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Il futuro del passato Liceo Classico G.D. Romagnosi 2007/2008 - Numero 3 7 Giugno Napoli - 14 maggio 2008 Fare terra bruciata intorno ai rom, che vivono nella periferia est di Napoli. Decine di persone, ma c’è chi ne stima almeno cinquecento, sono scese in azione ieri pomeriggio per costringere alla fuga i nomadi, con un crescendo di azioni intimidatorie: lancio di bottiglie molotov, ir- ruzione e lancio di sassi tra le baracche, minacciose esibizioni di spranghe e mazze. Bande armate di spranghe hanno terrorizzato mamme e bambini rom, mentre la gente gridava: “Andate via da qui”. Poi le fiamme hanno distrutto le loro povere cose. La giustizia “fai da te” ha fatto il suo triste corso. Sommario Pagina 2: Editoriale - Redazi- one Pagina 3: Emergenza Xenofo- bia - Tutti Fuorilegge Pagina 4: Il Bullo, la Pupa e lo Sfigato Pagina 5: Il Reggiani-pensi- ero Pagina 6: I vostri occhi sono i protagonisti Pagina 7: Il nero non è un colore Pagina 8: Scuola in Scena Pagine 9-10-11: Inchiesta, i giovani e la politica Pagine 12-13: Le nuove strade del razzismo Pagina 14: Siamo persone, non sagome senza volto Pagina 15-16-17: Delitto Moro Pagina 18: Musica Pagina 19: Sport Pagina 20: Sponsor e foto

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Third issue of our students' newspaper for school year '07/'08

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Il futuro del passato

Liceo Classico G.D. Romagnosi

2007/2008 - Numero 37 Giugno

Napoli - 14 maggio 2008

Fare terra bruciata intorno ai rom, che vivono nella periferia est di Napoli. Decine di persone, ma c’è chi ne stima almeno cinquecento, sono scese in azione ieri pomeriggio per costringere alla fuga i nomadi, con un crescendo di azioni intimidatorie: lancio di bottiglie molotov, ir-ruzione e lancio di sassi tra le baracche, minacciose esibizioni di spranghe e mazze.

Bande armate di spranghe hanno terrorizzato mamme e bambini rom, mentre la gente gridava: “Andate via da qui”. Poi le fiamme hanno distrutto le loro povere cose. La giustizia “fai da te” ha fatto il suo triste corso.

SommarioPagina 2: Editoriale - Redazi-onePagina 3: Emergenza Xenofo-bia - Tutti FuorileggePagina 4: Il Bullo, la Pupa e lo SfigatoPagina 5: Il Reggiani-pensi-ero

Pagina 6: I vostri occhi sono i protagonistiPagina 7: Il nero non è un colorePagina 8: Scuola in ScenaPagine 9-10-11: Inchiesta, i giovani e la politicaPagine 12-13: Le nuove

strade del razzismoPagina 14: Siamo persone, non sagome senza voltoPagina 15-16-17: Delitto MoroPagina 18: MusicaPagina 19: SportPagina 20: Sponsor e foto

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Daolio I F, Bandieri II B, Alexandratos II F, Farneti IV A, Canzian IV B, Gasparelli IV B, Ghirardi IV B, Manzi IV B, Aschieri IV C, Buso IV F, Canali IV F, Lonagnani IV F, Spaggiari IV F, Torri IV F, Luberto IV H, Bocchi V H, Colombi V H, Ferrari V H, Pelosi V H, Lasagni IV B, Chiesi V G, Berni II B, Clara Munari-ni IIIC; Jacopo Rasmi IE; Martina Rossetti IE; Giulia Berni IIB; Veronica Bertoli IIA; Cecilia Bandieri II B, Rossana Gisondi II E, Giulia Longhi V L, Carolina Santurro V L, Daniel Rustici V G, Martina Vazzoler II E, Clelia Farneti V A, Ambra I E, Anna I E, Carolina Anedda III E, Chiara Esposito III E, Adriano Farina II E,

Vittorio Gavioli II H, Felicitia Lavantsiotis II E. Ci scusiamo con chi non fosse stato citato, cogliamo l’occasione per ricordarvi di firmare i vostri lavori con nome, cognome e classe. Un ringraziamento particolare ad Alessandro Pace (III C), che ha realizzato le foto

in questo numero e nel precedente.

Con la collaborazione di Cristina QuintavallaDocente Responsabile: Mariano Vezzali

Studenti Responsabili: Carolina Anedda e Chiara Esposito III EImpaginazione: Quello con le occhiaia da sonno

Editoriale

Messaggi ma perché sterilizzano le siringhe prima di fare le punture letali? by ajeje bra-zof - finalmente gli e.c. hanno cambiato cambiato la scaletta...vuoi vedere che il cantante ha cambiato anche giusti? - abbiamo una proposta: giancarlo for president! ci state? per votare si mandate un SMS al 423111257900! per votare no mandate un vostro dito de-stro a casa mia - non fatevi imbrogliare, il parto è una fandonia! in realtà ci portano le cicogne! abortire è inutile! by rhino - Francesca V F dattene meno....sei brutta - alan sei bellissimo - verma ti amooooo!!! - chi mi ha rubato la fiesta?! siete tutti degli incivili!! car-

La redazione di EurekaPagina 2

03/06/08 23,35Cari lettori.. o meglio, cari amici, non ci saremmo mai aspettate di trovarci a scrivere l'ultimo edito-riale in quest'ultima e intensa set-timana di scuola. D'altronde ci è sembrato doveroso dedicare un numero del nostro giornalino non solo ai fatti di attualità e cronaca che recentemente ci hanno interes-sato, ma anche alle numerose e di-verse iniziative che hanno coinvol-to direttamente la nostra scuola. A tal proposito ricordiamo il pro-getto che la nostra redazione ha pre-sentato al concorso della Gazzetta di Parma (Il Bullo La Pupa e Lo Sfigato), uno fra i tanti esempi che dimostra quanto la nostra scuola sia capace di andare oltre le sem-plici opportunità didattiche, apren-dosi così verso nuove prospettive.

Sembra passato veramente poco

tempo da quando, ormai cinque anni fa, incuriosite e attratte dal mondo di Eureka siamo entrate a far parte della redazione.Ci siamo trovate davanti ad una nuova realtà che di volta in volta ci ha preso sempre più.Abbiamo accompagnato anno per anno la progressiva crescita e il continuo miglioramento raggiunto grazie al sostegno di alcuni di voi.Quest'anno in particolare è stato ricco di tante novità,la redazione si è aperta a nuovi stimoli e ha racco-lto un consenso ed una partecipazi-one molto ampia che ha portato a risultati soddisfacenti per noi tutti.

E' stata sicuramente un'esperienza che ci ha fatto crescere da molti punti di vista e ci ha portato a con-tatto con una realtà di scuola sem-pre più coinvolgente.Ci suona quasi strano, però, dobbia-

mo ammettere che nonostante tutte le "fatiche",le nottate insonni,le im-paginazioni impossibili,nonostante tutto ciò,ci mancherà il sentirci parte della redazione.

Cogliamo l'occasione per ringra-ziare chi ci ha seguito fedelmente e che ci ha aiutato nei nostri pro-getti. Un grazie speciale va in particolar modo alla Preside, e ai Proff. Quintavalla e Vezzali che ci hanno sostenuto e incoraggiato in vari momenti.Buone vacanze a tutti e un grande in bocca al lupo a tutti i maturandi.

Carolina Anedda e Chiara Esposito

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Pagina 3La notizia più bruttaE’ una sera qualsiasi, ci trovia-mo a Verona, città governata all’insegna dell’ ordine e del-la sicurezza dall’acclamato sindaco leghista Flavio Tosi; Quattro ragazzi in cerca di un po’ di violenza per movi-mentare la serata individuano la propria vittima in Nicola Tommasoli, giovane dal look vagamente alternativo. Prima con fare aggressivo gli chie-dono una sigaretta, quindi, a causa del suo rifiuto, incom-inciano a pestarlo selvaggia-mente per poi abbandonarlo morente sull’asfalto.Sull’onda dello sdegno popo-lare e dell’attenzione medi-atica emerge una situazione a dir poco agghiacciante: la città è in balia delle violenze che i giovani figli della bor-ghesia veronese, spesso legati alla destra estrema o al tifo violento, perpetrano con il tacito consenso delle autorità, contro tutti coloro che consid-erano diversi. Questi ragazzi, che vestono firmato e frequen-tano i migliori locali cittadini, si impegnano nel ripulire il centro della città da chiunque (giovani di sinistra, immi-grati, punk...) non sia con-forme al loro perverso senso dell’ordine.Sono passate due settimane, siamo a Napoli capitale della monnezza, della camorra e, da oggi, anche dell’intolleranza. Una giovane sedicenne di etnia rom viene arrestata mentre rapisce una bambina e - così sembra - solo grazie all’intervento della polizia viene salvata dal linciaggio popolare. Nelle periferie cit-tadine i nervi, già messi a dura prova dall’emergenza rifiuti, cedono definitiva-mente e, addossando la colpa del singolo al popolo intero, iniziano ad attaccare i campi nomadi. Accecati da un folle odio turbe di napoletani ar-mati con spranghe, molotov e pietre mettono a ferro e fuoco le baracche abitate dai rom. La degenerazione della rivolta, probabilmente fomentata dal-la camorra, si trasforma in un vero e proprio pogrom: sotto la pioggia di sassi e di insulti gli uomini tentano disperata-mente di proteggere le proprie case, i bambini piangono,gli anziani e le donne tremano di paura di fronte alla folla inf-

