25 Novembre - Analysis - Associazione studentesca · mondo fa schifo, la crisi, le guerre, la...

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Il Giornale ufficiale dell’Associazione Studentesca Analysis No v em b re - Dicembr e ‘1 2 - Vladimir Kush - Anno VIII n°5

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Il Giornale ufficiale dell’Associazione Studentesca Analysis Novembre -Dicembre‘12

- Vladimir Kush -

Anno VIII n°5

la vetrina

Vladimir Kush è nato nel 1965 a Mosca ed ha iniziato adisegnare fin dall'età di tre o quattro anni. Ha iniziato afrequentare una scuola d'arte a sette anni in Russia. Tra-scorreva la prima metà della sua giornata nella scuola re-golare, svolgendo i compiti, e spendendo la seconda metàin lezioni d'arte fino alle nove di sera. E' entrato nel Mo-scow Art Institute a diciassette anni, e quando, diciottenne,iniziò i due anni obbligatori di servizio militare, fu prestoincaricato di dipingere affreschi e tele, piuttosto che svol-gere le regolari funzioni di fanteria.Secondo Kush, i principali artisti che hanno influenzato ilsuo stile sin dalla sua prima esperienza alla scuola d'artesono Monet, Botticelli, Bosch, van Gogh, Dürer, Schinkel,Vermeer e Dalí. Stancatosi dello stile pittorico di Cézannesu cui si focalizzava la scuola d'arte, Kush è passato daadolescente alle immagini surreali ed ha realizzato il suoprimo dipinto surreale all'età di quattordici anni. Kush hasperimentato diversi stili di impressionismo dopo avervisto un libro di opere di Salvador Dalí alla fine degli anniottanta, ma non fece fortuna perché lo stile perse di forma.Fortemente influenzato dal padre, un matematico, Kushcredeva che i dipinti realistici mostrassero l'abilità profes-sionale dell'artista e attirò così gli spettatori in modo cheessi potessero accettare le immagini impossibili dipintecome realistiche, abbastanza da vedere le metafore in esse

contenute ed esplorarne i diversi livelli di significato.Nel 1987 ha iniziato a vendere i suoi dipinti e a esporli al-l'interno dell'Union of Artists. Intorno allo stesso periodofu invitato a dipingere una serie di ritratti per il personaledell'ambasciata degli Stati Uniti, sebbene sia stato costrettoa ridurre il suo lavoro sui ritratti dopo che il KGB divennesospettoso del suo coinvolgimento con gli americani acausa di libri che egli lesse durante la leva militare.Nel 1990 ha esposto i suoi lavori in Germania insieme adaltri due artisti russi; ha visitato Los Angeles per una mo-stra ed è rimasto negli Stati Uniti.Nel 1991 il suo sogno è diventato realtà. Per un certo pe-riodo è stato in grado di affittare un piccolo garage a LosAngeles in cui dipingere, ma non è riuscito a trovare alcunluogo in cui esporre le sue opere. Ha guadagnato denaroritraendo le persone sul molo di Santa Monica. Alla fineha speso i propri risparmi in un biglietto per le Hawaii edormito sulla spiaggia di Santa Monica finché il volo dirientro non partì alcuni giorni più tardi.La sua arte è stata per prima notata nel continente asiaticoed in seguito si è diffusa in America. Nel 2001 Kush haaperto la sua prima galleria d'arte, Kush Fine Art a La-haina, nelle isole Hawaii. Attualmente ha inoltre un'altragalleria Kush Fine Art a Laguna Beach, in California.

(da wikipedia.org)

immagine di copertina: Sunrise by the ocean

Promemoria25 Novembre

Il 25 Novembre è la “Giornata internazionale per l'eliminazione della vio-lenza contro le donne”, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il17 dicembre 1999. Durante questa giornata, i governi, le organizzazioni internazionalie le ONG sono invitati a organizzare attività di sensibilizzazione. Il giorno non è casuale, bensì coincide con la data scelta durante l'Incontro FemministaLatinoamericano e dei Caraibi, tenutosi per ricordare il brutale assassinio delle tre so-relle Mirabal, esempio di donne rivoluzionarie che cercarono di contrastare il regimedi Rafael Leónidas Trujillo, dittatore nella Repubblica Dominicana.

In Italia, solo dal 2005 alcuni Centri antiviolenza e Case delle donne hanno ini-ziato a celebrare la giornata e a promuovere iniziative di sensibilizzazione. Anche Amnesty International ha aderito alla giornata con eventi di carattere politico eculturale.

Dal 2006 la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna promuove annual-mente il Festival “La Violenza Illustrata”, unico festival nel panorama internazio-nale interamente dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Quest’anno il Festival si terrà dall’8 Novembre al 5 Dicembre.Ormai centinaia di iniziative in tutta Italia vengono organizzate in occasione del 25 no-vembre per dire no alla violenza di genere in tutte le sue forme.

Riferimenti: casadonne.it, wikipedia.org.

Ultimamente mi piace ripetere che il mondo è mera-

viglioso; voi penserete: ” Ma questo è tutto matto! Ilmondo fa schifo, la crisi, le guerre, la povertà, l’igno-ranza…”. Ovviamente, anch’io so che siamo circondati dasituazioni a dir poco spiacevoli e, soprattutto, non sto an-cora delirando. Tuttavia, il mondo è meraviglioso se consideriamo la mi-riade di circostanze che ci possono capitare, i colpi discena improbabili che neanche in una storia di StephenKing, perché anche la fantasia più fervida non può imma-ginarsi quei momenti che diventano imbarazzanti, ecci-tanti, divertenti perché arriva una persona che non cisaremmo mai aspettati in un determinato posto in quel pre-ciso istante. È quell’attimo in cui crediamo di avere la si-tuazione completamente in pugno e, poi, all’improvvisonon sappiamo più cosa fare o cosa dire, entriamo in unostato catatonico perché vediamo apparire una persona checi rende idioti, ma allo stesso tempo estasiati.

