16 PAGINE IN PIÙ PER LA TUA SPESA - Altroconsumo · 2014-10-27 · Le varie fasi e attività della...

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www.altroconsumo.it Anno XL - Altroconsumo: via Valassina 22, 20159 Milano - Poste Italiane s.p.a.Spedizione in a.p.- D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - MI In caso di mancato recapito, restituire al Cmp di Milano Roserio per la restituzione al Mittente previo pagamento resi 284 Settembre 2014 Altroconsumo - mensile - 10 € Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti - 21 € Altroconsumo + supplemento Test Salute - 23€ Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti e Test Salute - 33 € PESTICIDI In piccole quantità, ma fino a otto diversi sullo stesso frutto. Attenti all’accumulo. IN FRUTTA E VERDURA Trovare lavoro Controllare la caldaia Auto piccole Frigoriferi Macchine reflex TEST E INCHIESTE 16 PAGINE IN PIÙ PER LA TUA SPESA Abbiamo rilevato più di un milione di prezzi visitando oltre 900 punti vendita tra super, iper e hard discount in 68 città. Ecco come risparmiare fino a 3.500 euro all’anno solo scegliendo il posto giusto.

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    284 • Settembre 2014Altroconsumo - mensile - 10 €Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti - 21 €Altroconsumo + supplemento Test Salute - 23€Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti e Test Salute - 33 €

    PESTICIDIIn piccole quantità, ma fino a otto diversi sullo stesso frutto.Attenti all’accumulo.

    IN FRUTTA E VERDURA

    Trovare lavoro Controllare la caldaia Auto piccole Frigoriferi Macchine reflex

    TEST E INCHIESTE

    16 PAGINE IN PIÙ PER LA TUA SPESAAbbiamo rilevato più di un milione di prezzi visitando oltre 900 punti vendita tra super, iper e hard discount in 68 città. Ecco come risparmiare fino a 3.500 euro all’anno solo scegliendo il posto giusto.

  • Settembre 2014

    2 Altroconsumo 284 • Settembre 2014 www.altroconsumo.it

    Sommario

    INDIPENDENTICi finanziamo con le quote asso-ciative e l’abbonamento alle no-stre riviste, che non contengono pubblicità, né informazioni paga-te da produttori o da gruppi di interesse politico e finanziario. L’indipendenza è totale, a garan-zia della obiettività dei giudizi e dei consigli.

    AL TELEFONOTutti i numeri sono a pag. 67

    ATTRAVERSO IL SITOwww.altroconsumo.it/contattaci

    Contatti

    I nostri obiettivi sono l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei consumatori. Non ab-biamo pubblicità. Per i test acquistiamo tutti i prodotti e ci affidiamo solo a laboratori com-petenti e indipendenti da qualsiasi interesse.

    6 In arrivo la bicicletta prodotta secondo le vostre indicazioni

    22 15Grande inchiesta sui prezzi nei supermercati:per farti risparmiare fino a 3.500 euro all’anno

    Trovare lavoro: le dritte, i consigli, le indicazioni giuste per farcela

    6 NOTIZIE, INFO, CONSIGLISalta in sella con noi - Maledetta domenica - Processo a Stamina - Altroconsumo diventa più rosa - La carne è debole - Chi la dura la vin-ce - Cinque errori da evitare - Ad-debiti Tre: cosa fare? -Pagamento tramite addebito Sepa: non preve-de costi

    6 OSSERVATORIO PREZZILe superofferte dei volantini

    DALLATUA PARTE

    10 INCHIESTA: PESTICIDISempre sotto i limiti di legge, ma resta la questione dei cocktail di più fitofarmaci.

    15 TROVARE LAVOROTempi duri, per i giovani e non solo: i consigli degli esperti.

    19 INCHIESTA: TELEFONIGli operatori più affidabili.

    22 AL SUPERMERCATOAbbiamo rilevato più di un milione di prezzi in tutta Italia.

    43 CONTROLLO CALDAIA Inchiesta in 12 città: quanto costano i controlli di legge dei sistemi di riscaldamento? E quando bisogna farli?

    48 TEST: AUTO PICCOLEAlla prova le auto più vendu-te, quelle del segmento pic-colo: ecco le migliori.

    52 TEST: COLLA STICKIndispensabili a scuola, ab-biamo individuato le miglio-ri e quelle che costano meno.

    TESTINCHIESTE

    Risparmi350€

  • www.altroconsumo.it Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 3

    VIVAVOCE

    Rosanna MassarentiDirettore

    EFFICACIIl nostro metodo di lavoro si basa su criteri di rigore scientifico, ef-ficienza e competenza. A test e inchieste lavorano tecnici quali-ficati e specialisti di settore che mettono la loro professionalità al servizio dell’informazione, del-la consulenza, della risoluzione concreta dei problemi.

    DALLA TUA PARTELa nostra missione è esclusiva-mente orientata a soddisfare le necessità dei consumatori e a tutelare i loro diritti. Per questo offriamo servizi di consulenza individuale ai nostri soci e por-tiamo la voce e le istanze dei consumatori presso gli interlo-cutori istituzionali e sociali.

    43Controlli periodici delle caldaie:come, quando, a che prezzo

    Un acquisto a domicilio avventato?Ecco che cosa fare se cambi idea

    70

    67 CONDIVIDI UN’ESPERIENZADimagrire facile - Passaporto: ri-sparmiano tutti? - Aria, stai lonta-na da casa mia - I crackers non bastano - Un Folletto dispettoso - Il nettare cambia slogan

    68 FILO DIRETTOPacchetti antivirus

    68 IL DUBBIOI ristoranti possono rifiutarsi di ser-vire acqua di rubinetto?

    70 SCELTE SICURE

    Semplice buon cibo please

    Vogliamo rispondere pubblicamente almeno ad alcune delle contestazioni, giunte da vari rappresentanti dell’industria alimentare, circa l’articolo pubblicato lo scorso giugno (Alimenti nel mondo delle favole) e da loro vissuto come un attacco. Non era questa la nostra intenzione. Le nostre erano critiche, fondate, a tecniche di comunicazione capziose, peraltro già sanzionate, per aiutare i lettori a scegliere il meglio, spendendo il giusto. L’articolo è una carrellata di temi che da sempre trattiamo. Non entra nel merito di qualità o sicurezza dei prodotti, per valutare le quali ci avvaliamo di prove di laboratorio, né della serietà dell’industria alimentare italiana che, lo sappiamo, ha punte di eccellenza. Ciò non toglie che in un mercato enorme non tutti siano attenti ai valori nutrizionali, né brillino per trasparenza. Solo a dicembre 2014 scatterà l’obbligo di specificare la natura dei grassi (era ora!). E quanto a zucchero e sale, sono anni che chiediamo di ridurli. Bene se qualcuno sta cominciando a farlo. In compenso, proliferano messaggi salutistici non veritieri (come sancisce l’Efsa) e non pertinenti, su prodotti nutrizionalmente non consigliabili (che non lo diventano certo aggiungendo vitamine o minerali). Una guida per scegliere, come noi la proponiamo, non fa che premiare gli operatori migliori, a discapito di chi racconta favole. E non denunciamo “casistiche limitate”, come ci viene contestato. Avete presente i fatturati miliardari delle multinazionali di bibite zuccherate, snack dolci e salati, cibi pronti o le guerre dei principali competitor per conquistare scaffali? I maggiori consumatori sono i bambini, clienti da fidelizzare. Ecco perché ci battiamo anche contro gli espositori di cibi tentatori alle casse: una tecnica di vendita vecchia come il mondo, con la storia raccontata da chi li vende – chi ci crede? - delle mamme consapevoli. Troppe volte i genitori cedono per sfinimento o cascano nella trappola, dicendosi: “per una volta” o “dentro ci sono le vitamine”. Il problema dell’obesità, quello sì è una realtà indiscussa e non siamo noi a dirlo, sono i dati del ministero della Salute. Molti messaggi sono rivolti ai genitori, strizzando l’occhio ai bambini, magari usando un eroe dei cartoni. Per questo (ma non solo) abbiamo denunciato gli integratori Multicentrum Junior, per questo l’Antitrust ha recentemente condannato a 110 mila euro di multa Humana, per i suoi (inutili) integratori per la primissima infanzia con claim ambigui che suscitano o sfruttano i timori delle mamme. Integrare la dieta può servire solo in casi di reali carenze. E sarà solo il medico a dircelo. Le varie fasi e attività della vita – crescita, gravidanza, invecchiamento, stress, sport – non sono malattie.Queste cose le possiamo dire solo noi, indipendenti e dalla parte del cittadino, non i giornali che vivono di pubblicità o i corsi di educazione svolti dall’industria.

    56 TEST: REFLEX Alla prova la regina delle mac-

    chine fotografiche. Gli obiet-tivi forniti nei kit corpo+lenti non sono il massimo.

    61 TEST: FRIGORIFERI Alla prova modelli combinati,

    con il freezer in basso: il Miglior Acquisto costa ben 750 euroin meno del più caro.

    64 TEST: ULTRABOOKA confronto le famiglie delle marche più diffuse.

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    4 Altroconsumo 259 • Maggio 2012 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Maggio 2012 • 259 Altroconsumo 56 Altroconsumo 284 • Settembre 2014

    Da testare e scegliere, grazie anche ai nostri soci, siamo passati a fare qualcosa di più: migliorare i prodotti presenti sul mercato, creando quello che prima non c’era, a un prezzo vantaggioso.Prendendo come punto di partenza un prodotto premiato dai nostri severissimi test (vedi AC 249, giugno 2011), che aveva visto la bici Charbonnel 26 di Lombardo meritare il titolo di Miglior Acquisto, abbiamo fatto realizzare dal produttore (un’azienda tutta italiana e basata al Sud, cosa che in questi tempi di crisi non può che farci ancora più piacere, perché porta lavoro dove ce n’è bisogno), una bicicletta progettata proprio secondo le vostre indicazioni.Grazie agli oltre 1.500 consumatori che hanno contribuito alla sua creazione, oggi questa bici speciale è diventata realtà: e ci sembra giusto che la otteniate a un prezzo speciale. Se c’è uno sconto del 5% per tutti, quanto più si è collaborato alla sua ideazione, tanto più lo sconto aumenta: per verificare lo sconto cui hai diritto, vai subito sul nostro sito e segui il link. In tanti avete partecipato alla co-creazione della bici, rispondendo alle domande che avevamo proposto sul nostro sito, per scegliere le sue

    OSSERVATORIO PREZZI

    I volantini pubblicitari delle grandi catene di elettronica sono zeppi di prezzi sparati a caratteri cubitali. Prodotti civetta, abbiamo detto tante volte, molto convenienti per spingerci a entrare nel negozio, tanto poi compreremo anche altro. Ma capita persino che quei prodotti non siano affatto convenienti come sembra. Abbiamo raccolto i volantini delle principali catene (in tabella) in circolazione nella prima settimana di luglio. Abbiamo quindi confrontato i prezzi dei prodotti in offerta con il prezzo minimo individuato online, spedizione inclusa.Risultato: le promozioni di smartphone e tablet sono spesso finte. I prezzi sono più

    alti rispetto a quelli minimi online. Saturn, in particolare, presenta prodotti più cari mediamente del 22%, UniEuro del 21%, Trony del 5% e MediaWorld del 4%. Anche i televisori non sono da meno: si spende fino al 14% in più rispetto ai prezzi rilevati online per lo stesso modello.Per l’informatica in generale, dipende: da Saturn i volantini lanciano prezzi più cari in media del 17%, ma con Trony e UniEuro si risparmia. E si può risparmiare anche su lavatrici e frigo con le offerte dei volantini di Saturn e UniEuro.Morale, fate come noi: verificate sempre la convenienza dando un’occhiata ai prezzi disponibili online.

