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1 cm = 12,5 km

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Scopri la

PopolazionePopolazione

Scopri la

StoriaStoria

TerritorioTerritorioalle pagine 6 - 9

alle pagine 4 - 5

Scopri il

alle pagine 10 - 15

Scopri laCultura localeCultura localeCultura localealle pagine 16 - 27

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L’origine del nome BASILICATA si collega

al termine greco basilikòs, che quando la regione facevaparte dell’Impero bizantino indicava il governatore inviato dall’imperatore. La Basilicata è chiamata anche LUCANIA: in latino lucussignifica bosco.

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Matera

Potenza

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La regione in numeri

SUPERFICIE9 995 km2

POPOLAZIONE591 338 abitanti

PROVINCEPotenza (PT): 387 818 abitantiMatera (MT): 203 520 abitanti

FIUMI PRINCIPALIBasento: 149 kmOfanto: 134 kmAgri: 136 kmBràdano: 114 kmSinni: 101 km

MONTI PRINCIPALIMonte Pollino: 2 248 mMonte Sirino: 2 005 mMonte Volturino: 1 835 mMonte Caramola: 1 524 mMonte Santa Croce: 1 407 m

Osserva la posizione della Basilicata rispetto

alle altre regioni d’Italia.

LE ATTRAZIONI DELLA TUA REGIONE.Cercale nelle prossime pagine vicino a questo simbolo!

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Preistoria ed età anticaNel 1000 a.C. circa, le zone montuose dell’internoerano popolate dall’antica civiltà italica deiLucani. Fra l’VIII e il V secolo a.C., i Greci colo-nizzarono la costa ionica della regione e fondaro-no le antiche città di Metaponto, Tursi, Siried Eraclea. I Lucani si dedicavano alla pastorizia, ma furonoanche temibili guerrieri, che resistettero a lungoall’invasione dei Romani. Dopo numerosi combattimenti nel III secolo a.C.,la Lucania fu interamente conquistata daiRomani. Tuttavia, durante il loro dominio laregione fu trasformata in un paese quasi deser-to, con rare aree coltivate.

MedioevoDopo la caduta dell’Impero romano la regio-ne fu devastata dalle invasioni barbariche eoccupata da Goti prima e Longobardi poi.Nel VI secolo a.C. i Bizantini cacciarono iLongobardi e la Basilicata entrò a far partedell’Impero romano d’Oriente. In seguito, fu dominata da molte famigliestraniere, come gli Svevi (dalla Germania)e gli Aragonesi (dalla Spagna). Negli annisuccessivi la regione s’impoverì, sia acausa della sua collocazione geograficache la isolava dal resto della penisola, siaper le continue lotte fra gli Aragonesi e iSignori del luogo.

La storiaLa storiaLa storia

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Età moderna e contemporaneaNel 1743 la Basilicata e le altre regioni meridionaliappartenevano al Regno di Napoli, che passòsotto il dominio della dinastia dei Borboni. In questoperiodo la regione fu trascuratadal governo centrale di Napoli eabbandonata nelle mani dei gran-di proprietari terrieri. Si diffusecosì il fenomeno del brigantag-gio, finché nel 1860 l’unificazio-ne al Regno d’Italia risolseparte dei problemi economici e

sociali della Basilicata. Tuttavia per la regione lo sviluppo economi-co cominciò soltanto negli anni Cinquantadel Novecento.

Con compagni e insegnante aggiorna la linea del tempo

scrivendo quali sono gli episodi più significativi accaduti

in Basilicata negli ultimi anni.

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Oggi

• Per conoscere meglio la storia della Basilicata e l’origine del suo nome vai su:

www.lucaniaonline.it

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I monti dell’Appennino Lucano non sono molto elevati.Procedendo verso sud, s’incontrano le cime più altedella regione: il Monte Volturino, il Monte Sirino eil Monte Pollino (al confine con la Calabria). A nord si trova un antico vulcano spento, il MonteVulture. Dalle sorgenti alle pendici del Vulture sgorga-no ottime acque minerali.

Verso est l’AppenninoLucano digrada lascian-do il posto alle colline,che occupano la mag-gior parte del territoriodella regione. La natura argillosa del loro suolo lerende aride e difficilmente coltivabili, oltre che sog-gette a frane. A causa di queste caratteristichesono diffusi i calanchi e le gravine. I primi sonoprofonde fessure provocate dai fiumi che penetra-no nel terreno e ne scavano la superficie. Le gra-vine sono crepacci lunghi e tortuosi scavati dal-l’acqua.

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Il territorio della regione è prevalentemente montuoso e collinare.

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Il paesaggioIl paesaggioIl paesaggio

Monti e colline

Monte Pollino

Calanchi

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La Basilicata confina con Puglia, Campania eCalabria ed è bagnata dal Mar Ionio e dal Mar Tirreno. Le coste superano, però, di poco i 62 chilometri complessivi.Il suo antico nome di Lucania è rimasto all’Appennino Lucano,che occupa la zona interna occidentale e rende la regione prevalentemente montuosa e collinare.

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Alla pianura spetta solo una piccola parte del territorio. Sullacosta ionica si trova la pianura più ampia della regione: laPiana di Metaponto. È una pianura di tipo alluvionale, chefu bonificata e resa molto fertile. Il suo nome deriva dall’an-tica città di Metaponto che un tempo sorgeva in questa zona.Sul versante tirrenico, affacciata sul Golfo di Policastro, c’è lapiccola Piana di Maratea.I fiumi della regione sono molti, tutti a carattere torrentizio:durante le secche estive sono quasi asciutti; in inverno, dopole piogge torrenziali, s’ingrossano e scorrono a valle dai pendiidelle montagne, trascinando con sé terra e detriti e travolgendo ogni cosa.I principali sono l’Ofanto e il Basento, il Sinni, l’Agri e il Bràdano, che scorronoper lo più da nord-ovest a sud-est e sfociano nello Ionio, dopo aver attraversato laPiana di Metaponto e formato numerosi meandri. Nel Tirreno sfocia il Noce.Nell’Appennino meridionale sono presenti ampie vallate formate da ciottoli e detrititrasportati dalle fiumare, i corsi d’acqua irregolari che con violenza ne scavano il fon-dale. Le fiumare sono tipiche delle regioni in cui le precipitazioni sono scarse e il suoloè impermeabile e privo di vegetazione, come nel caso della Basilicata.

Tra i pochi laghi naturali ci sono i due laghetti vulcanici diMon tic chio, sul Vulture, e i laghi artificiali di Pietra delPertusillo e San Giuliano, usati per l’irrigazione.Le coste ioniche sono basse e sabbiose. Le coste tirre-niche sono alte e rocciose.