Nella nostra vita, formata da alti e bassi, a volte arriviamoa un picco, proviamo quell’emozione forte, indescrivibile,quando stiamo bene con noi stessi, con ciò che ci circondae ci sentiamo parte dell’equilibrio universale. E credo chequesto stato d’animo ci sia davvero solo quando riusciamoa trovare la giusta misura in tutte le nostre sfere d’interesse,quando riusciamo a concentrarci su ciò che ci piace, es-sendo consapevoli di ciò che ci sta accadendo, prendendopossesso della nostra realtà, quasi toccando con mano inostri pensieri. È questa situazione che ci porta l’ispira-zione di dipingere, di scrivere, di scattare foto, di scolpireo, se non siamo artisti, di chiedere finalmente scusa a quel-l’amico cui sappiamo di aver fatto un torto, ma ci siamopassati oltre perché “il tempo aggiusta le cose”.

Il mondo è anche meraviglioso quando si fa festa con i pro-pri amici come se non ci fosse un domani, come se quellafosse la serata migliore della nostra vita e lì possiamo es-sere noi stessi, possiamo buttarci a capofitto nelle situa-zioni senza preoccupazioni, lasciando a casa i nostripiccoli o grandi problemi; quant’è bello chiacchierare coni propri migliori amici bevendo un’ottima birra? E, poi, ilgiorno dopo, andare nel bar aperto vicino a casa e fare co-lazione continuando con gli stessi discorsi della seraprima? Personalmente, in queste situazioni, così semplici,io vedo il mondo meraviglioso e mi sento bene. È qui chetrovo l’entusiasmo e la motivazione giusta per i progetti

da realizzare; così arrivano le idee più grandiose, fomen-tandosi in discorsi improbabili, assurdi, oltre ogni logica.È da qui che possiamo ripartire, organizzare le nostre ideee le nostre forze e tentare di fare qualcosa per rendere piùaccettabile la nostra comunità, possiamo cercare di orga-nizzare le nostre iniziative con criterio, provando a daresignificato alle nostre lamentele e alle nostre critiche.

Il mondo è sorprendente quando c’è quella famosissimacongiuntura astrale, quando si allineano Saturno, Urano,Plutone e forse anche la Stella Cometa e la nostra vita hauna svolta, decidiamo di risolvere finalmente nel modogiusto quel problema da cui stavamo fuggendo ormai daqualche tempo, ci prendiamo quelle ore necessarie a riflet-tere sulla nostra vita e riusciamo a dare un senso al nostroagire. Forse la svolta arriva per una canzone che final-mente impariamo a memoria, per un film in cui scopriamofinalmente quel dettaglio fondamentale o per le sempliciparole di una persona che entra nella nostra vita e con gen-tilezza ci accompagna alla soluzione che, in realtà, già sa-pevamo, solo che avevamo paura di affrontare questoostacolo o vergogna di ammettere a noi stessi che pos-siamo essere vulnerabili.

Ecco, sarà un periodo in cui riesco a notare molte cose po-sitive, ma credo anche che il nostro modo di superare ledifficoltà dipenda tantissimo dal nostro modo di conside-rare le situazioni, se ci lasciamo travolgere dallo sconfortoe dalla tristezza o se, comunque, troviamo l’energia e l’ap-poggio necessari per raggiungere un porto di salvezza. La nostra felicità dipende da noi.

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3Follementeeditoriale

PICCOLO ELENCO DI MONDI MERAVIGLIOSI,CREATURE FANTASTICHE E STELLE ALLINEATE

Il mondo è anche meraviglioso quando si fa festa con i propri amici

come se non ci fosse un domani

Il 15 Novembre anche a Cesena è stato organizzato l’EFPSA Day. Grazie a due ragazzi del progetto WOP-P, David e Sofia, l’Associazione Studentesca Ana-lysis ha avuto la possibilità di presentare gli obiettivi e le iniziative della Federazione Eu-ropea delle Associazioni degli Studenti di Psicologia. É stato un incontro moltointeressante e i nostri due amici hanno saputo raccontare in maniera egregia le loro espe-rienze “europee”: hanno partecipato ad un paio di Congressi, in cui si incontrano rappresentanti di tutte le associa-zioni nazionali che fanno parte dell’EFPSA, hanno preso parte a vari corsi di formazione, a gruppi di lavoro, aseminari, hanno fatto parte di equipe di ricerca. In Italia, come si può ben immaginare, non esiste un’associazione na-zionale degli studenti di psicologia, pertanto non c’è la possibilità di partecipare alle attività dell’EFPSA. Forse neiprossimi anni si muoverà qualcosa e riusciremo ad entrare in un circuito più europeo e i lati positivi non si limitanoallo scambio di idee con studenti di altre nazionalità, ma la Federazione ha anche contatti per facilitare l’ingresso nelmondo del lavoro, ci sono corsi in cui si insegna a scrivere praticamente un articolo scientifico. L’EFPSA è il puntodi riferimento per tantissimi giovani aspiranti psicologi e può esserlo anche per noi. Gli attivisti sono sempre disponi-bili a rispondere a domande di qualsiasi tipo riguardo lo studio della psicologia e la professione di psicologo. I contatti, le news, le descrizioni dei progetti si trovano sul sito efpsa.org.

Giornata Internazionale degli Studenti

In occasione della Giornata Internazionale degliStudenti, l’Associazione Studentesca Analysis haorganizzato una mobilitazione simbolica per farconoscere alla cittadinanza cesenate il volto verodella comunità studentesca.É stata organizzataun'esposizione fotografica con tutti i volti degli stu-denti, accompagnati da frasi rappresentative oche raccontino un po’ la loro storia. L'intento èstato quello di far comprendere in maniera simbo-lica quanto gli studenti siano presenti e attivi al-l'interno della città che ci ospita, sensibilizzando la comunità.Le foto sono state esposte nella giornata del 17 Novembre all'interno dei Giardini Pubblici (accantoal Teatro Verdi) accompagnate da un'attività di volantinaggio informativo. Inoltre, gli attivisti dell’As-sociazione hanno raccolto qualche intervista chiedendo ai cittadini di esprimere delle opinioni sul-l’Università italiana e sul rapporto tra studenti universitari e popolazione.

