PARROCCHIA - santandreaapostolo.it · sulla tua vita e sul tuo percorso. ... del tuo pellegrinare!...

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16 fondamentale ma pur sempre importante, pensando al sostegno che queste entrate potranno garantire a tutte le attività or- chestrate all’interno della nostra chiesa e dell’oratorio. In un bilancio economicamente e, soprat- tutto, moralmente in larghissimo utile co- me quello che ho descritto, sento sia do- vere del presidente porre in rilievo un pic- colo neo. Pesa sempre più la mancanza di un magazzino della Sagra, in grado di razionalizzare la logistica e di sgravare i volontari di tante fatiche. Il momento economico, si sa, non è dei migliori. Così come è evidente che il ma- gazzino non sia prioritario, se paragonato ad altre iniziative parrocchiali a sostegno di persone e famiglie. Continuare a lavorare al meglio per il be- ne di Sant’Andrea è però una priorità del Comitato Sagra. Per questo il nostro au- gurio è che presto si possa trovare una soluzione ottimale per risolvere questo problema logistico, portatore di tanta fati- ca in più sulle spalle dei nostri volontari. Insomma, un nuovo magazzino per af- frontare i prossimi 40 anni di Sagra! Mi sento anche di aggiungere le nostre più sincere scuse per i disagi che creia- mo in questi 11 giorni per le persone che abitano nei fabbricati ubicati attorno ai lo- cali della Sagra. È stata nostra cura, in questi anni, cercare di limitarli il più possi- bile sia per il volume e gli orari di esibizio- ne dei complessi sia per l’abbattimento dei fumi generati dalle nostre infuocate braci. Cercheremo per il futuro di fare tut- to il possibile per miglioraci ulteriormente. Concludo ringraziando tutti coloro che so- no venuti a sedersi ai nostri tavoli, contri- buendo così alla riuscita della Festa di S. Andrea, nella speranza di ritrovarli con noi anche nelle prossime edizioni. Un saluto a tutti Lorenzo Gumiero PARROCCHIA

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fondamentale ma pur sempre importante, pensando al sostegno che queste entrate potranno garantire a tutte le attività or-chestrate all’interno della nostra chiesa e dell’oratorio. In un bilancio economicamente e, soprat-tutto, moralmente in larghissimo utile co-me quello che ho descritto, sento sia do-vere del presidente porre in rilievo un pic-colo neo. Pesa sempre più la mancanza di un magazzino della Sagra, in grado di razionalizzare la logistica e di sgravare i volontari di tante fatiche. Il momento economico, si sa, non è dei migliori. Così come è evidente che il ma-gazzino non sia prioritario, se paragonato ad altre iniziative parrocchiali a sostegno di persone e famiglie. Continuare a lavorare al meglio per il be-ne di Sant’Andrea è però una priorità del Comitato Sagra. Per questo il nostro au-gurio è che presto si possa trovare una soluzione ottimale per risolvere questo problema logistico, portatore di tanta fati-ca in più sulle spalle dei nostri volontari. Insomma, un nuovo magazzino per af-frontare i prossimi 40 anni di Sagra! Mi sento anche di aggiungere le nostre

più sincere scuse per i disagi che creia-mo in questi 11 giorni per le persone che abitano nei fabbricati ubicati attorno ai lo-cali della Sagra. È stata nostra cura, in questi anni, cercare di limitarli il più possi-bile sia per il volume e gli orari di esibizio-ne dei complessi sia per l’abbattimento dei fumi generati dalle nostre infuocate braci. Cercheremo per il futuro di fare tut-to il possibile per miglioraci ulteriormente. Concludo ringraziando tutti coloro che so-no venuti a sedersi ai nostri tavoli, contri-buendo così alla riuscita della Festa di S. Andrea, nella speranza di ritrovarli con noi anche nelle prossime edizioni. Un saluto a tutti