erocita. Solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine gli assedi-ati riescono a sfuggire alla follia dei persecutori; Nel frattempo nei palazzi della politica non si trova niente di meglio da fare che incoraggiare l’intolleranza popolare: lo stato manda l’esercito a smantellare quei campi che esso stesso ha contribuito a creare ghettizzando i nomadi nelle disagiate barac-copoli nelle periferie cittadine. Non si dimostra capace di risol-vere i problemi causati dal suo errore di sottovalutazione circa la questione dell’integrazione di un popolo dalla cultura, per certi aspetti problematica e an-tisociale. Anzi, in un clima di melenso rispetto, il governo Ber-lusconi approva un decreto sulla sicurezza che, di fatto, abolisce l’uguaglianza legale, istituen-do due pesi e due misure nella punizione degli italiani e degli immigrati, e poi ha il coraggio di sdegnarsi di fronte alle accuse di xenofobia di spagnoli, Unione Europea e Vaticano. Purtroppo è facile dimostrarsi forti con i deboli (gli zingari) e poi essere deboli con i forti (le mafie ). E la domanda che sorge spontanea di fronte a tali fatti è: fino a che punto può spingersi il desiderio di sicurezza e ordine senza sfo-ciare in intolleranza e razzismo e, dunque, nell’insicurezza e nella negazione dell’altro?Mentre in Italia la violenza xe-nofoba torna prepotentemente alla ribalta della cronaca, anche in Sud Africa la situazione non è meno preoccupante. Questa volta il conflitto non scoppia fra neri e bianchi ma fra neri e neri. Da una parte ci sono gli abitanti delle periferie delle grandi città, ormai integrati all’interno della società, dall’altra ci sono gli abitanti delle baraccopoli, immigratiprovenienti, per la gran parte, dal-lo Zimbabwe. I Sudafricani, spin-ti dalla rabbia e dall’intolleranza, hanno a più riprese assaltato gli slums armati di macheti e bastoni. Purtroppo la situazione è diventa-ta molto più drammatica di quella italiana: nonostante l’intervento delle forze dell’ordine le rivolte non sono state completamente se-date e diverse decine di immigrati hanno perso la vita. Persone il cui unico delitto è quello di essere diversi. Sangue innocente che viene versato in un altro, inutile sacrificio al dio dell’Odio

Jacopo Rasmi, I E

La clandestinità diventa reato, la clandestinità come aggravante, la clan-destinità capro espiatorio dei malesseri sociali che affliggono il nostro paese. Il pacchetto sicurezza, prima misura bandiera del quarto governo Ber-lusconi, fa già discutere, sollevando le critiche di Spagna, Romania, Unione Europea, associazioni cat-toliche e della sinistra, an-che di quella extraparla-mentari.Il provvedimento, fortemente caldeggiato dal ministro dell’interno Maroni, prevede, tra le altre cose, l’allungamento del tempo di permanenza nei CPT, espulsioni più facili e l’inasprimento delle pene per chi guida in stato di ebbrezza. Ma le critiche a questa misura sono soprattutto indiriz-zate verso quella parte del testo di legge nella quale lo stato di clandestinità viene dichiarato reato ed aggravante, ciò significa che se uno straniero ir-regolare delinque sconterà una pena maggiore di quella che potrebbe essere inflitta a un cittadino ital-iano. Già si discute della costituzionalità di questo provvedimento, (“tutti i cittadini sono eguali da-vanti alla legge, senza dis-tinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e so-ciali”, recita l’articolo 3 della nostra costituzione), ma ciò che più si teme è che questo provvedimen-to possa alimentare il cli-ma di intolleranza che, da alcuni mesi, sta imperver-sando in Italia. Dopo che alcuni partiti hanno por-tato avanti una campagna elettorale basata sulla paura del diverso, caval-cando i sentimenti della gente delusa dal governo Prodi e in cerca di un capro espiatorio, abbiamo assistito a pestaggi, interi campi rom incendiati, a gesti vandalici ai danni di locali gestiti da immi-grati, al rispolvero di sim-boli e di comportamenti che si pensavano conseg-

Emergenza Xenofobianati definitivamente alla storia. Se queste nuove norme dovessero essere approvate così come sono state formulate, ci tro-veremmo davanti ad una situazione al limite del paradosso, nella quale più di 600.000 persone sareb-bero considerate latitanti a piede libero, nella quale le migliaia di badanti ex-tracomunitarie, che sup-pliscono all’inefficienza del welfare pubblico, dovrebbero espatriare, nella quale anche il col-ore della pelle influirebbe sull’entità della pena da scontare. Le responsabil-ità di questa nuova ondata di xenofobia sono da at-tribuire sia a movimenti politici di destra, quali la lega nord, che da anni fanno della lotta alle di-versità un cavallo di batt-aglia, sia a quella sinistra che non ha saputo creare un’alternativa credibile, rincorrendo le destre sui temi della sicurezza, “costringendo” anche gli operai a votare lega.

“Minore penalità ha avu-to come risultato minore delinquenza. Quando la pena non ci sarà più, il delitto cesserà di esistere, o se per caso delitti avver-ranno, saranno trattati come una penosa forma di demenza che debba es-sere curata con la bontà e le attenzioni. Poiché coloro che noi oggi chia-miamo delinquenti non lo sono affatto. La fame, non la malvagità, è quella che genera ogni delitto. I nostri delinquenti sono semplicemente ciò che la gente ordinaria, me-dia, sarebbe stata se non avesse avuto da mangia-re.”(Oscar Wilde, L’Anima dell’uomo sotto il social-ismo, 1891)

Daniel Rustici, V G

Tutti fuorilegge

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Derive di giovani nella morsa della competizione

Lettera alla DirettriceCara Chiara, a seguito della pagina della Gazzetta di Parma, “Il Bullo, la Pupa e lo Sfigato”, curata dala redazione di Eureka, vorrei riv-olgere agli adulti, attraverso il nos-tro giornale, alcune considerazioni. Tutti siamo prodighi di giudizi: è facile darli. Bullo dici? Pensi che la competizione sia un problema esclusivamente dei giovani? Ė qui che ci si sbaglia: è un problema an-che degli adulti, troppo pudici per ammetterlo, troppo egoisti perpreoccuparsene, troppo lontani o troppo stanchi per aiutarci. Come potete non accorgervi che noi si-amo il vostro riflesso? Come po-tete credere che il come noi siamo non sia una vostra responsabilità? Non siete voi che ci guardate dalle cattedre, quelli con cui condividi-amo una casa, quelli che si pon-gono a nostro modello e dovreb-bero farci crescere e insegnarci a vivere? Quello che fate è tentare di cambiarci in ogni modo perché non volete me, volete il migliore, cosi senza che ve ne accorgiate perdiamo noi stessi, diventiamo una risposta a quello che volete da noi, oppure se falliamo diventiamo

incompresi. Prof, si è mai chiesto perché odio studiare, perché la scuola mi fa schifo? No, probabil-mente no, mi conosce per cognome e sono un numero. Mi chiedo se a lei piaccia il suo lavoro, perché se le piacesse forse piacerebbe anche a me, e invece mi fa schifo. Mi è sempre stato insegnato che tutto deve mirare al progresso e deve essere utile e invece non capisco a cosa mi serva quello che mi in-segna. Poi cosa posso imparare da uno che mi guarda e mi dice che non capisco niente, che i miei quattro mostrano quanto valgo? Lo dicevano anche i greci e i latini che ‘non si entra nella verità senza amore’ ma tu queste cose non me le insegni. Tu mi guardi dalla tua cattedra e neanche si accorge se la mia vita fa schifo e sono infe-lice. Ma perché fa questo lavoro se non le interessa educarci? Pensi che istruire sia il tuo compito e che l’educazione venga da sé? Invece è il contrario. Mamma, papà, io da voi non so più cosa volere. Dite di volermi bene quando invece amate il figlio che non sono e vorreste, fingete che sia sbagliato perché gli altri non mi capiscono, perché io sono debole e invece siete voi che non mi capite. Dai, non negate le

vostre responsabilità, ci guardate da fuori e fingete di sapere perché facciamo così, e ci giudicate e non vi accorgete che voi siete come noi: facciamo molte delle cose che ci vengono insegnate, molte che fate anche voi. lo insulto i deboli? Lo fate anche voi e mi insegnate che il debole è schifo. Si vale qualcosa solo se si è i migliori. lo uso la vio-lenza? Lo fate anche voi per prote-ggere la vostra sicurezza. lo mi dro-go con ecstasy ed alcool? Lo fate anche voi imbottendovi con quelle pillole gialle e verdi, che vi fanno star tranquilli, quei 2g di felicità che la vita non vi da. lo violento me stessa, la mia identità creando un’ immagine di me? Lo fate anche voi. Vedete in fondo siamo simili. Ora mi accuserai di negare le mie responsabilità. Forse hai ragione, è colpa mia il come sono; scusa se per un attimo mi sono svestito dell’ involucro che nasconde chi sono. Mi hai insegnato anche questo, le bugie non sono male, ma devono essere dette bene. Ora comunque spengo la luce, accendo la musica e torno ad affogare nella mia soli-tudine. Perché io sono solo, perché degli altri non me ne frega niente se non mi disturbano.