É stato scelto il 17 Novembre perchè in questa data ri-corre la Giornata Internazionale degli Studenti, istituitaper rivendicare il diritto allo studio e il diritto degli studentia esprimersi. Questa data, simbolo degli studenti di tuttoil mondo, ricorda l’uccisione degli studenti cecoslovacchi,

che manifestavano contro la guerra il 17 novembre del 1939, e il violento sgombero effettuato alPolitecnico di Atene per cacciare gli studenti che occupavano la struttura per manifestare contro ilregime militare fascista, avvenuto il 17 novembre del 1973. L’isituzionalizzazione della Giornata èavvenuta nel 2004 durante l’assemblea studentesca internazionale di Mumbai.

l’associazione

AnalysisEFPSA DAY:

GLI STUDENTI DI PSICOLOGIA E L’EUROPA

E’ stato un percorso lungo, che ha visto coinvolti numerosi esperti di genere di Uniradio Cesena intenti a selezionareun’infinità di artisti e di brani.Perchè se la qualità dei programmi di Uniradio Cesena aumenta di anno in anno (come il numero degli stessi, ad oggitriplicato rispetto allo scorso anno), era il contorno ad essere l’anello debole del flusso radiofonico.Di cosa stiamo parlando? Di tutte le ore del palinsesto non occupate da programmi e quindi dedicate alle rotazioni mu-sicali.Oggi possiamo dire, con un filo di presunzione(concedetecelo dopo tanta fatica) che non è piùcosì.Ogni ora del palinsesto è pensata, ed ognibrano è accuratamente selezionato con un cri-terio ben preciso.Perchè Uniradio Cesena voleva avere una pro-pria identità ed era perciò necessario offrire unpalinsesto che avesse una direzione artisticaprecisa che riflettesse l’identità stessa dellaweb-radio.Volevamo rendere la radio sempre “ascolta-bile” (qualsiasi genere fosse proposto), mante-nendo una linea artistica costante di una radioche offre un prodotto più ricercato, ma non perpochi. Una linea di confine veramente sottileche ha impegnato tutti i ragazzi di Uniradio inun continuo lavoro di selezione tra consigli re-ciproci e scambio di opinioni.Ma ora potrete toccare con mano tutto il lavoroche è stato fatto, insieme a tutta la produzioneaggiunta ex novo (nuovi jingles, liner, sigle,spot programmi e associazioni) che crediamosia un grande passo avanti per una realtà di ag-gregazione e volontariato che genera entusia-smo, che si pone l’obiettivo di diventare unpunto di riferimento universitario e che vuolecimentarsi in un progetto serio capace di of-frire un prodotto credibile e per questo fruibile!

da uniradiocesena.it

5FollementeUniradio

Nuovi programmi,�Nuove rotazioNi,

Nuovi speaker,�sempre uNiradioceseNa

opinioni

C’è lo studente che fa il pendolare, avanti e indietroogni giorno, e c’è lo studente fuorisede che torna inpatria solo per le festività e in estate. E poi c’è lo stu-dente a metà, quello che durante la settimana studia evive fuori, ma riesce a rientrare a casa nel weekend.Per lui i binari della stazione, o i chilometri d’asfaltodell’autostrada, sono un collegamento tra due vite pa-rallele.Un’abitudine all’apparenza banale, come il partire, hain realtà una notevole coloritura emotiva: ci si separainevitabilmente da persone, luoghi, legami . E lui lo fadue volte alla settimana.

Le partenze del vero e proprio fuorisede sono, nemmeno a dirlo, molto più forti; le sue due vite, però, sononettamente distinte, e una volta arrivato a destinazione si uniforma ad una sola di queste due.Quelle invece di chi torna nel weekend, si mescolano, si uniscono senza fondersi, vivono l’una in funzionedell’altra, costringendo ad incastrare ritmi, impegni, appuntamenti, scendendo sempre e comunque a com-promessi, fino all’appuntamento settimanale con la propria valigia.

Il carico emozionale di ogni partenza dello studente a metà non ha niente a che fare con chi torna a casa solotre o quattro volte in un anno, ma so di non essere l’unico a conoscere la malinconica nostalgia che lo sor-prende sempre.Meno tragicamente di quanto sembri, non esagera chi dice che la vita dello studente a metà è una continuaseparazione, un continuo lasciare una vita da parte, fatta di abitudini, amori, amicizie, per riprenderne un’altrafatta delle stesse cose, eppure sempre tanto diverse.

Più che logica l’obiezione di chi osserva che ognuna di queste continue partenze implica anche un continuoritorno, quindi gioia, felicità, sentirsi a casa. Ma tornare vuol dire che precedentemente se ne si è andati, elui, lo studente a metà, non vuole partire da nessuna delle due stazioni!

Udite udite! Nonostante queste premesse non siano troppo sorridenti, sono convinto che non esista nessunopiù fortunato di lui! Perché? Perché l’esistenza è di tutti, ma una vita è un regalo che solo pochi riescono afarsi: lo studente a metà può averne addirittura due, nello stesso momento!Lui può vivere contemporaneamente di sentimenti ed emozioni appartenenti a due realtà, non ad una sola, epuò arricchirsi di questo, crescere in questo.

Il brutto del partire e il bello dell’arrivare, vien da sé,sono effimeri e passeggeri, ma entrambi sono il compen-dio finale di due vite lontane ma intrecciate, sono ciò chedà forma a due calderoni di esperienze, incontri e con-fronti, sguardi incrociati e sguardi persi che, come permagia, insieme danno proprio lo studente a metà.

Fabio

Lo studente a metà

7Follementesocietà

Dall'inizio del 2012, definito per questo annus horribilis, i casi di femmini-cidio in Italia sono arrivati a 101, con l'ultima morte registrata di Carmela,la ormai tristemente famosa eroina che ha salvato sua sorella dalla furia delfidanzato.Si è passati da un omicidio ogni tre giorni, registrato l’anno scorso, a unoogni due giorni. E nella maggior parte dei casi gli autori di questi delitti sonomariti, ex fidanzati, comunque persone nella cerchia affettiva delle mura do-mestiche."Non c’è una risposta adeguata a questa crescita inaudita di dati relativi allaviolenza sulle donne” dicono a Telefono Rosa ricordando che i soldi delfondo antiviolenza sono stati RIDOTTI.

