120 dicembre 09 - Parrocchia di Torre Boldone

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comunità PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE DELLA PARROCCHIA DI SAN MARTINOVESCOVO PENTECOSTE Spirito di Dio, fa’ della tua Chiesa un roveto che arde d’amore per gli ultimi. Alimentane il fuoco col tuo olio, perché l'olio brucia anche. Da’ alla tua Chiesa tenerezza e coraggio. Lacrime e sorrisi. Rendila spiaggia dolcissima per chi è solo e triste e povero. Ungi teneramente le sue membra con le fragranze del tuo profumo e con l'olio di letizia. (Tonino Bello) maggio 2013 Santa Maria, vergine del mattino, donaci la gioia di intuire, pur tra le tante foschie dell'aurora, le speranze del giorno nuovo. Dai alle nostre voci la cadenza dell’alleluja. Aiutaci a comprendere che additare le gemme che spuntano sui rami vale più che piangere sulle foglie che cadono. E infondici la sicurezza di chi già vede l'oriente incendiarsi ai primi raggi del sole. Maria, vergine del mattino (T. Longaretti - Maternità)

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comunità

PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE DELLA PARROCCHIA DI SAN MARTINOVESCOVO

PENTECOSTE

Spirito di Dio,fa’ della tua Chiesaun roveto che arde

d’amore per gli ultimi.Alimentane il fuoco

col tuo olio,perché l'oliobrucia anche.

Da’ alla tua Chiesatenerezza e coraggio.

Lacrime e sorrisi.Rendila spiaggia

dolcissimaper chi è solo

e triste e povero.Ungi teneramente

le sue membracon le fragranzedel tuo profumo

e con l'olio di letizia.(Tonino Bello)

maggio 2013

Santa Maria, vergine del mattino,donaci la gioia di intuire,pur tra le tante foschie dell'aurora,le speranze del giorno nuovo.Dai alle nostre voci la cadenza dell’alleluja.

Aiutaci a comprendereche additare le gemme che spuntano sui ramivale più che piangere sulle foglie che cadono.E infondici la sicurezza di chi già vede l'orienteincendiarsi ai primi raggi del sole.

Maria, vergine del mattino(T. Longaretti - Maternità)

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di nuovo verrà nella gloria, per giudi-care i vivi e i morti”.Verrà di nuovo,quindi Gesù tornerà davvero sulla terra,tra gli uomini suoi fratelli, alla fine dei

tempi umani, per dare inizio a quelli celesti.L’unica cosa certa che sappiamo è che Gesù verrà al-

la fine del mondo, cioè quando tutto quello che noi co-nosciamo, in cui viviamo, avrà fine. La fine, dice l’A-pocalisse, sarà preceduta da molti segni, che dovremocercare di interpretare. E accade spesso di sentire o dileggere che in questi nostri tempi complessi e difficilipare di scorgere alcuni di questi segni.Il senso della fine definitiva, almeno a livello umano,

appartiene alla cultura cristiana – e non solo – da sem-pre. Tutti siamo consci che a un certo punto il mondocome lo conosciamo noifinirà.Gli scienziati parlano

di implosioni, di stelleche muoiono, di buchi ne-ri. Molti di noi pensanoche gli uomini stessi stan-no mettendoci parecchioimpegno, per accelerarela fine del mondo, con leloro scelte che non com-prendono il rispetto perciò che li circonda.Le tradizioni orali dalle

nostre parti dicevano chea un certo punto sulla ter-ra ci sarà solo e semprebuio, e pian piano tutto etutti moriranno. La nonnada bambine ci mostrava lacandela appesa per lostoppino a un chiodo, sulmuro proprio sopra il co-modino: “solo chi avrà incasa la candela benedettadella Candelora, potrà ve-

dere, in quel buio totale”. E a noi, che chiedevano dovesi sarebbe potuti andare, con quella candelina, se tuttostava morendo, rispondeva con aria di sufficienza: “inchiesa, dove, se no? E lì ci sarà Gesù che dirà se dob-biamo andare all’inferno o se ci porta in Paradiso conlui”. Catechesi spicciola? Tradizioni mischiate a un belpo’di semplicità? Certo, ma anche la consapevolezza diuna fine e di un giudizio certi, da non mettere in di-scussione, da tenere in conto ogni giorno della nostravita.Gli uomini hanno sempre cercato di prevedere il mo-

mento della fine: l’esempio più classico è quello del-l’anno 1000, dopo il quale non ci sarebbe più stato tem-po. Ma perfino ilVangelo non ci dà nessun indizio: Pao-lo rimprovera chi vuol smettere di lavorare, perché la fi-

ne è vicina, mentre Gesùstesso dice di non esserein grado, in quanto uomo,di dare una data, e cichiede di vigilare, perchénon possiamo prevederequando tornerà.Dopo la fine del mon-

do, il giudizio. La parola“giudizio” in greco si tra-duce con “crisi”. Così,dal momento in cui Gesùè risalito in cielo a quelloin cui lo vedremo tornarenella gloria, noi abbiamodovuto imparare – dob-biamo ancora imparare –a vivere prove e crisi, chesono parte della vita diogni uomo e donna.Sapendo bene che “nel

punto estremo di tutte leprove, di tutte le sofferen-ze e le lotte della nostrastoria, c’è Gesù. Alla fine,oltre la nostra storia, lui

� Rubrica a cura di Rosella Ferrari

VERRA’A GIUDICARE

Questa rubrica si inserisce nel quadro delle iniziative proposte dalla nostra Parrocchia nell’anno chePapa Benedetto XVI ha voluto dedicare alla Fede. Intende quindi, nella luce di alcune opere d’arte, aiu-tare a riflettere sulle verità della nostra fede e sul perché del nostro credere.

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sarà là per mettere alla prova ogni cosa nel confrontocon la sua assoluta verità; alla sua presenza tutto e tut-ti saranno alla fine rivelati per ciò che sono e troveran-no il loro giusto posto”. (R. Williams)Ancora oggi, noi sembriamo preoccuparci più della

fine del mondo e molto meno della questione del Giu-dizio, che dovrebbe interessarci – preoccuparci – un po’di più. Perché siamo certi che il giudizio finale avverrà,anche se noi non possiamo sapere quando. Di conse-guenza, “dobbiamo imparare a vivere ora, immediata-mente, alla luce della verità di Cristo (…) e fare ciò cheè bene: prenderci cura degli altri, costruire la pace, so-prattutto avere cura del nostro ambiente”.Se un tempo la Chiesa ha usato il Giudizio finale per

guidare le scelte dei cristiani (se segui le leggi di Dio sa-rai salvo, altrimenti sarai perduto), oggi ci ricorda so-prattutto le parole di Gesù: “non giudicare, per non es-sere giudicato”. Che vuol dire che nessuno può arro-garsi il diritto di prevedere il giudizio del Signore su unapersona, perché solo Dio può guardare nel cuore degliuomini, di ogni uomo. E insieme ci ricorda che “dob-biamo vivere nella luce della fine, non in modo triste etimoroso, ma cercando di condurre incessantementenoi stessi fuori dalle ombre in cui ci nascondiamo aDio, a noi stessi e gli uni agli altri. E quando leggiamola Bibbia e celebriamo i Sacramenti, ciò che facciamoè un continuo venir fuori dalle ombre, un tornare dovevive la verità, dove vive Gesù”.Anche con le parabole Gesù ci ha invitato, più volte,

ad essere vigilanti: le lampade mantenute accese con at-tenzione e amore da parte delle vergini sagge, come lecandele delle nonne di un tempo, sono il segno dell’at-tenzione sempre vigile ad operare scelte buone, a misu-rare le nostre azioni di ogni giorno col metro del Van-gelo, a lastricare la nostra strada non di intenzioni, madi azioni belle e buone. Così, quando alla fine della stra-da, avremo la gioia di rivedere Gesù, nella sua gloria,potremo aprirgli il cuore e raggiungerlo.

* * *Tra gli straordinari affreschi che adornano le pareti

dell’Aula della Curia di Bergamo troviamo questa im-magine inconsueta, dipinta da uno sconosciuto fre-scante trecentesco a conclusione del ciclo sulla storiadella salvezza.L’immagine richiama fortemente l’Apocalisse di

Giovanni, che descrive “Uno simile a un figlio di uomo(…) dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppiotaglio e il suo volto assomigliava al sole quando splen-de in tutta la sua forza”. Egli incarica Giovanni di scri-vere a tutte le Chiese del tempo, riportando le paroleindicate per ciascuna di esse. Parole che provano unaprofonda conoscenza delle caratteristiche di ciascunaChiesa, ma anche l’invito a migliorarsi, prima del giu-dizio.Il frescante, dopo aver dipinto il Cristo trionfante, ci

mostra il Cristo giudice, che stringe tra i denti la spadadel giudizio. Entrambi sono inseriti nell’immagine del-

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COMUNITÀTORRE BOLDONE

Redazione: Parrocchia di S. Martino vescovopiazza della Chiesa, 2 - 24020 Torre Boldone (BG)

Conto Corrente Postale: 16345241Direttore responsabile: Paolo Aresi

Autoriz. Tribunale di Bergamo, n. 34 del 10 ottobre 1998Composizione e stampa: Quadrifolio-Signum SpAvia Emilia, 17 - 24052 Azzano San Paolo (Bergamo)

TELEFONI UTILIUfficio parrocchiale 035 34 04 46“...ti ascolto” 334 3244798don Leone Lussana, parroco 035 34 00 26don Giuseppe Castellani 035 34 23 11don Angelo Scotti, oratorio 035 34 10 50don Angelo Ferrari 035 34 32 90

Informazioni: www.parrocchiaditorreboldone.it

Di questo numero si sono stampate 1.900 copie.

la mandorla, che richiama la perfezione delle due natu-re di Gesù: quella umana e quella divina; e la mandor-la (secondo la simbologia tradizionale) è normalmentecomposta dai colori dell’arcobaleno, a simboleggiarela pienezza del patto tra Dio e il suo popolo. Gesù sie-de su un arcobaleno a tre colori: l’azzurro, che richia-ma il diluvio; il rosso la fine del mondo; il verde la nuo-va terra: sono i colori del giudizio.Rispetto al Cristo in gloria – vestito con una tunica

rosso sangue che lo riveste completamente – qui Gesùsembra aver abbassato un pezzo della tunica per sco-prire il fianco, da cui sgorga a zampillo il sangue mistoad acqua, mentre dalle ferite provocate dai chiodi sgor-ga copioso sangue puro.La chiave di lettura di questo affresco sta proprio nel

sangue che sgorga.Gesù qui è il giudice, il giudice severo e giusto, che

in base alla vita e alla fede di ciascuno lo destinerà perl’eternità alla gioia o al dolore.Ma la severità è mitigata dalle sue stesse piaghe. Pa-

re che Gesù ci stia dicendo: “sono tornato per giudi-care ciascuno di voi, ma il mio giudizio non può chepassare attraverso la Passione che ho subito per cia-scuno di voi, attraverso la misericordia del Padre e l’a-more dello Spirito”.Così, da immagine capace di ispirare terrore, questa

raffigurazione si trasforma in un’immagine di speran-za e di stimolo per una vita più aderente al Vangelo.A fianco di Gesù – appena visibili nella foto – ci sia-

mo noi. In due specie di grandi cassette si scorgono leanime dei defunti, che guardano adoranti Gesù in atte-sa del giudizio: chi viene salvato sarà condotto dagliangeli nel Paradiso, gli altri saranno invece precipitatinell’inferno della mancanza di Dio.Lo sguardo intenso di questo Cristo antico, dai tratti

ancora bizantini, è però capace di trasmetterci la sere-nità e l’invito accorato e amoroso ad una vita che ciconsenta, dopo il Giudizio, una vita piena e felice. Perl’eternità.

