Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

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    TRITATIDAL TRATTATO

    Antibiotici e ormoni nella carne. Uno dei

    tanti rischi del negoziato segreto Usa - Ue

    I NOSTRI DIRITTI

      Più inchieste

      Più prodotti  Più consigli

      Più risparmio

    Da questo numero

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    Gennaio 2015

    2  Altroconsumo 288 • Gennaio 2015   www.altroconsumo.it

    Sommario

    AL TELEFONOTutti i numeri sono a pag. 62

    ATTRAVERSO IL SITOwww.altroconsumo.it/contattaci

    ContattiINDIPENDENTI

    Ci finanziamo con le quote asso-ciative e l’abbonamento alle no-stre riviste, che non contengonopubblicità, né informazioni paga-te da produttori o da gruppi diinteresse politico e finanziario.L’indipendenza è totale, a garan-zia della obiettività dei giudizi edei consigli.

    I nostri obiettivi sono l’informazione, la difesae la rappresentanza dei consumatori. Non ab-biamo pubblicità. Per i test acquistiamo tutti iprodotti e ci affidiamo solo a laboratori com-

    petenti e indipendenti da qualsiasi interesse.

    6Da questo numero

    più servizi e attualità.

    Entro l’anno

    si dovrebbe siglare

    il grande accordo

    economico con gli Usa.

    1422

    Acqua inquinata: come

    un cittadino informato

    può cambiare le cose.

    6  Notizie, analisi, commenti, consigli

    dal mondo del consumo e

    aggiornamenti sulle nostre attività.

    10  Le nostre impressioni e i nostri

    giudizi su prodotti appena usciti

    sul mercato.

    12  Cinque prodotti particolarmente

    interessanti tra l’ampia selezionedi test che trovate sul nostro sito.

    DALLA TUA PARTE

    A PRIMA VISTA

    TOP 5

    TEST INCHIESTE

    14  ACCORDI CON GLI USA

      Si tratta su nuove regole

    commerciali: che non si ceda

    su certezze e diritti acquisiti.

    20 MUOVERSI IN CITTÀ

      Nuovi servizi fanno concor-

    renza al taxi: UberPop

     

    22 BERE PULITO

      Sconfiggere l’inquinamento:

    come ci si può riuscire.

    26 AZIENDE ELETTRICHE

      Qualità del servizio clienti.

    30 TEST: RAGÙ PRONTO

      Qualità senza ombre.

    34 WIFI PUBBLICO

      I mille difetti delle reti internet

    aperte al pubblico.

    39 TEST: FRIGORIFERI

      Alla prova i nuovi frigoriferi a

    doppia porta.

    42 TEST: PHABLET 

    Abiamo valutato i dispositi-

    vi a metà tra un telefono e

    un tablet.

    R i s  p a r m i 8 4 0 € 

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    www.altroconsumo.it Gennaio 2015 • 288 Altroconsumo  3

    ADESSO LO SAI

    Rosanna Massarenti

    Direttore

    EFFICACI

    Il nostro metodo di lavoro si basasu criteri di rigore scientifico, ef-ficienza e competenza. A test einchieste lavorano tecnici quali-ficati e specialisti di settore chemettono la loro professionalitàal servizio dell’informazione, del-la consulenza, della risoluzioneconcreta dei problemi.

    DALLA TUA PARTE

    La nostra missione è esclusiva-mente orientata a soddisfare lenecessità dei consumatori e atutelare i loro diritti. Per questooffriamo servizi di consulenzaindividuale ai nostri soci e por-tiamo la voce e le istanze deiconsumatori presso gli interlo-cutori istituzionali e sociali.

    26me trattano i clienti le aziende

    e forniscono l’energia elettrica?

    62La nostra socia ha ottenuto

    il rimborso per il volo

    cancellato.

    60 Rispondiamo direttamente allevostre domande.

    VIVA VOCE

    62 CONDIVIDI UN’ESPERIENZA

      Blu poco express - Il forno che si fa

    la doccia - Caminetto a bioetanolo:

    solo per arredo? - Doppio addebito,

    che fare? - La garanzia non è

    spacciata - Liscio come l’olio (di

    colza) - Evitare allarmismi inutili

    - Mi si è allungata la calza!

    64 IL DUBBIO  L’amido modificato è ogm?

    Aspettatimolto

    Il trattato commerciale tra Stati Uniti e Unione europea,

    cui abbiamo dedicato l’articolo di copertina (vedi pag.

    14), è un emerito sconosciuto, anche se entro l’anno

    potrebbe essere siglato. Quanto ne sapete? Poco o

    niente, probabilmente. Perché nessuno vuole che se ne

    parli, visto che gli interessi in gioco sono enormi e

    spesso in conflitto con i nostri diritti. E le varie lobby

    preferiscono lavorare dietro le quinte. Proprio per

    questo noi ne vogliamo parlare, mettendo in luce rischi

    (in primis sul cibo), reclamando che si mantenga alta laqualità e sicurezza dei prodotti scambiati e chiedendo

    trasparenza e confronto aperto sui temi del trattato.

    Più avanti nel giornale (pag. 22), troverete un articolo su

    un grave caso di contaminazione dell’acqua potabile

    scoppiato proprio grazie a uno di voi soci, che ha fatto

    analizzare l’acqua di casa usando il nostro servizio, e

    che, grazie al l’intervento di Altroconsumo presso le

    istituzioni, è stato risolto con misure concrete per la

    tutela della salute pubblica. Da questo numero su

    Altroconsumo troverete più approfondimenti, più

    denunce, più attualità, più storie. Ma abbiamo

    rinforzato anche l’informazione su quello che è il nostro

    esclusivo punto di forza, l’informazione indipendente

    sui prodotti: ci sono i test, naturalmente, e in più

    commenti sulle novità vere e presunte del mercato, con

    un occhio critico alle promesse che le accompagnano.

    Troverete anche più consigli concreti per orientarvi nel

    mondo dei consumi, perché siano intelligenti, mirati,

    utili, sicuri, sostenibili per l’ambiente, ma anche per i

    sempre più magri bilanci familiari. Ci saranno rimandi

    e perfetta complementarietà con il nostro sito, dove

    potete calcolare le tariffe più convenienti per alleggerire

    le bollette e dove i prodotti testati sono migliaia, con

    aggiornamenti in tempo reale sulla qualità dei nuovi

    modelli, sui prezzi e sui negozi, reali o virtuali, dove

    acquistarli. Scelte d’acquisto consapevoli e ragionate

    servono anche a creare coscienza critica e a rafforzare

    la spinta a mobilitarsi, per reclamare i propri diritti.

    Visitate più spesso il nostro sito e approfittate della

    possibilità di aggregazione e interattività che offre, per

    sostenere battaglie, promuovere class action o gruppi

    d’acquisto. Il maggior peso e spessore del giornale non

    è dato dalle 12 pagine in più, ma da quello che vi

    racconteranno e dalle nuove strade che vi apriranno.

    46 TEST: CITY CAR

      Auto perfette per districar-

    si nel traffico cittadino.

    50 SMALTO PER UNGHIE

      Cosa c’è sotto la manicure?

    Sostanze chimiche vietate.

    52 DETERSIVO E SPUGNA

      Scopri grazie al nostro test

    la coppia invincibile in cucina.

    57 SERVIZI DI CLOUD

      Problemi di sicurezza e pri-

    vacy per gli archivi in rete.

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    Quante calorie

    bruci per calcolarela tua pensione?

    Condizioni dell’offerta a pagina 67 della rivista

    A volte è meglio scegliere una guida.

    Sei sicuro di come e quando matureranno i contributi pensionistici che hai versato?Stai pensando di riscattare la laurea? Ce l’hai il PIN per calcolare quale sarà la tua pensione?Oppure perché l’attività fisica è importante per sentirsi in forma? Com’è composta una dieta

    equilibrata? Le feste appena passate hanno lasciato i segni? Questo mese Altroconsumoti mette a disposizione 2 Guide Pratiche molto diverse fra loro ma altrettanto utili.Scegli quella che preferisci e richiedila subito.

    È un regalo di Altroconsumo e riceverla è molto facile. Con un piccolo contributo di 1,95 euroci consentirai di continuare a darti tutta la nostra esperienza per risolvere piccoli e grandi

    problemi quotidiani.

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    N O V I T À

    Scegli la guida che preferisci. È un regalo di Altroconsumo.

    Codice Socio

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    Chiama lo 02 6961506 e comunica il tuo codiceSocio, la tua scelta e i codici di riferimento che trovisul tagliando qui di fianco

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    www.altroconsumo.it6  Altroconsumo 288 • Gennaio 2015

    R NOTIZIE R INFORMAZIONI R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R AMBIENTEDalla tua parte

     

    OSSERVATORIO PREZZI

    Lo hanno detto tutti i giornali:l’economia ristagna, i prezziscendono ma non sempre questodato è positivo, soprattutto se ladeflazione è legata alla crisi dellavoro. Abbiamo indagato sullesingole voci che pesano sul bilanciofamiliare, assistendo ad alcunetendenze opposte: calo dei prezzi erincari. Scendono i costi dei servizienergetici, legati al calo del costo delpetrolio, e di quelli relativi alletelecomunicazioni. Aumentano,invece, complessivamente le speseper la casa (si abbassano le tariffeelettriche e i costi del riscaldamento,

    ma salgono di parecchio le tariffe perla fornitura dell’acqua e per laraccolta dei rifiuti) e quelle per itrasporti, in particolare i costi dei volinazionali ( + 10%) dei pedaggi e deiparcheggi (+ 3,6%). Anche le speseper l’istruzione sono in crescita, inparticolare quelle per l’università, lascuola primaria e dell’infanzia.Insomma: la politica di rincari messain atto dalla pubblicaamministrazione compensa, oaddirittura vanifica, la possibilità dirisparmio delle famiglie legata alladiminuzione generale dei prezzi.Non c’è da stare molto allegri.

