LA MISERICORDIA SOTTOVOCE C L È IL “CUORE” DI DIO E · Padre come fonte della misericor- ......

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a misericordia è il cuore del Vangelo, come ci ha inse- gnato Gesù, presentando- ci Dio come un Padre buono che ci attende per stringerci tra le sue brac- cia e condi- videre con noi la sua stessa vita. Quando ci incontriamo con Gesù Cristo, che ci rivela il vero volto di Dio, la no- stra vita si trasforma e la nostra fe- de non è più un insieme di doveri, ma un cam- mino gioio- so. Quindi anzitutto il Padre come fonte della misericor- dia, egli è colui che dà la vita, che comunica l’esse- re, che dona se stesso. Al- lora la misericordia non è verso dei fantasmi ma nei confronti di esistenze concrete, dunque il primo ra cominciata come una bella serata. Una bella serata speciale. Guillaume stava indossan- do quella camicia nuova e si sentiva felice. Si stava recando al Bataclan su in- carico del suo giornale che si occupava di musica rock e metal. Pensava di scrive- re l’articolo la sera stessa, quando sarebbe rincasato, così avrebbe avuto il fine settimana libero. In un quartiere poco lonta- no, Valentin dava uno sguardo d’insieme alla sua figura riflessa nello spec- chio, prima di uscire di ca- sa. Era bellissimo e felice. Si era laureato l’anno pri- ma in Legge alla London School of Economics e aveva subito trovato lavoro a Parigi. E poi Valeria. Eccola al te- lefono per gli ultimi accordi con la sorella del suo ra- gazzo An- drea. Sa- rebbero usciti tutti e quattro quella sera. E avevano scelto pro- prio quel locale dove si esibiva quel com- plesso rock. In ogni ca- sa lo spac- cato di una storia. In ogni casa si TESTIMONI DI MISERICORDIA Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected] GIUBILEO DELLA MISERICORDIA LA “MISERICORDIAE VULTUS” DI PAPA FRANCESCO a pagina 2 MISERICORDIA E PERDONO CUORE DELLA LEGGE DEI PROFETI a pagina 3 RICONCILIARSI CON SE STESSO E CON GLI ALTRI a pagina 4 “BEATI I MISERICORDIOSI PERCHÈ TROVERANNO MISERICORDIA” (Mt 5,7) a pagina 5 DIO USA MISERICORDIA A QUANTI LO AMANO a pagina 5 LA MISERICORDIA È IL PIÙ GRANDE ATTRIBUTO DI DIO a pagina 6 RITIRO PARROCCHIALE DEL GRUPPO FAMIGLIA ALL’EREMO DI CARESTO a pagina 7 LA VOCE SUL MONDO a pagina 8 UNIVERSITARI IN CAMMINO VERSO IL GIUBILEO CON FRANCESCO E CHIARA a pagina 10 CALENDARIO FESTIVITÀ NATALIZIE a pagina 12 on l’apertura della Porta Santa della cattedrale di Ban- gui, nella Repubblica Su- dafricana il 29 novembre scorso, Papa Francesco ha di fatto avviato l’Anno Santo della misericordia, anticipandolo dalla perife- ria del mondo, e dal centro di una delle peggiori crisi umanitarie dell'Africa. Questo Giubileo straordi- nario è stato fortemente voluto dal Papa, perché segue a pagina 11 Le Sante Messe FESTIVE: Sabato: ore 18,30 Domenica: ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa (Via dei Garofani) FERIALI (dal lunedì al sabato) Ore 8,30 e 18,30 sono in cappella (Via dei Fiordalisi, 14) SOTTOVOCE DEL S ACRO C UORE DI G ESÙ C L segue a pagina 2 E LA MISERICORDIA È IL “CUORE” DI DIO Don Giuseppe Colaci SottoVOCE RUBRICA Dicembre 2015 - Anno XVIII - n° 90 Natale segue a pagina 12

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a misericordia è ilcuore del Vangelo,come ci ha inse-

gnato Gesù, presentando-ci Dio come un Padrebuono che ci attende perstringerci tra le sue brac-cia e condi-videre connoi la suastessa vita.Quando ciincontriamocon GesùCristo, checi rivela ilvero volto diDio, la no-stra vita sitrasforma ela nostra fe-de non è piùun insiemedi doveri,ma un cam-mino gioio-so. Quindianzitutto ilPadre comefonte dellamise r i co r-

dia, egli è colui che dà lavita, che comunica l’esse-re, che dona se stesso. Al-lora la misericordia non èverso dei fantasmi ma neiconfronti di esistenzeconcrete, dunque il primo

ra cominciata comeuna bella serata.Una bella serata

speciale. Guillaume stava indossan-do quella camicia nuova esi sentiva felice. Si stavarecando al Bataclan su in-carico del suo giornale chesi occupava di musica rocke metal. Pensava di scrive-re l’articolo la sera stessa,quando sarebbe rincasato,così avrebbe avuto il finesettimana libero. In un quartiere poco lonta-no, Valentin dava unosguardo d’insieme alla suafigura riflessa nello spec-chio, prima di uscire di ca-sa. Era bellissimo e felice.Si era laureato l’anno pri-ma in Legge alla LondonSchool of Economics eaveva subito trovato lavoroa Parigi. E poi Valeria. Eccola al te-lefono pergli ultimiaccordi conla sorelladel suo ra-gazzo An-drea. Sa-r e b b e r ousciti tutti eq u a t t r oquella sera.E avevanoscelto pro-prio quellocale dovesi esibivaquel com-plesso rock. In ogni ca-sa lo spac-cato di unastoria. Inogni casa si

T E S T I M O N I D I M I S E R I C O R D I ALadispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected]

GIUBILEO DELLAMISERICORDIA

LA “MISERICORDIAE VULTUS”DI PAPA FRANCESCO a pagina 2 ▼

MISERICORDIA E PERDONOCUORE DELLA LEGGE DEI PROFETI a pagina 3 ▼

RICONCILIARSI CON SE STESSOE CON GLI ALTRI a pagina 4 ▼

“BEATI I MISERICORDIOSIPERCHÈ TROVERANNOMISERICORDIA”(Mt 5,7) a pagina 5 ▼

DIO USA MISERICORDIA A QUANTILO AMANO a pagina 5 ▼

LA MISERICORDIA È IL PIÙ GRANDEATTRIBUTO DI DIO a pagina 6 ▼

RITIRO PARROCCHIALE DEL GRUPPOFAMIGLIA ALL’EREMO DI CARESTO a pagina 7 ▼

LA VOCE SUL MONDO a pagina 8 ▼

UNIVERSITARI IN CAMMINO VERSOIL GIUBILEO CON FRANCESCO ECHIARA a pagina 10 ▼

CALENDARIO FESTIVITÀ NATALIZIE a pagina 12 ▼

on l’apertura dellaPorta Santa dellacattedrale di Ban-

gui, nella Repubblica Su-dafricana il 29 novembrescorso, Papa Francesco hadi fatto avviato l’AnnoSanto della misericordia,anticipandolo dalla perife-ria del mondo, e dal centrodi una delle peggiori crisiumanitarie dell'Africa.Questo Giubileo straordi-nario è stato fortementevoluto dal Papa, perché

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Le Sante MesseFESTIVE:

Sabato: ore 18,30 Domenica:

ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa

(Via dei Garofani)

FERIALI (dal lunedì al sabato)

Ore 8,30 e 18,30sono in cappella

(Via dei Fiordalisi, 14)

SOTTOVOCE

D E L S A C R O C U O R E D I G E S Ù

C L

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ELA MISERICORDIA

È IL “CUORE” DI DIODon Giuseppe Colaci

SottoVOCE RUBRICA

Dicembre 2015 - Anno XVIII - n°90Natale

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La misericordia

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La VoceSupplemento di:

notiziariodi Porto-Santa Rufina

Direttore responsabile:✠ Antonio Buoncristiani

Direttore editoriale:Don Giuseppe Colacitel. 06 9946738

In redazione:Marisa Alessandrini,Mauro Coni,Giandomenico Daddabbo,Enrico Frau,Silvana Petti,Maurizio Pirrò, Marco Polidori,Viviana Puglisi,Anna Maria Rospo.

Hanno collaborato:Emanuele Calandra,Liliana Calandra,Patrizio Cimini,Valentino Martella.

Stampato su carta riciclata

ecologica da:Printamente s.n.c.Via Aurelia, 668 H - Romawww.printamente.it

Il giornale è stato chiuso il 29 novembre 2015.

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 179/2001

Distribuzione gratuita

mento al “Padre miseri-cordioso e Dio di ogniconsolazione” (2Cor 1,3;Rm 21,1).La misericordia del Padre,cioè il suo atteggiamentodi dono, è l’elementofondamentale dell’espe-rienza cristiana: il Padredi Gesù Cristo ha un voltomisericordioso; la vita delcristiano dipende da que-sta misericordia di Dio.Ma è soprattutto Gesù diNazareth che attraverso lasua predicazione e le sueazioni testimonia di unPadre misericordioso. Ge-sù stesso è l’incarnazionedella misericordia di DioPadre, egli ne presenta ilvolto più bello: “Gli disseFilippo: Signore, mostraciil Padre e ci basta. Gli ri-spose Gesù: Da tanto tem-po sono con voi e tu nonmi hai conosciuto, Filip-po? Chi ha visto me ha vi-sto il Padre. Come puoidire: Mostraci il Padre?

