L'incontro Aprile 2012

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Il numero di Aprile del giornale della Fondazione Gaspari Bressan

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della Fondazione “L.G. Bressan”autorizzazione del Tribunale di Vicenza n.1062 del 11/09/2003 - “Poste Italiane s.p.a Spedizione in abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, NE/VI”

Le cure palliative e l’hospiceIl nostro collo

Appunti medici

Un assistente in famiglia

aprile 2012

Badanti e assistenti domiciliariAssegno familiare

Parliamo di...

ari ospiti e care famiglie,è sempre difficile trattare di argomenti quali Alzheimer, cancro, demenza, tuttavia sono aspetti che colpiscono tutti, giovani e meno giovani, portando tutti sullo stesso piano a fare i conti con emozioni, timori e speranze.Tematiche delicate quindi, ma importanti e sulle quali crediamo servano occasioni per parlarne

e per ascoltare. Da qui sono nati i due appuntamenti proposti in questi primi mesi dell’anno, due incontri con l’autore scegliendo la testimonianza come forma di racconto di un’esperienza. Crediamo infatti che proprio chi ha attraversato queste situazioni sia la voce più adatta a dare valore e intensità alle parole e alle spiegazioni. Ecco allora, il primo appuntamento con l’ambito professionale dei medici Carlo Gabelli e Donata Gallo in “Stare vicino ad un malato di Alzheimer” e il secondo con la sfera umana ed emotiva di Massimo Tosini e il suo “Soprav-vivere a se stessi. Libertà dal cancro”. Incontri che sono stati anche un’occasione per apri-re ancora una volta le porte del Centro Servizi e trasmettere la nostra volontà di integrare sempre più il mondo degli ospiti della casa di riposo con la comunità e la realtà esterne, di Isola Vicentina ma non solo. Presidente Diego Munari

Incontri conl’emozioneC

Fondazione “Luigia Gaspari Bressan” OnlusVia San Marco, 21/D, 36033 Isola Vicentina, Vicenza - C.F 80014130241 - P.Iva 01395670241 Registro Persone giuridiche n. 483 Trib. di VicenzaCentralino 0444 978518 / 978519 - Fax 0444 978517 - info@fondazionebressan.it - www.fondazionebressan.it

Componenti Consiglio di AmministrazionePresidente: Diego Munari - Consiglieri: Antonio Bertoldo, Luigino Da Meda, Pierangelo Fioretto, don Flavio Lista

L’Incontro della Fondazione Bressan - Notiziario della Fondazione Bressan Onlus di Isola Vicentina - aprile 2012Direttore: Marta Massignan / Redazione: Nadia Girardi, Roberta Costantini / Contributi: dr. Modesto Zago, infer. Tiziano Favretto, d.ssa Elena Gaio Grafica: Alessandra Peretti / Stampa Cora Print s.r.l / Chiuso in redazione il 28 marzo 2012 Berica Editrice, via Mainenti 2/A, San Germano dei Berici (VI)

La Fondazione

Appunti mediciLe cure palliative e l’hospice pag. 3

Il nostro collo pag. 5

Un passo innovativo pag. 8

Som

mar

io

Parliamo di...Come richiedere l’assegno familiare pag.14

Un assistente in famiglia pag.12

www.fondazionebressan.it pag. 9

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L’assistenza ai malati inguaribili è un diritto del malato e un dovere della collettività. In questo la Gran Bretagna è il primo paese per formazione del personale, trasparenza fra medico e paziente e accesso ai farmaci antidolore. L’Italia al 24° posto.

Le cure palliative e l’hospice

dr. Modesto Zago - Medico anestesista

Tiziano Favretto - Infermiere professionale

“La portate Là?”

“Sì, non poSSiamo più SeguirLa a caSa”.

“e Lei Lo Sa?”

“… non è che mi portate dove vanno

i pazienti terminaLi?”.

pesso le cure palliative e l’hospice sono consi-derate realtà da evitare, e questo viene vissuto dai professionisti sanitari come un fallimento della medicina. In questo breve testo vorrem-

mo far riflettere sulle cure palliative e sull’hospice, il quale non dovrebbe essere visto come un “albergo della morte”, ma un’opportunità di vivere la vita at-traverso il controllo del dolore e del sintomo. Certo, in hospice si muore, così come si muore in ospedale o a casa propria. La differenza sta nel come questo percorso viene fatto.

