Pensatoio 2007-2008

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in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Pistoia

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Progetti educativi per i giovani.

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in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Pistoia

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Chiuso in tipografia nel mese di agosto 2007dalla Tipografia GF Press di Masotti.

La realizzazione grafica è stata curatada Graficamente di Patrizia Bartolozzi

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Fare largo ai giovani

Questa presentazione accompagna la seconda edizione del Pensatoio, una raccolta di progetti educativi offerti ai giovani dagli organismi attivi nella nostra Diocesi. In generale dare alle stampe la seconda edizione di qualcosa significa proseguire il cammino, continuare la conversazione. Nel caso specifico vuol dire segnalare di avere ancora voglia di parlare con i giovani, di avere ancora qualcosa da dire loro, di avere ancora il desiderio di farsi compagni del loro viaggio e delle loro avventure e disavventure.In effetti la seconda edizione segna una continuità e si deve ai risultati molto positivi dell’anno precedente e, forse ancor più, alle grandi potenzialità di questa iniziativa. Il Pensatoio è già stato utilizzato da molti operatori: insegnanti, catechisti, parroci. E molti sono stati gli apprezzamenti anche da parte di chi non ha ancora attivato alcuno dei progetti contenuti.La seconda edizione presenta alcune modifiche rispetto a quella dell’anno precedente. Il percorso di riflessione con le associazioni, con gli operatori pastorali e con gli insegnanti, infatti, ha offerto ottimi spunti. Alcuni progetti sono stati accorpati per non frazionare troppo l’offerta, altri sono stati modificati, la maggior parte confermati totalmente. E approfittiamo di nuovo per invitare chiunque desideri usufruirne a contattare le associazioni proponenti, per chiedere informazioni o per concordare le modalità di intervento e anche per rendersi conto dell’intenso e generoso lavoro che sta dietro ogni progetto da esse presentato. “Rendersi conto” è una esperienza esigente. Accade. Viene a me non come concetto, ma come evento. Non è il frutto della ricerca di ragioni o di spiegazioni, ma di un incontro. Il tracciato di fondo di questa iniziativa, però, non cambia: raccogliere le competenze e le esperienze di associazioni di volontariato, agenzie educative, singoli esperti presenti a vario titolo nella nostra Chiesa locale per proporre dei progetti educativi validi per i giovani; dare ai giovani una opportunità di impegno in percorsi seri ed evangelicamente illuminati, non neutrali rispetto alla visione dell’uomo, opportunità che non sempre trovano; creare una rete di collegamento tra i soggetti di questa iniziativa, ovvero le associazioni; porre all’attenzione dei giovani alcuni “casi seri” ed alcune priorità educative. Ci sembra che anche stavolta il risultato raggiunto sia in linea con questi obiettivi, ma abbiamo la netta sensazione che questa iniziativa, come accennavamo, possa crescere ancora molto e che i frutti che essa può dare, nel tempo e nei luoghi della storia, non siano che all’inizio.Mentre esce dalle stampe e viene consegnata questa pubblicazione, ne viene preparata un’altra che in qualche modo costituisce la sua naturale continuazione. Stiamo preparando una pubblicazione che contenga le proposte di impegno e di coinvolgimento che le associazioni e gli organismi diocesani vorranno proporre ai giovani. I nostri ragazzi – che lo sappiano o no – cercano occasioni per spendere in qualcosa di significativo la loro sacrosanta voglia di protagonismo. Hanno generosità, coraggio, inventiva e tocca a noi il compito di fornire loro delle opportunità buone; tocca a noi fornire loro un “campo” dove spendere queste loro qualità e, non di meno, le tensioni che accumulano. Dobbiamo, per dirla con Hetty Hillesum, creare

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campo, essere campo per i giovani. Pertanto abbiamo chiesto alle associazioni e agli organismi attivi nella nostra Diocesi di preparare non solo progetti educativi (secondo lo schema che mette i ragazzi ad ascoltare soltanto) ma anche di proporre ai ragazzi occasioni e percorsi concreti di impegno in progetti per loro appetibili e formativi. “Venite e facciamo insieme qualcosa”, perché non si impara mai tanto come quando si fa, ed è facendo che ci si forma. Ci sentiamo di ringraziare ancora una volta le associazioni proponenti che hanno offerto il loro contributo per andare incontro ai bisogni dei ragazzi dando la disponibilità ad inserirsi in un progetto più ampio, che il nostro gruppo ha cercato di coordinare. Il loro contributo, e il valore di questa pubblicazione, è ancora più prezioso in questi tre anni in cui la Chiesa ha scelto i giovani come priorità pastorale e sta ripensando ai modi in cui dialogare con loro. Il nostro ringraziamento più sentito, segno della comunione di intenti, ci pare il modo migliore per abitare il presente e progettare il futuro.

L’equipe per il Pensatoio:Padre Alessandro Pretini, Massimo Guerrieri, Graziana Malesci, Beatrice Iacopini,

Alessandro Bonacchi, Giovanna Guerrieri, Mariella Ciottoli, Andrea Galici

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Guida per lʼutilizzazionedei progetti

5I progetti sono rivolti alle Parrocchie, alle Scuole e alle realtà di aggregazione giovanile del territorio.

L’attivazione dei progetti è gratuita.E’ possibile offrire alle Associazioniun contributo come rimborso spese.

Per avvalersi dei progetti proposti occorre contattare direttamente i referenti indicati alla voce Recapiti e Informazionidei singoli progetti.

I referenti concorderanno con le realtà richiedenti modalità e tempi per l’attivazione.

“Il Pensatoio-Progetti Educativi per i Giovani” è una iniziativa della Diocesi di Pistoia in collaborazione conl’Uffi cio Scolastico Provinciale di Pistoia

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Caritas diocesanaUfficio Pastorale Sociale e del Lavoro

Lʼaltro: il diverso, lo straniero, io... o cosa?

Chi è l’altro, rispetto a noi? Quale atteggiamento riserviamo al mistero di personalità nuove e sconosciute? La Caritas diocesana di Pistoia e l’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro si propongono di affrontare il tema dell’alterità visto da diverse prospettive. Si parla spesso degli altri, dei diversi, degli stranieri, della multiculturalità, di integrazione, di convivenza e ci facciamo domande. Domande al primo sguardo semplici e banali. Chi è l’altro?Per ognuno di noi gli altri, gli stranieri sono i sei miliardi di abitanti della terra. Ogni persona è diversa da noi…Le differenze sociali, di cultura, di religione, di provenienza tra tutti i cittadini del mondo sono notevoli e quindi anche i pregiudizi reciproci possono essere grandissimi. Il diverso, lo straniero… affrontare il problema della diversità significa affrontare il problema della convivenza pura e semplice, il problema dei rapporti interpersonali. Ma chi è il diverso? Come si diventa diversi e cosa comporta nella vita di tutti il diverso? Il diverso può essere visto come un gran contenitore in cui si possono trovare varie categorie di persone: lo straniero, il diverso, ma anche l’handicappato, il genio, il carcerato, o ancora il trasgressivo ecc. Lo straniero, l’altro, il diverso da noi, è visto in certi momenti come un ostacolo, come un nemico che crea incertezza e angoscia, perché sconosciuto. Perché nel nostro mondo, dove tutti siamo alla difficile ricerca di noi stessi, è più facile alzare barriere auto-protettive e fuggire dall’altro, piuttosto che avvicinarlo e tentare di vedere un possibile fratello che chiede aiuto e con il quale creare nuove esperienze. Nessuno ha diritto di insegnare o giudicare. Tutti però abbiamo il dovere di contribuire a rendere questo mondo più vivibile, più umano. Si può partire dalla consapevolezza che le differenze culturali, se affrontate in modo responsabile, sono una risorsa che permette a tutte le comunità di migliorarsi. La diversità appartiene al nostro vivere quotidiano e andrebbe alimentata anziché appiattita, perchè diversità è unicità.

Descrizione del progettoIl progetto “L’altro: il diverso, lo straniero, io…o cosa?” si propone di informare e sensibilizzare i giovani sulle tematiche legate all’emarginazione, all’intercultura e all’impegno sociale. In collaborazione con l’Associazione San Martino de Porres, che si occupa di immigrazione, la Cooperativa “il Baobab”, che si occupa di disagio mentale e

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l’Associazione Arcobaleno, che si occupa del disagio minorile, la Caritas diocesana di Pistoia e l’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro hanno cercato di affrontare la tematica della diversità su più livelli. Questa proposta non vuol essere un melting pot, bensì una finestra aperta su varie realtà, vuole gettare degli stimoli, delle provocazioni al fine di decostruire gli stereotipi e i preconcetti legati alle “diversità” in generale, lo straniero, il malato mentale,il senza fissa dimora,il giovane dimenticato, il rom…. L’obiettivo è quello di portare all’accettazione e all’accoglienza dell’altro, diverso, riconoscendolo “come me”. Attraverso un percorso di studio, sui modi di dire comuni, sui titoli dei giornali, sulle barzellette si cercherà di rilevare esempi di pregiudizio nella vita quotidiana e sviluppare uno spirito critico per vedere il mondo “ad occhi aperti”.

