10 Professione Immobiliare

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Poste Italiane Spa - sped. abb. postale DL.353/ 2003 (conv In. 27/02/2004 n.46) art.1 comma 1,DCB Milano Acque condominiali: il punto sulla gestione Antoni Gaudì e Barcellona APAC 2010 IL CUPOLONE RITROVATO KKKKKù 770 Semplificato SSSSSSSSSSSSSSSe Anno 4 - n. 10 Maggio 2010 Restauri senza disturbo Convenzioni APAC

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Professione Immobiliare 10 - Organo Ufficiale di APAC

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punto sulla gestione

Antoni Gaudì e Barcellona

APAC 2010

IL CUPOLONE RITROVATO

KKKKKù770 Semplificato

SSSSSSSSSSSSSSSe

Anno 4 - n. 10 Maggio 2010

Restauri senza disturbo

Convenzioni APAC

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3PROFESSIONE IMMOBILIARE 2010/ n.10

In copertina:

foto Ferrovia Castione Cama

SOMMARIO

Editoriale: Ing.Stefano Milanesi

Comunicazione e studi di amministrazione

APAC e Professione Immobiliare in cifre

Urbanistica: Arch. Silvia MeneghiniDi Architetti e Castelli di Sabbia: Antoni Gaudì e Barcellona

Piattaforme aeree soluzioni economiche per i lavori in quota

Tecnologia: Acque condominiali: il punto sulla Gestione

Rilevazione Perdite Idriche

La Ferrovia Castione Arbedo Cama

La Parola all’ Avvocato Avv.Roberto Lucarini Manni

Recensioni

Mostre e Convegni

Auto Elettrica

RESTAURI SENZA DISTURBO: Risultato estetico e massima cura per le facciate

Cultura: Lorenzo MilanesiPiazza Fontana e Piazza della Scala

Tecnologia: Soluzioni con rampe “su misura” per il superamento dei dislivelli

La Parola al Commercialista Dott.ssa Antonella ChiamettiNotizie in pillole

La Parola all’ Esperto: Nomina e Revoca dell’ Amministratore

Convenzioni

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Manoscritti, dati, documenti.

Gli articoli e qualsiasi materiale pubblicato in Profes-sione Immobiliare rappresentano le esperienze e le opinioni degli autori ed in nessun caso impegnano Pro-fessione Immobiliare nè la Redazione della rivista.Gli articoli e/o i documenti inviati alla rivista Professione Immobiliare (anche a mezzo posta elettronica o consegnati direttamente presso la nostra sede), anche se non pubbli-cati, non saranno restituiti. La Redazione non è in alcun modo impegnata a pubblicare gli articoli e/o i documen-ti ricevuti. La collaborazione si intende a titolo gratuito.E’ possibile per le case editrici o singoli autori invia-re i testi o le immagini senza copyright di cui si richie-de la pubblicizzazione al seguente indirizzo email a:[email protected]

PROFESSIONE IMMOBILIARE

Pubblicazione trimestraleDirettore responsabile:Ing. Stefano Milanesi

EditoreAPAC Associazione ProfessionaleAmministratori di Condominio

sito web: www.webcondominio.eue-mail: [email protected]

Promozione e SviluppoLucia Rizzi:

[email protected] 393 7281395

Grafica e Stampa presso TipografiaIl Punto Rosso Services S.r.l.

Via Ambrogio Alciati, 5 – 20146 [email protected]

Al numero 10 di Professione ImmobiliareMaggio 2010 - hanno collaborato:

Stefano Milanesi, Lorenzo Milanesi, Fabio Modenesi, Giaime Botti, Sara Boerci, Antonella Chiametti, Mariangela Padalino, Antonio Castaldi, Silvia Meneghini, Giulia Marcato, Nives Ca-stenetto, Roberto Lucarini Manni, Maria Grazia Longhitano.

Registrazione Tribunale di Milanon. 187 del 20 marzo 2007

Testata iscritta al Registro Operatori di Comunicazione(R.O.C.) n. 15634

Gli articoli di Professione Immobiliare sono pubblicati

anche sul sito www.webcondominio.eu

INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LEGS 196/2003Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per potere effettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e simi-lari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Legs.196/2003.Titolare del trattamento è Professione Immobiliare - APAC ([email protected]). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Professione Immobiliare APAC a cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Legs.196/2003.Per ricevere Professione Immobiliare, richiedere il mo-dulo di autorizzazione all’utilizzo dei dati personali a:[email protected]

Le collaborazioni con Professione Immobilare sono gradite. Eventuali proposte di articoli devono essere indirizzate a: [email protected]. Gli articoli devono esse-re completi di tutte le immagini libere da qualsivoglia copy-right e didascalie e devono seguire le indicazioni redazio-nali ed editoriali presenti sul sito www.webcondominio.eu

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EDITORIALE

Comunicazione e studi di amministrazioneLe nuove tecnologie per abbattere i costi di telefonia fissa e mobile

Negli ultimi anni si è assistito ad uno sviluppo travolgente delle tecnologie di comunicazione sia mobile che fissa.Se l’attenzione dei media e delle campagne pubblicitarie si rivolge maggiormente al mercato dei telefoni cellulari, è anche vero che i maggiori tagli alle spese della clientela Business possono avvenire anche e soprattutto nel settore telefonia fissa o semi-fissa (vedi Nuovi prodotti) con notevoli opportunità per la normale attività degli studi di amministrazione e degli studi di consulenza in genere.

Telefonia tramite Internet

Quando si accenna a questo tema, immediatamente vengono in mente le possibilità offerte da Skype.Ad oggi nel mondo ci sono circa 400 milioni di persone che parlano gratuitamente o quasi attraverso questo strumento.

L’attività degli amministratori potrebbe trarne giovamento laddove la rete dei propri interlocutori adottasse analogo strumento di comunicazione.E’ chiaro che la concorrenza a livello nazionale si gioca sui servizi flat (cioè con pagamento di un canone fisso e telefonate illimitate gratuite) forniti dai gestori telefonici: con queste offerte si ottiene un risparmio analogo a quello che si otterrebbe tramite l’utilizzo di Skype con il vantaggio che i collegamenti avvengono tramite normale rete telefonica fissa.

Nuovi Prodotti

Una nuova opportunità che si è presentata sul mercato e che ha colpito nel segno è il telefonino Belkin. Tale apparecchio permette agli utenti Skype di parlare attraverso i servizi Skype senza dovere accendere il proprio PC. In questo modo si supera uno dei principali ostacoli che si presentano a chi desidera connettersi con Skype, liberando dal vincolo principale che rappresenta un ostacolo all’uso.

Stefano Milanesi

Per la Vostra pubblicità su Professione [email protected]

APAC nel 20104 sessioni di corsi per i soci a Milano e Monza;

Impostazione nuovi corsi a Busto Arsizio e Firenze2 sessioni di convegni aperti al pubblico

Più di 230 Consulenze gratuite ai soci via email;Consulenze gratuite ai soci telefoniche;

Consulenze gratuite ai soci scritte;2 Numeri di Professione Immobiliare rivista gratuita distribuita a 6.000 indirizzi di Amministratori in tutta Italia;

10.000 pagine di manuali e dispense.Stand presso il MADE Expo dal 3 al 6 Febbraio 2010 (240.000 visitatori);

2 Convegni al Made Expo 2010 con 150 partecipantiContatti con le più importanti realtà del settore immobiliare;

Contatti con le più importanti riviste del settore;Convenzioni con 5 grandi strutture di servizio al Condominio.

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A tutti voi sarà capitato, almeno da bambini, di giocare a fare delle tor-ri con la sabbia bagnata, lasciandone colare un mucchietto sull’altro dalla mano, magari succede ancora, magari per noia; c’è chi ha saputo restituire questo primitivo passatempo in un ma-estoso simbolo. Precisamente in Calle Mallorca 401, Barcellona, precisamen-te Antoni Gaudì. Parliamo dell’opera di tutta la sua vita, la Sagrada Familia e del suo ideatore, l’architetto spagnolo Antoni Plàcid Guillem Gaudí i Cornet. L’architetto Catalano fu la voce di risposta spagnola a quel filone di ar-chitetti, della seconda metà dell’ot-tocento che, di fronte ad un rapido processo di meccanizzazione dell’ar-chitettura, seppero ricavare uno spa-zio per la loro “voce”, rendendo al mondo, opere architettoniche dal ri-nato gusto per la commistione tra arte e struttura stessa. Va ricordato che la seconda metà dell’ottocento rap-presentò un momento di forte spin-ta tecnologica per l’architettura con l’introduzione di nuove tecnologie che rivoluzionarono in modo radicale la costruzione e la stessa organizzazione del cantiere; in particolar modo l’an-no 1851, anno della prima Esposizio-ne Universale presso Hyde Park, Lon-dra, dove vi fu la celebrazione della nuova architettura leggera, fatta di ferro e vetro nella maestosa opera di Joseph Paxton, il Crystal Palace. Antonì Gaudì, originario di una fa-miglia di calderai catalani seppe mettere a frutto la propria abilità artigianale acquisita fin da piccolo, in famiglia, coniugandole con un sa-piente gusto personale ed uno sguar-do attento su ciò che l’architettura oltre confine proponeva nei suoi anni.

L’unicità delle sue architetture na-sce dalla complessità e dalla novità

dell’estetica che le caratterizza, le-gata da una parte alla radice popola-re catalana -non senza rivendicazioni localistiche in un’epoca in cui Madrid aveva affermato la propria sovranità sulla Catalogna, inibendo lo sviluppo e la piena manifestazione della sua specificità culturale e dall’altra ad un ventaglio ampio ed imprevedibile di riferimenti che vanno dall’architettu-ra moresca, al gotico spagnolo, pas-sando per l’Art Nouveau e per citazio-ni di un mondo personale e fiabesco, tra detriti di un immaginario variegato e irrequieto e detriti veri e propri di materiali dalla più diversa fattura.La sua formazione come architetto fu molto influenzata dalle teorie del tempo di alcuni grandi nomi del pano-rama, che riproposero un ritorno alle forme gotiche medievali; Gaudì intra-prese questa via vedendola come la più funzionale all’espressione più genuina della tradizione popolare spagnola.Gran parte della sua fortuna è legata saldamente alla figura del ricco me-cenate, l’industriale Eusebio Güell che lo protesse e commissionò a lui molte di quelle architetture che in Barcellona nascevano anche come momento architettonico celebrativo della ricchezza di famiglie diverse.

Nel 1891, Eusebio Güell incaricò Gau-dì e Berenguer di progettare una sor-ta di villaggio-modello per ospitare la comunità degli operai che lavoravano nel suo stabilimento tessile di San-ta Coloma de Cervellò. Tale intento scaturiva da un ideale di vita comu-ne in cui il lavoro, secondo i princi-pi socialisti, non fosse elemento di mortificazione dell’individuo ma di qualificazione di un modello di con-vivenza, come contemporaneamente si verificò in altri casi in tutta Europa (in Italia basti pensare ai villaggi ope-

rai di Crespi d’Adda (MI) o di Schio e Valdagno (VI)). Il progetto, oggi chia-mato Colonia Güell, comprende una chiesa con cripta in cui Gaudi espresse liberamente la propria inventiva e il gusto per la sperimentazione statica, inserendo pilastri inclinati verso l’in-terno e giocando sulla compresenza di diversi materiali, dalla pietra al mat-tone al vetro, come a suggerire la con-tiguità ideale fra mondo dell’artificio architettonico e mondo della natura.

Gli stessi pilastri inclinati e il sa-piente uso di materiali di recupe-ro lo si ritrova in un’latra opera, più matura, che si inseriva all’interno di una profonda opera di sistemazio-ne urbanistica da realizzarsi ai piedi del monte Tibidabo, il Parco Güell Il mercato coperto consiste in un’impressionante sequenza di co-lonne doriche che reggono una ter-razza pensile aperta sulla città,

Di architetti e castelli di sabbia.Antoni Gaudì e Barcellona

Laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano.Collabora come professionista presso studi di architettura ed interni, interessandosi parallelamente alla stesura di ricerche ed articoli su temi archi-tettonici ed urbanistici.Responsabile della rubrica di Urbanstica di Professione [email protected]

URBANISTICA

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URBANISTICA

chiusa da una balaustra irregolare de-corata con frammenti di piastrelle in ceramica colorate, stucchi e materia-le di recupero; la scalinata d’accesso al parco è dominata dalla presenza di un animale, le cui fattezze, che ri-cordano vagamente quello di un geco “incattivito” e i gargoyles gotici, re-gola il passaggio verso l’alto e verso il basso; anche qui le superfici sono ricoperte di frammenti di materiali, a comporre un mosaico irregolare e sgargiante, che, con la luce del sole, regala uno spettacolo di colori, sca-tenando le più improbabili analogie.

Tra le sue opere in ambito residenziale più significative va ricordata (e visita-ta) Casa Milà (1906-10), situata su un lotto angolare lungo l’arteria del Paséo de Gracia, lungo viale voluto dal piano dell’ingegner Cerdà, si presenta come una massa irregolare ed ondulata, che spezza la continuità e le cadenze scandite dagli altri edifici, oltre a pro-porsi come una sorta di volume spu-gnoso e curvilineo, che si apre su due cortili interni irregolari, dispiegando sul terrazzo praticabile una fantasia sfrenata nella declinazione dei diversi comignoli, sagomati come sculture.Dinamismo, capacità tettonica di modellare la materia fanno di

questo edificio un esercizio di fantasia, dispiegata nei balconi in ferro battuto

dalla complessa ed irregolare tessitura,nei parapetti delle scale e nel-la loro decorazione che fa quasi per

dere la concezione spaziale percorrendole, nei comignoli scolpi-ti come opere d’arte posti sul tet-to praticabile sorretto da archi parabolici, negli affacci sui due cor-tili interni dall’andamento curvilineo.