Le cure palliative si occupano in maniera attiva e totale dei pa-

zienti colpiti da una malat-tia che non risponde più a trattamenti specifici e per i quali la medicina non può più migliorare in modo si-

gnificativo la prognosi. Par-tiamo dalle definizioni che

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Appun

ti m

edici

l’Organizzazione Mondiale della Sanità dà di cure palliative:1. “Affermano la vita e considerano il morire un even-to naturale”. La vita quindi è prioritaria per le cure palliative, vita intesa come relazione con gli altri.2. “Non accelerano né ritardano la morte”. È perciò fuori luogo qualsiasi discussione su eutanasia e ac-canimento terapeutico, riteniamo che le cure palliati-ve siano invece un’alternativa a queste.3. “Provvedono al sollievo dal dolore e dagli altri sin-tomi”. Il dolore è uno dei principali sintomi presenti nel paziente in fase avanzata di malattia, ma altret-tanta attenzione deve essere posta per il controllo degli altri sintomi, come ad esempio la mancanza di respiro, la nausea, il vomito ecc.4. “Integrano gli aspetti psicologici e spirituali dell’as-sistenza”. Il dolore molto spesso non è solo fisico, ma è un dolore totale che interessa più aspetti della persona malata e implica necessariamente il coinvol-gimento di diverse figure professionali non esclusi-vamente sanitarie. Si instaura perciò una sinergia tra più professionisti per supportare il malato e tutta la sua famiglia.5. “Offrono un sistema di supporto per aiutare il pa-ziente a vivere il più attivamente possibile sino alla morte”. Quando non è più possibile il controllo del sintomo in un ambiente confortevole che dovrebbe essere il domicilio, l’hospice andrebbe sicuramente proposto. In hospice non si interviene alla sedazione del malato, se non per controllare alcuni sintomi ri-

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tenuti refrattari alle comuni terapie e che, come tali, risulterebbero insopportabili per l’assistito.6. “Sostengono la famiglia durante la malattia e du-rante il lutto”.La malattia non è solo del malato ma di tutta la sua famiglia; in un setting di cure palliative si deve essere consapevoli che il malato non è solo il paziente, ma il lavoro deve essere rivolto anche al sostegno della famiglia. La presa in carico non termina con la morte dell’assistito ma deve continuare con l’eventuale sup-porto ai familiari nell’affrontare la perdita del proprio caro.

In Italia, stiamo ancora pagando un ritardo di 136 anni: in Francia nel 1842 venivano aperte le prime case per assistere i morenti, mentre in Italia si inizia a parlare di dolore solo nel 1978, a Venezia, grazie all’incontro tra il prof. Vittorio Ventafridda e la famiglia Floriani.Negli ultimi anni, comunque, la situazione sta miglio-rando, in particolare da un punto di vista legislativo.

Le cure palliative e la terapia del dolore sono un di-ritto del cittadino grazie alla legge 38 del 2010 che all’art. 1 recita: “Tutela il diritto del cittadino ad acce-dere alle cure palliative e alla terapia del dolore”.In realtà nella regione Veneto già nel 2009 era stata emanata la legge 7/2009 dove viene riportato: “… garantisce adeguate cure palliative ai malati in stato di inguaribilità avanzata o a fine vita, volte ad assicu-rare agli stessi e ai loro familiari una migliore qualità di vita, nonché l’accessibilità a trattamenti antalgici efficaci disciplinando il sistema di tutela delle perso-ne con dolore”.Tuttavia una legge, per quanto sia un traguardo im-portante, non è sufficiente se manca la consapevo-

lezza di come le cure palliative siano la “risposta che la medicina moder-na può dare nella convinzione che anche dove non è più possibile guarire è ancora possibile curare”. Grazie alla legge 39/99 anche in Italia gli hospice, seppur con mol-te difficoltà, hanno iniziato ad essere un’opportunità, ma crediamo ci sia an-cora molta strada da fare per diffondere le risorse di queste realtà attraverso un’adeguata istruzione/formazione dei professionisti sanitari, una scrupolo-sa attività di informazione/educazione dei cittadini e una severa campagna di divulgazione che riesca a superare gli ostacoli politico-istituzionali.

