25 Marzo 2021 Il nostro Dantedì Scuola Media Rocca Imperiale

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25 Marzo 2021 Il nostro Dantedì Scuola Media Rocca Imperiale

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25 Marzo 2021

Il nostro Dantedì

Scuola Media Rocca Imperiale

Firenze era a quel tempo, un Comune grande eprospero, tra i più importanti e dinamici d'Europa,cresciuto grazie ai suoi mercanti e ai suoibanchieri.

Storicamente Dante assiste alla contrapposizionedelle due grandi istituzioni del tempo: la Chiesa el'Impero.

Politicamente, queste due istituzioni trovano i lorosostenitori in due partiti: i Guelfi e i Ghibellini.

Profonde trasformazioni si verificano anche perquanto concerne lo sviluppo urbanistico. La cittàgigliata, proprio negli ultimi decenni del XIIIsecolo era un vero e proprio ‘cantiere’ a cielo apertoche rispecchiava, in un certo modo, il suodinamismo sociale.

Nasce a Firenze nel 1265 da una famiglia dellapiccola nobiltà fiorentina.

Stringe amicizia con alcuni dei rappresentantipiù importanti della Scuola Stilnovistica.

Ancora giovanissimo conosce Beatrice e se neinnamora e, quando lei morirà nel 1290, Dantevive una profondissima crisi.

A partire dal 1295, Dante partecipa attivamentealla vita politica della sua città.

Condannato ingiustamente all'esilio, inizia aperegrinare per l'Italia.

Morirà a Ravenna nel 1321.

La Vita Nova è una specie di viaggio a ritroso nella vita diDante: da quando incontra Beatrice per la prima voltaa 9 anni fino a quando la rivede dopo ben 9 anni. Fra loronon ci sarà mai nient'altro che un dolcissimo saluto, mabasta questo, unito alla visione della donna, a suscitarein lui un'incredibile felicità e un profondo amore. Dante,con l'intenzione di nascondere agli amici, preoccupati eincuriositi da questo suo stato d'animo, la vera identitàdella giovane, finge di essere innamorato di altre duefanciulle. Ma questo stratagemma, segno di grande rispettonei confronti di Beatrice, si rivelerà un'arma a doppiotaglio perché anche la ragazza, venuta a sapere del falsoinnamoramento del poeta, gli toglierà il saluto, gettandoloin uno stato di profondo sconforto. Sette anni dopoBeatrice muore senza che i due si siano rivisti o parlati.Questo lutto terribile provoca in Dante un fortissimodolore che, due anni dopo, lo porterà a scrivere la VitaNova.

E’ una raccolta di poesie ordinata non daDante, ma da editori e critici moderni.Ci sono sia liriche giovanili che di età piùmatura (fino al tempo dell’esilio),comunque tutte quelle poesie che Dantenon volle personalmente inserire in altreraccolte come La Vita Nova o Il Convivio.Quest'opera mostra la grande versatilitàpoetica di Dante, la sua capacità dispaziare fra temi, lingua e stili moltodiversi fra loro.

È un'opera mista di prosa e versi di argomento filosofico-dottrinale, scritta da Dante agli inizi del suo esilio(probabilmente intorno al 1304-1308): il progetto originaledell'opera prevedeva quindici trattati in prosa volgare, unointroduttivo e altri quattordici di commento ad altrettantecanzoni dottrinali composte dall'autore negli anni precedenti.Dante non portò a termine l'opera e la lasciò incompiuta dopoil IV Trattato, probabilmente per dedicarsi alla composizionedella Commedia. Il titolo significa letteralmente «banchetto» eallude alla volontà dell'autore di imbandire ai lettori lasapienza attraverso delle vivande rappresentate dalle canzoni,mentre il pane è costituito dal commento in prosa. L'ambizionedi Dante era quella di creare una vasta opera enciclopedica, incui affrontare tutti gli argomenti dello scibile e dimostrare cosìil proprio sapere e la propria maestria letteraria per riscattarela sua condizione di esule.