on la bolla d’indi-zione “Misericor-diae vultus”, Papa

Francesco ha convocato unanno giubilare straordina-rio dedicato alla misericor-dia. Un documento com-posto da 25 punti, quasiun’enciclica per i suoi con-tenuti, nel quale il Papa an-nuncia che l’apertura delGiubileo avverrà il prossi-mo 8 dicembre, festivitàdell’Immacolata Concezio-ne. Spiega che sceglie que-sto giorno perché coincidecon il 50° anniversario del-la chiusura del ConcilioVaticano II, un evento difondamentale importanzanella storia recente dellaChiesa. La novità di questoAnno Santo è che non sisvolgerà solo nelle basili-che papali di Roma ma,come momento di comu-nione dell’intera Chiesa,anche in tutte le diocesi delmondo e, a discrezione

dell’Ordinario diocesano,nei santuari. La sua con-clusione sarà il 20 novem-bre 2016, solennità di Cri-sto Re dell’Universo. “Mi-sericordiosi come il Padre”è il motto del Giubileo.Misericordiosi, chiarisce ilPapa, come Gesù, che harivelato agli uomini “il vol-to della misericordia delPadre”. Una misericordiada contemplare poiché è“fonte di gioia, serenità epace” ed è condizione disalvezza degli esseri uma-ni. Quindi, affinché a tutti,credenti e lontani, possagiungere il messaggio dellamisericordia diDio, il Ponteficeconvoca questoanno giubilare,con l’auspicio checontribuisca alrinnovamento mo-rale e spiritualedella società mo-derna. Conse-

guentemente, oggi più chemai, la Chiesa deve rende-re credibile il suo annun-cio, vivendo e testimonian-do, in prima persona, lamisericordia, “l’architraveche sorregge la sua vita”.Perciò il Santo Padre sisofferma nella Bolla sugliaspetti della misericordiache a lui stanno più a cuo-re. Dal significato del pel-legrinaggio, che è il per-corso dell’esistenza di ogniessere umano, all’esperien-za del perdono, senza ilquale la vita diventa “undeserto desolato”. Dall’at-tenzione dovuta ai poveried ai sofferenti, che “vivo-no nelle più disparate peri-ferie esistenziali”, all’invi-to a riscoprire le opere dimisericordia, sia corporali

atto di misericordia è darevita. Nella Scrittura il ri-ferimento verso Dio mi-sericordioso è costante,basterebbe ricordare ilgrande hallel pasquale(Sal 136) con il suo ritor-nello: “Perché eterna è lasua misericordia”, da ri-spondere ad ogni ricordodelle varie opere di Dio.In esso si capisce quantogli antichi israeliti aves-sero maturato l’idea chel’essenza di Dio è la mi-sericordia. Tutto ciò cheesiste deriva da questa na-tura misericordiosa diDio. Tutta la creazione ela redenzione sono operadella sua misericordia.L’apostolo Paolo nelle suelettere fa spesso riferi-

Non credi che io sono nelPadre e il Padre è in me?Le parole che io vi dico,non le dico da me; ma ilPadre che è con me com-pie le sue opere. Credete-mi: io sono nel Padre e ilPadre è in me; se non al-tro, credetelo per le operestesse” (Gv 14, 8-14).Dunque Gesù è la miseri-cordia del Padre in gesti eparole (gestis verbisque).Il compimento della rive-lazione del volto miseri-cordioso del Padre lo tro-viamo nel vangelo che perdefinizione è chiamato“vangelo della misericor-dia”, quello di Luca. Inesso vi è la presentazionedi Gesù con uno stile par-ticolarmente tenero e ac-cogliente. Non è a casoche il terzo vangelo è l’u-nico che riporta nel capi-tolo 15 le tre famose pa-rabole della misericordia:la pecora smarrita, ladracma perduta e del pa-

continua da pagina 1 LA MISERICORDIA È IL “CUORE” DI DIOdre misericordioso (dettapiù comunemente del fi-gliol prodigo). È notevoleil fatto che le stesse ven-gano introdotte e giustifi-cate da alcuni versetti chepresentano la mormora-zione di scribi e farisei acausa della troppa tene-rezza e accoglienza di Ge-sù verso “pubblicani epeccatori” (vv. 1-3). Qua-si a volerci dire che da-vanti ad ogni essere uma-no si può assumere unodei due atteggiamenti op-posti: l’accoglienza nono-stante i limiti dell’altrooppure la mormorazione,che diventa giudizio econdanna per la sua diver-sità. Sarebbe perciò unbel proposito concreto inquesto Anno Santo dellamisericordia impegnarsiad avere uno sguardo piùbenevolo verso il prossi-mo, mortificando l’attitu-dine, sempre più diffusa,a criticare e a giudicare.

LA “MISERICODIAE VULTUS” DI PAPA FRANCESCOEnrico Frau

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che spirituali, per esserepiù sensibili “davanti aldramma della povertà” eper vivere alla luce degliinsegnamenti del Vangelo.Dall’appello a non giudi-care o non condannare glialtri, per non incorrere nelgiudizio di Dio, al tema delrapporto tra giustizia e mi-sericordia, che non sono incontrasto tra loro se ambe-due seguono un percorsofinalizzato al perdono. Dal-l’importanza centrale delsacramento della Riconci-liazione, che permette aipenitenti di ricevere il per-dono di Dio, al riferimentodell’indulgenza nell’AnnoSanto, con la quale la mi-sericordia divina cancellaogni conseguenza dei pec-cati perdonati nella Con-fessione. Rivolgendo il suosguardo al mondo d’oggi,dove c’è un enorme biso-gno di misericordia, il Pa-pa dice che è giunto il tem-po di risvegliare le co-scienze ed aprire i cuori al-l’amore misericordioso diDio. Per questo annunciala decisione di inviare nel

mondo, durante il periodoquaresimale dell’anno giu-bilare, i “Missionari dellamisericordia”, come segnovivo e convincente di co-me il Padre accoglie tutticoloro che chiedono il suoperdono. Dice altresì il Pa-pa che anche i criminali ei fautori o complici di cor-ruzione, se si pentono, pos-sono ottenere misericordiadal Signore. Pertanto li in-vita, con parole molto forti,a cogliere l’opportunitàdell’Anno Santo per cam-biare vita e convertirsi. Co-me ultimo argomento, ilSanto Padre parla della va-lenza della misericordiaanche per gli ebrei ed imussulmani e si augurache il Giubileo sia l’occa-sione per favorire un piùproficuo dialogo interreli-gioso. Un anno di miseri-cordia, dunque, che PapaFrancesco ha voluto rega-lare all’uomo del mondocontemporaneo, nella pro-spettiva, da lui auspicata,che sia uno straordinariomomento di grazia e con-versione.

eato il cuore cheperdona, misericor-dia riceverà da Dio

in Cielo”, così recita il ritor-nello della versione italianaufficiale dell'inno dellaGMG a Cracovia, parafra-sando il tema dell’evento“Beati i misericordiosi, per-ché troveranno misericor-dia” (Mt 5,7). Le beatitudinisono centro e culmine deldiscorso della montagna,annuncio dell’anno di graziadel Signore (Cfr Is 61,1-3)e segno che il Regno di Dioè già presente. A immaginedegli ultimi, detti “beati” inquanto privilegiati del Van-gelo, Gesù delinea l’identitàdel discepolo: povero in spi-rito, cioè una persona con ilcuore libero dal mondo, dalsuo modo di pensare e dalle

sue passioni; poi mite, mi-sericordioso, perseguitato,ecc.... (cfr Mt 5,3-12). Scon-volgendo le categorie terre-ne con l'annuncio di novità,Gesù si mette di traverso atutte le tradizioni umane,non a caso molti del suo po-polo, fortemente attaccati al-le tradizioni, scribi e fariseiin primis, lo accusano di vo-lerle sovvertire e abolire laLegge e i Profeti. Al contra-rio, Gesù non vuole abolire,bensì portare tutto a compi-mento (cfr Mt 5,17) e in talmodo ricondurre alla reli-giosità del cuore e alla verae sana tradizione dei padri.La prospettiva delle beatitu-dini supera la mera e rigidadisciplina e la comprensione“accademica” della Legge edei Profeti, per una com-

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prensione e un’osservanzapiù autentiche e profonde euna fede più vissuta: “Se lavostra giustizia non supereràquella degli scribi e dei fa-risei, non entrerete nel Re-gno dei Cieli” (Mt 5,20).Una fede immatura è porta-ta a credere che i peccati im-morali come l’omicidio, iltradimento e la rapina sianoi più gravi. Indubbiamentesono azioni deplorevoli edeleterie alla collettività, tut-tavia non basta questa con-sapevolezza per stare “a po-sto con la coscienza”. Ilcontinuo ritornello “Aveteinteso che fu detto... ma iovi dico...” non mette in an-titesi due modi diversi diconcepire la Legge divina,piuttosto intende lo spiritoche deve animare i figli delRegno: da una parte Gesùribadisce i comandamenti,dall'altra li approfondisce eli completa con un’autoritàpersino superiore a quella diMosè, così Gesù scruta egiudica le intenzioni attra-verso esempi di vita concre-ta. Alla luce del quinto co-mandamento, “non uccide-re”, presenta insulti ed epi-teti che esprimono la vo-lontà di ferire e infamarel'altro, secondo il gradodell’ira. In una prima fase,l’impeto si concretizza conl'oltraggio “stupido” e da lìa “pazzo”, massimo livellodell'offesa cui portata è si-mile a un pugnale talmenteaffilato da ferire profonda-mente l'animo dell'altro, ilpasso è breve. Sant'Antonioda Padova individua nel-l'impulso senza consensouna pre-passione, una ma-lattia interiore da cui scatu-risce il veleno delle passionidella carne (cfr Rm 8,8-13 eGal 5,16-24), tanto che ilconsenso deliberato intro-duce “la morte in casa”. Sipuò infangare il buon nomedel prossimo anche sparlan-do di lui, pertanto lo stessoveleno può insinuarsi ancheattraverso la chiacchiera,seppur in maniera più sottilee subdola. Questi atti posso-no sfuggire all’ottica delmondo, ma non a colui chescruta giusti ed empi e ha in

abominio i violenti (cfr Sal10,5) e, sottoposti al giudi-zio del più importante fra icomandamenti di Gesù“Amatevi gli uni gli altri,come io vi ho amati” (cfrGv 13,34), sintesi dei co-mandamenti dell’amore aDio e al prossimo (cfr Mc12,28-31 e Lc 10,27), di cer-to non resteranno impuniti;a maggior ragione l’appellodel Maestro suona perento-rio: “Se dunque presenti latua offerta sull’altare e lì tiricordi che tuo fratello haqualcosa contro di te, lascialì il tuo dono, davanti all’al-tare e va' prima a riconciliar-ti con il tuo fratello e poi tor-na a offrire il tuo dono” (Mt5,23-24). Gesù non delegit-tima il nostro culto a Dioche, anzi, è primo di tutti icomandamenti. In verità, ilnostro rapporto con il Si-gnore non può essere auten-tico se non corrispondiamoper primi al comandamentodell’amore in libertà di co-scienza e di figli di Dio, se-condo l’invito dei primiapostoli: “Non rendete maleper male, né ingiuria per in-giuria, ma, al contrario, ri-spondete benedicendo; poi-ché a questo siete stati chia-mati per avere in eredità labenedizione” (1 Pt 3,9);“Cercate di compiere il benedavanti a tutti gli uomini. Seè possibile, per quanto que-sto dipende da voi, vivete inpace con tutti” (Rm 12,17-18), pena: l’autoesclusionedalla fratellanza. Ancor dipiù questo principio valenella vita degli sposi la cuimissione è essere, nella lorounione, immagine dell'amo-re di Cristo alla sua Chiesa(cfr Ef 5,32), per questo invista del Giubileo della mi-sericordia, l’ultimo Sinododei vescovi che si è svoltoin Vaticano ci esorta a risco-prire la bellezza della Chie-sa cominciando dalla fami-glia fondata sul solo e legit-timo matrimonio fra uomoe donna, scuola di miseri-cordia e riconciliazione,specie in questo momentoin cui dilaga un pensieromodernista che la disprezzae la minaccia.

