[24-03-2013] Casoriadue - N.12

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Settimanale di Informazione Distribuzione gratuita - E-mail: [email protected] ANNO XIII - N° 12 - DOMENICA 24 MARZO 2013 Via G. Carducci, 8 - Casoria (NA) Tel. 081.5405264 - Fax 081.7570042

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Settimanale di InformazioneDistribuzione gratuita - E-mail: [email protected] ANNO XIII - N° 12 - DOMENICA 24 MARZO 2013

La Citta’ si interroga:

chi sono gli anti Carfora? Via G. Carducci, 8 - Casoria (NA)Tel. 081.5405264 - Fax 081.7570042

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PALLA AVVELENATA

Evviva, siamo arrivati alla elabo-razione, poi ci sarà la discussione per l’approvazione del Bilancio del Comune di Casoria, l’azienda più importante di questa martoriata ed assonnata Città, ed il tutto accadrà, come per magia, dopo il noioso bla bla della proclamazione degli eletti alla Camera dei Deputati ed al Se-nato della Repubblica. Finiranno le polemiche politiche, scompariranno gli asini ed i tristi personaggi che, a caccia di una facile popolarità, ci stanno annoiando e perseguitando. In cantina i tromboni, i tuttologi, i politicanti e gli scrittorelli da stra-pazzo. Quante ne abbiamo dovuto leggere o ascoltare, poveri noi. Per fortuna tornerà la discussione su un tema fondamentale: il Bilancio e la politica, tanto amata dai caso-riani, rientrerà nelle sedi deputate, l’aula consiliare, e nelle mani, o ne-gli scritti, di chi la usa e la sfrutta.

E’ cominciato il nostro rito annuale, ed eccoci di nuovo ai soliti triti, ma affascinanti discorsi: c’è l’anti Car-fora e chi sarà? Polizio, con pignola puntualità, si è presentato ed il Dot-tore Carfora nulla ha potuto con-tro le invincibili cartelline dell’ex amico – nemico del Biancofiore; lui debuttante in politica proprio con il Ciccio andreottiano (o, meglio dire, pomiciniano): ma Carfora ha una rosa che lo cautela dai ribaltoni di potere. Dal Fli, ha risposto uno squillo: quello di Sergio D’Anna, al-fiere del partito di Fini e Bocchino, che non nasconde ambizioni: e da Destra, uno, due, tre, quattro vol-te hanno fatto suonare la fanfara.E Laezza? Eccolo pronto all’oratoria mostrare. Poi l’Udc divisa, molto di-visa: sfumata la volontà di mettere d’accordo Mosca, Del Prete, Esposi-to, Pugliese, Iodice, Polizio, Capa-no, Ferrara. Steccano quelli dell’API

e soprattutto il più votato dei caso-riani, Tommaso Casillo mostra il fiatone intento a seguire le anime ex socialiste ma a corto di ritmo al punto da preoccupare persino Pie-tro Diodato, che convinto di essere già in Parlamento si mostrava di-spiaciuto della non candidatura di Tommaso nel cappello di lista nel Centro Democratico; adesso dovrà continuare a controllare il manipo-lo consiliare che rappresenta e con l’appoggio ad un Assessore, Luisa Marro, che sta mettendo moltissi-mo impegno nel difficile compito dell’accorpamento delle scuole di base a Casoria, causa il dimensio-namento della rete scolastica; tutto questo in un’approvazione del Bi-lancio che dovrebbe vedere l’Am-ministrazione Comunale di centro sinistra vincitore a braccia alzate.

CONTONIA A PAG. 4

LA CITTA’ SI INTERROGA: CHI SONO GLI ANTI CARFORA?

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SEGUE DA PAG. 3

Ecco, sono questi i temi che ci intri-gano e fanno scordare quelli oziosi e capziosi utilizzati, in questi ultimi giorni, da una certa pubblicistica politica che, sconfinando in pascoli sconosciuti, ci ha ammannito lepi-dezze e facezie del tipo: “siamo nella Seconda Repubblica”; “Il Comune è di destra, anzi no: di sinistra”; “l’As-sessorato al Bilancio non è del Nuovo Psi (o Grande Sud o Pugliese)”. Uffa, amici, ci avete stancato, girate al lar-go, prego; tornate ai vostri pascoli.La discussione sul Bilancio è partita col suo carico di milioni, di speran-ze, capitoli, determine, debiti, ricor-si, il patto di stabilità, pignoramenti, risoluzione di tutti i mali popolari, ma – dopo aver ricacciato gli infe-deli e gli invasori – noi, popolo di Casoria non possiamo e non dob-biamo dimenticare i nostri problemi che sono tanti e vale la pena di ri-capitolarli per non perderli di vista.Negli anni scorsi c’è stata una emor-ragia di danari. Per riportare la po-litica alla gente è auspicabile un ri-entro nei canoni della serietà e una

corretta gestione del fenomeno Co-mune. La campagna elettorale dei veleni non è stata un bell’esempio. Stiamo ancora aspettando la rifor-ma strutturale da Carfora promes-sa che lui (o qualcun altro) dovrà programmare e portare a termine. Il Comune, nel marzo del 2005, si incamminò su una brutta strada e non servì agli amministratori di quel periodo a piangere, a crac avvenuto, o prendersela con il Senatore della Commissione Parlamentare Antima-fia Michele Florino, che, cattivone, volle rompere il giocattolo mentre, invece, oggi, sono sempre in aggua-to quelli che se ne voglio impadroni-re per squallidi interessi di bottega. Dopo le elezioni politiche e parla-mentari, riparte da Carfora e con Carfora il nostro Comune. E’ ora di finirla con le belle parole, le promes-se ed i discorsi di alta filosofia. Da questa Amministrazione vogliamo solo che risolva i problemi, come il li-vello della nostra Città può pretende-re. Ed ora torniamo ai temi spiccioli, quelli che ci accompagneranno per tante settimane, senza però ancora sorvolare su alcuni punti che non ri-

cordarli sarebbe un gravissimo erro-re giornalistico: lo Stadio Comunale San Mauro, chiuso dal 4 luglio 2003.In altra occasione, se ci sarà, rac-conteremo del nulla completo di eventi sportivi in questa Città e la totale assenza di attenzione nei confronti di sport popolari qua-li calcio, ciclismo, boxe e pallavolo. Dove eravamo rimasti? Sì, il Pdl c’è e l’Api no. Il Pd balbetta, Gril-lo vola, l’Udc si prepara. E ci sono i compagni di Sinistra Critica e di Sel. Già, ma chi è l’anti Carfora?

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ANTONIO OREFICE

Impegno sociale, valore del-la buona politica, attuale situazione amministrativa locale e nazionale, questi i temi di cui l’esponente del Movimento Idea Sociale (MIS) Andrea Caputo, can-didato sindaco alle ultime elezioni amministrative del 2011, ha voluto discute-

re con la nostra redazione. Signor Caputo, ci rac-conta in breve la sua esperienza politica?Come dissi già nella campa-gna elettorale di due anni fa mi ritengo un casoriano DOT (d’origine territoriale), in quanto sono nato e cresciuto in questa città. Sin dagli anni settanta mi sono dedicato alla politica, dedicandomi in particolare alla “politica di piazza”, in voga fino agli anni ’80 nel nostro Paese. Sono sempre stato esponente

dell’MSI (Movimento Sociale Italiano), in seguito divenu-to Movimento Idea Sociale (MIS). A livello nazionale il nostro ultimo leader è stato Pino Rauti, mentre il nostro attuale segretario nazionale è Raffaele Bruno. E con il par-tito MIS sono stato candida-to sindaco alle ultime elezioni

amministrative di Casoria, nel Maggio 2011.A t t u a l m e n -te svolge ruoli attivi in politica?P u r t r o p p o non svolgo ruoli attivi in quanto il lavo-ro mi sottrae molto tempo, ma continuo a dedicarmi alla così det-ta “politica di

