02 la qualità demistificata (i 7 strumenti della qualità)
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Corso di formazione e sensibilizzazione: La qualità demistificata
parte II i 7 strumenti della qualità
Ing. Andrea Saviano
6-sigma black belt
2
COME FARE QUALITÁ
L’autocontrollo è di fatto il fare qualità nella propria attività. Come per ognuno di noi è inconcepibile guidare una autovettura bendati e con il solo aiuto delle indicazioni del passeggero, altrettanto assurdo dovrebbe essere il fatto che, specialmente in produzione, le persone debbano dipendere dalle indicazioni di altri.
Questa emancipazione è alla base di ciò che differenzia:
• dipendente
• collaboratore
Mentre il dipendente, in quanto tale, dipende dalle decisioni altrui a prescindere si trovi di fronte ad un problema grande o piccolo, un collaboratore si muove in autonomia perseguendo gli obiettivi che gli sono stati dati e reagendo istantaneamente all’emergere di un problema.
Una grande quantità di piccole decisioni, prese rapidamente, fa meglio il lavoro di una grande decisione, presa lentamente.
Analizza i fatti e parla con i dati
3
MISURAZIONE E CONTROLLO
Il valore attribuito a dati e informazioni è strettamente correlato con l’interpretazione e attuazione del concetto di controllo da parte dell’organizzazione
Cosa significa controllare
Ispezionare il prodotto o
processo
I dati hanno una semplice
valenza DESCRITTIVA
Dominare il processo/prodotto
attraverso la pianificazione e il
monitoraggio
Se CONTROLLARE SIGNIFICA
STRUMENTI DI GESTIONE
I dati diventano l’elemento di connessione
tra attività operativa e decisionale
4
PICCOLI SCIENZIATI
Se mi dici immagino, se ti vedo intuisco, se faccio apprendo, è in questa massima di Confucio si intravede il percorso di formazione, addestramento e validazione relativamente all’acquisizione di una nuova conoscenza.
L’obiettivo è di costruire piccoli scienziati che sappiano analizzare i fatti e parlare con i dati grazie a degli strumenti elementari derivati dalla statistica e dati verificati ancora una volta grazie a un test statistico.
Formare, addestrare, verificare
6
1 - I FOGLI DI RACCOLTA DATI
In statistica una delle condizioni di vincolo all’espressione di giudizi è che il campione sia rappresentativo della popolazione da cui è stato estratto.
Quindi quali dati raccogliere e come raccoglierli è il primo passo della scala che porta a diventare piccoli scienziati.
La bontà del latte dipende dall’erba di cui si nutre la vacca
n° total of
occurences 0 4 8 16 27 17 9 2
50 ||||| ||||| ||||| ||||| ||||| ||||| ||||| ||||| |||||
45
40
35
30 ||
25 |||||
20 | ||||| ||
15 ||||| ||||| |||||
10 ||| ||||| ||||| ||||| ||||
5 |||| ||||| ||||| ||||| ||||| ||||| ||
≥ 100 150 200 250 300 350 400 450
< 100 150 200 250 300 350 400 450
1 2 3 4 5 6 Total p ln(p) p*ln(p) 1 2 3 4 5 6 Total p ln(p) p*ln(p)
feature 1 0 0
feature 2 0 0
feature 3 0 0
feature 4 0 0
feature 5 0 0
feature 6 0 0
feature 7 0 0
feature 8 0 0
feature 9 0 0
feature 10 0 0
feature 11 0 0
feature 12 0 0
feature 13 0 0
feature 14 0 0
feature 15 0 0
feature 16 0 0
feature 17 0 0
feature 18 0 0
feature 19 0 0
feature 20 0 0
n° total of
occurences 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
0 0
1 1
H´max
J´
H´
exp(H´)
H´max
J´
line 1 line 2
H´
exp(H´)
7
1 - I FOGLI DI RACCOLTA DATI
N. FASE
1 Stabilire il fenomeno da studiare
2 Individuare le caratteristiche significative del fenomeno
3 Identificare i dati da raccogliere
4 Scegliere la dimensione “economiche” del campione
5 Registrare sul foglio raccolta dati i risultati dell’osservazione
PRINCIPALI
PUNTI SCOPO
METODO
FORMA DI REGISTRAZIONE
8
1 - I FOGLI DI RACCOLTA DATI
A COSA SERVE A inquadrare il fenomeno
A parlare basandosi su dati oggettivi e non su sensazioni
COME SI APPLICA È necessario avere ben chiari gli obiettivi di raccolta
Va costruito in funzione di questi obiettivi
Deve risultare semplice e chiaro
Vanno precisate modalità e durate della raccolta dati
QUANDO SI APPLICA Sempre all’avvio di un progetto
Sempre anche alla fine per verificare i risultati
ERRORI DA EVITARE Pretendere di sapere già a priori il peso del problema
Perdersi in dettagli se non si ha ben chiaro l’insieme
Non confrontare i dati raccolti con i dati storici
9
2 - I DIAGRAMMI E GRAFICI
Una lista di dati in tabella difficilmente è in grado di comunicare qualcosa, salvo tramite i sui dati di sintesi (medie, deviazioni standard, curtosi, asimmetrie, etc.), che tuttavia richiedono un grado di cultura matematica elevato.