Anche i dati Istat confermano quella che la presidente di Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, non haesitato a definire una “Mattanza che non può più essere possibile in un Paese civile”.“Siamo di fronte – afferma Mila Spicola – all’ennesimo episodio non più tollerabile di violenza maschile contro ladonna”. Le istituzioni, ha aggiunto, “continuano a ignorare il grave fenomeno del ‘femminicidio’ purtroppo in espan-sione. Rashida Manjoo, inviata dall'ONU per indagare questo fenomeno, ha dichiarato: "Purtroppo, la maggioranza delle ma-nifestazioni di violenza non è denunciata perché vissuta in un contesto culturale maschilista dove la violenza in casanon è sempre percepita come un crimine; dove le vittime sono economicamente dipendenti dai responsabili della vio-lenza; e persiste la percezione che le risposte fornite dallo Stato non siano appropriate e di protezione”.Questo, in fondo, è il problema: le famiglie italiane sono ancora troppo radicate nell'idea di donna come colei che stain casa, si occupa di crescere i figli, non lavora e quindi non puòmantenersi autonomamente. Qualcuno che non merita rispetto,una cosa che si può conquistare, nel senso più selvaggio del termine.Quante volte abbiamo dovuto sentire la storia di donne che ave-vano segnalato abusi e maltratta- menti alle Forze dell'Ordine senzaperò ricevere ascolto e non es- sendo state prese sul serio? La veritàè che la mancanza di dati certi e aggiornati non permette a chi governa di rendersi conto della gravità della situazionee dei suoi costi sociali, e, forse, in sostanza fa più comodo ignorare un fenomeno, piuttosto che fare attivamente qualcosaper bloccarlo. E' ora di alzare la testa, come donne, sorelle, madri, figlie. Bisogna rendersi conto che non c'è nessun amore, da partedi questi uomini, nessuna passione, nessuna gelosia. Solo rabbia. Il nulla. Si tratta di omicidi della donna “in quanto donna”, ovvero gli omicidi basati sul genere. Non stiamo parlando soltantodegli omicidi di donne commessi da parte di partner o ex partner, stiamo parlando anche delle ragazze uccise dai padriperché rifiutano il matrimonio che viene loro imposto o il controllo ossessivo sulle loro vite, sulle loro scelte sessuali,e stiamo parlando pure delle donne uccise dall’AIDS, contratto dai partner sieropositivi che per anni hanno intrattenutocon loro rapporti non protetti tacendo la propria sieropositività, delle prostitute contagiate di AIDS o ammazzate daiclienti, delle giovani uccise perché lesbiche.La loro colpa è stata quella di aver trasgredito al ruolo ideale di donna obbedienteimposto dalla tradizione, di essersi prese la libertà di decidere cosa fare delleproprie vite, di essersi sottratte al potere e al controllo del proprio padre, partner,compagno, amante. Per la loro autodeterminazione, sono state punite con lamorte.Allora chiediamoci: che senso hanno avuto le loro morti coraggiose se poi noi,mondo esterno, stiamo a guardare in silenzio, aspettando il turno di qualcun'altra? E' necessaria una nuova tendenza di educazione al rispetto fin dalla prima infan-zia, senza distinzioni di sesso e senza un controllo sociale prettamente maschileche legittimi la violenza. Basta "sesso debole", basta stereotipi, basta disinteresse da parte delle istituzioni. Più che mai, in Italia, c'è bisogno di coraggio.

SE NON ORA, QUANDO?

Steve

TI AMO DA MORIRE

ricordo che la incontrai stesa nuda in terragiurai di farne la mia sposa

ricordo che la sotterrai inzuppandone la terracol mio coltello io l'ho uccisa(Addio tristi lunedì - Granturismo)

Mi piace camminare, da sola, tra la folla.

Osservare i tratti dei visi, notare come sono legati i capelli, sentire gli odori. Mi piace provare a capire dal passo che tengono le persone o da come muovono le mani mentre parlano senella vita sono sinceri, ipocriti, passionali, egoisti, egocentrici, umili, timidi...e provo a immaginare cosafanno quando tornano a casa, se hanno una famiglia, o come sia fatto il viso delle persone che amano, e SEle amano, o invece se mentono a loro stessi o agli altri. A volte esco di casa solo per fare questo, per incrociaresguardi e farmi un diario immaginario di storie ipotizzate, che allenano la fantasia o forse mi fanno solo spe-rare, credere in vite più pulite, sicure e nitide.Ma oggi non ci riesco più. Cammino, e vedo solo gente tutta uguale,che emula ideali di bellezza e che studia le parole da dire. Genteche non posso più guardare in faccia perché porta gli occhiali dasole anche se ci sono le nuvole, o se fuori è buio. E guardano tuttiin basso, cerco sguardi, ma li trovo di rado. Sono tutti troppo presida loro stessi, si ha paura di guardare davanti per non perdere divista la propria realtà, inventata, limitata, effimera e perfetta (?).Di camminare non ho smesso, però ora per osservare mi fermo. Mitrovo un posto abbastanza gremito di gente e mi siedo, immobilecontinuo a viaggiare con la fantasia mentre tutti intorno vanno piùveloci, con questa attuale fretta di trovare tutto e subito, quandol’attesa in realtà è uno di quei piaceri insostituibili. Vorrei solo checi fermassimo un po’ tutti, che leggessimo di più, sfogliando cartavera (che ha sempre un profumo speciale), che osservassimo deivisi in ogni dettaglio del profilo (piuttosto che soffermarci ore sulprofilo virtuale) per scoprire la gobbetta sul naso o le labbra sottilio carnose che ci rendono quella persona tanto nostra, parlare di piùcon gli occhi negli occhi perché magari il tuo migliore amico hanelle pupille delle sfumature che non avevi mai visto, russare di piùperché bruci più calorie, piangere sotto la pioggia perché non sentilacrime nè dolore e, soprattutto, alzare gli occhi quando si cammina.Perchè dovremmo camminare ogni giorno come se facessimo unastaffetta, e capire che per vincere bisogna essere veloci a passarsilo sguardo, di mano in mano, stando attenti a non farlo cadere. Mai.

Irene Krezel

opinioni

9Follementestorie

Il ragazzo corre e canta apre le braccia per volare come un corvo,il corvo, avvelenato, consiglia al fanciullo di cambiare idea;allora Marco si sposta in un prato e rotola sull’ erba volendo essere un albero,improvvisamente però un faggio grida pietà per le radici tumefatte dall’ asfalto, anche questa non è una scelta ragionevole.

Il ragazzo vuole essere allora nuvola, ma lei è acida;vuole essere sentiero ma è stuprato;vuole essere sale ma è radioattivo. Sconfortato dalla sua lunga giornata di delusione,Andrea torna a casa e, dalla finestra, vedeun uomo stanco e prezioso nutrimento dei grandi re, ecco!

