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Dott. Lia Novembre CIPA, 14 Novembre 2015

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Dott. Lia NovembreCIPA, 14 Novembre 2015

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Cos’è la Psicoterapia?

La psicoterapia è l’applicazione sistematica di metodidefiniti nel trattamento della sofferenza psichica e deidisturbi psicosomatici così come dei momenti critici dellavita di varie origini. La base per il trattamento è la relazionedello psicoterapeuta con il paziente o, in un ambito nonclinico, con il cliente.

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La psicoterapia è un nome moderno e di tonoscientifico per ciò che un tempo era chiamato “curadelle anime”. La vera storia della psichiatria inizia coifilosofi greci e i rabbì ebrei dell’antichità e l’arte dellapsicoterapia ha precedenti illustri e antichissimi:

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Cos’è la Psicoterapia?

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Ippocrate

Ippocrate (460 - 377.a.C circa) sostenne la teoriaumorale. Egli riteneva che le malattie si originassero dauno squilibrio dei quattro umori del corpoumano: sangue, flemma, bile bianca e bile nera, checombinandosi in differenti maniere conducono alla saluteod alla malattia; L’acqua che è umida e freddacorrisponderebbe alla flemma (o flegma) che ha sede nellatesta, la terra per il colore corrisponderebbe alla bile nerache ha sede nella milza, il fuoco, caldo e secco, alla bilegialla (detta anche collera) che ha sede nel fegato, l’aria cheè dappertutto nel sangue la cui sede è il cuore.

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Ippocrate

Agli umori furono fatte corrispondere anche le stagioni: laprima stagione, quella del sangue e dell’aria corrispondevaalla primavera, l’estate era quella del fuoco e della bile,l’autunno era quella della terra e l’inverno era la stagionedell’acqua e del cervello. Fu fatto anche un parallelismocon le quattro età della vita, infanzia e prima giovinezza,giovinezza matura; età virile avanzata, ed infine età senile.

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Ippocrate

Oltre ad essere una teoria eziologica della malattia, la teoria umorale

è anche una teoria della personalità: la predisposizione all’eccesso

di uno dei quattro umori definirebbe un carattere, un temperamento

e insieme una costituzione fisica detta complessione:

• il flemmatico, con eccesso di flegma, è grasso, lento, pigro

• il melancolico, con eccesso di bile nera, è magro, debole;

• il collerico, con eccesso di bile gialla, è magro, asciutto, di bel

colore, irascibile, permaloso, furbo, generoso e superbo,

• il tipo sanguigno, con eccesso di sangue, è rubicondo, gioviale,

allegro, goloso e dedito ad una sessualità giocosa.

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Ippocrate

All’interno del clima culturale “razionalistico” del Vsecolo a.C. si collocò anche la nascita della prima formadi scienza medica: con Ippocrate di Coo la medicinagreca antica uscì dalla fase pre-scientifica, legata apratiche e credenze magiche e religiose, e si organizzòintorno ad una metodologia decisamente razionale,rigorosa ed empirica.

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Ippocrate

La vera e propria medicina razionale è da attribuire adIppocrate. La base della medicina razionale è la negazionedell’intervento divino nelle malattie. Anche la famosamalattia sacra, l’epilessia, fu attribuita ad una disfunzionedell’organismo. Ippocrate introdusse il concettoinnovativo che la malattia e la salute di una personadipendessero da specifiche circostanze umane dellapersona stessa e non da superiori interventi divini.Acquisì grande fama nell’antichità debellando la grandepeste di Atene del 429 a.C.

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Ippocrate

Al centro della concezione di Ippocrate non c’era lamalattia, che si spiegava in modo olistico, ma l’elementopiù importante era l’ uomo. Ippocrate quindi creò unamedicina olistica, basata sull’uomo o microcosmo.

Alla base delle concezioni di Ippocrate c’era una filosofiaprofonda e pratica e un notevole buonsenso. I principifondamentali erano di lasciar fare alla natura, cioè allaforza guaritrice della natura, di osservare attentamente ilmalato ed intervenire il meno possibile, fare attenzioneall’alimentazione e alla salubrità dell’aria.

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Ippocrate

Infine occorre sottolineare l’importanza e l’originalità dellametodologia seguita da Ippocrate: in primo luogol’importanza e la centralità dell’ esperienza, dell’osservazione attenta e sistematica dei sintomi. Dall’analisidei sintomi il medico doveva poi risalire alle cause internedella patologia, costruendo un quadro teorico complessivoe coerente, da cui discendeva poi la scelta della terapia.

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Ippocrate

Nel nuovo, rigoroso, metodo ippocratico,

osservazione, teoria e tecnica (= pratica)

non solo erano complementari e interdipendenti ma erano collocate sul medesimo piano di importanza:

la tecnica non era affatto “inferiore” alla teoria

(si pensi all’importanza della chirurgia).