    Le superofferte dei volantini? Spesso mentono

    Salta in sella con noiINSIEME Vi abbiamo chiesto di dirci qual è la bicicletta dei vostri sogni: e ora l’abbiamo realizzata, partendo da quella che era uscita meglio dai nostri test. Il produttore è tutto italiano. E c’è un bello sconto per voi.

    CONFRONTO TRA VOLANTINI (%) E PREZZI MINIMI ONLINE

    PRODOTTI PUBBLICIZZATI

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    LAVATRICI/FRIGO n.d. -4 +2 -14

    INFORMATICA +9 +17 -7 -10

    TABLET/SMARTPHONE +4 +22 +5 +21

    TELEVISORI n.d +14 +4 +14

    La maggior partedei partecipantiha preferito il colore grigio per la bici da uomo.

    Rossa e con il cestino: la bici da donna ideale per voi è così.

  • ALTROCONSUMODIVENTA PIÙ ROSA

    Luisa Crisigiovanni, già direttrice dell’Associazione e membro dell’esecutivo BEUC dal 2001, è stata eletta Segretario Generale, nuovo ruolo posto al vertice dell’Associazione, che così cambia e si tinge di rosa.

    www.altroconsumo.it Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 7

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    4 Altroconsumo 259 • Maggio 2012 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Maggio 2012 • 259 Altroconsumo 5

    Maledetta domenicaPUBBLICITÀ Mettere fretta alle persone, per spingerle a comprare. È la tattica di Poltronesofà.

    Una promozione che, sempre, “termina domenica” e che poi, invece, il lunedì successivo è ancora lì.Quindi prosegue, sotto forma di sconti fino al 70% e doppi saldi su divani in pronta consegna, con prezzi (apparentemente) stracciati. Alle promesse di risparmi da capogiro si aggiungono numeri a caratteri cubitali che indicano il countdown. “Restano solo 35 ore e 09 minuti” al termine della promozione. Come no.Con questo escamotage, Poltronesofà da mesi promuovei propri divani. Nel mese di aprile scorso, sull’home page del sito, la promozione “70% su tutta la collezione” era stata pubblicizzata precisando che sarebbe finita domenica, dando per scontato che

    Processo a StaminaIN AZIONE Nelle aule dei tribunali il caso della presunta cura spacciata per miracolosa. E noi ci costituiamo parte civile.

    Edopo tante polemiche - dopo che anche il direttore di Altroconsumo, Rosanna Massarenti, è stato querelato da Davide Vannoni, per la nostra ferma presa di posizione contro il metodo Stamina e i danni apportati ai malati e alle loro famiglie - la parola passa ai Tribunali: è prevista il 4 novembre prossimo l’udienza preliminare per Davide Vannoni e altri 12 indagati nell’inchiesta del pm Raffaele Guariniello per associazione a delinquere e truffa.

    Che si appoggia a quasi 40 mila pagine di documenti, raccolti nell’ambito dell’inchiesta della procura e dei carabinieri del Nas sul metodo Stamina. Una presunta cura, lo ricorderete, priva di consistenza scientifica e quindi addirittura pericolosa, mai autorizzata, arrivata ai malati attraverso percorsi su cui è ora necessario e urgente fare chiarezza. Ci costituiremo parte civile all’udienza, per seguire da vicino la vicenda. Ti terremo aggiornato. ¬

    caratteristiche estetiche e tecniche. Ora che questa bici dei sogni è definita, è arrivato il momento di portarla a casa: un modello da uomo e uno da donna con le caratteristiche più votate e soprattutto entrambe personalizzate Altroconsumo.Trovi tutti i dettagli e le foto sul sito, ma possiamo anticiparti subito l’essenziale. Entrambe le versioni della bici Altroconsumo, da uomo e da donna, sono l’ideale sia per pedalare in città sia nei percorsi ciclo-turistici. Sono dotate di parafanghi e protezioni per la catena, il telaio è molto leggero, in alluminio (come richiesto da circa due terzi dei partecipanti alla co-creazione), e il cambio (Shimano, il più votato) semplice da usare. La sella della bici da uomo è una Royal Rio (scelta da poco meno di metà dei partecipanti), mentre quella della bici da donna è una Lombardo Rimini W/Elastomer (votata dal 44%). I prezzi dei due modelli sono 330 (uomo) e 245 euro (donna), su cui si calcola poi lo sconto, come minimo del 5%, fino a quanto è indicato sul sito a seconda della partecipazione all’iniziativa.

    altroconsumo.starteed.com

    ci si riferisse alla domenica della settimana in corso. La settimana seguente, invece, il 70% su tutta la collezione era ancora in home page, ma questa volta con l’indicazione “termina definitivamente domenica 13 aprile”. Le promozioni, in questo modo, vengono protratte di settimana in settimana, di mese in mese... inducendo chi vuole comprare ad agire in fretta. Ma è scorretta per legge qualsiasi promozione che cerchi di spingere un prodotto, sostenendo falsamente che sarà disponibile solo a condizioni particolari e per un periodo di tempo limitato. L’abbiamo denunciata all’Antitrust, che ha aperto un procedimento, mentre l’Istituto per l’autodisciplinapubblicitaria ha intanto già censurato la promozione.

  • www.altroconsumo.it

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    4 Altroconsumo 259 • Maggio 2012 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Maggio 2012 • 259 Altroconsumo 58 Altroconsumo 284 • Settembre 2014

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    IL CASO

    IN ALCUNI CASI GIÀ C’ÈInserire l’origine della carne non è certo impossibile: questo è uno dei molti esempi che abbiamo trovato. Bene: però non sono proprio casuali.

    DA DOVE VIENE IL MAIALE?Lo suggerisce il caso di Amadori (sopra): in questo caso la provenienza della carne non è indicata. Forse perché non è di origine italiana?

    IL POLLO È ITALIANOE in effetti, nello stesso prodotto, quando l’origine è italiana l’indicazione ritorna. Bene, insomma, indicare l’origine. Ma ci vorrebbe sempre...

    La carne è deboleBEUC Per conquistare la fiducia dei consumatori, serve più trasparenza: ecco perché lanciamo una nuova campagna europea sulle etichette.

    La prima censura è arrivata. Il Giurì della pubblicità, dietro nostra segnalazione, ha giudicato non conforme (artt. 11 e 21 del Codice di Autodisciplina) la pubblicità dell’integratore Multicentrum Junior. La campagna pubblicitaria, associando il prodotto a un testimonial molto amato dai bambini, il topo Geronimo Stilton, a nostro avviso cattura l’attenzione dei

    La fiducia dei consumatori nel cibo, e nella carne in particolare, ha toccato il fondo. La domanda di trasparenza è aumentata: i consumatori vogliono sapere da dove proviene la carne che mangiamo. Inoltre, la crisi economica che affligge l’Europa sta provocando un taglio dei fondi destinati ai controlli ufficiali sulla produzione e sulle etichette. Gli interessi del commercio rischiano di prendere il sopravvento su quelli dei consumatori. Per questo il Beuc, l’organizzazione europea di consumatori cui apparteniamo,

    MULTICENTRUM JUNIOR “Pubblicità non conforme”: lo ha sancito il Giurì. Ora intervenga l’Antitrust.

    lancia una campagna per rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine della carne in tutti i preparati che la contengono: come salsicce, wurstel, piatti pronti, carne conservata... Una maggior trasparenza è il primo passo per ridare fiducia a chi acquista. Pubblicheremo gli esempi positivi di prodotti che già indicano la provenienza della carne: aiutaci anche tu con le tue segnalazioni, pubblicheremo le migliori. Condividile anche su Facebook, Twitter e Instagram, con l’hashtag #meatorigin. ¬

    Indicarel’origine dovrebbe essereun obbligo

    Presi col topo in bocca

    più piccoli e fa leva sulla volontà dei genitori, che si fidano di un personaggio portatore di valori positivi come Stilton. I bimbi con una alimentazione normale non hanno alcun bisogno di integratori. Pfizer fa sapere di aver modificato la pubblicità (vedremo come) e di averla sottoposta preventivamente al Comitato di controllo dello IAP. Ora è attesa l’Antitrust, che può dare sanzioni. ¬

    IN SALUTE

    26 kcal per 100 grammi. La cipolla è poco calorica e riccadi antiossidanti,tra cui quercetinae altri flavonoidi.

  • PAGAMENTO TRAMITE ADDEBITO SEPA: NON PREVEDE COSTI

    Paghi l’abbonamento con domiciliazione bancaria? Sappi che Altroconsumo non ti ha richiesto alcuna maggiorazione in seguito all’avvento del nuovo sistema di domiciliazione bancaria SEPA.Se ti è risultato l’addebito di una nuova commissione, chiedi chiarimenti alla bancapresso cui hai il conto corrente.

    www.altroconsumo.it Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 9

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    Essere informati è fondamentale per acquistare consapevolmente. È importante saper individuare quali sono i veri marchi etici e come si comportano le strutture della grande distribuzione nei confronti di lavoratori e ambiente, non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Così come scoprire le ripercussioni sociali e ambientali dei nostri acquisti e riconoscere le astuzie messe in atto dalle aziende per influenzarci. Questa guida prende in esame tutti gli aspetti, chiarendo che cosa si nasconde dietro il percorso di produzione. Per i soci è in regalo, con solo un contributo di 1,95 euro per spese amministrative.