Martina Rossetti, I E

letto - all’unica persona che riesce a dirti le cose in faccia e dimostrarti che ti vuole bene con un solo sorriso...meri ti amiamo!! frifri & robby V C - Eugenio Celli dattene meno! Troppi bimbi minchia in giro....sterminiamoli tutti!!! muhhahahahhaha - stefano napoli-

Alex (Malcom McDowell) abita in per-iferia con i suoi genitori, che fanno gli operai e non hanno né il tempo né la forza per preoccuparsi di lui. Il ragazzo, non andando a scuola, ammazza il tempo svagandosi in attesa della notte, quan-do si maschera e diventa il capo di una sanguinaria banda.”Un bicchiere di latte migliorato con mescalina “e poi “una bella scorpacciata di ultra violenza “:la notte trascorre tra pestaggi, furti, stupri e folli corse in macchina; il tutto sottolin-eato da paradossali musiche classiche. Il protagonista, lasciato solo ai margini della società, sfoga l’odio e la rabbia at-traverso il suo feroce culto della violenza. Abbandonato dai compagni, stanchi di

giocare con lui, viene catturato, pestato e umiliato dalla polizia. Poi viene sottopos-to a una terribile tortura: drogato e immo-bilizzato è costretto a guardare immagini violente per giorni interi fino a sviluppare un’avversione fisica alla violenza. Vogli-ono imporgli meccanicamente la bontà, ma “la bontà viene da dentro, la bontà è una scelta” e Alex non è un semplice in-granaggio del Sistema da aggiustare: è un essere umano! L’unico risultato, quindi, è quello di creare un essere inumano e indifeso, privo di sentimenti e di istinti, per quanto conforme all’ordine di cui ne-cessita la società. In questo stato di totale impotenza, il ragazzo viene rinnegato dai genitori, viene picchiato e torturato dagli

ex-compagni e delle ex-vittime. Dopo aver tentato il suicidio per la disperazi-one, riemerge in lui quel perverso piacere per la violenza, che si dimostra l’unico mezzo per sfuggire alla sofferenza del suo vuoto interiore.Alla fine nessuno si salva, nessuno esce vincitore: tutti, a turno, interpretano il ruolo della vittima e quello del carnefice in una cinica società capace di infondere negli individui solo violenza e perver-sione. Della miseria di Alex dobbiamo sentirci tutti colpevoli, nessuno può sot-trarsi alle proprie responsabilità. Kubrick ci insegna a cercare di cogliere l’urlo di dolore e incomprensione che si nasconde dietro alla violenza di ogni Alex.

Jacopo Rasmi, I E

Violenze Meccaniche

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Abbiamo avuto l'alto onore di in-tervistare il prof. Gino Reggiani, colui che per l'originale gusto "semaforico" negli accostamenti cromatici del suo abbigliamento merita il titolo petroniano di arbi-ter elegantiae; colui che ai turisti in visita culturale al Liceo G. D. Romagnosi viene mostrato con or-goglio dalle guide come una delle storiche "colonne" dell'istituto...

A proposito di colonne, lei si sente più dorico, ionico o corinzio?Mi sento decisamente corinzio, perché la grazia e la gentilezza di questo stile rispecchiano piena-mente il mio gusto estetico e il mio animo sensibile e gentile.

Secondo alcune voci, lei avrebbe fondato una nuova setta filoso-fica che sta raccogliendo un nu-mero sempre crescente di adepti: ci può illuminare sul Reggiani-pensiero?In generale, l'amore per la vita da gustare in tutti i suoi aspetti. Come affermava quella vecchia volpe del mio compagno d'asilo Schopen-hauer, la vita non è fatta di ragione, ma di sentimenti, istinti, emozioni, unione stretta fra spirito e corpo, importanza della corporeità...

Ehm, basta così, abbiamo affer-rato il concetto! Passiamo ad un altro argomento: oltre alle sue leggendarie collezioni di farfalle e di stampe cinesi, quali altre passioni coltiva a tempo perso?Ultimamente avevo pensato di al-largare il campo dei miei interessi

ai nani di gesso da giardino. Co-munque, non disdegno altri pas-satempi che contribuiscono ad arricchire il mio animo sensibile e gentile: leggo Baudelaire e ascolto Mozart e Fabrizio De André.

Va bene, abbiamo capito che lei

ha un animo "sensibile e gentile" (mah!), ma ci dica: è meglio un giorno da Gino che cent'anni da...... che cent'anni da Gandolfi. Io, però, declino ogni responsabilità riguardo a questa affermazione, altrimenti l'anno prossimo nel giorno libero mi fanno venire a scuola a pulire i bagni!Non sarebbe una cattiva idea... Se lei dovesse descriversi, come si definirebbe?Hanno detto di me che sono un clown col volto ilare e il cuore triste.

Se non si fosse dedicato all'insegnamento, quale carri-era avrebbe intrapreso, (oltre a quella circense)?Se non avessi fatto l'insegnante mi sarei dedicato alla psicoanalisi, perchè mi piace leggere nell'anima altrui. Però ero un giovane povero e per di più non potevo sopportare l'idea di dover frequentare la fa-coltà di medicina, prima della spe-cializzazione. Oppure, mi sarebbe piaciuto imparare a suonare uno strumento musicale (il violino?) e passare la vita sui gradini delle chiese a guardare la vita passarmi davanti.

Alcuni suoi allievi che vogliono mantenere l'anonimato (la lista è pubblicata sul sito Internet della scuola) sarebbero curiosi di sa-pere a quanto ammontano at-tualmente le sue morose.Non c'è una domanda di riserva? Comunque, terrei a precisare che gran parte della fama che mi si at-tribuisce è, purtroppo, immeritata. Anzi, vorrei proprio sapere chi è che va in giro a dire che io sono un "tombeur de femmes"... A prop-osito, lei è libera stasera?

Può concludere dedicando una perla di saggezza ai suoi studen-ti?Gaudeatis igitur, iuvenes dum es-tis!

Aristarco Scannabue

Il Reggiani-pensiero

tano non sei magro....da sempre.... - napolitano sei il futuro gigi d’alessio! facci sognare! - chiamulera possiamo chiamarti “inutilitas”? - Arianna: “ma io credevo che la “certosa di Parma” fosse un formaggio!” - tanti saluti a looser polpet! by looser vampire! - NANA V F quanto sei alta? 1.40? - i love Andrea musa - con un nome come Punkieri non può che essere un vero punk!! by le sue fans di I H - lega anti-animalista: sterminiamo i leoni - caggiati sei borile! - birz domina il secondo piano - zoma non hai speranze con la carli by l’anonimo del sublime - w i tarallini - jacopo rasmi....futuro tronista di uomini e donne - truzzetto di II E sei stupendo!! by anonime 4^g - la coppia dell’anno tauro man & tauro girl! by gossipromagnosi - qualcuno dica a chiamulera che vestirsi alla “robin hood” non va più di moda! (N.d.R. al rogo il giubbetto da domatore di leoni) - napolitano non sei freddy mercury! sbasa la cresta! - abbati ti vogliamo sposare!! abbati papa by contralte - la foca e la carpa nuotano insieme e fred perry si scervella per trovare nuovi nomi - bersellini è chicco sfondrini! - io ho le scarpe di super mario, tiè!!! - lollo sei carino ma non

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Pagina 6 Comunicare la CulturaE’ stato un richiamo forte quello della dottoressa Lucia Fornari Schianchi Soprintendente per il pat-rimonio storico, artistico e etnoantropologico di Par-ma e Piacenza rivolto agli studenti di alcune classi liceali il 15,05.08 nell’aula magna del nostro liceo in occasione della presentazi-one della mostra su Cor-reggio in programma dal 20 settembre nella nostra città. La Soprintendente ha sollecitato i ragazzi a rivestire il ruolo di pro-tagonisti in occasione di quest’evento perché occhi moderni, linguaggio mod-erno, atteggiamento mod-erno sono necessari affin-ché il patrimonio altissimo di Correggio,della nostra città e del nostro Paese possano essere veicolati e tramandati al pubblico di domani…. Ha poi cal-damente ribadito che solo conoscendo, partecipando attivamente, elaborando nuovi pensieri, inventando una nuova lingua, i giovani, futura classe dirigente, potranno prendersi cura del patrimonio artistico per non interrompere quel traman-

I vostri occhi sono i protagonisti...

do di saperi che è alla base della nostra civiltà e cul-tura. Gli studenti presenti all’incontro hanno racco-lto l’invito a “prendersi un pezzettino di responsabil-ità” nei confronti del pat-rimonio artistico ed essere sempre partecipi alle iniz-iative culturali : una prima risposta può concretizzasi, in occasione della mostra, con un lavoro di cono-scenza e approfondimento dell’arte di Correggio. Si

stanno già elaborando pro-getti da sviluppare con le classi più interessate, nei primi mesi del prossimo anno scolastico, intorno all’evento “Correggio” ma sono auspicabili proposte particolari, originali o al-ternative che gli studenti vogliano presentare cont-attando i docenti di Storia dell’arte.

