassabilecome seconda casa, anche se il proprie-tario non ne percepisce l’affitto”.

Ma c’è di più. “Per effetto dell’IMU ilcittadino è obbligato a pagare l’IRPEF su-gli immobili dati in locazione, mentre i lo-cali a disposizione del proprietario non sonooggetto di imposizione fiscale sul reddito.Ciò produce ancora una volta una discri-minazione nei confronti dei contribuenti conredditi più bassi, che non usufruiscono dinuove agevolazioni perché già prima l’abi-tazione principale era esente da IRPEF.L’agevolazione oggi è, in pratica, nei con-fronti di chi ha più case sfitte”.

Si calcola che l’IMU abbia pesato sul-le tasche degli italiani in media 300euro per la prima abitazione.

a.r.

per pochi. Quella al mare, un miraggio

Il nemico si chiama IMU

Raffaele Romano Direttore CAF CISL

Sommersi dalle tasse

Le cause delle difficoltà di accesso alcredito sono tante. È un dato di fatto che daun paio d’anni le banche hanno ristretto lapossibilità di concedere mutui sia a perso-ne fisiche (famiglie) che giuridiche (azien-de). Questo è successo per vari motivi. Èuna questione complessa, che ha originilontane, nel meccanismo stesso di funzio-namento delle banche. Un intreccio di si-tuazioni ben chiare a Giuseppe Presti,promotore finanziario foggiano. “La bancaè un intermediario finanziario che ha fun-zione di prendere il denaro da chi ne ha ladisponibilità e darlo a chi ne necessita. Inquesta attività di intermediazione c’è il gua-dagno della banca”. La banca però, nonpresta tutto il denaro che raccoglie ma hal’obbligo di investirne una parte in liquidi-tà per far fronte alla necessità improvvisadi quegli investitori che ne abbiano bisogno.“In quest’ultimo periodo, sia per la crisi eco-nomica sia per un certo timore diffuso, ungran numero di investitori ha disinvestitocontemporaneamente lasciando la banca inuna improvvisa crisi di liquidità perché laquota di denaro che non aveva prestato nonera sufficiente a gestire questa fase dirientro dei crediti”. Come ha pensato di ri-solvere questo problema? Approvvigio-nandosi presso altre banche (prestito in-

terbancario). Le banche hanno cominciatoperò a non fidarsi più tra loro per cui quel-la che si trova in crisi di liquidità è vistacome soggetto a rischio, a cui non conce-dere più mutui. “Si è pensato di rivolgersialla BCE (Banca CentraleEuropea) che presta il dena-ro, ma vuole che le banchegarantiscano il prestito ac-quistando titoli di Stato. Inquesti ultimi due anni però ititoli di Stato di Paesi a ri-schio default come Grecia,Italia, Spagna, Portogallo,hanno avuto un crollo delleloro quotazioni per cui i lorotitoli di Stato sono diventatititoli spazzatura, completa-mente svalutati”. Per taleragione, la BCE, avendo minori garanzie ri-spetto a quelle fornite dagli stessi titoli ban-cari qualche anno prima, ha potuto conce-dere un credito inferiore. “Per di più, le ban-che hanno investito la propria liquidità an-che in titoli tossici che provenivano dal-l’America dove, fino a due anni fa, si ero-gavano mutui con grande facilità finan-ziando più del 100% del costo degli ap-partamenti perché l’economia andava, i po-sti di lavoro c’erano per cui si ritenevano le

famiglie in grado di restituire il prestito.Quando è iniziata a paventarsi la crisieconomica le banche americane hannocartolarizzato questi mutui, concessi anchea soggetti con scarse garanzie economiche,

e hanno venduto il prodottoottenuto alle banche europeead un prezzo inferiore ri-spetto al loro valore”. Un fin-to affare perché, quando inAmerica le famiglie non han-no potuto far fronte ai loro im-pegni economici, le bancheamericane potevano contaresui frutti della cartolarizza-zione, mentre quelle europeesono rimaste proprietarie dititoli senza valore. “È chiaroche, in tale contingenza, le

banche si siano trovate in una forte crisi diliquidità e quando la BCE ha concesso loroprestiti al tasso dell’1%, anziché immette-re il denaro nell’economia reale, lo hannoutilizzato per coprire le perdite dei propribilanci, dovute a queste operazioni infrut-tuose. Hanno così deciso di chiudere i ru-binetti rifiutando ogni tipo di erogazione aimprese e famiglie, provocando una con-trazione ulteriore dell’economia”. Diversebanche, infatti, da maggio a dicembre

2012 non hanno più concesso mutui. “Al-tre, poche in realtà, hanno continuato aderogare facendo una selezione ristrettadei richiedenti e innalzando i parametri diaccesso al credito.

Ha ottenuto il mutuo chi dispone di unreddito talmente alto e certo da poter ga-rantire pienamente la banca in merito allarestituzione del capitale in prestito. Hannoinoltre aumentato lo spread, il guadagno ef-fettivo della banca, che è la parte variabi-le del tasso di interesse. Tanto che in Italiaabbiamo i tassi più alti d’Europa”. Le ban-che italiane, in pratica, stanno tenendo glispread più elevati delle altre banche eu-ropee perché fanno poche operazioni chedevono risultare fruttuose. “Gli spread po-tranno diminuire quando la banca sarà ingrado di elargire un numero maggiore dimutui per cui potrà anche ridurre il marginedi guadagno sulla singola operazione”.Se ne uscirà? “Quando le condizioni eco-nomiche andranno migliorando, quando cisaranno meno licenziamenti e meno lavo-ratori in cassa integrazione, allora più sog-getti, famiglie e aziende, potranno riaffac-ciarsi in banca con un merito creditizio mi-gliore. Allora anche da un punto di vista fi-nanziario la situazione migliorerà”.

a.r.

Giuseppe PrestiPromotore finanziario

Dalla crisi economica a quella finanziaria

Concessione dei mutui: le banche chiudono i rubinetti

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8 g e n n a i oduemilatredici attualità & cultura

Maria Rosaria lo Muzio: “Che lo Stato si faccia garante dei diritti di tutti”

La denuncia dell’associazione radicale “Mariateresa Di Lascia”

Il carcere dei bambini

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

Chi era Guglielmo Pepe?Alcune strade della nostra città

sono intitolate a personalità politichee militari non conterranee; tra que-ste ricordiamo il generale GuglielmoPepe (Squillace 1783 – Torino 1855),cui è dedicato il breve tratto urbanoche ha inizio in Via G. Rosati e termi-na in Via L. Zuppetta.

Guglielmo nasce in una delle mi-gliori famiglie del Regno; il padreGregorio, ottimo genitore, saggio egeneroso, ri-marrà tra le fi-gure a lui piùcare. All’età disette anni entranel Real Con-vitto di Catan-zaro, ove inse-gnavano i piùillustri letteratie uomini di cul-tura del tempoe nel 1797, co-me cadetto, nelReal Collegiomilitare di Napoli. “Correva l’anno1797 ed io, che toccava già i quattor-dici anni, avrei potuto nel collegio diCatanzaro proseguire con buon suc-cesso i miei studi, se una vivissimabrama, anzi una smania di entrarenella carriera militare, non me neavesse distolto” così scrive nelle sueprime Memorie pubblicate a Pariginel 1847: «Per rintuzzare le calunnielanciate contro le virtù militari dei pa-trioti».

Giovane ufficiale, combatte con-tro le bande del cardinale Ruffo du-rante l’agonia della Repubblica Par-tenopea del 1799 ed è al fianco diGioacchino Murat sino al 1815, dopoaver sofferto l’esilio. Nel luglio del1820 è tra i capi della rivoluzione e,generale a Rieti, il 7 marzo 1821 ten-ta di fermare i disciplinati reggimen-ti austriaci del Frimont con “le suetorme di volontari”. Dopo l’eroica di-

fesa di Vene-zia del 1849,G u g l i e l m oPepe ritornain esilio a Pa-rigi, ove scri-ve L’Italia ne-gli anni 1847,’48, ‘49. Lasua prosa, lu-cida e disa-dorna, mira afornire nomi enotizie; tal-volta si apre

ad ampi squarci descrittivi o espres-sioni commosse nelle quali si scorgela sua salda fondazione di classicista.Il contributo di pensiero e di azione,la fedeltà e l’impegno convinto neivalori di Libertà, Unità e Indipen-denza dell’Italia lo rendono immor-tale per la Patria e per l’Umanità, co-me scrive G. Mazzini: «La causanazionale ha in voi, Generale, unadelle glorie più incontaminate».

Rina Di Giorgio Cavaliere

L’ANGOLO DELLA CULTURA

Nel lager della memoriaCi avviciniamo al Giorno della Memo-

ria, fissato il 27 gennaio di ogni anno, per lacommemorazione dell’Olocausto, datascelta perché il 27 gennaio 1945 i prigio-nieri del lager di Auschwitz furono libera-ti dall’Armata russa. In quel campo vi eraanche Primo Levi, il numero 174517, di cuinel 2012 ricorse il venticinquesimo dellamorte. L’uomo che, dopo quasi un anno diinternamento si trovò improvvisamente li-bero, era fortemente segnato dall’espe-rienza del campo di sterminio, in cui eraentrato nel febbraio del ‘44 insieme ad al-tri 650 ebrei: ne rimasero alla fine 15 uo-mini e otto donne.

Per ritornare a casa, a Torino, impiegòdiversi mesi, girovagando tra i Paesi del-l’Est, in un lungo e travagliato viaggio. Diprofessione era chimico, ed alla chimicadovette forse la sua vita perché lo selezio-narono per lavorare nella fabbrica tedescadi Buna. Da chimico divenne scrittore, co-me suol dirsi, “sul campo” perché nel la-ger maturò la sua ispirazione, nella volon-tà di affermare la difesa dei valori umani, ilriscatto dell’uomo contro tutto ciò che il po-tere e la quotidiana barbarie possono alle-stire per la sua distruzione o il suo avvili-mento. Questo è palese fin dal titolo dellibro Se questo è un uomo, pubblicato per laprima volta nel ‘. Cinque anni dopo ,con Latregua,racconto dell’odissea del ritorno inItalia, vinceva il premio Campiello. Tutti icritici ed i suoi lettori concordano sullo sti-le asciutto, distaccato, quasi scientifico concui narra le terribili esperienze sue e deicorreligionari. Eppure, nonostante il suc-

cesso, durante un colloquio con un amicoscrittore il quale gli chiedeva se talvolta ilricordo del lager lo perseguitasse ancora, ri-spose: <Da quel lager non sono mai usci-to>. Quella frase rivelava la strenua lottadi un uomo contro il proprio passato, chealla fine ebbe la meglio su di lui e lo so-praffece. Fu un incidente quella cadutanella tromba delle scale, o fu suicidio? Daquel giorno del 1987, continuiamo a chie-dercelo.

Ricordiamo lo scrittore con una dellesue ultime poesie intitolata Cuore di le-gno:< Il mio vicino di casa è robusto./ E’ unippocastano di Corso Re Umberto;/ Ha lamia età ma non la dimostra./ Alberga pas-seri e merli, ma non ha vergogna,/ In apri-le, di spingere gemme e foglie./ Fiori fra-gili a maggio,/ A settembre ricci dalle spineinnocue/ Con dentro lucide castagne e tan-niche./ E’ un impostore, ma ingenuo: vuo-le farsi credere/ Emulo del suo bravo fra-tello di montagna/ Signore di frutti dolci edi frutti preziosi./ Non vive bene. Gli cal-pestano le radici/ I tram numero otto e di-ciannove./ Ogni cinque minuti ne rimaneintronato/ E cresce storto, come se volesseandarsene./ Anno per anno, succhia lentiveleni/ Dal sottosuolo saturo di metano;/Le rughe del suo sughero sono intasate/Dalla polvere settica dei viali;/ Sotto la scor-za pendono crisalidi/ morte, che non di-verranno mai farfalle./ Eppure, nel suo tor-pido cuore di legno/ sente e gode il tornaredelle stagioni>.

Ma Primo Levi non aveva il cuore di legnoed ad un certo punto il suo s’è spezzato.

a cura della prof.ssaRaffaella Scolozzi

Si dice che l’esperienza del car-cere segni per tutta la vita. E allo-ra cosa sarà di loro, tre piccoli de-tenuti senza alcuna colpa, rinchiu-si nel carcere di Foggia insieme alleloro madri? A denunciare la tristecondizione dei tre piccoli, una bim-ba di due anni, un maschietto di unanno e mezzo e una neonata di po-chi giorni, è stata l’associazione ra-dicale di Foggia “Mariateresa DiLascia” che alla vigilia di Natale hafatto visita ai detenuti. Nella dele-gazione anche Maria Rosaria loMuzio.

“Abbiamo visitato sia le sezio-ni maschili che quelle femminili.Nella sezione femminile le detenu-te sono stipate in celle troppo pic-cole, fredde e con molte difficoltà,ad esempio, per la cura dell’igienepersonale. Le tre detenute con i fi-

gli stanno invece in camere sepa-rate, una di loro occupa la stanza,che dovrebbe fungere da spazio-nido”.

