2015 VOCE MIC - piccolefigliesangiuseppe.it · A VOCE 4 MICA A VOCE A 5 di noi! A volte sembra che...

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2015 3 AMICA AMICA V O C E Pubblicazione Trimestrale delle Piccole Figlie di S. Giuseppe Verona - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB VERONA settembre • dicembre

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Pubblicazione trimestrale delle Piccole Figlie di S. Giuseppe37128 Verona Via Don Baldo 7

Tel. 045 8348608www.piccolefigliesangiuseppe.it

Direttore Responsabiledon Guido Todeschini

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Nuova Zai snc (vr)Aut. Pref. di Verona n. 3055 Gab. 251145

La Misericordia si è fatta “Bambino”

Madre Elisa Baù

Con la Prima domenica d’ Avvento abbia-mo iniziato il percorso del Nuovo Anno Liturgico che segna il cammino della

nostra vita cristiana perché ci ripropone tutte le tappe della vita di Gesù per renderci capaci di partecipare attivamente alla “storia della Sal-vezza”, ricevendone la ricchezza di grazia che ci raggiunge e ci salva. L’ Avvento è un cammino verso Betlemme, un metterci in strada per incon-trare “il bambino: la Grandezza che si fa piccola, l’Immensità che si fa limite”, è imbatterci, sempre di nuovo, nel Mistero di un Dio Amore che ci incanta, ci sorprende con uno suo stile inusitato di entrare nella storia e dirci che Lui è presente anche in ciò che noi crediamo assurdo. In questo percorso che “esige” un cambiamento di mentali-tà e di cuore siamo aiutati dalla liturgia ad assu-mere le attitudini più opportune per “dare spazio” a Dio e saper accoglierLo nel nostro cuore e nella nostra vita di ogni giorno. Le attitudini interiori sono quelle dell’attesa vigilante, della preghiera fi-duciosa, della saggezza nell’orientare la nostra vita verso ciò che veramente conta. Saper attendere non è un atteggiamento passivo, vuoto di senso: esso richiede la pazienza ricca di speranza di chi è sicuro che qualcosa di grande e di bello accadrà; di chi vigila attentamente su ogni segno di vita e di bene che lo circonda. Saper attendere è darsi da fare, rimanere pronti, per poter accogliere e far felice Colui che arriverà. La Preghiera fiducio-sa ci permette di rimanere “cannettati” con Dio, in sintonia di mente, di cuore con Lui, con il suo modo di amare e di agire, che ci trasforma interiormente e ci indica percorsi di bene e di comunione con tutti. La Saggezza ci consente di investire il nostro tempo, i nostri talenti, secondo i criteri del Vangelo Quest’anno il S. Natale si inserisce nell’ anno giubilare della Divina Misericordia, è quindi per ciascuno di noi una grazia che ci invita ad immer-gerci nella contemplazione dell’amore di Dio che

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non solo si fa carne, si fa piccolezza per “conqui-starci” alla tenerezza, alla bontà, alla compassio-ne, ma ci avvolge con la sua Misericordia senza limiti, che non si impone mai, semplicemente ci abbraccia e si fa dono. Natale 2015 non è la semplice la festa dei buoni sentimenti: è la Festa della Misericordia. La Misericordia è il nome più bello di Dio perché ci permette di cogliere l’es-senza dell’Amore che è sempre “uscita da se stesso”, si fa spazio di rinascita, di speranza di ricostru-zione della comunione e del perdono. Il Santo Papa Giovanni Paolo II affermava: “L’umanità non troverà pace finché non si rivolgerà con fiducia alla Divina Misericordia!” Mentre ci scambiamo gli Auguri natalizi, come espressione di gioia e di grazia che emana dal Natale di Gesù, vogliamo impegnarci a rendere “vere e autentiche” le no-stre parole con l’impegno a sostenerci per essere ovunque messaggeri della Divina Misericordia. Ci auguriamo che le nostre famiglie, le nostre co-munità cristiane e religiose, possano essere vera-mente “scuola di misericordia, di accoglienza e di perdono”. Allora il Natale di Gesù, diverrà una realtà oggi, sarà anche il nostro Natale che non si concluderà nello spazio di un giorno ma si esten-derà nel nostro quotidiano. Così, nonostante le contraddizioni della storia, potremo incarnare il precetto dell’amore per far dire a quanti ci osser-vano: “Guardate come essi si amano” e , insieme, accenderemo “luci di speranza e amore” capaci di squarciare le nubi tenebrose che vogliono impe-dire all’umanità di vivere in pace e in fraternità Buon Natale nella Misericordia.Nella pagine della storia, rilette con “sapienza” e “discernimento”, ogni comunità si lascerà sor-prendere dal Signore che ci «ha concesso miseri-cordia e si è ricordato della sua alleanza» (cfr Lc 1,72). Misericordia che si rivela come «alleanza» nuova e definitiva «nella pienezza del tempo» nel volto di Cristo Gesù nato dalla Vergine Maria. ■

In questo numero...

2015

3settembre • dicembre

AMICAAMICAV O C E

La Misericordia si è fatta "Bambino" 3

Il Giubileo straordinario 4

Un assaggio delle radici 6

Un anno per la vita 8

Madre Ippolita Children's home 11

Centenario 12

A pesca di emozioni... e non solo 14

Amici di Don Baldo... 16

La danza dei sentimenti 20

Una donna perfetta chi potrà trovarla? 21

Il tuo sguardo si posa... 22

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di noi!A volte sembra che la misericor-dia sia spesso invocata da Dio, sia facilmente augurata e messa in pratica, e invece – dovremmo confessarlo umilmente – nella storia della chiesa la misericor-dia sovente ha dato scandalo e per questo è stata poco eserci-tata. Spesso ha prevalso il mini-stero della condanna su quello della misericordia e della ricon-ciliazione. Basterebbe leggere la storia con attenzione per vedere con quale sicurezza lungo i seco-li si è usata proprio la parabola della zizzania (cf. Mt 13,24-30), falsificandola. In essa Gesù chie-deva di non sradicare la zizzania, anche se minaccia il buon grano e di attendere la mietitura in-sieme al giudizio finale. Spesso, invece, si è voluto identificare il nemico, il diverso come zizza-nia, autorizzando il suo sradi-camento, fino alla condanna e anche alla persecuzione. Questo messaggio scandaloso della mi-sericordia resta difficile da capire per quanti si sentono giusti, per quelli che si sentono in pace con Dio. Tuttavia dovremmo dire, secondo i racconti dei vangeli, che Gesù non è venuto né per i sani né per i giusti ma per i malati e per i peccatori (cf. Mc 2,17). Così egli ha dichiarato! Gesù è sempre compreso e at-teso da chi si riconosce nel pec-cato, bisognoso del perdono di Dio. Così è stato durante il mi-nistero di Gesù, così è stato nella storia della chiesa, così è ancora ai nostri giorni. I gesti e la testimonianza richie-sti da questo Giubileo straor-dinario ci interrogano proprio sulla nostra capacità di miseri-

rimenti, si sentono differenti da-gli altri e credono di poter vanta-re dei diritti davanti a Dio! Che Dio accolga i peccatori pentiti è cosa buona e lodevole, perché «è amore» (1Gv 4,8.16), ma che i peccatori e le prostitute prece-dano nel regno di Dio proprio quelli che sono giusti e si riten-gono esperti della Legge (cf. Mt 21,32), questo è inaudito, ed è pericoloso affermarlo. Gesù, tuttavia, l’ha detto apertamente in faccia a questi ultimi: che «il figlio prodigo» sia perdonato dal padre è accettabile, magari dopo una punizione e con la promessa di non ripetere l’errore; ma ce-lebrare in suo onore una festa senza porgli condizioni e am-metterlo in casa senza obiezioni, questo è davvero troppo (cf. Lc 15,20-24). Anche noi talvolta pensiamo che un eccesso di mi-sericordia sia pericoloso e pensia-mo che tutti i si sentiranno così autorizzati a ripetere la fuga del figlio prodigo, contando su un padre che, tanto, perdona sem-pre… In questo modo, poi, si rovescia il concetto di giustizia: dove va a finire la giustizia, se c’è un perdono così gratuito, senza condizioni e così illimitato?  Sì, la misericordia di Gesù, quella da lui predicata e praticata, sem-bra esagerata, ci scandalizza e, di fatto, diventa un inciampo! Ep-pure è questa misericordia che tutti noi invochiamo, prima di ogni nostra liturgia, per rendere veramente culto a Dio. ■