Lorenzo Gumiero

PARROCCHIA

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INTERVISTA A DON BRUNO

Dallo scorso febbraio, da quando don Pierantonio ha lasciato Vi-cenza per un nuovo importante incarico, un altro sacerdote col-labora con la nostra Parrocchia. È don Bruno Ruaro che abbia-mo imparato a conoscere ed apprezzare in particolare nelle ce-lebrazioni del sabato sera e talvolta nelle S. Messe feriali. Aderendo ad un desiderio espresso dal comitato di redazione di Andreopoli abbiamo recentemente intervistato don Bruno per approfondire la conoscenza e raccogliere qualche suo pensiero. Don Bruno, siamo innanzitutto curiosi di notizie sulla tua vita e sul tuo percorso. “Sono nato a Valdagno nell’aprile del 1950 ed ho compiuto gli studi liceali nel Semi-nario di Vicenza. Grazie ad una borsa di studio sono stato poi per un periodo negli Stati Uniti: dapprima a Milwaukee (la città delle motociclette Harley Davidson) sulle sponde del lago Michigan, successivamente a Chicago, sempre sul lago ma passan-do dal Wisconsin all’Illinois. A Chicago ho fatto il mio master in teologia. Queste esperienze tra l’altro mi hanno permesso di approfondire dal vivo la conoscenza della lingua inglese. Negli anni 73 e 74 ho cambiato continente. Dall’America industriale sono infatti pas-sato nel cuore dell’Africa per un periodo di insegnamento in una scuola del Congo. Poi sono tornato in patria vivendo per 12 anni un periodo di “laicato” durante il quale mi sono laureato in lingue (inglese e francese) all’università di Padova ed ho supera-to i debiti concorsi statali per diventare insegnante di lingue di ruolo nelle scuole su-periori. Nel 1985 ho però ripreso gli studi di teologia e sono stato ordinato sacerdote nel 1987 dal Vescovo Mons. Onisto. Da sacerdote sono stato vicario in varie Parrocchie in particolare a Saviabona e a Santa Bertilla, continuando peraltro nel mio ruolo di insegnante di Inglese all’istituto Canova. Sono stato anche Parroco a Vivaro, a Campedello e a S. Francesco. Per problemi di salute ho dovuto però lasciare questo incarico, rimanendo con un ruolo di “aiutante” in varie Parrocchie. Attualmente, dopo aver lasciato di recente l’insegnamento nella scuola statale, ho l’impegno di insegnante di inglese in Seminario, sono “cappellano “ nella caserma Ederle e collaboro con la vostra Parrocchia.” Dopo aver conosciuto questo percorso veramente interessante potremo raccogliere qualche tua impressione sulla Parrocchia di Sant’Andrea? “Ho avuto l’impressione di una buona presenza, con persone preparate. Ho spesso apprezzato anche un modo appropriato e partecipato nelle letture dei testi da parte dei fedeli. Ho notato molta vivacità nelle attività parrocchiali, vivacità che ho potuto cogliere anche nella sagra dove tra l’altro ho incontrato anche molti miei ex alunni.” E qualche aspetto specifico e caratterizzante rispetto all’esperienza in altre realtà? “Direi che mi ha colpito la familiarità da parte di molti col Parroco ed il notevole coin-volgimento giovanile. Preciso che riscontro molto coinvolgimento da parte di una co-munità giovane – circa 200 persone – anche nella mia esperienza di cappellano presso la caserma Ederle.”

PERSONE

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A proposito di giovani, cosa può dirci, tu che sei stato a lungo anche insegnante, dei mutamenti intervenuti nel percorso educativo? “Un tempo, lo ricordano tutti coloro che hanno una certa età, esisteva un modello uni-co di educazione che passava attraverso il percorso famiglia, scuola e parrocchia. Ora e tanto più dopo le opportunità offerte da Internet e dai “media”, questo modello unico ha lasciato spazio ad un pluralismo informativo. Quindi in mezzo a tante e di-verse sollecitazioni e messaggi, l’educazione ai valori più significativi ed a quelli cri-stiani in particolare, richiede la formazione di una mentalità critica, in grado di poter effettuare ed apprezzare le giuste scelte. La famiglia e la stessa parrocchia sono chiamate ad assecondare questo percorso di formazione fornendo i mezzi più oppor-tuni.” E, per concludere, se vuoi aggiungere un tuo pensiero personale. “Voglio esprimere la speranza di aver iniziato e di continuare anche con voi un per-corso che possa dare buon frutto.” Ringraziamo quindi Don Bruno esprimendo l’auspicio che il suo desiderio possa avere fattiva realizzazione.