Anita Failla

sei il mio tipo by giamma - becchi, da oggi ho l’etilometro, non mi freghi più!!! - manara, hai difficoltà a deambulare? - ti prego benny vollimi bene by anonima chiara (N. d. R. Il computer non capisce cosa voglia dire “vollimi” e suggerisce: bollimi, collimi, volimi, vol-gimi e volli mi) - se non pubblicate i bigliettini...puzzate - arpiani ridacci il tesoretto - bob domina come un’antenna parabolica sulla testa della belaeff di II E - vezzali mariano uno di noi! - rocco cresci! - w il cioccolato! un abbraccio speciale all’Ecuador e un bacio al ragazzo più carino del Camerun! w la dolcezza! by bacetto perugina - casali le quattordi-

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Pagina 7Il nero non è un colore...ma un’antologia noir dei Giovani Creativi

Capacità di fantasticare e desid-erio di evadere dalla realtà quo-tidiana: questi elementi hannocostituito una vera sfida per i Giovani Creativi del Liceo Ro-magnosi che si sono cimentati con la letteratura noir. Come moderni Ulisse hanno percorso il tempestoso mare della scrittura affrontando ostacoli e pericoli prima di giungere alla petrosa Ita-ca, la realizzazione del loro libro. Il primo scoglio è stato quello del confronto con una regola di Baudelaire: l’arte dello scrivere non si può imparare in fretta. I ragazzi hanno appreso quanto tempo e fatica siano necessari per concretizzare un’idea, per darle forma su pagine bianche che in-timoriscono, per comunicarla in modo chiaro e corretto. Il cestino, come diceva I. Singer, si è rivelato il miglior amico dei nostri scritto-ri. Un altro scoglio da superare è stato quello del genere letterario, il giallo. La narrativa della paura si afferma alla fine del Settecento con la nascita in Inghilterra del romanzo gotico, incentrato su vicende misteriose ambientate in paesaggi cupi e tenebrosi. Le azioni dei personaggi suscitano nel lettore terrore ed orrore, in un continuo crescendo di emozioni nell’attesa dello scioglimento fi-nale della storia.

“E’ possibile che quel che muove paura e pietà si produca per ef-fetto della vista, ed è possibile che scaturisca dall ‘intrinseca composizione dei fatti, ciò che è preferibile e del poeta migliore. Anche senza il vedere, il racconto deve essere composto in modo tale che chi ascolta la narrazione dei fatti accaduti ricavi dallo svolg-ersi di questi un brivido di terrore e un senso di pietà” Così scrive Aristotele nella Poetica, parlando di un processo catartico attuale ancora oggi. In effetti il racconto dell’orrore è antico quanto l’arte del narrare, se si pensa al mostru-oso Polifemo dell’Odissea, al mito di Edipo o degli Atridi nella letteratura greca, al gusto del ma-cabro e del raccapricciante che caratterizza i romanzi di Petronio e Apuleio nella letteratura latina. Scrivere un racconto giallo com-porta quindi non solo conoscenza dei contenuti della letteratura del genere, ma anche apprendimento delle tecniche di scrittura tese a determinare l’interesse e latensione emotiva nel lettore: è necessario dunque alterare l’ordine degli eventi, modificare il rapporto fabula-intreccio, in-serire digressioni e descrizioni che suscitino la suspense neces-saria per il colpo di scena finale.In “Dietro l’angolo” i Giovani

creativi hanno cercato di fare tut-to questo, narrando storie ispirate aifatti reali, creando personaggi che esprimono inquietudini e paure, invidia e rancore, risentimento edesiderio di vendetta. Nei loro racconti il bene si confronta con il male e l’uomo appare in tutte le sue debolezze e fragilità: han-no seguito i preziosi consigli di Valerio Varesi e Carlo Lucarelli, scrittori famosi che li hanno invi-tati a documentarsi prima di nar-rare un fatto, a confrontarsi con la realtà e ad avere come obiet-tivo il verosimile.I giovani scrittori hanno esorciz-zato il terrore proiettandolo su un foglio, lavorando con impegno e sicurezza sempre maggiori, im-parando che si può anche sorri-dere di se stessi quando le idee non riescono a trovare forma e che il risultato finale non deve essere la perfezione ma la perfet-tibilità.“Dietro l’angolo” è un mondo composito e variopinto, che esprime il desiderio dei ragazzi di mettersi in gioco e di speri-mentare le infinite possibilità della scrittura nell’ambito di un genere letterario che non si può più definire minore.

Lorenza Reverberi

cenni sono finite - i love paolo ramone - si organizzano battute di pesca sportiva in III B (piano terra). premio il numero del dede il pesce....ehmm pescato - dugongo figo - il testone di don rizzi è all’origine dell’arcobaleno - buccia ti voglio....e in tenuta da rugby - la bar-betta di toso è irresistibile (niente in confronto al buon vecchio Dis! N. d. R.) - brunazzi for president - napolitano domina! - ma che pesa la lettrice di francese! - ma guido canali IV F non ti vergogni ad avere un criceto morto in faccia? - minchia johnny, sei scaltro come una faina! - per chi volesse strizzacapezzolare il forno...è pregato di farlo...lo so che è il primo dei vostri pensieri - don rizzi è crudele e mi odia - clara munarini III C ti amo da morire...il tuo orsetto vernazza! - si ricercano villanelle e un gregge con animaletti disposti a posare in una natura primitiva e lussureggiante per opera pittoresca! per info III C - Per il tipo emo: hai un sorriso stupendo! - ha una certa patina arcaizzante - anna fornaciari sei fantastica, ti prego cerca di capire quello che provo per te...xxx - la Quin-

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tavalla è ILLUMINATA (pensiero apocalittico) - la classe III A chiede disperatamente un 6 politico alla prof Araldi - che sfigata la Pia! (N. d. R. Tanto che il suo Mac è PowerPc e non ci va G.T.A.!) - Casali ti regalo l’ampliphon - a.a.a. cercasi compagno di merende...rivolgersi a carlo - savani cicciobello voglio te... - Trocciola imbambida d’alcol - Quin-tavalla.....siamo pronti al simposio. L’imberbe ce l’abbiamo. Tu porta il vino by I E

Pagina 8 Scuola in ScenaIntervista alla Preside

Gli scopi di Scuola in Scena sono molti.1) Il percorso. La cosa più importante infatti è il percorso che porta a questa con-clusione, cioè il laboratorio, che si svolge nelle varie scuole superiori, che partecipano a volta con più di un laboratorio teatrale e più di un lavor teatrale. Certamente il teatro è tale per cui se non c'è una rap-presentazione si sente l'esperienza come un pò "monca", no? Però quello che veramnte conta per noi è quello che succede prima di Scuola in Scena, e cioè i percorsi e i laboratori stessi. Perchè è nei laboratori che i ragzzi crescono ve-ramente, sotto tanti aspetti: a leg-gere e interpretare i testi, a scrivere i testi, che sono sempre rielaborati, se è un testo in lingua imparano anche le lingue, perchè imparano ad esprimersi con grande scioltez-za in una lingua che diventa quasi la loro, perchè ognuno se ne im-padronisce un pò anche grazie alle emozioni che il teatro suscita.Dove ci sono le emozioni sicura-mente le cose diventano più nostre,

ci appartengono di più, perchè è qualcosa che noi arriviamo a sen-tire più fortemente, dando prova di capacità comunicative. Ci si esi-bisce davanti ad una platea di fronte alla quale spesso si ha soggezione. E' cosa importante non aver più soggezione davanti ad un grande pubblico: richiede una padronanza di sè molto grande, che può diven-tare un elemento costitutivo della nostra personalità. Questo è quello che riguarda la crescita person-ale, non solo in termini di sapere e saper fare, ma proprio di essere padroni di sè per essere sè.

2) Imparare a lavorare in gruppo e ad interagire con un gruppo an-che numeroso di persone. Un'altra competenza importantissima che si acquisisce è infatti la ricchezza: si possiedono delle cose e quando si è in tanti tutti mettono in comune quello che possiedono. La ricchez-za si moltiplica perchè ognuno di-venta padrone anche di quello che mettono a disposizione gli altri.

Infatti scuola in scena permette prorpio di verificare la coesione del gruppo cioè quanto il gruppo ha agito da moltiplicatore:l'energia che salta fuori moltiplicata non è più la somma dei singoli, ma la moltiplicazione.

3) Integrazione con il ter-ritorio. Questo Festival ha trovato udien-za presso vari enti a disposizione dei cittadini, che lo sostengono anche finanziariamente, perchè la scuola è molto povera senza questi sostegni non ce la farebbe. Quindi la scuola in questa situazione non è più quella realtà un pò isolata ris-petto a quelle ritenute più impor-tanti che sono fuori dalla scuola. In questo caso c'è proprio inte-grazione tra scuola e territorio. Le realtà del territorio sono tante: c'è il Comune, la Provincia, il "Teatro al Parco" stesso che ci ospita, il Provveditorato e la Consulta degli Studenti, che ha fatto propria ques-ta rassegna. Che la scuola diventi una delle realtà importanti ricono-sciute nel territorio è comunque un bel risultato.