partito” ed è mia intenzio-ne realizzare al più presto una sede per il mio parti-to sul territorio casoriano.Che opinione si è fat-to sulla attuale ammi-nistrazione comunale?È sotto gli occhi di tutti l’am-biguità di questa amministra-zione, che dopo meno di due anni dalle elezioni ha una maggioranza completamente diversa da quella di parten-za. Per carità, amministrare una città come Casoria non è semplice, ma personalmente

ritengo che pochi e concreti atti sono del tutto fattibili e realizzabili. In primis parti-rei con la valorizzazione del nostro museo di arte contem-poranea, con il rifacimento e la riapertura dello stadio “San Mauro”, che ha porta-to nella nostra città vecchie glorie come l’allenatore Loja-cono, il libero Bencivenga, lo stopper De Simone, il cen-travanti Pelle e il presidente Tintori, e che non merita di rimanere nel degrado in cui versa da circa quindici anni. I politici locali dovrebbero prendere esempio da Don Mauro Zurro, attuale parro-co della chiesa di San Mauro, che ha reso il campetto co-munemente chiamato “San Maurino” in via Diaz, quello che è oggi. Infine realizzerei una linea di collegamento tra il centro di Casoria e la frazione Arpino, oltre che at-tuare il rifacimento del man-to stradale di diverse strade della frazione (in particolare via Nazionale delle Puglie). I concittadini arpinesi sono ca-soriani anche loro, ma vengo-no troppo spesso dimenticati. Si è fatto un opinione sulla attuale situazio-ne politica nazionale?A livello nazionale siamo in una situazione di stallo. Con l’attuale legge elettorale non si avrà mai maggioran-za e quindi non si potrà mai formare un governo stabile.

La nostra attuale situazio-ne, di certo non positiva, è causata non solo dagli anni di “berlusconismo” ,ma an-che dal Centro Sinistra, che stando all’opposizione non ha saputo vigilare per impe-dire che arrivassimo a questo punto. Di recente è compar-sa questa terza forza politi-ca, i “grillini”, che dovevano portare rinnovamento nel nostro Paese, uscendo dai soliti schemi politici, e invece hanno dimostrato il contra-rio permettendo, con i loro voti, l’elezione dell’attuale presidente del senato, Pietro Grasso, esponente del PD. Cosa si augura per il nostro Paese e per la nostra città? Il MIS è sempre stato un movimento di idea sociale, al di fuori dei comitati d’af-fare. A livello nazionale la nostra proposta è quella di realizzare un reddito di in-serimento per i disoccupati e per le casalinghe, prendendo i fondi da una percentua-le delle entrate che lo Stato percepisce dalle slot machi-ne, ad esempio. In politica bisogna avere coscienza e pensare al benessere del po-polo e in particolare delle ge-nerazioni future , in quanto il politico serve la “polis”, la città appunto. Concluderei con una citazione che era tra le preferite del nostro le-ader nazionale, Pino Rauti, “Il futuro sta nelle radici”.

Impegno sociale, politica locale e nazionale: la parola all’ex candidato sindaco Andrea Caputo

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ESPEDITO D’ANTO’

Il sogno è ambizioso, i mezzi impiegati concreti. Quest’an-no nulla è lasciato al caso: due grandi organizzazioni quali EarthDay Italia e l’associazio-ne scout laica del C.N.G.E.I hanno ora, come già avvenuto in passato, lo scopo comune di sensibilizzare la cittadinan-za, stimolandone un’attiva partecipazione, al rispetto del-la natura e, più nello specifico, delle aree verdi del comune di appartenenza. Ciò è quan-to avvenuto Domenica 17 all’interno della Villa comu-nale della frazione di Arpino di Casoria. Il gruppo scout dell’omonima frazione ha col-to sin da subito la portata in sé dell’evento, già interessante se si considera che durante la stessa giornata gli scout danno il via alle celebrazioni per quel dì noto agli addetti ai lavori come Thinking Day, in cui ogni scout commemora la nascita del fondatore del movimento Baden-Powell, avvenuta il 22 Febbraio 1857, e allo stesso modo ha presente

gli ideali dello scoutismo, quali la fratellanza, che favorisce legami di solidarietà tra le persone, la coeduca-zione, che valorizza tanto il singolo quanto la collettività e la protezione dell’ambiente, che ha riempito di significati l’intera giornata e ha suggerito scambi di idee sull’ecologia e sul rapporto sostenibile tra uomo e natura. C.N.G.E.I e EarthDay con un comune protocollo d’intesa hanno reso possibile questo evento, qui ad Arpino, lì, in al-tre centinaia di piazze italiane. Tutti hanno dato limitata-mente alle proprie possibilità un proprio contributo, la villa è stata adornata con un mosaico di piantine all’inter-no di un quadrato proprio al centro dello spazio pubbli-co. Il disegno creato è stato quello del giglio, simbolo del movimento scout. Per alcune ore la villa s’è animata con i tipici canti scout, l’allegria dei lupetti, i più piccoli della sezione , e i numerosi che

armati di piccozze e rastrelli hanno bene arato il quadrato di terreno affinché fosse possi-bile piantare i variopinti fiori. Il fiore è soltanto un simbolo, ma che a detta di molti fa ben sperare. L’amministrazione del comune di Casoria ha dato con la propria parteci-pazione il proprio contributo alla manifestazione. Nello specifico hanno partecipato, questa volta con un foulard al collo, l’Assessore per le Po-litiche per l’Ambiente e Ciclo integrato dei rifiuti, Pasquale Tignola, l’Assessore al Patri-monio, Mariano Marino, ed il Vicesindaco Sergio D’Anna. Il Vicesindaco ha spronato a vivere la città prendendo spunto proprio dalla giornata -“tali spazi appartengono al cittadino”- ha detto, e suc-cessivamente ha poi invitato il gruppo scout a crescere ad Arpino e al centro di Casoria: possibile il progetto di un secondo gruppo scout? Con la presenza delle autorità la sezione tutta ha poi ram-

mendato il proprio impegno profuso affinché la villa, che resta dalla sua inaugurazione ancora senza un nome, venga intitolata a colui senza il quale gli scout non avrebbero avuto natali, il fondatore B. P. È ora che la burocrazia faccia il suo corso e un’oasi di verde, dove si avvicendano manife-stazioni di scambio e legalità, ora sotto il simbolico presidio del movimento scout, abbia dignità anche nel nome. Una bella giornata all’insegna di un unico motto: salviamo il Pianeta.Il C.N.G.E.I. è un movimento educativo scout volto all’affer-mazione della legalità attra-verso l’educazione dei giovani, guidati a formarsi come buoni cittadini del presente e del futuro. I giovani del movimento sono educati al conseguimento di una coscienza critica, che porti l’individuo a prediligere i diritti universali, la pace tra i differenti popoli e la tutela dell’ambiente.

Una villa da vivere……Salviamo il Pianeta

Non s i ferma e pare non stancars i l ’at t iv ità de l C omune e d i C asor iambiente , p er tenere pu l ita l a c i t tà d i C asor ia e l e aree c i rcostan-t i . S ono par t i te l e az ioni d i pu l i tura d i a lcu-ni sv incol i s t rada l i oggetto d i sacchegg io da par te d i inc iv i l i , che dep os itano i loro r i f iut i . C ont inuano i nost r i s forz i af fermano i l Pres i -dente d i C asor iambiente dott . Girardi e i l d i re t-tore Tecnico Ing . Isoldo, p er tenere non soltanto i l centro, ma anche la p er i fer ia de l la c i t tà pu l ite . “Questo è solo l ’u lt imo di una ser ie d’ in-ter venti fat t i g ià ne i mesi s corsi , conti-nu ano, sper iamo sempre che s ia l ’u lt i -mo, ma ovv iamente non c i fermeremo e cercheremo di tenere decorose queste zone” . Del lo s tesso av v iso i l S indaco Enzo C ar-fora : “ le rampe di accesso og get to del -

la puliz ia , sono i l big l ie t to da v i s ita del -la c it tà e per questo è doveroso inter venire . Inoltre s iamo r i spet tosi di un accordo fat to in Pre-fet tura mesi fa , in cui i Comuni s’ impegnavano a tenere pulite l e s trade che seppur di competenza prov inc ial i , r i cadevano nel conf ine di appar te-nenza, per tanto siamo r i spet tosi di quel l’accordo.”Inf ine l’Assessore a l l’Ambiente Pasquale Tignola . “Quest i t ipi d’ inter venti ormai da sol i non bastano più , f ra qualche set t imana ver-ranno i stal late , anche in quel la zona, del -le telecamere di sor veg l ianza, per poter in-div iduare chi con di sprezzo al la c iv i l tà e al saper v ivere , saccheg g ia quel la zona. Ormai è tut to pronto e per i l mese pross i -mo potremo vedere e intercet tare chi com-mette , quel lo che è un vero è propr io reato.