Renato Rossi

La Notte Santa

Vi propongo la lettura di una poesia di Guido Gozzano (1883-1916).

Molti fra i lettori “meno giovani” si ricorderanno di averla studiata a memoria negli anni lontani della fanciul-

lezza. Alcuni di loro che hanno avuto la fortuna di avere un insegnante appassionato di teatro, l’avranno anche

recitata da solisti o nel coro declamante. E con grande apparato di costumi, affidati all’inventiva e alla buona

volontà delle mamme, nell’aula magna della scuola, di fronte ad un pubblico, di parte certo, ma commosso e

festante. Chi la legge per la prima volta o la rilegge dopo molti anni, cogliendo la freschezza evocativa di questi

versi, potrà percepire più intensamente la gioia della Notte Santa, la tensione dell’attesa dell’”astro divino” che

dissiperà il buio. Graziella Azzarini

LA NOTTE SANTA

- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare! Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.

Presso quell'osteria potremo riposare, ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca lentamente le sei.

Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio? Un po' di posto per me e per Giuseppe?

- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio; son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca lentamente le sette.

Oste del Moro, avete un rifugio per noi? Mia moglie più non regge ed io son così rotto! - Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi: Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

PERSONE

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Il campanile scocca lentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno avete per dormire? Non ci mandate altrove!

- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

Il campanile scocca lentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella! Pensate in quale stato e quanta strada feci!

- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella. Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

Il campanile scocca lentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname? Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?

L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

Il campanile scocca le undici lentamente.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due? - Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!

Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue... Maria già trascolora, divinamente affranta...

Il campanile scocca La Mezzanotte Santa.

È nato! Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino. La notte, che già fu sì buia, risplende d'un astro divino. Orsù, cornamuse, più gaje

suonate; squillate, campane! Venite, pastori e massaie, o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti, ma, come nei libri hanno detto da quattro mill'anni i Profeti, un poco di paglia ha per letto. Per quattro mill'anni s'attese

quest'ora su tutte le ore. È nato! È nato il Signore! È nato nel nostro paese!

Risplende d'un astro divino La notte che già fu sì buia. È nato il Sovrano Bambino.

È nato! Alleluja! Alleluja!

PARROCCHIA

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Il nostro Consiglio Pastorale

Nell’ultima seduta del nostro Consiglio pasto-

rale parrocchiale, riservandoci di riflettere in

un prossimo incontro su altre tematiche pure

all’Ordine del Giorno, abbiamo focalizzato la

nostra attenzione sull’Anno Giubilare della Mi-

sericordia che si conclude ufficialmente il 20

novembre p. v. con la Chiusura della Porta

Santa della basilica di S. Pietro in Roma. Un

punto sul quale dovevamo riflettere per pren-

dere poi una decisione, poneva la seguente

domanda: “Cosa abbiamo fatto e che cosa possiamo ancora fare nell’ambito della Mise-

ricordia?”

Prendendo la parola, un membro del Consi-

glio ha illustrato alcune iniziative di carattere

spirituale e una altrettanto concreta, se pur di

piccola entità, di carattere materiale poste in

atto da uno dei tanti gruppi esistenti nella no-

stra Comunità. Siamo stati poi informati circa

l’accompagnamento al santuario mariano di

Scaldaferro, dove Maria è invocata con il ti-

tolo di “Salute degli infermi”, di alcune perso-

ne malate seriamente, appartenenti alla no-

stra parrocchia, A questo proposito, il parro-

co don Claudio, ha indicato nel ministero

della consolazione, l’opera di misericordia

forse più urgente in questo momento, poiché

molte persone, colpite da un lutto recente,

avvertono un profondo bisogno di essere aiu-

tate a superare questo difficile momento,

tanto più faticoso se vivono da sole, senza la

possibilità di condividere, mediante un dialo-

go fatto soprattutto di ascolto affettuoso e

paziente, un dolore tanto acuto che, talvolta,

sembra soffocare la stessa esistenza.

