6. L’economia aziendale Oggetto ed evoluzione
description
Transcript of 6. L’economia aziendale Oggetto ed evoluzione
6. L’economia aziendale
Oggetto ed evoluzione
MODULO 2: ELEMENTI DI ECONOMIA AZIENDALE
Corso di Laurea in Biotecnologie – Sede di FanoInsegnamento: Elementi di Economia Aziendale
Prof. Del Baldo [email protected]
Dipartimento di Economia, Società, PoliticaFacoltà Economia - Urbino
a.a. 2010/2011 2
L’adattare mezzi scarsi ai molteplici fini attribuisce al comportamento umano la natura di comportamento economico.
“Le persone, nel loro complesso divenire, perseguono molteplici fini di varia specie e di vario grado; il perseguimento di tali fini suscita bisogni; per soddisfare i bisogni le persone svolgono, tra l’altro, l’attività economica, ossia l’attività di produzione e consumo di beni economici” (Airoldi, Brunetti, Coda, 1989, p. 15).
Attività di produzione(realizzazione di beni economici)
Attività di consumo (destinazione di beni economici al soddisfacimento dei bisogni umani)
Rapporto strumentale
Binomio: mezzi/bisogniAziende di produzione o imprese
Aziende di erogazione
CLASSI DI OPERAZIONI CHE DANNO ATTUAZIONE ALLE PRODUZIONI E AI CONSUMI(Airoldi, Brunetti, Coda, 1989)a. Operazioni di trasformazione fisico-tecnicab. Negoziazioni di beni (scambi monetari aventi ad oggetto merci e servizi)c. Negoziazioni di capitale di prestito (o negoziazioni di credito)d. Negoziazione di rischi specifici (assicurazione)e. Negoziazione di capitale proprio (capitale di rischio)f. Negoziazioni di lavoro
Lavoro e capitale di risparmio sono le due condizioni primarie di produzione.
a.a. 2010/2011 3
ECONOMIAAZIENDALE ECONOMIA
POLITICA
Scienza Economica
– studia i fenomeni economici a livello di singolaazienda o di classi particolari di aziende– si interessa delle scelte operate dagli uomini al fine di adattare gli scarsi mezzi a disposizione ai molteplici fini aziendali
ECONOMIAINDUSTRIALE
ricordiamo
1a conclusione:L’Economia Aziendale studia il comportamento delle aziende
a.a. 2010/2011 4
DALLA RAGIONERIA ALL’ECONOMIA AZIENDALECINQUE PERIODI
1) dall’antichità fino al 13° secolo2) dal 13° secolo al 18° secolo3) l’Ottocento4) da Gino Zappa (1830) al 2° dopoguerra5) dal secondo dopoguerra ad oggi
Come si è sviluppata l’Economia Aziendale?
a.a. 2010/2011 5
PRIMO PERIODO
Interesse esclusivamente rivolto verso le tecniche di scritture contabili Prevalgono gli aspetti computistici, caratterizzati dall’uso di procedure semplici E’ assente l’interesse verso gli aspetti economici della gestioneRAGIONERIA arte di tenere i conti
SECONDO PERIODO
Il periodo è definito metodologico-contabile Fervido interesse verso le tecniche contabili che si sviluppano grazie al contributo di diversi autori (L. Fibonacci,…) Prevale il formalismo e l’interesse è più sulle metodologia e sulla forma che sulla sostanza A Luca Paciolo ( 1494 - “Summa de arithmetica e geometria. Proporzioni et proporzionalità”) è attribuita la paternità del METODO DELLA PARTITA DOPPIA (il “metodo italiano” o “metodo veneziano” del tenere i conti)
a.a. 2010/2011 6
TERZO PERIODO
I contributi sviluppati nell’Ottocento si articolano secondo tre scuole: Lombarda (Villa); Toscana (Cerboni), Veneta (Besta: sviluppa il Sistema Patrimoniale.L’azienda è definita come insieme di atti e operazioni che vengono eseguite sul patrimonio: insieme di fattori da impiegare nello svolgimento del processo produttivo.