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VVIITTAA DDII CCOOMMUUNNIITTAA’’CCoorrppuuss DDoommiinniiGiovedì 30 maggio – Giornata di adorazione eucaristica– alle ore 20,45: processione verso l’Oratorio attorno al fuoco: preghiera e benedizione

Domenica 2 giugno – ore 10: s. Messa solenne con il Coro parrocchiale– ore 17: adorazione eucaristicapreghiera del Vespro e benedizione

CCoonnssiigglliioo ppaassttoorraalleeMercoledì 12 giugno alle ore 20,45 al s. Margherita

– Definizione del progetto pastorale per il prossimo anno

FFeessttaa ddeell SSaaccrroo CCuuoorreeVenerdì 7 giugno – ore 16,30: tempo di adorazionepreghiera del Vespro e benedizione

– ore 20,30: s. Messa e adorazionechiesa dell’Ist. Palazzolo in Imotorre

GGiioorrnnaattaa iinn mmoonnaasstteerrooSabato 15 pomeriggioe domenica 16 giugno– Centro Oreb - s. Maria dell’Arco Calino (Brescia)

– Iscrizione in ufficio parrocchiale o in sagrestia

AAnnnniivveerrssaarrii ssaacceerrddoottaalliiDomenica 23 giugno alle ore 10

– S. Messa per il 25° di don Angelo Ferrari– Padre Piero Lazzarini ricorda il 50° attendiamo il suo ritorno dalla Missione

PPeelllleeggrriinnaaggggiioo aa RRoommaada domenica 6 a mercoledì 9 ottobre– quota di partecipazione: intorno ai 400 euro– iscrizione entro il 30 giugno in ufficio parrocchiale con 100 euro di anticipo

OOrraarriioo eessttiivvoo ddeellllee SSss.. MMeessssee

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da domenica 9 giugno– la domenica e giorni festivi si celebra alle ore 7-8,30-10-11,30-18,30 • ore 9,30 alla chiesa di Imotorre (la festiva del sabato alle ore 18,30)

– nei giorni feriali si celebra alle ore 7,30 e alle ore 17– il martedì alle ore 20,45 si celebra al cimitero– il giovedì alle ore 20,45 si celebra alternativamentealla chiese della Ronchella e di s. Martino vecchio

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lcune espres-sioni di PapaFrancesco so-no di una im-

mediatezza tale che ti ven-gono rimandate pari paridalla gente semplice e per-fino dai ragazzi. Si raccol-gono dal cuore di coloroche sanno ascoltare conspirito aperto, con quell’a-scolto che Gesù rileva inchi lo segue con fiducia: lemie pecore ascoltano lamia voce. Tra queste èrestata impressa la fraseche chiede ai pastori di essere impregnati dell’odo-re delle pecore. Che sa di condivisione quotidiana,come ci può rammentare la vita di quei pastori chea volte capita ancora di incontrare nelle nostre vallie nella transumanza svolta secondo ritmi e regoleantiche. Dove per ‘pastore’ si intende anzitutto chiè preposto alla comunità, come vescovo o presbite-ro, ma anche, come ci ricordava alla cresima ilvescovo Tonucci, tutti coloro che condividono neivari ministeri e servizi la missione della Chiesa. E avoler tirare la corda fino in fondo: tutti i cristianinella misura in cui hanno a cuore e si prendono curaa vario titolo dei fratelli, nelle case e nella comunitàdegli uomini. Incarnando il senso vero della custo-dia, che ancora Papa Francesco ribadisce richia-mando una delle prime pagine bibliche: Dio posel’uomo nel giardino (del mondo) perché lo custo-disse e lo coltivasse.Giardino non semplicementefloreale, ma abitato dagli uomini. E quindi ambitodi una custodia amorosa e reciproca, consapevole eoperosa, che non rischia la rivoltante domanda, tri-stemente fiorita sulla bocca di uno dei primi uomi-ni ma che può trapelare anche in noi: sono forse io ilcustode di mio fratello?L’odore delle pecore, dell’umanità accostata

con tenerezza e abbracciata con misericordia, cu-rata nelle ferite e accompagnata nelle sue speran-ze, dentro il sentiero del vivere.Con l’accortezza di ricordare, noi cristiani, che

ci si lascerà impregnare dall’odore dell’umanitàsolo se saremo impregnati dal profumo di GesùCristo, primogenito e salvatore dell’umanità. Pernon rischiare, stando all’immagine evangelica, diassumere tratti da mercenario, più che da pastore,anche con le migliori intenzioni e nei gesti di de-dizione. Mercenari e non pastori, che si sentonopadroni più che servi, che si forgiano un cuore dipietra più che di carne, che vigilano con occhiocattivo più che indulgente, che assumono meriti esoddisfazioni più che donare in gratuità e condi-

visione. Perché al merce-nario poco importa dellepecore. Ecco perché Gesùsi propone come buon Pa-store, anzi bel Pastore, sul-la cui trama tessere anchela nostra chiamata al servi-zio, alla cura e alla custo-dia. Preti e laici, ciascunoper parte sua.Il profumo del Signore

Risorto, il bonus odor Ch-risti, è portato da quel ven-to che è lo Spirito, ben si-gnificato nei sacramentidel Battesimo e della Cre-

sima dall’olio, misto con balsamo come ci inse-gnavano al catechismo. Che sigilla in noi l’appar-tenenza a Gesù Cristo e in Lui a tutto il suo Cor-po che è la Chiesa, che è l’umanità intera. E cheimprime il carattere come imparavamo sempre alcatechismo, senza comprendere forse la bellezzadi significato. Forse il profumo di Cristo e l’odo-re delle pecore ce lo rendono più comprensibilequesto ‘carattere’, che è appunto il sigillo dellaappartenenza, libera e consapevole, al Pastore cheguida a pascoli buoni e quindi anche al gregge, ilsigillo della solidarietà costruttiva oltre ogni indi-vidualismo libertario e autoreferenziale. Solida-rietà, sostanziata di cristiana caritas, che invita adandare alla periferia e agli angoli del vivere dovesi coglie il grido della fame materiale e spirituale,dove non si può mettere a tacere la voce silenzio-sa della povertà, dove si fa opprimente lo smarri-mento del non senso, dove emerge l’urgenza del-la giustizia. Sempre ricordando, come i cristiani sono chia-

mati a fare ogni domenica nel memoriale sacra-mentale della Pasqua, la ragione e la radice di que-sta missione che profuma e odora ad un tempo: ilmistero della Croce, per cui il Papa consiglia: fa-re un pochettino quello che ha fatto Lui quel gior-no della sua morte in croce.E’ il consiglio che dà valore e corpo ad ogni vo-

cazione nelle case e nella società; è il consiglioche dà motivazione e stile ad ogni ministero e adogni gesto pastorale nella chiesa.La Pasqua, che ci ha profumati dalla testa ai pie-

di, ci ha messo tra le mani la fragranza della vitanuova, quella stessa di Cristo, unico salvatore ditutto l’uomo e di tutti gli uomini. Adesso tocca anoi viverne la missione, convinti che la verità cri-stiana è attraente e persuasiva, rispondente al bi-sogno profondo dell’esistenza umana.

don Leone, parroco

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ODORI E PROFUMIA

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a prossima festa del Corpus Dominicelebra quanto Gesù ha consegnato allasua Chiesa nell’ultima cena con i suoiapostoli, affidando se stesso come Pane

spezzato in fraternità, memoriale perenne della suaPassione, Morte e Risurrezione. Con la garanzia:chi mangia questo Pane ha la vita eterna. I cristia-ni si riuniscono ogni domenica nel banchetto euca-ristico, facendo proprio il comando di Gesù: fatequesto in memoria di me! E sanno di non poternefare a meno, per dare nutrimento alla fede e allasperanza, per tener viva la certezza della vita vera ecompiuta e per esprimere e rafforzare il senso dicomunità. E la Chiesa non ha mai lasciato mancareil Pane Eucaristico neppure a coloro che per malat-tia o età avanzata non possono partecipare diretta-mente alla santa Messa e quindi alla s. Comunione. I preti, ma sempre nel corso dei secoli anchedei laici (tutti potranno ricordare s. Tarcisio) hanno portato di persona questo pane nelle case.Oggi ancora ministri con il mandato del Vescovo svolgono questo compito. La nostra parrocchiaconta attualmente 6 di queste persone, che affiancano i preti nel portare la s. Comunione, didomenica o in altro giorno opportuno, a una trentina di ammalati o anziani che ne hanno fattorichiesta. E’ chiaro, vista la conformazione del nostro paese, che molti altri potrebbero coglierel’occasione per ricevere il Signore Gesù nel segno sacramentale dell’Eucarestia. Come è chiaroche i familiari potrebbero farsi interpreti di questo dono offerto e portato di persona da incarica-ti della comunità. Non ci si lascia mancare il necessario nutrimento per il corpo; altrettantoimportante è sostenere la vita spirituale. E se la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio sono giànutrimento sempre possibile, di certo quello più sostanzioso è la santa Eucarestia. La Mensa èimbandita, coloro che spezzano il Pane non mancano: non dite che manca la fame! Sarebbe ilguaio più grande, per sani e ammalati.