Quindi occorre diffondere il concetto di hospice non solo come luogo fisico e il concetto di cure palliative non semplicemente come terapia farmacologica, ma entrambi sono un movimento culturale dove priori-taria è la presa in carico globale dell’utente, dove si cerca la miglior qualità di vita del malato e il maggior supporto possibile alla famiglia, perché possa stare vicino al proprio caro senza doversi preoccupare di organizzare, gestire e/o pianificare l’assistenza, ma avendo la possibilità di “vivere” l’ultimo periodo sen-tendosi sostenuti in questo percorso.Terminiamo questa breve riflessione con una frase che descrive in modo semplice la nostra idea di cure palliative e di hospice: “Non è sufficiente aggiungere giorni di vita, bisogna aggiungere vita ai giorni che rimangono”.

L’HOSPICE non è un ospedale, ma un luogo dove ai malati più gravi viene alleviata sofferenza fisica e psicologica grazie alle cure palliative. Strutture dove anche i

familiari trovano sostegno. In Italia ci sono 175 hospice, 379 centri per le

cure palliative di cui 167 dotati di equipe dedicata.In Veneto ogni anno sono 13.000 le persone che

hanno diritto a questa assistenza.

IN ITALIAil primo servizio di cure palliative domiciliari è nato dalla collaborazione tra Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, la Fondazione Floriani e i volontari della Sezione provinciale di Milano

della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.Il PrIMO HOSPICE è nato nel 1987 a Brescia, presso la Casa di cura Domus Salutis.

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dr.ssa Elena GaioOttorinolaringoiatra - Dirigente medico presso l’U.O. di

Otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Cittadella (Pd)

tumori della testa e del collo, in progressivo aumento di incidenza negli ultimi decenni, co-stituiscono all’incirca il 20% delle neoplasie che insorgono nell’intero organismo.

Si tratta di tumori che tendono a divenire più frequen-ti a partire dai 50-60 anni e che colpiscono di pre-ferenza i maschi, probabilmente in relazione al fatto che alcune abitudini voluttuarie correlabili all’insor-genza di queste neoplasie (fumo di sigaretta, abuso alcolico) sono di gran lunga più frequenti nel sesso maschile. Nonostante comunque si tratti di tumori meno diagnosticati nelle donne, negli ultimi anni è stato registrato un aumento di incidenza anche tra le rappresentanti del gentil sesso.Tra le neoplasie di competenza dell’otorinolaringoia-tra, le più frequenti sono quelle che si manifestano a carico del cavo orale-orofaringe e dell’ipofaringe-laringe.

Tumori del cavo orale e dell’orofaringeSono i tumori più comuni tra quelli del capo-collo. La loro insorgenza è strettamente correlabile con l’abu-so alcolico e il fumo di sigaretta, per quanto non sia-no infrequenti, soprattutto negli ultimi anni, i pazienti affetti da queste neoplasie ma che non presentano fattori di rischio del genere. La sintomatologia di questi tumori è frequentemente vaga, i pazienti lamentano faringodinia persistente, vale a dire un mal di gola da qualche mese e che non risponde alla terapia antibiotica, talora emissione di sangue con la saliva, dolore auricolare monolaterale senza però infezioni auricolari. Talvolta la neoplasia si

Il nostro collo

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Quando si parla di neoplasie alla testa, solitamente si pensa a disturbi uditivi. Invece, nel 20% dei casi potrebbero inte-ressare il cavo orale, la faringe o la laringe.

presenta già inizialmente in stadio avanzato, con metastasi ai linfonodi laterocervicali.La terapia dipende fondamental-mente dallo stadio di malattia: per le neoplasie in stadio iniziale il trattamen-to è essenzialmente chirurgico, mentre per quanto riguarda i pazienti con neoplasie più avanzate spesso si preferisce adottare una ra-dio-chemioterapia concomitante, riservando alla chirurgia il trattamento di eventuali insuccessi te-rapeutici.

Tumori ipofaringei e laringeiI tumori dell’ipofaringe e della laringe, come le neo-plasie del cavo orale, sono frequentemente da asso-ciare ad abitudini voluttuarie come l’abuso alcolico e il tabagismo. La sintomatologia che deve far pensare a questo tipo di neoplasie è caratterizzata da mal di gola persistente, disturbi della deglutizione, di-sfonia con voce tipicamente roca. A volte com-paiono precocemente tumefazioni laterocervi-cali, spesso di tipo metastatico.La terapia in questo caso si differenzia a seconda della sede: per i tumori ipo-faringei è essenzialmente medica (radio-chemioterapia conco-mitante); il trattamento chi-rurgico è in genere limitato ai linfonodi laterocervicali nel caso in cui persistano dopo la radio-chemioterapia. Le neoplasie della larin-ge invece sono passibili di terapia chirurgica e, nel caso in cui il tumo-

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re sia in stadio iniziale, il paziente può essere trattato per via endoscopica anche con l’ausilio del laser. Se il tumore è in stadio avanzato, possono essere ne-

cessari interventi più estesi, fino alla rimozione completa della laringe.