Pianure e fiumi

Laghi e coste

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Lungo i litorali il clima è mediterraneo, con inverni miti ed estati fresche; sulle rive del Mar Ionio, però, soffia un vento caldo e umido proveniente dall’Africa:lo scirocco, che rende afose le estati. Sui monti le temperature invernali sono moltobasse e i venti sono presenti tutto l’anno.

Il climaIl climaIl clima

U Laghi di Monticchio

Una fiumara in provincia di Potenza

• Per saperne di più sui laghi della Basilicataconsulta il sito:

www.basilicata.bancadati.it/b-laghi.html

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Un tempo il territorio della Basilicata era ricco di fitti boschi che ricoprivanoi fianchi delle montagne ed erano abitati da numerose specie animali.Attualmente gran parte della regione è arida e brulla, a causa dei disbo-scamenti operati dall’uomo.Vicino alle coste, fino a 400 m di altitudine, prevale la macchia medi-terranea, formata da ginestre, lentisco, fico d’India e rosmarino,alternata a uliveti e pini marittimi. Proseguendo verso l’internodella regione, tra i 400 e i 1000 metri si passa dai boschi di querce,carpino, ontano napoletano e orniello ai castagneti e ai boschi

di leccio e cerro sui versanti più soleggiati. Nel sottobosco creato daglialberi di cerro cresce la peonia maschio, una pianta erbacea perenne

caratterizzata da bei fiori rosa intenso. Nei pressi del massiccio del Pollinosopravvive il pino loricato, una conifera molto rara, che qui si può trovare dai 600

ai 1000 metri di quota, spesso associata al faggio oal pino nero e al frassino. Nelle vallate umide eombrose vivono alcuni esemplari di abete bianco.Fino a 2000 metri di quota predominano i boschi difaggio. Oltre i 2000 metri si trovano i pascoli, neiquali crescono numerose specie esclusive dellazona: la veccia e l’astragalo del Sirino. D’estate,in alta quota, si possono ammirare genziane, asfodeli e, nelle vallate più fresche e ombrose, i fioribianchi della rara pulsatilla alpina.

La floraLa floraLa florae la faunae la faunae la faunaLa Basilicata presenta ambienti fra loro differenti,che ospitano numerose specie di animali e piante.

Alberi antichissimiAlberi antichissimiAlberi antichissimiIl pino loricato può raggiungere altezze di 40 metri e viverefino a 1000 anni. È una specie rara, che in Italia si trova solo inCalabria e in Basilicata, dove cresce soprattutto sulle rupi calca-ree del massiccio del Pollino. I suoi rami bianco-grigiastri sonocontorti e i tronchi attorcigliati. Il pino loricato è il simbolo delParco Nazionale del Pollino.8

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• Fico d’india

• Veccia

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Della ricca varietà di fauna di untempo, tra i mammiferi più comu-ni oggi rimangono rari esemplaridi cinghiali, volpi, lupi; sonoabbastanza diffusi anche gliscoiattoli, i ghiri, i ricci, lefaine, le donnole e gli istrici.Da qualche anno nelle zone a

tutela ambientale sono state rein-trodotte alcune specie selvatiche

(per esempio cervi, caprioli e daini).Numerose sono le varietà di uccelli presenti nella regione. I boschi offrono l’ambiente ideale per tordi, merli, picchi, fringuelli, codirossi, cincee luì. Interessante è la presenza del picchio nero nei boschi secolari. Tra i rapaci diurnivi sono poiane, nibbi reali, gheppi e aquile reali, mentre tra i rapaci notturni i piùdiffusi sono il gufo comune, il gufo reale e la civetta. Sulle rupi nidifica il corvo imperiale, mentre nelle zone aperte monta-ne si può incontrare il codirosso spazzacamino. Le zone umide

e le coste ospitano anatre, aironi,cavalieri d’Italia, garzette,folaghe e cormorani.Tra gli anfibi i più interessantisono la salamandrina dagliocchiali, la salamandra pezza-ta e il tritone italiano, mentretra i rettili è da segnalare la presenzadella tartaruga terrestre.

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Sull’Appennino centrale e meridionale vive illupo appenninico, una specie animale oggiprotetta dalla legge italiana. Si nutre di cervi ecamosci, ma anche di prede di taglia più picco-la, come lepri, uccelli e piccoli roditori. Negli ulti-mi tempi si è abituato alla presenza dell’uomo,al punto tale che spesso si nutre dei rifiuti chetrova nelle discariche.È l’antenato del cane domestico, con ilquale presenta molti caratteri in comune:muove la coda in segno di saluto; rizza il pelo eringhia quando è irritato; abbassa le orecchie etiene la coda fra le zampe quando è impaurito.

• Volpe

• Riccio

• Merlo

• Tartaruga terrestre

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Le cittàLe cittàLe città

Potenza è il capoluogo più elevato d’Italia: si trova a piùdi 800 metri sul livello del mare. È il principale centroeconomico della regione. All’agricoltura e al commercio

dei prodotti agricoli si affiancail terziario, sviluppato special-mente nel settore del pubbli-co impiego. Le attività indu-striali hanno ricevuto impulsodagli incentivi statali e dallarealizzazione, nella secondametà del Novecento, dellevie di comunicazione. Lacittà nel 1980 ha subìto gravidanni a causa del terremoto.

Il capoluogo

La Basilicata ha meno di 600 000 abitanti ed è una delle regioni italiane con minore densità demografica (59 abitanti per km2). A partire dal secolo scorso, l’emigrazione è stata per decenni l’unica possibilità di soprav-vivenza per migliaia di contadini. Passeggiando nell’entroterra, non è difficile ancora oggitrovare interi paesi popolati solo da anziani, con molte case chiuse da tempo.

La popolazione si concentra nei due capoluoghi di provincia.

Teatro Stabile, Piazza Prefettura

PotenzaMatera

meno di 25

da 26 a 100

da 101 a 200

da 201 a 500

da 501 a 1000

più di 1000

Abitanti per km2

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Vicino a Castelluccio Inferiore (in provincia di Potenza), c’è una conca dove, inepoca preistorica, si trovava il Lago di Mercure, che successivamente si svuotò.Nella valle omonima sono stati scoperti diversi siti archeologici in cui sono venuti allaluce resti dei vertebrati fossili che vivevano intorno all’antico lago. Sono gli antenatidegli odierni ippopotamo, elefante, cavallo, cervo, bue e suino.