I grafici, invece, rendono immediatamente leggibili gli insiemi di dati e, ancor di più, rendono evidenti delle strane anomalie cioè un aspetto diverso da quello atteso.
A volte la forma conta quanto il contenuto
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
Jan Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
Jan Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec
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2 - I DIAGRAMMI E GRAFICI
Consente di capire la struttura statistica dei dati raccolti e interpretarne il significato
È uno strumento grafico che consente di avere una visione completa e sintetica dei dati raccolti, fornendo anche un indirizzo all’analisi delle cause.
Gli istogrammi
11
2 - I DIAGRAMMI E GRAFICI
Per definire l’intervallo delle classi, si prende l’escursione massima
R=Xmax-Xmin
e la si suddivide in un numero C di parti di ampiezza H che dipende dalla numerosità del campione N (regola di Sturges):
C= [1+10·log(N)/3]
In alternativa, se si conosce la deviazione standard S della distribuzione, l’ampiezza H si può ottenere dalla seguente relazione (regola di Scott):
H=3,5·S/Radq(N)
Gli istogrammi
12
3 – L’ANALISI DI PARETO
Dato che in ogni azienda è necessario conseguire risultati con una quantità spesso limitata di: denaro, tempo, risorse umane, è importante poter comprendere come e dove concentrare gli sforzi, seguendo sempre la logica che gli obiettivi devono essere specifici, misurabili, conseguibili, rilevanti e legati ad una attività limitata nel tempo. È utile anche costruire un cumulativo per verificare se il diagramma di Pareto funziona bene, tale curva deve essere ripida a sinistra evidenziando come siano le prime categorie a contribuire principalmente ai problemi.
Se la curva cumulativa dovesse rivelarsi poco inclinata all’inizio, questo significherebbe che tutte le barre sono all’incirca equivalenti e che il contributo delle varie cause è pressoché analogo. In tal caso può tornare utile riconsiderare il raggruppamento utilizzato per costruire il diagramma di Pareto, individuando una metodologia che permetta di ottenere aree più grandi e, conseguentemente, più rappresentative.
A volte la forma conta quanto il contenuto
Diagramma di Pareto
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
1 2 3 4 5 6 7
incidenza
comulativo
13
3 – L’ANALISI DI PARETO
A COSA SERVE Ad evidenziare le priorità
A facilitare la presa di decisioni
COME SI APPLICA Rappresentando graficamente le priorità dei dati
Rappresentando la stratificazione più significativa
QUANDO SI APPLICA Dopo aver individuato tutti i fattori di stratificazione
Se non emergono priorità evidenti
ERRORI DA EVITARE Proseguire il progetto su molti fronti in parallelo
Dimenticare l’analisi di Pareto per costi
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4 – L’ANALISI A SPINA DI PESCE
Per costruire un diagramma cause – effetto occorre:
• individuare il problema che si vuole analizzare;
• identificare le persone da intervistare per ottenere le informazioni necessarie al tracciamento del diagramma organizzando eventualmente un team;
• disegnare il blocco effetto sul lato a destra (si tratta di un riquadro con il nome del problema) e tracciare una riga orizzontale con una freccia terminale che conduce al blocco dell’effetto;
• elencare le possibili cause individuate individuando delle macro-aree di pertinenza (ad esempio le 5M);
• ordinare le cause rispetto alla barra orizzontale da quelle che sembrano avere uno specifico collegamento con l’effetto o un maggior impatto sull’effetto;
• collegare le cause ad ulteriori eventuali sotto-cause andando nel dettaglio ottenendo la costruzione di un diagramma ad albero (evitando di approfondire la cosa oltre il terzo sotto-livello, altrimenti il diagramma perde in chiarezza).
Correlare l’effetto alle cause
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4 – L’ANALISI A SPINA DI PESCE
WELDING
FAILURE
Method Machine
Manodopera
Material Measuremet
Forma punta Addestramento
Abilità
Inclinazioni saldature
Tempi di attesa Dimensioni inadatte
Terminali Lacca protettiva Taratura errata
Tempi
18
4 – L’ANALISI A SPINA DI PESCE
N SPECIFICHE
1 Definire il problema o l’effetto
2 Individuare le principali cause e classificarle entro tipologie specifiche.
Diagramma delle 5 M (Method, Machine, Man, Measurement, Material)
3 Il gruppo completo partecipa ad una sessione di brainstorming e cerca di
rintracciare tutte le possibili cause.