È buona norma, dal punto di vista preventivo nei con-fronti di questi tumori, limi-tare o abolire quei compor-tamenti che incrementano il rischio di insorgenza di que-ste malattie, in particolare il fumo di sigaretta e l’abuso alcolico. È opportuno inol-

tre che, quando vi sia un sintomo persistente, questo non venga tralasciato, ma venga posto quanto prima all’attenzione dello specialista. Va ricordato infatti che le neoplasie, per quanto spesso necessitino di cure complesse e prolungate, se individuate in fase preco-ce possono avere una prognosi buona.

Nel corso della visita otorinolaringoiatrica vengono esplorate compiutamente le prime vie aero-digestive, utilizzando anche strumenti a fibra ottica che permet-tono di documentare quanto visibile con fotografie, senza che per il paziente aumenti il disturbo legato all’esplorazione. Nel caso poi che alla visita si rendano evidenti lesioni da approfondire, questo potrà essere effettuato, an-che in regime di ricovero, mediante indagini radiolo-giche e anatomopatologiche.L’otorinolaringoiatra si farà carico, a seconda dei casi, di gestire in prima persona il paziente (se di perti-nenza chirurgica) o di inviarlo ai colleghi oncologi e radioterapisti (se la cura del tumore in esame è di pertinenza medica).La terapia delle neoplasie di ambito otorinolaringo-iatrico comunque non può prescindere dagli aspetti riabilitativi relativi all’alimentazione e alla fonazione, che andranno gestiti con terapie modulate caso per caso.

In Italia sono oltre 50 i centrispecializzati. La Fialpo è la federazioneitaliana delle associazioni dilaringectomizzati e pazientioncologici.

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enorme il passo avanti fatto dalla Fondazio-ne Bressan nel miglioramento della gestione interna al Centro servizi: un impegno che la porta ad essere senza ombra di dubbio tra i primi enti, se non il primo, a dotare i propri

operatori di supporti informatici che permettano di segnalare ciascuna azione eseguita all’interno della struttura e di comunicarla ai familiari.“L’aspetto più innovativo del nostro progetto - spiega il presidente della Fondazione Bressan Diego Mu-nari - è sicuramente questo: la possibilità per i fa-miliari di avere a disposizione in tempo reale alcune informazioni che riguardano il loro anziano”.Per fare questo la Fondazione si è dotata di un sof-tware gestionale molto avanzato: una sorta di registro tecnologico dove le informazioni raccolte da ciascun operatore vengono registrate nella scheda personale

dell’ospite, andando a formare un qua-

dro generale e completo della sua situazione.“Il sistema praticamente sostituisce la cartella car-tacea dove si appuntavano le attività e ora, qualsiasi intervento quotidiano, dall’alzata, ai controlli medici, alla pulizia, alla presenza nelle attività culturali o di passatempo, viene registrato in questa scheda vir-tuale in parte accessibile ai familiari nel rispetto delle norme sulla privacy”.Il passo avanti è stato soprattutto nel dotare ciascun operatore di un tablet, uno strumento informatico semplice e intuitivo che sfrutta la rete wi-fi presente nella struttura.Cosa andrà a migliorare?“Attraverso il collegamento internet e i mezzi tecnolo-gici di cui si dispone oggi, dal portatile, allo smartpho-ne, al tablet, un familiare potrà collegarsi al nostro sistema e sentirsi vicino al proprio anziano, sapere come sta e come è andata la giornata. Per l’aspet-to interno, i dati raccolti ci permetteranno di valutare

il percorso che sta facendo l’ospite, di programmare gli interventi e capire cosa e dove migliorare. Infine, c’è un importante aspetto di rivaluta-zione della mansione di ciascun operatore, che continua a svolge-re la sua attività inserendosi in un contesto avanzato e facilitato”.Quando è nata l’idea?“L’anno scorso, quando ci siamo chiesti fin dove si può sfruttare la tecnologia per semplificare e migliorare i nostri servizi. Da lì è partita una fase di valutazione e sperimentazione e confidiamo che

per l’estate ogni attività del Centro sarà così organizzata”.