Tuttavia l’opera che più di tutte rap-presenta la produzione dell’architet-to, proprio perché lo impegnò lungo tutto il corso della sua carriera e in particolar modo sul finire, tanto da influenzarne profondamente la vita privata fu appunto il gigantesco “ca-stello di sabbia” della Sagrada Fami-lia, per la quale ricevette la commis-sione nel 1883 e ci lavorò per tutta la sua vita. L’impianto mutua dalle cattedrali gotiche catalane la pianta

a croce latina con deambulato-rio inscritta in un rettangolo) e lo slancio verticale delle guglie; essa sprigiona, però, un’intenzionali-tà fortemente individuale nell’uso spregiudicato del materiale.Viene infatti utilizzata per la costru-zione la pietra sbozzata in modo volu-tamente inelegante, a imitazione delle formazioni rocciose o delle cattedrali di fango africane, ma traforata da fi-nestrature ed aperture quasi a negarne la pesantezza. La concezione struttu-rale sfrutta il principio della catenaria e dei pilastri inclinati verso l’inter-

no in modo da non ricorrere all’uso di contrafforti ed archi rampanti.Ancora oggi incompleta della navata, è un gigantesco cantiere in attività, riconoscibile da diversi punti della città, dai tetti delle sue stesse abi-tazioni, dalle colline, simbolo di una città che sa muoversi sempre al pas-so con i tempi, dinamica e modaio-la ma anche eclettica ed espressiva.

La Sagrada Familia viene considera-ta l’opera della sua vita anche per il modo in cui ne influenzò la vita pri-vata; negli ultimi anni precedenti la morte infatti, l’architetto visse all’in-terno dell’enorme cattedrale in co-struzione, in uno stato di abbandono e semi-eremitismo, proprio per quel suo eclettico rapporto con l’architettura.Il suo modo di personalizzare le opere intervenendo in modo quasi maniaca-le sui singoli particolari, e la ricerca costante di nuove soluzioni formali e decorative lo associano quasi alla figura di un scultore che vive in sim-biosi con le sue opere, controllando-ne da vicino ogni minimo dettaglio. L’operato e la magnificenza della sua figura furono riconosciute soltan-to in un secondo momento, proprio per quell’eclettismo che lo caratte-rizzava, rendendo difficile l’inseri-mento della sua figura in una qual-sivoglia corrente architettonica. E’ il suo un episodio isolato ed originale che ha dato simbolo e colore ad una città.

Allora possiamo quasi dire che Antoni Gaudì, è Barcellona.

Silvia Meneghinifoto: Silvia Meneghini, Daniele Todaro

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BERTI PIATTAFORME AEREE LA SOLUZIONE RAZIO-NALE ED ECONOMICA AI PROBLEMI IN QUOTA.

L’Organizzazione BERTI è operante sul mercato dal 1985.Svolge attivita’ di noleggio, con o senza opera-tore, di piattaforme aeree di lavoro con brac-ci telescopici da 6 a 90 metri ,utilizzate per varie attività di manutenzione e costruzione: tipo la ristrut-turazione di stabili, manutenzione, montaggi industriali.La clientela è costituita da privati,enti pubblici,aziende in genere ed opera prevalentemente in Lombardia, Le piattaforme aeree su autocar-ro o semoventi costituiscono uno dei mez-zi più attuali e sicuri per lavori in alta quota.Esse, con la loro nuova struttura articolata estensibile di nuovo disegno e ingombro ridotto, sono la soluzione ideale per giungere ed operare facilmente nei luoghi di più difficile accesso, eliminando ogni tipo di pon-teggio o scale con notevole risparmio di tempo e de-naro, mantenendo un notevole standar di sicurezza .Con i più svariati modelli,noleggiabili con o sen-za operatore, la Berti piattaforme aeree, con la sua esperienza, garantisce i migliori risulta-ti a ogni tipo di problema riscontrabile in cantiere.Un notevole impiego delle nostre macchine vie-ne effettuato in occasione di manutenzione stra-ordinaria per la sostituzione di gronde e pluvia-li, pulizia e controllo di facciate a grandi altezze manutenzione ad impianti industriali, oppure per la messa in opera di insegne e cartelli pubblicitari.Interessante è l’impiego nell’ambito di complessi residenziali,in genere di difficile accesso, per qual-siasi opera di verniciatura e manutenzione , dove garantiamo la massima sicurezza sia agli opera-tori che alle strutture pavimentali non sempre con

portate adeguate al passaggio di mezzi pesanti.Con un parco macchine composto da più di 160 automezzi la reperibilità a seconda di ogni singola esigenza è di facile risoluzione.

La nostra sede è ubicata nel comune di Concorezzo con una superficie complessiva di mq.5000,di cui 3600

destinati a deposito e officina e circa 400 mq.di uffici e una filiale situata nel comune di Legnano via Copernico L’organico è composto da 25 autisti operatori da due meccanici e quattro impiegati coordinato dai quat-tro soci titolari che operano all’interno della azien-da con un sistema di gestione certificato UNI EN ISO 9001:2000 accreditato dall’ente certificatore Sincert.A fine anno 2006 è stata inaugurata la filiale di Legna-no che servirà per dare un migliore servizio logisti-co a tutti i nostri clienti situati a nord-ovest di Milano.

SERVIZI ACCESSORI:

A richiesta dei nostri clienti offriamo sopralluoghi gratuiti per meglio identificare l’attrezzatura più adatta per una esecuzione certa e sicura dell’intervento in cantiere.Servizio di posa cartelli per lavori su strada pubblica con relativi permessi comunali e adeguata segnaletica.Trasporti con nostri autocarri e personale qualifica-to per tutte le piattaforme semoventi,con consegna in cantiere e istruzioni all’uso al personale preposto

TECNOLOGIA

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TECNOLOGIA

La normativa in materia di ge-stione delle acque si è molto modificata in questi ultimi anni giungendo infine al Decreto Le-gislativo n° 152 del 2006 (“Norme in materia di tutela ambientale”) che disciplina le tecniche di scari-co e di trattamento delle acque.In questo testo viene definitivamen-te chiarita l’obbligatorietà dell’au-torizzazione allo scarico delle acque reflue di qualsiasi tipo esse siano. Tale autorizzazione, corredata da opportuno progetto, deve esse-re richiesta alla Provincia di ap-partenenza per tramite dell’Uf-ficio Tecnico comunale del Comune in cui ha sede il Condominio.L’autorizzazione allo scarico viene rilasciata entro 60 giorni dalla ri-chiesta e deve essere richiesta per ogni tubazione di scarico in uscita dal Condominio ed avrà durata quadriennale e dovrà quindi pe-riodicamente essere rinnovata.La richiesta di autorizzazione allo scarico è sottoposta anche a pare-re vincolante del gestore del servi-zio idrico integrato dell’A.TO. (Am-bito Territoriale Omogeneo) che dovrà poi gestirne il trattamento.Devono a questo punto essere dif-ferenziate le acque reflue in uscita dal Condominio secondo la sempli-ce ripartizione tra Acque nere (Le acque usate per le varie attività dell’uomo provenienti da insedia-menti civili quali bagni, W.C., cucine, lavanderie, ecc. e da insediamenti produttivi, quando non conformi ai limiti della tabella 3/A Allegato 5 del Dlgs. 152/2006) e le Acque chiare (Acque reflue meteoriche e quelle provenienti da falde idriche sotterranee. “Acque assimilabili alle bianche” sono le acque provenien-ti da scambi termici indiretti o co-mune conformi, a monte di qualsia-si trattamento, ai limiti della tabella 3/A Allegato 5 del Dlgs. 152/2006)Da questa differenziazione derivano metodi differenti di gestione delle ac-que che esaminiamo singolarmente:Le Acque chiare, che possono es-sere di provenienza meteorica o

sorgiva, sono destinate ad essere recapitate nella rete pubblica per lo smaltimento delle acque chia-re, ove tale opportunità esista, in seconda ipotesi devono essere recapitate in acque superficia-li (rogge, canali, fiumi, laghi, ecc), in terza ipotesi sono destinate a dispersione sul suolo e nella zona superficiale del sottosuolo (pozzi perdenti) ed infine, ove nessuna di queste soluzioni sia attuabile, devono essere inviate nella rete fognaria pubblica acque miste.Esiste anche la possibilità di rac-cogliere queste acque, previa fil-trazione, e di riutilizzarle per uso irriguo o di essere inviate nella va-sca di accumulo dell’impianto an-tincendio, ove presente realizzan-do un impianto come da schema.

Gli utilizzi tipici dell’ac-qua così ottenuta sono:Usi esterni:• annaffiatura delle aree verdi pubbliche o condominiali;• lavaggio delle aree pavimenta-te; • autolavaggi, intesi come attività economica; • usi tecnologici e alimentazione delle reti antincendio. Usi interni: • alimentazione delle cassette di scarico dei w.c.; • alimentazione di lavatrici (se a ciò predisposte); • distribuzione idrica per piani inter-rati e lavaggio auto; • usi tecnologici vari, come ad esempio, sistemi di climatizzazione passiva/attiva. Le prescrizioni da osserva-

re per la raccolta delle ac-que chiare sono le seguenti: • Comparti di nuova edifi-cazione: per l’urbanizzazione dei nuovi comparti edificatori, i piani attuativi dovranno prevedere, quale opera di urbanizzazione primaria, la realizzazione di apposi-te cisterne di raccolta dell’acqua piovana, della relativa rete di di-stribuzione e dei conseguenti punti di presa per il successivo riutilizzo, da ubicarsi al di sotto della rete stradale, dei parcheggi pubblici o delle aree verdi e comunque in siti orograficamente idonei. La quantità di acqua che tali cisterne dovranno raccogliere dipenderà dalla massima superficie coperta dei fabbricati da realizzarsi nell’in-tero comparto e non dovrà essere inferiore a 50 l/mq; • Comparti già edificati : l’acqua proveniente dalle coper-ture dovrà essere convogliata in apposite condutture sottostanti la rete stradale, all’uopo predisposte in occasione dei rifacimenti di pa-vimentazione o di infrastrutture a rete, comprensive delle relative reti di distribuzione e dei conseguenti punti di presa.

I vantaggi derivanti dall’installazione di impianti di raccolta delle acque chiare per uso individuale, oltre che a livello privato, si riflettono positiva-mente anche nella sfera pubblica:• si evita il ripetersi di sovraccarichi della rete fognaria in caso di preci-pitazioni di forte intensità; • aumenta l’efficienza dei depu-ratori (nei casi dove le reti fognarie bianca e nera non siano separa-te), sottraendo quote di liquido che, nel diluire i quantitativi di liquami da trattare, ridurrebbero l’efficacia della fase biologica di depurazione;• si trattiene o disperde localmente l’eccesso d’acqua piovana che non viene assorbita dal terreno a livello urbano, risparmiando i po-tenziamenti delle reti pubbliche di raccolta.

Il punto sulla gestionedelle acque condominiali

Testo a cura di ITALIANA IMPIANTI (vedi pubblicità) per gentile concessione del Dr. Davide Rizzi- Direttore Tecnico

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TECNOLOGIA

I benefici sono talmente consistenti che alcune amministrazioni co-munali hanno allo studio forme di incentivazione (sconto sugli oneri di urbanizzazione) per quanti adotti-no sistemi di recupero e riciclaggio delle acque piovane.Economicamente il vantaggio è evidente, trattandosi di una risorsa gratuita.L’acqua piovana, inoltre, non contiene calcare né cloro ed è ottima nei seguenti impieghi:• per le pulizie, grazie all’impie-go di acqua meno calcarea, si riduce l’impiego di detersivo. • l’assenza di calcare mantie-ne pulite le parti interne degli elettrodomestici, diminuendo usura e consumo di elettricità.• per gli scarichi del w.c., dove non si ha la formazione di calcare. • per il giardinaggio, l’assenza di cloro è benefica per la flora batteri-ca del terreno e per le piante stesse.Le acque chiare raccolte nei cor-selli dei garage o dalle rampe di accesso agli stessi venivano, in pas-sato, smaltite direttamente realiz-zando le caditoie di raccolta prive di fondo in modo da disperdere le acque nel terreno sottostante. Attualmente questa soluzione non è più accettabile non tanto per le ac-que chiare in sé ma perché tutte le aree adibite a parcheggio e transito di veicoli devono proteggere l’am-biente circostante dall’eventuale inquinamento da idrocarburi dovu-to, per esempio, ad una perdita di carburante o di olio da un veicolo.Nell’impianto di vecchia filoso-fia questo materiale era desti-nato ad inquinare il terreno del pozzetto disperdente più vici-no al luogo dello sversamento.