cordia: misericordia nella chiesa, misericordia tra le diverse chiese cristiane, misericordia di ognu-no di noi verso chi ha sbagliato o chi ha bisogno della nostra misericordia. Spesso, siamo di-sposti a fare misericordia se c’è stata punizione, una condan-na, una pena per chi ha fatto il male, siamo disposti a essere mi-sericordiosi se il peccatore è stato sufficientemente umiliato e solo se chiede misericordia come un mendicante. La tentazione forte è sempre quella di stabilire pre-cisi confini della misericordia, perché pensiamo che certi erro-ri, certi peccati, certi sbagli, cer-te scelte avvenute nel male, non siano più riparabili e debbano essere puniti dalla disciplina ec-clesiastica: per alcuni peccati dai quali non si può tornare indie-tro non c’è misericordia, dunque essa non appare più infinita ed esiste solo a precise condizioni definite spesso da noi. Ecco il nostro tradimento del Vangelo, ed è questa la mise-ricordia che ci scandalizza! La sequenza delitto e castigo, che tanto portiamo nei nostri cuori, è incastonata nella nostra postu-ra di credenti, di persone religio-se, ma dovremmo interrogarci se questa espressione “delitto e castigo” sia veramente cristia-na! Come mai non riusciamo a comprendere che la santità di Dio splende non quando l’uo-mo è senza peccato, ma quando Dio mostra misericordia? Quan-te parole, parabole e incontri di Gesù hanno scandalizzato e ancora scandalizzano i presunti giusti! Costoro, in base al giudi-zio che danno su se stessi, perché esenti da grandi peccati e smar-

Per la Chiesa cattolica papa Francesco ha proclamato quest’anno un giubileo

straordinario perché la chiesa, in capite et in membris (nella sua testa e nei suoi membri), ritorni a vivere la sua vocazione più an-tica: «essere testimone della mi-sericordia» di Dio tra gli uomi-ni. Tale Anno santo si aprirà l’8 dicembre 2015 cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II e termi-nerà il 20 novembre 2016 festa di Cristo Re. IN ascolto del Vangelo che si è fatto carne e storia, vogliamo sostare sul tema della mi-sericordia e del perdono, che della vera pace sono la condizione. La misericordia è uno dei tratti principali attri-buiti a Dio e comanda-ti all’umanità in tutta la Scrittura: sta nello spazio dell’amore e indica bontà, benevolenza,  disposizione favorevole, pietà, grazia, compassione. Gli stessi Salmi cantano che la mi-sericordia di Dio è eterna, è fedele, è preziosa, è me-ravigliosa, è migliore della vita, è estesa più dei cieli. L’evento stesso della rive-lazione di Dio è un evento di misericordia: Dio visita

i sofferenti, per i peccatori ed è misericordia sempre eterna, at-tuale, escatologica.Gesù, venuto a rivelare piena-mente e definitivamente Dio, porta a compimento, con azioni e parole, questa immagine del Dio misericordioso e compas-sionevole: il Vangelo è la buona notizia della misericordia. Anche per Gesù giustizia e misericordia restano in tensione, ma egli ri-fiuta di anticipare il giudizio di Dio nell’oggi della storia. Come

la misericordia caratteriz-za il suo ministero, così nella sua prassi ogni giu-dizio è sospeso, ogni con-danna resta non eseguita, perché, dove è avvenuto il peccato con Gesù regna soltanto la misericordia. Con Gesù ci è stato rive-lato che la misericordia è implicita alla giustizia di Dio e dobbiamo confes-sare che ancora oggi ciò che più scandalizza di Gesù non sono il suo in-segnamento, neppure le sue azioni che operavano il bene. Al contrario, ciò che scandalizza di Gesù è la misericordia, interpre-tata da Gesù in un modo opposto a quello pensato dalle persone religiose e quindi anche da ciascuno

il suo popolo mosso dalla mise-ricordia. Così la rivelazione defi-nitiva del Nome di Dio a Mosè culmina con l’affermazione «Il Signore, Dio misericordioso e compassionevole, lento all’ira e grande nell’amore e nella fe-deltà» (Es 34,5-6). Da questa rivelazione in tutta la Bibbia, dai profeti fino ai Salmi, è stato ripreso questo Nome, «miseri-cordioso e compassionevole». La misericordia di Dio è per ogni essere vivente, per i bisognosi e

Il Giubileo Straordinario

La Misericordia gratuita e immeritata di Dio

Don Sergio Gaburro

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stenza, quali la Pieve di Santa Maria, il pulpito da dove Don Baldo pasceva il suo gregge con la Parola viva, il Confessionale, luogo dal quale Egli accoglieva e curava i suoi parrocchiani attra-verso il Perdono. E’ stato emozionante vedere la Casa Madre, luogo in cui sia-mo state fondate, dove hanno vissuto le prime Sorelle e dove anche oggi altre Piccole Figlie continuano a vivere e a portare l’attenzione del Fondatore verso tante persone anziane e amma-late. Abbiamo potuto vedere molte altre cose tra cui il bel giardino con piante di rose che, secon-do la testimonianza delle suore, sono le stesse che coltivava Ma-dre Ippolita, la nostra Madre Confondatrice. Abbiamo co-statato che la bellezza dei nostri Fondatori e delle nostre prime Sorelle non vive solo nei cuori delle persone, ma anche nelle opere quotidiane, fatte in modo ordinario ma capaci di lasciare un segno straordinario. Le visite alle altre comunità sono state un'esperienza meritevole di essere ricordata. Abbiamo senti-to lo Spirito vivo, lo spirito che ci unisce come una grande fami-glia che diffonde l'amore di Dio attraverso la piccolezza e la com-passione evangelica.Dopo qualche tempo di studio della lingua e della cultura ita-liana siamo partite per vivere un’esperienza in alcune comu-nità. È stato un vero momento di grazia. Esprimiamo perciò il nostro grazie alle Sorelle di Al-

to e perciò stesso arricchente, ci ha guidate nei vari momenti for-mativi in modo da poter cogliere i tanti aspetti di ciò che stavamo vivendo. Mentre ritorniamo in Kenya ci riconosciamo più ricche di quando siamo arrivate. Pronun-ciamo il nostro sì definitivo a Dio convinte, più che mai, della nostra vocazione e identità cari-smatica. Il nostro grazie va a Dio, a tutte le Sorelle, in particolare a Madre Elisa e alle Sorelle del Consiglio. Vi chiediamo di continuare a darci il vostro sostegno e la pre-ghiera per non cessare mai di te-stimoniare l'amore di Colui che ci ha chiamato a lavorare nella Sua vigna, con l’impronta del carisma della piccolezza e com-passione evangelica voluto per noi dal nostro Fondatore, il Bea-to Don Giuseppe Baldo. A questo punto possia-mo dire di aver assaporato le ra-dici e anche i frutti di una vita totalmente donata a Dio. Siamo orgogliose di essere e di vivere per sempre da Piccole Figlie di San Giuseppe. Grazie infiniti a tutte voi Sorelle che ci avete mo-strato, con la vostra vita, che è bello ed è possibile vivere per il Signore nel servizio ai fratelli ! ■