Un passo innovativoAbbracciare la tecnologia per obiettivi che sono di operatività e soprattutto di servizio alla famiglia. È l’impegno rivoluziona-rio che la Fondazione Bressan sta portando avanti. di Marta Massignan

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La Fon

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Ecco la pagina con cui si apre il sito della Fondazione Bressan. Il filo rosso seguito nella sua realizzazione è la semplicità nella presentazione voluta sia nei testi sia nell’uso delle immagini con l’inserimento di video e foto che permettono di avere informazioni imme-diate e utili. Tutto per far conoscere il Centro servizi nei suoi molteplici aspetti: dall’azione in campo assi-stenziale e sanitario, alle proposte di attività e appun-tamenti, alle novità che coinvolgono la struttura, i suoi ospiti e chi la frequenta.

www.fondazionebressan.it

È l’area giochi inaugurata con la festa di domenica 12 febbraio.Spazio bambini

Un’immagine della festa di carnevale che si è svolta sabato 18 febbraio coinvolgendo gli anziani del Co-mune di Isola Vicentina. La partecipazione è stata ampia e la festa molto ben riuscita. Un ringraziamen-to va al gruppo Alpini, ai volontari della Pro Loco di Castelnovo, ai volontari di Castelnovo e dell’Associa-zione Solare e a tutti coloro i quali hanno contribuito ad allietare la giornata.

Carnevale

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La buona Pasqua di don Flavio Lista

Sostare di… con… per…ella comunità di San Pietro in Isola Vicenti-na spesso in questa Quaresima è risuonato il verbo sostare: fermarsi, riposare, meditare, contemplare, confrontarsi, dialogare, stare insieme, condividere. Una parola che ha un

grande valore e significato per tutti e che approfon-diamo attraverso la Fondazione Bressan.1. Nella struttura c’è una chiesa, che ha il suo centro concreto nel Tabernacolo e nell’Altare. Qui si realizza il sostare di Gesù Cristo. “Io sono il Pane di vita…” “Io sono il Maestro e l’amico…” “Io sono venuto, mi sono donato a voi perché non siate soli…” “Io vi offro amore, sostegno, conforto, speranza… me stesso!”. Questo luogo evidenzia quel nascondersi di Gesù per rivelarsi a chi lo ama. Evidenzia il sacrificio di Gesù per farci giungere l’amore del Padre misericordioso. Qui Gesù ci invita a sostare, parlando con Lui a cuore aperto e fiducioso, in cerca di serenità.2. Gesù sosta poi con gli ospiti, nelle loro cameret-te. Meglio è dire sosta in loro: “Gesù si è fatto in tutto simile agli uomini eccetto nel peccato…”. Gesù ha condiviso l’esperienza dei malati, dei lebbrosi, dei bambini, dei peccatori, degli uomini e delle don-ne nella loro esperienza di vita. Tanto più volentieri Egli fa sosta “nei poveri di spirito, negli affaticati e sofferenti, in coloro che piangono, che sono soli…” e dice… “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e stanchi, io vi ristorerò”. È il sostare di Gesù con i malati che dobbiamo scoprire quando li incontriamo. Davanti all’anziano, al malato dobbiamo contemplare

il Cristo sofferente che si è nascosto nelle loro sem-bianze. “Come puoi amare Dio che non vedi, se non ami il prossimo che vedi? Ciò che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avrete fatto a me”. 3. Sostare di Cristo nel Tabernacolo, sostare con Cri-sto nei sofferenti, infine sostare per Cristo. “Andate e amate a nome mio”. Sei ricco, sei povero, sei impor-tante o semplice uomo e donna, sei credente o non credente, sei comunque mandato a far sperimenta-re l’aiuto, la comprensione, la compagnia, l’ascolto, il sollievo a tutti i sofferenti.

