Interview - Corriere della Valle 24 03 2016

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Q uesta settimana inter- vistiamo Vivien Char- rey, consulente di impresa. Tu sei un imprenditore che aiuta altri imprendito- ri. Questa settimana di co- sa ti sei occupato? Sono anche io impren- ditore perché ho la mia società di consulenza ma ovviamente io ho fo- calizzato il mio lavoro nell'aiutare gli altri im- prenditori a fare impre- sa. Questa settimana so- no stato presso un clien- te che opera nel merca- to della cosmetica – un mercato particolarmen- te dinamico di questi tempi – e fondamental- mente mi sono occupa- to di pianificazione eco- nomico finanziaria. Sempre per conto di questo cliente poi stia- mo definendo il lancio di un nuovo prodotto e, quindi, stiamo facendo business plan, stiamo mettendo in piedi la struttura che dovrà se- guire il lancio del pro- dotto, saranno fatti de- gli investimenti piutto- sto pesanti e quindi oc- corre un supporto in ter- mini di accompagna- mento nel lancio. Tu applichi un metodo il lean six sigma di cui abbia- mo anche parlato in una delle edizioni precedenti di ImpresaVda. E' ancora questo il tuo metodo di ri- ferimento? Più che un metodo è una filosofia, una cultura ed è ancora presente nel mio lavoro, e consiste in un orientamento nella crea- zione di processi snelli che abbiano difettosità zero. Il punto ad un processo che si sviluppi senza commet- tere errori e senza spreca- re tempo. Poi ci sono aziende più strutturate, più grandi, essenzialmen- te di cultura anglosassone, che richiedono in manie- ra specifica l'implementa- zione di progetti e pro- grammi con questa meto- dologia. Però oserei dire che nel mio lavoro rimane una mia caratteristica, il dna del mio lavoro. Ma quali sono le esigenze delle imprese valdostane oggi in termini di manage- ment aziendale? Da qualche anno opero anche in Valle d'Aosta. Si- curamente un contesto imprenditoriale molto in- teressante, fatto però di aziende di taglio medio- piccolo e quello che ho po- tuto notare e che è un gap che va colmato in qualche modo è la carenza di tem- po e, a volte, anche di com- petenza in ambito manage- riale. Mi spiego: l'impren- ditore tipo valdostano è talmente preso e occupato dalla gestione del business operativa che difficilmen- te ha tempo per mettere in piedi una strategia, per de- finire la sua propria vision, la mission e degli strumenti di controllo e monitorag- gio dell'azienda che gli consentano di governare correttamente l'azienda. Delle figure esterne, come dei consulenti che non rappresentano un costo fisso ma semplicemente un investimento, possano creare cultura e definire questi aspetti che oggi so- no carenti. Hai creato una società: la Vic advisory. Il settore del- la consulenza direzionale è in espansione dunque? E' un settore particolare perché ha sofferto della crisi in quanto è un costo molto facile da tagliare. Devo dire però che per la consulenza finalizzata al creare valore, cioè recupe- rare efficienza e redditi- vità, c'è ancora grande in- teresse. Peraltro, spesso e volentieri, lavoro propo- nendo un compenso fisso ma anche ragionando sui risultati raggiunti. Quindi metto in gioco anche le mie competenze e delle persone che lavorano con me e se i risultati sono rag- giunti si condividono con l'impresa altrimenti è stato un investimento che è an- dato male per me. Tu operi sul mercato na- zionale e europeo come si riesce a rimanere competi- tivi a questi livelli? Per quanto riguarda il mercato europeo necessa- riamente occorre fare del- le partnership. Io ne ho fatta una da qualche anno con una società israeliana che ha duecento consulenti sparsi per il mondo e una ventina di sedi – Parigi, Londra, New Jork – e in questa maniera si riesce ad avere una struttura di ge- nere formata con espe- rienze e bagaglio tecnico interessante per poter ap- procciare