In generale come vivono que-sti piccoli? Cosa è permesso fareloro?

“Ai bambini e alle loro madrinon è consentito alcunché, perché

manca lo spazio per farequalsiasi cosa. Le mammepasseggiano, mano nellamano con i propri figli, perore, in un angusto corridoioadiacente le camerette”.

Cosa vi ha colpito dipiù?

“Si tratta di tre situazio-ni molto diverse. Forse la piùterribile è quella della madrein carcere, da oltre un anno,

con la figlia di poco più di due anni.La bambina è chiaramente prova-ta, non sorride, non comunica, ciguardava smarrita. L’altra madre èin carcere da due mesi. Il bimbo cheha con sé ha un anno e mezzo, luisorride e comunica più facilmente.La terza madre è stata arrestata in-cinta di 3 mesi. L’hanno fatta par-torire al Policlinico di Bari e poil’hanno riportata in cella. La suabambina aveva pochi giorni di vitaquando l’abbiamo incontrata”.

Qual è lo stato d’animo diquelle madri?

“Sono chiaramente in difficoltà,immaginate cosa possa significarevivere in una condizione di totale re-strizione della libertà avendo inbraccio un figlio piccolo. Inoltresono tutte e tre straniere, il che lerende più fragili”.

Ritenete che siano stati viola-ti dei diritti?

“La Carta dei Diritti dei detenutie degli internati, riprendendo ciòche la nostra legislazione stabilisce,recita chiaramente che: Non può es-sere disposta né mantenuta la cu-stodia cautelare in carcere nei con-fronti di donne incinte o madri conprole di età non superiore ai seianni, salvo che sussistano esigenzecautelari di eccezionale rilevanza.

L’esecuzione penale è differita neiconfronti di donne incinte o madridi infanti inferiori di un anno; puòaltresì essere differita l’esecuzionepenale nei confronti di madri conprole di età inferiore ai tre anni;l’esecuzione della sanzione dellaesclusione dalle attività in comuneè sospesa nei confronti delle donnegestanti e delle puerpere fino a seimesi e delle madri che allattano lapropria prole fino a un anno. In basea ciò sì, riteniamo chesiano stati violati dei di-ritti”.

Avete inoltrato spe-cifiche richieste?

“Abbiamo chiesto unincontro alla Direttricedel carcere, che ci rice-verà nei prossimi giorni.Inoltre abbiamo inviatouna lettera aperta al Ga-rante regionale per i di-ritti dei detenuti, con il

quale abbiamo poi stabilito un con-tatto e che incontreremo a Bari.L’Associazione radicale Mariatere-sa Di Lascia considera la battagliasulla giustizia l’emergenza princi-pale del nostro Paese e, in sintoniacon ciò che da anni hanno messo incampo i Radicali in tutta Italia, per-segue con tenacia l’obiettivo di farcomprendere a tutti i cittadini comequeste questioni riguardino tutti,non solo coloro che stanno dietro lesbarre. Indietreggiare sul frontedei diritti significa accettare che for-me di illegalità diventino norma,consuetudine. Noi vogliamo unoStato che sia garante dei diritti pertutti, che applichi i principi dellaCarta Costituzionale, che sanciscele regole della nostra comunità”.

Anna Russo

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9g e n n a i oduemilatrediciPromotion

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10 g e n n a i oduemilatredici sociale

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11g e n n a i oduemilatredici

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12 g e n n a i oduemilatredici benessere

La parodontite, meglio cono-sciuta come piorrea, è un’infe-zione batterica che colpiscel’apparato di sostegno del den-te e rappresenta la principalecausa di perdita di denti negliadulti. Alcuni dati allarmantimostrano come quasi il 60%degli adulti italiani ne sia affetto,di cui il 14% in forma grave. Tale pa-tologia è causata da svariate specie bat-teriche che causano severi danni ai tessuti checircondano il dente, come le gengive e l’os-so. Dai sintomi iniziali (sanguinamento, doloree comparsa di alitosi) si arriva, più o meno inbreve tempo, alla mobilità dentaria che puòportare alla perdita del dente. La progressio-ne della malattia dipende sì dal tipo di batteripresenti nella nostra bocca, ma anche dalla ri-sposta immunitaria del nostro organismo,diversa da individuo a individuo. Il danno chequesti batteri provocano non è limitato allabocca, ma può estendersi al resto del corpo inquanto gli stessi possono entrare nel circolosanguigno e diffondersi. Numerosi studi han-

no ormai evidenziato con chiarez-za la stretta associazione tra pa-

rodontite e numerose patologiesistemiche. Vediamo quali conla Dott.ssa Eleonora Maenza,direttore sanitario della clini-ca odontoiatrica Microdent di

Bari e dello Studio Maenza diBologna, centri specializzati nel

trattamento non chirurgico laser as-sistito della malattia parodontale secondo

i protocolli di Excellence Dental Network a cuientrambe le cliniche sono affiliate.

Patologie cardiovascolariI batteri parodontali entrati in circolo pos-

sono contribuire alla formazione di placcheaterosclerotiche, causeprincipali di infarto delmiocardio e ictus ische-mico. Non meno im-portante risulta essere iltrofismo, ossia la capa-cità di localizzazione,che i batteri parodontalihanno verso protesi va-scolari e pace maker. Inparticolare un batterio,chiamato Porphiromonas Gingivalis, ha unaforte capacità di legami ai vasi cardiaci e la suapresenza è verificabile grazie ad un semplicetest microbiologico. L’associazione con questepatologie è anche inversa: i soggetti cardio-patici sviluppano con maggiore frequenza laparodontite.

DiabeteÈ noto che i soggetti diabetici presenta-

no un deficit immunitario importante che por-ta alla comparsa di infezioni gravi e persistenti.Tra queste la parodontite che nei soggetti dia-betici è particolarmente frequente e di gradosevero. Inoltre, i batteri implicati nella pato-genesi della parodontite contribuiscono neltempo all’insulino-resistenza e ciò rende piùdifficoltosa la gestione del diabete pre-esi-stente.

Complicanze in gravidanza e post-nataliNumerosi studi affermano la correlazio-

ne con complicanze in gravidanza come il par-to pre-termine o il basso peso alla nascita conconseguenti deficit neurologici o comporta-mentali del neonato. Risulta quindi utile con-trollare lo stato di salute delle donne in età fer-

tile, con l’obiettivo diprevenire e trattare lamalattia parodontaleper ridurre gli effettinegativi delle infezioniorali sul decorso dellagravidanza. Un recen-te studio condotto inAustralia ha inoltremesso in relazione l’in-fertilità femminile con i

batteri della malattia parodontale e la rela-zione è vera anche per gli uomini: coloro chesono affetti da parodontite soffrono più fre-quentemente di disfunzioni erettili.

OsteoporosiLa vitamina D gioca un ruolo fondamen-

tale nel mantenimento del tessuto osseo. Lasua carenza costituisce un fattore di rischio perla comparsa dell’osteoporosi. La malattia ha

delle ripercussioni anche sulle ossa mascel-lari che, demineralizzandosi, favoriscono l’in-sorgenza e rendono più grave il decorso del-la parodontite. Risulta possibile con un sem-plice test genetico valutare l’eventuale alte-razione del recettore per la vitamina D per-mettendo di effettuare con largo anticipo unadiagnosi di predisposizione per l’osteoporo-si e di conseguenza anche per la parodonti-te. In tal modo si potranno mettere in atto tut-te le misure idonee per prevenire o renderemeno aggressive le due patologie.

Questi dati fanno emergere l’importanzache riveste l’eseguire una corretta diagnosi eterapia della parodontite. Infatti, oltre alle se-vere alterazioni estetiche e funzionali che lamalattia causa a livello locale, non sono da sot-tovalutare le implicazioni che essa ha con lasalute e il benessere dell’intero organismo:una bocca sana mantiene il corpo sano!

La parodontite è la principale causa di perdita dei denti

Per contatti: Dr.ssa Eleonora MaenzaMICRODENT Bari - Via Calefati, 1330802141954 www.microdentbari.it

Numerosi studi hanno evidenziato la stretta associazione con numerose patologie sistemiche

Bocca sana per un corpo sano

L’anno nuovo parte col piede giusto se lo si costella sin da subi-to di buone abitudini: chi tinge i capelli potrà avvalersi delle nuo-ve colorazioni naturali; il salone Alterego propone l’innovativaColortherapy, un sistema di tinture professionali ecologica-mente controllate, in grado di garantire le massime performancedi copertura dei capelli bianchi e di schiaritura basandosi sul-l’utilizzo di materie prime completamente prive di ammoniaca.

Wash&Go: un taglio eseguitoperfettamente sotto il profilo

tecnico, ma che si asciuga in modosemplice e veloce, garantendo un’ot-tima vestibilità nella vita di tutti i gior-ni. In questo modo Alex di Alteregopuò esprimere comunque la sua crea-tività ma la donna non troverà alcunadifficoltà di gestione nella quotidia-nità. Il Wash&Go è la soluzione idea-le per chi desidera un hairstyle mo-derno, ma che al tempo stessopermetta di essere sempre in ordineuna volta uscite dal salone. Tuttavia lostile di vita moderno ci impone ritmi frenetici, tempi stretti e tanto stress:un cocktail negativo che mette in crisi il benessere dei nostri capelli.

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Una tazza fumante da sorseggiare da-vanti al camino: ecco uno dei piccoli piace-ri dell’inverno. Un piacere da far diventareuna buona abitudine, soprattutto se al postodella cioccolata calda si prediligono le tisa-ne. Considerate inizialmente dei blandipalliativi in grado di camuffare il sensodella fame, le tisane hanno conquistatouna grossa fetta di consumatori con la lorocomprovata efficacia: si tratta di preparatifondamentali della fitoterapia contenenti oliessenziali, vitamine, minerali, oligoelementiin grado di coadiuvare il benessere fisico ementale. Gli effetti positivi delle tisane sonoriscontrabili in una migliore idratazione e de-purazione del corpo nonché nell’elimina-zione della fame nervosa. In commercio sonodisponibili numerose tipologie adatte ad ogninecessità come quelle drenanti, disintossi-canti o in grado di attivare il metabolismo.Queste si possono acquistare sfuse dal ri-venditore autorizzato di fiducia; il potere del-le erbe va salvaguardato con alcune accor-tezze: quelle essiccate non vanno conservateper oltre sei mesi, i recipienti in cui farle bol-lire devono essere alti e in acciaio in ossi-dabile dotate di coperchio. Quest’ultimodeve essere tenuto sempre, in modo da nonfar disperdere gli oli volatili. La tisana va be-vuta poco dopo la preparazione, evitando lozucchero apportatore di inutili calorie. Il dol-cificante ideale per le tisane è il miele se-miliquido: ha la virtù di potenziare l’effettodei principi attivi. Le tisane possono esseredelle utili alleate per mantenimento della li-nea. Prima di iniziare una dieta equilibrataè utile assumere per una settimana tisane de-purative al cardo, bardana o alla menta, pereliminare dal corpo tutte le scorie accumu-late durante le feste. Semi di finocchio,

anice, cumino e menta secca sono le erbevincenti contro il gonfiore addominale:sgonfiare la pancia è infatti già un bel pas-so avanti per recuperare qualche centime-tro del giro vita che si è allargato durante lefestività. Segue la fase del drenaggio, in cuisi contrastano gonfiore e ritenzione idrica confoglie e fiori di biancospino, betulla e fras-sino. Di solito con la ritenzione idrica com-pare anche la cellulite: le erbe come il sam-buco, l’olmaria e l’equiseto sono le più fa-mose per combattere la buccia d’arancia. Va-lide sono comunque tutte quelle tisane dre-nanti e lo sciroppo d’acero.

Non solo bellezza ma anche salute: leerbe rappresentano un ottimo rimedio con-tro i comuni malanni di stagione. Le fogliedi crescione, lo zenzero, gli agrumi e il ra-fano tritato: ecco alcuni degli ingredienti concui preparare sciroppi fai da te per contra-stare sintomi influenzali, tosse secca e maldi gola. Ci sono poi alcuni fiori, radici e fo-glie da tenere sempre a portata di mano peri piccoli disturbi quotidiani da combatterecon gli infusi: la calendula contrasta il raf-freddore; la malva ha effetti lenitivi e scon-figge lievi episodi di cistite. Il tarassaco haproprietà digestive – ideale dopo pranzi ab-bondanti – e la camomilla è una delle più va-lide erbe antispasmodiche da assumere an-che in caso di mal di pancia. La natura of-fre molteplici soluzioni ai nostri problemi: conl’aiuto di un esperto erborista possiamotrarre benefici e vantaggi senza ricorrere airimedi artificiali.