4 Le idee raccolte vengono soppesate per indicarne le migliori, identificandone
tutti i pro e contro.
5 Le cause più probabili vengono sottoposte ad una nuova valutazione e viene
identificata una nuova graduatoria. Si ridiscute su i pro e contro per isolare
la causa più probabile.
6 La causa più probabile viene sottoposta a test nel tentativo di verificarla
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4 – L’ANALISI A SPINA DI PESCE
A COSA SERVE
A rappresentare tutte le possibili cause
A ricercare le cause più importanti
COME SI APPLICA
Le cause elencate devono essere molte e analizzate da diversi punti di
vista
È uno strumento di gruppo
Richiede l’utilizzo di 3 caratteristiche fondamentali:
1. LA CREATIVITÀ
2. L’ESPERIENZA
3. L’OGGETTIVITÀ
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5 – L’ANALISI PER STRATIFICAZIONE
L’analisi per stratificazione tende ad isolare le cause per confrontarle tra loro in modo da rilevare quale tra di esse contribuisca maggiormente al presentarsi dell’effetto.
Per effettuare un’analisi per stratificazione occorre:
• determinare la caratteristica speciale che s’intende porre sotto analisi;
• prendere in esame la distribuzione e la dispersione che caratterizza la popolazione (solitamente tramite istogramma);
• individuare i possibili fattori di stratificazione (attraverso l’analisi di Pareto);
• classificare i dati in gruppi relativamente ai fattori individuati (attraverso l’introduzione di tale parametro all’interno delle informazioni che caratterizzano il foglio di raccolta dati);
• confrontare le distribuzioni così ottenute tra loro e rispetto alla distribuzione ottenuta per l’intera popolazione.
Vincoli e condizioni al contorno
12
34
5
6
7
1° turno
2° turno
3° turno
comulativo0
5
10
15
20
Analisi per stratificazione
1° turno
2° turno
3° turno
comulativo
21
6 – L’ANALISI DI CORRELAZIONE
Al termine di questa analisi è facile intuire visivamente l’eventuale tendenza dei punti a distribuirsi o addensarsi secondo forme conosciute (ad esempio: la forma del nugolo di punti, a seconda dei casi, sarà: una retta, una conica, una sinusoide, etc.) oppure in modo puramente casuale (ad esempio: una nube informe).
Leggi di regressione e inviluppi
xi yi xi2
xi·yi (xi·mx)2
(yi·my)2
(xi·mx) (yi·my)
150 40 22.500 6.000 400 484 -20 -22 440
160 59 25.600 9.440 100 9 -10 -3 30
170 60 28.900 10.200 0 4 0 -2 0 1 > 5 a0 850 a1 = 310
180 71 32.400 12.780 100 81 10 9 90 5 850
190 80 36.100 15.200 400 324 20 18 360 2 > 850 a0 145.500 a1 = 53.620
850 310 145.500 53.620 1.000 902 920 850 145500
170 62 200,0 180,4 184
cov
n= 5
a0= -94,40
a1= 0,920 310 850
σx= 14,14
σy= 13,43 53620 145500 -472000
σxy= 184,00 a0 = = _______ = -94,400
r= 96,87% 5 850 5000
69,36
850 145500
5 310
850 53620 4600
a1 = = _______ = 0,920
5 850 5000
850 145500
______________________________
y(178)=
Inserire qui le due equazioni
Det della matrice
dei coefficienti
______________________________
medie varianze
30
40
50
60
70
80
90
140 160 180 200
23
7 – ALGORITMI E FLUSSOGRAMMI
Ogni processo complesso è composto da attività in relazione tra loro. Che partono da un INIZIO e arrivano a vari possibili FINI. Il tutto attraverso una simbologia unificata. La sequenza logica deve quindi portare da un inizio a un terminatore!
Rendere digeribili gli spaghetti
NO!
SÌ!
24
7 – ALGORITMI E FLUSSOGRAMMI
Mappare il sistema l’azienda Mappare il sistema azienda sia intendendo la cosa come una fotografia in un dato temo t dell’organizzazione, sia per collegare a livello sistemico i vari processi e le logiche concepite per mantenere “sotto controllo” i vari processi (macro e di supporto) che costituiscono il sistema nervoso dell’organizzazione stessa.
Indicare e condividere quali siano le procedure e le istruzioni realizzate per definire standard di riferimento e “miglior prassi” di lavoro.