E là, in mezzo al detersivo, un’anima materna sempre incinta d’ amoreche si domanda se domani ci sarà il sole.Un’alba dopo l’altra Giacomo è sempre più grasso, grasso di malattie e di incubi,la paura di morire non è nulla confronto a quella di vivere.

Marco respira e sputa soldi dai suoi polmonifino a che non ci sarà più nulla da sfruttaree sarà sommerso in un obitorio di telegiornali. “Cazzo! Marco alzati! Non so dove sei. Ma sto pensando anche io come te.”

Solvogon

Il ragazzo che cambia nome

confronti

È POSSIBILE CONCILIARE LA FEDE CON LA PSICOLOGIA?

Penso che dal punto di vista di un credente sia fran-camente facile conciliare il lavoro di uno psicologocon l’intervento divino. È altresì vero che molti cre-denti tendono ad attribuire le cause di avvenimentipositivi alla presenza dell’onnipotente e la sua as-senza giustificata a monte di eventi negativi, se nonaddirittura additando unicamente all’uomo colpe dieventi drammatici del calibro dell’olocausto.Questo dovrebbe risultare un ragionamento assai ba-nale, dal punto di vista di uno psicologo come daquello di un filosofo. I primi, infatti, studiano le euri-stiche che compiono le persone in maniera quotidianache portano a errori di valutazione, mentre i secondisono assai ferrati nelle fallacie logiche.

Compito dello psicologo è quindi quello di rendersiconto che un ragionamento simile non può assoluta-mente giustificare l’esistenza divina, ma al contrariodenota una spiccata capacità dell’uomo di sfuggirealla realtà, sia per volontà propria, sia inconsciamente.Ci si rende conto che è possibile credere in qualcosadi cui non si ha la minima certezza, ma questo diventalimitante se plasmiamo le nostre vite inseguendo vo-leri di entità che non conosciamo, ma che apparten-

gono all’immaginario collettivo. Seguire una reli-gione, purtroppo, significa spesso accettare dogmi,manifestare consensi per potersi sentire parte di ungruppo e per evitare punizioni (sia materiali, messein atto da altri membri, che inconfutabili). Certo è chela mente umana tende spesso a concretizzare concettial di fuori della sua portata in maniera alquanto erro-nea e limitativa (è più facile immaginarsi un piatto difrittelle che un miliardo di frittelle, dubito anzi chequalcuno possa rapidamente fare un disegno mentaledi un miliardo di frittelle insieme), quindi non vi è dastupirsi se questa tendenza, mista ad una disperata ri-cerca fisiologica di sicurezza, porti ad incorporare iconcetti di infinito, morte, vita, bene, male, giusto,perfetto, massimo, essenza, verità, dovere e colpa inun'unica entità dotata di poteri al di fuori dell’umano,ma che è partorita proprio da mente umana e che con-divide spesso con essa modi di pensare ed agire, maanche aspetto e debolezze.

In sostanza ci si rende conto che l’immagine chel’uomo ha di dio spesso è soltanto la trasposizionedelle sue frustrazioni e dei suoi desideri di onnipo-tenza, sotto forma di entità sempre presente in lui, cheimpone un proprio modo di agire. Rappresenta il mas-simo concetto di buono, giusto, sapiente e infinito acui tutti noi aspiriamo. Cresce nella nostra mente,come il resto delle nostre credenze, ma è umano. Iro-nico pensare infatti che nelle religioni oggi più diffusel’animale non detenga un’anima e che quindi sia su-bordinato all’uomo. Non è fatto a immagine della di-vinità, o al massimo è la divinità che ne incarna unaspetto fisico come metafora della superiorità rispettoall’uomo.

Detto questo concludo dicendo che, se l’uomo nonavesse paura della morte, probabilmente non esiste-rebbero culti così radicati nel mondo moderno e chele norme di condotta non si nasconderebbero dietroun volere divino, ma dietro la necessità di un viverepiù sereno per tutta la specie umana. Comunque sianon chiedetemi come si fa a non avere paura dellamorte. Mia zia dice che la vita è dei vivi e la morte èdei morti e se ti scervelli sulla morte sprechi la vita. E sei un coglione. Questo mi dice mia zia.

Cactus

Due aspiranti psicologi si confrontano sul tema della fede nella psicologia e su come uno psicologo affronta il rapporto col divino

11Follementeconfronti

Perchè credere in Dio sembra ormai una cosa così strana?Come mai le persone quando dici di credere in Dio sbar-rano gli occhi?Io ho vent’anni, studio psicologia e credo in Dio.Non mi sento una persona bigotta, o fuori dal mondo; lasera mi diverto, se voglio bevo, se voglio fumo, se vogliomi relaziono con i ragazzi. Non rimango come molti siaspettano nella mia triste cameretta a recitare il rosario o aleggere le lettere ai Corinzi.Ci tenevo a chiarire questo punto, perchè alcune personepensano che la religione, soprattutto quella cattolica, (per-ché per le atre religioni si ha sempre un atteggiamento dimaggiore rispetto in nome del pluralismo religioso) siaqualcosa di ormai superato, buono solo per le signore dimezza età, o per i bambini che la domenica mattina sonoobbligati dalle loro madri a abbandonare i propri letti e an-dare a ascoltare quell’uomo con la tunica bianca che rac-conta dall’alto del suo pulpito la storia di un altro poveroSignore sempre dalla tunica bianca vissuto circa 2000 annifa.

Da bambina, tante volte quando mia mamma mi chiamavaper andare alla messa, mi sarebbe piaciuto girarmi dall’al-tra parte, non mi piaceva andarci, non capivo cosa si di-ceva, non capivo il perchè di quei riti, quelle preghiere,sempre uguali, sempre allo stesso modo, era noioso. Ma poi crescendo ho capito che in fin dei conti parteciparea quei riti, ascoltare quelle parole mi portava via via a co-noscere sempre meglio Gesù, quell’uomo, figlio di Dio chepredicava solo l’amore, la giustizia, la solidarietà (e sonoforse questi valori superati?).

E cosa c’è di più bello dell’amore?