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Sintetizzando, la terapia Ippocratica trae:

dalla filosofia e dal ragionamento, la concezione

cosmica universale e biologica che forma la base,

dall’osservazione del malato, l’indirizzo clinico.

Per la prima volta si comprende la necessità di conservarele energie dell’individuo, ricercare le cause della malattiasenza perdere di vista lo scopo: guarire il malato.

Quindi la medicina Ippocratica è scienza, arte, esperienzae ragionamento senza preconcetti né superstizioni.

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Ippocrate

Ippocrate inventò la cartella clinica e teorizzò la necessitàdi osservare razionalmente i pazienti prendendone inconsiderazione l’ aspetto ed i sintomi; introdusse, per laprima volta, i concetti di diagnosi e prognosi.La sua fama è dovuta anche, e forse soprattutto, alla suaattività di maestro; fondò una vera e propria scuola medicae regolò in maniera precisa i concetti dell’ etica medica,le norme di comportamento del medico, stabilendo iprincipi della deontologia professionale del medico,raccolte nel suo famoso giuramento in cui, tra l’altro, siintroduce il concetto di segreto professionale.

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Socrate e PlatoneUno dei più importanti influssi che agirono sullo sviluppo della psicanalisi per opera di

Freud furono i dialoghi socratici. Socrate impegnava i suoi perplessi interlocutori inun certo tipo di conversazione che i greci chiamavano retorica. E Socrate fucelebrato come un grande retore.

La netta distinzione operante nel pensiero occidentale fra corpo e mente, fra malattiecorporee e mentali, risale a Platone. È a Platone, tuttavia, che dobbiamo laconcezione che il compito del medico del corpo è quello di curare con mezzibiologici o scientifici, mentre il compito del medico dell'anima è quello di curarecon mezzi verbali o retorici.

Nel Fedro, Platone mette in bocca a Socrate la seguente affermazione:"Forse che la retorica ... non è una specie di arte per dirigere le anime ... In entrambe le

arti [la medicina e la retorica] è necessario esaminarne la natura; nel primocaso quella del corpo e nell'altro quella dell'anima, se volete procederescientificamente, e non soltanto con gli abituali sistemi empirici, perapplicare medicina e dieta, al fine di determinare salute e forza nel primocaso, e nel secondo per applicare ragionamenti e norme di condottaadeguate a infondere la persuasione e le virtù da voi desiderate."'

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Anche Pedro Lain Entralgo, ne “La terapia della parolanell'antichità classica”, mostra che Platone riconobbe il ruolofondamentale della katharsis, nella duplice accezione dipurgazione e di purificazione, nella cura delle anime: "PerPlatone, l'agente catartico che la 'malattia dell'anima' richiede inmodo specifico è la parola adeguata ed efficace.“Quest'idea èespressa in modo più succinto in Carmide, dove Platone fa dire aSocrate: "La cura dell'anima ... dev'essere effettuata con l'impiegodi certi carmi magici, e questi sono parole appropriate."'

Lain Entralgo conclude cosi che non possiamo fare a meno di"vedere Platone come l'inventore della psicoterapia verbalescientifica, o kata technen ...

Senz'ombra di dubbio, Platone diviene cosi l'inventore di unapsicoterapia verbale rigorosamente tecnica."

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Anche Aristotele offre delle riflessioni sulla natura della psicoterapia.

Aristotele apre il suo libro sulla Retorica con quest'osservazione:

"La retorica è il contraltare della dialettica. Entrambe si occupano di cose che rientrano, più o meno,nello scibile generale di tutti gli uomini e non appartengono a nessuna scienza definita. Diconseguenza, tutti gli uomini si servono, più o meno, di entrambe." Qui Aristotele usa laretorica e la dialettica per riferirsi alle arti del parlare in

pubblico e della discussione logica. Dopo aver identificato la retorica coll'eloquio persuasivo, Aristotelene distingue tre varietà: politico, forense e cerimoniale.

“Il discorso politico ci esorta a fare o a non fare qualcosa: uno di questi due indirizzi è sempre preso daiconsiglieri privati, nonché dagli uomini che si rivolgono a pubbliche assemblee. Il discorso forenseattacca o difende qualcuno:

una o l'altra di queste due cose deve sempre essere fatta dalla parte di una causa.

L'oratore cerimoniale esalta o biasima qualcuno. Questi tre tipi di retorica si riferiscono a tre diversi tipidi tempo. L'oratore politico s'interessa al futuro: i suoi consigli, a favore o contro, hanno comeoggetto cose da fare in futuro. La parte in una causa giudiziaria si riferisce al passato; un uomo accusal'altro, l'altro si difende, con riferimento a cose già fatte. L'oratore cerimoniale si rivolge,propriamente parlando, ai presenti, giacchè tutti gli uomini lodano o biasimano, tenendo presente lostato di cose esistente in quel momento, anche se spesso trovano utile anche ricordare il passato ofare congetture circa il futuro!”