Finalità educative e formativeIl progetto ha come finalità principali: ✓ Far conoscere diritti e doveri, obblighi e responsabilità di ognuno ✓ Far conoscere le diverse forme di ingiustizia, ineguaglianza e discriminazione ✓ Far conoscere le storie delle persone, i percorsi d’integrazione, le risposte del territorio

Descrizione delle aree del ProgettoIl progetto si articolerà in più moduli:

1° Modulo (comune a tutte le aree tematiche - 2 ore): ✓ Chi è l’altro ✓ La discussione critica, il dialogo, l’accoglienza ✓ Riconoscere e valutare, senza pregiudizi, le condizioni di disagio e di emarginazione ✓ Stabilire rapporti costruttivi, conoscere e rispettare le regole e i diritti ✓ Decostruire i pregiudizi e gli stereotipi più comuni

Modulo tematico (1 ora): L’altro, l’immigrato ✓ Ogni uomo è migrante, le principali cause dell’immigrazione, la nostra storia di migranti ✓ Le storie di vita ✓ Storie di integrazione: i percorsi di integrazione, i servizi del territorio

Modulo tematico (1ora): L’altro, in disagio sociale ✓ I diritti fondamentali dell’uomo e le ingiustizie nel nostro territorio ✓ Le storie di vita ✓ Le risposte al disagio, i servizi del territorio

Modulo tematico (1ora): L’altro, il minore e il disagio “invisibile” ✓ Le periferie, i luoghi dell’infanzia negata

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✓ Le storie di vita ✓ Le risposte al disagio, i servizi del territorio

Modulo tematico (1 ora): L’altro, in disagio mentale ✓ Sensibilizzare alla sofferenza psichica ✓ Le storie di vita ✓ Le risposte al disagio, i servizi del territorio

DestinatariIl progetto è rivolto ai giovani delle scuole, delle parrocchie, ai gruppi giovanili e alle realtà di aggregazione del territorio.

Metodologia e strumenti didatticiIl metodo usato per gli incontri è quello delle lezioni interattive, brain – storming, problem – solving e dinamiche di gruppo.

Relatori e partnersGli incontri verranno realizzati dagli operatori Caritas e dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro in collaborazione con gli operatori delle Associazioni coinvolte, per i moduli specifici, e i ragazzi del Servizio Civile.

InterdisciplinarietàQuesto progetto è trasversale a tutte le discipline e si presta ad approfondimenti di tipo letterario, psico – sociologico, filosofico, storico…

Scansione temporaleA discrezione degli insegnanti, la nostra proposta prevede: ✓ 1° modulo (comune a tutte le aree tematiche) di 2 ore ✓ Uno o più moduli a scelta fra quelli proposti, di 1 ora ciascuno.

Recapiti e informazioniCaritas di Pistoia e Ufficio per la Pastorale Sociale e del LavoroVia Puccini 36 - 51100 Pistoiatel. 0573 976133 (ore 9-12) - fax. 0573.28616E-mail: [email protected] - [email protected]

Referenti: Sara Lupi cell. 340.3608481

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Casa-Famiglia “La Conchiglia”

Nuove schiavitùe responsabilità personale

Il progetto prende spunto dalla realtà che ci circonda, osservando i problemi e le risposte che ad essi vengono date.La nostra esperienza di fronte alle nuove schiavitù e al moderno sfruttamento ci rende consapevoli dell’urgenza di sensibilizzare i giovani su questa problematica.L’ambito nel quale ci muoviamo è quello delle reali situazioni di sfruttamento, convinti che sia possibile cambiare qualcosa solo affermando i diritti della persona umana e promuovendone il rispetto sotto tutti i punti di vista.

Descrizione del progettoÈ vero quello che si legge sulla cronaca? Quanto è grave il problema dello sfruttamento e delle moderne schiavitù? Di chi è la colpa? Abbiamo anche noi delle responsabilità? Quali possono essere le possibili soluzioni?Sono alcune delle domande alle quali il nostro progetto intende dare delle risposte.Ci proponiamo di stimolare l’interesse verso il problema dello sfruttamento delle persone e delle moderne schiavitù, incentivando nei giovani la capacità di autocritica. Vogliamo far capire che solo con l’impegno comune è possibile ricercare soluzioni concrete ed efficaci, grazie anche a nuovi stili di vita più rispettosi delle singole identità.Il nostro progetto si fonda su esperienze traumatiche di vita che possono, se adeguatamente presentate, formare i giovani a una corretta conoscenza del problema e ad un maggiore senso critico, favorendo un confronto personale e di gruppo. Intendiamo pertanto affermare valori positivi ed integrarli nell’esperienza personale dei ragazzi perché la disattenzione e l’ignoranza nei confronti di questo problema, uniti a stili di vita irrispettosi nei confronti della dignità umana, possano essere modificati.

Finalità educative e formativeDal punto di vista educativo intendiamo: ✓ Proporre soluzioni dei conflitti secondo i principi della nonviolenza. ✓ Far acquisire maggiore consapevolezza e corretta conoscenza sulla realtà delle nuove schiavitù. ✓ Far riflettere sul fatto che è sempre possibile rinnovare e migliorare la propria esistenza. ✓ Far “conoscere per agire”.

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Dal punto di vista formativo intendiamo: ✓ Fornire ai giovani gli strumenti per farsi portavoce e promotori verso gli altri di giustizia e di verità.

RelatoriOperatori dell’associazione Casa-Famiglia “La Conchiglia”.

Metodologia, strumenti didattici e luoghiIl progetto si articola in lezioni interattive, che verranno arricchite da questionari, condotte anche con l’ausilio di strumenti multimediali (quali Power Point e slides).Luoghi: Aula multimediale della scuola, luoghi di riunione e di condivisione attrezzati con strumenti multimediali per i giovani delle parrocchie e delle altre realtà.

DestinatariIndicativamente i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni.

Aree del progetto - InterdisciplinarietàIl tema delle moderne schiavitù e dello sfruttamento è un tema trasversale che coinvolge diverse aree tematiche: giovani e territorio, realtà multiculturale, convivenza civile, educazione alla legalità e lotta alla criminalità, libertà illusorie, educazione all’affettività e all’amore.

Scansione temporaleIl progetto si articola su due/tre incontri di due ore circa ciascuno.

Associazione proponenteAssociazione Casa-Famiglia “La Conchiglia”.

Recapiti e informazioniColoro che fossero interessati ad adottare questo progetto sono pregati di contattare l’ufficio per la Pastorale Giovanile della Diocesi di Pistoia:C/o Seminario VescovileVia Puccini, 36 - 51100 Pistoiatel. e segret. tel.: 0573.27699e-mail: [email protected] oppure [email protected]

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CeIS di Pistoia

Educare alla mediazione

Spesso negli ambienti che frequentiamo nascono dei conflitti, che vengono visti ed elaborati in modo negativo. Vivere in una società multiculturale e multietnica non è facile, per i ragazzi di oggi.Descrizione del progettoRiteniamo dunque necessario incontrare i ragazzi e, dialogando con loro, incoraggiare scelte di vita che mettano al centro il rispetto dell’altro nella sua diversità di idee e opinioni. Promuovere l’accettazione empatica e la disponibilità a sanare le difficoltà che insorgono nelle relazioni.Finalità educative e formative ✓ Indirizzare alla mediazione interculturale. ✓ Creare clima di rispetto e tolleranza. ✓ Apprendere che la diversità è una ricchezza.RelatoriSono presenti a tutti gli incontri alrneno 2 operatori di cui uno psicologo e l’altro counselor (pedagogista-educatore). Entrambi lavorano per il Ce.I.S. Pistoia.Metodologia, strumenti didattici e luoghiTutto il lavoro formativo si svolge in gruppo, in questo ambito sono previste simulate e role-playing al fine di creare una situazione interattiva. Vengono utilizzate schede di lettura e questionari vari.LaboratoriIn tutti gli incontri è richiesta la partecipazione attiva dei ragazzi, che sono i protagonisti. E’ prevista la riflessione organizzata sui temi affrontati.DestinatariPossono essere coinvolti ragazzi (di scuole, parrocchie ecc.) dai 13 anni in su.Aree in cui si divide il progettoIl progetto prevede vari incontri di gruppo con i ragazzi ed altri con le persone adulte di riferimento.InterdisciplinaritàSi richiede a termine progetto una elaborazione grafica, scritta, disegnata, mimata, creata dai ragazzi, quindi le discipline coinvolte sono varie.Scansione temporale6 incontri con i ragazzi (di 1.30-2 ore), 1 incontro mensile con i genitori (di 2 ore) ed 1 con gli insegnanti.Coinvolgimento dei genitori Si richiede almeno un incontro con i genitori perché creare un clima di collaborazione è fondamentale per il progetto.Recapiti e informazioniDott.ssa Benedetti Silvia cell. 393.9762120 - Centro Studi Ce.I.S. 0573.368701

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CeIS di Pistoia

Prevenzione allʼuso di sostanze psicoattive e alcol

Nell’ambito dell’attività di prevenzione all’uso di sostanze psicoattive e alcol il Centro di Solidarietà di Pistoia (Ce.I.S.) ha elaborato un’esperienza didattica, rivolta ad adolescenti e giovani, finalizzata sia a trasmettere conoscenze adeguate di tipo scientifico-sanitario sia ad attivare confronto e dialogo con i ragazzi, favorendo una riflessione sugli effetti biologici ed i rischi correlati all’uso delle sostanze stesse. Saranno oggetto degli interventi i cannabinoidi (hashish e marijuana), l’ecstasy, la cocaina e l’alcol, in considerazione dei recenti rapporti a livello nazionale, regionale e territoriale che evidenziano un allarmante incremento del consumo da parte di adolescenti e giovani, imputabile anche all’ampia disponibilità ed accessibilità alle sostanze, alla scarsa riprovazione sociale, alla mancata percezione dei rischi, all’insufficiente informazione sul fattore vulnerabilità, fattori che favoriscono la diffusione del consumo, l’incremento di abitudini assuntive più complesse ed una maggiore probabilità di dipendenze multiple.

Descrizione del progettoIl progetto si propone di fornire conoscenze adeguate di tipo scientifico-sanitario, di attivare un confronto e un dialogo, di favorire una riflessione sugli effetti biologici ed i rischi correlati. Gli argomenti trattati riguardano la composizione, gli effetti a breve e lungo termine fisici e psicologici, la ricaduta sociale e sanitaria delle sostanze psicoattive e dell’alcol, con l’obiettivo di prevenire condotte irresponsabili e stili di vita inadeguati dovuti alla incompleta conoscenza delle problematiche correlate al fenomeno della dipendenza in generale.