Si rende quindi necessario, per rispet-tare le vigenti normative antinquina-mento, realizzare il circuito di raccol-

ta delle acque dei garage a tenuta stagna e convogliare le acque rac-colte in una vasca con funzione di disoleatore e dissabbiatore prima di inviarle al successivo recapito se-condo quanto sopra già discusso. Questo tipo di problema, ovvia-mente, non si pone per le acque di tetti e lastrici vari, e per le even-tuali acque di giardini o pavimen-tazioni più o meno permeabili dove non è previsto transito di veicoli.

Le Acque nere devono essere re-capitate in un circuito fognario che si differenzia in base al fat-to che il Condominio sia in zona servita da pubblica fognatura o privo di pubblica fognatura.Con il termine “servito da pubbli-ca fognatura” si intende definire qualunque complesso che entro la distanza di 200 metri dal pro-prio confine abbia una condot-ta di pubblica fognatura presso cui conferire gli scarichi di ac-que nere o ad esse assimilabili.Aree non servite da pubblica fo-gnaturaNelle aree non servite da pubbli-ca fognatura le disposizioni comu-nali prevedono che i reflui fognari vengano trattati da appositi sistemi di depurazione, anche se di dub-bia efficacia, quali vasche biolo-giche e imhoff, che trattengono la componente più inquinata e rilasciano in uscita uno scarico te-oricamente assimilabile alle ac-que chiare che deve essere poi ulteriormente gestito secondo i criteri di precedente trattazione.Questa soluzione tecnica compor-ta anche pesanti costi di gestio-ne per la pulizia e lo svuotamento periodico della parte inquinante trattenuta dalla vasca biologica che deve essere aspirata e smalti-ta da un camion di autospurgo a costi mediamente piuttosto elevati.

In situazioni in cui lo scarico delle acque assimilabili alle chiare av-viene in acque superficiali può essere imposta la realizzazione di un vero e proprio piccolo impian-to di depurazione, con ossigena-zione e disinfezione dello scari-co, dato che i limiti di scarico in quel caso sono molto più restrittivi.

L’ARPA (Agenzia Regionale di Pro-tezione Ambientale) effettua i con-trolli sulla qualità di questi scarichi e può giungere, in caso di violazioni delle prescrizioni e di violazioni gravi dei limiti di accettabilità della qua-lità delle acque, persino ad impor-re la chiusura dello scarico che, in termine pratico, significa che tutti i reflui andranno raccolti e smaltiti mediante autospurgo sino alla riso-luzione delle problematiche emerse.

Aree servite da pubblica fognaturaIn questo caso è fatto divieto dal Comune e dal gestore della rete fognaria comunale di frapporre tra lo scarico e l’ingresso in fogna-tura qualsivoglia impianto di trat-tamento atto a ridurre il carico inquinante presente nelle acque nere in quanto questo materia-le, che per l’essere umano è mol-to pericoloso, è alla base del fun-zionamento di quella macchina biologica che è un depuratore.L’unico intervento, eventualmen-te, ammesso sul refluo fognario è la rimozione mediante grigliatura della componente solida; azione insensata in caso di scarico natu-rale ma che può avere senso se applicata ad un sistema di pom-paggio di cui parleremo in seguito.Qualora il Comune realizzasse la rete fognaria in un tempo succes-sivo alla costruzione dell’immobile, che quindi è stato realizzato se-condo i criteri indicati per le aree non servite da pubblica fognatu-ra, semplicemente inviando una ordinanza al Condominio imporrà di predisporre una nuova richie-sta di autorizzazione allo scarico che preveda l’eliminazione dal cir-cuito della fossa biologica o di

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TECNOLOGIA

qualsiasi altro impianto di tratta-mento e recapiti il refluo fognario direttamente nella rete pubblica.Il collegamento alla rete fogna-ria comunale è rappresentato dal pozzetto domestico che ospita il si-fone intercettatore, che è l’origine dell’allacciamento, tutto ciò che è a valle è di competenza dell’en-te gestore, tutto ciò che è a mon-te è di competenza del privato.Esso, detto anche cameretta d’ispezione, può essere costituito da un manufatto in calcestruzzo armato gettato in opera o pre-fabbricato di dimensioni adatte per ospitare il sifone intercettatore.Il sifone intercettatore, come pre-scritto dalla normativa vigente, ha la funzione di impedire il ritorno all’in-terno dei fabbricati delle esalazioni maleodoranti o dei gas che doves-sero formarsi nella rete fognaria stra-dale, ma anche quelle di impedire che corpi estranei (stracci, tamponi igienici, ecc.), di pezzatura superio-re alla luce della sua gola, superino lo sbarramento da esso costituito e vadano ad intasare, ostruendolo il condotto di collegamento stradale.È infatti molto più agevole l’ispezio-ne e la manutenzione del sifone, dotato di una o due ispezioni, che non dell’allacciamento esterno, a volte notevolmente lungo, che può essere raggiunto, quando si rende necessario, solo median-te l’apertura di una trincea stra-dale ed il taglio della tubazione.

Il sifone intercettatore più co-mune presenta due bocche di ispezione rivolte verso l’alto, una a monte e l’altra a valle della gola, che consentono grande agibilità nelle ricorrenti opera-zioni di pulizia e di disostruzione.Attraverso l’ispezione a valle riesce

facile ispezionare il fognolo,mentre da quella a monte, con sempli-ci manovre, si possono estrarre tutti i materiali solidi che si do-vessero attestare nella gola.Il sifone può essere dotato di uno o più aerofori per la ven-tilazione della fognatura.Dall’alto o dal basso ?La quota dell’allacciamento in fo-gnatura è quindi vincolante per la gestione degli scarichi di ac-que nere interni al Condominio.Tutti gli scarichi che si generano ad una quota superiore a quel-la dell’allacciamento possono essere convogliati direttamente, purché venga mantenuta una pendenza delle tubazioni non in-feriore al 2%; in caso contrario si creerebbero difficoltà di scorrimen-to e di trascinamento dei corpi so-lidi contenuti nel refluo fognario.Gli scarichi che si generano a quote inferiori a quella dell’al-lacciamento fognario dovran-no essere risollevate per esse-re immesse nella rete fognaria.Non è ammesso però l’ingresso nella rete fognaria di acqua in pressione direttamente pompa-ta e dovrà quindi essere messo in atto un dispositivo di smorza-mento o mediante una cameret-ta di interscambio o mediante ri-caduta dall’alto della tubazione.

Il pompaggio delle acque

La realizzazione di un impianto di pompaggio per le acque re-flue, se si vuole ottenere la mas-sima efficienza ed affidabilità, dovrà soddisfare alcuni requisiti ben precisi di dimensionamento.1)Portata di punta acque nereLa portata di punta per le acque nere viene calcolata partendo dalla dotazione idrica giorna-liera media di ciascun abitante che, attualmente, viene deter-minata in 350 l/giorno x abitanteStatisticamente si considera che ad ogni appartamento corrispondo-no mediamente 3 abitanti da cui, per esempio, in uno stabile di 6 pia-ni, con 3 appartamenti per piano, si può giungere a questo risultato:6 piani x 3 appartamen-ti/piano = 18 appartamenti

18 appartamento x 3 abitan-ti/appartamento = 54 abitanti54 abitanti x 350 l/gior-no x abitante = 18.900 l/gior-no = 787,5 l/h = 13,13 l/minutoQuesto valore è la portata media che nelle ore di punta viene considerata aumentata di un fattore 2.5 dando quindi circa 33/minuto di portata di punta pari a circa 0,5 l/secondo.L’unità di misura della portata nor-malmente utilizzata nella valuta-zione delle pompe è il l/secondo.2)Portata di punta acque chiareIl calcolo della portata di punta delle acque chiare utilizza il va-lore medio statistico degli ultimi 50 anni di eventi meteorici clas-sificati “di elevata intensità” pari a 40 mm di pioggia in 30 minuti e la superficie esposta a pioggia ri-dotta di specifici coefficienti di re-cupero relativi alla tipologia del rivestimento della superficie stessa. Nel nostro condominio dell’esem-pio sopra introdotto, supponiamo di avere una superficie di 500 m² di tetti, 1000 m² di parcheggio con autobloccanti, 300 m² di area asfaltata, 1000 m² di giardino.Il totale della “superficie equi-valente” verrà così calcolata:Se=500 x 1 + 1000 x 0,5 + 300 x 0,9 + 1000 x 0,2 = 1.470 m²Quindi avremo una portata data da: 0,04 m x 1470 m² / 30 min = 1,96 m³/minuto = 32.67 l/”Tale portata dovrà essere sommata alla portata di punta delle acque nere dato che nulla osta al fatto che le due punte possano coincidere.3)Quota di fondo della vasca di pompaggioTale quota viene determinata con-siderando di lasciare una differen-za di almeno 1 metri tra la quota del tubo di afflusso più basso ed il fondo della vasca di pompaggio.Scopo di questa scelta è di mante-nere le tubazioni vuote da rigurgiti che potrebbero causare sedimen-tazione e di poter, in caso di arre-sto impianto, utilizzare le tubazioni come volume utile al contenimen-to del refluo prima della fuoriuscita.4)Dimensionamento vasca di pom-paggio e volume utileNel dimensionamento della va-sca deve essere tenuto in con-siderazione l’esigenza di evitare

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TECNOLOGIAche le pompe effettuino più di 12 avviamenti/ora. Tale limite è do-vuto all’esigenza di dissipare il ca-lore che si sviluppa nel motore del-la pompa in fase di avviamento.La disponibilità di due pompe a funzionamento alternato consente di raddoppiare il numero di avvia-menti/ora per il totale dell’impian-to.Il calcolo del volume utile minimo avviene quindi considerando che il volume deve essere tale a garanti-re che prima del successivo avvio della pompa intercorra un tempo di 3 minuti calcolato in modo da trovare un compromesso tra l’esi-genza di ampliare il volume utile per compensare fermi impianto o mancanza di energia elettrica e di evitare che la vasca rimanga trop-po tempo ferma con i problemi che possono derivare, in quel caso, dal-la sedimentazione dei corpi pesanti.Vu = Portata di punta tota-le x 3 minuti / 4 = 33 l/secon-do x 180 s / 4 = 5.940/4 = 1.5 m³5)Prevalenza pompaLa prevalenza della pompa, ov-vero la fatica che la pompa do-vrà sopportare per sollevare l’acqua dipende da due valori:a. Dislivello geodetico = diffe-renza di quota tra la quota del pun-to di recapito del refluo pompato ed il fondo della vasca di pompaggio (questo dato è variabile in funzione del livello in vasca e quindi ci si riferi-sce al fondo vasca per considerare la condizione peggiore possibile)b. Perdite di carico dovute alla tubazione ed ai raccordi previsti (in linea indicativa si considerano me-diante circa 1,5 / 2 metri di preva-lenza in più per le perdite di carico).La somma di questi due valori ci dice la prevalenza totale a cui la nostra pompa dovrà lavorare.6)Tipo di idraulicaStabilito portata totale (punto 1 + punto 2) e prevalenza (punto 5) abbiamo individuato le prestazioni che richiediamo alla nostra pom-pa. A questo punto però ci sono molte differenti soluzioni tecniche che consentono di raggiungere quelle prestazioni utilizzando dif-ferenti tipi di idraulica pompante.

a.Girante Vortex o a vortice liquido:In questo tipo di tecnologia di pom-paggio viene decisamente privi-legiato il passaggio dei corpi so-lidi nel corpo pompa. Il liquido da pompare non viene spinto dalla girante ma dal vortice che questa crea nel corpo pompa. Questo tipo di soluzione presenta come incon-veniente però un rendimento de-cisamente basso e quindi consumi energetici elevati. In caso di svuota-mento della vasca di pompaggio, per esempio per esigenze di pulizia, è possibile che questo tipo di pom-pa abbia problemi di aspirazione del liquido e deve essere innescata con molta cautela ed attenzione.

E’ un tipo di elettropompa che, per questioni di facilità di realiz-zazione dello stampo, può essere anche relativamente economi-ca; la sua applicazione tipica è nel pompaggio di corpi solidi che utilizzano l’acqua come veicolo ma che non devono essere trop-po danneggiati dal pompaggio.Una applicazione esemplare è il trasferimento di prodotti ortofrutti-coli dal punto di scarico degli au-tocarri agli impianti di lavorazione.b.Trituratore o sistema di taglioQuesto tipo di tecnologia prevede che i corpi solidi, prima di entrare nella pompa, vengano tagliati e ridotti in piccoli pezzi in modo da poter passare dalla girante senza bloccarla. L’immaginario collettivo ritiene che l’unica soluzione possibi-le per pompare acque cariche sia l’utilizzo di pompe con trituratore. In realtà questo tipo di pompa basa la sua efficienza su un dispositivo costituito da due lame, una fissa ed una rotante, che tagliano i cor-pi prima dell’ingresso nella pompa.

Tale dispositivo è, purtroppo, mol-to sensibile alla presenza di mate-riale abrasivo nel refluo (quali sab-bia, sassi, ecc) e dato che questa presenza è spesso una costante richiede notevoli interventi di ma-nutenzione per la regolazione o la sostituzione del dispositivo di taglio. Se il dispositivo di taglio si usura o diventa un poco più largo del pre-visto la pompa tende ad intasarsi con estrema facilità esattamente come una forbice poco taglien-te farebbe tagliando un tessuto.E’ un tipo di pompa che viene utiliz-zata, dato che può agevolmente su-perare prevalenze elevate, in tutte le applicazioni in cui la prevalenza è un fatture più rilevante della portata.c.Girante monocanaleLa girante monocanale è stata per anni la soluzione tecnica più efficace nel pompaggio dei reflui in quanto consente comunque un passaggio per i corpi solidi di dimensioni discrete ma ottimizza il rendimento ed i consumi ener-getici con prestazioni migliori.