Venire alla Fondazione per far visita ai propri familiari, per fare servizio o per prestare il proprio lavoro può diventare dono straordinariamente importante. An-diamo a incontrare le persone al posto di Gesù, por-tando la sua parola e il suo conforto di condivisione. La sala d’ingresso e accoglienza della Fondazione si trasforma allora in luogo prezioso, quando noi in-contreremo gli anziani evidenziando l’amore di Cristo Gesù. Qui si realizza la Pasqua di Cristo che muore e risorge. Qui si realizza la Pasqua con Cristo per i malati e anziani ospiti che offrono la loro quotidiana esperienza uniti a Lui. Qui si realizza la nostra Pasqua per Cristo, operando nel bene, annunciando parole di incoraggiamento, comprensione e speranza, donan-do tempo, pazienza e aiuto.Buona Pasqua nel sostare di Cristo in mezzo a noi.Buona Pasqua nel sostare con Cristo nei nostri ospiti.Buona Pasqua nel nostro sostare per Cristo nel se-gno dell’amore condiviso. L

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i fronte ad un progressivo invecchiamento della popolazione e ad una famiglia oggi notevolmente cambiata nei ritmi e nell’or-ganizzazione, si pone sempre più rilevante

l’aspetto relativo all’assistenza delle persone più an-ziane.Il dato sulle aspettative di vita della popolazione ita-liana, ad oggi calcolata a 78,8 anni per gli uomini e 84,1 anni per le donne, rappresenta sicuramente una grande conquista se si considera che soltanto nel 1959 si arrivava ai 65,5 anni per ambo i sessi.Un risultato che evidenzia un sistema di vita e di as-sistenza sanitaria molto migliorati e che, per una fa-miglia anch’essa cambiata nel tempo, pone in modo diverso e rilevante la questione dell’assistenza. Il tempo che ciascun componente trascorre all’ester-no, soprattutto per motivi di lavoro, è notevolmente aumentato rendendo più complessa la gestione del-la cura e dell’assistenza alle persone anziane o non autosufficienti, sia che queste abbiano semplici esi-genze nelle mansioni quotidiane e domestiche, sia che richiedano interventi di carattere assistenziale oppure sanitario.Quando una famiglia si trova davanti a questa situazione quale può essere la soluzione? A chi affidarsi?“Negli ultimi anni - risponde la psicologa-psicotera-peuta Paola Fontana - il panorama assistenziale ha visto l’avvento di una figura divenuta via via fonda-mentale nell’affiancarsi o nel sostituirsi ai familiari. Il riferimento è alla badante o assistente familiare, da non confondere con l’assistente domiciliare”.

D Quale differenza c’è tra queste due figure? “Ad accomunarle sono l’assistenza e la cura della persona non autosufficiente con l’obiettivo principale di rispondere ai suoi bisogni. Quello che invece le differenzia è che per l’assistente familiare, la badante per intenderci, non vi è l’obbligo di una formazione specifica, nonostante siano nati dei corsi specifici per qualificare maggiormente un lavoro che risulta molto delicato, complesso e per nulla scontato com’è proprio quello della presa in carico di una persona anziana. Ad oggi, infatti, in Italia non esiste un inqua-dramento lavorativo specifico per queste figure che

Il 73% dei Veneti preferirebbe tenere l’anziano in famiglia. Tuttavia è anche vero che i ritmi quotidiani sono così cambiati che è sempre più importante la figura dell’assistente. di Nadia Girardi

Un assistente in famiglia

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vengono assimilate alle colf. L’assistente domiciliare, invece, è l’operatore socio assistenziale (OSS), una figura che ha conseguito il titolo frequentando un corso di 1.000 ore con una parte teorica e una pra-tica della durata di 15 se non 18 mesi. Una prepara-zione dunque specifica, che fornisce alcuni strumenti per poter far fronte ai bisogni della persona anziana”.

Il 19% degli anziani in provincia di Vicenza è assistito da una badante e, secondo il Censis, in Italia, colf e badanti sono ormai indispensabili per una famiglia su dieci. Si calcola che a svolgere queste funzioni siano 1 milione e mezzo di persone, il 37% in più rispetto al 2001. Di queste, il 71,6% è di origine immigrata, seb-bene negli ultimi due anni siano raddoppiate anche le cittadine italiane tra i 50 e i 60 anni che frequentano corsi di formazione.

A chi ci si rivolge per trovare queste figure?“Per chi necessita di un’assistente familiare vi sono diversi punti di riferimento: dai Centri per l’Impiego, con lo Sportello badanti attivato da Regione Veneto attraverso Veneto Lavoro, ai Caaf-Acli, allo Sportello informazione della Caritas. Oppure ci si può rivolgere alle agenzie di lavoro interinale o a cooperative priva-

E l’Ulss che ruolo ha?Le Aziende socio sanitarie erogano i fondi per sostenere i servizi. Ciascun Distretto ha un ufficio servizi sociali all’interno del quale, alla voce cure primarie o accesso tramite UVMD (Unità di Valutazione Multidimensionale Distrettuale), si può attivare un percorso per valutare la situazione sociale e sanitaria e le relative necessità. L’UVMD consente infatti di accedere alla rete territoriale dei servizi socio-sanitari e in questo processo operano l’assistente sociale di riferimento, il medico di famiglia e il medico del distretto.

te che fungono da raccordo fra la domanda delle fa-miglie o degli anziani e l’offerta di assistenti familiari o di OSS e sono in grado di offrire anche prestazioni infermieristiche e riabilitative. Ci si può poi rivolgere ad alcuni Centri servizi, come la nostra Fondazione, oppure si può far riferimento ad alcuni Comuni”.E per l’assistente domiciliare?“In questo caso si parla di SAD, servizio di assistenza domiciliare, e ci si rivolge prevalentemente all’assi-stente sociale del Comune. Sarà questa figura a valu-tare le singole situazioni di richiesta. In alcune realtà territoriali, come in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, ma anche in Veneto, come a Chiampo o nel comune veronese di San Giovanni Lupatoto, sono nate esperienze di successo nell’impiego di persona-le OSS. Queste figure professionali vengono inserite attraverso convenzioni attivate ad hoc con cooperati-ve o Centri servizi (case di riposo) proprio per rispon-dere all’aumentato bisogno assistenziale a domicilio unito al desiderio di restare a casa propria”.

Euriclea, il sito regionaleEuriclea è il sito attivato dalla Regione Veneto per gestire l’assistenza familiare e nelle sue pagine troviamo l’elenco di una Rete degli sportelli di assistenza familiare. Questo elenco comprende un insieme di soggetti pubblici e privati in grado di offrire servizi qualificati di informazione, consulenza e intermediazione sul tema dell’assistenza familiare, sia a favore delle famiglie sia degli assistenti familiari. In provincia di Vicenza i soggetti iscritti alla rete sono 65.

Veneto 2005550 ultra centenari

Veneto 20111.200 ultra centenari Prov. di Vicenza 2010:

870.740 ab. 8,3% ultra 65 anni

pari a 43.420 persone196 ultra centenari

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CuriositàPiù invecchi, meno inquini È il risultato di uno studio condotto da un italiano, il dott. Emilio Zangheni, in Germania, il quale si è foca-lizzato sui livelli di produzione di anidride carbonica da parte degli individui ripartiti per età.Secondo il ricercatore, in particolare dopo i 65 anni, età in cui le emissioni pro capite di anidride carbonica raggiungono livelli massimi, le stesse iniziano a scen-dere. Nelle fasce più giovani le emissioni crescono in

L’assegno familiare è una prestazione a sostegno del-le famiglie.

Questi i requisiti richiesti:Per il pagamento dell’assegno è necessario che il red-dito familiare non superi determinati limiti stabiliti ogni anno dalla legge e che il reddito da lavoro dipendente sia il 70% del reddito complessivo.Il reddito è costituito da quello del richiedente e di tut-te le persone che compongono il nucleo familiare.A chi ci si rivolge? All’Inps o a qualsiasi sportello sindacale.A chi spetta:• ai disoccupati indennizzati;• ai lavoratori cassaintegrati;• ai lavoratori in mobilità e impegnati in lavori social-mente utili.• Si può chiedere la maggiorazione dell’assegno fami-liare a persone che, nell’ambito del nucleo familiare, risultino con invalidità del 100%.• Al nucleo familiare composto da una sola persona vedovo/a con invalidità del 100% e che percepisce la pensione ai superstiti (SO) da lavoro dipendente Inps.• Il lavoratore ha diritto agli assegni familiari per i figli conviventi anche se questi sono stati formalmente af-fidati ai Servizi sociali.• Il coniuge non legalmente ed effettivamente sepa-rato.

relazione al reddito: una persona adulta compie viaggi aerei, consuma elettricità e utilizza l’auto di più di un giovane.La cosa si ribalta con la popolazione anziana, la quale spende più in sanità, ma complessivamente meno in tutte le altre voci, eccetto gli elettrodomestici. Infat-ti gli anziani, restando più tempo a casa, consumano quantità maggiori di elettricità e riscaldamento, ma, ad esempio, le spese per abbigliamento subiscono un netto calo a partire dai 58 anni e quelle per i carburanti dopo i 60 anni.