Finalità educative e formative ✓ Offrire un’adeguata informazione sulle sostanze psicoattive e l’alcol e sulle modalità d’uso e abuso, stimolando l’atteggiamento cognitivo e critico dei ragazzi. ✓ Favorire la consapevolezza dei rischi aggiuntivi per la salute dettati dalla componente tossicologica globale e dalla variabilità delle sostanze. ✓ Analizzare la percezione e la dimensione del rischio stimolando una riflessione sui limiti personali per prevenire condotte e comportamenti autolesivi.

RelatoriGli incontri saranno condotti da personale del Ce.I.S. di Pistoia con formazione specifica sulla prevenzione.

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Metodologie e modalità d’interventoIl progetto prende spunto dal metodo didattico PBL (Problem Based Learning) già sperimentato dall’Istituto Superiore di Sanità di Roma.E’ previsto un ciclo di n.3 incontri, della durata di h. 1,30-2 ciascuno, per ogni gruppo di ragazzi e di un quarto incontro di outcome con gli Insegnanti referenti per l’Educazione alla Salute, o con gli educatori, per presentare i risultati dei questionari e analizzare l’efficacia dell’iniziativa.Il gruppo potrà essere composto, al massimo, da 35-40 ragazzi delle classi I e II superiore, o dei gruppi di giovani di pari età.Gli incontri saranno condotti da esperti in Educazione alla Salute.Ogni incontro prevede la trattazione di un argomento specifico.I incontro: presentazione dell’attività; somministrazione di un questionario d’ingresso per verificare il livello di informazioni in possesso dei ragazzi; proiezione di “concept-cartoons”, che riproducono il contesto e le problematiche di situazioni reali per stimolare la discussione e lavorare in maniera interattiva (metodo PBL).II incontro: introduzione, tramite power-point, alle patologie ed ai rischi sanitari e sociali connessi all’uso delle sostanze ricreazionali: hashish, marijuana, ecstasy, cocaina, con approfondimento di tematiche, esperienze personali e quesiti emersi durante il primo incontro.III incontro: analisi scientifica dell’alcol e degli effetti e patologie correlate all’uso; analisi socio-antropologica dell’uso dell’alcol, delle abitudini assuntive e dei nuovi stili di vita dei giovani (proiezioni power-point).Somministrazione di un questionario di uscita per verificare il livello di apprendimento delle informazioni trasmesse durante gli incontri.IV incontro: outcome con gli Insegnanti referenti per l’Educazione alla Salute e con quelli che hanno accompagnato i ragazzi in questa esperienza, presentando i risultati dei questionari ed una relazione sull’andamento del progetto.

Gli incontri avranno carattere interattivo; i ragazzi verranno stimolati a partecipare all’intervento con esperienze personali, a richiamare le conoscenze che già possiedono ed elaborarle in gruppo, a discutere motivando opinioni e argomentazioni.L’equipe si riunirà per modulare l’intervento sulla base delle esigenze del gruppo e dell’analisi della percezione del rischio.

DestinatariStudenti degli Istituti Superiori di Pistoia, classi prime e seconde con fascia di età dai 15 ai 17 anni, e i giovani delle parrocchie, dei gruppi e delle realtà associative.

InterdisciplinitàLettere e materie letterarie, scienze naturali, biologia, psicologia, sociologia e scienze motorie. Recapiti e informazioniPer informazioni contattare: Ce.I.S. Centro di Solidarietà di Pistoia - P.zza dei Servi, 7Tel. 0573/368701- e-mail: [email protected]: D.ssa Francesca Longinotti, D.ssa Maria Antonietta Terreri

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Centro Famiglia S. Anna

Io e lʼaltro, educare allʼaffettività

Una delle problematiche educative più complesse da affrontare riguardo i giovani è l’educazione all’affettività, che da una parte viene costantemente attuata dall’educatore attraverso il comportamento, la qualità della relazione, la scelta e la proposta degli argomenti, dall’altra non ci sono, se non li si crea, spazi specifici per un discorso diretto con i ragazzi, per l’ascolto dei loro problemi e vissuti, per una riflessione mirata alle problematiche relazionali.La famiglia spesso non è coinvolta se non a livello di singolo e sopratutto nelle situazioni critiche; uno spazio di confronto manca anche ai genitori.Progetti come questo che proponiamo non possono comunque essere calati su una realtà di gruppo se non ci sono l’accordo e l’aiuto dei docenti che orientino il lavoro dell’operatore.Il progetto non pensa ovviamente di essere esaustivo rispetto all’educazione all’affettività ma sicuramente apre spazi di lavoro e migliora la qualità della relazione all’interno del gruppo.

Descrizione del progettoIl progetto comprende 4 incontri di 2 ore ciascuno, 3 per i ragazzi e 1 per i genitori ed uno propedeutico con i docenti; viene effettuato su due livelli: ● 11-14 anni ● 14 anni e oltree modulato in base alle indicazioni dei docenti.

✓ Incontri con i genitori: vissuti emotivo-affettivi dei nostri figli e comportamenti a questi collegati.

✓ Incontri con i ragazzi: 11-14 anni: a. “Essere un ragazzo, essere una ragazza: cambiamenti dell’adolescenza” b. “Le relazioni in famiglia: come farsi comprendere dai genitori” c. “La relazione con l’altro: l’amicizia e il gruppo” 14 anni e oltre: a. “Essere uomo, essere donna nella nostra cultura:immagini, stereotipi, modelli e comportamenti” b. “La relazione con l’altro: amicizia, innamoramento, amore” c. “Il rapporto d’amore”

Finalità educative e formative ✓ Favorire la relazione tra scuola (o realtà parrocchiale, etc.), famiglia

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e ragazzi. ✓ Far riflettere i genitori sulle problematiche emotivo-affettive che caratterizzano le varie fasi dell’età evoluta. ✓ Favorire nei ragazzi la conoscenza dei comportamenti culturalmente accettati, di quelli imposti, degli stereotipi e dei pregiudizi legati all’identità di genere. ✓ Favorire nei ragazzi la conoscenza delle caratteristiche proprie dei sentimenti e delle emozioni. ✓ Sviluppare nei ragazzi la capacità di definire i propri vissuti emotivo-affettivi e di assumere comportamenti empatici o comunque rispettosi dell’identità dell’altro.

RelatoriPer la fascia 11-14: Silvana Guiducci, Marina Lastrucci, Claudia Chiti.Per la fascia 14 e oltre: Tiziano Lombardi, Daniela Mezzani.

MetodologiaCon i genitori: presentazione dei problemi, discussione in gruppo sostenuta da presentazione di problemi e QS. Con i ragazzi: QS, problemi, role playing, schede, questionari, conversazioni.

DestinatariParrocchie, classi della scuola secondaria inferiore e superiore, ragazzi interessati di gruppi e di realtà associative

Scansione temporale Per ciò che concerne la scuola:1 incontro con i genitori di 2 ore in orario preferibilmente serale.3 incontri con i ragazzi di 2 ore ciascuno da attuarsi in orario scolastico in tre settimane consecutive. L’intervento è flessibile e da concordare.Per quanto concerne altre realtà associative verranno concordati modi e luoghi di organizzazione degli incontri.

Coinvolgimento dei genitoriI genitori oltre ad essere informati sul progetto avranno l’occasione di confrontarsi ed esprimere i propri punti di vista sulle problematiche affrontate con i loro figli.Saranno così in grado di parlare, o tacere con loro, di seguirli nel progetto.

Recapiti e informazioniCentro Famiglia S. Anna - Vicolo de’ Pazzi, 16 - 51100 Pistoiatel. 0573.368780 e fax. 0573.503275 e_mail: [email protected] internet: www.centrofamigliasantanna.it Referente per il progetto fascia 11-14: Silvana Guiducci 338.1302321Referente per il progetto 14 e oltre: Daniela Mezzani 0573.530133 - 339.7430731

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Centro Famiglia S. Anna

Un mondo tenero

Nella società, di oggi che propone con un’insistenza quasi violenta “modelli” da seguire e da imitare, è difficile e faticoso conservare la libertà di essere se stessi e di differire da questi modelli che fanno sentire a ciascuno l’obbligo stringente di essere bello, di essere un vincente, di essere super.Ma al fondo resta il bisogno di pienezza: i giovani portano spesso nell’animo ferite profondissime che sono costretti a nascondere, in un tempo così segnato dalla violenza e dal mito della forza, che obbliga al nascondimento delle proprie fragilità e delle proprie debolezze indossando delle maschere. Mentre l’esperienza di sentirsi deboli e vulnerabili senza temere la forza è di fondamentale importanza per la crescita e la maturazione di ognuno. Sta scomparendo dall’orizzonte dei giovani l’idea stessa della misericordia, della tenerezza, del valore della fragilità.Come si fa, davanti a tutto ciò, a non subire la pressione della forza, a restare uomini e donne, a tornare a preferire la vita nella sua fragilità e nella sua debolezza?

Descrizione del progettoDa qui nasce l’esigenza di un impegno capace di coinvolgere.

È necessario riscoprire che siamo consegnati gli uni agli altri. A noi spetta ridare significato all’incontro con l’altro. Creare legami. Sentirsi “di” qualcuno. «Così si rimette al mondo il mondo». È come se fossimo chiamati a riscoprire di essere originariamente figli. Nasciamo “figli”, affidati al palmo di una mano che ci ha sorretto ed accolto. Nasciamo, ed è una frattura; la nostra fragilità subito esposta è accolta nel palmo della mano che ha mantenuto una promessa.