Un antico lagoUn antico lagoUn antico lago

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Duomo

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La porta di San Luca è composta da un arco in pietra calcarea. Nella parte interna della struttura sono rimasti i fori per i cardini dellamassiccia porta in legno con la quale veniva chiuso l’accesso.

Il ponte di San Vito fu realizzato tra il 248 e il 305 a.C. all’internodell’antica via Erculea che collegava l’abitato di Venosa a Eraclea. Il ponte è stato restaurato nei secoli successivi e dell’architettura originaria sono visibili solo i piloni. Il punto più largo del ponte misuratre metri.

La cattedrale di San Gerardo fu costruita nel XIII secolo e intitolata alla Vergine Maria.Ai piedi dell’ingresso principale c’è un’ampia gradinata a ventaglio. Ha una pianta semicir-colare. Nella cappella a destra un’urna ospita le reliquie del santo e una statua in legno lorappresenta sul trono, nell’atto di benedire i fedeli.

La chiesa di San Michele Arcangelo ha sicuramenteorigini lontane, perché il culto di San Michele Arcangelorisale ai Longobardi. All’interno sono presenti alcuni affre-schi del Cinquecento, uno dei quali raffigura San Micheleche uccide il drago.

La chiesa di San Francesco d’Assisi fu edificata a par-tire dal 1274. La facciata è realizzata in pietra a vista. Ilportale d’ingresso è in pietra calcarea e il portone è deco-rato con formelle di legno che risalgono alla fine delQuattrocento. Adiacente alla chiesa vi è il campanile aquattro piani, il primo dei quali è ornato da aperture digusto gotico.

A spasso per Potenza

11Cattedrale di San Gerardo

Porta di San Luca

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Matera sorge a 400 metri sul livello del mare, alle pendici del Monte Igino. È divisa indue zone. La pittoresca città vecchia è detta i Sassi, dal nome delle antiche abitazioniscavate nella roccia. Dopo essere stati abbandonatiper anni, i Sassi sono stati recentemente ristrutturatie oggi costituiscono un’attrattiva turistica. Sono statidichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. ISassi ospitavano quasi 15 000 persone, che nel 1952sono state sfollate per motivi igienico-sanitari; manca-vano, infatti, di acqua corrente e servizi igienici. Leabitazioni si approvvigionavano di acqua attraversocisterne e condutture scavate in profondità. Il quartie-re dei Sassi è scavato nel tufo e si compone di innu-merevoli cunicoli, scale, orti, terrazze che si alternanoa piccoli palazzi, archi e chiese. I quartieri modernisi sono formati dalla metà del XX secolo, quando laparte antica è stata sgombrata.

Fra i monumenti più interessanti di Matera ci sono il Duomo, che risale al XII secolo, lachiesa di San Francesco, il Palazzo Lanfranchi e la cattedrale di Santa Mariadella Bruna intitolata alla patrona della città. La costruzione del massiccio castello nor-manno di San Basilio è iniziata nel Cinquecento, ma non è mai terminata. Il castello èdominato da una grande torre quadrata, dalla cui sommità è possibile godere di un pano-rama mozzafiato su tutto il Golfo di Taranto. Il castello fu fatto erigere su un fianco dellamontagna, in una posizione strategica che lo rendeva sicuro e che permetteva anche unafunzione di sorveglianza delle coste dal pericolo delle incursioni dei pirati saraceni. Sullaterrazza della torre, infatti, si trova ancora la campana per dare l’allarme. L’ingresso eracostituito nei tempi passati da un ponte levatoio, ora sostituito da un ponte ad arco inmuratura. Lo stato di conservazione del castello è impeccabile.

Matera

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Le cittàLe cittàLe città

Sassi

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A pochi chilometri da Matera si trovano più di 160 chieserupestri, vere e proprie chiese scavate nelle rocce, alcunedelle quali sono collegate fra loro. Furono realizzate dallecomunità religiose per sfuggire alle persecuzioni.

Pregare tra le rocce

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Melfi sorge alle pendici del Monte Vulture. La città,il cui territorio fu abitato fin dal Neolitico, divenne laprima contea normanna in Italia nel 1041. Guglielmod’Altavilla vi fece costruire un castello, successiva-mente ampliato dagli Svevi e dagli Angioni. Oggi è lasede del Museo nazionale del Melfese e conser-va reperti preistorici, romani, bizantini e normanni. Intempi recenti Melfi è diventata un attivo centro indu-striale, con l’apertura di unostabilimento Fiat.

Castel Lagopesole deve il proprio nome a un lago prosciugatoall’inizio del Novecento su una collina. Tra l’VIII e il X secolo questacollina infatti aveva una notevole importanza strategica sull’anticosentiero che partiva dalla via Herculea e conduceva da Melfi aPotenza. Proprio sulla strada fra queste due città, su un’altura chedomina la sottostante Valle di Vitalba, sorge il castello costruito trail 1242 e il 1250. Ad agosto si tengono Babylonica, un eventointernazionale d’incontro fra diverse culture del mondo con cortei,danze e canti, e il Palio dei tre Feudi, con sfide di tiro con l’ar-co, giostre, spettacoli di giocolieri, saltimbanchi e mangiafuoco.

Maratea si affaccia sul Golfo di Policastro ed èsovrastata dal Monte San Biagio, su cui svetta l’impo-nente statua del Redentore, seconda per dimensionisoltanto a quella di Rio de Janeiro (in Brasile). La città èfamosa per i tanti edifici storici, soprattutto religiosi, gra-zie ai quali è nota come la città delle quarantaquattrochiese ricche di preziose testimonianze artistiche. È anche un importante centro balneare, grazie al suolitorale lungo 30 km e ai bellissimi fondali, ricchi di faunamarina e resti archeologici.

Melfi

Castel Lagopesole

Altri centri importanti

Maratea

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La Basilicata è una delle regioni d’Italia con il reddito pro capite annuo disponibile piùbasso (11 878 euro). Ha un tasso di disoccupazione(10,4%) più alto della media nazionale, ma più basso rispetto alle altre regioni delMezzogiorno. Il terreno, in gran parte montuoso e argilloso, si presenta in stato didegrado a causa del disboscamento. Esso è responsabile di frane e smottamenti chetrascinano a valle il terreno coltivabile e minacciano i centri urbani e la rete stradale. Per questi motivi l’agricoltura non è particolarmente redditizia.

28,4%secondario28,4%secondario

9,2%primario9,2%primario

62,4%terziario62,4%terziario

La regione ha uno sviluppo economico limitato, anche se negli ultimi anni si registra una lieve crescita.