clienti interna- zionali. La difficoltà oggi sta nel fatto che il contesto delle aziende internazio- nali è fatto da multinazio- nali con sedi sparse in giro per il mondo dove neces- sariamente devi garantire una presenza fisica e una competenza anche lingui- stica in quanto devi essere in grado di operare in Spa- gna in spagnolo, in Inghil- terra in inglese e andare in Francia parlando france- se. Di conseguenza avere alle spalle una simile part- nership ti consente di esse- re competitivo. Per quan- to riguarda invece le aziende più piccole l'ele- mento il valore aggiunto che tu apporti è l'elemen- to chiave. Quando un'azienda ti chiama qual è la prima co- sa che fai? La prima cosa che faccio, che devo fare - ed è sicura- mente la più difficile - è ca- pire le esigenze del cliente. La consulenza approccia questa fase con il momen- to dell'assesment, del dia- gnostico. Si tratta di fare una serie di incontri per capire le problematiche, le esigenze del cliente e poi proporre una soluzio- ne. Io cerco sempre di fare emergere quelle che sono le problematiche ancora nascoste che non erano ve- nute in mente all'impren- ditore o al dirigente dell'a- zienda. A me piace molto lo slogan di una società di consulenza americana che dice “problem solver”. L'o- biettivo è quello di far emergere i problemi con la finalità di trovare delle soluzioni. Significa visite in azienda, controlli dei bilanci… Sì. C'è una fase di analisi di dati, ma anche una fase molto interattiva con le fi- gure chiave dell'azienda e non solo in cui con tecni- che di brainstorming - ci si chiude in una stanza, la war room, la stanza della guerra – si fa la battaglia agli sprechi, ai problemi. Cominciamo ad identifi- carli, poi li andremo a mi- surare e cercheremo di identificare le soluzioni più opportune. Per il 2016 hai in mente un nuovo progetto? Sto lavorando ad un pro- getto proprio per le impre- se valdostane. L'obiettivo è quello di colmare questo gap manageriale che ho rile- vato con un servizio che potrebbe essere chiamato “360° al servizio delle im- prese” per permettere al- l'imprenditore di concen- trarsi sul suo business, sul suo prodotto, sul servizio, e lasciare a società come la mia, a professionisti come posso essere io e i miei col- laboratori l'onere della ge- stione del business, cioè monitoraggio degli indi- catori, pianificazione eco- nomico-finanziaria, rap- porti con le banche, otti- mizzazione dei processi, anche la parte legale. Que- sto perché dare l'opportu- nità agli imprenditori di potersi focalizzare al 100% su quello che sanno fare e dove possono fare la diffe- renzacredo che sia un va- lore inestimabile. L'idea è quella di ovviare al fatto di doversi prendere delle fi- gure interne all'azienda con la possibilità di fare le- va su una società di consu- lenza che è un costo più va- riabile. Un sogno imprenditoriale da realizzare? Avere una società di con- sulenza con sede in Valle d'Aosta che faccia anche leva su consulenti valdosta- ni e diffonda un po' di cul- tura d'impresa. 12 Giovedì 24 marzo 2016 «L ’elaborazione dei dati che ci sono stati forniti dalle nostre imprese associate per il secon- do trimestre 2016 – commenta il Pre- sidente di Confindustria Valle d’Ao- sta, Paolo Giachino- ci consente di tracciare un quadro circa lo stato di salute dell’imprenditoria locale. Quello che emerge è ancora un qua- dro orientato alla massima pruden- za ed i buoni risultati complessivi del- lo scorso trimestre non bastano per farci pensare che il peggio sia passa- to. Per andare verso tempi migliori è necessario attivare le dovute politi- che di sostegno di ripresa dell’eco- nomia. Tuttavia ci sono le condizioni per dare una spinta decisiva al pro- cesso di ripresa di cui bisogna assolu- tamente approfittare. In tal senso, mi pare si stanno muovendo le poli- tiche del Governo nazionale ed an- che quello del Governo