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    I passaggi fondamentali ed i principi didatticiche l’allenatore deve seguire nel momento incui sceglie il modulo della sua squadra.

    A cura di ANDREA RI VA

    I l p e r c o r s o d a s e g u i r e p e r o t t e n e r e u n a e f f i ca c e r e a li zz a zi o n e d i u ns i st e m a d i g i o c o .

    INTRODUZIONE.

    P rima di procedere all’analisidettagliata circa il percorso da seguire

    al fine di ottenere una buonarealizzazione di un determinato sistemadi gioco, ritengo opportuno fare alcunepremesse.

    La prima riguarda il fatto che lapreparazione fisica, tattica e psicologicadipende dal livello del torneo cui lasquadra deve partecipare; in particolaresi rende necessaria una distinzione frasquadre iscritte ad un campionatoprofessionistico e squadre di livelloinferiore, intendo indicativamente dalcampionato di Promozione in giù.

    A livello dilettantistico le dinamicheall’interno di un gruppo differiscono daquelle tipiche di squadre composte dagiocatori professionisti.

    L’allenatore non può trascurarel’approccio che un giocatore ha neiconfronti di un’attività sportiva che nonrappresenti però una fonte diguadagno; in questo senso, l’aspettoludico dell’allenamento deve esseretenuto in notevole considerazione.

    Accanto alle, secondo meimprescindibili, sedute di tattica si deveconcedere spazio al gioco ed anche leesercitazioni tecniche dovrebberorisultare piacevoli.

    Molti, del resto, sostengono che ildivertimento dei giocatori sia una basefondamentale anche ai livelli più alti.

    Più in generale, estremizzando, se sipuò ammettere che in serie A o in serieB un allenatore possa imporrerigidamente la propria linea di condottae che faccia parte del lavoro deigiocatori seguirlo, a prescindere dalleloro opinioni in proposito, più difficile èimmaginare una tale gestione delgruppo in un campionato di PrimaCategoria, in cui i giocatori sisottopongono agli allenamenti a seguitodi una normale giornata lavorativa.

    Ciò non significa che l’allenatore nondebba avere autorità o non debbaimporre delle precise regole, quantopiuttosto che rientri nelle suecaratteristiche una certa elasticità di

    giudizio.Un’altra considerazione necessariariguarda il fatto che in squadre di

    NN .. 55 55 LLUUGGLLII OO -- AAGGOO SS TTOO 22 00 00 88R I V I S TA E L E T T R O N I C A D E L L A C A S A E D I T R I C E W W W. A L L E N AT O R E . N E T

    R E G . T R I B U N A L E D I L U C C A N ° 7 8 5 D E L 1 5 / 0 7 / 0 3S E D E V I A E . F R A N C A L A N C I 4 1 8 – 5 5 0 5 4 B O Z Z A N O ( L U )

    T E L . 0 5 8 4 9 7 6 5 8 5 - FA X 0 5 8 4 9 7 7 2 7 3D I R E T T O R E R E S P O N S A B I L E : F E R R A R I FA B R I Z I OC O O R D I N AT O R E T E C N I C O : L U C C H E S I M A S S I M O

    TATTICA

    aa r r tt iicc oolloo

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    dilettanti il numero di allenamenti edunque il tempo a disposizione deltecnico è limitato.

    Ognuno sceglierà quanto tempodedicare alla preparazione atletica ecomunque diventa inevitabile perl’allenatore concentrarsi sugli aspettifondamentali del proprio sistema digioco e diluire in tempi lunghil’insegnamento delle possibili variazionie dei dettagli connessi alle variesituazioni di gioco.

    Man mano che si sale di categoria, lecapacità tecniche e le conoscenzetattiche dei giocatori aumentano erisulta fondamentale un elevato livellodi specializzazione in ogni settore dellapreparazione del calciatore; l’allenatoreed i suoi collaboratori devono tracciareun percorso ben preciso e convincere icomponenti della squadra della bontàdel loro progetto.

    Nel seguito tratterò nello specifico lapreparazione di una squadra di livelloprofessionistico.

    OSSERVAZIONI SUL MODULO CONMARCATURA AD UOMO.

    Personalmente sono convinto non esistaun modulo vincente, o comunque unsistema di gioco in senso assolutomigliore degli altri.