Dalila Campanile

Benefici e vantaggi dalla natura

13g e n n a i oduemilatredicinatura

Utile contro il senso di gonfiore, vanta ancheproprietà antitumorali e antibatteriche

Dall’acero del Canada un alleato contro la cellulite

A CURA DEL DOTT. D’ALESSANDRO

Famoso per le sue proprietà drenanti e de-purative, lo sciroppo d’acero è consigliato nelcaso in cui si voglia seguireuna cura disintossicante pereliminare le tossine accu-mulate, soprattutto dopo pe-riodi in cui si è esagerato nelmangiare o dopo grandi ab-buffate. Il modo migliore perassumerlo è diluirne 2-3cucchiai in una bottigliad’acqua da litro, o anchepiù, e berlo di mattina a sto-maco vuoto, per avere unaforte sensazione di sgonfia-mento e depurazione. Agi-sce in particolar modo sullamassa grassa della parte ad-

dominale svolgendo un’azione dimagrante edeterminando una riduzione di peso di 2-3 kgnell’arco di un mese. Ha grandi proprietà an-tistipsi, emollienti e rinfrescanti e può dare no-

tevoli benefici sia in caso digastrite che di colon irrita-bile. Grazie alle sue pro-prietà diuretiche e snellen-ti, è un buon alleato per chivuol contrastare la cellulite.

Oltre a questa capacitàdrenante, lo sciroppo d’ace-ro vanta una importantefunzione remineralizzante(grazie soprattutto al conte-nuto in ferro e calcio) ed an-che, a quanto risulta dagliultimi studi effettuati, pro-prietà antitumorali e anti-batteriche.

Lo sciroppo degli dei

Infusi, tisane e sciroppi: gli alleati naturali per mantenere la linea e proteggerci dai malanni di stagione

Benessere da bere

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14 g e n n a i oduemilatredici alimentazione

Pochi immaginano che nel nostro addo-me sia contenuto un campo da tennis. Eppuresono queste le dimensioni che la superficie in-testinale, grazie a un sofisticato sistema di ri-piegamento, costituito da anse e villi, pos-siede. Questa enorme superficie di esposi-zione ha numerose funzioni, tra cui quella im-portantissima di digerire gli alimenti. Tutta-via, una funzione non meno importante èquella di fornire un’ampia superficie di con-tatto alle decine di migliaia di batteri presentinell’intestino, che costituiscono la flora mi-crobica intestinale.

La flora intestinale protegge dalle ag-gressioni

La flora microbica intestinale determinauna sorta di “vaccinazione” costante del-l’organismo. Ciò comporta una continua sti-molazione delle difese, per-mettendo, così, una reatti-vità immunitaria pronta edefficace contro i numerosigermi e batteri, ma anchecontro le cellule degenera-te, che ogni giorno minac-ciano la nostra vita.

Infatti, un sistema im-munitario ben funzionanterappresenta una sorta diassicurazione contro tutte lemalattie (dalla banale in-fluenza al cancro) e man-tenere vitale e in buonasalute la flora microbicaintestinale vuol dire man-tenere al meglio l’attivitàdel sistema di difese natu-rali che l’organismo possiede.

I nemici da cui guardarsiParecchi fattori, però, possono danneg-

giare la vitalità della flora microbica intesti-nale. In primo luogo, le medicine: in partico-lare, psicofarmaci, antibiotici, antinfiammatori.Fonte di rischio è, poi, una scorretta alimen-tazione che, se è sbilanciata, può diventare unvero nemico. Per esempio, numerosi studi han-no dimostrato che una dieta troppo ricca di car-ni grasse, di zuccheri, di grassi animali, di ali-menti mal tollerati, di conservanti e di colorantie povera di frutta, verdura e fibre costituisceun pericolo per la salute della microflora in-testinale. Ma anche il fumo, lo stress, le ma-lattie infettive sono una costante minaccia allabase stessa delle nostre difese.

Un aiuto dallo yogurt e dai latti fer-mentati

Per mantenere sana e attiva la flora bat-terica intestinale un grande contributo vienedallo yogurt e dai latti fermentati (in genereconfezionati in bottigliette). Una serie di stu-di, infatti, ha dimostrato come questi alimenticontribuiscano non solo alla produzione di in-terferone-gamma, una potente sostanza adazione antivirale e antitumorale, ma anche a

quella di anticorpi da parte dei linfociti (le cel-lule di difesa) e alla stimolazione delle cellulenatural killer (che costituiscono una sotto-po-polazione di linfociti in grado di uccidere lecellule infettate da virus e cellule tumorali).Ma che cosa fa dello yogurt e dei latti fer-mentati alimenti così preziosi? La presenza diLactobacillulus bulgaricus, Bifidobatteri e diStreptococcus termophilus: batteri “benefici”che danno una mano al sistema di difesa na-

turale dell’organismo. Que-sti batteri, noti anche comeprobiotici (da greco pro ebios = a favore della vita),una volta ingeriti sono ingrado di arrivare vivi e at-tivi nell’intestino (senza es-sere distrutti dai sali bilia-ri o dai succhi gastrici),ove aumentano la qualitàdella flora protettiva inte-stinale e, di conseguenza,i suoi effetti immunosti-molanti a livello dell’inte-stino.

Per aumentare i beneficiSi è visto, però, che in si-tuazioni particolarmente

sfavorevoli (per esempio, dopo aver seguitouna terapia antibiotica o in periodi partico-larmente stressanti) può essere utile associareai probiotici i cosiddetti prebiotici (dal grecopre e bios = prima della vita), un particolaretipo di sostanze in grado di favorire l’attivi-tà e la crescita dei fermenti probiotici presentinell’intestino. Si tratta di alcuni tipi di zuccheriche l’organismo non riesce a digerire, in par-ticolare di frutto oligosaccaridi (la più nota èl’inulina), presenti in abbondanza nei legu-mi, nei cereali, nelle patate, nella soia, nel-la cicoria, nelle cipolle, nei carciofi e nei ve-getali in genere. Tutti alimenti che non do-vrebbero mai mancare nella dieta. Esistono,comunque, anche integratori a base di inu-lina, che possono essere una pratica alter-nativa se non si riesce a seguire una dietaequilibrata.

Nell’intestino vive una popolazione di batteri

di grande importanza per il sistema immunitario

Probiotici per prevenire le malattie

Con i loro batteri “buoni” contribuiscono a rafforzare le difese naturali

Ricette gustosePlumcake allo yogurtIngredienti: Farina “00” - 180 gr - Fecola di pa-

tate 60 gr - Lievito chimico in polvere 1 bustina (16gr) - La scorza di un Limone - Olio di semi 100 ml -Sale un pizzico - Uova medie 3 - Yogurt bianco cre-moso 250 gr - Zucchero semolato 140 g.

Preparazione: Mescolate in una ciotola lo yogurt, le uova precedentemente sbattute,l’olio e la scorza grattugiata del limone; quindi lo zucchero semolato, poi il lievito, la fari-na e la fecola di patate precedentemente setacciate. Aggiungete il sale e amalgamate perbene gli ingredienti, poi imburrate e infarinate uno stampo da plumcake e versate all’in-terno il composto ottenuto. Cuocete in forno statico già caldo a 180° per circa 45 minutisenza mai aprire la porta del forno. Prima di estrarre il plumcake allo yogurt dal forno pun-getelo in profondità con uno stecchino per spiedini: se estraendolo rimarrà asciutto, il plum-cake sarà cotto. Lasciate raffreddare il vostro dolce nello stampo, coperto con un canovac-cio pulito, quindi sformatelo e servitelo.

Preparazione: Per prima cosa affettate il porro sot-tilmente, mettete a scaldare tre cucchiai d'olio di oliva eunite il porro; lasciate cuocere, se necessario aggiungeteun mestolo di brodo vegetale. In un altro tegame mettete un cuc-chiaio di olio d'oliva, unite i piselli e anche in questo caso bagnate con un mestolo di bro-do; lasciate cuocere per qualche minuto. Intanto tagliate le zucchine a fiammifero e fate-le cuocere in una padella con un po’ d’olio e l’aglio tritato. Lasciate cuocere per qualcheminuto, le zucchine non dovranno spappolarsi ma rimanere intatte. Quando i porri saran-no cotti, metteteli in un mixer insieme allo yogurt e frullate il tutto fino ad ottenere una cre-ma omogenea. Quindi cuocete le orecchiette. Mentre la pasta cuoce tritate il prezzemolo eil basilico. In una ciotola versate la crema allo yogurt e le verdure, salate e pepate e amalgamatebene il tutto. Una volta che la pasta è cotta versatela nella ciotola. Potete servire le orec-chiette allo yogurt con zucchine porri e piselli sia calde che fredde, come se fosse un’insala-ta di pasta.

Orecchiette allo yogurt con zucchineIngredienti: Aglio 1 spicchio - Basilico tritato 1 cucchiaioBrodo vegetale q.b. - Olio di oliva extravergine 7 cucchiaiPasta Orecchiette 320 gr - Pepe q.b.Piselli sgranati 150 gr - Porri 150 grPrezzemolo tritato 2 cucchiai - Sale q.b.Yogurt greco 200 mlZucchine 400 gr

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15g e n n a i oduemilatrediciarchitetto

DI SIMONA CAMPANELLA

Per i vostri quesiti:[email protected]

Tel. 0881.563324

Lettera di una lettrice: adattare gli ambienti alla famiglia che cresce

SOS CASA! Lo spazio che non bastaDa quando mi sono trasferita con mio ma-

rito nella mia nuova casa ed è arrivato il no-stro frugoletto, ho l’impressione che lo spa-zio non sia mai abbastanza! Un bagno solo ini-zia a starci stretto e i mobili e gli spazi di quan-do eravamo “solo” una coppia non bastanopiù. Che consigli potete darmi? Isa

La planimetria dell’appartamento che ci hai forni-to è piuttosto equilibrata per accogliere una famiglia ditre o quattro adulti, ma, in effetti, un figlio in fasce è ungrosso impegno in termini di spazio: bisogna disporreda qualche parte il box, i giochi, pensare alla cameretta,al fasciatoio, ad arredi extra e biancherie ad hoc. Pro-babilmente, poi, la natura degli spazi della casa “nuo-va” non ha permesso l’integrazione perfettamentefunzionale dei mobili che hai adattato dalla tua primacasa. Ad ogni modo, sulla base delle esigenze che haisinteticamente espresso, posso suggerirti di dedicare l’at-tenzione a due ambienti strategici: il bagno e il siste-ma cucinino-soggiorno.

In merito al primo ambiente, che è davvero incre-dibilmente spazioso, soprattutto per gli standard attua-li, ti consiglierei di sdoppiarlo. Le misure lo consenti-rebbero abbondantemente, e questo permetterebbe diottenere due bagni, di cui uno con accesso dalla came-retta del bambino così da avere uno spazio per la suaigiene totalmente dedicato. L’altro potrebbe essere in-teso come bagno di cortesia per gli ospiti, con l’ingres-so rivolto sul corridoio così com’è già allo stato attuale.Laparticolare comodità di questa operazione sta nel datoche non necessita di grossi spostamenti degli impianti:

infatti, basterebbe una piccolissima pendenza (peragevolare lo scarico) solo nel bagno di cortesia, col ri-sultato di un gradino proprio sotto i sanitari. Sicuramentenon ci sarebbe più lo spazio per una vasca da bagno tra-dizionale (quella originaria verrebbe sacrificata) ma siricaverebbero comunque due bagni completi di doccia.Addirittura si potrebbe decidere che quello destinato agliospiti, proprio per la sua natura, non necessiti di un piat-to doccia ma piuttosto preveda arredi per le biancheriee per “nascondere” alla vista una eventuale lavatrice.

Per quanto riguarda la zona giorno, invece, il con-siglio sarebbe quello di murare la porta di accesso alcucinino, chiudere questo ambiente e spostare la cu-cina sulla parete ovest del soggiorno. Questa opera-zione avrebbe lo scopo di creare un ambiente unicosoggiorno-salotto con l’apertura di un varco ampio eluminoso nella parete che attualmente separa questidue vani, mirando a una fruizione più libera come sesi trattasse di un open space.

Eventualmente lo desiderasse, potrebbe comun-que avere una chiusura a due pannelli a scomparsa -anche decorati, o traslucidi, in base all’opacità del ma-teriale scelto - per chiudere e separare all’occorren-za le due zone. E dunque lo spazio che oggi è occu-pato dal cucinino sarebbe “ribaltato” e dedicato allacamera matrimoniale al fine di ottenere un bagno ag-giuntivo (che presenterebbe anche una comoda area-zione naturale grazie alla finestra sulla parete nord)e una cabina armadio piuttosto capiente all’interno del-la camera da letto matrimoniale. Suggerirei di scegliereporte a scrigno o scorrevoli per guadagnare lo spaziodelle aperture all’interno degli ambienti.

L’arrivo di un figlio modifica le esigenze. Funzionalità innanzituttoPiantina versione originale

Piantina versione modificata

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16 g e n n a i oduemilatredici foggia notes

“La scienza ha questo di bello:che unisce le generazioni, perché leregole non cambiano. E’ un per-corso di conoscenza lungo il qualetutti possono inoltrarsi, a condizio-ne – naturalmente - che il raccontosia fatto in modo chiaro e com-prensibile”. Parola di Piero Angela,l’amatissimo giornalista e divulga-tore scientifico che lo scorso 15gennaio ha preso parte, in qualità diospite d’onore, alla cerimonia diinaugurazione dell’anno accade-mico 2012/2013 dell’Università de-gli studi Foggia. Una cerimonia se-guitissima: oltre 600 convenuti e re-cord storico di partecipazione, men-tre tanti altri curiosi e fan del volto-simbolo e anima di “Super Quark”

hanno seguito l’evento via internet,grazie alla diretta in streaming pre-disposta dallo stesso ateneo.