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aperto ormai da qualche mese l’Angolo dell’Ascol-to, nello stabile vicino alla Chiesa di s. Martino vec-chio. Un gruppo di volontarie è disponibile ognimartedì mattina, dalle ore 9,30 alle ore 11,30, per

accogliere, ascoltare, conversare con persone che desideranoqualche momento di compagnia e di dialogo. O che hanno ilpiacere di raccontarsi o raccogliere qualche buon consiglio.Tutti possono ‘sedersi’ a questo familiare angolo, in particolarepersone anziane o sole o che desiderano confrontarsi su qual-che aspetto del vivere. Condividendo anche una buona tazza dicaffè o di thè, che è compresa nella gratuità del servizio e dellabuona cera. Il tutto con la necessaria riservatezza e con ampialibertà.

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PORTARE IL PANE DI PERSONA

L’ANGOLO DELL’ASCOLTO

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n un tiepido pomeriggio di maggio, tuttii coordinatori dei gruppi della Parroc-chia, sono stati convocati da don Leoneper l’ormai consueto incontro di fine an-

no pastorale. Questa volta però in forma residenzia-le nella casa dei Padri Dehoniani ad Albino. Il parro-co, dopo aver presentato il breve percorso, che si di-stende dalle ore 16 alle ore 22, e le ragioni della con-vocazione, dà la parola a don Davide Rota, Superio-re del Patronato San Vincenzo, a cui aveva fornito al-cune note sulle quali svolgere opportune riflessioni.Dalla parola avvincente e puntuale di don Davidesiamo stati sollecitati a rimettere in discussione il no-stro impegno, le nostre scelte, le motivazioni del no-stro agire all’interno della Comunità e lo stile colquale ci mettiamo a serviziodella Chiesa locale.Fin da subito ci ha invitato

a rivisitare i motivi del nostroimpegno nella Comunità: at-tenti a non piegarsi all’abitu-dine, a non dare tutto perscontato, ma sempre alla ri-scoperta del senso per cuioperiamo. Con lo sguardo so-prattutto a Chi ce lo fa fare,cioè a Colui che salva, a Co-lui che è la fonte del nostroagire e che, attraverso la pre-ghiera, ci dà la forza e il co-raggio di andare avanti anchenei momenti difficili: GesùSalvatore. Per ciascuno dinoi e per la sua Chiesa c’è undisegno, un progetto di Dioche Lui riuscirà certamente arealizzare (Efesini 3,10).Attraverso alcuni punti su

cui riflettere siamo chiamatia rivedere e ripercorrere il nostro cammino: ciascunodi noi fa parte del progetto di Dio ed è un privilegiolavorare per Lui. Questo progetto è opera sua e nonnostra. E’ un progetto misterioso ma non nascostoperché in Gesù ci è rivelato. Il progetto ricapitola tut-to e tutti in Gesù, nulla andrà perduto. Dio si è impe-gnato con noi e noi dobbiamo impegnarci con Lui. LaChiesa è Corpo di Cristo, obbedire alla Chiesa è ob-bedire a Cristo. La Chiesa è sua, ma Lui ce la affida.Chiamati a vivere come Cristo fino alla croce, fino amorire noi e le nostre opere. Gesù nell’ultima cenacompie il gesto di lavare i piedi ai suoi discepoli: lostile del servizio è quello da imitare. Dovrebbe essere

un privilegio poter servire la Chiesa e i fratelli conumiltà, pazienza, sopportazione, lotta continua al-l’orgoglio, spirito di solidarietà, corresponsabilità,ascolto, capacità di interazione… Imparare dal Si-gnore ad accogliere gli altri facendo loro spazio, riti-randoci per poi aprirci alla novità.E… come se non bastasse tutto questo per metter-

ci in discussione, le ultime parole di don Davide cihanno invitato ad analizzare il brano evangelico del-le nozze di Cana dove spicca la figura di Maria chelui definisce esempio per ciascun coordinatore. Co-me Lei il coordinatore deve accorgersi, avere l’oc-chio attento e saper discernere. Come Lei si devepreoccupare che le cose vadano bene e con silenzioe discrezione intervenire. Come Lei si deve rivolgere

alla persona giusta per risol-vere le cose. Come Lei sug-gerisce cosa fare per il benedel gruppo, perché come aCana la festa non abbia fine.A noi ora il compito di ri-

pensare a queste profondesollecitazioni perché ci aiu-tino a ricordare che siamovolto della Comunità, tra-sparenza del volto di Cristo.Questo ci impegna ad esseresuoi testimoni credibili. Il pomeriggio è prosegui-

to con l’incontro dei variambiti di animazione e diservizio, nei quali i respon-sabili dei vari gruppi hannoraccolto valutazioni, consi-derazioni e proposte. Un belraccontarsi, amichevole eappassionato, che è conflui-to poi nell’assemblea contutti i presenti. Qui, dopo le

relazioni dei vari ambiti, i sacerdoti presenti (donLeone nel frattempo era rientrato in parrocchia percelebrare la Cresima degli adulti) hanno presentatoalcuni motivi del prossimo anno pastorale: l’ultimopercorso dell’Anno della fede, la celebrazione del150° della consacrazione della chiesa parrocchiale,la formazione e catechesi degli adulti secondo lascelta pastorale del Vescovo.Dopo la cena, pure momento sereno di conversa-

zione e di conoscenza, il Superiore dei Padri Deho-niani, ci ha suggerito un pensiero di meditazione e ciha salutato la benedizione del Signore.

Manuela M.

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COORDINATORI DI AMBITI E GRUPPI

UNITA’ E SINTONIA NEL SERVIZIO

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ualche tempo fa ri-scosse attenzioneun articolo del no-stro notiziario, chefaceva parte della

“serie” dedicata ai santi: parla-va dei santi della nostra terra.Ricordo la sorpresa di moltiche ammettevano di non cono-scerne molti, addirittura di nonaverne mai sentito parlare.Forse proprio a loro, e a tuttinoi che abbiamo sempre desi-derio di scoprire “cose” nuovesulla nostra terra, può esserededicato il volume appenauscito, che si chiama “Santi,Beati e Servi di Dio della terrabergamasca”. Con un poco di riconoscen-

te orgoglio, dovuto al fatto chel’autore, Luciano Tintori, è unnostro compaesano, ammiria-mo il lungo lavoro di ricerca, lapassione, il tempo dedicato aquesta opera, che ci consenteoggi di conoscere tutti i berga-maschi testimoni efficaci e ge-nerosi della fede. E poiché tutti conosciamo

Luciano soprattutto per la suapassione per le “immaginette”,che spesso abbiamo potutoammirare nelle mostre allesti-te negli anni scorsi, possiamocapire perché, nel volume,ogni santo sia presentato, oltreche con le notizie biografiche,proprio con un’immaginettache lo raffigura.Un grosso passo avanti – e

un’occasione preziosa – sepensiamo agli stendardi di me-tallo che elencano tutti i nostrisanti e che possiamo vedere incattedrale, nella cappella pri-ma dedicata a San Vincenzo eora a Papa Giovanni XXIII. Ora possiamo prendere in

mano questo volume e, dopo lasorpresa iniziale dovuta allaquantità di Santi che la nostra

terra ha potuto regalare allaChiesa, cominciare a cono-scerli uno per uno, ritrovandodevozioni che ci appartengo-no, altre che conoscevamo mamagari avevamo un po’ messoda parte, ma anche alcune“facce nuove”, con le loro sto-rie e le loro vite edificanti. Per aiutarci nella conoscenza

dei “nostri” testimoni di fede,Luciano ha pensato di presentar-celi come solo lui sa fare, attra-verso i pezzi preziosi della suacollezione di “santini”, chepotremo ammirare nel salone delCentro Parrocchiale “S. Mar-gherita” dal 17 al 26 maggio.Sarà, come sempre, un’oc-

casione preziosa per conoscerepersonaggi davvero importantidella nostra terra e, insieme,per ammirare ancora una voltai “santini” che sono stati com-pagni della nostra crescita reli-giosa (chi, tra quelli dell’età dimezzo, non ne ha ricevuto inregalo almeno uno, per aver ri-sposto esattamente alle do-mande sul catechismo?) e cherivestono, oggi come ieri, unfascino senza tempo. Dopo la canonizzazione di

Gianna Beretta Molla, avvenu-ta nel 2004, la chiesa di Berga-mo è pronta a festeggiare, congratitudine e orgoglio, la pros-sima beatificazione di fra’Tommaso da Olera, che av-verrà nella nostra Cattedrale ilprossimo 21 settembre. Il lavo-ro di Luciano Tintori ci con-sente di avvicinarci a questoappuntamento importante conuna consapevolezza diversa:quella di chi sa bene che Fra’Tommaso si aggiunge ad unalunga schiera di santi e beatiche ci fanno da guida sullastrada verso la santità. E bensapendo che dopo di lui c’è an-cora posto. (r.f.)

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Mostra di “santini” della collezione diLuciano Tintori

e presentazione del volume(che sarà possibile acquistare)

Inaugurazionevenerdì 17 maggio ore 16.30

la mostra è aperta dal 17 al 26 maggio

Centro Pastorale “S. Margherita”

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UN LIBRO E UNA MOSTRA

SANTI DI CASA NOSTRA

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n notabene di varia umanità e dintor-ni, come è nello spirito di questa ru-brica, che raccoglie motivi d’angolo,ma non necessariamente secondari.

Stavolta ci dedichiamo all’arte del complicare lavita, oltretutto da parte di chi è pagato per stu-diare e proporre semplificazioni.Leggiamo spesso dell’invadenza delle lingue

straniere dentro il parlare e lo scrivere nostrano.Nessuno ce l’ha ovviamente con le espressionitecniche per campi specifici, di valenza ormai in-ternazionale. E neppure si vuol tornare a forme diautarchia linguistica che hanno generato ridico-laggini nello stesso vocabolario italiano. Così co-me siamo invitati a conoscere il più possibile al-tre lingue, visto il mondoglobalizzato. Ma c’è un limite per

doveroso rispetto di per-sone e di dizionario, so-prattutto quando si im-pongono parole stranie-re in ambienti pubblici,dove tutti hanno diritto dicapire, e bene, sia chi èacculturato a livello ele-mentare sia chi è assurtoai fasti dell’università. Apari merito e con pari di-gnità. Metti un amico dialta montagna o dellabassa pianura o del vicolo di città che non fre-quenta normalmente l’autostrada. Il giorno che,arriva al casello tra un mare di auto che già met-te i brividi, e districandosi tra le varie uscite a ba-se di viacard e telepass trova un cash, nudo e cru-do, che lo rattrappisce sul sedile. Cash? Non ha il tempo per le ricerche e quindi sfoglia

velocemente il vocabolario quotidiano ma trovasolo similitudini strane se non volgari. Dovrà fer-marsi a rallentare i battiti del cuore e asciugarsi ilsudore, appena oltre la barriera, poveretto! Piùtardi concorderà con gli amici del bar che si po-teva scrivere contanti, soldi, moneta e quant’altro,bello e comprensibile anche a s. Antonio abban-donato. Che cash! Al negozio poi la questione siraddoppia con un micidiale cash & carry e al-lora uno si augura di avere l’orto e le galline peressere autosufficiente e non dover fare la figuradel retrogrado informandosi da chi si dà l’aria delsaputo.

