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1 Modulo 4: Panorama associativo europeo “Formazione Manageriale per l’Industria Italiana dell’Autotrasporto” Dr. Franco Tumino Presidente ANCST Roma, 3 maggio 2006 Slides predisposte per una illustrazione orale Generale dell’Autotrasporto e della Logistica Patrocinante e Sostenitore sostenitore U N IVE R S ITÀ D EG LISTUDIDISALERNO

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Modulo 4: Panorama associativo europeo

“Formazione Manageriale per l’Industria Italiana dell’Autotrasporto”

Dr. Franco TuminoPresidente ANCST

Roma, 3 maggio 2006Slides predisposte per una illustrazione orale

Consulta Generale dell’Autotrasporto e della LogisticaPatrocinante e Sostenitore

sostenitore

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO

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Quale rappresentanza per rispondere efficacemente ad interessi ed obiettivi del settore?

Quali differenze della situazione italiana con il contesto europeo?

• La mia sarà un’esposizione di tipo problematico ….

• La situazione sul fronte della rappresentanza è complessa, e comporta riflessioni plurali …

• Naturalmente, in ogni caso il nostro è un punto di vista parziale ….

• Dal punto di vista di cosa siamo e cosa rappresentiamo (rinvio alla documentazione che vi è stata distribuita)

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• Sappiamo quali compiti di ammodernamento abbiamo di fronte, ai fini contemporaneamente:– della crescita del Paese (competitività e capacità di

cogliere l’opportunità dell’essere centrali per i traffici indotti dalla globalizzazione)

– della sostenibilità della crescita (diversificazione modale)

– della competitività dell’offerta (qualificazione del servizio logistico, e abbattimento del suo costo)

– dell’interesse dei consumatori– della tutela e valorizzazione dei lavoratori

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Sappiamo che l’assetto di offerta italiano è frammentato

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La differenza di fondo con il contesto europeo …

(salvo la Spagna) Alla maggiore frammentazione imprenditoriale corrisponde specularmente una maggiore frammentazione della rappresentanza si tratta di una opinione diffusa, ed anche se manca una letteratura adeguata che la confermi in modo inoppugnabile, è molto probabilmente veritiera E’ ragionevole dire che la maggiore frammentazione scaturisce innanzitutto della domanda, grosso modo abbiamo il doppio di PMI (e di microimprese) rispetto alla media europea ma la frammentazione dell’offerta non si spiega solo con la frammentazione della domanda/si è trattato di una scelta, di fatto, di politica economica

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Quale scelta di politica economica?

• Non si tratta solo dell’aspetto quantitativo..• La scelta è andata verso la costruzione di un

assetto di offerta fondato sulla flessibilità ed i bassi costi

• “Altri” decidevano almeno anche la costruzione di grandi imprese e di campioni nazionali (puntando soprattutto sui soggetti postali o ferroviari)

• Ci si potrebbe interrogare: quali sistemi di rappresentanza hanno deciso, in un caso e nell’altro?

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La maggiore frammentazione della rappresentanza è uno svantaggio?

• Forse si realizza così una più stretta relazione rappresentanti – rappresentati

• Ma per il settore è certamente un handicap nella contrattazione con la rappresentanza della committenza (che non sono solo i clienti finali), con i sindacati dei lavoratori e con le Istituzioni

• Tale debolezza ha contribuito a dirottare una parte della contrattazione verso la Politica (salvo rari casi, come ad esempio la vertenza Fiat)

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Peraltro oggi si sostiene che complessivamente viviamo un crisi della rappresentanza

• In questo caso direi senza particolari differenze con il contesto europeo

• Una crisi che riguarda partiti, sindacati dei lavoratori, organizzazioni imprenditoriali, una parte delle istituzioni pubbliche

• Questa è a giudizio dei più la situazione (prevalente) anche delle associazioni dell’autotrasporto

• Sono varie le ragioni indicate come generali di questa crisi della rappresentanza

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Le ragioni della crisi della rappresentanza

• La rappresentanza è, nella nostra contemporaneità, “spiazzata” da vari mutamenti

• In letteratura, molti li hanno indicati. Può essere utile riprenderne almeno due - tre:– La globalizzazione e la sopranazionalità, che

spostano le decisioni più lontano, o le rendono meno “libere” (si pensi alle competenze e ai vincoli della Unione Europea, che ha sostanzialmente bloccato la legge 454)

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Le ragioni della crisi della rappresentanza (segue)

– la complessità fortemente cresciuta delle scelte, che rende difficile far comprendere agli elettori, come agli associati, le questioni (Mulgan, 1977, ha proposto di affiancare ai Parlamenti strumenti tipo i focus group. Naturalmente è una proposta provocatoria - si provi a pensare ad una soluzione simile per le assemblee delle organizzazioni …..)