Le zone più fertili sono la Piana di Metaponto e le valli dell’Ofanto edell’Agri, dove si coltivano alberi da frutto (susini, peschi, peri,agrumi), lino, cotone, patate, barbabietole e tabacco. Nellezone costiere sono diffusi i vigneti. Nelle zone montuose dell’in-terno è ancora diffuso il latifondo, cioè la grande proprietà terriera,in cui predominano le colture cerealicole: frumento,

granoturco, avena e orzo.L’allevamento più diffuso è quello di ovini e

caprini, praticato soprattutto nelle zonemontane. Discreto è anche l’alle-vamento di maiali e di asini.

Agricoltura e allevamentoAgricoltura e allevamentoAgricoltura e allevamento

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economicheeconomicheeconomicheLe attivitàLe attivitàLe attività

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Nonostante le bellezze naturali (Pollino eVulture), i luoghi di interesse archeologico eartistico (Eraclea e Metaponto) e le spiagge sullecoste ionica e tirrenica (Maratea), in Basilicata ilturismo non è ancora così sviluppato come nellealtre regioni del Meridione. Negli ultimi anni, tutta-via, si è registrata una crescita.I servizi sono ampiamente al di sotto della medianazionale. Le vie di comunicazione sono costi-tuite soprattutto da strade provinciali e superstra-de. La ferrovia, la cui linea importante è la Napoli-Brindisi, è insufficiente. La stessa Matera è rag-giunta solo da una linea secondaria. La regione,inoltre, non è servita da porti e aeroporti.

TerziarioTerziarioTerziario

I

Sono diffuse aziende di medie e piccole dimensio-ni basate sulle attività tradizionali: industrie ali-mentari, tessili e per la lavorazione delmarmo e dell’argilla, cementifici, cartiere econcerie.Il settore industriale è in crescita, favorito dalla pre-senza di piccole e medie imprese che operano insettori diversi da quelli tradizionali, soprattutto nelsettore dei mobilifici e dell’elettronica.

A partire dagli anni Sessanta, la scoperta di giacimenti di gas naturale nella Valledel Basento, ha fatto sorgere grandi stabilimenti petrolchimici e impianti per laproduzione di fibre sintetiche. Da alcuni anni vengono sfruttati un giaci-mento di petrolio nella Val d’Agri e un altro giacimento nella Valle delSauro. Dopo il terremoto degli anni Ottanta, il settore delle costruzioniha conosciuto un’espansione.A Melfi sono entrati in funzione due importanti stabilimenti per la produzione di automobili e di alimentari.Nella regione è diffusa la lavorazione artigianale di ceramiche(Potenza), stoffe di lana tessute a mano, tappeti e legno.

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Industria e artigianatoIndustria e artigianatoIndustria e artigianato

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A Matera, il 2 luglio si svolge la festa dellaVisitazione, per ricordare la visita che Maria,futura madre di Gesù, fece alla cugina Elisabetta,futura madre di Giovanni Battista. I festeggiamentihanno inizio all’alba, con una messa e la proces-sione dei pastori che portano un quadro dellaVergine attraverso i vari quartieri della città. In tardamattinata un corteo di cavalieri si reca in piazzaDuomo a prelevare la statua della Madonna, cheviene trasportata in processione su un carrotrionfale. Giunto in piazza Duomo il veicolo com-pie tre giri, poi la statua è riportata nella cattedrale,dove resterà fino all’anno successivo. Il carro, inve-ce, torna in piazza dove viene assaltato e distruttodalla folla, che cerca di appropriarsi di un suo fram-mento da conservare con devozione. La distruzionedel carro ricorda antichi riti, che celebrano il rinnova-mento della vita dopo la morte e l’arrivo della prima-vera dopo l’inverno.

La festa della VisitazioneLa festa della VisitazioneLa festa della Visitazione

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Ogni popolo nel corso dei secoli ha sviluppato abitudini e costumi caratteristici che hannoinfluenzato il suo modo di parlare, la sua cucina, i suoi canti e le sue feste. Il folklore èl’insieme delle tradizioni popolari (proverbi, canzoni, musiche, ninnenanne, abitudini ali-mentari...) e delle loro manifestazioni. Lo studio del folklore passa attraverso libri, dischi,spettacoli, sagre paesane e musei etnografici, ma anche attraverso ricerche «sul campo».Così, gli studiosi del folklore raggiungono i paesi più isolati per raccogliere testimonianze,per farsi raccontare dagli anziani storie e leggende locali o per partecipare alle feste pae-sane che si svolgono ancora con gli stessi rituali di molti secoli fa.

Il folkloreIl folkloreIl folkloreIl folkloreIn Basilicata, numerose manifestazioni sono legate a ricorrenze religiose.

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Due alberi e una capannaDue alberi e una capannaDue alberi e una capannaNel periodo che va dall’Ascensione alla Pentecoste, adAccettura (provincia di Matera) si svolge il matrimo-nio degli alberi. Lo «sposo» è un albero di altofusto (come un leccio) e la «sposa» è un agrifoglio. Èuna festa che appartiene alla cultura contadina ed ècelebrata fin dall’antichità per ottenere raccolti abbon-danti. Durante questa giornata, i futuri sposi vengonoseguiti da due cortei e accompagnati da danze e cantipopolari. Il loro incontro avviene il martedì diPentecoste, durante la processione per san Giuliano,il patrono della città.

La cavalcata dei turchiLa cavalcata dei turchiLa cavalcata dei turchi

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Le sagre alimentariLe sagre alimentariLe sagre alimentari

L

A inizio agosto si svolge a Moliterno (Potenza) laSagra del formaggio pecorino, prodotto con dueterzi di latte ovino e un terzo di latte caprino, dal gustosaporito tendente al piccante. Sempre ad agosto a SanPaolo Albanese (Potenza) si svolge la Sagra delcapretto, un’occasione per gustare questa carnetenerissima. San Paolo Albanese è il comune più picco-lo della Basilicata; fu fondato intorno al 1534 da ungruppo di profughi albanesi, fuggiti dalle loro terreoccupate dai Turchi.

Tra le feste di carattere contadino, è curioso il Carnevale di Satriano (in provinciadi Potenza). Questa festa, che ha origini antiche, ricorda i riti della fertilità. Durante il carnevale, per le strade di Satriano passeggia un uomo travestito da albero, il riumita. L’«albero che cammina» simboleggia la fertilità e gira di casa in casa perchiedere regali da distribuire ai bisognosi.

A Potenza ogni anno l’ultima domenica di maggio una grandiosa processione ricordal’intervento miracoloso di san Gerardo per liberare la città assalita dai pirati saraceni.