    Consapevoli

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    CONSIGLI Ecco cinque false credenze sulla lavatrice da sfatare, per ottenere buoni risultati senza sprechi né di energia né di acqua.

    5 errori da evitare

    È vero che i lavaggi con centrifuga a più alti giri danno risultati migliori? No. I nostri test dimostrano che le prestazioni della lavatrice, a eccezione ovviamente della rimozione di acqua, non dipendono dalla velocità della centrifuga.• Per tenere la lavatrice in buono stato, è bene usare un prodotto anticalcare? No.Non ci sono prove che sia il calcare a ridurre la vita della lavatrice. L’aggiunta di un anticalcare a ogni bucato è consigliabile solo se l’acqua è molto dura (più di 30°F), se si lava spesso ad alte temperature (almeno 60°C) e se si usano spesso detersivi in polvere. Lavando a 30° - 40° C, l’uso di un additivo a ogni lavaggio è invece da considerare superfluo.

    Addebiti Tre: cosa fare?SEGNALAZIONI Sei un cliente di Tre e ti sei ritrovato costi aggiuntivi per servizi non richiesti? Contesta e contattaci.

    Sono tantissimi i clienti dell’operatore Tre che ci segnalano addebiti illegittimi in bolletta e nelle ricaricabili per servizi attivati senza rendersene conto. Le segnalazioni riguardano soprattutto voci come “Contenuti portale 3”, “Traffico extrasoglia” e “Traffico extra portale 3”. La modalità con cui avvengono questi addebiti non è per nulla chiara. In

    ogni caso è bene avere chiaro che si tratta di addebiti illegittimi, per il semplice fatto che i consumatori non hanno mai richiesto servizi di questo tipo. Il primo passo è contestare con Tre: utilizza la lettera tipo che trovi sul nostro sito, e segui le istruzioni. Nel frattempo, abbiamo denunciato Tre al Garante.

    www.altroconsumo.it/hi-tech

    90modelli a confronto

    sul nostro sito www.altroconsumo.it/

    lavatrici

    • I programmi più brevi consumano meno? Non è detto. In lavatrice come in lavastoviglie sono quattro i fattori che determinano la rimozione delle macchie: temperatura, azione meccanica, detersivo e tempo di lavaggio. Spesso i programmi più lunghi sono quelli che usano meno acqua o temperature più basse.• È vero che più detersivo metto, più il bucato viene pulito? No, anzi spesso anche una dose minore di quella indicata dà risultati soddisfacenti.• È sempre indispensabile separare bianchi e colorati? No, non tutti i capi colorati perdono colore, soprattutto a basse temperature.

  • Inchiesta

    10 Altroconsumo 284 • Settembre 2014 www.altroconsumo.it

    Pochi residui nei campioni analizzati. Ma restano dubbi sull’effetto combinato quando c’è più di una sostanza.

    Pesticiditracce che spaventano

    LA NOSTRA INCHIESTAAbbiamo cercato circa 400 sostanze usate per la cura delle piante, vale a dire fitofarmaci (comunemente indicati come pesticidi) in 108 campioni di frutta e verdura acquistati in 18 punti vendita tra supermercati, bancarelle ambulanti e negozi di frutta e verdura di Milano e Roma. Per l’inchiesta abbiamo acquistato sei diverse varietà di frutta e verdura: fragole, mele, pere, insalata, pomodori e zucchine. Sono prodotti che si consumano più spesso senza sbucciarli, quindi più a rischio.

    LE VALUTAZIONII fitofarmaci che abbiamo cercato sono utilizzati per scopi diversi: fungicidi contro funghi e muffe; erbicidi contro le erbe infestanti; insetticidi; acaricidi; regolatori della crescita. Abbiamo verificato che i residui non superassero i livelli massimi di contaminazione ammessi dalla normativa europea. In seguito li abbiamo contati e dato un giudizio al numero di residui riscontrati in un unico campione: più ce ne sono, più basso è il nostro voto nella tabella.

    to addentando una succosissima pera. Sono fuori casa e non ho la possibilità di sbucciarla. Forse, penso, nonostante io

    l’abbia lavata, sono ancora presenti sulla sua buccia residui di pesticidi o altre sostanze chimiche utilizzate per coltivarla. Per un attimo mi passa l’appetito: devo preoccuparmi? Ci dicono che, per garantirci una salute migliore, dobbiamo consumare sempre più frutta e verdura (dalle cinque porzioni raccomandate ora si è passati a sette), ma se questa è contaminata non si rischia di fare peggio? Il dubbio è più che legittimo: su questo tema si sente e si legge di tutto e sta prendendo sempre più piede la convinzione che tutto ciò che non è biologico ci avveleni. Le cose, però, non stanno proprio così e l’unico modo per capire le reali dimensioni della questione,

    S

  • Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 11www.altroconsumo.it

    I fitofarmaci, o pesticidi, che abbiamo ritrovato più spesso sono tre prodotti per il controllo delle malattie fungine delle piante: boscalid, ciprodinil e piraclostrobin. In particolare il primo era presente in diversi campioni di fragole, insalata e pomodori e nella quasi totalità dei campioni di pere; il secondo nelle fragole e il terzo in pere, fragole e pomodori.

    Abbiamo valutato, basandoci sulla dose di assunzione giornaliera accettabile, se consumando cinque porzioni di questa frutta e verdura c’è la possibilità che il limite massimo di consumo giornaliero venga superato, nell’adulto e nel bambino, a prescindere dal limite di legge, sempre rispettato in ogni singolo campione. Si tratta di uno scenario estremo, perché abbiamo considerato l’ipotesi di un consumo di queste sostanze al livello massimo riscontrato nelle nostre analisi.

    Prendendo in considerazione i prodotti maggiormente contaminati nella nostra inchiesta, anche consumando tre porzioni di frutta e due di verdura le quantità di ogni sostanza attiva che introdurremmo in un giorno sono contenute. Nel caso del piraclostrobin

    sono inferiori alla dose giornaliera accettabile sia per gli adulti sia per i bambini, mentre nel caso del boscalid e del ciprodinil rappresentano un terzo della dose massima giornaliera ammessa per un adulto e al limite o di poco superiore per un bambino.

    Facendo il calcolo, invece, sui residui massimi consentiti dalle normative europee, non su quelli effettivamente ritrovati, ipotizzando un consumo di tre porzioni di frutta (mela, pera e fragole) e due di verdura (insalata e pomodori) tutte contaminate dai tre fitofarmaci considerati ai livelli massimi ammessi dalla legge, la situazione risulterebbe meno rassicurante, soprattutto nel caso dei bambini che supererebbero così la dose di assunzione giornaliera massima accettabile per due dei tre pesticidi.

    Queste considerazioni non devono allarmare, non ci sono pericoli immediati per la salute, ma è necessario che l’Autorità per la sicurezza alimentare analizzi il rischio concreto della presenza di uno stesso pesticida o di pesticidi della stessa classe chimica in diversi prodotti che possono essere consumati nell’arco di una giornata.

    tra l’ultimo trattamento e il raccolto, per garantire la salubrità del prodotto alimentare; il tipo di fitofarmaco che si può o non si può utilizzare per quella determinata coltura (questo punto è demandato, però, alla legislazione di ogni singolo Paese, in base alle esigenze locali); il livello massimo di residui riscontrabile sul prodotto in commercio (Lmr, o limite massimo di residui). Questi limiti, cioè la quantità massima di residui legalmente autorizzata, sono spesso interpretati dai consumatori come soglie di sicurezza tossicologica, vale a dire il limite massimo oltre al quale il pesticida presente nel cibo nuoce alla salute. In realtà non è così: come ci ricorda l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha il compito di stabilire queste soglie in base alle conoscenze scientifiche disponibili, il livello di residuo massimo consentito è in generale ben al di

    e provare a relativizzare la grande paura, è quello di fare chiarezza su alcuni punti fondamentali. Il nostro metodo di lavoro ci impone di andare sul campo e verificare di persona: per questo abbiamo acquistato e fatto analizzare più di cento campioni di frutta e verdura alla ricerca di sostanze potenzialmente pericolose. I risultati ci tranquillizzano per alcuni aspetti, e sono in linea con le tendenze confermate anche dai controlli ufficiali, e cioè di una costante diminuzione dei casi di abuso di pesticidi. Fatta eccezione per alcune pere comprate in un Conad di Roma, non ci sono campioni che contengono residui oltre il limite di legge. E anche questi residui fuori legge sono largamente inferiori rispetto alle dosi che possono provocare danni alla salute. Per altri versi, però, le nostre analisi confermano una nuova tendenza, cioè la presenza, seppur in bassissime quantità,

    di parecchi residui diversi (ne abbiamo trovati fino a otto in un unico campione), il cui effetto combinato non è ancora stato chiarito e su cui ci sono pareri scientifici ancora contrastanti, tra chi minimizza il pericolo e chi invece avverte sui suoi potenziali effetti nocivi, per la salute e per l’ambiente.

    Livelli massimi di residuiL’agricoltura moderna fa largo uso di sostanze chimiche per proteggere i campi da infestanti e parassiti e non potrebbe fare altrimenti per garantire la produzione necessaria. Ma queste sostanze, insetticidi, fungicidi, erbicidi e così via, hanno anche un effetto tossico sull’uomo e sull’ambiente. Per questo, l’uso dei pesticidi è rigidamente regolamentato. A livello europeo vengono stabiliti: i tempi di “carenza”, cioè l’intervallo di tempo di sicurezza che l’agricoltore deve far passare

    Rivedere i limiti, occhio ai bambiniI pesticidi che abbiamo ritrovato con maggior frequenza non superano mai i livelli massimi di residui consentiti dai regolamenti europei. Ma in alcuni casi sarebbe necessario riconsiderare questi livelli, alla luce della problematica del multiresiduo.

  • Inchiesta

    12 Altroconsumo 284 • Settembre 2014 www.altroconsumo.it

    sotto del livello di sicurezza. In pratica, c’è un ampio margine tra il quantitativo di residuo accettato e il reale potere nocivo del pesticida. Tuttavia, dato che ci sono anche prodotti del tutto privi di residui, bisogna che i produttori affinino sempre di più le tecniche, allineandosi alle pratiche che danno risultati migliori.