Pulizia rampe stradali, Casoriambiente e il Comune “Continuano i nostri sforzi”

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ANTONIO BOTTA

Sono persone di carattere, de-terminate nel loro proposito di creare un tessuto di colla-borazione e di cooperazione. Li accomuna la voglia di non arrendersi, di lottare per ac-quisire il diritto sacrosanto a vivere una vita dignitosa. Sì, perché senza lavoro non c’è dignità. Senza lavoro, restan-do “a spasso”, vengono tarpate le ali: si resta fermi al palo, si rimane intrappolati in un presente privo di prospettive, senza sogni, senza futuro. Chi è disoccupato, è sommerso dalla noia che deprime, da una disperazione che ti mon-ta dentro e ti fa vedere tutto nero, da una rabbia che ti as-sale incontrollabile, dalla ten-tazione di farla finita. Ma loro, i componenti della cooperati-va casoriana “L’uomo e il Le-gno e Altromondo”, non ce-dono. Non vogliono sprecare le loro energie in esternazioni di autocommiserazione e di vittimismo. Insomma, non si piangono addosso. E’ gente in gamba quella che fa parte di questa cooperativa socia-le, che propone la vendita di prodotti solidali e biologici. Persone consapevoli del loro valore e delle loro qualità. Quale che sia la loro età, sono uomini di talento, ciascuno di essi con spiccate compe-tenze in vari campi (falegna-mi, muratori, imbianchini..).Hanno saputo fare squadra e

crearsi delle opportunità la-vorative. Nessuno di loro ha pensato per sé, cercando la scorciatoia della raccomanda-zione. Per questo sono leali, onesti, retti. Da ammirare, dunque! Meritano certamente la fiducia dei Casoriani, il loro plauso, il loro rispetto. Non bastano, però, solo gli apprez-zamenti verbali. Hanno biso-gno di tantissimi acquirenti, che sappiano riconoscere l’al-tissima qualità dei loro pro-dotti garantiti, genuini, sani. Acquistando le loro offerte, li si incoraggia a credere nel-la forza della vita, a superare la logica fatalistica che li pa-ralizza nella dimensione del “qui non cambia mai nulla, abbiamo già provato.. lascia-mo perdere, non c’è niente da fare..” Telefonando per gli ordinativi allo 081 7574069 oppure al 3886578300 o an-dando in Largo S. Mauro per le prenotazioni, al Movi-mento di Lotta per il Lavoro, USB Casoria, si sostiene que-sta iniziativa, paragonabile a semi di coraggio inattesi, che germogliano anche nel deser-to; comprando i loro prodotti, si valorizza una concreta pos-sibilità di lavoro e si aiutano i giovani coinvolti a credere nel loro progetto. Ha scritto mons. Bregantini, già Vesco-vo di Locri, famoso per il suo impegno contro la Ndran-gheta, che una cooperativa

seria “è un inno alla vita!”. E “L’Uomo, il Legno e L’Al-tromondo” lo è certamente. Dice il loro portavoce Gen-naro Laudiero: “La nostra è una cooperativa sociale: ci occupiamo di manutenzioni, disponiamo di un laboratorio di falegnameria e ceramica, ma è anche una cooperativa che incentiva il biologico at-traverso i consorzi agricoli. Le offerte settimanali non sono solo di orto frutta, ma possono essere anche di pesce, latticini, formaggi, vino, olio.. Attraverso il gruppo di acqui-sto collettivo si possono creare serie opportunità di risparmio, permettendo a noi disoccupati di poter impegnare il proprio tempo risolvendo qualche pic-colo problema economico”. Bisogna affrettarsi, dunque, per ordinare svariate preli-batezze biologiche. Se, poi, occorre eseguire dei lavori in casa di muratura, di tinteg-giatura o di qualsivoglia ma-nutenzione, loro, con prezzi modici, sono a vostra dispo-sizione. Chiedo a Gennaro qualche prodotto da gusta-re: “La scarola”, mi risponde senza battere ciglio. “Quella bianca, riccia schiana, con ce-spo grosso e pieno di foglie dal sapore croccante, leggermente amarognolo. E’ detta riccia e schiana, cioè “piana”, perché presenta una foglia larga, dai margini molto frastagliati. E’

l’ingrediente fondamentale per la preparazione della pizza di scarole”. In questo perio-do nero di crisi economica, dove si fa fatica addirittura a soddisfare i bisogni primari ( la fame è in agguato, si teme di perdere la casa in cui si abita per la paura di non ri-uscire a pagare il fitto, si è in trepidazione nel timore che qualche membro della fami-glia si ammali, per i farmaci da comprare..), la cooperati-va sociale “L’Uomo, il Legno e L’altromondo” rappresenta la reazione costruttiva al cli-ma di paura che attualmen-te domina. I membri che ne fanno parte lanciano un messaggio importante: non è vero che qui, al Sud, siamo la palla al piede del Nord la-borioso ed efficiente; i me-ridionali hanno dato il loro forte contributo, in passato, allo sviluppo del Settentrione, lavorando instancabilmente, profondendo le loro ener-gie senza mai risparmiarsi. Il Sud non è solo camorra e corruzione, ma è anche e soprattutto serietà, voglia di reagire, capacità di fida-re sulle proprie forze, per camminare a testa alta, per guadagnarsi da vivere one-stamente, per guardare ne-gli occhi i propri figli senza vergogna. Lo stanno dimo-strando egregiamente Gen-naro Laudiero e i suoi amici.

In largo S. Mauro opera la cooperativa “L’Uomo, il Legno e Altromondo”

Si accettano ordinativi di prodotti solidali e biologici.QUEL LAVORO SVOLTO CON DIGNITA’ E ONESTA’

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VIVIEN BUONOCORE

Per ora si tratta solo di idee, ma tutti possono leggerle e scrive-re commenti. L’amministra-zione comunale ha pubblicato online il “Documento degli indirizzi per la redazione del Piano Urbanistico Comunale” consultabile al sito http://piani-ficazionecasoria.blogspot.it. Il testo non è stato ancora appro-vato, ma è stato proposto alla cittadinanza al fine di acqui-sire parere e suggerimenti. Il Piano Urbanistico Comunale, come si spiega nel documen-to pubblicato, è stato adottato dall’amministrazione nello scorso maggio, ma sulla base di un incarico risalente al 2006 e “a valle di atti dell’amministra-zione comunale adottati già dal 1997, con cui si esprimeva la volontà di una revisione ge-nerale del Piano Regolatore”. L’adozione del PUC è quindi avvenuta a più di dieci anni di

distanza dall’avvio del processo ed è per questo che “nello stes-so atto l’amministrazione aveva espresso la volontà di procede-re ad un suo aggiornamento”. L’adozione del PUC nel maggio 2012 rappresentava “il mo-mento di avvio del nuovo pro-cesso di pianificazione”, men-tre con il “Documento degli Indirizzi” appena pubblicato “si entra nel vivo del lavoro di costruzione del nuovo Piano, che dovrà essere partecipato e condiviso in ogni fase”. In un momento successivo i tecnici procederanno alla redazione del “Preliminare di Piano” in cui saranno indicate più in dettaglio le strategie di svilup-po del territorio. Anche que-sto atto sarà pubblicato e sarà accompagnato da questionari che verranno somministrati ai cittadini. Per adesso, gli in-dirizzi pubblicati stabiliscono

solo alcune “idee di città”, che sono abbastanza generiche. Al primo posto figura l’attività di “Riqualificazione e valorizza-zione dell’area centrale storica” che – soprattutto dopo le vora-

gini, i crolli e gli sgomberi veri-ficatisi negli ultimi tempi – ap-pare significativa. Subito dopo, nella lista delle idee prioritarie, compare la voce “Incremen-to di spazi e luoghi pubblici”.