Gli psicoterapeuti ricorrono a tutti e tre i tipi di discorso.

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Cosi come il mezzo di espressione del pittore è il colore sulla tela e quellodel musicista la vibrazione delle corde di un pianoforte o di un violino,il mezzo di espressione dell'oratore e dello scrittore è il linguaggio.

Chiaramente, Freud e i suoi seguaci lavorarono servendosi di quest'ultimomezzo. Non solo gli psicanalisti della vecchia scuola parlavanomoltissimo ai loro pazienti (molto di più di quanto la gente oggiimmagini), ma scrivevano anche moltissimo. Il loro interesse per illinguaggio faceva parte integrante della loro cultura.

Per illuminare quest'ultimo punto, bisogna ricordare che nelle nazionieuropee di lingua tedesca durante la seconda metà del diciannovesimosecolo erano fiorenti non solo la fisica e la chimica, ma anche laf ìlologia e la linguistica. Lo studio delle lingue - studi sulla parola esulla scrittura sotto i punti di vista storico, antropologico, religioso,psicologico e strutturale - era popolare all'interno e all'esterno deicircoli accademici.

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L'idea che il pensiero non può esistere senza la parola eraimplicita nella lingua greca.

Phrazomai, il termine greco per "io medito,"significa letteralmente "io parlo a me stesso."

Anche Logos, il termine greco per "ragione,"significa "parola.

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“Gli ingredienti basilari della psicoterapia sono la religione, la retorica e larepressione, che sono di per se stesse categorie che vengono asovrapporsi le une alle altre. Però, in conformità con le pretesemediche e scientifiche della psichiatria, il lettore dei moderni testipsichiatrici non scoprirebbe questo fatto a una loro attenta lettura.

Gli psichiatri che scrivono sulla natura della loro disciplina medicalizzanoi suoi contenuti, le sue operazioni e il suo vocabolario; gli psichiatriche scrivono sulla storia di tale disciplina, e in particolar modo sullastoria della psicoterapia, medicalizzano le sue origini e il suo sviluppo.

Cosi, benchè la maggior parte degli storici della psichiatria faccianofuggevoli accenni alla preistoria religiosa della psicoterapia, colleganole sue origini religiose alle origini religiose di ogni forma di cura eignorano del tutto la vera antesignana della moderna psicoterapia: lacura pastorale delle anime”.

(Szazs T., Il mito della psicoterapia)

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In effetti, psicoterapia è un nome moderno e di tonoscientifico per ciò che un tempo era chiamato "curadelle anime."

La vera storia della psichiatria inizia, quindi. non con glipsichiatri dell'inizio del diciannovesimo secolo, ma coifilosofi greci e i rabbii ebrei dell'antichità, e continuacoi preti cattolici e i pastori protestanti, per unperiodo di circa due millenni, prima della comparsasulla scena della storia del “medico delle anime”.

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Il carattere di questo approccio sacrale alla terapia è esemplificato dal santuario diEsculapio a Epidauro.

L'Asclepieion, come il santuario fu chiamato, consisteva di templi, un teatro, unostadio, una palestra e una biblioteca, dove, come spiega Theodore Papadakis inuna moderna guida di Epidauro, "ogni pellegrino poteva purificarsi erigenerarsi”-

I greci credevano che la salute fosse naturale e la malattia fosse la conseguenzainnaturale di un'influenza estranea tale da disturbare l’armonia della mente.

Nella loro concezione, inoltre, l'agente che turbava l'armonia generale non erareale - cioè non aveva sostanza - ed era soltanto un'illusione o una chimera.Questi nemici della nostra armonia naturale, scrive Papadakis, "sonopericolosissimi perché aggrediscono la nostra mente e il nostro pensiero ...Dapprima attaccano un uomo mentalmente, e se trovano che egli è senzadifese o spiritualmente troppo debole per poterli sopprimereimmediatamente, s‘insediano nella sua mente e da li si diffondono perinvalidare anche il suo corpo”.

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Conseguiva da questa concezione che l'essenza di ogni tipo di terapia era la curaspirituale. "Una guarigione radicale è cosi ottenuta soltanto quando la mentestessa è curata, quando interviene un mutamento mentale (metanoia).Infatti, insieme con la mente, anche il corpo è necessariamente curato."I greci riconoscevano nondimeno che il corpo può anche essere curatodirettamente, per esempio con vari agenti medicinali, ma giudicavanoquesta forma di terapia superficiale, poiché lasciava le disarmonie dibase non corrette, e quindi potenzialmente in grado di provocare nuovemalattie in altre parti del corpo.

L'approccio psicanalitico della medicina psicosomatica riporta in auge questemetafore, mostrandoci che, lungi dall'essere il frutto di una modernacomprensione scientifica della malattia, tale approccio è in realtà unamassiccia regressione medica a idee e pratiche curative dei primordidell'ellenismo e pre-ellenistiche. Le differenze fondamentali tra cura medica ecura mentale sono già cristallizzate nell'antica Grecia, con Ippocrate (460-377a.C. circa) come modello del guaritore medico e Socrate (470-399 a.C. circa)come guaritore mentale.