    Alla prova la dieta quotidianaChi pensa che frutta e verdura convenzionali non siano salubri e sicure cede a convinzioni approssimative, dettata dalla scarsa conoscenza dei dati scientifici e delle norme che regolano le nostre produzioni e quelle dei nostri vicini europei. Come emerge dalle nostre analisi, non mancano casi in cui prodotti derivanti dall’agricoltura convenzionale sono completamente privi di residui. Per avere un’ulteriore conferma della sicurezza di ciò che portiamo a tavola, oltre alla singola analisi sulla mela, sulla pera o sulla zucchina, abbiamo calcolato anche l’insieme del quantitativo di pesticidi che ingeriamo nella nostra dieta. Abbiamo fatto i nostri calcoli simulando il caso più estremo, cioè il consumo di cinque porzioni di frutta e verdura tra quelle con i livelli maggiori di pesticidi

    PESTICIDI NELLA FRUTTA MELE PERE FRAGOLE

    PUNTO VENDITA e indirizzo

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    MILANOCARREFOUR SS35 Giovi Paderno Dugnano sì 1 B sì 6 E sì 7 E

    ESSELUNGA via Palizzi 69 sì 1 B sì 3 C sì 2 C

    FRUTTETO FRATELLI MENOTTI via Cemmo 2 sì 4 D sì 3 C sì 5 D

    FRUTTETO NIC DOMEN mercato di via Zuretti sì 2 C sì 4 D sì 4 D

    FRUTTETO VALENTE via Cagliero 9 sì 4 D sì 4 D sì 4 D

    IPER PORTELLO via Don Palazzolo 20 sì 5 D sì 3 C sì 2 C

    NATURASÌ via Petitti 6 sì 0 A sì 0 A sì 0 A

    PASSION FRUIT mercato di via Zuretti sì 1 B sì 4 D sì 5 D

    SIMPLY via Novara 15 sì 8 E sì 4 D sì 2 C

    ROMAAUCHAN via Collatina sì 2 C sì 5 D sì 2 C

    COGONI GABRIELE Box 35 mercato Testaccio sì 3 C sì 2 C sì 5 D

    ORTOFRUTTA CIOCCHETTI Box 51 mercato Testaccio sì 3 C sì 8 E sì 1 B

    CONAD via Nocera Umbra 146 sì 2 C no 5 D sì 5 D

    CUORE BIO via Giano della Bella 51 sì 0 A sì 0 A sì 0 A

    IPERCOOP via Casilina 1011 sì 3 C sì 7 E sì 6 E

    KALED FRUIT circ. Ostiense 162/164 sì 2 C sì 5 D sì 0 A

    LA FRUTTA ITALIANA via Collatina 65 sì 1 B sì 8 E sì 5 D

    PAM piazza Vinci 46/48 sì 5 D sì 3 C sì 2 C

    PESTICIDI NELLA VERDURA INSALATA POMODORI ZUCCHINE

    PUNTO VENDITA e indirizzo

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    LA FRUTTA ITALIANA via Collatina 65 sì 2 C sì 2 C sì 1 B

    PAM pazza Vinci 46/48 sì 4 D sì 2 C sì 1 B

    COME LEGGERE LA TABELLA

    Punto vendita Segna-liamo, per trasparenza delle informazioni, i punti vendita dove ab-bia mo acqu is tato i campioni, non potendo per tutti risalire al nome del produttore. Natura Sì a Milano e Cuore Bio a Roma vendono esclu-sivamente prodotti da agricoltura biologica.

    Rispetta i limiti? Abbia-mo verificato il rispet-to del cosiddetto Lmr o livello massimo di residuo consentito dal-la normativa europea. Fatta eccezione per un campione di pere che contiene un fitofarma-co non ammesso in Italia per questo tipo di coltivazione, tutti i

    campioni sono risulta-ti a norma.

    Numero residui Indi-chiamo quanti pestici-d i d ive rsi a b b ia m o trovato nello stesso campione. Si va da un minimo di zero, a un massimo di otto pesti-cidi alla volta. I prodot-ti con il minor numero di residui sono le zuc-chine, quelli con il nu-mero maggiore di pe-sticidi le pere.

    Giudizio Il nostro giu-dizio si basa sul nume-ro di residui riscontra-t i , n o n s u l l o r o quantitativo, pratica-mente sempre a norma. Più è alto il numero in uno stesso campione, peggiore è il voto che abbiamo assegnato. Pessimi i campioni che contengono residui di sei e oltre pesticidi di-versi.

    OttimoBuonoAccettabileMediocrePessimo

  • Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 13www.altroconsumo.it

    riscontrati nelle nostre analisi (puoi leggere il dettaglio nel riquadro alla pagina 11). Possiamo affermare, quindi, che il rischio percepito in merito ai pesticidi è superiore rispetto a quello reale, soprattutto se pensiamo che, secondo l’ultima indagine Eurobarometro, l’85% degli Italiani, ben oltre la media europea, li teme parecchio.

    Resta da chiarire l’effetto cocktailIn questi ultimi anni, anche grazie all’importante lavoro delle associazioni di consumatori, possiamo contare su una legislazione restrittiva, che ha drasticamente ridotto i principi attivi utilizzabili. Inoltre, come abbiamo spiegato sopra, è in vigore una valutazione del rischio molto cautelativa, che ha stabilito limiti sicuri. Tuttavia ci sono ancora dubbi di sicurezza che l’Europa, con il contributo dell’Efsa, dovrà sciogliere nei prossimi anni. Il più dibattuto è il cosiddetto “effetto cocktail”, ovvero l’effetto sulla nostra salute della compresenza di residui di più fitofarmaci contemporaneamente. In particolare, è necessario approfondire l’effetto cumulativo di pesticidi diversi, ma che agiscono in maniera simile sul nostro

    organismo. Se la normativa vigente ha portato a un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate, mentre l’armonizzazione europea dei livelli massimi di residuo consentito negli alimenti, intervenuta nel 2008, ha rappresentato un importante passo in avanti, manca ancora una regolamentazione specifica rispetto al simultaneo impiego di più principi attivi e sulla presenza di più residui in un singolo prodotto. Da notare anche che i limiti di legge - benché in realtà i prodotti risultino ampiamente al di sotto - non tutelano a sufficienza i bambini: nell’ipotesi teorica che mangiassero solo frutta e verdura con i residui massimi consentiti potrebbero superare la dose accettabile per alcuni pesticidi (vedi riquadro a pag. 11).

    Mangiare bio è l’alternativa?In attesa di ricerche che certifichino gli effetti combinati dei residui dei pesticidi, che cosa ci conviene fare per mangiare sano? Per molti l’unica via possibile è quella di affidarsi all’agricoltura biologica, cioè quella che non utilizza prodotti di sintesi chimica. Il bio piace ai consumatori che lo percepiscono come più sicuro. Ma,

    Cosa c’è nei prodotti industriali? Per scoprire tutto sugli alimenti richiedi la nostra guida. Per i soci in regalo, con solo 1,95 euro di contributo.

    Tutto sul cibo

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    FINO A 8 PESTICIDI SULLO STESSO PRODOTTO

    I campioni in cui abbiamo riscontrato la maggior compresenza di residui di pesticidi sono le pere. Quasi nove volte su dieci contenevano più di un residuo, fino a un massimo di otto nel prodotto più contaminato. Le zucchine, invece, sono risultate la verdura in cui la problematica del multiresiduo è meno evidente, con solo il 17% di campioni con più di un pesticida, fino a un massimo di quattro per quello più contaminato.

    89%Pere

    78%Fragole

    72%Insalata

    67%Mele

    44%Pomodori

    17%Zucchine

    La maggior parte della frutta e della verdura analizzata è di origine nazionale. Il resto dei campioni proviene da Paesi europei, principalmente dalla Spagna. In alcuni casi (l’8%) non siamo stati in grado di risalire all’origine per mancanza di un’etichetta corretta.

    ORIGINE DEI PRODOTTI

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    Percentuale di prodotti in cui abbiamo riscontrato più di un pesticida

  • Inchiesta

    14 Altroconsumo 284 • Settembre 2014 www.altroconsumo.it

    oltre a non essere una soluzione alla portata di tutti per il suo costo elevato, la produzione secondo i dettami dell’agricoltura biologica porta con sé altri problemi e non è del tutto priva di sostanze nocive. Se è vero che non usa pesticidi di sintesi, è anche vero che ne può usare di origine naturale, come le piretrine. Inoltre, in un certo quantitativo, se derivanti dalla cosiddetta “contaminazione accidentale”, anche nei prodotti bio possono essere presenti i pesticidi convenzionali. Non a caso, le nostre analisi hanno rilevato tracce di due pesticidi anche in un campione biologico, un’insalata. La certificazione biologica garantisce infatti il tipo di produzione, non il prodotto finale: una contaminazione è sempre possibile, nei passaggi dal campo alla distribuzione. Per proteggersi dai diversi contaminanti che possono essere presenti nel cibo (pesticidi ma anche per esempio contaminanti ambientali, come i metalli pesanti) è quello di variare il più possibile la dieta: così si previene il possibile accumulo delle stesse sostanze sgradite nel nostro organismo. ¬

    INTERVISTA

    Ettore Capri, professore di chimica agraria, Università cattolica di Piacenza

    I rischi nel piatto sono altri, impariamo a conoscerli.L’opinione pubblica teme molto i pesticidi nel piatto. A torto o a ragione?I consumatori sono stati bombardati per anni da informazioni scorrette riguardanti la relazione tra salubrità degli alimenti e pesticidi, soprattutto rispetto al livello di contaminazione da queste sostanze. Ormai c’è un preconcetto difficile da smantellare. Eppure oggi queste sostanze sono tra le

    più studiate, monitorate e regolamentate e non rappresentano più un rischio concreto, né la loro presenza è indicativa della qualità del cibo, come invece molti sono portati a pensare. I rischi frequenti sono quelli successivi all’acquisto, quindi la manipolazione domestica e le contaminazioni che si realizzano successivamente.

    Qual è dunque il quadro attuale?Negli ultimi anni le regole sull’uso dei pesticidi hanno subito un processo di armonizzazione tra tutti i Paesi europei e le sostanze autorizzate sono state ridotte notevolmente: quando c’è un minimo dubbio di cancerogenicità non vengono più utilizzate. Sono le uniche sostanze chimiche che godono dell’applicazione del concetto di sostenibilità, con un sistema di controllo lungo tutta la filiera appropriato e funzionante: dall’uso nei campi alla vendita del prodotto.

    Chi si occupa di questi controlli? L’Europa ha un sistema di monitoraggio molto sofisticato e tra i più sicuri del mondo, con Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, che fa valutazione del rischio, e la Commissione europea, con il sistema di allerta rapido Rasff, che

    impone agli Stati membri di effettuare regolari piani di controllo.