Fino al 1800 La Ragioneria e le Tecniche di gestione assumono la caratteristica di “arti” e non ancora di “scienze”: mancanoprincipi generali che riguardino tutte le amministrazioni delle unità economiche considerate
QUARTO PERIODO
ZAPPA Gino Scienza dell’ECONOMIA AZIENDALE, ossia
scienza unitaria dell’amministrazione economico-aziendale che si occupa delle condizioni di esistenza e delle manifestazioni di vita delle aziende poiché esistono problematiche gestionali comuni ai vari tipi di aziende, che si articola in: Gestione, Organizzazione, Rilevazione- Il problema economico va affrontato attraverso la formulazione di giudizi di convenienza economica.Sviluppa il Sistema del RedditoLa Ragioneria non si limita ad essere una tecnica fine a se stessa, ma diventa uno strumento finalizzato all’acquisizione di conoscenze relative ai fatti aziendali e, tramite queste, all’efficace ed efficiente gestione delle aziende.Si ricordano ONIDA Pietro (Ragioneria come studio dei fatti aziendali esaminati dal punto di vista quantitativo) e AMADUZZI Aldo (Include nella Ragioneria anche l’interpretazione dei dati, tramite i quali è possibile verificare le condizioni di equilibrio economico delle aziende)
a.a. 2010/2011 7
TERZO PERIODO
I contributi sviluppati nell’Ottocento si articolano secondo tre scuole
La Scuola Lombarda(Villa)
La Scuola Toscana(Cerboni)
La Scuola Veneta(Besta)
Si distingue tra:Computisteria: arte di tenere i contiRagioneria: studio dell’ amministrazioneaziendale distinta in tre momenti:- Gestione- Organizzazione- Rilevazione
Viene elaborata una nuovametodologia di rilevazione contabile(metodo logismografico), ispirata al metodo della Partita Doppia.
Besta pone al centro dell’aziendail patrimonio: insieme di fattori daImpiegare nello svolgimento del processoproduttivo.Sviluppa il Sistema Patrimoniale.L’azienda è definita come insieme di atti e operazioni che vengono eseguite sul patrimonio.Nell’amministrazione economica dell’azienda si distinguono tre momenti:- Gestione- Direzione- ControlloRagioneria: insieme delle leggi che presiedono al controllo economico delle aziende
Fino al 1800 La Ragioneria e le Tecniche di gestione assumono la caratteristica di “arti” e non ancora di “scienze”: mancanoprincipi generali che riguardino tutte le amministrazioni delle unità economiche considerate
a.a. 2010/2011 8
QUINTO PERIODO
Confronto e fusione tra: L’impostazione aziendale classica di derivazione zappiana Le conoscenze ottenuto attraverso lo studio di casi aziendali provenienti dagli studi di managementNord-americani.