Suor Rachele, Suor Teresa,Suor Joyce, Suor Nicoletta

bignasego, Fossò e Gesù Divino Lavoratore con le quali abbiamo condiviso momenti di fraternità e di servizio, scambiandoci reci-procamente la bellezza e la sfida dell’unità nella diversità. Il nostro soggiorno in Italia è stato impreziosito dall’ “Incon-tro mondiale per giovani con-sacrati” al quale abbiamo par-tecipato a Roma dal 15 al 19 settembre. Religiosi giovani ed energici di diverse razze, popo-li e tribù, in abiti dai vari colo-ri scorrevano a Roma come un fiume pieno di vita. Che bellez-za!. Il tema principale del Con-vegno era “Svegliate il mondo. Vangelo. Profezia. Speranza”. È stato veramente un risveglio. La visita ad altri luoghi storici e religiosi come le grandi Basili-che e chiese di Roma e ad Assi-si ci hanno concesso di scoprire molte manifestazioni della fede. Nulla abbiamo preso per scon-tato. Abbiamo apprezzato molto ogni possibilità che ci è stata of-ferta per crescere come persone e come consacrate. Nel tempo della nostra permanenza in Ita-lia abbiamo celebrato con gioia e tanta partecipazione anche il primo Centenario della morte del nostro Fondatore e questo è stata effettivamente un'esperien-za speciale, unica e molto coin-volgente. Durante tutto il tempo dell’esperienza e della nostra permanenza in Italia siamo state accompagnate dalla Maestra del-le Juniores, Suor Jane Muthoni che con il suo modo semplice ma profondo, convinto, concre-

SSiamo partite dal Kenya per l’Italia il 13 gennaio 2015. Quale era il pro-

gramma di questo viaggio? Assa-porare le radici della nostra “sto-ria di famiglia”, visitare i luoghi dove è nata la Congregazione, dove il nostro Fondatore ha accolto l’ispirazione dello Spi-rito e l’ha fatta vivere. Al nostro arrivo abbiamo tro-vato ad attenderci tutte le Sorelle di Casa Generalizia. L’accoglienza è stata fraterna e calorosa e ci ha fatto capi-re subito che eravamo a casa nostra anche se molto lonta-ne dalla patria di origine. Sì, a casa nostra perché accolte da tante sorelle e attese da tutta la Congregazione. Siamo state inviate nella co-munità di Mater Gratiae dove abbiamo trovato altre sorelle e madri premurose e cordia-li. Donne felici che hanno ri-empito i nostri cuori di una gioia inesprimibile e ci hanno fatto sentire subito a nostro agio. Mancando la conoscenza della lingua italiana ha subito suppli-to il linguaggio dell'amore che si è fatto carico di compiere il suo nobile compito di mediazione tra culture e linguaggi diversi. Anche se il clima, essendo nel-

Fondatore, nel nostro spirito e carisma e nella testimonianza delle Sorelle vive e defunte.Il nostro primo impegno, ac-compagnate dalla Maestra delle Juniores Suor Jane Muthoni, è stato quello di visitare le comu-

nità delle nostre Sorelle anzia-ne e malate. Questo ci ha dato una grandissima gioia che ri-marrà per sempre nei nostri cuori. Le abbiamo viste, no-nostante la loro età avanzata con i conseguenti acciacchi, Sorelle piene di Dio, sempre felici della loro vocazione di donne, sorelle e madri, con-sacrate a Dio e al Suo Regno. Quante storie di vita vissuta!. Che bella testimonianza! Ab-biamo colto la soddisfazione di una vita vissuta in pienezza che ci ha rivelato la loro gio-vinezza del cuore! Il secondo e importante com-pito da svolgere è stato quel-lo di visitare la Casa Madre a Ronco all’Adige: è stato un ri-

torno alle fonti per iniziare una conoscenza più approfondita. Che meraviglia visitare e cam-minare sulla terra che il nostro santo Padre Fondatore, assieme alle prime Sorelle, hanno per-corso, vedere e toccare i piccoli ma vibranti segni della loro esi-

la stagione invernale, era tanto freddo, nessuno può immagi-nare il calore che noi abbiamo trovato nella comunità che ci ha accolte. Già dai primi giorni di inserimento abbiamo imparato ad ascoltare la vita attraverso la

quotidianità, osservando le so-relle, il loro modo di essere e di pregare, di lavorare e di condivi-dere la vita comunitaria. Abbiamo scoperto le grandi ricchezze che noi Piccole Figlie possediamo, non in senso mate-riale, ma nella persona del nostro

Un assaggio delle radici

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alle sfide presenti; un altro or-dinario, dal 4 al 25 ottobre del presente anno, orientato a in-dividuare le strade pastorali per aiutare le famiglie cristiane a vi-vere evangelicamente la propria vocazione e la propria missione nel mondo d'oggi. È in vista di questa seconda se-zione del Sinodo che si è inten-sificata l'attività dell'INER, per far pervenire ai Vescovi del Sino-do, attraverso il nostro vescovo, le ansietà e le aspettative non di una diocesi (come è stato richie-sto in altri Paesi), ma dell'intera comunità cattolica della Geor-gia. Essa si è svolta in due tempi: dal settembre dell'anno scorso a tutto febbraio del presente anno c'è stato il periodo dell'inchie-sta: dapprima presso le singole parrocchie (una per settimana) prendendo in considerazione le domande della I sezione del Si-nodo; poi nell'assemblea delle famiglie (non tutte, si capisce) per esaminare le risposte avute. Ne è emerso che tutte apprez-zano il matrimonio, che fa cre-scere le persone. Ma sono stati evidenziati anche alcuni proble-mi: matrimoni per rapimento; situazione difficile per sposi di confessioni diverse; tendenza a superare la famiglia allargata, comprensiva anche dei nonni, e a preferire la famiglia ristretta ai soli sposi. E altri problemi, esi-stenti anche in Georgia, come quello dell'omosessualità e delle adozioni, rese difficili dalla bu-rocrazia statale. Lodevole invece è risultata la carità verso orfani e

cipanti, ma nel Vescovo stesso. A conferma di ciò, sentite cosa scrive:"Appena tornato da Tzerovani, sento il bisogno di scrivere "gra-zie" a tutta la Commissione per la Famiglia e all'Iner. Un grande grazie per la giornata organizza-ta a Tzerovani. Queste giornate sono necessarie per far crescere la nostra Chiesa e l'amore per la famiglia e per la vita. In par-ticolare, bisogna tener sempre presente che il racconto delle testimonianze entra nel cuore e viene colto più di una predica o di una relazione (occorrono tut-te e due, ma...meglio, caso mai, non dimenticare le seconde).La giornata è stata molto bella, vissuta con serenità e tranquilli-tà e con gente che aveva voglia di stare assieme. Bella la presenza di bambini e dei loro animatori!Questa giornata spero che anche a voi abbia dato entusiasmo per capire che il lavoro nascosto e continuo di ogni giorno ha sem-pre un senso, sempre ! Il Signore vi benedica! ■

P. Giuseppe

bambini in affido. Lascio immaginare a voi la fa-tica dei continui spostamenti e lo stress nell'affrontare le varie situazioni.Da febbraio a luglio c'è stato il tempo dedicato alla formazione delle famiglie,affrontando problemi secondo le località in cui erano emersi dalla precedente inchiesta. Ad esempio, quello dell'educazione dei figli, egregiamente guidato da Sr. Anna, salesiana; o quello delle coppie miste (cattolici-or-todossi), dibattuto da p. Gabrie-le che ha istillato il principio che la famiglia ha bisogno della Chiesa, e la Chiesa della fami-glia. Incontri sfociati nella Festa del-la famiglia, celebrata a Tzerova-ni (località a una mezz'ora da Tbilisi con centro d'accoglienza, parco con arena, vigneto e serre della diocesi) il 27 giugno, nella quale il vescovo p. Giuseppe ha parlato del significato della fa-miglia. Incontro che ha lasciato un'impronta profonda non solo nei membri delle famiglie parte-