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La psicoterapia come cura di anime deriva direttamente dalla vita e dall'opera diSocrate. I Dialoghi sono, ovviamente, l'esposizione che Platone fece deipensieri del suo maestro.

Socrate definisce il ruolo del medico dell'anima in questi termini:"Ciò, vi assicuro, è quanto il mio Dio ordina, ed è mia certezza che nessun bene

più grande vi sia mai capitato in questa città di questa mia obbedienza al dio.Infatti io passo tutto il mio tempo andando in giro per cercar di convincervi,giovani e vecchi, ad avere come vostra preoccupazione prima e principale non ivostri corpi né le vostre proprietà, ma il massimo bene delle vostre anime."

Qui Socrate fa una netta distinzione non fra due, ma tre richieste e ruoli socialiparalleli:

la cura dei corpi, praticata dai normali medici sui loro pazienti, la cura delleproprietà, che compete alle persone ricche e agli usurai, e la cura delle anime,che è di pertinenza delle persone religiose e dei loro consiglieri spirituali. Egli cimostra così che è completamente fuorviante sia postulare una dicotomia fracorpo e mente, fra cura del corpo e cura dell'anima, sia far coincidere le duecose.

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La storia della psicoterapia, vista come cura delle anime – dal giudaismo e dallaGrecia dell'antichità attraverso il cristianesimo primitivo e medioevale e laRiforma - rivela una continuità e una coerenza in pieno contrasto con la suastoria come cura psichiatrica nel senso medico del termine.

In realtà, la più moderna concezione della psichiatria si basa su una revisioneradicale - o meglio su una mutilazione - della natura religiosa e retorica dellapsicoterapia.

"I medici dell'anima," scrive McNeill "rimarrebbero interdetti se potessero entraredi colpo nel nostro mondo di oggi. Verrebbero a trovarsi in un ambiente in cuile loro convinzioni sono ignorate da molti uomini di coscienza e di cultura.“

McNeill sottovaluta però la misura in cui lo zelo e la competenza degli psichiatricontemporanei sono commisurati al grado del loro rifiuto di qualsiasi rapporto fra

psichiatria e religione, e anzi alla loro insistenza sulla concezione che la curapsichiatrica delle anime sia obiettiva e scientif ìca come la cura medica deicorpi.

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Paracelso

Paracelso (1493 – 1541) "Il fondamento su cui io costruiscoe dal quale procedono i miei scritti, lo stabilisco su quattrocolonne, cioè la filosofia, l'astronomia, l'alchimia e laVirtù" (Paracelso - Paragrano - a cura di Ferruccio Masini - Laterza ed. 1984, pag. 6 - 7).

Per Filosofia intende la conoscenza della natura fisica;

per Astronomia intende la conoscenza del cielo, cioè lasfera mentale in cui vive l'uomo, la conoscenza delle stelle,vale a dire delle idee, e la conoscenza delle costellazioni;

per Alchimia intende la conoscenza dei poteri divinidell'uomo e la comprensione della chimica della vita;

per Virtù intende la santità dell'uomo.

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Paracelso

“Uno dei più necessari requisiti per un medico è laperfetta purezza e onestà di propositi. Egli dovrebbeessere libero da ogni ambizione, vanità, invidia,lussuria, pomposità e presunzione, perché questi vizisono il prodotto dell'ignoranza e incompatibili con laluce della divina sapienza che dovrebbe illuminare lamente del veromedico” .

(Franz Hartmann - Il mondo magico di Paracelso - Mediterranee, pag. 178).

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Gran parte della prefazione al suo Paragrano il nostroalchimista, usando un linguaggio impetuoso etravolgente, la dedica alla sottolineatura dei difetti edella pochezza, della pomposità e della menzogna,della mercificazione e della astuzia, dei medicastri che"osavano" criticare la sua somma arte.

“Non il cielo mi ha fatto medico: Dio è stato a farmitale” .

Paracelso

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Ecco perché si comportava come un missionario più checome un medico dei suoi tempi.

Compassione ed empatia erano le basi su cui poggiava il suorapporto con l'ammalato, e contro la malattia operava comeuno stratega militare, esaminando le "mappe" di terra e dicielo.

Paracelso

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Paracelso è citato anche da Jung che ne sottolinea unimportante aspetto della terapia, quello psicoterapeutico.Esso concerne la "discussione della malattia". Il medicoquindi deve procedere in modo intuitivo, compassionevolee amorevole: "Medico e medicina null'altro sono che graziaconcessa da Dio ai bisognosi. L'arte si ottiene per operadell'amore. Così il medico dev'essere dotato di compassionee amore…" .