E’ un tipo di macchina che ha un certo costo dato che in fase di produzione gli stampi per le giranti sono parecchio costosi date le par-ticolari caratteristiche delle stesse.E’ il classico tipo di pom-pa per il pompaggio di ac-que cariche di qualsiasi tipo.Il passaggio libero nella girante è cal-colato affinché risulti leggermente

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TECNOLOGIAinferiore rispetto al passaggio libero nella tubazione di uscita; in questo modo un eventuale corpo solido si bloccherebbe nella girante, da cui è facile rimuoverlo, e non tap-perebbe la tubazione di mandata

d.Girante multicanale aperta su diffusoreE’ la più recente novità tecnolo-gica nel settore; unisce la ininta-sabilità delle pompe con giran-te vortex a rendimenti persino più elevati di quelle delle pom-pe con giranti monocanale.

Gli studi tecnici effettuati anche da laboratori universitari hanno dimo-strato, soprattutto, che i rendimenti elevati sono mantenuti pressoché costanti nel tempo. Il difetto mag-giore di questo tipo di soluzione è il costo decisamente elevato di ac-quisto anche perché la girante ed il diffusore previsto sulla pompa sono in una lega speciale e non in nor-male ghisa come le altre soluzioni.

7)Tipo di installazioneAl termine del nostro percorso an-diamo a vedere anche come le pompe dovrebbero essere instal-late sia dal punto di vista norma-tivo, soprattutto in riferimento alle norme di sicurezza, sia del punto di vista operativo e manutentivo.Le tecnologie attualmente uti-lizzate per l’installazione delle pompe sono di fatto le seguenti:

a.Installazione fissa In questo tipo di installazione la pompa è montata stabilmente im-bullonata alla tubazione nella vasca di pompaggio. La rimozione della

pompa dalla vasca richiede o la ri-mozione anche dell’intera tubazio-ne ad essa collegata o l’accesso di un tecnico nella vasca (operazione che ha pesanti requisiti di sicurezza per essere effettuata) per lo smon-taggio della pompa. Inoltre in caso di guasto all’impianto, con la vasca di pompaggio allagata, sarà impos-sibile estrarre la pompa ed, even-tualmente, installarla nuovamente.

In questi casi sarà comunque sem-pre indispensabile provvedere con mezzi alternativi quali auto-spurghi allo svuotamento della vasca di pompaggio per la manu-tenzione ordinaria o straordinaria con tutti i costi che ciò comporta

b.Installazione rimuovibileIn questa versione sul fondo del-la vasca di pompaggio viene montato, imbullonato alla tu-bazione, un apposito basamen-to di aggancio automatico.

La pompa è equipaggiata da un contro supporto per mezzo del quale si appoggia sul basamento e rimane agganciata alla tubazione. In caso di necessità di estrazione della pompa è sufficiente sollevar-la per la catena e la macchina si sgancia automaticamente ed esce dalla vasca di pompaggio. Analo-gamente per installarla nuovamen-te la pompa viene calata in vasca

scendendo lungo dei tubi che fun-gono da binario guida, si aggan-cia automaticamente a fondo vasca nella sua naturale posizione di lavoro. Tutte queste operazioni possono tranquillamente avvenire anche a vasca allagata e quindi, anche in caso di guasto e di fermo impianto, sarà possibile agevol-mente intervenire sulle macchine.

c.Installazione in camera asciuttaQuesta soluzione prevede che la pompa sia installata in una camera esterna alla vasca di pompaggio da cui preleva sol-tanto il refluo da pompare.

Presenta sicuramente alcuni in-convenienti dettati dal fatto che intanto impone la realizzazione, in realtà, di una camera esterna alla vasca di pompaggio ma di pro-fondità analoga e poi, dato che la pompa nell’installazione som-mersa utilizza il refluo circostante per agevolare il raffreddamento del motore, normalmente questo tipo di installazione non consente di utilizzare la macchina al massi-mo della potenza possibile proprio per problemi legati al surriscalda-mento. E’ una soluzione che vie-ne normalmente utilizzata quando non esiste la possibilità di utilizzare la soluzione al punto 2. E’ stata per esempio utilizzata per il pompaggio dell’acqua di bacini idraulici che danno luogo a veri e propri laghetti in quanto la stazione di pompag-gio viene realizzata ad una certa distanza dal lago vero e proprio.

8)Risparmio energetico e rendi-mento totaleNella valutazione delle macchi-ne elettriche da acquistare, oggi come oggi, diventa importante va-

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TECNOLOGIAlutare, oltre al costo immediato, anche il co-sto di gestione della macchina soprattutto in rapporto all’energia elettrica consumata.Per definire le macchine più economiche in termini di gestione viene utilizzato un ele-mento, chiamato rendimento totale, che è calcolato come rapporto percentuale tra energia consumata ed energia prodotta.Tale rapporto sarà necessariamente un nu-mero inferiore al 100% in quanto la macchina perfetta, ovvero quella che produce tanta energia quanta ne consuma, è soltanto un artificio teorico ma è di fatto non realizzabile.Di fatto sono considerati rendimenti ottimi quelli superiori al 45% ed ancora accettabili quelli fino al 35% quindi è evidente che molta dell’energia consumata dalla rete non viene utilizzata realmente per il lavoro da svolgere.Il dato del rendimento ha pesanti riper-cussioni però sui costi dell’energia elettri-ca che rimarranno in tutti gli anni futuri.Facciamo per chiarezza un esempio pra-tico supponendo di voler cercare una pompa in grado di pompare 20 l/” a 8 metri di prevalenza, dati il cui significa-to è già stato illustrato in precedenza.a. Elettropompa prodotta da marca di elevato livello qualitativo:Costo elettropompa circa € 4.000,00 – Consumo nel punto di lavoro: 3,3 KWRendimento totale: 48.5%b. Elettropompa prodotta da marca di buon livello qualitativo:Costo elettropompa circa € 3.100,00 – Consumo nel punto di lavoro: 4,1 KW Rendimento totale 32%c. Elettropompa pro-dotta da marca economica:Costo elettropompa circa € 2.500,00 – Consumo nel punto di lavoro: 5,9 KW Rendimento totale 22%Facendo un calcolo dei consumi ener-getici si ottiene che, supponendo che tutte le tre soluzioni lavorino un tem-po complessivo di 6 ore/giorno, il costo di funzionamento giornaliero diventa:Costo=potenza x 6 h x 0,12 €/KWh a=2,38 €/giorno b=2,95 €/giorno c=4,25 €/giornoDa cui si può determinare che la diffe-renza di costo di acquisto tra la soluzio-ne A e la soluzione C viene compensa-ta in 802 giorni, pari a meno di 3 anni.E questo avendo acquistato un pro-dotto più valido tecnicamente che ga-rantisce maggiore affidabilità e durata

9) Manutenzione

Anche le nostre macchine, come tutte le

apparecchiature elettromeccaniche, ri-chiedono un minimo di manutenzione or-dinaria e, nel tempo, alcuni interventi di manutenzione straordinaria che, comun-que, ne preservano la vita e la durata.La parte vitale di una pompa è la tenuta meccanica che è un componente, costi-tuito da 2 elementi, uno fisso ed uno rotan-te, che impedisce al liquido da pompare di entrare all’interno della macchina. Ogni tenuta meccanica, però, non è in grado di garantire la tenuta assoluta ma ha sempre un minimo trafilamento di liquido. Periodica-mente è estremamente importante verifica-re il livello di trafilamento perché esso è diret-tamente proporzionale all’invecchiamento ed all’usura della tenuta meccanica. I tecni-ci che intervengono provvedono a verifica-re il quantitativo di acqua presente nell’olio di raffreddamento ed, eventualmente, alla sostituzione dell’olio. In questo modo si può intervenire sostituendo la tenuta meccanica prima del cedimento totale che causa dan-ni molto c o s t o s i .P e r i o d i -camente, dato che le pompe sono im-merse nel refluo, è opportu-no anche verificare l ’ i s o l a -mento dei cavi elet-trici e dei gommini di tenuta sul cavo; un calo di efficienza di questi c a u s e -r e b b e l’ingresso di ac-qua nel m o t o r e .N o r m a l -m e n t e , t r a n n e in casi di c o n d i -zioni di l a v o r o pa r t ico -

larmente onerose, si ritiene che un controllo con cadenza semestrale sia sufficiente ad as-sicurare una vita serena alla pompa e di pre-venire possibili guasti onerosi e fermo impianto.Recentemente molte compagne assicuratri-ci stanno ponendo pesantemente sotto con-trollo il discorso della manutenzione in caso di sinistri da fermo impianto da rimborsare.Esiste oggi anche per i Condomini la possibi-lità di appaltare la manutenzione degli im-pianti tecnologici con la formula del “Full ser-vice” ovvero con un contratto che, a fronte di un canone, solitamente mensile, copre sia la manutenzione ordinaria che quella stra-ordinaria per tutta la durata contrattuale. In questo modo si evitano le seccatu-re legate al dover affrontare una spesa di manutenzione straordinaria imprevista ed urgente mentre è possibile, sia per i condomini che per l’Amministratore pro-grammare i propri bilanci sapendo esat-tamente a che costi si dovrà far fronte per la gestione degli impianti tecnologici.

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TECNOLOGIA

Moderni sistemi di rilevazione perdite localiz-zano precocemente le perdite idriche sulla rete di distribuzione municipale, comunale e degli impianti tecnici, riducendo le perdite stesse e limitando i possibili danni. Il monito-raggio preventivo delle tubazioni conviene perché evita le spese aggiuntive derivanti dalla perdita di acqua:in caso contrario al volume dei consumi si deve aggiungere il volume di acqua disperso. Il costo per una ricerca sistematica e periodica delle perdi-te costituisce solo una parte delle spese complessive di esercizio e di manutenzione delle tubazioni. Questo investimento vi per-mette inoltre di risparmiare molti soldi, per-ché prevenite il verificarsi di dilavamenti e di abbassamenti del terreno. Infine , vista l’at-tuale situazione idro-potabile, è prevedibile che a nessuna amministrazione comunale o industria venga risparmiato un controllo costante delle proprie reti di distribuzione. Con i suoi sensori Werotec è già in grado di monitorare le reti in modo continuo e di localizzare con precisione i punti non stagni.Termografia :Oggi è molto noto l’impiego della termo-grafia per misurare le perdite di calore sulle facciate e negli edifici. Ma la termografia offre molto di più. L’aumento o l’abbassa-mento localizzato della temperatura è un chiaro segno di malfunzionamento dovuto a danni esistenti o emergenti a macchi-nari o impianti tecnici. Ecco perché il mo-nitoraggio preventivo di impianti complessi, macchinari e reattori e la ricerca di perdite effettuata a partire dai sistemi di tubazioni isolati fino all’impianto di riscaldamento a pavimento sono due campi di intervento supplementari molto importanti. L’individua-zione tempestiva dei così detti “hot spot” nell’ambito di un’indagine termografica permette di localizzare i danni e l’affati-camento del materiale già in uno stadio precoce e di evitare danni conseguenti e l’interruzione dell’attività dell’impianto.Durante i lavori di costruzione, ristrutturazio-ne e risanamento il calcestruzzo, il massetto e l’intonaco fanno penetrare nell’edificio grandi quantità di acqua e di umidità. Senza opportune misure ausiliare, pur in presenza di condizioni climatiche favorevoli, il processo di essiccazione può richiedere tempi lunghis-simi, o addirittura, non concludersi in modo completo. Durante questo periodo i lavori

subiscono un arresto: non è possibile posa-re le applicazioni per pavimenti e pareti, né procedere alla finitura degli interni. Inoltre l’essiccazione insufficiente può essere causa di danni successivi. Werotec impiega appa-recchi per l’essiccazione e deumidificatori mobili che garantiscono la rapida ripresa dei lavori e l’esclusione di danni conseguenti alla presenza di umidità residua. L’essica-zione professionale di Werotec permette al cliente di rispettare il calendario dei lavori ed i preventivi. L’acqua che penetra negli edifici in seguito ad un’alluvione, alla rottura di tubature o ad un ristagno provoca danni ingenti. L’acqua lo sporco stagnanti hanno una forte azione corrosiva, più lungo è il pe-riodo di ristagno più gravi diventano i danni. Le nostre pompe eliminano immediatamen-te l’acqua stagnante lasciando via libera all’impiego di aspiratori ad alta potenza che asportano ogni traccia di acqua e di sporco residui. Grazie ad un sistema specifico di es-siccazione per massetti è possibile conserva-re i rivestimenti originari di pareti e pavimenti, come il parquet, il marmo, le piastrelle e le mattonelle, anche se antichi. Oggi disponia-mo di sistemi collaudati di essiccazione in so-vra pressione e in depressione: l’umidità vie-ne prosciugata e convogliata all’esterno da sopra e da sotto, attraverso giunti perimetrali e/o fori piccolissimi. Scegliamo il metodo più adatto in base alle caratteristiche costrutti-ve, regolandone la capacità e l’intensità in base al caso su cui lavoriamo. I nostri sistemi vengono utilizzati persino per preparare al restauro zone estremamente sensibili, quali rivestimenti e le pitture murali. Il legno è un materiale che soffre in modo particolare l’azione dell’acqua e deve essere trattato con priorità ed efficienza. L’acqua di spe-gnimento e il fumo possono aggravare mol-tissimo l’entità e la graità di danni causati da un incendio. Ciò risulta evidente soprattutto negli edifici a più piani: l’acqua di spegni-mento scorre per tutti i piani mentre l’in-cendio ne ha colpiti alcuni o addirittura solo uno. Inoltre si sottovalutano i danni causati dall’infiltrazione dell’acqua di spegnimento, che si manifestano solo dopo molto tem-po. Se il processo di deumidificazione non viene messo in atto tempestivamente ed in modo professionale, le parti in legno, i rivesti-menti in legno di soffitti e pareti, i mobili ed il parquet si gonfiano, si deformano e si cre-