L'INER è un'Associazione "a servizio della coppia e della vita" sorta a Kutai-

si (Georgia) nel 2002 ad opera di Sr. Anna Maria Crivellari, dell'Istituto Piccole Figlie di S. Giuseppe operante in Georgia fin dal 1996, in collaborazione con la prof.ssa Sig.ra Lali Ciar-kviani e in piena armonia con il vescovo p. Giuseppe Pasotto. Il suo nome è legato all'Istituto di Regolazione Naturale del-la Fertilità, fondato in Austria dal dott. Joseph Roetzer. Da tre anni ha una sede elegante e con-fortevole con uffici, sala confe-renze, saletta per colloqui, vani di confort e servizi in via Niu Porti, 8, approntata con il contributo del-la Provincia di Trento e dell'Associazione Italia-Georgia trenti-na. Vi operano altre persone: due profes-soresse, la sig.ra Nana Nebieridze e la sig.ra Nino Jrenti, che si de-dicano ad approntare materiale di informa-zione e propaganda e tengono conferenze in sede e fuori sede; la sig.ra Marine Pknara-dze, economa; lo psi-

nuta senza dubbio più chiara e più forte, perché numerosi sono i pericoli e più gravi le ferite che l'istituto familiare ha subìto nel processo di trasformazione della società e della cultura.Per questo papa Francesco ha compreso la necessità e l'urgen-za di una nuova e più approfon-dita riflessione per annunciare la bellezza della famiglia cristiana ai nostri contemporanei. Ha convocato quindi un nuovo Si-nodo, diviso in due tempi: uno straordinario, celebrato l'autun-no dell'anno scorso, che ha vo-luto favorire l'ascolto di tutte le opinioni dei partecipanti su come rispondere pastoralmente

cologo sig. Mamuka Gelashvili, che dialoga con giovani, mam-me o future mamme; e l'avv. Khvicha Turvadze.Il problema della natalità è assil-lante anche in Georgia. L'INER l'affronta alla luce dell'Esorta-zione sulla Famiglia "Familiaris Consortio", emanata dal papa Giovanni Paolo II (ora santo) nel dicembre del 1981 dopo il quinto Sinodo dei Vescovi, ce-lebrato dal 26 settembre al 25 ottobre del 1980. "L'avvenire dell'umanità passa attraverso la famiglia!", affermava il Papa. E' una coscienza che, lungo i secoli della storia della Chiesa, non è mai andata persa, ma oggi dive-

INER-Georgia

Un anno per la vita

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L'attività di animazione non finì però a Tzerovani. Ci fu un Cam-poscuola per famiglie in pros-simità di Batumi sul Mar Nero in agosto, cui parteciparono ben 25 famiglie.Inoltre, presenza straordinaria, l'incontro con mons. Renzo Bo-netti, veronese, Presidente della Fondazione "Mistero Grande", invitato dal nostro vescovo a tenere una conferenza a tutto il clero e anche a rappresentati del-le famiglie a Tzerovani. A questi, un centinaio, ha parlato della spiritualità della famiglia. Ogni persona, ha affermato riferendo-si alla "Familiaris consortio", è figura di Dio, riprodotto in due persone che si amano.E a tutto questo si aggiungano le numerose attività di ordine pressoché normali: pubblicazio-ni (tra queste anche la preghiera di Papa Francesco per la fami-glia, che qui riporto); l'annuale marcia per la vita in primavera; incontri programmati e casua-li; la mostra "Scegli la vita" nel grande parco della città. Questa venne visitata anche da un prete ortodosso con sua moglie. A proposito di essa, mi piace stralciare due testimonianze di visitatori scritte nel libro posto accanto all'esposizione."Al parco cittadino di Kutaisi ho visto una splendida mostra: "Scegli la vita". Grazie agli or-ganizzatori! Supplico tutte le mamme a non fare aborti. Non soffocate il dono di Dio, non uccidete la vita!" (Sig.ra Taili Kviriliani)" Secondo me, questa mostra è

Gesù, Maria e Giuseppe,in voi contempliamolo splendore dell'amore vero,a voi con fiducia ci rivolgiamo.

Santa Famiglia di Nazareth,rendi anche le nostre famiglieluoghi di comunione e cenacolo di preghiera,autentiche scuole del Vangeloe piccole chiese domestiche.

Santa famiglia di Nazareth,mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione:chiunque è stato ferito o scandalizzato conoscapresto consolazione e guarigione.

Santa Famiglia di Nazarethil prossimo Sinodo dei Vescovipossa ridestare in tutti la consapevolezza del caratteresacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria, Giuseppe,ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.

un'occasione per riflettere sul valore della vita. Si deve organiz-zare in più posti possibili: non solo al parco centrale, ma anche nelle Università, nelle scuole .... Come genitore, penso che i gio-vani debbano essere informati sulla difesa della vita. Oggi nel mondo è indispensabile che la vita sia salvata. I bambini sono il nostro futuro." (Sig.ra Naira Managadze) L'attività dell'INER non si esaurisce sul piano teorico, ma si esplica anche concretamente nella visita e assistenza a famiglie in difficoltà di vario genere. Educazione silenziosa, conta-giosa. Sono rimasto colpito dal gesto di carità che da alcune domeniche avviene nella no-stra chiesa-cappella al monen-to dell'offertorio: alcuni fedeli hanno deposto davanti all'altare sacchetti di plastica con dentro doni per i poveri, capi di vestia-rio e alimenti. Quant'è commo-vente!.Trattando di famiglia, viene spontaneo pensare alla S. Fa-miglia. Ad essa mi rivolgo con la preghiera di papa Francesco, mentre ringrazio sr. Anna Maria e le sue collaboratrici. ■

Mercoledì 23 Settembre 2015 il Vicepresiden-te del Kenya Sig. Wil-

liam Ruto ha visitato la Missio-ne di Ndithini dove operano le Piccole Figlie di San Giuseppe. Molti i volti e le storie dei bam-

composizione, è stata accolta alla Children’s Home Madre Ippoli-ta dove è riuscita a sopravvivere. “Ho dato alla piccola il nome di mia madre, Cherono, ed ella fa parte della mia famiglia” ha det-to il Sig. Ruto. ■

bini accolti nel Centro. Colpito dalla storia di Nadia, una storia che spezza il cuore, come ha ri-portato il “Nation Reporter”, il Vicepresidente l’ha adottata. La bambina, trovata sepolta e con alcune parti del corpo già in de-

Ndithini - Kenya

Madre Ippolita Children’s Home

Diceva spesso don Baldo: “Cerca di confidare in Dio solo e … metti il cuore in pace sull’avvenire”. E’ una testimonianza di fede, di fiducia nell’amore del Padre e di speranza. Solo così è possibile aprirci alla carità verso gli altri. Sta proprio qui il segreto della vita e della santità del Beato Giuseppe Baldo. Il suo amore pieno e fedele verso il Signore, coltivato fin dalla giovinezza, lo ha portato ad essere attento sempre alle persone, ai più poveri, con lo stile non di chi fa la carità, di chi dà perché possie-de, ma di chi condivide i doni che il Signore ha fatto. A voi comunità cristiane di Ronco e di Puegnago, a voi care sorelle Piccole Figlie di san Giuseppe, il compito di portare avanti questa bella testimonian-za con la vostra vita concreta. In una sua omelia diceva: “Bisogna salire il monte e faticare. Mosè salì il monte e vide il Signore. Elia salì il monte e vide il Signore. Anche il calvario era difficile da salire, anche per Gesù. Seguiamo Gesù. Sul monte si patisce...sul monte si ascende al cielo”. + Giuseppe Pellegrini Vescovo di Concordia-Pordenone

Centenario

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mo di risotti prelibati che l'ospitalità montana ha improvvisato in Pesciara... L'atmosfera di altri tempi, il piacere della compagnia e della condivisione a prio-ri, a prescindere dal cono-scersi. Un altro miracolo di Bolca.Siamo ripartiti tutti arric-chiti. Non solo per il per-sonale bottino di fossili ma per aver vissuto l'avventura in famiglia. Per aver spe-rimentato l'entusiasmo di gruppo.La gita non era però ancora con-clusa e il gruppo ormai com-patto ed affiatato (forse il vero grande miracolo), si è diretto a Verona.Che strana sensazione riconosce-re nell'Arena un ché di familiare, un ricordo nostalgico del Colos-seo, forse in parte ventilato dalle parole della guida, la cara Lavi-nia, dalle origini romane. Impossibile non soffermarsi poi alcuni istanti sotto il balcone di Giulietta insieme agli altri turi-sti.