    I prezzi si abbassano, ma non per tutti i beni

    Per te, molto di piùALTROCONSUMO  Più inchieste, più attualità. Ma anche più prodotti, più prezzi,più occasioni di confronto e risparmio sul sito e con le app. Più servizi ,più battaglie comuni, più iniziative per unire le forze. E non è che l’inizio...

    Aspettatati molto daAltroconsumo. E chiedicimolto, perché è su quello di

    cui hai realmente bisogno cheorientiamo il nostro lavoro.L’aumento di informazioni sullenostre pagine (12 in più) a partire daquesto numero non è che uno dei

    fronti, tra i tanti, su cui siamoimpegnati per offrire servizi semprepiù interessanti e utili. Ma la rivista èanche la porta di accesso a questiservizi: per le scelte di consumo, leopportunità di risparmio, per l’aiutoin caso di problemi o controversie. Ilmondo corre veloce e noi anche,anzi, siamo un passo avanti, peresservi davvero utili nel momento incui serve. In linea con i tempi e con inuovi mezzi a disposizione, perrisolvere nuovi problemi e nuovenecessità. Cerca di approfittarne:

    come socio è un diritto.

    Informazione indipendenteDa questo numero, abbiamoarricchito il contenuto diAltroconsumo, da poco abbiamo

    rinnovato Test Salute, che è ancorapiù interessante e battagliera. Lanostra vera forza è l’indipendenza,dunque la libertà di esprimere inostri giudizi. È sempre più ampiaanche l’offerta delle Guide pratiche,con aggiornamenti e nuovi titoli.

    Sito ricco: da frequentarePer fare scelte su misura, essereaggiornati sui prezzi e sui nuoviprodotti. E per trovare in pochi clicle tariffe più convenienti di lucetelefono, gas, rca... Ma non solo: perunirsi alle denunce e aderire allenuove iniziative che via viaproporremo.

    Insieme si vinceÈ importante fare massa critica:insieme è più facile far valere ipropri diritti. Così come, insieme, è

    più facile spuntare buone condizionidi prezzo per prodotti e servizi, con inostri gruppi d’cquisto. Novitàinteressanti in arrivo...

    www.altroconsumo.it

    Class action Trenord. Flash mob con ipendolari. Nuovi modi di coinvolgere.

    In un anno, i nostri esperti hannorisposto a 530 mila chiamate suproblemi di bollette, garanzie, fisco,contratti, farmaci, banche...

    Risparmia tempo e denaro: il sito perscegliere i prodotti e trovare le tariffemigliori di luce, gas, telefono, rc auto.

    3500prodotti

    testati

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    d’acquisto

    energia

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    nella nostrabanca dati

    PREZZI: INDICE ISTAT

    BENI

        V   a   r    i   a   z    i   o   n   e    % 

       o    t    t   o    b   r   e    2    0    1    4

      -   o    t    t   o    b   r   e    2    0    1    3

        C   o   n    t   r    i    b   u    t   o

       a    l    l    ’    i   n    f    l   a   z    i   o   n   e    %

    ALIMENTARI 0,2 0,2

    ENERGIA -2,5 -2,7

    CASA 1,5 2,3

    TRASPORTI 0,4 1,1

    INDICE GENERALEESCLUSA ENERGIA

    0,4 0,6

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    UTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO R TARIFFE

     

    Mortadella salutare?SEGNALATO Non ci piace il bollino del dipartimento

    di Scienze cardiovascolari sulla mortadella.

    Il dipartimento di Scienzecardiovascolari dell’universitàLa Sapienza di Roma la

    raccomanda, con tanto di bollino sulfronte della confezione e undisegno a forma di cuore. Eppurenon stiamo parlando di un alimentoutile alla prevenzione, bensì di unprodotto goloso, ma non certosalutare: la mortadella. N on unamortadella qualsiasi però, ma lanuova trovata di casa Fiorucci

    “Amarsi D +” a ridotto contenuto digrasso. Basta questo perconsigliarla a chi ha bi sogno, osemplicemente vuole, curare la

    Gli artigiani della falsa promozioneMULTA  Dopo la nostra denuncia l’Antitrust sanziona Poltronesofà con 500 mila euro di multa.

    propria alimentazione? Non cisembra proprio il caso: se è a nchevero che questo prodotto, unamortadella con una piccolapercentuale di carne di pollo,contiene il 30% in meno di grassirispetto alla versione classica, nonè certo un alimento salutare. Unaporzione (50 g) contiene più grassisia del prosciutto cotto sia delprosciutto crudo e la stessaquantità di sale (1,3 g) di una

    mortadella classica. Abbiamosegnalato il prodotto al Garantedella concorrenza peringannevolezza del messaggio.

    Gli artigiani della qualità sonostati multati dall’Antitrust perpromozione scorretta.

    Cinquecentomila euro: tanto ècostato quel 70% di sconto sui divaniche “termina domenica”, ma che inrealtà per tutto il mese di aprile 2014è stato riproposto puntualmente suiteleschermi degli italiani, settimanadopo settimana, come un leit motivsenza mai fine. Stufi di essere presiin giro, abbiamo segnalato lapubblicità al Garante, che ci ha datoragione, multando l’azienda per

    pratica commerciale scorretta. Ilcodice del consumo, infatti,considera scorretta qualsiasipromozione che, in modo capzioso,cerca di fare leva sull’urgenza perl’acquisto di un prodotto, in offertaper un periodo di tempo limitato,perché induce il consumatore ascelte frettolose e lo priva del temposufficiente per prendere unadecisione consapevole. I soldiottenuti dal Garante vengonoredistribuiti, in parte anche alleassociazioni di consumatori. ¬

     Torna per il terzo annoil FESTIVAL di Altroconsumo.L’appuntamento è sempre aFERRARA, una delle più belle cittàd’arte italiane.

    • Segnati le date: 22, 23 e 24 MAGGIO

    • Stiamo già lavorando perorganizzare incontri con esperti epersonaggi della cultura,

    degustazioni, consulenze e laboratori,spettacoli, mostre e altro ancora.Man mano che gli eventi sarannodefiniti, aggiorneremo il programmasul sito.

    VIENI A FERRARAwww.altroconsumo.it/ferrara

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    A TAVOLA

    54 kcalLe calorie perporzione (200g).Da mangiare almenouna volta alla settimana,la verza è un ottimoalimento, amico della

    prevenzione dei tumori.

    PIÙ TUTELA

    L’olio extravergine che si trova suitavoli di bar e ristoranti deveessere presentato in contenitorietichettati e avere un dispositivodi chiusura che non ne permetta ilrabbocco dopo l’esaurimento delcontenuto originale. Chi nonuserà oliere con tappoantirabbocco rischia una multafino a 8mila euro.

    Dal 13 dicembre 2014 è in vigore lanuova etichetta per l’olioextravergine. Adesso c’è l’obbligo

    di indicare sul fronte dellaconfezione (e non più sul retro)l’origine geografica delle olive. Ilconsumatore può controllaresubito se l’olio, magari di ungrande marchio italiano, èveramente made in Italy.

    www.altroconsumo.it8  Altroconsumo 288 • Gennaio 2015

    R NOTIZIE R INFORMAZIONI R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R AMBIENTEDalla tua parte

     

    Ci avevano promesso che entrola fine del 2015 il roaminginternazionale (dentro i

    confini europei) sarebbe sparito eche per telefonare o navigare ininternet avremmo pagato sempre lastessa tariffa, da casa o dall’estero.Una grande vittoria per iconsumatori, che però sta subendo

    ROAMING  Viene rimesso in discussione il diritto di telefonaredall’estero allo stesso prezzo del Paese di origine.

    Requiem per l’eurotariffa

    un pesante ridimensionamento acausa dell’opposizione delle aziendedi telefonia, che temono di vederdiminuire eccessivamente i loroprofitti. Le istituzioni comunitariestanno perciò cercando una viaalternativa, che salvi “capra ecavoli”. E così, probabilmente, letariffe di roaming non spariranno

    Anno nero per l’olio

    Per colpa della bactrocera oleae,l’infida mosca che fa marcirele olive sui rami, e del clima

    impazzito, l’olio italiano quest’annosarà scarsissimo. La produzione haregistrato una flessione media del

    35%, con punte fino al 90% nelleregioni più vocate, come la Toscanae l’Umbria. Un panorama desolantenon solo per i produttori, ma ancheper i consumatori italiani, che ognianno utilizzano 12 litri di olio d’olivaa testa. Quest’anno, dicono gliesperti, l’extravergine costeràancora di più e sarà in prevalenza diprovenienza estera. Una situazione

    che fa alzare il livello del rischio dicontraffazioni e furti: per esempio,durante la raccolta in Puglia, le forzedell’ordine hanno potenziato la vigilanza di frantoi e camion chetrasportano questo prezioso

    alimento, diventato talmenteredditizio da fare gola a gruppi dimalviventi. Cosa fare dunque? Perfortuna sono appena uscite duenorme che tutelano di più questoprezioso alimento (ne parliamo nelriquadro qui a sinistra). E speriamoche nell’olio in vendita non finiscanotroppe porcherie per opera diqualche produttore disonesto. ¬

    Non fatevi

    ingannare:

    leggetebene

    l’etichetta

    CONSUMI  Mosca e maltempo hanno funestato la produzione di olio

    d’oliva italiano. Prezzi alle stelle e rischio truffe sono in agguato.

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    PRIVACY

      Il medico può lasciare la prescrizione in studio senzaconsegnarla di persona, ma deve inserirla in una busta chiusa.