Trasporto dello «sposo»

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LiombrunoLiombrunoIl folkloreIl folkloreIl folkloreIl folklorela

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cata

C’ era una volta un pescatore disgrazia-to: da tre anni non riusciva a pesca-re nemmeno un’acciuga. Una volta,

gli si presentò il Nemico. – Senti, marinaio – gli disse – se fai un patto conme avrai pesca tutti i giorni e diventerai ricco.Voglio tuo figlio. Quello che non è ancora nato,ma che nascerà tra breve.Il pescatore pensò che già da molti anni non glinascevano figli e non gliene sarebbero più nati. – E se questo figlio non nascesse?– Avrai lo stesso le reti piene di pesce.– Questo volevo sapere. Allora firmo il contratto.Concluso il patto e scomparso il Nemico, ilpescatore tirò le reti e vennero fuori piene d’ora-te, tonni e polpi. E così l’indomani e il giornodopo. Il pescatore si faceva ricco, ma ecco chegli nacque un figlio, bello che pareva un fiore. Gli mise il nome di Liombruno. Liombruno cre-sceva e vederlo diventare sempre più bello eforte per il povero padre era una pena. Un giorno il Nemico gli venne incontro per dirgli:– Portamelo, domani.L’indomani il padre disse a Liombruno di portar-gli il cesto col cibo in una località deserta dellaspiaggia. Il ragazzo si sedette ad aspettare suopadre sulla riva, per passare il tempo, con pezzidi legno e sughero faceva delle piccole croci e le

disponeva attorno a sé in cerchio. Sul mare arrivò il Nemico che gli disse: – Tu devivenire con me. Disfa quelle croci, subito!– Io non le disfo!Ma il nemico cominciò a gettar fuoco dagli occhi,dalla bocca, dal naso e gli fece tanta paura cheLiombruno s’affrettò a disfare quelle croci.Restava solo quella che aveva in mano. In mezzoal cielo apparve un’aquila. Fece un gran salto suLiombruno e lo sollevò in cielo, sotto il naso delNemico furente. L’aquila trasportò Liombruno suun’alta montagna e si trasformò in una bellissi-ma fata. – Io sono la Fata Aquilina – disse – e tuvivrai con me e sarai il mio sposo.

UNA FIABA LUCANA

A metà del Novecento il grande scrittore

Italo Calvino raccolse in un volume fiabe popolaridelle varie regioni d’Italia. La fiaba che riportiamo

proviene dalla Basilicata.

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Cominciò per Liombruno una vita principesca.Dopo essere vissuto lassù parecchi anni,domandò il permesso alla Fata Aquilina di anda-re a trovare suo padre e sua madre. – Vai pure e porta ai tuoi genitori la ricchezza –disse la Fata – ma per la fine dell’anno devi tor-nare da me. Tieni questo rubino: tutto quello chegli domanderai l’avrai. Ma non potrai dire a nes-suno che sono la tua sposa.Liombruno tornò al suo paese e rese ricchi i suoigenitori, ma mentre cavalcava per raggiungere ilcastello della Fata Aquilina, passò in una cittàdove chi vinceva la giostra per tre giorni di segui-to avrebbe avuto in moglie la figlia del Re.Liombruno volle provare e vinse la giostra per tregiorni di seguito. Il Re voleva fargli sposare suafiglia, ma Liombruno gli disse: – Maestà, vostrafiglia è bellissima, ma io ho già una sposa che èmille volte più bella.Il Re gli disse: – Cavaliere, per ammettere lavostra vanteria, bisogna che ci mostriate questavostra consorte.Liombruno si rivolse al rubino: – Rubino, rubinomio, fa’ comparire qui la Fata Aquilina –. FataAquilina, carica di sdegno perché Liombruno siera vantato di lei, alla chiamata del rubino mandòl’ultima delle sue serve. – Ma questa non è lamia sposa! – disse Liombruno. E ripetè al rubino:– Rubino mio, voglio che la Fata Aquilina compa-ia qui davanti –. Comparve un’altra serva eLiombruno si rivolse di nuovo al rubino. In unosplendore come di sole apparve la Fata Aquilina.Il Re chinò il capo e la Principessa fuggì via pian-

gendo. Ma la Fata Aquilina si avvicinò aLiombruno e gli portò via il rubino, esclamando:– Traditore! Tu m’hai perduta e non mi ritroveraimai più a meno che tu non consumi sette paia discarpe di ferro – e sparì. Il Re levò l’indice controLiombruno: – Ho capito: tu non hai vinto per virtùtua, ma di quel rubino – e lo fece bastonare daisuoi servi e cacciare. Appena ebbe le forze perrimettersi in piedi, comprò sette paia di scarpe diferro e se ne andò. Venne notte e, in mezzo albosco, trovò tre ladri che litigavano per dividersiil bottino. – Che cosa vi dovete spartire?– Una borsa che ogni volta che la si apre mettefuori cento ducati. Un paio di stivali che chi licalza corre d’un miglio avanti al vento. E un man-tello che rende invisibile chi lo porta.Liombruno indossò gli stivali e il mantello e corsevia più veloce del vento. Arrivò a una casettacoperta di rovi e bussò. Una vecchia aprì la portae Liombruno le chiese notizie della sua sposa. Lavecchia voleva aiutarlo, ma stavano per tornare isuoi figli. – Io sono la Voria, la madre dei Venti –gli disse – quando torneranno i miei figlioli ti vor-ranno mangiare.E lo nascose in un cassone. S’udì un rumore lon-tano come di alberi che si piegavano e di ramiche si schiantavano e un ululato tra i burroni dellamontagna. Erano i Venti che tornavano. La Voriaservì in tavola una polenta fumante e tutti i figli simisero a mangiare. Quando furono ben sazi, laVoria fece uscire Liombruno che raccontò la suastoria.– La Fata Aquilina è malata d’amore – disse ilVento Scirocco. – Piange sempre e dice che ilsuo sposo l’ha tradita. S’è ridotta in fin di vita daldolore. Io mi diverto a far chiasso tutt’intorno alsuo palazzo, spalancando finestre e balconi.– Oh Scirocco! Tu mi devi aiutare! Devi insegnar-mi la strada per raggiungere questo palazzo.Sono io lo sposo della Fata Aquilina e non è veroche sono un traditore. Morirò di dolore se non latroverò.La mattina Liombruno, con la borsa, gli stivali e ilmantello partì con il Vento Scirocco. – Eccoci arri-vati – disse a un certo punto Scirocco.Liombruno entrò nel palazzo e non appena fusolo con la Fata si tolse il mantello. – Sposa mia, mi riconosci?La Fata gli si buttò al collo e lo perdonò. Si giura-rono il loro amore e diedero un banchetto nelpalazzo. I Venti furono invitati a turbinare intornoin segno di festa.