NOTA BENE

PPRREEPPOOSSTTII AALLLLAA CCOOMMPPLLIICCAAZZIIOONNEECosì metti il malcapitato che al posteggio si tro-

va appioppata una multa, e pure salata, per avermesso l’auto là dove sta scritto car-pooling.Qui l’e-nigma è anche più oscuro. Una persona più chenormale potrebbe pensare che forse gli stanno rac-comandando, con quel car-pooling, di tener pulital’auto o gli vogliono ricordare che di questi tempianche il pollo è caro, non solo la carne di man-zo… ma come sono gentili in città! E poi siamo alposteggio di fronte a l’Eco di Bergamo, avrannoavuto da lì l’informazione, di certo! Esempi di gra-tuita complicazione che fanno il pari, in altro set-tore, con la segnaletica stradale. Adatta, se tuttova bene, a indicare la strada a coloro che già laconoscono. Ma un siciliano o un tedesco che arri-

va a Bergamo su qualecarta stradale trova Pon-teranica per sapere la viache porta a s. Pellegrinoo a Lizzola? E se vuol an-dare a Clusone o a Schil-pario dovrà accontentar-si della pur importantecittà di Alzano, a fondo-valle, che comunque diffi-cilmente lo orienta lungotutta la val Seriana. E aproposito di Valli: il pu-gliese o sardo che giun-ga da noi è obbligato asapere di valle Bremba-

na o di Valle Seriana? Come a dire che una map-pa stradale parla di valli e non di paesi e di città,come ognuno va cercando. E poi, per dirla fino infondo: l’indicazione alle valli, che campeggia incirconvallazione e che appunto vorrebbe orienta-re alle valli Seriana e Brembana, perché mai nonpotrebbe riferirsi alla valle Cavallina o alla valle s.Martino e quindi sviare l’ignaro automobilista stra-niero o di altra regione italiana. Giungendo nelcuore della notte, con simile segnaletica e nessunapossibilità di informarsi, il detto automobilista do-vrà aspettare fino al mattino per andare in provin-cia o all’Anas, settore viabilità, a trovare giustainformazione. E ringraziare del bel servizio, pun-tuale e preciso. Frutto di studi prolungati e di sti-pendi adeguati, ovviamente. Minuzie, direte. Mala vita è in buona parte fatta di minuzie e almenoquelle potrebbero avere la targa della semplicità.Alla prossima: su posteggi ospedalieri e mungitu-ra di portafogli. (dielle)

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APRILE

� La sera di martedì 16 si riunisce il Consiglio pastorale.Si svolge un interessante dialogo sul momento che laChiesa sta vivendo con la conclusione del servizio diPapa Benedetto e la elezione di Papa Francesco. Ci siaddentra poi nel tema della catechesi e formazione cri-stiana degli adulti che il vescovo Francesco sembra inten-zionato a proporre per i prossimi mesi. Si chiude con alcu-ne note su momenti di vita comunitaria.

� Nel tardo pomeriggio di giovedì 18 torna a riunirsi,aggiornato dalla sera della elezione del Papa, il Consiglioper gli Affari economici. Si presenta la ‘scaletta’ definiti-va dei prossimi necessari interventi, che vedono al primoposto la manutenzione dell’impianto campanario e la pro-cedura per arrivare al restauro dell’organo entro il 2014,150° della consacrazione della chiesa parrocchiale.

� Nel mattino e nella sera di venerdì 19 don Carlo Tarantinipropone, come ogni mese, la Lectio divina, partendo da untesto del vangelo di Marco. Sempre buona la partecipazionee sempre avvincente la riflessione che si fa preghiera.

� Nel salone dell’Istituto di via Imotorre, dove ha sede laScuola paritaria Palazzolo, alunni, operatori e genitoripropongono la sera di venerdì 19 una entusiasmante rap-presentazione teatrale. Entra nella decennale tradizione,ma ogni anno si ravviva in modalità e contenuti, che susci-tano apprezzamento e applauso.

� Il mattino di sabato 20 il tempo non promette nulla dibuono, ma un buon gruppo di persone partecipa alla s.Messa nella memoria del 25 aprile, data significativa nel-la storia della nostra Italia. In partenza presso la sede delGruppo Alpini il parroco benedice una ‘garitta’ della senti-nella, che richiama l’impegno di tutti ad essere buonicustodi del mondo, della pace e della libertà.

� Nella messa vespertina di sabato 20 e in quella delle ore10 di domenica 21, l’arcivescovo prelato del santuario diLoreto mons. Giovanni Tonucci celebra per i nostri ragazzi di2ª media il sacramento della Cresima. Liturgie ben prepa-rate e partecipate, accompagnate egregiamente dal Corodei giovani, introdotte da un cordiale incontro del celebrantecon i due gruppi e i padrini al Centro s. Margherita.

� Nel pomeriggio di domenica 21, per nulla scoraggiatedal tempo incerto, un bel gruppo di famiglie si trova inchiesa con i figli battezzati nel corso del 2012. E’ la litur-gia del sale, tanto semplice quanto gradita e significativa.In oratorio si vive poi un momento di festa che si chiudecon il lancio di palloncini augurali. Ha curato per bene l’in-contro il Gruppo ‘Famiglia’, con le persone che portano ilsaluto della comunità in occasione del battesimo.

� Nella tarda sera di lunedì 22 muore Falchetti Giovan-na, detta Marisa e vedova Zaminelli di anni 74. Era nata aTorre e abitava in via Torquato Tasso 15. Molte persone sisono raccolte nella liturgia di suffragio, presieduta dalnipote don Welmann, parroco di Entratico.

� Si riunisce martedì 23 il gruppo dei Ministri laici dellaEucarestia, coloro che portano la s. Comunione nellecase ad anziani e ammalati. Si raccolgono le motivazionievangeliche di questo servizio prezioso e si verificano leopportune modalità, perché sia ben accolto ed efficace. Esi pensa ad altri che potranno svolgere questo ministero,ampliandosi la richiesta, come ci si augura.

� Giovedì 25 un bel gruppo di nostri Chierichetti,accompagnati da don Angelo Scotti e da alcuni genitori,si unisce a molti altri provenienti da tante parrocchiedella diocesi per una giornata di festa, che si tiene inSeminario a Bergamo. Con entusiasmo si vivono tempidi gioco, di rappresentazione teatrale, di liturgia. Ilvescovo Francesco celebra con loro, evidenziando ilprezioso ministero all’altare.

� La giornata mensile di adorazione si tiene venerdì 26, inpreghiera per coloro che celebrano i sacramenti pasqualie che vivono ogni vocazione con spirito di servizio. Nellasera ci viene detto che un gruppo di persone fa memoriaorante della Madonna del Buon Consiglio presso la‘santella’ che si trova all’inizio di via Gaito.

� Nel mattino di sabato 27 celebrano il matrimonio Pedo-ne Dario e Gamberoni Donatella. In una liturgia ben pre-parata e che vede familiari e amici in preghiera per unaugurio che raccoglie quello di tutta la comunità.

� Il pomeriggio di sabato 27 si riunisce il Gruppo che seguela Pastorale dei Malati. Si mette a fuoco la proposta di affi-dare ad ogni malato una particolare intenzione di preghiera.Si presentano le iniziative del periodo, in particolare i varipellegrinaggi mariani che si terranno in maggio.

� Alla s. Messa vespertina e festiva di sabato 27 ancorauna volta sono invitati i migranti cristiani che sono tra dinoi. Un gesto che chiama alla accoglienza e alla parteci-pazione nell’unità della fede e in spirito di vera comunità.Segue un momento di incontro con gli operatori del Grup-po Missione, che ha ben curato nell’anno queste celebra-zioni mensili.

� Nella sera di sabato 27 si trovano con don Michele Fala-bretti, che ha fatto loro da guida, coloro che hanno parte-cipato al recente pellegrinaggio in Terra santa. Scorrendovideo e foto si rivive l’emozione del cammino e la condivi-sione dei motivi di fede e di amicizia.

� La domenica 28, come poi sarà la domenica 5 maggio,vengono accolti all’Eucarestia comunitaria i ragazzi che vipartecipano per la prima volta con la s. Comunione. Ungesto sacramentale che sa di culmine nel sentiero di ini-ziazione alla fede e alla vita cristiana. Commossi genitorie catechisti che li hanno accompagnati, con la letizia ditutta la comunità che si rinnova nello Spirito del Risortocon i sacramenti pasquali.

� Nella sera di lunedì 29 gli adolescenti e i giovaniconcludono il cammino ordinario che li ha visti riuniti

IL NOSTRODIARIO TEMPI DI SPERANZA

E DI CROCE NELLE CASE, DI CELEBRAZIONE

E DI VITA NELLA COMUNITÀ.

(continua a pag. 15)

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LABORATORIO DEI TALENTI

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LLoo ssccoorrssoo aapprriillee èè ssttaattaa pprreesseennttaattaa uunnaa nnoottaa ppaassttoorraa--llee,, ddooccuummeennttoo aapppprroovvaattoo ddaaii VVeessccoovvii iittaalliiaannii eedd eellaa--bboorraattoo ddaallllaa CCoommmmiissssiioonnee ppeerr llaa ffaammiigglliiaa ee llaa vviittaa,,ddeeddiiccaattaa aallll''oorraattoorriioo..

PPrriimmoo ddooccuummeennttoo ddeellllaa CChhiieessaa iinntteerraammeennttee ddeeddiiccaattoo aaqquueessttoo aammbbiittoo ppaassttoorraallee,, sseeggnnoo cchhee eessssaa ddeessiiddeerraa ssccoommmmeetttteerree ssuu qquueessttoo

ssttrruummeennttoo eedduuccaattiivvoo ddeell ttuuttttoo oorriiggiinnaallee.. PPoossssiiaammoo aanncchhee nnooii aalllloorraa ffaarree uunn ppiiccccoo--lloo iittiinneerraarriioo ddeennttrroo qquueessttoo uunniivveerrssoo ppeerr cceerrccaarree ddii ccoonnoosscceerrlloo mmeegglliioo,, aallllaa lluuccee ssoo--pprraattttuuttttoo ddeellllaa nnoossttrraa rreeaallttàà eecccclleessiiaallee,, ccuullttuurraallee ee tteerrrriittoorriiaallee..