    Ricette in busta

    Non è necessario che il medicoconsegni di persona le ricette alpaziente. Può anche lasciarle a

    disposizione nella sala d’attesa dello studio, apatto però che siano infilate in una bustachiusa. Lo specifi ca una lettera del Garantedella privacy alla Federazione italiana medicidi medicina generale. La busta c hiusa è tantopiù necessaria quando a ritirare la ricetta nonè la persona titolare, ma un suo delegato.• Viola i nvece le norme sulla protezione dei

    dati personali l’abitudine di lasc iare ricette ecertificati alla portata di chi unque oincustodite, in vaschette poste sui banconidelle farmacie o negli studi medici.• Il Garante ha inviato questa precisazionedopo che era stata messa in discussionequesta abitudine da alcuni controlli asorpresa della Guardia di finanza. I medici,quindi, possono lasciare ricette e certificati

    presso le sale d’attesa dei propri studi opersino in farmacia, senza doverlinecessariamente consegnare di persona, apatto che i dati sensibili siano protetti da unabusta sigillata.• Secondo Federfarma, la federazioneitaliana delle farmacie, però, la pratica direcapitare le ricette del medico direttam entein farmacia dovrebbe essere circoscritta acasi eccezionali, quando il paziente proprionon può andare in ambulatorio. E se a

    prelevarle è un’altra persona, questa deveavere con sé una delega scritta.• Ricordiamo, infine, che non spetta al medicodecidere di propria volontà se e a qualefarmacia recapitare le ricette di un paziente. Èsolo quest’ultimo che può chiedere diavvalersi di questa opzione, nel qual casodeve delegare per iscritto un incaricato dellafarmacia.

    www.altroconsumo.it Gennaio 2015 • 288 Altroconsumo  9

    UTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO R TARIFFE

     

    del tutto, ma verranno applicateoltre una soglia di traff ico,rappresentativa di uncomportamento “fair”, equo, cioèmodellato secondo le abitudini diconsumo di un cliente domesticoche si reca all’estero per qualchetempo. Insomma, l’ennesimaoccasione mancata per farci sentire veramente tutt i cittadini di unEuropa senza barriere, non soltanto geograf iche. ¬

    FARMACI

    Contro big pharma

    ¬ L’Antitrust ha apertoun’istruttoria nei confronti dellafarmaceutica Aspen perverificare la correttezza dei fortirincari, dal 250% fino al 1.500%,applicati ad alcuni farmaciantitumorali dispensati dalServizio sanitario nel corso del2014. Il sospetto è che questasocietà abbia abusato della suaposizione dominante sul mercatodei farmaci antitumore perimporre rincari ingiustificati.Aspen avrebbe minacciato l’Aifadi ritirarli dal commercio qualoranon si fosse raggiunto un nuovoaccordo sul prezzo. Avevamodenunciato gli aumenti esageratinell’inchiesta sulla sparizione dialcuni medicinali pubblicata su AC285, ottobre 2014, chiedendo alleautorità di occuparsi dellaquestione, facendo chiarezza suimotivi per cui alcuni medicinalidispensati dal Servizio sanitariosono prima scomparsi dagliscaffali delle farmacie per poiricomparire a prezzi decuplicati.L’Autorità si è impegnata a farechiarezza, anche alla luce delle

    indicazioni terapeutiche dicarattere essenziale che questemedicine hanno per i pazienti.L’istruttoria si chiuderà adicembre 2015: allora sapremo sei nostri sospetti erano fondati.

    ¬ Il Tar del Lazio conferma lasanzione di 180 milioni di euro perRoche e Novartis accusate diaver favorito un farmaco più caroper la cura di una malattiadell’occhio . Le prove dell’intesaanticoncorrenziale per spingere il

    Lucentis, venti volte più carorispetto al paragonabile Avastin,sono inequivocabili. Novartis eRoche hanno fatto di tutto perdimostrare, invece, che le duemolecole non sono equivalenti eche guarda caso la meno cara èpiù pericolosa, insistendo conl’autorità di vigilanza europea(Ema) e con il nostro Ministero.Niente di tutto questo è servito anascondere l’unico veroobiettivo: fare extraprofitti allenostre spalle, come da nostra

    denuncia.

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    A prima vista

    10  Altroconsumo 288 • Gennaio 2015   www.altroconsumo.it

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    La Citroën C4 Cactus è una piccola crossover conuno stile originale: il tratto distintivo sono i cosiddetti"airbumps" posizionati sulle portiere e sotto i fanali,che promettono di risparmiare sulle riparazionidovute a graffi e ammaccature.L'abbiamo messa alla prova: l'abitacolo è spaziosoe confortevole e la guida è nel complesso sicura.Innovativo il cruscotto touchscreen: il sistema di

    controllo è intuitivo, ma i comandi tattili richiedonoprecisione. Per padroneggiare i menù è necessaria unpo' di pratica, con il rischio di distrarsi durante la guida.Tutti i dettagli delle prove sono sul nostro sito. IL NOSTRO PARERE

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    Un vero orologio-smartphone da

    polso, il nuovo Gear S di Samsung:non deve necessariamenteagganciarsi a uno smartphone, ma fada sé. Si collega al wi-fi e ha l'alloggioper una Sim. Innovativo lo schermocurvo da 2 pollici (Amoled), conbuona risoluzione: le dimensioni sonoridotte (e l'hardware non è proprioperformante), però la qualità graficaè ottima. Può navigare, leggere laposta... se davvero si ritiene di averebisogno di uno smartphone da polso,che costa quasi quattrocento euro.

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    produrre un sistema operativo èsenz’altro un’impresa complicata.Ma proprio per questo l’impressioneè che i ritmi attuali con cui vengonolanciate nuove versioni dei sistemioperativi siano erroneamenteforzati. Non si deve certo arrestareil progresso tecnologico: oltre

    che sbagliato sarebbe comunqueimpossibile. Ma potrebbe essereutile rallentare il ritmo con cui siintroducono nuove versioni: questoconsentirebbe a chi sviluppa il

    software di avere più tempo perlimare le imperfezioni e agli utenti,spiazzati dai continui cambiamenti,di imparare a sfruttare meglio i loroapparecchi. Anche questo sarebbeprogresso.

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    areste contenti se qualcunostesse decidendo cosacomprerete e cosamangerete - voi - in futuro,tenendovene all’oscuro? E

    cosa direste, ancora, se quanto decisoportasse sulle vostre tavole polloigienizzato con il cloro, carne piena di

    antibiotici oppure “Gorgonzola” che, inrealtà, viene dall’Illinois? In pratica, è ciòdi cui potremmo correre il rischio con ilTtip (Transatlantic Trade and InvestmentPartnership, Trattato Transatlantico per ilcommercio e gli investimenti), l’enormepatto economico su cui stanno trattandoda un anno e mezzo Europa e Stati Unitiper scambiarsi più merci - tra cui ancheprodotti alimentari - e servizi e che, negliobiettivi dei negoziatori, dovrebbeconcludersi proprio nel 2015: la mancanzadi trasparenza di queste trattative è giàrealtà, i rischi per la sicurezza delle nostretavole sono un grosso timore, perché- nonostante le rassicurazioni deinegoziatori - i documenti su cui si lavorasono avvolti nella segretezza. Ma la postain gioco per la nostra sicurezza è troppoalta, la pressione delle imprese che vogliono vendere a tutti i costi è troppoforte per permettersi di non mantenerealta la guardia.

    Che cosa è il TtipOra, un paio di scarpe italiane costa il 10%in più al consumatore americano a causadei dazi, cioè le imposte che l’impresadeve pagare per esportare merce.Ora, Stati Uniti e Unione Europeaimpongono requisiti di sicurezza - diversi,

    Sma sostanzialmente equivalenti - per leauto (su fari, serrature, sedili ecc.) cheimpediscono alle aziende di vendereoltreoceano, se non costruendo modellidifferenti, con costi e quindi prezzi finalielevati. Sono solo due esempi, ma il Ttip vuole cancellare barriere di questo tipo,eliminando i costi in più sulle merci che

    transitano (già bassi, in verità: in media il4%) e soprattutto gli “inutili ostacolinormativi agli scambi”, come si legge nellelinee guida delle trattative (rese pubblichesolo a ottobre 2014, dopo mesi di pressionidell’opinione pubblica e una sentenzadella Corte di Giustizia Europea cherichiamava a una maggiore trasparenza).È questo il punto: ciò su cui si tratta, perarrivare a standard comuni, sono le tantedifferenze nelle leggi su sicurezza,ambiente e salute, che impediscono amolti beni e servizi made in Usa di essereammessi in Ue e viceversa. Ma quanto,queste “barriere”, possono essereconsiderate davvero sempre “inutili”, vistoche si parla di diritti dei cittadini?Il Ttip riguarda praticamente tutti i tipi diprodotti, le sostanze chimiche chefiniranno nei cosmetici, il settorefinanziario, le telecomunicazioni, gliappalti, l’energia, le materie prime el’e-commerce (unico settore escluso, per il veto posto dalla Francia, è quello degl iaudiovisivi). Gli interessi in gioco,insomma, sono stratosferici: si trattasull’intera economia ma - soprattutto, visto che tutti questi beni e servizi alla f ineli compriamo noi - si tratta sulla vitaquotidiana dei consumatori: più di 800milioni di cittadini, tra Europa e Stati Uniti

    Gli accordi segreti nel negoziato Usa-Ue mettono

    a rischio le leggi a tutela della bontà di ciò che arrivain tavola. C’è la crisi, ma si eviti la svendita dei diritti.

    non si trattaCiboNonpossonoprevaleregli interessi

    delleimprese 

    Sicurezza alimentare

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  • 8/17/2019 Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

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    ,che vivranno gli effetti delle decisioni deitecnici della Commissione Europea e delDipartimento del Commercio Usa.Per ora può sembrare solo una sigladifficile e lontana, di cui poco si parla, che

    interessa solo burocrati e imprese, ma ilTtip sarà presto sugli scaffali dei nostrisupermercati, presto nelle nostre case esulle nostre tavole. E non può succedereche si decida della vita dei cittadini, deiloro diritti alla sicurezza e alla salute,senza pretendere che i loro interessi vengano messi al centro delle trattat ive, inmodo pienamente trasparente.