La misericordia

“VA’ A RICONCILIARTI CON IL TUO FRATELLO” (MT 5,24)

MISERICORDIA E PERDONO CUORE DELLA LEGGE DEI PROFETIGian Domenico Daddabbo

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La misericordia

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liberarsi dai condiziona-menti e dalla paura di in-frangere imposizioni e re-gole, adottando un com-portamento rispettoso ver-so il gruppo, ma senza ri-nunciare a sé. La riconciliazione con mestesso non avviene mai unavolta per sempre. È un pro-cesso che dura per tutta lavita: in me scopro conti-nuamente aspetti che nonposso accettare bene.Quindi sono di nuovo sfi-dato a dire di sì a quelloche vorrei ben volentierifar finta di non vedere. Solo chi è riconciliato conse stesso è capace di ricon-ciliarsi anche con gli altri.Molti incontrano grossedifficoltà nel perdonare glialtri. Esigono troppo da sestessi, perché pensano didover perdonare immedia-tamente. Il perdono è sem-pre un processo che richie-de tempo. Alcune personenon guariscono perché nonsanno perdonare. Finchénon riescono a perdonare,rimangono legate a coluiche le ha ferite, si lascianocondizionare da lui.Per riconciliarsi con sestesso e con l’altro alcunipassi da fare potrebbero es-sere i seguenti:Il primo passo da fare ri-chiede che io lasci spazioal dolore. Il secondo passo consistenel lasciar spazio alla col-lera (rabbia). La collera èla forza di buttare fuori dame colui che mi ha ferito.Nello stesso tempo devotrasformare in energia que-sta collera: posso vivere dame stesso; non ho bisognodell’altro perché la mia vi-ta abbia un esito positivo.Il terzo passo si riferisce alguardare oggettivamenteciò che è accaduto. Cercoora di comprendere perchél’altro mi ha ferito. Questariflessione diventa un invi-to a occuparmi di questazona così vulnerabile e adaccettare me stesso conquesta mia vulnerabilità. Il quarto passo della ricon-ciliazione con l’altro con-siste propriamente nell’atto

del perdono. Perdonare si-gnifica che mi libero dallegame con l’altro. Lascioche il suo comportamentorimanga in lui e così mi di-stacco dall’altro. Devo al-lora accettare i miei limiti.Ho perdonato all’altro, manon sono ancora capace dicostruire con lui un rappor-to normale. Molti psicologihanno sperimentato, tra lealtre cose, che il perdono èun atto terapeutico, cherende possibile la guarigio-ne delle proprie piaghe e cilibera dal rimuginare con-tinuamente il nostro passa-to. Il perdono ci rende ca-paci di impegnarci nel mo-mento presente con tutto ilnostro essere.Il quinto passo della ricon-ciliazione trasforma le pia-ghe in perle . Allora il per-dono non è soltanto qual-cosa di passivo, ma rendepossibile la scoperta delleproprie energie e dà fiduciadi imprimere in questomondo la traccia inconfon-dibile e del tutto personaledella propria vita.Questi cinque passi dellariconciliazione con l’altrosi possono percorrere sen-za parlare con l’altro. Spes-so però è di grande aiutochiarire la ferita con un al-tro. È sempre necessariatuttavia la prudenza nelgiudicare se il dialogo conl’altro sia veramente op-portuno.La riconciliazione è unpercorso importante pergiungere alla guarigione. La vera e propria malattiadel nostro tempo ci dice lapsicologia è la mancanzadi relazione (di riferimen-ti). Gli uomini non sonocapaci di mettersi in rela-zione con se stessi, e nep-pure con le cose, con gli al-tri. La riconciliazione è ilmezzo per mettersi in rela-zione con tutto quello chec’è in me, così da nonescludere più niente dalmio vero Sé. Colui chemette tutto in relazione conil Sé più intimo, è total-mente risanato e salvo, esperimenta se stesso comeun uomo nuovo.

l primo e nello stes-so tempo il più dif-ficile compito della

nostra “umanizzazione”consiste nel riconciliarcicon noi stessi. La condizio-ne per realizzare questocompito è la fiducia di es-sere accolti da Dio incon-dizionatamente, dalla fami-glia e dall’altro. La pacifi-cazione con se stessi ha di-versi aspetti. Prima di ognicosa bisogna rappacificarsicon la storia della propriavita. Non posso far sì chela mia nascita ritorni nuo-vamente al punto di parten-za. Non posso far finta chele mie ferite non siano av-venute. Far la pace con sestessi significa dire di sì al-le ferite e alle offese rice-vute nel corso della vita.Molte persone rimangonoper tutta la vita dei quere-lanti. Accusano i genitoridi averli feriti. Rifiutano diprendersi la responsabilitàdella propria vita. Ma inquesto modo non riesconomai a trovare la pace conse stessi. Preferiscono sof-frire invece di rappacificar-si con se stessi e con la sto-ria della propria vita. Un aspetto della riconcilia-zione con se stessi esige lapacificazione con i proprilati oscuri. Lo psicotera-peuta svizzero Karl GustavJung ha coniato il concettodi “ombra”. Intende conciò tutto quello che abbia-mo escluso dalla nostrasfera cosciente. Jung con-cepisce la persona umanacome un essere “polarizza-to”. Abbiamo sempre duepoli: amore e aggressività,ragione e sentimento, di-sciplina e indisciplina, vi-rilità e femminilità. Ognivolta che accentuiamotroppo uno dei poli, l’altrocade nell’ombra e di là agi-sce distruttivamente sullanostra vita. Quando repri-miamo i nostri sentimenti,spesso finiscono per ester-narsi in un sentimentali-

smo, in cui siamo sopraf-fatti dalle emozioni e nonsappiamo più come trattarecon esse. Ancora più difficile è ricon-ciliarsi con le nostre colpe.Cos'è il senso di colpa?Il senso di colpa è unaemozione che permette dicontenere le pulsioni di-struttive e di prendere co-scienza della sofferenzadell’altro. Identificato inquesta modalità può avereanche sfumature costrutti-ve perché mette in guardiaqualora si stiano oltrepas-sando i limiti, costringe aduna messa in discussione ead un’assunzione di re-sponsabilità. Il senso dicolpa, sperimentato spessoda ogni persona sensibile eresponsabile, è un mecca-nismo della coscienza che,se non è deformato, segna-la un disagio e ci rimpro-vera quando facciamoqualcosa che infrange ilnostro codice morale.Tuttavia può succedere chela colpa non sia collegataad un atto specifico, manasca da un senso di inade-guatezza non compreso, daun senso di incapacità, dimalessere non chiaro, puòcioè scaturire da scenaripiù profondi della nostrainteriorità, non necessaria-mente associati all’espe-rienza di vita pratica, tra-sformandosi in un’ango-scia legata alla convinzio-ne di essere inadeguati, in-feriori, incapaci di essereamati e apprezzati. La maggior parte delle per-sone che si sentono “col-pevoli” soffrono, in qual-che modo la paura dell’ab-bandono, il timore di per-dere un amore o l’approva-zione degli altri. Il senti-mento di colpevolezza in-fatti induce ad adottare unacerta condotta in funzionedella fedeltà al gruppo diriferimento, al di fuori delquale ci si sentirebbe persi. Crescere vuol dire anche

RICONCILIARSI CON SE STESSO E CON L’ALTROAnna Maria Rospo

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nato per lui e la consape-volezza del suo immensoamore per noi. Per questooggi credo che Dio non siè mai nascosto, siamo noiad averlo cacciato. Siamonoi ad aver rinunciato alParadiso per soddisfazionipiacevoli ma passeggere, eche in fondo non appaganomai, ma anzi lasciano unafame sempre più grande eincolmabile. Dio vuole en-trare nelle nostre vite, col-marle di gioia, ma il nostrovittimismo glielo impedi-sce. Piangersi addosso ècome dire: “Quello che miè accaduto è ingiusto, Dioè stato ingiusto con me”.Ma ogni dolore attraversa-to ci ha avvicinati a lui, edè quindi un privilegio. La-sciamo che Dio entri innoi, che dimori in noi il piùpossibile. Oggi un secon-do, domani un minuto. So-lo sentire la sua presenzapuò aiutarci ad accettare ilmistero del dolore e a ri-baltare le lacrime in sorrisi.La prospettiva divina è di-versa da quella umana, èuna verità a cui ci si ap-proccia col cuore, trovandoil suo insegnamento dentrodi noi.

volte ci sembra cheDio sia spietato neinostri confronti. Ci

sottopone a prove lunghe edolorose, non ci mostramai il suo volto. Ma è im-possibile capire l’operatodivino, ricondurlo a cate-gorie umane. Ciò che do-vremmo sempre ricordareè che una grande sofferen-za sarà ricompensata dauna grazia altrettanto gran-de; e che quando Dio è innoi abbiamo forze a suffi-cienza per affrontare qua-lunque difficoltà. D’altrocanto, egli vuole riempircidi gioia. Vuole che apria-mo il nostro cuore per ver-sarci dentro balsami dol-cissimi. La verità è che nonci fidiamo di lui. Ci sentia-mo sempre trascurati, sfor-tunati, tartassati, ma se noncrediamo che in ogni mo-mento può arrivare e risol-vere tutti i nostri problemi,probabilmente egli non lofarà. Dio premia chi crede,chi crede nell’impossibile,perché per Dio l’impossi-bile è la norma, il suo ope-rato può solo cose strabi-lianti e miracoli. Ancorapiù che le azioni conta lafede, l’amore incondizio-