Una persona ancora fresca di energie, ma-

gari appena andata in pensione, ricca di

sensibilità umana e animata da una fervida

fede cristiana, può ridonare a un fratello o a

una sorella la speranza che pareva essersi

spenta e far rifiorire la volontà di lottare per

riacquistare il desiderio di vivere e di credere

in Dio Padre buono presso il Quale la persona

scomparsa da questo nostro orizzonte conti-

nua a esserci vicina per amarci.

L’Anno giubilare termina, ma non il bisogno,

per un cristiano, di condividere con i fratelli,

specie se sofferenti, la misericordia, il conforto

che il Signore ci ha tante volte donato.

Poter esercitare il “ministero della consolazio-

ne”, può diventare il modo più consono per

preparaci a vivere il Natale di Gesù che pone

la sua tenda in mezzo a noi per essere nostro

compagno di viaggio, specie nei momenti

della malattia, della difficoltà e della prova

suprema.

Se essere solidali con chi è senza cibo, specie

in presenza di altre grandi precarietà, è avvi-

cinarsi alla misericordia del Padre, divenendo

più simili a Lui, donare un po’ del nostro tem-

po a fratelli e sorelle, talvolta vicini di casa,

provati da un recente lutto, è una modalità

per essere chiamati un giorno, ma anche su-

bito qui: “benedetti”, perché nella persona

sofferente abbiamo consolato Lui stesso. Ri-

cordiamo quando Gesù ha detto e dice a

ciascuno di noi oggi: “Tutto quello che avete

fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete

fatto a me”.

Noi, componenti il Consiglio pastorale parroc-

chiale ci impegniamo a diventare, con vici-

nanza discreta e fraterna, sempre nel rispetto

e nella comprensione di ogni forma di dolore,

fratello, sorella, persona amica di chi ha subi-

to un lotto in famiglia, e ciò con l’ascolto più

che con le parole, con il sussurro di una pre-

ghiera, mediante la lettura di una frase evan-

gelica adatta alla circostanza. Se lasciamo

parlare e agire il Signore attraverso i nostri

piccoli gesti, l’aiuto che quella persona rice-

verà sarà grande, perché il protagonista, il

Consolatore sarà Lui presente in noi.

Con l’invito a riflettere su questa proposta di

don Claudio e accolta dall’intero Consiglio

pastorale, vi auguriamo che, come afferma

papa Francesco nell’esortazione Evangelii

gaudium: “La gioia del Vangelo riempie la

vita” di tutti voi che accogliete l’ispirazione di

diventare “ministri della consolazione”, nella

forma più semplice e più evangelica.

Buon Natale a tutti!