Aggiornamento del Piano Urbanistico Comunale. Tutti i cittadini possono inviare pareri e suggerimenti

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CARMELA GIACOMETTI

Ferdinando è una commedia teatrale di Annibale Ruccello. In scena per la prima volta il 28 febbraio 1986 nel Teatro Verdi di San Severo, diretto dall’auto-re e con Isa Danieli nel ruolo di Donna Clotilde. L’opera ha vin-to due premi IDI: uno nel 1985 come testo teatrale, il secondo nel 1986 come miglior messinscena.Donna Clotilde, baronessa borbo-nica, si è rifugiata in una villa della zona vesuviana, scegliendo l’isola-mento come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo bor-ghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia. Il Regno delle Due Sicilie è appena caduto. È con lei una cugina povera, don-na Gesualda, che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera. I giorni trascorrono uguali, tra pasticche, acque termali, farmaci vari e colloqui con il parroco del paese, Don Catellino, un prete coinvolto in intrallazzi politici. Nulla sembra poter cambiare il

corso degli eventi, finché non arri-va Ferdinando, un giovane nipote di Donna Clotilde, dalla bellezza “morbosa e strisciante”. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, a mettere a nudo contraddizioni, a disseppellire scomode verità e a spingere un intreccio apparente-mente immutabile verso un inar-restabile degrado. Dice l’autore:“L’analisi e il tentativo fotografico di messa in evidenza dei rapporti affettivi intercorrenti fra quattro persone in isolamento coatto. Gli odi, i desideri, le bramosie sessuali, le vendette, le sopraffazioni, le te-nerezze, gli abbandoni, fra quattro personaggi, tutti perduti, dannati da una storia diversa per ognuno, ma sempre inclemente e perfida”.Fare teatro significa avere un’i-dea e comunicarla agli altri.Fare teatro significa avere un sogno e mostrarlo agli altri.Fare teatro significa pensare al futuro e viverlo nel presente.

Ferdinando

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13DOMENICA24 MARZO 2013

Incontriamo l’attore An-tonio Fiorillo nel cuore di Casoria, dove ci aspetta a casa sua. Troviamo un am-biente molto accogliente: tavola preparata e una nuo-va ricetta (olive, pomodoro, capperi e carne macina-ta), gli spaghetti “Occhio All’Artista” come li ha defi-niti lui, in dedica al format televisivo ideato, condotto e curato da Giuseppe Nappa. Antonio è con un grembiu-le, il grembiule di “Sorrisi e Sapori”, titolo della sua nuo-va trasmissione televisiva . In questo ambiente mol-to familiare e amichevole iniziamo la piacevolissima chiacchierata con l’attore.Antonio come inizia la sua carriera artistica?La mia carriera artistica ini-zia come sogno, come tutti i bambini che sognano di fare gli attori. Avevo nove anni andai a vedere nella mia cit-tà, Casoria, una compagnia che faceva “Sabato, Dome-nica e Lunedi”, con Ludovi-co Silvestri una persona che ho fatto teatro poi per tanto tempo ed è stato anche il mio professore di religione. Ap-passionato di teatro vedendo lo spettacolo, scoprii questa magia in questo teatro che ora non c’è piu’ e da quella sera dissi sarebbe bello fare l’attore. Il tempo passava, la passione aumentava e a diciassette anni ho debutta-to al teatro in “Prestemme a muglierete” devo molto ad Oscar Di Maio . Quindi

facemmo questa commedia dello zio, in cui c’era Tullio Del Matto, Olimpia Di Maio e ho cominciato il teatro fa-cendo l’attore di prosa. Poi nel 1997 feci “La Sai L’ulti-ma” programma di barzel-lette su canale 5, diventai campione e da li’ poi tante apparizioni e tante altre cose.Antonio dei film che hai fatto qualcuno che ti è ri-masto particolarmente nel cuore e nei tuoi ricordi?Di film non ne ho fatti tan-tissimi ma quello che mi sono rimasti particolarmen-te nel cuore ne sono due il primo è “La seconda notte di Nozze” di Pupi Avati del 2005 con Antonio Albanese, Marco Rea, con Angela Luce e poi sicuramente il film che è nel cuore di tutti e “Benve-nuti al Sud”. Questo film che ha avuto un successo stra-ordinario girato a Castel-labbate, campione d’incassi. Devo dire che ognuno nel suo ruolo in questo film ha avuto la sua fetta di successo.Antonio Cinema, Televi-sione, Caberet. A quali di queste forme artisti-che ti senti piu’ legato?Ogni espressione artistica ha la sua sfaccettatura per l’attore. Il teatro è una sfida continua, perché tu ogni sera ti metti in gioco anche se lo spettacolo è sempre lo stesso e lo fai per 90 per 100 repli-che, ogni sera c’è un pubblico diverso, un’emozione diver-sa. Il cinema è stato sempre la mia passione, il mio so-

gno, perché tu con il cinema rimani assolutamente nella memoria delle persone. La televisione ho sempre sogna-to di farla sempre da dietro alle quinte. Come ben sai faccio questo programma che tratta di cucina e si chia-ma “Sorrisi e Sapori” e va in onda su diverse emitten-ti dove sono attore e anche autore. Oltre a ciò sono sta-to autore del programma di Oscar di Maio e tanti altri. Il Cabaret ,poi, è straordina-rio con quello giri, incontri diverse persone e anche se ti porta ad essere lontano da casa sei ripagato dal mera-viglioso pubblico che ti ap-prezza nelle piazze italiane.Antonio a chi ti sen-

ti di dire un grazie.Un grazie lo devo dire a Lu-dovico Silvestri che mi ha istradato al teatro. Ancora lo devo dire ad un’attrice straordinaria che è la gran-dissima Olimpia Di Maio. Mi ha insegnato tantissi-me cose. Un grazie lo devo a tutta la famiglia Di Maio a Oscar, ancora Francesco Paolantoni, un grande re-gista, Armando Pugliese e tanti altri, perché ognuno di loro mi ha dato qualcosa.Noi ringraziamo l’atto-re Antonio Fiorillo della sua squisita disponibilità.