“Scienza e società” è stato iltema scelto per aprire il XIV annoaccademico dell’università di Fog-gia e, ovviamente, l’argomento di-scusso a braccio dall’ospite d’ono-re. Il ruolo dell’università nella di-vulgazione delle scienze e dalla co-noscenza, invece, è stato il fil rou-ge che ha annodato insieme, unadopo l’altra, le relazioni di Gian-paolo D’Antuono (in rappresentan-za degli studenti), di Matteo Rinal-di (in rappresentanza del persona-le tecnico-amministrativo) e delprofessore Cristoforo Pomara con lasua prolusione sul valore della me-

dicina legale al servizio della so-cietà. “Abbiamo scelto questo tema- ha motivato Giuliano Volpe – per-ché riteniamo che oggi più chemai il nostro Paese debba rifletteresul ruolo che la formazione e la ri-cerca possono e devono avere nel-la costruzione del futuro”. La te-matica è stata, quindi, sviscerata daPiero Angela che ha saputo attra-versare interi decenni offrendo allaplatea una disamina interessante,chiarissima e illuminante sul comeè cambiato il nostro Paese e il nostrostile di vita. Una parabola evoluti-va o involutiva: tutto dipende daltipo di approccio nella lettura delprocesso che va dalla società delpane alla società dei pc. “Il nostroPaese, così ricco di storia, di arte,bellezza e alti ingegni, sembra nonriuscire a vivere nel mondo moder-no”, spiega Angela. “Il nostro è,oggi, un Paese in estrema difficol-tà che potrebbe migliorare pun-tando su tre ‘acceleratori del cam-biamento’: l’attrattività degli inve-stimenti, la promozione di una tv diqualità (di quelle, cioè, che accen-dano i cervelli invece che spegner-li) e, infine, il posizionamento degliuomini giusti ai posti giusti. Sonoqueste le piccole, grandi cose in gra-do di realizzare davvero una rivo-

luzione”. Particolarmente attesa èstata la relazione del rettore Giu-liano Volpe, un accorato bilancio diquesti anni di attività in vista dellasua decisione di autosospendersidall’incarico (e non di dimettersi,come richiesto dagli studenti) per

candidarsi alle prossime elezioni.“Avevo promesso di essere un ret-tore militante e ho cercato di man-tenere questo impegno, per affer-mare un’università che si mette ingioco, che si sporca le mani con-servando limpida la coscienza”.

Ospite d’onore all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università di Foggia

La scienza secondo Piero AngelaPer un giorno dimentica delle sue criticità, Foggia risplende grazie al signor “Super Quark”

Quelle a cavallo tra dicembree gennaio sono state settimane dif-ficilissime per la città di Foggia. Lo“stato di crisi” era evidente: la cat-tiva gestione (o la mancata ge-stione, dipende dai punti di vista)della raccolta dei rifiuti solidi ur-bani ha lasciato che la città venis-se piano piano “fagocitata” dacumuli di spazzatura lasciati amarcire ad ogni angolo della stra-da. Ed è così che le “Cartoline del-le feste” dei foggiani hanno foto-grafato una città sporca e mortifi-cata, come mai era accaduto pri-ma: tonnellate di sacchetti maleo-doranti che hanno invaso le piaz-

ze e le strade con il concreto rischiodi danno ambientale. “Credo chele ultime quattro settimane e, so-prattutto, i giorni tra Natale e Ca-podanno siano stati tra i più diffi-cili, a mia memoria, per Foggia –spiega con una sincerità spiazzanteil Presidente del Consiglio Co-munale Raffaele Piemontese –queste vicende possono far crollareletteralmente il mondo addosso adun amministratore. Oggi, però, lasituazione è nettamente migliora-ta e ci si avvia verso il superamentodi quel grave disservizio che erasotto gli occhi di tutti”.

Dopo giorni febbrili, scanditi

al ritmo di preteste dei lavoratori,task force regionali e incontri in Pre-fettura, la questione è finita sul ta-volo del presidente della Regione,Nichi Vendola, che ha firmato l’or-dinanza necessaria per permettereall’Amiu (la società in house del Co-mune di Bari), di rilevare tempora-neamente il servizio di igiene am-bientale a Foggia e di “accompa-gnare” la città, per 12 mesi, versouna gestione più razionale ed effi-ciente delle risorse umane e deimezzi, in favore del servizio che fi-nora è mancato. Quella sul “nodofoggiano” è stata la prima ordinanzafirmata dal presidente Vendola nel

2013, ma ad indi-gnare la città, giàmortificata dal de-grado imposto dallecircostanze, sono ar-rivate anche le paro-le del sindaco di Bari,Michele Emiliano peril quale “a Foggia sirespira aria di ma-fia”: una “etichetta”apposta fuori luogo ein modo indiscrimi-nato. “Personalmente ho trovatole parole del sindaco Emiliano ec-cessive”, puntualizza Piemontese.“Indubbiamente in città c’è unacriminalità organizzata, assoluta-mente insidiosa e pericolosa; si èparlato anche di un tentativo di in-filtrazioni mafiose in Amica e sul-l’argomento è in corso una indagi-ne della magistratura foggiana.Certamente, non trovo giusto ge-neralizzare in questo modo”.L’Amiu sarà operativa a partire dal1° febbraio, con un paio di settima-ne di ritardo sulla iniziale tabella dimarcia, tempo necessario per sbri-gare le pratiche delle assunzioni eper sbloccare l’altro “nodo” - intri-catissimo - legato all’impianto diPasso Breccioso. Le firme apposte incalce alle ordinanze regionali e co-munali indicano – nero su bianco -

che il peggio dovrebbe essere pas-sato, ma quando si tratta di “emer-genza rifiuti” i foggiani sanno beneche non bisogna mai dire mai.

Corsi e ricorsi storici (e politici),da leggere in parallelo alle vicissi-tudini che, negli ultimi anni, hannoriguardato l’azienda Amica, l’exmunicipalizzata miseramente falli-ta. Una realtà che nemmeno il su-per-manager Raphael Rossi è riu-scito a far “svoltare” in tempi nonsospetti. Una realtà che dovrebbeessere giunta, finalmente, al suogiro di boa. “Indietro non si può tor-nare – conclude Piemontese - Miauguro, almeno, che questa “pagi-na nera” sia stata utile per poter af-frontare, d’ora in avanti, la que-stione in modo attento ed incisivo,in vista di una gestione del serviziopiù oculata, efficace ed efficiente”.

Dal 1° febbraio la gestione dell’igiene cittadina passerà nelle mani dell’Amiu

“Cartolina delle feste” da dimenticarePiemontese: “Impariamo dagli errori e andiamo avanti. Foggia città mafiosa? Non generalizziamo”

Novità da cliccare

Tutto il 2012, mese dopo mese, battuta dopo bat-tuta. E’ Un anno di cose che non fanno ridere, l’e-bookpartorito dalla penna satirica del foggiano Adelmo Mo-nachese in seno al portale Ofalo.it. Il libello elettroni-co è una miscellanea, una raccolta di battute, freddu-re e calembour sui principali episodi e accadimenti chesi sono verificati a Foggia, come nel resto del Paese:dalla politica alla falsa moralità, mode, tendenze e con-vinzioni à-la-page. Insomma, un modo per ripercorrerecon il sorriso un anno avaro di soddisfazioni: “trenta-sei pagine senza tanti fronzoli e nessuna autocele-

brazione - spiega l’autore - quasi trecento battute di-vise per mesi e raccolte nel corso delle nostre speri-mentazioni del linguaggio satirico attraverso vari ca-nali - stampa, tv, web e radio - dove recentemente ab-biamo raccolto un prestigioso sesto posto ai premi na-zionali ‘Macchia Nera Awards 2012’ nella categoria‘Programma radio – podcast’, posizionandoci subitodopo i ben più popolari programmi di Radio2, RadioDee Jay e Radio 24”. Un anno di cose che non fannoridere potrà essere scaricato gratuitamente dal sitowww.ofalo.it.

È l‘ispettore superiore RitaMontrone il nuovo presidente del-la sezione di Foggia dell’A.N.P.S.,l’associazione nazionale Polizia diStato. L’ispettore Montrone - in ser-vizio dal 1987 ed attualmente inforza alla Squadra Mobile - ha ot-tenuto 125 voti su 155 votanti e su-bentra all’uscente Luigi Russo.Venticinque anni di carriera allespalle e un cursus honorum di tut-to rispetto per la neo presidenteMontrone che, nel corso della suaattività, si è distinta per aver par-tecipato ad indagini sulla crimi-nalità organizzata concluse con“arresti eccellenti” di personaggicollegati con gruppi stanziati inquasi tutto il territorio nazionale edestero ed autori, tra l’altro, di ef-

ferati omici-di. Otto lodi,tre encomie una crocedi bronzoper anziani-tà di servi-zio sono, in-vece, i riconoscimenti ricevuti perla sua attività. Dottoressa in Giu-risprudenza, a Montrone il compitodi traghettare la sezione foggianadell’A.N.P.S., realtà che ha lo sco-po di tramandare le tradizioni del-la Polizia di Stato, promuovere ecementare l’unione di tutti i suoiappartenenti, di qualsiasi grado equalifica, in congedo ed in servi-zio, rafforzandone i vincoli di fra-tellanza.

Neoeletta all’ ANPS di FoggiaRita Montrone presidente

Tutto il 2012 in “Un anno di cose che non fanno ridere”

Piero Angela e il Rettore dell’Università di Foggia Giuliano Volpe

A CURA DI MARIA GRAZIA FRISALDI

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17g e n n a i oduemilatredici

Cosmesiinnovativa

Per il 2013 arriveranno sulmercato nuovi cosmetici, chepromettono una maggiore lu-minosità della pelle. La notizia dicui tratta la sezione Salute delsito web dell’Ansa, dichiaracome sia proprio la ‘translucen-za’ delle pelli molto giovani arenderle perfette. Si tratta dellaluce assorbita dalla superficie cu-tanea e, all’interno, dalle fibredel collagene e dai capillari, dif-fusa non solo nel punto di in-gresso, ma per tutto il viso. “Unaluce magica che fa apparire lapelle priva di rughe, ma che siperde con l’età”, afferma RoxAnderson, della Harvard Medi-cal School che, in occasione delmeeting della American societyof Chemists’, svoltosi recente-mente a New York, ha presen-tato le frontiere dell’innovazionecosmetica e dermatologica. “Iprodotti di bellezza per le pellimature agiranno proprio sullatranslucenza, anche in associa-zione con apparecchi laser dausare direttamente a casa inve-ce che dal medico. Inoltre, neicasi di visi dalla luce diffusa, èconsigliato non usare i trucchiclassici; infatti il makeup in pol-vere tende a bloccare la tran-slucenza e a spegnere il colorito.Ma ci sono già formulazioni ‘ot-tiche’ che ci avvicineranno ad unmaquillage antirughe, antiri-flesso e antilucido che non alte-ra il colorito, fatte con gel ad al-tissimo indice di translucenza econtenenti particelle della gran-dezza di pochi micron, polimeriflessibili e molto sottili che agi-scono come microlenti, prismi diluce e specchi”, ha precisatol’esperto. Le regole antirughepresentate a New York includo-no anche l’uso quotidiano edassiduo di agenti protettivi comei filtri solari, che invece non siusano quanto si dovrebbe.

“I laser frazionali - chiarisceAnderson - sono diventati di-sponibili negli Stati Uniti ormaiper uso casalingo, così come imacchinari a luce led, infrarossao ad ultrasuoni.

Certo l’efficacia di tali meto-diche, prima di pertinenza esclu-siva dei medici, non è del tuttodimostrata e merita studi piùapprofonditi, ma si tratta di ap-parecchiature a bassa potenza eogni tipologia cutanea reagiscein modo diverso. Siamo di fron-te ad un importante cambia-mento e a nuove opportunitàper combinare fra loro cosmeti-ci, macchinari e terapie topicheper apparire più giovani”.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparoleDI TIZIANA CELESTE

GINECOLOGA

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

Alla domanda “ogni quanto cisi sottopone ad una visita gineco-logica”? spesso si sente rispondere“sono stata sempre bene, non homai avuto problemi, perchè farla”?

Oggi esiste ancora molta disin-formazione sulla sfera femminile emolte donne anche in età adultapensano di doversi rivolgere ad unginecologo solo in caso di gravi-danza, ed ancora peggio non tra-smettono alle figlie la cultura chesottoporsi a controlli ginecologici co-stanti sia l’unico mezzo per preve-nire problemi che, se individuati intempo, si possono risolvere senzaconseguenze a volte irreversibili.

In cosa consiste il controllo gi-necologico?