Possiamo ancora scoprire quanto sia denso di dignità e di bellezza raccontare la preoccupazione per le nostre fragilità. Non è una cosa così scontata questa sensibilità e attenzione, che mi porta nel cuore dell’altro. Per questa sorta di mito dell’auto-generazione (questo delirio del pensare di poter essere figli di se stessi, adesso anche biologicamente) si giunge a vedere la persona come un tutto chiuso, una totalità separata dagli altri, priva di fragilità.

Eppure l’evidenza della vulnerabilità propria e altrui ci permetterebbe di recuperare antichissimi segni di un altro filone che ha pensato la dignità come elemento da riconoscere proprio nella relazione con se stesso e con gli altri, anche dove il volto umano è sfigurato.

In questo tempo in cui la libertà è vissuta e sentita come negazione di ogni legame è urgente tornare a scoprire che siamo legati gli uni agli altri, che siamo «consegnati» gli uni agli altri, bisognosi gli uni degli altri. Occorre tornare ad affidare le nostre fragilità

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e le nostre vulnerabilità al palmo della mano di qualcuno, come fu al tempo della nostra nascita. Tornare ad essere di quel palmo di mano, e ad essere a nostra volta palmo di mano fedele e rassicurante cui altri possono consegnare le loro fragilità.

Finalità educative e formativeIl progetto tenta di svelare la persuasività dei modelli di vita che si vogliono imporre ai giovani. Tornare a far percepire ai giovani il linguaggio e le esigenze del cuore come un valore da custodire, e non come un problema da nascondere.Rendere importanza alla relazione autentica, alla fragilità, alla tenerezza.

RelatoriOperatori del Centro Famiglia S. Anna e operatori di pastorale giovanile

Metodologia, strumenti didattici e luoghiConversazione e lezione frontale coi ragazzi. Lezione interattiva, arricchita, a scelta del docente, da strumenti multimediali (slides, canzoni, etc.)

LaboratoriProposta di eventuale visita presso realtà o strutture che si prendono cura delle fragilità.

DestinatariI giovani delle scuole, delle parrocchie, dei gruppi e delle realtà giovanili del territorio

InterdisciplinaritàFilosofia, Psicologia, Sociologia

Scansione temporaleSono previsti 2-3 incontri di un’ora ciascuno

Eventuale coinvolgimento dei GenitoriSi dà la disponibilità per incontri sul tema proposto rivolti anche a genitori.

Recapiti e informazioniCentro Famiglia S. Anna - Vicolo de’ Pazzi, 16 - 51100 Pistoiasito internet: www.centrofamigliasantanna.it

Referente: dott.ssa Letizia Pronti cell. 347.5060390 - e_mail: [email protected]

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CSI - Centro Sportivo Italiano

Educare ai valori dello sport

Lo sport è un fenomeno di notevole importanza in questo nostro tempo. È un fenomeno che ha grande influenza sul modo e sugli stili di vita, occupa tempi e spazi di assoluto primato, specialmente in TV e sui giornali. È lo specchio in cui si riflettono i tratti caratteristici e le contraddizioni della nostra modernità: ✓ esaltazione della corporeità e dell’immagine ✓ celebrazione della disciplina personale come “ascesi laica” ✓ sottolineatura del rapporto traumatico tra lavoro e tempo libero ✓ esaltazione della logica di mercato e del modello aziendalistico e competitivo ✓ celebrazione delle doti e delle capacità individuali«Vedete come gioca una generazione oggi e forse troverete il codice della sua cultura» (Mc Luhan)

Descrizione e finalità del progettoIl progetto mira, attraverso incontri e testimonianze di atleti, a mettere in luce quali siano per i ragazzi i significati e le ricchezze dello sport. I fattori costitutivi dello sport, se non è inquinato dal denaro sono: il gioco; la festa; il corpo; l’agonismo.Lo Sport ci educa a valori importanti per la società di oggi: ✓ a mettere passione nelle cose ✓ allo spirito di squadra che educa a lavorare in gruppo: affermare se stessi insieme e non sugli altri ✓ alla lealtà che vieta di ricorre a sotterfugi; in un mondo dove si fa sempre più necessario arrivare “primi” in tutto, la lealtà verso gli altri viene messa sovente in discussione negli atteggiamenti comuni ✓ al rispetto delle regole, che si oppongono alla legge del più forte ✓ alla giusta valorizzazione della corporeità evitando l’eccesso del narcisismo ✓ all’agonismo ben impostato che educa a non abbattersi nelle prove e a non cedere alla prevaricazione del e sul concorrente, contro la tendenza a mitizzare la vittoria a tutti i costi ✓ alla perseveranza e alla tenacia ✓ alla docilità e alla obbedienza agli ordini di chi allena e guida la squadra ✓ allo spirito di rinuncia a vantaggio della squadra ✓ alla fedeltà agli impegni presi ✓ alla temperanza che fa vigilare su se stessi e al dominio di sé ✓ alla modestia nei trionfi e alla generosità per i vinti ✓ ad aiutare con l’amicizia a non smarrirsi nei tempi di prova, non cedendo alla tentazione di sopraffare il concorrente

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✓ alla gratuità-festosità che si presenta come la vera sfida nel mondo della pedagogia dello sport: proprio per questo la gratuità risulta più necessaria, considerato anche l’attuale contesto altamente competitivo, che la pratica sportiva rischia di esaltare piuttosto che correggere ✓ alla sconfitta e al senso del limite: imparare a perdere senza considerarsi perdenti.Parlando di sport e valori dobbiamo mettere in evidenza la cultura dello spettacolo e la civiltà dell’immagine che rendono lo sport schiavo della messinscena. Si gioca non per vincere ma per guadagnare. Talvolta si scade nel «divismo»: le persone vengono usate e poi lasciate sole, gettate via quando la parabola del loro successo si esaurisce e i media non ne hanno più bisogno.

RelatoriOperatori del CSI, del Coni e di Pastorale Giovanile. Testimonianze di atleti. Il progetto prevede 2-3 incontri di un’ora ciascuno.

Metodologia, strumenti didattici e luoghiLezioni frontali, incontri e conversazioni, testimonianze degli atleti, utilizzo di strumenti multimediali, distribuzione di opuscoli e materiale informativo.

LaboratoriÈ possibile organizzare visite a palestre, Campi Coni, piscine.✓ Il CSI dà la disponibilità alle Parrocchie, alle Scuole, e agli altri Enti che lo richiedano, ad organizzare laboratori di durata prolungata (da 3 a 6 mesi) su temi specifici come Corsi di arbitraggio, Corsi tematici su sport ecc., con esperienze pratiche e teoriche e frequenza settimanale o da concordare con i richiedenti.

DestinatariI giovani delle scuole, delle parrocchie e delle realtà aggregative giovanili del territorio.

InterdisciplinaritàIn particolar modo educazione fisica, con spunti e stimoli che interrogano anche tutte le altre discipline di studio.

Coinvolgimento dei genitoriE’ possibile organizzare incontri che vedano la partecipazione dei genitori sia con finalità informative che di verifica dei moduli svolti.

Recapiti e informazioniCSI - Via Padre Antonelli 82/a - Tel. 0573.964589 - e-mail: [email protected]

Referenti: Giuseppe Pastorini 347.5463623 Edoardo Morini 347.6423554 e-mail: [email protected]

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Cittadinanza attiva, legalitàe regole condivise

Educare alla legalità significa educare i giovani alla cittadinanza attiva, alla partecipazione consapevole, ad una etica di responsabilità verso gli altri e verso se stessi. Al fondo di ogni sforzo di educazione alla legalità sta sempre una categoria ancora oggi fondamentale – seppure apparentemente passata di moda – per ogni società: il bene comune. Gli uomini, infatti, per la loro natura sociale, costituiscono non un semplice aggregato di individui, ma una comunità di persone nella quale i bisogni e le aspirazioni di ciascuno, gli eguali diritti e i simmetrici doveri, si collegano e si coordinano in un vincolo solidale, ordinato a promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune. Ciò implica l’affermazione di “regole di condotta”, connaturate al concetto medesimo di società, che non soltanto rispecchiano giudizi di valore universalmente riconosciuti, ma presiedono al corretto sviluppo dei concreti rapporti tra gli uomini, equilibrando le individuali libertà e orientandole verso la giustizia. Senza tali regole, una società libera e giusta non può consistere.Se mancano chiare e legittime regole di convivenza, oppure se queste non sono applicate, la forza tende a prevalere sulla giustizia, l’arbitrio sul diritto, con la conseguenza che la libertà è messa a rischio fino a scomparire. La “legalità”, ossia il rispetto e la pratica delle leggi, costituisce perciò una condizione fondamentale perché vi siano libertà, giustizia e pace tra gli uomini. Ma dobbiamo andare oltre: il rispetto della legalità, infatti, è chiamato ad essere non soltanto un semplice atto formale, ma un gesto personale che trova nell’ordine morale la sua anima e la sua giustificazione.

Descrizione del progettoPer questi motivi, presentiamo questo progetto che si propone di guidare i giovani verso il riconoscimento della distinzione e del rapporto che intercorre tra norme generali e comportamenti particolari, tra l’uso dei mezzi e il conseguimento dei fini, tra i valori proclamati e la loro concreta realizzazione; tutto ciò è condizione inderogabile perché il principio di legalità venga compreso e si affermi.Legato intimamente al senso della legalità, è la ricerca del bene comune. Questo costituisce il fine dell’organizzazione di ogni società.Il bene comune è per gli uomini meta e impegno, che unifica al di là della diversità dei loro interessi, e che esige la cura che ogni cittadino deve avere per la legge, la cui finalità è precisamente di proteggere e di promuovere il concreto bene di tutti.Il progetto cercherà di rispondere ai quesiti che i giovani i pongono di fronte a leggi che ritengono ingiuste: “perché rispettare regole nelle quali non ci riconosciamo?”,

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“troppe regole militano la libertà, perché accettarle?”.La nostra Costituzione rappresenta ancora un riferimento solido e autentico per chi intenda confrontarsi con i principi della legalità e della giustizia: proponiamo una lettura approfondita e consapevole di alcuni articoli della “Magna Charta” italiana.