    Anche da questa considerazionediscende l’idea che un allenatore debbadapprima conoscere a fondo la rosa adisposizione e in funzione di questascegliere il modulo che più di ogni altropossa esaltarne le qualità.

    In quest’ottica, la primissima fase dellapreparazione dovrà essereprevalentemente tecnico-atletica, tesaall’approfondimento della conoscenzadelle caratteristiche dei giocatori.

    Importante sarà anche valutarne lacapacità di concentrazione e la rapiditàdi apprendimento.

    La prima scelta radicale che il tecnicodovrà operare consisterà nel deciderese il modulo difensivo sarà basato sumarcature a uomo o su unoschieramento a zona.

    Io sono tendenzialmente favorevole allazona e a farmi scegliere diversamentepotrebbe essere solo la concomitanza didiversi fattori:• presenza in rosa di almeno due

    ottimi difensori marcatori(condizione necessaria);

    • presenza in rosa di centrocampisticon buone capacità difensive(condizione necessaria);

    • presenza in rosa di giocatori dotatidi spiccate qualità offensiveindividuali, ma difficilmenteinquadrabili in un contestoorganizzato di squadra;

    • presenza in rosa di diversi giocatoriabili in una sola delle due fasi digioco, difensiva od offensiva;

    • basso livello medio di voglia e/ocapacità di apprendimento;

    • poca propensione in generale algioco di squadra e maggioreattitudine al gioco individuale.

    Non avrebbe senso giocare a uomosenza avere a disposizione difensorimolto abili nell’uno contro uno.

    Ritengo altrettanto importante lapresenza di centrocampisti abilinell’interrompere la manovraavversaria, in quanto risulta più idoneomantenere l’iniziativa del gioco per unacompagine schierata a zona.

    Inoltre una squadra che gioca ad uomodovrà di norma puntare molto sulleindividualità e quindi non puòprescindere da giocatori in grado disaltare l’uomo e di costruirsi da soliopportunità offensive importanti.

    Infine, pur non ritenendo affatto imeccanismi della zona particolarmente

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    difficili da assimilare, è indubbio che daun punto di vista prettamente diatteggiamento in campo, il giocatoreche difende a uomo ha un compitosemplificato, avendo un unico,importante punto di riferimento, ovverol’avversario diretto.

    Ovviamente in questa analisi non hotenuto conto dell’eventuale necessità daparte dell’allenatore di ottenere risultatiin brevissimo tempo, il cheallargherebbe i criteri di scelta, nonultimo quello di tenere conto delle

    conoscenze tattiche dei giocatori.Non considererò la componente fisica; èchiaro che oggi possedere un’adeguatapreparazione atletica rappresenta unacondizione imprescindibile per ottenerebuoni risultati.

    A seconda del tipo di gioco che si vorràadottare ci si concentrerà sulla forzapiuttosto che sull’agilità con i metodiche saranno ritenuti più opportuni.

    Farò ora alcune osservazioniconcernenti l’attuazione di un moduloche prevede marcature a uomo per poipassare ad una più dettagliata analisicirca la preparazione di un complessoschierato a zona.

    La scelta delle marcature ad uomocondiziona pesantemente leesercitazioni tecnico-tattiche ed haimplicazioni importanti anche sullemotivazioni psicologiche da fornire aigiocatori.Per quanto riguarda la fase difensiva, sidovranno privilegiare esercitazioni tesea migliorare il gesto tecnico dell’unocontro uno.

    Contemporaneamente bisogneràprovvedere all’insegnamento deimovimenti del libero che di normaprotegge le spalle dei marcatori; questideve essere abile nel prendere una

    posizione che gli consenta diraddoppiare quando necessario lamarcatura e nello stesso tempo di

    riuscire ad intervenire in anticipo su uneventuale passaggio dell’attaccanteavversario.Dovrà in sostanza far proprio il concettodi copertura, tanto importante nelloschieramento a zona.Anche da questo discenderàun’appropriata scelta di tempo delproprio intervento.Anche da un punto di vista psicologico,molto lavoro deve essere fatto sulsingolo, dal momento che, sia in fasedifensiva che offensiva, determinantesarà avere la meglio negli scontridiretti.