Paracelso

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I PRECURSORI DELLA PSICOTERAPIA

Philippe Pinel (1745- 1826)

Grazie alla sua preparazione multidisciplinare introdusse l’analisifisiologica della malattia mentale facendola emergere dal clima disuperstizione che l’avvolgeva. Durante la sua direzione del grandecomplesso psichiatrico della Salpetriere, a Parigi, si propose di curarecon metodo i pazienti psichiatrici che sino a quel momento erano stati“semplicemente custoditi” negli ospizi. Nella sua pratica clinica e neisuoi scritti, diede importanza a diversi elementi terapeutici, fra cui lacostruzione di un rapporto personale costruito con colloqui con ilmalato, metodi di "terapia morale" (antesignana della psicoterapia) el’uso dell’ergoterapia o terapia occupazionale. Nel 1801 scrisse il Trattatomedico-filosofico sull'alienazione mentale dove classificò, in base alesioni organiche, malattie mentali come:

la melanconia (delirio parziale); la mania (delirio generalizzato); la demenza (indebolimento intellettuale generalizzato); l’idiotismo (mancanza totale delle funzioni intellettive).

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Franz Anton Mesmer (1734 -1815)

Franz Anton Mesmer (1733-1815) riveste un'importanza e un interesseeccezionali nella storia della psicoterapia. Se si può dire che la psicoterapiacome "tecnica medica" moderna ha uno scopritore, questi è Mesmer.

Era un serio studioso sia di medicina che di teologia. Fu il primo ainventare e a rendere commerciabile l'uso di una metafora interpretata insenso letterale per la medicina popolare.

Mesmer assurse di colpo alla fama come magnetizzatore nel 1774; nel 1784era uno screditato ciarlatano.

L'idea di un "rapporto" fra paziente e medico e la nozione che il malato dinervi deve superare un "ostacolo“ al fine di guarire sono entrambe diMesmer, ed è facile far risalire ad esse le nozioni freudiane ditrasferimento e di resistenza, i concetti basilari della psicanalisi.

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Nella seconda metà del diciottesimo secolo era credenza comuneche la calamita possedesse speciali poteri curativi. (Oltreduecento anni prima Paracelso l'aveva chiamata "il segretoprincipe.")

La medicina era a quei tempi cosi poco sviluppata che non si puòneppure affermare che fosse nella sua infanzia. I medicicredevano ancora che le malattie fossero provocate da unosquilibrio fra i quattro umori. Anche se s'incominciava a faredistinzioni più nette fra autentiche affezioni morbose del corpoe malattie immaginarie, come troviamo illustrato dalle intuizionie dalla popolarità delle grandi satire di Molière sulla medicina, imedici possedevano pochi rimedi tecnicamente efficaci per levere malattie corporee. Questo fatto creò una particolareambivalenza nella coscienza medica dell'epoca.

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Da una parte, i medici onesti con una genuina inclinazioneper la scienza riconoscevano la loro impotenzaterapeutica; essi cosi concentravano i loro sforzi sulcompito di far progredire la scienza della medicina,ignorando le esigenze terapeutiche del paziente. Dall'altraparte, medici compassionevoli con un autentico senso dipartecipazione verso la sofferenza umana compreserointuitivamente la falsità dei rimedi del loro tempo: essiconcentrarono cosi i loro sforzi sul compito di aiutare lagente, ignorando le differenze fra retorica e scienza.Tali sforzi furono enormemente incoraggiati dal fatto chele cure dei medici regolari erano di nessun valoreesattamente come quelle dei ciarlatani, ma di solito piùdolorose e pericolose.

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In breve, la persona malata era di solito resa ancor più malata,sempre che non venisse uccisa, dalle purghe e dai salassisomministrati dai medici regolari. Mesmer tolse di mezzo tutte lepratiche nocive dei medici, cosa che rese di colpo i suoi metodiattraenti per una moltitudine di pazienti reali e potenziali. Certo,non era in grado di curare le vere malattie più di quanto potesserofarlo i medici regolari. Ma ciò che egli faceva era almeno piacevole,anziché doloroso per i pazienti.

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L'interesse allora di moda, per il magnetismo e la cura magnetica caddenella mente di Mesmer.

"Come cosi spesso accade a individui lenti di pensiero," scrive MargaretGoldsmith nella sua biografia di Mesmer, "fu un evento esterno a far siche Mesmer ... prendesse sul serio la calamita come mezzo curativo.

Nel 1774 egli apprese che un prete gesuita, Padre Maximilian Hell, unodegli astrologhi di corte di Maria Teresa, otteneva guarigionistraordinarie con la calamita. Padre Hell era passato dalla cura conl'acqua alla cura con le calamite. Con l'aiuto di un tecnico, Hell fabbricavacalamite di diverse forme che collocava sulle parti doloranti o malate delcorpo del paziente. Non risulta che l'associazione medica di Vienna abbiamai sporto querela contro di lui.

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A Hell va il merito di aver suscitato l'interesse di Mesmerper la cura del magnetismo.