pano. Inoltre si possono sviluppare muffe e funghi. I gas nocivi che si sviluppano in segui-to ad ogni tipo di incendio ì, ma soprattutto quando sono coinvolte sostanze plastiche e chimiche, penetrano dentro gli involucri dei computer e degli apparecchi, conden-sano sulle pareti in metallo e sulle piastrine e completano la loro opera di distribuzione invisibile dall’esterno. L’effetto corrosivo vie-ne potenziato enormemente dall’umidità. L’unica soluzione è procedere ad una tem-pestiva opera di bonifica e risanamento a regola d’arte che prevede la rapida riduzio-ne di umidità e la cattura di agenti contami-nanti. I fumi ed i gas condensati diffondono un odore penetrante in tutto l’edificio e rendono inagibile anche le stanze che non sono state direttamente danneggiate dal fuoco. I gas nuociono alla salute dell’uomo e il forte odore di bruciato compromette le condizioni di vita e di lavoro. E’ possibile con-trastare questi odori in modo efficace con i dissipatori elettrici. Provocano cattivi odori anche i batteri, che sulle superfici umide si diffondono rapidamente. Per la disinfezione , anche in questo caso, si possono utilizza-re i dissipatori elettrici, l’ozono e le camere climatiche. Tecnologie Werotec per riutiliz-zare al più presto gli ambienti danneggiati.Risanamento:Werotec Vi offre competenza e tutti i ser-vizi necessari al ripristino, al risanamento e alla ricostruzione, risparmiandovi la fatica di cercarli. La riduzione dei costi, è solo uno dei vantaggi importanti compresi nel nostro servizio. Per l’eliminazione dei danni a regola d’arte ed il completo ripristino post sinistro sono necessari preparazione logistica, piani-ficazione e controllo. Grazie alla nostra lunga esperienza sappiamo come evitare i pericoli e come prevenire l’insorgere di nuovi, Wero-tec rappresenta un Vostro interlocutore, che, contemporaneamente vi assicura garanzia totale. Ci occupiamo di confrontare le offer-te, di assegnare gli incarichi, di programma-re i lavori delle maestranze e di controllarne le prestazioni, di eseguire i controlli di quali-tà sulle prestazioni testate, che costituiscono il protocollo del risanamento. Naturalmente ci occupiamo del rilascio delle parti risana-te e dei lavori preparatori al collaudo delle autorità, così come della documentazione e della raccolta del materiale fotografico.

Rilevazione perdite idriche:monitoraggio preventivo

Testo a cura di Werotec S.r.L

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TURISMO

L’ Ufficio federale Svizzero dei trasporti, in data 13 gennaio 2010, ha rinnovato la concessione per il trasporto di perso-ne a scopo turistico sulla tratta ferroviaria Castione-Arbe-do – Cama, 13 chilometri di quella che, fino al 27 maggio 1972, era la Bellinzona - Mesocco (appartenente alla Fer-rovia retica / RhB). La decisione di Berna, particolarmente significativa, premia la volontà di un gruppo di appassio-nati che, per il 16esimo anno consecutivo, si appresta a proporre viaggi ferroviari con materiale rotabile d’epoca e a trazione elettrica attraverso una parte del fondoval-le mesolcinese. Ricordiamo che l’associazione (SEFT) è di fatto proprietaria anche dell’intero tracciato ferrovia-rio con concessione federale valida (almeno) fino al 2020.

MATERIALE ROTABILE, INVESTIMENTIIl parco veicoli della SEFT si compone di quattro elettromo-trici d’ epoca a carrelli (due ex “Ferrovie appenzellesi”, una ex Ferrovia retica, una ex Ferrovia Biasca – Acquarossa), di due vetture ultracentenarie della ex Bellinzona - Mesocco, di una carrozza a due assi originale della Ferrovia Biasca – Acquarossa, di una carrozza a “grande capacità” (Bt 29) proveniente dal “Traffico regionale Berna-Soletta” (RBS), di alcuni altri vagoni (un bagagliaio, un postale, carri merce).

IL PRESENTE E IL FUTURO (PROSSIMO)Quest’ anno la SEFT riproporrà il programma di viaggi in Me-

solcina che hanno attirato (dall’ inizio del servizio nel 1995, quindi dopo 15 anni di esercizio) quasi 36 mila viaggiatori !!! I convogli possono inoltre essere affittati per corse private, di norma, il sabato.Novità per il 2010 è la messa in servizio di un apposito carro merci destinato al trasporto di biciclette. La direzione della SEFT curerà poi i rapporti con Canton Tici-no e FFS in vista della rimessa in servizio, nel dicembre 2010 , della stazione di Castione - Arbedo destinata a diventare il capolinea nord del trasporto regionale gestito da TILO (linee S10 > Albate ed S20 > Locarno). Fra un paio di anni anche la nostra ferrovia si dovrà adattare e dovrà (proba-bilmente) dislocare di un poco (sempre a Castione, però) il suo capolinea ticinese. Per info su orari e prenotazioni di viaggi www.seft-fm.ch

La Ferrovia Castione-Arbedo – Cama

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LA PAROLA ALL’ AVVOCATOPROFILO PROFESSIONALERoberto Lucarini ManniNato a Firenze nel 1959 dove si è laureato in giurisprudenza, esercita da oltre venti anni la professione di avvocato.Ha scritto tre libri (due sul condominio e uno di procedura civile) per la casa Editrice Il Sole 24 Ore Pirola e numerosi articoli con IPSOA, Italia Oggi, Panorama Casa, Italia Casa, ecc.Esperto in materia condominiale tiene apposite rubriche di risposte a quesiti di lettori.Attualmente esercita a Firenze nel campo del diritto civile e spesso viene contattato per problematiche condominiali delle quali ha maturato una notevole conoscenza.

1) Quesito - LASTRICO SOLARE - Come si devono ripartire le spese per il rifacimento del lastrico solare a causa d’infiltrazione d’acqua agli appartamenti sottostanti?

Le spese per il rifacimento del lastrico solare, se di proprietà condominiale, andranno ripartite - similarmente al tetto - secondo i millesimi di proprietà tra tutti i condomini sottostanti; se viceversa il lastrico è di proprietà esclusiva di un condomino, questi dovrà sopportare il pagamento di un terzo delle spese ed i restanti due terzi andranno ripartiti secondo i millesimi di proprietà tra i condomini ad esso sottostanti.

2) Quesito - BALCONI - L’amministratore ha ripartito per millesimi di proprietà la spesa di rifacimento, causato da crolli dell’intonaco, dei frontalini, posti a filo della ringhiera, dei balconi. Avendo contestato questa divisione, perché ritengo che questi frontalini siano di proprietà individuale, l’amministratore ha replicato che la recente giurisprudenza stabilisce così.

La valutazione dell’amministratore è esatta. Infatti questi, in quanto facenti parte della facciata esterna dell’edificio condominiale, conferiscono decoro architettonico alla stessa. Pertanto alle relative spese di riparazione debbono partecipare tutti i condomini (Tribunale di Milano sentenza n.4173 e 4193 del 26 maggio 1988).

3) Quesito - ASCENSORE - Ho acquistato un appartamento in un condominio nel quale il regolamento contrattuale prevede le tabelle per la ripartizione delle spese dell’ascensore.È possibile cambiare il regolamento condominiale? In caso affermativo, come si deve procedere?

La materia della ripartizione delle spese condominiali per la prestazione di un servizio comune, quale è quello dell’ascensore, è regolata da norme derogabili dall’autonomia dei condomini (vedi articolo 1123 del Codice civile, che fa salva la diversa convenzione).Quando, come nel caso de quo, siano i regolamenti contrattuali a disciplinare convenzionalmente criteri di ripartizione delle spese, solo un nuovo regolamento con il consenso di tutti i condomini può modificare la precedente disciplina.

4) Quesito - PERDITE ACQUA - Abito in un condominio composto di tre palazzine, nel quale è situato un’unica autoclave. A seguito della rottura di una condotta che porta l’acqua negli edifici, si è verificata una cospicua perdita della stessa.Sia la ripartizione della tubatura che il pagamento dell’acqua sono stati ripartiti tra i condomini in base ai millesimi di proprietà. Il criterio adottato è corretto?

Il criterio adottato è corretto. Gli oneri derivanti dalla conservazione, riparazione e manutenzione dell’impianto idrico vengono infatti normalmente ripartiti tra i condomini in relazione alle quote millesimali, se tutte le proprietà usufruiscono del servizio. Altrimenti parteciperanno, in proporzione, i soli condomini serviti, salve le diverse disposizioni del regolamento di condominio.

5) Quesito - SOTTOTETTO - I contratti di compravendita di un fabbricato condominiale non prevedono alcun diritto reale sul sottotetto.Dovendosi provvedere all’isolamento termico del citato sottotetto, come devono essere ripartite le relative spese?

Se niente è previsto nei contratti di compravendita, il sottotetto si presume essere di proprietà esclusiva del proprietario dell’ultimo piano. La spesa per il relativo isolamento termico dovrebbe gravare su coloro che da tale isolamento traggono beneficio.

6) Quesito – ANTENNA TV - Abbiamo dovuto sostituire l’antenna TV. A chi va addebitata la relativa spesa ?Anche i proprietari dei negozi devono partecipare a tale spesa?

La spesa va ripartita in parti uguali tra i soli utenti del servizio “antenna centralizzata”.

7) Quesito - LASTRICO - Sopra una porzione del mio appartamento c’è una terrazza a livello di uso esclusivo dell’attico. Sotto il mio appartamento, ci sono cantine e box. Dovendo rifare la terrazza, causa infiltrazioni di acqua, i proprietari delle cantine - situati sotto la verticale della terrazza - debbono contribuire alla spesa nella stessa misura prevista per i locali adibiti ad abitazione, oppure in misura diversa?

I proprietari delle cantine debbono concorrere, ai sensi dell’articolo 1126 del Codice civile, in misura proporzionale ai valori millesimali dei locali stessi, ovviamente nei limiti dei 2/3 a carico di tutte le unità immobiliari sottostanti.

8) Quesito – DELIBERE CONDOMINIALI - Nel mio palazzo alcuni condomini vogliono che il condominio compri un terreno confinante.Quale maggioranza dell’assemblea è richiesta?

È necessaria l’unanimità dei consensi. Il condominio, quale ente di mera gestione, non ha la capacità di agire per l’acquisto di beni non necessari per la gestione condominiale; pertanto, una delibera a maggioranza sarebbe nulla.

9) Quesito – RIPARTIZIONE SPESE - Il nuovo amministratore, non essendoci un regolamento di condominio, vuol far pagare le spese a tutti i condomini in misura eguale. E’ giusto?

Il criterio di riparto in maniera eguale può applicarsi solo in casi particolari (ad esempio antenna TV); pertanto il nuovo amministratore sbaglia.

10) Quesito - CITOFONO - Le spese per l’installazione dei citofoni e la conseguente sostituzione della pulsantiera dei campanelli all’ingresso collettivo, spettano al proprietario o al conduttore?

Le spese per l’installazione dei citofoni spettano al proprietario; al conduttore spettano soltanto quelle per la manutenzione e riparazione.

11) Quesito - AUTOCLAVE - Il proprietario

dell’ultimo piano utilizza un’autoclave che ha installato sul proprio balcone senza autorizzazione da parte dell’assemblea. Poiché gli alloggi fanno capo a un comune serbatoio di acqua, può essere intimata la rimozione di tale supporto allo scopo di evitare eventuali turbative nell’equilibrio idrico della colonna?

Per l’installazione dell’autoclave non occorre in linea di principio alcuna autorizzazione. Il lettore dovrebbe dimostrare in giudizio con concreti elementi di prova, che viene pregiudicato il pari uso di tutti i condomini e cioè l’equilibrio idrico della colonna.

12) Quesito - ANDRONE - Vorrei sapere se le spese sostenute per la pavimentazione dell’androne si possono considerare urgenti ai sensi dell’articolo 1134 del Codice civile.

La nozione di spesa urgente deve interpretarsi con una certa elasticità nel senso che può comprendere opere indifferibili per evitare un possibile, anche se non certo, danno materiale o funzionale. Occorre però il requisito di un pericolo effettivo anche se non imminente.Nel caso de quo si tratta sicuramente di danno nè materiale, nè funzionale, ma eventualmente solo morale. Pertanto non è applicabile la disciplina dell’articolo 1134 del Codice civile.