Il De Vulgari Eloquentia, scritto da Dante durante l'esilio, tra il1303 ed il 1305, è un trattato in latino progettato in quattro libri, dicui solo il primo e parte del secondo furono portati a termine.L'opera si apre proclamando la supremazia del volgare,lingua naturale che si impara fin dall'infanzia, sul latino, ritenutoda Dante una lingua artificiale inventata dai dotti, che siapprende solo con lo studio.

Tra le lingue parlate al suo tempo, Dante si sofferma sul volgaredel si, usato in Italia, e ne passa in rassegna 14 varietà regionali:nessuna di esse offre un linguaggio letterario degno di trattareargomenti elevati ed utilizzabile in ogni parte della penisola; essodovrebbe essere infatti aulico e curiale, adatto cioè ad essereparlato nella corte d'Italia se essa fosse governata da un principe.Poiché questa corte non esiste, occorre che, a creare unvolgare illustre, cooperino i più validi letterati delle varie partid'Italia, superando i particolarismi delle parlate locali,sull'esempio di quanto hanno iniziato a realizzare i poeti sicilianie stilnovisti. Il trattato si interrompe nel momento in cui Dantesta illustrando i caratteri dello stile tragico, il più elevato secondola retorica medievale.

Dante affronta in questo trattatello, scritto probabilmente primadell'esilio, il nodo politico del suo tempo, cioè il rapporto fra l'autoritàreligiosa e quella temporale. L'opera, in lingua latina, è divisa in tre libri.Dante sostiene che la monarchia è l'unico sistema politico atto apermettere a tutti il conseguimento della felicità e l'attuazione dellagiustizia, dato che il monarca è imparziale, non avendo nulla dadesiderare.Per chiarire il rapporto fra Chiesa e Stato, Dante ricorre all'immaginemetaforica del rapporto fra il sole e la luna, i due lumi creati da Dio: comela luna vive di luce riflessa dal sole, così il regno temporale ha autorità soloin quanto questa gli viene accordata dal potere spirituale.La Chiesa, tuttavia, non è l'origine dell'autorità imperiale, in quanto il veropotere viene accordato solo e direttamente da Dio.

Sono tredici lettere scritte in latino eindirizzate a vari interlocutori, reali eideali, concepite da Dante come vere opereletterarie destinate alla pubblicazione.Assai incerta è la loro datazione, anchese furono sicuramente tutte compostedurante l'esilio. In esse Dante affronta variargomenti, per lo più politici e relativi allapersonale vicenda del suo esilio, mentrealcune sono redatte per conto dei signori dacui era ospitato; la lingua e lo stile sonoparticolarmente curati, con ampio ricorsoagli strumenti retorici

La Divina Commedia

La Commedia di Dante Alighieri, una tra le più alteespressioni della letteratura mondiale di tutti i tempi, narra,in forma di poesia, del viaggio fatto dall’uomo Dante neiregni dell’aldilà per salvare la propria anima. Aiutato apercorrere l’inferno e il purgatorio dalla guida Virgiliorappresentante la ragione e il paradiso da Beatrice simbolodella fede, Dante compie questo viaggio dopo essersismarrito nella ‘selva’ del peccato. Scendendo nelregno infernale, risalendo quello della purgazione edentrando in quello della beatitudine, Dante compie una verae propria purificazione nel corpo e nello spirito. Tuttaviala Commedia è anche un viaggio universale’: scopo di questanarrazione, come afferma Dante nell’Epistola a Cangrande,è infatti quello di ‘trasportare’ l’intera umanità dallo stato dimiseria a quello della felicità.

Il regno della dannazione è rappresentatocome un cono rovesciato la cui base è postasotto l’emisfero delle terre emerse e il cuivertice giunge al centro della terra. Esso sisuddivide in 10 zone: un Antinferno e 9 Cerchiall’interno dei quali le anime sono punite dalpeccato meno grave a quello più grave.Superati i primi 6 Cerchi, il VII Cerchio sisuddivide in 3 gironi, l’VIII in 10 bolge e il IX inquattro zone: la Caina, l’Antenora, la Tolomeae la Giudecca.