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VVVVIIIIAAAAGGGGGGGGIIIIOOOO

DDDDEEEENNNNTTTTRRRROOOO

LLLL ''''OOOORRRRAAAATTTTOOOORRRRIIIIOOOO

Sono un milione e mezzo i ragazzi che frequenta-no i 6.500 oratori in Italia e sono 300mila gli ani-matori e i volontari. Gli oratori sono tremila soloin Lombardia e millecinquecento al centro sud.Un bel numero di utenti se si pensa che dietro airagazzi ci sono le loro famiglie, che hanno sceltoper i figli questo strumento educativo a supportodel loro impegno nellacrescita delle nuove ge-nerazioni. In un tempocosì segnato dalla crisieconomica, certo, maanche e soprattutto dal-la ricerca di valori, le fa-miglie sempre più si ri-volgono a quelle agen-zie, come l’oratorio ap-punto, che non si occu-pano soltanto dellacrescita culturale o fi-sica dei figli (corsisportivi, musicali, lin-guistici ecc.), ma cheoperano un’azionecompleta con al cen-tro soprattutto la per-sona. Per una educa-zione a 360° e che siprende cura dei giovani incontrandoli, ascoltan-

UN’ISTANTANEAdoli, indirizzandoli. Utilizzando tutti gli stru-menti che interessano i ragazzi, ma sempre conl’intento di far vivere la vita alla luce degli inse-gnamenti del Vangelo.In effetti il prendersi cura è sempre stata anchela radice che ha mosso i fondatori degli oratori,da S. Filippo Neri a Don Bosco, alla tradizioneambrosiana. Il percorso fin qui compiuto con-ferma come gli oratori non si sono limitati all’i-struzione o all’assistenza dei ragazzi, ma hannosaputo valorizzare e abitare la qualità dei lin-

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rinnovata alleanza con le famiglie, con le qua-li sviluppare un dialogo aperto e costruttivo.La vera forza dell’oratorio sta oggi nell’intrec-ciarsi di relazioni personali autentiche e signi-ficative, dove si privilegia l’accoglienza, si in-staura un clima di casa, di appartenenza, di in-tegrazione. Dove si favorisce anche la dimen-sione vocazionale, veicolata attraverso cammi-ni di autentico discernimento.Nella parte conclusiva della nota si fa menzio-ne di come tutta la comunità ecclesiale siachiamata ad una responsabilità educativa.

Non solo il prete, il catechi-sta, l’animatore, l’allenato-re sportivo, l’assistente, ilvolontario, ma l ’ interacomunità cristiana è chia-mata a sentirsi responsa-bile dell’oratorio, espres-sione della cura materna epaterna della Chiesa, Vie-ne quindi sollecitata laformazione di tutte quellefigure che nell’oratoriooperano, ma si invital ’ intera comunità asostenere gli obiettivi ele attività e contempora-neamente a dare testi-monianza di una fedevissuta nei vari ambitidella vita.

ORATORIO IERI E OGGI

Il nostro territorio hauna lunga tradizioneoratoriana e tutte le no-stre parrocchie hanno alloro interno questarealtà. Partendo dallalungimiranza dei parrocidi un tempo che hannovoluto scommettere sullabontà della vita di orato-rio, che all’inizio era pret-tamente maschile. Comeda noi. Le ragazze, in gene-re, venivano affidate allecure più materne delle suo-re che le indirizzavano apercorsi più consoni all’uni-

verso femminile secondo i parametri del tempo.

confermando l’impegnoe la responsabilità ec-clesiale. Intendendocosì incentivare e so-stenere l’oratorio qua-le via privilegiata pereducare alla vita buo-na del Vangelo.La seconda corposaparte delinea fonda-menti e dinamiche, apartire dal Vangelo,che è e rimane sor-gente dell’attivitàeducativa. Si solle-cita l’elaborazionedi un progetto edu-cativo al cui centroci siano la crescitae la progressiva maturazione di ogni ragazzo, diogni giovane. Fondamentale resta una forte e

guaggi e delle sensibilità giovanili, promuo-vendo attività che si integrassero tra loro ad in-contrare le esigenze di espressione dei ragazzi(musica, teatro, gioco, sport e festa). Gli orato-ri sono sempre stati colti come “ponti tra laChiesa e la strada”.

CONTENUTI DELLA NOTA

Il documento è suddiviso in tre parti. Si riba-disce anzitutto l’attualità dell’oratorio, ma an-che l’esigenza di rendere chiari i fondamenti ele dinamiche che in esso vengono realizzate,

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Certo un tempo le strutture erano molto essenzialie le dotazioni secondo la disponibilità dei tempi,ma anche le esigenze erano molto minori; i ragazzisi accontentavano perché nella quotidianità, infamiglia, era tutto più sobrio, più modesto. Le atti-vità erano soprattutto proiettate all’esterno, ancheper dar modo di scaricare le energie compresse,spesso, da un’educazione piuttosto rigida. Il cam-petto di calcio diventava così testimone delle cor-se, delle gare, dei giochi e anche delle zuffe (pron-tamente sedate), dellerisate, dei canti ditante piccole e gio-vani vite. Dopo lascuola o il lavoro neicampi, o per qual-cuno le ore nell’offi-cina dove imparareun mestiere, era libe-rante passare qual-che tempo all’orato-rio per respirare un’a-ria buona, incontraregli amici, tirare qual-che calcio al pallone,fare quattro chiacchie-re con il curato (cheallora non si chiamavaancora confidenzial-mente ‘don’ e basta).Nei decenni il nostropaese ha visto uno svi-luppo demograficoimpensato e così anchele strutture dell’oratoriosi sono ritrovate insuffi-cienti a far fronte allenuove esigenze. Per tanto tempo è stato nel cuore enella mente del parroco di allora l’idea di un nuovooratorio, più al passo con i tempi, che rispondessealle esigenze di una comunità in crescita. Un ora-torio che fosse accogliente sia per i giovani, cheper le ragazze, ma anche per gli adulti che comin-ciavano, alla luce degli insegnamenti conciliari,ad essere parte importante della pastorale parroc-chiale. Negli anni difficili della contestazione gio-vanile i nostri ragazzi trovarono nelle suore delBambin Gesù che gestivano l’asilo parrocchiale,un luogo, dove incontrarsi, riunirsi e crescere.Quello che oggi è il Centro s. Margherita, perdiversi anni è stato un ambito accogliente di ritro-vo per tutta la gioventù. Poi, finalmente, gli anni‘70 vedono la nascita del nuovo oratorio, quelloattuale, ora intitolato a don Carlo Angeloni, il par-roco che tanto lo ha desiderato per i suoi giovani.

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Nato con esigenze ed obiettivi ben precisi, diapertura a tutta la comunità e di corresponsa-bilità nella gestione e conduzione, rispecchia-va i bisogni dei tempi che erano quelli di unrinnovamento radicale, dell’apertura ad un“nuovo” più costruttivo, più attento alla perso-na, più accogliente. Anni di profondi cambia-menti, di crisi, di fatiche e di gioie, di grandiincomprensioni e di altrettanto grandi entusia-

smi. Di continui ri-pensamenti e innova-zioni per essere piùvicini alla gente, percapire, abbracciare,dare nuovi stimoli,essere punto di rife-rimento.Così si sono, di tem-po in tempo, ammo-dernate le struttureper essere più at-tenti alle esigenzeemergenti. Ma lospirito dell’orato-rio rimane quellodi sempre: apertoed accogliente.Per dirla un po’r e t o r i camen te“Ah, se i muripotessero parla-re! Ne avrebberodi cose da rac-contare, tantisono i volti chehanno visto pas-

sare!”. Tanti ragazzi, tanti giovani, tante vi-te, tanti volontari che oggi sono padri e madriche accompagnano i figli all’oratorio. E anchetanti curati. Che con passione, ciascuno con ilproprio carisma, lo hanno fatto crescere.

L’ORATORIO DEL 2013

Sono andata a fare quattro chiacchiere con ildirettore dell’oratorio di oggi, don Angelo Scot-ti, per capire meglio la situazione attuale. In unclima di amichevole incontro e con un pizzicodi orgoglio, mi parla di un oratorio particolar-mente vivo per la presenza sorprendente di unconsistente numero di adolescenti e giovani,che sono anche frutto di una tradizione che, conrisultati diversi, non si è mai interrotta. L’ora-torio oggi è un fermento di persone, perché tan-te sono le attività che lì trovano casa.

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monianza, sanno respirare altre dimensioni,hanno imparato a guardare oltre, ad ascoltarealtre voci. E a mettersi in gioco. I momenti di formazione specifica, la partecipa-zione numerosa e composta alle celebrazioni e aimomenti di preghiera comunitaria, l’animazionedel cortile e l’assistenza ai più piccoli, l’impegnonel coro giovani e nel teatro, la scuola di pre-ghiera, la convivenza spirituale, il CRE, l’inten-sa esperienza estiva sono tutti momenti aggre-ganti di crescita e maturazione personale, di at-

tenzione a se stessie di proiezione ver-so gli altri. Il servi-zio poi alla liturgiae a tanti altri ambi-ti sia comunitariche all’internodell’oratorio stes-so, sono un altromodo educativoche insegna a re-stituire in opera-tività ciò che si èricevuto in gra-tuità.Certo anche l’i-tinerario piùbello spesso ècosteggiato difatiche, di in-ciampi. An-che l’oratorio

si scontra con le difficoltà dell’in-terazione con altre istituzioni o agenzie che sulterritorio si occupano di problematiche giova-nili. Il dialogo non è sempre facile e neppure ipercorsi, spesso i giovani vengono consideraticome forza lavoro, rischiando di non tener con-to delle idee, delle aspettative, dei desideri,delle capacità di porsi di fronte al nuovo.E ancora la fatica di incontrare chi non è in ora-torio, non per fare proselitismo, quanto per mo-strare che, anche in cammini diversi, si incro-ciano le medesime aspirazioni e si ricercano ri-sposte alle stesse domande di senso.Il nostro oratorio sente gratitudine verso la piùvasta comunità parrocchiale, perché consape-vole che il proprio cammino è quello dentro laparrocchia e che da essa può attingere forza vi-tale e testimonianza buona.L’oratorio, più che un luogo dove operare è untempo dove vivere, è uno spazio della vita dovecoltivare talenti.