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Dicette a stezza a lu pilacce: ˙Damme tiembe ca tÕabbuche.Disse la goccia alla fontana: ˙Dammi tempo che ti buco¨.Il proverbio vuol dire che con il tempo e la pazienza si possonoraggiungere risultati che sembrano impossibili.

A gatta vecchia vole Ôu sorge tenere.La gatta vecchia vuole il topo tenero.Il proverbio vuol dire che il furbo sceglie persone inesperte per ingannarle.

In tutta Italia i proverbi e le canzoni dialettalisono molto numerosi.

Si dice che i proverbi siano la sapienza dei popoli; infatti dietro queste brevi frasi sinascondono sempre un insegnamento o un invito alla riflessione.

ProverbiProverbiProverbie canzonie canzonie canzoni

Leggi alcuni proverbi della Basilicata

e scopri il loro significato.

TÕai tagliat Õa amm pa zappa toia stessa.Ti sei tagliato la gamba con la tua stessa zappa.Il proverbio significa che ti sei procurato un danno da solo.

Chi tÕ da nun sembe tÕ voÕ aiut�.Chi ti d� [qualcosa] non sempre vuole aiutarti.

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Figlia: Oi mamma mamma me more me morepe’ na cosa ca all’orto mo’ sta’.

Madre: Si tu vuoi lu funucchill’,mo’ vagg’ all’orto e lu vagg’ a piglia.

Figlia: A quan’ è stupida la mamma miacha nun capisce la malatia.

Figlia: Oi mamma mamma me more me morepe’ na cosa ca all’orto mo’ sta’.

Madre: Si tu vuoi lu rafaniell’,mo’ vagg’ all’orto e lu vagg’ a piglia.

Figlia: A quan’ è stupida la mamma miaca nun capisce la malatia.

Figlia: Oi mamma mamma me more me morepe’ na cosa ca all’orto mo’ sta’.

Madre: Si tu vuoi l’urtulane,nun gne sta’ osce, vene dimane.

Figlia: A quant’è bell’ la mamma miaca ha capito la malatia.

Figlia: O mamma mamma io muoio io muoioper una cosa che sta nell’orto.

Madre: Se vuoi il finocchietto,ora vado nell’orto e vado a prenderlo.

Figlia: Ma quanto è stupida la mia mammache non capisce la malattia.

Figlia: O mamma mamma io muoio io muoioper una cosa che sta nell’orto.

Madre: Se tu vuoi il rapanello,ora vado all’orto e vado a prenderlo.

Figlia: Ma quant’è stupida la mia mamma che non capisce la malattia.

Figlia: O mamma mamma io muoio io muoioper una cosa che sta nell’orto.

Madre: Se tu vuoi l’ortolano,oggi non c’è, viene domani.

Figlia: Ah quant’è bella la mia mamma che ha capito la malattia.

La canzone che proponiamo è un duetto tra una fanciulla innamorata esua madre. È diffusa in tutta la Basilicata, ma anche in alcune regioni dell’Italiacentro-settentrionale. Questa è la versione cantata nella provincia di Potenza.

Oi mamma mammaOi mamma mammaOi mamma mamma

Ô

La canzone dialettaleIn tutta Italia le canzoni dialettali, cioè le canzoni il cui testo è in dialetto, sono moltonumerose. Anche la Basilicata, dunque, non fa eccezione.Queste canzoni servivano ad accompagnare le gioie e i dolori di un’esistenza semplice:l’amore, il lavoro, l’amicizia o la perdita di una persona cara. Numerose racconta-no il dramma dell’emigrazione a cui tanti abitanti della regione sono stati costretti.

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Nella preparazione dei piatti lucani siutilizza soltanto olio di oliva.Le verdure spesso sono ser-vite come primo piatto, dasole o accompagnate dalegumi o pasta. Tra le spe-cialità: fave e cicorie;scorze di mandorla conle cime di rapa; cicoria di

campo in brodo di carne.Con il grano duro di questa regione si

producono molte varietà di pane, dal carat-teristico color giallo dorato e dal profumoche si conserva anche per alcuni giorni.

La pasta è tradizionalmente lavorata amano: fusilli, lagane, maccaroni,capunti, cavatelli, calzoni, scorze dimandorla, orecchiette, strascinati... Il condimento ideale è il ragù, che si pre-para utilizzando tre diversi tipi di carne:agnello, maiale e capretto cotti nel sugo dipomodoro.Le carni più utilizzate sono quelle di peco-ra e di capra, che vengono preparate allabrace, in umido o al forno. Un antico piattodella tradizione pastorale è il cutturidd, lapecora in umido, spesso cucinata in unrecipiente di terracotta.

I salumiI salumiI salumi

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In cucinaIn cucinaIn cucina

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I legumi, i cereali e gli ortaggi sono alla base dimolti piatti semplici e genuini. In tutta la regioneè molto diffuso il peperoncino.

La Lucania vanta fin dal tempo deiRomani l’arte degli insaccati, la produ-zione cioè di salsicce e salami. Con iltermine lucanica o luganega, diventatopoi in Veneto e Lombardia luganiga, siindica infatti anche oggi una salsiccia dicarne di maiale, insaporita con aromi espezie. Se ne producono molte qualitàpregiate, che si mangiano fresche, sta-gionate o conservate sott’olio. Le soppressate sono salsicce di maia-le stagionate e conservate sott’olioextravergine di oliva.

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I formaggi sono ricavati soprattut-to da latte di pecora e di capra,come il gustoso pecorinolucano e le molte varietà lavora-te ancora oggi con i metoditradizionali: ricotta, burrata,provole di vari tipi, mozzarelle,scamorza, manteca, caciocavalloe cacioricotta.

I dolci della tradizione regionale si ottengono con ingredienti semplici e accostamen-ti «originali», come nel caso dei catoncelli (ripieni con crema di ceci, cacao amaro ezucchero) o del sanguinaccio. Quest’ultimo si prepara con sangue di maiale, mostocotto, cioccolato fondente, uva passa, buccia di limone, cannella e zucchero. A Tursi(in provincia di Matera) si produce la famosa e squisita liquirizia. Fra le specialità tipi-che della regione ci sono le mandorle, le noci e i fichi farciti.

