14 novembre 2014
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Roma, 14 novembre 2014.
«Anch’io mi permetto di essere insistente pensando alla Patagonia …» (Papa Francisco)
Carissime sorelle,
da Roma, alla conclusione del CG 23, un saluto particolare a tutte voi, con il desiderio di essere
veramente con i giovani casa che evangelizza.
L’esperienza del Capitolo generale è stata molto intensa. Tutti i momenti sono stati vissuti
come grazia di Dio. Sin dall’inizio, tutto ci ha parlato di missione, di una rinnovata spinta
missionaria, del desiderio di comunicare il Vangelo con più coerenza e profondità,
evangelizzando e lasciandosi evangelizzare dalla Parola di Dio, dai giovani, dagli avvenimenti,
dalle situazioni che ci richiedono tanta fede, speranza e carità.
Tutto ci ha parlato … e tutto è stato accolto con cuore missionario!
Vorrei condividere con voi qualche sottolineatura riguardo all’incontro con Papa Francesco,
dell’8 novembre u.s.
In questo centenario della morte di Sr. Angela Vallese (1914 – 2014) sono state profetiche e
incoraggianti le parole di Papa Francesco:
«La ringrazio, Madre, di quello che Lei ha detto.
Anch’io mi permetto di essere insistente
pensando alla Patagonia … Non dico di più! […]
Imparto di cuore a voi e a tutte le vostre
consorelle la Benedizione Apostolica. E vi chiedo
di pregare per me, e di non dimenticare la
Patagonia!»
Queste semplici parole che
esprimono un desiderio, ma
anche una preoccupazione di
Papa Francesco, ci rimandano al
sogno di Don Bosco del 1872:
«Mi parve di trovarmi in una
regione selvaggia ed affatto
sconosciuta. Era un'immensa pianura, tutta
incolta, nella quale non scorgevansi né colline né
monti. Nelle estremità lontanissime però tutta la
profilavano scabrose montagne. Vidi in essa
turbe di uomini che la percorrevano. Erano quasi nudi, di un'altezza e statura straordinaria, di
un aspetto feroce, coi capelli ispidi e lunghi, di colore abbronzato e nerognolo, e solo vestiti di
larghi mantelli di pelli di animali, che loro scendevano dalle spalle. Avevano per armi una specie
di lunga lancia e la fionda (il lazo).» (MB X, 54)
Alla fine del racconto del sogno, dicono le Memorie Biografiche che «dapprima Don Bosco
credette che fossero i popoli dell'Etiopia, poi pensò ai dintorni di Hong - Kong, quindi alle genti
dell'Australia e delle Indie; e solo nel 1874, quando ricevette, come vedremo, i più pressanti inviti
di mandare i Salesiani all'Argentina, conobbe chiaramente, che i selvaggi veduti in sogno erano
gli indigeni di quell'immensa regione, allora quasi sconosciuta, che era la Patagonia.» (MB X,
55)
Oggi, come Istituto, siamo invitate non soltanto a “sognare” la Patagonia ricordando la vita
delle prime FMA missionarie (ad esempio Sr. Angela Vallese), ma a continuare il sogno
missionario di Don Bosco. Essere fedeli a Don Bosco è avere il coraggio di dare risposte alle
chiamate missionarie di oggi, il coraggio di non abbandonare la Patagonia, sia quella
geografica – “quasi alla fine del mondo” -, sia quella dove siamo presenti nei 5 continenti.
Essere fedeli al sogno missionario di Don Bosco è essere aperte per accogliere la Patagonia
delle nostre realtà, più precisamente dove si trovano “i popoli finora più abbandonati” (MB III,
363).
«Una Chiesa in uscita» è l’invito di Papa Francesco. Un Istituto «in uscita» è il modo concreto
per vivere la fedeltà al sogno di Don Bosco. «In uscita» senza abbandonare la Patagonia, «in
uscita» verso le tante “Patagonie” dove si trovano i nostri giovani più poveri, più emarginati,
più bisognosi di un Primo Annuncio, quelli con cui il CG 23 ci impegna a essere casa che
evangelizza.
«Dai vostri lavori stanno emergendo orientamenti fondamentali per la vita di ciascuna religiosa
e di ogni comunità. Innanzitutto l’impegno a lasciarvi guidare dalla prospettiva di “uscire”,
di mettersi in cammino verso le tante zone di confine geografiche ed esistenziali, con
un’attenzione preferenziale ai poveri e alle diverse forme di esclusione. Ce ne sono tante! […]
Siate per tutti missionarie di speranza e di gioia. […] Vi chiedo di non dimenticare la
Patagonia!» (Papa Francesco alle Capitolari – 8 novembre 2014).
Carissime sorelle, con creatività, audacia e rinnovata passione missionaria assumiamo
INSIEME il nuovo sessennio, vivendo 24 ore al giorno la passione per Gesù e per il suo Regno,
perché TUTTI i popoli abbiano VITA e vita in abbondanza.
Nella preghiera reciproca, un forte e fraterno abbraccio.
Sr. Alaíde Deretti
Consigliera per le Missioni