Loretta Crema

La catechesi dei fanciulli e dei ragazzi dà mo-do a tante famiglie di scegliere l’oratorio comecentro non solo per la formazione catechistica,ma anche per respirare ed assumere quello sti-le di vita del tutto particolare di cui l’oratorioè ‘portatore sano‘ e per divenire esse stesse te-stimoni credibili della fede.L’oratorio, se vissuto con coerenza e pienezza,è capace di veicolare il dialogo tra genitori e fi-gli. I ragazzi possono vedere realmente e toc-care con mano, la capacità degli adulti di spe-

rimentarsi nel servizio, di spendere tempo edenergie per loro e per la comunità. E questo pa-ga. Dove l’oratorio si esprime in evidenza ecompletezza è nell’ambito degli adolescenti egiovani. Per tanti ragazzi arrivare a questo tra-guardo è semplicemente la continuazione diun percorso vissuto da tempo, di un sentieromai abbandonato; per altri invece affacciarsiall’oratorio è seguire le orme di altri, gli amici,che ci stanno bene. La testimonianza del “civanno in tanti, ci vado anch’io, poi vediamo” èsolo un modo per dare risposta alle esigenzeinnate nel cuore del giovane sempre in cercadi punti di riferimento.I nostri giovani, peraltro, non sono affatto i ba-ciapile di antica memoria, ma ragazzi innamo-rati della vita, che studiano, lavorano, fannosport, sono fruitori del digitale e della tecnolo-gia, ma sanno anche cogliere la buona testi-

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ogni settimana in cordialità, riflessione e preghiera. Edentro proposte di varia natura, tutte ordinate alla cre-scita nella fede che illumina il crescere della vita. Ora ètempo di formazione in vista del Cre, che li vedrà impe-gnati a prendersi cura dei più piccoli. Un bel gruppo dicirca 170 animatori.

� In vista del pellegrinaggio a Lourdes, che si terrà afine maggio, il bel gruppo di iscritti si trova lunedì 29 perscaldarsi il cuore con alcuni motivi che scandiranno levarie giornate. Dentro l’Anno della Fede e alla luce dellaespressione rivolta a Maria: ‘beata te che hai creduto!’ e diquanto Maria dice: ‘fate quello che Lui vi dirà!’.

� Ogni gruppo dei vari ambiti di attività pastorale si riuni-sce in media una volta al mese. Così martedì 30 si incon-trano i volontari del Porsi accanto, per valutare i terminidell’impegno e verificare le più opportune modalità. Nellavisita periodica ad anziani nelle case.

MAGGIO

� Il mese dedicato alla Madonna si apre giovedì 2 con lapreghiera del s. Rosario alla chiesa della Ronchella. Que-st’anno, nei martedì e giovedì sera, l’intento è quello diraggiungere diversi angoli del paese dove si trovano segnidella devozione popolare.

� Si è consolidata nel tempo la tradizione di celebrare las. Messa, seguita da un tempo di adorazione e di preghie-ra, la sera del primo venerdì di ogni mese. Ospitati nellabella chiesa dell’Istituto Palazzolo in Imotorre. Così si faanche il venerdì 3, con buona partecipazione.

� Si chiude sabato 4 la proposta del teatro dialettale confinalità solidale. Anche quest’anno il Gruppo Teatro 2000guidato da Raffaele Tintori ha condotto a buon fine l’inizia-tiva delle quattro serate che hanno visto una buona parte-cipazione con l’intento di sostenere la ricostruzione di unasilo in zona terremotata dell’Emilia.

� Nel pomeriggio di lunedì 6 muore Piemonti Mario Linodi anni 75. Originario di Salona d’Isonzo (Gorizia), abitavain via GiovanBattista Caniana 12. Martedì 7 muore CortiAlma vedova Pellegrini di anni 91. Nata a Bergamo nelquartiere di Valtesse, risiedeva in via Serlongo, ora daqualche tempo alla Casa di Riposo. Abbiamo pregato inloro suffragio. Nel pomeriggio del 30 aprile abbiamo accol-to per la sepoltura al cimitero Ducoli Rosa vedova Scar-pellini di anni 73. Dalla Svizzera, dove aveva abitato, daqualche anno era tornata a Borno (Brescia).

� Inizia ufficialmente lunedì 6 l’avventura del CentroRicreativo Estivo. Si parte da lontano con le iscrizionianzitutto degli aspiranti animatori e con un ben strutturatopercorso di preparazione, Don Angelo Scotti e il gruppodei coordinatori hanno un bel daffare anche solo nel gesti-re 170 tra giovani e adolescenti che si propongono comeguide dei vari gruppi di ragazzi che parteciperanno al Cre.Ma va bene così!

� E’ una bella esperienza, pur se impegnativa, quella del-le persone o coppie che visitano le famiglie che chiedonoil Battesimo per un figlio. Lo fanno a nome dei preti e ditutta la comunità, per un augurio e una condivisione discelte educative in ordine alla crescita nella fede e nellavita cristiana. Così ci si racconta giovedì 9 tra coloro chevivono questo servizio, ormai desiderato e atteso.

� Venerdì 10 i preti della parrocchia, che già si trovanoogni settimana per monitorare il cammino di comunità,dedicano un’intera mattinata a predisporre i pilastri su cuisi reggerà il futuro anno pastorale. Con le indicazioni delConsiglio parrocchiale e dei coordinatori dei vari ambiti egruppi, si disegnerà poi in modo definitivo il progettopastorale, alla luce del quale sarà possibile stendere ilrelativo calendario. Come a dire: lo Spirito Santo guida laChiesa, ma non si deve stare con le mani in mano!

� Il Cre, Centro Ricreativo Estivo, non è un ambito in cui‘lasciare’ i figli in custodia, ma una opportunità socialeed educativa gestita dalla comunità attraverso l’oratorio ei suoi operatori. Dentro il percorso e il progetto di tutto l’an-no. Così venerdì 10 ci si mette in sintonia con i genitori perun servizio che sia il più fruttuoso possibile. E che chiamianche la loro fattiva collaborazione.

� Un incontro che dice la passione e l’entusiasmo con cuii coordinatori animano e guidano i vari ambiti e gruppiattraverso i quali si evidenzia e si sviluppa la missione del-la parrocchia. Sabato 11 sono convocati dal parroco adAlbino dai padri Dehoniani (si veda la nota a pag. 7).

� La sera di sabato 11, durante la s. Messa vespertina, ilparroco don Leone, delegato dal Vescovo in quanto vica-rio locale, celebra il sacramento della Cresima per ungruppo di adulti che sono stati preparati da mons. Alberto,prevosto di Alzano maggiore. L’assemblea partecipa concommozione.

� Dopo un incontro di preparazione, domenica 12 si cele-brano gli anniversari di matrimonio con la partecipazio-ne di una trentina di coppie. La s. messa conferma lafedeltà di Dio all’alleanza e chiama a vivere la propriavocazione con dedizione. In oratorio il Gruppo ‘famiglia’propone un solenne brindisi augurale con foto di rito. E als. Margherita il Gruppo ‘cucina solidale’ accoglie per ungradito convito.

segue da pag. 10

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NEL TACCUINO� Mettendomi in mano una banconota un tale mi di-ce: tenga, di certo qualcuno ha più fame di me! Nep-pure il tempo di dire ‘grazie’ perché è già fuggito. Ilgrazie da qui a questa persona e a tutti coloro chepur in tempi di ristrettezza si ricordano delle neces-sità della parrocchia e delle sue opere di carità, traqueste il progetto famiglia adotta famiglia.

� E’ ormai noto che in sede di dichiarazione dei red-diti si è invitati ad apporre la firma per la destinazio-ne dell’8 per 1000 alla Chiesa cattolica per le sueopere pastorali e di carità. Una firma che non costanulla e che può contribuire a fare del bene. Quindisi può dire doverosa. Nel contempo si può decide-re di destinare il 5 per 1000 ad un Ente. Ne indi-chiamo alcuni con relativo codice:• Associazione Diaconia Onlus (Caritas)95019860162

• Associazione Pro Jesu Onlus (Centro Missionario) - 95137340162

• Opera diocesana Patronato s. Vincenzo80024390165

• Il Villaggio della Gioia Onlus - 93027230163

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ugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacellinasce a Roma il 2 marzo 1876, terzoge-nito dell’avvocato della Sacra RotaFilippo e di Virginia Graziosi. Dopo la

maturità al liceo statale Ennio Quirino Visconti entranel collegio Capranica. Ordinato prete nel 1899, dueanni dopo si laurea in teologia alla Gregoriana e l’an-no seguente anche in utroque iure. La sua sarà unarapida carriera nella Curia romana come segretariodel cardinal Pietro Gasparri. Nel 1904 diventa mon-signore ciambellano di Pio X. Negli anni seguentiparteciperà alla stesura del nuovo Codice di dirittocanonico, diverrà consultore del Sant’Uffizio e sarànominato sottosegretario della Congregazione per gliaffari ecclesiastici straordinari. In tale veste sarà l’ar-tefice del concordato stipulato tra il Regno di Serbiae la Santa Sede il 24 giugno 1914, ad un mese dall’i-nizio della prima guerra mondiale. Dopo una missio-ne segreta a Vienna per cercare un accordo tra Italiaed Austria, Benedetto XV lo invia come nunzio aMonaco di Baviera il 20 aprile 1917 ed il 13 maggiolo consacra vescovo. Quelgiorno, quasi alla stessaora, tre pastorelli di Fatimavidero per la prima volta laMadonna. Quando nel1918 l’“inutile strage” finì,cominciarono le rivoluzio-ni: comunista la prima,fascista e nazista la secon-da. Il tratto cortese e fermovalse al vescovo Pacellianche la nomina a nunziopresso la nuova Repubblicadi Weimar, instaurata inGermania dopo la primaguerra mondiale. Per lui eper suo fratello Francescosi profilava una stagione diconcordati: lui realizzòquelli con la Baviera (29marzo 1924) e con la Prus-sia (14 giugno 1929); Fran-cesco, giurista della SantaSede, quello con l’Italia (11febbraio 1929). Pio XI creòcardinale Eugenio e mar-chese Francesco. “Vedrà