di Alessandra Vergara

Antonio Fiorillo si Racconta su Casoria Due

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14 DOMENICA24 MARZO 2013

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15DOMENICA24 MARZO 2013

ANTONIO ORECCHIO

Anche quest’anno la comunità di fedeli casoriani, celebra degnamente, con una serie di attività, il beato Ludovico da Casoria. Diversamente dal solito e visti i problemi dell’ospizio marino, in luogo della marcia, si è svolta la prima Peregrinatio Ludoviciana. In anticipo sui tempi usuali per la concomitanza delle festività pasquali la bellissima manifestazio-ne religiosa ha percorso gran parte del territorio cittadino, portando in processione per le strade di Casoria le reliquie del fraticello francesca-no. Una manifestazione caratterizzata finalmente dal coinvolgimento di quasi tutte le parrocchie cittadine, le quali sono state baciate dalla grazia di ospitare, anche se per pochi minuti, le reliquie del futuro Santo Ca-soriano. Nonostante la giornata tipicamente invernale e sfidando vento e freddo, i fedeli sono accorsi numerosissimi per prendere parte con il cuore colmo di gioia alla giornata Ludoviciana, organizzata come sem-pre dalle Suore Elisabettine Bigie, ordine francescano terziario fondato proprio dal nostro Ludovico. Premesso che, è questa è una mia perso-nalissima opinione, la marcia Ludoviciana va comunque fatta, devo dire però, che anche la Peregrinatio organizzata per la prima volta quest’anno ha raccolto i frutti sperati. Certamente, come capita spesso nelle prime volte, c’è sempre qualcosa da perfezionare, come ad esempio il percor-so, il passaggio nelle varie parrocchie, le celebrazioni eucaristiche. E’ un progetto su cui lavorarci per poter, magari già dal prossimo anno, coin-volgere quanti più casoriani possibili al fine di far conoscere agli stessi la grandezza di quest’umile servo del Signore che ha caratterizzato, con grandiose opere, la sua intera vita, vissuta nella carità, nella misericordia e nell’amore verso i deboli e gli indifesi. E’ chiaro che ciò richiede un to-tale coinvolgimento di tutti, comunità parrocchiali, operatori sociali, cit-tadini e soprattutto credo che sia necessaria la partecipazione attiva delle scuole con i propri giovani i quali a mio avviso devono rappresentare il fulcro vitale di tutto il movimento Ludoviciano. Potrebbe esser un’idea da prendere in considerazione per il prossimo futuro quella di concentrare meglio la manifestazione, rendendola meno lunga e faticosa, magari ce-lebrarla di Domenica e interessando di anno in anno un solo quartiere di Casoria in modo da coinvolgere tutta la comunità come parte integrante della manifestazione Ludoviciana. Una manifestazione, quella di Sabato scorso, svoltasi in una giornata caratterizzata da un freddo siberiano che

non ha per niente sco-raggiato il numeroso popolo Ludoviciano che ha percorso le stra-de cittadine, in profon-do raccoglimento e meditazione, con canti e preghiere in onore al beato, ripercorrendo anche simbolicamente quel sentiero tracciato anni fa dal nostro ca-

rissimo concittadino, da tanti definito il San Francesco del XIX° secolo. La manifestazione, che ha illuminato le strade Cittadine di una nuova Luce, irradiata dalle sacre reliquie del Beato Ludovico, ha visto la gradita presenza del Sindaco dott. Vincenzo Carfora e degli Assessori Antonio Lanzano e Luisa Marro, del resto dell’amministrazione comunale nean-che l’ombra, tranne una fugace apparizione dell’Assessore alla mobilità e sicurezza Tommaso Casillo durante uno dei momenti di preghiera nel-la parrocchia di San Benedetto. Era presente invece l’ex vice presidente della provincia Antonio Pugliese il quale non è mai mancato a nessuna manifestazione in onore del beato Ludovico. Assenti invece alla manife-stazione, dirigenti e consiglieri comunali, probabilmente impegnati in altre faccende più importanti. Tanto che importa loro, visto che molti di

essi non sono neanche di Casoria, sono solo ospiti profumatamente pa-gati con i soldi dei casoriani. Sono certo però che nessuno di loro sarà as-sente invece quando ci sarà la canonizzazione. Si faranno in quattro per partecipare alla celebrazione in Piazza San Pietro, tanto sarà tutto spesa-to. Questo però non scalfisce minimamente la devozione dei casoriani VERI verso il loro Ludovico il quale sarà fiero di essere accompagnato e sostenuto verso la Santità dai suoi umili e semplici fratelli, i quali non ces-seranno mai di innalzare al Signore tantis-sime preghie-re affinché la nostra Casoria possa pregiarsi quanto prima della santità del suo illustre concittadino. Bellissima la partecipazione dell’associazio-ne Madonna dell’Arco del Rione Salvo D’Acquisto, presenti in massa con tutti i suoi soci, da sempre ferventi sostenitori del beato Ludovico. Una manifestazione che ha portato i fedeli nelle varie parrocchie cittadine, da Santa Maria delle Grazie a San Giustino de Jacobis, passando per le parrocchie di San Paolo, di San Mauro, e sostando per alcuni minuti in ognuna di essa per consentire momenti di preghiera e di riflessione. Pie-ne di commozione le parole di Don Mauro Zurro, preposito della chiesa di San Mauro, il quale ha voluto ricordare ai presenti la grandiosità delle opere del Beato pregando lo stesso di guidarci in un cammino di fede e di carità con testimonianze autentiche di vita cristiana, trasformando le nostre intenzioni in fatti concreti per realizzare l’amore di Dio tra gli uomini. La bellissima giornata ha potuto vivere la sua degna conclusione nella parrocchia di Sant’Antonio Abate, dove la celebrazione eucaristica officiata dal parroco Don Marco Liardo ha, con la sua ardente omelia, posto il sigillo a una giornata trascorsa nell’amore e nella condivisione per il fratello, così come lo stesso Ludovico ci ha insegnato. La giorna-ta ludoviciana è terminata con il ritorno nella casa natale delle reliquie del beato attorniato dall’immenso amore dei suoi fedeli che nonostante l’ora ed il freddo sempre più pungenti hanno voluto testimoniare fino alla fine tutto l’affetto e la devozione verso il proprio fratello france-scano. Ad arricchire le varie celebrazioni nelle parrocchie ci hanno pensato le suore elisabettiane bigie e il gruppo giovani del carboncino della fraternità i quali hanno saputo, con grande vena artistica, offrire ai presenti alcune rappresentazioni nei quali si narravano momenti si-gnificativi della vita del beato. Rientrati alla casa natale, Suor Elsy, ma-dre superiore delle suore Elisabettine bigie, ha voluto ringraziare l’am-ministrazione comunale in particolare il sindaco e tutti quanti hanno preso parte a questa bellissima manifestazione. Ha ringraziato in par-ticolare la protezione civile e i vigili urbani che hanno costantemente seguito e vigilato sull’andamento della manifestazione. Ha terminato il suo dolce e accorato intervento, augurandosi per il prossimo futuro, ancora tantissimi momenti di gioia e di festa nella speranza di poter condividere questi bellissimi momenti con una sempre più numerosa presenza di cittadini casoriani. Soprattutto nell’attesa che quanto prima il nostro frate francescano Arcangelo Palmentieri ora Beato Ludovi-co, anche alla luce della riscoperta della spiritualità francescana grazie all’avvento del nuovo pontefice Papa Francesco, possa regalarci la gra-zia della sua canonizzazione per il bene di Casoria e di tutti i casoriani.

L’amore e la carità del Beato Ludovico per le strade della nostra Casoria !

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MARIANGELA FERRARA

A pochi giorni dall’inizio del nuovo pontificato è notevole l’incredulità e lo stupore che si può cogliere sui volti dei cristiani di tutto il mondo; il Cardinale Bergoglio rinuncia ai beni della Chiesa, alla sfarzosità e al lusso caratteristico fino a questo momento dell’ambiente ecclesiastico, contrapponendo l’umiltà e la norma-lità di un uomo qualsiasi, scegliendo un nome emblema della povertà, del rispetto, dell’amore sincero nei con-fronti di Dio. Un mes-saggio forte che coglie tutti alla sprovvista; il popolo cristiano ormai dopo tanti anni non si aspettava più un cam-biamento del genere.. eh già, papa Francesco ha rivoluzionato in pochi giorni molti aspetti del-la Chiesa senza abusare del proprio potere ma facendo piuttosto del suo ruolo una figura da prendere come model-lo, definendosi come messaggero di Dio e ponendo la sua figura come emblema dell’uomo medio. Proba-bilmente, molti saranno già stanchi di leggere continuamente articoli sul Papa e i continui notiziari che pongono tale evento come primario, ma forse bisognerebbe andare ben oltre quella che è la fede, perché ciò che sta succedendo in Vaticano rappresenta per credenti e non un punto di svolta, uno spiraglio nel buio. Esemplare è ciò che è accaduto domenica 17 Marzo 2013, al termine della messa nella chiesa di Sant’An-na, Papa Francesco salutando i fedeli riconosce tra loro Pietro Orlandi,