    “...Quello è veloce, ma tu lo sei dipiù!...” era uno degli incitamenti cheHelenio Herrera forniva ai suoi, unapreparazione dunque ad un confrontocon un avversario, più che il tentativodi infondere un’ideologia di squadra,collettivamente intesa.Per quanto riguarda la fase offensiva, cipossono essere diverse opzioni e non èaffatto esclusa la possibilità di unosviluppo corale della manovra; se cosìfosse si renderebbe necessaria unaserie di esercitazioni del tutto simili aquelle che descriverò in seguito,trattando lo schieramento a zona.Ci sono però delle difficoltà oggettiveche si incontrano nella costruzione diuna manovra collettiva; si verificano sesul campo vi è la presenza di diversi

    giocatori specialisti della sola fasedifensiva, in quanto questi fornirebberoun apporto limitato allo sviluppodell’azione.Inoltre, se una squadra adottamarcature ad uomo anche acentrocampo, all’atto della riconquistadella palla l’assetto potrebbe risultarealquanto disordinato, dipendendofortemente dai movimenti degliavversari.

    Difficile risulterebbe di conseguenzaconiugare una buona riorganizzazionecon la necessaria rapidità di azione.

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    Se invece la tendenza dovesse esserequella di affidarsi alle capacità edall’estro dei singoli, molta attenzionedovrà essere volta all’ottenimento dellesituazioni di gioco ottimali affinchéquesti possano esprimersi al meglio.

    Passerò ora ad esporre il percorsodidattico, da me considerato, adattoall’assimilazione di un sistema di giocoa zona.

    COME PREPARARE L’ESECUZIONE DI

    UN MODULO A ZONA.Come già accennato, non tratterò gliaspetti fisici e tecnici, non potròesimermi dal fare qualcheconsiderazione di carattere psicologico,mentre mi concentrerò sulle nozionitattiche da fornire alla squadra.

    Ritengo che il dialogo e la conoscenzareciproca fra tecnico e giocatori siamolto importante; si deve riuscire a

    trovare una base, dei valori comuni atutto il gruppo e su questi costruire unprogetto di lavoro serio.

    Umiltà, rispetto, fiducia reciproca, fragiocatori e fra giocatori e ,intraprendere con serenità il lavoro.

    L’allenatore deve dimostrare di avereun buon livello di preparazione edesporre chiaramente, sin da principio,le idee guida del propria visione digioco.

    Se i giocatori aderiranno al progetto,allora sarà più semplice di volta in voltamotivarli al fine di ottenere i miglioririsultati.

    Due fasi di giocoLe squadre schierate a zona, qualunquesia il modulo e l’atteggiamento adottati,non possono prescindere da unacompleta cooperazione fra tutti igiocatori; la squadra davanti a tutto,soprattutto in una fase diapprendimento, il collettivo prima del

    singolo, tenendo sempre in mente chein una squadra ben organizzata è piùfacile emergere anche a livello diqualità individuali.

    L’allenatore dovrebbe insistere sulconcetto che ci sono due fasi del giocoben distinte fra loro: la fase difensiva, odi non possesso, e quella offensiva,detta di possesso palla.

    Tutti i giocatori devono partecipare aentrambe, anche se ovviamente concompiti e responsabilità diversi.

    Ogni volta che si verifica unatransizione, positiva o negativa, ovveroquando si recupera o si perde palla, lasquadra deve reagire nel suocomplesso: all’atto della riconquistadella palla deve scattare qualcosa nellatesta di ogni giocatore ed è necessarioun cambiamento di atteggiamentocomplessivo, un cambio di passo disquadra.

    Così, se un giocatore perde il possessodi palla, automaticamente tutta lasquadra deve reagire e prepararsimentalmente alla fase di recupero delpallone.

    Concetti basilariRitengo che la quasi totalitàdell’apprendimento tattico debbaavvenire tramite esercitazioni sulcampo, ma vi è una serie di conoscenze

    che è opportuno esporre verbalmentenel modo più efficace possibile e poiribadirle di volta in volta in campo.