Prevede la visita ginecologica,

il pap-test, la col-poscopia, l’ecogra-fia pelvica. La giu-sta predisposizionementale della pa-ziente, abbinata aduna buona ma-nualità e delica-tezza del medico,consente di affron-tare questo delica-to esame senzatraumi.

La paziente, per essere rilassa-ta, deve essere adeguatamente in-formata su cosa avverrà durante ilcontrollo: spendere qualche minu-to in più durante la prima fase delcolloquio aiuterà a stabilire unabuona compliance, pertanto avereun rapporto di fiducia con il proprioginecologo è un requisito impre-scindibile.

Il pap-test è l’esame di eccel-lenza per lo screening dei tumori delcollo uterino; va fatto ogni anno, per-chè sono patologie neoplastiche alenta evoluzione, quindi è possibi-le individuarle per tempo.

La colposcopia è un esame dicompletamento del pap-test, comeil precedente consente di rilevare in-fezioni, infiammazioni e tumori,

con la differenza che ci fornisce unarisposta in tempo reale.

Infine l’ecografia pelvica cipermette di studiare la pelvi, nellospecifico l’utero e le ovaie per indi-viduare la loro conformazione,l’eventuale presenza di miomi, po-lipi endometriali, endometriosi, ade-nomiosi, neoformazioni, cisti ovari-che, etc...

Chi deve fare i controlli gine-cologici?

In primis tutte le donne che ab-biano avuto rapporti sessuali: è op-portuno che le ragazze dopo il loroprimo rapporto si sottopongano aduna visita di controllo per accerta-re che sia tutto in ordine e valutarecon il proprio ginecologo uneventuale metodo contraccet-tivo (previa adeguata informa-zione). Le donne vergini pos-sono rivolgersi al ginecologo incaso di disturbi di vario gene-re (vd. sintomi).Infine anchedopo la menopausa ci si deveporre particolare attenzione aicontrolli annuali, poichè au-menta l’incidenza di patologia neo-plastica.

Quando fare il controllo gine-cologico? Se non ci sono problemiconviene sottoporsi a controlli an-

nuali, perchè secondo le linee gui-da nazionali ogni anno ci si devesottoporre al pap-test; dopo i 40 anniinoltre è buona norma effettuare an-che una mammografia annuale, ameno che non ci sia familiarità pertumori alla mammella nella linea didiscendenza materna, in tal casoconviene iniziare prima i controlli,consultandosi con il ginecologo,per decidere a quanto anticiparli.

Quali sono i sintomi di più fre-quente consulto ginecologico?

Dolore pelvico, flussi mestrua-li abbondanti o assenti, spotting(ossia perdite ematiche tra una me-struazione e l’altra o dopo la me-nopausa), alterazioni del ciclo me-struale, sterilità, bruciore o pruritoalle parti intime, perdita involonta-ria di urina, sensazione impellentedella minzione o bruciore durante laminzione, etc...

Citando un vecchio detto pre-venire è meglio che curare, pertantodedicare una volta all’anno un’oret-ta alla nostra salute, ci farà viverepiù serene e consapevoli.

L’importanza della prevenzione

Visita ginecologica, pap-test, colposcopia, ecografia pelvica, a cosa servono e quando effettuarli

Controlli ginecologici... Perché farli?

DI INES PANESSA

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PSICOLOGA

La descrizione di un attacco dipanico da parte di un paziente diogni età, segue un modello costan-te: “Mi sento morire… mi mancal’aria… il cuore batte all’impazza-ta… ho paura di perdere il control-lo… chi non l’ha provato non puòcapire quanto si soffra”. L’attacco di

panico è fondamentalmente la pau-ra di aver paura, la paura di mori-re, la paura di impazzire.

Il DSM-IV-TR (2001) identificatre tipi caratteristici di attacco di pa-nico: attacchi di panico inaspettati(non provocati), attacchi di panicocausati dalla situazione (provocati),attacchi di panico sensibili alla si-tuazione.

Il soggetto che sperimenta unattacco di panico inaspettato (nonprovocato) non associa l’esordiodell’attacco ad un fattore scatenan-

te situazionale interno o esterno.L’attacco di panico viene dunque av-vertito come improvviso e del tuttoinatteso ed è spesso descritto comeun “fulmine a ciel sereno”.

Viceversa, l’attacco di panicocausato dalla situazione (provocato)si manifesta durante l’esposizione o

durante l’attesa di uno sti-molo o fattore scatenantesituazionale temuto; peresempio, un soggetto confobia sociale può speri-mentare un attacco di pa-nico nel momento in cuiinizia a pensare che par-lerà in pubblico.

Infine, l’attacco di pa-nico sensibile alla situa-zione è simile all’attacco dipanico causato dalla si-tuazione, ma non è inva-

riabilmente associato allo stimolo enon si manifesta necessariamentesubito dopo l’esposizione. Per esem-pio, se è più probabile che gli at-tacchi si manifestino durante laguida, può anche accadere che l’in-dividuo guidi senza avere attacchidi panico oppure che l’attacco di pa-nico si manifesti dopo aver guidato(DSM-IV-TR, 2001).

Gli individui che descrivonoun’esperienza di attacco di panicoinaspettato riportano generalmen-te un’intensa paura e riferiscono di

aver pensato di essere in procinto dimorire, di impazzire, di perdere ilcontrollo, di avere un infarto o un ic-tus. Queste sensazioni sono di soli-to accompagnate da un desiderio ur-gente di fuggire dal luogo in cui sista manifestando l’attacco (DSM-IV-TR, 2001).

Tipicamente, con il ripetersi de-gli attacchi di panico inaspettati, neltempo gli attacchi tendono a di-ventare causati o provocati dalla si-tuazione, sebbene possano conti-nuare a persistere anche attacchiinaspettati (DSM-IV-TR, 2001).

I dati hanno evidenziato inoltreche i trattamenti psicologici, rispet-to a quelli farmacologici, provocanoun miglioramento che, nel com-plesso, si mantiene nel tempo, men-tre il trattamento farmacologico, seutilizzato da solo, produce un effet-to terapeutico che generalmentediminuisce rapidamente dopo la

sospensione e provoca facilmentedelle ricadute.

Gli “errori” più frequenti dei fa-miliari sono quelli di proteggere ilsoggetto, creargli un guscio intornoche impedisce a chi soffre di di-ventare protagonista della propriasalute e della propria vita, e nutre ilnostro inopportuno bisogno di fareda eroi-salvatori. È, inoltre, oppor-tuno evitare di adattarsi alla paura,cioè evitare di fare ciò che la pau-ra di un attacco subdolamente chie-de a chi sta intorno: questo vuol diresfamare l’attacco e farlo crescere.Mentre dentro il soggetto salgono lafrustrazione e la rabbia.

Non sembra utile spingere lapersona a risolvere la cosa in terminipuramente “organici” (farmaci),come se qualcosa nel suo cervellonon funzionasse: ciò toglie autosti-ma e possibilità di crescita.

Suggerire una psicoterapia èmolto importante. Il panico nondeve diventare uno stile di vita e/ouno schema familiare. È necessarioaiutare il soggetto a capire chequalcosa va cambiato.

Attacchi di panico: elemento costante è la paura

Sono di diversa natura. Come riconoscerli e affrontarliAiuto, mi sento morire

Page 18: 6Donna #1

La Circolare 21 dicembre 2012,n. 48, dell’Agenzia delle Entrate il-lustra le modifiche previste dall’ar-ticolo 19 del D.L. 6 dicembre 2011,n. 201 (convertito, con modificazio-ni, dalla Legge 22 dicembre 2011, n.214) con cui è stata disciplinatal’imposta di bollo applicabile agliestratti di conto corrente, ai rendi-conti dei libretti di risparmio ed allecomunicazioni relative ai prodotti fi-nanziari.

Il comma 2-bis dell’art. 13 deldetto D.L. individua, dunque, lamisura dell’imposta di bollo chedeve essere corrisposta dalle banchee da Poste italiane spa a seguito del-la instaurazione e tenuta da partedei clienti di rapporti di conto cor-rente e di libretti di risparmio.

La misura dell’imposta risultadifferenziata in considerazione del-la natura giuridica, persona fisicaovvero soggetto diverso dal clienteintestatario del conto corrente odel libretto di risparmio ed è in par-ticolare stabilita in misura pari adeuro 34,20 per le persone fisiche ead euro 100 per i soggetti diversidalle persone fisiche.

L’imposta in questione non tro-va applicazione invece per gli estrat-ti conto e i rendiconti che le banche

e Poste italiane inviano a soggetti di-versi dai propri clienti, anche se trat-tasi di conto aperti su provvedimentidell’autorità giudiziaria. In tale si-tuazione, agli estratti di conto cor-rente e ai rendiconti di risparmio tor-na applicabile l’imposta di bolloordinaria di € 1,81 qualora l’importosuperi € 77,47.

Sono esenti in modo assolutodall’imposta di bolla i c.d. “conti dibase”, definiti con la convenzionestipulata il 28 marzo 2012 tra il Mi-nistero dell’Economia e delle Fi-nanze, la Banca d’Italia, l’ABI, Po-ste Italiane e le associazioni dei pre-statori di servizi di pagamento.

Il conto corrente di base, qua-lora si rivolga a fasce socialmentesvantaggiate di clientela, deve es-sere offerto dall’intermediario sen-za spese; in tal caso il rapporto diconto corrente è esente in modo as-

soluto dall’imposta di bollo.La detta convenzione con-

sidera quali fasce socialmentesvantaggiate i consumatori il cuiISEE in corso di validità è infe-riore a € 7.500,00.

Tale conto può essere con-testato solo ai componenti delnucleo familiare sulla cui baseè calcolato l’ISEE.

I titolari del “conto base”esente da spese, devono presenta-re al prestatore di servizi di paga-mento, entro il 1 marzo di ognianno, un’autocertificazione atte-stante il proprio ISEE in corso di va-lidità.

L’omessa presentazione delladichiarazione comporta l’addebitodelle spese per la tenuta del contoe, ove applicabile, l’imposta di bol-lo. Resta ferma la possibilità per il ti-tolare di recedere entro i successi-vi due mesi senza essere tenuto acorrispondere le spese e l’imposta dibollo.

Per i libretti di risparmio al por-tatore la misura dell’imposta deveessere determinata in considera-zione del soggetto che ne ha chie-sto l’emissione.

Per i libretti di risparmio emes-si prima del 2004 andrà ad applicarsi

una imposta di bollo che deve quin-di essere applicata annualmentenella misura di € 34,20 se la gia-cenza media del libretto risulti su-periore ad € 5.000,00.

Se il valore di giacenza è infe-riore ad € 5.000,00 l’art. 19 del de-creto ha previsto una esenzionedall’imposta di bollo.

La Circolare fornisce chiari-menti anche sull’imposta applicabilealle comunicazioni inviate alla clien-tela relative per prodotti finanziari,polizze di assicurazioni, buoni postalifruttiferi e per i prodotti finanziari di-versi da quelli de materializzati peri quali non sussiste uno stabile rap-porto con l’intermediario.

18 g e n n a i oduemilatredici

Cani in giardino

in pocheparole

Lo dice il Corriere della Se-ra: ci sarebbero meno infezioniper i bambini con un cane nelloro giardino. È quanto emersoda una ricerca coordinata dalKuopio University Hospital, inFinlandia, e pubblicata sulla ri-vista Pediatrics. I neonati che vi-vono in casa con i cani hannocirca un terzo di probabilità inpiù di non ammalarsi: meno raf-freddori, meno infezioni al-l’orecchio e di conseguenza mi-nor uso di antibiotici. Alcuniricercatori finlandesi, guidatidal pediatra Eija Bergroth, han-no studiato l’effetto del coabita-re con cani sulla frequenza diinfezioni respiratorie durante ilprimo anno di vita di 397 bam-bini finlandesi, monitorandolidal terzo trimestre di gravidan-za fino alla prima candelina.Ogni settimana i genitori han-no compilato dei diari annotan-do informazioni dettagliate suicontatti con gli animali dome-stici e sullo stato di salute deipropri figli. Al compimento delprimo anno di età, poi, hanno ri-sposto a un questionario.

Risultati alla mano, il cane èrisultato non solo essere il mi-glior amico dell’uomo, ma an-che un toccasana per la salutedei più piccoli. I bambini hannomanifestato meno sintomi o in-fezioni del tratto respiratorio (in-feriori del 31%), hanno avutomeno frequentemente l’otite(del 44%) e hanno avuto biso-gno di un minor numero di ciclidi antibiotici.

«I nostri risultati supporta-no la teoria secondo la quale,durante il primo anno di vita, icontatti tra bambini e animalisono importanti, perché posso-no indurre una migliore resi-stenza alle malattie infettive re-spiratorie durante l’infanzia» hacommentato Bergroth. «È plau-sibile ipotizzare - secondo il me-dico finlandese - che, se il caneè spesso fuori casa, allora sisporchi di più e, inevitabilmen-te, rientrando, introduca nel-l’ambiente domestico più mi-crobi che finiscono, in qualchemodo, con lo stimolare il siste-ma immunitario del bambino».