Focalizzare il sistema su obiettivi e indici chiave di prestazione al fine di monitorare, misurare, analizzare e migliorare il sistema.
27
7 – ALGORITMI E FLUSSOGRAMMI
pro
ce
sso
cic
lo
7Esigenze di modifica definitiva
in corso d'orario?
8Esigenze di integrazioni
giornaliere?
9 Interessa Infrastruttura
10Formulazione ipotesi per
Infrastruttura
11 Richiesta accolta?
12
Stesura ordine di manovra
giornaliero, con o senza
integrazioni e condivisione
13 Invio ordine manovra
Segret.
Tecnica
Coord.
Op. Imp.
Capo
Nucleo
Formaz.
Treni
Capo
Zona
1°
Te
cn
ico
Co
nd
ott
a
UMRCapo
Treno
Tempi di
Infr
ast
rutt
ura
Manut. e
Trazione
Ve
rifi
ca
tore
De
via
tore
(P
ax
)
Ma
no
vra
tore
14 Ricezione ordine di manovra
7
ATTIVITA'
ENTI
AB
DC
SI
9
8
13
NO
14
14
14
14
14
9
14
14
14
9
10
11
SI NO
SI
SI
12
8
NO
12
NO
9
11
10
SI NO
SI
NO
28
7 – ALGORITMI E FLUSSOGRAMMI
EFFICACIA EFFICIENZA ELASTICITÀ
OTTIMIZZAZIONE
DEI TEMPI DI
RISPOSTA
QUALITÀ DEL
PROCESSO
QUALITÀ DEI RISULTATI
QUALITA’ DEL
PRODOTTO
TEMPI DI
ESECUZIONE/
PUNTUALITA’
TEMPI DI
RISPOSTA
ALLE
ESIGENZE
DEL CLIENTE
OTTIMIZZAZIONE
DEI COSTI
MINIMIZZAZIONE
DEI TEMPI DI
ESECUZIONE
29
7 – ALGORITMI E FLUSSOGRAMMI Progetta / riprogetta
Le fasi
P A
D C
Misura
Valuta Migliora
Standardizza
QUALITÀ DEGLI OBIETTIVI Fare le cose giuste
Realizzare gli obiettivi stabiliti
Riprodurre i buoni risultati nel
tempo (capability)
Massimizzare il valore
QUALITÀ DELLE REALIZZAZIONI Fare le cose bene, la prima volta
Minimizzare l’uso delle risorse
Minimizzare i tempi di ciclo ed i
costi della non-qualità
Sviluppare flessibilità
30
7 – ALGORITMI E FLUSSOGRAMMI
Costi / Ricavi
$ ... Voci
Risultati
Obiettivi
Ob
Ob3 Ob1 Ob2
D
C
B
A
Impegni/Tempi
A1
A2
A3
A4 A5
A6
A7
Attività/Vincoli
e Condizioni
31
7 – ALGORITMI E FLUSSOGRAMMI
FATTIBILITÀ' E
FORMALIZZAZIONE SOLUZIONE
REALIZZAZIONE SOLUZIONE
CONSEGNA
Idea
Bisogno
utente
Decisioni
Bozza di
progetto
Impegno utente/cliente OK! a procedere
Contratto
AZIONI CORRETTIVE
REPORTING
PRODOTTI INTERMEDI/ RISULTATI PARZIALI
Prodotto / Servizio
finale
NASCITA VITA FINE
32
7 – ALGORITMI E FLUSSOGRAMMI
Project Manager
Progetto:
responsabile Responsabile Responsabile
Cod. Cod. Cod.
Cod. Cod. Cod. Cod. Cod. Cod.
Responsabile
Cod.
Responsabile
Cod.
Responsabile
Cod.
Cod.
Cod.
Cod.
Compito:
Compito:
Compito: Attività/
compiti
Work
package
Struttura del
progetto
Sotto-progetti/
end-items
34
7 – ALGORITMI E FLUSSOGRAMMI
ATTIVITÀ
EVENTI
TEMPO MINIMO E MASSIMO
DI REALIZZAZIONE
CAMMINO CRITICO
1
2 5
6
3 4
A
B
B
C
H
I
G
F
D
E 2
0
2/13 16/17 3
9 5
8
7
15/21
4
3
5
22/24
Identificazione del percorso critico Dati di base per costruzione reticolo
Operazioni Durata Seguita da . . Preceduta da . .
A B C D E F G H I
8 2 7 5 3 9 4 3 5
C,D,F E H E
G,I G,I H -- --
-- -- A A
B,D A
E,F C,G E,F
36
7 – ALGORITMI E FLUSSOGRAMMI
─── Critical path DIAGRAMMA DEI TEMPI E DEI
RITARDI PER LA CORRETTA
GESTIONE DI UN ORDINE