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Inchiesta: I giovani e la politicaAbbiamo somministrato questo questionario ad alcune terze liceo. Questi sono i risultati.

9. Se sì, per chi?P.D. 25P.D.L. 9Lega 3I.D.V. 8

Sin. Critica 1La Destra 1

Sin. Arcobaleno 1

E i nostri rappresentanti d’Istituto e di Consulta come la pensano?

Lo riconoscete?

Lui c’ha detto: 1.Si, anche se questo non vuol dire accettare in toto le opinioni e le proposte della forza da cui mi sento rappre-sentato. 2. No. 3. Si, la politica è una delle mie principali passioni e penso che tutti dovrebbero interessarsene perché credo che sia una “conditio sine

qua non” per il buon funziona-mento di una democrazia. 4. Si, se essere attivi vuol dire im-pegnarsi concretamente all’interno delle realtà in cui viviamo a partire dalla scuola. Dal prossimo anno però vorrei impegnarmi a livello cittadino. 5. Penso che l’attuale classe po-litica abbia molti debiti nei con-fronti dei cittadini italiani, tuttavia non condivido gli atteggiamenti

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Inchiesta: I giovani e la politicaPagina 10

eccessivamente disfattisti che scadono nel qualunquismo. 6. La politica dev’essere sia delegata che partecipata, queste forme sono alla base del concetto di democrazia indiretta, purtrop-po ultimamente la politica viene solo delegata e spesso in modo inconscio. 7. Si, guardo il telegiornale

(non studio aperto!) e quando ri-esco leggo qualche quotidiano in particolare “il corriere della sera”. 8. Si, ed è stato molto emozi-onante. 9. Un giovane che crede nel cambiamento e in una sinistra moderata e riformista non poteva votare che PD

Invece Panchieri dice... 1. Si, PDL perchè credo nella libertà in tutte le sue forme e in tutte le sue espressioni. Dalle libertà individuali alla libertà d’impresa e in uno stato che non sia oppressivo ma che sia una risorsa per i cittadini. Solo nel PDL trovo questi valori. 2. No. 3. Si. È un impegno che col-tivo da tempo, credo che sia un dovere imprescindibile di un cittadino. 4. Ancora no,dall’anno pros-simo scenderò in campo. 5. Da quando è uscita la Sin-istra Arcobaleno dal parlamento finalmente possiamo consider-are conclusa la stagione delle contrapposizioni ideologiche nel nostro paese. Ho fidu-

cia nell’attuale Centro Destra e nell’attuale opposizione nascente che appare non più massimalista come in passato. 6. Per necessità la politica deve essere delegata perchè non ci può essere una rappresentanza diretta dei cittadini. La politica però deve vedere una grande partecipazione dei cittadini che, così facendo, potranno informarsi su quanto ac-cade nel paese ed esprimere il loro voto in maniera ponderata. 7. Si. È necessario informarsi per rendersi conto su quanto sta accadendo nel paese. Quando possibile,cerco di ricorrere a di-verse fonti di informazione. 8.Si. 9. PDL.

E Dario Sabbioni come la pensa?1. No, non trovo nessuno che corri-sponda al mio ideale di politica.2. Nemmeno, la politica si fa in Parlamento, quindi le forze extra-parlamentari non dovrebbero oc-cuparsene.3. Si, molto. Leggo quotidiani, giornali di approfondimento e mi interessano molto i programmi televisivi che danno spazio ai di-battiti politici.4. No, nel senso che non distribuis-co volantini o giornali vari davanti alle scuole, nè tantomeno pratico

altre forme di attivismo “spiccio” diffuso tra noi giovani.5. Della classe politica salita dopo le recenti elezioni ho abbastanza fiducia e in particolar modo ripon-go una certa fiducia in alcune tra le persone dell’attuale governo6. Delegata perché, al contrario di quanto dice Rousseau, è impos-sibile che tutti partecipino attiva-mente alla vita politica… bisogna delegarla!7. Si, decisamente

La nostra Eleonora Fabrizio... 1. No, in realtà non mi sento parti-colarmente rappresentata da forza politiche parlamentari perché non ci sono abbastanza donne, né tanto meno giovani.. 2. No, neanche da forza extrapar-lamentari. 3. Assolutamente si, ho inizia-to a parlare di politica con i miei genitori fin da piccola, prima come pura curiosità verso il mondo de-gli adulti poi di volta in volta l’interesse è cresciuto e mi sono appassionata; penso che sia uno degli argomenti più interessanti di cui parlare e discutere. 4. No, fino ad ora non ho potuto ma non escludo di farlo in futuro. 5. Si sta diffondendo un grandis-simo sentimento di antipolitica e di sfiducia, in parte comprensibile e giustificato dal comportamento della classe politica. Certo criticare è molto semplice ma in certi occa-sioni l’indignazione nasce sponta-neamente. 6. Assolutamente partecipata per-ché non si può vivere in una soci-età senza interesse per quello che ci sta intorno, o meglio, si può ma è come vivere fuori dal mondo. Mi chiedo come facciano alcune per-sone a essere totalmente disinter-essate. 7. Ovviamente, oltre leggere quo-tidiani seguo molto le trasmissioni con dibattiti tra politici 8. Si, il primo voto non si scorda mai. 9. Nonostante mi sia tenuta mol-to informata è stata una scelta ab-bastanza difficile. Ho attribuito molto importanza al voto (come penso dovrebbe essere) ma la mia sfiducia verso molti politici mi ha fatto tentennare anche dentro la cabina elettorale. Alla fine il meno peggio mi è sembrato essere il PD.

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Inchiesta: I giovani e la politicaLa leggenda vuole che gli studenti del Romagnosi siano fortemente schierati in campo politico, e di conseguenza ne siano molto in-teressati... ma è davvero così? A noi, però, hanno insegnato che le leggende non fanno la realtà...Abbiamo deciso di sottoporre cinquanta studenti di terza liceo a una serie di domande a questo proposito. Come nelle elezioni na-zionali la maggior parte dei partiti di estrema sinistra sono rimasti es-clusi dal Parlamento, così anche nella nostra scuola i ragazzi hanno preferito orientarsi verso le due grandi coalizioni moderate. Allo stesso modo, il risultato scolastico rispecchia i risultati regionali, con il 67 % dei voti all'attuale opposiz-ione. Per quanto riguarda il peso che noi giovani diamo alla politica, è emerso che il 70 % dei ragazzi a cui abbiamo rivolto l'inchiesta ne è interessato e attratto, ma quanti sono realmente attivi? SOLO IL 10%... Tutti quanti hanno mosso infinite critiche all'attuale governo: chi li ha definiti buffoni, chi non si è voluto sbilanciare e ha prefer-ito sottolineare solo il problema dell'età media “troppo avanzata”.Bisognerebbe allora riflettere sul significato di “interesse per la po-litica”. La politica non rappresenta più il nostro paese, non lo sostiene, non lo aiuta, e soprattutto non è al primo posto. E così, piano piano, il nostro paese ha abbandonato la

politica, e con lui anche i giovani, gli unici che potrebbero cambiarla. I ragazzi si limitano a conoscere le cose essenziali di questo mon-do: chi vince, chi perde, e qualche nome ormai scolpito nei titoli dei giornali... Ormai schifati, sbigot-titi, delusi da un gruppo dirigente che li dovrebbe rappresentare; al-lontanati da qualcosa di importante e fondamentale per l'identità so-ciale di ciascuno e del paese stes-so; quasi volontariamente spinti a guardare altrove... Ė triste fare lo spoglio di cinquanta questionari, e non trovare un solo commento positivo sull'attuale classe diri-gente, è triste pensare che quegli stessi politici andranno avanti a guidare un popolo che in loro non crede, che in loro non ha fiducia. Ė triste immaginare un futuro in cui i giovani e le loro idee saranno rappresentate da politici ormai da molto tempo incollati alle poltrone. Le novità verranno messe a tacere per lasciare spazio all'ormai logoro copione di frasi prevedibili, che mascherano che le decisioni sono già state prese altrove, al di fuori del Parlamento. I giovani, riceven-do solo insicurezze e delusioni, perdono con il passare del tempo gli ideali che hanno tenuto vive le generazioni passate (dalla Resist-enza al '68 e dintorni), e sentono la politica come qualcosa di lontano. Al giorno d'oggi sono pochi quelli che se ne occupano, ma non ven-

gono per niente sostenuti e sprona-ti, così che anche loro si trovano a dover abbandonare l'impegno come responsabilità verso se stessi e la collettività, o a considerarlo come occasione di affermazione personale o, perché no, di carriera. Penso che i giovani siano gli unici capaci di vedere davvero i difetti della società, forse perché sono quelli che li subiscono in prima persona. E per questo si compor-tano di conseguenza, rimanendo magari a vivere con i genitori fino a trent'anni per paura di trovarsi di-soccupati, o come diciamo noi, “a piedi”; per questo non considerano più il futuro come il momento in cui potranno realizzare i loro sog-ni, raggiungere l'indipendenza che vorrebbero, costruire la società che sognano. La nostra generazione e la politica sono diventati due mon-di che vanno in direzioni diverse: scandali, ipocrisia, mediocrità da una parte, diffidenza, rabbia, sde-gno dall'altra. Per questo motivo bisogna che i giovani ritrovino le ragioni per cui sentirsi veramente parte della società, esercitando la loro capacità critica, la loro voglia di cambiare, di inventare, rifiutan-dosi di conformarsi al ruolo pas-sivo al quale sono stati confinati, che li induce a riconoscersi in idee che “secondo chi ha il potere” sare-bbero le loro...