Regionale». Il quadro congiunturale In linea con i dati nazionali, anche l’economia locale dopo un’apertura d’anno sotto i migliori auspici sem- bra orientata verso un atteggiamen- to di cautela e prudenza. Allineati ai dati della precedente rilevazione so- no quelli relativi al carnet ordini an- che se in lieve miglioramento: dimi- nuisce di poco la quota di imprendi- tori che hanno una scarsa visibilità (meno di un mese) che dal 22,73% del trimestre precedente passa ad un 21,74% dell’attuale; diminuisce il numero di imprese con una visibilità da uno a tre mesi (dal 36,36% al 30,43%) ma aumenta la quota di im- prese con una visibilità oltre i tre me- si (dal 40,91% al 47,83%).Per quan- to concerne il parametro relativo al grado medio di utilizzo degli im- pianti si riscontra un lieve peggiora- mento, con oltre il 25% delle impre- se intervistate che dichiara un utiliz- zo inferiore al 50%. Subisce un lieve decremento il dato relativo agli inve- stimenti programmati: il relativo sal- do passa infatti da uno 0% rilevato lo scorso trimestre ad un -3,33% del- l’attuale. Si mantiene piuttosto alta la quota di imprenditori che dichia- ra che non sono intervenute varia- zioni significative nell’ultimo trime- stre (gennaio-marzo) nei loro pro- grammi di investimento stabiliti in precedenza che si attesta su di un 97%. E’ una situazione particolar- mente delicata quella relativa al- l’andamento degli incassi: la quota di imprenditori che dichiara un an- damento dei pagamenti in ritardo rispetto ai tempi di pagamento pat- tuiti passa dal 46,43 del trimestre precedente ad un 68,97% dell’at- tuale. Questo è un dato particolar- mente sensibile in quanto questi ri- tardi riducono la liquidità delle im- prese e aumentano la necessità di ricorso al credito per le esigenze a breve termine. L’evoluzione a breve - Le prospettive Anche i dati previsionali si attestano nella maggior parte dei casi sugli stessi valori del trimestre preceden- te. In miglioramento è, tuttavia, il da- to relativo alla produzione che si at- testa su di uno 0% dopo il -8,33% del- lo scorso trimestre. E’ un dato in li- nea con quello relativo al carnet ordi- ni e dall’analisi dei dati riscontriamo che a conoscere una dinamica più positiva di questo parametro sono le aziende che hanno attuato delle po- litiche di alleanza. Sostanzialmente stabili sono i due parametri relativi ai nuovi ordini (il cui saldo rimane su di un 12%) e quello relativo ai nuovi ordini per le esportazioni (che dal 20% del trimestre precedente passa ad un 21,05% dell’attuale). A far re- gistrare la dinamica più positiva è il settore manifatturiero. Un leggero decremento rispetto al primo trime- stre 2016, si riscontra per il parame- tro relativo agli investimenti: la quo- ta di imprenditori che hanno dichia- rato di voler procedere ad investi- menti per ampliare la propria capa- cità produttiva passa dal 24,14% del trimestre precedente ad un 19,35% dell’attuale e aumenta di conse- guenza la quota di imprenditori che dichiarano di non voler procedere a nessun investimento che dal 45% del trimestre precedente passa ad un 52% dell’attuale. L’andamento occupazionale subisce una lieve battuta d’arresto ed il relativo saldo fra imprenditori ottimisti e pessimi- sti da un +6,67% del trimestre pre- cedente indietreggia a -3,23%. Tut- tavia si tratta nella maggior parte dei casi di uscite dal mondo del la- voro che non danno luogo a sosti- tuzioni. Si riscontra, di contro, un incremento della quota di aziende che dichiarano di non voler fare ri- corso allo strumento della Cassa In- tegrazione: dal 77% dello scorso trimestre al 90% dell’attuale. Que- sto fenomeno è imputabile in larga misura alle nuove modalità di ricor- so alla Cassa Integrazione. Confindustria: regna l’incertezza Consulenza - Intervista a Vivien Charrey «Al servizio degli imprenditori valdostani» Vivien Charrey