Allora ho capito e ancora adesso mi chiedo come fa unapersona a non credere, a non voler bene a chi viene ad an-nunciarci che può esserci un mondo nuovo fatto di amoreverso il prossimo, uguaglianza e giustizia e a indicarci lavia per raggiungerlo?A volte anch’io penso che la Chiesa al giorno d’oggi sem-bra non aver proprio afferrato l’insegnamento che Gesù ciha dato: vivono in palazzi d’oro con mille maggiordomi,con vestiti su misura e con banchetti da re e sembra che sidimentichino di tutti quei bambini che muoiono di fame oper un banale raffreddore.Ma Gesù non ha insegnato questo.E’ troppo facile dire ionon credo in Dio, non c’è nulla che ne dimostri l’esistenza,la Chiesa fa schifo, i suoi ministri sono tutti pedofili, ma-fiosi ecc..E’ molto più difficile e impegnativo credere perché se cicredi devi mettere in pratica ciò in cui credi e vivere la fedein modo genuino costa ….

Ciò in cui io credo è ciò che mi hanno raccontato, o cheho conosciuto, non l’ho mai visto e nessuno mi ha mai datola dimostrazione certa della sua esistenza, eppure dentrodi me sento che quando ho bisogno, quando non trovo vied’uscita, così come quando sono felice e quando mi suc-cede qualcosa di bello, c’è sempre qualcuno che, pure senon vedo con gli occhi, mi è a fianco e guida le mie sceltecon i Suoi insegnamenti.Io credo che Dio possa essere visto così: come una guida,che ci illumina la strada, ci aiuta a rialzarci quando ca-diamo, ci soccorre nel momento del bisogno, ci sorridequando siamo contenti, gioisce per i nostri successi.E non è forse compito dello psicologo quello di sostenere,di illuminare la strada, di aiutare a trovare la via giusta perrisolvere alcuni problemi???Noi che studiamo psicologia siamo consapevoli che nellavita possono capitare dei periodi difficili che si superanocon difficoltà, sappiamo che a volte ci serve il sostegno diqualcuno e se abbiamo deciso di intraprendere questo per-corso siamo noi stessi a voler dare conforto alle persone.Non voglio assolutamente assumere che Dio possa sosti-tuirsi agli psicologi, altrimenti non sarei qui, ma spessocredo che sia lui il primo a tenderci la mano per aiutarci.Forse, molti di quelli che affermano di non credere hannosolo paura di staccarsi dalle certezze materiali, ma che cosane sarebbe di tutta l’interiorità dell’uomo se ci limitassimoa riconoscerne solo ciò che è percepibile attraverso i nostrilimitati sensi e dimostrabile scientificamente?E allora perché non possiamo credere in Chi ci chiede solodi lasciarci amare?

EmmeGi

È POSSIBILE CONCILIARE LA FEDE CON LA PSICOLOGIA?Due aspiranti psicologi si confrontano sul tema della fede nella psicologia e su come uno psicologo affronta il rapporto col divino

operette

LLui vagava per le strade,

percorreva nella notte,le periferie nascostedove amore non ce n'è.

Ma l'amore è cosa strananon si cerca con la ruotanon si sceglie giù al mercatonon si paga in banconota.

Pretenzioso lui non eranella notte e per la vianon cercava niente piùse non un po’ di compagnia,non voleva dolci abbraccinon cercava lo calore

ma bramante di sollievoe di un mero affetto ad ore.

Perchè alla luce del giornoti riveli ciò che sei:se codardo e non galantepoche soluzioni haie tra queste soluzioniquando il buio si diffondesolo tra pochi lampioniil suo passo si confonde.

Poca luce gli serviva per poter volto celaretra mignotte sulla rivadello sporco lungomare.

Al mercato dell'amorela sua scelta cadde sudue gambine al cui internouna volta fallo fu.

Cavalcò lui soddisfattoesaurì le sue riservesempre ignaro del passatodi chi aveva appena amato.

Tornò a casa ben felicesul divano la marlboroosservando nel giornalele proteste di coloroche volevano i dirittidell'amor per tutti uguali<<da ste piaghe siamo afflitti,bestie omosessuali>>,ripeteva sconcertatoe disteso sul sofàsono poveri drogatiun giorno Dio li punirà.

La domenica poi in chiesa lui comprava il paradisoma ogni notte donna lesadal suo sadico sorriso.

mrs Robinson

IILL CCAATTTTOOLLIICCOO

13Follemente

La gente ormai stava cominciando a rassegnarsi. Mentre prima rimaneva un barlume di speranza a muovere

tutte le loro azioni, ora anche coloro che non avevano mai smesso di mantenere l'ordine, benché mantenendouna linea alquanto altruista, si muovevano spenti, senza significato. Non avevano il benché minimo intentodi cambiare le cose o di migliorare la vita altrui, ma si muovevano per abitudini e routine. Anche coloro che invece avevano cominciato ad abbracciare pseudo-ideologie e comportamenti dannosi persé e per gli altri ormai stavano abbracciando una disperazione silenziosa, che anziché dare loro energia li rat-trappiva, prosciugandoli da dentro.Ormai erano passati cinque giorni dal messaggio e giuro che nessuno aveva mai vissuto così intensamentecome in questi pochi giorni. Sarebbe stato particolarmente divertente osservare le reazioni dei parenti e dellepersone vicine a malati terminali come si sarebbero comportati sapendo ora che sarebbe finita anche per loro.Anche se stavolta era diverso. La consapevolezza sempre più pressante, non si sa se per ordine divino o permero libero arbitrio, che non ci sarebbe stata speranza per nessuno né di scampare, né di un'altra vita, andavaben oltre la misera morte imminente. C'è chi diceva che in questi momenti si assisteva alla vera natura umana. Ma non è così. Non esiste niente dipiù lontano dall'uomo, la consapevolezza di un evento del genere era totalmente fuori da qualunque cosa. I teologi ormai non facevano altro che scervellarsi sulle motivazioni di una scelta simile da parte del Diocreatore. Coloro che finora erano stati atei non facevano altro che chiedersi perché non potevano almenoessere risparmiati i credenti e ognuno cercava qualcosa a cui disperatamente aggrapparsi per continuare a tro-vare la forza di respirare. Sinceramente non capisco neanche il super-picco di suicidi, come lo definivano gliultimi telegiornali i primi due giorni. Voglio dire se un messaggio mondiale diretto alla mente delle persone,nello stesso momento, spiega accuratamente, senza l'utilizzo di parole, che il mondo sarebbe finito dopo unasettimana esatta e che non ci sarebbe stata la possibilità di sopravvivere né di una vita dopo la morte, sarebbestato inutile sopravvivere quanto suicidarsi, ma almeno io ho scelto di vivere l'ultima settimana ai marginidell'esistenza.

storie

NON ASPETTIAMOCI LA FINE DEL MONDO.