Valentina Chiesi, V G

I giovani, il Romagnosi, la politica

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Pagina 12 Le nuove vie del razzismo

1. Sempre più spesso sentiamo di immigrati che vivono in con-dizioni disumane. Per risolvere questa situazione cosa può fare la società? Cosa il singolo? Lei cosa fa?Credo il problema dell’immigrazione qualche anno fa si facesse più sentire rispetto ad ora, tuttavia credo che anche oggi esso sia uno dei problemi princi-pali della società. Lo stato infatti dovrebbe provvedere a superare questo disagio con la costruzione di nuove case d’accoglienza e uti-lizzare meglio quelle già esistenti che spesso sono lasciate vuote e inutilizzate. Inoltre la società deve rendersi conto che le persone che entrano in questo paese sono es-tremamente utili perché forniscono una manodopera che all’Italia manca. In primo luogo il singolo deve cercare di vincere il razzismo e la xenofobia tipiche del citta-dino italiano, conosco infatti casi

di persone che si sono rifiutate di accogliere stranieri nelle case da loro affittate.Io in particolare faccio alloggiare circa 50 persone nella mia chiesa e nelle mie proprietà.

2. Come può il contatto con queste culture differenti ac-crescerci?Il contatto con idee, culture e re-ligioni diverse è sempre positivo; inoltre posso osservare nel mio piccolo che queste persone, a cui io do una mano, pur avendo usan-ze completamente differenti vivono nel rispetto reciproco.Inoltre la mia comunità ospita una grande percentuale di persone musulmane che con il loro forte credo religioso mi rendono ancor più consapevole della forza della fede.

3. Si sente sempre più spesso di

reati commessi da immigrati. E’ solo un luogo comune o vi è un fondo di verità?E’ assolutamente un luogo co-mune; gli atti di violenza di questo periodo sono il frutto di una soci-età malsana che trova negli immi-grati il suo carpo espiatorio.Con questo non voglio dire che gli immigrati non commettano reati in assoluto, ma uno straniero che si trova in Italia ed entra a contatto con gruppi legati alla malavita, si trova costretto, per vivere, a com-mettere atti di criminalità. Nonos-tante ciò i dati dimostrano che i reati commessi da immigrati sono, in proporzione, minori di quelli commessi dai cittadini italiani. Non credo tuttavia che l’informazione diffonda una conoscenza completa e reale dei fatti che avvengono in Italia e in particolare nella nostra città.

Andrea Daolio e Cecilia Bandieri

Il razzismo è un crimine: lo dice Don Scaccaglia dellla Chiesa di S. Cristina

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1. Perchè in questo tempo più che prima si sente parlare di razzismo,di xenofobia nei con-fronti dell”altro?Il razzismo fa comodo ai pochi che detengono il potere. I paesi pov-eri, non è che non hanno risorse, anzi, il loro problema è che non le sanno sfruttare e noi gliele ru-biamo, al posto di aiutarli a com-piere un proprio sviluppo. Ci sono due strade che si possono sceg-liere in questi casi: o la legge del più forte/della competitività, che ci porta verso guerre permanenti e ci nega la libertà; o quella della solidarietà, (che si sostituisce alla legge del più forte).Bisognerebbe cambiare la ridistribuzione delle ricchezze, perchè la guerra anche se la vinci la perdi sempre.

2. Come si può cambiare questa visione? Solo con la conoscenza della storia, da lì si capisce perchè un popolo

è ricco o è povero. Per esempio il neocolonialismo economico nega-va la libertà dei singoli soggetti e non permetteva loro di svilupparsi autonomamente.

3. Per quanto riguarda gli episodi dei rom, ci puoi dire qualcosa?Più che altro in loro si è voluto creare un nemico. Bisogna fare un passo indietro. Tutto nasce dal razzismo di Hitler:i rom,assieme ai malati psichici e agli invalidi costituivano il primo pericolo por-tante della società,da qui la tradiz-ione nel ritenerli nemici e pericoli della comunità si è mantenuta. Poi successivamente ci si è serviti del-la propaganda negativa,incentrata a mettere in cattiva luce fatti com-piuti da loro e estendendoli alla loro comunità. Inoltre l’errata informazione porta a credere che loro scelgano di vivere come no-madi in baracche al limite della decenza,in realtà non è così,è un

obbligo in quanto la società non offre loro possibilità di vivere le-galmente e correttamente. Bisogna ricordare che la violenza peggiore è quella che umilia,per elimin-are la violenza bisogna eliminare quella primaria(umiliazione). Bi-sogna ridare un volto alle persone senza volto,dobbiamo aiutarli a costruire qualcosa e a donargli la dignità che è stata loro negata.

Cecilia Bandieri, Giulia Berni, Al-exandratos

Se conosci la storia, non sei razzista, lo dice Katia Torre, del Comitato antirazzista

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Un giovane africano, sui 35 anni, mi vede parlare con un mio com-pagno di classe, davanti ad una delle tante figure che sono dis-poste in piazza sabato mattina. Si avvicina e mi chiede “Perché non gli dai un bacino?”. E io rimango perplessa e non faccio in tempo a rispondere e continua a dirmi “bisogna cominciare a darsi baci tra uomini e donne”. Vista la sua voglia di palare e la sua simpatia cominciamo a fargli qualche do-manda1. Perché una mostra sull'Africa?Perché quando nomini l'Africa, alla gente vengono in mente solo poche parole: guerra, fame, malattia, poca acqua. Ma l'Africa non è solo questo. L'Africa è persone, bisogna partire da questa idea;abitata da gente che ha voglia di esistere.

2. Perché una mostra in sago-

me?Le sagome rappresentano l'Africa di ieri e di oggi. alcune sagome rappresentano africani con vestiti occidentali, altri con vestiti tradiz-ionali; la nostra “fortuna”è anche questa: un giorno possiamo met-terci un vestito tradizionale e il giorno dopo un paio di jeans!

3. Che cosa volete criticare?Si può dire che questa mostra può essere interpretata come una pro-vocazione. la gente non rimane indifferente di fronte alle sagome poste nel centro della città, è una realtà convivere con gente differ-ente da te. Quando sono partito da casa, pensavo una cosa, che avrei trovato persone, non italiani.

4. Come si colloca l'Africa nel panorama politico mondiale?Purtroppo non conta molto sul piano politico. Una cosa positiva

è che in dieci anni il numero delle democrazie si è più diffuso; e tra i giovani africani c'è molta voglia di imparare e di rivestire un ruolo anche in ambito politico. La parte-cipazione dei giovani in politica ricopre l'80% della popolazione. I ragazzi devono avere il controllo della politica per avviare un cam-biamento. BISOGNA PROGET-TARE UNA SOCIETA' BASATA SUL VALORE DI OGNI SINGOLA PERSONA.

5. Un messaggio flash da man-dare ai giovani?I giovani sono molto fortunati per-ché hanno “l'altro”. Questa pos-sibilità di conoscenza, di scambio di cultura e idee è una opportunità enorme. bisogna partire dalle per-sone. Giulia Berni, Cecilia Bandieri

Siamo persone, non sagome senza volto

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IL SEQUESTRO E IL DELITTO MORO(16 Marzo - 9 Maggio)

Suddivisione per fasi della narrazione per eventi

1 - La strage di via Fani2 - Il primo mese del rapimento3 - La svolta dal 15 aprile al 25 Aprile

3.1 15 aprile: con il comunicato n. 6 le B.R. annunciano la condanna a morte di Aldo Moro

3.2 17 aprile: appello di Amnesty Interna-tional ai rapitori di Moro

3.3 18 aprile 1978: a) viene scoperto acci-dentalmente il covo brigatista di via Gradoli in cui recideva Mario MORETTI, capo delle B.R. b) viene trovato il falso comunicato n. 7 che annuncia la morte di Moro e avvisa che il suo cadavere si trova nel lago della duchessa;forze dell’ordine si lanciano in ric-erche tanto affannose e spettacolari quanto inutili;

3.4 19 aprile: Lotta continua pubblica un ap-pello per le trattative;

3.5 20 aprile: le B.R. emanano il comunicato n. 7 con la foto di Moro vivo smentendo così il falso comunicato;nello stesso comunicato dichiarano che la sentenza di morte verrà es-eguita 48 ore dopo;3.6 20 aprile 1978: con comunicato n. 7 viene fatta ritrovare la lettera di Moro al segretario della D.C. Benigno Zaccagnini,pesantemente accusatoria verso l’atteggiamento del partito: nella lettera Moro chiede la prospettiva di ac-cettare uno scambio di prigionieri;

3.7 21 aprile: un documentario della Direzione del P.S.I. rende pubblica la nuova linea adot-tata dal partito,la linea della trattativa,voluta della maggioranza interna Craxi - Signorile:

3.8 22 aprile: PAOLO VI lancia un appello via radio ai rapitori,affinché liberino il pri-gioniero senza condizioni;

3.9 24 aprile: con comunicato n. 8 le B.R. dichiarano che la D.C. è l ‘unico interlocu-tore con cui intendono trattare e chiedono la liberazione di13prigionieri politici;

Ricerca condotta dalle classi III B e III D, anno scolas-tico 2005-2006 e dal gruppo di studenti di I B, II B, I C dell’attività integrativa dell’anno scolastico 2006-2007, coordinata dai docenti Rosanna Greci e Roberto Pette-nati. Vincitore del concorso bandito dalla Provincia di Vit-erbo, intitolato “Per non dimenticare Aldo Moro, per conoscere la nostra storia”. Una parte dei risulati della ricerca è in mostra.