13) Quesito - LUCERNARIO - Voglio aprire un lucernario nella mia mansarda, qual’è il quorum richiesto?

Per aprire un lucernario non occorre normalmente l’autorizzazione dell’assemblea, salvo che per esempio non sia ipotizzabile una lesione al decoro architettonico.

14) Quesito – CAMBIO D’USO - Un appartamento in un condominio è stato trasformato dal proprietario in studio dentistico. Occorrono autorizzazioni dell’assemblea?Quali procedure l’assemblea condominiale deve attuare per opporsi a tale trasformazione ?

Se ciò non è vietato dal regolamento condominiale, il condomino, previo l’ottenimento delle autorizzazioni dagli enti preposti, può liberamente trasformare la destinazione dell’appartamento da abitazione a studio medico.

15) Quesito - ABBAINO - Sono proprietario del sottotetto di un condominio. Posso aprire sul tetto un abbaino senza l’autorizzazione dei condomini?

In linea di principio, ai sensi dell’articolo 1102 del Codice Civile, nulla vieta al singolo partecipante di servirsi della cosa comune per un fine suo particolare, se ciò non crea pregiudizio all’utilizzazione collettiva.Pertanto, se l’abbaino è costruito a regola d’arte, non pregiudica la funzione del tetto di copertura del fabbricato e non reca comunque pregiudizio alcuno all’edificio condominiale, il proprietario del sottotetto può realizzare il manufatto, senza il consenso della ma

Avv. Roberto Lucarini Manni

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18PROFESSIONE IMMOBILIARE 2010/ n.10

RECENSIONI

PIANOFORTE VENDESI (di Andrea Vitali)

“C’è una sola stella in cielo, per il resto nuvolaglia. Presto sparirà anche quella sola.”In una Bellano notturna, un po’ magica, piena di penombre, la notte dell’Epifania, un ladro di professione, chiamato “il Pianista” per le sue mani lunghe ed affusolate, decide di entrare in un appartamento disabitato, incuriosito dal cartello “Pianoforte Vendesi” appeso sulla porta. Si troverà a compioere gesti che rivelano il grande desiderio di riscattare la sua umanità.

ANDREA VITALI è il medico di base di Bellano, dove è nato nel 1956. Ha pubblicato numerosi romanzi e nel 2008 ha ricevuto il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia.

(Nives Castenetto)

BRUCIATA VIVA. VITTIMA DELLA LEGGE DEGLI UOMINI (di Suad)

“Brucio…Corro scalza nell’orto, mi batto le mani sulla testa, grido…” Suad è una giovane cisgiordana. Nel piccolo vil-laggio dove è nata le donne sono al servizio di padri e mariti: non possono uscire senza essere accompagnate, non possono studiare, non possono vestirsi come vogliono. Raggirata da un uomo di cui si è invaghita rimane incinta prima del matrimonio e paga duramente questa colpa: viene bruciata viva. Un giorno, infatti, all’improvviso il cognato le versa addosso un liquido freddo che diventa fuoco. Nonostante le ustioni di terzo grado Suad riesce a salvarsi con l’aiuto di un’organizzazione umanitaria e può raccontare al mondo la sua storia.

SUAD è lo pseudonimo dell’autrice di questo libro, che oggi è sposata e ha tre figli. Si presenta in pubblico sempre con il volto coperto da una maschera per non farsi riconoscere.

(Nives Castenetto)

GLI ADEMPIMENTI DI SICUREZZA IN AMBITO CONDOMINIALE

La sicurezza in condominio. Ecco un volume che spiega, passo dopo passo, che cosa fare per rispettare le nuove norme fissate dal ministero del lavoro e preve-

nire gli incidenti sul lavoro per tutti coloro che operano nelle aree condominiali: dai portieri agli addetti ai servizi di vigilanza, custodia o pulizia, da coloro che si

occupano della conduzione di impianti sportivi e spazi a verde fino ai lavoratori con mansioni amministrative. Offre l’indicazione dei principali obblighi normativi

vigenti, delle modalità di espletamento, della loro frequenza di aggiornamento e delle formule indispensabili per la loro corretta realizzazione. Il testo è arricchito

con una serie di esempi pratici e replicabili, con la principale modulistica di riferimento, con questionari e check-list per una migliore e più approfondita valutazio-

ne delle condizioni di rischio.

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e la contrattualistica condominiale, l’apparato sanzionatorio, le Faq e le check-list per la verifica della conformità legislativa oltre a tutti gli adempimenti di sicurezza

sia nei confronti dei dipendenti dell’amministratore che nei confronti dei lavoratori del condominio. Per ogni adempimento sono indicati: gli estremi della fonte norma-

tiva di riferimento (con un link per l’accesso diretto al testo della norma), la periodicità con cui l'adempimento deve essere reso, la modulistica, l'elenco dei soggetti

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MOSTRE E Convegni242.152 PRESENZE, +21% A MADE EXPO 2010

Chiude con segno positivo e entusiasmo la terza edizione di MADE expo con 242.152 presenze, con un incremento del 21%, di cui 23.810 stranieri (+24%).

La manifestazione internazionale dedicata al mondo del progetto e delle costruzioni, tenutasi dal 3 al 6 febbraio a Fiera Milano Rho, si conferma evento leader del settore, un appuntamento commerciale imprescindibile nel calendario fieristico e insieme un momento di confronto per gli operatori e di rilancio del settore, con un’offerta qualificata e ad alto contenuto di innovazione.

“Siamo pienamente soddisfatti del risultato

ottenuto – affermano gli organizzatori della manifestazione - non solo in termini di dati, ma anche e soprattutto per il clima positivo respirato nei padiglioni in questi giorni. Presenti oltre 1.700 aziende, di cui 254 estere, su una superficie espositiva di oltre 90.000 mq netti, che hanno mostrato grande tenacia e voglia di reagire al difficile momento economico. MADE expo si è rivelato ancora una volta uno strumento efficace per le aziende, che hanno trovato nella manifestazione importanti occasioni di business, servizi e approfondimenti. Unanime il positivo riscontro da parte dei visitatori rispetto all’alto contenuto di innovazione e ricerca presentato sia negli stand che nelle iniziative culturali e tecniche”.

Sono stati infatti oltre 180 gli appuntamenti e le iniziative che hanno scandito i quattro giorni

di manifestazione, mettendo in luce i temi più rilevanti del costruire contemporaneo.

“Con il suo format innovativo che unisce l’offerta commerciale con un momento tecnico-culturale – proseguono gli organizzatori - MADE expo non chiude con l’appuntamento fieristico ma prosegue la sua attività in vista della quarta edizione, che si terrà dal 5 all’8 ottobre 2011. In questi mesi MADE expo continuerà a lavorare proponendo appuntamenti e iniziative internazionali che scandiranno i mesi di attesa alla prossima edizione. Impegno prioritario di MADE expo sarà accompagnare le aziende verso la grande sfida di EXPO 2015, che ha scelto la manifestazione come punto di riferimento per il sistema costruzioni, un settore protagonista nello sviluppo del pianeta in una nuova prospettiva di sostenibilità e rispetto per l’ambiente e l’uomo”.

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19PROFESSIONE IMMOBILIARE 2010/ n.10

TECNOLOGIE INNOVATIVE

1. PremessaIl motore elettrico è stato impiegato per l’autotrazione prima ancora del motore a combustione interna, ma con l’avvento dei combustibili liquidi, avvenuto all’inizio del secolo scorso, è stato soppiantato da quest’ultimo. Pur avendo una rendimento (“tank towheel”) doppio o triplo rispetto al motore a combustione interna e costi di manutenzio-ne nettamente inferiori, il motore elettrico per autotrazione, nonostante diversi tentati-vi e programmi di sviluppo di varie aziende e nazioni (avvenuti soprattutto in occasione dellecrisi petrolifere), non ha mai abbandonato la fase sperimentale o prototipale.Da pochissimi anni però tutti i maggiori costruttori mondiali di automobili hanno ini-ziato ad interessarsi ed a investire notevoli risorse nello sviluppo dei veicoli elettrici, supportati anche da importanti incentivi governativi (ad esempio in USA, Cina e Francia).I motivi più importanti per i quali è attesa entro il 2020 una diffusione di massa delle auto elettriche ricaricabili dalla rete sono sostanzialmente:- un basso impatto ambientale (l’energia utilizzata per la ricarica viene da Fonti Rinnovabili o Nucleare e l’utilizzo di veicoli elettrici abbatte le emissioni di polveri e inquinanti nelle città);-un importante incremento dell’autono-mia degli accumulatori (grazie alle nuove batterie al litio);-modalità e punti di ricarica adeguati alle esigenze ( le c.d. smart grid);2. Scopo del ProgettoIl progetto e-mobility di A2A è di tipo speri-mentale:• si sviluppa su un progetto pilota che prevede un numero limitato di autoveicoli elettrici (prototipi o auto pre-seriali) e di punti di ricarica;• abbraccia un periodo di tempo definito: alla fase di studio, che è partita nel 2008 e che ha interessato tutto il 2009, segue, quest’anno, la fase di realizzazione delle infrastrutture e la messa in funzione del servizio di ricarica e nel 2011 la gestione e l’analisi delleinformazioni raccolte.Gli obiettivi del progetto e-mobility A2A:• essere presente, quale gestore di servizi a rete sui territori, per guidare un armonico sviluppo della rete di distribuzione di ener-

gia elettrica e per abbattere concretamen-te le emissioni inquinanti;• partecipare allo studio delle problemati-che e alle opportunità collegate al nuovo servizio interagendo propositivamente con gli altri soggetti coinvolti;• mettere a disposizione della municipalità l’esperienza e il know-how derivante da un sistema di mobilità sostenibile, ovvero ad impatto nullo, nelle aeree cittadine;• fornire, al termine della fase sperimentale, le informazioni ed i risultati necessari per valutare al meglio le fasi successive;3. Le caratteristiche principali del ProgettoIl progetto e-mobility prevede la realizza-zione di una infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici nel territorio comunale di:• Milano (200 punti di ricarica)• Brescia (70 punti di ricarica)La tipologia dei punti di ricarica è varia: sono previste ubicazioni dei dispositivi su suolo pubblico e su suolo privato (sia presso aziende o parcheggi che presso le abitazioni dei privati cittadini che hanno in dotazione un’auto elettrica).Tutto ciò in anticipo sulla data per la quale è prevista la messa in commercio delle auto elettriche (che avverrà nel 2011).Per garantire nella fase pilota un certo numero di auto circolanti è sta-to sottoscritto un accordo tra A2A e Renault-Nissan che prevede la fornitura di 60 auto elettriche (10 prototipi entro maggio 2010 e 50 auto pre-seriali a partire da settembre 2010).Sono in corso con-tatti anche con altri produttori di veicoli elettrici (in partico-lare a 2 o 3 ruote).Caratteristiche prin-cipali del ProgettoIl budget previsto per la sperimen-tazione (come da presentazione del progetto effettuata nel Consiglio di

Gestione del 15.9.09) è di 1.980.000 euro, suddiviso in:• 1.460.000 euro per forniture (infrastrutture, software, ecc,), appalti (posa cavi, ecc.), prestazioni di terzi (consulenze, ecc.);• 520.000 euro per il personale interno al gruppo A2A;Sono in corso di presentazione alcune richieste di finanziamento a livello europeo.Il 13.10.2010 è stata inoltre presentata e votata una mozione alla Camera dei De-putati che riconosce alla mobilità elettrica un grande potenziale per la salvaguardia dell’ambiente e che impegna il Governo a adottare una serie di iniziative per la pro-mozione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo delle reti per la ricarica.Timing:• 2008-2009 fase di studio e definizione del progetto;• 2010 progettazione, autorizzazione, ac-quisto e messa in opera delle infrastrutture;• giugno 2010 inizio della circolazione di veicoli elettrici;• 2011gestione del sistema.A2A Casa Dell’ Energia Fondazione AEM

Auto Elettrica: Finalmente una realtà

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Lo Studio Tecnico seguirà il Committente dalla fase iniziale del progetto alla fase finale con successiva richiesta con rilascio del Certificato di Agibilità da parte del Comune di competenza. Lo Studio Tecnico offre anche la possibilità di convenzioni presso intermediari finanziari per l’ottenimento di prestiti personali e/o concessioni di mutui per acquistare e/o ristrutturare immobili residenziali, commerciali, industriali. Si valutano proposte di Ristrutturazioni di Immobili “CHIAVI IN MANO”.

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20PROFESSIONE IMMOBILIARE 2010/ n.10

PROFILO PROFESSIONALELaureata in architettura presso il Politecnico di Milano opera nel settore del restauro d’arte conservativo dal 1990, prima con esperienze di cantiere e successivamente come tecnico specialista nel recupero e restauro degli immobili. Fornisce consulenza per gli interventi di restauro e conservazione del Patrimonio Architettonico e Monumentale ( Palazzi Storici, Castelli, Ville, Chiese, ecc…). Provvede all’espletamento di pratiche tecnico-burocratiche presso gli Enti preposti per le autorizzazioni e permessi (Comuni, Soprintendenze, …), nonché offre assistenza per la ricerca di sponsor e finanziamenti. Tra le sue specializzazioni, anche il coordinamento e la consulenza artistica in cantiere.