    Però non tutti i dubbi sul loro utilizzo sono stati fugati. Pensiamo al problema del multiresiduo. Vero. Ma questo dipende dal fatto che quando emergono nuove situazioni, la scienza deve avere il tempo di studiarle. La presenza di più residui in minime quantità, rispetto al residuo unico in dosi alte di una volta, nasce proprio dalle regole più restrittive in questa materia. Le strategie di protezione dei campi adesso prevedono l’utilizzo di un numero di principi attivi più alto a livelli più bassi. L’interrogativo è: esiste un effetto sinergico sulla salute nel momento in cui ci sono più residui? Allo stato attuale delle conoscenze non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino un maggiore rischio in caso di più residui, ma è presumibile che questo effetto esista se i diversi residui appartengono a pesticidi della stessa classe chimica. Bisogna cominciare a studiare le miscele. Nei prossimi anni si farà sicuramente la valutazione tossicologica in presenza di più sostanze, ma non sarà facile perché le combinazioni possono essere infinite ed è impossibile studiarle tutte. Intanto il mio consiglio è quello di variare la dieta.

    Variando la dieta si previene al meglio ogni rischio

    COSA PUOI FARE

    Molte delle semplici procedure di preparazione che siamo abituati a seguire in cucina bastano per eliminare gran parte dei residui di pesticidi. Non servono particolari accortezze, né prodotti specifici, come detergenti particolari.

    Variare Il consiglio di base per limitare l’assunzione di pesticidi è sicuramente quello di avere una dieta il più possibile variata: alternando verdura e frutta di tipo diverso si è meno esposti agli stessi pesticidi, evitando l’effetto accumulo.

    Lavare Già lavando con cura sotto l’acqua corrente frutta e verdura si compie un’opera di pulizia efficace dei residui depositati in superficie. Se si opta per lasciarli a mollo, meglio aggiungere anche una punta di bicarbonato all’acqua.

    Sbucciare La sbucciatura elimina quasi completamente tutti i residui. Ma si perdono anche le sostanze utili presenti in frutta e verdura, come le fibre.

    Cuocere Alcuni pesticidi si degradano con la cottura o comunque si disperdono nell’acqua, che deve essere buttata. Purtroppo altri sono molto resistenti al calore.

  • Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 15www.altroconsumo.it

    Guida

    La prima regola è essere attivi, ma bisogna conoscere le nuove strade per candidarsi. Il web, innanzitutto.

    La risorsa sei tuTrovare lavoro

    ono i giovani i più colpiti dalla crisi del lavoro, secondo l’ultimo Rapporto Istat: uno su due di coloro che cercano un’occupazione

    non la trova. Non è che dopo una certa età trovare lavoro diventi più facile, ma la crisi della generazione 2.0 preoccupa ancora di più, perché è il segnale che la stagnazione del mercato professionale è sempre più forte. Un altro dato che ancora una volta

    S

    Spesso le persone non trovano lavoro e le aziende non trovano i candidati

    emerge dai dati pubblicati dall’Istituto di statistica è il forte divario occupazionale che spacca il Paese: se al Nord ha un impiego un giovane su due, al Sud lavora solo un giovane su quattro. Preoccupano anche i numeri pubblicati dall’istituto europeo di statistica Eurostat, relativi a febbraio 2014, secondo cui l’Italia è uno dei paesi dell’Unione europea dove il tasso di disoccupazione è cresciuto di più rispetto al 2013: è al 13 per cento,

  • INTERVISTA ALL’ESPERTA

    Cercare lavoro è come comporre un puzzle: servono tanti pezzi da incastrare l’uno nell’altro

    In occasione dello scorso Festival di Altroconsumo, che si è tenuto a Ferrara, a maggio scorso, Manuela Prestipino ha tenuto diversi workshop per aiutare chi cerca lavoro a presentarsi al meglio. Le abbiamo chiesto di svelarci i segreti del mondo professionale.

    Sapersi muovere nel web davvero aiuta a trovare lavoro? Internet è uno strumento fondamentale,ma sapersi muovere sui social network non basta. Se ho competenze valide, ma non le so mettere in evidenza, la mia presenza sul web non servirà a molto.Il web è solo un pezzo del grande puzzle dacomporre per riuscire a trovare lavoro.

    Qualche pezzo del puzzle?Sul web è importante comunicare di essereesperti in qualche settore oppure di avere caratteristiche e capacità interessanti per le aziende. Per far questo servono tempo e impegno. In genere non siamo bravi a individuare le nostre competenze chiave, quelle più importanti, che sono poi i nostri punti di forza. È proprio questo aspetto che bisognerebbe saper evidenziare, sia sul web che durante il colloquio di lavoro.Ecco perché prima di iniziare una ricerca di lavoro è importante cercare di mettere a fuoco i propri punti di forza e allenarsi a raccontarli. Essere in grado di descrivere in modo credibile le proprie competenze fa la differenza, è un punto a favore durante il processo di selezione. Ma bisogna allenarsi: fare un’analisi di se stessi, essere brevi e chiari nella descrizione.

    Cos’altro funziona davvero?Oggi piu che mai le aziende cercano di ridurre i rischi durante la selezione. Prima di inserire sconosciuti, preferiscono attingerea quel circuito di persone che hanno già visto all’opera, magari come consulenti, come collaboratori occasionali o a tempo determinato, o come stagisti. Oppure puntano su persone di cui hanno sentito parlare bene da qualcuno di cui si fidano. Il passaparola è tornato a essere fondamentale, se inteso nella giusta accezione: conosco una persona valida che ha le competenze che stai cercando. Nulla a che vedere con la cultura della raccomandazione. Ricordiamoci che la maggior parte delle aziende italiane sono piccole imprese, che assumono proprio puntando molto su questo meccanismo di conoscenza e fiducia. È raro che assumano chi ha inviato un curriculum spontaneo. Quindi, è molto importante parlare con le persone.

    Oggi spesso non basta avere un percorso formativo adeguato, qual è il rischio di accettare un lavoro meno qualificato? In realtà i buchi nel curriculum non piacciono ai selezionatori. In attesa del lavoro ideale, occorre adattarsi, anche a lavori modesti. Da ogni lavoro si può apprendere qualcosa di utile per la propria carriera. All’estero sono più flessibili di noi, più pronti a mettersi in gioco. E ciò non significa rinunciare ai propri obiettivi professionali. Tutt’altro.

    Insomma, bisogna accettare un nuovo modello di lavoro? Bisogna sapersi adattare all’evoluzione continua, è importante modificare l’atteggiamento mentale del posto fisso perché anche quando lo avremo trovato è tutto talmente in fase di cambiamento, che nessuno mi garantisce di poterlo mantenere. Conviene superare il retaggio culturale che ci mette in difficoltà davanti al cambiamento. Il primo passo è puntare sulle proprie competenze specifiche, che sono in sostanza il patrimonio di ognuno di noi. Poi, capire il mercato: dove e in che modo mi posso posizionare con le mie competenze? È questa la sfida per il futuro.

    Mettersi in proprio può essere una valida alternativa, nonostante la crisi? Penso anche al fenomeno start-up. Sì, se c’è un’idea vincente da far emergere, ma bisogna prima ponderare con attenzione tutti i rischi. Anche in questo caso le competenze specifiche sono fondamentali. Prima di buttarmi in una nuova avventura, è fondamentale valutare molto attentamente quali sono le condizioni per ottenere il successo.

    Manuela Prestipino opera da 20 anni nell’ambito delle Risorse umane. Attualmente si occupa di carriera e sviluppo delle competenze professionali.

    Guida

    16 Altroconsumo 284 • Settembre 2014 www.altroconsumo.it

  • La crisi in cifre

    273 mila 3.307.000 46%I posti di lavoro persi

    in un anno in ItaliaLa quota di disoccupati

    raggiunta nel 2011 in ItaliaIl tasso di disoccupazione giovanile medio nel primo

    trimeste 2014 (Istat)

    funzionamento, per sfruttarli al massimo. L’obiettivo è distinguersi, farsi notare, per emergere nella massa di proposte.I Social network. Il più noto è il social di LinkedIn, che conta 100 milioni di iscritti in tutto il mondo. Non è un social generico come altri, ma è puramente rivolto al mondo professionale. Può essere utile per creare una rete di connessioni con altri professionisti, prendere parte ai gruppi di discussione, per mettersi in vetrina con il proprio curriculum e avere la certezza che molte aziende ci buttano un occhio per cercare candidati. Esistono anche altri social dedicati al lavoro (come Xing, Jobdirect, Viadeo, Experteer...), ma LinkedIn ad oggi è per eccellenza la principale connessione con il mondo professionale. Facebook e Twitter da qualche tempo permettono anche di accedere alle offerte di lavoro, ma la loro natura resta più ludica. In ogni caso, conviene iscriversi a più social contemporaneamente, sfruttando la funzionalità delle “referenze”, che permette di riportare i giudizi dei precedenti datori di lavoro e colleghi insieme al proprio profilo. I portali dedicati. Si può registrare il proprio curriculum, rispondere alle offerte di lavoro, ma anche ricevere mail o

    CURRICULUM E COLLOQUIOIl primo passo è avere le idee chiare sul lavoro che stiamo cercando e sull’azienda che ci potrebbe assumere.

    Curriculum vitae. Il curriculum è uno strumento malleabile, che ogni volta va adattato al contesto. Il modo migliore per personalizzare la candidatura è allegare al curriculum una breve lettera di presentazione. Deve essere sintetico, ma non troppo (per un giovane non oltre le due pagine), soprattutto non dovrebbe mostrare interruzioni prolungate, che possono insospettire. Non dilungarti sulle esperienze del passato, ma spendi due parole in più sulle ultime posizioni ricoperte.

    A chi inviarlo? Piuttosto che inviare lettere agli uffici del personale, è meglio rivolgersi alla sezione “Lavora con noi” dei siti delle aziende che ti interessano: rende le cose più facili anche a loro.

    Il colloquio. Ci sono alcune domande chiave che vengono fatte sempre, tipo: come si descriverebbe brevemente? Quali sono i suoi punti di forza? E quelli da migliorare? Cosa sa della nostra azienda? Perché si ritiene idoneo per questo ruolo? Bisogna preparare le risposte prima, in modo da essere pronti e cercando di agganciare alle proprie esperienze le richieste dell’annuncio. Prepara risposte brevi, chiare e veritiere.

    contro un dato medio europeo del 10,6 per cento. Il balzo negativo è stato rapido, basta pensare che nel 2011 il tasso di disoccupazione italiano era sotto l’8 per cento. In un anno in Italia si sono persi 273mila posti di lavoro e i disoccupati sono arrivati a quota 3.307.000. Insomma, non ci sono speranze? No, non è affatto così. Ma oggi più che mai è diventato indispensabile cambiare mentalità, così come è cambiato il mondo del lavoro. Soprattutto, bisogna cercare di andare incontro alle aziende, che - in un momento difficile come questo - hanno poca fiducia e cercano di ridurre tutte le spese. Comprese quelle per la ricerca del personale.