"Nell'estate del 1774, un distinto straniero e sua moglievisitavano Vienna," scrive Zweig. "La signora si ammalò, esuo marito chiese all'astronomo Maximilian Hell, dellaCompagnia di Gesù, di preparare una calamita attaall'applicazione alla parte malata."

La cura magnetica ha quindi chiaramente un'originereligiosa. Le principali aggiunte di Mesmer a quantoimparò da Hell furono che egli presentò in chiave medicaquanto in precedenza era una forma religiosa di terapia,e che metaforizzò il significato del magnetismo.

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La paziente guarì rapidamente.Quando Mesmer lo seppe si recò a casa della donna per verificare il fattodi persona. Anch'egli concluse che la paziente era guarita.Da allora Mesmer rimase agganciato alla cura magnetica,All'inizio, Mesmer si servì di calamite per effettuare le sue curemagnetiche.

Potremmo definire questo periodo - quello dal 1774 al 1776 - la fase dellemagnetizzazioni in senso letterale, poiché delle vere e proprie calamitevenivano collocate sui pazienti o agitate su di loro nei cosiddetti "passi."Gli effetti curativi della calamita s'inquadravano perfettamente con lanozione preconcetta di Mesmer di un fluido universale sensibile allamanipolazione magnetica. Eppure, come dotto, Mesmer conosceva leproprietà verificabili delle calamite. Sapeva cosi che la forza dimostrabiledelle calamite in suo possesso si limitava a pochi centimetri.Questo fatto contraddiceva le sue teorie.

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"Egli magnetizzava l'acqua," scrive Zweig, "e poi ordinava ai suoi pazientidi bagnarvisi e di berla; magnetizzava tazze e piatti di porcellana, abiti,letti e specchi, affinché questi oggetti potessero trasferire a loro volta ilfluido”.

"La sua convinzione che lo spazio fosse permeato da un flusso magneticoche, come l'elettricità, potesse essere immagazzinato ed erogatoattraverso condotti portò alla sua invenzione del marchingegno chediventò il suo marchio di fabbrica - il famoso "baquet," un'ampia tinozzadi legno di quercia con dentro file di bottiglie piene d'acqua magnetizzata.Il coperchio era sforacchiato di buchi, da cui fuoriuscivano verghed'acciaio che i pazienti dovevano reggere o applicare alle parti del corpomalate”.

Alla fine, Mesmer creò intorno al suo baquet una sorta di terapia digruppo.

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Man mano che la sua fama di guaritore cresceva, ed egliespandeva il suo USO del termine "magnetismo," Mesmergiunse a rendersi conto che non aveva bisogno di unacalamita per effettuare la sua cura. Avrebbe"magnetizzato" senza calamite. La maggior parte degliautori contemporanei che si occuparono di Mesmerinterpretarono questo fatto come un segno che Mesmeraveva capito che le sue guarigioni non erano dovute allecalamite, ma alla sua influenza personale:un'interpretazione non suffragata dalla minima prova.Sembra molto più probabile e più conforme ai fatti, cheMesmer, a forza di prendere alla lettera la metafora dellacalamita, abbia finito per considerare se stesso come unapotente calamita, giungendo cosi alla conclusione chepoteva fare a meno di servirsi di calamite metalliche.

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Questo importante cambiamento nei metodi di Mesmer -cioè dalla magnetizzazione con le calamite allamagnetizzazione senza di esse - si verificò verso la finedel 1775 e l'inizio del 1776. Esso segnò l'aprirsi del secondoperiodo dell'opera di Mesmer, la fase delle magnetizzazionimetaforiche che durò fino alla sua morte. Durante questoperiodo egli fu sempre respinto come ciarlatano dagliscienziati della sua epoca.

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Esperimenti decisivi dimostrarono che l'immaginazione, aprescindere dal magnetismo, produceva la cura, e che ilmagnetismo in assenza d'immaginazione non produceva nulla.Nel miglior spirito dell'empirismo scientifico, nel trarre le sueorigini dal mesmerismo, la psicoterapia moderna discende daun'accertata mistificazione.

"L'imagination fait tout; le magnétisme nul."Mentre i protagonisti del trattamento mesmerico sostennerofalsamente che era una cura fisica, i suoi oppositori compreserocorrettamente che era una cura psicologica e non ne respinseroil valore come tale.La frode di Mesmer consiste, non nelle sue dichiarazioni di averaiutato certe persone a sentirsi meglio, cosa cheeffettivamente fece, ma nelle sue pretese di aver scopertonuovi fatti e principi di scienza naturale, cosa che non fece.