    Il motivo consiste nel fatto che il calcioè uno sport situazionale; i giocatoridurante la partita si troveranno adaffrontare anche situazioni di gioco nonpreparate in allenamento, ed incondizioni di lucidità e tranquillitàinferiori (stanchezza, tensione); da quila necessità di una preparazione quantopiù possibile completa, che tenga contodi tutto quanto potrà accadere in gara;ancor più rilevante è che i giocatori

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    abbiano fatto propri i principi basilaridel gioco a zona, a tal punto da poterreagire rapidamente, ed in modoefficace, alle difficoltà di gioco che sipresenteranno.

    Le posizioni di palla, avversari ecompagni sono gli elementi chedeterminano i movimenti in campo diogni giocatore.

    In fase difensiva, ognuno ha unapropria zona di competenza (le zone sisovrappongono parzialmente una conl’altra, stando a significare l’aiuto chedeve esserci fra compagni).Non si segue l’avversario diretto, ineffetti non esiste un avversario diretto,ognuno deve controllare la propria zonae se necessario marcare gli avversariche vi stazionano.

    Il controllo dell’avversario varia aseconda della zona di campo in cui ci sitrova: a centrocampo o nella metàcampo avversaria il difensore si dovrà

    posizionare secondo i criteri dellacopertura, essere cioè in grado di dareun supporto al compagno di reparto enello stesso tempo controllarel’avversario nella propria zona dicompetenza.

    I suoi riferimenti sono la palla,l’avversario ed i compagni più vicini.

    Fondamentale è il concetto di anticipo(corto o lungo).

    Negli ultimi 20-25 metri la marcatura sifa più stretta, il riferimento principalediventa l’avversario, in area si marca auomo.

    Scendendo verso la propria porta quindisi passa da un atteggiamento tesoall’anticipo ad uno prettamente dimarcatura.

    Dunque non si segue l’avversario neisuoi movimenti, si privilegia una

    concezione di copertura degli spazi, sitende a disporsi in modo tale darendere impossibile all’avversario

    l’accesso nelle zone di campo piùpericolose, segnatamente la regionecentrale davanti all’area di rigore el’area stessa.

    Si vuole togliere spazio giocabileall’altra squadra.

    Si lascia maggiore libertà ai giocatoriavversari che si trovino in una posizionemeno pericolosa.

    Più avanti nella preparazione sichiariranno questi concetti,stabilendone i criteri.

    Così come in fase difensiva si cerca dioccupare gli spazi (in maniera più omeno aggressiva), togliendoli allamanovra avversaria, in attacco lo scopoè di sfruttare gli spazi a disposizione eanzi di “crearne” di nuovi.

    I giocatori devono abituarsi adaggredire gli spazi e a riempire quellilasciati vuoti dai movimenti deicompagni, che li hanno in tal modo

    creati.Non azioni individuali prolungate, macontinui movimenti senza pallonenell’ottica di allargare la difesaavversaria (ovvero costringerla acoprire una porzione di campomaggiore) e di dare profondità allamanovra; in definitiva i movimentisenza palla ordinati, di squadra,rendono più rapida la manovra,aumentando le opzioni di passaggio al

    giocatore in possesso di palla.Difensori e centrocampisti, sia pur condinamiche diverse, partecipanoattivamente alla manovra offensiva.

    Infine, un aspetto che deve essereconsiderato basilare, e chiarito sindall’inizio, è che i vari movimenti di unacompagine schierata a zona hannocome fine quello di trovarsi insuperiorità numerica nella zona ove si

    trova la palla: da qui, in fase di nonpossesso, la necessità di concederemaggiore libertà agli avversari lontani e

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    di stringere verso la palla, facendosalire anche la difesa, rendendo così lasquadra corta e stretta.

    In fase di possesso i movimenti senzapalla e gli inserimenti da dietro spessogenerano un soprannumero che puòsfociare in azioni pericolose.

    Mentalità e livelli di giocoDopo aver esposto i principi della zonae l’importanza dei movimenti collettivi,il tecnico dovrà cominciare a chiarirepiù nel dettaglio la propria idea su comeapplicarli in campo e tracciare una lineada seguire nel lavoro, con obiettiviprogressivamente più ambiziosi.

    Specificatamente dovrà stabilire sel’atteggiamento della squadra saràoffensivo, teso alla riconquista dellapalla nella metà campo avversaria, opiù attendista, dedito ad un’accurataoccupazione degli spazi a centrocampoo addirittura più indietro.