Suor Maria Zaffonato

PARROCCHIA

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www.alinsiemecoop.org

GRUPPI

CreAttivaMente: un doposcuola per i ragazzi

della “scuola media” e non solo …

Dallo scorso anno scolastico noi della Cooperativa Alinsieme, grazie alla disponibilità della Parrocchia di Sant’Andrea e del Circolo OSA con NOI, gestiamo il progetto CreAttivaMente: tre pomeriggi rivolti ai preadolescenti, lunedì, mercoledì e giovedì, dalle 14.00 alle 18.00. Ci siamo trovati benissimo fin da subito, sia per gli spazi assegnateci, sia per la cortesia di don Claudio che ogni tanto passa a trovarci. Quest’anno c’è un bel gruppo numeroso, soprattutto al lunedì e al mercoledì e le Educatrici Aurora (la referente) e Marianna seguono i ragazzi nei momenti cruciali dello studio e della crescita, ascoltandoli, accompagnandoli e sostenendoli con competenza, testa e cuore. Gli obiettivi fondamentali del progetto sono: l’autonomia, che non significa il “lasciar fare” ma il “fare prima insieme” per poi raggiungere la capacità di “fare da soli”; la cura della relazio-ne, con i pari e con gli adulti di riferimento; il protagonismo giovanile, che si concretizza nel lasciare libera espressione ai ragazzi nella gestione dei momenti informali (ad esempio decidere insieme di andare in gita e organizzare l’uscita in tutti i suoi aspetti); il rispetto di sé e dell’altro; l’acquisizione di un metodo di studio efficace ed efficiente, che aiuti i ragaz-zi a gestire non solo la frequenza alla scuola secondaria di primo grado, ma che diventi un bagaglio utile anche per la futura scuola “superiore”. Abbiamo chiesto ai ragazzi cosa ne pensano di questo spazio tutto per loro e ciò che è emer-so ci rendi felici e lo vogliamo condividere con voi. IL DOPOSCUOLA DI ALINSIEME per i ra-gazzi è: “giocare insieme, combattere i compiti insieme, fare i compiti stando assieme e diver-tendosi, condividere, stare insieme e aiutarsi, nuovi amici, mangiare insieme, crescere insieme ai propri limiti, conoscere, socializzare, serietà, divertimento e relazione”. A noi piace molto la presenza della parola INSIEME, che è un bisogno dei ragazzi di questa età e anche la forza di questo progetto. Ci piacerebbe attivare anche uno spazio per i bambini della scuola primaria, la disponibilità c’è, negli stessi giorni dei ragazzi più grandi, con orario 13.00 o 14.00 fino alle 17.30. Venite a trovarci o a provare questa esperienza, vi aspettiamo a braccia aperte, per continua-re un pezzo di strada … INSIEME!

Per la Cooperativa Alinsieme La Referente dei progetti Educativi

Veronica Zatti NB: se volete curiosare il nostro progetto o altri, cercateci su Facebook o visitate il sito

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Ormai al S. Andrea gli animatori ci

sono da anni, da sempre, nati

spontaneamente dalle prime

esperienze estive ancora a S. Vito

e Borca di Cadore, e poi cresciuti

negli anni con una serie di percorsi

e storie.

Ma oggi cosa sono, chi sono? Sono

ragazzi, del quartiere, che hanno

deciso di essere prima di tutto. Di essere animatori, di essere provocati, di essere in discussio-

ne continua, di essere al servizio, di essere per gli altri, di essere aperti, di essere in ricerca.

Tanto che quest’anno il gruppo animatori diventa un gruppo Giovani, aperto a chiunque vo-

glia fare un percorso di crescita personale, spirituale, di relazioni autentiche, che poi possa

tradursi in animazione, in servizio, o puramente in un percorso di crescita condivisa. La scelta

non è banale e aprire un gruppo ad altri non è facile, ma secondo noi essenziale per non ca-

dere nell’autoreferenzialità e aprirci a stimoli nuovi, a persone ed esperienze nuove.

Pertanto a tutti i giovani (sopra i 19 anni) che vogliano farsi domande, trovare un luogo di

confronto e crescita e occasioni di mettersi al servizio, non resta che unirvi!

Potete chiedere a don Claudio o contattare Elisa & Fabio al numero di cellulare 3492376198.

GRUPPI

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CAMPI ESTIVI

Parlare dei campi estivi è sempre un’impresa ardua, se non impossibile. I campi sono una realtà altra, speciale, complessa e totalizzante al punto che diventa davvero difficile uscirne per tentare di comunicarla agli altri. Ai campi si vivono momenti magici, di un’intensità tale da scuoterci nel profondo; si intessono e si rafforza-no relazioni profonde, autentiche; ci si apre alla vita e al mondo.

I campi sono uno snodo fondamentale per i gruppi giovanili, la conclusione di un percorso che prelu-de all’ inizio di un altro; sempre all’insegna dell’entusiasmo e della crescita personale e di gruppo, con quel pizzico di follia che (per fortuna!) caratterizza i nostri ragazzi e i nostri animatori.