parco e nel breve scambio di parole con le suore abbiamo ritrovato il tranquillo abbrac-cio di tutti i giorni, la serena quiete della nostra scuola.E anche partire è stato dolce per la sicurezza di ritrovare al rientro la stesse piccole cose familiari. Anche noi vorrem-mo aver lasciato loro una piccola traccia del nostro pas-saggio, un piccolo ricordo del nostro gruppo... Oltre al libro con dedica di Bolca.Chissà se siamo riusciti a tra-

smettere la nostra sensazione di appartenenza, il nostro sentirci, perché no, un po' veneti nella nostra romanità...Speriamo che venga accettato il nostro invito di venirci a trovare a Roma nell'anno del Giubileo.Potremmo così testimoniare che non era solo una sensazione, ma una realtà l'unione nella nostra piccola comunità, così come in trasferta in quei pochi giorni, anche qui tutti i giorni. ■

Una mamma della IV ARoma, Settembre 2015

Ma la nostra vera meta cittadi-na, fuori dai circuiti turistici, era la casa Generalizia delle Piccole Figlie di San Giuseppe, le suore del Don Baldo, le nostre suore.Assistere alla Messa, celebrata per noi da Don Simone, visitare il museo dedicato al Fondatore, il Beato Giuseppe Baldo, sono stati momenti importanti, ma è stato durante il pranzo, nel ritro-vare la consuetudine dei piccoli gesti quotidiani dell'apparec-chiare e sparecchiare, che ci sia-mo sentiti a casa. Nel vedere i bambini correre nel

Bolca è una piccola loca-lità montana del Veneto vicina a Verona e forse

meno nota. La prima volta che io ne ho sen-tito parlare è stata l'anno scorso da mia figlia di 8 anni: "A Bolca mamma ci sono i fossili dei pe-sci e la maestra ci vuole portare a scavarli."Non a vederli - mi ha detto - ma a scavarli. Ho provato a correg-gerla ma ha insistito.Mi sono incuriosita. E ho sco-perto che aveva ragione.A Bolca paesino di montagna, immerso tra i vigneti, rinomato per la coltivazione delle patate, in realtà si pesca.Si pescano i fossili di pesci tropi-cali. Un vero mistero geologico.Bolca è diventata così la meta di una gita scolastica, fortemen-te voluta dalla maestra (dalle origini veronesi), di una terza elementare della Capitale alle prese con la preistoria.Intanto finiva l'anno scolastico ma resta-va  l'impegno preso coi bambini: realizza-re il progetto all'inizio dell'anno successivo, dedicare uno spazio a questa avventura che

sei e promotrice della divulga-zione della scoperta nel mondo scientifico e non. Sono arrivati all’ottava generazione.E molto sembra esserci ancora da scoprire .Che cos'è la Pesciara? Una vera riserva di pesca.Una pesca miracolosa perché  i fossili si trovano davvero!Tutti armati di martelletto come novelli esploratori eccoci mam-me, papà e bambini nella Pescia-ra a pescare fossili.Che emozione per grandi e pic-cini scoprire i segni lasciati da foglie e pesciolini nella pietra!Eravamo tutti pervasi da una "febbre del fossile " e nell'aria non di sentiva che il rumore dei martelletti.In verità nell'aria si è sentito a un certo punto anche il profu-

fosse uno "spazio di famiglia". Un progetto ambizioso  che un complice caldo settembre ha vi-sto realizzare.Un gruppo di genitori, cittadi-ni e sedentari, abbandonati gli impegni ha affrontato un lungo viaggio in treno e alcuni sentieri di montagna per scoprire con i propri figli i segni nella roccia di una vita preistorica.Milioni di anni fa c'era infatti inspiegabilmente tra le colline del veneto un atollo con vegeta-zione e fauna tropicali. E solo il caso ne ha fatto scoprire le trac-ce.Una famiglia di agricoltori mon-tanari, i Cerato, si è ritrovata così d'improvviso a scoprire il lavoro in miniera, a diventare esperta di geologia e zoologia marina, ad inventarsi imprenditrice di mu-

A pesca di emozioni… e non solo

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sostenitori.Abbiamo erogato un contributo economico di € 2.000 per l’ac-quisto di un terreno nella Mis-sione di Ndaragwa in Kenya per l’ampliamento della Missione che accoglie bambini abbando-nati, violentati e appena nati. Altri 2.000 € sono stati destina-ti per la Missione di Kutaisi in Georgia, per il sostegno del pro-getto “VITA” che comprende iniziative a favore dell’infanzia, della famiglia, delle ragazze ma-dri e della prevenzione all’abor-to.Per il 2° Concorso Scolastico i temi proposti erano due: La so-lidarietà che abita a scuola e La “porta della fede” è sempre aper-ta per noi.Il 7 dicembre abbiamo presen-ziato alla nomina del Beato Don Giuseppe Baldo a Patrono del-la Confraternita del Groppello che, tra i suoi obblighi statutari, ha anche lo scopo di rivalutare le origini cristiane ed i valori reli-giosi tramandati dai nostri cari.Nel febbraio 2013 abbiamo ani-mato il Carnevale nella Casa di Riposo di Puegnago del Garda.Quindi abbiamo sostenuto lo spettacolo teatrale: “I Volti che hanno spinto l’azione sociale e culturale di Don Baldo”, presen-tato dalla Compagnia Teatrale “Il Piccolo Teatro di Oppeano – VR”. Un contributo di € 2.000 è stato assegnato alla Missione di Quin-sana/Blom in Guinea Bissau, per finanziare l’installazione di un serbatoio aggiuntivo di litri 4000.Sempre a Puegnago del Garda si è svolta la seconda edizione della corsa “Sui passi di Don Baldo”.

Per il progetto culturale “Un concittadino tra terra e cielo”, si sono svolti due incontri: l'8 Marzo su “Don Giuseppe Bal-do: contesto storico, memoria e attualità”, con Relatore il Prof. Ernesto Santi; il 16 Marzo su “Le Piccole Figlie di San Giu-seppe: Un secolo di storia sulle orme del Beato Giuseppe Bal-do”. Relatrice era Suor Arduina Beghini.Il 15 Marzo c'è stata la presen-tazione del libro “Groppello e d’intorni” in occasione dell’an-nuale assemblea ordinaria dei soci. L’evento testimonia la col-laborazione tra l’Associazione e la Confraternita del Groppello. Nel libro viene illustrata la figu-ra di Don Baldo, le sue origini contadine e la sua terra natale.E’ stato promosso un incontro formativo sul tema: Internet quali pericoli? per genitori e insegnanti. Relatore Prof. Giu-seppe Maiolo – Psicoanalista – Docente di educazione alla sessualità dell’Università di Bol-zano.Il 27 Marzo c'è stata la posa dei cartelli stradali all’ingresso di Puegnago raffiguranti l’immagi-ne del Beato e la scritta “Paese natale del Beato Don Giuseppe Baldo”.

A Casa Pancera (Schio) c'è stata la presentazione dell’Associazio-ne in occasione della ricorrenza del centenario di presenza delle Piccole Figlie di San Giuseppe.Per la terza edizione del Concor-so Scolastico il tema proposto agli studenti è stato il seguente: La Pace che ci piace. 1914 – 2014: dalla Grande Guerra alla Pace Mondiale. Sogno possibile? In dicembre abbiamo partecipa-to all’inaugurazione della mo-stra fotografica e presentazione del libro “Ogni giorno in più. Il volto della Georgia contempo-ranea” di Emanuela Marenz. In quell'occasione l’Associazione ha consegnato ai partecipanti brochure riguardanti l’associa-zione stessa e le sue iniziative.Il 5 Gennaio2014 abbiamo compiuto una visita alla straor-dinaria esposizione di Presepi - quasi 500 - provenienti da diver-se zone del mondo raccolti dalla Superiora di Casa Madre, Suor Marilena. Nel mese di febbraio è stato reso operativo il nuovo sito associa-tivo www.amicidonbaldo.com. Su questo importante strumen-to di comunicazione il visitatore trova tutte le notizie riguardanti l’Associazione e le iniziative pro-poste.