Transcript of Interview - Corriere della Valle 24 03 2016

Questa settimana inter-vistiamo Vivien Char-

rey, consulente di impresa.

Tu sei un imprenditoreche aiuta altri imprendito-ri. Questa settimana di co-sa ti sei occupato?Sono anche io impren-ditore perché ho la miasocietà di consulenzama ovviamente io ho fo-calizzato il mio lavoronell'aiutare gli altri im-prenditori a fare impre-sa. Questa settimana so-no stato presso un clien-te che opera nel merca-to della cosmetica – unmercato particolarmen-te dinamico di questitempi – e fondamental-mente mi sono occupa-to di pianificazione eco-nomico finanziaria.Sempre per conto diquesto cliente poi stia-mo definendo il lanciodi un nuovo prodotto e,quindi, stiamo facendobusiness plan, stiamomettendo in piedi lastruttura che dovrà se-guire il lancio del pro-dotto, saranno fatti de-gli investimenti piutto-sto pesanti e quindi oc-corre un supporto in ter-mini di accompagna-mento nel lancio.

Tu applichi un metodo illean six sigma di cui abbia-mo anche parlato in unadelle edizioni precedentidi ImpresaVda. E' ancoraquesto il tuo metodo di ri-ferimento?Più che un metodo è unafilosofia, una cultura ed èancora presente nel miolavoro, e consiste in unorientamento nella crea-zione di processi snelli cheabbiano difettosità zero. Ilpunto ad un processo chesi sviluppi senza commet-tere errori e senza spreca-re tempo. Poi ci sonoaziende più strutturate,più grandi, essenzialmen-te di cultura anglosassone,che richiedono in manie-ra specifica l'implementa-zione di progetti e pro-grammi con questa meto-dologia. Però oserei direche nel mio lavoro rimaneuna mia caratteristica, ildna del mio lavoro.

Ma quali sono le esigenzedelle imprese valdostaneoggi in termini di manage-ment aziendale?Da qualche anno operoanche in Valle d'Aosta. Si-curamente un contestoimprenditoriale molto in-teressante, fatto però diaziende di taglio medio-piccolo e quello che ho po-tuto notare e che è un gapche va colmato in qualchemodo è la carenza di tem-po e, a volte, anche di com-petenza in ambito manage-riale. Mi spiego: l'impren-ditore tipo valdostano ètalmente preso e occupatodalla gestione del businessoperativa che difficilmen-te ha tempo per mettere inpiedi una strategia, per de-finire la sua propria vision,la missione degli strumentidi controllo e monitorag-gio dell'azienda che gliconsentano di governare

correttamente l'azienda.Delle figure esterne, comedei consulenti che nonrappresentano un costofisso ma semplicementeun investimento, possanocreare cultura e definirequesti aspetti che oggi so-no carenti.

Hai creato una società: laVic advisory. Il settore del-la consulenza direzionaleè in espansione dunque?E' un settore particolareperché ha sofferto dellacrisi in quanto è un costomolto facile da tagliare.Devo dire però che per laconsulenza finalizzata alcreare valore, cioè recupe-rare efficienza e redditi-vità, c'è ancora grande in-teresse. Peraltro, spesso evolentieri, lavoro propo-nendo un compenso fissoma anche ragionando suirisultati raggiunti. Quindimetto in gioco anche lemie competenze e dellepersone che lavorano conme e se i risultati sono rag-giunti si condividono conl'impresa altrimenti è statoun investimento che è an-dato male per me.

Tu operi sul mercato na-zionale e europeo come siriesce a rimanere competi-tivi a questi livelli?Per quanto riguarda ilmercato europeo necessa-riamente occorre fare del-le partnership. Io ne ho fattauna da qualche anno conuna società israeliana cheha duecento consulentisparsi per il mondo e unaventina di sedi – Parigi,Londra, New Jork – e inquesta maniera si riesce adavere una struttura di ge-nere formata con espe-rienze e bagaglio tecnicointeressante per poter ap-procciare clienti interna-zionali. La difficoltà oggista nel fatto che il contestodelle aziende internazio-nali è fatto da multinazio-nali con sedi sparse in giroper il mondo dove neces-sariamente devi garantireuna presenza fisica e unacompetenza anche lingui-stica in quanto devi esserein grado di operare in Spa-gna in spagnolo, in Inghil-terra in inglese e andare inFrancia parlando france-se. Di conseguenza averealle spalle una simile part-nership ti consente di esse-re competitivo. Per quan-to riguarda invece leaziende più piccole l'ele-mento il valore aggiuntoche tu apporti è l'elemen-to chiave.