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PROGETTAZIONE: Restauro conservativo

RESTAURI SENZA DISTURBORisultato estetico e massima cura per le

facciate

Con un’esperienza di oltre 50 anni nel restauro d’arte, GF Marcato propone una tecnologia “non invasiva” per il restauro di Palazzi e facciate: SENZA UTILIZZARE SABBIATURE E/O IDROSABBIATURE. Restauria-

mo con tecniche tipiche del recupero conservativo, adattate ad hoc per gli EDIFICI CIVILI.

Intervento di restauro conservativo

Prima dei Restauri, Palazzo Coduri risultava essere un edificio ottocen-tesco da preservare in una chiave di rispetto di quanto di storico-cultura-le ci è stato tramandato. Su indica-

zione di una committenza attenta, è stato progettato un intervento di re-stauro delle facciate di tipo conser-vativo, utilizzando, per il trattamen-to tecnico ed estetico, lavorazioni e prodotti neutri abitualmente im-piegati per i manufatti storici tutelati

che hanno permesso di impiega-re PICCOLE QUANTITA’ D’ACQUA, dando quindi, POCO DISTURBO.

SCHEDA DELL’INTERVENTO

L’intervento di restauro (2008 –

Palazzo Coduri in Via Santa Radegonda a Milano

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21PROFESSIONE IMMOBILIARE 2010/ n.10

PROGETTAZIONE: Restauro conservativo

Porzione di facciata con cariatidi restaurate

2009) ha interessato tutte le faccia-te del Palazzo ed è stato precedu-to da indagini diagnostiche ese-guite sui materiali e campionature-prova in cantiere che hanno permesso di stabilire una metodologia di lavorazione con la scelta dei materiali più idonei (composizioni-percentuali specifiche etc.) ad hoc per il palazzo in oggetto. In via preliminare abbiamo esegui-

to una iniziale messa in sicurezza dei materiali costitutivi il paramento seguita, solo ove stretto necessario, dalla demolizione delle parti perico-lanti. La fase di preconsolidamento ci ha permesso di procedere con la pulitura graduata a secco e/o umido, con tecniche differenziate a seconda dello stato di conservazio-ne e del degrado dei materiali. Là dove opportuno, la pulitura è stata approfondita con prodotti specifici in gel per il restauro. Il lavoro si è concluso con risciacqui ad acqua deionizzata, la chiusura di tutte le crepe – fessurazioni e l’iniezione di prodotti consolidanti ove si verifi-cava il distacco del paramento dal supporto murario. Tutti gli elementi decorativi che compongono l’ap-parato decorativo sono stati og-getto di una attenta reintegrazione plastica delle parti mancanti effet-tuata con impasti idonei (per com-posizione, granulometria e colore)

e tutte le superfi-ci di finitura delle Facciate sono state protette con prodotti apposi-ti idrorepellenti (ma traspiranti e a anti-graffiti) e, ove necessario, finite con ritoc-co cromatico.

Per Palazzo Co-duri abbiamo

operato con materiali professionali e tecnologie avanzate sperimen-tate in 50 anni di attività. Ciò ci ha permesso di arrecare il minimo di-sturbo possibile ai condomini con-sentendo loro di aprire le finestre e di ricevere la giusta areazione e il-luminazione per le loro case o uffici.Insieme alla committenza, ci siamo proposti di conservare la patina del tempo sui materiali originali man-tenendo tutto il “fascino” dell’edi-ficio con i segni che fanno da te-stimoni della storia del Manufatto.

GIULIA MARCATO

Operatore durante la spazzolatura manuale

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23PROFESSIONE IMMOBILIARE 2010/ n.10

PROGETTAZIONE: Restauro conservativo

COME CI FU “PIAZZA FONTANA”POTEVA ANCHE ESSERCI “PIAZZA DELLA SCALA”

PROFILO PROFESSIONALE LORENZO MILANESI (1925)Ha pubblicato presso la Casa Editrice Rubbettino i seguenti libri:• CARMELA CUDA - Viaggio d’amore - nel 1997• TIRAMISU’ - ossia l’incontenibile desiderio, nel 2002• MONTAIGNE - Della Saggezza - , di cui ha curato la scelta dei testi e la traduzione dal francese, nel 2006.• MONTAIGNE - Socrate a cavallo. Giornale di viaggio in Italia (1580-1581) nel 2008Chi desiderasse ottenere i quattro volumi può farlo tramite Internet sfogliando il catalogo sul sito della CasaEditrice Rubbettino: www.rubbettino.it

Il 12 dicembre 2009 è stato il 40° anniversario dell’attentato di Piazza Fontana a Milano che causò la morte e il ferimento di tanti innocenti. Ma vi fu un altro tentativo similare che fallì per circostanze ancora oggi del tutto sconosciute. Fu progettato contro la Banca Commerciale Italiana in Piazza della Scala a Milano. Chi scrive fu testimone diretto del gravissimo episodio e lo trascrive a futura memoria.

L’ANTEFATTO

I primi di luglio del 1969 in seno alla Banca Commerciale Italiana avevamo dato inizio, non senza ansia e trepidazione, alla più travolgente rivoluzione nel campo della gestione dei conti bancari dai tempi dei… Medici..Come al solito, la Comit si confermava leader dell’innovazione nel settore del credito. Si trattava, come obiettivo, di abbandonare i sistemi di registrazione cartacea per passare a quelli elettronici. Non solo, ma di sfruttare i dati primari per integrarli fra di loro e con altri di altre provenienze allo scopo di fornire, con la dovuta gradualità, alla dirigenza periferica e centrale non soltanto le risultanze dell’attività giornaliera, ma anche i dati aggregati e utili sia per la corretta gestione di ogni singola unità lavorativa che per quella dell’intero Istituto, ivi comprese le necessità dei Servizi della Direzione Centrale, delle filiali estere, nonché quelle verso l’esterno, come ad es. la Banca d’Italia, l’Ufficio Italiano dei Cambi, la Centrale dei Rischi, gli scambi internazionali, ecc. ed infine il Bilancio dell’Istituto.Un lavoro, come si può facilmente immaginare, poderoso che richiese considerevoli investimenti in risorse umane e in denaro, ma che fu portato a termine nei tempi previsti anche grazie al sostegno convinto e costante dei vertici dell’Istituto, in mancanza del quale – come si sa – qualsiasi progetto, in ogni campo di attività, è destinato al naufragio.

IL FATTO

La sera, dunque, intorno alle 21,30 di quel fatale 12 dicembre 1969, era una sera come tante altre. Insieme con altri colleghi seguivamo l’andamento delle fasi conclusive dell’attività delle poche agenzie che lavoravano ormai da luglio con modalità elettroniche. Il nostro ufficio era ubicato all’ultimo

piano, verso il cortile interno, dell’edificio della Comit in Piazza della Scala a Milano.D’improvviso uno scoppio violento nel giardino interno posto fra il nostro stesso edificio, il palazzo detto degli Omenoni e quello degli Anguissola con ingresso da via Manzoni 10, attirò la nostra attenzione. Ci affacciammo, ma nel buio della sera non scorgemmo che ombre che dileguavano rapidamente. Nell’aria rimase un odore acre e intenso di polvere da sparo. Nei sotterranei del palazzo vi era il Centro elettronico al quale erano collegate le agenzie anzidette. La distanza

che lo separava dal luogo dello scoppio era di una settantina di metri, non di più, e dunque lo spostamento d’aria venne avvertito all’interno, tant’è che immediatamente il responsabile ci telefonò allarmato lamentandosi del fatto che ….non era stato avvisato per tempo dello scoppio.Cos’era accaduto cominciammo a saperlo la sera stessa durante il rientro a casa, ma i dettagli li conoscemmo il giorno doto. V’era stato un attentato in Piazza Fontana con tanti morti e feriti e una seconda bomba, dentro una borsa nera, era stata collocata all’interno della Banca Commerciale Italiana, proprio dopo l’ingresso principale di piazza della Scala, a sinistra entrando. Quando questa borsa fu trovata, la sera stessa del 12.12, venne consegnata al Capo del personale della filiale di Milano il quale – ignaro evidentemente del contenuto – la posò provvisoriamente sulla propria scrivania. Dopo, però, diffusasi la notizia dell’attentato

di piazza Fontana, venne il sospetto che anche la borsa potesse contenere qualche ordigno e furono perciò avvisate le autorità. Quando queste si presentarono e accertarono che il contenuto era costituito proprio da materiale esplosivo, portarono affrettatamente la borsa in un luogo che, al momento, giudicarono idoneo (nel giardino, appunto) e la fecero scoppiare. Così, insieme ad essa furono distrutte anche le tracce, se vi erano, che potevano aiutare gli inquirenti nell’individuazione dei responsabili, ignoti ancora oggi a distanza di oltre 40 anni.

Lorenzo Milanesi

CULTURA

I lavori per la costruzione della nuova sede della Regione Lombardia a a Milano

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26PROFESSIONE IMMOBILIARE 2010/ n.10

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Soluzioni con rampe modulari per il superamento dei dislivelli in

CondominioArch. Fabio Modenesi

Nato a Milano nel 1959, si é laureato in Architettura presso l’Università degli Studi di Genova.Dopo un esperienza tecnico/commerciale maturata presso aziende multinazionali operanti nel settore della componentistica per l’Architettura, fonda nel 1994 la società IREDA.L’Azienda di cui è Amministratore, rivolge la sua attenzione alla risoluzione dei problemi di Abbattimento Barriere Architet-toniche.

ACCESSIBILITA’

MADEexpo 2010

Convegno: Giovedì 04 Febbraio h.10,00

Le barriere architettoniche sono sempre più un problema che riguarda tutti.

Nella comune accezione del termine, per “barriera architettonica” si intende un notevole dislivello, composto generalmente da una lunga scalinata, che rende impossibile il passaggio di una persona in carrozzina.

A ulteriore conferma di questa concezione, si noti come il simbolo che indica una barriera, un ausilio o un percorso dedicato, sia quello di una carrozzina stilizzata.

Ebbene questa è una concezione molto riduttiva del problema per due considerazioni:

la prima è quella che le categorie di persone a cui si deve rivolgere una particolare

attenzione per problemi di accessibilità sono numerose: per esempio persone anziane che camminano con difficoltà, persone che momentaneamente usano stampelle, mamme e nonne che spingono passeggini per bambini, operatori e fornitori che trasportano merce con carrelli manuali, persone che trasportano valigie da viaggio, persone non vedenti o non udenti, etc..

la seconda è quella che accanto alle classiche “barriere architettoniche” esistono molte piccole barriere che a volte possono rendere vano un intervento di grande rilevanza. Volendo fare un esempio concreto, spesso si installano servoscale o piattaforme elevatrici che risolvono il problema del superamento di una scala, ma poi può capitare che per completare il percorso si debbano superare singoli gradini,

magari di pochi centimetri, insormontabili per tante persone oppure che i percorsi non siano evidenziati con sufficiente chiarezza.

L’attenzione dell’Amministratore di condominio, come del progettista o di chiunque operi nel settore, deve quindi posarsi su tutti gli aspetti delle cosiddette “barriere”, curandone anche i dettagli apparentemente secondari.

Il mercato offre molti prodotti rivolti a specifici problemi, in particolare quello dei piccoli dislivelli può essere risolto grazie a nuovi sistemi componibili e modulari che consentono la costruzione di rampe su misura secondo le specifiche esigenze.

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27PROFESSIONE IMMOBILIARE 2009/ n. 7

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28PROFESSIONE IMMOBILIARE 2010/ n.10

DETRAZIONE IRPEF 36% - sciolto il nodo relativo all’individuazione delle

parti comuni dell’edificio.Dott. Antonella Chiametti, dottore commercialista e revisore contabile

Laureata in economia e commercio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dopo l’Esame di Stato si iscrive all’Ordine professionale di Dottori Commercialisti della provincia di Milano e Lodi, nonché al Registro dei Revisori Contabili.Svolge la propria attività come libero professionista, con studio sito in Milano, occupandosi prevalentemente di problematiche fiscali, contabili e societarie.email: [email protected]

LA PAROLA AL COMMERCIALISTA

La Legge n. 449/1997 ha introdotto l’agevolazione fiscale relativa alla detrazione Irpef del 36% delle spese sostenute per interventi di recupero edilizio, eseguiti sia su singole unità immobiliari residenziali che su parti comuni di edifici residenziali.

L’art. 1 della suddetta legge (L. 449/97) prevede la possibilità di detrarre dall’Irpef il 36% delle spese sostenute per:

• la realizzazione d’interventi di:

- manutenzione ordinaria ;

- manutenzione straordinaria ;

- restauro e risanamento conservativo ;

- ristrutturazione edilizia ;

eseguiti sulle parti comuni di edifici residenziali;

• la realizzazione d’interventi di:

- manutenzione straordinaria;

- restauro e risanamento conservativo;

- ristrutturazione edilizia;

eseguiti sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, possedute o detenute e sulle loro pertinenze.

La Finanziaria 2010 ha prorogato sino al 2012 la detrazione Irpef del 36% delle spese sostenute per gli interventi di recupero edilizio, mantenendo il limite di spesa di 48.000,00 euro per immobile (unità abitativa).

Questa spesa deve essere ripartita in 10 rate annuali di pari importo.

Tuttavia i contribuenti di età non inferiore a 75 anni possono optare per una ripartizione in 5 rate, mentre quelli di età non inferiore a 80 anni possono optare per una ripartizione in 3 o 5 rate.