Il prossimo 23 gennaio ci sarà l’assemblea elettiva per il rinnovo del consiglio diret-

tivo dell’associazione. Credo sia il momento di fare un bilancio delle diverse iniziative promosse e sostenute.Diverse forme di povertà sono sotto i nostri occhi. Talmente vicine da essere quasi invisibili. Il consiglio direttivo e i soci si sono fatti carico di promuovere azioni di sensibilizzazione, con-tribuendo alla raccolta di fondi a sostegno di vari progetti di aiu-to.Sono stati promossi incontri culturali, spirituali e sociali sul-la figura del Beato Don Baldo e di Madre Ippolita Forante, pro-ponendone la conoscenza delle opere, del pensiero e della spi-ritualità.Nelle ricorrenze sono stati orga-nizzati festeggiamenti legati alla presenza delle Suore nelle Scuole dell’Infanzia o nelle Case di Ri-poso dove le Religiose operano costantemente dalla fondazione della Congregazione.In Georgia (ex URSS), in Ruan-da, in Kenya, in Guinea Bissau e in Brasile, sono in corso pro-getti di aiuto diretti alla perso-na, ai genitori, alla formazione

per ragazzi di quinta elementare e per le loro famiglie di Puegna-go del Garda, una Gita Pellegri-naggio a Ronco all’Adige.Il mese di Ottobre, nell'ambi-to del mese Baldiano, abbiamo organizzato un Torneo a Ron-co all’Adige; erano coinvolte 6 squadre di calcio formate da ragazzi delle scuole elementari e medie di Puegnago e di Ronco all’Adige.Quindi abbiamo indetto il pri-mo Concorso Scolastico, con il patrocinio dei Comuni di Ron-co all’Adige e di Puegnago e in collaborazione con le Piccole Figlie di San Giuseppe. Il tema proposto era: 1911 PAESE DI EMIGRANTI - 2011 PAESE DI IMMIGRATI

Il mese di marzo 2012 abbiamo stipulato una convenzione con la Congregazione delle Piccole Figlie di San Giuseppe per la di-sciplina del rapporto di volonta-riato nelle strutture della Comu-nità della Congregazione.il 27 maggio a Puegnago del Garda, abbiamo organizzato la prima edizione della Corsa com-petitiva e no “Sui passi di Don Baldo” alla quale hanno parte-cipato circa settecento sportivi e

dei giovani, mediante sostegni economici, psicologici, sanitari e istruttivi.La costruzione di pozzi, scuo-le, dormitori per senza tetto, le adozioni di bambini a distanza, caratterizzano l’operare associa-tivo.In questi anni abbiamo pro-grammato e realizzato, o anche solo partecipato, a numero-se iniziative che sarebbe lungo elencare tutte, accenneremo alle più significative. Nel 2011 abbiamo presenziato, ad Alpo di Villafranca (VR), alla intitolazione di una Via del Co-mune a Don Giuseppe Baldo. Il 27 marzo abbiamo organizzato,

Amici di Don Baldo: 5 anni di attività

ASSOCIAZIONE AMICIDI DON GIUSEPPE BALDO E MADRE IPPOLITA FORANTE

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In collaborazione con la Scuola San Giuseppe di Verona, ab-biamo prodotto dei segnalibro per pubblicizzare la raccolta del 5xmille. In Maggio abbiamo riconosciu-to un contributo di solidarietà per nove nuclei familiari in forte difficoltà economica, ed abbia-mo organizzato una serata sul tema: Riscopriamo il dialogo ge-nitori-figli dal titolo “Lasciami volare … tra gli ulivi”. Il Prof. Marcello Riccioni ha presentato il libro “Lasciami Volare” dedi-cato ad Emanuele un ragazzo morto a causa della droga.Terza edizione della corsa “Sui passi di Don Baldo”. A Moniga del Garda il Prof. Vi-viano Baù – Vicepresidente del-la nostra Associazione ha tenu-to un incontro per genitori sul tema “I nostri figli e Internet”. Il 20-23 Giugno a Puegnago del Garda in occasione del XX° An-niversario della Festa Patronale di San Giovanni, al termine della celebrazione religiosa presiedu-ta da S.E. il Vescovo di Verona Mons. Giuseppe Zenti, Madre Angelberta ha scoperto la targa marmorea che ricorda Don Bal-do in preghiera nella Chiesetta di San Giovanni e la celebrazio-ne della sua prima Santa Messa.20 Giugno – 5 Luglio: Parteci-pazione al Torneo notturno di Calcio “4° Memorial Carlo Ri-don” con l’esposizione del no-stro striscione associativo.Iniziativa “La solidarietà si alza sui pedali” a favore della Missio-ne di Kutaisi in Georgia. Con l’iniziativa sono stati raccolti € 2.400 finalizzati al sostegno del-le attività svolte nella Missione.

In settembre c'è stata la “Cac-cia al tesoro per famiglie”. Sono stati raccolti complessivamente € 400 così destinati: € 200 alla Scuola paritaria dell’infanzia Beato Don Giuseppe Baldo ed € 200 alla Scuola statale dell’in-fanzia “Cecilia Brunati”.Si è svolta un’uscita didattica de-gli studenti delle classi di prima media dell’Istituto san Giusep-pe di Verona per visitare la casa natale del Beato Don Giuseppe Baldo.Concorso Scolastico: il tema proposto agli studenti era il se-guente: “Nutrire il Pianeta – Energia per la vita”. A commen-to un pensiero di don Baldo “La sporta del pane deve essere sem-pre piena per il povero”.Prima edizione della “Cena de-gli Auguri” per Associati, Amici e Simpatizzanti. Hanno parteci-pato circa 110 persone.28 Dicembre a Puegnago del Garda - Santa Messa di Suffragio per gli associati defunti.Le novità del 2015 sono rap-presentate dal progetto “Inter-cultura” realizzato con l’istitu-to San Giuseppe di Tombetta e l’Associazione “Rete Guinea Bissau” di Verona alla quale ab-biamo lasciato i 400 euro raccol-ti. All’evento hanno partecipato artisti con strumenti musicali originali della Guinea Bissau, è stata allestita una mostra foto-grafica, sono stati venduti pro-dotti tipici e proiettati filmati. I ragazzi inoltre hanno incontrato persone che hanno vissuto con-cretamente la realtà della Missio-ne. Per la cucina della scuola se-condaria di Kirathani, in Kenya, sono stati assegnati 2500 euro.

ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEI SOCISABATO 23 GENNAIO 2016

convocata presso

CASA GENERALIZIAPICCOLE FIGLIE DI SAN GIUSEPPE

Verona - Via Don Baldo 7

prima convocazione:Sabato 23 GENNAIO 2016 – ore 17.00;

seconda convocazione:Sabato 23 GENNAIO 2016 – ore 18.00;

Ordine del giorno e programma

1) Benvenuto e saluto di Madre Elisa Baù Superiora Generale;

2) Intervento del Presidente;

3) Modifica art. 4 (associati) statuto associazione

4) Rinnovo del Comitato Direttivo;

5) Varie ed eventuali.

Chiusura lavori: prevista alle ore 19,30.

IL PRESIDENTE Prati Tiberio

Al termine seguirà un momento conviviale

ASSOCIAZIONE AMICIDI DON GIUSEPPE BALDO E MADRE IPPOLITA FORANTE

A Puegnago a giugno si è svolta la corsa “Sui passi di don Baldo”, con base alla Cantina Franzosi, il 19 settembre si è tenuto il “Nono Torneo di Briscola con gli ospiti” presso la Casa di Ri-poso, e il 27 settembre come Amici di don Baldo abbiamo collaborato all’organizzazione della manifestazione “Caccia al tesoro di fine estate 2015”. La partecipazione a questa mani-festazione rappresenta un im-portante veicolo promozionale. Il ricavato dell’iniziativa è stato diviso in parti uguali tra la Scuo-la Materna statale di Raffa e la nostra Associazione.Lunedì 22 settembre abbiamo firmato il protocollo d’intesa con l’Associazione Santa Lucia di San Felice del Benaco (BS) per la realizzazione del progetto “Sostegno alimentare di emer-genza”. L’Associazione Santa Lucia verserà un contributo eco-nomico all’Associazione Amici di Don Baldo la quale provve-derà direttamente all’acquisto e alla distribuzione degli alimenti o, se necessario, al pagamento di utenze domestiche in aiuto a persone e/o famiglie residenti nell’ambito territoriale della Val-tènesi che si trovano in stato di indigenza.