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3.10 contemporaneamente giunge una terza lettera di Moro a Zacca-gnini con cui convoca il Consiglio nazionale della DC e si chiede che “Ai miei funerali non intervengano uomini né di Stato né di Partito”;3.11 25 aprile: 50 intellettuali cat-tolici pubblicano una lettura in cui dichiarano di non riconoscere più il vero Aldo Moro nelle sue lettere dalla prigione.

4 - Dal 24 aprile al 5 maggio: la trattativa

4.1 26 aprile: Craxi, segretario po-litico PSI, propone una “ iniziativa autonoma dello stato 8 non una trattativa)

4.2 tra il 26 e il 27 aprile : Craxi, Signorile e Di Vagno precisano il senso dell’iniziativa autonoma che lo stato dovrebbe "liberamente" assumere: a) concessione della grazia a qualche detenuto politico che non si sia macchiato di gravi fatti di sangue e si trovi in gravi condizioni di salute; b) revisione umanitaria del trattamento dei detenuti nelle carceri di massima sicurezza, consentendo ad una del-egazione di Amnesty International un’inchiesta sulle carceri italiane.

4.3 26 aprile: Craxi e Zaccagnini si incontrano a pizza del Gesù per valutare queste possibilità. Gli al-tri partiti della maggioranza (e an-che il PLI) non accettano queste proposte; in particolare è duro l’atteggiamento del PRI- e ci sarà anche una polemica personale con Craxi - e del PCI.

4.4 28 aprile: in una conferenza TV Andreotti, Presidente del consiglio dei Ministri, dichiara che il rifiuto della trattativa è definitivo.

4.5 Moro fa giungere una lettera al Presidente della Camere Ignaro e una al Presidente del Senato Fan-

fani; il contenuto non viene reso pubblico.

4.6 29 aprile: viene consegnata alla redazione del Messaggero una nuova lettera di Moro, senza indi-cazione di un destinatario. In essa Moro: a) critica duramente coloro che dichiarano inattendibili i suoi scritti dalla “prigione del popolo” e li dichiara autentici; b) chiede aiu-to a Craxi avvertendolo che il falli-mento della sua iniziativa avrebbe conseguenze drammatiche; c) ac-cusa la DC di avere sostanzialmente avvallato la sua condanna morte e Zaccagnini di eseguire soltanto le direttive di Andreotti; d) accusa i parlamentari democristiani di non aver mai posto alcun caso di cosci-enza di fronte alla linea della fer-mezza, quando in casi meno gravi erano disponibili ad andare contro alla linea del partito (ad esempio votare contro il governo appena costituito); e) in virtù dei suoi po-teri convoca il Consiglio Nazion-ale della DC per discutere della su liberazione e delega a presiederlo l’On. Misasi.

4.7 29-30 aprile: vengono recapi-tate sette lettere di Aldo Moro: a Ingrao, A Fanfani, Al Presidente delle repubblica Leone, a Piccoli, a Bartolomei, a Misasi e a Craxi. E’ il momento in cui Morosa la mas-sima pressione sul mondo politico per ottenere la sua liberazione.

4.8 30 aprile: Mario Moretti, capo delle B.R. , con un’iniziativa per-sonale, telefonò alla famiglia Moro per avvertirla che tutti i tentativi che non prevedevano un interven-to diretto della DC sono inutili (in quanto non ci sarebbe un ricono-scimento politico delle B.R.);

4.9 1 maggio: sui giornali compare un comunicato della famiglia che rivolge un pressante appello alla DC perché assuma con coraggio le iniziative necessarie per ottenere la

liberazione del prigioniero;

4.10 29 aprile, 1 maggio: un grup-po di giuristi, incaricati dal PSI, elabora una proposta di iniziativa autonoma da parte dello Stato: vengono individuati alcuni terror-isti intervenuti a cui si dovrebbe concedere la grazia o la libertà provvisoria. Craxi incontra Sereno Freato, portavoce della famiglia;

4.11 2 maggio: Craxi incontra la delegazione democristiana a cui espone il risultato di lavoro del gruppo di giuristi. Zaccagnini e gli altri esponenti della delegazione, chiedono che del problema venga investito il governo: cioè che sia il governo (e non la DC ) a valutare queste possibilità.Pareri negativi giungono dal PRI e dal PCI;

4.12 2 maggio: Aldo Moro scrive a Craxi per incoraggiarlo a proseguire sulla strada della trattativa definita come l’unica strada per giungere alla sua liberazione. Parlando di “equilibrata trattativa”, nella let-tera Moro adombra la possibilità di uno scambio “uno ad uno”;

4.13 3 maggio: i radicali e il PDUP chiedono al governo di riferire in parlamento sugli sviluppi delle indagini sul sequestro Moro (e quindi di sottoporsi a un dibattito parlamentare sulla linea politica adottata e sulla gestione delle in-dagini);

4.14 3 maggio: il giorno dopo l’incontro con Craxi, la delegazi-one democristiana emana un co-municato stampa in cui chiarisce che è compito del governo e non del partito democratico valutare le “iniziative autonome” che lo stato può assumere.

4.15 3 maggio: Craxi chiede che almeno venga liberato un terrorista per avviare lo scambio “ uno con-

IL SEQUESTRO E IL DELITTO MORO

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tro uno” (dicendosi certo che a ciò seguirà la liberazione di Moro);

4.16 3-5 maggio: comunisti e re-pubblicani sulla stampa criticano apertamente l’inefficienza della polizia e l’inconsistenza delle in-dagini. L’On. Macaluso PCI indica con una certa precisione i person-aggi che si starebbero muovendo dietro le B.R. e gestendo in modo occulto il sequestro dell’On. Moro (ad esempio certi settori del dimes-so SID);

4.17 4 maggio: Andreotti dichiara che il governo non derogherà dalle leggi della Repubblica.

5. Dal 5 maggio (comunicato n. 9) al 9 maggio (l’assassinio di Moro):

5.1 5 maggio: nel pomeriggio perviene alla redazione milanese di Repubblica in comunicato n. 9 delle B.R. in cui si annuncia l’esecuzione della condanna a morte di Moro, ma in modo am-biguo (attraverso il gerundio “ es-eguendo”); nel P.S. si annuncia che le rivelazioni di Moro verranno dif-fuse nel movimento rivoluzionario a mezzo della stampa clandestina;

5.2 5 maggio: nella riunione del CIS, presieduta da Cossiga, ven-gono recepite le critiche del PCI e PRI all’operato della polizia. Si ribadisce l’impraticabilità della trattativa;

5.3 5 maggio: Cossiga si reca in parlamento e dichiara che il gov-erno non riferirà alle Camere sul caso Moro prima del 18 maggio (si tenga presente che per il 14 mag-gio erano fissate le elezioni am-ministrative);

5.4 6 maggio: appello della famiglia moro al Presidente della Repubblica, Leone, affinché venga liberato uno dei 13 detenuti politici

indagati dalle B.R. ;

5.5 6 maggio: il governo annuncia in TV la sua disponibilità a far vis-itare le carceri di massima sicur-ezza italiane a una delegazione di Amnesty International;

5.6 6 maggio: Zaccagnini annun-cia la prossima convocazione del Consiglio Nazionale della DC, come richiesto da moro e dalla sua famiglia: per stabilirne la data si riunirà martedì 9 la direzione del partito;

5.7 Curcio e gli altri brigatisti in carcere a Torino si rifiutano di fir-mare una dichiarazione (richiesta dall’avvocato Guiso) in cui si chie-deva ai sequestratori di sospendere l’esecuzione della sentenza.

5.8 Fanfani (Presidente del Sen-ato) attacca sui giornali il governo sull’inefficacia e sulla mancanza di strategia della polizia verso il ter-rorismo di sinistra. Per l’indomani, alla direzione DC, è atteso una sua presa di posizione contro la linea adottata dalla delegazione e dal segretario del partito. Anche l’On. Bartolomei (presidente dei sena-tori democristiani) in un discorso a Monte Varchi, durante la campagna elettorale, prende in considerazi-one la possibilità di un’apertura alla trattativa.