fratello di Emanuela Orlandi scom-parsa oltre trenta anni fa. Come lo stesso Pietro afferma, per anni ha cercato un dialogo con il Vaticano che gli è stato negato e finalmente, quella stretta di mano calorosa e ras-sicurante, gli ha restituito la speran-za di abbattere un muro di silenzio e di omertà che gli impedisce di darsi pace, finalmente si apre uno scorcio di luce in una vicenda agghiacciante; non serve a nulla fantasticare e fare

previsioni, si può solo continuare a sperare perché, come dice lo stesso Orlandi, “noi cerchiamo Emanuela viva” . L’umanità dimostrata in così poco tempo da un pontefice, proba-bilmente, ha colpito tutti in modo così diretto, come un fulmine a ciel sereno, perché è ciò che fino ad ora il popolo non ha trovato in nessun altro; come è giusto che sia, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma purtroppo è constatabile da ognuno di noi l’abbandono che i cit-tadini italiani hanno dovuto subire nel corso di questi anni, la solitudine che hanno dovuto sopportare quan-do non avevano i soldi per pagare le

tasse, quando le persone organizza-vano cortei e manifestazioni conti-nue pur di farsi notare da chi detiene il potere; ebbene, oggi dopo tutto ciò un pontefice, il monarca della Chiesa, si mostra vicino al popolo e non come figura autoritaria ma come uomo e in quanto tale come colui che può capire la sofferenza, i dolori di tutti gli italiani. Rivolgersi per la prima volta ad uomini, donne, anziani e bambini di tutte le nazio-

nalità con un “Buonase-ra” e congedarli con un semplicissimo “Buona serata e buon riposo”, ti riempiono il cuore, ti fanno capire che tutto il nero che ci circonda è la conseguenza di ciò che ci vogliono far vedere, perché le cose positive ci sono, il buono nel marcio c’è ancora e bisogna cominciare a guardare questo. A vol-te, come in questo caso,

molte parole non sono necessarie ma c’è bisogno piuttosto di qualcosa di efficace, e credo che non ci sia nulla di meglio se non proprio le parole del Cardinale Bergoglio, il discorso che ha emozionato il mondo intero: “Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di respon-sabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo custodi della creazione, del disegno di Dio iscrit-to nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompa-gnino il cammino di questo nostro mondo”.

“Habemus papam” . Una svolta?

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ANTONIO BOTTA

Sembra di rivivere gli entu-siasmi, il fervore e la gioia dei primi cristiani: questo Papa ar-gentino, di umili origini italia-ne, ci ha riportato di colpo, con l’animo colmo di stupore, all’es-senzialità evangelica, alla radi-calità di una fede troppo spesso seppellita da formalismi “gonfi di nulla” e da fronzoli, orpelli, parole vuote e chiacchiericci inconcludenti, senza alcun co-strutto. L’abbiamo constatato anche alcune ore fa nella par-rocchia di S. Anna in Vaticano, dove il Vescovo di Roma ha presieduto la celebrazione eu-caristica: durante la S. Messa, poco prima della conclusione, si è avvicinato al microfono e ha presentato all’assemblea un sacerdote argentino, che lavo-ra in Uruguay, invitandolo a salire sull’altare. “Svolge il suo apostolato”, ha detto il Ponte-fice, “tra i ragazzi di strada: per loro ha costruito scuole in cui hanno studiato, permettendo ai “meninos de rua” di trovare, poi, sbocchi lavorativi”. Alla fine, ha chiesto di pregare per lui. In tale gesto profetico, ho colto la strada che Papa Fran-cesco ha mostrato ai credenti, entro la quale devono “cam-minare, edificare e confessare Cristo morto e risorto”: andare incontro ai poveri per restitu-ire loro dignità. E’ il modo di permettere alla fede che Dio ci dona di cambiare con fatti concreti la realtà, di combat-tere le strutture del peccato, di rinnovare il mondo. Altro gesto fuori dagli schemi del Vicario di Cristo: alla fine della liturgia eucaristica, ancora con i paramenti sacri addosso, si è posto sul sagrato, di fronte alla porta d’ingresso del tempio, per salutare, con baci, strette di mano e abbracci, CIASCU-NO dei tantissimi fedeli che gli si avvicinavano, dispen-sando sorrisi sinceri. Un atto profondamente significativo della spiritualità francescana: il seguace di Gesù è colui che

accoglie, che trasmette gioia, che infonde calore umano, che manifesta la paternità di Dio con gesti semplici, ma autentici e genuini d’amore. Il cristia-no, ci ha fatto capire Sua San-tità, non ama in astratto, ma ama in concreto, uno per uno. Dopo aver, poi, porto il saluto alla folla che lo attendeva al di là delle transenne (anche qui avvicinandovisi e, quindi, met-tendo in difficoltà gli uomini della sicurezza), è salito su un’auto della gendarmeria per recarsi a S. Pietro. Ecco un’altra scelta indicativa, come quella di indossare il crocifisso non d’oro e tempestato di gemme né di fruire di mezzi di traspor-to privati: come ha sottolineato qualche giorno fa, la Chiesa per aiutare i poveri deve essere povera essa stessa. Un chia-ro invito ad abban-donare il superfluo, a scegliere uno stile di vita sobrio, a pre-ferire la modera-zione, la semplicità: un modo efficace per essere credibili e per dare un forte contributo allo svi-luppo della solida-rietà per la crescita di tutti, in particolar modo di quelli che “rosicchiano” la vita. All’Angelus, sempre porgen-dosi in modo informale, da buon padre di famiglia, dopo aver salutato con un inatteso e sorprendente “buongiorno” gli oltre 150 mila fedeli, ha parlato della misericordia di Dio, riprendendo il tema del-la pagina evangelica di questa Domenica: “l’Eterno Padre esercita la misericordia con gli uomini mostrando pazienza. “Dio” ha evidenziato, “non si stanca mai di essere misericor-dioso con noi; siamo noi a stan-carci di chiedere a Lui miseri-

cordia”: un chiaro invito, allora, a confidare nell’amore del Si-gnore, a non insuperbirci nella pretesa di non aver bisogno di perdono, uno sprone a ingi-nocchiarci in un atteggiamen-to di umiltà, per riconoscere le zavorre che opprimono il nostro cuore, chiedendo a Dio di liberarcene, per riprendere il cammino della nostra vita con la gioia derivante dalla certezza di essere amati, di essere volu-ti bene, quale che sia il nostro passato di manchevolezze, di miseria morale. “Mi è rimasta impressa”, ha riferito (senza tener conto del discorso scrit-

to su fogli che aveva davanti) , “una riflessione di una signora anziana, donna umile, che mi chiese di confessarsi, la quale mi disse che se Dio non perdonas-se, il mondo non esisterebbe”. Infine, dopo aver citato un li-bro del teologo Kaspers sulla misericordia, letto in questi giorni, di cui è rimasto favo-revolmente colpito, (“Non dite che faccio pubblicità ai libri dei miei cardinali”)” ha concluso chiedendo pere tutti l’inter-cessione della Madonna, “Colei che ha preso la Mi-

sericordia fra le braccia, Dio fatto uomo in Gesù”. Francesco, Vescovo di Roma, “preso quasi alla fine del mon-do”, il primo Pontefice dell’A-merica Latina, il primo Papa gesuita, incarna non la Chiesa istituzionale, curiale, ma quella che il Concilio Vaticano II de-finì efficacemente “popolo di Dio”. Nel documento concilia-re “Gaudium et Spes” si legge: “Le gioie e le speranze, le tri-stezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tri-stezze e le angosce dei discepoli

di Cristo”. Ecco, nello sguardo di papa Bergoglio, nella scelta del nome che si è dato, nei suoi gesti, nelle sue parole, nel suo invito a camminare insieme e nella sua insistente richiesta di pregare per Lui, si coglie la “cifra” alta del suo pontificato: accompagnare l’umanità inte-ra nel pellegrinaggio terreno, condividendone gioie e spe-ranze, tristezze e angosce , im-medesimandosi soprattutto in coloro che non contano nulla agli occhi degli uomini, ma che valgono tanto agli occhi di Dio.