Insomma, essere espostiprecocemente ai microbi e aibatteri veicolati dal cane favo-rirebbe uno sviluppo più velo-ce del sistema immunitario.

Elisabetta Ciavarella

DI PALMA RUBANO

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AVVOCATOL’Agenzia delle Entrate chiarisce

“Caro” conto correnteEcco le nuove imposte: 34,20 euro per le persone fisiche;

100 euro per i soggetti diversi. Esenti i conti di base

Gli ambiti di intervento del lo-gopedista non sono rivolti esclusi-vamente, come molti pensano, altrattamento dei disturbi del lin-guaggio e della comunicazione inetà evolutiva. In realtà l’interventodel logopedista è richiesto anche neltrattamento dei disturbi della de-glutizione sia dell’età evolutiva chedi quella adulta e geriatrica. Traquesti disturbi, uno di notevole im-portanza è la “disfagia”, con questotermine si intende: “la perdita del-l’abilità di convogliare cibi solidi, li-quidi, gassosi o misti dalla bocca allostomaco”.Le causepiù signifi-cative di di-sfagia sono:

e f f e t t icollaterali diterapie far-macologi-che; post-ch i ru rg iamuscolare oneurogena,post-chirur-gia del trat-to capo-collo; malattie neurologiche(ictus, trauma cranico, paralisi ce-rebrale, sclerosi multipla, SLA, de-menza senile, sindrome di Guil-lan-Barrè ecc); malattie miopati-che (miastenia grave, distrofia mio-tonia, malattie del connettivo ecc);malattie strutturali (tumori orofa-

ringei, diverticolo di Zenker, cicatricicervicali ecc); malattie metaboli-che e malattie infettive.

I campanelli d’allarme della di-sfagia sono molteplici, tra questi ri-cordiamo: - tosse associabile alla deglutizione

realizzandosi prima, durante odopo l’atto deglutitorio;

- senso di corpo estraneo in gola; - perdita dell’appetito, perdita di

peso; - febbricola (pomeridiana nella

maggior parte dei casi) senza cau-sa apparente;

- residui alimentari in bocca, fuo-riuscita del cibo dal naso, perditadi saliva o cibo dalla bocca;

- risveglio notturno per eccessi ditosse e soffocamento;

- prolungata fase orale della masti-cazione;

- polmoniti ab ingestis (broncopol-monite che si sviluppa a causa del-l’ingresso di materiali estraneinell’albero bronchiale, spesso pro-veniente per via orale o gastrica);

- dolori dietro lo sterno; - schiarimenti frequenti di gola e

una modifica del tono di voce(gorgogliante, dovuta al ristagno disecrezioni o bolo sulle corde vo-cali).

Le conseguenze della disfagiasono principalmente malnutrizioneassociata a dimagrimento e disi-dratazione, incapacità a protegge-re le vie aeree (soffocamento, infe-zioni polmonari), ansia, solitudine eulteriore scadimento della qualità divita.

Gli obiettivi del “trattamento lo-gopedico” sono eliminare prima ditutto gli episodi di penetrazione easpirazione, dove per “penetrazio-ne” si intende il passaggio di ma-teriale deglutito in laringe durantela deglutizione, mentre per “aspi-razione” si intende l’ingresso di li-quidi o alimenti attraverso le cordevocali in trachea. Per fare questo,dopo la valutazione della degluti-zione, il logopedista in base alle con-dizioni del paziente e al tipo e al gra-do di disfagia:- partecipa alla scelta della modali-

tà nutrizionale, ovvero come deveessere somministrato il cibo al pa-ziente (per bocca, per via paren-terale, enterale ecc);

- decide se modificare le caratteri-stiche del cibo (consistenza, den-sità, omogeneità, dimensioni, tem-peratura e appetibilità, compat-tezza e scivolosità) attraverso an-che modificatori di consistenza

quali addensanti, diluenti, lubrifi-canti;

- trova i compensi posturali per po-tenzialmente cambiare la dimen-sione del faringe e la direzione delfluire del cibo senza aumentare lafatica del paziente durante la de-glutizione (capo ruotato, capo fles-so, capo inclinato ecc);

- esegue manovre deglutitorie inbase al tipo di deficit della deglu-tizione;

- si occupa della riabilitazione spe-cifica (esercizi di respirazione, disensibilità dei distretti oro-bucca-li, esercizi collo-capo, esercizi delcontrollo del bolo e masticazio-ne,ecc.)

Naturalmente, come in ogni pa-tologia, per garantire la salute e ilbenessere del paziente è necessarioun attento e coordinato lavorod’equipe.

Difficoltà a deglutireDisfagia in età evolutiva, adulta e geriatrica

DI MARIA FRANCESCADI MICHELE

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LOGOPEDISTA

Conseguenze sono principalmente malnutrizione,dimagrimento e disidratazione

Page 19: 6Donna #1

19g e n n a i oduemilatredici

Bebè e testosterone

Uno studio americano dimo-stra come la natura regoli il cam-biamento della fisiologia ma-schile in risposta alla paternità.Su Repubblica è apparsa una ri-cerca, pubblicata sulla rivistaPlos One, che sostiene che iltempo passato a stretto contattocon il bambino: i giochi, la pap-pa, le coccole, ma anche, e forsesoprattutto, i pisolini, provochinol’abbassamento dei livelli di te-stosterone. Secondo i ricercatori,il passaggio dall’essere single esenza figli al divenire padri di fa-miglia produrrebbe, infatti, un“declino longitudinale” del te-stosterone. È stato osservatocome questo abbassamento siapiù vistoso quando i figli sono pic-coli, per poi attenuarsi durante laloro crescita. Per la prima volta ungruppo di ricercatori dell’Uni-versity of Notre Dame (Indiana)e della Northwestern University(Illinois) ha deciso di esplorare glieffetti del “co-sleeping”, la pra-tica del dormire vicino al propriobambino per tutta la notte o an-che solo per un breve riposino. Irisultati si sono rivelati sorpren-denti: a quanto pare il dormirenello stesso letto o comunque nel-la stessa stanza del bambinomette in scena uno scambio e unacomunicazione sensoriale cheinfluenzano la fisiologia stessa deipapà. Il team, guidato dall’an-tropologo di Notre Dame, LeeGettler, ha studiato le abitudininotturne e i livelli di testosteronedi 362 padri di età compresa trai 25 e i 26 anni residenti nella pro-vincia di Cebu, nelle Filippine,dove la pratica del “co-sleeping”è molto diffusa tra le famiglie. Ipartecipanti sono stati divisi in tregruppi: i dormitori solitari, colo-ro che dormivano nella stessastanza dei bambini e chi condi-videva anche il materasso (circail 90%). Il testosterone veniva mi-surato da campioni di saliva pre-levati al risveglio e appena primadi andare a dormire. Mentre i li-velli registrati di sera non eranomolto diversi nei tre gruppi, almattino i papà che avevano dor-mito a fianco dei loro figli pre-sentavano un livello di testoste-rone significativamente più bas-so. Secondo Gettler “La vicinan-za notturna al bambino influen-za la biologia dell’uomo in unmodo che sembra essere indi-pendente dalle attività svolte du-rante il giorno”.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparole

Il Centro Antiveleni dell’Azien-da ospedaliero-universitaria OO.RR.Foggia si occupa di intossicazionigravi o meno gravi. Il lavoro delCentro si svolge sulla conoscenza ditutto ciò che ci circonda che possaessere causa di tossicità (o di intos-sicazione) e risponde in ogni mo-mento all’utenza su un qualsivogliaproblema o dubbio si possa avere.

Spesso infatti giungono do-mande sui farmaci, come e doveconservarli,cosa succede se cam-biano colore o se sono scaduti.

Dobbiamo sapere che, se i far-maci sono conservati in manierascorretta, possono diventare tossi-ci e pericolosi: ecco come conser-varli correttamente e le cose da nonfare.

Su tutti i farmaci è indicato chela scadenza del prodotto si riferisceal confezionamento integro e benconservato. Che vuol dire? Signifi-ca che, se il farmaco è conservato

male, oltre ad essere dannoso perla salute, può rivelarsi anche inu-tile. Per conservare i farmaci al me-glio va tenuto conto che esistonoquelli a scadenza a breve termine(più delicati), quelli a medio e a lun-go termine. Un farmaco scade ingenere dopo tre o cinque anni dalsuo confezionamento, ma per re-stare integro deve essere conser-vato in un luogo asciutto, fresco enon umido e, soprattutto, a tem-peratura costante. Tra i più fre-quenti segnali di allarme diun’eventuale deterioramento visono il cambiamento del colore odella consistenza. Anche un sapo-re o un odore insolito può essere se-gno di alterazione del farmaco.Attenzione anche in viaggio, aportare i medicinali essenziali comeparte del bagaglio a mano. Glispazi degli aerei che sono adibiti altrasporto bagagli non hanno latemperatura controllata, che può

oscillare tra il troppo caldo e il trop-po freddo, con il rischio di inatti-vazione del farmaco. Sempre du-rante i viaggi, è anche buona regolaportare con sé una copia della ri-cetta medica dei farmacinecessari, così da poterliacquistare anche quandosi è lontani da casa. L’AI-FA invita i cittadini a con-tribuire alla sicurezza diun farmaco attraverso lasegnalazione spontaneadi effetti indesiderati (rea-zioni avverse). Comefare?

Basta rivolgersi me-

diante una semplice telefonata alCentro Antiveleni.

Noi vi invitiamo a contattarciogni volta ci sia qualche dubbio.Siamo a disposizione h24.

Pericoli e rischi di tossicità

I consigli per evitarne il deterioramento e i segnali di allarme

Conservazione dei farmaciMEDICO CAV

DI ANNA LEPORE

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Cosa non fareNon lasciare mai i farmaci in

macchina o in cucina: il luogo diconservazione deve essere buio efresco e, soprattutto, lontano dafonti di calore e protetto dall’umi-dità.

Non portare mai i farmaci inspiaggia: fare particolare attenzio-ne a sciroppi, colliri, pomate e goc-ce, che possono facilmente alterarsi.

Conservare sempre le medici-ne lontano dalla portata dei bam-bini: i bambini mettono in bocca

qualsiasi cosa.Non usare i contenitori dei

medicinali per conservare sostan-ze pericolose: ad esempio detersivio disinfettanti.

Conservare sempre il fogliettoillustrativo: sono riportate le indi-cazioni, gli effetti collaterali e lemodalità di conservazione.

Vaccini e insulina vanno con-servati in frigorifero, come anchele supposte.

La Legge 8 ottobre 2010, n. 170riconosce la dislessia, la disortogra-fia, la disgrafia e la discalculia comeDisturbi Specifici di Apprendimen-to (DSA), assegnando al SistemaNazionale di Istruzione e agli Ateneiil compito di individuare le forme di-dattiche e le modalità di valutazionepiù adeguate affinché alunni e stu-denti con DSA possano raggiunge-re il successo formativo. Dall’entra-ta in vigore della legge si sono atti-vate molteplici iniziative sul territo-rio nazionale e regionale per con-sentire alla scuola di prepararsi ad af-frontare la presenza di alunni conDSA di ogni età. La legge richiede tral’altro alla scuola di rilevare tempe-stivamente le problematiche deglialunni per avviare prima un percor-so di recupero in classe e poi, se sievidenzia il persistere delle proble-maticità, l’invio ai Servizi Sanitari. Leattività di screening possono gioca-re un ruolo significativo nei confrontidi questi alunni permettendo nonsolo un più precoce riconoscimentodel DSA, ma anche la messa in attodi misure didattiche adeguate basa-te sulla comprensione dei meccani-smi che lo sottendono. Con il termi-ne screening si intende una meto-dologia di rilevazione che è in gra-do di predire un disturbo sulla base

della presenza di un segno critico se-lezionato in precedenza (test pre-dittivo). I casi sospetti di DSA pos-sono essere individuati attraversouno screening, che non costituiscecertamente una diagnosi, ma può in-dirizzare verso la stessa una popo-lazione di soggetti (alunni) che pre-senta alcuni indici caratterizzanti. Peressere efficace un test di screeningdeve essere semplice, rapido dasomministrare e poco costoso, sia intermini di strumentazione che diimpiego di risorse specialistiche. Loscreening non ha la pretesa di evi-denziare in modo inequivocabileun disturbo, ma di individuare, conbuon livello di attendibilità, i sog-getti a rischio di un determinatodisturbo. Queste attività richie-dono alla scuola, dunque, un’at-tività di formazione e di uti-lizzazione di strumenti,possibilmente in retecon gli operatori sa-nitari, al fine dimettere gli inse-gnanti in con-dizioni di rico-noscere gli in-dicatori di ri-schio e di fa-vorire inmodo ottima-

le lo sviluppo delle competenze im-plicate nell’apprendimento della let-to-scrittura e del calcolo. Gli scree-ning per 1’individuazione dei DSApossono effettuarsi attraverso testspecifici delle relative abilità rivoltidirettamente agli alunni; questiona-ri osservativi o interviste strutturatea genitori ed insegnanti. I test discreening per DSA con prove strut-turate, somministrate da personaleesperto, indagano le specifiche abi-lità di lettura, scrittura e calcolo.L’utilizzo di misurazioni più sempli-

ci del livello di lettu-ra, scrittura e cal-

colo dell’alun-no possonocondurre fa-cilmente afalsi positivi(ansia daprestazione,

carenzedidat-

t i -

che o culturali, etc) oppure, soprat-tutto nelle forme lievi o in soggettiche hanno ben compensato il di-sturbo, ad avere dei falsi negativi(mancata individuazione del sog-getto che presenta il disturbo). Iquestionari osservativi sono ne-cessariamente meno specifici, mahanno il vantaggio di raccogliere in-formazioni più globali. Sono, inoltre,uno strumento di primo screeningpiù agile ed economico rispetto aprove strutturate somministrate di-rettamente agli alunni. L’utilizzodei questionari osservativi rivoltiagli insegnanti ed ai genitori perl’identificazione dei segni critici di undisturbo di apprendimento è da con-siderarsi una procedura valida in pie-no accordo con le Linee Guida per iDSA dettate dal MIUR nel 2011cheaffermano l’importanza dell’osser-vazione negli alunni, sia delle pre-stazioni atipiche che degli stili di ap-prendimento, da parte degli inse-gnanti in tutto il percorso scolastico,già a partire dall’infanzia. L’indivi-duazione tempestiva permetterà poila messa in atto di provvedimenti di-dattici, abilitativi e di supporto,che possono modificare notevol-mente il percorso scolastico e il de-stino personale di alunni e studenti

con DSA.