    Chi dice “sì” e chi dice “no”Insomma, più prodotti americaniarriveranno in Europa e viceversa, piùsocietà potranno fornire i loro servizi

    sull’altra sponda dell’Oceano anchepartecipando agli appalti per i servizipubblici, più norme diventeranno comuni.Così - sono convinti i negoziatori - ci saràpiù export, più crescita economica, piùposti di lavoro. Secondo le loro stime, cisarà un aumento del PIL pari a mezzopunto percentuale per l’Unione Europea(120 miliardi l’anno) e pari a 0,4% per gliStati Uniti (90 miliardi); Confindustria,l’unione delle nostre industrie, prevede unaumento dell’export di 2 miliardi perl’Italia. Anche il nostro governo èentusiasta: il Ttip ha il nostro “appoggio

    totale e incondizionato”, ha dichiarato ilpremier Matteo Renzi, che si attende “unsalto di qualità” per il Paese. Non lapensano così gli oppositori: ad esempio, lacampagna Stop Ttip Italia (di cui fannoparte decine di associazioni, sindacati, retiagricole) si appoggia a studi opposti, comequello della Tufts University delMassachussets, secondo cui ci sarà unaperdita di 600mila posti di lavoro e uncalo del reddito procapite tra i 165 e glioltre 5mila euro in tutta Europa. Anche ilpremio Nobel per l’economia JosephStiglitz sostiene che l’accordo “potrebberivelarsi molto negativo per l’Europa”,rischiando di approfondirne la recessionee garantendo “campo libero a impreseprotagoniste di attività economiche nociveper l’ambiente e la salute”.

    I due lati della medagliaI vantaggi, per i consumatori, possonoesserci: più scelta di prodotti e servizi,prezzi più bassi, una maggiorecooperazione tra le agenzie di allertarapido e tracciabilità di prodotti alimentarie non, di cui entrambi i Paesi avrebbero bisogno. Ad esempio, armonizzare lenorme Ue agli standard Usa perl’immissione in commercio di dispositivimedici (valvole cardiache e protesi varie),

    potrebbe portare a un miglioramento peril Vecchio Continente, dove i controlli sullasicurezza di questi prodotti sonorelativamente carenti. Insomma, se cifosse un negoziato che punta ad

    armonizzare le regole verso il meglio neavremmo tutti da guadagnare. Ma,nell’eventualità che ciò non accada, i rischiper i consumatori europei sono troppi: silascerà che le piccole e medie impreseitaliane vengano fagocitate dalle grandimultinazionali americane chesbarcheranno in Europa, costringendoci adire addio alle nostre tipicità edeccellenze? Si lascerà che le 1.328 sostanzechimiche vietate nei prodotti e neicosmetici europei perché consideratenocive (contro le 11 proibite negli Usa)abbiano accesso al nostro mercato per fare

    un piacere alle imprese degli States? Silascerà che i nostri severi standard sullaprotezione dei dati e sulla privacy faccianospazio alle regolamentazioni molto più blande a stelle e strisce? In tante cosesiamo diversi. È chiaro che le forti lobbydelle imprese americane stanno giàpremendo e premeranno ancora per nondoversi adeguare a normative piùstringenti, che impedirebbero di esportarei loro prodotti senza adeguarsi. Cosasuccederà allora? La nostra impressione èche, a causa della crisi, pur di aumentarepunti di PIL e di chiudere le trattative al

    più presto, l’Europa possa essere dispostaad accettare qualsiasi accordo. I nostripolitici e le nostre aziende si aspettanomoltissimo dal Ttip e per ottenere, inqueste situazioni - si sa - bisogna cedere.

    Preoccupazioni nel piattoTra tutti i settori più critici coinvolti dalTtip, di cui vi continueremo a parlare neiprossimi mesi, ce ne è uno che sindall’inizio ha suscitato grande allarme, sucui i negoziatori continuano a rassicurare,ma su cui - in realtà - non si sa ancora nulladi certo: si tratta dell’agroalimentare, unsettore in cui le differenze tra Usa e Uesono ancora più nette. Va detto che inalcuni casi gli States sono più efficienti: adesempio, da loro, le etichette nutrizionali econ lo stesso schema sono obbligatorie giàda tempo, mentre da noi solo dal 2014;anche le norme sui microrganismiammessi negli alimenti, frutta, verdura eprodotti bovini sono più rigide, limitandoil nostro export. Ma su tante cose ilsistema Europeo è molto più severo e, perquanto possa essere migl iorato, garantisceun elevato livello di protezione einformazione su cui non si può cedere soloper raggiungere un accordo economico: sututti i temi, fondamentali per l’Europa, dicui vi parliamo nel box della prossima

    Gennaio 2015 • 288 Altroconsumo  15www.altroconsumo.it

  • 8/17/2019 Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

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    pagina, non potremmo ammetterenessuna omologazione al ribasso deinostri standard, né tantomeno l’accesso diprodotti che non li rispettino. LaCommissione ha dichiarato che le leggieuropee che riguardano la tutela deiconsumatori (come quella sugli ormoninella carne o l’igienizzazione del pollo conla clorina), non saranno toccate; d’altrocanto, però, l’ambasciatore americano inItalia, Anthony Luzzatto Gardner, hadichiarato che “senza un programmaambizioso sull’agricoltura è difficile che ilTtip venga approvato dal Congresso”. Ilpotere e le pressioni politiche delleaziende agroalimentari statunitensi,d’altronde, non sono un segreto e non losono neanche gli interessi delle nostreimprese e dei nostri politici nel vedereabbattutti i limiti americani ed esportare,così, più formaggi, prosciutti, olio e viadicendo. Ma su cosa cederemo perottenerlo? Nel momento in cui scriviamo, inegoziati non sono ancora entrati nel

    L’indicazione d’origine della carne bovina americana (a destra) è molto più generica diquella europea (a sinistra). Gli Usa avevano approvato una legge per avere le stesseinformazioni, ma l’Omc (Organizzazione Mondiale del Commercio) ha accolto il ricorsodi Canada e Messico, che lo ritenevano un danno per l’export: scenari possibili ancheper noi se il Ttip verrà approvato con la clausola Isds (vedi pagina a fianco).

    Sicurezza alimentare

    16  Altroconsumo 288 • Gennaio 2015   www.altroconsumo.it

    IL CIBO SICURO NON SI TOCCA: ECCO SU COSA NON SI PUÒ CEDERE

    Il principio di precauzione. Dopo lo scandalodella “mucca pazza” l’Europa si è dotata di

    un sistema legislativo piuttosto rigido sullasicurezza alimentare: se c’è un rischio moltoelevato che un prodotto possa far male, leautorità possono intervenire in attesa diaccertamenti scientifici; negli States,invece, vige il principio praticamenteopposto, per cui alimenti e procedure sonosicuri fino a prova scientifica contraria.È impensabile che, nel negoziato, il principiodi precauzione possa essere scalfito.

    Severità sulla filiera. In Europa la sicurezzaalimentare deve essere garantita lungotutta la filiera produttiva, “from farm tofork” (dai campi alla tavola), con prerequisitiigienici dei produttori, tracciabilità delprodotto ecc.; il sistema Usa, invece, verificaper lo più la sicurezza del prodotto finito(ecco perché i trattamenti didecontaminazione chimica delle carni, comela clorina, sono così diffusi). Un cambio diapproccio non sarebbe ammissibile.

    Meno potere alle imprese. Anche leprocedure di controllo sono diverse: leautorità americane si fidano molto delleaziende, che possono autodichiarare lasicurezza dei prodotti informandone la Fda(Food and Drug Administration, l’autoritàamericana per la sicurezza alimentare e deifarmaci), che non ha alcun obbligo di

    rivedere la loro valutazione.In Europa, invece, i prodotti regolamentati

    (ad esempio gli Ogm) vengono autorizzatisolo dopo i controlli dell’autoritàcompetente, l’Efsa (European Food SafetyAuthority) e dopo l’approvazione dellaCommissione Ue, del Parlamento e deisingoli Paesi membri.

    Niente ormoni nella carne. In Europa èproibito somministrare ormoni al bestiameper farlo crescere di più, perché mancanosufficienti studi circa la loro sicurezza. NegliUsa invece è ammesso l’uso di questesostanze che riducono i tempi diallevamento e quindi fruttano moltissimoalle industrie. Il nostro divieto si applicanaturalmente anche alle importazioni:nonostante le insistenti richieste degli Usa,la carne americana che si vende da noi, èsolo quella che rispetta i nostri standard.Esigiamo che continui ad essere così.

    Meno antibiotici. Negli allevamentiamericani gli antibiotici possono essereusati in dosi maggiori, anche per farcrescere di più gli animali.In Europa i limiti sono più restrittivi e questifarmaci possono essere usati solo perproteggere il bestiame dalle malattie. Ilproblema legato agli antibiotici comunquesussiste: quello che sta succedendo è cheusandone sempre di più negli allevamenti, i

    batteri diventano sempre più resistenti equesta resistenza può trasferirsi anche agli

    antibiotici usati per gli uomini, che perdono illoro effetto (25mila morti all’anno in Europae 23mila negli Stati Uniti per problemi legatialla restistenza dei batteri).Da tempo chiediamo all’Ue ancora piùseverità, figuriamoci se potremmo maiaccettare una deregolamentazione per farentrare più carne americana.

    Pollo igienizzato con la clorina. Per eliminarei batteri, negli Usa, le carcasse del pollamevengono disinfettate con prodotti chimicicome il cloro. Una procedura vietata per l’Ueche, sempre sulla base del principio “farm tofork”, deve garantire l’igiene a monte, conseveri regolamenti da rispettare negliallevamenti e nel trasporto.Oltre a non esserci certezza sulla sicurezzadi questi trattamenti, è proprio il principioche riteniamo scorretto. Non si può pensaredi tralasciare l’igiene nella filiera, perchétanto poi la carne verrà lavata prima dellavendita con disinfettanti chimici. Ancheperché non saranno mai pienamenteefficaci. Le autorità dicono di nonpreoccuparci di questo, che non si tratteràsull’igienizzazione del pollo, ma visti iprecedenti con l’acido lattico per il lavaggiodelle carni bovine (approvato dall’Ue nel2012, dopo una richiesta degli Usa), non cifidiamo senza vedere i documenti ufficiali.