Sesto giorno.

Ho giocato col cane tutto il giorno. Era da una settimana che non era così in forma. Stronzi. Dicevano che glianimali non avevano un’anima. Il mio cane ha ricevuto il messaggio. E l'ha capito meglio di molti altri uo-mini.

Settimo giorno.

Sto camminando per la strada. Nessuno mi guarda. Nessuno fa niente. Ognuno è zitto e morto dentro. Ciò che c'era da comunicare è già stato comunicato. L'universo sta per spegnersi in un nanosecondo, non hapiù senso parlare, non ha più senso ridere, non ha più senso pensare ai maya, non ha più senso distrarsi (ormaila consapevolezza è troppo radicata e pressante) e soprattutto non ha più senso sentirsi vivo. Chissà se mi ac-corger

Cactus

logicamente

Sudoku

Cerca le parole

Kiby

Le parole si possono trovare inorizzontale, verticale e diagonale.Le parole da cerchiare sono:

Aosta, Asti, Bari, Benevento, Bergamo, Brindisi,Como, Cuneo, Enna, Grosseto, Lecce, Lecco,Lucca, Massa, Milano, Nuoro, Pisa, Prato,Rieti, Roma, Siena, Terni, Torino, Trieste

Al termine del gioco, dopo aver trovato tutte le parole, troverete

la capitale dell'Olanda nonché del divertimento.

15Follemente

Parole Crociatelogicamente

Ste

1. Ciclo femminile7. Non dualista14. Passato remoto Ips di "rimet-tere".15. Comandare, controllare16. Il primo uomo sulla terra17. Amnesty International18. Nonostante, sebbene.19. Ce nè bisogno per fare centro20. "... Homo" frase che Ponzio Pi-lato disse ai Giudei22. Noto per il vizio del fumo23. Bevanda composta da arancia,carota e limone24. Bias26. Dea egizia della tessitura27. Prima persona singolare28. Dolore toracico30. Balia di Zeus31. Parte di un ramo33. Tentare35. Non più fidanzati37. Non è nuovo39. Può esserlo un luogo deserto41. Udine43. Grasso contenuto nella lana45. E' stellato in Foscolo47. Uno dei nipoti di Topolino49. inappropriato51. Circa53. Protagonista di una note poesiadi Leopardi55. Comune del napoletano56. Totale abbr.57. Bacone li definisce "errori"59. Sette più uno60. Si tira in un gioco61. Composizione degli interni63. Bevanda delle cinque del pome-riggio64. Ingrediente di una tipica cola-zione all'americana65. Piccolo albero caduco con fiorirosso corallo67. Sporcizia68. Girato69. Compagno di Hercules nellesue avventure

1. Adesso, infine2. Tubo termoelettronico da ri-presa televisiva3. Il verbo più usato dalle coppie4. Omofonia in poesia5. Organizzazione internazionaleper la normazione6. Comunità Europea7. Modena8. Organizzazione Mondiale dellaSanità9. Niente in tedesco10. Contrario di output11. Canzone duetto Pooh-Fiorda-liso degli anni '9012. Minacciose, volgari13. Volo charter15. "..di me" canzone di CesareCremonini17. Plurale dell'Unità di misura-zione per le superfici/campi20. Usato in medicina come emo-statico21. Consumata24. Rigonfiamento del fusto di unacolonna25. Metro usato nella poesia epica28. C'è quella delle ascisse e delleordinate

29. Nome d'arte di Claudia Scro-bogna, attrice italiana.32. European Union34. Fiume noto anche come Tarsiache attraversa la città di Fiume.36. Si dice di un candidato poli-tico con poche probabilità di vit-toria38. Poco chiaro40. Congiunzione in inglese42. Consegnarono, fornirono44. Holmes, cantante folk statuni-tense46. colei che si occupa di gestireil patrimonio48. Antica esclamazione latina al-l'atto del brindare50. Forma d'espressione52. Sinonimo di Università54. Costituente principale delclinker56. Edificio circolare tipico dellepopolazioni africane58. Aspra, acida60. DO!62. Divinità egizia della caccia edella guerra64. album del 1972 di M.Jackson66. Non è sì67. Nord-Est

ORIZZONTALI

VERTICALI

esperienze

Nella vita ci sono momenti in cui ci si ritrovaa mettere in dubbio tutte le proprie scelte, ci siritrova a chiedersi cosa sarebbe successo se cisi fosse comportati in una maniera diversa inuna data situazione. Recentemente mi è capi-tato di mettere in dubbio la strada scelta per lamia carriera, ossia la facoltà di psicologia. Nonè facile ammettere di avere dei dubbi sullastrada intrapresa quando la stai attraversando,un po’ come quando stai guidando verso unameta e scegli una strada perché sei sicuro chesia quella giusta e, anche se dopo un po’ ti ac-corgi che forse non lo è, continui a dire ai tuoipasseggeri che sì, deve per forza essere quellae solo alla fine ammetti a loro di aver sbagliatostrada.Il secondo anno di università è criticoper molti studenti, quante storie ho sentito dipersone che dopo un anno di impegno e dedizione, al secondo si perdono e abbandonano l’università. Maquesti momenti persisteranno per tutta la nostra vita. Per quanto una persona possa sforzarsi, i dubbi possonovenire sempre, dopo qualsiasi scelta: puoi alzarti una mattina dopo vent’anni di matrimonio e accorgerti dinon amarlo/la più, puoi guardarti intorno dopo 3 anni che ti sei trasferito a Londra, dopo aver lasciato tuttoin patria, e chiederti cosa ci fai lì, in un posto che non ti appartiene, puoi studiare anni e anni per laurearti inmedicina senza sapere se troverai lavoro, se sarai in grado di farlo, se ti renderà felice.Tutte le scelte compor-tano dei rischi, ma prima di tornare sopra i propri passi bisogna ben riflettere su quello che si fa, è da qui chenasce la crisi interiore. Come si fa a capire se questi dubbi sono reali, radicati in te, se sono stati repressi alungo oppure sono solo frutto di un periodo di crisi passeggera, di un “momento no”? Quel marito o quellamoglie potrebbero lasciare il partner, dopo anni rimpiangere quella scelta e capire che solo la routine avevaammortizzato il loro amore, quel ragazzo potrebbe tornare in Italia e accorgersi che la sua patria è rimasta la