Quando un'azienda tichiama qual è la prima co-sa che fai?La prima cosa che faccio,che devo fare - ed è sicura-mente la più difficile - è ca-

pire le esigenze del cliente.La consulenza approcciaquesta fase con il momen-to dell'assesment, del dia-gnostico. Si tratta di fareuna serie di incontri percapire le problematiche,le esigenze del cliente epoi proporre una soluzio-ne. Io cerco sempre di fareemergere quelle che sonole problematiche ancoranascoste che non erano ve-nute in mente all'impren-ditore o al dirigente dell'a-zienda. A me piace moltolo slogan di una società diconsulenza americana chedice “problem solver”. L'o-biettivo è quello di faremergere i problemi conla finalità di trovare dellesoluzioni.

Significa visite in azienda,controlli dei bilanci…Sì. C'è una fase di analisi didati, ma anche una fasemolto interattiva con le fi-gure chiave dell'azienda enon solo in cui con tecni-che di brainstorming - ci sichiude in una stanza, lawar room, la stanza dellaguerra – si fa la battagliaagli sprechi, ai problemi.Cominciamo ad identifi-

carli, poi li andremo a mi-surare e cercheremo di

identificare le soluzionipiù opportune.

Per il 2016 hai in mente unnuovo progetto? Sto lavorando ad un pro-getto proprio per le impre-se valdostane. L'obiettivo èquello di colmare questogap manageriale che ho rile-vato con un servizio chepotrebbe essere chiamato“360° al servizio delle im-prese” per permettere al-l'imprenditore di concen-trarsi sul suo business, sulsuo prodotto, sul servizio,e lasciare a società come lamia, a professionisti comeposso essere io e i miei col-laboratori l'onere della ge-stione del business, cioèmonitoraggio degli indi-catori, pianificazione eco-nomico-finanziaria, rap-porti con le banche, otti-mizzazione dei processi,anche la parte legale. Que-sto perché dare l'opportu-nità agli imprenditori dipotersi focalizzare al 100%su quello che sanno fare edove possono fare la diffe-renzacredo che sia un va-lore inestimabile. L'idea èquella di ovviare al fatto didoversi prendere delle fi-gure interne all'aziendacon la possibilità di fare le-va su una società di consu-lenza che è un costo più va-riabile.

Un sogno imprenditorialeda realizzare?Avere una società di con-sulenza con sede in Valled'Aosta che faccia ancheleva su consulenti valdosta-ni e diffonda un po' di cul-tura d'impresa.

12 Economia e LavoroGiovedì 24 marzo 2016

«L’elaborazione dei dati checi sono stati forniti dalle

nostre imprese associate per il secon-do trimestre 2016 – commenta il Pre-sidente di Confindustria Valle d’Ao-sta, Paolo Giachino- ci consente ditracciare un quadro circa lo stato disalute dell’imprenditoria locale.Quello che emerge è ancora un qua-dro orientato alla massima pruden-za ed i buoni risultati complessivi del-lo scorso trimestre non bastano perfarci pensare che il peggio sia passa-to. Per andare verso tempi migliori ènecessario attivare le dovute politi-che di sostegno di ripresa dell’eco-nomia. Tuttavia ci sono le condizioniper dare una spinta decisiva al pro-cesso di ripresa di cui bisogna assolu-tamente approfittare. In tal senso,mi pare si stanno muovendo le poli-tiche del Governo nazionale ed an-che quello del Governo Regionale».