Teoria istituzionalista sulle strategie aziendali: CODA Vittorio
Economia Aziendale
Prospettiva oggettiva: scienza di andamenti e di risultatiOggetto di studio è l’azienda considerata come fenomeno unitario di cui sono studiate le condizioni di esistenza e le manifestazionidi vitaApproccio: esplicativo-interpretativo teso a spiegare le relazioni di causa-effetto che avvincono gli accadimenti aziendali
Management
Prospettiva soggettiva: scienza di comportamentiOggetto di studio: problematiche derivanti dai processi di decisione e azione che i soggetti realizzano nella gestione dell’aziendaApproccio: normativo-prescrittirvo teso a fornire indicazioni per guidare il manager nell’attività di governo dell’impresa
L’economia aziendale, come scienza, evolve lungo due filoni di specializzazione:SETTORIALE studio riferito a particolari categorie aziendali identificate in base al settore di
appartenenzaO in base alla dimensione, ai regimi giuridici, alle modalità di svolgimento del processo produttivoFUNZIONALE studio delle problematiche relative a singole aree funzionali, comuni alle varie
categorie di aziende
a.a. 2010/2011 9
PRIMA: La Ragioneria si occupava esclusivamente delle rilevazioniquantitative d’azienda
Ragioneria come scienza del controllo economico, ossia delpatrimonio, in modo tale che la ricchezza venga studiata nei vari
momenti della sua formazione e non "venga sperperata o distrattadall'uso cui è destinata”
dal pensiero di FABIO BESTA
OGGI: La Ragioneria tratta un orizzonte di argomenti più vastopoiché tende sempre più verso l’Economia Aziendale, disciplinanata con "Tendenze nuove negli studi di Ragioneria" (1927) di GinoZappa
Economia Aziendale come “scienza che studia le condizioni diesistenza e le manifestazioni di vita delle aziende“
Scienza dell’amministrazione economica delle aziendeal pensiero di GINO ZAPPA
L’evoluzione della Ragioneria e la nascita della nuova disciplina dell’Economia Aziendale
in sintesi
a.a. 2010/2011 10
Di cosa si occupa la Ragioneria
rilevazioni quantitativeaziendali (dei fenomeni aziendali)
Essa si articola secondo le tre fasi/momenti:
• Rilevazione dei fatti amministrativi (operazioni diacquisto,vendita, pagamenti salari ecc.);• Determinazione dei risultati (entrate, uscite, costi,ricavi,reddito ecc.);• Interpretazione dei fatti e dei risultati.La funzione svolta mediante questi tre momenti prende ilnome di contabilità ed è una parte dell’orizzonte più ampio dell’economia aziendale
Ratio = ragioneconti, governo,cura, reggimentodelle cose
applica i concetti generali alle singole classi di aziende tenendo conto delle implicazioni giuridiche, fiscali, …
RAGIONERIA ….
GENERALE ….
APPLICATA
concetti teorici fondamentali; lineamenti comuni a tutte le aziende
a.a. 2010/2011 11
METODO SEGNICO-COGNITIVOL’uso dei segni
I SEGNI sono un OGGETTO O EVENTO utilizzato come RICHIAMO diun altro oggetto o evento
Il LINGUAGGIO è un SISTEMA ORDINATO DI SEGNI interconnessiattraverso quali l’uomo cerca di conoscere la realtà
Il sistema dei segni deve essere adeguato al fenomeno da indagare (ilmetodo è imposto dall’oggetto che si vuole conoscere)
• LINGUAGGIO AZIENDALE: sistema ordinato di segni per conoscere ilfenomeno aziendale (aspetti strutturali, tecnici, comportamenti e risultatid’azienda)• LINGUAGGIO CONTABILE: conversione delle caratteristiche del fenomenoaziendale in segni misurabili (metodi oggettivi di misurazione)
Il linguaggio contabile può vedere modificati i propri
contenuti in relazione all’evoluzione che subisconol’organismo aziendale e il suo ambiente di
riferimento:esistono sistemi contabili nazionali diversi
La Ragioneria Internazionale fa parte della RagioneriaScopo: analizzare le cause delle diversità tra i sistemi contabilinazionali dei vari Paesi e contribuire al superamento di tali diversità(quando opportuno) o al loro inquadramento sistematico
a.a. 2010/2011 12
IL COMPORTAMENTO ECONOMICO DELLE AZIENDE
Il comportamento aziendale può essere suddiviso secondo i processi principali che lo caratterizzano
DECISIONE
ESECUZIONE
CONTROLLO
FEED-BACK o meccanismo di correzione
1
2
3
4
a.a. 2010/2011 13
Le fasi del comportamento aziendale
CONTROLLO
Confronto tra risultato
preventivato ed effettivo
e analisi degli scostamenti
ESECUZIONE
Azione
che trasforma la
Programmazione
in risultato
DECISIONE
Programmazione strategica
Programmazione tattica
Programmazione operativa
FEED BACK
Meccanismo di correzione
Sistema informativo (S.I.)