I ragazzi di terza media e prima superiore si sono affiancati al Piccolo Principe, quest’anno, per viaggiare con lui, ripercorrere quel sentiero accidentato che lo porta a capire che cosa siano le re-lazioni e cosa voglia dire amare. Gli incontri con i personaggi della storia che si sono chiusi al mon-do e agli altri, possono suggerirci che andare oltre le apparenze è sì impegnativo, ma essenziale. Con questo campo ci si è in parte ‘preparati’ alla Cresima, in parte ci si è preparati alla vita, anche gra-zie al gruppo di S. Maria Ausiliatrice. Con questa comunità da qualche anno portiamo avanti una collaborazione profonda e feconda, con gioia e soddisfazioni; consapevoli che aprirsi all’altro, e alle altre comunità rappresenta sempre una sfida e porta ad una straordinarietà inimmaginabile.

I ragazzi di seconda superiore, dopo un anno in cui si sono trovati, settimana dopo settimana, a riflettere su cosa significasse essere un gruppo, dopo essersi allenati a condividere e, soprattutto, ad ascoltare, hanno terminato il loro percorso annuale con il campo. Attraverso quest’ultimo hanno affrontato il tema della diversità, si sono sentiti a loro volta diversi, hanno fatto esperienze fuori dal comune, provato sensazioni forti, ascoltato testimonianze: sono arrivati a capire e vedere con i

loro occhi la bellezza che sta nella diversità.

Matteo Nalesso

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Noi associazione ha voluto in questi anni ren-dere l’oratorio un ambiente fruibile dalla co-munità organizzando e gestendo diverse occa-sioni di incontro: feste di compleanno, feste per i ragazzi e i bambini, il corso di ginnasti-ca per la terza età, i corsi di inglese per adulti, il corso di ballo e il corso di ping pong per ragazzi, oltre alla gestione di alcuni servizi come lo studio assistito per le superiori o i tanto richiesti centri estivi per bambini. Tutto questo è stato costruito nell’ottica di promuovere le relazioni tra le persone in uno spirito cristiano e di condivisione. Il circolo Noi vuole altresì fare in modo che l’oratorio possa essere un punto di riferimen-to e di incontro anche di persone che di solito non frequentano gli ambienti parrocchiali, in particolare i giovani, in un’ottica di acco-glienza e di integrazione, testimoniando il vangelo secondo il carisma di san Giovanni Bosco. Proprio per questo è nata l’idea di tenere l’o-ratorio aperto in alcuni pomeriggi a settimana (lunedì, martedì, giovedì) con una persona adulta sempre presente e referente. Questo servizio è attivo dal 2011, per volontà dell’al-lora CPP, con il quale si era elaborato un pro-getto educativo per l’oratorio. Questo progetto è stato realizzato ed è soste-nibile tutt’oggi grazie alla parrocchia, al con-tributo economico del Comune di Vicenza (Assessorato alla Partecipazione), e alle dona-zione del 5 x 1000 a favore del nostro Circo-lo. Nella fase attuale si vorrebbe sviluppare ulteriormente questo progetto di oratorio aperto per potenziare due momenti di incon-tro e di gioco: il lunedì pomeriggio rivolto in particolare ai bambini delle elementari e alle famiglie con bambini piccoli, il giovedì po-meriggio rivolto ai ragazzi delle medie e su-periori. Il martedì attualmente è dedicato all’iniziativa di studio assistito per i ragazzi delle superiori e medie (dalle 15.30 alle 17.30 nelle aule sopra la chiesa).

Per quanto ri-guarda i ragaz-zi il desiderio sarebbe quello di coinvolgere e formare sem-pre più alcuni giovani della parrocchia (3^ 4^ e 5^ superiore) nelle varie attività a favore dei ragazzi più piccoli, con lo scopo di creare un collegamento sempre più forte tra le diverse fasce d’età. Questa esigenza nasce proprio dalla difficoltà di avere un gruppo corposo e stabile di giova-ni animatori che possano essere coinvolti in futuro sia per i gruppi giovanili sia per le stes-se attività di oratorio. Da questo desiderio è nato in queste settima-ne un nuovo gruppo di formazione per ragaz-zi del circolo Noi (dai 16 ai 18 anni), alcuni già animatori al centro estivo, che si incontra in oratorio ogni 15 giorni per dare vita a un nuovo spazio di aggregazione giovanile, e per progettare insieme delle iniziative di anima-zione per rendere più bello e accogliente il nostro oratorio. Chi fosse interessato a parte-cipare può contattare Giovanna (3343184349) per maggiori informazioni. Cerchiamo volontari sia giovani che adulti che ci aiutino a far crescere questi progetti. Chi volesse contribuire può farlo tramite l’i-niziativa Banca del Tempo (vedi foglietto ver-de in fondo alla chiesa).