stessa, ma che è lui ad essere cambiato e non la sente più sua, quellostudente di medicina potrebbe lasciare l’università e dopo anni dilavoro in una fabbrica rendersi conto che quello non è il suo posto.E a questi errori è difficile rimediare. Per questo motivo prima diprendere una decisione importante bisogna riflettere, tornare sui pro-pri passi, prendersi un periodo di stacco per pensare, vedere, sentire.Bisogna fare dell’autoanalisi, non importa quanto tempo ci vuole,quante notti insonni o quanti tentativi bisogna fare per capirlo; la si-curezza non è di questa vita e solo guardando dentro noi stessi e ri-schiando possiamo scegliere e forgiare il nostro destino.Concludocon una citazione di un libro letto casualmente durante il mio pe-riodo di crisi, che ha contribuito a farmi capire che devo continuareperché questa è la mia strada. Se tra voi lettori c’è qualcuno insicuro

o dubbioso sulla sua scelta, spero che questo possa aiutare anche voi.Uno psicologo a sua figlia: “Una voltami domandasti che mestiere facevo e io ti risposi che ero un dottore, ma un dottore un po’ speciale che curavale malattie dell’anima. Non è semplice da spiegare: le persone vengono da me quando soffrono internamente.E soffrono perché hanno subito delle prove che hanno lasciato loro delle ferite nel cuore. Il mio mestiere èconvincerle che possono rinascere dalla sofferenza. Nessuna ferita è irreparabile: possiamo trasformare cia-scuna di esse in un elemento di forza. Non c’è niente di magico in questo, ma ci vuole tempo” (da “Quandosi ama non scende mai la notte”)

Ylenia Greco

“È LA SCELTA GIUSTA?”

17FollementefotografiaPerché ti vedi giovinetta e bella,

tanto che svegli ne la mente Amore,pres'hai orgoglio e durezza nel core.Orgogliosa se' fatta e per me dura,po' che d'ancider me, lasso, ti prove:credo che 'l facci per esser sicurase la vertù d'Amore a morte move.

Ma perché preso più ch'altro mi trove,non hai respetto alcun del mi' dolore.Possi tu spermentar lo suo valore.

Dante Alighieri, Rime, LXXXVIII

Ti senti più forte degli altri, li tieni fuori, li combatti;non lasci spazio alle debolezze, non cedi agli umori.Ma sei la prima ad aver bisogno,e non permetti ad alcuno di aiutarti.Solo gli occhi ti tradiscono, e chi più ti conoscepuò capire il tuo bisogno.L’orgoglio ti vela l’anima,ti impedisce di chiedere, ti afferra la gola.Solo quando arriverai a non poterne fare a meno,perché sarà l’amore che ti parlerà al cuore,scioglierai la tua maschera di ghiaccio edaprirai le braccia, abbandonandoti al desiderio di es-sere ricambiata

Scritto: Luca De vincenziFoto: Giulia TollerettiModella: Roela Hajro

" la bicicletta non sta in piedi da sola e ha bisogno di qualcosa odi qualcuno che la sorregga". (Mauro Parrini)

E noi siamo come tante biciclette. Anche se le gambe do-vrebbero portarci ad un maggiore equilibrio, possiamo es-sere indipendenti, dei grandi combattenti, sicuri di sè edelle proprie forze, ma come le biciclette a volte va am-messo il bisogno di un aiuto, di qualcuno che ci sorregga eci indichi la strada, la giusta via , qualcuno che ci dia laforza di superare gli ostacoli. O qualcosa ... un cavallettofatto di passioni, di studio, di poesia di musica, di amici evere emozioni.E a quel punto possiamo riiniziare ad andare da soli, amuoverci insieme al mondo , insieme ai tempi che cor-rono, contro il vento o accompagnati da una leggerabrezza. Perchè dopo ogni salita c'è sempre una discesa:Basta il coraggio di ammettere qualche sconfitta, e la forzadi andare avanti nonostante tutto, con l'energia che pos-siamo mettere nell'esistere e nel pedalare rimanendo inpiedi. Migliorare, crescere e riuscire a concendersi lo spazio diun errore, di una caduta. sempre rialzandosi fieri cosìcome siamo, così come vogliamo essere trovando il corag-gio di rischiare se stessi ..." Se riesci a superare i confini, la vita dall'altra parte è me-ravigliosa."

Foto: Daniele GualandiScritto: Giulia Tolleretti

BIBLIOTECAMALATESTIANA

dal lunedì al venerdìore 8 - 18,45sabato ore 8 - 12,45

bacheca

“Possiamo provare com-passione solo fino a quando crediamo che

la persona sofferente condivide con noivulnerabilità e possibilità”.Martha Nussbaum

follementeIl Follemente è uno spazio aperto

dove si raccolgono idee, racconti, opinioni, immagini che riguardano il mondo universitario e non solo, cercando di suscitare l’interesse di noi studenti.

Per farci sapere cosa ne pensi, per darci suggerimenti, consigli, proposte o per esprimere critiche, dubbi,

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Preambolo del Trattato Istitutivo dell’OMS

La salute di tutti i popoli è una condizione fondamentale per la realizzazione

della pace e della sicurezza e dipende dalla più completa collaborazione

tra gli individui e tra gli Stati. (1948)

La RedazioneCactus, Danilo Buonora, Ste, Kibi, Ylenia Greco,Mrs Robinson, Solvogon, Steve, Irene Krezel,Giulia Tolleretti, EmmeGi, Fabiocon la preziosissima collaborazione di Lucius

[email protected]

Stampato pressoCartabianca SncSubborgo Federico Comandini, 81Tel. e Fax 0547 [email protected]

Con il contributo di Alma Mater Studiorium -Università di Bologna

Codice deontologico degli psicologi italiani, art. 4

Nell'esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità,il diritto alla riservatezza, all'autodeterminazione ed all'auto-nomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne ri-spetta opinioni e credenze, astenendosi dall'imporre il suosistema di valori; non opera discriminazioni in base a reli-

gione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-econo-mico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità.