PParrocchia S.Giovanni Battista Bagnatica ritiro di Avvento 12 dicembre 2010.

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pParrocchia S.Giovanni BattistaBagnatica

ritiro di Avvento 12 dicembre 2010

CIO’ CHE CONTA DI PIU’ E’ ASPETTARE IL SIGNORE

IIL RITIRO E’ FARE IL PIT-STOP

E’ TEMPO PER FERMARSI A RIFLETTERE E CERCARE DI RICARICARSI PER RIMOTIVARE IL CAMMINO DI FEDE!

IL RITIRO E’ SCENDERE NELLA BOTTEGA DEL VASARIO

E’ TEMPO PER INCONTRARE DIO. SCENDI NELLA BOTTEGA DOVE DIO ABITA E TI VUOLE MOSTRARE IL SUO AMORE. LUI C’E’ E TI AMA DA SEMPRE E PER SEMPRE. DEVI VOLER SCENDERE NELLA BOTTEGA DEL VASAIO PER POTER INCONTRARE DIO! IL RISCIO E’ DI VIVERE SENZA AVER MAI INCONTRATO DIO!

IL RITIRO E’ FARE UNA SCORPACCIATA DI PAROLA DI DIO

SOLO ASCOLTANDO LA PAROLA DI DIO PUOI CRESCERE NELLA FEDE, IMPARE A VIVERE DA CRISTIANO, CONOSCERE NEL PROFONDO CHI E’ GESU’, L’ATTESO

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTOVieni Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.Vieni, Padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni luce dei cuori.Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.Nella fatica, riposo; nella calura, riparo; nel pianto conforto.O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.Senza la tua forza nella è nell’uomo, nella senza colpa.Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi sette santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen

DADALLA LETTERA DI S. GIACOMO APOSTOLO Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finchè abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.Non lamentatevi, fratelli gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.

PREGHIERA

Vogliamo vivere,Signore,liberi da ogni prigione,liberi di viverecon gioia,liberi di vivere con te. In questo Avvento,allarga il nostro cuore,rendilo generoso,capace di donarsiper far ritrovareil sorrisoa chi l’ha perduto. Benedici tutti coloro che sono in carcere,che hanno sbagliato:rendici misericordiosi nei loro confronti.

IL LIBRO

DI GIONA

Un giorno Dio ordinò a un Israelita di nome Giona: “Và a Ninive, la grande città, e parla chiaro ai suoi abitanti. Se non la smettono di fare il male è la fine per loro”.

Giona si mise in viaggio, ma per fuggire andò dalla parte opposta fino al mare. Trovò una nave, pagò il prezzo del viaggio e si imbarcò per un paese lontano da Ninive.

Ma Dio mandò sul mare un forte vento che scatenò una grande tempesta. La nave era sul punto di affondare. I marinai pregavano il loro Dio che li aiutasse mentre Giona era nella stiva e

dormiva.

Allora il comandante lo svegliò è gli disse:”Che fai? Dormi? Prega piuttosto il tuo Dio. Forse avrà pietà di noi e non moriremo”.

Quando Giona vide quel che accadeva si rese conto di essere lui la causa di tutto e raccontò la sua storia ai marinai: “Io credo nel Signore, che ha fatto la terra e il mare”

disse, “ma sono fuggito da lui. La tempesta è venuta per colpa mia”. Gli risposero i marinai:”E ora che dobbiamo fare di te?”.

Disse Giona:”Buttatemi in mare e il vento si calmerà”.I marinai non volevano farlo, ma, rendendosi conto che non riuscivano più a

controllare la nave, buttarono Giona in mare e la tempesta si calmò.

Giona scomparve tra le onde e un grosso pesce l’ingoiò. Giona, nel ventre del pesce, pregò il Signore: “Signore, ascoltami, il mare mi ha inghiottito, salvami da questa

prigione”.

Dopo tre giorni Dio ordinò al pesce:”Ributta Giona a terra!”. Il pesce ubbidì. Allora il Signore comandò di nuovo a Giona:”Và a Ninive, la grande città, e porta ai suoi

abitanti il messaggio che ti ho dato”.Questa volta Giona ubbidì e andò a Ninive.

Entrò in città e cominciò ad annunciare per le strade:”Dio disapprova il male che fate:”tra quaranta giorni Ninive sarà distrutta!”. Gli abitanti di Ninive presero sul serio le parole di

Giona. Tutti, compreso il re, si pentirono.

Il re si tolse la corona, tutti rinunciarono alle loro comodità e si misero a pregare. Il re ordinò:”Nessuno mangi o beva. Tutti preghino Dio con tutte le loro forze. Smettete di

fare il male, basta con la violenza!”. Dio vide che tutti a Ninive erano pentiti e decise di non punirli più.

Giona stava a guardare fuori dalla città. Quando capì che Ninive era salva protestò con il Signore perché era stato troppo buono.

Allora il Signore fece crescere un cespuglio per fare ombra a Giona. Egli fu contento di questo piccolo ristoro. Era tornato di buon umore grazie all’ombra di quel cespuglio.

Ma la mattina dopo il cespuglio si seccò e Giona rimase sotto il sole senza riparo. Era così amareggiato da desiderare la morte. Dio gli disse:”Giona, ti inquieti tanto per una pianta...E io non dovevo preoccuparmi di Ninive per salvare la vita dei suoi abitanti?”.

CHE TIPO E’ GIONA?

E’ belloessere sordo

scolaronegligentee distratto

comepinocchio

La paura di fare brutta

figura

Predicatoredeluso

Ancora una voltacilecca!

TARSIS

ninive

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