(S.I.) (S.I.)(S.I.) (S.I.)
LE FASI DEL COMPORTAMENTO AZIENDALE
a.a. 2010/2011 14
DECISIONE1
Il processo di decisione corrisponde al primo momento di tutte le scelte che l’azienda è chiamata a prendere nel corso della sua vita e si pone alla base
della condotta aziendale
Scelta più conveniente
Decisioni relative a:OrganizzazioneTipo di prodottoNome del prodottoConfezionePubblicitàCanali distributivi…Obiettivo da raggiungere in termini di risultati economico
Elementi informativi, contabili/extracontabili, interni/esterni che supportino il processo decisorio
a.a. 2010/2011 15
PROGRAMMAZIONE AZIENDALE Insieme delle decisioni aziendali
Insieme delle decisioni aziendali volte all’utilizzo dellerisorse possedute per il raggiungimentodi un obiettivo generale
strategia
Formalizzazione degli obiettivi e delle risorse in appositi documenti (piani)
PIANIFICAZIONESTRATEGICA
Riguardanti l’azienda nel suo complessoRiguardanti singoli rami e settori
Definizione degli obiettivi
e delle linee di azione per
conseguirli
PROGRAMMAZIONE
PROGRAMMAZIONE STRATEGICA
PROGRAMMAZIONE TATTICA
PROGRAMMAZIONE OPERATIVA
Traduce in obiettivi strategici di lungo termine la missione aziendale dopo l’analisi dell’ambiente esterno (M/O) e interno (F/D)
Traduce gli obiettivi strategici in obiettivi di medio periodo (3/5 anni)
Traduce gli obiettivi tattici in obiettivi gestionali a breve (budget annuali)
a.a. 2010/2011 16
DEFINIZIONE DI OBIETTIVI
ANNUI
DEFINIZIONE DI OBIETTIVI
MENSILI
MEZZI DA UTILIZZARE
BUDGET
Raggiungere un livello delle vendite pari aEuro600.000 totali
Raggiungere un livello delle vendite pari aEuro50 mensile
Scelta del nome, del prodotto, del marchio, della confezione, della pubblicità, del prezzo, dei canali distributivi,….
Personale, materie prime,energia, ammortamenti, …
SCHEMA DI PROGRAMMAZIONE ANNUALE
Individuare il percorso migliore da intraprendere e i mezzi da utilizzare, traducendoli in termini economiciCiascuna fase di programmazione produce piani, tra loro coerenti, che, approvati dalla direzione, si tradurranno in programmi operativi annuali che definiscono tempi e risorse necessari per conseguire gli obiettivi
Budget annuali di esercizio rilevazione quantitativa della presunta gestione futura
a.a. 2010/2011 17
ESECUZIONE2
Nel momento di esecuzione viene tradotto in pratica quanto stabilito nella fase precedente. Con il compimento di questa fase si rileva gradualmente anche il risultato effettivo prodotto.(ad esempio, un livello delle vendite pari a € 400.000)
CONTROLLO3
La fase del controllo include il complesso delle attività che gli organi di governo aziendale sviluppano allo scopo di guidare l’attività gestionale e verificare che questa si svolga conformemente ai programmi formulati per l’esercizio. L’oggetto del controllo è l’attività che l’azienda attua allo scopo di garantire e verificare il raggiungimento degli obiettivi fissati per un determinato periodo.
a.a. 2010/2011 18
il processo di controllo si svolge secondo due fasi logiche:1) confronto tra il risultato preventivato (€ 600.000) ed il risultato effettivo (€ 400.000);
Rilevazione degli scostamenti globali
2) analisi degli scostamenti ed individuazione delle cause degli stessi (es.: prezzo del prodotto, tipo di prodotto, pubblicità, marchio, nome, problemi organizzativi, errate analisi previsionali, ecc.)