FormaggiFormaggiFormaggi

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GolositàGolositàGolosità

Nell’Alta Val D’Agri, a 600 m sopra il livello delmare, si coltivano i tipici fagioli di Sarconi, chesono un prodotto IGP (Indicazione GeograficaProtetta). Hanno la particolarità di cuocere rapidamen-te, conservando così intatto il loro sapore. Ai piedi delParco del Pollino si coltiva, invece, il peperone diSenise (anch’esso IGP), ottimo da essiccare al sole,da ridurre in polvere o da consumare fresco con for-maggi e salumi. I prodotti IGP provengono da zonegeografiche ben precise e limitate, che li rendonocaratteristici e di ottima qualità.I lampascioni (foto a sinistra) sono una varietà dicipolla selvatica dal gusto particolare, che si consuma-no da soli o in combinazione con altri piatti.

Prodotti tipiciProdotti tipiciProdotti tipici

F

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La cattedrale di Acerenza è un esempiodi architettura medievale. Le sue formesono semplici e con poche decorazioni.Sulla facciata si apre un elegante portale,con ai lati due esili colonnine sorrette damostruosi animali che divorano esseriumani. Questi orribili animali rappresentanoil diavolo, cioè il male, e ricordano ai fedelila fine che faranno i peccatori.

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La Basilicata è ricca di monumenti: antichi castelli,maestose cattedrali, resti di colonie greche...

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Metaponto era una colonia della MagnaGrecia. Fu fondata nell’VIII secolo a.C., eraricchissima perché costruita in una zonamolto fertile, tanto che sulle monete veni-va raffigurata una spiga di grano. I suoi abi-tanti seppero coltivare in modo razionale lecampagne intorno alla città, realizzandouna fitta rete di canali per l’irrigazione, dicui si sono conservate le tracce fino a oggi.Dell’antica città rimangono il santuario diApollo con quattro templi, il teatro e ilfamoso santuario di Hera, conosciutocon il nome di Tavole Palatine (nellafoto). Questo tempio sorgeva su una colli-na fuori dell’abitato.

Arte e museiArte e museiArte e musei

• Per avere altre notizie sullacattedrale visita il sito:

www.acerenza.com

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CASTELLOVenosa CATTEDRALE

Acerenza

I SASSIMatera

RESTI GRECIMetaponto

CHIESA DI S. FRANCESCO

Potenza

CASTELLOLagopesole

Osserva sulla carta dove sono collocatialcuni tra i principali monumenti della Basilicata.

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Ritaglia i pezzi del puzzle e scopri qual è il monumento raffigurato.

Descrivi qui sotto il monumento

che hai ricostruito.

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• Museo archeologico provinciale di PotenzaPotenza - Via Ciccottiwww.provincia.potenza.it/museo/

• Museo nazionale Domenico RidolaMatera - Via Ridola, 24www.mosa.matera.it/matera/mus_ridola.asp

• Museo archeologico nazionale del MelfeseMelfi - Castello normanno

• Museo archeologico nazionale di MetapontoMetaponto - Via Aristea, 21

• Museo nazionale della SiritidePolicoro - Via Colombo, 8

• Museo archeologico nazionale di VenosaVenosa - Piazza Castello

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Molto spesso i musei espongono talmentetanti reperti che è quasi impossibile osser-vare tutto. Quindi, quando si va a visitareun museo, è meglio prepararsi prima, con-sultando un catalogo per scegliere cosa ciinteressa di più.Molti musei propongono esperienze dilaboratorio, che permettono di sperimenta-re, giocare o realizzare piccole opere d’arte.

A spassoA spassoper i museiper i musei

A spassoper i musei

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Secondo gli antichi Greci,

le Muse erano le divinità che proteggevano le arti,la poesia e le scienze.

Museo vuol dire «luogo sacro alle Muse».

Ci sono musei di vario tipo: quelli che rac-colgono scoperte scientifiche, quelli chericostruiscono l’ambiente in cui vivono glianimali, quelli dedicati alle tradizioni popo-lari, al teatro, al cinema… A seconda deltipo hanno nomi diversi: per esempio, lepinacoteche conservano i dipinti e i museiarcheologici raccolgono testimonianze eoggetti antichi.

Arte e museiArte e museiArte e musei

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Nel Museo nazionale della Siritide, aPolicoro, sono conservati preziosi oggettiritrovati nelle necropoli e nei santuari dei din-torni. Sono particolarmente belle le statueche ornavano i templi e che dimostranocome i Greci conoscessero bene le propor-zioni e l’anatomia del corpo umano. La foto timostra un particolare degli scavi nel parcoarcheologico vicino al museo.

Il Museo nazionale Domenico Ridola di Matera èricco di testimonianze dell’arte preistorica, greca (come ilvaso a destra) e delle antiche civiltà del luogo. Sono moltointeressanti le terrecotte, che testimoniano come anchel’uomo primitivo decorasse gli oggetti di uso comune perfarli apparire più belli.

Questa è la riproduzione di unvaso conservato al Museoarcheologico provinciale diPotenza. La sua forma è vera-mente originale: infatti rappre-senta la testa di un cavallo. Disolito i vasi venivano decorati daimportanti artisti e i colori utiliz-zati erano il rosso e il nero.

Prova a colorare il vaso e poi vai a vedere quello vero,

per scoprire se tu e l’artista amate gli stessi colori.

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GiochiGiochi

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Quali parole, che si riferiscono alla Basilicata,si nascondono nei seguenti anagrammi?Scoprilo provando a cambiare l’ordine dellelettere, come nell’esempio.

Dividetevi a squadre. Vincerà la squadra chescoprirà in meno tempo le parole nascoste.

RIGA | SI ORNI | TOPO MENTA |TE AMARA | DA BRANO | CENO |TORI SCALPO |

Completa il cruciverba e nella colonna evi-denziata leggerai il nome di un monte dellaBasilicata che si affaccia sul Golfo diPolicastro.

1. Caratteristica zona di Matera, nota per lesue abitazioni.

2. Monte al confine con la Calabria.3. Provincia della Basilicata.4. Uno dei due mari su cui si affaccia laBasilicata.

5. Capoluogo della regione.6. Fiume della Basilicata che sfocia nelTirreno.

L’acrostico

Gli anagrammi

Il cruciverba

materamateraa tarmea tarme

1

2

3

4

5

6

Questo gioco consiste neldisporre una parola in verti-cale e utilizzare ogni letteradi questa come iniziale diun’altra parola. Osserval’esempio qui a lato. Scegli

una città della Basilicata einventa un acrostico, poi leggi-lo in classe ai tuoi compagni.

Sai risolvere un rebus? Sostituisci ai dise-gni le parole che rappresentano e scopriraiil nome di una località turistica dellaBasilicata. I numeri tra parentesi ti indicanoda quante lettere è formata ogni parola.