Finalità educative e formative ✓ Formare integralmente il cittadino alla conoscenza dei suoi diritti e alla esigenza dei doveri. ✓ Sviluppare la voglia di prendere coscienza e consapevolezza dell’ordinamento giuridico del nostro paese. ✓ Educare a superare i particolarismi e gli egoismi individuali o di gruppo anteponendo il bene comune agli interessi particolari ed individuando il contributo che ciascuno può dare alla comunità locale. ✓ Acquisire un corretto comportamento civico educando alla convivenza attiva nel rispetto delle regole. ✓ Stimolare il confronto, il dialogo e il discernimento etico.

RelatoriEsperti di materie giuridiche (magistrati, avvocati e docenti); operatori di pastorale giovanile.

LaboratorioSi propone un laboratorio nel quale i ragazzi, guidati dagli esperti e dai propri docenti, provino a costruire una “costituzione” che contenga le regole della convivenza civile all’interno del proprio gruppo di riferimento (la classe, la scuola, il gruppo di amicizie, etc.).

DestinatariIl progetto è rivolto ai giovani delle scuole, delle parrocchie, ai gruppi giovanili e alle realtà aggregative del territorio.

InterdisciplinarietàDiritto, filosofia, sociologia, storia, educazione civica.

Scansione temporaleIl progetto prevede 3-4 incontri di 1 ora ciascuno. È possibile concordare orari differenziati in base alle esigenze dei gruppi.

Recapiti e informazioniColoro che fossero interessati ad adottare questo progetto sono pregati di contattare l’ufficio per la Pastorale Giovanile della Diocesi di Pistoia:c/o Seminario Vescovile - Via Puccini, 36 - 51100 Pistoiatel. e segret. tel.: 0573.27699e-mail: [email protected]

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Il gioco, la festa,il divertimento

L’uomo è nato per essere felice: così risponde alle sue più profonde aspirazioni. Felice e gioioso.La festa, il gioco, il divertimento sono i momenti in cui l’uomo si libera dalle imposizioni, dai ritmi, dall’ansia del fare e del produrre, da tutto ciò a cui si deve adeguare, per riacquistare il dominio su di sé e ritrovare la giusta misura di se stesso e del tempo che gli scorre attorno.In effetti l’uomo di oggi, l’uomo del weekend, della tecnica, della fretta, dell’efficienza, del consumo, del calcolo e della produzione, a fronte delle sue innegabili conquiste, sta perdendo la capacità di fare festa e di giocare. Una conseguenza inevitabile e per certi aspetti anche logica: se il tempo è denaro, se può essere commercializzato, comperato e venduto, allora la festa non è che un inutile spreco. Ma il tempo non è denaro; il tempo è un dono.Purtroppo però il tecnicismo oggi imperante tende a soffocare le aspirazioni interiori dell’uomo, ad impoverirlo dei legami con i suoi simili.Allora la festa può essere un segno di liberazione nella nostra società che calcola tutto, che pensa con l’orologio alla mano come se avesse continuamente paura di perdere un affare.La festa può essere intesa allora come liberazione dai ritmi frenetici e disumanizzanti di una vita che andava al ritmo della macchina prima e dei processori adesso, inseguendo la crescita esponenziale della loro velocità di calcolo. Misureremo anche la vita in MHz? in operazioni eseguite? La organizzeremo in algoritmi cercando di ottimizzarne l’efficienza? J. Moltmann l’aveva previsto: «Gli esseri umani identificheranno il senso della loro vita nel lavorare e nel produrre, privando di ogni senso il riposo, la festa e la sua gioia».La festa, quindi, non può essere intesa solamente come tempo di non lavoro, come momento di evasione. Non un tempo differente da quello lavorativo solamente per la sua organizzazione, come scucito dagli affanni strutturati del lavoro, ma la necessaria risposta ai bisogni fondamentali dell’uomo. La festa se vissuta autenticamente va oltre l’effimero, è il momento in cui il tempo del lavoro e il tempo libero e di evasione si coniugano in un disegno capace di procurare soddisfazione profonda, senso di compimento, riconciliazione tra corpo e spirito. Per questo la festa deve tornare ad esprimere il trionfo della vita, il primato della gioia sulla banalità come sull’amarezza; del riposo sulla fatica; della creatività sulla noia e sulla routine; dell’espansione di sé sull’egoismo ripiegato su se stesso. Così il gioco. Esso è amalgama, comunicazione tra le persone, condivisione e cameratismo: si gioca insieme. Consente di allentare le tensioni derivanti dalla

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competitività, dal bisogno di affermazione e di dominio che compaiono nei rapporti quotidiani. È inoltre un momento in cui si viene educati al rispetto delle regole, alla serena accettazione degli sbagli nostri e altrui: mentre si gioca si può sbagliare.

Descrizione del progettoIl progetto vuole aiutare i giovani a comprendere come il divertimento sia un tempo in cui è possibile ritrovare e ri-creare se stessi. Come ci si diverte oggi? Che significa divertirsi? Perché si cerca il divertimento?Da ciò si capisce come il divertimento sia senza dubbio un elemento importante della vita di ogni giovane. Eppure nuovi problemi sembrano affacciarsi anche in questa condizione del vivere tanto che purtroppo quella di oggi è stata definita «l’epoca delle passioni tristi». Ci si diverte ancora? Allora anche il divertimento perde di senso e diventa banalmente il vivere fuori, il non pensare alla propria condizione sparpagliandosi nelle cose e nelle attività. Banale alibi alla pigrizia, anonima vacanza, ondeggiante e precaria sospensione trascorsa consumando vanamente il tempo, puro momento di rarefatta evasione. Esso diviene fuga nel privato o nei riti di massa.

Finalità educative e formativeQuindi il progetto vuole offrire ai ragazzi una chiave di lettura non banale e una occasione di riflessione riguardo il loro tempo libero e le occasioni di divertimento. Vi sono significati profondi e ricchezze preziose che rischiano di andare perdute o restare non del tutto comprese.

RelatoriOperatori di pastorale giovanile.

Metodologia, strumenti didattici e luoghiLezioni frontali, incontri e conversazioni, canzoni

DestinatariI giovani delle scuole, delle parrocchie, dei gruppi e delle realtà associative del territorio

Scansione temporaleIl progetto prevede 2-3 incontri di 1 ora ciascuno. È possibile concordare orari differenziati in base alle esigenze dei gruppi.

Recapiti e informazioniColoro che fossero interessati ad adottare questo progetto sono pregati di contattare l’ufficio per la Pastorale Giovanile della Diocesi di Pistoia:c/o Seminario Vescovile - Via Puccini, 36 - 51100 Pistoiatel. e segret. tel.: 0573.27699e-mail: [email protected]

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Monaci di Gerusalemme

Monaci ieri e oggi

Il monachesimo cristiano ha avuto un’importanza notevole in vari campi dello sviluppo umano. Inoltre è stato, insieme ad altre esperienze, origine e impulso della cultura e della spiritualità europea.Coscienti che questa cultura e questa spiritualità non sono affatto morte, ma sono ancora fonte di vita e di gioia per molti uomini e donne, proponiamo un progetto educativo duplice, percorribile globalmente o singolarmente.

Descrizione del progettoDa un lato proponiamo una via culturale, che chiameremo “I monaci ieri”, tesa a mostrare la ricchezza del monachesimo nel corso dei secoli.Dall’altra proponiamo una via esistenziale, che chiameremo “I monaci oggi”, che, attraverso la testimonianza di vite vissute, mostri come la spiritualità monastica possa ancora riempire di gioia e bellezza la vita di uomini e donne.

Finalità educative e formative ✓ Sviluppare la capacità di gustare la bellezza spirituale propria dell’esperienza monastica. ✓ Sviluppare la capacità di valutazione critica nei confronti della cultura europea occidentale, scoprendone ricchezze nascoste e inaspettate. ✓ Sviluppare la capacità di dialogo e di confronto su temi come: il senso della vita, il divino, la preghiera, la contemplazione, il silenzio, etc. ✓ Far riscoprire la spiritualità personale e l’importanza della dimensione interiore attraverso il dialogo.

RelatoriFratelli e sorelle delle fraternità apostoliche di Gerusalemme.

Metodologia, strumenti didattici e luoghiUna lezione frontale, massimo due, o conversazioni interattive, di un’ora l’una per ogni gruppo. Esperienze di vita monastica.

DestinatariI giovani delle scuole, delle parrocchie, dei gruppi, delle realtà giovanili del territorio.

Aree in cui si divide il progetto1. I giovani di fronte alla storia e alla spiritualità monasticaLezioni: 1Modalità: Lezione frontale/lezione interattiva

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Contenuto: Percorso culturale e storico a scelta tra uno dei seguenti: 1. Le origini del monachesimo. 2. S. Benedetto e il monachesimo medievale. 3. La riforma: S. Teresa D’Avila e S. Giovanni della Croce. 4. La spiritualità monastica del ‘900.Obiettivi: ✓ Sviluppare la capacità di gustare la bellezza spirituale insita e propria dell’esperienza monastica. ✓ Sviluppare la capacità di valutazione critica nei confronti della cultura europea occidentale, scoprendone ricchezze nascoste e inaspettate.Laboratori: 1. Icone, scoprirne la bellezza. 2. Il canto, gustare la profondità spirituale.

2. I giovani di fronte ai giovani monaciLezioni: 1Modalità: Lezione frontale/Lezione interattivaContenuto: Testimonianze di vitaObiettivi: ✓ Sviluppare la capacità di dialogo e di confronto su temi come: il senso della vita, il divino, la preghiera, la contemplazione, il silenzio… ✓ Far riscoprire la spiritualità personale e l’importanza della dimensione interiore attraverso il dialogo.