Domenica 27 settembre nell’am-bito della 27° edizione dell’ini-ziativa “100 Associazioni” orga-nizzata dal Comune di Salò (BS) abbiamo gestito uno stand dove i nostri soci e i volontari hanno illustrato gli scopi e le iniziative degli Amici di don Baldo.Concorso Scolastico: il tema pro-posto per quest’anno scolastico è

il seguente: Il lavoro che vorrei, accompagnato dal pensiero di don Baldo “Tu devi lavorare, ma non sei una macchina. Hai una dignità e hai grandi destini da raggiungere. Devi lavorare per guadagnarti il pane, ma l’uomo non vive di solo pane …”.Parte per fine anno il Progetto “Seconda Mano SolidariaMen-te”, un negozio di abiti usati, messi gratuitamente a disposi-zione dai proprietari, e venduti a prezzo simbolico a chi non ha altri mezzi per fare diversamente.Appuntamento a Verona per sa-bato 23 gennaio 2016. ■

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Un breve articolo di un quotidiano in cui l’au-trice, con tono tra il se-

rio e il faceto, parla dell’invidia delle vacanze degli altri, mi ha stimolato a riflettere sui senti-menti e sulle emozioni (due fac-ce di una medesima medaglia), cioè su quegli stati d’animo che, con diversa intensità, mi accom-pagnano giorno e notte, facen-domi gioire e soffrire, dando co-lore e sapore alla mia esperienza. Significative sono le immagini con cui vengono descritti: il bat-tito della vita, l’arcobaleno, le note musicali, ma anche la tem-pesta…Come molti miei contempora-nei, anch’io sono stato erede del-la cultura del cogito ergo sum, una cultura che ha privilegiato la dimensione razionale, lasciando in second'ordine quella emotiva, senza preoccuparsi di educar-la adeguatamente. Lo sviluppo della psicologia e delle varie cor-renti psicoterapiche, unitamente all’esperienza, mi ha reso consa-pevole dell'importanza di rico-noscere, accettare e gestire ap-propriatamente i sentimenti per poterli utilizzare creativamente nella vita quotidiana: nelle mie scelte e decisioni, nel rappor-to con me stesso, con gli altri e con il Signore. Infatti, gli stati d’animo che danzano dentro di me, adattando il loro ritmo alle circostanze della vita, rappresen-tano gli svariati modi con cui io mi situo di fronte alla realtà. Una delle prime sorprese pro-vate quando mi avventuro nel mondo dei sentimenti e delle emozioni, è costituita dalla loro grande varietà, ben illustrata in

do mi domando: cosa ne faccio di questi sentimenti? Il sentire invidia delle vacanze degli altri può essere una normale reazio-ne emotiva, i cui esiti, però, non sono sempre uguali. In alcuni l’invidia suscita frustrazione e rabbia, spingendo ad augurare il male o il fallimento a chi è con-siderato più fortunato, in altri lo stesso sentimento costituisce una spinta a meglio conoscersi: cosa dice di me questo stato d’animo? Parla della scontentezza che nu-tro nei miei riguardi? Che cosa posso fare per essere soddisfatto di me? Chi segue questa secon-da strada, facendo appello alla ragione e ai valori, non diventa vittima del sentimento, ma met-tendo a frutto saggiamente la sua intelligenza emotiva, lo uti-lizza per la sua crescita umana e spirituale. Mentre scrivo queste righe, co-minciano ad accendersi, con sempre maggiore anticipo, le luminarie e a vibrare le note del periodo natalizio che, per mol-ti, è anche tempo di vacanze. Se, pensando a quanti potranno usufruire di opportunità di sva-go che vanno ben al di là delle mie possibilità e del mio stile di vita, sorgerà in me un sentimen-to d’invidia, spero di riuscire a superarlo, augurando loro feli-cità, ma soprattutto cercando di trovare, nel ricordo della nascita di Gesù, uno stimolo ad aumen-tare e potenziare quei sentimenti che aiutano a guardare agli altri con benevolenza e amore. ■

un simpatico volume di Anna Bissi (Il battito della vita, Paoli-ne, Milano 1998), in cui gli stati d’animo sono divisi in quattro categorie:le emozioni via da: sono i sen-timenti che ci portano a evitare un’esperienza percepita come indesiderabile, temibile, perché considerata pericolosa. Appar-tengono a questo gruppo: il pa-nico, l’angoscia, la paura, la fo-bia, l’ansia, la noia, la vergogna, la colpa.Le emozioni contro: apparten-gono a questo gruppo gli stati d’animo collegati con l’aggres-sività: ira collera, rabbia, odio, distruttività, disprezzo, indiffe-renza, ostilità, invidia, gelosia.Le emozioni senza: sono i senti-menti collegati con la percezio-ne del vuoto, della perdita, della mancanza: la depressione, la tri-stezza, la malinconia.Le emozioni verso: fanno parte di questa categoria i sentimenti che indicano lo star bene con se stessi, un’altra persona, una cosa, Dio: l’amore, la gioia, la tenerez-za, la solidarietà, la simpatia, la gratitudine, l’attrazione, la pas-sione.Gestire la molteplicità di questi sentimenti non è sempre facile. Tra di essi alcuni sono ribelli, al-tri fanno paura o suscitano ver-gogna e senso di colpevolezza. Un cammino che considero per-corribile ed efficace inizia con il prenderne coscienza e soprattut-to con l’accettarli, considerando che essi fanno parte di me. Con-trariamente a quanto tanti pen-sano, essi non sono né buoni né cattivi. La responsabilità morale nei loro confronti nasce quan-

Padre Angelo Brusco

La danza dei sentimenti

La domanda iniziale appa-re retorica, come a dire che è umanamente im-

possibile incontrare una donna così saggia. Eppure, proseguen-do nella lettura, ci accorgiamo che le qualità di questa consorte ideale vengono descritte in ma-niera precisa, concreta, come se potessero veramente compier-si, realizzarsi in una persona. E dunque, possono ben sperare i mariti, o i fidanzati che si pre-parano al matrimonio? Sembre-rebbe di no, se per un istante saltiamo “dal sacro al profano” e andiamo a leggere il romanzo “Io cerco moglie!” di Alfredo Panzini (Senigallia 1863 - Roma 1939), uno scrittore che fu allie-vo del Carducci all’università di Bologna, dotato di uno stile bril-lante, che muove al riso, ma al tempo stesso fa riflettere. All’ini-zio della sua opera, l’autore pas-sa in rassegna vari tipi di donne, tutte di nobili origini, enumera minuziosamente le caratteristi-che relative sia alla bellezza, sia all’interiorità di ciascuna e, per una ragione o per l’altra, …fini-sce per escluderle tutte! Le “me-morie” di queste delusioni, nella finzione letteraria, egli le sta det-tando ad un’umile dattilografa.

avvicinare ad essa è quella del-la mansuetudine, della forza di uscire da noi stessi per accogliere il nostro prossimo, anche se non lo capiamo, o non ne condivi-diamo le idee. E chi ci può aiu-tare a percorrere questa strada? La Vergine Maria. Lei sola è la Donna perfetta, che ha porta-to a compimento le attese delle Sacre Scritture. Grazie al suo Sì, alla sua fiduciosa obbedienza a Dio, Gesù è entrato nella nostra storia. Lo festeggeremo tra po-chi giorni con scintillanti lumi-narie, graziosi alberelli decorati, presepi ingegnosi, dall’aspetto delicato e commovente. Sono tutte manifestazioni di letizia, che corroborano la nostra fede. Ricordiamo, tuttavia, che non ci sarebbe il Natale senza, prima, la festa dell’Immacolata. Quanto è infelice l’espressione, divenuta ormai abituale, “ponte dell’Im-macolata”, riferita ai giorni di vacanza che possiamo aggiunge-re alla festività del’8 Dicembre! La Madonna è sì un ponte, ma ci conduce non alle località tu-ristiche, dalle quali dovremo pri-ma o poi ritornare, più o meno stanchi e delusi, bensì a Gesù, che ci dona la vera gioia, quel-la che non ha fine. Proviamo ad imitare Maria Santissima, a vin-cere l’egoismo, le resistenze che ci frenano, a seguire la volontà del Signore, andando incontro ai fratelli, che Egli pone lungo il nostro cammino. Soltanto così Gesù nascerà davvero nei nostri cuori e le festività natalizie non saranno soltanto una breve pa-rentesi di serenità, destinata a chiudersi, dopo il 6 Gennaio, innanzi al grigiore quotidiano; diverranno, al contrario, una Luce sempre viva, che guiderà l’intera nostra esistenza. ■