P

DEL

NO(5,3,7)

Il rebus

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Traforo delM. Bianco

Colle delMonginevro

Passo delSempione

Traforo delFréjus

Colle delMoncenisio

Colle di Tenda

Passodello Stelvio

Passo del Brennero

Passo delTonale

Passodei Giovi

Colle diCadibona Passo

dell’AbetonePasso

della Futa

Passodella Cisa

I

Ischia

Isole Egadi

I s o l e E o l i e

Arc i p

el a

go

To s c a n o

Pantelleria

VerrèsCourmayeur

Alba

Marostica

Murano

Chioggia

Asiago

Burano

Brunico

Riva delGarda Aquileia

S. Danieledel Friuli

Comacchio

PortofinoFaenza

Volterra

S. Benedettodel Tronto

Fabriano

Orvieto

Gubbio

Todi

Assisi

Narni

Foligno

Tarquinia

Cassino

CerveteriCivitavecchia

Marino

Fiuggi

Gaeta

Cocullo Termoli

Jesi

Pietrabbondante

Amalfi

ErcolanoPompei

PaestumSorrento

GiffoniAlberobello

Otranto

ViesteManfredonia

S. Mariadi Leuca

Gioia delColle

Melfi

Maratea

Metaponto

Eraclea

Gioia Tauro

Sibari

Tropea

LocriVillaS. Giovanni

Soverato

Cefalù

Taormina

Mazaradel Vallo

Marsala

Noto

Augusta

Bomarzo

Alghero

Barùmini

PortoTorres

Orosei

Cortinad’Ampezzo Tolmezzo

Palmanova

Riace

Arbatax

Latina

Frosinone

TeramoPescara

Chieti

Isernia

CasertaAvellino

Salerno

Benevento

Foggia

Asti

Cuneo

Vercelli

Biella

Alessandria

Novara

Verbania

LeccoBergamo

Brescia

Pavia Cremona

Varese

Lodi

Como

Mantova

Sondrio

Belluno

Padova

Rovigo

Treviso

VeronaVicenza

Bolzano

Gorizia

Pordenone

Udine

Imperia

SavonaLa Spezia

Rimini

Ferrara

Ravenna

Forlì

Modena

ReggioEmiliaParma

Piacenza

Cesena

Prato

Massa

Lucca

Pistoia

PisaLivorno Arezzo

Siena

CarraraPesaro

Macerata

Urbino

Fermo

Monza

Grosseto

AscoliPiceno

Terni

Viterbo Rieti

Nuoro

Oristano

Sassari

Carbonia

Iglesias

TempioPausania Olbia

Sanluri

TortolíLanusei

Taranto

Brindisi

Lecce

Andria

BarlettaTrani

Matera

Cosenza

Reggiodi Calabria

Vibo Valentia

Trapani

Messina

Caltanissetta

Agrigento

EnnaCatania

Siracusa

Ragusa

Crotone

AOSTA

TORINO

MILANOVENEZIA

TRENTO

TRIESTE

GENOVA

BOLOGNA

FIRENZEANCONA

PERUGIA

ROMA

L’AQUILA

CAGLIARI

CAMPOBASSO

NAPOLI

BARI

POTENZA

CATANZARO

PALERMO

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Alcantara

Autostradeitaliane

Scala 1 : 7 000 000

0 50 100 150 Km

viaggio!InInviaggio!

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Principali vie di comunicazione stradali

Nelle prossime pagine ti proponiamo un itinerario nei luoghi caratteristici della tua regionee di alcune di quelle confinanti: colora in rosso sulla carta dell’Italia che trovi in questa pagi-na le strade percorse.

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Si visita poi l’area archeologica di Metaponto, importante città della Magna Grecia, che ospitò il celebre matematico e pensatore Pitagora.

Uno dei luoghi più affascinanti della Campania è la Costiera Amalfitana, dove fra aranci, mandorli e ulivi si trovano pittoreschi paesi a strapiombo sul mare.

In Basilicata si prosegue per i «Sassi» di Matera, abitazioni scavate nella roccia. I materiali di scavo, tagliati in blocchi, sono statiutilizzati per costruire facciate,strade e scalinate di collegamento.

La prima meta dellaCampania è la Reggia di Caserta, costruita nel1700. Ha più di 1200 stanze e giardini spettacolari.

A Giffoni da oltre30 anni si svolge il festival internazionale del cinema dedicatoai bambini!

Benevento

Volturno

Ofanto

Sele

Caserta

Ischia

Capri

Ercolano

Pompei

Sorrento

Amalfi

Avellino

SalernoGiffoni

Melfi

Ma

Paestum

Napoli

Potenza

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P. N. delCilento

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A spasso per Basilicata e...Questo viaggio ti propone un breve itinerario fra alcune delle localitàpiù note, caratteristiche o curiose della tua regione e di alcune diquelle confinanti. Altre mete interessanti potrai scoprirle tu, con lacuriosità di un vero viaggiatore, e proporle ai tuoi compagni.

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Fra Basilicatae Calabria si estende il Parco Nazionaledel Pollino.Simbolo del parco è il pino loricato,una pianta rarache vive fino a 900 anni! Deve il nome alla corteccia,spessa e irta come la corazza degli antichi Romani, detta appunto «lorica».

Tropea è il centro turistico più conosciuto della Calabria: è un’incantevole cittadinacostruita su una roccia di tufo a picco sul mare.

Nel Museo archeologico di Reggio di Calabriasi ammirano i Bronzi di Riace,statue bronzee di due guerrierigreci, ritrovate nel 1972 nel mare davanti a Riace.

Bradano

Basento

Crati

Trionto

Neto

Savuto

Matera

Metaponto

Eraclea

Sibari

aratea

Cosenza

Crotone

SoveratoViboValentia

Tropea

GioiaTauro

Riace

Locri

Villa SanGiovanni

Reggio diCalabria

Catanzaro

6

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8

P. N. dellaCalabria

P. N.dell’Aspromonte

P. N. delPollino

P. N. dellaVal d’Agri

Si parte! Leggi le didascalie e segui con ordine la numerazione delle diverse «tappe», in Campania, Basilicata e Calabria; poi colora

in rosso, sul disegno qui sotto e sulla carta a p. 29, le strade da percorrere.

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lalaBasilicataBasilicata

laBasilicata

• Scrivi il nome del capoluogo di regione e del capoluogo di provincia.• Confronta le coste ioniche con quelle tirreniche e individua le loro caratteristiche.• Localizza il sito dichiarato dall’UNESCO «patrimonio dell’umanità» e spiega perché puòrappresentare una risorsa economica.