che se ne pentirà”, disse il cardinal Pacelli sorriden-do a Pio XI, dopo esserne stato nominato Segretariodi Stato il 7 febbraio 1930. Ma papa Ratti l’aveva giàdesignato in cuor suo come successore. Per farloconoscere nel maggior numero di Stati mandò quelbrillante cardinale poliglotta dal tratto aristocraticoin giro per il mondo. Così Pacelli divenne legato(rappresentante) pontificio al Congresso Eucaristicodi Buenos Aires nell’ottobre 1934 ed a Lourdes nel-l’aprile 1935, per la chiusura dell’Anno Santo straor-dinario. Viaggiò per oltre un mese negli USA, usan-do spesso l’aereo, meritandosi il nomignolo di cardi-nale volante ed un colloquio privato col presidenteRoosevelt. Nel luglio 1937 fu legato pontificio perl’inaugurazione della basilica di Lisieux, dedicata aTeresina del Bambin Gesù, la santa prediletta da PioXI. Poi, nel maggio 1938, fu legato pontificio aBudapest, per un altro congresso eucaristico interna-zionale. Intanto era diventato cardinale camerlengo,ossia responsabile del Vaticano nel periodo di sedevacante. Nel 1933 aveva firmato anche i due concor-

dati con l’Austria (5 giu-gno) e con la Germania (20luglio). Ma stava per ripe-tersi, in modo ancor piùsanguinoso e violento, lacarneficina di vent’anniprima. Dopo la morte diPio XI, dal conclave dei 62cardinali radunatisi il 1°marzo 1939 e durato unsolo giorno Eugenio Pacellifu eletto 260° papa dellastoria e volle chiamarsi PioXII. Si pose subito tre meteconcrete: la nuova tradu-zione dei salmi e la primariforma liturgica; la defini-zione del dogma dell’As-sunta; gli scavi presso latomba di san Pietro, perdimostrarne l’esistenza sto-rica. Nello stesso anno pro-clamò S. Francesco d’Assi-si e Santa Caterina da Sienapatroni d’Italia e scrisse lasua prima enciclica, SummiPontificatus, in cui con-

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� Rubrica a cura di Rodolfo De Bona

LA PACE SOPRA TUTTO

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dannò ogni forma di totalitarismo nel solcodella dottrina della regalità di Cristo. Il pro-blema che dominò tutto il suo papato fu quel-lo della pace. Fu per essa che fece il primogrande appello (24 agosto 1939). E fu la paceil tema del suo ultimo discorso (5 ottobre1958). Sul proprio stemma aveva fatto appor-re le parole Opus iustitiae pax: la pace è ope-ra della giustizia. Poi seguirono negli annicentinaia di discorsi, raccolti in venti volumi;quarantuno encicliche; ventotto canonizza-zioni, tra cui quelle di Maria Goretti e di PioX; quaranta beatificazioni; un Anno Santo(1950) e un Anno Mariano (1954); concordaticol Portogallo (1940), con la Spagna (1953) econ la Repubblica Dominicana (1954); incon-tri quotidiani con un totale di molti milioni di pelle-grini. Tra le sue grandi encicliche figurano tappeimportanti della teologia come la Mystici corporis(1943), che sottolinea il carattere intimo della Chie-sa, strumento efficace di salvezza perché corpomistico di Cristo. La Divino afflante Spiritu (1943),che incoraggia un’esegesi più aperta della SacraScrittura. La Mediator Dei (1947), che mise in guar-dia contro abusi e deviazioni nel culto e preparò, sep-pure con prudenza, la grande riforma liturgica conci-liare. La Humani generis (1950), che trattò a fondole nuove correnti teologiche, con un’attenzione parti-colare a quelle contemporanee, soprattutto francesi etedesche, ma che affermò la compatibilità tra fedecattolica ed evoluzionismo. Dieci anni prima, nel1940, aveva riconosciuto le apparizioni di Fatima,tanto che nel 1942 consacrò il mondo intero al cuoreimmacolato di Maria. Negli anni ’40 salvò in varimodi migliaia di ebrei dalla cattura. Quando nel ‘43 itedeschi imposero agli ebrei romani di versare oro incambio della vita, il Vaticano contribuì con 20 dei 50chili d’oro richiesti. Recentemente si è scoperto unpiano segreto di Hitler che prevedeva l’occupazionedel Vaticano e l’arresto di Pio XII. In tale eventualitàil papa scrisse una lettera di dimissioni ed ordinò ditenere subito un nuovo conclave a Lisbona in caso di

sua cattura da parte dei nazisti. Dopo ilviolento bombardamento di Roma del 19luglio 1943, Pio XII si recò nei quartiericolpiti, spalancò le braccia alla folla erecitò il salmo De profundis. Quel suogesto ieratico divenne una delle immaginipiù celebri della fotografia mondiale. Il 4giugno 1944, dopo la liberazione, riceveràin Vaticano i soldati alleati. La domenicasuccessiva i romani si recarono in massa aS. Pietro a salutare e ringraziare il papa,che di fatto era l’unica autorità rimastanella capitale dopo l’8 settembre 1943.Durante il referendum istituzionale del 2

giugno 1946 Pio XII si schierò decisamente controil comunismo. Nelle elezioni politiche del 1948 sipronunciò a favore della Democrazia Cristiana,favorendone così la schiacciante vittoria. Successi-vamente non nominò alcun nuovo Segretario di Sta-to, ridusse al minimo l’organizzazione della Curia,istituì l’Angelus domenicale dalla finestra di piazzaS. Pietro e fu il primo papa della storia ad apparirein televisione. Autorizzò diversi provvedimenti,quasi come preludio alle riforme del Vaticano II:permise la celebrazione della messa nelle ore serali;apportò modifiche nella lettura dei salmi nel brevia-rio dei sacerdoti; riorganizzò l’ufficio del digiunoeucaristico riducendolo a tre ore per i cibi solidi, adun’ora per le bevande ed annullandolo per l’acquaed i medicinali. Tra i suoi ultimi atti vi è l’enciclicaFidei Donum (1957), con cui invitò la Chiesa ariprendere lo slancio missionario, condividendo isacerdoti con le giovani chiese. Pio XII, papa euomo straordinario, morì a Castel Gandolfo alle3,52 del 9 ottobre 1958, a 82 anni, per ischemia cir-colatoria e collasso polmonare. E’ sepolto nelleGrotte Vaticane, vicino alla tomba di S. Pietro, indi-viduata anche grazie a lui. Il 19 dicembre 2009 èstato proclamato Venerabile da un decreto di Bene-detto XVI.

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DONCARLO ANGELONI

L’ESTATE CHE VERRÀ«Andiamo tutti quanti – come on everybody, dirigeremo ad est ad ovest sud e nordci muoveremo e, con le mani e con i piedi,mille parole inventeremo – a 1000 wordse balleremo tutti – dancing everybodyci fermeremo e poi riandremo – stop and goEverybody, se mi vedi mi saluterai, agita la mano e bye bye!»

cco le prime parole dell’inno del CRE 2013 -everyBody. Parole accompagnate da unamusica vivace e simpatica che ci accompagne-ranno dentro l’estate per vivere al meglio il

tempo dell’amicizia e dell’impegno.Proprio così! Amiciziae impegno sono due ingredienti importanti non solo per ilCRE ma per la vita stessa. E l’estate ci dà l’opportunità dimetterli in gioco allargando la condivisione e il servizio aipiccoli e ai grandi.Il CRE è il tempo in cui l’estate assumesoprattutto un tono comunitario perché diventa il luogo dicollaborazione e partecipazione. È bello sapere che iragazzi sono un’opportunità per gli adulti di chiamata alservizio e di testimonianza e il risultato più gratificante èvedere che mentre i ragazzi si divertono e crescono con glianimatori, i genitori fanno altrettanto tra di loro allargandoil cerchio delle conoscenze e del confronto.Così ci prepariamo per un’estate viva non solo di appun-

tamenti ma viva di relazioni da coltivare e far crescere per-ché quando il mese di settembre saremo chiamati al doverequotidiano rivedendoci tra le strade di Torre: “se mi vedimi saluterai, agita la mano e bye bye!”, certi di avere fattosquadra ed essere più uniti.

don Angelo

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CALENDARIO DELL’ESTATE USCITE ESTIVE2 giugno e lunedì 3Recital adolescenti - ore 2116 giugnoMessa con mandato agli animatori - ore 10,00Dal 17 giugno al 12 luglioCRE 201320 - 27 giugno e 4 luglioFAMILYCRE8 – 25 giugno e 2 - 9 luglioSerate animatori12 luglioFESTA di FINE CRE

Dal 16 al 21 luglio3ª media a NOVAZZADal 23 al 28 luglio1ª superiore a Nona di ScalveDal 5 all’8 agosto2ª - 3ª superiore Assisi – PerugiaDal 29 luglio al 3 agostoGIOVANI ROMA – CESENATICO

Per informazioni e iscrizioni (entro il 31 maggio) contattare la segreteria dell’oratorio.

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� di Anna Zenoni

LITURGIA DELLE ORE

ignore, apri le mie labbra e la mia boccaproclami la tua lode”. Chissà quante volteil fresco silenzio delle mattine di Nazarethavrà raccolto dalle labbra di Gesù questa

invocazione del salmo 50, destinata a percorrere il lim-pido cielo sovrastante fino all’incontro con quell’Abbà,il Padre, a cui era rivolta… Gesù pregava così, da buonebreo pregava con i salmi della tradizione giudaica; equando i primi cristiani, raccogliendo le sue esortazio-ni, più volte ricordate nei Vangeli e da San Paolo, di pre-gare incessantemente, vollero santificare con la pre-ghiera i vari momenti della giornata, si resero conto dinon avere testi specifici risalenti a Gesù (tranne il PadreNostro); allora non trovarono di meglio che innestare laloro preghiera in quella che, secondo la tradizione, do-veva essere stata la preghieraabituale di Gesù, l’insieme deiSalmi. La Chiesa nascente affi-dava così alla Chiesa dei secolisuccessivi, fino a quella di oggi,la sua preghiera ufficiale e co-munitaria. Ai salmi, prima conS. Benedetto e poi con le gran-di abbazie monastiche medioe-vali, furono affiancati inni, can-tici, antifone, passi della scrit-tura, invocazioni, che hannoformato un bene definito corpodi preghiera; nel tempo detto“Ufficio Divino”, poi “Brevia-rio” ed ora, dopo la riforma suc-cessiva al Concilio Vaticano II,“Liturgia delle Ore”.E’ la preghiera quotidiana

ufficiale della Chiesa, di tuttala Chiesa sparsa nel mondo: che bello pensare che suogni meridiano e parallelo, per tutte le 24 ore, c’è qual-cuno che la sta recitando! Ci fa sentire innestati in que-sto corpo mistico, e insieme vivo e reale, di Cristo; cidona la certezza che stiamo partecipando alla sua in-cessante preghiera personale al Padre; offre l’opportu-nità di vivere in Cristo la nostra giornata, santificando-ne i vari momenti (le ore, appunto) ed anche quella diunirci alla Chiesa celeste e di accostarci al mistero del-la Trinità (tutti i Salmi finiscono con il Gloria). Se la recita dell’Ufficio Divino nei secoli passati era

riservata a sacerdoti, monaci, vescovi, il Vaticano II neha aperto l’accesso anche ai comuni fedeli, semplifi-cando il Breviario. Anzi, raccomanda vivamente la re-cita di qualche ora, se non di tutto l’Ufficio, indicando

come preferenziale la forma comunitaria; è possibile eraccomandabile farne però anche una preghiera priva-ta. Ecco perché nella nostra parrocchia, nei giorni fe-riali, le tre messe quotidiane sono precedute dalla pre-ghiera delle Ore.La suddivisione delle Ore un tempo era più partico-

lareggiata, ed anche oggi nelle comunità religiose lo è;soffermiamoci però sulle ore più recitate da tutti, quel-le che ci propone il libretto a disposizione sui banchidella nostra chiesa. Sono quattro momenti essenzialidella giornata: le Lodi, al mattino, e i Vespri, all’im-brunire, le due Ore “forti”, i pilastri di questa liturgia;poi l’ora Media, nella parte centrale della giornata, eCompieta che, collocandosi verso la notte, prima delsonno, prevede una recita più domestica e personale.