Scomposizione degli scostamenti globali negli scostamenti elementari: di prezzo, volume ed efficienza.
In quale misura, i diversi fattori, hanno influito sul conseguimento dei risultati? QUALI CAUSE DEGLI SCOSTAMENTI?
interventi correttivi mirati
Revisione e modifica dei programmi operativi (controllo operativo-gestionale) Revisione e modifica dei programmi strategici (controllo strategico) in linea con l’evoluzione delle
variabili ambientali.
COME MIGLIORARE IL CONTROLLO?processo di personalizzazione delle responsabilità esecutive individuazione di centri e
responsabilità affidati ad un soggetto chiamato a rispondere dei risultati delle attività realizzate
ancora sul controllo
a.a. 2010/2011 19
FEED-BACK o meccanismo di correzione
4
Il meccanismo che consente, sulla base dell’analisi svolta e delle conclusioni tratte nella precedente fase del controllo, di assumere nuove decisioni atte ad eliminare lo scostamento riscontrato tra risultati preventivati e risultati ottenuti.
flusso informativo di ritorno che "rimette in moto" il processo di decisione e, con esso, tutto il sistema di azione aziendale.
sistema di autoregolazione che permette all’azienda un certo grado di elasticità nel comportamento
Il mancato conseguimento degli obiettivi del piano potrebbe essere imputato a due distinti tipi di errore
1) di programmazione2) di esecuzione corretta individuazione della natura dello scostamento
a.a. 2010/2011 20
1) nel caso di errore di attuazione dovranno essere effettuati interventi correttivi per rimuovere le eventuali inefficienze presenti nel processo operativo e consentire il miglioramento delle prestazioni negli esercizi successivi.
2) nel caso di errore di programmazione non saranno necessari interventi correttivi sui processi produttivi, ma occorrerà procedere ad una revisione degli obiettivi e programmi per il periodo futuro.
Importanza del processo di responsabilizzazione per controllare l’efficienza con cui i fattori produttivi sono impiegati, all’interno dei
singoli centri di costo, in cui si svolgono le diverse fasi del processo produttivo.
Il controllo e il feed-back, effettuati attraverso il confronto tra preventivi e consuntivi ed il successivo intervento nelle cause degli scostamenti, consentono di operare costantemente sull’efficacia e l’efficienza dell’attività aziendale, alla luce degli obiettivi prefissati all’inizio del periodo. Vanno effettuati IN PRESENZA DI QUALSIASI RISULTATO OTTENUTO
a.a. 2010/2011 21
2a conclusione:L’Economia Aziendale studia il comportamento dell’azienda e quindi studia i processi di decisione, esecuzione, controllo e feed-back.
a.a. 2010/2011 22
Affinchè il comportamento aziendale e i processi di decisione, esecuzione, controllo e feed-back possano fluire senza subire interruzioni e provocare inefficienze nei processi gestionali è necessario poter fare affidamento su un flusso di informazioni precise, chiare e tempestive.
Tali informazioni devono essere raccolte, elaborate e diffuse attraverso idonei strumenti e da personale qualificato, costituiscono il sistema informativo (SI).
Il sistema informativo aziendale include informazioni di diversa natura, atte alla rilevazione e al supporto, non solo dell’azione esecutiva, ma di tutti i processi che caratterizzano il comportamento aziendale.
a.a. 2010/2011 23
3a conclusione:L’Economia Aziendale studia il comportamento dell’azienda e quindi studia i processi di decisione, esecuzione, controllo e feed-back ed il sistema informativo come strumento che li collega.