Disturbi specifici di apprendimento PSICOLOGA DELL’APPRENDIMENTO DI ANNA MARIA ANTONUCCI

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Per individuare il disturbo è importante l’utilizzo di questionari osservativi

Screening nelle scuole

Page 20: 6Donna #1

20 g e n n a i oduemilatredici

Su Salute.it è apparsa unanotizia alquanto curiosa: “per-donare” sarebbe una vera e pro-pria medicina naturale, alla por-tata di chiunque. La confermascientifica di questo dato vieneda una ricerca realizzata dalladottoressa Britta Larsen, del De-partment of Psychology and Phi-losophy dell’University of Cali-fornia di San Diego, e dai suoicollaboratori. L’indagine, pub-blicata sulla rivista Psychoso-matic Medicine, ha messo inluce gli specifici meccanismi at-traverso i quali si svolge l’azio-ne benefica del perdono sul-l’apparato cardiovascolare. Laricerca è stata realizzata su oltre200 studenti, ai quali è statochiesto di ripensare a una re-cente offesa ricevuta, prima la-sciando fluire l’eventuale rabbiaconnessa all’evento e successi-vamente cercando, invece, diraggiungere una posizione in-teriore di perdono verso la per-sona che aveva causato l’offesa.Il tutto avveniva mentre i ricer-catori rilevavano alcuni para-metri cardiovascolari, come lapressione arteriosa, sia massimache minima, nonché la frequen-za cardiaca. È stata effettuata an-che una comparazione di questiparametri tra il momento in cuii soggetti si ponevano in unacondizione mentale di perdonoe un momento successivo in cuivenivano distratti dalla propriarabbia. “I nostri dati dimostranoche pensare a un evento offen-sivo con un approccio cognitivodi perdono porta a un minor li-vello di aumento della pressionesanguigna rispetto a quanto av-viene quando lo stesso evento èpensato con un approccio co-gnitivo di rabbia” hanno sottoli-neato i ricercatori californiani. Edimostrano anche che la sem-plice distrazione non rappre-senta una modalità altrettanto ef-ficace di affrontare l’offesa rice-vuta. Infatti, la sperimentazioneha messo in evidenza che i sog-getti distratti dal ricordo del-l’evento offensivo avevano ini-zialmente, come quelli che ave-vano perdonato, livelli inferiori dipressione arteriosa rispetto aquelli concentrati sulla rumina-zione rabbiosa; tuttavia, in se-guito la loro pressione, specie laminima, è risultata più alta ri-spetto a quella di coloro cheavevano perdonato. Sembra chea rendere così efficace il perdo-no sia il rimpiazzare le emozio-ni e i pensieri negativi con quel-li positivi, quali l’empatia e lacompassione.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparole

Il bene diperdonare

Spetta quest’anno ai pensionatiun aumento più consistente pari altre per cento, rispetto a quelli piùmodesti degli ultimi anni.

La percentuale del tre per centoè stata calcolata – come di consueto– in via provvisoria tenendo contodell’andamento del costo della vitanel periodo 1° gennaio – 30 settem-bre 2012.

Quella definitiva si conoscerànel corso del 2013. Se poi la percen-tuale effettiva risulterà più elevata,con la rata di gennaio 2014 i pensio-nati recupereranno la differenza.

Con la rata di gennaio i pensio-nati ricevono, insieme all’aumentodel tre per cento, anche un piccoloconguaglio (18,33 Euro per gli im-porti minimi) dovuto alla differenzatra l’inflazione presunta (2,6%) conla quale sono stati aggiornati gli im-porti del 2012 e quella effettiva(2,7%) registrata dall’Istat alla finedel 2011.

Minimo e trattamenti socialiCon l’incremento del tre per

cento il trattamento minimo sale da481,00 a 495,43 Euro al mese se-guendo un progressivo mensile di14,43 Euro. Allo stesso modo si è pro-ceduto ad adeguare anche le pre-stazioni assistenziali a favore dei cit-tadini in stato di bisogno. L’assegno

sociale, cioè la prestazione introdot-ta dalla Riforma “Dini” per tutti co-loro che hanno compiuto i 65 anni dietà (da quest’anno 65 e 3 mesi) dopoil 31 dicembre 1995, passa da 429,41a 442,30 Euro al mese. Mentre lapensione sociale, prevista per gli ul-trasessantacinquenni che hannoraggiunto l’età prima del dicembre’95, sale da 353,89 a 364,51 Euro almese.

Pensione al milioneChi ha ottenuto la maggiorazio-

ne fino ad un milione di lire al mesepuò contare quest’anno su un asse-gno di 631,87 Euro. Va ricordato chela maggiorazione spetta ai pensio-nati meno abbienti dai 70 anni in su(60 anni se invalidi totali). Nel 2013ne possono beneficiare coloro chehanno un reddito personale annuonon superiore a 8.124,31 Euro o cu-mulato con quello del coniuge, sesposati, che non vada oltre 13.964,21Euro. Si considerano tutti i redditi diqualsiasi natura, compreso quelliesenti o tassati alla fonte come gli in-teressi bancari e postali, i rendimentidi Bot e altri titoli. Nel computo rien-trano anche le rendite Inail e gli as-segni assistenziali.

In altre parole bisogna denun-ciare tutto con la sola eccezione deiredditi provenienti da: casa di abi-

tazione; pensioni diguerra; assegno di ac-compagnamento;trattamenti di fami-glia; importo aggiun-tivo di 154,94 Europrevisto dalla legge388/2001; sussidi eroga-ti da Enti pubblici senza ca-rattere di continuità; indenniz-zo a favore di coloro danneggiati davaccinazioni, trasfusioni e emoderi-vati.

Pensioni superiori al minimoPer il biennio 2012-2013 la Ma-

novra Monti-Fornero (legge n.214/2011) ha previsto che la rivalu-tazione delle pensioni superiori alminimo venga riconosciuta nella mi-sura del 100 per cento, solo ai tratta-menti pensionistici di importo com-plessivo fino a tre volte il trattamentominimo, per quest’anno 1.443,00 lor-di mensili. Per le pensioni superioria tale soglia non è prevista nessunarivalutazione. Resta fuori, dunque,la quota di pensione superire a trevolte ma non a cinque volte il trat-tamento minimo Inps (su cui si sa-rebbe dovuto applicare il tasso ri-dotto del 10%, cioè al 90%); e laquota di pensione il cui importo èsuperiore a cinque volte il tratta-mento minimo Inps (su cui si sareb-

b edovuto

applicare iltasso ridotto del 25%, cioè al 75%).

E’ stato, comunque, previsto unpiccolo correttivo che funziona così:le pensioni di importo mensile com-preso tra 1.443,00 Euro (tre volte iltrattamento minimo Inps) e 1.486,29Euro ( tre volte il trattamento minimo+ la rivalutazione del 3%) ottengo-no una rivalutazione d’importo taleda garantire una pensione di1.486,29 Euro.

C’è da dire che il blocco dellepensioni all’adeguamento del costodella vita è la parte più grave, iniquae dolorosa della manovra “Monti-Fornero”.

La semplice fissazione di unasoglia che sia pari al triplo del mini-mo determina uno “scalone” tra chiriesce comunque ad ottenere una ri-valutazione “piena” e chi, riceven-do pochi euro in più, si vede com-pletamente azzerati gli incrementi.

Gli aumenti del 2013. Conguaglio a gennaio

Ritocchi alle pensioniDI FLOREDANA ARNÒ

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50&PIÙ ENASCO

I limiti della Riforma “Monti-Fornero”

Allo scopo di contrastare il feno-meno dei contratti non richiesti e tu-telare i clienti domestici e delle pic-cole medie imprese nei settorielettrico e del gas, l’Autorità perl’energia elettrica ed il gas haintrodotto nuovi strumenti pre-ventivi, ripristinatori e di strettomonitoraggio.

Tra i più importanti eviden-ziamo la istituzione di una ‘listanera’ dei venditori con maggiornumero di contratti non richie-sti, obblighi di verifica a caricodei venditori sui contratti e nuo-ve norme a rafforzamento del Codi-ce di condotta commerciale.

In particolare, dopo un ampioprocesso di consultazione condivi-

so con i rappresentanti dei consu-matori e degli operatori sono stati in-trodotti precisi obblighi di verifica

per tutti i contratti siglati porta a por-ta ovvero al telefono. Più precisa-mente le società di vendita do-vranno telefonare al cliente o

inviargli un’apposita let-tera per acquisire la con-ferma dell’effettiva volon-tà di aderire all’offerta.Con questa procedura, insostanza, sono i venditori adover provare l’assenso delcliente/utente al contratto.

Il provvedimento del-l’Autorità, inoltre, prevedeanche un rafforzamentodelle attività di monitorag-gio del rispetto degli obbli-ghi di comportamento pre-visti e l’avvio di proceduresanzionatorie nei casi diviolazione degli stessi.

Per realizzare ciò, l’Autorità siservirà di nuovi sistemi di monito-raggio basati sulle informazioni for-nite da distributori e venditori da in-crociare con i dati provenientidall’istituito Sportello per il consu-matore. Una volta individuati i ven-ditori con il più elevato numero dicontratti non richiesti, l’Autorità isti-tuirà una ‘lista nera’ che pubbliche-rà sul proprio sito internet.

Il tutto allo scopo di minare la re-putazione dei venditori scorrettidanneggiandoli nel loro valore piùimportante, ossia la fiducia del clien-te/utente.

Inoltre l’Autorità ha pensato di

istituire un elenco delle società cheadotteranno procedure semplificateper garantire al consumatore la cer-tezza del rientro dai contratti non ri-chiesti; fra queste, in particolare la

possibilità di tornare al precedentevenditore in modo automatico e sen-za alcun costo, attraverso la previ-sione chiara e semplificata di unaspecifica ‘procedura di ripristino’.

Ad ulteriore garanzia del clien-te, la ‘procedura di ripristino’ preve-de che nel periodo di fornitura rela-tivo al contratto non voluto, vengaapplicato un prezzo di tutela, scon-tato della quota di remunerazione

dell’attività del venditore. Infine, per consentire una più fa-

cile e certa identificazione dei ven-ditori ‘porta a porta’, nel Codice dicondotta commerciale sono state in-trodotte norme più stringenti sugliobblighi per il personale commer-ciale; in particolare, sul cartellinoidentificativo dovrà essere indicatoil nome e il numero di codice ma an-che il numero verde della società ti-tolare dell’offerta proposta. Sarà,pertanto, vietato al venditore dareai clienti numeri diversi da quellidella società rappresentate.