– La necessità, per le ragioni dette, di affidarsi in misura crescente agli esperti, con conseguente crisi dei rappresentanti eletti …. (Giddens, “Le conseguenze della modernità”, 1990)

– La maggiore difficoltà ad ottenere risultati dalle controparti, per le ragioni dette, e quindi la crisi dei rappresentanti ….

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Nell’autotrasporto forse qualche causa in più

• Nell’autotrasporto c’è anche una causa ulteriore specifica, dovuta al forte cambiamento indotto dall’apertura dei mercati (situazione non solo dell’autotrasporto, per la verità; nei settori maturi dell’industria la situazione è persino peggiore)

• La categoria, o gran parte di essa, vorrebbe ottenere risultati sulla base di una rappresentanza di ciò che è (rappresentanza di interessi in senso stretto)

• Ma in fasi di forti cambiamenti, ciò non è sostanzialmente possibile, occorrerebbe invece modificare l’assetto d’offerta

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Un mancato ammodernamento ….

• Sintetizzando un po’ grossolanamente, il cambiamento vissuto dal settore del trasporto italiano è stato molto minore del necessario e di quanto avvenuto in altri comparti:– Dal sarto all’industria dell’abbigliamento– Dai falegnami all’industria del mobile– Dai negozi ai supermercati ed ipermercati

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E quindi Rappresentanza di cosa?

• Di fronte ai cambiamenti: Rappresentanza di interessi o rappresentanza di progetto (Rullani)?

• O forse, per essere R. di interessi, la R. dovrebbe essere, in alcune fasi, di progetto

• La rappresentanza tradizionale è essenzialmente rappresentanza di interessi

• Ma ora, come detto, il sistema Paese avrebbe bisogno di imboccare una strada diversa

• E quella che servirebbe è una rappresentanza piuttosto di progetto, di obiettivo

• Che però riesca a fare condividere agli associati questa necessità, altrimenti ….

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La tesi di fondo ….

• La tesi di fondo di questa mia comunicazione:– Che il nodo di fronte al quale siamo di fronte, quanto al

tema della rappresentanza, è che servirebbe un forte cambiamento, sia dal lato della domanda che dell’offerta

– Quindi una rappresentanza di progetto

– Che gli insuccessi sono stati finora superiori ai successi

– Che non c’è altra strada che insistere con maggiore decisione e abilità

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Infatti, a fronte delle necessità, che situazione ci si presenta?

• Una valutazione spero non troppo ingenerosa: due legislature passate con scarsi risultati

• E quasi speculari:– Nella legislatura precedente (1996-2001):

tentativo sfortunato della legge 454 e Piano Generale dei Trasporti approvato a fine legislatura (quindi fuori tempo massimo)

– In questa (2001-2006) qualche modifica della regolazione (regolazione formale delle tariffe), ma scelte strategiche (il Piano della Logistica) anch’esse approvate fuori tempo massimo

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Ma speculari però anche per le trasformazioni nella rappresentanza e nei contenuti

• Dai primi accordi Organizzazioni – Palazzo Chigi (e/o Ministero al ramo) tipicamente legati alla rappresentanza di interessi, si è infatti passati ad accordi più misti, contenenti anche obiettivi di trasformazione (rappresentanza di progetto)

• Il che vuol dire che in realtà c’è un accordo, forse largo, su ciò che è necessario fare

• Sul da farsi avete già avuto approfondimenti negli altri ed in questo stesso modulo, ma alcune questioni sarò costretto a riprenderle

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I risultati sono stati però scarsi

• Pur avendo registrato questa, positiva, evoluzione, gli obiettivi più ricollegabili ad una rappresentanza di progetto sono sostanzialmente rimasti inattuati, salvo quelli già in realtà realizzati dal mercato

• Quanto a questo ultimo, è il caso della riforma del sistema tariffario, dove in realtà si è adeguato, con grande ritardo, il regime normativo alla realtà effettuale di una libera contrattazione dei prezzi

• Anche se il mancato raggiungimento degli obiettivi dipende anche dagli errori dei Governi, non solo dai limiti della rappresentanza

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I risultati sono stati però scarsi (segue)

• Ma mi sembra evidente che comunque che la gran parte della categoria non ha ancora introiettato la necessità di un mutamento, non sembra accettare ancora una rappresentanza di progetto

• Si pensi al caso della 454, pur ridimensionata dalla Unione Europea (non utilizzate le misure che richiedevano di “trasformaresé stessi”) : – la misura incentivante l’Esodo dei monoveicolari è

stata quella più utilizzata– La misura incentivante l’aggregazione è rimasta

sostanzialmente inutilizzata

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I risultati sono stati però scarsi (segue)

• Problemi di resistenza ai mutamenti necessari, o utili, che riguardano anche la domanda – qualche esempio:– La abitudine a vendere franco fabbrica (e ad acquistare

franco destino)

– Lo scarso livello di esternalizzazione della logistica (15%, secondo le stime più recenti, contro 23% Germania, 27% Francia, 34% Gran Bretagna; dò per scontate le due ragioni per cui è importante esternalizzare le attività non Core)

– La persistenza di una forte incidenza del conto proprio nella distribuzione urbana

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Qualche altro punto di Rappresentanza di progetto …..