Proprio di lei si innamorerà, alla fine di tutta questa “odis-sea sentimentale”. La sorgente, dunque, che alimenta l’amo-re, risiede forse nella semplicità d’animo. Il più grande “viaggio” sognato da mia nonna sareb-be stato…un giretto in città la domenica! Il nonno, però, era contrario: lui in centro ci lavo-rava tutta la settimana. Pertanto i due coniugi, con i loro figli, si limitavano, la festa, ad una pas-seggiata lungo un viale ornato di frondosi platani, vicino alla loro abitazione. La moglie accettava con docilità, accontentando il suo sposo. E in questa conten-tezza stava la sua pace. Erano altri tempi, si dirà, ma forse più felici dei nostri. E’ vero, quindi, che la perfezione umana non esiste, ma una via che ci può

Alberto Amadio

Una donna perfetta, chi potrà trovarla?“Una donna perfetta, chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito…Essa gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vi-ta…Apre la bocca con saggezza e la sua lingua ha solo in-segnamenti di bontà…” Sono, questi, alcuni versetti contenuti nella Bibbia, al capitolo 31 del Libro dei Proverbi.

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forza per vivere nella quotidia-nità questa sfida ad andare oltre le apparenze, credere nella vita buona quando la violenza sem-bra prevaricare? “Solo in Dio ri-posa l’anima mia, da lui la mia salvezza. Lui solo è mia roccia e mia difesa. Nulla mi farà vacilla-re”. Salmo 61. Questo ci suggerisce la fede nel Dio della storia, il Dio di Gesù Cristo che proprio nel suo Figlio ha vinto la morte non usando l’arma della violenza ma della misericordia, dell’Incarnazione, del farsi ogni giorno il “Dio con noi” . “Io continuamente ricevo me stesso dalle tue mani. Così è e così sia. Questa è la mia verità e la mia gioia”. Suor Giannarosa sapeva tutto questo non perché studiato sui libri ma perché esperimentato nella sua vita semplice, umile e profonda. Scrive a proposito Madre Elisa: “Suor Giannarosa ha segnato in modo significativo il cammino

“Tutto per Te, mio caro Gesù, amore immenso, quanto faccio, soffro, dico e penso. In ogni mio respiro intendo o mio Signore, do-narti l’anima e consacrarti il cuo-re per sempre più crescere nel tuo santo divino amore”. Questa invocazione, quale “re-spiro dell’anima”, è divenuta per tante di noi preziosa compagna di cammino e non c’è Piccola figlia di San Giuseppe che non la ricordi e la preghi senza ricor-dare l’affetto e la tenerezza con cui Suor Giannarosa l’ha affidata a noi.

Ho voluto aprire questa pagina con una preghiera di abbando-no in Dio del grande teologo e filosofo Romano Guardini e concluderla con il sussurro del cuore di una Suora semplice, senza grandi pretese di cultura teologica, formata alla scuola del “Vangelo della piccolezza e compassione” e ho capito, an-cora una volta, che soltanto per-mettendo a Dio di posare il Suo sguardo sulla nostra vita, è possi-bile comprendere il mistero dell’ esistenza e vivere la verità e la gioia come umile testimonianza di misericordia. ■

formativo di tante di noi essen-do rimasta per ben cinquanta-cinque anni in Casa generalizia, come Sorella guardarobiera. Tutte portiamo in cuore il suo tratto gentile, riservato ma sem-pre accogliente, generoso e sere-no come pure la testimonianza di una donna ricca di fede sem-plice, concreta e gioiosa…Lei ci ha insegnato a valorizzare il tempo e a rendere preziosa ogni piccola azione quotidiana tra-sformandola in sacrificio accolto per amore. La sua vita, tutta in-tessuta di umiltà ha manifestato sempre attenzione ed apertura alle necessità del mondo, del-la Chiesa, della Congregazione specialmente delle Missioni”. Quante di noi hanno conosciuto Sr Giannarosa sanno bene che la linfa segreta della sua fecondi-tà spirituale stava proprio nella consapevolezza di “ricevere conti-nuamente se stessa dalle mani del Signore. Questa è stata la sua ve-rità e la sua gioia” Pur non avendo mai svolto ruo-li di responsabilità né visitato luoghi di missione, il suo cuore aveva le dimensioni del mondo e non c’era avvenimento lieto o triste che non facesse parte della sua preghiera e del suo ricordo, delle sue preoccupazioni aposto-liche. Si può dire con verità che il suo cuore di persona consacra-ta aveva come orizzonte di rife-rimento il mondo intero, con le sue contraddizioni e speranze, con le gioie e le sofferenze che in esso si consumano ogni giorno. Vita felice e feconda quella di suor Giannarosa che si può rias-sumere nella preghiera che Ella ha ripetuto innumerevoli volte e che ha insegnato a noi tutte:

In queste giornate convulse e cariche di tensione per i fat-ti gravi e dolorosi che acca-

dono nel mondo, molti hanno levato la voce per commentare, per condannare o cercare rispo-ste agli inauditi ed inspiegabili accadimenti. Papa Francesco ha dato voce a tutti gli uomini di buona volontà dicendo che questi atti sono “disumani “ ed invitando tutti a rispondere alla violenza col porre atti di uma-nità vera, di accoglienza e mise-ricordia, a riflettere se le nostre scelte quotidiane sono davvero affermazione di umanità e gesti d’amore. In momenti come que-sti non è facile trovare lucidità di giudizio e tempi di silenzio e di riflessione per “equilibrare la nostra anima” e per leggere gli avvenimenti con il pensiero li-bero dai condizionamenti che ci vengono propinati, con troppa abbondanza, dai mezzi di comu-nicazione. Essere Chiesa di frontiera, in questo momento storico, si-gnifica porre una attenzione particolare e una cordiale parte-cipazione a ciò che ci accade at-torno, condividendo la gioia per la nascita di una vita che si sta

qualche cosa possa cambiare in meglio e sempre pronti a indos-sare i panni dei profeti di sventu-ra che sanno vedere all’orizzonte soltanto nuvole nere.

“Platone affermava che un esercito è invincibile se è composto di “in-namorati” Occorre un esercito di innamorati per opporre alla follia di chi ama il Nulla la quotidiana poesia di chi ama Qualcuno che ci sostiene nel difficile compito di rendere più buona la terra” .

Davide Rondoni

Risuona forte e alto, oggi più che mai, il grido di papa Fran-cesco: “Non lasciatevi rubare la speranza”. Ma dove attingere la

aprendo nel grembo di una don-na o nella fecondità della terra, ma anche non nascondere la tri-stezza e la preoccupazione per ciò che la mente ammalata di persone, all’apparenza normali, è capace di generare di violenza, distruzione e morte. Essere cittadini del mondo si-gnifica essere capaci di uscire dai nostri angusti spazi geografici, culturali, religiosi e politici per guardare lontano e soprattutto accorgerci, e ammetterlo con onestà, che ciò che ci occupa e preoccupa è troppo spesso limi-tato al piccolo cortile di casa no-stra. Spesso guardiamo alla vita da spettatori distratti o bronto-loni, scettici sulla possibilità che

Il tuo sguardo si posa senza sosta su di me e io vivo del tuo sguardo“Io continuamente ricevo me stesso dalle tue mani. Così è e così sia. Questa è la mia verità e la mia gioia. Il tuo sguardo si posa senza sosta su di me, e io vivo del tuo sguardo, tu, mio creatore e mia salvezza. Insegnami nel silenzio della tua presenza a comprendere il mistero della mia esistenza. E che io sono per te, e davanti a te, e a te”. (R. Guardini)

Parenti defuntiMamma di: Postulante Naomi Nduta

Fratello di: Suor Pier Irene e Suor Elide Baù

Madre Giannarosa Tosin. Buttapietra (VR)

il 27/01/1929m. a Borgo Trento (VR)

il 24/08/2015

Suor Licia Rebonato

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