  • 8/17/2019 Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

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    cuore del capitolo agroalimentare: vistoche è tra i nodi più difficili, potrebbeessere lasciato alla fine, ma chissà se è lastrategia migliore. Sul tavolo, ci saranno già tante decisioni prese in altri settori: ciauguriamo che l’Europa non si ponga nellecondizioni di dover cederesull’alimentazione pur di conservare i vantaggi conquistati da altre parti.

    Le leggi non le fanno le impreseC’è un altro rischio che va scongiurato inquesto trattato e si tratta della clausolaIsds (Investor-State Dispute Settlement),secondo cui un’azienda estera può farecausa allo Stato in cui esporta dinanzi a uncollegio arbitrale, cioè - non fatto dimagistrati - ma da esperti nominati dalleparti, quindi con conflitti di interesseinnati, che giudicherebbero a portechiuse: di fronte a questo “tribunale”,l’azienda potrà pretendere unrisarcimento se ritiene che i suoi interessi vengano danneggiati dallo Stato. Signif ica

    Secondo la legge, il Gorgonzola - che puòessere prodotto solo in alcune aree di

    Lombardia e Piemonte - è tutelato contro“usurpazioni, imitazioni o evocazioni”.

    Altro che evocazione: questo formaggiodell’Illinois ha il suo stesso identico nome.Ce lo ritroveremo nei nostri supermercati

    vicino al vero Dop?

    che, se dopo l’accordo l’Italia approva unanorma - ad esempio a tutela deiconsumatori - che ostacola gli affari di unasocietà americana, quest’ultima potràmetterla in discussione, chiedendomiliardi di dollari di danni che, in ultimaistanza, saranno i contribuenti a doverpagare. Il tutto mentre, paradossalmente,un’azienda italiana sarebbe tenuta arispettare la nuova legge. Vuol dire che lanostra autonomia e la nostra sovranitàsarà sempre sotto il r icatto degli interessidelle multinazionali americane; vuol direche, per paura delle loro contestazioni, iPaesi ci penseranno due volte prima dilegiferare, anche su temi come la sicurezzae la salute. Ma perché, poi, gli interessi diun’azienda dovrebbero essere tutelati conun diverso sistema giuridico (se giuridicosi può definire), più facile da gestirerispetto a quello valido per i normalicittadini? Un sopruso, che è già parte dialtri trattati internazionali e che ha giàdimostrato più volte la sua iniquità (basti

    “No added ormones” (senza aggiunta diormoni): non è una scritta che vi capiterà

    di vedere sulla nostra carne.Somministrare ormoni al bestiame perfarlo crescere di più non è permesso in

    Europa. Negli Usa, invece, sì: per questo,

    nei casi in cui si scelga di non utilizzarli, c’èla necessità di specificarlo in etichetta.

    Gennaio 2015 • 288 Altroconsumo  17www.altroconsumo.it

    Latte e carne dai figli dei cloni. La clonazioneper la “riproduzione” animale (creando

    embrioni-copia in laboratorio) è unatecnologia relativamente nuova: gli studisono ancora pochi per sapere se è sicura dalpunto di vista alimentare (l’unica cosa, nonrassicurante, che l’Efsa ha potuto verificareè che i cloni hanno più problemi di salute emuoiono prematuramente).Non essendoci sicurezze, in Europa non èammessa la vendita di carne e latte dianimali clonati né di loro discendenti.Oltreoceano, invece sì, per i discendenti,senza informazioni in etichetta.Si torna sempre allo stesso punto: ilprincipio di precauzione contro l’immissionesul mercato di tutto ciò che non è nocivosulla base di prove scientifiche. Due visionicompletamente opposte.

    Ogm senza etichetta. In Europa i prodottiche contengono più dello 0,9% di Ogm -organismi geneticamente modificati (tra ipiù diffusi soia e mais) - devono dichiararnela presenza in etichetta: pretenderel’informazione per avere diritto di scelta èstata una grande battaglia e vittoria delleassociazioni di consumatori, a cui non sipotrebbe mai rinunciare (anche se,dobbiamo ricordarlo, molti dei nostri 52Ogm vengono usati nei mangimi animali equindi li assumiamo lo stesso senzapotercene accorgere, cosa su cui l’Ue

    dovrebbe legiferare in futuro).L’indicazione in etichetta non è obbligatoria

    mai, invece, negli Stati Uniti, dove questiorganismi sono anche molto più diffusi.Ogni prodotto, prima di essere venduto sulmercato europeo, deve superare i duricontrolli dell’Efsa; negli Usa, invece, la Fdariconosce gli Ogm come equivalenti ai nonOgm e quindi non c’è obbligo di certificarnela sicurezza: ci si basa sulle autodichiarazionidelle imprese.Sono piuttosto note le pressioni delle grandiaziende biotecnologiche d’oltreoceanoaffinchè gli Ogm targati Usa possanoentrare anche nell’Ue, bypassando i nostricontrolli. Anche questo, se messo sul tavolodei negoziati, sarebbe inaccettabile.

    Le denominazioni d’origine non importanoCosa succederebbe se gli States potesseroesportare i tanti prodotti che rubano il nomedelle nostre 250 Dop e Igp (ad esempio il“Parmesan” o il “Gorgonzola” qui a fianco)?Per noi il nome deve restare garanzia dellaprovenienza e della qualità degli alimenti.

    Più prodotti poco sani. Nonostante i recentisforzi degli States, l’immenso mercatoalimentare Usa resta fatto, mediamente, diprodotti meno sani: non sarebbe certo unbene vedersi invasi da cibi molto piùzuccherati, molto più colorati, in cui sonopresenti molti più grassi trans, i più nocivi.

  • 8/17/2019 Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

    18/68

    pensare all’azienda francese Veolia che hafatto causa all’Egitto per aver introdotto ilsalario minimo o al caso Philip Morris che, grazie a questa clausola, sf ida le legg ianti-fumo di Uruguay e Australia).

    Trasparenza? Solo di facciataCon tutti i rischi che ci sono all’orizzonte,ci chiediamo come sia possibile che suqueste trattative non ci sia stata unaadeguata trasparenza sin dall’inizio e chesolo recentemente - dopo mille pressioni -ci sia stata un’apertura da parte dell’Ue: icolloqui veri e propri si sono sempre svoltia porte chiuse, i testi su quanto si decidedi volta in volta sono sempre stati segreti.Mentre altri trattati (come il Wto, Wipo eUnfcc) consentono l’accesso ai documentinegoziali, nel caso del Ttip, la possibilità didare un contributo importante da partedella società civile viene impedita.E questo ci fa essere ancora più scetticisulle dichiarazioni rassicuranti delleautorità. Ancora di più se pensiamo ai datisull’attività di lobbyng (cioè di pressionesulle decisioni) delle imprese. Il CorporateEurope Observatory dimostra come losbilanciamento nei confronti dei lorointeressi sia stato chiaro sin dagl i incontripreparatori del 2013: su 560 consultazionidel Dipartimento Commercio Ue, 520 (il

    92%) sono state fatte con le aziende. E diquesti, ben 113 con l’industriaagroalimentare, la più potente a Bruxelles.Solo 26 ( il 4%) sono stati, invece, gliincontri con rappresentanti di interessipubblici (il restante 4% con singoli oistituzioni). I numeri non sono confortantie ci spingono a esigere più chiarezza. Larecente creazione di un gruppo consultivoda parte dell’Ue (Ttip Advisory Group, dicui fanno parte imprese, associazioni econsumatori) è stato un miglioramento,ma non basta. Noi ne facciamo parte, inquanto membri del Beuc, l’organizzazionedei consumatori europei. Il direttore,Monique Goyens, che partecipa in primapersona, ci racconta - nell’intervista in alto- quanto, in effetti, non siano incontripensati per avere un reale contributo,quanto piuttosto solo informativi: unatrasparenza, insomma, solo di facciata.

    Consumatori al centro dei negoziatiVera partecipazione, nessunindebolimento per i diritti dei consumatoriamericani ed europei su sicurezza, salute,lavoro e ambiente, eliminazione dellaclausola Isds utile solo a proteggere gliinvestimenti delle aziende. Sono queste lenostre richieste, su questo stiamolavorando, sia a livello internazionale (inquanto parte del Beuc e del Tacd, TransAtlantic Consumer Dialogue, il forum diconsumatori americani ed europei), che alivello nazionale, chiedendo uff icialmenteal governo - in particolare al viceministrodello Sviluppo Economico, Carlo Calenda- di essere tenuti più informati e di essereascoltati. Vogliamo più concorrenza esviluppo con il Ttip, posto che arrivino,ma senza rinunciare alle tutele, per questodobbiamo essere certi che i negoziatorieliminino solo le differenze regolamentaridavvero “inutili”, rendendo comuni glistandard più severi dei due Paesi e nonquelli più chini agli interessi delle aziende.I diritti dei consumatori, che dovrannotrarne solo benefici, non possono essereconsiderati barriere da abbattere, madevono essere il cuore di questo rapportocommerciale: si tratta di cultura edemocrazia, prima ancora che di scambiodi merci e servizi. ¬

    Perché tantasegretezza? 

    Sicurezza alimentare

    18  Altroconsumo 288 • Gennaio 2015   www.altroconsumo.it

    LA NOSTRA VOCE A BRUXELLES

    Ci possiamo considerare soddisfatti delmodo in cui procedono i lavori sul Ttip?No, perché non sappiamo in quale direzionesta andando l’accordo e le sue possibili

    conseguenze. Quindi dobbiamo adottareuna linea molto precauzionale,preparandoci a scenari negativi.