    Curare l’immagine nel webIl settore delle inserzioni online è in grande crescita. Sapersi muovere nella Rete è ormai indispensabile per riuscire a candidarsi. Non bisogna neanche illudersi, però, che le aziende concentrino tutta la loro attenzione sul web: ecco perché è necessario sapersi rendere visibili, farsi notare e cercare di intercettare la domanda di lavoro. Spesso i candidati non trovano lavoro e le aziende non trovano candidati, proprio perché manca il giusto canale di comunicazione. Internet, il sistema di connessione per eccellenza, è diventato un riferimento indispensabile per cercare lavoro, ma a volte non basta, come ci spiega Manuela Prestipino nell’intervista alla pagina a fianco. Soprattutto, la Rete va utilizzata con attenzione, perché la condotta online (web reputation, come la chiamano i cacciatori di teste) può compromettere anche il miglior curriculum vitae. Dal web emergono molte indicazioni sul nostro modo di essere e di pensare. Una foto sbagliata, un commento eccessivo, un’opinione politica estrema e soprattutto il parlare male di un datore di lavoro, di un’azienda o dei colleghi, sono campanelli di allarme per qualunque head hunter.Una ricerca su Google o tra i social network è semplice, veloce e svelerà molto, ecco perché la web reputation va considerata parte integrante del curriculum tradizionale e, se mal gestita, può diventare un marchio indelebile.

    Ma allora, mi tolgo dalla Rete per eliminare ogni rischio? Assolutamente no, non essere online può dare l’idea che il candidato sia poco al passo coi tempi, ma la propria presenza sul web va sfruttata al meglio. Per farlo serve qualche regola: - è consigliabile essere presenti su Linked-in, il principale network dedicato allo sviluppo di canali professionali;- aggiorna periodicamente il curriculum, lasciarlo invecchiare può solo danneggiare la tua immagine;- selezionare gli amici dei social è buona regola: filtrare i contatti impedisce che il proprio nome sia associato a quello di persone indesiderate, di cui non si conosce lo stile e il comportamento nel web;- da non scordare che impostare le regole di privacy ai social impedisce che i profili siano aperti a tutti;- attenzione, infine, a cosa si condivide: nell’epoca della “condivisione” diffusa non ci si deve illudere che l’audience a cui ci rivolgiamo sia davvero ristretto e controllabile; è bene pensarci prima di ogni “mi piace” o simili.

    Siti e social networkEsistono ormai molti siti che possono aiutare nella ricerca del lavoro, hanno varia natura e vanno capiti nel loro

    Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 17www.altroconsumo.it

  • Alcune inserzioni nascondono brutte sorprese. Abbiamo risposto a un annuncio che nascondeva una vendita piramidale e infatti... scoprilo nel video sul nostro sito.

    www.altroconsumo.it/vita-privata-famiglia

    “Una delle maggiori difficoltà è cercare di essere convincente durante il colloquio”Stefano Orsenigo, provincia di Como

    Per anni impiegato nel settore metalmeccanico, Stefano sta cercando un nuovo lavoro, seguendo diverse strade. Anche per imparare a dimostrare che si è davvero qualificati per il posto cui si aspira. Lo abbiamo incontrato alla Città dei Mestieri a Milano, dove ha frequentato un corso gratuito di orientamento al lavoro, per sfruttare al meglio i canali offerti dal web.In Italia la Città dei Mestieri è presente anche a Genova, Treviso e Roma.www.cittadeimestieri.it

    Spargere la voceOltre alla dimestichezza con la Rete serve determinazione e attivismo: anche il vecchio passaparola è ancora molto efficace. Non bisogna pensare che farsi sponsorizzare significhi “essere raccomandati”: in questo caso infatti non si è assunti perché si è “il figlio di”, esercitando magari pressioni, ma semplicemente perché qualcuno ha favorito l’incontro tra un’azienda e una persona che risponde ai requisiti richiesti (in gergo, si parla di networking). Dimentichiamo l’infondato mantra italiano per cui “tutti quelli che trovano lavoro sono raccomandati” e facciamoci avanti nel proporre la nostra candidatura anche tra amici e conoscenti. Il passaparola è apprezzato anche dalle aziende, perché è un sistema di reclutamento efficace e a costo zero, che non richiede l’intermediazione di agenzie. “Bisogna cercare di sfruttare le competenze trasversali maturate negli anni - suggerisce Sergio Bollani, direttore della Città dei Mestieri di Milano, centro di informazione e orientamento al lavoro - le aziende cercano innanzitutto le doti base, come la capacità relazionale e di adattamento”. Secondo una ricerca realizzata da Isfol, l’ente nazionale di ricerca lavoro, nel 2011 i neoassunti che hanno trovato un impiego tramite conoscenti ammontano al 32 per cento del totale. Funzionano meno la risposta a un annuncio e l’autocandidatura, ovvero l’invio del curriculum alle aziende di propria iniziativa. ¬

    PER SAPERNE DI PIÙ

    Sul web esiste un mondo di annunci di lavoro. Oltre ai siti generalisti, che raccolgono le offerte di tutti i comparti del mercato, ne esistono diversi che sono mirati a particolari categorie di candidati.

    www.jobonline.itnon solo annunci, ma anche un motore di ricerca delle assunzioni nel pubblico impiego e nei master

    www.lavoricreativi.comsi trovano inserzioni relative al mondo dell’editoria, del web, della pubblicità

    www.technojobs.itportale di annunci dedicati ai profili tecnico scientifici, dagli ingegneri agli informatici

    www.experteer.itdatabase specializzato in posizioni manageriali

    www.careerjet.itè un aggregatore che assembla le inserzioni comparse in decine di siti di ricerca del lavoro

    www.cliclavoro.gov.itil portale del Ministero del Lavoro si propone come luogo di incontro tra domanda e offerta: contiene database , come quello delle agenzie per il lavoro interinale

    www.concorsi.itdedicato ai concorsi, consente di fare ricerche per area geografica e per tipo di amministrazione (Comuni, Università...)

    sms che segnalano la pubblicazione di un annuncio in linea con il proprio profilo. in Rete ce ne sono davvero molti, conviene fare una ricerca per trovare quello più specializzato nel proprio percorso professionale (si spazia dalle posizioni manageriali, al settore turistico, ai concorsi pubblici...). Monsters.it è uno dei colossi del settore.Agenzie per il lavoro. Offrono opportunità di lavoro temporaneo o permanente alle persone in cerca di occupazione. Bisogna iscriversi nella banca dati e lasciare il proprio curriculum, oppure ci si può candidare direttamente, rispondendo a un annuncio. Ce ne sono tantissime, molte anche internazionali. Rispetto ai siti e alle bacheche online, le agenzie interinali offrono garanzie sulla serietà delle aziende per le quali fungono da intermediari.Centri per l’impiego. In genere sono uffici pubblici divisi su base territoriale, che spesso dipendono dalle province. Per candidarsi, bisogna presentarsi in quello della propria area di residenza. Per scoprire dove si trova il più vicino, si può consultare il data base “cerca sportello” del sito cliclavoro.gov.it. Inserzioni sui giornali. È il canale più classico di ricerca del lavoro, utile anche perché dà un’idea delle figure professionali più ricercate sul mercato. Da tenere d’occhio soprattutto le inserzioni della Stampa (il lunedì), del Sole24Ore (il mercoledì), della Repubblica (il giovedì) e del Corriere della Sera (il venerdì), ma anche quelle sui giornali locali della città.

    Guida

    18 Altroconsumo 284 • Settembre 2014 www.altroconsumo.it

    LA TESTIMONIANZA

  • Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 19www.altroconsumo.it

    LA NOSTRA INCHIESTA

    Abbiamo chiesto ai nostri soci di valutare, tramite un questionario on line, alcuni servizi offerti dai loro operatori di telefonia fissa, mobile e navigazione internet.

    OLTRE 50.000 RISPOSTEL’indagine si è svolta tra aprile e maggio 2014 e ha coinvolto l’Italia e gli altri paesi del nostro gruppo: Belgio, Brasile, Portogallo e Spagna. Nell’articolo riportiamo i dati che si riferiscono all’Italia. I risultati sono il frutto dell’esperienza di 19.000 persone.

    Molti soci si lamentano dei loro operatori di telefonia o di internet. Al centro delle critiche, il servizio clienti inefficace e fatture gonfiate.

    onnessioni lente, scarsa copertura della rete, servizio clienti e fatture gonfiate con voci ingiustificate: i motivi di critica nei confronti delle

    compagnie telefoniche e degli internet provider sono gli stessi di qualche anno fa, segno che gli operatori non hanno fatto grandi passi avanti nel migliorare il servizio. Il fronte della qualità del servizio non mostra progressi evidenti.La conseguenza per gli utenti è pesante: significa passare ore al telefono per reclamare rimborsi o un servizio che funzioni od ottenere spiegazioni su costi

    extra per servizi fatturati anche se mai richiesti (vedi sul nostro sito www.altroconsumo.it il caso dell’operatore Tre che abbiamo recentemente denunciato al Garante) e così via. Per la nostra inchiesta, 19.000 soci hanno compilato un questionario, esprimendo il livello di soddisfazione sui servizi offerti dai loro operatori di telefonia e di internet. C’è molto da fare per migliorare.

    Scegliere un altro operatoreAbbiamo voluto verificare se il grado di insoddisfazione ha spinto gli utenti a cambiare operatore negli ultimi tre anni.