DIO USA MISERICORDIA A QUANTI LO AMANOMauro Coni

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La misericordia

a misericordia, perdefinizione, vieneidentificata come il

“sentimento generato dallacompassione per la miseriaaltrui” o come “nobile sen-timento di compassione at-tiva verso l’infelicità altrui,di solito promossa da unavirtuosa inclinazione allapietà o al perdono”. Amoparticolarmente ciò che nedice Papa Francesco: “Lamisericordia di Dio è comeuna carezza sulle ferite deinostri peccati… è gran luced’amore e tenerezza”.Il denominatore comune diqueste delicate espressionidi generosità è l’esistenzadi un “cuore” sensibile, ca-pace di amore verso gli al-tri, capace di mettere in se-condo piano se stessi a fa-vore dell’altro, anche di-menticando e perdonandoeventuali offese ricevute.Tuttavia l’animo umano,per sua natura, tende piut-tosto all’egoismo, al desi-derio sfrenato di primeggia-re, di dominare, di prevari-care. I peggiori nemicidell’uomo sono il risenti-mento, l’odio, la gelosia, ildesiderio di vendetta, tuttociò che tende ad allontana-re, piuttosto che ad unire,ciò che tende a distruggere,piuttosto che a costruire! Inquest’ottica la misericordiapotrebbe, quindi, essere in-tesa come manifestazionedi “debolezza”, di arrende-volezza, di facile rinuncia alproprio orgoglio per amoredi un quieto vivere… Nien-te di più sbagliato!Non è facile dominare unanatura atavicamente inclineall’istinto di sopravvivenza,attraverso la competizionee la lotta per la supremazia.Ma se correttamente “edu-cata”, se resa “sensibile” e“docile", sin dalla teneraetà, da nobili insegnamenti,da una fede che inducaall’aspirazione alla santità,all’esercizio continuo delle

beatitudini, all’amore versoil prossimo, allora la mise-ricordia diviene atteggia-mento possibile per l’indi-viduo.Trovo che anche entrare instretto contatto con situa-zioni di sofferenza altrui fa-ciliti questo processo e ren-da le persone più sensibiliin questo senso: non a caso,chi vive frequentementeesperienze di volontariato,volte ad aiutare i meno for-tunati (siano essi malati, du-rante la loro degenza ospe-daliera, o siano bisognosi,in condizioni di povertà),spesso scopre in sé unanuova sensibilità d’animo,sperimenta una diversa sca-la di valori, completamenteribaltata rispetto al passato,dove l’amore e la cura peril prossimo sovrastanoquello per se stessi.Ma la misericordia potreb-be, in tal caso, essere con-siderata, piuttosto, “forza”?Certamente, poiché qualun-que tentativo di migliora-mento e di superamentodella propria natura si attuanon senza sforzo di vo-lontà, non senza sacrificiodi sé, senza impegno co-stante e faticoso… È, cer-tamente, molto più facileabbandonarsi ai propri di-fetti, che vincerli!Immaginiamo il caso diun’offesa ricevuta, di uncattivo comportamentosubìto, di divenire oggettod’ingiustizie o soprusi…Sarà più difficile reagire, ri-pagando con la stessa mo-neta il male ricevuto, o sce-gliere di offrire perdono?

Naturalmente il secondocaso presuppone una capa-cità di amore, di compren-sione e generosità - neiconfronti di chi si comportada nemico - non indifferen-ti! E la fede, unita alla ri-cerca continua della corret-ta via per migliorarci, rendepossibile non solo il perdo-no dell’altro, ma persino ildono della preghiera d’in-tercessione in suo favore.Chi ci mostra la via, offren-doci l’esempio di compor-tamento misericordioso pereccellenza, è Gesù stesso,che ci insegna come imper-sonare l’amore misericor-dioso di Dio, quell’amorecompassionevole che ac-corre dove c’è sofferenza eche guarisce ogni sorta dimale.

La vita ci riserva molte“prove” ed altrettante occa-sioni per dimostrare la no-stra “forza”, in termini dimisericordia; io, scherzo-samente, sostengo sempreche cerco di usare miseri-cordia per “egoismo”, co-me qualche spot pubblici-tario propone, anche quan-do mi sembrerebbe impos-sibile, perché così facendospero che nel giorno delgiudizio finale il Signore siricordi dei miei goffi, mafrequenti, tentativi di per-donare gli altri e vorrà usa-re lo stesso “metro” di va-lutazione con me!Santa Teresa di Lisieuxscriveva: “Chi fa della pro-pria vita uno scambio d’a-more, sperimenta la libertàe la felicità”...

“BEATI I MISERICORDIOSI PERCHÈTROVERANNO MISERICORDIA” (MT 5,7)Viviana Puglisi

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senza numero a chi recitaquesta corona. Se recitataaccanto ad un morente nonsarò giusto giudice, maSalvatore”;- la festa della divina mise-ricordia. Ha detto Gesù aS. Faustina: “Voglio chel’immagine venga solenne-mente benedetta nella pri-ma domenica dopo Pa-squa; questa domenica de-ve essere la festa della mi-sericordia.… In quel gior-no... riverserò tutto un ma-re di grazie sulle anime chesi avvicinano alla sorgentedella mia misericordia”.Sulla strada di S. Faustina,sia umana che spirituale, ilSignore pone Karol Wojty-la. L’ arcivescovo di Cra-covia, abbraccia il cultodella divina misericordia e,diventato Papa con il nomedi Giovanni Paolo II (otto-bre 1978), scrive l’encicli-ca Dives in Misericordia(1980). È il medesimoPontefice che, in piazza S.Pietro e nella seconda do-menica di Pasqua, portaagli onori dell’altare suorFaustina con la beatifica-zione avvenuta il 18 aprile1993 e con la canonizza-zione avvenuta il 30 aprile2000.Non a caso la congregazio-ne per il culto divino e ladisciplina dei sacramenti,con decreto del 5 maggio2000, dispone che nel mes-sale romano “d’ora innanzial titolo della II domenicadi Pasqua, detta “in albis”,

sia aggiunta la dizione “odella divina misericordia”. Il 17 agosto 2002 GiovanniPaolo II consacra il santua-rio di Lagiewniki (Craco-via) dichiarandolo centromondiale del culto alla di-vina misericordia, affidan-do il mondo alla misericor-dia divina. Il santo Papa ri-torna alla casa del Padre al-le ore 21:37 del 2 aprile2005, subito dopo la cele-brazione della S. Messadella festa della divina mi-sericordia presieduta dalsuo segretario particolarel’arcivescovo StanislawDziwisz.Ma le misericordie di Dionon sono finite. Infatti loSpirito Santo dona allaChiesa e al mondo PapaFrancesco, modello di mi-sericordia incarnata. Dal-l’inizio del pontificato,giorno dopo giorno, con ilsuo stile di vita francesca-no, con i suoi insegnamen-ti, gesti e segni rivolgecontinui inviti di andarenelle più disparate e dispe-rate periferie esistenzialidove ci sono gli ultimi, lemiserie del mondo, soffe-renze e precarietà di ognitipo. Forse, proprio perquesto, lo Spirito Santo haispirato il Pontefice ad in-dire il Giubileo straordina-rio della Misericordia perl’anno 2016 in concomi-tanza con la giornata mon-diale della gioventù, che siterrà a Cracovia dal 26 al31 luglio 2016.Misericordiosi come il Pa-dre, è il motto dell’AnnoSanto, nel quale il SantoPadre invita “il popolo cri-stiano a riflettere sulle ope-re di misericordia corpora-le e spirituale. Sarà un mo-do per risvegliare la nostracoscienza spesso assopitadavanti al dramma dellapovertà e per entrare sem-pre di più nel cuore delVangelo, dove i poveri so-no i privilegiati della mise-ricordia divina”. La rispo-sta, allora, deve esserenell’impegno concreto cheognuno di noi deve pren-dere se si vuole essere te-stimoni di misericordia.

La misericordia

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amore e la miseri-cordia di Dio sonoriportati in ogni pa-

gina della sacra Bibbia edin particolare nel vangelodi Giovanni troviamo di-versi passi eloquenti:- “Uno dei soldati gli colpìil costato con la lancia esubito ne uscì sangue edacqua”(Gv 19,34). Questopetto squarciato diedecompimento alla profeziadi Zaccaria: “guarderannoa colui che hanno trafitto”(12,10b) e da qui scaturì lasorgente di misericordiaper ognuno di noi e per ilmondo intero. Il sangue in-dica il sacrificio di Cristoper la redenzione dei nostripeccati e rappresenta il mi-stero dell’Eucaristia (Gv6,55), l’acqua il dono delloSpirito e fa pensare al bat-tesimo (Gv 3,5). Essi evi-denziano la figura del Pa-dre misericordioso nelladuplice donazione del Fi-glio e dello Spirito e rap-presenta la misteriosa do-nazione della Trinità all’u-manità intera.- “Gesù, levatosi in piediesclamò ad alta voce: chiha sete venga a me e beva,chi crede in me. Come dicela scrittura, fiumi d’acquaviva sgorgheranno dal suoseno”. Questo egli disse ri-ferendosi allo Spirito cheavrebbero ricevuto i cre-denti in lui. (Gv 7,37-39a);- “Il Verbo si fece carne evenne ad abitare in mezzoa noi” (Gv 1,14).Da questi passi possiamocapire perché Giovanni siail prediletto di Cristo e de-nominato l’apostolo dell’a-more. La trafittura del co-stato è un’azione guidatadall’alto ed è un’azione divita come solo Dio può fa-re. Il segno è talmente forteche Giovanni vi fissa la suapiù alta testimonianza ed èla chiave di lettura del suovangelo ed alla trasmissio-ne della fede agli altri:

“perché anche voi credia-te”(Gv 19,35b).Nel suo diario (quaderno I)Santa Faustina Kowalskascrive “l’amore più grandee l’abisso della misericor-dia li riconosco nell’Incar-nazione del Verbo, nellaRedenzione da lui operata.Da ciò compresi che que-sto attributo è il più grandein Dio”. S. Faustina Kowalska(1905-1938), suora polac-ca, apostola della miseri-cordia, è stata lo strumentodi Dio per far conoscere almondo il culto della divinamisericordia attraverso:- l’immagine di Gesù mi-sericordioso. Fu donata daGesù a suor Faustina il 22febbraio 1931. Ai fedeliche venerano questa im-magine, Gesù ha promessoinnumerevoli grazie e be-nefici ed in particolare“L’anima che venereràquesta immagine non pe-rirà. Le prometto, ancorasulla terra, la vittoria suinemici ma specialmentenel punto di morte”. Que-sta immagine deve conti-nuamente ricordare all’u-manità l’infinita Misericor-dia di Dio;- la coroncina alla divinamisericordia. Promessa diGesù: “concederò grazie