Il quadro congiunturale

In linea con i dati nazionali, anchel’economia locale dopo un’aperturad’anno sotto i migliori auspici sem-bra orientata verso un atteggiamen-to di cautela e prudenza. Allineati aidati della precedente rilevazione so-no quelli relativi al carnet ordini an-che se in lieve miglioramento: dimi-nuisce di poco la quota di imprendi-tori che hanno una scarsa visibilità(meno di un mese) che dal 22,73%del trimestre precedente passa ad un21,74% dell’attuale; diminuisce ilnumero di imprese con una visibilitàda uno a tre mesi (dal 36,36% al30,43%) ma aumenta la quota di im-prese con una visibilità oltre i tre me-

si (dal 40,91% al 47,83%).Per quan-to concerne il parametro relativo algrado medio di utilizzo degli im-pianti si riscontra un lieve peggiora-mento, con oltre il 25% delle impre-se intervistate che dichiara un utiliz-zo inferiore al 50%. Subisce un lievedecremento il dato relativo agli inve-stimenti programmati: il relativo sal-do passa infatti da uno 0% rilevato loscorso trimestre ad un -3,33% del-l’attuale. Si mantiene piuttosto altala quota di imprenditori che dichia-ra che non sono intervenute varia-zioni significative nell’ultimo trime-stre (gennaio-marzo) nei loro pro-grammi di investimento stabiliti inprecedenza che si attesta su di un97%. E’ una situazione particolar-mente delicata quella relativa al-l’andamento degli incassi: la quotadi imprenditori che dichiara un an-damento dei pagamenti in ritardorispetto ai tempi di pagamento pat-tuiti passa dal 46,43 del trimestreprecedente ad un 68,97% dell’at-tuale. Questo è un dato particolar-mente sensibile in quanto questi ri-tardi riducono la liquidità delle im-prese e aumentano la necessità diricorso al credito per le esigenze abreve termine.

L’evoluzione a breve - Le prospettiveAnche i dati previsionali si attestanonella maggior parte dei casi suglistessi valori del trimestre preceden-te. In miglioramento è, tuttavia, il da-to relativo alla produzione che si at-testa su di uno 0% dopo il -8,33% del-lo scorso trimestre. E’ un dato in li-nea con quello relativo al carnetordi-

ni e dall’analisi dei dati riscontriamoche a conoscere una dinamica piùpositiva di questo parametro sono leaziende che hanno attuato delle po-litiche di alleanza. Sostanzialmentestabili sono i due parametri relativi ainuovi ordini (il cui saldo rimane sudi un 12%) e quello relativo ai nuoviordini per le esportazioni (che dal20% del trimestre precedente passaad un 21,05% dell’attuale). A far re-gistrare la dinamica più positiva è ilsettore manifatturiero. Un leggerodecremento rispetto al primo trime-stre 2016, si riscontra per il parame-tro relativo agli investimenti: la quo-ta di imprenditori che hanno dichia-rato di voler procedere ad investi-menti per ampliare la propria capa-cità produttiva passa dal 24,14% deltrimestre precedente ad un 19,35%dell’attuale e aumenta di conse-guenza la quota di imprenditori chedichiarano di non voler procedere anessun investimento che dal 45%del trimestre precedente passa adun 52% dell’attuale. L’andamentooccupazionale subisce una lievebattuta d’arresto ed il relativo saldofra imprenditori ottimisti e pessimi-sti da un +6,67% del trimestre pre-cedente indietreggia a -3,23%. Tut-tavia si tratta nella maggior partedei casi di uscite dal mondo del la-voro che non danno luogo a sosti-tuzioni. Si riscontra, di contro, unincremento della quota di aziendeche dichiarano di non voler fare ri-corso allo strumento della Cassa In-tegrazione: dal 77% dello scorsotrimestre al 90% dell’attuale. Que-sto fenomeno è imputabile in largamisura alle nuove modalità di ricor-so alla Cassa Integrazione.

Confindustria: regna l’incertezza

Consulenza - Intervista a Vivien Charrey

«Al servizio degli imprenditori valdostani»

■ Vivien Charrey