InterdisciplinarietàLe discipline coinvolte possono essere: Storia, Religione, Letteratura italiana, Discipline con indirizzo educativo sociale, Discipline artistiche e musicali.

Scansione TemporaleGli incontri possono effettuarsi durante l’anno scolastico previo precedente accordo.

Recapiti e informazioniFraternità Apostolica di GerusalemmeFratelli: Casa di Mamrevia delle Logge, 51100 Pistoia. tel. 0573.32129Sorelle: Via della Rosa, 39 51100 PistoiaTel parrocchia San Paolo: 0573.20291- Cell: 349.8353978

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Movimento per la Vita di Pistoia

Educare alla vita

Il progetto intende coinvolgere un’ampia fascia di giovani (dagli 8 ai 18 anni di età), infatti: ✓ nella fanciullezza i ragazzi si aprono al mondo che li circonda e pongono una serie di interrogativi; ✓ nell’adolescenza gli interrogativi divengono problemi conflittuali soprattutto con la famiglia; ✓ nella giovinezza, con l’ingresso nel mondo adulto, il giovane deve consolidare le proprie conoscenze e affermarne di nuove.In questa ottica, educare alla vita rappresenta un tappa fondamentale all’interno del percorso formativo che porta a divenire “persone” capaci di validi rapporti, rapporti che inevitabilmente toccano la sfera dei comportamenti, la sfera del giudizio e quindi l’etica personale.

Descrizione e finalità del progetto Il presente progetto si articola su tre itinerari: la famiglia – la conoscenza di se stesso e degli altri – la crescita.La famiglia:considerando che l’ambiente sociale primario, dunque fondamentale per la formazione del giovane, è costituito proprio dalla famiglia, riteniamo opportuno partire dall’analisi di questa per guidare il ragazzo ad individuarne le molteplici dinamiche (affettive, economiche, culturali) e a riscoprire, consapevolmente, il proprio ruolo all’interno di essa, in una visione critica ma costruttiva.La conoscenza di se stesso e degli altri:intervenire per guidare il ragazzo a prendere consapevolezza di sé, della complessità del proprio mondo interiore, delle molteplici interferenze esterne che contribuiscono alla sua crescita affettiva e che condizionano la sua vita relazionale.La crescita:la conoscenza dei processi di evoluzione anatomici e fisiologici è fondamentale e necessaria affinché i ragazzi partecipino consapevolmente ai cambiamenti a cui sono soggetti.

RelatoriUn relatore esperto di questi argomenti; insegnanti o catechisti che normalmente seguono i giovani. Eventuale psicologo e medico.

MetodologiaLezione frontale, lezione interattiva mediante domande e risposte, utilizzo di

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videocassette (es. “La meraviglia della vita umana”, etc.), utilizzo di dossier e altro materiale illustrativo.Luoghi prescelti: scuole, parrocchie, ecc. Per ogni argomento trattato possono essere compilate dai ragazzi delle schede con domande e risposte.

LaboratoriVerranno organizzate anche, ove possibile, visite guidate a strutture pubbliche e private (quali Consultori pubblici, Centri di Aiuto alla Vita, Centri di consulenza familiare, Case di accoglienza, etc).

DestinatariAlunni degli ultimi due anni di scuola elementare, studenti di scuola media, studenti di scuola superiore, gruppi in preparazione alla Comunione e alla Cresima in base alla divisione in aree del progetto.

Aree in cui si divide il progettoArea che comprende i ragazzi dagli 8 ai 11 anni di età;Area che comprende i ragazzi dagli 11 ai 14 anni di etàArea che comprende i giovani dai 15 ai 18 anni di età.

InterdisciplinaritàDiscipline umanistiche, discipline scientifiche, insegnamento della religione nelle scuole e catechesi parrocchiale.

Scansione temporalePer le prime due aree occorrono almeno tre incontri di 2 ore per volta. Il periodo messo a disposizione potrebbe essere da ottobre a marzo. Per la terza area occorre un incontro di 2 ore per illustrare i vari argomenti “Di fronte a me la vita nella famiglia, nella scuola, nella società”, affrontando anche problemi bioetici e favorirne la discussione.Naturalmente dopo tali incontri si possono prevedere visite alle strutture pubbliche e private.

Eventuale coinvolgimento dei genitoriPotrebbe essere utile un incontro con i genitori delle prime due aree per illustrare loro i risultati raggiunti e renderli consapevoli delle problematiche sollevate dai loro figli.

Recapiti e informazioniMovimento per la Vita - Centro di Aiuto alla VitaVicolo dei Pazzi, 16 – 51100 PISTOIAE-mail: [email protected] del progetto:Prof.ssa Giuliana Zoppis - cell. 339.8858485

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Nuovi Orizzonti

Le libertà illusorie

Storia della comunitàL’Associazione “Nuovi Orizzonti” è nata nel Febbraio del 1991, quando la fondatrice Chiara Amirante iniziò a recarsi di notte alla Stazione Termini ad incontrare giovani sbandati e disperati, vittime di drammatici circoli viziosi (droga, prostituzione, alcolismo, criminalità, senza fissa dimora), cercando di orientarli in strutture d’accoglienza già esistenti.In seguito, dinanzi alla sempre più pressante richiesta di aiuto, nel Marzo del ’94 a Trigoria (Roma), aprì la prima casa di accoglienza, che offriva fino ad un massimo di 24 posti. Si rivelò ben presto l’efficacia del nuovo approccio alla realtà di emarginazione, ideato dalla fondatrice, che parte da un primo incontro in strada per offrire poi alla persona in difficoltà accoglienza ed un programma di rigenerazione psicologica e spirituale. Da allora, in questi pochi anni di vita, enormi progressi sono stati fatti e attualmente Nuovi Orizzonti è una struttura che opera sull’intero territorio nazionale. Circa 2000 giovani (1891 nel 2003) vengono accolti annualmente nei Centri di accoglienza residenziale e nelle case famiglia attualmente esistenti. Da tempo sono poi iniziate alcune missioni nei Paesi in Via di sviluppo, con particolare attenzione ai “meninos de rua”.

Impegno socialeI membri dell’Associazione Nuovi Orizzonti si impegnano a portare l’Amore a chi non ha conosciuto l’Amore, la speranza a chi è disperato, la gioia a chi vive nell’angoscia, la Vita a chi sente la morte nell’anima.L’Associazione Nuovi Orizzonti s’impegna nella costituzione di case famiglia e comunità di accoglienza al fine di poter restituire alla vita, attraverso programmi personalizzati di rigenerazione psicologica e spirituale, tutte quelle persone che vivono in situazioni di emarginazione e che non trovano risposte presso altre strutture socio-sanitarie esistenti.

Articolazione e modalità organizzative degli incontricon le realtà giovaniliLa comunità si avvale dell’esperienza maturata negli anni in tanti incontri e progetti svolti con successo nelle scuole a Roma, a Verona, a Frosinone, a Massa Carrara, a Firenze. Di particolare efficacia è risultato l’incontro con i ragazzi classe per classe (o gruppo) in un tempo massimo di un’ora e mezza, in cui esperti operatori terapeutici con volontari e giovani usciti dall’esperienza di devianza (tossicodipendenza, alcool, anoressia, etc), dopo un momento di testimonianza, si lasciano interrogare dagli studenti, aprendo un dibattito.

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Sono state scelte alcune tematiche specifiche da trattare (dipendenze, prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti, anoressia, bulimia, disagio giovanile in genere, bisogno di ascolto, solitudine, eccessivo consumismo, schiavitù dell’immagine, rapporti con la famiglia, dinamiche di gruppo e di amicizia) con la collaborazione degli insegnanti educatori e in base alle esigenze espresse dai ragazzi, preventivamente consultati e motivati. Le testimonianze sono le esperienze vive di ragazzi che hanno toccato sofferenze molto grandi e che desiderano comunicare ai loro coetanei l’importanza di non farsi travolgere dall’illusorio mondo delle dipendenze; sono interventi molto arricchenti che offrono la concreta possibilità di aprire dialoghi sinceri e profondi, sempre modulati da un operatore preparato e competente. Dunque proponiamo: ✓ Interventi diretti della durata di un’ora e mezza nella singola classe (o gruppo) ✓ Interventi in assemblee o meetings della durata di un’ora e mezza ✓ Incontri con classi accorpate o gruppi, possibilmente appartenenti alla stessa fascia di età.

Un incontro tipo è costituito da:Inizio intervento. ✓ Breve presentazione della Comunità e delle persone che intervengono nel dibattito; potrebbe risultare utile anche una auto-presentazione dei ragazzi per favorire il dialogo. ✓ Ogni dibattito inizia con le testimonianza personali dei ragazzi della Comunità usciti dalla problematica di devianza. I temi da affrontare di solito vengono concordati preventivamente con l’educatore o con l’insegnante.Inizio dibattito con gli ascoltatori:A questo punto si cerca di istaurare un dibattito cercando di suscitare delle domande, o di far emergere i punti che hanno maggiormente colpito l’attenzione degli ascoltatori. Hanno riscosso notevole interesse anche gli incontri organizzati dalle scuole con i genitori degli studenti, si è instaurato un dialogo e un confronto che ha aiutato la prevenzione di comportamenti deviati.

Recapiti e informazioniAssociazione Nuovi Orizzonti “sede di Pistoia”Via Castellina 20 – 51030 – Casore del Monte (PT)Tel. 0572/618067 - e-mail: [email protected]

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Il Sicomoro

Dove cʼè musica...