a.a. 2010/2011 24
Il PROCESSO DECISIONALE QUALE BASE DEL COMPORTAMENTO AZIENDALE
Centralità della fase che riguarda in processo decisionale
Base del comportamentoaziendale
Individuazione del problema
Attenta analisi dell’ambiente
Attenta analisi delle soluzioni
Natura e cause che lo hanno generato
a.a. 2010/2011 25
SCELTA SOLUZIONE MIGLIORE
CONSEGUENZESOLUZIONI ALTERNATIVE
PROBLEMA SCELTA SOLUZIONE MIGLIORE
CONSEGUENZESOLUZIONI ALTERNATIVE
PROBLEMA
CONSEGUENZAIncremento 50% costi
CONSEGUENZAdecremento 20%
costi personali
CONSEGUENZAincremento 40%
costi immobilizzazioni
PROBLEMAcalo delle vendite
SOLUZIONEInvestimento
nuove tecnologie
SOLUZIONEInvestimento
ricerca e sviluppo
Punto di partenza
Punto di arrivo
CONSEGUENZAIncremento 50% costi
CONSEGUENZAdecremento 20%
costi personali
CONSEGUENZAincremento 40%
costi immobilizzazioni
PROBLEMAcalo delle vendite
SOLUZIONEInvestimento
nuove tecnologie
SOLUZIONEInvestimento
ricerca e sviluppo
CONSEGUENZAIncremento 50% costi
CONSEGUENZAdecremento 20%
costi personali
CONSEGUENZAincremento 40%
costi immobilizzazioni
PROBLEMAcalo delle vendite
SOLUZIONEInvestimento
nuove tecnologie
SOLUZIONEInvestimento
ricerca e sviluppo
Punto di partenza
Punto di arrivo
Schema di percorso del processo decisorio
a.a. 2010/2011 26
IL MODELLO DELLA RAZIONALITA’ OBIETTIVAPareto (teoria economica classica, Savage (teoria matematico-statistica), Von Neuman (toeria dei giochi e delle strategie)
L’UOMO ECONOMICO E’ ONNISCIENTE E’ OBIETTIVA-MENTE
RAZIONALE SCEGLIE SEMPRE
L’ALTERNATIVA MIGLIORE
Come opera?- Individua il problema- Raccoglie tutte le informazioni
necessarie- Individua tutte le alternative di
soluzione- Individua tutte le conseguenze
correlate a ciascuna alternativa- Sceglie l’alternativa migliore
L’UOMO AMMINISTRATIVO HA CONOSCENZE LIMITATE E’ LIMITATAMENTE RAZIONALE SCEGLIE FRA ALTERNATIVE
SODDISFACENTI
Come opera?
- Non conosce tutti i problemi- Non li definisce perfettamente- Sviluppa poche alternative- Non conosce tutte le conseguenze
associate ad ogni alternativa- Sceglie l’alternativa più soddisfacente
IL MODELLO DELLA RAZIONALITA’ LIMITATAHerbert Simon (teoria del comportamento amministrativo)
Approcci in base al quale viene studiato il processo decisorio
a.a. 2010/2011 27
1) Individuazione del problema2) Definizione del problema (caratteristiche, vincoli, obiettivi)3) Sviluppo di soluzioni4) Individuazione delle conseguenze associate ad ogni soluzione5) Scelta dell’alternativa più conveniente In base ad un sistema di criteri di scelta
FUNZIONI DI UTILITA’ DEL MANAGER=
UOMO AMMINISTRATIVO
Scelta dell’alternativa ritenuta soddisfacente secondo la sua personale funzione di utilità basata sui seguenti elementi:
1) I risultati passati2) Le proprie aspirazioni (economicità/status/prestigio)
IL PROCESSO DECISORIO SULLA BASE DEL secondo MODELLO, CONSIDERATO DALL’ECONOMIA AZIENDALE
a.a. 2010/2011 28
4a conclusione:L’Economia Aziendale studia il comportamento dell’azienda e quindi studia i processi di decisione, esecuzione, controllo e feed-back ed il sistema informativo come strumento che li collega, in base al modello della razionalità limitata.
a.a. 2010/2011 29
Testi/Parti del Programma di riferimento
1) M. Paoloni, P. Paoloni, Introduzione ed orientamento allo studio delleAziende, Giappichelli, To, 2009, Cap. I.