Se non vi sono mai stati problemi di definizione di “singole unità immobiliari residenziali”, sono sorti invece problemi in merito a cosa debba intendersi per “parti comuni di edifici residenziali”, poiché vi era una divergenza normativa tra quanto previsto dalla legge 449/1997, istitutiva dell’agevolazione, e quanto previsto dal Decreto attuativo n. 41/1998.

L’ART. 1 DELLA L. 449/1997 fa riferimento solo alle parti comuni (condominiali) indicate al n. 1) dell’art. 1117 del codice civile:

• 1) il suolo su cui sorge l’edificio, le fondazioni, i muri maestri, i tetti e i lastrici solari, le scale, i portoni d’ingresso, i vestiboli, gli anditi, i portici, i cortili e in genere tutte le parti dell’edificio necessarie all’uso comune;

IL REGOLAMENTO ATTUATIVO DI CUI AL DECRETO INTERMINISTERIALE 18 FEBBRAIO 1998 N. 41, fa riferimento in modo generico all’art. 1117 del codice civile, includendovi anche le parti individuate dai successivi n. 2) e 3), precisamente:

• 2) i locali per la portineria e per l’alloggio del portiere, per la lavanderia, per il riscaldamento, per gli stenditoi e per altri simili servizi in comune;

• 3) le opere, le installazioni, i manufatti di qualunque genere che servono all’uso e al godimento comune, come gli ascensori, i pozzi, le cisterne, gli acquedotti e inoltre le fognature e i canali di scarico, gli impianti per l’acqua, per il gas, per l’energia elettrica, per il riscaldamento e simili fino al punto di diramazione degli impianti ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini.

Neppure i pareri espressi dall’Agenzia delle Entrate misero ordine perché anch’essi contrastanti, generando una situazione di incertezza interpretativa nella quale gli uffici territoriali scelsero, in molti casi, la posizione più restrittiva a discapito degli amministratori condominiali.

Solo con la Risoluzione 7/E del 12 febbraio 2010 l’Agenzia delle Entrate, superando l’interpretazione più restrittiva ritiene ammissibili all’agevolazione le spese sostenute gli interventi su tutte le parti comuni (condominiali) degli edifici individuate dai n. 1), 2) e 3) dell’articolo 1117 del codice civile.

Questa nuova interpretazione influenzerà anche l’attività degli amministratori di condominio, i quali nel preparare le attestazioni per i condòmini, per le prossime dichiarazioni dei redditi, dovranno tenerne conto.

Si ricorda, che per poter fruire della detrazione Irpef del 36% per gli interventi del recupero edilizio è necessario:

- trasmettere, prima dell’inizio dei lavori, al Centro Operativo di Pescara dell’Agenzia delle Entrate, mediante raccomandata:

- comunicazione della data in cui dovranno iniziare i lavori;

- copia della concessione edilizia, dell’autorizzazione o della comunicazione di inizio dei lavori, se previste dalla legislazione vigente in materia edilizia;

- i dati catastali identificativi dell’immobile o, in mancanza, copia della domanda di accatastamento;

- copia delle ricevute di pagamento dell’ICI, relativa agli anni precedenti se dovuta;

- per gli interventi effettuati sulle parti comuni dell’edificio residenziale, copia della delibera assembleare e della tabella millesimale di ripartizione delle spese;

- comunicare, preventivamente all’Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente, mediante raccomandata, la data di inizio dei lavori;

- conservare ed esibire, previa richiesta dell’Uffici Finanziari, le fatture o le ricevute fiscali comprovanti le spese effettivamente sostenute e la ricevuta del bonifico bancario attraverso il quale è stato effettuato il pagamento.

Antonella Chiametti

Studio Chiametti D.ssa Antonella Chiametti

Dottore Commercialista - Revisore Contabile Via Pergolesi, 29 – 20124 Milano - tel. 02.67382920 – fax 02.66715637

[email protected] – www.studiochiametti.com I principali settori di competenza dello studio sono:

- Consulenza amministrativo/contabile - Consulenza societaria - Consulenza fiscale - Servizi amministrativi

Lo Studio, perseguendo l’obiettivo di adattarsi alle esigenze della clientela per fornire una soluzione su misura e di qualità, ha deciso di collaborare con studi notarili, legali ed amministrativi (per paghe e contributi).

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30PROFESSIONE IMMOBILIARE 2010/ n.10

LA PAROLA ALL’ ESPERTO

Nomina e Revoca AmministratoreLa nomina e la revoca dell’amministratore in carica prima della scadenza del suo mandato è uno degli argomenti sui quali maggiormente vengono chieste delucidazioni e consigli.Molti infatti non sanno se e quando l’amministratore in carica può essere sollevato dall’incarico prima della fine dell’anno di gestione e come nominare il nuovo amministratore.Vediamo, analizzando anche la normativa di riferimento, di fare chiarezza su questo argomento.Ipotizziamo di essere in fase di nomina del nostro nuovo amministratore e seguiamo tutto l’anno di gestione.Durante la riunione all’ordine del giorno c’è NOMINA dell’amministratore. A seguito di discussione assembleare si decide per la nomina con le seguenti maggioranze: 50% + 1 degli intervenuti all’assemblea che rappresentino almeno 500 millesimi di proprietà.La nomina viene messa quindi a verbale e diventa ufficiosa in quanto non è ancora accettata.Infatti molti pensano che una volta nominato l’amministratore diventi effettivo al 100% e invece mancano ancora 2 passaggi fondamentali: il primo (nel caso in cui il nuovo amministratore non era presente all’assemblea di nomina) è quello che si deve avvisare l’amministratore della sua nomina in sede assembleare e il secondo passaggio è che l’amministratore deve, per iscritto o per fatti concludenti, accettare l’incarico (molti usano la forma scritta).A questo punto si che il nuovo amministratore è ufficiale.Da qui ci sarà il c.d. PASSAGGIO DI CONSEGNE (con il precedente amministratore o, se non presente, con i condòmini), inizierà l’anno di gestione, ci saranno eventuali assemblee straordinarie ecc...così come previsto dall’art. 1130 del Codice Civile che disciplina le attribuzioni proprie di un amministratore di condominio.Ma purtroppo non siamo contenti di questo nuovo amministratore per diversi motivi (esclusi quelli tassativamente elencati nell’art. 1129 c.4 per cui bisogna ricorrere al giudice) e vogliamo quindi revocarlo dall’incarico.Ma la domanda cruciale è: è possibile farlo prima della scadenza? Cioè prima di 1 anno?La risposta è si.Leggendo l’art.1129 del C.c. c.2 troviamo :“L’amministratore dura in carica un anno e può essere revocato in ogni tempo dall’assemblea.”.Fondamentale è sapere che addirittura non c’è nemmeno bisogno di giusta causa. Ovviamente poi va

da sè che ci si affidi al buon senso dei condomini che nel caso di amministratore diligente e professionalenon abusino di questo “potere”.Ma come fare? Semplicemente deve essere indetta una assemblea straordinaria da almeno 2 condòmini eche all’ordine del giorno ci sia REVOCA dell’amministratore. Le maggioranze per deliberaresono le stesse di quelle previste per la nomina.In alternativa si indice sempre una assemblea straordinaria e con le dovute maggioranze di NOMINA un nuovo amministratore.Secondo la legge infatti la nomina di un nuovo amministratore presuppone la revoca del precedente.Ultimi 2 aspetti da considerare.L’amministratore revocato cessa subito il suo mandato e deve essere risarcito in qualche modo?Per rispondere alla prima domanda la Cassazione Civile sez. II con sentenza 27/03/2003 n° 4531 chiarisce che In tema di condominio di edifici, l’istituto della “prorogatio imperii” che trova fondamento nella presunzione di conformità alla volontà dei condomini e nell’interesse del condominio alla continuità dell’Amministratore, è applicabile in ogni caso in cui il condominio rimanga privato dell’opera dell’Amministratore, e pertanto non solo nei casi di scadenza del termine di cui all’Art. 1129, secondo comma,C.C., o di dimissioni, ma anche nei casi di revoca o di annullamento per illegittimità della relativa delibera di nomina.Quindi l’amministratore revocato resta in carica fino alla nomina di uno nuovo (ad interim).Per la seconda domanda invece ci viene in aiuto l’Art. 1725 C.C. regola l’ipotesi della revoca del mandato oneroso disponendo che “la revoca del mandato oneroso, conferito per un tempo determinato o per un determinato affare, obbliga il mandante a risarcire i danni, se è fatta prima della scadenza del termine o del compimento dell’affare, salvo che ricorra una giusta causa”.A conclusione quindi in caso di revoca dell’Amministratore di condominio senza giusta causa, comunque all’amministrazione è dovuto il risarcimento dei danni ai sensi dell’Art. 1725 C.C., cioè il risarcimento dei danni derivanti dall’inadempimento della controparte dell’obbligazione contrattuale; alla liquidazione dei detti danni deve procedersi secondo i criteri generali fissati dagli Artt. 1223 e 2697 C.C.

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Nato a Gallarate, laureato in Economia Aziendale presso l’Università LIUC di Castellanza.

Titolare dello Studio Visca attualmente si occupa di amministrazione condominiale, consulenza condominiale e attività di centro assistenza fiscale. Ideatore del servizio “Condominio On-Line” ha scritto alcuni trattati di amministrazione condominiale reperibili gratuitamente dal sito ufficiale www.studiovisca.too.ite-mail [email protected]

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31PROFESSIONE IMMOBILIARE 2010/ n.10

Il servizio di segreteria “virtuale” in convenzione per gli amministratori di condominio

Con Amelya, la gestione dei condomini diventa più facile ed efficiente.Una vantaggiosa convenzione che aiuterà gli amministratori di condominio nella gestione dei condomini. È quella siglata tra l’Associazione Professionale Amministratori di Condominio e Amelya, l’azienda romana che ha sviluppato un innovativo servizio di segreteria virtuale e a consumo.

A seguito dell’accordo, i professionisti iscritti all’APAC potranno usufruire di uno sconto del 15% per il primo anno sul servizio di Assistente Personale che Amelya ha attivato per gli am-ministratori di condominio. L’Assistente Personale virtuale e a consumo risponde alle chiamate in arrivo per l’ammini-stratore di condominio e le filtra o le trasferisce in base alle indicazioni ricevute. Grazie al centralino avanzato di Amelya, basato su tecnologia VoIP, è possibile deviare sull’Assistente anche le chiamate che arrivano sul cellulare. L’Assistente Personale di Amelya gestisce, inoltre, le emergenze condominiali rispondendo a un numero verde dedicato e informando in tempo reale l’amministratore del problema specifico. Tramite l’ufficio virtuale, un software on line facile e intuitivo, il professionista può comunicare con la propria Assistente dovunque si trovi, condividendo Rubrica e Agenda degli appuntamenti, impartendo istruzioni e scambiando documenti.La formula a consumo, che consente di pagare solo l’utilizzo effettivo del servizio, comporta una notevole riduzione dei costi e permette anche a coloro che hanno un budget limitato di avviare l’attività.Per aumentare la visibilità e la competitività degli amministratori di condominio, Amelya offre inoltre il sito web condominiale: aggiornato quotidianamente dall’Assistente Personale, il sito web consente di raccogliere segnalazioni e reclami e di pubblicare documenti importanti, quali bilancio preventivo e consuntivo, verbali delle assemblee, preventivi, comunicazioni, recapiti dei fornitori e molto altro.Per informazioni e contatti:Amelya SrlTel. 06 8349 [email protected]

Le Aziende Informano: CONVENZIONI

Dallo scorso mese di febbraio APAC ha in atto una convenzione con il tour operator Accurate Travel tourism & incentive di Legnano. Il referente dell’associazione che collabora per Accurate Travel è Sergio Melfi il cui contatto è 339543337. Inoltre sono in corso le iscrizioni per i tour del Portogallo dal 7 al 14 agosto 2010 ed il

tour della Bulgaria dal 9 al 16 agosto 2010. Per info e dettagli contattare il socio Sergio

BarclaysFondata nel 1690, Barclays è una delle principali istituzioni finanziarie del mondo. Conosciuta per i servizi offerti nel retail banking, nelle cartedi credito, nel corporate and investment banking e nel wealth management, ha una vasta presenza internazionale in Europa, Stati Uniti,Africa e Asia.L’headquarter di Barclays si trova a Londra, ma il Gruppo opera in oltre 50 Paesi del mondo con oltre 140.000 colleghi. Barclays muove, presta,investe e protegge i soldi e i risparmi per oltre 48 milioni di clienti in tutto il mondo. Già presente in Italia con Woolwich, Barclaycard e Barclays Capital, nel luglio 2006 Barclays ha deciso

di rafforzare la propria presenza sulterritorio con la creazione di una Banca universale che si avvale di una rete di filiali bancarie e di pro-motori finanziari, a cui si affianca una distintivaproposizione online. L’offerta di prodotti Barclays coniuga la tradizione finanziaria anglosassone con l’esperienza ventennale della propriastruttura italiana ed è pensata per soddisfare, attraverso le diverse divisioni del Gruppo presenti in Italia, le esigenze sia di clienti privati - con conti correnti, mutui, investimenti e prodotti assicurativi - sia delle aziende, siano esse piccole imprese, liberi professionisti o organizzazioni di medie e grandi dimensioni

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