Dove ci sono i giovani c’è sempre qualcosa che suona: una radiolina, uno stereo, un computer. Condizione giovanile e musica sono un binomio inscindibile. Dobbiamo aiutare i nostri giovani a scoprire le grandi potenzialità della musica con una adeguata opera educativa, che oggi non c’è.La musica è uno spazio di arricchimento e di scoperta di sé. Ha un impatto essenzialmente a livello emotivo ed affettivo. Riesce infatti ad evocare, richiamare e amplificare stati d’animo, emozioni e sentimenti particolari. L’ascolto della musica attiva un vero e proprio caleidoscopio di vissuti.La musica come possibilità di espressione. Sempre più, oggi, essa non viene solo ascoltata dai nostri giovani ma anche prodotta: diventa, allora, espressione di sé sia nel proporsi agli altri con le proprie capacità sia nel comunicare le proprie emozioni e la propria originale sensibilità. Amore, gioia, struggimento, ma anche rabbia, insofferenza, delusioni, si esprimono in un grido, in un canto, in un bagno di sudore.

Descrizione del progettoNormalmente utilizziamo lo strumento del concerto per incontrare e parlare alle persone e ai giovani. Abbiamo pensato ad un progetto innovativo che consiste nella esecuzione di gospel e christian music del repertorio storico del gruppo e/o cover della musica leggera nazionale e internazionale, precedute e seguite da brevi commenti che aiutino a far riflettere sui “significati” più nascosti e più importanti. Si tratta di un percorso che educa all’ascolto consapevole della musica, a leggere e riscoprire i valori presenti nelle canzoni che ascoltiamo spesso.Restiamo disposti in ogni caso a preparare l’incontro o i laboratori con i docenti o gli operatori interessati, in modo da tenere conto delle diverse esigenze, dell’età e del percorso dei ragazzi, nonché del taglio da dare all’incontro.

Finalità del progetto ✓ Imparare a leggere i valori che si trasmettono con la musica. ✓ Restituire centralità alla dimensione spirituale nella formazione integrale della persona.

RelatoriGruppo Il Sicomoro

Metodologie,strumenti didatticiConversazione e canto, con l’utilizzo di strumenti musicali.

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LaboratoriProponiamo due laboratori: ✓ Un percorso nella spiritualità, con canzoni del nostro repertorio, da presentare alle parrocchie e a chiunque lo richieda, con la possibilità di incontri con i ragazzi nel percorso catechistico. Si tratta di una importante occasione di confronto, da preparare insieme agli operatori, utile per rileggere attraverso lo strumento della musica il cammino educativo intrapreso. ✓ Proponiamo concerti che si concludano con la raccolta di fondi per una iniziativa benefica eventualmente scelta dai ragazzi stessi.

DestinatariI giovani delle scuole, delle parrocchie e delle realtà aggregative del territorio.

Scansione temporaleDa con cordare con il richiedente.

Recapiti e informazioniIl Sicomoro Via Mameli, 18 51100 Pistoia - www.sicomoro.too.it

Referenti: Antonio Cappellini tel. 335.7763785 e-mail: [email protected] Marco Pullerà tel. 339.8037363 e-mail: [email protected]

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Ufficio Ricerca e Informazione Socio-religiosa

Dipendenze e dinamiche di gruppo. Il bullismo

Episodi di cattiveria tra bambini e tra adolescenti emergono oggi con più frequenza, rivelando nuove situazioni di grave disagio nel mondo giovanile. Processi di crescita difficoltosi, potenzialità non correttamente sviluppate, istanze emotive non compiute e dinamiche familiari alterate, conducono spesso ad una fragilità del carattere e a risposte difensive-reattive diverse. Stili educativi troppo permissivi e tolleranti, o troppo autoritari e coercitivi, un atteggiamento educativo insicuro e discordante, contribuiscono a formare una “personalità prepotente e aggressiva”. Calunnie, risse, vandalismi, microcriminalità urbana, alcoolismo, tossicodipendenza, e tra questi anche il bullismo, nascono e si sviluppano a causa di condizionamenti psicologici individuali, culturali, ambientali e sociali. Il bullismo è un fenomeno collettivo che si manifesta all’interno di una serie di relazioni sociali in un gruppo di pari. L’asimmetria di relazione e lo squilibrio di forza nel rapporto tra i soggetti, unite all’intenzionalità, e alla persistenza definiscono e demarcano il bullismo da altre forme di prevaricazione o di violenza. Il fenomeno del bullismo è quindi attualmente visto come un’interazione multifattoriale che coinvolge la personalità di tre attori principali: il bullo, la vittima e il gruppo. La società, la scuola, la famiglia devono mettere un chiaro confine tra lecito e illecito, tra realtà e finzione, fare da argine alle sollecitazioni dettate dai modelli culturali aggressivi e competitivi, per permettere all’adolescente, sempre più adultizzato, di evitare situazioni o comportamenti che poi non saprebbe più riconoscere o controllare.

Descrizione del progettoNella prima fase del progetto utilizzeremo un questionario che renda possibile una valutazione obbiettiva degli studenti e del loro grado di consapevolezza per una corretta relazione sociale.L’intento è di suscitare un dialogo compartecipato con i ragazzi al fine di renderli più sensibili e attenti. La spiegazione avverrà utilizzando dei lucidi.

Finalità educative e formative ✓ Favorire tra i ragazzi un rapporto di gruppo non coercitivo e la presa di coscienza dei propri limiti. ✓ Far sì che, gli alunni possano avere difese conoscitive preventive, capaci di sottrarli al fascino del trasgressivo. ✓ Prendere coscienza della propria libertà di scelta attraverso le capacità cognitive e individuali.

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RelatoriResponsabile dell’Ufficio di Ricerca e Informazione Socio-religiosa della Diocesi di Pistoia.

MetodologieTest di rilevazione e relativa valutazione. Proiezione di lucidi. Confronto diretto con i ragazzi.

DestinatariI giovani delle scuole, delle parrocchie, dei gruppi e delle realtà aggregative del territorio.

Scansione temporaleSono previsti due incontri per gruppo di due ore ciascuno, comunque da concordare con il richiedente.

Coinvolgimento dei genitoriI moduli sopra presentati possono prevedere anche approfondimenti rivolti a genitori e docenti.

Recapiti e informazioniUfficio di Ricerca e Informazione Socio-religiosa della Diocesi di PistoiaVia Puccini, 36 - 51100 Pistoia

Referente:Patrizia Santovecchi - tel. 328.0050143e-mail: [email protected]

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Ufficio Ricerca e Informazione Socio-religiosa

Persuasione e condizionabilità:le situazioni a rischio

In un mondo sempre più frenetico, dove tutto corre veloce, le sollecitazioni che colpiscono la nostra mente sono sovrabbondanti; così ci ritroviamo a compiere molte azioni senza avere il tempo necessario per un’attenta e corretta valutazione critica. Questo rende tutti noi maggiormente vulnerabili nei confronti di quei messaggi che tendono ad un qualche tipo di “persuasione”.Tutti, potenzialmente, possiamo essere condizionati o condizionabili; è indubbio che ognuno di noi è soggetto all’influenza di molti fattori: il luogo in cui nasciamo, la famiglia di origine, le amicizie, la scuola, le esperienze di vita. Senza sottovalutare i media e le varie mode e tendenze. Tutto contribuisce a plasmare la nostra identità, e fare di noi ciò che siamo, in quanto al modo di pensare e di agire.Inoltre, dalla metà del secolo scorso si è assistito ad un proliferare di piccoli gruppi e di vere e proprie organizzazioni multinazionali: un moltiplicarsi di culti vari, alcuni dal sapore esotico, altri di tipo magico. Molti promuovono dottrine sincretiste di tipo esoterico-iniziatico e si dichiarano depositari di verità assolute o di conoscenze superiori.L’adesione a questi “nuovi” culti è un fenomeno complesso che riflette, da una parte i disagi e i bisogni dell’uomo del nostro tempo, dall’altra la gran confusione che regna su questi argomenti. Purtroppo a farne le spese sono spesso le famiglie, le quali, disinformate, si rendono conto che qualcosa non va quando ormai il familiare è già fin troppo coinvolto in uno di questi gruppi.

Descrizione del progettoDavanti a questo scenario si è ritenuto importante proporre il presente progetto che ha come scopo principale quello di informare e dare agli alunni conoscenze che permettano loro di scegliere in piena libertà, ma con la necessaria consapevolezza.L’iniziativa di incontri quindi è rivolta agli studenti, ma non solo, ed è finalizzata a spiegare le tecniche di persuasione usate per produrre nelle persone gli effetti del condizionamento. Non verranno fatti nomi di gruppi o associazioni particolari. La spiegazione avverrà attraverso dei lucidi che esporranno le tematiche implicate, con l’obbiettivo di coinvolgere i presenti in un dibattito costruttivo.

Finalità educative e formative ✓ Fornire informazioni per una maggiore consapevolezza del fenomeno. ✓ Stimolare difese preventive, capaci di sottrarre al fascino del messaggio persuasivo. ✓ Favorire la crescita personale degli alunni attraverso l’ampliamento degli

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orizzonti culturali e umani. ✓ Prendere coscienza che i principi di libertà contenuti nella nostra Costituzione sono emanati per tutelare la piena libertà e dignità di ogni persona contro qualsiasi condizionamento, psicologico, fisico, culturale, economico. ✓ Valorizzare l’esperienza personale, sociale, culturale, religiosa dell’alunno.

RelatoriResponsabile dell’ufficio di Ricerca e Informazione Socio-religiosa della Diocesi di Pistoia.

MetodologieTest di rilevazione e relativa valutazione. Proiezione di lucidi. Confronto diretto con i ragazzi.

DestinatariI giovani delle scuole, delle parrocchie, dei gruppi e delle realtà aggregative del territorio.

Scansione temporaleSono previsti due incontri per gruppo di due ore ciascuno, comunque da concordare con il richiedente.