Franz Anton Mesmer (1734 -1815)

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Johann Christian Heinroth (1773- 1843)Il titolo del testo che rese famoso Johann Christian Heinroth (1773- 1843)

racconta perché è importante citarlo:Trattato sui disturbi della vita mentale, ovvero I disturbi dell'anima

e la loro cura (Lehrbuch der Storungen des Seelenlebens) (1818).La parola tedesca Seele significa in primo luogo "anima."Quindi, la nascita della psichiatria avviene quando lo studio dell'animaumana è trasferito dalla religione alla medicina, quando la "cura delle

anime" diventa il "trattamento delle malattie mentali," e, fatto piùimportante, quando la repressione dell'eretico-folle cessa di competerealla giurisdizione del prete e diventa dominio dello psichiatra.

La distinzione fra malattie corporee e mentali è, come abbiamo visto,di origine platonica e da allora è sempre stata parte del pensierooccidentale. Ma quest'idea non assume la forma moderna, scientifica incui oggi la conosciamo sino alla fine del diciottesimo secolo e l'iniziodel diciannovesimo.

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La definizione fondamentale data da Heinroth della malattiamentale

è quella di perdita di libertà.

"Il concetto di turbe mentali," dichiara, "è oggi completamentedefinito e separato da tutti gli altri concetti.

Il concetto completo di disturbi mentali comprende quello diperdita permanente della libertà o di perdita della ragione, diper se stessa e indipendentemente da altri fattori, anche quandola salute corporea è apparentemente non compromessa, perditache si manifesta come una malattia o come un'affezionemorbosa, e che comprende la sfera del temperamento, dellemalattie dello spirito e della volontà.“

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Ciò che Heinroth intendeva per perdita di libertà èesattamente la stessa cosa che oggi psichiatri e altriintendono per perdita di razionalità, capacità oresponsabilità: la persona "malata," cioè, non sicomporta come dovrebbe, non agisce secondo ilproprio libero arbitrio.

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"Ogni passione," afferma Heinroth, "è realmente unostato di malattia

umana... Le passioni costituiscono un tessuto assaicomplesso dell'anima

umana. Infatti, sono variate come possono esserlol'oggetto di desiderio e di paura e le forme di esistenzae di possesso. Ma tutte hanno in comune il fatto chederubano della pace e della libertà umana l'anima a cuifanno da mezzane... Chiunque sia prigioniero dellapassione è schiavo e infelice”.

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"L'uomo che è reso schiavo dalla passione inganna sestesso sugli oggetti esterni e su se stesso," continuaHeinroth. "Questa illusione, e l'errore che neconsegue, sono chiamati pazzia. La pazzia è unamalattia della ragione ... originata dalle passionidell'anima ... Nella pazzia lo spirito è reso schiavo el'uomo, esattamente come nella passione (entrambeessendo legate indissolubilmente), privo di libertà einfelice."'

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"Se presumiamo," scrive Heinroth introducendoci al problema di ciò che chiama il "concetto del medicodella psiche." "che sia affatto possibile curare i disturbi mentali... si presenta il seguenteinterrogativo.

Dato che è la vita mentale degenerata che dev'essere riportata alla normalità, giacchè è questa lacondizione umana sana che dev'essere ristabilita, questo dovrebbe essere compito del medico? oforse di un sacerdote? o di un fìlosofo? o di un educatore? Ci sono argomenti che parlano a favore diciascuno di questi quattro punti di vista, e ciascuna di queste professioni ha almeno apparentementele carte in regola per prendere possesso di questo compito curativo."

Egli cosi continua, in modo rivelatore: "Dobbiamo chiederci a quale di queste tre professioni (forse anessuna di esse), nel loro significato convenzionale e consueto, vada data questa branca dell'arte edella scienza medica.”Chiamando la cura dei pazzi una branca dell'arte e della scienza medica,Heinroth ha in realtà deciso come classificarla: la "cura delle anime," un termine che egliassiduamente evita, è cosi chiaramente una materia non per il sacerdote, il filosofo o l'educatore, maper il medico. È proprio cosi che Heinroth conclude. Tuttavia, dato che egli sa e ammettecandidamente che c'è poco o nulla nella tradizione medica che permetta al medico di affrontare idisturbi mentali, propone la creazione di una nuova branca della scienza e della pratica mediche,cioè la psichiatria: "Dal momento che parliamo di arte e scienza medica, dovremmo pensare chenessun altro fuorché un medico dovrebbe avere il diritto di fare del disturbo mentale I'oggetto deisuoi studi e della sua cura." È cosi che nasce la pratica della cura mentale come specializzazionemedica.

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“Il medico dell'anima (o psiche)," dichiara Heinroth, "è un vero uomodella ragione. Egli ha superato gli interessi egoistici e cura per motivipuramente umanitari. Considera i suoi pazienti soltanto come personeche soffrono e non in rapporto alla propria personalità."

Heinroth riesce cosi a dissipare una delle più inquietanti differenze fral'operato suo e dei suoi colleghi e quello dei medici comuni, e cioè chementre i medici comuni curavano persone che volevano essere curateper le loro sofferenze, i medici dei pazzi curavano persone che nonvolevano essere curate per le loro sofferenze.