Papa Francesco: quante sorprese!GUARDA GLI UOMINI CON GLI OCCHI DI DIO

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DANIELA ABBATE

La casa della buona politicaLa settimana scorsa è stata scan-dita da cambiamenti che en-treranno nella storia del nostro paese. Tutti siamo stati testimo-ni di eventi che hanno investito due aspetti fondamentali della vita di un uomo: religione e po-litica. Il 13 marzo, la cristianità ha il suo nuovo Pontefice, Jorge Mario Bergoglio, pochi giorni

dopo, il 16 marzo, si stabilisce il nuovo assetto in Parlamento, con l’elezione di Pietro Grasso alla Presidenza del Senato e di Laura Boldrini alla Camera dei Depu-tati. E’ trascorsa soltanto una set-timana, ma la loro presenza si è già fatta fortemente sentire. Il pri-mo ha manifestato l’intenzione di proporre ai fedeli una Chiesa rinnovata, senza sfarzo, gli altri due, armati di passione e volontà, avvertono “la necessità assolu-ta di dare un Governo al Paese”. Ma soffermiamoci su quest’ulti-mo aspetto, che ci spaventa, che ci atterrisce, che ci rende sfidu-ciati e senza speranza. Le grida di dolore, di aiuto e di protesta sono arrivate fino al cuore di una donna, una madre, una persona che da sempre si batte per i diritti degli oppressi e dei più deboli. La giornalista e portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Organizzazione delle Nazio-

ni Unite ora sente sua la missione di guidare il nostro paese fuori dalla crisi, verso la rinascita. Lau-ra Boldrini, la terza donna alla Presidenza della Camera nella storia del nostro paese, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti, è una donna che vanta una carriera professionale di tutto rispetto. Sin dalla maturità classica vede nel

viaggio la possibilità di arricchire la propria anima, di aprire la pro-pria mente verso altri mondi. Nel 1985 si laurea in Giurisprudenza, diventa giornalista pubblicista e comincia a lavorare per la RAI. Nel1983 il suo ingresso all’ONU, dove lavora quattro anni per la FAO e dal 1998 fino al 2012 ri-copre il suo incarico di portavoce presso LE Nazioni Unite. Questo ruolo le consente di compiere missioni in Africa, in Iran e in ex Jugoslavia ed essere vicina ai meno fortunati, agli immigrati e ai rifugiati. La sua umanità, la sua passione e la sua abnegazione vengono premiate con varie ono-rificenze; come nel 2004, quando le viene conferito il titolo di cava-liere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e nel 2009, quando ottiene il premio giorna-listico alla carriera Addetto stam-pa dell’anno del Consiglio nazio-nale dell’Ordine dei Giornalisti.

La sua esperienza e il suo impe-gno umanitario sono raccontati in due libri di cui è l’autrice “Tutti indietro” e “Solo le montagne non si incontrano mai. La storia di Murayo e dei suoi due padri”.Dopo aver conosciuto, seppur, minimamente, il background professionale e l’impegno socia-le e civile del nuovo Presidente della Camera, comprendiamo ancora di più la natura di quel-le parole, così sentite e com-moventi, che hanno trovato il consenso dei deputati durante il suo discorso di insediamento. Laura Boldrini, infatti, in soli 15 minuti, ha speso parole per tutti, senza escludere nessuno, ed ha iniziato il suo discorso invitando i colleghi a trasformare l’istituzione del Parlamento in un luogo di cit-tadinanza di chi ha più bisogno.Il discorso ha affrontato le tema-tiche che più affliggono la no-stra nazione, cominciando dai giovani:“quest’aula dovrà ascol-tare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta a portare spesso i propri talenti lontano dall’Italia”, per poi toccare la piaga della violenza sulle donne: “dovremmo farci ca-rico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore”, il dramma dei carce-rati: “ dovremmo stare accanto ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e de-gradante”, il problema della di-soccupazione: “dovremmo dare strumenti a chi ha perso il lavoro, a chi non lo ha mai trovato, a chi rischia di smarrire persino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, agli esodati.” Il Presidente non ha dimenticato la situazione degli imprenditori “che costituiscono una risorsa essenziale per l’eco-nomia italiana e che rischiano di essere schiacciati dalla crisi”, le vit-time del terremoto, i pensionati,

“chi è morto per l’istituzione e per questa democrazia”come Aldo Moro e coloro che lottano contro le mafie, come Don Luigi Ciotti.Laura Boldrini conclude il suo discorso invitando il Parlamento a riprendere la propria digni-tà, a trasformare la Camera dei Deputati nella “casa della buona politica”, rendendo trasparenti sia l’Istituzione che rappresen-tano sia il lavoro dei deputati, in una scelta di sobrietà dovu-ta agli italiani. “La politica deve tornare a essere una speran-za, una passione, un servizio”. Al termine, l’ex portavoce dei di-ritti dei rifugiati rivolge un pen-siero alle Nazioni Unite, alle asso-ciazioni che operano nel settore dell’integrazione, al nuovo Pon-tefice “venuto emblematicamente dalla fine del mondo”, ai morti senza nome che il Mediterraneo custodisce, lo stesso mare su cui l’Italia dovrà costruire un ponte che la colleghi ad altre culture e religioni. “L’Italia fa parte del nucleo dei fondatori del proces-so di integrazione europea” e per questo motivo è necessario lavo-rare insieme “affinché l’Europa torni ad essere un grande sogno, un crocevia di popoli e di culture, un approdo certo per i diritti del-le persone, un luogo della liber-tà, della fraternità e della pace.”Le parole del neo-presidente non ci lasciano indifferenti, toccano i cuori e alimentano la speran-za di un cambiamento reale. La sua voce risuona come le parole di una madre al proprio figlio, al quale offre gli strumenti per leggere il libro della sua vita, fatto di valori in cui credere e di diritti per cui bisogna battersi. Come una madre saggia gli indica la via: “bisogna capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza in-teriore e inesplorata di un disabile”.

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DANIELA RIBELLINO

Che tu sia un appassionato del folk-lore napoletano, un fervente catto-lico, un semplice visitatore curioso o uno scettico intransigente, la visita al celebre Cimitero delle Fontanelle nel quartiere Sanità di Napoli riu-scirà, in ogni caso, a suggestionarti in maniera significativa. Il nome del sito è legato alla copiosa presen-za in passato di sorgenti d’acqua e lo stesso toponimo “Sanità” si deve ai numerosi miracoli concessi dai santi sepolti nel quartiere. L’ossa-rio è ospitato all’interno di antiche cave di tufo che hanno fornito materiale per la costruzione della città fino all’inizio del secolo scorso.Quando nel Seicento Napoli fu vessata da rivolte popolari, carestie, terremoti, eruzioni del Vesuvio e dal morbo della peste, le grandi gallerie

delle cave furono usate per conser-vare le salme, così come nei primi decenni dell’Ottocento, anni in cui scoppiò una devastante epidemia di colera. In seguito ad una forte inondazione, le ossa furono risiste-mate e nel 1872 il cimitero fu aperto al pubblico. Il Cardinale Sforza isti-tuì per primo un’opera di suffragio per le anime dei numerosi defunti, celebrando una messa all’interno del sito. Probabilmente, è proprio da questo momento che si diffon-de così forte a Napoli il culto delle anime nel Purgatorio e, più nello specifico, delle “capuzzelle”: teschi di decine di migliaia, forse milioni di persone completamente anoni-me. Queste anime prive di identità sono considerate un punto di col-legamento tra il mondo dei vivi e