• Oltre quelli già indicati, indicandoli in modo disordinato e traendoli anche dal “Patto per la logistica”:– la logistica di area, distretto, filiera, prodotto

(Governance congiunta delle rappresentanze della domanda e dell’offerta), tenendo conto della trasformazione del sistema produttivo da imprese di trasformazione a imprese di assemblaggio

– La logistica urbana (ruolo della rappresentanza della committenza distributiva)

– Sottodimensionamento del Private Equity (rapporto tra rappresentanza dell’offerta e del sistema finanziario)

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Qualche altro punto di Rappresentanza di progetto ….. (segue)

– La trasformazione delle imprese, quale governance? (a parte lo “scivolo”, è sufficiente lo strumento della diminuzione degli incentivi per chi non si trasforma? Strumento del tipo “affama la bestia” (Starve the Beast, diceva Reagan)

– In alternativa all’innalzamento dimensionale, la costruzione di Gruppi, oggi al 3% circa delle imprese italiane, esclusi i gruppi informali rappresentati dai distretti (decisivo il comportamento della rappresentanza della domanda, più che dell’offerta) (sull’innalzamento dimensionale, decisiva è stata la misura presa nell’altra legislatura, con l’eliminazione del tetto alla capacità di trasporto)

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Come uscirne – Forse Rappresentanza di progetto come progetto non solo pratico ma identitario

• Probabilmente una progettualità che disegni non solo obiettivi pratici, ma “identitaria”

• I cambiamenti sono cioè necessari per l’interesse altrui, ma per il proprio

• In estrema sintesi: contemporaneamente restare sé stessi, cambiare sé stessi – rappresentanza di progetto e di interessi si riunificano

• “Man mano che alcuni bisogni si banalizzano, perché trovano risposta, bisogna dunque essere capaci di rigenerare lo spirito progettuale e l’impegno…su altri temi, laterali, successivi o anche del tutto diversi” (ancora Rullani)

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Se gli obiettivi restano da realizzare, Quale assetto della rappresentanza serve per realizzarli?

• Un assetto più “europeo”, meno frammentato• Un assetto per fare rappresentanza non solo qui,

ma presso la UE (completamente mancante)• Che parli coraggiosamente alla categoria (alle

categorie, anche alla domanda, anche ai lavoratori)• E sia eletto sulla base di un programma di

rinnovamento, o imbocchi strade coraggiose una volta eletto sulla base di una piattaforma “tradizionale”?

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Se gli obiettivi restano da realizzare, Quale assetto della rappresentanza serve per realizzarli? (segue)

• Una rappresentanza frammentata rappresenta comunque un ostacolo/rischio maggiore di scavalcamenti “populisti” reciproci tra organizzazioni

• Ma vi sono poi limiti alle decisioni che possono essere assunti dalle organizzazioni (le imprese sono autonome nelle scelte aziendali)

• Contano quindi:– Decisioni nell’attività di rappresentanza– Qualità dei messaggi interni, per far crescere un

comune progetto/identità e la consapevolezza delle decisioni da prendere (da parte di ciascuno all’interno della propria impresa)

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Una risposta parziale alla frammentazione: la polarizzazione “federativa”

• Peraltro, le organizzazioni (ed anche Istituzioni e forze politiche) si sono rese conto della necessità di ridurre la frammentazione

• Limitatamente però all’obiettivo di contrattare meglio con la politica ed evitare scavalcamenti reciproci nel rapporto con gli associati

• Si è dato luogo quindi a polarizzazioni, ma si tratta di un processo che aveva ed ha dei limiti e che non ha trovato stabilità – c’è certo una resistenza di un “ceto associativo”

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Un tema che resta cruciale ….

• Forse c’è bisogno anche di qualche regola “elettorale” (misura della rappresentatività)

• Tema, del miglioramento della rappresentanza, che resta cruciale non solo per motivi di merito, ma anche per la volontà dichiarata della maggioranza politica del nuovo Governo di voler rilanciare la Concertazione

• Che peraltro è stata rilevante anche con il Governo uscente

• Cruciale anche per il settore, si pensi agli accordi collettivi in materia tariffaria ….

• C’è insomma molto ancora da fare