Nello stesso tempo, Heinroth sottolinea qui il distacco dellopsichiatra dalla persona del paziente psichiatrico, unacondizione che ha caratterizzato la psichiatria per tutta la suastoria.

Essendo l'"uomo della ragione" in opposizione all'"uomodell'irrazionalità,“ lo psichiatra deve avere un potere incontrollato sulpaziente.

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In "Medicina psichica politica," dichiara:“E’ dovere dello Stato occuparsi delle persone mentalmente

disturbate ogniqualvolta costituiscano un peso per lacomunità o rappresentino un pericolo pubblico, e lasistemazione, la cura e l'assistenza di tali individui ècompito della polizia." "Poiché lo scopo della casa di curaper pazzi risulta evidente dal nome stesso," scrive, "neconsegue che sarebbe contrario al suo obiettivo ilconnetterla in qualsiasi forma o modo a qualsiasi altro tipod'istituzioni, quali carceri, istituti per la cura degli infermi,riformatori ... Mentre devono essere compiuti tutti glisforzi per avere una sicurezza perfetta, qualsiasiimpressione di un carcere dev'essere evitata."

Un elemento essenziale della cura psichiatrica è qui rivelato nellasua nuda realtà: cioè la repressione mascherata come cura.

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Heinroth raccomanda che il medico del manicomio nonabbia nessun altro incarico: "Il compito del medico dellapsiche è troppo grande, troppo pregnante e troppooneroso per le sue forze, per la sua sollecitudine e le suefacoltà di osservazione per permettere l'esercizio diqualsiasi altra occupazione collaterale. Il medico in unospedale psichiatrico deve dedicarsi esclusivamenteall'ospedale e alla sua arte; la pratica esterna e hobbies ascopo di distrazione non devono essere tollerati." QuiHeinroth prevede, ed anzi pretende, che, come schiavo epadrone, paziente e psichiatra si uniscano in un abbraccioreciprocamente limitante.

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Zilboorg riconosce Heinroth come uno dei fondatori dellapsichiatria moderna e attribuisce il suo uso di termini religiosialla presunta non-esistenza nella lingua tedesca del suo tempodi altri termini adatti allo scopo.

Alexander e Selesnick attribuiscono a Heinroth un merito ancoramaggiore: quello non solo di fondatore della modernapsichiatria, ma anche di "antesignano della psicanalisi."

"Egli esprime," scrissero, "in una terminologia religioso-moralisticail concetto centrale della psichiatria moderna, quello delconflitto interiore. Se Heinroth avesse usato la modernaespressione "senso di colpa" per peccato, sarebbe statoriconosciuto più facilmente come precursore della psicanalisi ...Espressa in termini moderni, la fonte dei disturbi mentali è ilconflitto fra gli impulsi inaccettabili (l'Es) e la coscienza (ilSuper-io)."

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Ellenberger è ancora più elogiativo. Dopo aver descrittole idee di Heinroth in fatto di psicopatologia, lo elogiacome psicoterapeuta perchè egli "descrive in mododettagliato e pratico i vari trattamenti che dovrebberoessere somministrati ai pazienti eccitati e depressi,nonché a qualsiasi genere di pazienti.

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Le audaci concezioni di Mesmer si diffusero, verso il 1840,attraverso gli scritti del chirurgo inglese James Braid (1795 –1860) . Quando Liébeault (1823 – 1904) trasforma il suoumile ambulatorio rurale nel centro di ricerca sull’ipnosipiù importante del mondo, la nuova tecnica, che venti anniprima aveva ricevuto nome e sostegno, viene usata allostesso tempo come strumento di ricerca e di cura; Liébeaultla usò per mostrare “l’influenza del morale sul corpo” ecurare l’ammalato; ed è tale l’importanza del suo lavoroche molti studiosi sostengono che la psicoterapiascientifica ha avuto inizio a Nancy.

Ambroise August Liébeault (1823 – 1904)

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Non è proprio così: il trattamento ipnotico che Liébeaultapplica è personale e diretto, cioè si rivolge al paziente; magli manca ancora qualcosa per essere psicoterapia:l’ammalato subisce l’influenza terapeutica del medico in unatteggiamento di totale passività. Il trattamento diLièbeault è personale, non interpersonale.

Ambroise August Liébeault (1823 – 1904)

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Sarà merito di Freud portare la psicoterapia a livelloscientifico con l’introduzione della psicoanalisi: trattamentorivolto alla psiche in un ambito di relazione interpersonalecon il sostegno di una teoria scientifica della personalità.

Metodo: la psicoterapia si rivolge alla psiche attraverso la comunicazione.

Strumento: la parola ( o meglio il linguaggio verbale e preverbale) che è “farmaco” e allo stesso tempo messaggio.

Cornice: la relazione interpersonale medico-paziente.

Finalità: curare.

I PRECURSORI DELLA PSICOTERAPIA

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Grazie per l’attenzione

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