Il secondo regno dell’aldilà èrappresentato come una montagnaemersa nell’emisfero opposto a quellodelle terre emerse. È suddiviso in 3parti: l’Antipurgatorio, il Purgatoriopropriamente detto a sua volta ripartitoin 7 Cornici e infine, sulla sommità delmonte, il Paradiso terrestre.

L’ultimo Regno del poema rispecchia la concezionetolemaica dell’Universo: esso è composto da 10 Cieli, ea ciascuno di essi corrisponde una precisa disciplina.Partendo dalla sfera planetaria più vicina alla terratroviamo: il Cielo della Luna (Grammatica), diMercurio (Dialettica), di Venere (Retorica), del Sole(Aritmetica), di Marte (Musica), di Giove (Geometria)e infine di Saturno (Astrologia).Al di là dei Cieli dei sette pianeti si trovano il Cielodelle stelle fisse (metafisica) e il Cielo cristallino(Etica), vale a dire il primo motore che imprime ilmovimento a tutte le sfere sottostanti. Oltre ilCristallino è posto, immoto, il Cielo dell’Empireo(Teologia).

Dante è il poetadell’italianità eleggere Dante puòaiutarci acomprendere ilpresente.

La Commedia tratta (lo dice Dante stesso nella suafamosa lettera al signore di Verona, Cangrandedella Scala) degli “stati dell’anima”, ovvero restaancor oggi un grande atlante di psicologia(anima in greco si dice psiche, per l’appunto).L’Inferno è il luogo del dolore, della sofferenzasenza speranza, come è scritto sulla sua porta.Senza speranza di cosa? Speranza de l’altezza,dice Dante stesso nel primo canto del poema. Èun’espressione chiave per comprendere il suomondo e l’intero libro. Speranza di elevarci al disopra di noi stessi, della nostra componenteanimale, come dice Ulisse ai suoi compagni perspronarli a esplorare il mondo sanza gente.

Il 25 marzo non è una data casuale. Per la città di Firenze,corrisponde infatti al Capodanno Fiorentino. Era proprioin questa ricorrenza che fino al 1750, iniziava l’anno civile;la stessa giornata in cui la Chiesa cattolica, aveva istituitola festa dell’Annunciazione. Dal 1582 entra invece in vigorel’anno gregoriano, che sancisce l’inizio dell’anno il 1°gennaio.Firenze ha mantenuto la tradizione di festeggiare ogni 25marzo, il suo Capodanno cittadino. Tutt’oggi il sentitoevento è commemorato con corteo storico, e solennecelebrazione all’interno della Basilica della SantissimaAnnunziata, seguito da eventi a tema e concerti.

https://www.youtube.com/watch?v=wZJlD1iLF5E

Nonostante i tanti secoli che ci separano,Dante è uno di noi. Perché anche Dante si ètrovato ad affrontare tematiche e situazionicon cui noi, oggi, facciamo i contiquotidianamente. Chi l’avrebbe mai detto cheanche al tempo di Dante si verificasserofenomeni di bullismo?Si, avete capito bene. Anche il nostro Dante ha

subito atteggiamenti di BULLISMO.

Nella Firenze del 1300 viveva Filippo de’ Cavicciuli, unnobile che faceva parte dei guelfi neri, coloro cheappoggiavano il Papato nella sua lotta contro l’Imperoin cambio di vantaggi economici.Filippo in particolare era molto ricco e avevaun‘abitudine che lo rese famoso: faceva ferrare il suocavallo con ferri d’argento.Per questo fatto tutti lo chiamavano Filippo Argenti.Un omone grande, nerboruto e forte, sdegnoso,iracondo e bizzarro. Così ce lo descrive Boccaccio in unanovella del Decameron. Pare che il suo nome circolassespesso sui documenti dei magistrati, e si dice anche chefosse così “bizzarro” da cavalcare a gambe larghe perprendere a calci in bocca i passanti, soprattutto lepersone di ceto umile.