LA MISERICORDIA È IL PIÙ GRANDEATTRIBUTO DI DIOPatrizio Cimini

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parole del sacerdote conl’ausilio delle schede di ri-flessione da lui preparate.Una tra le tante “perle”raccolte, è stata la presa dicoscienza della stima reci-proca nella coppia e la con-vinzione certa che i due so-no diversi, e tali rimango-no, pur raggiungendo, an-che col passare degli anni,una certa unità d’animo.L’aiuto della preghiera èfondamentale.Non sono mancati momen-ti di convivialità, sia negliintervalli che durante le ab-bondanti merende e i pran-zi, preparati per noi contanta attenzione e nei dopocena, con canti e tanta al-legria. Anche i bambini so-no stati accolti con gioia etenerezza a tal punto chealcuni erano dispiaciuti di

tornare a casa.Quando la domenica, do-

po il pranzo, eravamopronti per partire, il pensie-ro comune è stato di ritor-nare a Caresto. A pensarcibene il nome dell’eremo,Caresto, scomponendolo,suggerisce una frase in dia-letto siciliano : “Cà-re-sto… cioè, qui voglio re-stare”. Sì! Ancora una volta si èrafforzata la convinzione,anzi la certezza, che lacoppia e poi la famigliavanno difese con tutte leforze, nonostante il cam-mino da fare sia spesso insalita.Sicuramente è una espe-rienza da ripetere e consi-gliare a tutti.

uest’anno il GruppoFamiglia ha espres-so il desiderio di fa-

re un ritiro in una localitàdiversa dalla parrocchia e,pertanto, è stato suggeritodi organizzarlo all’Eremodi Caresto, a circa 2 Km daSant’Angelo in Vado (nelladiocesi di Urbino). Ci han-no accolto, Daniela, inqualità di presidente e donPiero, il fondatore, che tie-ne anche le catechesi.

Conoscevamo tale realtàsolamente per sentito o peraver letto e utilizzato i libriche da lì vengono pubbli-cati. Durante la permanen-za abbiamo potuto ascolta-re le “perle” dateci dallecatechesi di don Piero. Ca-techesi nelle quali si met-teva a nudo l’animo umanoin coppia con le sue debo-lezze e con i suoi errori do-vuti spesso al non ascoltoe non dialogo.Errori dovuti a ignoranza,al dare tutto per scontato,ai tabù ed all’educazionericevuta, che creano in-comprensioni e discussio-ni, che se non vissute allaluce del Sacramento porta-no a crisi più o meno gravi.Gli incontri sono stati ar-ricchiti, oltre che dalla pre-senza delle famiglie delnostro gruppo, anche da al-tri amici della Puglia e al-cuni giovani fidanzati pro-venienti da diverse parti.Abbiamo avuto spazio perascoltarci e confrontarci suquanto sentito da don Pie-ro, prima in coppia, poi tut-ti insieme dialogando sulle

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RITIRO PARROCCHIALE DEL GRUPPO FAMIGLIA ALL’EREMO DI CARESTOEmanuele e Liliana Calandra

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Attività

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La Voce sul mondo

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ASIA: minaccia inondazioneper diverse metropoli del con-tinenteMisna- novembre 2015I dati del centro studi sta-tunitense Climate Centraldiffusi come contributo alVertice Onu sul clima diParigi che riunisce dal 30novembre all'11 dicembrerappresentanti di 195 na-zioni, mostrano che, anchecontenendo entro i 2°Cl'aumento della temperatu-ra globale rispetto ai livellipre-industriali, i risultatiper diverse grandi metro-poli dell'Asia-Pacifico (edel globo) potrebbero co-munque essere gravi. L'A-sia comprende oggi il 75%delle aree che in futuro po-trebbero finire sott'acqua alivello planetario.A rischio città come Mum-bai e Shanghai (senzaescludere, New York, Mia-mi e New Orleans nei soliStati Uniti, aree del Brasilee dell'Egitto, tra le altre).Un incremento entro i 2°C,livello massimo per cui lacomunità internazionale sista mobilitando, mettereb-be a rischio causa l'innal-zamento delle acque mari-ne 280 milioni di abitantidel pianeta, che salirebberoa oltre 600 milioni se i gra-di di aumento dovesseroessere quattro.Eventualità non immedia-te, che potrebbero svilup-parsi entro due millenni,ma che, affiancate a altreemergenze ambientali con-tribuiranno a rendere insta-bile, quando non a rischia,la vita di un gran numerodi individui.Lo studio evidenzia che ilpaese più colpito potrebbeessere la Cina, con 145 mi-lioni di persone che vivonoin aree costiere la cui sicu-rezza sarà resa problema-tica in futuro da un incre-mento termico sotto i 4°.Successivi in ordine di ri-schio Bangladesh, India eVietnam, con decine di mi-lioni di abitanti di Giappo-ne e Filippine pure in peri-colo. Delle 10 megalopolipiù esposte nel continente,quattro sono cinesi (Shan-

ghai, Tianjin, Hong Konge Taizhou, che complessi-vamente hanno 44 milionidi abitanti).

––––––––BURUNDI: Una situazione chesembra sfuggita di mano atuttiAgenzia Fides - novem-bre 2015Sabato 7 novembre è sca-duto l’ultimatum lanciatodal governo del PresidentePierre Nkurunziza all’op-posizione armata perchédeponga le armi. “La sen-sazione è che la situazionestia sfuggendo di mano atutti”. Le forze di sicurezzahanno comunque avviatocontrolli e perquisizioni neiquartieri della capitale con-siderati bastioni della ribel-lione.“Una decina di persone so-no state uccise il 7 novem-bre, la scoperta di nuovicadaveri uccisi durante leore notturne è ormai datempo un fatto quotidiano.La crisi burundese scop-piata in seguito al conferi-mento del terzo mandato aNkurunziza, in violazionedella Costituzione e degliaccordi di pace di Arusha,suscita forte preoccupazio-ne nell’area dei Grandi La-ghi e nella comunità inter-nazionale.

––––––––ETIOPIA: Boom economico, di-ritti in crisi Missioni Consolata - No-vembre  2015Il secondo paese d’Africaper abitanti (95 milioni) vi-ve una crescita economicatra le più alte al mondo.Ma il livello di vita nellecampagne resta molto bas-so. Le elezioni di maggiohanno confermato il partitoal potere. E sui diritti lastrada da percorrere restalunga.Siamo ad Arba Minch, a450 km a Sud di AddisAbeba. Città di circa110.000 abitanti e un eleva-to tasso di crescita di 4,5%annuo, che, a prima vista,sembra non avere nulla dispeciale. Si divide in città

bassa Sikela e città altaShecha. Qui i quartieri siinerpicano sulla montagna.All’improvviso però la sa-lita finisce e ci si ritrova suuna rara balconata naturaleche offre uno spettacolosplendido. La foresta tropi-cale ai propri piedi, di fron-te la montagna chiamataPonte di Dio che divide illago Chamo dal lagoAbaya, distesa d’acqua di1162 km quadrati (oltre trevolte il lago di Garda), dallaquale spuntano isolette co-perte di vegetazione. Lacittà si adagia su questa fa-lesia, ai piedi della qualel’acqua filtrata dalla mon-tagna origina decine di sor-genti. Da qui il nome, ArbaMinch, che in amharico si-gnifica «quaranta sorgenti».Siamo nel bel mezzo dellafamosa  Rift Valley, la lar-ga «vallata» che si estendedalla Siria al Mozambico,e segna la separazione na-turale tra la placca africanae quella araba. In partico-lare, in Etiopia, separa l’al-topiano etiopico da quellosomalo.  

––––––––FILIPPINE, Tagle: “Pace per itribali a Mindanao” Mondo e Missione - 11 no-vembre 2015Li è andati a incontrarepersonalmente al presidiodi protesta che hanno alle-stito a Liwasang Bonifacioa Manila. Ha portato ciboe acqua per i tribali che so-no accampati lì da giorni.Ha ascoltato le loro prote-ste per l’esercito e le mili-zie paramilitari che entranonei loro villaggi, occupanole loro scuole, uccidono iloro leader. E ha lanciatoun appello di pace per laguerra più nascosta di Min-

danao: quella che non ri-guarda i musulmani ma lepopolazioni originarie del-la grande isola del Sud del-le Filippine.Così a Manila il cardinalearcivescovo Luis AntonioTagle – che è anche presi-dente di Caritas Internatio-nalis – ha preso posizionein favore delle popolazioniindigene di Mindanao.“Chiediamo tanto all’eser-cito quanto all’Ndf (ilbraccio politico della guer-riglia ndr) di dichiarare co-me zone di pace le aree do-ve vivono i nostri fratelli ele nostre sorelletribali”,  ha detto nel suoappello il cardinale Tagle.“Facciamo in modo che re-gni la giustizia – ha dettoancora il porporato – e chele autorità perseguano i re-sponsabili degli omicididei leader tribali”.Il gesto del cardinale Taglegiunge in un momento par-ticolarmente difficile per ilumad – le genti della ter-ra,  come amano autodefi-nirsi le popolazioni tribalidelle Filippine. Da settima-ne una controffensivadell’esercito, spalleggiatoda gruppi paramilitari,  hapreso di mira alcuni villag-gi dell’area montuosa diMindanao. I militari accu-sano i tribali di sostenerela guerriglia, ma i lumad aloro volta sostengono chesia solo un pretesto permettere le mani sui territoridove loro vivono, ricchi dirisorse. Tra i villaggi col-piti ce ne sono anche alcu-ni di quelli dove svolgevail suo ministero padre Fau-sto Tentorio, missionariodel Pime ucciso il 17 otto-bre 2011 proprio per il suoimpegno in difesa dei tri-bali.