• I figli (legittimi, illegittimi, naturali, legalmente ricono-sciuti o giudizialmente dichiarati dal precedente ma-trimonio dell’altro coniuge e affidati a norma di legge) e i nipoti viventi a carico di ascendente diretto di età inferiore ai 18 anni.• Figli maggiorenni inabili che si trovano per difetto fisico o mentale nell’assoluta impossibilità di lavorare (invalido al 100%).• I fratelli, le sorelle o i nipoti collaterali del richiedente, minori di età o maggiorenni inabili, a condizione che siano orfani di entrambi i genitori e che non abbiano diritto alla pensione ai superstiti (SO).

Tutte queste persone fanno parte del nucleo familiare anche se:non sono conviventi con il richiedente;non sono a carico del richiedente.

I familiari dei cittadini stranieri non residenti in Italia hanno diritto all’assegno familiare se sono cittadini della Comunità Europea. Se sono cittadini extracomu-nitario di un paese non convenzionato hanno diritto all’assegno familiare solo se residenti in Italia.

comunicazioni da Spi - cgil isola vicentinaSportello n. 2 presso il comune di isola vicentina

riceve per informazioni il giovedì 9.00 – 12.00

Utilità. Come richiederel’assegno familiare

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TT. Terza età tecnologicaTerza età e InternetSono circa 700 mila persone. Hanno più di sessant’an-ni e navigano su Internet con una certa dimestichezza. Il popolo della terza età ultimamente ha cambiato il modo di fare acquisti. Secondo una recente ricerca del sito eBay, il più noto portale di e-commerce, ogni gior-

Il piattoRisotto con gli asparagi verdiIngredienti. 300gr. di riso carnaroli • 300gr. di aspa-ragi verdi • 1 cipolla • brodo vegetale • 1 bicchiere di vino bianco seccoPreparazione. Lavare, pulire e sbollentare gli asparagi in abbondante acqua salata. Una volta pronti, separare le punte dal resto del gambo che taglieremo a ron-delle. Prendere una padella e far imbiondire la cipolla tritata in un filo di olio. Aggiungere i gambi e le punte degli asparagi e farli saltare per un paio di minuti. Una volta pronte, mettere le punte da parte e versare nella pentola il riso. Sfumare con il vino bianco e cominciare la cottura con il brodo. Pronto il riso, farlo mantecare con burro e parmigiano grattugiato. Quindi le punte degli asparagi come decorazione finale.

Una domenica......al Museo della ceramica di NoveCollezione di ceramiche di produzione locale ed esem-plari di altre produzioni europee dal ‘600 ai nostri gior-ni, per documentare la storia della ceramica. 2 pezzi del Cinquecento, 157 del Settecento, 158 dell’Otto-

Arriva la primaveraPrepariamo le piante da appartamentoLavare le foglie con una spugnetta morbida imbevuta di acqua. Smuovere bene il terriccio in superficie. Eli-minare i rametti rinsecchiti o ingialliti. Spargere sulla terra 1 o 2 cucchiai da tavola di un buon concime in polvere di natura organica a lenta assimilazione. Ed è anche tempo per rinvasare con un terriccio di otti-ma qualità, aggiungendo sabbia o lapillo per le piante che necessitano di un buon drenaggio. Dopo il rinva-so possiamo potare i rami privi di foglie o accorciare i rami delle chiome che vogliamo contenere. Una buo-na potatura favorirà uno sviluppo compatto e folto nei mesi a venire. Non esporre le piante alla prima acqua di primavera perché sarà acqua che raccoglierà tutte le particelle di smog che inquinano l’aria.

no si connettono migliaia e migliaia di anziani, soprat-tutto uomini (il 71%) e residenti in Lombardia, Lazio e Toscana. Comprano principalmente cellulari e bonsai, ma nel loro carrello virtuale c’è spazio anche per og-getti da collezionismo, cartoline e attrezzi per il giardi-naggio. Vendono accessori per telefonini e abiti: eBay ha registrato una media di un acquisto ogni 5 minuti e una vendita ogni 3. Fare shopping online, dunque, non è solo una faccenda per giovani.

cento, 178 del Novecento; terrecotte, cristalline, ma-ioliche, porcellane, terraglie, semirefrattari, gres. E un’ampia gamma di esempi di tecniche di produzione, dalle semplici terrecotte alle ceramiche graffiate, dalle cristalline, alle maioliche… Palazzo De Fabris, piazza De Fabris, 5 – 36055 Nove (Vicenza)

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