    I negoziatori dicono di essere trasparenti.La Commissione Ue ha fatto molti sforzi:briefing, riunioni, rilascio di documenti.Tuttavia, non c’è ancora una vera strategiadi condivisione. Recentemente, è stataannunciata una nuova politica sulla

    trasparenza. Ma siamo in ritardo. Siamoconvinti che, nei momenti chiave, i testi su

    qualsiasi cosa che va al di là delleproblematiche tariffarie dovrebberoessere messi a disposizione per il controllodemocratico della società civile.

    Quanto è efficace il gruppo di consulenzacreato dall’Ue, a cui lei partecipa?Manca un reale ruolo di consulenza neiconfronti della Commissione per definire lesue posizioni negoziali, mentre sarebbenecessaria una vera interazione; ai membridel gruppo dovrebbe essere data lapossibilità, sulla base dei testi, di darecontributi tecnici dettagliati. Invece, è

    possibile solo vedere la posizione dell’Ue,accedendo a una cosiddetta sala di lettura.È troppo poco per un accordo commercialedel 21° secolo! La Commissione, però, si èimpegnata a dei cambiamenti.

    Qual è il clima degli incontri con negoziatorie imprese?Entrambi ci chiedono di fidarci di loro,perché non è loro intenzione abbassare il

    livello di tutela dei consumatori: ma nonsono le intenzioni che contano, bensì i

    risultati. Secondo noi, chi sta attorno altavolo dei negoziati non necessariamentedispone delle informazioni imparzialinecessarie per avere il giusto approccionella tutela dei diritti dei consumatori.

    Le esigenze dei consumatori vengonoascoltate come quelle delle aziende?I negoziatori sono consapevoli del fattoche, per la prima volta nella storia,l’opinione pubblica li osserva attentamente.Quindi sanno di dover stare molto attenticon la tutela dei consumatori. Il Ttip nasceinnanzitutto per ridurre i costi delle

    imprese. Tutto ciò che noi e gli altrifacciamo per ribilanciare l’attenzione suiconsumatori, rimarrà comunque marginalerispetto all’obiettivo primario, che è aiutarele aziende ad andare oltreoceano. Questo,perché no, potrà portare dei beneficianche ai cittadini, con prodotti migliori ecosti più bassi. Ma il prezzo da pagare nonpuò essere una riduzione dei nostristandard su sicurezza, salute e giustizia.

    Monique Goyens,(Direttore Beuc,organizzazione

    dei consumatorieuropei):

    partecipaal gruppo

    consultivo.

    “Vogliamo leggere i testi”

  • 8/17/2019 Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

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  • 8/17/2019 Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

    20/68

     berPop è l’ultima frontiera diUber, la società californianache grazie a un’app dascaricare sullo smartphonesta tentando di rivoluzionare

    il sistema del trasporto privato induecento città nel mondo. Ha lanciatoanche da noi la versione low cost dell’autocon autista: si chiama UberPop la tantocontestata (soprattutto dai tassisti)formula che permette a qualunqueproprietario di una macchina ditrasformarsi in un taxi, anche solo per un giorno. Un’offerta ben diversa da Uber, laprima app presentata nel mercato italiano,dedicata a chi ha già una licenza dinoleggio con conducente, assicurazioneprofessionale e guida una berlina nera. Unservizio più esclusivo e più costoso, masoprattutto in regola con le leggi italiane,mentre non lo è UberPop, come rivelal’intervista al Commissario Cuzzoni dellaPolizia Municipale di Milano (vedi ilriquadro nella pagina a fianco).

    poi gira all’autista l’80 per cento dellasomma pagata, trattenendone il 20 percento. La questione fiscale è un altro deipunti caldi: secondo i tassisti l’aziendacalforniana destinerebbe a qualcheparadiso fiscale gli introiti ottenuti,mentre i tassisti improvvisati nondichiarerebbero i ricavi delle corse.

    Lo abbiamo provato a MilanoAbbiamo provato UberPop come clienti aMilano. Come si può vedere nella graficain alto, il prezzo della corsa è nettamenteinferiore a quello dei taxi e dello stessoUber, ma con lo svantagg io che il servizionon è sempre garantito, e a volte ha tempidi attesa lunghi: ci è capitato di aspettarein strada anche fino a 46 minuti.Le auto erano utilitarie pulite e curate e gliautisti ben addestrati alla filososfia delprogetto. Per esempio, per non farsinotare troppo da tassisti e vigili urbani, ipasseggeri sono invitati a sedersi sul sedileanteriore dell’auto, in modo da non

    Nella lotta tra i taxie l’azienda californianaa guadagnarci sonoi consumatori. L’offerta lowcost, lanciata tramite app,costa davvero molto meno.

    Stazione Centrale(Piazza Duca D’Aosta) Porta Ticinese

    (Piazza 24 maggio)

    Viale dell’Innovazione, 20(Teatro degli Arcimboldi)(totale 5,4 km, 12 minuti previsti)

    Come funziona UberPopUberPop permette a un privato cittadinodi mettere a disposizione la sua auto e ilsuo tempo per arrotondare lo stipendio afine mese. Di aspiranti autisti, occasionalie a tempo pieno, in questi tempi di crisinon è difficile trovarne. Candidarsi èfacile, basta seguire la procedura onlinesul sito di Uber. I requisiti sono pochi:avere almeno 21 anni, un’auto di proprietàimmatricolata da non più di otto, nessunasospensione di patente recente, fedinapenale pulita e non meno di 10 punti dipatente (un po’ pochini). Dopo averinviato i documenti, si passa al colloquioin sede e poi si inizia a lavorare.Grazie all’app UberPop, l’autista si dichiaradisponibile su piazza, mentre i clienti chehanno bisogno di spostarsi usano losmartphone per mettersi in contatto conl’auto più vicina. Anche il pagamento èdigitale, avv iene esclusivamente tramitecarta di credito: dal conto corrente delcliente il costo della corsa va a Uber, che

    Mobilità

    20  Altroconsumo 288 • Gennaio 2015   www.altroconsumo.it

    U

    UberPoptassisti per caso

  • 8/17/2019 Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

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    I TRAGITTI CHE ABBIAMO PERCORSO CON UBERPOP

    sembrare clienti a pagamento. Eppure gliautisti UberPop non passano inosservati:nei primi sei mesi di attività di UberPop laPolizia locale nella sola Milano hasequestrato 19 auto, mentre in tutto il 2014sono 42 i veicoli requisiti ai tassisti abusivi.

    L’ira dei tassisti è anche giustaUberPop è un’offerta nuova, sull’onda delladiffusione di servizi di mobilità condivisa,come Blablacar, che nell’epoca della sharing economy, per moda o per necessità,sono in crescita. Ciò che più temono itassisti è una liberalizzazione del settore,che comporterebbe un crollo della quota dimercato dei taxi. Finora il modellomonopolista non ha fatto nulla percompetere con un concorrente che ha fattodella flessibilità e della rapidità i propripunti di forza. Forse un po’ troppo: conUperPop non serve la l icenza, non ci sono vincoli di orario e le tariffe non sonosottoposte ai regolamenti comunali. Tuttequeste semplificazioni e la paura della

    concorrenza hanno scatenato le reazionidei tassisti. In effetti la rapidità con cui si èimposto questo nuovo scenario di mobilitànelle grandi città è legato al vuotonormativo, che va colmato: bisogna bilanciare l’innovazione con nuove regole.Ma anche cambiare mentalità nell’offertadei servizi, perché la tecnologia non può vincere da sola la battaglia contro la miopiadel monopolio. Quella di UberPop, però,per ora, è concorrenza sleale. Quindi,accanto al trasporto pubblico e allamobilità individuale, ben venga nelle grandi città un nuovo modello di mobilità,che propone un concetto diverso di veicolo, che da proprietà diventa servizio; apatto, però, che sia regolamentato e sicuro,perché non basta che sia solo alla portatadi tutte le tasche. Se, infatti, il vantaggioeconomico per i consumatori c’è, sulle autodi UberPop tutte le altre garanzie non sonoscontate. Per pagare meno siamo disposti arinunciare a qualche comodità, ma nonalla sicurezza. ¬

    Stazione CadornaPiazzale Luigi Cadorna(totale 3,5 km, 9 minutiprevisti)

    Via Procaccini, 20(totale 5 km, 11 minuti previsti)

    Via Teodosio, 24

    Attesa media11 minutiDurata media19 minutiCosto medio

    20 ₣

    Attesa media22 minuti

    Durata media24 minutiCosto medio

    8,5 ₣

    Gennaio 2015 • 288 Altroconsumo  21www.altroconsumo.it

    L’ESPERTO RISPONDE

    “UberPop? Sono abusivi”

    Commissario, UberPop è davveroillegale come dicono i tassisti?Sì, UberPop è da considerarsi illegale in

    base alle leggi vigenti, ovvero l’articolo

    86 del Codice della strada e la legge 21del 1992, che regolamenta il trasporto

    taxi e il noleggio con conducente.

    Quali infrazioni contestate agli autistiUberPop? E quali sanzioni sono previste?Innanzitutto l’esercizio abusivo della

    professione di tassista. Si tratta di una

    violazione amministrativa importante. Le

    sanzioni vanno da 1.761 a 7.045 euro, più il

    sequestro dell’auto, sospensione della

    patente da 4 a 12 mesi e, in caso di

    recidiva nel triennio, revoca della patente.

    Quindi gli autisti UberPop sonoparagonabili ai tassisti abusivi? Sì, la differenza dipende solo da come

    avviene l’acquisizione della corsa: il

    tassista abusivo si mette in zone

    frequentate, come le stazioni, e chiama i

    clienti al grido “taxi! taxi!”, gli autisti

    UberPop invece si propongono tramite

    l’app. Sono solo più tecnologici. La

    differenza la fa anche il calcolo della

    tariffa: nel primo caso la concordano le

    parti, nel caso dell’app la stabilisce Uber.

    Come fate a riconoscere le auto diUberPop? Ve le segnalano i tassisti?