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La Voce sul mondo

MALAWI: “Ci attendiamo unNatale durissimo, la fame è ri-comparsa come la lebbra” diceun missionarioAgenzia Fides - novem-bre 2015 “Il 6 novembre il Presiden-te della Repubblica delMalawi, Arthur PeterMutharika, ha aperto il par-lamento con un discorsodurato 25 minuti. General-mente lo State of the Na-tion (SONA) durava ore.Per questo lo hanno subitoparagonato ad un messag-gio di Twitter o Whatsapp”riferisce all’Agenzia Fidesp. Piergiorgio Gamba, mis-sionario monfortano cheopera da decenni in Ma-lawi.“Dopo tre anni abbandona-ti a noi stessi, sappiamoche non ci sarà più aiutoestero a sostenere il Paese:dobbiamo costruire lo svi-luppo dall’interno” è statoil messaggio del Presidentenel cercare di mobilitare ilPaese. “Ma di fatto diceche la popolazione è la-sciata a se stessa” com-menta p. Gamba.Il Presidente faceva riferi-mento alla sospensione de-gli aiuti internazionali acausa del cosiddetto Cash-gate, lo storno da parte dipolitici e funzionari corrot-ti dei fondi donati da Statie istituzione internazionaliper integrare il bilancio sta-tale del Malawi.“Mutharika ha promessoche verranno approvatenuove leggi, tra cui quellache finalmente liberalizzal’informazione (Access toInformation). Attesa da ol-tre vent’anni, ogni voltapromessa e poi disattesa,questa legge dovrebbe fi-

nalmente rendere la radioe la televisione di stato alservizio della gente e nondel solo partito di governo”sottolinea il missionario.Un’altra legge molto attesaè quella sulla proprietà ter-riera, in un Paese dall’al-tissima densità demografi-ca dove i contadini sonosenza terra, mentre grandiestensioni di terreno sonoin mano a pochi ricchi.“Sarà difficile che una leg-ge da sola riesca a dare ri-sposte alle attese della po-polazione” commenta p.Gamba.“Pure le risposte alle attesedi giustizia della gente dif-ficilmente potranno esseresoddisfatte dalla conclusio-ne del lunghissimo proces-so sul Cashgate, che in cin-que anni ha svuotato le ri-serve del Malawi di miliar-di di dollari e interrotto persempre gli aiuti internazio-nali che permettevano alpaese di sopravvivere. Lariduzione del 50% della giàscarsa erogazione dell’elet-tricità non impaurisce lagente, già provata. E nem-meno la lebbra, che è ri-comparsa con numerosicontagiati. È la fame amettere a dura prova ilPaese. Per il prossimi mesinon è rimasto cibo a suffi-cienza. Ci aspettiamo unNatale poverissimo, in par-ticolare per i 15 distrettiche lo scorso gennaio era-no stati colpiti da forti al-luvioni” conclude p. Gam-ba.In tutto questo ricordiamola recente visita in Malawidel Segretario di Stato va-ticano per le relazioni congli Stati, mons. Paul Ri-chard Gallagher, al quale il

Presidente ha espresso il ri-conoscimento del grandesostegno offerto dallaChiesa cattolica al Paese:dal supporto alla transizio-ne democratica, alla pro-mozione della pace, all’im-pegno nel campo dell’edu-cazione e della salute. IlPresidente ha invitato for-malmente Papa Francescoin Malawi.

––––––––Mille famiglie di profughi ni-geriani accolte da famiglie delNiger con il sostegno della Ca-ritasAgenzia Fides - novem-bre 2015Sono mille le famiglie diprofughi nigeriani e altret-tante quelle dei nigeriniche le accolgono, che rice-vono assistenza da CaritasNiger nella regione di Dif-fa, nel sud-est del Niger,dove si sono riversati di-verse migliaia di nigerianiin fuga dalle violenze dellasetta jihadista Boko Ha-ram.Secondo un comunicatoinviato all’Agenzia Fides,nei prossimi tre mesi la Ca-ritas fornirà viveri e altriaiuti alle famiglie dei nige-riani e a quelle delle comu-nità ospitanti di Goudou-maria, Mainé Soroa e Dif-fa, oltre a formare 200 ra-gazze e ragazzi su diversetematiche.“Questo aiuto d’urgenzadi Caritas DéveloppementNiger mira a rafforzare lecapacità di resilienza deglisfollati provenienti dallaNigeria e delle popolazio-ni dei villaggi d’acco-glienza che vivono in unasituazione d’estrema vul-nerabilità” afferma il co-municato. Una parte degliaiuti verrà donata sottoforma di denaro da spen-dere sui mercati locali perl’acquisto di viveri e di al-tri beni di prima necessità.Si spera così di offrire uncontributo all’economiadella zona, gravementecolpita dalla crisi provo-cata da Boko Haram conle sue incursioni nel terri-torio del Niger iniziate nel

febbraio 2014.Caritas DéveloppementNiger è presente nella re-gione fin dall’inizio dellacrisi e può contare sul-l’aiuto e la solidarietà del-la rete di Caritas Interna-tionalis che ha permessola mobilitazione di nume-rose Caritas nazionali.

––––––––Una malattia letale non iden-tificata colpisce la popolazionedel nord DarfurAgenzia Fides - novem-bre 2015Diversi bambini residentinei campi profughi dellalocalità di Saraf Umra,Nord Darfur, continuano amorire a causa di una ma-lattia ancora non identifi-cata che si è propagata trala popolazione circa duemesi fa. In una sola setti-mana nei campi di Dankoje Jebel sono morte 10 per-sone, 7 delle quali bambi-ni. I sintomi della malattiacomportano gonfiori sulcorpo, febbre alta, diarrea,vomito e dolore alle artico-lazioni. I casi registrati nel-l’ospedale di Saraf Umrasono tanti, ma non ci sonostatistiche sul numero deimorti in tutta la località.In una dichiarazione a Ra-dio Dabanga, il coordina-tore dei campi profughi hacriticato i medici dell’ospe-dale per non aver identifi-cato o notificato la malattiaal Ministero della Sanitàlocale, e ha sollecitato l’in-vio di personale medicoper diagnosticare i contagie fornire medicinali. Giàun mese fa aveva riferito diuna epidemia di una malat-tia sconosciuta e della ca-renza di farmaci. Inoltre,nel mese di settembre, do-po piogge torrenziali, rista-gno di acque e il prolifera-re di mosquitos, eranomorte diverse persone, trale quali bambini. La malat-tia è comparsa per la primavolta a Jayeen Thilo eSubyan Khavo, ad ovestdella città di Saraf Umra,oltre che nei villaggi diMelessa e Numera ad estdi Saraf Umra.

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La Voce con un po’ di sentimento

opo la grande adu-nanza eucaristicauniversitaria a Or-

vieto lo scorso anno, il pel-legrinaggio annuale degliuniversitari si è svolto dinuovo ad Assisi. In questomomento particolare, in vi-sta del Giubileo straordina-rio della misericordia, ab-biamo voluto sentirci esor-tati dai due giganti di san-tità Francesco e Chiara ariscoprire l’importanza del-la misericordia di Dio nellanostra vita e con essa lanostra chiamata alla san-tità. Eravamo almeno25.000 studenti e laureatigiunti da Roma e da tuttoil Lazio. Al nostro arrivo,alcuni giovani universitariin mezzo al piazzale dellaBasilica di Santa Maria de-gli Angeli ci hanno accolticon canti tipici del Rinno-vamento nello Spirito. Al-l'ingresso in chiesa, ci han-no accompagnato letture dialcuni passi tratti dalla Mi-sericordiæ Vultus di PapaFrancesco, alla luce dellaquale siamo stati invitati ariflettere sul tema “Maria,da parte sua, serbava tuttequeste cose meditandolenel suo cuore” (Lc 2,9).Successivamente ci siamoraccolti per iniziare la gior-nata con la Celebrazioneeucaristica presieduta damons. Lorenzo Leuzzi eanimata con bellissimi can-ti cui tema portante era lamisericordia. Vi sono statein seguito proposte di per-corsi culturali e spirituali,come le visite ai quattroluoghi della cittadella diAssisi, fra cui la cappelladella Maddalena situatanella basilica inferiore diSan Francesco e la biblio-teca “La Chartula”; nonpoteva poi mancare la pro-posta di un momento dipreghiera e adorazione da-vanti al Santissimo Sacra-mento. Con il nostro grup-po di cappellania di Roma

3, abbiamo optato per lavisita alla chiesa di SantaChiara. A partire dal luogod’incontro, abbiamo per-corso il lungo tragitto ver-so la cittadella e assieme atanti giovani in camminocon noi abbiamo trovatooccasioni di confronto econdivisione di esperienzedi fede e conoscenze cheavevano arricchito la no-stra crescita spirituale.Giunti in cima, il nostrogruppo si è suddiviso insottogruppi: alcuni sonoandati alla preghiera diadorazione presso la basi-lica di San Francesco,mentre noi abbiamo visita-to la casa natia del Pove-rello, dove abbiamo avutola possibilità di apprenderenotizie sulla vita del santo,da quando decise di farsicavaliere fino alla sua con-versione. Ascoltando i varipassi della sua vita, abbia-mo riscoperto il fascino an-tico e sempre nuovo dellasua forte esperienza di fe-de, da quando Gesù gliparlò, dapprima, attraverso

sogni e dopo attraverso ilcrocifisso di San Damiano,fino all’incontro con il leb-broso che segnò la svoltadecisiva, ossia la decisionedi sposare “Madonna po-vertà” per stare affiancodegli ultimi. Il nostro cam-mino è proseguito verso lachiesa di Santa Chiara. En-trati in basilica, abbiamoammirato dipinti sulla vitadella santa ormai deturpatidal tempo e le bellissimevetrate fra le quali il rosonein alto al centro della fac-ciata. Ci siamo, quindi,raccolti per un momento dipreghiera davanti al famo-so crocifisso e poi siamoscesi alla cripta adiacenteper venerare le spoglie del-la santa monaca poste suuna tavola di legno all'in-terno di un’urna di cristalloe pietra. A visita conclusa,ci siamo avviati verso labasilica di San Francesco.Lungo la strada, abbiamopercepito ancora il clima digioia trasmessa da tantigiovani che evangelizzava-no cantando e suonando

canti di lode; è stato un as-saggio di ciò che vivremodurante il Giubileo, quan-do pellegrini da tutto ilmondo si ritroveranno neiluoghi santi più importantidi Roma e di altri Paesi.Giunti alla cappella dellaMaddalena presso la basi-lica inferiore, ci siamo riu-niti con il resto del gruppoe tutti gli altri giovani pel-legrini per il momento fi-nale di riflessione. Abbia-mo ascoltato la bellissimatestimonianza di fra' Stefa-no Sarro, cappellano del-l’università La Sapienza diRoma, infine è partita lafiaccolata, preceduta daquanti portavano gli sten-dardi dei santi nominatiprotettori delle diverse fa-coltà universitarie. Uscitidal centro storico di Assisi,ci siamo sentiti come slan-ciati verso gli ambiti dellanostra vita ordinaria, esor-tati a testimoniare la bel-lezza della Chiesa in mez-zo a un mondo ostile chedenigra la nostra identità dicristiani e vuole mettercida parte in nome della li-bertà e della tolleranza.Come fra' Stefano ha spie-gato, non dobbiamo la-sciarci rinchiudere nelle sa-grestie, ma poiché Gesù èvenuto per “rompere” gliegoismi, l’indifferenza, ledivisioni e ogni sorta dicattiveria, anche noi, chia-mati a essere testimoni dimisericordia e in rispostaall’invito dei primi aposto-li, dobbiamo far breccianella mentalità di un mon-do sempre più lontano daDio: questo è stato il signi-ficato delle fiaccole cheabbiamo portato in manoilluminando le zone buie.