    C

    Scontento?Cambia compagnia

  • Inchiesta

    20 Altroconsumo 284 • Settembre 2014 www.altroconsumo.it

    Qualcosa (o meglio, qualcuno) si è mosso: circa il 50% degli utenti ha cambiato compagnia telefonica per il cellulare, di cui il 36% almeno una volta, l’11% due volte e circa il 3% anche tre o più di tre volte. Passando al servizio Internet, gli italiani sono mediamente contenti, infatti sei utenti su dieci non hanno cambiato provider negli ultimi tre anni; tuttavia, è evidente che ci sono ampi margini di miglioramento: se osservate la tabella nel riquadro a sinistra, la maggior parte delle compagnie non supera il punteggio di 70 per la connessione standard.La soddisfazione complessiva aumenta per il telefono fisso di casa: il 62% delle persone intervistate apprezza il proprio operatore. Wind e Infostrada escono meglio degli altri (tabella in alto a destra). Per quanto riguarda la pay tv, Sky e Mediaset sono i due colossi che si spartiscono il mercato e riscuotono anche la soddisfazione dei propri abbonati, tanto che nove utenti su dieci sono rimasti abbonati alla stessa emittente negli ultimi tre anni. Però i problemi ci sono: dai costi poco trasparenti alle disdette impossibili, come si vede nella tabella qui in alto.

    Fedeli al proprio operatorePer invitarci a cambiare piano tariffario, internet provider o compagnia telefonica, ogni giorno subiamo un vero e proprio bombardamento pubblicitario: c’è la gara a chi offre più sconti sulle tariffe, cellulari di ultima generazione in regalo e così via.

    INTERNET: VELOCE E STANDARD

    I risultati sulla soddisfazione degli utenti intervistati sulle due velocità di connessione, standard e veloce, evidenziano le carenze dei provider.

    Va detto che il nostro Paese è molto arretrato in termini di velocità della connessione. Ad aggravare la situazione ci sono zone del nostro territorio dove la banda larga è ancora un miraggio. Eppure gli internet provider continuano a pubblicizzare connessioni “veloci e sicure”. Non per nulla, il grado di soddisfazione dei clienti su questo aspetto è basso: solo Fastweb e NGI ricevono un giudizio superiore alla media.

    OPERATORE

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    FASTWEB 79 68

    NGI n.d. 74

    LINKEM n.d. 66

    VODAFONE 74 65

    TELECOM ITALIA 73 66

    WIND INFOSTRADA 73 63

    TISCALI 72 64

    TELETU 70 63

    COME LEGGERE LA TABELLA

    Soddisfazione Abbiamo chiesto agli utenti di esprimere il grado di soddisfazione nei con-fronti delle compagnie telefoniche e dei provi-der da loro utilizzati. E di aggiungere una valuta-zione specifica su alcuni aspetti come il servizio clienti e la trasparenza delle bollette. La scala di giudizio va da 10 a 100, dove 10 indica la massima insoddisfa-zione e 100 la soddisfa-zione più alta. n.d. non disponibile

    Superiore alla media nella mediainferiore alla media

    RELAZIONI DIFFICILI CON LA PAY TV

    I clienti più contenti sono quelli di Sky, ma il grado di soddisfazione complessiva non supera il punteggio di 72. Sono emersi diversi problemi.

    La nostra inchiesta ha messo in luce che la pay tv in Italia continua a essere fonte di problemi per gli abbonati: ad esempio, il rapporto con il servizio clienti, le disdette quasi impossibili, i costi poco trasparenti e cosi via. I nostri soci si lamentano soprattutto del servizio clienti, dal quale è molto difficile riuscire ad ottenere un aiuto e attraverso il quale non si riesce quasi mai a far valere i propri diritti.

    EMITTENTE

    varie

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    100)

    SKY 81 50 67 70 72

    MEDIASET PREMIUM 69 55 59 67 65

  • Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 21www.altroconsumo.it

    Tra un’offerta promozionale e il consiglio di altri utenti, il 32% dei nostri intervistati si è detto disponibile a cambiare fornitore di telefonia fissa dietro suggerimento di un amico, anche se il 43% degli utenti vuole rimanere fedele al proprio operatore.La fedeltà aumenta se si parla di pay tv: più della metà degli intervistati non è disposta a cambiare emittente, neppure se lo consiglia una persona di cui si fida.

    Insoddisfazione diffusaCompagnie telefoniche e internet provider nel complesso non brillano per efficienza e qualità. È la fotografia che esce dalla nostra inchiesta. Venendo al dettaglio delle singole aziende, per la telefonia mobile, Coopvoce è la più amata: riceve infatti giudizi positivi da parte dei soci (il 77% degli utenti è molto soddisfatto e non ha intenzione di cambiare). Non è cosi per altre compagnie: dicono che vorrebbero cambiare il 48% degli abbonati di Fastweb, il 42% degli utenti di Tre, il 36% di Tiscali. Tra i fornitori di internet, Linkem è il provider che riceve le valutazioni peggiori, ma l’indice di gradimento è basso anche per TeleTu, Vodafone, Tiscali, Wind infostrada e Fastweb. I più soddisfatti sono gli abbonati di Telecom Italia e di NGI. Altro dato interessante riguarda i due operatori di pay tv: solo il 22% degli abbonati a Sky vorrebbe cambiare, mentre il dato sale al 34% per Mediaset premium. ¬

    TELEFONO FISSO: QUANTO COSTI?

    Il rapporto con il call center e la trasparenza/correttezza nella fatturazione sono gli aspetti su cui si concentra l’insoddisfazione dei nostri intervistati.

    Il basso grado di soddisfazione sull’assistenza al cliente per tutti gli operatori dimostra che i nostri intervistati non sono per nulla contenti, soprattutto se si parla di trasparenza e correttezza delle fatture. I clienti di Wind infostrada e Fastweb esprimono una soddisfazione superiore alla media nel giudizio complessivo.

    OPERATORE

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    100)

    WIND INFOSTRADA 69 74 79

    FASTWEB 67 70 78

    TELECOM ITALIA 69 69 77

    TELETU 66 70 74

    TISCALI 60 72 73

    VODAFONE 66 69 72

    OPERATORE

    serv

    izio

    clie

    nti

    fatt

    uraz

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    SO

    DD

    ISFA

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    NE

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    MP

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    100)

    NÒVERCA 75 83 77

    COOPVOCE 81 85 77

    POSTEMOBILE 70 76 73

    TISCALI 67 78 72

    TIM 68 70 71

    VODAFONE 68 68 71

    WIND 69 74 71

    3 (H3G) 62 63 68

    FASTWEB 62 67 65

    CELLULARE PIÙ INTERNET: DI CHI È IL SERVIZIO MIGLIORE?

    L’assistenza ai clienti non funziona, la fattura è incomprensibile e con costi extra per servizi non richiesti: ecco i principali problemi messi in luce dall’inchiesta.

    I nostri intervistati hanno espresso la loro insoddisfazione soprattutto nei confronti di Tre e Fastweb, mentre Coopvoce e Nòverca raccolgono giudizi positivi. Il risultato complessivo tiene conto anche della copertura e qualità della comunicazione per il cellulare e della velocità e stabilità della connessione internet.

    Vieni sul nostro sito, cliccando in alto su “casa-energia” e poi su “telefono, internet e tv digitale”: ci sono i nostri consigli e i nostri calcolatori per scegliere le tariffe più convenienti. Ecco, tra l’altro, che cosa trovi.

    Un confronto tra le varie tariffe, in base al tuo profilo, che ti aiuta a scegliere.

    Se hai problemi con la pay tv, le lettere tipo per recedere o inviare un reclamo.

    Consigli su come ti puoi difendere se ti trovi addebiti illegittimi in bolletta.

    E non dimenticare che, in quanto socio, puoi ricorrere a noi in caso di problemi: puoi farlo attraverso il sito (“contattaci”) o per telefono (vedi a pag. 67 numeri e orari).

    Per farti rispettare

    www.altroconsumo.it/casa-energia

  • Inchiesta

    22 Altroconsumo 284 • Settembre 2014 www.altroconsumo.it

    SuperInchiesta

    22 Altroconsumo 284

    SuperPasta, olio, biscotti, acqua minerale, detersivi, prodotti per la cura personale e molti altri ancora: sono più di cento le categorie merceologiche considerate da Altroconsumo per realizzare questa inchiesta. Un lavoro complesso, che ha impegnato tra marzo e aprile decine di rilevatori di prezzi in tutta Italia. L'obiettivo? Dirti dove la spesa conviene di più.

    I numeri dell'indagine

    Risparmio

    Dimmi che spesa fai e ti dirò dove andare a farla, in tasca ti rimarranno fino a 3.500 euro all’anno.

    Altroconsumo 284 • Settembre 2014 www.altroconsumo.it

    Pasta, olio, biscotti, acqua minerale, detersivi, prodotti per la cura personale e molti altri ancora: sono più di cento le categorie merceologiche considerate da Altroconsumo per realizzare questa inchiesta. Un lavoro complesso, che ha impegnato tra marzo e aprile decine di rilevatori di prezzi in tutta Italia. L'obiettivo? Dirti dove la spesa

    dell'indagine

    68 le città considerate

    1.031.562 i prezzi rile

    vati

    591 supermercati175 ipermercati143 hard discount

    108le categor

    ie di

    prodotti esaminate

    909i punti ven

    dita visitati

    Tre modelli di acquisto

    CARRELLO CON I PRODOTTI DI MARCA Il primo carrello considerato è quello più importante, perché rappresenta la spesa più comunemente effettuata dalle famiglie italiane (dati Istat), che preferiscono acquistare prodotti delle marche più conosciute e pubblicizzate.

    CARRELLO CON I PRODOTTI A MARCHIO COMMERCIALE Il secondo carrello è stato riempito con i prodotti che portano il marchio dell'insegna (Coop, Carrefour, Esselunga...).

    CARRELLO CON I PRODOTTI PIÙ ECONOMICI Il terzo carrello rispecchia un modello di consumo teso al massimo risparmio. È stato riempito con prodotti in assoluto più economici trovati nel corso della rilevazione sugli scaffali di tutti i punti vendita, compresi i discount.

    22 Altroconsumo 284 • Settembre 2014

    Inchiesta

  • Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 23www.altroconsumo.it Settembre 2014 • 284 Altroconsumo 23www.altroconsumo.itwww.altroconsumo.it

    Fare la spesa mettendo nel carrello i prodotti di marca, come fa la maggior parte degli italiani, costa in media 6.356 euro l'anno a famiglia. Ecco quanto puoi risparmiare se rinunci al marchio delle aziende leader di mercato.