5.9 8 maggio: anche il leader dell’Autonomia romana, Oreste Scalzone, invita le B.R. a non uc-cidere Moro, seppure con contorte motivazioni (la sua morte ser-virebbe alla DC a far dimenticare i misfatti del passato) e rivendica il diritto di intervenire, in quanto movimento interlocutore delle B.R. in questa decisione (uccidere o no Moro).

5.10 9 maggio: alle ore 10 è con-vocata la Direzione Democris-tiana, durante il lavori di questo

organismo Zaccagnini riceve una telefonata verso le ore 13 e 40 che lo avverte del ritrovamento del ca-davere di Aldo Moro, ritrovamento avvenuto qualche decina di muniti prima.

Il ministro Cossiga era già stato sul luogo del ritrovamento e conferma a Zaccagnini che il cadavere è pro-prio quello di Moro. La direzione viene immediatamente sospesa, come nel pomeriggio verranno sospese le seduta del Senato e della Camera.

5. 11 9 maggio: ora 13. 30 : il ca-davere di moro viene ritrovato in via Michelangelo Castagni, (later-ale via delle Botteghe Oscure e a pochi passi a da Piazza Del Gesù) all’interno del baule posteriore di una Renault 4 rossa amaranto, tar-gata Roma N56786. da resoconto di Miriam Mafai (la Repubblica di mercoledì 10 maggio 1978): << Il corpo di Moro quando è stato es-tratto dagli artificieri, era ripiegato e irrigidito. Indossava lo stesso abito scuro che aveva il giorno del rapimento, un abito blu con la ca-micia bianca a righine, e la cravatta ben annodata. L’abito blu era mac-chiato di sangue: sul petto erano stati premuti alcuni fazzoletti per impedire che il sangue sgorgasse dalle ferite. Nei risvolti dei pan-taloni è stata trovata una notevole quantità i sabbia e di terriccio>>.

5.12 la famiglia di Moro chiede alle autorità statali e governative e di partito di rispettare le volontà del congiunto: niente funerali di stato, solo una cerimonia privata.

IL SEQUESTRO E IL DELITTO MORO

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MusicaPagina 18

Andrea Armellini, propri-etario del “Discoclub” di Parma, ci ha fornito qualche spiegazione sul merchandising musicale e sulla crisi che sta affrontando negli ul-timi anni, oltre a fornirci una sua interpretazione del panorama mu-sicale odiernoInnanzitutto vorremmo avere un’introduzione al problemaÈ un processo che va avanti da circa 18 anni, anche se è aumen-tato esponenzialmente nel nuovo millennio, oramai nessuno si af-fida più alle case discografiche per far produrre i propri dischi, molti li mettono su internet e vendono la propria musica attraverso quello, le vendite delle case discografiche sono in calo per questo motivo e quelle indie (quelle più piccole) sono costrette spesso a chiudere, mentre le major (quelle di maggior importanza) sono costrette a pro-durre sempre gruppi utilizzando la stessa formula. La ricomposiz-ione di alcuni gruppi ne è la pro-va. Gruppi come i Led Zeppelin, riunitisi quest’anno, oppure dei Kiss, ad esempio, sono il chiaro segno di un mercato stagnante che utilizza sempre lo stesso pacchetto che reputa sicuro. Le stesse case creano dei gruppi “a tavolino” uti-lizzando sempre la stessa struttura ormai assodata, attirando sem-pre meno ascoltatori. Vedo inol-tre una progressiva diminuzione

della qualità della musica messa in commercio. Certo i gruppuscoli come quelli di adesso erano sem-pre esistiti ma, mentre negli anni '80 i Duran Duran erano consid-erati tali, ora al loro posto ci sono i Backstreet Boys, e mi sembra su-perfluo dire che c’è stato un netto peggioramento.E il pubblico come si comporta in queste situazioni? Che cosa compra e come si relaziona al mondo musicale in generale?Ovviamente gli “affezionati” di musica ( che ormai vanno dai 35 ai 55 anni) acquistano i gruppi che ascoltavano in gioventù, men-tre tra i giovani che per le prime volte si approcciano alla musica ho notato una cosa. Quando ho aperto il negozio, negli ultimi anni ’90, i ragazzi si dividevano in due categorie; quelli che ascoltavano solo musica vecchia ( anni 60-80) e quelli che ne ascoltavano solo di nuova ( anni 90 e successivi). Nel giro di 5-6 anni il secondo gruppo è praticamente scomparso.Quindi i giovani sono legati or-mai solo alle cose passate (anni 60-80) questo cosa comporterà secondo lei?Un ristagno musicale dove si pro-durrà merce di qualità sempre peg-giore e dove la gente sarà legata solo ed esclusivamente alle “vec-chie glorie”, dimenticandosi dei nuovi dischi

Pensa che questa possa essere una “crisi momentanea” o sia l’inizio di una dolorosa discesa verso la fine?Decisamente la secondaQuindi non pensa che ci sia la possibilità che arrivi un gruppo nuovo che darà una nuova spin-ta alla musica, come fecero in passato le grandi band che tutti ricordano?No. Purtroppo no. Le case dis-cografiche stanno talmente peg-giorando che non vedo nessuna possibilità di miglioramento. Or-mai sento anche un “timore” di novità per il pubblico medio, che ha paura di espandere la propria cultura musicale, ascoltando sem-pre i soliti vecchi album.Non esiste proprio più la possi-bilità di essere creativi quindi?Solo in alcuni frangenti. Nella musica classica e nel jazz, ad es-empio, non è più possibile fornire nuove idee, perché si uscirebbe da schemi precisi che contraddistin-guono il genere. Nel rock, poi, che ha sempre avuto più libertà di lav-oro, ormai le case discografiche fanno il bello e il cattivo tempo dei gruppi, e scegliendo loro cosa produrre e cosa no, hanno molta meno paura nell’utilizzare questi “pacchetti standard”, come ho già spiegato.

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Pagina 19SportIntervista a Giovanni Corrado (3C), miglior giocatore del torneo di calcetto della scuola.

1) Quando hai iniziato la tua car-riera calcistica? E dove?Ho iniziato a 6 anni, nella Juven-tus Club di Parma.

2) Com’è nata la tua passione per il calcio?Mio padre , quando avevo 3 anni, mi portò allo stadio Delle Alpi di Torino a vedere la partita Juven-tus-Milan (durante la quale un amico di mio padre mi fece urinare in una bottiglia).

3) Quand'è stato l’apice della tua carriera?Verso i 9-10 anni quando feci 3 provini al Parma. L'anno dopo andai all'Audace, dove, a causa di un infortunio (ostiocondrite dissecante), fui costretto a 6 mesi di stampelle. A 14 anni passai all'O.R.S.A., dove caddi in una fase calante, mentre a 18 anni giunsi al Monticelli (dove tutt'ora gioco).

4) In che ruolo giochi?In passato ero una pun-ta, adesso sono un cen-trocampista esterno.

5) Qual è la tua squadra del cuore?Juventus.

6) Chi è il tuo calciatore prefer-ito?Il fenomeno vero è Alex Del Piero.

7) Che rapporto hai con gli al-lenatori?Sono sempre stato in contrasto con gli allenatori, sono un tipo molto polemico.

8) Numero di maglia?Numero 7.9) Perché nel torneo di calcetto scolastico hai deciso di giocare con la squadra sfavorita (tra le

due della tua classe)?Volevo trascinare Panchieri alla vittoria : gli mancava solo questo per entrare nella storia del Romagnosi.

10) Un parere sulle qualità calcistiche di Panchieri?Ha qualità inespresse.

11) Chi ti ha aiutato in questa impresa?Iotti in porta, Quintavalla, Reboli, Panchio (nonos-tante lo scarso minutag-gio ha dato esperienza alla squadra).

12) Qualche chicca sul tuo futuro calcistico?Non lo posso ancora sve-lare, ho in corso diverse trattative, a breve saprete dove giocherò.

Canali e Buso

Torneo di badmintonSi comunica che io e la Vazzo ab-biamo vinto il torneo di badminton del Romagnosi, sconfiggendo per 15 a 13 al terzo set della finalissima Cugurra e Loderer, che ci avevano battuti alla prima partita, al primo set della finalis-sima, e avevano ripetutamente battuto me e la Ramaccia l'anno scorso.Oggi si è disputata la finale con mod-ello "all'italiana": prima abbiamo giocato contro i reduci dell'altro gi-rone, venendo miseramente sconfitti dai suddetti Cugurra e Loderer, ma sconfiggendo tutti gli altri. Anche la squadra di Zoni e Daolio aveva totaliz-zato lo stesso numero di vittorie, per cui è stato disputato uno spareggio, il vincitore del quale (noi) accedeva alla finalissima. Nel frattempo la Ganda e la Ramaccia hanno ottenuto il quarto posto sconfiggendo Macrì e Boraschi.La finalissima è stata combattutissima: 15-11 per loro al primo set, 19-17 per noi al secondo e infine 15 a 13 per noi al terzo (lo so, l'ho già scritto). La Furla dovrebbe aver filmato tutto, e il video sarà presto disponibile su tgRo-magnosi (www.youtube.com/tgRomagnosi) Adriano Farina, II E

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Omnibus relicti!