Coinvolgimento dei genitoriI moduli sopra presentati possono prevedere anche approfondimenti rivolti a genitori e docenti.

Recapiti e informazioniUfficio di Ricerca e Informazione Socio-religiosa della Diocesi di PistoiaVia Puccini, 36 - 51100 Pistoia

Referente:Patrizia Santovecchi - tel. 328.0050143e-mail: [email protected]

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Ufficio per le Comunicazioni Sociali

I giovani nella Babele dei media

L’uomo ha bisogno di comunicare, solo così riesce a rispondere ad una esigenza che si fa in lui irresistibile già dai suoi primi istanti di vita. I giovani poi avvertono questo bisogno in modo particolare: dare e ricevere informazioni, opinioni, scambiare le emozioni e le esperienze è qualcosa di fondamentale nel loro quotidiano. Ma comunicare è facile o difficile? Possibile o impossibile? Si viene compresi nei nostri tentativi di comunicare qualcosa agli altri? E ancora: quali sono gli strumenti che possono utilmente essere utilizzati a questo fine? Le domande si moltiplicano. Le risposte a tali domande fanno parte del necessario bagaglio culturale di ogni persona. Ciò è ancora più urgente in un tempo come il nostro quando i messaggi con cui ciascuno è costretto a confrontarsi si moltiplicano e si rincorrono ogni giorno più velocemente. E quando si vive in un contesto caratterizzato proprio dalle comunicazioni di massa e dai relativi mezzi.Il nostro tempo si spiega con una diffusione degli strumenti di comunicazione sociale sempre più rapida e pervasiva. L’innovazione tecnologica contribuisce a determinare una nuova visione dell’uomo e della cultura. L’avvento della società dell’informazione e della comunicazione costituisce una autentica rivoluzione culturale.I media, come noto, non sono strumenti neutri ma rappresentano, allo stesso tempo, sia un “mezzo” che un “messaggio”. La loro incidenza sui modi di pensare e di agire, sugli stili di vita, sulla coscienza personale e comunitaria rende essenziale la dimensione del discernimento. Discernere, infatti, significa comprendere la natura, le dinamiche e gli esiti dei nuovi processi mediatici in modo da consentire la capacità di selezione e di scelta. I media offrono formidabili risorse, importanti opportunità per la persona e per la società. Attraverso essi, ogni persona può ottenere informazioni in modo rapido e sistematico, allargare l’orizzonte delle sue conoscenze, dialogare con altre persone oltre la barriera della lontananza fisica. I media si presentano anche come elementi decisivi per definire i processi di cittadinanza e per ridisegnare le forme di mediazione dell’orientamento culturale, sociale e politico.

Descrizione del progettoDi fronte a questo appare ancora più evidente l’importanza di educare la persona da un lato alla bellezza e alla esigenza della comunicazione, dall’altro all’uso critico, perspicace e competente dei mezzi che la tecnologia mette oggi a disposizione. Subire passivamente gli stimoli che ci provengono dall’esterno è un pericolo per tutti.L’uomo contemporaneo rischia di omogeneizzare ogni aspetto della vita: tutto, anche grazie ai media, appare identico a tutto, le differenze sfumano e una scelta vale l’altra. Chi, - invece - è libero e responsabile, avverte meglio la necessità di invertire la rotta, riattivare il coraggio delle scelte personali, riconoscere e rifiutare la tendenza

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alla manipolazione, aprire orizzonti di senso che la cultura mediatica da sola non è capace di rappresentare.Questo progetto pertanto si propone come un momento qualificato di riflessione e di educazione all’uso critico dei media, attraverso il racconto che alcuni giornalisti saranno chiamati a declinare sul quotidiano della loro vita professionale.

Finalità educative e formative ✓ Stimolare la capacità di valutazione critica su quanto avviene attorno a ciascuno. ✓ Promuovere una maggiore consapevolezza sul mondo dei mass media. ✓ Educare all’uso critico, perspicace e competente dei mezzi di comunicazione. ✓ Educare alla consapevolezza sull’importanza dell’etica nei mezzi di comunicazione.

RelatoriOperatori dell’Ufficio per le comunicazioni sociali e altri giornalisti professionisti.

MetodologieLezioni frontali, incontri e conversazioni tenuti da giornalisti

LaboratoriSe richiesto, si propone: ● un laboratorio sulla tecniche per la scrittura di un articolo di giornale. Si tratta di una laboratorio della durata di circa 3 ore (2 teoriche ed 1 pratica) da richiedere con un anticipo di circa 1 mese ● Una visita in redazione

DestinatariI giovani delle scuole, delle parrocchie e delle realtà associative giovanili del territorio

Recapiti e informazioniUfficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di PistoiaVia Puccini, 36 51100 Pistoia

Referente: dott. Mauro Banchini - Tel. 335.1225618 e-mail: [email protected]

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Ufficio per le Comunicazioni Sociali

Racconti sul mestiere di informare

Secondo qualcuno oggi si stanno confrontando due grandi punti di vista circa i media e il loro impatto sociale. Il primo vede i media come proiettili che colpiscono ascoltatori, lettori, spettatori determinando le loro abitudini, i loro gusti, i loro comportamenti, secondo la convinzione che il pubblico sia privo di protezione di fronte alla intrusività e alla seduttività della comunicazione di massa e incapace di ogni filtro critico. Il secondo sostiene che gli apparati di comunicazione di massa non siano altro che strumenti per soddisfare bisogni: non sarebbero, dunque, i media a determinare la vita delle persone, ma le persone con le loro necessità, le loro propensioni e i loro gusti a influenzare il sistema mediatico e la sua offerta.Quale che sia la verità, è comunque necessario prendere atto della importanza che hanno i media nella costruzione di una cultura, nel creare mentalità, sentire comune, stile “adeguato”, opinione dominante.In ogni caso è vero che l’esercizio del quotidiano di una seria e responsabile professionalità giornalistica, contribuisce in modo determinante alla formazione della coscienza critica dei singoli e alla crescita autenticamente democratica dell’ intera società.

Descrizione del progettoIl progetto consiste nel mettere a disposizione dei gioovani le testimonianze e gli interventi professionalmente qualificati di una squadra di giornalisti suddivise in specifiche aree tematiche. La originalità e la qualità (oltre che le potenzialità educative) dell’iniziativa promossa dall’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della Diocesi di Pistoia ha meritato il Patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti.Si mettono a disposizione dei giovani testimonianze di giornalisti che operano nelle seguenti aree: ✓ giornalismo nel web ✓ l’informazione sportiva ✓ cultura e spettacolo ✓ gli uffici stampa ✓ il giornalismo di agenzia ✓ i colori della cronaca: bianca, nera, rosa ✓ giornalismo in tv ✓ giornalismo in radio ✓ il fotogiornalismo ✓ il giornalismo sociale ✓ l’informazione economica ✓ dal nostro inviato (giornalismo di guerra)

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Finalità educative e formative ✓ Stimolare la capacità di valutazione critica su quanto avviene attorno a ciascuno. ✓ Promuovere una maggiore consapevolezza sul mondo dei mass media. ✓ Educare all’uso critico, perspicace e competente dei mezzi di comunicazione. ✓ Educare all’importanza dell’etica nei mezzi di comunicazione.

RelatoriGiornalisti professionisti operanti nei settori di competenza.

MetodologieLezioni frontali, incontri e conversazioni tenute da giornalisti.

DestinatariI giovani delle scuole, delle parrocchie e delle realtà aggregative del territorio

Scansione temporaleData la rilevanza e il ruolo dei relatori si chiede di accorpare in un unico incontro le classi o i gruppi interessati all’area tematica scelta. Ogni realtà richiedente può scegliere al massimo 2 aree tra quelle sopra elencate. Le modalità e l’organizzazione degli incontri dovrà tenere conto delle esigenze dei relatori, pertanto è opportuno contattare con anticipo congruo l’uffi cio proponente.

Recapiti e informazioniUffi cio per le comunicazioni sociali della Diocesi di PistoiaVia Puccini, 36 51100 Pistoia

Referente: dott. Mauro Banchini - Tel. 335.1225618 e-mail: frabanchi@infi nito.it

Il progetto ha ottenutoil patrociniodell’Ordine dei Giornalistidella Regione Toscana

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Indice

Introduzione pag. 3

Guida per l’utilizzazione dei progetti pag. 5

Caritas diocesana e Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro -

- L’altro: il diverso, lo straniero, io... o cosa? pag. 6

Casa-Famiglia “La Conchiglia” - Nuove schiavitù e responsabilità personale pag. 9

CeIS di Pistoia - Educare alla mediazione pag. 11

CeIS di Pistoia - Prevenzione all’uso di sostanze psicoattive e alcol pag. 12

Centro Famiglia S. Anna - Io e l’altro, educare all’affettività pag. 14

Centro Famiglia S. Anna - Un mondo tenero pag. 16

CSI - Centro Sportivo Italiano - Educare ai valori dello sport pag. 18

Libera_mente - Cittadinanza attiva, legalità e regole condivise pag. 20

Libera_mente - Il gioco, la festa, il divertimento pag. 22

Monaci di Gerusalemme - Monaci ieri e oggi pag. 24

Movimento per la Vita di Pistoia - Educare alla vita pag. 26

Nuovi Orizzonti - Le libertà illusorie pag. 28

Il Sicomoro - Dove c’è musica... pag. 30

Ufficio Ricerca e Informazione Socio-Religiosa - Dipendenze

e dinamiche di gruppo. Il bullismo pag. 32

Ufficio Ricerca e Informazione Socio-Religiosa - Persuasione e

condizionabilità: le situazioni a rischio pag. 34

Ufficio per le Comunicazioni sociali - I giovani nella Babele dei media pag. 36

Ufficio per le Comunicazioni sociali - Racconti sul mestiere di informare pag. 38