quello dei morti. Per questo motivo, le capuzzelle pos-sono essere “adot-tate” per chiedere loro una grazia. Soprattutto in pas-sato, si eseguivano dei veri e propri cerimoniali di adozione: il teschio veniva pulito, luci-dato, poggiato su un tovagliolo rica-mato, ornato di un rosario e di fiori. A quel punto, la capuzzella diveniva un vero e proprio membro della fa-miglia, rispettato ed onorato da tutti. Alcuni teschi, invece, appartengono all’intera comunità perché elargi-scono grazie a più fedeli. A Donna Concetta, ad esempio, si rivolgono soprattutto le donne. La sua peculia-rità è quella di avere il cranio umido e lucido a causa della condensa, ma essendo l’unico teschio con queste caratteristiche, i fedeli ritengono che le gocce d’acqua sulla sua fronte siano il suo sudore, derivante dallo sforzo compiuto per raggiungere il Paradiso. Per la devozione sempre

più viva, nel 1969 il luogo fu in-terdetto ai fedeli, ma i numerosi e svariati oggetti ritrovati nelle cave te-stimoniano la presenza dei cittadini nel cimitero anche durante gli anni della sua chiusura. Nel 2010, grazie ad una rivolta pacifica degli abitanti del quartiere Sanità, il Cimitero delle Fontanelle è stato riconsegnato ai cittadini. Un luogo dal fascino uni-co, in cui si ritrovano i tratti carat-terizzanti della cultura napoletana, dal culto per i defunti, alle leggende antiche, ai dati storici e scientifici interpretati in chiave religiosa. Tut-to condensato in uno stravagan-te equilibrio tra sacro e profano.

Itinerari guidati: il Cimitero delle Fontanelle

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22 DOMENICA24 MARZO 2013

Il dott. Raimondo FerraraMedico specialista in laboratorio di analisi

Riceve i suoi pazienti ogni giorno dalle 7,30 alle 11,00Esclusivamente

presso il Nuovo Laboratorio Analisi Salusvia Principe di Piemonte 131 - 80026 CASORIA

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COMUNICATO

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VIVIEN BUONOCORE

E’ senza dubbio apprezza-bile il tentativo degli am-ministratori locali di ar-ricchire le strade cittadine di nuovi, graziosi, arredi. Da un po’ di tempo, sulle strade principali e nell’a-rea di piazza Cirillo, cam-peggiano alcune fioriere in legno che incorniciano gli angoli dei marciapiedi su cui sono poste. L’idea, come è stato dichiarato, è quella di rendere più bella la nostra città. E’ vero, ci sono problemi più gravi, ma anche l’occhio vuole la sua parte: ben vengano, quindi, le fioriere. Tut-tavia, alcuni dei graziosi arredi urbani sono ada-giati non, come sarebbe logico, su marciapiedi piani e integri, ma su de-clivi o in prossimità di voragini che rappresenta-

no una minaccia costante per carrozzine, passeggi-ni e pedoni. Insomma, le belle fioriere in qualche caso non hanno fatto al-tro che mettere in risalto le discontinuità e il dis-sesto dei marciapiedi su cui sono poste. La voglia di riscatto dal “brutto”, e il “brutto” nudo e crudo convivono sotto i nostri piedi. E’ questa la con-traddizione che i cittadi-ni meno distratti, o solo meno abili nello zigzagare tra le buche e i dislivelli, notano in prossimità di alcune fioriere. Diciamo-celo – anche se il parago-ne è un tantino prosaico – è un po’ come quando una persona si improfuma senza prima darsi una rin-frescata. E’ una vestizione del brutto, che finisce per

mettere in risalto il pro-blema anziché nasconder-lo. Quello che oggi i citta-dini possono augurarsi è di vedere scomparire per un po’ le fioriere in legno. Giusto il tempo di aprire qualche cantiere che ri-metta in sesto marciapie-di e strade, per poi veder-

le ricomparire splendenti su un asfalto in condizio-ni accettabili. I soldi son pochi, le difficoltà ammi-nistrative sono infinite. Ma fare qualcosa si può, anche in un’area molto ristretta. Iniziando ma-gari dalla strada princi-pale del centro cittadino.

FIORIERE SU MARCIAPIEDI IN DISSESTO, LE CONTRADDIZIONI DI CASORIA IN UNA FOTO

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21 FEBBRAIO 2013

Il Direttore di Casoriadue e la redazione tutta partecipano commossi al dolore dell’amico Stani-slao Polizio e della figlia Gioconda per la diparti-

ta della moglie e mamma Giulietta.

Autorizzazione del Tribunale di Napolin. Reg. 5116 del 28/02/2000

Direttore Responsabile: Ferdinando TroiseStampa: PRINTING HOUSE - CASORIA

Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita.Questo numero è stato chiuso il 21 MARZO 2013

Impaginazione Grafica di Giuseppe Mascioli

Direzione, Redazione, Amministrazione e PubblicitàVia Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel./Fax 0817590707

email: [email protected]

Editore CASORIA DUE s.a.s

LUTTO

LAUREA IN SCIENZE DELL’AR-CHITETTURATESI DI LAUREA IN ARCHITET-TURA DEL PAESAGGIOTITOLO: RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA DEL BORGO MARINARO DI CITTADELLA DEL CAPO (CS)Il dott. Alessandro Puzone in data

15/3/2013 ha conseguito la laurea in scienze dell’archi-tettura con voto 110/110Relatore: Prof.ssa Stefania BrancaccioCorrelatore: Prof. Vito CappielloCongratulazioni. Finalmente la laurea è arrivata e l’ennesimo traguardo è stato raggiunto. Ti auguriamo un futuro ricco di successi e soddisfazioni.Mamma, Papà, Zia Mena, Zio Toni, Enzo e Alessandro.

AUGURISSIMI I migliori auguri di buon com-pleanno a Domenica Caputo, detta Nika, che il 27 Marzo compirà 18 anni . Che la vita possa regalarti tanti giorni di fortuna e felicità quante sono le gocce che formano il mare. Con affetto, i tuoi zii Andrea e Antonio Caputo.

AUGURISSIMI

Ai coniugi Carmela Apuzzo e Mario FerrantiniNel 60° anniversario della vostra vita nuziale, auguriamo che la vostra famiglia, composta dai figli Ugo, Aldo e Fulvio e dalle rispettive consorti e nipoti, possa continuare a vivere nella concordia e nell’amore reciproco in un clima di comunione fraterno, sotto lo sguardo vigile di Dio, perché “Se il Signore non custodisce la casa, invano lavorano coloro che la edificano (Is. 126, 1). La comunità parrocchiale“S. Antonio Abate

AUGURISSIMI

ALLA CARISSIMA DOTT.SSA D’ANNA ANTONELLA: MAMMA, PAPA’, I SUOCERI, IL MARITO, LA SORELLA, IL COGNATO E LA NIPOTINA, ORGOGLIOSI, TI AUGURANO TANTA SERENITA’ ED UN FUTURO DI GRANDE AVVOCATO DEL FORO DI NAPOLI.

AUGURISSIMI

Prego, se possibile, di comunicare quanto segue nel prossimo nu-mero: In merito all’articolo “Gli accorpamenti delle scuole di base a Casoria”, pubblicato nel numero di Domenica scorsa, si precisa che la scuola media Maglione è stata accorpata al 2° Circolo già da quest’an-no scolastico, mentre dal prossimo anno l’I. C. Maglione cederà il

plesso V. Emanuele di via Settembrini all’I. C. Palizzi.Antonio Botta

AVVISO

Auguri a Giuseppe D’Orsi per l’iscizione all’Albo dei giornalisti da tutta la Redazione di Casoria2

AUGURISSIMI

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