    Bye-bye marca

    19% IL RISPARMIO SE PASSI AI PRODOTTI CON IL MARCHIO DELLA CATENA

    33% IL RISPARMIO SE PASSI AI PRODOTTI IN ASSOLUTO PIÙ ECONOMICI DI IPER E SUPERMERCATI

    IL RISPARMIO SE ABBANDONI IPER E SUPER E VAI A FARE LA SPESA AL DISCOUNT

    Prodotti di marca Indice

    U2 SUPERMERCATO 100AUCHAN 100IPER 101LECLERC CONAD 101ESSELUNGA 102IL GIGANTE 102IPERCOOP 102PAM 102PANORAMA 103IPERFAMILA 103FAMILA 103CARREFOUR 103IPERSPAR INTERSPAR 103BENNET 104SUPERCOOP 104CONAD SUPERSTORE 104MAXISIDIS 105BASKO 105DECÒ 105DOK SUPERMERCATI 105IPERSIDIS 105TIGRE 105SIMPLY / IPERSIMPLY 105U! COME TU MI VUOI 106EUROSPAR 106SISA 106CONAD 106DESPAR 107A&O 107SIGMA 107CARREFOUR MARKET 107CRAI 107DIMEGLIO 108BILLA 110

    Prodotti più conomici in assoluto Indice

    EUROSPIN (D) 100PENNY MARKET (D) 102PRIX QUALITY (D) 102LIDL (D) 102MD DISCOUNT (D) 105IN'S MERCATO (D) 106LD MARKET (D) 106D-PIÙ DISCOUNT (D) 106AUCHAN 108IPER 116U2 SUPERMERCATO 116CARREFOUR 117PANORAMA 118ESSELUNGA 120IPERSPAR INTERSPAR 131IPERCOOP 131PAM 135IL GIGANTE 139CARREFOUR MARKET 140IPERSIDIS 142BENNET 143BILLA 147SUPERCOOP 149FAMILA 149SIMPLY / IPERSIMPLY 150EUROSPAR 152LECLERC CONAD 152CONAD 160DESPAR 162SISA 168SIGMA 176

    Prodotti a marchio commerciale Indice

    U2 SUPERMERCATO 100AUCHAN 110IPERSIDIS 115IPERCOOP 122LECLERC CONAD 122BENNET 122CARREFOUR 123CONAD 124ESSELUNGA 125FAMILA 125PAM 125PANORAMA 125SUPERCOOP 126SIMPLY / IPERSIMPLY 127IPER 129A&O 130CARREFOUR MARKET 130IL GIGANTE 131SISA 134IPERSPAR INTERSPAR 134EUROSPAR 137SIGMA 140DESPAR 141BILLA 152

    Le classifiche delle insegne per carrello

    Indice Dato 100 alla catena più economica, gli altri indici sono assegnati su base percentuale. Indice 110 significa che la catena è più cara del 10% rispetto alla più economica.

    (D) Con la D tra parentesi sono contrassegnate le insegne dei discount.

    rezzi quasi congelati. È come se un vento gelido si fosse abbattuto su di loro e li avesse coperti con una cappa di ghiaccio. Sono lì, non si

    muovono, non aumentano. In un’altra situazione saremmo corsi a stappare lo champagne. Ma non è questo il caso, sia perché il frigo manca di bottiglie così prestigiose sia perché, purtroppo, non è qui la festa (vedi l’intervista a pag. 24): i prezzi bassi sono spia di una brutta crisi. Non si era mai vista un’inflazione così anemica, certificata dall’Istat a un +0,47% nell’ultimo anno. ll dato medio, come al solito, dice tanto e poco, visto che contiene variazioni di prezzo in realtà molto diverse

    tra i numerosi beni e servizi che compongono la spesa degli italiani: uno dei motivi per cui nei nostri acquisti di tutti i giorni abbiamo l’impressione che l’inflazione sia superiore a quella ufficiale. I dati medi ci spiazzano anche perché non fanno emergere le differenze di prezzo per uno stesso prodotto nei diversi canali e punti vendita. Differenze invece importantissime, perché è in queste che il consumatore attento deve incunearsi per risparmiare. Nel milione e più di prezzi che abbiamo passato al vaglio nel corso della nostra indagine, il prodotto con minori oscillazioni di prezzo, Nutella, ha comunque una variabilità non trascurabile, 37%: significa che nel

    Psupermercato più caro costa un terzo in più rispetto al punto vendita più economico. All’opposto Finish Powerball TuttoIn1, tavolette per lavastoviglie, è l’articolo con la forchetta di prezzi più ampia, 220%: cioè nei supermercati più esosi arriva a costare tre volte di più. Attenzione quindi a non scambiare l’inflazione-zero con i prezzi inerti o addirittura uniformi, perché è vero che in questa fase non corrono, ma hanno comunque le gambe di diverse lunghezze: meglio concentrarsi su quelli che le hanno più corte, invece che fare rinunce. Parafrasando lo slogan di un noto spot: non serve cambiare stile di vita, basta cambiare supermercato. La nostra

    55%

  • Inchiesta

    24 Altroconsumo 284 • Settembre 2014 www.altroconsumo.it

    FRANCESCO DAVERI

    «Il pericolo da cui l’Italia e l’economia mondiale in generale dovranno guardarsi potrebbe essere la riduzione generalizzata dei prezzi». Oggi che la “brutta bestia” della deflazione è molto più che uno spauracchio, questa affermazione si carica di significati profetici se si pensa che è stata pronunciata, anzi scritta nero su bianco, nel 2008. Erano trascorsi solo quattro giorni dal fallimento della Lehman Brothers. I consumatori italiani pensavano a come mettersi al riparo dai continui aumenti dei prezzi. L’inflazione era al 4,1 per cento, ma i voli aerei in un anno erano rincarati del 41 per cento, la pasta del 26, il gasolio del 24 e il pane del 12. Francesco Daveri, ordinario di Politica economica presso l’Università di Parma, invece già immaginava quali sarebbero stati gli esiti di quello scenario economico dai contorni allora ancora incerti e firmava su Lavoce.info (19 settembre 2008) un articolo dal titolo rivelatore: Venti di deflazione.

    Professore, perché un’inflazione quasi a zero o addirittura negativa, la deflazione, da lei prevista per primo, non dovrebbe farci felici? Nei fatti questo aumenta il potere di acquisto di stipendi e pensioni.«Vale solo per chi lo stipendio ce l’ha ancora. Chi non ha perso il lavoro sta sicuramente meglio. Ma in prospettiva potrebbe non essere più così. Perché se la riduzione dei prezzi non è frutto di un meccanismo virtuoso, come può essere la concorrenza, ma è generalizzata, cioè il prodotto di un mercato depresso, le aziende per stare a galla devono ridurre i costi. Ridurre i costi significa tra le altre cose ridurre gli stipendi, licenziare».

    Sta dicendo che è meglio l’inflazione?«Noi economisti ricordiamo sempre che l’inflazione è una tassa occulta, e per questo ancora più odiosa, visto che ci toglie soldi dalle tasche senza che ci sia stato un provvedimento approvato dal Parlamento. È una tassa che non porta la firma di nessuno. Per quanto odiosa, però, un’inflazione contenuta è necessaria».

    Perché?«Permette alle aziende di poter scaricare sui prezzi, quindi su noi consumatori,

    eventuali aumenti di costi. Se non lo possono fare, cosa che succede quando l’inflazione è ai livelli di oggi, vicina allo zero, i loro profitti si assottigliano, investono meno e assumono ancor meno, diminuisce l’occupazione e aumenta la disoccupazione, si riducono i salari. Se poi per far fronte al debito pubblico si aumentano le tasse, come ha fatto il governo Monti, il reddito netto a disposizione delle famiglie si riduce ancora di più: i consumi crollano. Insomma, una spirale micidiale».

    produzioni a più alto valore aggiunto e meno inquinanti è necessaria e doverosa, purché generi lo stesso ammontare di redditi di prima. C’è sempre una fase di passaggio tra un sistema economico vecchio e uno nuovo. Spesso questa fase è traumatica».

    La crisi è un acceleratore di concorrenza?«Più che la crisi, è l’assenza di inflazione a spingere le aziende a farsi disperatamente concorrenza tra loro, per il meccanismo che ho spiegato prima. Però non vanno confusi piani diversi. Molte aziende avrebbero chiuso comunque. Ci sono processi che sono indipendenti e che la crisi ha solo accelerato: le vendite online che soppiantano quelle fisiche, i supermercati che fanno morire il negozio sotto casa...».

    C’è però un certo revival dei piccoli negozi. «Sono quelli che riescono a intercettare un particolare segmento di consumatori interessati. Sopravvive il droghiere che si mette a fare la mescita di vino o che si trasforma in negozio di delicatessen».

    Anche il modello ipermercato non gode di ottima salute. Solo in Piemonte, secondo uno studio, ci sarebbero 43 ipermercati di troppo. Quelli che non hanno un bacino di almeno 34mila famiglie su cui contare. «Le vendite devono essere cospicue per giustificare un investimento su queste megasuperfici. Tra corsie di scaffali che sembrano autostrade i consumatori sono disorientati. C’è poi il cosiddetto “paradosso della scelta”: è provato che assortimenti molto ricchi causano una difficoltà di scelta che scoraggia l’acquisto».

    E neppure gli ipermercati sono immuni dalla concorrenza dell’e-commerce.«Infatti il consumatore spesso va a comprare in internet a un prezzo più basso il prodotto che ha visto all’ipermercato. Ma al netto di questo, è il modello ipermercato a essere in discussione, per via di quello che gli esperti di marketing chiamano “convergenza dei format”».

    Cioè le differenze tra canali si assottigliano?«È in atto una sorta di ibridazione. Tra qualche tempo sarà difficile distinguere tra discount e supermercati. I discount sono sempre meno discount, hanno più prodotti di marca, hanno introdotto i freschi, la panetteria. Alcuni supermercati invece si avvicinano al modello discount: più prodotti a marchio commerciale, politiche di prezzo più aggressive, assortimenti ridotti...».

    "I discount si avvicinano al modello supermercato e viceversa, in futuro non ci saranno più differenze"

    Come se ne esce? «Le cose andranno meglio quando le banche avranno finito di mettere a posto i loro bilanci e ricominceranno a concedere credito alle imprese e alle famiglie. Un altro aspetto importante è il pagamento degli arretrati della Pubblica amministrazione, sempre per immettere liquidità e capitali nel sistema. E poi servono le riforme. Affoghiamo nella burocrazia. Altrimenti a cosa serve innaffiare di liquidità il sistema se poi un giovane che ha un’idea nuova ci mette nove mesi per aprire un’impresa?».

    I consumi diminuiscono anche perché si è più attenti agli sprechi. Si spende meno e meglio, questo è positivo.«Certo, i dati lo dimostrano. Io però sollevo un problema: è vero che lo spreco è cattivo, però è anche reddito. Attenzione alla “decrescita felice”, perché è felice solo per chi conserva un reddito. La riconversione in

    Economista, Università di Parma

    "Se i prezzi contin