Filippo Argenti era un bullo, e con DanteAlighieri erano rivali in politica (come saprete,Dante era un guelfo bianco), e vicini di casa. Idue si davano la buonanotte augurandosi avicenda di risvegliarsi freddi, ma questo nonfermò Filippo, ferri d’argento e faccia dibronzo, quando chiese a Dante di mettere unabuona parola con i giudici perché gliabbuonassero alcune magagne, così da pagareuna multa dimezzata.Dante fece ciò che sentì di dover fare: andò alPalazzo, parlò ai giudici e riuscì a faraggiungere alle tante imputazioni di Filippoun’altra accusa: occupazione di suolo pubblico.Risultato: la multa venne raddoppiata.

Lo scontro tra i due, comunque, non si fermònemmeno con l’esilio di Dante, né con la mortedi Filippo. Quando i guelfi bianchi venneroesiliati da Firenze, i Cavicciuli si impadronironodei possedimenti degli Alighieri e si opposero alritorno di Dante in città.Per tutta risposta, Dante relegò nel V cerchiodell’Inferno Filippo Argenti, che nel frattempo siera “risvegliato freddo per davvero”. Nudo,immerso nella palude Stige, nel grande poema,Filippo si azzanna con gli altri iracondi.

I versi del canto VIII dell’Inferno ci offronodiversi spunti per parlare di bullismo. FilippoArgenti, nel V cerchio, passa l’eternità con gliiracondi e gli accidiosi. Dante ci mostra iprimi mentre nuotano in superficie, siazzuffano tra loro e si mordono. Gli accidiosi,invece, sono sul fondo, e fanno ribollire lapalude coi loro sospiri. Ira e Accidia sono duevizi capitali e due approcci alla vita negativi,ma sono anche alla base del rapporto trabullo e bulleggiato.

Quei fu al mondo persona orgogliosa;bontà non è che sua memoria fregi:così s’è l’ombra sua qui furiosa.

Quanti si tegnon or là sù gran regiche qui staranno come porci in brago,di sé lasciando orribili dispregi!».

Canto VIII, vv. 52-54

(Parole di Virgilio a Dante)Eugène Delacroix, La barca di Dante (1822)

PENA

Gli iracondi sono immersinudi nella palude, sfogano laloro ira sui compagni e su di sèpercuotendosi e mordendosirabbiosamente.

CONTRAPPASSO

Per analogia. Gli iracondi, chein vita percossero edilaniarono gli altri, ora sipercuotono e mordono.

«Maestro, molto sarei vagodi vederlo attuffare in questa brodaprima che noi uscissimo del lago».

Dopo ciò poco vid’io quello straziofar di costui a le fangose genti,che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio.

E nonostante siano passati, ormai, tanti secoli…

Argenti vive

https://www.youtube.com/watch?v=0TX_FP7QNEk

Anna Maria Cotugno, docente di Storia e Criticadella Letteratura Italiana presso il Dipartimento distudi umanistici dell’Università degli studi di Foggiae Trifone Gargano, insegnante di Lingua eLetteratura Italiana, qualche anno fa hannopubblicato un volume, intitolato “DANTE POP”,che ci presenta un Dante poco conosciuto, moltodiverso da quello che abbiamo studiato a scuola.Sicuramente un ritratto che vale la pena diapprofondire.

Mai come in questo momento, il viaggio dantesco, che è un viaggio di espiazione ma anche dipurificazione e sublimazione, assomiglia ai momenti critici che ha vissuto l’umanità e che ancorasta vivendo.Così come Dante, ogni generazione ha attraversato momenti, situazioni e accadimenti diversi. E’sprofondata nei peccati, si è purificata nella fresche acque del Purgatorio dopo aver conosciutopassioni più o meno forti, fino a rivedere ancora la luce.Ogni secolo compirà, incessantemente, il viaggio dantesco. Fino a quando, finalmente, puòannunciare…

“quindi uscimmo a riveder le stelle”.

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