    Un elemento basilare, che rappresentaanche un criterio di valutazione delgrado di offensività della squadra, è ilnumero di giocatori che l’allenatoredecide di lasciare oltre la linea dellapalla in fase di non possesso, ovveroquanti non partecipano alla fase direcupero.

    Questo dipenderà in generale anche daltipo di azione: se gli avversari partonodalla propria area, i primi ad accorciaresu di loro saranno proprio gli attaccanti.Ovviamente ci sono modalità diverse.

    Più precisamente occorre stabilire fino ache livello di campo gli attaccanti, e poii centrocampisti, dovranno scendere perdifendere.

    La mia idea è che tutti, in conformitàalle proprie caratteristiche, debbanocontribuire alla fase difensiva.

    Un altro elemento importante, legato aquanto appena detto, è la distinzionefra giocatori pessimistico-orientati e

    ottimistico-orientati; sarebbe a direquanti durante la fase difensiva sidispongono nell’ottica di recuperare ilpallone e quanti nell’ottica di riceverlo erilanciare l’azione a recupero avvenuto.

    A mio avviso, il numero degli uni e deglialtri deve variare anche durante unastessa azione, vale a dire che bisognacapire quando un avversario è indifficoltà, pressato, prevederne laperdita della palla e prepararsi diconseguenza al rilancio dell’azione.

    Connessi all’atteggiamento generaledella squadra ci sono anche l’utilizzo delpressing, del fuorigioco, deciderequanto devono salire i difensori alloscopo di mantenere le giuste distanzefra i reparti.

    Come si vede ci sono diversi elementida stabilire.

    Si può dire che ci sono differenti livellidi gioco che la squadra deveraggiungere: un primo livello consistenel conseguimento di una buonaorganizzazione difensiva e di unadiscreta manovra offensiva basata sullacreazione e l’aggressione degli spazi, lasquadra deve saper tenere il campo eogni giocatore deve aver chiaro ilproprio compito.

    Questo rappresenta il primo obiettivoda conseguire.

    Un secondo livello consiste nelmiglioramento della fase offensiva, chedeve diventare più rapida e coinvolgerepiù giocatori.

    La squadra deve assimilare le variazioniall’atteggiamento di base, essere ingrado ad esempio di cambiare ritmo, diforzare il recupero della palla con unpressing offensivo o ultra-offensivo(portato a ridosso dell’area avversaria),di alternare giocate in verticale adazioni di aggiramento.

    Perfezionare l’esecuzione delle palleinattive.

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    Infine, vi è un terzo livello che siraggiunge quando la squadra haassimilato i meccanismi a tal punto daessere in grado, non solo di eseguirecorrettamente gli schemi difensivi eoffensivi, ma anche di improvvisare senecessario, e comunque di adattarsi adogni situazione.

    Il tutto basandosi su principi comuni,sicché l’azione non preordinata di ungiocatore è letta dai compagni che simuovono di conseguenza, coprendolo oproponendosi.

    Aumenta così sensibilmentel’imprevedibilità della manovra.

    Scelta del moduloSi tratta ora di scegliere il modulo daadottare e renderne noti ai giocatori lecaratteristiche e le modalità con cuiinterpretarlo.

    Come accennato in precedenza, lascelta dev’essere fatta in base allamentalità che si vuole la squadrapossieda, ma soprattutto in base allepeculiarità dei giocatori.

    E’ quest’ultimo il criterio fondamentalesu cui fondare la scelta, perché, se èvero ad esempio che di norma il 4-3-3risulta più offensivo del 5-3-2, in realtàmolto dipende da come viene attuato ilmodulo e da quanti giocatoripartecipano alle due fasi di gioco.

    Dunque ritengo si possa attuare ungioco d’attacco, o quantomeno dipossesso palla, anche con un moduloche sulla carta presenta un maggiornumero di difensori.

    Piuttosto trovo inadeguato impostareun 3-4-3 o un 4-3-3, se in rosa non c’èla presenza di attaccanti esterni validi,così come è chiaramente illogicoallestire un 3-4-1-2 senza avere adisposizione un trequartista di livello.

    A questo punto il tecnico comincia illavoro sul campo, in cui gradualmente

    cercherà di impostare la squadrasecondo i suoi dettami.