    Su segnalazione dei tassisti e deinoleggiatori, ma a volte è chiaro, perché

    il passeggero è seduto dietro.

    Ci sono problemi di sicurezza?Per ora non ne abbiamo rilevati, di certo

    le corse sui taxi regolari sono più

    affidabili, perché si tratta di

    professionisti, con certificato di

    abilitazione professionale e iscrizione al

    Ruolo provinciale dei conducenti. Inoltre

    i veicoli sono sottoposti a revisione

    annuale e visita di controllo presso

    l’Ufficio auto pubbliche del Comune di

    Milano, quindi offrono maggiorigaranzie di un veicolo privato.

    UBER

    UBERPOP

    Attesa media9 minutiDurata media19 minutiCosto medio

    16,3 ₣

    TAXI

    CommissarioMassimo

    Cuzzoni, PoliziaLocale MilanoServizio RadioMobile

  • 8/17/2019 Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

    22/68

    Battaglie

    22  Altroconsumo 288 • Gennaio 2015   www.altroconsumo.it

    Nel nomedell’acquaSe quella del rubinetto ha problemi, non bisogna

    semplicemente smettere di berla e basta. Si deve lottareperché torni salubre. Un socio ci è riuscito. E noi con lui.

    L’ESPERTO DI ALTROCONSUMO

    Claudia Chiozzotto

    Acqua e ambiente

  • 8/17/2019 Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

    23/68

    Gennaio 2015 • 288 Altroconsumo  23www.altroconsumo.it

    domenica, una sera di inizioprimavera. Sono le ore ventuno del 31 marzo di dueanni fa e gli abitanti diBrescia cenano con gli occhi

    incollati alla tv. La popolare trasmissioned’inchiesta  Presadiretta ha annunciato chele telecamere saranno accese sulla bombaecologica che giace intorno alle loro case ealle scuole dei figli, nei parchi e nei terreniintorno alla città. Lo scenario è da brivido.Il giornalista Riccardo Iacona porta dati,studi, cifre, testimonianze chedocumentano come la salute dei cittadini èminacciata dall’inquinamento da pcb(policlorobifenili) e diossine. Un pericolodovuto soprattutto alla Caffaro, l’industriachimica chiusa per fallimento ormai datrent’anni, che però per i precedenti

    cinquanta ha sversato nei terreni a suddella città ogni sorta di veleno. Il pcb è uncancerogeno e la contaminazione è taleche si pensa sia entrato nella catenaalimentare. Sarebbe questa la causa dellamaggiore incidenza nella zona di alcuneforme tumorali, come rivela uno studiorealizzato dall’Istituto superiore di sanitàinsieme con il Registro nazionale deitumori. Non lontana dalla fabbrica,dismessa ma mai bonificata, c’è una scuolain cui i bambini sono costretti a fare laricreazione su una piattaforma di cementoinvece che sull’erba, dalla quale devono

    tenersi a distanza, perché è contaminata.Nel parco adiacente alla scuola svettanocartelli con il divieto di toccare eraccogliere fiori ed erba, contaminatianche quelli. Anche se il programma nonrivela nulla che non fosse già in qualche

    È   GLOSSARIOCromo

    Il cromo (in chimic a Cr) èun metallo che non esistein natura allo stato puro,ma in composti. Nelleacque si parla di cromototale per definire lasomma delle varie speciedi cromo presenti in uncampione di acqua. Lalegge attualmenteprevede il limite massimodi 50 μg/l solo per ilcromo totale, senza faredistinzioni tra cromotrivalente ed esavalente.

    Cromo trivalente Cr(III)Il cromo trivalente, inchimica Cr(III), insiemealla forma bivalente, hauna bassa tossicità ed èconsiderato un nutrienteessenziale per l’uomo.

    Cromo esavalente Cr(VI)Il Cr(VI) è molto tossico ecancerogeno. La suainalazione in ambientiprofessionali (fabbricheche ne fanno uso) èassociata al tumore aipolmoni. La suaingestione è considerata

    meno rischiosa, perché ilnostro apparatodigerente è in grado ditrasformarlo in cromotrivalente.

    modo noto alla popolazione, in città e nelcircondario lo sconcerto e la rabbiasuscitati da quelle immagini sono tali cheper giorni non si parlerà d’altro. Chi haperso la diretta televisiva, sarà spinto a

    ricercarla e a guardarla in internet, dove già girano spezzoni, accompagnati dacommenti allarmati.

    L’innalzamento della faldaAnche il nostro socio S.B., bresciano epadre di tre figli piccoli, la vedrà onlinesolo successivamente. Con la sua famigliaabita nella zona nord della città, quellameno esposta ai danni della Caffaro, manon certo immune dall’inquinamentocausato da altre realtà industriali, come leaziende chimiche e metallurgiche, icolorifici e le concerie. Alcune di piccole

    dimensioni sono sparse anche in diversipunti del centro abitato. Il timore è chel’innalzamento di 12-15 metri della faldaacquifera, fenomeno degli ultimi anni cheriguarda anche altre città (in primisMilano e Torino), possa aver portatol’acqua a contatto con gli strati piùsuperficiali del suolo, quelli più intrisi di veleni industrial i. E che quindi l’acquacontaminata possa poi essere finita sulletavole delle famiglie e delle mensescolastiche. Poiché tutta la sua famiglia beve acqua del rubinetto, il socio vuole vederci chiaro. «Già nel 2010 avevo fatto

    analizzare l’acqua di casa tramite ilservizio offerto da Altroconsumo, ma nonera emerso nulla di strano. Nel 2013 hodeciso di riprovare, allargando le analisi auno spettro più ampio di parametri,includendo tutti i metalli pesanti»

    problemi si risolvonoacendo fronte comune”

    Scegliere l’acqua in bottiglia per mettersi al

    aro da rischi per la salute potrebbe nonsere la scelta migliore, sia perché i limiti di

    gge previsti per le acque in bottiglia sonostessi di quelle potabili, sia perché vicendeme quella di Brescia ci ricordano che

    nquinamento ambientale non conoscenfini». Chi parla è Claudia Chiozzotto,stra esperta di acqua e ambiente.

    Brescia c’è chi ha cavalcato la paura?La propaganda di chi vende acqua minerale ourificata” è in questi momenti che trovarreno fertile. “La falda è inquinata: oltre alomo, chissà quante altre sostanze che non

    ppiamo ci vanno a finire”: con questigomenti infondati i sostenitori dell’acqua in

    bottiglia, che si presenta come più pura eprotetta da contaminazioni, hanno cercato difar presa sui cittadini. Sappiamo anche chedurante i mesi di allarme i venditori di filtri

    hanno intensificato le loro visite porta a porta».

    C’è stato anche chi proponeva analisi?«Alcune farmacie bresciane hannoimprovvisato, con laboratori esterni nonmeglio qualificati, servizi di analisi dell’acquache hanno dato risultati allarmanti eimprobabili circa la presenza di cromoesavalente nelle acque. Soprattutto neimomenti di crisi, è bene rivolgersi a struttureserie e accreditate per l’analisi dell’acqua».

    Qual è stato l’approccio di Altroconsumo?«Molto pragmatico. Non abbiamo buttato

    benzina sui dibattiti già roventi in città.Da un lato abbiamo dato un consiglio

    concreto: non dare da bere ai bambini acquadel rubinetto, finché non siamo sicuri chequei 10 microgrammi/litro di cromoesavalente non vengono eliminati. Dall’altro,

    abbiamo portato il caso all’evidenza delministero della Salute e dell’Istitutosuperiore di sanità, le massime autorità chesi occupano di tutela della salute pubblica».

    Cosa ha fatto l’amministrazione cittadina?«Quello di Brescia, va riconosciuto, è un casovirtuoso. Le autorità locali, non appenahanno capito la gravità del problema, hannoaperto un confronto chiaro con lacittadinanza. Il Comune ha anche istituitol’Osservatorio Acqua Bene Comune. Anchel’acquedotto, A2A Ciclo Idrico, è intervenutocon competenza e determinazione per

    rendere l’acqua più sicura e riconquistare sulcampo la fiducia dei cittadini».

  • 8/17/2019 Altroconsumo n.288, Gennaio 2015

    24/68

    Battaglie

    24  Altroconsumo 288 • Gennaio 2015   www.altroconsumo.it

    COME SI CONTAMINA L’ACQUA DI FALDA

    La contaminazione dell’acqua di falda può avvenire sia ad opera dell’uomo sia ad operadella natura. Ecco alcuni esempi. A questi si aggiunge l’innalzamento della falda acquifera,

    che può portare l’acqua a contatto con strati di terreno più superficiali e inquinati.

    Quando la natura è matrignaracconta. In attesa dell’esito delle analisi, ilsocio si documenta con impegno,diventando un esperto di problemidell’acqua.

    Il ritorno di Erin BrockovichQuando arriva il cert ificato con il responsodel laboratorio, è colpito da quei 10,9microgrammi per litro che figuranoaccanto alla voce “cromo esavalente”. «Un valore così alto per il cromo esavalente? Miè subito tornata alla mente l’incredibile vicenda di Erin Brockovich. Nei mieipensieri la California ora era diventataBrescia, la mia città. Mentre l’acquacontaminata da cromo esavalente, cheaveva fatto venire il cancro alle tantepersone che si vedono nel film americano,poteva con tutta probabilità essere come

    quella che usciva dal rubinetto di casamia, e che i miei figli, mia moglie e iostavamo bevendo». Per i pochi che non loricordano, il caso citato dal socio è quelloche ha coinvolto centinaia di personeresidenti nella regione di Hinkley, inCalifornia, che si erano ammalate bevendoacqua massicciamente contaminata dalcromo esavalente usato dalla PG&E, unamultinazionale dell’energia. In Californiale concentrazioni di cromo esavalenteerano almeno dieci volte superiori rispettoa quelle di Brescia. È stato grazie alcoraggio e alla tenacia dell’attivista Erin

    Brockovich e alla class action seguita dallostudio legale in cui lei lavorava comeprecaria se il colosso dell’energia è statocondannato a pagare uno dei risarcimentipiù alti della storia americana: 333 milionidi dollari. La vicenda è divenuta celebre intutto il mondo grazie al film che ne è statotratto nel 2000, con Julia Roberts che veste i panni di Erin Brockovich: ruolomemorabile per cui ha vinto anche l’Oscar.