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D

UNIVERSITARI IN CAMMINO VERSO IL GIUBILEO CON FRANCESCO E CHIARAGian Domenico Daddabbo e Valentino Martella

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La Voce con un po’ di sentimento

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GRATI AL SIGNORE

♥ SASSO SERGIO e VITOLO ANNA, 25° di matrimonio il 27 settembre 2015

♥ BRUNO GIANLUIGI e LAMANNA DANIELA, 25° di matrimonio il 27 settembre 2015

♥ DAMIANO POMPEO e D’ALPINO TERESA, 25° di matrimonio il 29 settembre 2015

♥ MASTROSIMONE MICHELE e SIMEONE CATERINA, 25° di matrimonio il 3 ottobre 2015

♥ SIMEONE GIOVANNI e FOLIGNO MARIA, 50° di matrimonio il 3 ottobre 2015

♥ MANCA GIUSEPPE e DOMINICI ANNAMARIA, 60° di matrimonio l’11 ottobre 2015

♥ PARISI GIANCARLO e ZANUZZI COLOMBINA, 50° di matrimonio il 23 ottobre 2015

♥ PRIORI ROBERTO e DI FILIPPO PASQUA LAURA, 25° di matrimonio il 28 ottobre 2015

♥ ZIBELLINI MARCO e ROTILIO EMANUELA, 25° di matrimonio il 31 ottobre 2015

♥ MARTINUT GABRIEL e MARTINUT LARISA DANIELA,matrimonio il 21 novembre 2015

RINATI IN CRISTO

★ D’AMICO AISHA, battezzata il 22 settembre 2015

★ FOLCHI HELENA, battezzata il 26 settembre 2015

★ SPOSITO MATTIA, battezzato il 26 settembre 2015

★ LIBRO GIULIA, battezzata il 4 ottobre 2015

★ CESARINI NICOLÒ, battezzato il 10 ottobre 2015

★ DE MICHELIS FALCO, battezzato il 10 ottobre 2015

★ CIAMPA GRETA, battezzata l’11 ottobre 2015

★ DE PETRIS GIORGIA, battezzata l’11 ottobre 2015

★ GASPARIN VITTORIA, battezzata il 15 ottobre 2015

★ FALCO BABELE DIEGO, battezzato il 17 ottobre 2015

★ CERRONI ALICE, battezzata il 18 ottobre 2015

★ CERRONI SOFIA, battezzata il 18 ottobre 2015

★ GANGAI GIORDANA, battezzata il 15 novembre 2015

★ SCATENA CLAUDIA, battezzata il 15 novembre 2015

★ VIDON ELENA, battezzata il 22 novembre 2015

stava indossando il vestitopiù bello o quello più nuo-vo. Come per un appun-tamento importante. E in-fatti lo era.In tutt’altra parte dellacittà, storie diverse. Cam-bio di scena. Volti scuri,corrucciati. Segnati dallasofferenza di un sacrificioimpossibile anche solo daconcepire. Anche loro che si prepara-no per un appuntamentofatale.Non può avere gioia neitratti del volto chi sta perimpugnare un’arma. E lorosono questi.Intanto Guillome, Valentin,ma anche Germain, Marie,Fanny, Nick e Valeria, lanostra Valeria, insieme adaltri cento ragazzi, esconofelici ed esuberanti ciascu-

no dalla propria casa e …fra poco… anche dallapropria storia.E tutti noi, oggi, a comin-ciare dai loro genitori, conle lacrime e le parole a cer-care di riannodare, non riu-scendoci, i fili di un desti-no lacerato.Un destino che rischia didiventare il nostro se nonstiamo bene attenti a nonfarci risucchiare dal vorticed’odio che è poi la matricedelle efferatezze di questanostra epoca. E se il Santo Padre, congrande sensibilità profeti-ca, già da tempo ha indettoun Giubileo straordinario,con ben dieci anni di anti-cipo rispetto alla data ca-nonica, un motivo ci sarà. Soprattutto in questo mo-mento emergente in cui la

maggior parte degli uominisembrano ormai confidaresoltanto nella soluzionedelle armi, invocando tuttele voci in cui si declina laparola Guerra, compresa labomba che, sempre inne-scata, è dentro di noi e chesi chiama Paura.Certo, chi vede il Giubileosoltanto come un motivo diassembramento di persone,più turistico che spirituale,evidentemente ne prendein considerazione soltantol’aspetto della sicurezza.Eppure su questa terra c’èbisogno, oggi più che mai,da parte di tutti, di perdo-no, di misericordia, diamore… Potrebbe essere una garaad essere i primi a farlo, sesolo volessimo… Appunto. Lo vogliamo?

continua da pagina 1 SOTTOVOCE

RIPOSANO IN PACE

✠ GALLO GIUSEPPA, di anni87, deceduta il 1° ottobre 2015

✠ CINQUEPALMI VITO, di anni87, deceduto il 10 ottobre 2015

✠ BOSCHI RINA, di anni 100,deceduta il 13 ottobre 2015

✠ ROCCA ANTONIETTA, di anni 85, deceduta il 18 ottobre 2015

✠ ALFONSI VITO, di anni 73,deceduto il 26 ottobre 2015

✠ POMPEO FRANCESCO, di anni 75, deceduto il 27 ottobre 2015

✠ BIANCHINI ALESSANDRO,di anni 65,deceduto il 28 ottobre 2015

✠ GAUDENZI MARIO, di anni 84, deceduto il 30 ottobre 2015

✠ BELLINI-TRINCHI ANNAMARIA, di anni 73, deceduta il 5 novembre 2015

✠ ARMENI ADELIO, di anni 82,deceduto il 7 novembre 2015

✠ INCORONATO ANNA, di anni 76, deceduta il 17 novembre 2015

✠ FLORE ANNAMARIA, di anni 81, deceduta il 19 novembre 2015

✠ BELLARDINI TOMMASA, di anni 102, deceduta il 20 novembre 2015

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Programma Eventi

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l’uomo d’oggi, indurito nelproprio egoismo, ha tantobisogno di compassione emisericordia.L’8 dicembre, giorno del-l’Immacolata Concezionedella B.V.Maria, il SantoPadre aprirà solennementela Porta Santa della basili-ca di San Pietro in Vatica-no, dando inizio a questotempo di misericordia nellacittà di Roma, per tutto ilmondo. A seguire tutte le Chieseparticolari apriranno la lo-ro “Porta della misericor-dia”. Anche nella nostraDiocesi di Porto – SantaRufina vivremo un eventocosì importante. Infatti sa-bato 12 dicembre 2015,verranno sospese le santeMesse pomeridiane in tut-te le Parrocchie della Dio-cesi per convergere sullacattedrale a La Storta.L’appuntamento è alle ore16,00 per una preghierastazionale presso l’Istituto“San Gabriele” per poi sa-lire in processione allachiesa dei Sacri Cuori diGesù e Maria, quindi, do-po l’apertura della PortaSanta, ci sarà la Celebra-

Buone festività natalizie 2015-16

zione eucari-stica. Ciò sot-tolineerà ilfatto che an-che noi cri-stiani in que-sto territorioa nord di Ro-ma abbiamola necessità disperimentare

ancora una rinnovata gioiaper la misericordia di DioPadre e di essere per glialtri testimoni di miseri-cordia. Non solo con la te-nerezza verbale, ma so-prattutto, in maniera con-creta, attraverso le quattor-dici opere di misericordiacorporale e spirituale.Il Signore apra il nostro

cuore alla con-versione e cidia di acco-glierlo qualeDio di amore edi misericor-dia. Buon Giu-bileo!

(Don GiuseppeColaci)

continua da pagina 1

PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ – LADISPOLI

CALENDARIO DELLE FESTIVITÀ NATALIZIE 2015-16

“TESTIMONI DI MISERICORDIA”

DICEMBRE 2015

Martedì 8: IMMACOLATA CON-CEZIONE DELLA B.V. MARIA- ore 11,00: nella S. Messa festiva,omaggio floreale alla Madonna.

Giovedì 10: - ore 10,00-18,00: Adorazione euca-ristica- ore 21,00: Formazione dei catechisti

Venerdì 11, ore 21,00: Tombolataprenatalizia “Stuzzitombola” a curadella Pastorale Giovanile

Sabato 12, ore 16,00: in Cattedrale:apertura diocesana del Giubileo dellaMisericordia

Domenica 13: - ore 17,30: Accensione dell’alberodella preghiera e benedizione dei bam-binelli- ore 19,30: Concerto natalizio (inter-verranno: Coro “Sacro Cuore”, Coridella Pastorale Giovanile e gruppo fa-miglie)

Mercoledì 16: Pranzo di fraternità,per gli anziani e per chi vuole stare in-sieme aspettando il Natale (salone po-livalente)

Da giovedì 17 a giovedì 24: Novenain preparazione al Santo Natale

Giovedì 17, ore 21,00: Corso biblico(su Prima Timoteo)

Giovedì 24, ore 16,00 – 19,00: Con-fessioni

NATALE DEL SIGNORE GESÙGiovedì 24:- ore 18,30: S. Messa della Vigilia- ore 23,30: S. Messa nella Notte Santa

Venerdì 25:- ore 9,00; 11,00; 18,30: SS. Messe

Sabato 26, Santo Stefano: SanteMesse: ore 9,00 e 18,30

Domenica 27 - SANTA FAMIGLIA:ore 11,00: Rinnovo del “Sì” coniugale

Giovedì 31:- ore 17,00-18,00: Adorazione euca-ristica di ringraziamentoSanto Rosario- ore 18,30: S. Messa col Te Deum (esintesi dell’Anno Pastorale)- dalle 20,30 in poi: Cenone e festa diCapodanno (prenotarsi)

GENNAIO 2016

Venerdì 1 - Solennità di MariaSS.ma MADRE di DIO (49a Gior-nata Mondiale della Pace): - ore 9,00; 11,00; 18,30: Sante Messe - ore 17,00-18,00: Adorazione euca-ristica e Confessioni

Mercoledì 6 - EPIFANIA DEL SI-GNORE: - ore 9,00; 11,00; 18,30: SS. Messe

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Allegato a “La Voce del Sacro Cuore di Gesù” a cura del la Pastorale Giovanile - Anno V III n. 35 – Dicembre 2015

RAGA...NON SBRAGA il corriere della pastorale giovanile

Quest’anno il Gruppo Giovani è un po’ cambiato, a noi giovani è stato proposto, a turno, di elaborare e

presentare un argomento di nostro interesse e rifletterci durante l’incontro. Il 23 ottobre è stata la volta di

Ludovica che ha portato un argomento molto bello, toccante e che ci riguarda molto da vicino: la malattia dei

giovani e in particolar modo su una domanda: “Come è possibile che Dio il quale interviene direttamente nel

seno di ogni madre per plasmare la vita, non intervenga per fermare la malformazione o la malattia in atto?”