    Le informazioni fornite ai giocatori,corredate di esercitazioni praticheripetute più volte, dovranno esseredosate in modo da poter essereassimilate.

    Nel seguito esporrò la tempistica concui verranno affrontate le diverseproblematiche senza però entrare neldettaglio delle esercitazioni, dalmomento che queste dipendonopesantemente dal modulo scelto (adesempio difesa a tre o a quattro).

    Non solo, ma anche all’interno dellostesso modulo diversi sono i movimentiche l’allenatore può imporre aicalciatori.

    E’ evidente che ci sono diversepossibilità di predisporre un’azione didifesa.

    Molto importante, soprattutto in unaprima fase, è essere molto chiari circa icompiti di ognuno.

    In seguito, dopo che i giocatori avrannometabolizzato i movimenti, potrannoessere loro stessi a scegliere l’opzionepiù opportuna in riferimento alleposizioni in campo in quel momento.

    Successione temporale nelleesercitazioniA prescindere dal modulo che si vuoleadottare, ritengo ci sia una cronologiaben precisa da seguire nellapreparazione tattica di una squadra.

    Ne fornirò qui uno schematico elencoapprofondendo poi alcune tematiche.

    • Movimenti del reparto difensivo,dapprima senza una validaopposizione, poi gradualmente

    aumentando il livello di difficoltà esimulando le diverse situazioni digioco effettivo.

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    • Contemporaneamente (spessosquadra divisa in gruppi), esercizitattici o partitelle a tema, tesi adabituare i giocatori ai movimentibase dell’attacco; non schemi veri epropri, ma movimenti senza palla,sostegni, profondità; è richiestameno concentrazione rispetto allafase difensiva che in questomomento è prioritaria.

    • Sempre preminenza netta alla fasedifensiva; ora si schiera ilcentrocampo davanti ai difensori;

    come in precedenza, movimentiimposti dall’allenatore senza lapresenza di avversari (diagonali,piramidi, coperture, fuorigioco,scorrimenti, movimenti a scalare,elastico etc.) e, assimilati questi,prova degli schemi di difesa in realisituazioni di gioco.

    • Sempre nelle stesse sedute diallenamento, in cui si cura congrande attenzione la fase di nonpossesso, si cerca, con partitelle incampo ristretto, di far sì che igiocatori inizino a far propri i principidei movimenti di attacco:smarcamenti, uno-due, sostegnidietro e profondità, scaglionamentosu linee diverse, sponde etc.

    • Si inseriscono anche gli attaccantinell’impianto difensivo; grande curadei movimenti all’interno dei repartie delle distanze fra reparti diversi;esercitazione di difesa su metà o 2/3di campo.

    • La squadra è completa e la sisottopone ad attacchi di ognigenere; deve abituarsi a difenderecontro attacchi a 1, 2 o 3 punte; siintroduce un elemento nuovo: dopoil recupero del palone, la squadradeve salire in possesso di palla, ad

    esempio fino alla linea di metàcampo, con i metodi utilizzati i giorniprecedenti nelle partitelle a tema.

    • Si passa sul campo a dimensioninormali; fase difensiva con 1, 2 opiù giocatori oltre la linea della palla,gli attaccanti ottimistico-orientati.

    • Iniziano le esercitazioni specifichedella fase offensiva: principi base.

    • Grande attenzione ai movimentidegli attaccanti: incroci, tagli,sponde, uno-due etc.

    • Schemi d’attacco che coinvolgonotutta la squadra; sovrapposizioni,appoggi, tagli, cambi-fascia econtinua ricerca degli spazi.

    • Cura dei giusti tempi di gioco in faseoffensiva.

    • Partita amichevole.• Perfezionamento delle varie

    situazioni di gioco; in fase difensivasi prova il pressing (normale,offensivo, ultra-offensivo) e sicontinua ad allenare il fuorigioco,almeno in determinate situazioni di

    gioco; in fase offensiva si alternanoazioni filtranti in verticale e momentidi possesso palla.

    • Studio delle palle inattive, in difesaed in attacco.

    • Amichevole.

    Non ho esplicitato quanto tempodedicare alle diverse fasi dellapreparazione perché molto dipendedalla risposta dei giocatori agli stimoli

    forniti dal tecnico.Inoltre, ogni allenatore deciderà quantospazio concedere alle esercitazionifisiche o di carattere tecnico e diconseguenza il periodo diaddestramento potrà allungarsi o meno.