Attraverso queste ore, distri-buiti in quattro settimane, pas-sano tutti i 150 salmi (trannepoche esclusioni) del Salterio,che è la raccolta dei Salmi, ac-compagnati, come già detto,da inni, cantici, antifone, lettu-re sacre, orazioni.Tutto l’insieme di queste

preghiere, sia nella successio-ne delle ore quotidiane, sia nelvariare degli inni, dei cantici, aseconda del tempo liturgico(Avvento, Quaresima, ecc.), haun chiaro riferimento alla sto-ria della salvezza e al misteropasquale di Cristo. Così le Lo-di, con i loro riferimenti almattino, alla luce, al nasceredel sole, hanno una tematica

cosmica che evoca la resurrezione, la vittoria di Cristo,luce che illumina il mondo, sulle tenebre. L’ora dettaMedia raggruppa e percorre tre momenti fondamenta-li della Passione di Cristo: l’ora Terza (le nove del mat-tino), l’ora Sesta, a mezzogiorno, l’ora Nona, alle tredel pomeriggio, ora della sua morte. I Vespri, al tra-monto, raccolgono e presentano al Signore l’offertadel lavoro della nostra giornata; evocano la cena del Si-gnore, la sua passione e sono pervasi dall’attesa del suogiorno. A Compieta, ultima preghiera della giornataprima del riposo notturno, affidiamo il nostro persona-le esame di coscienza e quindi ci mettiamo fiduciosinelle mani di Dio, perché ci conceda un sonno tran-quillo, per un riposo che, l’indomani, ci renda più ge-nerosi nel suo servizio.

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Grande interesse ed entusiasmo per il torneo pri-maverile di bocce organizzato dall’Associazione

San Martino: numerosi gli appassionati di questo gio-co che hanno voluto cimentarsi nella gara ed altrettan-to numerosi gli spettatori che, in alcuni momenti dellagara hanno fatto un tifo da stadio.

Nelle tre terne vincenti, era presente anche unaqualificata componente femminile.

L’Associazione San Martino, soddisfatta dell’ottimariuscita dell’evento, ringrazia tutti i partecipanti ed i vo-lontari per il loro impegno fattivo e disinteressato.

Appuntamenti importantiper la Scuola di Danza

Modern Ballet di Torre Boldo-ne e Bergamo, diretta da Se-rena Brignoli. Nei giorni 13/14aprile ha partecipato al con-corso internazionale “Leccodanza” XIV edizione. Le allie-ve del corso Hip Hop avanza-to “Iron Flowers Crew” hannovinto il 3° premio, CategoriaSeniores, con la coreografiadi Serena Panseri “Two sipsten smiles”.

Complimenti a tutte le allie-ve per i risultati ottenuti inConcorsi e gare a livello inter-nazionale.

Sabato 8 giugno presso ilteatro Creberg di Bergamo cisarà il saggio spettacolo: “ge-

nerazione di fenomeni”. Il ricavato del saggio sarà in-teramente devoluto a “Il villaggio della gioia” a Dar esSalaam (Tanzania). Ci auguriamo che il pubblico par-tecipi numeroso, sia per ammirare le allieve/i della Mo-dern Ballet, sia per aiutare la missione di padre Ful-genzio Cortesi.

Gran finale e tutto esaurito sabato 4 maggio all’Auditoriumparrocchiale Sala Gamma per lo spettacolo teatrale del

nostro Gruppo Teatro 2000 nell’ambito della manifesta-zione ‘Asilo 1946’. Si è colta anche l’occasione per fe-

steggiare la decima edizione dell’ini-ziativa e si è voluto rendere omaggioa coloro che in questi anni si sono im-pegnati in modo più visibile, ma ancheda dietro le quinte, a favorire l’attivitàdel Gruppo. Sono intervenuti il Ducadel Ducato di piazza Pontida, il Sinda-co di Torre Boldone e il Parroco donLeone ad esprimere plauso e gratitu-dine.

Anche quest’anno il gruppo hacoordinato la bella manifestazione diteatro dialettale con l’obiettivo disensibilizzare gli spettatori al soste-gno di un’iniziativa di solidarietà. Inrisposta all’appello di don AlfredoPizzi, anziano sacerdote, parroco diCasumaro di Cento (Ferrara), il qua-le vorrebbe realizzare il sogno di ve-dere ricostruito e abitato l’asilo dellasua parrocchia, distrutto dal terre-moto lo scorso anno.

a cura di don Angelo F., Alberta D. e Renato T.

TORNEO PRIMAVERILE DI BOCCEPASSIONE PER LA CITTÀ E TAVOLI

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Nelle prossime settimane alcuni membri del Gruppoandranno di persona a portare il contributo raccolto du-rante la manifestazione. Grazie di cuore al Gruppo eda chi ha sostenuto l’iniziativa.

Una buona presenza di pubblico ha seguito le dueserate culturali organizzate dal Circolo Politico Cul-

turale don Luigi Sturzo nello scorso mese di aprile: “Ri-trovare la politica è possibile?” Gli incontri, tenuti pres-so il Centro Pastorale S. Margherita, hanno avuto co-me tema il senso e valore della politica oggi, e hannovisto la partecipazione di due importanti relatori. Il prof.Filippo Pizzolato, nostro concittadino, ha saputo tenerviva l’attenzione dei presenti durante la prima serataparlando dei valori della Costituzione, tra la memoriadel passato e la garanzia per un futuro rispettoso so-prattutto dei Principi fondamentali della Carta Costitu-zionale; nella seconda serata, alla presenza anche dinumerosi giovani dell’oratorio, l’on. Savino Pezzottacon altrettanta capacità espositiva e riflessione storico-politica ha presentato la figura e gli ideali di don LuigiSturzo come testimonianza significativa di un cristianocon la “passione per la città”. Passione che ancor oggipuò e deve essere condivisa da tutti coloro che, nellanostra comunità civile, vogliono essere promotori delbene comune, come cittadini attivi e partecipi.

Lunedì 29 aprile si è svolto presso la Sala Civica del Cen-tro Polivalente di Torre Boldone un incontro promosso

dalle aree Anziani, Minori e Famiglie, Disabili e Giovani perun momento di confronto sul tema: Il volto delle fragilità. Ilrelatore coordinatore Marco Zucchelli, dirigente Caritas,ha introdotto la serata richiamando il percorso fatto daigruppi di volontariato del nostro territorio ed ha sottoli-neato la necessità della formazione, della collaborazionee della testimonianza perché il servizio non sia fine a sestesso o al bene del gruppo, ma faccia crescere la co-munità.

Ha inoltre indicato alcunenuove fragilità che incontriamosul territorio (dalle fragilità le-gate alla situazione economicaa quelle legate alle malattiepsichiche). Negli interventi deipresenti e nella conclusionedel coordinatore, è emersa laricchezza dei gruppi di volonta-riato del nostro paese e la ne-cessità di crescere nell’unionedelle forze e di potenziare lospirito di ‘sentinelle’ del territo-rio per essere più attenti alleesigenze delle persone in rela-zione alle nuove povertà.

P iccoli Passi Per… è un’Associazione che opera nelcampo della salute mentale. È nata nel 1996 da un

piccolo gruppo di familiari che avevano in casa un fi-glio/a con disagio psichico, che trovandosi smarriti nel-la disgrazia e spesso senza aiuto e supporto, hannopensato di riunirsi tra di loro per parlare dei loro pro-blemi di emarginazione. Così, confrontandosi, hannoacquisito maggior capacità di convivenza con la diffici-le quotidianità della malattia. L’Associazione ha sede aTorre Boldone in via Manzoni,1 ed opera in una strut-tura di proprietà del Comune; è identificata come On-lus e a tutt’oggi conta 109 Soci tra familiari, volontari,utenti e sostenitori.

Piccoli passi per… riafferma la propria identità di vo-lontariato che offre ai sofferenti psichici ed ai loro fa-miliari, associati e no, la prestazione del lavoro gratui-to dei suoi Soci. Sono nati così dei Gruppi di Lavoroche hanno come obiettivi principali l’assistenza domi-ciliare integrata, le attività di Laboratorio diversificateanche in base agli interessi dei partecipanti. Qui i pa-zienti incontrano i volontari in un ambiente tranquillo esereno per scambiare quattro chiacchiere, essereascoltati ed esprimere la propria creatività in vari labo-ratori dove realizzano lavoretti manuali.

Amici del Cuore, associazione sempre molto presen-te e attiva con varie manifestazioni, sarà presente

anche quest’anno alla Festa dell’Oratorio dal 16 al 19maggio, arricchendo le serate con la cucina e proponen-do per domenica 19 la 12ª Camminata intitolata alla me-moria di Gilberto Lanzani. Amici del Cuore dal 1991 pro-muove iniziative di carattere umanitario e di solidarietànon solo a Torre Boldone, ma in vari paesi della provin-cia e nei confronti di tanti gruppi e associazioni.

Un grazie particolare per la disponibilità e la colla-borazione a sostegno delle attività dell’oratorio e dellaparrocchia.

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MODERN BALLET E TEATRO SOLIDALIPICCOLI PASSI E CUORE GRANDE

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• Gruppi dei Cresimati• Liturgia del “sale”• Momenti della Prima Comunione

Provenzi Giorgia

Amadeo Samuele

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