Vi segnaliamo il profilo facebook: Oratorio Sant’Andrea Vicenza dove potete seguire le nostre iniziative e il nostro indirizzo e-mail: [email protected]

PARROCCHIA

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LE STRADE DEL QUARTIERE VIA GIOVANNI SPERANZA

Il Giarolli così descriveva Via Giovanni Speranza nel 1966: “Da V.le Fusinieri, termi-na dinanzi ad un cancello ed è quindi, almeno per ora, a fondo cieco. Lunga m. 105, larga m. 4, asfaltata, carreggiabile. È via privata e venne intitolata con la deliberazio-ne consigliare 28 novembre 1958”. E la strada è rimasta pressoché inalterata, ad eccezione degli edifici costruiti nel frat-tempo. Giovanni Speranza è stato un valente pittore vicentino, del quale non si conosce con precisione né la data di nascita né quella di morte. È documentato nel periodo 1473-1528 e la sua morte avviene prima del 1532. Dai documenti risulta designato quale “magister Joannes Sperantia quondam Baptistae de Vajentibus”, dunque appartenente alla famiglia de Vajenti, cognome perso col passare del tempo. Fu allievo di Bartolomeo Montagna, il cui insegnamento è riconoscibile nelle sue pri-me opere, ma lo Speranza fa propri anche altri suggerimenti provenienti da contatti con pittori “foresti”. Giovanni Speranza lavorò quasi esclusivamente nella sua città na-tale, ma una sua opera si trova a Velo d’Astico, nella Pieve di san Giorgio. Si tratta della pala collocata sull’altar maggiore: Madonna col Bambino in trono tra i Santi Giorgio, Martino, Antonio Abate e Sebastiano. Molti suoi dipinti sono andati perduti, ad esempio quelli eseguiti per la Chiesa del Convento di San Tomaso (attuale Sede della Guardia di Finanza, nella strada omonima) e la pala dell’altar maggiore della chiesa di S. Chiara. Invece la pala con Madonna in trono col Bambi-no e i Santi Francesco e Bernardino è a Milano nella Pinacoteca di Brera; il pittore l’aveva eseguita per la Chiesa di San Biagio (ora au-torimessa). Altre opere, invece ci sono pervenute e si trovano nei luoghi originari: - in Santa Corona lascia Il beato Isnardo da Chiampo con il Crocifisso e il libro (1503); - nel convento di San Domenico (contrà omonima), assieme a Marcello Fogolino (1519) la decorazione del soffitto del coro della chiesa, e di sua mano la Crocifissione affresca-ta (1526) nel refettorio; - nel convento di San Rocco, lavorando fianco a fianco con Francesco Verla affresca il refettorio con la Crocifissione e i Santi Rocco e Sebastiano (1508-11). Due opere dello Speranza si trovano infine nella Pinacoteca Civica di palazzo Chieri-cati. L’una rappresenta la Nascita della Vergine, lavoro interessante e della maturità del pittore. È una tela di 62 x 70 cm., “ritagliata” da una grande pala con Madonna col Bambino in trono tra i Santi Giuseppe e Antonio da Padova e, in basso, la nascita del-la Vergine, eseguita (1507/08) per le Clarisse di San Francesco Nuovo, di Borgo Pu-sterla (vedasi scuola Da Porto, in p.za Marconi). L’altra è la Vergine assunta in una gloria di angeli, in alto il padre Eterno, in basso i santi Tommaso e Girolamo. Dipinta su tavola, trasportata su tela, misura 285x156 cm.; era stata dipinta per la chiesa conventuale di San Bartolomeo. Questa chiesa, che in parte sopravvive all’interno dell’Ospedale San Bortolo, era detta la “piccola cappel-

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