    Voglio sottolineare l’assolutaimportanza del coinvolgimento di tutti igiocatori della rosa; ad ognuno deveessere assegnato un ruolo e tutti

    devono essere sottoposti alle stesseesercitazioni, in particolar modo inquesta prima fase.

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    Ovviamente, per arrivare ad ottenereun affiatamento fra i giocatori ed unabuona conoscenza degli automatismi,devono passare dei mesi e spesso nonè sufficiente il periodo di preparazionedella durata di circa 4-5 settimane.

    Fase difensivaPer non dilungarmi eccessivamenteelencherò semplicemente le principalinozioni da fornire e alcune delleesercitazioni cui deve essere sottopostala squadra, a prescindere dal modulo

    adottato.• In parità o inferiorità numerica si

    temporeggia arretrando,stringendosi a copertura della fasciacentrale di campo; giunti inprossimità della linea che delimital’area di rigore esce il difensore piùvicino al portatore di palla.

    • Nozione di occupazione degli spazi,come disporsi a seconda della zonadi campo in cui si difende.

    • Nozione di copertura.• Tre riferimenti: pallone, avversari,

    compagni; quali i più importanti aseconda della zona di campo in cui cisi trova.

    • Anticipi corti e lunghi; negli ultimi 20metri si stringe la marcatura auomo.

    • Chi marca si mette fra la palla e lapropria porta; posizione del corpo edei piedi dei difendenti nelle variesituazioni.

    • Il portiere pronto a fare il libero se ladifesa sale.

    • Due difensori: uno esce, l’altrocopre; con 1, 2 e 3 avversari,imparare a temporeggiare edaccorciare nei tempi corretti.

    • Mai due difensori in linea (escluso ilcaso del fuorigioco), uno esce sulportatore di palla gli altri coprono indiagonale.

    • L’intero reparto difensivo: diagonali,più o meno strette, coperture,scorrimenti laterali, raddoppi.

    • Esercitazioni senza e con avversari,in un crescendo di difficoltà; difronte diversi attacchi: 1 attaccante,2, 3, una boa centrale con una o dueseconde punte.

    • Linea difensiva a copertura singola ea doppia copertura.

    • Abitudine al dialogo fra i giocatori.

    • Fuorigioco, quando, chi lo chiama,esercitazioni.

    • Esercitazioni per far salire la lineadifensiva: avversario di spalle opressato, rinvio etc.

    • Elastico: si sale se l’avversario non èpericoloso e si scende per evitareinserimenti; o viceversa: si scendeconcedendo campo agli attaccanti esi sale di colpo per metterli infuorigioco.

    • Difesa + centrocampisti centrali dicopertura (uno nel 3-5-2, due nel 4-4-2); sono loro i primi ad uscire sulportatore di palla avversario.

    • Distanze tra i reparti; chi e quandodeve accorciare, diagonali ecoperture degli altri; senza e consquadra avversaria.

    • Difesa + centrocampo; movimenti ascalare orizzontali delle due linee;scalare per linee esterne dove ènecessaria la collaborazione fra unalinea e gli esterni dell’altra; la lineadi centrocampo più stretta, quella didifesa più larga.

    • Le due linee difendono contro unasquadra completa: quandotemporeggiare, accorciare gli spazi,raddoppiare etc.

    • Movimenti difensivi degli attaccanti;quando scendere per accorciare lasquadra e quando essere primi

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    difensori; la squadra intera collaudai movimenti difensivi.

    • Difesa contro azioni d’attacco chesimulano situazioni di gioco reali: unattacco avversario che partedall’area (tutti coinvolti nella fase direcupero), su rinvio del portiereavversario, su palla persa nellediverse zone di campo.

    • Quando la squadra deve salire,elastico.

    • Raddoppi e pressing: nella propria

    metacampo, offensivo, sui difensoriavversari.

    • Fuorigioco, legato o no al pressing.

    • Come difendere su palle inattive.

    Fase offensivaAnalogamente a quanto fatto per lafase di non possesso palla elencherò ipunti essenziali per quanto riguarda lafase di attacco.

    • Tutti devono partecipare all’azione,coinvolgimento di tutti i reparti;volontà di imporre il proprio gioco.