(tratta dal libro “il dolore innocente”, Mancuso, 2002 ).

Nella prima parte dell’incontro abbiamo trattato le testimonianze di due grandi donne: Chiara Luce Badano

(1971-1990), beatificata il 25 settembre 2010; e la testimonianza di Chiara Corbella (1984-2012); tutte e due

affette da una grave malattia che le avrebbe portate alla morte, ma radicate nella fede in Dio… Se lo vuoi tu Gesù lo voglio anche io! Siamo stati molto a riflettere su questa frase, l’accettare così una malattia molto grave e anche se sai di andare

incontro alla morte non arrendersi mai. Noi saremmo in grado di farlo? Sono state molte le risposte a questa

domanda, ma soprattutto: Riusciremmo ancora ad essere così radicati nella fede?

La seconda parte dell’incontro invece era basata sulle nostre testimonianze, su quel momento della nostra vita

in cui abbiamo pesato “ Dio dove sei? … Perché devo affrontare tutto questo?” È stato un momento di

condivisione davvero molto bello e toccante dove tutti siamo riusciti ad aprirci ed a confrontarci sui motivi che

ci hanno spinto a pensare a quelle domande.

Come ogni bell’incontro che si rispetti non poteva finire con una grande preghiera insieme nella chiesa, al buio ,

con un lumino tra le nostre mani, per dire grazie a Dio e per poi arrivare a dire “Sia fatta sempre la tua volontà”.

DOMANDE GIOVANI

Lia Ferri

Ampli stralci del MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

PER LA XXXI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 2016, a Cracovia.

“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7)

1. Il Giubileo della Misericordia Con questo tema la GMG di Cracovia 2016 si inserisce nell’Anno Sano della Misericordia, diventando un vero e

proprio Giubileo dei Giovani a livello mondiale. Non è la prima volta che un raduno internazionale dei giovani

coincide con un Anno giubilare. Infatti, fu durante l’Anno Santo della Redenzione (1983/1984) che san Giovanni

Paolo II convocò per la prima volta i giovani di tutto il mondo per la Domenica delle Palme. Fu poi durante il

Grande Giubileo del 2000 che più di due milioni di giovani di circa 165 paesi si riunirono a Roma per la XV

Giornata Mondiale della Gioventù. Come avvenne in questi due casi precedenti, sono sicuro che il Giubileo dei

Giovani a Cracovia sarà uno dei momenti forti di questo Anno Santo!

Forse alcuni di voi si domandano: che cos’è questo Anno giubilare celebrato nella Chiesa? Il testo biblico di

Levitico 25 ci aiuta a capire che cosa significava un “giubileo” per il popolo d’Israele: ogni cinquant’anni gli ebrei

sentivano risuonare la tromba (jobel) che li convocava (jobil) a celebrare un anno santo, come tempo di

riconciliazione (jobal) per tutti. In questo periodo si doveva recuperare una buona relazione con Dio, con il

prossimo e con il creato, basata sulla gratuità. Perciò, tra le altre cose, si promuoveva il condono dei debiti, un

particolare aiuto per chi era caduto in miseria, il miglioramento delle relazioni tra le persone e la liberazione

degli schiavi.

Gesù Cristo è venuto ad annunciare e realizzare il tempo perenne della grazia del Signore, portando ai poveri il

lieto annuncio, la liberazione ai prigionieri, la vista ai ciechi e la libertà agli oppressi (cfr Lc 4,18-19). In Lui,

specialmente nel suo Mistero Pasquale, il senso più profondo del giubileo trova pieno compimento. Quando in

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Allegato a “La Voce del Sacro Cuore di Gesù” a cura del la Pastorale Giovanile - Anno V III n. 35 – Dicembre 2015

Gesù Cristo è venuto ad annunciare e realizzare il tempo perenne della grazia del Signore, portando ai poveri il

lieto annuncio, la liberazione ai prigionieri, la vista ai ciechi e la libertà agli oppressi (cfr Lc 4,18-19). In Lui,

specialmente nel suo Mistero Pasquale, il senso più profondo del giubileo trova pieno compimento. Quando in

nome di Cristo la Chiesa convoca un giubileo, siamo tutti invitati a vivere uno straordinario tempo di grazia. 2. Misericordiosi come il Padre Il motto di questo Giubileo straordinario è: «Misericordiosi come il Padre» (cfr Misericordiae Vultus, 13), e con esso si

intona il tema della prossima GMG. Cerchiamo perciò di comprendere meglio che cosa significa la misericordia divina.

La misericordia di Dio è molto concreta e tutti siamo chiamati a farne esperienza in prima persona. Quando avevo

diciassette anni, un giorno in cui dovevo uscire con i miei amici, ho deciso di passare prima in chiesa.

Lì ho trovato un sacerdote che mi ha ispirato una particolare fiducia e ho sentito il desiderio di aprire il mio cuore

nella Confessione. Quell’incontro mi ha cambiato la vita! Ho scoperto che quando apriamo il cuore con umiltà e

trasparenza, possiamo contemplare in modo molto concreto la misericordia di Dio. Ho avuto la certezza che nella

persona di quel sacerdote Dio mi stava già aspettando, prima che io facessi il primo passo per andare in chiesa. Noi

lo cerchiamo, ma Lui ci anticipa sempre, ci cerca da sempre, e ci trova per primo. Forse qualcuno di voi ha un peso

nel suo cuore e pensa: Ho fatto questo, ho fatto quello…. Non temete! Lui vi aspetta! Lui è padre: ci aspetta sempre!

Com’è bello incontrare nel sacramento della Riconciliazione l’abbraccio misericordioso del Padre, scoprire il

confessionale come il luogo della Misericordia, lasciarci toccare da questo amore misericordioso del Signore che ci

perdona sempre!

E tu, caro giovane, cara giovane, hai mai sentito posare su di te questo sguardo d’amore infinito, che al di là di tutti i

tuoi peccati, limiti, fallimenti, continua a fidarsi di te e guardare la tua esistenza con speranza? Sei consapevole del

valore che hai al cospetto di un Dio che per amore ti ha dato tutto? Come ci insegna san Paolo, «Dio dimostra il suo

amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5, 8). Ma capiamo

davvero la forza di queste parole? 3. La straordinaria gioia di essere strumenti della misericordia di Dio La Parola di Dio ci insegna che «si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35). Proprio per questo motivo la

quinta Beatitudine dichiara felici i misericordiosi. Sappiamo che il Signore ci ha amati per primo. Ma saremo

veramente beati, felici, soltanto se entreremo nella logica divina del dono, dell’amore gratuito, se scopriremo che Dio

ci ha amati infinitamente per renderci capaci di amare come Lui, senza misura. Come dice san Giovanni: «Carissimi,

amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama

non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. […] In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che

ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amati

così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1Gv 4,7-11).

A me piace sempre associare le Beatitudini evangeliche al capitolo 25 di Matteo, quando Gesù ci presenta le opere di

misericordia e dice che in base ad esse saremo giudicati. Vi invito perciò a riscoprire le opere di misericordia

corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere

gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i

dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare

pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. Come vedete, la misericordia non è

“buonismo”, né mero sentimentalismo. Qui c’è la verifica dell’autenticità del nostro essere discepoli di Gesù, della

nostra credibilità in quanto cristiani nel mondo di oggi.

A voi giovani, che siete molto concreti, vorrei proporre per i primi sette mesi del 2016 di scegliere un’opera di

misericordia corporale e una spirituale da mettere in pratica ogni mese.

Il messaggio della Divina Misericordia costituisce dunque un programma di vita molto concreto ed esigente perché

implica delle opere. E una delle opere di misericordia più evidenti, ma forse tra le più difficili da mettere in pratica, è

quella di perdonare chi ci ha offeso, chi ci ha fatto del male, coloro che consideriamo come nemici. «Come sembra

difficile tante volte perdonare! Eppure, il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la

serenità del cuore. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta sono condizioni necessarie per vivere

felici» (Misericordiae Vultus, 9). 4. Cracovia ci aspetta! Carissimi giovani, Gesù misericordioso, ritratto nell’effigie venerata dal popolo di Dio nel santuario di Cracovia a Lui

dedicato, vi aspetta. Lui si fida di voi e conta su di voi! Ha tante cose importanti da dire a ciascuno e a ciascuna di

voi… Non abbiate paura di fissare i suoi occhi colmi di amore infinito nei vostri confronti e lasciatevi raggiungere dal

suo sguardo misericordioso, pronto a perdonare ogni vostro peccato, uno sguardo capace di cambiare la vostra vita e

di guarire le ferite delle vostre anime, uno sguardo che sazia la sete profonda che dimora nei vostri giovani cuori: sete

di amore, di pace, di gioia, e di felicità vera. Venite a Lui e non abbiate paura! Venite per dirgli dal profondo dei vostri

cuori: “Gesù confido in Te!”. Lasciatevi toccare dalla sua misericordia senza limiti per diventare a vostra volta apostoli

della misericordia mediante le opere, le parole e la preghiera, nel nostro mondo ferito dall’egoismo, dall’odio, e da

tanta disperazione.

Portate la fiamma dell’amore misericordioso di Cristo – di cui ha parlato san Giovanni Paolo II – negli ambienti della

vostra vita quotidiana e sino ai confini della terra. In questa missione, io vi accompagno con i miei auguri e le mie

preghiere, vi affido tutti a Maria Vergine, Madre della Misericordia, in quest’ultimo tratto del cammino di preparazione

spirituale alla prossima GMG di Cracovia, e vi benedico tutti di cuore.