Contratti non richiestiEnergia elettrica e gas: rischi e garanzie

DI ROSANGELA LORISO

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MOVIMENTO CONSUMATORI

Obblighi di verifica ed istituzione di una black list dei venditori

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21g e n n a i oduemilatredici

Attenzione a neonati, bambini e anziani, le categorie più a rischio

Appare secca, screpolata, ruvida e soggetta a desquamazione

La pelle rappresenta circa il10% del peso corporeo di un indi-viduo ed il 70% di essa è costitui-to da acqua. Quest’ultima è distri-buita in percentuali differenti, a se-conda dei vari strati cellulari (stra-to corneo, epidermide, derma e ipo-derma) che compongono la cute.Lo strato dermico è in assolutoquello che contiene più acqua erappresenta perciò un preziosodeposito di riserve idriche che, al-l’occorrenza, va a rifornire l’epi-dermide, vero regolatore del-l'idratazione cutanea. Solitamentela pelle, attraverso la sudorazionee la perspiratio insensibilis (elimi-

nazione continua di acqua a livel-lo della superficie cutanea), elimi-na circa 500 cc di acqua al giorno.Per reintegrare i normali liquidiperduti, un adulto dovrebbe assu-mere quotidianamente 1,5-2 litri diacqua, ma a volte può succedereche ciò non avvenga, oppure che,per elevate temperature ambientalio stati patologici particolari (febbre,vomito, diarrea), l'organismo si di-sidrati. La disidratazione, oltre allecause appena citate, può essere do-vuta anche all'età, alla predisposi-zione genetica o a fattori di tipo chi-mico (uso eccessivo o inadeguatodi detergenti e saponi o contattoprolungato con l'acqua). La pelle

dello strato corneo, quello più su-perficiale, apparirà dunque

secca, screpolata, ruvida etenderà a squamarsi fa-

cilmente. Per preve-nire tale fenome-

no, che gene-ralmente

viene definito come “secchezza cu-tanea”, si ricorre all'utilizzo di pro-dotti idratanti ed emollienti (creme,unguenti), che hanno la funzione direstituire elasticità e morbidezza allapelle. Nei casi in cui il processo didisidratazione sia più profondo edil TWL (effetto barriera) dello stra-to corneo cominci a danneggiarsiper un'alterazione della sua strut-tura lipidica, occorrerà un interventopiù massiccio che preveda un ap-porto idrico derivante dall'interno(aumento del consumo di liquidi edi alimenti ricchi di acqua, comefrutta e verdura).

Un particolare stato di disidra-tazione è caratterizzato da alcunemalattie della pelle, per esempio ladermatite atopica (eczema), unareazione infiammatoria, prurigi-

nosa ma non con-tagiosa, che in-debolisce la fun-zione di barrieradella cute, favo-rendone la perdi-ta d'acqua. Bastipensare al cosid-detto eczema del-le casalinghe,detto anche ec-zema da detersi-vo, oppure allapsoriasi, una flo-

gosi cronica della pelle dovuta afattori ambientali, genetici o au-toimmunitari, in cui si assiste ad unvelocissimo processo di ricambiocellulare nel quale sono coinvolteampie zone del corpo, in partico-lare del cuoio capelluto. Nelle areecolpite la pelle appare particolar-mente secca, sensibile ed irritabi-le e manifesta segni di invecchia-mento precoce.

Naturalmente, tutti possonoessere soggetti a disidratazione,tuttavia le categorie più a rischiosono quelle dei neonati e dei bam-bini e degli anziani. Non solo neo-nati e bambini sono soggetti chepesano relativamente poco e che diconseguenza metabolizzano piùfacilmente l’acqua e gli elettroliti(sodio, potassio, cloro etc.), ma si

tratta della fascia d'età che soffrepiù frequentemente di diarrea.L'organismo degli anziani, invece,con l'avanzare dell'età, perde la ca-pacità di trattenere l’acqua, la setesi manifesta con minor frequenzaed il corpo si adatta meno facil-mente alle variazioni di tempera-tura. A ciò si vanno ad aggiunge-re malattie croniche, ad esempio ildiabete ed i cambiamenti ormonali(andropausa e menopausa). In ognicaso, a seconda dell’età del pa-ziente, della gravità e della causadella disidratazione, sarà bene ri-volgersi al proprio medico o far-macista che sapranno consigliare lasoluzione più adatta. Attualmenteesistono in commercio ottime so-luzioni reidratanti orali, facilmen-te digeribili, che contengono acquae sali in proporzioni precise e ser-vono per reintegrare sia i liquidi,sia gli elettroliti persi.

Disidratazione della pelleA CURA DELLA

FARMACIA SANTA RITA

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farmacia

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22 g e n n a i oduemilatredici viaggi

Il Principato d’Andorra, stato compresotra la Francia (nord-est) e la Spagna (sud-ovest), senza sbocchi sul mare, è una meta fre-quentata principalmente da quei vacanzierialla ricerca del binomio perfetto tra natura eneve. Inoltre, pur possedendo come valutal’euro, è uno stato a tasse zero:qui vacanzavuol dire anchepotersi concede-re un po’ di shop-ping a cuor leg-gero. Per questimotivi, Andorrasi è classificatacome una dellenuove mete idea-li per trascorrerevacanze low costsulla neve. An-dorra si fa notareprincipalmenteper i panoramisuggestivi e i mi-gliori impianti sciistici dei Pirenei meridionaliche il suo territorio montuoso, tra la Catalo-gna e la Francia, abbraccia per un centinaiodi chilometri. Le montagne presenti sono ge-neralmente frastagliate: la cima più alta è ilComa Pedrosa (2942 metri). Nelprincipato sono presenti quasi 40 lo-calità montane abitate: fittare un ap-partamento o un bungalow con ac-cesso diretto agli impianti è la so-luzione comune, nonché la più eco-nomica per chi viaggia in gruppo ocon la famiglia per trascorrere incompagnia la settimana bianca.Inoltre la vicinanza degli impiantipermette di risparmiare sugli even-tuali trasporti. Il clima è di tipo al-pino nelle zone di alta montagna econtinentale nelle zona a valle. Sul-le cime si possono avere copiose nevicate sinoa maggio: così la settimana bianca è semprepossibile anche nel periodo di bassa stagio-ne, privilegiando chi pratica lo scii primave-rile. Ad Andorra esistono ben 7 stazioni scii-stiche attrezzate; le più famose sono Vallnord

e Ganvalira. I prezzi sono in linea con le me-die europee: durante la settimana lo skipasscosta meno che nel weekend. Grandvalira èla capitale della neve di Andorra, dove ci sonoben 193km di piste. È un comprensorio rela-tivamente recente nonché il più esteso com-plesso della zona con 110 piste differenti. Ar-

calis-Odino è sta-to battezzato undei posti miglioriper sciare in An-dorra. La sua po-sizione a Norddei pendii glipermette di ave-re la stagione piùlunga della zona:le altezze oscilla-no tra i 1940 ai2625 metri e sonoparticolarmenteapprezzate daglisnowboarder lo-

cali. Proprio per accontentare questi abitua-li frequentatori e chiunque condivida questapassione per la tavola, è stato allestito unosnowpark e un’area per i riders di circa15000 metri quadrati. Non ci sono voli diret-

ti dall’Italia per Andorra: la soluzione più pra-ticata è quella con volo + noleggio auto. Si at-terra generalmente in una delle città princi-pali della Francia o della Spagna; Andorra di-sta 2 ore da Tolosa, 3 da Barcellona. Da que-st’ultima poi partono degli autobus con ora-

rio continuato diretti alle piste da scii di An-dorra. Si arriva di buon mattino e si riparte conl’ultima corsa alle 19: il tempo sufficiente perdivertirsi sugli impianti a meno di 40 euro algiorno. Soggiornare a Barcellona consente diottimizzare tempo e spese per chi vuole co-niugare natura e sport senza farsi mancare lacultura cittadina. Chi soggiorna ad Andorrainvece può dedicarsi alla capitale, Andorrala Vella. L’antico centro storico Barri Antic ècircondato da montagne che raggiungono an-che i 2400 metri: le strade acciottolate sonofiancheggiate dalle vecchie case di pietra instile tipico. Persino il parlamento Casa de laVall è in pietra: da qui è possibile imbattersiin Plaça la Poble, una grande piazza pubbli-ca delimitata dagli edifici del teatro e del-l’accademia della musica di Andorra. Loshopping si fa nei negozi duty-free: le pro-duzioni tipiche sono i sigari e l’oggettisticad’arredamento. Accorsati sono gli outlet o ne-gozi di settore dove rifornire il proprio equi-paggiamento da scii con articoli alla moda ma

a prezzi stracciati. Andorra è il classico postodove conviene arrivare con la valigia mezzavuota. Le recensioni più affidabili danno unvoto positivo ai locali del centro storico e ai ri-storanti per il rapporto qualità/prezzo. I piat-ti principali sono a base di carne di manzo, ge-neralmente accompagnati da verdure allowok mentre il dolce più proposto è il tirami-sù. A detta dei turisti, persino meglio diquello italiano. Vale la pena provare visto chela mattina dopo sarà smaltito sulle piste!

Dalila Campanile

Andorra,regno delle nevi

Panorami mozzafiato e i migliori impianti sciistici dei Pirenei

Meta low cost per il turismo invernale

Curiosità• Paradiso fiscale o meta low cost, An-

dorra viene visitata da circa 10.200.000 tu-risti l’anno.•È lo stato più esteso dei più piccoli sta-

ti europei come San Marino, Liechten-stein, Città del Vaticano, Principato diMonaco e Malta.• È l’unico stato europeo governato at-

tualmente dal Presidente della Repub-blica Francese e dal Vescovo della dio-cesi spagnola di Urgell.• Il fuso orario è lo stesso dell’Italia.• Il catalano è la lingua ufficiale ma l’in-

glese è parlato da tutta la popolazione.• La religione principale è quella cat-

tolica.

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23g e n n a i oduemilatredicilibri & cultura

“Il mio romanzo nasce da una esigenzaprecisa: presentare ad altri quello che può det-tare, ad una insegnante come me, la confi-denza raccolta su un episodio di violenza ses-suale e sul conseguente meccanismo di sof-ferenza”. È la foggiana Anna Rita Martire aspiegare, con brevi e rapide pennellate, i mo-tivi e le urgenze dalle quali nasce “Senza pel-le”, il suo romanzo d’esordio edito nella col-lana “Approdi” della Vertigo Edizioni.

Nel suo romanzo, la 36enne Anna Rita af-fronta un tema di grande attualità, ovveroquello della violen-za sulle donne (e,soprattutto, sullegiovani donne e leminori) argomentotristemente presen-te nelle scalette deitg locali e naziona-li come nelle pagi-ne di cronaca. Untema tanto com-plesso quanto deli-cato, per uno spac-cato originale, mol-teplice e sicura-mente doloroso, co-stantemente in bili-co tra realtà e sen-timenti, disagio esi-stenziale e vogliadi riscatto e testimonianza.

Un esperimento letterario che si concre-tizza in poco meno di 110 pagine, dense di

emozioni forti, teneri sentimenti e passioni fe-roci. Il risultato è un romanzo sincero, crudoe per certi versi anche scomodo; un roman-zo che costringe ciascuno a guardarsi dentrocon una onestà disarmante, “perché solo co-noscendo i nostri abissi possiamo risalireverso la superficie, lì dove si trova la luce”.Una guerra, una lotta perenne e sfibrante coni propri fantasmi; l’ombra di un passato lon-tano, nascosto ed eclissato ma sempre pron-to a riemergere dall’oblio nel quale, con fa-tica, lo si era rinchiuso.

“Ho provato a servirmi delle parole scrit-te per presentare la ferita, per proporre unastoria intrisa di vissuto e quotidianità, pur es-

sendo il mio “solo” un romanzo. L’espe-rienza di Viola è specchio di una realtàscomoda, ma che purtroppo si compienon poche volte”, puntualizza l’autrice.La protagonista della vicenda narrata in“Senza pelle” è Viola, giovane donna emadre. Dietro la maschera di una don-na efficiente e sicura, in lei si nascondel’adolescente fragile e sensibile “cheamava suo padre, il mare e i libri”. Dopola morte prematura del marito - il 32enneStefano - Viola torna a vivere e si riaf-faccia alla passione e ai sentimenti conFederico, un pittore oscuro e tormenta-to, dal carattere complesso e articolatoche la costringerà a fare i conti con unapagina nera della sua infanzia. “Il suopassato è segnato, il suo segreto tornanel presente, ne deve fare i conti ed il suoscrutarsi interiormente è solo l’inizio diun percorso che porterà Viola a superarei suoi tormenti e il suo dolore, grazie ancheal figlio e alla forza dei sentimenti”. Per “ri-nascere” Viola deve superare il trauma indi-cibile al quale fu sottoposta quando erabambina: un’esperienza difficile, un marchioda portare a vita che le ha causato un “bloc-co difensivo” nel flusso dei suoi ricordi e del-le sue emozioni. Le pagine si susseguono conun ritmo cadenzato e martellante, come quelpungolo che fa sanguinare - perennemente- le ferite nell’anima della protagonista. Ed èproprio nel “ritmo” e nella “musicalità” del-le pagine che è possibile rintracciare la cifrastilistica dell’autrice, la sintesi delle sue prin-

cipali passioni ed attitudini. La 36enne AnnaRita Martire -che con “Senza pelle” è al suobattesimo del fuoco nel mondo della narrati-va - infatti, è una pianista, laureata in disci-pline musicali.

Nel campo della musica svolge sia l’atti-vità concertistica che didattica, con partico-lare riferimento ai bambini in età prescolare.

Dopo “Senza pelle”, che è stato pre-sentato in anteprima, a Foggia, nei localidella “Libreria Paoline”, tra i progetti incantiere della Martire vi è la pubblicazio-ne di una raccolta poetica e la stesura di unsecondo romanzo.

Il romanzo d’esordio della musicista foggiana Anna Rita Martire

110 pagine dense di emozioni per il libro edito dalla Vertigo Edizioni

“Senza pelle”, storia di una rinascita

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24 g e n n a i oduemilatredici