    • Creazione degli spazi ed aggressionedegli spazi; superiorità numerica infascia ed in zona centrale.

    • Cambio di mentalità di tutta lasquadra in occasione di unatransizione positiva.

    • Esercitazioni per allenare sponde,sostegni (molto importanti!), tagli,triangolazioni.

    • I giocatori delle diverse linee devonoessere sfalsati.

    • Disposizione sul campo a triangoli.

    • Movimenti specifici degli attaccanti:uno viene e l’altro dà profondità,

    incroci, incroci sui cross.• Movimenti dei centrocampisti per

    ricevere palla in maniera adeguata.

    • La squadra si appoggia sugliattaccanti: quando andare al tiro,quando scaricare indietro e quandomantenere il possesso di palla perfar salire la squadra.

    • Come ricevere la palla: finta eritorno per guadagnare metrisull’avversario diretto.

    • Sul campo: dare sostegno alcompagno che è in possesso dipalla, con conseguente appoggiodietro; fronte alla porta avversaria,cercare la profondità o cambiaregioco.

    • Si iniziano a preparare schemi digioco più complessi; in un primomomento con le mani e moltolentamente, poi calciando, ma senzaopposizione, infine affrontando degliavversari.

    • Schemi offensivi: partendo dalladifesa o ripartenze a seguito dellariconquista della palla.

    • Elemento fondamentale: i tempi digioco; i giocatori non devonoanticipare né ritardare gliinserimenti; non è semplice trovare itempi giusti; esercitazione a duetocchi, al primo parte il movimentodel compagno.

    • Fase di costruzione.

    • Attacco in superiorità numerica.• Catene sugli esterni e in zona

    centrale.• Sovrapposizioni interna ed esterna,

    attacco destra-destra (sinistra-sinistra) o cambio fascia, azioni inverticale (con tagli o torre) edaggiramenti con cross.

    • Equilibrio: se palla in fascia destra esovrapposizione, allora movimento ascalare in difesa a destra; se palla infascia destra ed esterno sinistro chesale, allora cambio gioco ed esternodifensivo destro non sale,

  • 8/18/2019 36 Tattica Riva

    11/11

    11

    movimento a scalare a sinistra;squadra corta.

    Possesso palla: sfruttare ampiezzacampo, disporsi a triangoli.• Cambi di ritmo: far girare la palla e

    verticalizzare.• Schemi per creare situazioni di uno

    contro uno e stimolare il dribblingdell’attaccante impegnato.

    • Esercitazioni: scambi, cross e tiri inporta.

    • Sempre maggior importanza staassumendo l’esecuzione dei calci dafermo: grande attenzione ai dettaglisugli sviluppi delle palle inattive,cross, angoli, punizioni; blocchi edincroci in area, schemi sui calci dipunizione.

    • Stimolare la creatività del singologiocatore e guidare i movimenti deicompagni in base ai principidell’occupazione ed aggressione

    degli spazi; la squadra dev’essere ingrado di codificare un movimentonon preordinato di un giocatore ereagire in maniera univoca,mantenendo ordine ed equilibrio.

    • La squadra deve capire, fra diverseopzioni, quale è lo schema daprivilegiare in funzione delloschieramento avversario; così comein fase difensiva deve essere ingrado di scegliere quando forzare ilpressing e quando temporeggiare.

    • Partita 11 contro 11; al termine diogni azione offensiva, ripristinarerapidamente l’assetto di squadra; ilrecupero si fa a centrocampo, nonad azione conclusa.

    Al variare dei moduli si darà maggiorrilievo ad un aspetto piuttosto che adun altro.

    Il 4-3-3 ad esempio prevede l’utilizzo dimolti tagli e verticalizzazioni; èopportuno l’utilizzo di un pressing ultra-offensivo e di una linea di difesa alta; di

    contro si rischia un’inferiorità numericaa centrocampo se gli esterni difensivied offensivi non sono abili ad accorciareed occupare gli spazi.Ogni allenatore inoltre caratterizzeràl’addestramento tattico basandosi sulleproprie idee.

    Imprescindibile nel gioco a zona resta ilcoinvolgimento collettivo, psicologico etattico di tutti i giocatori che fannoparte della squadra. ◊