    Inquinamento a norma di leggeL’apprensione del socio monta, il primopensiero va alla salute dei figli, cuiAltroconsumo nel frattempo haraccomandato di non dar da bere l’acquadel rubinetto, visto l’esito delle analisi.Intanto l’allarme cromo esavalente sidiffonde tra i bresciani e accende i dibattitinelle scuole, nei comitati cittadini e suimezzi d’informazione locale. Sono inparticolare alcuni comitati di genitori, chefanno pressioni affinché nelle scuole non venga data acqua del rubinetto ai bambini.Interpellati dalle scuole, acquedotto e Aslin un primo momento si schermisconodietro il fatto che l’acqua rispetta in pienoi criteri di potabilità stabiliti dallanormativa. Infatti è tutto qui i l paradosso,la legge (D.Lgs. 31/2001) prevede che ilcromo nelle acque destinate al consumo

    Le contaminazioni dell’acqua possono essere anche di origine naturale. Si tratta

    di casi noti, spesso da anni. Le soluzioni esistono, però si tarda ad adottarle.

    Arsenico. In alcune zone del Lazio questasostanza velenosa, insapore e inodore,viene rilasciata nell’acqua dai depositinaturali presenti nel terreno. Poiché aelevate esposizioni può causare tumoridella pelle e degli organi interni, l’acquadeve essere trattata per eliminare ilproblema. Anche se il limite massimopermesso dalla legge è di 10 microgrammiper litro, in Italia è stato consentito adalcuni acquedotti di derogare e tollerare lapresenza di arsenico in misura fino a 5

    volte superiore alla soglia di sicurezza.Alcuni acquedotti non si sono ancoramessi in regola, così la Commissioneeuropea ha aperto una procedurad’infrazione nei confronti dell’Italia.

    Vanadio. Nelle acque del catanese è notala presenza in concentrazioni elevate divanadio, un metallo tossico. Lacontaminazione è di origine vulcanica(Etna). Invece di installare impianti diabbattimento, si discute ancora serappresenti o no un pericolo per la salute.

    Tallio. Lo scandalo dell’acqua contaminatadal tallio in Versilia è scoppiato pochi mesifa. La sua presenza nella falda è dovuta avecchie miniere di pirite abbandonate e

    mai bonificate. Neanche per il velenosotallio è previsto un limite di leggespecifico. Valori anomali sono stati rilevatigrazie ad analisi chimiche commissionateprivatamente da una famiglia.

    INDUSTRIAScarichi incontrollati(o non autorizzati)possono arrivarea contaminare l’acqua difalda, anche attraversando

    il suolo in profondità

    FIUME

    FALDAACQUIFERA

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    Gennaio 2015 • 288 Altroconsumo  25www.altroconsumo.it

    L’acqua non deve

    essere solo potabile,ma anche salubre:

    a Brescia le due cose

    non coincidevano

    Brockovich. Altroconsumo si muove nelfrattempo su canali più alti: chiedeformalmente un intervento del ministerodella Salute, che però si limita a ripetere lostesso ritornello per bocca dell’Istituto

    superiore di Sanità: «Al momento nonesistono evidenze che il limite di 50microgrammi/litro di cromo totale non siaadeguatamente protettivo per la saluteumana».

    Valori cautelativi per la saluteIl problema però è destinato ad agitare glianimi e i sonni dei bresciani. Intanto ilsindaco si è arreso alle richieste deiconcittadini e ha emesso un’ordinanza cheimpone la distribuzione di acqua mineralenelle scuole. La svolta arriva a marzodell’anno scorso, a opera dell’Autorità

    europea per la sicurezza alimentare (Efsa),che pubblicamente si esprime sullaspinosa questione: non ci sarebbe unrischio per gli adulti, ma esiste unpotenziale problema per i bambini, acausa del loro ridotto peso corporeo.Altroconsumo è la prima a pubblicare sulsuo sito la notizia e invita i bresciani a nondare da bere ai bambini l’acqua delrubinetto. Inoltre chiede al l’Istitutosuperiore di sanità, al ministero dellaSalute, all’Asl di Brescia, ma anche ad A2A,di assumersi le loro responsabilità, perchéè inaccettabile che ci sia un rischio, seppur

    minimo, per la salute dei bambini. Questosembra essere il passo in grado disbloccare la situazione. A2A intervienetempestivamente, installando un sistemadi abbattimento del cromo esavalente neipozzi della città che ne avevano unamaggiore presenza. Una tecnologia cheprevede l’uso di solfato ferroso e ilfiltraggio dell’acqua attraverso carboneattivo, ma che non rilascia nell’acquasostanze pericolose. La presenza di cromoesavalente nell’acqua potabile ora si ènormalizzata. Lo confermano anche leanalisi, che evidenziano come siastabilmente al di sotto dei 2 microgrammiper litro: un valore a nostro avviso deltutto soddisfacente e cautelativo per lasalute della popolazione. Tant’è che ètornata nelle scuole. Il costodell’intervento, che ammonta a 4 milionidi euro, è però destinato a ricadere sulle bollette dei cittadini. Perché non lo si fapagare a chi ha inquinato?È bene comunque non abbassare la guardia: i cit tadini devono pretendere piùtrasparenza dalle istituzioni e, in caso didubbi, fare analizzare l’acqua di casa. Peraccedere al servizio, numero di telefono026961560 oppure:

    www.altroconsumo.it/alimentazione/acqua

    umano rimanga sotto il limite di 50microgrammi per litro, ma questoparametro si riferisce al cromo totale. Inpratica è prevista una soglia che non fadistinzioni tra cromo trivalente,

    considerato un nutriente essenziale perl’uomo, e quello esavalente, sostanza chel’Agenzia internazionale per la ricerca sulcancro (IARC) ha inserito tra i cancerogenipiù pericolosi. Se tutto il cromo presentenell’acqua corrisponde alla varianteesavalente e raggiunge una concentrazionedi 11 microgrammi per litro, come nel casodel socio, l’acqua risulta potabile a tutti glieffetti: un buco normativo inaccettabile. Ilsocio si rivolge anche ad A2A ServizioIdrico, la società che gestisce l’acquedotto bresciano, r icevendo la stessa risposta: iparametri di legge sono rispettati. «Ma che

    se ne fanno i cittadini di un’acqua potabileche non è salubre? Non può esistere uninquinamento a norma di legge» si sfoga ilsocio, che su WhatsApp ha anche creatoun gruppo intitolato proprio a Erin

    MINIERE

    Attivitàminerariepossonosmuovere dallerocce alcunimetalli solubiliin acqua

    ROCCE

    VULCANICHEElementi chimicirari, come ilvanadio, possonoarrivare nella faldaanche dalle rocceche l’acquaattraversa

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    Inchiesta

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    La qualità del fornitoridi luce passa anche dai call

    center che, purtroppo...

    l divario tra clientisoddisfatti e clientiinsoddisfatti può far fallireun’azienda”. La regola

    dell’Harvard BusinessReview (il giornale dell’onomonimauniversità) vale per tutti.Se si vuole misurare la qualità del servizioofferto da un’impresa, piccola o grandeche sia, bisogna usare come termometro lasoddisfazione dei suoi clienti.Ecco un test: quante volte ci si è trovati inattesa al telefono, con “tre/quattro/diecitelefonate in coda” che ci separanodall’operatore, con un foglio/undocumento/una bolletta/una multa inmano e un sacco di domande da fare perpoi scoprire - una volta conquistato ilturno - che nessuno riesce (o vuole)aiutarci? Adesso, invece, riportiamo allamemoria quante volte un operatore daimodi gentili ci ha dedicato tempo e dato lerisposte che cercavamo.Ora si può valutare: il giudizio datoall’operatore telefonico dell’azienda hacondizionato l’opinione che abbiamosull’azienda stessa? Se la risposta è sì,abbiamo appena confermato l’importanzadel servizio clienti al l’interno di qualsiasi genere di business.

    Quanto costi?Dodici persone, selezionate per la nostrainchiesta, hanno chiamato dodici aziendefornitrici di energia elettrica. Bolletta alla

    Più lucesul servizio clienti

    I

    LA NOSTRA INCHIESTA

    Per verificare la qualità del servizio fornito dai provider dienergia elettrica abbiamo coinvolto le aziende più diffuse sulterritorio italiano.

    TANTE DOMANDE

    L’indagine, svolta a settembre 2014, ha coinvolto un gruppo di12 persone, che hanno effettuato in veste di clienti tretelefonate al call center del proprio provider. In ogni telefonatail rilevatore ha indagato un preciso aspetto della bolletta.Questo significa che il call center di ciascun gestore di energiaè stato contattato e interrogato più volte su un determinatoargomento: questo per evitare che la valutazione del callcenter si basasse sulle risposte di un singolo operatore.

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    mano, hanno anzitutto cercato di capire -con domande precise al servizio cl ienti -da quali voci è composto il costo fatturatoin bolletta. Un buon servizio clienti,

    infatti, dovrebbe sapere spiegare che ilcosto in bolletta è composto da tre voci: iservizi di vendita, quelli di rete, leimposte.La differenza fra servizi di vendita eservizi di rete è sostanziale. Infatti, è suiservizi di vendita che si gioca laconcorrenza e quindi la possibilità dirisparmiare sfruttando le offertecommerciali sul mercato libero.Sui servizi di rete, invece, non c’èconcorrenza, perché il trasporto e ladistribuzione dell’energia avvengonoattraverso infrastrutture che non possonoessere replicate e che